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Le 10 città più pericolose d’Italia nella classifica 2025

La criminalità in Italia torna a crescere, trainata soprattutto dai reati di strada e dalla microcriminalità urbana. È quanto emerge dalle più recenti analisi del Dipartimento di Pubblica Sicurezza del ministero dell’Interno, secondo cui nel 2024 sono stati denunciati 2,38 milioni di reati, con un aumento dell’1,7% rispetto all’anno precedente e del 3,4% rispetto al 2019.

Un incremento che, pur restando lontano dai livelli di dieci anni fa, ridisegna la geografia della sicurezza nel Paese. Le città metropolitane restano i principali poli di rischio: Milano, Roma e Firenze guidano la classifica delle province con il più alto numero di reati denunciati ogni 100mila abitanti.

Lo studio del ministero dell’Interno

Il quadro tracciato dal Viminale e dall’Indice della Criminalità 2025 del Sole 24 Ore conferma un trend post-pandemia: dopo anni di calo, le denunce sono tornate a salire, soprattutto per i reati legati a furti, rapine e violenze. Nel dettaglio, oltre un milione di furti sono stati denunciati nel 2024, pari al 44% del totale dei reati.

Crescono in particolare i furti in abitazione (+4,9%), i furti di auto (+2,3%), i furti con strappo (+1,7%) e quelli con destrezza (+0,6%). In aumento anche rapine (+1,8%), reati legati agli stupefacenti (+3,9%) e violenze sessuali (+7,5%).

Secondo il ricercatore Marco Dugato dell’Osservatorio Transcrime dell’Università Cattolica, «gli incrementi di oggi possono essere considerati fisiologici a fronte delle criticità sociali ed economiche che il Paese sta attraversando. E anche le tensioni internazionali possono avere influenze sui fenomeni criminali».

Le grandi città sono particolarmente esposte perché ospitano una popolazione fluttuante di turisti, pendolari e studenti che moltiplica le “opportunità criminali”. Come spiega l’ex procuratore di Milano Francesco Greco, «solo nella Capitale arrivano fino a 50mila turisti al giorno, e questo impatta sul tasso di criminalità, che non tiene conto delle presenze giornaliere». E aggiunge: «L’organizzazione del lavoro notturno delle forze di Polizia è spesso deficitario. Oltre alla videosorveglianza su cui stiamo investendo molto servirebbe un maggiore presidio durante le ore notturne».

Milano

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Milano tra le città più pericolose d’Italia

Le 10 città più pericolose d’Italia

La nuova classifica delle province con il maggior numero di reati denunciati ogni 100mila abitanti è dominata dalle grandi metropoli. Ecco la Top 10 delle città più pericolose d’Italia nel 2025, con qualche dato chiave:

  1. Milano si conferma in testa con 6.952 reati ogni 100mila abitanti e oltre 225mila denunce in un anno. Un reato ogni 2 minuti, in media;
  2. Firenze è al secondo posto con 6.507 reati ogni 100mila abitanti, in crescita del 7,4% rispetto al 2023. È prima in Italia per furti con strappo;
  3. Roma in terza posizione con 5.990 denunce ogni 100mila abitanti, +5,9% in un anno. Solo nel 2024, la Capitale ha registrato 33.431 furti con destrezza;
  4. Bologna in forte crescita con 701 rapine in pubblica via, +34% sul 2023, record storico dal 2006;
  5. Torino è quinta con un aumento del 2,7% dei reati rispetto al 2023, ma con livelli ancora inferiori al 2014;
  6. Rimini penalizzata dalla forte affluenza turistica, resta tra le città con più denunce pro capite;
  7. Venezia, la città lagunare registra una concentrazione di furti e borseggi, soprattutto nelle aree turistiche;
  8. Genova in risalita nella classifica per i reati predatori e le rapine;
  9. Prato è tra le province con più denunce per reati economici e di contraffazione;
  10. Napoli chiude la top ten con 4.479 reati ogni 100mila abitanti, ma con un tasso di denuncia più basso rispetto al Nord.

Nel complesso, nelle 14 città metropolitane italiane si concentra quasi il 48% dei reati totali. Le province meno colpite restano invece Oristano, Potenza, Benevento, Enna, Sondrio, Treviso e Pordenone. Mentre le grandi città fanno i conti con l’aumento della microcriminalità, le aree medio-piccole continuano a mantenere livelli di sicurezza più alti.

Tuttavia, come sottolinea il sindaco di Torino Stefano Lo Russo, «i numeri aggregati nascondono realtà molto diverse. Servono più presidi, più uomini e più mezzi sul territorio per mantenere alta la sicurezza». Il 2025 si apre dunque con una doppia sfida: da un lato contenere la criminalità urbana, dall’altro restituire fiducia ai cittadini nella capacità delle istituzioni di proteggere chi vive e lavora nelle città.

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Sono 4 gli hotel italiani tra i migliori del mondo: eccellenze tra ville storiche e resort sul lago

Tra i migliori hotel al mondo ci sono ben 4 eccellenze italiane che raccontano l’arte dell’ospitalità del Belpaese. La nuova classifica The World’s 50 Best Hotels 2025 celebra le destinazioni più ambite del pianeta, dove lusso, servizi di qualità, design ed eleganza si intrecciano in un equilibrio perfetto.

Dal Lago di Como al cuore storico di Roma e Firenze, fino al fascino intramontabile dell’Argentario, scopriamo quali sono gli hotel premiati (e quanto costa dormirci), tra conferme e new entry.

I 4 hotel italiani premiati

Il prestigioso settore dei viaggi di lusso ha incoronato i re dell’ospitalità Made in Italy tra i 50 migliori del mondo. Quarto nella classifica generale è l’Hotel Passalacqua sul Lago di Como, che per il secondo anno di fila si aggiudica, oltre al titolo di miglior hotel d’Europa, anche quello di Best Boutique Hotel.

Ospitato in una villa del XVIII secolo a Moltrasio, dove un tempo soggiornò Papa Innocenzo XI, questo hotel è oggi un rifugio di pura eleganza. Le 24 camere sono immerse in giardini terrazzati, tra affreschi originali, lampadari di Murano e viste da cartolina sul lago. Il pernottamento parte da circa 1.100 euro a notte.

Il secondo hotel italiano in classifica è il Four Seasons Firenze, che occupa la nona posizione. Rinascimentale e senza tempo, questo palazzo mediceo del XV secolo, trasformato in un’oasi di charme, unisce storia e modernità in 116 camere affrescate. Sorge a due passi dagli Uffizi e dal Duomo e offre navetta e biciclette per esplorare la città. Le tariffe? Si parte da circa 860 euro.

Al ventiduesimo posto dei The World’s 50 Best Hotels 2025 si classifica il Bulgari Roma, new entry nella prestigiosa graduatoria internazionale. Affacciato sul Mausoleo di Augusto della Capitale, questo hotel unisce razionalismo Anni ’30 e charme contemporaneo, tra mosaici di marmo, vetri di Murano e vasi di Gio Ponti.

Le camere, in quattro palette ispirate alle pietre preziose, guardano Piazza Augusto Imperatore e Via della Frezza. Nella Suite Bulgari, una vasca in marmo scolpita da un unico blocco evoca le antiche Terme di Caracalla. Dormire qui è un sogno per pochi: i prezzi partono dai 1.300 euro.

A completare l’elenco delle eccellenze italiane c’è una new entry: l’Hotel Il Pellicano. Situato a Porto Ercole, frazione del comune sparso di Monte Argentario in provincia di Grosseto, si è posizionato al 26° posto. Nata negli Anni ’60 da una storia d’amore e diventata icona della dolce vita, questa struttura continua a incantare con il suo fascino discreto. Affacciato su una baia segreta del Monte Argentario, tra bouganville e mare turchese, l”hotel unisce stile toscano e allure internazionale. Anche qui le camere partono da circa 860 euro.

La classifica dei 50 hotel migliori al mondo

Quali sono i migliori hotel nel resto del mondo? A dominare la classifica The World’s 50 Best Hotels 2025 è il Rosewood Hong Kong, che sale di due posizioni rispetto al 2024, confermando l’Asia come nuova capitale del lusso. Seguono il Four Seasons Bangkok at Chao Phraya River al secondo posto e il Cappella Bangkok al terzo.

Di seguito la classifica completa:

1. Rosewood Hong Kong – Hong Kong (Cina)

2. Four Seasons Bangkok at Chao Phraya River – Bangkok (Thailandia)

3. Capella Bangkok – Bangkok (Thailandia)

4. Passalacqua – Lago di Como (Italia)

5. Raffles Singapore – Singapore (Singapore)

6. Atlantis The Royal – Dubai (Emirati Arabi Uniti)

7. Mandarin Oriental Bangkok – Bangkok (Thailandia)

8. Chablé Yucatán – Chocholá (Messico)

9. Four Seasons Firenze – Firenze (Italia)

10. Upper House Hong Kong – Hong Kong (Cina)

11. Copacabana Palace – Rio de Janeiro (Brasile)

12. Capella Sydney – Sydney (Australia)

13. Royal Mansour – Marrakech (Marocco)

14. Mandarin Oriental Qianmen – Pechino (Cina)

15. Bulgari Tokyo – Tokyo (Giappone)

16. Claridge’s – Londra (Regno Unito)

17. Four Seasons Astir Palace – Atene (Grecia)

18. Desa Potato Head – Bali (Indonesia)

19. Le Bristol – Parigi (Francia)

20. Cheval Blanc Paris – Dubai (Emirati Arabi Uniti)

21. Cheval Blanc Paris – Parigi (Francia)

22. Bulgari Roma – Roma (Italia)

23. Hôtel de Crillon – Parigi (Francia)

24. Rosewood São Paulo – San Paolo (Brasile)

25. Aman Tokyo – Tokyo (Giappone)

26. Hotel Il Pellicano – Porto Ercole (Italia)

27. Hôtel du Couvent – Nizza (Francia)

28. Soneva Fushi – Baa (Maldive)

29. The Connaught – Londra (Regno Unito)

30. La Mamounia – Marrakech (Marocco)

31. Raffles London at The OWO – Londra (Regno Unito)

32. The Emory – Londra (Regno Unito)

33. Maroma – Riviera Maya (Messico)

34. The Calile – Brisbane (Australia)

35. The Lana – Dubai (Emirati Arabi Uniti)

36. Hotel de Paris Monte-Carlo – Monaco (Principato di Monaco)

37. Janu Tokyo – Tokyo (Giappone)

38. The Taj Mahal Palace – Mumbai (India)

39. One&Only Mandarina – Riviera Nayarit (Messico)

40. Singita – Kruger National Park (Sudafrica)

41. Mandarin Oriental Hong Kong – Hong Kong (Cina)

42. Hotel Bel-Air – Los Angeles (Stati Uniti d’America)

43. The Mark – New York (Stati Uniti d’America)

44. Las Ventanas al Paraíso – Los Cabos (Messico)

45. The Tokyo Edition Toranomon – Tokyo (Giappone)

46. Hotel The Mitsui – Kyoto (Giappone)

47. Estelle Manor – Witney (Regno Unito)

48. Grand Park Hotel Rovinj – Rovigno (Croazia)

49. Hotel Sacher Vienna – Vienna (Austria)

50. Mandapa – Bali (Indonesia)

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Le location di Dracula – L’amore perduto: dalla Parigi della Belle Époque alla magia di Firenze

Luc Besson reinventa il mito di Dracula portando il fascino gotico della Transilvania nel cuore dell’Europa fin de siècle. Dracula – L’amore perduto, ispirato al romanzo immortale di Bram Stoker, trasporta la storia d’amore maledetta del principe dei vampiri in una nuova dimensione visiva, tra le atmosfere decadenti della Parigi di fine Ottocento, i paesaggi innevati della Finlandia e un tocco tutto italiano con Firenze.

Di cosa parla il film

Nel film Caleb Landry Jones interpreta il principe Vladimir, destinato a diventare Dracula dopo aver perso la donna amata, Elisabetta. Nella Parigi della Belle Époque, la sua anima dannata incontra di nuovo il volto di quell’amore eterno in Mina (Zoë Bleu), mentre Matilda De Angelis è la sua amica Maria e Christoph Waltz dà vita a un oscuro prete cacciatore di vampiri, erede spirituale del Van Helsing di Stoker.

Dracula film 2025

Ufficio stampa Lucky Red

Una scena di Dracula 2025

Dove è stato girato

Per ricreare la capitale francese di fine secolo, Besson ha scelto gli studi Dark Matters di Tigery, nella regione parigina dell’Essonne, dove sono stati costruiti set monumentali e dettagliati, tra teatri d’opera, boulevard illuminati a gas e salotti aristocratici.

Le riprese esterne si sono svolte tra Kuhmo e la regione di Kainuu, in Finlandia, dove Besson ha trovato paesaggi innevati e selvaggi, perfetti per rappresentare la desolazione e la solitudine della Transilvania del XV secolo. Le scene sono state girate tra marzo e luglio 2024, in un clima rigido ma ideale per catturare l’atmosfera gotica e malinconica che permea il film.

Kuhmo Finlandia

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Kuhmo, Finlandia

C’è anche un tocco d’Italia nel nuovo Dracula. Una delle sequenze più suggestive è ambientata sul Ponte Vecchio di Firenze, ricreato interamente in computer grafica grazie al lavoro dei maestri della Rodeo FX, vincitori di un Oscar per La bussola d’oro.

L’iconico ponte sull’Arno è stato ricostruito in digitale utilizzando riferimenti fotografici e una complessa composizione di effetti visivi. La scena mostra una lunga carrellata sull’Arno che si avvicina progressivamente a una delle vetrate dei locali affacciati sul ponte, fino a entrare nella stanza dove Dracula attende la sua amata Mina.

Il celebre Ponte Vecchio di Firenze

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Il celebre Ponte Vecchio di Firenze

Abbiamo combinato un lavoro digitale dettagliatissimo con una composizione impeccabile, eliminando ogni riflesso della troupe per mantenere l’illusione di realtà”, ha dichiarato la Rodeo FX. Oltre ai set fisici e digitali, Besson ha potuto contare su una fotografia che mescola realismo e magia, alternando toni caldi e decadenti della Parigi bohéme a paesaggi glaciali e nebbiosi, simbolo del tormento di Dracula.

Il risultato è un film in cui storia, romanticismo e fantasia si fondono in un racconto visivamente potente, dove anche la tecnologia si mette al servizio dell’emozione. Come spiegano gli stessi tecnici di Rodeo FX: “I nostri effetti visivi sono sorprendenti ma invisibili: si fondono con la narrazione e amplificano la bellezza malinconica del mondo di Besson.

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Firenze è stata premiata come una delle città migliori del mondo nel 2025

Il numero di viaggiatori che ogni anno votano le mete preferite del mondo cresce e anche per quest’anno il prestigioso Readers’ Choice Awards di Condé Nast Traveler ha permesso agli utenti di eleggere le migliori città del 2025, con classifiche differenziate per categoria.

Con oltre 750.000 voti dei lettori da ogni angolo del pianeta, sono state definite le destinazioni più amate dell’anno e nella top 10 delle Best Small Cities 2025 sul terzo gradino del podio c’è proprio l’italianissima Firenze. La capitale del rinascimento sbaraglia la concorrenza e conquista un posto di tutto rispetto in una classifica internazionale.

Firenze, terza tra le Best Small Cities 2025

Non è una sorpresa vedere Firenze tra le prime posizioni delle migliori città del mondo. Cosa permette nel 2025 alla città dei Medici di brillare così tanto da superare capitali europee incredibilmente affascinanti? Sicuramente l’equilibrio tra la tradizione e l’innovazione.

Le vie del centro testimoniano il passato, sembrando quasi un libro di storia da sfogliare: il Duomo, il Ponte Vecchio, gli Uffizi, palazzo Vecchio, i giardini Boboli: ogni angolo ha qualcosa da raccontare ed è pronto a lasciare tutti a bocca aperta. Motivo in più? Sicuramente il fatto che il centro storico è compatto e quindi perfetto per un weekend.

Oggi il capoluogo toscano è vibrante, creativo e negli ultimi anni ha saputo reinventarsi diventando un polo culturale contemporaneo. Mostre d’arte, spazi museali moderni, concept store e itinerari a tema hanno contrastato l’overtourism e stanno attirando sempre più visitatori.

Classifica Best Small Cities 2025, c'è anche Firenze

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La città rinascimentale italiana premiata come terza nella Best Small Cities 2025

Chi cerca esperienze uniche può scoprire la rinascita dell’artigianato fiorentino, con atelier che uniscono antiche tecniche e design moderno, oppure partecipare a workshop di profumeria artistica da maestri locali. Gli amanti della moda trovano invece pane per i loro denti al museo Ferragamo, dove storia e innovazione si intrecciano in un percorso sensoriale.

E poi c’è il gusto. Perdersi nei sapori di Firenze è un viaggio nel viaggio: dal classico panino al lampredotto gustato al volo nei chioschi storici, alle cene gourmet nei ristoranti stellati, passando per trattorie dove si riscopre la vera cucina toscana.

Pur essendo vittima di overtourism e di affollamento turistico resta ancora una meta incredibilmente apprezzata dove gustare piatti della tradizione e passeggiare a ritmo slow. Dalla piazza centrale a un aperitivo sull’Arno fino alla possibilità di osservarla al tramonto dall’alto: è pura magia. Non c’è quindi da stupirsi se Firenze continua a conquistare viaggiatori da tutto il mondo mixando eleganza, arte e storia.

La top 10 delle migliori Small Cities 2025

All’interno della top 10 delle Best Small Cities elette dai lettori di Condé Nast Travaler spiccano nomi importanti. Al primo posto? Victoria, la perla del Canada dove il fascino british vince su tutto. Secondo posto per il Messico con Puerta Vallarta dall’anima vibrante. Al terzo, come già visto, c’è Firenze.

Prosegue la classifica Lucerna, la fiaba svizzera sul lago che sembra una cartolina e quinto posto per San Miguel de Allende la meta del Messico famosa per le atmosfere coloniali. Sesto gradino? San Sebastián, la capitale dei pintxos e delle onde. Chiudono la classifica Palma, La Valletta (premiata anche come miglior città europea del 2025) e Hobart al decimo posto.

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Certaldo, cosa vedere nel borgo del Boccaccio in Toscana

A pochi chilometri da Firenze, nel territorio della Val d’Elsa, sorge il borgo medievale di Certaldo. La cittadina d’arte ha dato i natali a Boccaccio e, per la sua bellezza, ha ottenuto la Bandiera Arancione dal Touring Club Italiano.

Per la sua tradizione storica e per la sua bellezza artistica, Certaldo è un borgo da visitare, meta turistica di sicuro interesse anche per la sua posizione, nelle vicinanze di interessanti località come Castelfiorentino, Empoli, San Gimignano e Gambassi Terme, escursione ideale per i turisti che scelgono di soggiornare o trascorrere le proprie vacanze in queste zone della Toscana o a Firenze. Ma anche per la sua importanza strategica dovuta al passaggio della via Francigena.

Cosa vedere a Certaldo

Da non perdere nella visita a Certaldo il Palazzo Pretorio, la Casa del Boccaccio e la Chiesa dei Santi Jacopo e Filippo (la Chiesa dei Santi Tommaso e Prospero è la più antica del borgo medievale, ma oggi è sconsacrata) dove si trova la lastra tombale, realizzata tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, in onore di Giovanni Boccaccio. La residenza si affaccia sulla via principale del borgo, via Boccaccio. Oggi è la sede del centro studi sul Boccaccio, autore del celebre Decameron.

sagre toscane weekend 21-22 giugno 2025

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Veduta aerea estesa della città medievale di Certaldo

Casa del Boccaccio

La residenza di uno dei principali maestri della letteratura italiana si trova proprio in questo piccolo borgo toscano. La casa-museo dedicata a diffondere la conoscenza sull’opera e la figura dell’illustre poeta conserva solo alcune tracce dell’originaria struttura medievale, ricostruita in stile dopo i danneggiamenti causati dalla Seconda Guerra Mondiale. Al suo interno si trovano mobili, arredi e pannelli espositivi che documentano la vita e gli scritti del maestro. Nella Stanza del Poeta si può ammirare anche un affresco del pittore fiorentino Pietro Benvenuti, commissionato dalla Marchesa Carlotta Lenzoni dei Medici nel 1826, e raffigurante Boccaccio al suo tavolo da lavoro. La casa-museo è anche sede del Centro Nazionale di Studi sul Boccaccio e ospita una biblioteca boccaccesca, con alcune pregevoli edizioni illustrate del “Decameron”.

Di Giovanni Boccaccio non si conoscono i natali, ma sicuramente si sa che visse e morì a Certaldo nel 1375. L’influenza delle opere di Boccaccio non si limitò al panorama culturale italiano ma si estese al resto dell’Europa, esercitando un influsso su autori come Geoffrey Chaucer, autore di The Canterbury Tales per la letteratura inglese, e più tardi su Miguel de Cervantes col suo El ingenioso hidalgo don Quijote de la Mancha, per quella spagnola.

Palazzo Pretorio

Palazzo Pretorio, costruito nel 1100 come residenza della nobile famiglia Conti Alberti, oggi ospita il Museo Civico con una vasta collezione di opere d’arte, reperti storici e testimonianze culturali. Sono visitabili le prigioni, la sala delle udienze, l’archivio, la cappella e gli alloggi privati dei Vicari. Sulla facciata e all’interno del palazzo ci sono numerosi stemmi, ognuno dei quali rappresenta l’effigie della famiglia di ogni Vicario che ha governato la città. Inoltre, al suo interno, si possono ammirare affreschi e sinopie del XV e XVI secolo.

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Palazzo Pretorio a Certaldo

Oltre a Palazzo Pretorio e alla casa di Boccaccio, tra gli edifici più caratteristici che fanno di Certaldo una meta molto amata dai turisti ci sono Palazzo Stiozzi Ridolfi, Palazzo Giannozzi e Palazzo Machiavelli. La città è circondata da mura con tre porte d’ingresso: Porta Alberti, Porta al Sole, la porta principale del castello, e Porta del Rivellino. Inoltre, caratteristiche sono le case-torri lungo via Rivellino, la via più antica del borgo collega la fortificazione alla via Francigena.

Per salire al borgo medievale si prende la funicolare su rotaia, inaugurata nel 1999. La stazione della funicolare nella parte bassa si trova in piazza Boccaccio, mentre nella parte alta si trova nei pressi della Porta Alberti, una delle porte d’ingresso al borgo.

Nata come castello (lo stesso borgo storico è detto anche “Castello”), e solo successivamente divenne un borgo fortificato, la torre fortificata sulla cima del borgo serviva per controllare la via Francigena, la principale strada di comunicazione medievale tra l’Europa del Nord e Roma Certando.

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I vicoli storici di Certaldo

Gli eventi a Certaldo

A giugno, Certaldo in Fermento è la festa che celebra la birra tra le vie del borgo medievale. Stand di birre, street food e musica live animano le serate, in un’atmosfera giovane e coinvolgente. Un’occasione perfetta per assaporare gusto e cultura in un contesto suggestivo. Tra le feste più rinomate c’è la Mercantia, che si svolge a luglio. E’ una festività paesana che fonde teatro di strada, musica, danza e artigianato nel vecchio borgo di Certaldo Alto, in un’atmosfera medievale, con spettacoli e bancarelle di artigiani sparse nelle vie e nelle piazzette del vecchio castello.

A settembre, invece, si svolge il corteo storico in costumi tipici medievali al termine del quale viene fatta una rappresentazione ispirata alle novelle del Decamerone di Boccaccio. Mentre a ottobre l’evento autunnale dedicato ai prodotti tipici e alla cucina si chiama Boccaccesca, tre giorni all’insegna dell’enogastronomia (a cominciare dalla cipolla di Certaldo), dello spettacolo e dell’artigianato, tra le strade di un borgo medievale nel nome dell’illustre cittadino. L’edizione 2025 di Boccaccesca si svolgerà dal 9 al 12 ottobre.

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Il Palazzo del Vicario a Certaldo

Come arrivare Certaldo

Per arrivare a Certaldo in auto si prende l’autostrada A1 in direzione Firenze con uscita a Firenze Certosa. Continuare sulla superstrada Firenze-Siena e uscire a Poggibonsi Nord per poi imboccare la Strada Statale 429 nella direzione Empoli-Certaldo. In treno si prende la linea Firenze – Pisa. La stazione è quella di Certaldo.

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Villa Medicea di Castello, il cuore segreto del Rinascimento fiorentino

La Villa Medicea di Castello si staglia nei dintorni di Firenze, immersa in una campagna ancora intatta. Semi-isolata, appare ai lati della strada che serpeggia tra le colline verso Prato e, già dall’esterno, trasmette una sensazione di quiete e vera bellezza, preludio alle meraviglie artistiche e botaniche che accoglie al suo interno.

La sua storia affonda le radici in un passato ben più remoto del Rinascimento: il nucleo originario non era infatti un’elegante dimora, bensì una torre difensiva del XII secolo, che sorgeva in posizione strategica lungo il percorso dell’antico acquedotto romano destinato a portare l’acqua dalla Val di Marina a Firenze. Nel Trecento la proprietà era già nota come “Il Vivaio”, appellativo che derivava dalle ampie vasche poste in prossimità dell’attuale piazzale d’ingresso.

Il destino cambiò radicalmente nel 1477, quando entrò nel patrimonio della famiglia Medici: l’acquisto fu opera di Giovanni e Lorenzo di Pierfrancesco, cugini del celebre Lorenzo il Magnifico. A Castello, il filosofo Marsilio Ficino trasmise al giovane Lorenzo di Pierfrancesco la visione umanistica che avrebbe segnato l’epoca.

Non è un caso se proprio per tale dimora Botticelli concepì due capolavori assoluti della pittura rinascimentale, “La Nascita di Venere” e “La Primavera”, oggi custoditi agli Uffizi, ma pensati proprio per celebrare la cultura e la raffinatezza che qui si respirava.

Un’architettura in continua trasformazione

Come accade a molte residenze della campagna fiorentina, anche Castello rivela un’identità stratificata, modellata da secoli di ampliamenti e rinnovamenti. Dopo l’acquisto dei Medici, le prime trasformazioni cercarono di inglobare le strutture già esistenti, in particolare quelle a ovest del palazzo medievale. Da questo intervento nacque il curioso disallineamento tra villa e giardino, che ancora oggi colpisce lo sguardo.

La svolta arrivò nel Cinquecento con Cosimo I de’ Medici: sotto il suo governo la villa venne ingrandita fino a raddoppiare la superficie originaria e ad assumere una configurazione molto simile a quella attuale. Furono chiamati a intervenire artisti e architetti di prim’ordine: Niccolò Pericoli, detto il Tribolo, Giorgio Vasari e Bernardo Buontalenti, che plasmarono un complesso che cercava di conciliare le irregolarità preesistenti con l’ideale rinascimentale di ordine e simmetria.

Il giardino, modello del sogno rinascimentale

Panorama del Giardino della Villa Medicea di Castello a Firenze

Stefano Casati-Ufficio Stampa

Il magnifico giardino della Villa Medicea di Castello

Se l’architettura della villa racconta l’ambizione dei Medici, è nel giardino che il loro progetto culturale e politico si manifesta in modo più evidente. Considerato il prototipo del giardino all’italiana del Cinquecento, venne ideato come uno spazio di potere e di bellezza, destinato a riflettere l’armonia del buon governo.

Il disegno generale fu affidato al Tribolo, che immaginò un impianto grandioso, animato da giochi d’acqua alimentati grazie a un sofisticato sistema idraulico proveniente dalla sorgente della Castellina. Il giardino non era solo un luogo di delizie, ma un palcoscenico allegorico in cui fontane, statue e grotte celebravano la figura di Cosimo I e il suo ruolo di guida pacificatrice della Toscana.

Tra gli elementi più suggestivi spicca la fontana di Ercole e Anteo, opera del Tribolo e di Pierino da Vinci, coronata dal gruppo bronzeo di Bartolomeo Ammannati, e ancora più sorprendente è la Grotta degli Animali, detta anche del Diluvio: una scenografia straordinaria in cui marmi policromi scolpiti raffigurano creature immerse in una simulazione di grotta, animata in origine da spettacolari giochi d’acqua.

Ma non è tutto. Il giardino vanta ancora oggi una collezione di agrumi che non ha eguali al mondo: cinquecento piante, molte delle quali discendenti dalle varietà coltivate dai Medici, alcune con oltre tre secoli di vita. Da aprile a ottobre i vasi adornano i viali e i parterre, mentre in inverno trovano riparo nelle antiche limonaie.

Accanto agli agrumi, un piccolo gioiello botanico è rappresentato dal giardino delle erbe officinali e dalla Stufa dei mugherini, dove prospera il prezioso gelsomino indiano di Goa, fiore raro che diede il nome alla serra del “Giardino segreto”.

Dal fasto granducale alla modernità

Nei secoli successivi, la villa conobbe nuove stagioni. Passò ai Lorena, che rielaborarono il giardino in senso più pittoresco, e in seguito ai Savoia, che nel 1919 la donarono allo Stato italiano. Da quel momento Castello smise di essere una residenza privata per diventare patrimonio collettivo, con una nuova vocazione culturale.

Oggi la villa ospita l’Accademia della Crusca, la più prestigiosa istituzione dedicata alla lingua italiana, e l’Opera del Vocabolario Italiano. Non tutte le sale sono accessibili al pubblico: tra quelle di maggior fascino vi è la Sala delle Pale, dove campeggiano gli stemmi dei membri storici dell’Accademia, testimonianza della lunga tradizione che lega Castello al sapere.

Il giardino, invece, continua a vivere come luogo di incontro tra arte e natura. È visitabile liberamente e fa parte della Rete Europea dei Giardini Storici, a conferma del suo ruolo di modello e riferimento a livello internazionale.

Scorcio della Villa Medicea di Castello a Firenze

Stefano Casati-Ufficio Stampa

Particolare della facciata della Villa Medicea
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Amici Miei: viaggio tra le vere location del film cult in Toscana

Che cos’è il genio? È fantasia, intuizione, decisione e velocità d’esecuzione” diceva Il Perozzi parlando del Necchi.

Amici Miei non è solo una delle commedie più amate del cinema italiano, ma anche un autentico tour cinematografico tra angoli iconici e meno conosciuti di Firenze, della Toscana e di alcuni borghi italiani. Diretto da Mario Monicelli nel 1975, il film racconta le vicende di cinque inseparabili amici di mezza età – il barista Necchi (Duilio Del Prete), il giornalista Perozzi (Philippe Noiret), l’architetto Melandri (Gastone Moschin), il nobile decaduto Mascetti (Ugo Tognazzi) e il chirurgo Sassaroli (Adolfo Celi) – che trascorrono il tempo libero architettando scherzi memorabili ai danni di vittime inconsapevoli.

Dove è stato girato

Seguire le location di Amici Miei significa attraversare una Firenze autentica e spesso lontana dai percorsi turistici tradizionali, scoprire borghi dal fascino antico e rivivere scene che hanno fatto la storia della commedia all’italiana. Un viaggio in cui ogni scorcio racconta non solo una gag, ma anche il gusto amaro e poetico dell’amicizia e del tempo che passa.

Basilica di San Lorenzo

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Basilica di San Lorenzo a Firenze

Firenze come non l’avete mai vista

La città del giglio è la vera co-protagonista del film. Le riprese hanno immortalato non solo i luoghi più famosi, ma anche strade e quartieri meno battuti dal turismo. Un esempio è il bar Necchi, ritrovo fisso del gruppo, che nel film appare in via dei Renai, nel quartiere di San Niccolò.

È qui che nascono le trovate più esilaranti, tra partite a carte, sfide a biliardo e la conoscenza della loro “preda” preferita: il bonario ma sfortunato Righi (Bernard Blier). Proprio davanti al bar si svolge la celebre scena del clacson, con un vigile vittima della prima supercazzola. Sempre in zona, nel giardinetto antistante, il Righi attende di consegnare ai quattro una partita di droga che, in realtà, è semplice zucchero.

L’ospedale dove lavora il Sassaroli non è a Pescia, come si afferma nella trama, ma l’Istituto del Salviatico in zona Campo di Marte. È qui che, a seguito di un incidente, i quattro trascorrono un periodo di ricovero. Un’altra scena indimenticabile è quella sulle scalinate della Basilica di San Lorenzo, dove Mascetti cerca di vendere una gamba finta “già periziata dall’assicurazione”.

L’edificio scolastico frequentato da Titti (Silvia Dionisio) è in realtà il Museo Archeologico Nazionale di Firenze, in piazza della Santissima Annunziata. E ancora, il lungarno della Zecca Vecchia e viale Gramsci fanno da sfondo a uno dei monologhi più malinconici di Mascetti.

Lungarno

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Lungarno di Firenze

Scherzi leggendari tra stazioni e borghi

La scena forse più iconica si svolge alla stazione di Santa Maria Novella, dove i protagonisti, travestiti da zingari, schiaffeggiano i passeggeri affacciati ai finestrini dei treni in partenza.

Ma le riprese escono anche dai confini fiorentini: a Calcata Vecchia, suggestivo borgo in provincia di Viterbo, il gruppo mette in allarme la popolazione simulando un imminente abbattimento di case per la costruzione di nuove infrastrutture.

Una delle bravate più elaborate si svolge al Castello di Marignolle, nelle colline a ovest di Firenze, dove i cinque si imbucano a una festa per organizzare un inganno ai danni del Righi, facendolo credere parte di una pericolosa banda di spacciatori.

Il “luogo dello scambio” del presunto bottino è oggi il Mandela Forum, grande struttura in cemento nella zona di Campo di Marte. Il film si chiude in piazza Santo Spirito, con il funerale del Perozzi. Anche in questo momento, apparentemente solenne, i superstiti non rinunciano a divertirsi, ancora una volta alle spalle dell’ignaro Righi.

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Firenze contro l’overtourism: si pensa al ticket d’ingresso come Venezia

Il problema dell’overtourism a Firenze non è recente, ma sfida la città da ben trent’anni. Il centro si sta svuotando sempre di più come diretta conseguenza di un modello economico che espelle progressivamente i residenti a favore del turismo. Sono in pochi quelli che, al giorno d’oggi, possono permettersi di vivere nel centro storico di Firenze, dove il mercato immobiliare sembra indirizzato sempre più al turismo e meno ai fiorentini.

Questo è un aspetto che si nota visitando la città fuori stagione, ma in alta stagione com’è la situazione? Come ha dichiarato Francesco Bechi, presidente di Federalberghi Firenze, il problema sarebbero i visitatori giornalieri che non pernottano in città. La soluzione, per adesso solo teorica, potrebbe essere quella di introdurre un ticket d’ingresso come a Venezia.

Ticket d’ingresso per Firenze: la proposta

Lasciando parlare i numeri, la pressione turistica su Firenze aumenta di anno in anno. Dai 7,8 milioni nei primi 9 mesi del 2024, la stima per fine anno è salita a 15 milioni (+7 %).

In occasione dell’assemblea dell’associazione, Francesco Bechi, presidente di Federalberghi Firenze, ha avanzato una proposta: inserire il ticket d’ingresso come a Venezia. Questo perché, secondo Bechi, sono i visitatori giornalieri, che non pernottano, “il vero grande problema di una destinazione come Firenze, al pari di Venezia e di Roma. È su questo punto che dobbiamo lavorare, realizzando degli hub di arrivo dove si possa proporre un biglietto specifico per coloro che visitano la destinazione, e non vi rilasciano valore aggiunto anche in termini di pagamento dei servizi che vengono resi, anche attraverso il trasporto pubblico locale”.

Ha concluso la sua dichiarazione affermando che “si tratta di dare delle priorità: ognuno può venire, ma evidentemente chi soggiorna deve essere premiato“.

Le norme di Firenze contro l’overtourism

L’ipotesi del ticket d’ingresso è solo l’ultima delle iniziative pensate per contrastare l’overtourism a Firenze. Già alla fine del 2024, in occasione del G7 dedicato al turismo, il capoluogo toscano ha approvato diverse misure contro gli effetti dall’eccesso di visitatori raccolte in un “Piano per il turismo sostenibile”.

Queste riguardano il divieto di utilizzo delle keybox nell’area UNESCO del centro storico, ossia le classiche scatole utilizzate dai proprietari di appartamenti in affitto a breve termine per lasciare le chiavi agli ospiti, posizionate sulle facciate esterne dei palazzi. Introdotti anche dei limiti ai cosiddetti veicoli atipici (le “golf car”) e il divieto di utilizzo di amplificatori e altoparlanti da parte delle guide turistiche.

Sono previsti anche dei limiti per l’apertura di nuove locazioni turistiche e controlli mirati sugli annunci esistenti. Inoltre, sarà obbligatorio esporre l’ID identificativo dell’immobile e aderire alla dashboard del turismo.

Firenze si trova oggi di fronte a una sfida complessa: continuare a essere una destinazione aperta al mondo, conciliando il turismo con le esigenze di chi vive la città ogni giorno. Una sfida che la accomuna a tante altre realtà che devono necessariamente trovare un modo di preservare l’identità delle città d’arte in un mondo sempre più connesso e affollato.

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Corridoio Vasariano degli Uffizi: il nuovo allestimento celebra la grandezza dell’Impero romano attraverso 50 busti

Il museo degli Uffizi di Firenze torna a far parlare di storia: il Corridoio Vasariano, un passaggio che unisce Palazzo Pitti alle Gallerie attraversando il cuore della città riapre in una veste nuova che racconta la storia. L’esposizione prevederà una collezione di cinquanta busti romani che raccontano l’epoca imperiale; dopo oltre 30 anni di custodia nei depositi queste sculture tornano visibili al pubblico con un progetto di tutto rispetto.

L’iniziativa fa parte del progetto Futuro nell’Antico curata e desiderata dal direttore Simone Verde che punta a valorizzare un patrimonio archeologico conservato nelle collezioni del museo. Il luogo non è stato scelto a caso: si tratta del corridoio voluto da Cosimo I de’ Medici per collegare palazzo Vecchio a palazzo Pitti senza mai dover accedere alla strada.

I busti che popolano il corridoio Vasariano degli Uffici

Non possiamo parlare semplicemente di busti antichi: la collezione di 50 volti raccontano l’impero romano attraverso autentici ritratti che spaziano da Cicerone ad Augusto fino a Commondo e volti quali Antonino Pio e Sabina, imperatrice e moglie di Adriano.

Accanto ai busti di queste figure ce ne sono tante altre, altrettanto evocative seppur meno note. La qualità artistica delle opere, unite al loro valore simbolico, renderanno il corridoio una delle esperienze più suggestive da fare durante una visita agli Uffizi.

Le sculture esposte non sono una novità per gli Uffizi, ma una riscoperta. Fino al 1993, infatti, erano parte integrante del percorso museale al secondo piano della Galleria. Vennero rimosse in seguito alla decisione di riportare l’arredo scultoreo alle sue origini settecentesche, secondo la visione documentata dell’epoca.

Molti di questi busti vennero acquistati proprio nel Settecento dallo studioso e antiquario Luigi Lanzi, vicedirettore della Galleria, con l’obiettivo di rafforzare la collezione di ritratti imperiali delle Gallerie medicee. Dopo la loro esclusione nel progetto museale degli anni Novanta, furono conservati nei depositi, invisibili al pubblico per oltre tre decenni.

Oggi, la loro ricollocazione assume il duplice significato di restituzione storica e valorizzazione culturale. Non solo rientrano nel percorso originario pensato per ambienti Vasariani, ma ritrovano anche il loro ruolo di ambasciatori artistici della classicità romana.

Corridoio Vasariano degli Uffizi

Ufficio Stampa

Il nuovo allestimento per il Corridoio Vasariano degli Uffizi

L’omaggio alla storia romana

Questa rinnovata esposizione permette a Firenze di confrontarsi simbolicamente con le grandi raccolte romane, come i Musei Capitolini. Già nel XVIII secolo, la collezione fiorentina fu considerata all’altezza delle migliori collezioni della capitale, e il ritorno dei busti nel percorso Vasariano rafforza questo dialogo tra le due città simbolo del patrimonio artistico italiano.

Il Corridoio Vasariano diventa così una galleria tra cielo, Arno e storia, dove la voce degli antichi imperatori torna a risuonare tra le pietre del Rinascimento.

Nel comunicato stampa ufficiale è riportato il commento del direttore delle Gallerie Simone Verde che ha commentato così il progetto: “Dopo la ricostituzione della sala dei marmi antichi al secondo piano della Galleria, questo allestimento è un ulteriore passo avanti, all’insegna del motto Futuro nell’Antico, per la valorizzazione del collezionismo archeologico mediceo, che agli Uffizi è presente con complessi esemplari come la Sala della Niobe, la serie di sculture dei corridoi ricomposta sulla scorta dell’ordinamento settecentesco, poi storicizzato, dall’allora vicedirettore della Galleria Luigi Lanzi e il progetto ambizioso e suggestivo, attualmente in corso, di ricostituzione dell’antico ricetto delle iscrizioni”.

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I sogni di chi visita Firenze: esperienze indimenticabili viste dagli occhi degli stranieri

Firenze è un capolavoro a cielo aperto che da secoli conquista chiunque la visiti, con la sua storia millenaria e il fascino unico delle sue strade. Ma cosa consigliano davvero gli stranieri che l’hanno vissuta e amata, oltre ai classici musei e alle imponenti cattedrali?

Ecco le cose da non perdere a Firenze tra attrazioni più famose, dettagli inaspettati, esperienze autentiche e angoli poco noti che rendono la città viva e sorprendente. Seguendo i consigli dei viaggiatori internazionali – riportati dal The Times – ci si potrà immergere completamente nello spirito fiorentino, tra arte, cultura, sapori genuini e panorami indimenticabili che resteranno nel cuore.

Ordinare un drink da una “buchetta del vino”

Tra le esperienze più amate c’è quella delle buchette del vino, piccole finestrelle nel muro attraverso cui si servivano bicchieri di vino già nel XVI secolo – venivano usate durante il periodo della peste permettendo così di servire bevande con il minimo contatto fisico. Tornate di moda durante la pandemia, affascinano i turisti con il loro charme storico e l’atmosfera misteriosa.

In giro per la città ce ne sono un centinaio e basta suonare il campanello, attendere il calice e sorseggiare un ottimo vino locale, magari prima di entrare per cena nel ristorante.

Esplorare Firenze su una Fiat 500 d’epoca

Per gli stranieri, girare Firenze su una Fiat Cinquecento d’epoca è un’esperienza unica e memorabile. Per questo motivo, esistono tour che permettono di scoprire la città e le sue colline a bordo della più iconica delle auto italiane, tra soste panoramiche e picnic all’aria aperta. Un tuffo nel passato che unisce nostalgia, bellezza e puro divertimento.

Lasciarsi incantare dalla Cappella Brancacci

Un vero gioiello spesso trascurato è la Cappella Brancacci, considerata la culla del Rinascimento pittorico. Qui il pittore Tommaso di Ser Giovanni di Simone – detto Masaccio – rivoluzionò l’arte nel 1425 con l’uso di luci, ombre e tridimensionalità. Visitare questa cappella significa vedere dal vivo dove tutto è iniziato, respirando la stessa aria che ispirò i grandi maestri. La visita va prenotata con anticipo e l’ingresso è consentito solo a 30 persone alla volta.

Annusare un profumo rinascimentale

Annusare un profumo rinascimentale entrando nell’Officina Profumo-Farmaceutica di Santa Maria Novella, un gioiello medievale nato come farmacia dei frati domenicani, è un’attività imperdibile. Qui nacquero fragranze famose, come quella creata per Caterina de’ Medici. Oltre ai profumi, si possono scoprire antichi strumenti e affreschi del XIV secolo che raccontano una storia affascinante. Anche solo visitarla è un’esperienza che risveglia i sensi e la memoria del passato.

Ammirare il tramonto dal Piazzale Michelangelo

Un altro “must” per chi visita Firenze è godersi il tramonto dal Piazzale Michelangelo. Questo punto panoramico regala una vista mozzafiato sulla città: il Duomo, Palazzo Vecchio, il fiume Arno. È un momento quasi sacro per molti turisti, che si uniscono sulla scalinata per scattare foto indimenticabili o semplicemente per lasciarsi cullare dalla musica dei buskers bevendo un drink in compagnia.

Rilassarsi tra natura e arte a Villa Bardini

Per una pausa dal caos turistico, molti stranieri consigliano di salire fino a Villa Bardini – sopra il Ponte alle Grazie. Con i suoi giardini in fiore, i sentieri a zig-zag e la maestosa scalinata barocca, è il luogo perfetto per una passeggiata tranquilla e un caffè con vista. Meno affollata dei Giardini di Boboli, regala angoli di pace e panorami incredibili.

Salire sul Campanile di Giotto

Salire sul campanile di Giotto è un’esperienza imperdibile per chi visita Firenze. Mentre la cupola del Brunelleschi domina il cielo, il campanile offre una prospettiva unica su questo capolavoro architettonico. La salita di circa 400 gradini stretti regala non solo panorami mozzafiato, ma anche la possibilità di ammirare da vicino i dettagli di una costruzione che ancora oggi affascina per la sua ingegneria.

salire sul Campanile di Giotto a Firenze

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Vista del Duomo di Firenze con la cupola del Brunelleschi e il campanile di Giotto

Consigliato prenotare per il mattino presto per evitare la folla che scende e godersi il silenzio della torre. La salita non è adatta ai claustrofobici, ma la vista ripaga ogni sforzo.

Pagaiare sotto il Ponte Vecchio

Pagaiare sotto il Ponte Vecchio per vedere Firenze da una prospettiva unica e affascinante. Si può scegliere tra lo stand-up paddle, per chi ama la sfida, o il packraft, per chi vuole fare un’esperienza più stabile e rilassante.

Pagaiare sotto il Ponte Vecchio a Firenze

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Veduta di Ponte Vecchio

Navigando sotto il ponte, si potrà immaginare il fiume come lo vedevano i mercanti di lana medievali, protagonisti della ricca storia tessile fiorentina. Un’attività che unisce avventura e suggestione storica.

Altre esperienze consigliate da non perdere

Se si ha più tempo a disposizione, ecco altre attività molto apprezzate dai viaggiatori stranieri, perfette per completare l’esperienza fiorentina:

  • visitare il Duomo, la Cattedrale di Santa Maria del Fiore per ammirare l’interno e il pavimento in marmo,
  • scoprire il Battistero ottagonale e il suo soffitto a mosaico del XIII e XIV secolo – mix di tradizioni bizantine, veneziane e fiorentine – dorato,
  • assaggiare un gelato biologico a pochi passi dal Duomo,
  • ammirare le porte del Battistero al museo del laboratorio della cattedrale,
  • fare un tour a piedi della città storica, meglio se con una guida autorizzata,
  • pranzare al Mercato Centrale – che risale al periodo in cui Firenze fu capitale d’Italia dal 1865 al 1871 – tra street food e specialità locali,
  • pianificare bene la visita agli Uffizi – museo d’arte rinascimentale – per evitare la folla e la fatica,
  • rimanere affascinati da Santa Maria Novella e dagli affreschi rinascimentali,
  • scoprire i segreti di Palazzo Vecchio – che domina Piazza della Signoria con la sua Fontana del Nettuno – tra mappe e passaggi nascosti,

    Cosa visitare a Firenze secondo gli stranieri

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    La Fontana del Nettuno
  • ammirare i capolavori della Galleria Palatina a Palazzo Pitti,
  • rendere omaggio ai Medici nelle Cappelle Medicee – la cripta, la Sagrestia Nuova e la Cappella dei Principi – tra scultura e storia,
  • visitare il Museo della Moda a Palazzo Pitti,
  • scovare l’altro David di Donatello al Museo del Bargello,
  • scoprire il David di Michelangelo alla Galleria dell’Accademia – da prenotare perché sempre affollata.