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Notti incantate a testa in su: il cielo di maggio dà spettacolo

È una primavera straordinaria, quella che stiamo vivendo adesso, fatta di fioriture magiche e strabilianti che incantano e stordiscono i sensi. Tutto merito di Madre Natura che, come il più esperto dei pittori, sta colorando il mondo che abitiamo.

Il pianeta si è così trasformato nel palcoscenico di spettacoli incredibili che vanno in scena sotto i nostri occhi e che lasciano senza fiato. Ma non sono gli unici perché anche il cielo ha deciso di regalarci un fitto calendario di eventi destinato a illuminare le nostre serate di primavera.

Con l’arrivo di maggio, infatti, sono previsti alcuni dei più attesi spettacoli celesti di questo 2023, gli stessi che promettono notti incantate. Mettetevi comodi e rivolgete lo sguardo verso l’alto: lo show ha inizio.

La Luna Piena dei Fiori e l’eclissi lunare

A inaugurare il fitto calendario di eventi che si terranno nel cielo del mese di maggio sarà il nostro satellite naturale. Torna, infatti, l’attesissima Luna Piena dei Fiori, nome scelto dai nativi americani per celebrare le grandi fioriture di questo periodo.

Lo show è previsto per il 5 maggio, subito dopo il tramonto. E anche se non si tratta di una SuperLuna, il plenilunio in questione ci regalerà uno spettacolo davvero magico. Proprio in quella data, infatti, si verificherà anche un’eclissi lunare parziale che ci permetterà di osservare un lieve oscuramento del disco lunare. Il consiglio è quello di puntare gli occhi al cielo alle ore 19:24, momento nel quale l’eclissi entrerà nel vivo dello show.

Trascorsa la prima settimana di maggio, la Luna resterà protagonista del cielo, ma non sarà più sola. Nella notte tra il 12 e il 13, infatti, il nostro satellite naturale sarà più vicino che mai a Saturno. I due astri sembreranno come abbandonati in un magico e suggestivo abbraccio che illuminerà la costellazione dell’Acquario.

Il 17 maggio, invece, la Luna incontrerà Giove, prima di danzare insieme a Venere il 23 del mese. L’ultima congiunzione, invece, è prevista per il 24: a dare spettacolo, in questo caso, saranno il nostro satellite naturale e il Pianeta rosso (Marte) nella costellazione del Cancro.

Le stelle cadenti illumineranno il cielo di maggio

Non solo Luna e Pianeti, a illuminare le nostre notti di primavera ci saranno anche le stelle cadenti. Un’occasione, questa, che ci permetterà di sussurrare i desideri ad alta voce. A dare spettacolo saranno le eta Aquaridi, lo sciame meteorico scaturito dalla Cometa di Halley.

Le stelle cadenti saranno visibili in realtà tutto il mese, soprattutto nell’emisfero australe. In Italia, invece, saranno osservabili soprattutto dal 3 al 10 maggio, giorni in cui è atteso il picco massimo delle eta Aquaridi. Purtroppo, la presenza della Luna piena, non renderà facile l’avvistamento, ma ci saranno altre occasioni per esprimere i desideri.

Secondo gli esperti dell’UAI (Unione Astrofili italiani), il cielo di maggio sarà popolato da altre correnti meteoriche di origini diverse che faranno capolino durante tutto il mese.

Il consiglio, per garantirsi i migliori avvistamenti, è come sempre quello di raggiungere luoghi bui e privi di inquinamento luminoso. Il fitto calendario di eventi di maggio potrebbe trasformarsi nell’occasione perfetta per andare alla scoperta delle destinazioni più popolari dell’astroturismo.

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Sulla Strada del vino in Alsazia: l’itinerario

Per celebrare il 70esimo anniversario della Strada del Vino in Alsazia, il CIVA (Conseil Interprofessionnel des Vins d’Alsace) e i viticoltori del territorio hanno ideato una serie di eventi senza precedenti che si svolgeranno ogni domenica dal 23 aprile al 30 luglio 2023.

Si tratta di “ALSACE ROCKS! La Tournée des Terroirs“, un’occasione unica nel cuore dei vigneti e dei grandi terroir alsaziani rivolta a tutti, neofiti ed esperti.

L’ambiziosa e originale iniziativa promette di essere un connubio di festival e mostra itinerante, capace di mettere in luce l’eccezionale diversità e tipicità dei terroir sotto la guida dei produttori stessi.

Vivere e scoprire la Strada del Vino d’Alsazia

Ogni domenica, dalle 10 alle 19, sarà proposto un evento, di volta in volta differente, al cospetto dei vigneti.

Si parte da Thann a Bergbieten per poi passare a Kaysersberg e Dambach-la-Ville, in 15 tappe, 8 nell’Haut-Rhin e 7 nel Bas-Rhin.

Sono quasi 150 le cantine e le aziende vinicole del territorio che si uniscono per mettere in luce la ricchezza dei terroir alsaziani e il loro ruolo chiave nella valorizzazione dei grandi vini d’Alsazia.

In ogni tappa, il pubblico troverà uno spazio in cui degustare la gamma dei vini alsaziani e assaggiare i piatti tipici in un’atmosfera musicale grazie a un collettivo di DJ e a un’area chill & lounge: tutti i siti possono ospitare tra le 300 e le 500 persone per ciascun appuntamento.

I suggestivi eventi itineranti si rivolgono a intenditori, neofiti e professionisti, locali e turisti nazionali o internazionali, per far loro scoprire (o riscoprire) i grandi terroir che sono vanto della regione, un mosaico e una diversità unici al mondo, una varietà di terreni ed esposizioni che conferiscono ai vini alsaziani tutto il loro carattere rendendoli fini ed eleganti.

“ALSACE ROCKS! La Tournée des Terroirs”, grazie al suo approccio educativo ed esperienziale sul territorio, permette ai visitatori di comprendere meglio il legame tra la vite, l’uomo e il vino, il tutto in un’atmosfera rilassata.

L’Alsazia, destinazione gastronomica

L’Alsazia è la destinazione perfetta per i viaggiatori che amano il buon cibo e il buon vino, emblema della gastronomia francese riconosciuta a livello internazionale: dalle tavole stellate, ai piatti tipici regionali fino ai giovani chef di talento impegnati nell’eccellenza.

Ogni appuntamento di “ALSACE ROCKS! La Tournée des Terroirs”, all’insegna della sostenibilità ambientale, metterà in risalto la gastronomia della Regione grazie alla partecipazione di vari chef e ristoratori locali, dallo street food ai piatti più elaborati.

Ecco il calendario dei prossimi appuntamenti:

  • 30 aprile 2023: Wintzenheim e il suo Grand Cru Hengst onoreranno il Pinot-Noir, un nuovo vitigno riconosciuto nella denominazione Grand Cru dal 2022;
  • 07 maggio 2023: Dambach-la-Ville e il suo Grand Cru Frankstein offriranno un ricco programma intorno alla Chapelle St Sebastian;
  • 14 maggio 2023: il grazioso paesino di Nothalten accoglie in un ambiente idilliaco, sulle alture del Grand Cru Muenchberg e della località chiamata Zellberg;
  • 21 maggio 2023: Orschwihr e la cappella Bollenberg doneranno un ambiente bucolico e vista mozzafiato sui dintorni;
  • 28 maggio 2023: Sigolsheim e il suo Grand Cru Marckrain vantano uno dei panorami più incantevoli della Tournée des Terroirs;
  • 04 giugno 2023: Molsheim e il suo Grand Cru Bruderthal da cui, in lontananza, si vede persino la Cattedrale di Strasburgo;
  • 11 giugno 2023: Ribeauvillé, la capitale dei menetriers dell’Alsazia, con il Grand Cru Kirchberg de Ribeauvillé;
  • 18 giugno 2023: Wuenheim con il Grand Cru Ollwiller, a due passi dallo Château Ollwiller, la seconda tenuta vinicola più antica di Francia;
  • 25 giugno 2023: Kaysersberg, città imperiale fortificata con il castello, e il suo Grand Cru Schlossberg;
  • 02 luglio 2023: Bernardvillé sul sito di Schieferberg, vigneto collinare che mette in risalto i terreni scistosi della zona;
  • 09 luglio 2023: Thann con il Grand Cru Rangen, uno dei vigneti più ripidi dell’Alsazia e in uno dei rari terreni di origine vulcanica;
  • 16 luglio 2023: Orschwiller, la roccaforte dell’Haut-Koenigsbourg, con il Grand Cru Praelatenberg;
  • 23 luglio 2023: Ammerschwihr dà il benvenuto nel cuore del suo Grand Cru Kaefferkopf;
  • 30 luglio 2023: Bergbieten accoglie sul Grand Cru Altenberg de Bergbieten, con una splendida vista a 360 gradi sui vigneti circostanti.
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La spiaggia più particolare del mondo ha rubato i colori allo smeraldo

Il mondo che abitiamo è un luogo bellissimo che ospita capolavori visivi che portano la firma di Madre Natura. E anche quando crediamo di aver visto tutto, perché abbiamo scelto di fare del viaggio una missione di vita, in realtà ci rendiamo conto che sono ancora tante le meraviglie sconosciute da esplorare.

Esistono posti, poi, che sono così belli da sembrare surreali. Boschi, praterie, laghi e foreste, spiagge e montagne che per forme, colori e lineamenti ci riportano a tutti quei paesaggi che, fino a questo momento, sono appartenuti al mondo delle fiabe, ma che invece sono reali e per questo ancora più straordinari.

E questo è il caso di una distesa sabbiosa, bagnata dalle acque cristalline dell’oceano che circonda l’isola di Hawaii, che non assomiglia a niente di tutto ciò che abbiamo visto fino a questo momento. Sì perché Papakolea, questo il suo nome, è la spiaggia verde che ha rubato i colori allo smeraldo.

Il capolavoro della natura che non ti aspetti

Raggiungere l’isola di Hawaii, la più grande dell’arcipelago omonimo, è una di quelle esperienze da vivere e condividere almeno una volta nella vita. Su questo lembo di terra, chiamato anche Big Island, la natura ha scelto di conservare alcuni dei suoi capolavori più straordinari.

Il territorio, infatti, ospita paesaggi suggestivi e affascinanti che incantano e meravigliano a ogni passo. Spiagge di sabbia bianca o colorata, rigogliose foreste pluviali, cascate multicolor e vulcani straordinari: queste sono solo alcune delle bellezze che compongono l’immenso patrimonio naturalistico che appartiene a Big Island.

Un vero e proprio paradiso per gli amanti della natura che permette di attraversare scenari selvaggi e primordiali che si aprono chilometro dopo chilometro e che conducono in paesaggi da sogno. Come quello di Papakolea beach, una suggestiva spiaggia situata nel distretto di Kaʻū, la cui particolarità precede la sua fama. Questa spiaggia, infatti, è caratterizzata da brillanti sfumature di verde che, quando sfavillano al sole, la rendono un tesoro prezioso.

Papakolea Beach, la spiaggia verde dell'isola di Hawaii

Fonte: iStock

I granelli di sabbia verde della spiaggia Papakolea

La spiaggia verde che ha rubato il colore allo smeraldo

La bellezza della spiaggia verde di Big Island non si può descrivere a parole, tuttavia ci pensano le immagini a restituire tutto il fascino e la suggestione che gli appartengono. E no, se ve lo state chiedendo, non si tratta di un fotomontaggio.

Rara e straordinaria, Papakolea beach è una delle pochissime spiagge verdi del mondo. Insieme a lei ci sono Talofofo Beach a Guam, Punta Cormorano sull’isola Floreana nelle Isole Galapagos e Hornindalsvatnet in Norvegia.

Non ci sono trucchi né inganni, queste spiagge sono proprio così come le vedete, verdeggianti come le praterie che si perdono all’infinito e lussureggianti come boschi e foreste. Come se, in questi luoghi, Madre Natura avesse scelto di scagliare un incantesimo.

In realtà il colore che caratterizza la spiaggia di Big Island è spiegato dalla presenza dell’olivina, un minerale che contiene ferro e magnesio e che dà il colore anche alla gemma peridoto. Le quantità presenti a Papakolea beach provengono direttamente dal vicino vulcano Pu’u Mahana. Quando il mare sfiora la base del vulcano, infatti, trascina con sé l’olivina che poi si deposita sul bagnasciuga creando così uno scenario da fiaba.

Per visitare Papakolea beach bisogna raggiungere South Point, nel distretto di Kaʻū. La bellezza e la particolarità di questa spiaggia l’hanno resa un’attrazione celebre e popolare, tuttavia il Department of Hawaiian ha attivato tutta una serie di regole per controllare l’accesso dei turisti e preservare questa meraviglia della natura.

Papakolea Beach, la spiaggia verde dell'isola di Hawaii

Fonte: iStock

Papakolea Beach, la spiaggia verde dell’isola di Hawaii
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Chiusa per l’estate 2023 una delle spiagge più fotografate della Grecia

Brutte notizie per i viaggiatori che hanno progettato una vacanza nella bellissima isola di Zante. Quest’anno, la famosa spiaggia del relitto – Navagio per i greci – non sarà aperta ai turisti. La decisione arriva dall’Organizzazione per la pianificazione e la protezione antisismica (OASP), a seguito di una regolare rivalutazione della sicurezza del luogo. Ecco qual è il motivo che ha portato al provvedimento,

Chiusa la spiaggia del relitto di Zante: cosa dice il provvedimento

Il motivo che ha portato alla chiusura della spiaggia del relitto di Zante è l’alto rischio di frane sulla spiaggia, anche a causa di piccole scosse che si sono registrate negli ultimi tempi lungo la costa ionica greca. Il provvedimento che vieta l’accesso dei visitatori, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale 2290/B/6-4-2023, sarà valido fino al 31 ottobre 2023.

Nello specifico, vieta la circolazione e l’avvicinamento di barche o altri mezzi galleggianti, nonché la possibilità di fare il bagno nell’area marina compresa tra le due estremità della baia del Navagio. Il divieto di accesso si estende anche alla parte sommitale del pendio e sul pianoro situato di fronte, delimitato da una strada di accesso per i visitatori. L’avvicinamento alla baia è consentito solo in caso di emergenza e soccorso.

Oltre alle piccole scosse registrate, è soprattutto la natura della scogliera in cui è incastonata l’incantevole Navagio Beach, che ha portato all’amara decisione di vietarne l’accesso a residenti e visitatori. La spiaggia, normalmente presa d’assalto dai turisti in estate, era già off limits dallo scorso settembre, dopo che un terremoto di magnitudo 5,4 ha causato la caduta di grossi massi sulla baia. Già nel 2018 si verificò un crollo molto importante lungo una delle pareti, che portò le autorità a chiudere la spiaggia per i mesi successivi. Oggi la decisione è, invece, preventiva, al fine di salvaguardare la sicurezza delle persone.

Navagio Beach, la spiaggia più fotografata della Grecia

Chi sogna di raggiungere Zante (qui i consigli per una vacanza sull’isola greca), sa che la spiaggia del relitto è una sorta di icona, considerata una delle più belle della Grecia e del Mediterraneo. Ovviamente, è anche la più fotografata dell’isola e probabilmente di tutto il Paese. Accessibile solo dal mare, questa lingua di sabbia bianca impreziosita da milioni di piccoli sassolini è racchiusa tra due enormi promontori ricoperti di vegetazione, ed è lambita da un mare di un azzurro sfavillante. Una cartolina resa ancora più unica dalla presenza del relitto da cui prende il nome, che se ne sta come un’opera d’arte proprio al centro della spiaggia. Si tratta dei resti di una barca di contrabbandieri di sigarette naufragata qui nel 1983. Con il passare degli anni, il relitto è stato ricoperto in parte dalla sabbia, finendo per diventare la principale attrazione della spiaggia del Navagio.

Anche ammirare questa baia mozzafiato dall’alto della scogliera riempie il cuore di suggestioni indescrivibili. A metà strada tra i paesi montani di Volimes ed Anafonitria, ci si imbatte in una strada asfaltata lunga circa un chilometro che conduce a un ampio parcheggio. Da lì, pochi gradini permettono di raggiungere una terrazza panoramica sospesa nel vuoto, da cui ammirare e fotografare una delle spiagge più affascinanti di tutta la Grecia. Con il provvedimento relativo al divieto di accesso alla baia per l’estate 2023, però, bisognerà aspettare tempi migliori, per godere di nuovo di questa meraviglia.

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cicloturismo Curiosità diario di viaggio Sud America Viaggi

Aracataca: il diario di viaggio di Jovanotti in America Latina, in anteprima su RaiPlay

Prendete una bicicletta, uno smartphone e un’incessante curiosità per scoprire nuovi orizzonti. Aggiungete un’icona della musica italiana come Jovanotti e una terra tutta da scoprire come il Sud America, e avrete la ricetta per una nuova docu-serie imperdibile.

Aracataca-Non voglio cambiare pianeta 2” è la nuova avventura in bicicletta di Lorenzo Cherubini alla scoperta di paesaggi incantevoli, città coloniali, popolazioni e culture locali tra suggestioni, immagini e sensazioni. Il format, che è l’ideale per chi ama viaggiare ed esplorare, verrà trasmesso in esclusiva su RaiPlay.

Non voglio cambiare pianeta 2: il ritorno di Jovanotti

Una bicicletta, uno smartphone e un’action camera montata sul manubrio della sua bicicletta, realizzata apposta per l’occasione, è quanto basta a Jovanotti per documentare il suo diario di bordo alla scoperta del Sud America. Un’esperienza che non è nuova per l’artista, che agli inizi del 2020 aveva pedalato in solitaria per ben 4.000 chilometri tra il Cile e l’Argentina. RaiPlay aveva documentato questa avventura nei primi 16 episodi della serie “Non voglio cambiare pianeta”, dando voce a ogni destinazione, ogni emozione e ogni sfida.

Ma il cantautore italiano non si è fermato qui. Quest’anno, ha deciso di fare il bis con “Aracataca-Non voglio cambiare pianeta 2”. Cambiano le tappe ma non lo spirito di esplorazione: in questo nuovo viaggio in bicicletta, Jovanotti ha percorso 3.500 chilometri in Sud America, attraversando le Ande, l’Amazzonia e toccando anche la città colombiana che dà il nome al progetto: Aracataca, il luogo di nascita del suo autore preferito, Gabriel García Márquez.

Attraversando luoghi incantevoli, dal fascino senza tempo, tra salite e discese, foreste e cascate, sentieri e autostrade, Jovanotti ha documentato ogni aspetto del viaggio. Dai villaggi sperduti alle grandi città, dalle periferie ai pueblos, ha incontrato le popolazioni locali, utilizzando la musica come un ponte tra le culture.

“Aracataca” è il racconto psichedelico di una follia su due ruote, in cui Lorenzo Cherubini si è aperto alla fatica e alla curiosità, per raccontare sia la sua storia che quella dei luoghi attraversati, in un contesto in cui la libertà, la spontaneità, l’occhio aperto e ingenuo, il gioco e la consapevolezza sono stati gli elementi chiave del racconto.

Aracataca: la seconda stagione in streaming su RaiPlay

Dopo il sorprendente e straordinario successo della prima stagione, trasmessa in pieno lockdown con oltre 5,5 milioni di spettatori, RaiPlay presenta la sua seconda avventura con una nuova serie di episodi. Questa stagione è composta da 22 puntate, pari al numero degli arcani maggiori dei tarocchi che hanno accompagnato Lorenzo durante il suo viaggio, divise in due parti: i primi undici episodi vanno in onda dal 24 aprile 2023, mentre gli altri saranno trasmessi a partire dal 1° maggio.

Aracataca ci trascina in un itinerario emozionante alla scoperta di luoghi magici e di culture antiche, attraverso immagini, pensieri ed emozioni, sulle note di una colonna sonora completamente originale, scritta, suonata e cantata dall’artista stesso. Lo stesso progetto è stato girato interamente da Jovanotti, utilizzando solo una piccolissima action camera e un cellulare, creando così un format unico nel suo genere che va al di là di ogni forma di documentario tradizionale.

Un progetto dal taglio fresco e spontaneo, prodotto da Soleluna e montato e diretto da Michele Lugaresi: Aracataca è un invito a lasciarsi trasportare in un mondo dove il tempo sembra essersi fermato, in cui la bellezza della natura e la genuinità delle persone ci riportano in contatto con noi stessi.

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La triste fine del Lago d’Aral

Era uno dei quattro laghi più estesi del Pianeta (dopo il Mar Caspio, il Lago Superiore e il Lago Vittoria) al confine tra l’Uzbekistan e il Kazakistan, ma oggi rimane un pallido ricordo e, al suo posto, soltanto sale, sabbia e scheletri di navi arenate.

Stiamo parlando della triste storia del Lago d’Aral, lago salato di origine oceanica, che negli anni Sessanta aveva una superficie di 68.000 chilometri quadri mentre adesso la sua grandezza si è ridotta del 75% a causa di un vero disastro ambientale provocato dalle attività umane.

Perché il Lago d’Aral si è prosciugato

Le sue acque erano limpidissime, i fondali poco profondi e abitati da svariate specie ittiche che consentivano un’importante attività legata alla pesca.

Un brutto giorno, il regime sovietico durante la Guerra Fredda mise a punto un progetto per deviare, con apposite canalizzazioni, le acque dei due fiumi emissari del lago, “Syr Darya” e “Amu Darya” per intensificare le irrigazioni delle piantagioni di cotone impiantate a forza nella vicina zona arida dell’Uzbekistan.

In questo modo, la ridotta portata di acqua rimanente nel corso dei fiumi non è più stata sufficiente per controbilanciare la naturale evaporazione del Lago d’Aral (che si trova in una zona con il clima più arido della Terra) portandolo, inevitabilmente, all’estinzione.

Ma, purtroppo, non finisce qui: la monocoltura del cotone ha soppiantato la tipica biodiversità dell’area, basata su frutta e cereali, ed è stata sostenuta da ingenti quantità di concimi chimici e diserbanti che, anno dopo anno, hanno raggiunto una grave concentrazione nelle acque residue del lago, avvelenando la zona per chilometri e chilometri.

Scomparsa l’acqua, rimangono soltanto polveri inquinanti mescolate alla sabbia, a testimoniare uno dei disastri ecologici più grandi della Storia.

Ad aggravare ancora di più la situazione, inoltre, i materiali abbandonati nei magazzini di una base militare su una delle molte isole in cui vennero condotti esperimenti militari con sostanze tossiche come l’antrace: la popolazione paga così un prezzo altissimo con decrescita esponenziale, malattie oncologiche, malformazioni e aumento della mortalità infantile.

Le drammatiche conseguenze della fine dell’Aral

Dove un tempo prosperava il lago che mitigava il clima torrido della zona, oggi resta una distesa sterile di sabbia, un’elevata escursione termica e l’evaporazione sempre più veloce della poca acqua residua.

Le ormai frequenti e violente tempeste di sabbia diffondono le polveri inquinanti a centinaia di chilometri di distanza, compromettendo anche il terreno su cui si depositano.

Un altro tristissimo esempio di quanto la fine del Lago d’Aral abbia influito sulla vita locale è rappresentato dalla vicina cittadina di Moynaq, in passato attivo centro costiero: ora, le rive del lago si sono allontanate di circa 50 chilometri e gli abitanti hanno perso la loro fonte di sussistenza e, a causa del dilagante inquinamento, sono vittime di gravi malattie quali epatiti, tubercolosi e cancro alla gola almeno tre volte in più rispetto alla media della nazione.

La maggior parte del territorio è ormai contraddistinto da un desolante deserto dove svettano le carcasse arrugginite degli ultimi pescherecci: il 10% del lago originario è alimentato da una sorgente sotterranea di qualche chilometro, protetta dalla diga Korakal e da nuove canalizzazioni nel tentativo di salvare il salvabile.

Ma il danno è compiuto.

L’unica soluzione percorribile, a detta degli ambientalisti, è quella di umidificare l’area in modo da preservare, per quanto possibile, perlomeno la salute della popolazione locale.

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Come in una fiaba: Londra a bordo di una carrozza dorata

C’è sempre un buon motivo per organizzare un viaggio a Londra, in ogni periodo dell’anno e in tutte le stagioni. La capitale dell’Inghilterra e del Regno Unito, infatti, è una città straordinaria e cosmopolita che ospita un patrimonio culturale, storico e artistico di immensa bellezza.

Le cose da fare e da vedere qui sono tantissime, a partire dalle passeggiate nel centro storico, quelle che permettono di ammirare il maestoso palazzo del parlamento, l’iconica torre dell’orologio e la splendida Abbazia di Westminster, il luogo delle incoronazioni dei membri della famiglia reale, passando poi per il Tamigi e la ruota panoramica del London Eye.

Nella capitale dell’Inghilterra e del regno Unito, questo è certo, non ci si annoia mai. Ma a rendere l’esperienza di chi arriva in città ancora più incredibile ci pensa una nuova e inedita esperienza. In questi giorni, infatti, è possibile esplorare Londra a bordo di una carrozza dorata e regale e vivere una favola autentica.

Un viaggio a Londra per diventare i protagonisti di una fiaba

Parlando di carrozze pensiamo subito alle fiabe e alle favole della buonanotte, a tutte quelle storie in cui i protagonisti, principi e principesse, salivano a bordo di questo mezzo di trasporto per raggiungere dimore fatate e castelli. Anche nella realtà, però, queste vengono usate. Impossibile non pensare alla Gold State Carriage conservata nelle Royal Mews di Buckingham Palace, la carrozza dorata trainata da otto cavalli e costruita nel 1762, utilizzata per la cerimonia di incoronazione dei monarca britannici a partire da quella di Giorgio IV.

Ed è proprio a bordo di una carrozza, che per fattezze e sontuosità ricorda quella del Re, che è possibile scoprire e riscoprire Londra in maniera unica e straordinaria. In occasione dell’incoronazione di Re Carlo III, infatti, l’azienda FREENOW, che da sempre si occupa di mobilità, ha scelto di offrire ai cittadini e ai viaggiatori che si trovano nella capitale un’avventura davvero regale.

Scoprire e riscoprire la città a bordo della carrozza del Re

Prevista il 6 maggio del 2023, presso l’Abbazia di Westminster a Londra, l’incoronazione di Re Carlo III è uno degli eventi più attesi dagli abitanti della città. Un’occasione perfetta, questa, per scoprire e riscoprire la capitale vivendo un’avventura regale.

Proprio in vista dell’evento reale più entusiasmante dell’anno, FREENOW ha scelto di mettere a disposizione delle persone, un massimo di 4 a corsa, una replica della celebre Gold State Carriage, la carrozza della Royal Family, per esplorare le meraviglie urbane e vivere un’esperienza al di fuori dell’ordinario.

I primi tour, dalla durata di 15 minuti, si sono tenuti venerdì 28 aprile. Le persone sono salite a bordo davanti alla chiesa londinese di St Martin-in-the-Fields, attraversando poi alcuni dei luoghi iconici di Londra tra cui Trafalgar Square, l’Arco dell’Ammiragliato, il The Mall e Buckingham Palace, prima di concludere la corsa davanti alla National Gallery.

La corsa in carrozza rappresenta un’esperienza davvero unica per andare alla scoperta della città e per unirsi ai festeggiamenti per l’incoronazione di Re Carlo III. Ma è anche un ottimo modo per celebrare i 200 anni dall’inizio dell’attività dei primi taxi autorizzati nella capitale inglese inaugurati nel 1823.

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Il segreto più prezioso di quest’isola è conservato sotto la sua terra

La grande bellezza, quella che porta la firma di Madre Natura e che rende il mondo che abitiamo un posto meraviglioso, si presenta sotto forme inedite e sorprendenti che incantano la vista e lasciano senza fiato. Boschi magici, laghi che sembrano usciti da un libro di favole, fioriture cangianti e cascate prismatiche: queste sono solo alcune delle attrazioni naturali che si snodano sul pianeta e che attirano ogni giorno migliaia di viaggiatori.

Non sempre però i capolavori plasmati da Madre Natura sono visibili, almeno non a chi si ferma alle apparenze. Alcune sue creazioni, infatti, sono conservate alla stregua di un tesoro che viene rivelato solo agli avventurieri che osano spingersi dove gli altri non arrivano.

E questo è il caso delle Cuevas del Drach, un complesso di grotte incantate che si nasconde tra le viscere della terra, e che rappresenta il segreto più prezioso dell’Isola di Maiorca. Pronti a partire?

Il segreto dell’Isola di Maiorca è custodito sotto terra

Maiorca non ha bisogno di presentazioni. L’isola immersa nel Mediterraneo, e appartenente all’arcipelago delle Baleari, è infatti una delle mete più popolari delle vacanze e i motivi sono facilmente intuibili.

Ad attirare i viaggiatori qui, durante i mesi estivi e non solo, sono le baie protette e le calette che brillano al sole, le montagne a strapiombo sul mare e i grandi resort balneari. Al patrimonio naturalistico dell’isola, poi, si aggiungono anche le testimonianze del passato e la vita notturna che coinvolge Palma, la sua capitale, e altre località turistiche. Insomma, le cose da vedere e da fare qui sono così tante che non ci si annoia mai.

Tuttavia, se volete vivere un’esperienza al di fuori dall’ordinario, e concedervi una pausa all’insegna della grande bellezza una volta giunti sull’isola, il consiglio è quello di inserire nel vostro itinerario di viaggio anche una tappa a Porto Cristo. Questo piccolo villaggio situato sulla costa orientale, nel comune di Manacor, ospita uno dei più incredibili capolavori di Madre Natura.

Proprio a Porto Cristo, infatti, si snoda il sito delle Cuevas del Drach, un complesso di grotte calcaree che si sviluppa per oltre 1200 metri di lunghezza a 25 metri sotto il livello del mare. Esplorando le grotte del drago, e addentrandosi nelle viscere della terra, non solo è possibile ammirare un paesaggio suggestivo formatosi nel corso di milioni di anni, ma è anche possibile raggiungere uno dei più grandi laghi sotterranei del mondo.

Cuevas del Drach

Fonte: iStock

Cuevas del Drach, le grotte sotterranee a Porto Cristo

Le Grotte del Drago: una meraviglia naturale da scoprire

La visita alle Grotte del Drago dura circa un’ora, ma quella basta per scoprire una delle più incredibili meraviglie sotterranee che appartengono al nostro pianeta. Lasciandosi alle spalle la superficie, e scendendo a una profondità di 25 metri, è possibile attraversare un dedalo di gallerie riccamente decorate da migliaia di stalattiti e stalagmiti che si sono create nel corso dei millenni. A incorniciare i percorsi, poi, ci sono tutta una serie di colonne e massicci calcarei che trasformano gli ambienti in templi sacri.

Le Cuevas del Drach di Maiorca ospitano diversi specchi d’acqua, tra i quali spicca il lago Martel, così chiamato in onore del primo speleologo che lo attraversò in barca. Con i suoi numeri – 117 metri di lunghezza, 30 metri di larghezza e una profondità di 12 metri – si è guadagnato un posto d’onore tra i laghi sotterranei più grandi del mondo.

Ma non sono solo le sue dimensioni a meravigliare, quanto più quel gioco di luci creato dalle formazioni carsiche, che si snodano tutto intorno, e che si riflettono nell’acqua creando uno scenario fiabesco.

Come abbiamo anticipato, la visita alle Grotte del Drago dura un’ora, un tempo che però permette ai viaggiatori non solo di attraversare il lago Martel in barca, ma anche di assistere a un concerto dal vivo all’interno di un microcosmo sotterraneo e meraviglioso.

Cuevas del Drach

Fonte: iStock/Cristian Mircea Balate

Cuevas del Drach
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Ville Aperte, lo speciale evento di primavera in Brianza

Ville Aperte in Brianza taglia il nastro di una 21esima edizione che afferma la propria eccezionalità fin dalla formula in due tempi per due stagioni, con un assaggio primaverile della ricchissima kermesse prevista per l’autunno, in programma nei due weekend del 29 aprile e del 7 maggio. Dedicato alle ville di delizia e alle dimore storiche, l’evento primaverile vede spalancarsi le porte di 33 splendidi e maestosi edifici in 28 Comuni, sparsi nelle 5 province lombarde di Monza e Brianza, Lecco, Como, Città Metropolitana di Milano e Varese.

Alla scoperta delle ville di delizia e delle dimore storiche in Brianza

Oggetto di un percorso che mira al loro inserimento nella lista dei luoghi e dei monumenti Patrimonio dell’Umanità UNESCO, le cosiddette ville di delizia sono quelle dimore di pregio costruite a partire dal XVI al XIX secolo dalle famiglie nobiliari milanesi, che trascorrevano lunghi periodi di vacanza e riposo in Brianza (qui 10 foto che te la faranno amare), beneficiando del clima particolarmente salubre presente a nord di Milano.

Le sale affrescate, i passaggi nascosti, i vialetti e le serre erano tra gli spazi adatti a diverse attività di svago, come ad esempio la caccia, i giochi e le feste, che contribuivano a rendere piacevole la permanenza e a mostrare agli ospiti la ricchezza e il potere dei proprietari.

Come villa rappresentativa dell’edizione 2023 è stata scelta la dimora conosciuta come Palazzo Rasini a Cavenago di Brianza. Costruito a partire dal XVI secolo e modificato nelle epoche successive, questo gioiello custodisce importanti cicli di affreschi e stucchi, realizzati tra ‘500 e ‘700 da celebri pittori.

L’elenco delle aperture dell’edizione primaverile

Di seguito l’elenco delle ville di delizia e delle dimore storiche che si potranno ammirare durante l’edizione primaverile della kermesse, inaugurata con un concerto gratuito, a cura della Filarmonica Paganelli ‘79, che si terrà nel cortile interno di Palazzo Rasini. L’edizione autunnale amplierà la panoramica su musei, edifici religiosi, vie d’acqua, architettura industriale, piccoli borghi e tanti altri siti culturali ricchi di bellezze nascoste, che faranno da ricca cornice alle dimore artistiche.

Ville in provincia di Monza e Brianza

  • Palazzo Rasini, Cavenago di Brianza
  • Reggia di Monza, Monza
  • Villa Reale Teatro di Corte, Monza
  • Palazzo Arese Borromeo, Cesano Maderno
  • Villa Cusani Traversi Tittoni (usata come set dai Maneskin), Desio
  • Villa Taverna, Triuggio
  • Villa Borromeo d’Adda, Arcore
  • Palazzo Rezzonico, Barlassina
  • Villa Zari, Bovisio Masciago
  • Villa Antona Traversi, Meda

Ville in provincia di Milano

  • Villa Visconti Borromeo Litta, Lainate
  • Castelletto di Cuggiono, Cuggiono
  • Villa Annoni, Cuggiono
  • Villa Ghirlanda Silva, Cinisello Balsamo
  • Villa Casati Stampa di Soncino, Cinisello Balsamo
  • Casa Bassi, Trezzo sull’Adda
  • Villa Arconati, Bollate

Ville in provincia di Como

  • Villa Adelaide, Alserio
  • Villa Carcano, Anzano del Parco
  • Villa Ceriani – Museo diffuso Dolores Puthod, Lomazzo
  • Villa Cagnola La Rotonda, Inverigo
  • Villa Majnoni d’Intignano, Erba
  • Villa Imbonati, San Fermo della Battaglia
  • Villa La Clerici, Erba
  • Villa Bernasconi, Cernobbio

Ville in provincia di Lecco e Varese

  • Villa Monastero, Varenna (Lecco)
  • Villa Bordone “La Rocchetta”, Bosisio Parini (Lecco)
  • Villa Sormani Marzorati Uva, Missaglia (Lecco)
  • Villa De Ferrari Bagatti Valsecchi, Merate (Lecco)
  • Villa Mapelli Mozzi, Castenovo (Lecco)
  • Villa Greppi di Bussero, Casatenovo (Lecco)
  • Villa Moriggia Castelfranchi, Calco (Lecco)
  • Villa Gianetti, Saronno (Varese)
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A bordo del trenino che attraversa le grotte delle meraviglie

Esistono alcuni luoghi che sono così belli da sembrare surreali. Posti sapientemente plasmati da Madre Natura e dal tempo che incantano e meravigliano, che catturano la vista e stordiscono i sensi, fino a lasciare senza fiato.

Non sempre però queste meraviglie, che per forme e colori ricordano paesaggi incantati, sono visibili al primo sguardo. Alcune di queste, infatti, sono state celate dalla natura e conservate alla stregua di un tesoro prezioso. E questo è il caso delle Grotte di Postumia, un complesso carsico situato nelle viscere della terra slovena che da anni attira migliaia di viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo.

Stalagmiti, rocce evocative, un lago sotterraneo e sale incantate formano un paesaggio idilliaco plasmato dalla natura nel corso di migliaia di anni. Un vero e proprio percorso delle meraviglie da scoprire anche a bordo di un treno. Allacciate le cinture, si parte!

Grotte di Postumia: un paradiso naturale nelle viscere della terra

Per scoprire, ammirare ed esplorare uno dei luoghi più affascinanti e suggestivi del nostro pianeta dobbiamo recarci in Slovenia, e più precisamente nella periferia della città di Postumia. È qui che, all’ombra del Castello di Predjama, incastonato in un massiccio montuoso, si nasconde il grande tesoro di Madre Natura.

Si tratta di un dedalo di caverne e gallerie che si estende per 21 chilometri e che, nel corso di oltre un secolo, ha ospitato più di 30 milioni di visitatori, rendendo questo sito uno dei più visitati del nostro continente.

Tutti gli interni delle grotte, caratterizzati da stalagmiti e stalattiti di diverse forme e dimensioni, sono stati plasmati sapientemente dalla natura nel corso di migliaia di anni. Il risultato finale è un paesaggio da sogno, e in continuo mutamento, che incanta e stupisce a ogni passo.

Visitare le Grotte di Postumia, infatti, è una vera e propria esperienza sensoriale che permette di scoprire un mondo sotterraneo e magico. Per farlo è possibile prendere parte ai tour guidati pedonali che vengono organizzati tutti i giorni, oppure salire a bordo del trenino che attraversa i binari dell’unica ferrovia sotterranea del mondo.

Grotte di Postumia

Fonte: iStock

Grotte di Postumia

4 chilometri di meraviglia a bordo di un treno

Visitare le Grotte di Postumia è una di quelle esperienze da fare almeno una volta nella vita, ma farlo a bordo di un treno vi permetterà di vivere un’avventura unica e indimenticabile.

All’interno del sito, infatti, esiste la prima ferrovia al mondo realizzata all’interno di una grotta e inaugurata nel 1872. I binari si estendono per appena 4 chilometri, ma quelli bastano per ammirare alcuni degli scenari più incredibili esistenti sotto terra.

I sontuosi lampadari realizzati in vetro di Murano, illuminano il percorso conducendo i visitatori all’interno della suggestiva sala da Ballo che ricorda in tutto e per tutto uno scenario fiabesco. Una volta finita la corsa, poi, gli ospiti delle Grotte di Postumia sono invitati a proseguire la visita a piedi con una passeggiata di poco più di un’ora.

Sarà questa l’occasione per ammirare la grande impresa di Madre Natura che ha creato un mondo sotterraneo, fatto di grotte naturali, piccoli monti, fiumi e laghi, ancora più bello di quello visibile in superficie.

Grotte di Postumia

Fonte: iStock

Grotte di Postumia