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Giornata nazionale del trekking urbano 2024: gli itinerari per scoprire l’Italia a piedi

Il 31 ottobre non è solo Halloween, ma un giorno importante per promuovere il turismo sostenibile: la 21° Giornata Nazionale del Trekking urbano. Organizzata dal Comune di Siena in collaborazione con l’Associazione Nazionale Guide Turistiche, coinvolge tantissimi comuni italiani da Nord a Sud per invitare le persone a vivere ed esplorare le città a piedi, senza fretta.

In una società che va sempre più veloce ed è vittima di un ritmo di vita frenetico, questo appuntamento celebra il piacere della lentezza, riconoscendo il valore del patrimonio naturale, artistico e culturale del nostro paese.

XXI Giornata Nazionale del Trekking Urbano 2024, info utili e novità

Natura ad arte: memoria, artificio, paesaggio è il sottotitolo della manifestazione di quest’anno, che vuole esplorare il legame tra il paesaggio urbano, la memoria storica e l’ingegno umano. Un turismo lento e sostenibile può incoraggiare un futuro migliore per l’ambiente e gli esseri umani. Prendersi il giusto tempo per apprezzare le bellezze della natura e percorrere km tra ricchezze architettoniche, siti storici e paesaggi affascinanti, fa bene alla salute mentale e fisica.

Il trekking urbano permette di sentirsi immersi in un’atmosfera autentica e apprezzare i monumenti, i segreti e gli angoli meno noti di un posto. Ideata dal Comune di Siena nel 2001, la Giornata Nazionale del Trekking Urbano prevede percorsi di trekking in 91 comuni italiani tra cui Padova, Bologna, Tempio Pausania, Poggibonsi, Comacchio, San Giovanni in Fiore, Tarquinia e tanti altri. Passeggiate lungo i fiumi si alterneranno a sentieri verdi, attraversando parchi, vie d’acqua, giardini, vicoli storici e architetture medievali. Chiese, palazzi antichi, monumenti si troveranno sul cammino per arricchire l’esperienza. Ogni percorso, inoltre, prevede dei momenti di riflessione sulla sostenibilità e il legame tra uomo e natura.

Tarquinia

Fonte: Ufficio stampa

Trekking a Tarquinia

Tra le novità dell’edizione 2024 c’è l’Urban Trek Summit in programma il 30 Ottobre a Siena, un convegno sui temi del turismo green che mira a diventare un appuntamento fisso fino per stilare la Carta dei Valori del Trekking Urbano 2025. Nella settimana prima del 31 ottobre ci sono in programma varie iniziative come la Camminata tra gli Olivi il 27 ottobre e la passeggiata patrimoniale il 28 ottobre.

Gli itinerari più suggestivi di Trekking Urbano 2024

Sono oltre sessanta gli itinerari possibili per praticare trekking urbano in occasione di questo evento speciale. Ancona, con i segreti del Parco del Cardeto, Castellina in Chianti, Mantova, Biella, Tarquinia, Narni, Pavia, Trento, Lucca, Aosta, per citarne alcuni. In ogni regione tante idee per godersi la natura e le bellezze dei luoghi tra storia e arte. Per scoprire tutti gli altri itinerari si può andare sul sito di trekking urbano.

Trekking urbano a Ercolano

Ercolano, in Campania, è un luogo molto amato da turisti italiani e stranieri. Il percorso di trekking proposto parte dal cuore del Mercato degli stracci di Resina, presso il Palazzo Capracotta, e la passeggiata poi continua da via Pugliano per Corso Resina e Via Mare, fino alla Piazza Carlo di Borbone dove si possono ammirare i resti della città antica distrutta nel 79 d.C. dopo l’eruzione del Vesuvio. Proseguendo per Corso Resina fino alle ville del Miglio d’Oro ci si può fermare in Piazza Colonna per ammirare Le Danzatrici del I secolo a.C. per poi passare tra le Ville Vesuviane fino a Villa Campolieto e il terrazzo panoramico che lascia senza parole. Questo itinerario dura circa due ore e mezza per 2,2 km, con partenza da via Pugliano alle 11 di mattina.

Trekking urbano a Lucca

Le Mura di Lucca hanno un fascino incredibile tutto l’anno. Passeggiare sopra e sotto di esse, fino a raggiungere l’Orto Botanico, porta ad esplorare luoghi preziosi. Il viale alberato delle Mura rinascimentali gira intorno alla città e regala scorci suggestivi, ma anche chiese, palazzi storici, monumenti da ammirare. E in autunno i colori e i profumi dei dintorni donano un tocco in più. Per chi vuole avventurarsi nei sotterranei dei baluardi tra galleria e passaggi segreti, il tragitto si fa ancora più interessante. Per circa due ore si possono percorrere 4 km partendo dall’infopoint Mura di Lucca, al Castello di Porta San Donato Nuova, alle ore 11 o alle 15.00. Per informazioni potete visitare il sito Turismo.lucca.it

Trekking urbano a Volterra

Mura e porte etrusche, necropoli, teatro e terme romane, sono alcune delle meraviglie che troverete lungo il percorso di trekking urbano a Volterra. Le Balze di Volterra sono da vedere, come la Badia Camaldolese con un affaccio sull’Alta Val d’Era e la Val di Cecina che offre panorami unici tra mare e montagna. Con due ore e mezza di cammino lungo 6,5 km con difficoltà media, questo itinerario parte dalle Fonti di Docciola, alle 10 o alle 14, con visita guidata per vivere un racconto della città e del territorio tra storia e natura.

Trekking urbano a Monselice

A Monselice puoi provare un percorso suggestivo che si sviluppa tra piazza Mazzini, il castello Cini, il Santuario giubilare delle Sette Chiese fino al punto più alto a Villa Duodo. Il parco Buzzaccarini offre un’ampia varietà di fauna e flora e gli amanti della bicicletta possono avventurarsi sulla pista E2 passando per villa Pisani, raggiungendo il nuovo pontile accanto al Campo della Fiera. Questo itinerario dura circa due ore per 5 km, con 50 metri di dislivello e partenza da Palazzo della Loggetta.

Trekking urbano a Cecina

In circa tre ore si può percorrere un itinerario di trekking urbano a Cecina che parte da Vallescaia e prosegue per via Sanzio e Via Da Boninsegna, attraversando il sottopassaggio sulla ferrovia. Dopo un ponticello sul fosso ci si può dirigere verso la Fattoria Paduletto, poi nei pressi di una casa cantoniera. Da qui, un sentiero porta diretti al mare o verso una casa abbandonata per chi ama il mistero. Camminando si finisce all’interno della Pineta dei Tomboli fino alle Tamerici.

Cos’è il trekking urbano e chi può praticarlo

Nato come movimento e associazione a Siena nel 2003, oggi il trekking urbano è un’attività fisica per tutti che coniuga sport e salute con la cultura personale. Una forma di turismo lento che prevede percorsi a piedi tra arte, paesaggi, botteghe artigiane, mercatini, ristoranti tipici e altro. Non occorre un allenamento specifico per affrontare un percorso, ma ognuno può regolarsi in base al proprio stato di salute, l’età e le condizioni fisiche per pianificare l’itinerario ideale. Basta indossare scarpe comode e lasciarsi andare esplorando i vari lati di una città, prendendosi il proprio tempo e tornando a casa con un bagaglio emotivo e intellettivo importante. Una passeggiata tra le vie e le piazze di centri storici e aree periferiche si può fare in ogni momento e l’Italia ha molti posti bellissimi per farlo.

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A Rio di Pusteria nasce un magico percorso tra natura e accessibilità

Nel cuore della verdissima e spettacolare regione del Trentino-Alto Adige, in provincia di Bolzano, è appena nato un nuovo percorso panoramico volto a unire il concetto di natura a quello di accessibilità, dedicato soprattutto ad escursionisti e ciclisti. L’itinerario si trova nell’Area Vacanze Sci e Malghe Rio Pusteria, una zona che abbraccia otto località: Maranza, Rio di Pusteria, la Val di Fundres con Vallarga, Rodengo, Spinga, Terento, Valles e Vandoies.

Dal mese di ottobre, arriva quindi una novità per i turisti e gli appassionati di trekking nella natura che potranno scoprire le bellezze del territorio da un nuovo punto di vista. Scopriamo insieme di che si tratta e quali sono le principali tappe di questo magico percorso montano.

Il nuovo percorso a Rio di Pusteria

La strada forestale che congiunge Rio di Pusteria alla frazione di Valles è ora aperta ai visitatori che vogliono percorrerla a passo di trekking: si tratta di un itinerario emozionante di 7,8 chilometri che regala scorci splendidi, immersi a 360° nella natura più verde e pura, da esplorare anche in sella alla bicicletta.

Il cammino ha inizio dal centro del villaggio e si sviluppa lungo la Via Valles: dopo un primo tratto in cui bisogna confrontarsi con una salita, si giunge a un tradizionale ponte di legno che conduce nel cuore della strada forestale. Da questo tratto il percorso si fa meno complicato, mentre nei pressi della fattoria Untereggerhof la strada si interseca con la linea principale, per poi proseguire su un marciapiede lungo il bacino idrico. Il tratto finisce nei dintorni di Valles, a breve distanza dalla stazione della funivia Jochtal.

Il tempo di percorrenza di questo incantevole nuovo percorso alpino è di circa 2 ore se in bici, mentre con il trekking occorrono circa 2 ore e 45 minuti.

Rio di Pusteria, malghe

Fonte: iStock

Malghe tradizionali lungo il percorso nei pressi di Rio di Pusteria

Rio di Pusteria, un accogliente villaggio alpino

Il Comune di Rio di Pusteria è un incantevole villaggio alpino che avvolge il visitatore in un’atmosfera calda e accogliente. Le strutture ricettive sono tantissime e variano da hotel di lusso a piccoli appartamenti, per cui è certo che ogni visitatore qui può trovare un alloggio adatto alle proprie esigenze. La comunità nel cuore del villaggio è molto attenta all’ospitalità e si impegna a garantire che ogni visitatore si senta a casa.

L’Area Vacanze Sci & Malghe Rio Pusteria è facilmente accessibile sia in auto sia con i mezzi pubblici, grazie a una rete di trasporti ben sviluppata. In linea con le attuali tendenze di sostenibilità, molte strutture promuovono pratiche ecologiche e incentivano l’uso dei mezzi pubblici per ridurre l’impatto ambientale.

Una delle caratteristiche più affascinanti di quest’area è, però, la tradizione delle malghe. Questi rifugi di montagna, dove in estate si producono formaggi e altri prodotti tipici, offrono un’opportunità unica di assaporare la cucina locale. Durante l’inverno, molte malghe rimangono comunque aperte, permettendo ai visitatori di gustare prodotti tradizionali come speck, canederli e strudel di mele.

L’Area Vacanze Sci & Malghe Rio Pusteria

L’Area Vacanze Sci & Malghe Rio Pusteria, in Alto Adige, è una meta imperdibile per gli amanti degli sport invernali e della natura. Quest’area offre un mix perfetto di paesaggi spettacolari, attività all’aperto e una cultura locale affascinante, tutti elementi che, insieme, la rendono un luogo ideale per una vacanza indimenticabile all’insegna del relax e degli sport outdoor.

Per gli amanti degli sport sulla neve c’è l’area sciistica di Rio Pusteria, che parte del comprensorio sciistico dell’area sciistica del Plan de Corones, ideale con le sue piste ben curate e le moderne strutture di risalita. Con oltre 90 chilometri di piste, l’area è adatta a tutti i livelli di abilità, dai principianti agli esperti. Gli sciatori possono godere di un’ampia varietà di tracciati, che si snodano attraverso boschi dal fascino fiabesco e panorami mozzafiato sulle montagne circostanti.

Oltre allo sci, si possono fare passeggiate con le racchette da neve, un modo perfetto per esplorare i paesaggi innevati e godere della tranquillità della natura. Ci sono diversi sentieri segnalati che si snodano attraverso la foresta e che permettono di scoprire angoli nascosti e panorami spettacolari.

Paesaggio innevato, Rio di Pusteria

Fonte: Ufficio Stampa

I paesaggi innevati nei dintorni di Rio di Pusteria

Per chi cerca un’avventura diversa, d’altra parte, il tubing e il bob sono opzioni divertenti per tutta la famiglia. Gli amanti del freddo polare possono anche provare l’emozione del pattinaggio su ghiaccio nei pittoreschi laghetti gelati della zona.

Avete sentito parlare dei Big Five? Ci rivolgiamo agli appassionati di scalate in montagna: qui, infatti, coloro che non riescono a fare a meno della sensazione di libertà che si prova in vetta, possono osservare il mondo ai propri piedi da cinque vette imperdibili.

Ecco quali sono i Big Five dell’Area Vacanze Sci & Malghe Rio Pusteria:

  • Il Picco della Croce, la vetta più alta dei monti di Fundres a 3.132 metri, richiede un’escursione di circa sei ore su un percorso di oltre 9 chilometri, con un dislivello di 1.393 metri.
  • La Cima Cadini, a 2.888 metri, è conosciuta come “montagna panoramica” e offre viste spettacolari sui ghiacciai. Questa escursione richiede circa cinque ore, con un dislivello di 1.440 metri su un percorso di nove chilometri.
  • La Cima di Terento, alta 2.740 metri, si trova presso Terento e si raggiunge in circa quattro ore, affrontando un itinerario di 13 chilometri con 1.316 metri di dislivello.
  • Anche la Cima di Campolago, a 2.715 metri, offre splendidi panorami e si può scalare in circa quattro ore, con un dislivello di 1.285 metri.
  • Infine, il Giogo d’Asta, noto come il “Trono del re” dell’Alpe di Rodengo e Luson, si erge a 2.194 metri e richiede circa tre ore per essere scalato, con un dislivello di 463 metri su un percorso di otto chilometri.
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Viaggio in Val Senales, un gioiello tra le Alpi

Se amate la natura e siete alla ricerca di un posto lontano dalla frenesia della vita moderna, dove il tempo sembra essersi fermato, dovete impostare il navigatore per la Val Senales. Questa valle ancora molto selvaggia che si trova nelle Alpi Retiche meridionali, in Trentino-Alto Adige, dista 10km da Merano e prende il nome dal comune omonimo e il fiume che scorre a fondovalle. Si estende dai vigneti di Castel Juval fino ai ghiacciai e garantisce ai visitatori un soggiorno tranquillo immersi nella natura. Gli amanti dello sci e snowboard possono trovare sicuramente pane per i loro denti con piste attrezzate a 3200 m di quota aperte fino all’estate ogni anno.

La Val Senales raggiunge i confini con l’Austria e regala paesaggi suggestivi con fitti boschi, meleti, larici e una ricca vegetazione che incanta chiunque passi da quelle parti. Quindi anche chi ama il trekking e le escursioni all’aria aperta può metterla nella lista di posti da vedere. Ma vediamo insieme cosa non dovete perdere se decidete di trascorrere alcuni giorni in questa zona del nord Italia.

Monte Santa Caterina: il paese di Messner

Immerso nel verde, Monte Santa Caterina è un piccolo centro a 1245 metri in Val Senales con una chiesa parrocchiale dedicata a Santa Caterina d’Alessandria e tante fattorie dove vivono e lavorano i locali. Molto tempo fa sulle rocce si ergeva una fortezza, il castello Schnalsburg, che poi è stato abbattuto dall’ordine dei Certosini nel 1350 e oggi ne resta solo una torre trasformata in un campanile. Il paese offre una vista suggestiva sulla Val Senales e la Valle dell’Adige, fino a Castel Juval nei pressi di Castelbello, residenza di Reinhold Messner. Molti escursionisti e appassionati del trekking o di Mountain bike possono trovare tanti percorsi molto belli per esplorare i dintorni e godere del paesaggio alpino evocativo.

Il silenzioso borgo di Certosa

Se hai in programma un viaggio in Val Senales devi assolutamente visitare Certosa, un paese affascinante con le rovine delle antiche mura di cinta ben fortificate che circondano ancora oggi il piccolo paesino. Una volta queste proteggevano il monastero di Monte degli Angeli, che venne abbandonato nel 1782. Oggi è possibile visitare il chiostro, la grotta, la casa del priore, le cucine, il portale e la chiesa di Sant’Anna. Un luogo avvolto nel silenzio che è alla base del progetto Silentium, con cui Certosa attira l’attenzione su di se nel settore turistico.

Nel 1325 fu il conte del Tirolo a voler erigere il monastero in un luogo isolato dove poi i monaci imposero la regola del silenzio che viene rispettata ancora oggi. Per 450 anni è stato operativo e poi l’imperatore Giuseppe II ne ha ordinato la chiusura nel 1782, fino a quando alcune famiglie povere del posto ne acquistarono delle parti poichè nessuno si fece avanti con un’offerta. Un incendio nel 1924 distrusse gran parte di Certosa che poi piano piano fu ricostruita e oggi molti visitatori la scelgono come meta in Val Senales per escursioni, cultura e natura.

chiesa Val Senales

Fonte: 123RF

Piccola chiesa alpina nel paese più antico della Val Senales

Madonna di Senales

Madonna di Senales è il paese più grande della Val Senales e da lontano si vede una piccola chiesa arroccata su una roccia che è il Santuario della Madonna di Senales. In questo borgo, noto luogo di pellegrinaggio da oltre 700 anni, da Aprile a Novembre, si consiglia di visitare l’archeoParc, un museo a cielo aperto sull’affascinante scoperta della mummia Otzi.

Il ritrovamento di una statua della Madonna nel XVI secolo ha reso questo paese meta di pellegrini devoti, mentre le montagne intorno sono state esplorate da Otzi 5000 anni prima e nel 1991 il ghiacciaio ha riportato alla luce la mummia sul Giogo di Tisa. Le escursioni che partono da qui raggiungono Malga Lafetz e Similaun, anche grazie all’uso delle ciaspole.

Il mistero del lago artificiale di Vernago

Il lago di Vernago è un lago artificiale nei pressi dell’omonimo paese in Val Senales con una storia che lo avvolge nel mistero. Creato negli anni ’50 da una diga a gravità in terra terminata nel 1963, ricoprendo otto edifici e una chiesa, questa distesa d’acqua custodisce un vissuto da raccontare. Infatti ancora oggi quando il livello d’acqua è basso, si riesce a vedere il vecchio campanile della chiesa del paese circondato dal verde smeraldo. Molti sentieri di montagna amati dagli escursionisti partono da qui, come quello che porta fino al ghiacciaio di Senales dove è stata rinvenuta la mummia di Otzi.

Maso Corto: il paradiso dello sport

A circa 2000 metri di altezza si trova Maso Corto, il paese più antico della Val Selanes  che da Settembre a Maggio attira molti appassionati di vari sport invernali fin dagli anni ’50 per il suo complesso sciistico Ghiacciaio Val Senales. Circondato da montagne alte 3000 metri, questo paese dalle origini antiche è un buon punto di partenza per alcune escursioni molto apprezzate che possono durare fino a 7 ore per raggiungere Vent.

Per chi vuole camminare con moderazione, tuttavia, da Maso Corto è possibile anche passeggiare fino al Lago di Vernago o rilassarsi nella piscina con sauna, bagno turco e whirlpool. Tra gli edifici storici che si possono visitare ancora oggi a Maso Corto c’è la piccola chieda all’entrata del paese e il maso Kurzhof della famiglia di Leo Gurschler. In primavera e autunno si può assistere anche alla transumanza delle pecore che percorrono lunghe distanza tra i prati.

Iceman Otzi Peak

Per chi ama le altezze una meta obbligata è l’Iceman Otzi Peak, la piattaforma panoramica più alta d’Europa da cui si possono scorgere ben 126 vette sopra i 3000 metri. Non serve un’attrezzatura speciale o professionale per godersi questa esperienza, ma basta non soffrire di vertigini e avere voglia di vivere un’emozione tangibile e indimenticabile. Si può raggiungere l’Iceman Otzi Peak con una scala di acciaio sicura e solida, progettata da tecnici e aziende altoatesini per omaggiare la natura del luogo e Otzi, il famoso “uomo venuto dal ghiaccio”. Una volta saliti in cima la vista si apre proprio sul nevaio del Similaun dove nel 1991 venne trovata la mummia di quest’ultimo.

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Tutte le zone d’Italia dove andare a funghi

Quando arriva la stagione autunnale gli amanti dei funghi sono pronti a partire a caccia nelle varie zone consigliate per la raccolta. In Italia ci sono vari posti in ogni regione dove poter mettersi sulle tracce di questi frutti dei boschi per poi gustarli in vari modi. I funghi sono un ottimo condimento per un primo piatto, ma anche per un secondo di carne e come contorno in solitaria. Chi ama il trekking e le passeggiate immerso nella natura, potrebbe unire le due attività e tornare a casa con un prezioso bottino gastronomico. Ma dove andare per raccogliere funghi lungo lo stivale? Ecco alcuni posti che i ricercatori di funghi conoscono bene e dove vale la pena fare un salto.

Lazio

Le zone del Terminillo, Filettino, Parco dei Monti Simbruini e la Valgranara sono i luoghi della regione Lazio dove è possibile raccogliere funghi. Ma anche l’Alta Valle del Velino, in provincia di Rieti, merita una menzione speciale.

Campania

I boschi campani custodiscono anche funghi, oltre ai tartufi di Laceno in Irpinia. Non è possibile raccoglierne più di 3kg a persona ogni giorno e si deve pulire il fungo sul posto prima di portare via il bottino.

Basilicata

I sentieri intorno a Potenza e Aliano offrono boschi ideali per andare per funghi.

Funghi

Fonte: 123RF

Funghi in Italia

Molise

Per raccogliere i funghi in Molise basta andare sui Monti della Meta, al Parco del Matese o a Sannio.

Piemonte

In Piemonte se volete raccogliere funghi potete dirigervi al Castello di Masino, un bene del Fai dove si trovano tantissimi porcini. Con l’occasione di fare una bella passeggiata nella natura e godersi paesaggi suggestivi, si possono portare a casa alcuni funghi di qualità. In particolare le zone migliori sono il Canavese e il cuneese con Val Casotto.

Valle d’Aosta

La Valle D’Aosta è un paradiso per i fungaioli, soprattutto grazie ai boschi di La Thuile che sono ricchi di funghi porcini e finferli. Nei dintorni delle cascate del Lutor è possibile imbattersi in qualcosa di interessante, oltre a godersi il paesaggio suggestivo mano a mano che ci si addentra tra le conifere. In questa regione si può raccogliere anche al Parco Nazionale del Gran Paradiso, anche se è meglio controllare le regole che prevedono una quantità giornaliera non superiore a 1kg a persona per la raccolta di funghi.

Trentino Alto Adige

All’interno del Parco Naturale dell’Adamello si possono esplorare l’Altopiano della Paganella e il Lago di Molveno se si è alla ricerca di funghi in Trentino. In questa regione le varietà che si trovano solitamente sono gallinacci, prataioli e porcini, numerosi anche nella Val di Sole, Val Rendena, Val di Fiamme e Val di Non. Inoltre nella provincia di Trento è possibile raccogliere ben 2 kg di funghi al giorno, ma non dalle 19 alle 7 del giorno dopo.

Veneto

Le montagne venete sono ricche di funghi, basta organizzare una passeggiata nei boschi del Cadore, nella Val fiorentina del Cansiglio o sull’Altopiano di Asiago e, oltre a godere di panorami mozzafiato, potrete raccogliere tante specie diverse.

Friuli Venezia Giulia

Tarvisiano e le valli di Tolmezzo sono i posti più famosi per raccogliere funghi in Friuli Venezia Giulia, però serve un’autorizzazione precisa per poterlo fare. Infatti è richiesta una quota a seconda della zona di raccolta per poter prendere i funghi e portarli via con se.

Lombardia

Non molto distante da Milano ci sono diversi posti per raccogliere funghi in Lombardia, come il Parco delle Groane, la Val Brembana, l’Alta Brianza, l’area tra Milano e Pavia e la Bassa Valtellina. Qui il tetto massimo al giorno a persona è di 3kg, ma in diverse zone serve l’autorizzazione rilasciata dai comuni locali.

Liguria

Non distante da Genova, a Bargagli, basta andare a pochi km dal centro per andare a caccia di funghi. In provincia di Savona, anche Sassello è una meta conosciuta dai fungaioli, a testimonianza che anche una regione vicina al mare ha tanto da offrire per i prodotti della terra.

Emilia Romagna

Nelle valli parmensi, la Val Baganza, la Val Trebbia, la Val Nure e la Val Ceno c’è persino una Strada del Fungo Porcino e la Val di Taro offre l’opportunità di trovare un fungo IGP, ovvero il fungo di Borgotaro. Le valli appenniniche dell’Emilia Romagna sono una fonte ricca di funghi e non si può raccogliere più di 3kg di prodotto. Tra le specie della zona sono il Calocybe gambosa, il Prugnolo e l’Amanita caesarea.

Toscana

La Maremma toscana è uno dei posti più ricchi di funghi nei boschi di querce lungo la strada che collega Civitella Marittima con Roccastrada, soprattutto per la varietà dei porcini. Ma anche la strada da Castel del Piano fino al Monte Amiata regala soddisfazione ai fungaioli con boschi di castagno che offrono funghi B. reticolatus, B. aereus e C. Cibarius.

Funghi autunno

Fonte: 123RF

Raccogliere funghi in autunno

Marche

Il Monte Catria, in provincia di Pesaro, è una zona famosa per i funghi, insieme al Monte Nerone e il Parco della Gola della Rossa con i pinaroli. Pensate che una volta è stato raccolto un porcino di circa 1,5 kg. Tuttavia la raccolta dei funghi in questa regione è consentita solo agli over 14 e un massimo di 3kg al giorno.

Abruzzo

In Abruzzo si possono cercare i funghi sui Monti della Laga e la Marsica per una quantità massima giornaliera di 3kg per contrastare la raccolta di funghi immaturi.

Umbria

Nelle zone montuose e collinari di Spoleto, Serano, Subasio e sui Monti Martani si possono raccogliere funghi in Umbria. Ma nei boschi di Montebibico, nella zona della Vallocchia e di Pompagnano anche ci possono essere belle sorprese, come i dintorni di Umbertide, Orvieto, Terni e Perugia. Al confine con la Toscana, nell’area di Preggio e Lisciano Niccone, come a Foligno e Sellano, la raccolta dei funghi viene fatta da diversi appassionati, dall’alba al tramonto per un massimo di 4kg di merce al giorno.

Puglia

Se pure non si tratta di una Regione nota per i funghi, la Murgia e il Salento offrono qualche bella sorpresa. Basti pensare al Cardoncello della Murgia e dei Marieddhri salentini.

Calabria

In Calabria il Parco della Sila è uno tra i più ricchi sia come quantità che come diversità di funghi, a partire dal porcino. Ma anche l’Aspromonte è un vero scrigno di prelibatezze d’autunno, tanto che un gruppo di fungaioli ha dedicato un sito intero ai suoi funghi. La raccolta è consentita entro il limite massimo giornaliero di 3 Kg ed è vietata la raccolta all’interno delle riserve naturali.

Sardegna

In Sardegna la zona target per i fungaioli è la Gallura dove si trovano molti prataioli, ovuli, porcini, gallinacci, finferli e mazze di tamburo. La raccolta consentita è di quantità giornaliera non superiore a 4 kg per i funghi epigei e non superiore a un chilogrammo per i funghi ipogei.

Sicilia

Non viene mai in mente la Sicilia se si parla di raccolta di funghi, ma il Parco dei Nebrodi e il Parco dell’Etna sono Zoe da setacciare per ricredersi. La raccolta massima consentita è di 4kg a persona per ogni giorno, quindi leggermente maggiore alle altre regioni.

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I laghetti di montagna più belli della Svizzera

Nel cuore dell’Europa, appena sopra la nostra Italia, la Svizzera si presenta come un vero gioiello alpino, una terra di meraviglie naturali e paesaggi mozzafiato, bellissima da percorrere in viaggio on the road. Le vacanze in montagna qui non sono soltanto un momento di relax, ma un’esperienza indimenticabile immersa nella bellezza selvaggia delle cime alpine, dove godere di esperienze adrenaliniche come giri in kayak lungo i corsi d’acqua o trekking panoramico. Le Alpi svizzere offrono un rifugio perfetto per chi cerca una fuga dalla frenesia quotidiana e desidera rigenerarsi tra panorami incantevoli e aria fresca di montagna.

Ma tra le verdi montagne della Svizzera, ci sono delle stelle: stiamo parlando dei tanti laghetti che costellano le Alpi, uno più bello dell’altro! Questi angolo di paradiso valgono davvero la pena di essere scoperti: scenari da cartolina e refrigerio a portata di mano. Ecco i laghetti più belli da vedere in Svizzera secondo SiViaggia.it!

I laghetti di montagna da non perdere in Svizzera

  1. Lacs de Fenêtre: situati nella regione del Vallese, i Lacs de Fenêtre sono dei piccoli laghi che incantano i visitatori con le loro acque cristalline, circondati da maestose vette alpine e immersi nella natura straordinaria della Svizzera. Un luogo perfetto per rilassarsi e godersi la quiete della natura lontani dalla giungla urbana.
  2. Bannalpsee: nascosto tra i verdi pascoli di Engelberg, il Bannalpsee è un piccolo tesoro alpino circondato da un paesaggio da favola, tipico delle montagne svizzere. Le sue acque limpide riflettono il cielo e le montagne circostanti, creando uno scenario da cartolina, assolutamente da fotografare.
  3. Lagh de Calvaresc: immerso nella regione del Ticino, il Lagh de Calvaresc offre ai viaggiatori una vista mozzafiato sulle vette circostanti. Un luogo ideale per una passeggiata rilassante o una sosta rigenerante durante un’escursione in montagna, a passo di trekking.
  4. Seealpse: sito nelle vicinanze di Appenzell, il Seealpse offre un’atmosfera serena e un’opportunità unica di immergersi nella natura incontaminata delle Alpi svizzere. Questo laghetto, già abbastanza noto, è il luogo ideale per rigenerarsi e staccare la spina dalla routine quotidiana.
  5. Laghetto dei Salei: posto nelle vicinanze di Zermatt, il Laghetto dei Salei è un’oasi di pace e tranquillità circondata dalle spettacolari cime alpine. Ideale per chi cerca una pausa dalla frenesia della vita moderna.
  6. Schwarzsee: incastonato tra le montagne di Friburgo, lo Schwarzsee è un luogo magico dove la natura si esprime in tutta la sua bellezza. Le sue acque cristalline e il panorama circostante regalano momenti di pura serenità a chi decide di sostare presso questo laghetto.
  7. Lac Retaud: nei pressi delle Alpi bernesi, il Lac Retaud è un luogo incantevole dove la natura si manifesta in tutta la sua grandiosità e l’aria è pura e leggera. Questo angolo di Svizzera è perfetto per una passeggiata rigenerante o per godersi un picnic in riva al lago, anche in estate.
Lacs de Fenêtre, Svizzera

Fonte: iStock

Sguardo sui Lacs de Fenêtre

Cosa fare al lago in Svizzera

I laghi tra le montagne in Svizzera offrono al viaggiatore una vasta gamma di attività, soprattutto per i visitatori desiderosi di immergersi nella natura e godersi momenti di relax.

Tra le attività più popolari ci sono il nuoto nelle acque fresche e cristalline dei vari laghetti montani, nonché la possibilità di darsi a pic-nic rilassanti sulle sponde del lago, oppure di avventurarsi in escursioni panoramiche lungo sentieri mozzafiato e sfidare le acque alpine alla ricerca di pesci prelibati in sessioni di pesca sul lago. Inoltre, molti laghi offrono la possibilità di praticare sport acquatici come il kayak, il paddle board e la vela, rendendo l’esperienza al lago ancora più entusiasmante e variegata.

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Camino de Levante: l’alternativa meno conosciuta al Cammino di Santiago

Sono oltre 446.000 mila le persone che, nel 2023, hanno percorso il Cammino di Santiago seguendo le frecce gialle e le conchiglie che segnalano la via ai pellegrini. Questo è considerato come uno dei pellegrinaggi più famosi al mondo che, visti i numeri, in base al periodo potrebbe risultare anche un po’ troppo affollato. Per fortuna esiste un’alternativa meno conosciuta chiamata il Camino de Levante. Il cammino inizia a Valencia e si snoda attraverso paesaggi diversi fino ad arrivare a Santiago, sull’Oceano Atlantico.

Un passo alla volta, il Camino de Levante vi permetterà di lasciarvi alle spalle la brezza del Mediterraneo, di attraversare la Spagna da est a ovest in 42 tappe lungo 1200 chilometri circa e di raggiungere la Galizia. Scarpe da trekking ai piedi, camminerete tra le bellezze di regioni molto diverse tra loro, ognuna dotata di una personalità e identità propria: Valencia, Castilla La-Mancha, Madrid, Castilla y Leon e infine la Galizia.

Ne avevate mai sentito parlare? Se cercate un pellegrinaggio meno affollato, questo è il percorso perfetto per voi. Inoltre, se siete fan di Cervantes, sappiate che il cammino attraversa anche la campagna di Don Chisciotte.

Il Camino de Levante da Valencia a Santiago

Nonostante ci sia una grande distanza tra Santiago de Compostela e la città di Valencia, punto di partenza del Camino de Levante, la Capitale del Turia ha preservato nel tempo il suo passato giacobino, esistente fin dal Medioevo. Valencia, infatti, ricoprendo l’importante ruolo di porto levantino, era considerata il luogo di sbarco ideale per i pellegrini provenienti da altre regioni d’Europa che desideravano iniziare qui il loro viaggio spirituale per incontrare a Santiago le spoglie dell’apostolo.

Questo movimento migratorio beneficiò del fatto che diversi ospedali per pellegrini furono istituiti in città nel XIV secolo, utilizzati anche da coloro che si imbarcavano sulla costa per Roma o Gerusalemme. Se deciderete di percorrere questo cammino, vi consigliamo di consultare il sito dell’Asociación “Amigos del Camino de Santiago” de la Comunidad Valenciana dove troverete tutte le informazioni utili e le tappe per organizzare al meglio la vostra esperienza.

Perché scegliere il Camino de Levante

A differenza di altri cammini più famosi, come il citato Cammino di Santiago, quello de Levante offre un’esperienza più intima e meno affollata. Un’avventura carica di fascino che ti permetterà di godere della tranquillità della natura, del silenzio dei sentieri e dell’ospitalità genuina degli abitanti dei paesi che incontrerai lungo il percorso. Più di ogni altro, questo è il cammino perfetto per staccare la spina dalla vita quotidiana, per riflettere e per entrare in contatto con se stessi e con i paesaggi che ci circondano.

La bellezza di questo cammino, oltre che nella calma, è racchiusa anche negli scenari che attraverserete. Dalle spiagge dorate di Valencia alle foreste lussureggianti della Castilla y León, ogni tappa vi sorprenderà con un nuovo scenario. Camminerete anche alla scoperta di luoghi meno noti, come Chinchilla de Monte-Aragón, Albacete e Zamora, città ricche di storia e tradizioni, e proverete le specialità tipiche di questi territori, dai piatti di pesce fresco della costa ai prodotti genuini dell’entroterra.

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Mount Victoria Lookout di Wellington: sentieri e informazioni da sapere

Il Mount Victoria Lookout, o Monte Vittoria di Wellington in Nuova Zelanda, rappresenta, per tutti gli appassionati di natura e trekking, un’occasione unica, poiché, organizzandosi in anticipo, è possibile ammirare viste mozzafiato e percorrere sentieri escursionistici che ripagano di tutta la fatica. Una vista a 360 gradi di Wellington, il cui panorama è di certo pittoresco ed evocativo. Questo punto di osservazione, soprattutto nelle giornate limpide, ti permette di ammirare Hutt Valley a nord o Remutaka Range a est.

Mount Victoria Lookout di Wellington: come raggiungere il punto panoramico

Il punto panoramico più importante (e impressionante) di Wellington, la Capitale della Nuova Zelanda, è una sorta di “tesoro promesso”. Il tratto urbano della città è minimo, cui spiccano colline verdeggianti e il porto di Wellington: questo belvedere è un’occasione da non lasciarsi sfuggire. Ma quali sono le informazioni da sapere assolutamente prima di mettersi in “cammino”?

Bisogna partire dalla città e attraversare la foresta di pini per arrivare al Mount Victoria Lookout: il tempo di percorrenza è di circa 2 ore, il percorso a piedi è facile, e puoi anche percorrerlo in mountain bike. La passerella, di circa 4,5 km, inizia esattamente da Courtenay Place, così da raggiungere il belvedere per apprezzare pienamente la vista panoramica sulla città. La salita è in alcuni punti ripida, ma ne vale sicuramente la pena.

Una volta giunta al belvedere, sono presenti ulteriori informazioni, oltre al Byrd Memorial, dedicato a Richard Byrd, esploratore e aviatore americano, oltre a un cannone in bronzo attivo ogni giorno tra il 1877 e il 1900: aveva il compito di segnalare mezzogiorno. Il punto panoramico della città, in ogni caso, è servito anche da un bus: il numero 20, per l’esattezza. Si può raggiungere in auto? Sì, in cima trovi un ampio parcheggio, oltre a un’area di sosta con servizi igienici. Non prevede biglietto d’ingresso: secondo i viaggiatori, l’alba e il tramonto da questo punto sono mozzafiato.

Mount Victoria Lookout: informazioni utili sui sentieri

Il meteo è talvolta imprevedibile, anche in base alla stagione in cui hai scelto di visitare la Nuova Zelanda: il consiglio che ti diamo, prima di intraprendere il sentiero a piedi, è di portare con te un cappello e una comoda giacca a vento. Ai piedi, rigorosamente scarponi comodi, da trekking, che ti consentono di vivere pienamente questo momento e di immergerti nella natura incontaminata.

Preferibilmente, è bene optare per una giornata limpida, poiché si possono scattare tantissime foto uniche. In cima, trovi anche un piccolo parco giochi, dove si trova uno degli scivoli più lunghi di Wellington.

Volendo, ci sono due sentieri che portano al punto panoramico: puoi percorrere a piedi l’intero anello di 4,6 km da Courtenay Place fino a Marjoribanks Street fino alla cima (in questo modo passi da Oriental Bay): circa due orette, anche in base al proprio allenamento. E poi c’è l’anello più corto, un giro panoramico di 2,6 km, circa un’ora, all’interno della Town Belt. Il suggerimento che diamo, in ogni caso, è di scaricare una mappa per una maggiore sicurezza durante il cammino: il paesaggio, alla fine, ripagherà di ogni fatica.

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I laghi dell’Emilia: un’idea per vacanze ed escursioni tra panorami mozzafiato

In Emilia, la Terra dello Slow Mix tra Parma, Piacenza e Reggio Emilia, le cime dell’Appennino Tosco – Emiliano svelano gioielli acquatici incastonati tra paesaggi mozzafiato ad alta quota, spesso nei pressi di bellissimi rifugi di montagna, dove non serve assolutamente l’aria condizionata e le giornate trascorrono piacevoli tra passeggiate nelle foreste, itinerari e trekking spettacolari, circhi glaciali, torbiere, praterie e meravigliosi laghi.

Ecco allora qualche stuzzicante e rigenerante idea su dove andare per chi resta in città durante l’estate o per rendere più dolce il rientro dalle vacanze.

Lago Calamone, un brillante gioiello

Per cominciare, il giusto refrigerio è assicurato a oltre 1300 metri di altitudine, ai piedi del Monte Ventasso, dove il Lago Calamone brilla nella regione di Ventasso Laghi, molto apprezzata dagli amanti del trekking che qui scoprono i magnifici sentieri dell’Appennino Reggiano e possono ammirare i cavalli pascolare in libertà.

Nel cuore del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano e all’interno della Riserva MaB Unesco, nota per la sua ricca biodiversità, lo specchio lacustre incanta con il suo fascino indiscusso e l’ambiente montano dove spiccano rarità botaniche oltre a una varietà di alberi tra cui faggi secolari, querce, castagni, abeti bianchi, tigli e aceri.

E per rigenerare il palato, sulle rive del lago, il Rifugio Venusta è il luogo ideale per assaporare specialità locali, a base di ricette tramandate da generazioni, godendosi un paesaggio straordinario.

Tutto il fascino dei laghi cerretani

Paesaggi montuosi da togliere il fiato, ma dove il respiro si riempie dei profumi e delle essenze dell’Appennino e il caldo è un lontano ricordo, si svelano al Lago del Cerreto, di origine glaciale. È
all’interno di un’importante stazione turistica dell’Appennino Reggiano, densa di ristoranti e alberghi e meta di escursioni in mountain bike ed e-bike, ma anche di trekking e camminate.

Il sistema dei laghi cerretani è composto da altri tre bellissimi specchi d’acqua raggiungibili da facili sentieri: il Lago Gore, il Lago Scuro e il Lago Pranda, il più grande ed evocativo da un punto di vista paesaggistico.

Per una pausa lungo gli itinerari ci si può fermare in una delle aree attrezzate per un picnic oppure organizzare una gustosa grigliata in famiglia o con gli amici approfittando delle zone barbecue attorno al lago, fruibili gratuitamente. Ai Laghi Cerretani è anche possibile dedicarsi alla pesca sportiva, in particolare alla trota e luccio. Attorno al Lago Pranda si trovano ampie piazzole che permettono di pescare in tutta comodità.

Gli amanti delle escursioni possono invece raggiungere i Prati di Sara, il Lago del Caricatore, il Lago del Capriolo e il Lago della Bargetana, che si trova nella conca del Monte Prado e offre una vista imperdibile sul Monte Cusna. Da qui si può arrivare all’Alta Via dei Parchi: un emozionante percorso di 500 chilometri che si snoda tra Emilia-Romagna, Toscana e Marche.

Il paradiso del Parco dei Cento Laghi

Lagdei (PR)

Fonte: Credit Rifugio Lagdei – Foto di Massimo Calzamiglia

Rifugio Lagdei (PR)

Nel Parmense il fresco non manca al Parco dei Cento Laghi, un vero paradiso per gli appassionati di trekking e paesaggi lacustri, ma anche di bicicletta. La nuova Cento Laghi Bike è un percorso cicloturistico entusiasmante, che inizia a Lagdei, nel comune di Corniglio, e arriva a Prato Spilla, nel comune di Monchio delle Corti, scovando laghi molto suggestivi, di cui circa 20 di origine glaciale.

Dal grande Lago Santo, il più vasto lago glaciale dell’Appennino Tosco-Emiliano al pittoresco Lago del Bicchiere, dalle vaste aree dei Lagoni ai tranquilli riflessi dei Laghi del Sillara, dal Lago Ballano al Lago Verde e molti altri, l’area protetta offre una varietà di gemme naturali, con piccoli insediamenti, borghi arroccati, pascoli, boschi e una notevole biodiversità floreale, tutti attraversati dal percorso dell’Alta Via dei Parchi.

Il cammino può iniziare da Prato Spilla, un punto focale per il trekking, e proseguire verso il Lago Ballano e il Lago Verde lungo il sentiero CAI, fino a raggiungere il piccolo Lago Frasconi, ombreggiato da una faggeta fiabesca.

Una seconda tappa può essere Monchio delle Corti, lungo il Percorso delle Frazioni, che si dirama in due direzioni: la blu, dedicata al tema dell’acqua e dell’energia, esplorando l’uso delle risorse idriche nelle vallate dei torrenti Cedra ed Enza; e la verde, che si concentra sull’ambiente, la cultura locale e l’architettura rurale, alla scoperta di borghi montani e tradizioni autentiche.

In zona vi sono poi rifugi in cui è possibile dormire e gustare specialità enogastronomiche, come il Rifugio Lagdei, situato nella piana omonima a 1250 metri di altitudine, nell’abbraccio di boschi di faggi e conifere, da cui partono numerosi sentieri ed escursioni guidate per trekking, equitazione e mountain bike. Per i più pigri, una comoda seggiovia porta direttamente da Lagdei al Lago Santo.

L’esperienza unica del Sentiero del Tidone

 Lago Bino, Piacenza

Fonte: Visit Emilia – Foto efeftrefotostudio

Il Lago Bino, Piacenza

Infine, sui Colli Piacentini, il Sentiero del Tidone regala un’esperienza indimenticabile tra ciclismo, trekking ed equitazione lungo 69 chilometri di percorso. Qui, a partire dalla sua foce nel Grande fiume Po, il torrente Tidone è protagonista e conduce alla Diga del Molato, una struttura imponente (la parte esterna è aperta al pubblico e visitabile), che ha creato il Lago di Trebecco, un bacino artificiale lungo chilometri inserito in un paesaggio di rara bellezza.

L’Alta Val Nure, il cuore verde della provincia di Piacenza, è un vero e proprio comprensorio outdoor con oltre 560 chilometri di sentieri che si snodano in un ambiente naturale unico tra i comuni di Ponte dell’Olio, Bettola, Farini e Ferriere. Qui fanno bella mostra di sé alcuni suggestivi laghi di origine glaciale, gioielli dell’Appennino Piacentino e tra le mete escursionistiche più popolari.

Un panoramico sentiero conduce al Lago Nero, un’oasi glaciale circondata da una verde valle. Un altro sentiero rivela il piccolo e pittoresco Lago Moo, ormai quasi interamente coperto dalla vegetazione, e il Lago Bino, un’eccezionale creazione della natura che in estate lo decora con ninfee gialle, per terminare a Prato Grande, vasto piano erboso anch’esso un tempo lago.

Spostandosi in Val d’Arda sentieri panoramici circondano il Lago di Mignano, creato artificialmente dall’omonima diga per la produzione di energia idroelettrica a Vernasca: svariate le aree pic-nic e i percorsi per passeggiare, come quello che lo costeggia fino alla strada provinciale che da Case Bonini sale a Gazzola e Monastero di Morfasso.

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Il New York Times consiglia i monti del Lago di Como e del Lecchese

Per i turisti americani, viaggiare in Italia durante i mesi estivi è come un rito di passaggio e ci sono alcune mete che non mancano mai nei loro itinerari. Una di queste è sicuramente il Lago di Como, una destinazione amata soprattutto dalle celebrità holliwoodiane del calibro di George Clooney. Non tutti, ovviamente, hanno lo stesso budget e, come viaggiatori coscienziosi, sono sempre alla ricerca di una strada diversa per fare esperienza di un luogo famoso che chiunque, almeno una volta nella vita, vuole vedere.

Ecco che il New York Times viene incontro a questa tipologia di viaggiatori consigliando una realtà del Lago di Como e del Lecchese meno conosciuta, almeno tra gli stranieri: i suoi monti, in particolare i piani d’Erna, Canzo e Brunate. Si tratta di scenari unici dove trascorrere giornate all’insegna della natura e dei trekking, con sentieri adatti a tutte le età e livello di preparazione.

L’anima montana del Lago di Como

Come ha evidenziato anche il NYT all’interno del suo articolo, è possibile fare esperienza del Lago di Como senza neanche utilizzare l’auto perché il territorio ha messo a disposizione diverse soluzioni per permettere ai turisti di scoprire quest’area in modo facile e semplice. Il lago, infatti, è ricco di funicolari e funivie pensate per raggiungere sia punti panoramici spettacolari, come Brunate e il suo Faro Voltiano, sia percorsi di trekking tra boschi rigogliosi e prati alpini, come il Sentiero Spirito del Bosco.

Non mancano anche i consigli gastronomici: nell’articolo viene dato spazio a realtà autentiche dove il fatto in casa offre esperienze culinarie uniche, tra agriturismi e rifugi.

Il Lago di Como dall’alto: le esperienze da non perdere

Sono diverse le esperienze da vivere ai piani alti del Lago di Como per godersi il panorama e per trascorrere giornate a contatto con la natura, adatte sia ai camminatori più esperti che alle famiglie con bambini.

Il Sentiero Spirito del Bosco

Un sentiero e laboratorio che stimola l’immaginazione e la meraviglia di chi lo percorre. Il Sentiero Spirito del Bosco è un’opportunità unica per trascorrere un’oretta in famiglia: partendo dal Primo Alpe, a un’altitudine di 725 metri, arriverete al Terzo Alpe a 800 metri, scoprendo di passo in passo tante sculture curiose. La particolarità del percorso, infatti, risiede proprio nella presenza di opere in legno che raffigurano gli abitanti della foresta – spiriti del bosco, appunto – come elfi e gnomi.

Brunate, il balcone delle Alpi

A dominare sul Lago di Como c’è il borgo di Brunate, conosciuto anche come il ‘balcone delle Alpi’ grazie alla sua posizione privilegiata che offre scorci panoramici unici. Qui potete perdervi tra le stradine cittadine e ammirare diverse ville in stile eclettico e liberty, oltre che visitare alcune attrazioni come il Faro Voltiano. Non mancano sentieri escursionistici da percorrere a piedi, come quello che raggiunge il Monte Boletto e la vetta del Monte Bolettone, o in sella alla propria bici o e-bike.

Brunate può essere raggiunto comodamente con la storica funicolare che, in circa 6-7 minuti partendo da viale Geno, raggiunge in linea retta la sommità della collina, oppure a piedi. Sono presenti diverse opportunità di risalita percorribili in una o due ore come la Via delle Scalette o il Sentiero per Brunate.

Vista Lago di Como Brunate

Fonte: iStock

Vista del Lago di Como da un punto panoramico di Brunate

Escursione ai Piani d’Erna

Una delle località montane più suggestive della zona è sicuramente rappresentata dai Piani d’Erna, la terrazza naturale affacciata su Lecco e sul Lago di Como. Anche questa meta è facilmente raggiungibile con la funivia e rappresenta il luogo perfetto per una classica gita fuori porta da fare in ogni stagione: in estate per sfuggire al caldo e in inverno per godere della neve a bassa quota.

Qui, gli appassionati di trekking troveranno tanti itinerari adatti a tutti i livelli di allenamento, oltre che rifugi dove assaggiare le specialità tipiche.

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Il sentiero lungo Punta Campanella e la Baia di Ieranto

Se si pensa alla Costiera Amalfitana quello che viene in mente è un panorama fantastico, composto da scogliere a picco sul mare, strade tortuose e suggestive e piccoli borghi colorati, che sembrano quasi aggrapparsi sulle colline circostanti. In questo luogo così magico si trova un luogo che riesce a fondere bellezza naturale, fascino della storia e mito. Si tratta del sentiero di Punta Campanella, un sentiero che fa parte dell’area naturale marina protetta Punta Campanella, nel cuore della Baia di Ieranto.

Alla scoperta del sentiero di Punta Campanella

Punta Campanella è un luogo magico, una tappa d’obbligo per gli amanti di trekking ed hiking,  con la possibilità di percorrere sentieri immersi nella natura rigogliosa di questa parte più estrema della penisola sorrentina e che si trova tra il Golfo di Napoli ed il Golfo di Salerno

Questo sentiero ha un’importanza storica rilevante, principalmente legata al fatto che, sin dall’antichità, questo promontorio veniva considerato come un luogo sacro. Qui, infatti, nell’antichità, durante la predominanza del popolo greco, venne costruito un tempio dedicata alla dea Atena, che poi venne consacrato a Minerva durante il predominio dei Romani. Inoltre, la leggenda narra che su queste coste approdò il famoso Ulisse.

Le origini del nome ‘Punta Campanella’ sono da ricercare nel quattordicesimo secolo e derivano dalla presenza di una campana appesa alla torre di avvistamento costruita in quel periodo, parte del sistema di difesa contro le incursioni dei pirati.

Panorama dall'alto del Sentiero di Punta Campanelle, con mare sullo sfondo, vegetazione verde e fiori in primo piano

Fonte: iStock

Panorama dall’alto del sentiero di Punta Campanelle

Come arrivare al sentiero di Punta Campanella

Il sentiero di Punta Campanella inizia dal borgo campano di Termini, che è facilmente raggiungibile in auto da Sorrento, che a sua volta è ben collegata alle altre località campane e, soprattutto, alla bellissima Napoli. Una volta giunti in questo piccolo borgo campano, anche utilizzando i mezzi pubblici, si troverà facilmente l’inizio del sentiero, che è segnalato da diversi cartelli segnaletici.

L’esperienza del sentiero, tra natura e panorami mozzafiato

Il percorso del sentiero di Punta Campanella è lungo circa cinque chilometri, tra andata e ritorno, e presenta un dislivello abbastanza moderato, che lo rende facilmente percorribile anche per escursionisti meno esperti, purché siano in buone condizioni fisiche.

Percorrendo questo sentiero si attraversano diversi uliveti e terrazzamenti coltivati, dove è possibile sentire il profumo di agrumi, specialmente limoni, tipici della regione campana. Già da questo momento, quindi fin dall’inizio di questa camminata, sarà possibile godere di una vista unica sul Golfo di Napoli ed il Vesuvio, che da lontano domina l’orizzonte.

Proseguendo il sentiero si arriva al promontorio di Punta Campanella, dove agli occhi dei camminatori si apre una vista sensazionale, di fronte all’isola di Capri ed i suoi faraglioni, che emergono dal mare. Qui è possibile scendere anche sino alla caletta di Ieranto, nella baia omonima, dove poter far un tuffo rinfrescante sull’incredibile panorama del golfo campano.

Un elemento sicuramente affascinante che fa parte di questo sentiero è la cosiddetta scala di Minerva. Secondo la leggenda, questa scalinata venne costruita per permettere ai fedeli di raggiungere il tempio della dea Minerva dal popolo Romano. Anche se di questa splendida costruzione oggi rimangono solo poche tracce, il mito che la circonda e la contraddistingue aiuta a rendere l’esperienze del cammino sul sentiero di Punta Campanella ancora più suggestiva.

Percorrere questo cammino sarà sicuramente un’esperienza che, per gli amanti delle escursioni, del trekking e delle attività all’aperto, aiuterà a creare ricordi indelebili. Si tratta di un viaggio alla scoperta della rigogliosa macchia mediterranea, della Costiera Amalfitana e della penisola sorrentina.