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Le migliori spiagge d’Italia secondo il Telegraph, 5 gioielli naturali nella classifica europea

Acque turchesi, dune selvagge, pinete profumate e baie silenziose: è questo il paesaggio che si incontra lungo le coste italiane, ed è proprio qui che The Telegraph, prestigioso quotidiano britannico, ha riconosciuto alcuni dei tratti più incantevoli del continente. Nell’articolo “Europe’s 40 greatest beaches”, l’Italia è rappresentata con cinque località che, per bellezza e autenticità, si sono guadagnate un posto nella rosa delle migliori spiagge d’Europa.

Dal fascino selvaggio del Salento alla grazia ligure di Sestri Levante, passando per le meraviglie naturali della Sicilia, della Toscana e del Veneto, ecco le 5 spiagge italiane da non perdere secondo The Telegraph.

Baia del Silenzio, Sestri Levante, Liguria

La Baia del Silenzio è una delle perle più romantiche e suggestive della Liguria, un piccolo angolo di paradiso che incanta per la sua atmosfera intima e rilassata. La spiaggia si stende come una mezzaluna perfetta di sabbia finissima e grigia, incorniciata dalle vivaci case color ocra che formano un pittoresco paesaggio urbano affacciato direttamente sul mare.

L’acqua, trasparente e calma, invita a lunghi bagni rinfrescanti, con un fondale dolcemente digradante che la rende ideale anche per le famiglie e i nuotatori meno esperti. La baia, oltre a offrire una cornice naturale di rara bellezza, è segnata dalla presenza del Convento dell’Annunziata, un antico monastero che aggiunge un tocco di storia e cultura a questo angolo di costa.

La Baia del Silenzio non è una spiaggia da stabilimenti balneari o ombrelloni a pagamento: qui si viene per godersi il mare in modo semplice, stendendo il proprio asciugamano e lasciandosi cullare dal silenzio interrotto solo dal suono dolce delle onde. Sul lato occidentale, le barche dei pescatori adagiate sulla sabbia offrono un riparo naturale dal sole, aggiungendo un dettaglio di vita quotidiana e autenticità alla scena.

Collelungo, Marina di Alberese, Toscana

Nell’ampio e selvaggio Parco Naturale della Maremma si trova la spiaggia di Collelungo, un luogo dove la natura regna sovrana e il turismo di massa è un lontano ricordo. Questa lunga distesa di sabbia chiara si affaccia su un mare limpido che riflette il cielo azzurro e si perde verso l’orizzonte senza interruzioni.

Accessibile solo a piedi attraverso sentieri immersi nella macchia mediterranea, Collelungo è una spiaggia per chi desidera vivere il mare in maniera autentica e tranquilla, senza strutture commerciali o affollamenti. Man mano che ci si allontana dall’accesso nord, il paesaggio diventa sempre più intatto e silenzioso: il fruscio delle foglie, il profumo di ginestre e corbezzoli accompagnano il visitatore in una vera immersione nella natura. L’area circostante è ricca di fauna e flora protette, rendendo questa spiaggia una meta preziosa anche per gli appassionati di birdwatching e fotografia naturalistica.

Calamosche, Riserva di Vendicari, Sicilia

Tra le spiagge più incantevoli della Sicilia orientale, Calamosche spicca per la sua eleganza naturale e la posizione privilegiata all’interno della riserva naturale di Vendicari. Questa caletta, con la sua sabbia dorata e finissima, è protetta da due promontori rocciosi che la riparano dai venti e creano un’acqua tranquilla, limpida e di un colore che va dal turchese al blu profondo.

Calamosche, Sicilia

Fonte: iStock

Vista della spiaggia di Calamosche

La spiaggia è un rifugio per chi ama immergersi in un ambiente incontaminato, dove la natura selvaggia convive armoniosamente con il mare cristallino. L’area è ricca di biodiversità, con fenicotteri rosa e aironi che popolano le zone umide vicine, regalando uno spettacolo naturalistico oltre alla bellezza del mare. Calamosche è spesso descritta come una gemma nascosta, perché raggiungerla richiede una breve camminata attraverso sentieri che attraversano campi e macchia mediterranea, ma la fatica viene ampiamente ricompensata da un’esperienza di pace e meraviglia unica. È il luogo ideale per chi desidera una spiaggia poco affollata, immersa nel verde e lontana dalle mete turistiche più battute.

Porto Selvaggio, Nardò, Puglia

Nel cuore del Salento, lungo la costa ionica pugliese, si trova la riserva naturale di Porto Selvaggio, una delle aree più selvagge e affascinanti della regione. Qui, il mare si presenta in tutta la sua trasparenza, con tonalità di un blu intenso che si sposano perfettamente con il verde fitto della macchia mediterranea che abbraccia la costa.

La spiaggia di Porto Selvaggio è principalmente rocciosa, ma offre anche tratti di sabbia chiara ed è caratterizzata da un ambiente primordiale, quasi incontaminato. La vegetazione di ginepri, lentischi e pini d’Aleppo conferisce alla zona un aroma mediterraneo inconfondibile, che accompagna i visitatori durante le passeggiate lungo i sentieri naturalistici.

Porto Selvaggio, Nardò

Fonte: iStock

La costa rocciosa a Porto Selvaggio

Porto Selvaggio non è una spiaggia attrezzata: mancano stabilimenti e servizi, ed è proprio questa sua natura selvaggia a renderla così speciale, ideale per chi vuole vivere il mare senza compromessi e senza la folla. Le acque profonde e trasparenti sono perfette per lo snorkeling, mentre le scogliere rocciose offrono rifugio a numerose specie marine. Il contrasto tra il blu del mare e il verde rigoglioso del bosco crea un’atmosfera di pura magia, quasi da isola deserta.

Alberoni, Lido di Venezia, Veneto

Spostandosi verso nord-est, sull’isola del Lido, la zona di Alberoni rappresenta una delle ultime frontiere di natura intatta vicino a Venezia. Questa oasi WWF, con le sue dune sabbiose e la pineta che si estende a perdita d’occhio, è un rifugio di pace e biodiversità. A differenza delle spiagge più affollate e mondane del Lido, Alberoni si distingue per il suo carattere selvaggio e tranquillo, dove il contatto con la natura è immediato e autentico.

Le dune sono punteggiate da vegetazione tipica e offrono rifugio a molte specie di uccelli, che si possono osservare grazie a itinerari naturalistici organizzati. Nel corso della storia, Alberoni ha anche ispirato artisti e registi: qui Luchino Visconti girò il suo film cult “Morte a Venezia”, che cattura l’atmosfera sospesa di questo luogo senza tempo. La spiaggia, priva di stabilimenti balneari e bar rumorosi, permette di rilassarsi in un contesto unico, dove si può passeggiare sulle sabbie bianche, sentire il vento e ammirare il mare aperto, godendo di un’ambientazione che sembra lontana anni luce dalla città lagunare.

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La Via Jonica è realtà: nasce il primo cammino accessibile del Sud Italia

Dimenticate l’auto e il trambusto delle mete da cartolina affollate in alta stagione: il vero viaggio parte (e, anzi, riparte) a piedi. E questa volta, dal cuore della Puglia, lungo un percorso che unisce costa e colline, mare e storia. Si chiama Via Jonicaed è il primo cammino accessibile del Sud Italia, un percorso di 207 chilometri che dai piccoli centri di Manduria a Crispiano collega il Salento alla Murgia, tra spiagge, ulivi secolari e antichi borghi, passando anche per Taranto e le sue meraviglie.

Ma non è “solo” un cammino. La Via Jonica è una rivoluzione dolce del turismo, pensata per essere inclusiva fin dalla mappa: percorribile a piedi, in bici e in carrozzina, grazie a un tracciato studiato per essere fruibile anche a persone con disabilità, con il supporto di mezzi idonei e strutture pronte ad accogliere tutti. Una “terra per tutti”, come recita il claim del progetto (e non è un modo di dire).  

Un cammino per tutti: accessibile, autentico, pugliese

La Via Jonica è parte del Cammino Materano e si sviluppa lungo due direttrici principali: la Via Jonica vera e propria, da Manduria a Taranto e la Via Ellenica, che va da Matera a Crispiano, attraversando luoghi spettacolari come Ginosa, Castellaneta, Mottola e Massafra. Il progetto nasce grazie al lavoro dell’associazione Naturalmente a Sud, che ha mappato il tracciato accessibile nell’ambito del programma C.Os.T.A. – Comunità Ospitali per il Turismo Accessibile, finanziato dalla Regione Puglia e da Pugliapromozione.

Il risultato è un percorso che non si limita a un sentiero, ma diventa infrastruttura materiale e immateriale, fatta di accoglienza, reti territoriali, storia e natura, con tappe già attive e pensate per offrire esperienze autentiche, lontane dal turismo mordi e fuggi. Da Torre Colimena a Maruggio, da Pulsano a Taranto, fino al MArTA, il Museo Archeologico Nazionale, ogni tappa è pensata per sorprendere, raccontare, coinvolgere.

E come ogni cammino che si rispetti, la Via Jonica avrà la sua Credenziale del Viandante: un passaporto simbolico da timbrare tappa dopo tappa, per accedere a strutture convenzionate e vivere l’esperienza del viaggio lento, con lo zaino in spalla e lo sguardo libero.

Il 17 maggio, a Crispiano, la festa dei camminatori

Per celebrare la nascita ufficiale del cammino, il 17 maggio a Crispiano si terrà la Festa del Cammino, evento che conclude simbolicamente il lavoro di progettazione e sperimentazione fatto negli scorsi mesi qui in Puglia. A testare il percorso, infatti, sono stati gruppi eterogenei, composti da viaggiatori con e senza disabilità, tra cui Patrizia Saccà, pluricampionessa paralimpica di tennis tavolo, Giuseppe Lomagistro, atleta nazionale di paraclimbing, e tanti operatori, guide, videomaker e professionisti del settore.

“È un prodotto turistico che consegniamo ai Comuni partner, ma soprattutto un punto fermo per un territorio che ha voglia di fare rete e costruire un’identità condivisa”, ha dichiarato Andrea Polimeno, presidente di Naturalmente a Sud. Con la Via Jonica, il Sud Italia fa un passo avanti, più nclusivo, consapevole e pieno di bellezza, un percorso comunque orientato a un nuovo modo di viaggiare: più lento, profondo e, finalmente, per tutti.

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Torre Uluzzo: il segreto del Salento tra mare, vento e storia

In Salento si trovano autentiche meraviglie tanto paesaggistiche quanto storiche. Una di queste? Torre Uluzzo, una costruzione che sorge sulla baia e ha molto da raccontare. Chi lo raggiunge non lo fa per caso, serve un bel sentiero per arrivarci ma da qui il panorama merita.

Visitare la torre Uluzzo

Per arrivare a torre Uluzzo serve attraversare un sentiero che conduce fino al parco naturale regionale di Porto Selvaggio, qui tra le spiagge meno conosciute della Puglia si trova anche la baia di torre Uluzzo che prende questo nome proprio dall’omonima costruzione.

Conosciuta anche come “Crustano” si trova nel comune di Nardò ed è stata costruita nel XVI secolo, ovviamente, con scopi difensivi. A volerne l’edificazione è stato Alfonzo de Salazar che voleva così controllare chi arrivasse dal mare.

Si trova sulla sommità di uno sperone roccioso ed è stata ultimata nel 1575. La sua struttura non è particolarmente complicata: ha un tronco piramidale ma ad oggi è arrivata a noi solo in parte. Una percentuale è infatti crollata: non è più presente la copertura ed è possibile osservare porzioni delle pareti che la componeavano. Secondo quanto riportato dai documenti storici è rimasta in uso fino al 1695, e già nel XVIII secolo risultava gravemente compromessa.

Cosa vedere a Torre Uluzzo

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Torre Uluzzo, la costruzione storica sulla baia

Il luogo, ricco di storia, serviva per vegliare sul tratto di costa tra Torre dell’Alto e Torre Inserraglio. Oggi è un luogo turistico in cui molti fanno camminate ed escursioni per poi arrivare alla baia e alla spiaggia dove godersi una nuotata. I più coraggiosi e temerari si tuffano ma è qualcosa di assolutamente sconsigliato.

Uno dei momenti migliori per visitarla è in primavera quando il paesaggio attorno passa dal verde al bianco grazie alla fioritura dell’asfodelo, un fiore che è riccamente presente in questa zona.

Seppur ad oggi si tratti solo di un rudere attorniato da una ricca vegetazione in passato aveva un ruolo rilevante ma non è tutto. Tra tantissime cave, oltre 23 grotte e splendide escursioni c’è davvero molto da fare. Dopo aver visitato la torre c’è chi raggiunge grotta del Cavallo, quella di Uluzzo stessa, quella di Serra Circora o quella del Fico.

Dove si trova e come arrivare a Torre Uluzzo

Torre Uluzzo è un luogo imperdibile in Salento. Si trova lungo la costa ionica ed è appartenente al territorio comunale di Nardò, in provincia di Lecce. La costruzione oggi a rudere, fa parte del parco naturale regionale di Porto Selvaggio ed è uno dei luoghi più suggestivi del sud Italia. Da qui ci si gode tramonti imperdibili. La torre domina il promontorio a strapiombo sul mare regalando scorci da cartolina.

Per raggiungere torre Uluzzo una delle opzioni migliori è utilizzare l’auto fino a Nardò e quindi proseguire per il parco, scegliendo poi di avvicinarsi alla baia attraverso uno dei sentieri percorribili. Si tratta di un percorso a tratti impegnativo e scosceso all’interno della macchia mediterranea. È obbligatorio affrontarlo con scarpe adeguate e rispetto della natura. Avere con sé acqua e tutto ciò che serve per un’escursione è fondamentale. In estate, meglio evitare le ore più calde.

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Tre spiagge paradisiache della Puglia vengono premiate con la Bandiera Blu

Tra le regioni balneari d’Italia più amate c’è la Puglia: dal Salento alla costa di Bari, si spazia tra tantissime spiagge che hanno fatto la storia della regione. Le Bandiere Blu del 2025 sono state assegnate e se a livello nazionale salgono a 246 in totale, nella regione si guadagnano 3 new entry portando il totale a 27. Le mete insignite hanno dato l’opportunità alla località di mostrare in che modo si stia impegnando sia nell’offrire servizi top quality, sia nella gestione sostenibile dell’ambiente marino.

I ventisette stendardi sventolano dalle scogliere del Gargano alle distese sabbiose del Salento senza dimenticarsi della costa barese. Proprio la varietà di paesaggi del litorale hanno fatto sì che questo territorio diventasse prezioso e apprezzato in tutto il mondo.

Castrignano del Capo la Bandiera Blu di Lecce novità 2025

Tra le nuove Bandiere Blu 2025 per la Puglia c’è una splendida località balneare in provincia di Lecce.  Simbolo del Salento, questo luogo balneare dallo scenario spettacolare e affacciato proprio sul mar Ionio ha conquistato il prestigioso riconoscimento per la pulizia del mare e la gestione sostenibile del territorio.

Castrignano del Capo in Puglia

Fonte: iStock

Castrignano del Capo, la nuova Bandiera Blu in Puglia

Margherita di Savoia la nuova Bandiera Blu 2025 per la Puglia

La prima new entry tra le Bandiere Blu del 2025 in Puglia è Margherita di Savoia, apprezzata per le storiche saline e la spiaggia sabbiosa. Grazie a queste caratteristiche entra ufficialmente nella lista delle mete balneari premiate e porta la provincia di Barletta-Andria-Trani ad avere un prezioso riconoscimento in più.

Pulsano la spiaggia Bandiera Blu di Taranto novità

Anche Pulsano, rinomata per le sue spiagge dorate e le acque cristalline della provincia di Taranto, ottiene per la prima volta la Bandiera Blu. Il premio è arrivato per la valorizzazione del patrimonio naturale e il rispetto dei rigorosi standard ambientali richiesti a livello internazionale.

Le spiagge Bandiera Blu in Puglia

Nel 2025 la Puglia si consolida come un punto di riferimento per il turismo balneare di qualità. Le spiagge della Puglia ottengono ben 27 Bandiere Blu, un riconoscimento importante in Italia che contribuisce alle 246 distribuite su tutto il territorio nazionale.

L’ambito riconoscimento premia tanto la straordinaria limpidezza delle acque pugliesi, quanto la gestione responsabile delle spiagge, la sicurezza, l’accessibilità e la cura dei servizi offerti. A trainare il successo della regione ci sono le coste della provincia di Bari, dove Polignano a Mare e Monopoli si confermano eccellenze assolute, grazie a politiche ambientali lungimiranti e a una valorizzazione intelligente del patrimonio naturale.

Le new entry, Castrignano del Capo, Margherita di Savoia e Pulsano, fanno sì che il territorio si distingua a livello nazionale affermandosi come una delle protagoniste della sostenibilità costiera, abbracciando un modello di sviluppo turistico rispettoso dell’ambiente e capace di attrarre visitatori da tutto il mondo.

Tutte le 27 Bandiere Blu della Puglia:

  • Foggia: Isole Tremiti, Rodi Garganico, Peschici, Vieste, Zapponeta.
  • Barletta-Andria-Trani: Margherita di Savoia, Bisceglie.
  • Bari: Polignano a Mare, Monopoli.
  • Brindisi: Fasano, Ostuni, Carovigno.
  • Lecce: Lecce, Melendugno, Castro, Castrignano del Capo, Patù, Salve, Ugento, Gallipoli, Nardò.
  • Taranto: Ginosa, Castellaneta, Leporano, Maruggio, Manduria, Pulsano
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Dove il Barocco incontra la pietra viva: viaggio a Presicce, la Città degli Ipogei

Il borgo di Presicce sorge tra il romanticismo degli ulivi del Salento e la bellezza di una terra unica nel suo genere, un paese che pare incantato e la cui bellezza non si ferma solo alla superficie: grotte e passaggi scavati nella roccia impreziosiscono le sue profondità, luoghi dove il tempo scorre lento e il silenzio, con il suo mistero, racconta storie antiche.

Chiamata la Città degli Ipogei proprio per la presenza di una fitta rete di ambienti sotterranei che venivano utilizzati soprattutto per la produzione di olio d’oliva, Presicce incanta chiunque con la sua doppia anima. Una di queste è luminosa in superficie, grazie ai tanti palazzi signorili, chiese, case settecentesche e masserie rinascimentali, mentre l’altra si trova nel cuore della Terra, ed è magica e misteriosa.

Dove si trova Presicce

Il pittoresco borgo di Presicce, parte dell’associazione “I Borghi più belli d’Italia”, è situato in Puglia e più precisamente in provincia di Lecce. Si tratta di una destinazione ideale per chi desidera unire alla storia un po’ di mistero, ma anche autenticità e paesaggi da cartolina non molto lontani dal mare.

L’aeroporto più vicino è quello di Brindisi che sorge a circa 110 km di distanza. In alternativa, si può atterrare anche a Bari, ma da qui occorre guidare per approssimativamente 220 km. Chi desidera evitare l’aereo può optare per un treno fino a Lecce, e poi salire su un regionale che ferma alla stazione di Presicce-Acquarica. Durante la bella stagione, quindi in estate, a disposizione dei viaggiatori ci sono diverse compagnie autobus che offrono collegamenti diretti verso Presicce da Lecce, Brindisi e altri centri salentini.

Cosa vedere a Presicce

Passeggiare nel centro storico di Presicce è quasi come entrare dentro a un libro di pietra, dove ogni pagina racconta di abili artigiani, cuori di contadini e spiriti nobili. Le stradine lastricate che si intrecciano tra loro conducono il viaggiatore tra palazzi eleganti e case basse piene di balconi fioriti, in cui il Barocco Leccese incontra l’anima semplice e autentica del sud. Ci sono poi le corti nascoste, le antiche chiese, i frantoi, gli ipogei e molto altro ancora.

Presicce, Salento

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Le viuzze lastricate di Presicce

Palazzo Ducale

Uno dei primi luoghi di interesse di questo suggestivo borgo del Salento è sicuramente il Palazzo Ducale, un imponente edificio che si affaccia sulla principale piazza del paese. Considerato un capolavoro del Barocco, è anche un perfetto esempio della sobrietà che caratterizzava l’aristocrazia salentina dell’epoca.

La sua facciata è discreta, elegante e dominata da una grande porta d’ingresso architravata con dettagli in pietra che ne esaltano la grandiosità. Tra le sue mura si notano istantaneamente degli ampi cortili interni che, in passato, erano popolati dalla nobiltà locale che viveva circondata dal lusso e dalla tranquillità. Ci sono poi loggiati con colonne che danno accesso a saloni e stanze affrescate, dove l’arte e la bellezza si mescolano.

Al giorno d’oggi il Palazzo Ducale è sì un monumento storico, ma anche un centro culturale dinamico perché le sue sale vengono utilizzate per eventi, mostre, manifestazioni e talvolta per appuntamenti legati alla tradizione locale.

Cappella di San Giuseppe

Tra palazzi nobiliari e vicoli minuscoli, trova spazio un vero gioiello antico: la Cappella di San Giuseppe. Dallo stile sobrio e con tratti di architettura barocca, possiede un altare dedicato con tanto di statua lignea molto venerata.

Un angolo del paesino da non sottovalutare perché offre uno spaccato autentico della religiosità popolare salentina. Tuttavia, non è sempre aperta, ma spesso accessibile in concomitanza di eventi religiosi o in occasione della festa patronale.

Chiesa Madre di Sant’Andrea Apostolo

La Chiesa Madre di Sant’Andrea Apostolo (santo patrono del borgo) è uno degli edifici religiosi di Presicce che sorprende di più: incarna perfettamente lo spirito del Barocco Leccese con la sua facciata scenografica e l’interno riccamente decorato. Curve e linee armoniose sembrano raccontare il dinamismo di un’epoca che ha visto il trionfo della bellezza, grazie anche a un’affascinante statua di Sant’Andrea – che svetta nella piazza antistante – e ai dettagli scultorei che richiamano le forme tipiche di questo stile.

Ci sono poi gli interni, che sfoggiano un caleidoscopio di decorazioni fatte di altari in pietra leccese, stucchi e affreschi. Non passa di certo inosservato l’altare maggiore, con il suo dettaglio dorato e l’iconografia religiosa.

Chiesa del Carmine

Un altro esempio della magnificenza del Barocco Salentino a Presicce è la Chiesa del Carmine, che sfoggia una facciata impreziosita di ornamenti delicati, linee sinuose e giochi di luce e ombra. Un piccolo campanile si innalza sopra la struttura, mentre gli interni, raccolti e intimi, offrono un soffitto con volte affrescate.

Molto belli sono anche gli altari laterali decorati con stucchi e statue sacre che raccontano storie di devozione, come lo è anche l’altare maggiore seppur piccolino rispetto a quanto ci si aspetterebbe.

Chiesa di Santa Maria degli Angeli

Poi ancora la Chiesa di Santa Maria degli Angeli, dove il visitatore può ammirare un uso sapiente della pietra leccese che conferisce all’edificio una luminosità naturale: l’effetto è particolarmente emozionante al tramonto, quando i raggi del sole sembrano specchiarsi sull’architettura.

Varcando la sua soglia si avverte un’atmosfera di grande serenità, grazie anche a diverse decorazioni raffinate, una statua della Madonna che troneggia sull’altare maggiore e a piccoli affreschi e stucchi che impreziosiscono l’ambiente. Un consiglio: non dimenticate di alzare gli occhi al cielo, perché il soffitto affrescato con motivi sacri è davvero incantevole.

Chiesa della Madonna del Loreto

Intima e suggestiva, la Chiesa della Madonna del Loreto è un po’ più defilata rispetto al centro storico, ma sicuramente degna di una visita. Offre un ingresso principale sobrio e lineare, in tipico stile rurale salentino, ed è caratterizzata da una semplicità che la rende autentica.

Gli interni presentano un’unica navata e sono impreziositi da piccole statue e decorazioni votive offerte dai fedeli nel corso degli anni. La Madonna di Loreto è particolarmente venerata dai contadini e dai viandanti, al punto che proprio qui, ogni anno intorno al 10 dicembre, si celebra la Festa della Madonna di Loreto, una ricorrenza molto sentita dalla comunità locale.

Cappella della Madonna del Casale

Sempre a poca distanza dal centro storico vale la pena fare un salto alla Cappella della Madonna del Casale, immersa tra uliveti secolari e muretti a secco, costruita tra il XV e il XVI secolo. La facciata è in pietra leccese e possiede un piccolo campanile a vela (tipico delle cappelle salentine).

Tra le sue mura nasconde affreschi votivi, alcuni parzialmente rovinati, che sembrano sospesi tra storia e leggenda. I momenti migliori per andare sono al tramonto o all’alba, quando la luce dorata del sole rende il paesaggio quasi mistico. È bene sapere, tuttavia, che la cappella non è sempre aperta al pubblico.

Le “Case a Corte”

Le “Case a Corte” possono essere considerate una sorta di elemento distintivo di Presicce: sono delle particolari abitazioni (tipiche anche di altre zone del Salento) che testimoniano, ancora oggi, la vita quotidiana del passato. Tali costruzioni si sviluppano attorno a un cortile centrale dal quale si accede a tutte le stanze, creando un senso di intimità e raccolta. Le porte e le finestre si aprono direttamente su questo spazio comune, rendendo questi stessi cortili dei veri e propri luoghi di incontro.

Case a Corte, Presicce

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Un bellissimo esempio delle Case a Corte di Presicce

Realizzati in pietra leccese, hanno muri spessi e scalinate esterne che donano alla struttura una verticalità che cattura lo sguardo. Alle volte affiancate da archi decorati, danno un tocco di eleganza e raffinatezza alle abitazioni. Il pozzo in pietra è un altro elemento ricorrente dei cortili di molte case, e sono spesso decorati con motivi floreali o geometrici. La loro funzione era certamente pratica in quanto essenziali per raccogliere l’acqua piovana, ma anche ornamentale poiché creavano angoli pittoreschi che, ancora oggi, sembrano usciti da una fiaba.

Casa Turrita

Casa Turrita è una delle residenze nobiliari più suggestive del borgo, che si distingue particolarmente dalle altre per la presenza di una torre angolare, da cui prende appunto il nome, che svetta silenziosa sopra i tetti dell’abitato. Costruita in pietra leccese, presenta linee sobrie, volte a stella, cortile interno con pozzo centrale, e ambienti disposti in modo funzionale.

Vi si può accedere solo in occasione di visite guidate o eventi speciali, grazie ai quali si possono ancora scorgere tracce di affreschi, camini monumentali, archi ribassati e tanto altro ancora.

Museo della Civiltà Contadina di Presicce

Molto interessante è anche il Museo della Civiltà Contadina di Presicce, e a partire dalla sua location: è ospitato in alcuni ambienti del prezioso Palazzo Ducale.

Tra le sue mura contiene una vasta collezione di attrezzi agricoli, oggetti della vita di tutti i giorni e testimonianze che raccontano le fasi della passata quotidianità contadina, dai tempi antichi fino al Novecento. Ci sono moli aratri, rastrelli, ma anche oggetti più piccoli, come utensili per la lavorazione della lana, vasi e ceste utilizzati nelle case delle famiglie di agricoltori, oltre a mobili e abitazioni ricostruiti in stile tradizionale.

Ma non è di certo finita qui, perché il Museo della Civiltà Contadina offre anche un’esperienza interattiva per il visitatore, che può partecipare attivamente alla macerazioni della lana, alla mietitura del grano con antichi strumenti, o addirittura alla preparazione di piatti tipici della tradizione locale.

Pajare

Alcune delle campagne che circondano il borgo ospitano le Pajare, antiche costruzioni rurali tipiche realizzate con la tecnica del muro a secco. Sono delle strutture in pietra che, in passato, venivano usate dai contadini come rifugi temporanei durante le attività agricole, offrendo riparo dal sole e dalle intemperie.​

Oggi rappresentano un elemento distintivo dell’architettura rurale locale e testimoniano l’ingegno delle comunità agricole nel creare strutture funzionali con risorse limitate.

Gli Ipogei, un mondo sotterraneo da scoprire

Ve lo abbiamo detto fin da subito: Presicce ha una doppia anima fatta di bellezza, sia nel suo centro storico che nei suoi sotterranei. Sotto al terreno, infatti, si nasconde un mondo che quasi pare catapultare in un altro pianeta, in cui veri e propri gioielli di ingegneria antica testimoniano la vita contadina di secoli fa.

La storia di Presicce si intreccia con quella dell’olio d’oliva, e gli ipogei rappresentano il centro nevralgico di questo tesoro in quanto luoghi di lavoro fatti di roccia calcarea, utilizzata per costruire frantoi, cisterne per raccogliere l’acqua piovana e persino abitazioni che avevano lo scopo di proteggere i raccolti e mantenere freschi gli alimenti durante i mesi più caldi.

Una piccola curiosità: tra i meandri dei frantoi ipogei, si fa spazio la cisterna detta Pozzelletta in cui, secondo la tradizione orale, si consumava un rito d’amore dai contorni misteriosi. Si narra, infatti, che nelle notti di San Valentino (o in altre sere di luna piena), i fidanzati si recavano in silenzio da queste parti portando con sé un anello d’argento o di ferro battuto, simbolo della loro promessa, da lanciare nella cisterna.

Uno dei due, bendato, doveva calarsi per recuperare l’anello gettato sul fondo e, in caso di successo, la donna concedeva al suo amato il “favore” promesso. In caso contrario, la coppia doveva rimandare la prova. Una storia affascinante, dove l’acqua rappresentava la vita, la fertilità e la purificazione del sentimento, mentre il superare la prova significava dimostrare che il legame tra gli amanti era destinato a durare (forse) in eterno.

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Lecce è la meta perfetta per la prossima stagione secondo il Times

Il Times premia Lecce e lo fa suggerendola come meta da visitare in un weekend di primavera. In Italia abbiamo un patrimonio artistico e culturale ricchissimo, che offre maggiori opportunità per scoprire il territorio uscendo dai classici itinerari turistici.

Conosciuta con il soprannome di Firenze del Sud viene premiata dal Times proprio per le meraviglie del centro storico e per la sua cultura gastronomica; la rivista propone la località simbolo del Salento come meta per un fine settimana primaverile.

Perché Lecce è da vedere secondo il Times

Lecce, con il centro storico dallo stile spiccatamente barocco, ha conquistato il Times che l’ha inserita tra le perle d’Italia più suggestive da visitare questa primavera. Tra i motivi? Sicuramente il clima che risulta mite e già dalla primavera dà modo di godersi un po’ di aria di mare e le giornate soleggiate tipiche del Salento.

Iniziare la giornata con un bel caffè leccese, a base di caffè freddo e sciroppo di mandorle, fare merenda con un rustico o una puccia e proseguire l’esplorazione del centro storico è una buona idea… le cose da fare sono tante e un weekend potrebbe persino non bastare! I ponti sono tanti, da quello del 25 aprile a quello di Pasqua passando poi per il 1° maggio e il 2 giugno: oltre a ciò, si aggiungono offerte imperdibili con voli low cost che collegano le principali città proprio a Lecce. Il mare è a due passi: si raggiungono in pochissimi minuti località top quali Porto Cesaro, Torre dell’Orso e Punta Prosciutto godendole al momento migliore, lontano dall’overtourism estivo. Tra i motivi che hanno convinto il Times a premiare Lecce ci sono i collegamenti low cost: sono tantissimi i voli economici che danno modo di raggiungere la cittadina italiana a prezzi stracciati.

Secondo il Times è proprio il periodo di aprile e maggio il migliore per scoprirla: la temperatura è piacevole rispetto all’estate piena e in più non c’è pericolo di un numero esagerato di viaggiatori che invece arriva durante l’estate per fare le proprie vacanze al mare in Salento.

Rovine dell'anfiteatro romano a Lecce

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Cosa vedere nel centro storico a Lecce secondo il Times

Cosa fare a Lecce: i consigli del Times

Chi ha la fortuna di poter partire per Lecce in primavera e godersi un bel weekend soleggiato dovrebbe iniziare a esplorarla iniziando dal centro storico: la perla del Salento con strade lastricate e palazzi in pietra leccese si fa notare con edifici barocchi.

Basilica di Santa Croce

Non esiste modo migliore per esplorare Lecce se non partendo dalla Basilica di Santa Croce: l’edificio, capolavoro del XVI secolo, custodisce la reliquia della vera croce e al suo interno è un tripudio di decorazioni scolpite con grandissima maestria. Putti, animali fantastici, motivi floreali e dettagli che sembrano emergere dalla pietra danno vita a una visione che lascia senza fiato. La costruzione risale al 1549, ma è stata conclusa solo nel 1695, quasi un secolo dopo. A firmare l’opera sono stati architetti come Gabriele Riccardi, Francesco Antonio Zimbalo e Cesare Penna che se ne sono occupati nel tempo. Uno dei tratti distintivi è la facciata, un tripudio di decorazioni in pietra leccese. Le colonne tortili e i timpani riccamente scolpiti completano l’opera, donando alla chiesa un aspetto scenografico e teatrale. Se l’esterno dà un impatto wow, non è meno rilevante l’interno, con una navata impreziosita da sontuosi altari laterali e un soffitto a cassettoni. Marcia in più le decorazioni in oro, le statue e le opere pittoriche.

Palazzo Vernazza

Al di fuori dei classici itinerari turistici, ma consigliati dal Times, c’è Palazzo Vernazza. Dal primo sguardo può sembrare solo un’elegante dimora del XV secolo, ma in realtà nasconde pavimenti che lasciano a bocca aperta. Alcuni scavi archeologici hanno fatto emergere fondamenta risalenti all’età del ferro e con l’aiuto della tecnologia e la realtà virtuale si può esplorare arrivando fino ai tempi dei romani.

Salire sul campanile per vedere Lecce dall’alto

Non si può dire di aver visto Lecce senza almeno una sosta al Duomo, un capolavoro barocco che però dà il meglio di sé dalla vista del campanile datato XVII secolo. La buona notizia? Non dovrai affaticarti su scalinate ripide per salire: a pagamento potrai acquistare un biglietto per utilizzare l’ascensore e ammirare la città dall’alto. 72 metri d’altezza che ti offrono una delle viste più suggestive su Lecce. E se hai il pass turistico per esplorare la città, è gratis!

Salire sul campanile di Lecce

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Salire sul campanile di Lecce per vedere la città dall’alto

Esplorare il museo Sigismondo Castromediano

Un museo da non perdere? Secondo il Times è quello di Sigismondo Castromediano, che dà modo di fare un viaggio tra reperti storici e dipinti che attraversano secoli. Si passa dai resti risalenti alle civiltà messapica fino alle tele medievali, raggiungendo poi l’arte contemporanea.  Una curiosità che molti non sanno? Questo è il museo più antico della Puglia ed è specializzato in archeologia, raccontando storia e reperti rinvenuti proprio nel territorio salentino. Il nome lo si deve al Duca patriota e intellettuale omonimo che lo ha fondato nel 1868, con l’obiettivo di raccogliere i reperti della zona e conservandoli ai postumi.

Visitare i giardini di Villa Reale

Un’altra chicca? Sicuramente Villa Reale: un tocco di eleganza nella tua gita visitando l’edificio anni ’20 progettato dal paesaggista Pietro Porcinai: salta subito all’occhio un perfetto equilibrio tra natura e architettura. Se si prenota con un po’ di anticipo oltre a visitare gratuitamente i giardini si potrà persino avere accesso all’interno a discrezione del proprietario, che darà modo di vedere le opere di design che arredano le stanze.

Assaggiare il pasticciotto

Non si vive di sola arte però: tra un giro e l’altro per la città ci si dovrebbe concedere un peccato di gola come il pasticciotto. Il dolce tipico salentino è un guscio di frolla croccante che rivela all’interno un cuore di crema pasticcera. Nella versione più classica è semplice, ma ne esistono tantissime varianti, tra cui crema e amarena, pistacchio e cioccolato. Un altro dolce tipico? Una torta di mandorle spesso servita con del gustoso gelato al limone. E se tutto ciò non ti bastasse, allora leggi la nostra guida su cosa vedere a Lecce: potrai creare un itinerario perfetto e personalizzato per scoprire la città salentina simbolo del barocco italiano.

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Le 5 mete preferite dagli inglesi in Italia

Non solo Roma, Firenze, Venezia e Milano: come svela la rivista Express gli inglesi amano altre mete italiane, alcune delle quali fuori dai classici itinerari turistici. Appassionati d’arte, turismo enogastronomico, moda e tanto altro: ecco quali sono le 5 mete preferite dagli inglesi in Italia.

Salento

In cima alle mete preferite dagli inglesi in Italia c’è una località di mare del sud. Siamo in Puglia e più precisamente nel Salento: il cuore british è stato conquistato dal mare cristallino, dalle tradizioni folkloristiche e dai sapori locali indimenticabili. Tra i luoghi preferiti? Cala dell’Acquaviva, un’insenatura suggestiva circondata da rocce e vegetazione mediterranea dove l’acqua è pulitissima.

Amatissimi i borghi pugliesi e più precisamente Castro dove molti turisti amano fermarsi al rinomato Martinucci Cafè per gustare un pasticciotto, dolce tipico salentino composto da una frolla croccante e un cuore cremoso di crema pasticcera. Non solo spiagge però, il Salento conquista per piccoli paeselli che sembrano sospesi nel tempo: basti pensare a Specchia e Presicce, inseriti tra i borghi più belli d’Italia. C’è anche da scoprire per gli amanti della natura, basti pensare al Parco Naturale Regionale di Porto Selvaggio: qui ci si può godere bellissime passeggiate, momenti di relax osservando una delle baie più belle della costa ionica.

Imperdibile Lecce: molti restano incantati nell’osservare lo stile barocco che fa da leitmotiv tra chiese e palazzi storici; tra i luoghi cult da non perdere piazza Sant’Oronzo, dove è possibile ammirare i resti dell’anfiteatro romano e sedersi nei caffè all’aperto e la basilica di Santa Croce un capolavoro d’arte barocca.

Castro in Salento

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Castro, una delle destinazioni del Salento preferite dagli inglesi

Scopello

Seconda destinazione nella top 5 delle preferite dagli inglesi è Scopello. Gli italiani e in modo particolare i siciliani già la amano ma è curioso che all’estero sia diventata così apprezzata una località dalle atmosfere senza tempo. A rendere iconica la meta? La tonnara, una struttura per la pesca del tonno ormai dismessa, che regala viste mozzafiato sul mare e sulle imponenti faraglioni. Suggestiva la visita del centro storico dove botteghe e ristoranti tipici danno modo di acquistare souvenir gastronomici e provare sul posto prodotti tipici come il pane cunzato, una specialità siciliana farcita con olio extravergine d’oliva, acciughe, pomodorini e origano.

Gli inglesi amano gustarsi un aperitivo local brindando con un tradizionale calice di Spritz e una vista effetto wow sul Mediterraneo. La magia del momento è resa ancora più intensa dai colori caldi che tingono le scogliere.

Da non perdere, a pochi km di distanza, la riserva naturale dello Zingaro: qui non solo si trovano alcune delle spiagge più belle della Sicilia ma addirittura dell’intera penisola. Dai paesaggi costeggiati dalla macchia mediterranea alle calette nascoste con spiagge di ciottoli: è un territorio tutto da scoprire.

Scopello in Sicilia

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Scopello, una delle destinazioni italiane preferite dagli inglesi

Lari

Che la Toscana sia nel cuore di molti turisti stranieri non è un mistero ma a trionfare non è la rinascimentale Firenze o le città di Siena e Pisa ma Lari. Amatissima soprattutto per la tranquillità e la tradizione culinaria, la destinazione non è altro che un borgo collinare affascinante e caratteristico che ha dato i natali alla pasta artigianale della famiglia Martelli che ancora oggi tramanda la tradizione di generazione in generazione.

Passeggiando sul posto non è raro incrociare gruppi di inglesi che esplorano le vie del borgo tra le case in pietra e le mura medievali. Una visita al Castello dei Vicari, imponente fortezza che domina il borgo, permette di fare un viaggio nel passato e di scoprire la storia di questa parte della Toscana. Un motivo in più per visitare Lari? La cucina toscana: qui i ristoranti hanno in menù specialità imperdibili. Dai sughi caserecci a formaggi e salumi del luogo ma tra i piatti iconici da provare ci sono le pappardelle al ragù di cinghiale da accompagnare con un calice di Chianti.

Lari in Toscana

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Lari, tra le mete preferite dai britannici in Italia

Dolomiti

Quarto gradino di questa top 5 va alle Dolomiti. Non solo un patrimonio mondiale dell’Unesco ma una destinazione top per chi ama la montagna. Gli inglesi la scelgono per le bellezze naturali più autentiche che le rendono uniche.

Affascinanti tanto in estate quanto in inverno, hanno molto da offrire in ogni mese dell’anno. In estate, i sentieri escursionistici conducono a prati fioriti, laghi alpini e rifugi panoramici dove poter gustare piatti tipici come canederli, polenta e strudel di mele. Tra le mete top? Il lago di Braies: con acque color smeraldo e un paesaggio incorniciato crea una vera e propria passeggiata instagrammabile da condividere sui social. Altra perla delle Dolomiti è quella di Corvara: durante l’inverno si trovano qui alcune delle piste da sci più apprezzate dove non manca il famoso après-ski, con locali dove degustare vin brulè o bombardini. In estate invece si snodano itinerari per il trekking e gite in bicicletta.

lago di Braies nelle Dolomiti

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Lago di Braies, una delle destinazioni nelle Dolomiti più amate dagli inglesi

Isola del Giglio

Un’altra meta di mare tra le 5 preferite dagli inglesi: siamo ancora una volta in Toscana ma non è l’Elba a conquistare tutti. A rubare il cuore british è l’isola del Giglio, si trova a pochi km dalla costa e viene apprezzata per la natura incontaminata. Si trovano qui alcune delle spiagge più belle del mar Tirreno: basti pensare a cala dell’Arenella e cala delle Cannelle. Imperdibile il borgo di Ciglio Castello: dominata dalla maestosa rocca aldobrandesca e mura perfettamente conservate, fa fare ai turisti un passo indietro nel tempo. Qui si possono assaporare specialità locali come il “panficato”, un dolce tipico a base di fichi secchi, noci e miele. E per gli amanti delle escursioni? Da non perdere i sentieri panoramici e i percorsi trekking.

Non ci sono dubbi: l’talia affascina i turisti stranieri e ogni anno sono tanti gli inglesi che arrivano nella nostra Penisola con l’intento di scoprire il patrimonio artistico, gastronomico e culturale che ha da offrire. Dopo il boom delle più famose città d’arte è però il momento di volgere lo sguardo ad altre proposte e questa è la top 5 delle mete preferite dagli inglesi in Italia.

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Il presepe vivente di Tricase: l’emozione della Natività in una location suggestiva

Ci sono presepi viventi che, più di altri, restano impressi nella memoria di chi li visita. Tra questi c’è sicuramente quello allestito a Tricase, considerato uno dei più belli di tutto il Salento grazie alla cura con la quale viene realizzato e alla location suggestiva in cui viene organizzato. La particolarità di questo presepe, arrivato alla 43ma edizione, è che coinvolge circa 200 persone intente a raccontare la Natività contestualizzata nell’ambiente tipico salentino attraverso i mestieri e le rievocazioni in costume in un mix perfetto di arte, religione e folklore locale.

Storia del presepe vivente di Tricase

Quando nasce l’idea del presepe vivente di Tricase? Per scoprirlo dobbiamo tornare indietro al 1976, quando Andrea Rizzo, Tricasino di Caprarica, decise di aprire le porte della sua casa, chiamata Villa delle Gomene, situata in cima a Monte Orco, per condividere la sua passione religiosa con il resto della comunità attraverso la rappresentazione della Natività con un presepe vivente allestito nel giardino.

Grazie alla collaborazione con amici e conoscenti, Andrea Rizzo riuscì a realizzare il suo sogno che oggi compie ben 43 anni e viene considerato uno degli eventi più attesi della zona durante il periodo di Natale.

Date e orari del presepe vivente di Tricase

Il presepe vivente di Tricase, tra quelli più suggestivi di tutta Italia, apre le porte ai visitatori il 25, 26, 28, 29 dicembre 2024 e il 1, 4, 5, 6 gennaio 2025 dalle 17:00 alle 20:30.

L’ingresso è gratuito per un percorso lungo 2 chilometri per quattro ettari in totale di superficie, dove migliaia di lampadine luccicanti contribuiscono a creare l’atmosfera perfetta illuminando il sentiero e le centinaia e centinaia di comparse. Queste, ricordiamo, non sono attori professionisti, ma abitanti della città che si prestano alla tradizione per interpretare i diversi personaggi della Natività e gli antichi mestieri come il vasaio, il fabbro o il calzolaio.

Presepe vivente Tricase Salento

Fonte: Ufficio Stampa

Vista dall’alto del presepe vivente di Tricase

Dove si trova e come raggiungere il presepe vivente di Tricase

La rappresentazione della Natività viene organizzata presso la collinetta di Monte Orco in agro di Tricase, cittadina del Salento, in provincia di Lecce, situata a 15 chilometri da Santa Maria di Leuca. Chi viaggia in auto può arrivare a destinazione prendendo la superstrada Lecce-Maglie-S.Maria di Leuca. Potete lasciare la vostra vettura nei parcheggi vicini al presepe e proseguire a piedi.

Programma del presepe vivente di Tricase

Una volta varcato il portale che indica ‘Città di Betlemme‘, vi ritroverete immersi negli scenari tipici della Natività, ma non solo. Il presepe vivente di Tricase rappresenta anche un’occasione unica, per gli abitanti della cittadina, per preservare e valorizzare le tradizioni locali attraverso la messa in scena degli antichi mestieri. Dal pelacane (conciatore di pelli, mestiere legato alla maestosa Quercia Vallonea di Tricase) al funaro (il costruttore delle funi di lavoro), fino al tessitore, allo scalpellino e al cartapestaio, per citarne alcuni.

Tutte le scene sono curate in ogni dettaglio non solo nei costumi, ma anche nella ricostruzione di strumenti quali mulini, frantoi e macchine artigianali. E, nel mentre che scoprite queste figure antiche, potrete completare la vostra esperienza degustando le specialità locali come le pittule e il vino. Infine, il giorno della Befana, in occasione della serata conclusiva, si svolgerà la tradizionale sfilata dei personaggi in costume d’epoca con partenza dall’atrio del Castello Principesco di Tricase in Piazza Pisanelli fino alla grotta del presepe con i Re Magi.

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Alla scoperta di Pulsano, luogo di tradizioni e bellezze naturali della Puglia

Esistono luoghi in grado di trasmettere la propria anima vivace, autentica, inclusiva, di raccontare storie che vengono da un passato remoto per farle rivivere nel presente, di incantare con scorci di architetture antiche alternati a panorami suggestivi sul mare più tranquillo. Uno dei posti che regalano tali suggestioni è sicuramente Pulsano, una piccola cittadina del Salento affacciata sul golfo di Taranto. Qui, nell’assolata Puglia, il clima è mite e le stagioni calde sono più lunghe.

Partiamo alla scoperta di questo luogo incredibile diviso tra terra e mare, con il suo centro storico antico e le spiagge dalla soffice sabbia dorata.

Storia di Pulsano

Oggi è una cittadina vivace e proiettata verso il futuro, pur conservando gelosamente le proprie tradizioni. Pulsano ha una storia antica che trova le prime testimonianze nel lontano neolitico. Lungo le sue coste, che si affacciano per circa 9 chilometri sul Mar Ionio, gli scavi archeologici hanno riportato alla luce diversi reperti storici che ne raccontano il passato più remoto, con la zona di Torre Castelluccia che mostra esempi di unità abitative dell’Età del Bronzo (XI-X secolo a.C.) e una necropoli (XIV secolo a.C.). Inoltre, i ferventi scambi commerciali tra popolo pulsanese e micenei sono testimoniati dai numerosi resti di ceramiche rinvenuti.

Dal mare, i pacifici abitanti dell’area si spinsero poi verso l’entroterra per cercare riparo dai saccheggi dei pirati che giungevano sulle coste del Mediterraneo. È per questo che il centro abitativo antico si trova tutt’oggi a circa 5 chilometri dalle sue splendide spiagge.

Ma da dove è nato il particolare nome di Pulsano? Sembra che l’origine sia strettamente legata al lontano passato: si narra che derivi dal presidio militare che venne posto a guardia della marina, dando al termine “polso” il significato di forza e di vigore. Ma si pensa che sia connesso anche al “gioco del polso”, quello che oggi chiamiamo braccio di ferro, che rivive a Pulsano nell’evento estivo “Polso Sano”. La manifestazione ogni anno anima la cittadina con rievocazioni storiche, tornei e intrattenimento musicale.

Il centro storico di Pulsano: cosa vedere

Pulsano rappresenta il connubio perfetto tra la bellezza del mare e l’autenticità della vita salentina percepibile in ogni scorcio che compone il suo centro storico. È nel cuore della cittadina che si esprime l’enorme patrimonio artistico-culturale di questo suggestivo borgo.

Camminando lungo il reticolato di viuzze che lo compongono, si possono esplorare a passo lento alcuni degli edifici più importanti, come il castello medievale, le chiese e il Museo archeologico. Vediamoli tutti in un itinerario alla scoperta delle meraviglie storiche di questo gioiello della costa ionica affacciata al Golfo di Taranto.

Il Castello De Falconibus

È il Castello De Falconibus il monumento più rappresentativo del trascorso medioevale di Pulsano, che prende il nome dal principe che decise di trasformare una vecchia torretta in un luogo di difesa. Una struttura a pianta rettangolare dotata di 5 torri, aggiunte nel corso del tempo, fino al 1435, che fungeva da avamposto di stazionamenti dei soldati per proteggere la popolazione dalle incursioni dei pirati.

Appartenuto per un lungo periodo alla casata Muscettola, che governava queste terre, il castello è stato acquistato dal Comune nel 1912. Fino al 1993 è stato il Municipio di Pulsano, mentre oggi, parzialmente ristrutturato, è sede dei consigli comunali e Museo Storico delle Tradizioni e delle Attività Umane, oltre a fare da sfondo a diversi eventi culturali che si svolgono nell’antistante piazza Castello.

Castello De Falconibus nel cuore di Pulsano

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Castello De Falconibus

Le chiese di Pulsano

A due passi dal Castello De Falconibus, dall’altro lato della piazza, sorge la Chiesa della Confraternita del Purgatorio, la più antica della zona. Dotata di un piccolo campanile, conserva al suo interno le statue dei misteri, simboli della settimana Santa del borgo, che ogni anno richiama numerosi fedeli.

A poca distanza, soltanto 100 metri, si raggiunge la Chiesa di Santa Maria La Nova. Realizzata verso la metà dell’Ottocento, è una struttura a tre navate dotata di un grande campanile. Al suo interno custodisce una riproduzione della grotta della Madonna di Lourdes. Meta di pellegrinaggi, la grotta è stata proclamata Santuario Mariano nel 1947 a cui è legato un evento che viene festeggiato l’11 febbraio di ogni anno dalla popolazione. In questa chiesa, riportata agli antichi splendori grazie alla ristrutturazione del 2005, sono custodite statue in cartapesta realizzate dai più bravi maestri leccesi di questa curiosa arte.

Chiesa Santa Maria la Nova, nel cuore di Pulsano

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Chiesa Santa Maria la Nova

Di fronte alla Chiesa di Santa Maria La Nova spicca anche la facciata della Chiesa della Confraternita del SS Sacramento con il suo piccolo campanile, mentre poco distante dal centro abitato di Pulsano si può raggiungere anche la Chiesa del Crocifisso: una struttura religiosa dal colore candido che risalta rispetto al paesaggio circostante, al cui interno è custodita una scultura lignea del XV secolo raffigurante il Crocifisso. È qui che numerosi fedeli si riuniscono ogni venerdì di Quaresima per dedicarsi alla preghiera.

Il Museo archeologico

A soli 250 metri dal castello di Pulsano, merita una visita il Museo Civico: qui sono custoditi numerosi reperti archeologici di estremo valore, risalenti all’Età del Bronzo e ai secoli successivi, oltre a numerose testimonianze della vivacità commerciale che anticamente caratterizzava la costa salentina negli scambi con i popoli dell’Egeo.

Tradizioni enogastronomiche e culturali

Pulsano è da esplorare non solo nei suoi vicoli, ma anche nelle sue tradizioni. Si scopriranno così i sapori tipici del territorio, provando le eccellenze enogastronomiche proposte da ristorantini e cantine locali, e si conosceranno le usanze tramandate nei secoli attraverso i numerosi eventi culturali che animano la cittadina, soprattutto in estate.

Seduti in uno dei tipici locali del borgo, lungo la costa affacciata alle acque cristalline oppure partecipando a una delle sagre popolari estive, si può provare ad esempio la “Tajedda”, una focaccia ripiena con cipolla, olive e capperi. Tra i diversi prodotti tipici di Pulsano, molti con denominazione De.co, troviamo i succulenti fichi e fichi d’india, lo squisito pesce fresco e le ricche produzioni casearie, in particolare caciotte, ricotta e caciocavallo.

Pulsano è anche una delle tappe della Strada del Vino d.o.c. di Lizzano e del Primitivo di Manduria, oltre a essere Strada dell’Olio. Qui vengono prodotte, tra le altre specialità, buonissime bottiglie di Negroamaro e di Primitivo, oltre all’Olio Terra d’Otranto DOP.

Marina di Pulsano: le spiagge più spettacolari

Spostandoci dal centro abitato verso la costa si aprono panorami suggestivi sulle meravigliose spiagge di Marina di Pulsano. Qui gli amanti della stagione estiva possono rilassarsi lungo i litorali dalla sabbia bianca e soffice, cimentarsi in sport d’acqua e trascorrere piacevoli giornate baciati dal sole salentino.

Lunga circa 9 chilometri, la costiera si suddivide in diverse spiagge e calette, sia pubbliche che private, caratterizzate da fondali bassi e da acque cristalline, perfette anche per le famiglie con bambini.

La più conosciuta e frequentata (e per questo da raggiungere nelle primissime ore del mattino) è la spiaggia di Montedarena, un piccolo paradiso esotico con sabbia candida lambita da acque limpide e turchesi. Qui non mancano vari servizi che garantiscono il massimo comfort a tutti.

A due passi da Montedarena si trova la Baia Capparrone (chiamata anche Baia Verde), più intima e raccolta, con suggestive scogliere punteggiate dalla profumata macchia mediterranea che sembra circondare in un abbraccio la spiaggia. Con il suo fondale basso, è adatta a tutti ed è facilmente raggiungibile.

Baia di Capparrone sulla costa di Marina di Pulsano, affacciata al Mar Ionio

Fonte: Valentina Falcone – Comune di Pulsano

Baia di Capparrone (o Baia Verde)

Le spiagge di Marina di Pulsano non finiscono qui: c’è il Lido Silvana, sul quale si affaccia l’antica Torre Castelluccia con i resti archeologici, e c’è la Baia del Pescatore, chiamata anche spiaggia di Luogovivo, imperdibile mezzaluna sabbiosa sulla quale spiccano le colorate barche dei pescatori.

Altri angoli di paradiso affacciati sullo Ionio sono Lido Checca, Pezzarossa, La Fontana, Le Canne e Serrone: calette e piccole baie incantevoli tutte da esplorare in un viaggio alla scoperta della Pulsano più autentica.

Una delle spiagge di Marina di Pulsano, affacciate sul Golfo di Taranto

Fonte: iStock

Mare cristallino nelle spiagge di Marina di Pulsano
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Spiaggia di Torre Chianca, una delle località balneari più apprezzate del Salento

A pochi chilometri da Lecce, la splendida Firenze del Sud, si svela Porto Cesareo, gemma sulla costa salentina che incanta chiunque sogni una vacanza al mare da favola e che, tra le grandiose meraviglie, vanta Torre Chianca, rinomata meta balneare dal litorale basso e ampio, con dune di sabbia bianchissima e folta vegetazione mediterranea, profumata da erbe aromatiche. Le acque cristalline, prive di scogli, rendono la zona perfetta per le famiglie, grazie ai fondali dolcemente digradanti che sfiorano affascinanti secche naturali.

La torre cinquecentesca, simbolo indiscusso

L’incantevole spiaggia di Torre Chianca offre un perfetto connubio tra fascino storico e bellezza naturalistica e prende il nome dall’omonima torre in pietra leccese che, anche oggi, svetta fiera in un contesto idilliaco.

La sua storia risale al XVI secolo, quando fu edificata per volere di Carlo V con lo scopo di proteggere il litorale dalle frequenti incursioni dei pirati saraceni: a pianta quadrata, si sviluppa su una base di 15,60 metri e raggiunge un’altezza di 18 metri. Progettata per comunicare con le torri vicine, Torre Cesarea e Torre di San Tommaso, presenta due livelli interni, ciascuno alto 8 metri, separati da una cornice decorativa e coronati da un doppio cordolo.

Un dettaglio interessante è poi l’assenza di scale esterne, retaggio della funzione difensiva, mentre la sua storia più recente riporta alla Seconda Guerra Mondiale, quando divenne una base militare italiana. Durante l’armistizio, la torre fu presa di mira dai piloti tedeschi che sganciavano bombe di cemento, lasciando segni ancora visibili sulle pareti.

L’architettura di Torre Chianca si fonde in armonia con il paesaggio mediterraneo che la abbraccia. Percorrendo il sentiero che la raggiunge, ci si ritrova avvolti nella sua atmosfera solenne e si gode di un panorama mozzafiato sulla costa, dove storia e natura si incontrano.

La spiaggia, perla nascosta di Porto Cesareo

Vero e proprio angolo di paradiso salentino dai fondali bassi e sicuri, la spiaggia si estende per circa 500 metri di candida sabbia finissima, lambita da acque pulite che riflettono i colori intensi della macchia mediterranea.

Il litorale, pur mantenendo un’armonia visiva unica, è intervallato da tratti rocciosi ai due lati, che aggiungono un tocco di varietà alla distesa sabbiosa che riprende, a destra, con la suggestiva Spiaggia delle Dune e, a sinistra, con la torre e un canale naturale che collega il mare al Bacino di Torre Chianca.

Il mare, dalle trasparenze straordinarie, si colora con giochi di luce che, grazie alla rifrazione, dipingono sfumature dal verde smeraldo al turchese, creando un effetto che fa sognare, soprattutto durante le giornate di scirocco quando le acque sono calme. Sulla spiaggia si alternano lidi attrezzati, ideali per chi cerca il massimo comfort e relax senza preoccupazioni, e ampie zone libere, ottime per chi preferisce una giornata all’insegna della semplicità, con solo un asciugamano e un ombrellone per godere della bellezza incontaminata di questo magnifico tratto di costa.

Cosa fare a Torre Chianca: tra snorkeling ed escursioni

Grazie alle acque limpide e alla vivace biodiversità marina, Torre Chianca è un must per gli appassionati di snorkeling. Basta indossare maschera e pinne per immergersi in un mondo subacqueo eccezionale, dove incontrare pesci colorati, piante marine e persino tartarughe. Lo snorkeling qui non è soltanto un’avventura per i più esperti, ma un’esperienza memorabile per tutta la famiglia, che trasforma una semplice nuotata in un viaggio sorprendente nel cuore del mare.

Ma Torre Chianca non si limita alle meraviglie subacquee. Per chi desidera allontanarsi dal litorale e vivere appieno la natura, il Parco Naturale Regionale “Palude del Conte e Duna Costiera” dona una varietà di sentieri per esplorare angoli nascosti e osservare la fauna locale mentre, per chi preferisce l’acqua, le escursioni in barca rappresentano un’opportunità unica per scorgere la costa da un punto di vista differente e giungere in luoghi eccezionali come l’Isola dei Conigli e l’Isola di Sant’Andrea, dal fascino selvaggio.