La criminalità in Italia torna a crescere, trainata soprattutto dai reati di strada e dalla microcriminalità urbana. È quanto emerge dalle più recenti analisi del Dipartimento di Pubblica Sicurezza del ministero dell’Interno, secondo cui nel 2024 sono stati denunciati 2,38 milioni di reati, con un aumento dell’1,7% rispetto all’anno precedente e del 3,4% rispetto al 2019.
Un incremento che, pur restando lontano dai livelli di dieci anni fa, ridisegna la geografia della sicurezza nel Paese. Le città metropolitane restano i principali poli di rischio: Milano, Roma e Firenze guidano la classifica delle province con il più alto numero di reati denunciati ogni 100mila abitanti.
Lo studio del ministero dell’Interno
Il quadro tracciato dal Viminale e dall’Indice della Criminalità 2025 del Sole 24 Ore conferma un trend post-pandemia: dopo anni di calo, le denunce sono tornate a salire, soprattutto per i reati legati a furti, rapine e violenze. Nel dettaglio, oltre un milione di furti sono stati denunciati nel 2024, pari al 44% del totale dei reati.
Crescono in particolare i furti in abitazione (+4,9%), i furti di auto (+2,3%), i furti con strappo (+1,7%) e quelli con destrezza (+0,6%). In aumento anche rapine (+1,8%), reati legati agli stupefacenti (+3,9%) e violenze sessuali (+7,5%).
Secondo il ricercatore Marco Dugato dell’Osservatorio Transcrime dell’Università Cattolica, «gli incrementi di oggi possono essere considerati fisiologici a fronte delle criticità sociali ed economiche che il Paese sta attraversando. E anche le tensioni internazionali possono avere influenze sui fenomeni criminali».
Le grandi città sono particolarmente esposte perché ospitano una popolazione fluttuante di turisti, pendolari e studenti che moltiplica le “opportunità criminali”. Come spiega l’ex procuratore di Milano Francesco Greco, «solo nella Capitale arrivano fino a 50mila turisti al giorno, e questo impatta sul tasso di criminalità, che non tiene conto delle presenze giornaliere». E aggiunge: «L’organizzazione del lavoro notturno delle forze di Polizia è spesso deficitario. Oltre alla videosorveglianza su cui stiamo investendo molto servirebbe un maggiore presidio durante le ore notturne».

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Le 10 città più pericolose d’Italia
La nuova classifica delle province con il maggior numero di reati denunciati ogni 100mila abitanti è dominata dalle grandi metropoli. Ecco la Top 10 delle città più pericolose d’Italia nel 2025, con qualche dato chiave:
- Milano si conferma in testa con 6.952 reati ogni 100mila abitanti e oltre 225mila denunce in un anno. Un reato ogni 2 minuti, in media;
- Firenze è al secondo posto con 6.507 reati ogni 100mila abitanti, in crescita del 7,4% rispetto al 2023. È prima in Italia per furti con strappo;
- Roma in terza posizione con 5.990 denunce ogni 100mila abitanti, +5,9% in un anno. Solo nel 2024, la Capitale ha registrato 33.431 furti con destrezza;
- Bologna in forte crescita con 701 rapine in pubblica via, +34% sul 2023, record storico dal 2006;
- Torino è quinta con un aumento del 2,7% dei reati rispetto al 2023, ma con livelli ancora inferiori al 2014;
- Rimini penalizzata dalla forte affluenza turistica, resta tra le città con più denunce pro capite;
- Venezia, la città lagunare registra una concentrazione di furti e borseggi, soprattutto nelle aree turistiche;
- Genova in risalita nella classifica per i reati predatori e le rapine;
- Prato è tra le province con più denunce per reati economici e di contraffazione;
- Napoli chiude la top ten con 4.479 reati ogni 100mila abitanti, ma con un tasso di denuncia più basso rispetto al Nord.
Nel complesso, nelle 14 città metropolitane italiane si concentra quasi il 48% dei reati totali. Le province meno colpite restano invece Oristano, Potenza, Benevento, Enna, Sondrio, Treviso e Pordenone. Mentre le grandi città fanno i conti con l’aumento della microcriminalità, le aree medio-piccole continuano a mantenere livelli di sicurezza più alti.
Tuttavia, come sottolinea il sindaco di Torino Stefano Lo Russo, «i numeri aggregati nascondono realtà molto diverse. Servono più presidi, più uomini e più mezzi sul territorio per mantenere alta la sicurezza». Il 2025 si apre dunque con una doppia sfida: da un lato contenere la criminalità urbana, dall’altro restituire fiducia ai cittadini nella capacità delle istituzioni di proteggere chi vive e lavora nelle città.















