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Cinque grandi città italiane unite per un nuovo e visionario modello di turismo sostenibile

Cos’hanno in comune Firenze, Milano, Napoli, Roma e Venezia? Sono le cinque città turistiche italiane che partecipano a Grandi Destinazioni Italiane per un Turismo Sostenibile. Daniela Santanchè, nelle vesti di Ministro del Turismo, ha spiegato l’obiettivo del progetto partendo dal coinvolgimento delle città che più hanno a che fare con l’overtourism.

Il progetto Grandi Destinazioni Italiane per il turismo sostenibile

Firenze, Milano, Napoli, Roma e Venezia si uniscono contro l’overtourism e un turismo più sostenibile nel progetto GDITS presentato dal Ministro del Turismo Daniela Santanchè. L’iniziativa, con un finanziamento di 6 milioni di euro suddiviso equamente, ha messo il capoluogo toscano come cabina di regia. Le risorse sono destinate allo sviluppo di azioni concrete per alleggerire la pressione nei centri storici e favorire itinerari alternativi.

Le tre direttrici strategiche che guidano l’iniziativa sono:

  • Governance, per una gestione coordinata e condivisa;
  • Digitalizzazione, per innovare i servizi e la fruizione dei luoghi;
  • Competitività, per migliorare l’attrattiva nel rispetto della sostenibilità.

Vediamo città per città quali sono le iniziative.

Milano, Let Mi… Promote and Experience Milan

Con il progetto “Let Mi… Promote and Experience Milan”, il capoluogo lombardo desidera puntare l’attenzione verso la valorizzazione del suo caratteristico dinamismo culturale: arte, design e spettacolo diventano protagonisti di un’offerta turistica più variegata e consapevole. Per riuscirci Milano mette in campo strumenti digitali e innovazioni tech così da promuovere un’esperienza meno invasiva e più rispettosa.

Milano e turismo sostenibile progetto GDITS

Fonte: iStock

Milano tra le cinque città coinvolge nel progetto per il turismo sostenibile

Venezia, EnjoyRespectVenezia

Venezia, da tempo simbolo globale del sovraffollamento turistico, lancia la campagna “#EnjoyRespectVenezia”. Il messaggio è chiaro: educare i visitatori a comportamenti rispettosi e indirizzare i flussi lontano dalle aree più fragili. La comunicazione mirata diventa così uno strumento fondamentale per salvaguardare il delicato equilibrio della città lagunare.

Firenze, Enjoy, Respect & Feel Florence

Oltre al ruolo di coordinatrice, Firenze si inserisce nel progetto con “Enjoy, Respect & Feel Florence”. L’obiettivo del capoluogo della Toscana è gestire al meglio la pressione turistica coinvolgendo la cittadinanza e promuovendo itinerari legati al cinema e allo sport. L’idea è quella di dar vita a buone pratiche per un turismo più equilibrato ed inclusivo spostando l’atetnzione dai luoghi più battuti dall’overtourism e offrendo valide alternative.

Roma: Unexpected Itineraries of Rome

Roma sorprende con “Unexpected Itineraries of Rome”, il programma che desidera dare vita a nuove opportunità turistiche nella capitale spostandosi dai circuiti più tradizionali. Basta posti manistream e via libera a contenuti digitali per un’esperienza più contemporanea. La città eterna mostra così un volto meno noto e attira turisti che desiderano vivere tutte le meraviglie che ha da offrire, valutando anche quartieri meno battuti e luoghi meno congestionati.

Napoli: innovazione al servizio della sostenibilità

Napoli presenta “Napoli TouristTech”, un’iniziativa che combina la tecnologia con la valorizzazione del territorio. Sono previsti info-point sostenibili, la promozione del trekking urbano e una forte spinta sulla comunicazione digitale per incentivare un turismo più consapevole e rispettoso della cultura locale.

Il Ministro Daniela Santanchè è fortemente convinto del progetto che si basa sulla sostenibilità come leva di sviluppo. L’obiettivo a lungo termine è quello di poter trasformare il modello in qualcosa di replicabile e applicabile in altre città del Paese.

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Cammino di San Jacopo: tappe, consigli e quando percorrerlo

Il Cammino di San Jacopo è un itinerario suggestivo che attraversa da est a ovest la regione Toscana, collegando Firenze a Livorno lungo un percorso di circa 170 km. È molto più di un cammino: rappresenta un’occasione per esplorare con lentezza alcune delle città e dei borghi più affascinanti della Toscana, immersi in un paesaggio che alterna colline, pianure, borghi medievali e città d’arte. Questo cammino si ispira all’antica tradizione del pellegrinaggio medievale verso Santiago di Compostela, offrendo una versione italiana e profondamente radicata nella cultura locale di quel lungo viaggio di fede, scoperta e trasformazione interiore.

Lungo il tracciato, i pellegrini moderni possono riscoprire il valore della connessione tra spiritualità e territorio, attraversando luoghi che uniscono il patrimonio artistico alla bellezza della natura. È un cammino accessibile a molti, che si sviluppa su tappe ben organizzate e segnalate, e che riesce a coniugare l’esperienza spirituale con il piacere della scoperta culturale, gastronomica e paesaggistica.

La storia del Cammino di San Jacopo

Il Cammino di San Jacopo affonda le sue radici nel Medioevo, in un tempo in cui l’Europa era attraversata da migliaia di pellegrini diretti verso i grandi santuari della cristianità. Uno dei più importanti era quello dedicato a San Giacomo il Maggiore a Santiago di Compostela, in Galizia. Ma non tutti si spingevano fino in Spagna: alcuni si fermavano a Pistoia, città che nel XII secolo ricevette una reliquia del santo proprio da Santiago. Questo evento sancì l’importanza di Pistoia come centro di culto giacobeo, trasformandola in una “Compostela minore” e rendendola una tappa prestigiosa lungo i percorsi devozionali dell’epoca.

Il cammino moderno riprende questa antica funzione spirituale, ma la arricchisce di significati contemporanei. Oggi rappresenta una via che consente di riscoprire tracciati millenari, ma anche la storia e l’identità culturale dei territori attraversati. È un viaggio nel tempo e nello spazio, che unisce devozione, storia e bellezza, attraverso una Toscana meno conosciuta, e per questo ancora più autentica.

Le tappe del Cammino di San Jacopo

Il Cammino di San Jacopo è strutturato in sei tappe principali, che collegano Firenze a Livorno attraversando Prato, Pistoia, Pescia, Lucca e Pisa. Si tratta di un percorso accessibile ma vario, che alterna tratti urbani, collinari e pianeggianti, accompagnando il pellegrino in un viaggio immerso nella storia, nell’arte e nella spiritualità toscana.

Tappa 1: Firenze – Prato

(27,1 km, 190 D+, 6h)

Il cammino parte da Firenze, città d’arte per eccellenza, e si sviluppa inizialmente in zone collinari a bassa quota, tra ville storiche e paesaggi rurali. Superata l’area metropolitana, si entra in Calenzano e poi in Prato, dove si possono ammirare la Cattedrale di Santo Stefano, il Castello dell’Imperatore e il centro storico ben conservato. Il percorso è semplice, ben segnalato e adatto anche a chi è alle prime esperienze.

Ponte Vecchio, Firenze

Fonte: 123RF

Ponte Vecchio, Firenze

Tappa 2: Prato – Pistoia

(27,1 km, 350 D+, 7h)

Questa tappa presenta un dislivello più significativo e una difficoltà media. Si attraversano ambienti collinari e aree boschive fino a raggiungere la città di Pistoia, uno dei centri spirituali del cammino grazie alla reliquia di San Giacomo custodita nella Cattedrale di San Zeno. Il tracciato passa da borghi e pievi medievali, offrendo scorci panoramici e momenti di quiete nella natura.

Tappa 3: Pistoia – Pescia

(29,6 km, 300 D+, 7h 30’)

È la tappa più lunga del cammino, con difficoltà media. Si sale attraverso le dolci colline della Valdinievole, tra uliveti e piccoli centri come Collodi, celebre per il Parco di Pinocchio e Villa Garzoni. L’arrivo a Pescia regala una visione più autentica della Toscana, tra storia, floricoltura e antiche tradizioni artigiane. È consigliato partire presto per affrontare con calma la lunghezza dell’itinerario.

Tappa 4: Pescia – Lucca

(26,3 km, 190 D+, 6h)

Tappa prevalentemente pianeggiante, che consente di attraversare la campagna lucchese e borghi storici come San Gennaro e Segromigno in Monte. L’arrivo a Lucca è tra i più suggestivi del cammino: si entra nella città attraverso le sue celebri mura rinascimentali, visitando la Cattedrale di San Martino, la Chiesa di San Michele in Foro e la Chiesa di San Jacopo in Fossa, meta simbolica per i pellegrini.

Tappa 5: Lucca – Pisa

(28,6 km, pianeggiante, 6h 30’)

Un itinerario pianeggiante che attraversa campagne, sentieri lungo corsi d’acqua e piccoli centri rurali. Il cammino segue in parte il tracciato della Via Francigena, fino a giungere a Pisa, città simbolo del Medioevo europeo. L’arrivo alla Piazza dei Miracoli, con la Torre Pendente, il Battistero e il Duomo di Santa Maria Assunta, rappresenta un momento di grande emozione.

Torre di Pisa

Fonte: 123RF

Torre di Pisa

Tappa 6: Pisa – Livorno

(35,9 km, pianeggiante, 9h)

Tappa conclusiva lunga e variegata, da suddividere eventualmente in due giorni. Dopo aver lasciato Pisa, si attraversano zone costiere, aree protette e ambienti naturali tipici della Maremma settentrionale. L’arrivo a Livorno, presso la Chiesa di San Jacopo in Acquaviva, rappresenta il completamento simbolico del cammino: un incontro tra terra e mare, tra storia e spiritualità.

Indicazioni pratiche per affrontare il Cammino

Il Cammino di San Jacopo si distingue per la sua buona accessibilità e per la presenza di infrastrutture ricettive ben distribuite. La segnaletica, curata e continua, rende il percorso percorribile anche senza GPS, ma è sempre utile avere con sé una mappa dettagliata o un’app con il tracciato aggiornato. È un cammino che si può percorrere in autonomia, senza necessità di appoggi logistici particolari, anche grazie alla vicinanza con numerose stazioni ferroviarie lungo il tragitto.

Essendo un cammino prevalentemente su strade asfaltate o ben battute, sono consigliate scarpe da trekking leggere o scarponcini da cammino urbano. I bastoncini possono essere utili nei tratti collinari, in particolare tra Pistoia e Pescia. La credenziale per i timbri si può ottenere presso enti religiosi o turistici nelle città di partenza, ed è necessaria per accedere ad alcune ospitalità convenzionate per pellegrini.

Va tenuto conto che alcune tappe attraversano aree molto calde d’estate, per cui è consigliabile partire presto al mattino e portare con sé almeno 1,5 litri d’acqua, oltre a cibo energetico per le pause. Il cammino si presta anche a essere modulato: è possibile fare solo una parte, approfittando dei frequenti collegamenti ferroviari tra le tappe.

Quando partire e a chi è consigliato

Il periodo ideale per affrontare il Cammino di San Jacopo va da aprile a giugno e da settembre a ottobre. In questi mesi, il clima è mite e le giornate sono abbastanza lunghe da permettere una camminata senza stress. In estate, le alte temperature e l’esposizione al sole in alcuni tratti rendono il cammino più faticoso, mentre in inverno alcune zone collinari possono essere meno agevoli a causa della pioggia o del fango, sebbene il percorso sia percorribile tutto l’anno.

Il cammino è adatto a chi cerca un’esperienza meditativa ma accessibile, a chi desidera unire cultura, natura e spiritualità in un contesto ben organizzato. È perfetto per chi non vuole affrontare grandi dislivelli montani ma desidera comunque vivere l’avventura del cammino. Può essere affrontato anche in gruppo o da camminatori solitari, ed è un’ottima scelta per un primo pellegrinaggio, o per chi vuole riscoprire la Toscana in modo autentico.

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Il Castello delle Meraviglie torna a vivere: Sammezzano si avvia verso una rinascita

Dopo più di trent’anni di silenzio, incuria e un’aura da palazzo incantato dimenticato nel bosco, il Castello di Sammezzano, capolavoro dell’arte orientalista a pochi chilometri da Firenze, si prepara finalmente a risorgere. A riportarlo (quasi) ufficialmente in vita è la famiglia Moretti, che ha acquistato la proprietà con un progetto ambizioso: farne un polo culturale, museale e anche ricettivo.

Il comitato Savesammezzano, che da anni si batte con passione e ostinazione per la tutela del sito, ha annunciato la notizia con un post che trasuda entusiasmo: “Possiamo finalmente iniziare a sorridere e guardare con reale ottimismo al futuro”. E se lo dicono loro, che questo futuro l’hanno aspettato a lungo e con il fiato sospeso, c’è da crederci davvero.

Un sogno moresco nel cuore della Toscana

Sembra uscito da Le Mille e una Notte e invece è incastonato tra le colline di Reggello, a circa 30 chilometri da Firenze. Il Castello di Sammezzano è un unicum assoluto nel panorama europeo: 365 stanze (una per ogni giorno dell’anno), arabeschi che sembrano danzare sulle pareti, cupole a cipolla, mosaici sgargianti, maioliche e soffitti policromi che lasciano senza fiato.

A volerlo così fu il visionario marchese Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona, che tra il 1853 e il 1889 trasformò una residenza seicentesca in un palazzo delle meraviglie, ispirandosi all’estetica moresca e orientale. Il risultato? Un tripudio di colori, forme e simbolismi, capace di far girare la testa anche agli appassionati più smaliziati d’arte.

Poi, l’oblio. Il castello è rimasto chiuso e inaccessibile per oltre tre decenni, preda del degrado, delle infiltrazioni, delle intemperie e anche dell’incuria umana. Le aste andate a vuoto si sono alternate a speranze puntualmente deluse, e persino un enorme ecomostro in cemento armato è spuntato nei dintorni, deturpando il contesto. Ma ora, lo scenario cambia.

Lo scorso 28 aprile, il Tribunale ha omologato il concordato della SMZ Srl, e l’intera proprietà è passata, secondo fonti ufficiali, alla famiglia Moretti. Una notizia che segna un prima e un dopo nella storia di Sammezzano.

Castello di Sammezzano, interno

Fonte: Ansa

Vista dall’interno delle sale del Castello di Sammezzano

Il piano Moretti: via l’ecomostro, spazio alla bellezza

La famiglia Moretti, in particolare Ginevra, artefice della spinta finale, e Giorgio, già noto a Firenze per aver fondato gli Angeli del Bello, ha un piano ben preciso: partire dalla memoria, guardare al futuro. Il primo passo sarà l’apertura di un museo dedicato alla storia del castello, aperto al pubblico. Un gesto simbolico ma fondamentale per restituire a Sammezzano la sua anima.

E poi, largo ai lavori veri: restauro del piano nobile, riqualificazione del parco secolare, abbattimento del “mostro” in cemento di 9.500 metri quadri che incombe nei pressi del castello, e la creazione di spazi per eventi, matrimoni, turismo culturale e ospitalità di charme. Un progetto monumentale, ma che finalmente sembra essere concreto.

Restano da attendere i termini di legge: trenta giorni per eventuali ricorsi e sessanta per l’eventuale prelazione dello Stato, attivabile da metà maggio. Ma il clima è sereno. “Sì, confermiamo l’acquisto – ha dichiarato Giorgio Moretti – anche se ci sono ancora passaggi tecnici da rispettare. Tuttavia il nostro impegno è concreto e prioritario”.

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Un viaggio tra sapori e tradizioni: gli eventi imperdibili del 25 aprile

Il weekend del 25 aprile 2025 si preannuncia ricco di eventi e sagre in tutta Italia. Un’ampia varietà di esperienze culturali, enogastronomiche e artistiche sono in programma da nord a sud. Dalle fiere dell’artigianato alle degustazioni di vini, dai mercatini vintage ai festival internazionali: ecco una selezione di 10 imperdibili appuntamenti per celebrare al meglio la Festa della Liberazione.

Mostra Internazionale dell’Artigianato a Firenze

Dal 25 aprile al 1 maggio 2025, la splendida cornice della Fortezza da Basso di Firenze accoglie l’89ª edizione della Mostra Internazionale dell’Artigianato – MIDA. Si tratta di un appuntamento ormai storico che valorizza la sapienza manuale e creativa degli artigiani. L’evento ospita centinaia di espositori provenienti da ogni parte del mondo: maestri vetrai, ceramisti, tessitori, ebanisti, stilisti, incisori, orafi, pellettieri e tanti altri. Oltre alla possibilità di acquistare pezzi unici e autentici, i visitatori potranno assistere a dimostrazioni dal vivo e partecipare a laboratori interattivi pensati anche per i bambini. Un’occasione straordinaria per entrare a contatto con le tradizioni e le innovazioni del “fatto a mano”.

Vinicoli 2025 tra i caruggi di Genova

Il 27 aprile 2025, il cuore pulsante del centro storico di Genova si anima con la nuova edizione di Vinicoli. Questo evento unisce vino, cultura e territorio in un percorso sensoriale davvero suggestivo fatto di 7 tappe e 7 locali. Le antiche viuzze dei “caruggi”, ricche di fascino e storia, diventano così il palcoscenico di un itinerario enogastronomico. Ogni tappa è caratterizzata da vini naturali selezionati provenienti da cantine liguri e nazionali – presente anche una cantina austriaca. Lungo il percorso, ci sarà anche la possibilità di assaggiare lo street food pensato apposta per l’occasione. L’iniziativa non è solo un’opportunità per degustare eccellenze locali, ma anche per vivere la città da un punto di vista intimo e autentico, riscoprendo scorci nascosti, piccole piazze e atmosfere cariche di tradizione.
Il costo della card è di 28 euro e questa da diritto ad accedere al percorso degustazione completo.

Siamo Fritti! evento a Bologna

Dal 24 al 27 aprile 2025, Bologna accende i riflettori su una delle tecniche culinarie più amate d’Italia: il fritto. Con l’evento Siamo Fritti, un viaggio fra i sapori d’Italia, il Grand Tour Italia celebra il cibo di strada in tutte le sue forme più croccanti, saporite e invitanti. Dai cuoppi napoletani alle olive all’ascolana, dalle panelle siciliane al gnocco fritto emiliano e così via con tante altre specialità rigorosamente fritte.

eventi culinari 25 aprile in italia

Fonte: iStock

Panino con panelle

L’evento si svolge all’interno del Grand Tour Italia – un parco esperienziale di 50.000 mq – attrezzato con stand gastronomici regionali. I visitatori potranno comporre il proprio percorso di degustazione grazie ai Passi, i token ufficiali del parco, il tutto in un’atmosfera conviviale, con tanto di musica, intrattenimento e workshop per scoprire i segreti della frittura perfetta. Un appuntamento imperdibile per i food lover e per tutta la famiglia.

Hippie Market ai Castelli Romani

Dal 25 al 27 aprile 2025, l’Hippie Market trasporta il pubblico nell’atmosfera magica e gitana degli anni ’70, nella splendida cornice dei Castelli Romani, e più precisamente presso un nuovo incantevole spazio di 4.000 mq sito in via dei Laghi km 4.0 a Marino in stile deserto messicano. Questo evento colorato e coinvolgente è molto più di un semplice mercatino. Si tratta di un vero e proprio viaggio nel tempo tra bancarelle di abbigliamento vintage, gioielli artigianali, accessori handmade, piante rare, vinili, incensi, lampade, candele, occhiali vintage, poster, illustrazioni, home decor. L’evento vedrà la partecipazione di giovani designers, artigiani, stilisti, illustratori ed artisti, accuratamente selezionati in tutta Italia. Oltre allo shopping, i visitatori potranno assistere a performance artistiche, concerti dal vivo, jam session e attività pensate per i bambini, come il trucca bimbi e laboratori che uniscono i valori del riciclo e la motricità fine, in uno spirito di condivisione, libertà e creatività che richiama il movimento flower power. L’evento si svolgerà dalle 11.30 alle 21.000 e avrà anche spazi dove mangiare come l’autentica “Finca Ibizenca”, creata “para compartir”, con cucina spagnola. Presente anche un’area pic-nic.

Artevento, festival internazionale dell’aquilone, a Cervia

Dal 24 aprile al 4 maggio 2025, la spiaggia di Pinarella di Cervia si trasforma in un teatro a cielo aperto grazie alla 45ª edizione di Artevento, il festival internazionale dell’aquilone – con l’Indonesia come ospite d’onore di quest’anno. Oltre 200 aquilonisti e artisti del vento provenienti da 50 nazioni daranno vita a spettacolari coreografie aeree, tra voli acrobatici sincronizzati, aquiloni giganti, danze nel vento e creazioni artistiche che lasceranno a bocca aperta adulti e bambini. Accanto alle esibizioni si svolgeranno anche laboratori creativi, mostre tematiche e attività ludiche per tutte le età.

evento a cervia per il 25 aprile

Fonte: iStock

Tanti aquiloni colorati sulla spiaggia al Cervia international kite festival “Artevento”

Nella giornata del 25 aprile sono in programma i seguenti appuntamenti:

  • l’annullo postale dedicato agli 80 anni dalla liberazione,
  • la cerimonia delle bandiere,
  • alle ore 14.00 si terrà il volo collettivo Nickelangelo’s party, in memoria del grande artista e maestro del volo inglese Nick James,
  • i maori dalle ore 15.00 porteranno a Cervia la forza dirompente dell’haka e i loro significativi canti waiata,
  • dalle 16.30 verrà allestita e presentata l’assoluta new entry di questa edizione: Trigon, l’installazione eolica,
  • la giornata del 25 aprile si concluderà poi con lo spettacolo “L’Uomo Calamita” di Circo El Grito.

Sagra della Ricotta a Vizzini

Il 25 aprile 2025, tra i suggestivi paesaggi collinari della provincia di Catania, Vizzini si veste a festa per accogliere una delle manifestazioni gastronomiche più attese della primavera siciliana: la sagra della ricotta. Questa sagra è un vero tributo alla ricotta fresca, autentico emblema della cultura casearia dell’isola. Durante l’evento, i visitatori potranno assaporare la ricotta in tutti i modi: calda appena colata nei tradizionali canestri, accompagnata da pane di grano duro, in ricette dolci e salate come cannoli, cassate, focacce rustiche e ravioli.
Una sagra culinaria ma anche didattica e culturale. I maestri casari locali infatti daranno dimostrazione della lavorazione tradizionale della ricotta, spiegando i segreti di una tecnica che si tramanda da generazioni. Lungo le vie del centro ci saranno mercatini artigianali, spettacoli folkloristici, cortei storici, musica dal vivo e laboratori aperti al pubblico.

Distinti Salumi a Cagli

Nel cuore delle Marche, Cagli, in provincia di Pesaro-Urbino, ospita Distinti Salumi, una manifestazione che celebra la norcineria artigianale italiana. Organizzata in collaborazione con Slow Food Italia e Slow Food Marche, l’evento trasformerà il centro storico di questo paesino marchigiano in un palcoscenico dedicato all’eccellenza gastronomica. Dal 25 al 27 aprile 2025, i visitatori potranno partecipare a degustazioni guidate, laboratori del gusto e incontri con produttori, esplorando così le tradizioni e le innovazioni della produzione di salumi di qualità.
L’inaugurazione è prevista per venerdì 25 aprile alle ore 17 presso il Teatro di Cagli in Piazza Papa Niccolò IV.

Festa dei Pesci Marinati a Comacchio

A Comacchio, la Festa dei Pesci Marinati celebra l’antica tradizione della marinatura del pesce, tipica delle Valli di Comacchio. Dal 25 al 27 aprile 2025, la manifattura dei marinati apre le sue porte per offrire un’esperienza immersiva tra degustazioni, mercatini, visite guidate, musica e laboratori per bambini.
L’evento in provincia di Ferrara valorizza i prodotti ittici locali, come l’anguilla e il cefalo, preparati secondo ricette tradizionali, e regala ai visitatori un viaggio nei sapori autentici del Delta del Po.

Vinum Alba 2025: la più grande enoteca a cielo aperto d’Italia

Dal 25 al 27 aprile e poi dal 1 al 4 maggio 2025, Alba ospita la 47ª edizione di Vinum, la fiera internazionale dei vini del Piemonte. ​
Durante la manifestazione, le piazze e le vie del centro storico si trasformeranno in un’enoteca a cielo aperto, con oltre 700 etichette in degustazione e circa 400 produttori presenti.

degustazioni di vino in italia il 25 aprile 2025

Fonte: iStock

Degustazione di vini con sommelier in una tradizionale fiera pubblica enogastronomica ad Alba

I visitatori potranno partecipare a degustazioni guidate, masterclass, corsi di cucina e laboratori sensoriali, esplorando le eccellenze vinicole delle Langhe, del Roero e del Monferrato.
Tra le novità del 2025, l’introduzione di un etilometro monouso personalizzato Vinum, incluso nel carnet di degustazione, per promuovere un consumo responsabile. Inoltre l’evento prevede: concerti, visite alla città sotterranea di Alba e passeggiate gourmet tra le colline patrimonio UNESCO.

Fiera di San Marco a Montecchio Emilia

Il 25 aprile 2025, Montecchio Emilia si anima con la tradizionale Fiera di San Marco, uno degli appuntamenti più amati della primavera reggiana. Questa storica fiera, che affonda le sue radici nella cultura contadina e nelle usanze locali, rappresenta oggi un perfetto mix tra tradizione e attualità. Le strade del centro si animeranno con bancarelle di prodotti tipici, degustazioni gastronomiche e stand dedicati all’artigianato locale.
Uno dei fulcri dell’evento è l’esposizione florovivaistica, con una vasta selezione di piante ornamentali, aromatiche e da frutto, ideale per gli appassionati di giardinaggio e per chi vuole dare un tocco di primavera alla propria casa. Non mancheranno attività pensate per i bambini  –  giochi, spettacoli itineranti e attività didattiche. Tra folklore, sapori genuini e convivialità, la Fiera di San Marco è un’occasione speciale per vivere like a local Montecchio Emilia.

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Riapre agli Uffizi lo Stanzino delle Matematiche: il genio rinascimentale torna alla luce

Possono essere diversi i motivi che portano al restauro di alcuni importanti spazi storici: il deterioramento naturale, l’inadeguatezza delle strutture originali, la valorizzazione del patrimonio e molto altro ancora. In sostanza, si cerca di preservare la bellezza e la storia di luoghi e oggetti che raccontano la nostra cultura e persino le nostre origini. Tuttavia, per far sì che questo accada, sono necessari dei periodi (più o meno lunghi) di chiusura.

È il caso dello Stanzino delle Matematiche, così chiamato per gli originali affreschi a tema scientifico che lo caratterizzano, che è stato appena riaperto al pubblico dopo alcuni lavori di restauro.

Alla scoperta dello Stanzino delle Matematiche

L’incredibile Stanzino delle Matematiche si trova presso la Galleria degli Uffizi di Firenze e venne scelto dal Granduca Ferdinando I de’ Medici (1549-1609) per allestirvi una ricca collezione di strumenti scientifici, già iniziata dal padre Cosimo I (1519-1574). Tra le sue mura vi dovevano essere apparecchiature ‘tecnologiche’, trattati su vari argomenti sempre attinenti alle Scienze, carte geografiche, piante di città e modelli lignei di macchine da guerra e fortificazioni.

Un ambiente davvero suggestivo, con uno straordinario soffitto affrescato tra il 1599 e il 1600 da Giulio Parigi con scene illustrative di importantissime invenzioni antiche e moderne, in cui si celebrano Pitagora, Tolomeo, Euclide e soprattutto Archimede.

I Medici, infatti, furono noti protettori delle scienze e di Galileo, il quale dedicò il suo Sidereus Nuncius a Cosimo II dei Medici. Galileo fu celebrato come il novello Archimede anche negli affreschi del corridoio di Ponente in Galleria. Collegata allo Stanzino delle Matematiche era la Terrazza delle Carte Geografiche, anch’essa oggetto di recente completo restauro, altra testimonianza dell’antica vocazione universalistica della Galleria.

La saletta delle Matematiche ospita anche una singolare raccolta di statuaria antica e rinascimentale di piccole dimensioni e i preziosi bronzetti cinquecenteschi di Willem Tetrode, originariamente destinati ad ornare un maestoso medagliere donato a Cosimo primo dei Medici da Gianfrancesco Orsini nel 1562, e anche bellissime sculture antiche note nella Roma del XVI secolo.

Lo Stanzino della Matematiche dopo il restauro

Lo Stanzino delle Matematiche è stato oggetto di un intervento di recupero che ha interessato il pavimento, le pareti e i bronzetti alloggiati nelle nicchie. Grazie ai recenti lavori, è stato anche dotato di un nuovo sistema di illuminazione che mette in evidenza la particolarità delle pitture murali a le decorazioni del soffitto.

A conclusione del complesso restauro della tribuna, terminato nel 2012, lo Stanzino era diventato uno degli affacci sulla tribuna stessa, alla quale fu poi interdetto l’accesso per ragioni conservative. Per alcuni anni, quindi, l’antica funzione di questo spazio è stata sacrificata.

A seguito di questo restauro, durato circa due mesi e basato su saggi stratigrafici, lo Stanzino delle Matematiche ha ritrovato una nuova luminosità grazie a una colorazione chiara e, contemporaneamente, è stata evidenziata la profondità degli alloggiamenti dei bronzi. Inoltre, sono stati eliminati i tendaggi e installati filtri alle finestre, così come gli affreschi del soffitto sono stati esaltati da una ulteriore illuminazione artificiale pensata ad hoc.

L’operazione rientra nei propositi della direzione di “ricomporre” tra loro le fasi di trasformazione di un museo dinastico sorprendente e ricchissimo in una pinacoteca moderna.

Uffizi, Stanzino delle Matematiche

Fonte: Ufficio Stampa

Un’altra angolazione dello Stanzino delle Matematiche
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DanteDì 2025, tanti eventi per omaggiare l’intramontabile autore della Divina Commedia

Il DanteDì rappresenta una delle celebrazioni più importanti per rendere omaggio a Dante Alighieri, il sommo poeta italiano. Questa giornata, istituita nel 2020, è dedicata alla memoria di Dante e al suo magnifico impatto culturale, che ancora oggi continua a influenzare letteratura, lingua e cultura globale. Il DanteDì si celebra ogni anno il 25 marzo. Questa data, secondo gli studiosi, segna l’inizio del viaggio ultraterreno di Dante attraverso l’Inferno, il Purgatorio e il Paradiso, come narrato nella sua opera più famosa, la Divina Commedia. Per il DanteDì 2025 sono stati organizzati eventi, conferenze, letture pubbliche e iniziative in tutta Italia. Speciali ovviamente gli appuntamenti nelle due città italiane che hanno avuto un ruolo fondamentale nella vita del poeta: Firenze e Ravenna.

DanteDì 2025 a Firenze

Firenze, città natale di Dante, è pronta per celebrarlo in compagnia di turisti e interessati alla letteratura e alla poesia.

Durante il DanteDì l’ingresso al Museo Casa di Dante di Firenze sarà per tutti ridotto a €5.

  • Ingresso dalle ore 10 alle ore 17;
  • Prenotazione non obbligatoria per il 25 marzo 2025;
  • Ultimo ingresso alle ore 16:30;
  • Il Museo Casa di Dante si trova in Via Santa Margherita 1.

Anche l’Accademia della Crusca celebra il DanteDì 2025 alla Villa Medicea di Castello.

Festeggiamenti per il DanteDì a Ravenna

Ravenna, altra città che ha avuto un ruolo importante nella vita di Dante, è pronta per ricordarlo e omaggiarlo con una serie di eventi dedicati agli studenti e a tutti gli appassionati di Dante. La città, dove dal 1321 sono custodite le spoglie del poeta, valorizza il patrimonio culturale legato a Dante Alighieri con esperienze e iniziative uniche.

  • L’inizio ufficiale del DanteDì 2025 avverrà con la performance musicale di Haolong Chen, studente del liceo artistico musicale Nervi-Severini. A seguire: la lettura del VI canto del Paradiso. Il sindaco Fabio Sbaraglia sarà presente all’evento;
  • Nella Casa e al Museo di Dante di Ravenna si potrà entrare gratuitamente nella giornata del 25 marzo 2025;
  • Visite guidate, incontri e letture. Da segnalare quella del XV canto del Purgatorio alle ore 17 di fronte alla Tomba di Dante;
  • Le scuole potranno accedere liberamente fino al 30 marzo alla Casa e al Museo di Dante;
  • Per gli istituti sono organizzate visite guidate nella zona dantesca (Tomba di Dante, Chiostri Francescani, Quadrarco di Braccioforte, Museo e Casa Dante) per approfondire la conoscenza dei luoghi del poeta. La visita didattica si può prenotare presso la sezione didattica di Fondazione RavennAntica.
tomba dante ravenna

Fonte: iStock

Ravenna: l’antica tomba di Dante Alighieri in città
  • Laboratori didattici per studenti e appassionati;
  • Incontri di letteratura e poesia.

Conferenza a Bolzano per il DanteDì

Ovviamente eventi e iniziative culturali legate al DanteDì 2025 non solo a Firenze e Ravenna. “Libertà va cercando. Dante profeta di speranza“. Questo è il titolo della conferenza, organizzata dal Comitato della Società Dante Alighieri di Bolzano presieduto dalla Dott.ssa Raffaella De Rosa, che si svolgerà il 25 marzo 2025 a Bolzano in occasione del DanteDì 2025. Durante l’incontro, a cura del professore Gregorio Vivaldelli, verrà affrontato il seguente tema: come il desiderio di libertà alimenti il coraggio della responsabilità.

  • Teatro Cristallo, via Dalmazia 30, Bolzano;
  • Inizio ore 20;
  • Prenotazione obbligatoria.

Vasto celebra il DanteDì 2025

Anche Vasto è pronta per ricordare il sommo poeta.
Il 25 marzo 2025 si svolgerà un evento al Teatro Rossetti di Vasto: “Il Dante delle Stelle“.  Spettacolo dedicato al Paradiso.

  • Lo spettacolo sarà alle ore 17,30;
  • Sarà uno spettacolo-conferenza organizzata dal Centro europeo di studi rossettiani;
  • La parte musicale è a cura degli Ensemble Stella Nova;
  • Le letture dantesche sono di Domenico Galasso e il profossor Gianni Oliva, che tratterà il tema: Dante poeta della luce.

Iniziativa per il DanteDì a Pisa e nel casentino

A Pisa, presso il Palazzo dei Congressi, ci sarà un evento dedicato ai giovani delle scuole durante il quale si approfondirà il Paradiso Terrestre e la figura della donna.

Inoltre, presso l’Aula Magna di Palazzo Boileau, si terrà l’incontro annuale del DanteDì “Un altro Dante“. Questo è promosso dal neonato Laboratorio Ipermediale Dantesco dell’Università di Pisa (LIDUP), in collaborazione con il Sistema Bibliotecario di Ateneo e con il patrocinio del gruppo Dante dell’Associazione degli Italianisti. L’incontro si terrà alle ore 17 in presenza a Pisa ma gli studenti e gli appassionati che non si trovano in città il 25 marzo 2025 potranno seguire l’iniziativa anche via Teams.

Nel casentino invece, in programma per tutta la settimana, tante attività didattiche per le scuole.

A Foligno tra incontri e mostre per il DanteDì

Ogni anno la città di Foligno celebra la prima stampa dell’editio princeps della Divina Commedia. Il 25 marzo 2025 si terrà un incontro con lo scrittore Paolo di Paolo e sarà inoltre inaugurata la mostra di illustrazioni dantesche Comicon, Drawing Dante presso le Sale di Costanza, a Palazzo Trinci (visitabile fino al 6 luglio 2025).

Spostandosi a sud, il DanteDì a Siracusa

Anche la Sicilia è pronta per celebrare Dante Alighieri. A Siracusa il Comitato Dante Alighieri organizzerà la proiezione del docufilm “Mirabile Visione: Inferno” presso il Multisala Planet Cinema Vasquez. Dopo la visione del film ci sarà un intervento in collegamento con il regista Matteo Gagliardi.

DanteDì 2025 a Sepino, anche il Molise in festa

A Sepino, in provincia di Campobasso, verrà messo in scena uno spettacolo teatrale interpretato dai ragazzi appositamente per il DanteDì 2025. Ispirato ai canti della Divina Commedia questo fa parte del progetto “B.A.SE.: BiblioAzione Sepino” che continua a promuovere la cultura tra i giovani. Grazie al laboratorio teatrale, i giovani che partecipano al progetto avranno l’occasione di interpretare e sceneggiare alcuni dei passaggi iconici e i protagonisti fondamentali della Divina Commedia. L’obiettivo è quello di coinvolgere il pubblico in un divertente viaggio tra Inferno, Purgatorio e Paradiso.

Oltre allo spettacolo teatrale i giovani presenteranno al pubblico anche una serie di cartelloni a tema ed originali “kahoot” – giochi interattivi e didattici. Apprendere la Divina Commedia sarà così molto più coinvolgente e interessante.

Le donne della Divina Commedia a Napoli

Alla Biblioteca Universitaria di Napoli nella giornata del 25 marzo 2025, per omaggiare Dante, si svolgerà un evento intitolato “Le donne della Divina Commedia“. Iniziativa in collaborazione con Museodivino e e l’Associazione Progetto Sophia.
Il percorso, che inizia nel Loggiato Monumentale, verrà ripetuto tre volte durante il DanteDì 2025. Si interagirà con i personaggi della famosa opera, come Francesca, Taide e Pia. Poi ci si sposterà nella Sala Rari, il Paradiso Terrestre, dove si incontreranno Beatrice e Matelda. Questo evento terminerà poi con una performance teatrale interattiva “Dante ad alta voce” e da un “concertino mateldico” curato da Flavia d’Ambrosio e Joe Nocerino.

  • Ingresso gratuito;
  • Turni aperti al pubblico;
  • Ore 16 e ore 17;
  • Mattina riservata alle scuole.
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Firenze festeggia i 550 anni di Michelangelo, il Rinascimento rivive in città

Il 2025 è l’anno in cui si celebra il 550mo anniversario di Michelangelo Buonarroti. Scultore, pittore e architetto, fu uno degli uomini più importanti del Rinascimento e, prima della sua morte nel 1564, realizzò alcune delle opere più importanti dell’arte occidentale, dalla Pietà, conservata nella basilica di San Pietro in Vaticano a Roma, al David, simbolo di Firenze e custodito all’interno della Galleria dell’Accademia.

Ed è proprio qui che la città omaggia l’artista con tutta una serie di iniziative che cominceranno il 6 marzo e si svilupperanno nel corso dell’anno grazie a un programma ricco e variegato. La Galleria, infatti, è un’istituzione fiorentina profondamente connessa all’artista rinascimentale, un legame che iniziò nel 1873 con l’acquisizione del David e successivamente dei Prigioni, del San Matteo e della Pietà Palestrina.

La rassegna, chiamata “L’eterno contemporaneo”, vedrà anche la partecipazione di personaggi del mondo dell’arte e della cultura come Cristina Acidini, Francesco Caglioti, Marco Pierini, Tomaso Montanari, Francesco Gori e Vinicio Capossela.

Conferenza con Cristina Acidini

Dopo l’inaugurazione avvenuta il 6 marzo, il prossimo appuntamento sarà lunedì 10 marzo alle 17:30, quando la storica dell’arte Cristina Acidini approfondirà la personalità di Michelangelo e il rapporto d’amicizia con la marchesa Vittoria Colonna. Si tratta di uno dei rapporti più particolari del Rinascimento italiano, indagato sotto diversi aspetti, da quello spirituale al religioso e politico. A Vittoria, Michelangelo offre disegni sul sacrificio di Cristo in croce e sulle donne presenti nella vita di Gesù come la Madonna, la Maddalena e la Samaritana.

Protostoria del David con Francesco Caglioti

L’appuntamento successivo sarà lunedì 7 aprile alle 17:30, quando lo storico dell’arte Francesco Caglioti proporrà “Il David di Michelangelo: preistoria e protostoria”, aiutando gli ascoltatori ad approfondire la genesi dell’opera.

Michelangelo e la cultura visiva con Marco Pierini

Lunedì 12 maggio alle 17:30 ci sarà l’intervento di Marco Pierini, che ci farà scoprire la “Presenza di Michelangelo nell’arte e nella cultura contemporanea”. Qui verrà approfondito il ruolo ricoperto dalle opere dell’artista nella cultura visiva del Novecento tra omaggi, citazioni e reinterpretazioni in diversi campi, dall’architettura al cinema, dalla cultura popolare alla musica pop.

Reading con Tomaso Montanari e Francesco Gori

Lunedì 9 giugno alle 18:00, invece, sempre alla Galleria dell’Accademia di Firenze, ci sarà il Reading “Non ha la par cosa tutto il mondo”. I Prigioni e la travagliata impresa della tomba di Giulio II, in cui Tomaso Montanari e l’attore Francesco Gori accompagneranno il pubblico nella comprensione del contesto storico, artistico, culturale e politico della Roma della prima metà del Cinquecento. Attraverso la lettura e la recitazione di alcuni brani delle lettere di Michelangelo Buonarroti e di passi scelti, tratti dalle vite dell’artista scritte da Giorgio Vasari (1550 e 1568) e Ascanio Condivi (1553), è possibile rivivere la complessa vicenda della realizzazione della tomba di papa Giulio II della Rovere, durata quarant’anni.

Dialoghi in musica con Vinicio Capossela

Sempre in autunno, con data da definirsi, ci sarà la serata con il musicista Vinicio Capossela che dialogherà in musica con Michelangelo, sotto l’ombra del David e dei Prigioni. Vinicio Capossela, con il suo lavoro sulle Rime e il corpus letterario del Buonarroti, si esibirà in Fuggite, Amanti, Amor – Rime e Lamentazioni per Michelangelo, accompagnato da un gruppo di musicisti, tra cui il violoncellista Mario Brunello.

Serata con il Conservatorio Cherubini

L’ultimo evento della rassegna sarà lunedì 15 dicembre alle 18:00 con il Conservatorio Luigi Cherubini e Il Trio Thesan – formato da Antonella Ciccozzi, arpa, Giuseppina Ledda, flauto, Francesca Piccioni, viola – che si esibiranno interpretando musiche di Claude Debussy, di Sofia Gubaidulina e del brano di Antonio Vivaldi, Follia, intermezzato a parti recitate.

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Via degli Dei, l’unico cammino sostenibile certificato al mondo

È il primo cammino al mondo ad avere ottenuto il riconoscimento dal Global Sustainable Tourism Council (GSTC), l’organizzazione che stabilisce gli standard per lo sviluppo sostenibile del settore turistico a livello globale. È la Via degli Dei, un cammino che collega Bologna a Firenze attraverso l’Appennino Tosco-Emiliano. Un itinerario lungo 123 chilometri, tra la Toscana e l’Emilia-Romagna.

La certificazione internazionale sulla sostenibilità e responsabilità sociale in ambito turistico è nata per valorizzare le tradizioni di due territori (Emilia e Toscana) ricchi di peculiarità e di elementi identitari. La Via degli Dei, infatti, porta il turista/viandante/trekker alla scoperta della gastronomia, della storia e della cultura di due regioni italiane, con uno spiccato senso di accoglienza di residenti e strutture ricettive.

Storia della Via degli Dei

Tracciata originariamente intorno al VII-IV secolo a.C., deve la sua sistemazione definitiva all’opera dell’ingegneria Romana. Con la caduta dell’Impero Romano, la strada perse parte della pavimentazione originaria riducendosi a un semplice sentiero. Con l’avvento delle moderne vie carrabili perse definitivamente la sua funzione e la sua riscoperta fu opera di un gruppo di appassionati escursionisti che, negli Anni ’80, recuperò l’antico tracciato che deve il suo nome ai suggestivi toponimi montani attraversati: Monte Adone, Monte Venere, Monte Giunone, gli Dei.

Oggi, la Via degli Dei è uno straordinario percorso attrezzato che si snoda tra i paesaggi più suggestivi dell’Appennino Tosco-Emiliano. Un’esperienza accessibile anche ai non esperti e con una ripartizione a tappe di media difficoltà.

L’itinerario della Via degli Dei

La Via degli Dei può variare a seconda del tempo e delle capacità dei camminatori che intendono percorrerla. Non esiste un numero obbligato di tappe e quindi di giorni di percorrenza, ma il consiglio è di impiegare dai cinque ai sette giorni, in modo da avere il tempo di conoscere le peculiariatà che contraddistinguono la Via degli Dei e i luogji che attraversa, dai borghi storici ai paesaggi montani, e rilassarsi nelle strutture ricettive immerse nello splendido scenario dell’Appennino Tosco-Emiliano.

Le tappe

1. Bologna, Casalecchio di Reno, Sasso Marconi e Badolo
Dalla stazione FS di Bologna si imbocca Via Indipendenza e si arriva in Piazza Maggiore, vero punto d’inizio (o di arrivo) della Via degli Dei. Da piazza Maggiore imbocchiamo via d’Azeglio, superate la casa di Lucio Dalla e girate poi a destra in via Farini e poi a sinistra in via Collegio di Spagna, da cui proseguiremo sulla sinistra per arrivare a via Saragozza dove incontreremo gli ultimi negozi e bar per acquistare il pranzo al sacco della prima tappa. Arrivati all’arco del Meloncello iniziamo a percorrere il portico più lungo del mondo: quello che porta al Santuario della beata Vergine di San Luca.

Lunghezza: 21.30 km – Tempo: 6,50 ore.

2. Badolo, Brento, Monzuno, Madonna dei Fornelli
Percorrendo via delle Valli, il sentiero prosegue in mezzo a boschi per girare intorno a Monte del Frate. Poco dopo si arriva a un bivio e bisogna girare a destra. Proseguite sulla stradella e superato di alcune centinaia di metri l’Agriturismo Piccola Raieda si gira a sinistra per iniziare la salita di Monte Adone. La salita è corta, ma abbastanza impegnativa. La fatica verrà ripagata dal bellissimo panorama e dalla bellezza del luogo. Monte Adone è sicuramente il luogo più fotografato della Via degli Dei. Scendendo da Monte Adone si arriva in via Vallazza e di lì a pochissimo a Brento dove troverete servizi, bar e una trattoria dove vi potete riposare prima del lungo tratto che collega Brento a Monterumici e poi Monzuno. Arrivati a Monzuno, da piazza XXIV Maggio proseguite su strada asfaltata in direzione Madonna dei Fornelli, superate il bivio per Loiano e andate verso i campi sportivi dove, svoltando a destra, imboccherete una larga carrareccia in salita. Dopo circa 20 minuti si raggiunge la località “Campagne” dove è segnalato il percorso CAI 019 – VD. Si attraversa (sentiero CAI n.° 19) un cancelletto in un bosco di castagni fino ad arrivare al ripetitore Telecom già individuato il giorno precedente da Monte Adone. Da qui si segue la strada sterrata fino alle case di Le Croci. Breve salita fino al Monte Galletto e poi su sterrata si giunge a Madonna dei Fornelli (3 ore circa da Monzuno).

Lunghezza: 28 km – Tempo: 9,50 ore.

3. Madonna dei Fornelli – Passo della Futa

Da Madonna di Fornelli proseguite verso Pian di Balestra lungo il sentiero n. 019. Superato il quadrivio di Pian di Balestra, seguite la segnaletica Via degli Dei – Futa e Strada Romana, superate un piccolo cancello di legno sulla sinistra e addentratevi nel bosco. Dopo pochi metri potrete già ammirare dei tratti di Flaminia Militare, l’antico percorso Romano datato 187 a.C. che vi accompagnerà in diversi punti di questa tappa. Proseguendo sul sentiero si arriva a un cancello facilmente identificabile da un disegno e una scritta in rosso che recita “Chiudere il cancello grazie”, oltrepassato il quale si apre un ampio spazio: un grande campo con una casa in sasso sulla destra (Località “I Capannoni”). Proseguite percorrendo il viale sterrato e dopo la curva vedrete un albero con indicazioni del percorso. Continuando a camminare incontrerete un bivio a cui bisogna girare a destra.

Questo punto del tragitto non è ben segnalato, seguite però la strada come consigliato e dopo qualche metro vedrete il cartello CAI n°019 sulla destra. Il sentiero prosegue fino ad arrivare alla Piana degli Ossi, dove si possono ammirare i resti di sei antiche fornaci datati presumibilmente II secolo a.C.. Superato questo punto proseguite verso il Passeggere dove incontrerete un incrocio con indicazioni su cartelli in legno a cui bisogna girare a sinistra. Continuate il percorso e al bivio successivo girate a destra; dopo pochi metri si incontra un laghetto artificiale che dovrete costeggiare fino a che non termina la recinzione. Il sentiero prosegue verso sinistra e in salita fino a che non si esce dal bosco e non si incontrano due piane: una più piccola sulla destra e sempre dritto una più ampia denominata “radura delle Banditacce”. Andate avanti verso Sud seguendo il sentiero in leggera salita fino ad arrivare alla cima delle “Banditacce” punto di massima quota di tutto il percorso (circa 1200 m).

Dopo alcuni metri raggiungerete anche il “Poggiaccio” che determina la metà del tragitto, ovvero l’approssimativa equidistanza tra Bologna e Firenze. Il sentiero poi scende leggermente sulla sinistra e lì potrete ammirare numerosi reperti dell’antica strada romana, ben conservata e facilmente identificabile grazie alla presenza di numerose insegne. Continuate a camminare e arriverete alle falde di Poggio Castelluccio: per chi vuole c’è la possibilità di fare una piccola deviazione a destra in salita e raggiungere la cima dove sono state rinvenute testimonianze di un antichissimo Castelliere Ligure (si presume V-III sec a.C.). Proseguendo invece per il sentiero si incontrano nuovamente tratti di Flaminia Militare, di cui uno ben conservato e protetto da una sorta di recinto di legno. Continuate il percorso seguendo la segnaletica e scendete a destra fino a raggiungere l’inizio di un bosco di conifere. Andate avanti in linea retta seguendo sempre le indicazioni per la Futa fino ad arrivare dopo poco alla strada asfaltata che da Pian del Voglio porta al Passo della Futa, SS 65. Seguite la strada asfaltata fino a raggiunge l’ampio parcheggio e l’ingresso del Cimitero Germanico tra i più grandi in Italia.

Lunghezza: 17.25 km – Tempo: 5,50 ore.

4. Passo della Futa – Sant’Agata – San Piero a Sieve

Se avete alloggiato al Passo della Futa proseguite sulla SS65 fino al bivio per Cornacchiaia/Firenzuola. Svoltate a sinistra e poi subito a destra, prendendo la strada sterrata lasciandovi la cabina dell’Enel sulla sinistra. Se invece avete pernottato a Monte di Fo/Santa Lucia bisogna risalire sulla strada che avete presumibilmente fatto il giorno precedente, fino a un incrocio dove si trovano indicazione che mandano in direzione ‘Apparita’. Una volta giunti a questo piccolo gruppo di case, si attraversa la statale SS65 della Futa e proseguendo si raggiunge un incrocio che nelle giornate limpide offre un bello scorcio sul cimitero germanico: seguendo le indicazioni si prende a destra entrando nel bosco.

I due percorsi tornano a incontrarsi lungo il crinale che porta a Monte Gazzaro. Si prosegue sul sentiero CAI 00, che in questo tratto coincide con il Sentiero Italia, fino a un bivio situato poco prima della vetta. Il sentiero che prosegue dritto porta alla cima ed è consigliato solo a Escursionisti Esperti, in quanto la discesa è abbastanza impegnativa. Si continua a salire lungo il crinale della collina fino a raggiungere sulla vetta la Croce di Monte Gazzaro (1125 metri). Nell’area sono stati messi tavoli in pietra e una installazione in pietra serena che rappresenta un portale proprio al confine tra il comune di Barberino di Mugello e Scarperia San Piero. Si giunge, infine, a un nuovo bivio, dove il sentiero numero 46 si divide: a sinistra si va in direzione di Sant’Agata (CAI 46b), percorso ufficiale della Via degli Dei.

Dopo l’abitato di Montepoli si arriva all’affascinante paese di Sant’Agata, caratteristico borgo fuori dal tempo che merita una sosta, sia per rifocillarsi, sia per una visita alla Pieve, chiesa affascinante e molto antica, e ai suoi musei. Passata Sant’Agata, poi, si percorre un breve tratto di strada asfaltata fino a raggiungere il bivio per Gabbiano. Lì si prende una stradella, sterrata prima e asfaltata poi, che vi porta a San Piero a Sieve.

Lunghezza: 21.08 km – Tempo: 6,30 ore

​5. San Piero a Sieve – Bivigliano – Vetta Le Croci

Ripartendo dal centro storico di San Piero a Sieve, si segue la strada asfaltata con indicazioni per la Fortezza Medicea. Una volta saliti, prendete la strada bianca a destra e continuate a camminare seguendo la segnaletica CAI Bo-Fi. Dopo poco avrete la possibilità di fare una piccola deviazione a andare a vedere la Fortezza Medicea di San Martino (chiusa però al pubblico). La fortificazione occupa un intero colle: domina l’abitato di San Piero a Sieve e gran parte del Mugello. La sua costruzione fu fortemente voluta da Cosimo I de’ Medici per porre un baluardo a difesa dei possedimenti della famiglia e dello Stato Fiorentino oltre che per soddisfare le pressanti richieste delle popolazioni locali, stanche dei continui saccheggi perpetuate ai loro danni da eserciti e bande provenienti dal nord.

È considerata una delle più estese fortificazioni italiane di tutti i tempi. Continuando a camminare arriverete ad una strada asfaltata. Prendetela, girate a destra, proseguite pochi metri, attraversate la strada e prendete lo sterrato sulla sinistra che indica “Trebbio, Cadenzano”. Proseguite sul sentiero fino ad arrivare a un grande bivio: qui prendete la strada sulla sinistra in salita. Continuate a camminare sulla Via degli Dei e incontrerete sulla vostra destra un tabernacolo del 1664. Proseguite sulla strada che sale leggermente e godetevi la veduta del bellissimo panorama attorno a voi dove si vedono anche distese di alberi di ulivo. Andate avanti fino ad arrivare alla località Trebbio. Fate una piccola deviazione e andate a vedere da vicino il Castello del Trebbio (Top Ten 5.1). Andate avanti e seguite le indicazioni CAI 17 Bo-Fi Bivigliano.

La strada continua e si snoda nel bellissimo panorama del Mugello dove potrete sempre vedere ulivi, borghi e tabernacoli. Proseguite dritti fino ad arrivare alla strada statale per Firenze. Girate a sinistra per Tagliaferro, scendete fino ad incontrare nuovamente i segnali CAI per Bivigliano sul muretto che circonda una grande casa rossa. Proseguite e superate un cancello che vi porta sulla strada bianca. Dopo poco le indicazioni dicono di girare a sinistra lasciando così alle spalle la strada sterrata e proseguendo nel bosco. Il sentiero sale e arriva a un bivio: CAI 00 e CAI 00-60: seguite il primo girando a destra e proseguite sulla strada bianca. Arrivati ad un piccolo spiazzo con il nome di “Camporomano” il sentiero riprende a destra nel bosco. Continuate sul tracciato fino a che non arriverete ad una strada asfaltata e in lontananza, sulla vostra destra, potrete ammirare la Badia del Buonsollazzo.

Proseguite sulla strada asfaltata fino a che non incontrerete il cartello per Monte Senario sulla vostra sinistra. Il sentiero prosegue in salita fino ad incrociare un cancello che dà su una strada asfaltata: è la strada che arriva al Convento di Monte Senario. Dopo una sosta nel punto di ristoro dei frati, prendete la strada sterrata che costeggia il Convento sulla destra, scendete lungo il viale alberato e prendete il sentiero che scende nel bosco alla vostra sinistra e che alla fine arriva in una strada asfaltata. Proseguite sulla strada fino a che il sentiero riprende a Vetta le Croci dopo circa mezz’ora nel verde e alla vostra sinistra. Quest’ultimo tratto che porta ad Olmo è completamente aperto in una distesa di campi con panorami mozzafiato. Se guardate bene in lontananza infatti potrete già ammirare da lontano sia Fiesole che Firenze.

Lunghezza: 18 km – Tempo: 6 ore.

6. Vetta Le Croci – Fiesole – Firenze

Se avete pernottato a Olmo, risalite a Vetta le croci e imboccate il sentiero seguendo le indicazioni per l’Alberaccio. Attraversata la strada asfaltata continuate sul sentiero CAI n.° 2 che prosegue in salita verso Poggio Pratone da dove è possibile godere di un bellissimo panorama verso Firenze. Dal Pratone si scende su strada sterrata fino a Monte Fanna. La strada diventa poi asfaltata, una volta attraversata la frazione di Borgunto, e si giunge in breve in piazza Mino a Fiesole. Per arrivare in piazza della Signoria avete a questo punto tre possibilità:

1) prendere i mezzi pubblici in piazza Mino da Fiesole.

2) prendere la panoramica fino alle scuole medie e percorrere il sentiero CAI n.° 7 che sale a Monte Ceceri e da qui scendere alle cave di Maiano, salire verso Settignano e scendere direttamente a piedi passando per Coverciano.

3) scendere verso Firenze lungo l’asfaltata ma panoramica via Vecchia Fiesolana.

Lunghezza: 18 km – Tempo: 4 ore.

Nell’anno del Giubileo, l’ente Appennino Slow propone un ricco calendario di attività sulla Via degli Dei. Partendo da Bologna, città medievale di incredibile bellezza, a Firenze, culla del Rinascimento, si va alla scoperta del Cammino in mezzo all’Appennino Tosco-Emiliano, 130 km di storia e natura, scegliendo tra diverse proposte che vanno da tre giorni in e-bike a sette giorni a piedi.

Il passaporto del Cammino degli Dei

Come già per altri cammini – primo fra tutti il Cammino di Santiago di Compostela – anche per il Cammino degli Dei esiste un passaporto per raccogliere le credenziali. Lungo il percorso le strutture convenzionate timbrano il libretto personalizzandolo, a prova e ricordo del cammino compiuto. Una volta terminato il cammino e ottenuti almeno cinque timbri si può inviare una copia della credenziale compilata e l’Ufficio Turistico di Sasso Marconi provvederà alla spedizione omaggio del gadget ufficiale della Via degli Dei.

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Italia senza folla: i luoghi da visitare secondo la CNN

L’Italia è una delle mete più amate al mondo, ma spesso le sue città più celebri, come Roma, Firenze o Venezia, sono invase da turisti, e non è semplice apprezzarne a fondo la bellezza e le peculiarità. Anche destinazioni iconiche come Capri o la Toscana, seppur straordinarie, possono risultare proibitive per costi e affollamento.

Eppure, esiste un’Italia meno conosciuta, altrettanto affascinante e decisamente più tranquilla. La CNN, la più importante emittente televisiva statunitense, ha dedicato un’attenzione speciale proprio a tali luoghi ne ha selezionati otto in cui è possibile vivere tutto il fascino del Belpaese lontano dalla folla.

Si tratta di angoli autentici, spesso fuori dai percorsi più battuti, dove la cultura locale si esprime senza filtri e i paesaggi restano intatti nella loro meraviglia. Alcuni richiedono un piccolo sforzo per essere raggiunti, ma la ricompensa è un’esperienza genuina, senza lo spettro dell’overtourism.

Lago di Posta Fibreno, Lazio

Immerso nella selvaggia e poco esplorata Ciociaria, al confine tra Lazio e Campania, il Lago di Posta Fibreno è una gemma nascosta che sembra appartenere a una fiaba. Qui, il tempo scorre più lento tra casali di campagna, un piccolo borgo di poche case e un’atmosfera quasi surreale.

Il vero protagonista è il lago, un incantevole specchio d’acqua punteggiato di ninfee, con riflessi smeraldini che cambiano colore in base alla luce del giorno. Gli alberi di liana si piegano con dolcezza sulle rive, mentre oche e cigni scivolano sull’acqua placida.

Dimenticato dal turismo di massa, invita a un’esperienza rilassante: pedalò e gommoni a noleggio permettono di godere di una visuale inedita, mentre le sponde erbose sono perfette per un picnic. Camminare senza fretta lungo la riva significa entrare in contatto con la natura e con la gente del posto, che ama godersi la tranquillità di questo eden segreto del Lazio.

San Candido, Trentino-Alto Adige

Appena varcati i confini di San Candido, ad accogliervi sarà un irresistibile profumo di strudel caldo e punch all’arancia. Borgo alpino a cavallo tra Italia e Austria, è un piccolo gioiello che conserva un’anima mitteleuropea, con un forte legame con il passato austro-ungarico.

Passeggiando tra le strade acciottolate, lo sguardo viene rapito dalle casette dai colori pastello, decorate con affreschi raffiguranti giganti, guerrieri e regine delle nevi. Le Dolomiti che fanno da sfondo assomigliano a cristalli rosa, secondo un’antica leggenda locale.

Ma San Candido non è soltanto bellezza e tradizione: un tempo qui sorgeva un oceano tropicale, e le attuali piste da sci erano antiche barriere coralline: il museo espone, infatti, incredibili fossili di dinosauri rinvenuti tra i ghiacciai.

Calcata, Lazio

Il borgo di Calcata, Lazio

Fonte: iStock

Veduta panoramica di Calcata, Lazio

Arroccato su una rupe di tufo, Calcata è un borgo sospeso nel tempo, un rifugio inaspettato conosciuto dai romani che cercano una fuga dalla frenesia della Capitale. A prima vista, appare quasi in bilico sullo strapiombo, un raccolto presepe medievale avvolto dal verde della Valle del Treja.

Qui, tra vicoli acciottolati e case scavate nella roccia, il silenzio è rotto solo dal soffio del vento e dal chiacchiericcio degli artisti e artigiani che hanno scelto di vivere in una realtà magica a dir poco. Negli anni Sessanta, Calcata è diventata il rifugio di una comunità hippie che ha dato nuova vita alle antiche abitazioni abbandonate, trasformandole in atelier, botteghe e caffè dall’atmosfera bohémien.

Sotto il borgo scorre un fiume un tempo sacro alle tribù pagane, mentre nei boschi tutt’intorno echeggiano storie di rituali ancestrali.

Monte Circeo, Lazio

A metà strada tra Roma e Napoli, il Monte Circeo domina il Tirreno con la sua sagoma imponente, che secondo la leggenda richiama il profilo di una donna addormentata. Il promontorio, avvolto da un’aura di mistero, è legato al mito di Ulisse: qui, la maga Circe avrebbe trasformato i suoi uomini in maiali, e ancora oggi la foresta ospita una nutrita popolazione di cinghiali.

Ma oltre ai racconti omerici, il Circeo è un paradiso naturale perfetto per chi ama il trekking, il kayak e lo snorkeling. Tra spiagge incontaminate, laghi salmastri e antiche grotte marine, il paesaggio regala vedute difficile da descrivere a parole e una sensazione di pace assoluta.

In epoca romana, la zona era la prediletta dell’aristocrazia, che costruiva sontuose ville per godere della bellezza del mare e della natura selvaggia. Ancora oggi, il Circeo conserva quel fascino intatto, che non ha nulla a che vedere con i circuiti turistici più affollati.

Pentedattilo, Calabria

Nel cuore della Calabria, Pentedattilo emerge come un borgo fantasma da vedere una volta nella vita. Il suo nome, che in greco significa “cinque dita”, deriva dalla singolare conformazione rocciosa che lo sovrasta, simile a una gigantesca mano pietrificata.

Un tempo fiorente, il paese fu abbandonato negli Anni Settanta a causa dei terremoti, ma negli ultimi anni è stato riscoperto grazie a un’ondata di giovani artisti e artigiani che hanno ridato vita alle sue stradine in pietra. Oggi, tra case diroccate e botteghe nascoste, si respira un’atmosfera sospesa tra passato e futuro.

Durante l’estate, Pentedattilo si anima con festival d’arte e musica, mentre i pochi residenti, insieme a una nutrita colonia di gatti, accolgono i visitatori con storie e tradizioni secolari.

Sirolo, Marche

Il borgo costiero di Sirolo, Marche

Fonte: iStock

Veduta panoramica di Sirolo, Marche

Affacciato sulle acque turchesi dell’Adriatico, Sirolo è la risposta perfetta a chi cerca un’alternativa più intima rispetto alle mete blasonate come Capri. Borgo medievale incastonato nel Parco del Conero, vanta spiagge deliziose e una quiete che non si trova da nessun’altra parte.

Tra le sue perle spicca la Spiaggia delle Due Sorelle, una baia da sogno raggiungibile solo via mare, incorniciata da faraglioni bianchi che emergono dalle acque trasparenti.

La piazza centrale, con affaccio panoramico, è considerata una delle più romantiche della Riviera del Conero: al tramonto, il cielo si tinge di sfumature dorate, per uno spettacolo indimenticabile.

Gravina, Puglia

Mentre Matera è ormai una star del turismo internazionale, la vicina Gravina rimane un segreto ben custodito, un borgo scavato nella roccia che si affaccia su un canyon mozzafiato.

Le case-grotta, le chiese rupestri e il suggestivo ponte-acquedotto Madonna della Stella, divenuto celebre grazie all’ultima avventura di James Bond, la rendono una destinazione che sa emozionare.

Tra cunicoli sotterranei, antichi frantoi e vicoli che si aprono su panorami spettacolari, è una scoperta che vale il viaggio.

Tenno, Trentino-Alto Adige

Nascosto tra le montagne sopra il Lago di Garda, Tenno è un’oasi di tranquillità dove risuona l’eco del Medioevo e la vita scorre a ritmo differente tra case in pietra, vicoli lastricati e un castello da fiaba.

A pochi passi, il Lago di Tenno incanta con le sue acque turchesi, perfette per una nuotata rinfrescante o una passeggiata rilassante.

D’estate, il borgo prende vita con il festival Rustico Medioevo, mentre d’inverno il mercatino natalizio trasforma le stradine in un villaggio d’altri tempi.

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Firenze: 5 viste panoramiche imperdibili sulla città

A Firenze d’estate fa un gran caldo. In primavera le comitive scolastiche affollano le piazze aggiungendosi ai turisti. D’autunno è una meta privilegiata per godere dell’ultimo tepore con un classico weekend di visita a una delle più belle città d’arte in Italia.

La verità è che se si vuole avere il tempo di ammirare Firenze con un ritmo più slow, rifuggendo l’offerta del turismo mordi e fuggi e i momenti di maggiore affollamento del centro, l’inverno è il momento ideale.

Il meglio di sé Firenze lo dà negli scorci e nelle tante vedute panoramiche che si godono attorno al centro storico, con il cielo terso del mattino nel periodo freddo dell’anno. Da qui si gode la magniloquenza e la grande bellezza dei monumenti simbolo della Culla del Rinascimento: la Cupola del Duomo, la Torre di Arnolfo di Palazzo Vecchio, i campanili di Santa Croce e Santa Maria Novella, la facciata disadorna di Santo Spirito e la sagoma schiacciata verso terra di Palazzo Pitti.

Piazzale Michelangelo è ovviamente la terrazza panoramica più gettonata di Firenze. Fu costruito nel 1869 nell’ambito delle numerose opere urbanistiche che cambiarono l’aspetto della città, divenuta provvisoria capitale d’Italia. Qui una copia in bronzo del David di Michelangelo troneggia in mezzo a una grande piazza dai cui margini si gode di una visuale privilegiata su tutto il centro storico fiorentino, con l’Arno che divide in due la città.

Piazzale Michelangelo a Firenze

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La vista sulla città da Piazzale Michelangelo

Il Piazzale Michelangelo si può raggiungere in auto o a piedi, salendo le rampe che si snodano sui fianchi della collina a partire dal quartiere di San Niccolò. Essendo celebre, è anche uno dei luoghi più frequentati in città, ma Firenze e i suoi dintorni offrono un lungo elenco di luoghi panoramici da dove godere di vedute uniche e meno affollate.

La vista dalla Chiesa di San Miniato al Monte

Ha compiuto da poco mille anni la Basilica di San Miniato al Monte, la cui costruzione venne avviata nel 1018 sul luogo dove, si dice, era solito affrontare la propria vita da eremita il martire della chiesa cattolica, San Miniato.

La chiesa si trova nelle immediate vicinanze di Piazzale Michelangelo, sopraelevata rispetto alla terrazza panoramica. Vi si accede da alcune rampe di scale che portano al livello del cimitero monumentale che circonda l’edificio religioso. Ci si trovano sepolti tra gli altri lo scrittore fiorentino Vasco Pratolini, l’inventore di Pinocchio Carlo Lorenzini detto Collodi, il regista Francesco Nuti, l’uomo politico Giovanni Spadolini.

Firenze San Miniato al Monte

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Vista su Firenze da San Miniato al Monte

La Basilica ha una splendida facciata romanica decorata da un mosaico duecentesco. All’interno vi si trovano alcune opere d’arte di grande valore, tra cui spiccano gli affreschi della Cappella del Cardinale opera di Antonio e Piero del Pollaiolo.

Una volta salite le scale fino alla facciata della Basilica, voltando le spalle alla porta, si ammira una potente vista panoramica sulla Cupola del Brunelleschi e sul centro cittadino, che si ergono al di sopra dei tetti rossi della città, sullo sfondo il massiccio di Monte Morello. Nelle giornate più limpide e terse appaiono in lontananza anche le cime dell’Appennino pistoiese, talvolta candidamente imbiancate.

Il panorama da Via Bolognese

Uscendo dalla città in direzione di Trespiano, frazione collinare dove si trova il più esteso cimitero della città, si percorre via Bolognese, che si trasforma poi nella Strada statale 65.

Dopo aver superato la località La Lastra, la strada imbocca un tratto piuttosto panoramico: sulla collina a fianco si scorgono le ville che contornano la cittadina di Fiesole, mentre nella stretta valle diversi metri più sotto scorre il Mugnone, uno degli affluenti dell’Arno.

In corrispondenza di una strada che sale ad un albergo sulla sinistra, si apre sulla destra della carreggiata uno spiazzo dove è possibile parcheggiare l’auto. Un muretto funge da parapetto e da questo luogo insospettabile si gode di una delle viste più belle sulla città di Firenze.

Vista sulla Cupola del Duomo di Firenze

Fonte: Lorenzo Calamai

La Cupola del Brunelleschi si staglia al centro di ogni panorama fiorentino

La verde collina di Fiesole digrada morbida verso la conca dove sorge la città, dominata dall’immensa figura della Cupola del Duomo. Solo uscendo fuori dalle strette vie del centro ci si rende davvero conto di quanto sia titanica la figura della Cattedrale di Santa Maria del Fiore. Poco più a sinistra ecco spuntare la sagoma di Palazzo Vecchio, mentre tante piccole case dai tetti rossi si affollano a stringersi in un abbraccio imperituro.

Per arrivarci non è vincolante utilizzare l’auto. La linea di autobus numero 25 ha una fermata nelle immediate vicinanze del punto panoramico.

Un colpo d’occhio mozzafiato: Bellosguardo

Da Bellosguardo sono passati Giuseppe Garibaldi e Henry James, Ugo Foscolo e Florence Nightingale. Tutti a bearsi del panorama mozzafiato che si gode da questa zona aristocratica di Firenze, caratterizzata da prestigiose ville che popolano una collina sopraelevata rispetto alla conca dove sorge il reticolato urbano.

Eppure Bellosguardo è un luogo praticamente di esclusiva frequentazione dei fiorentini, per giunta quelli che vivono nella zona, fuori dai circuiti turistici. Qui, nelle giornate assolate, non è difficile trovare coppie e famiglie che si godono una passeggiata fuori dal traffico e dal caos della città e rimangono ferme per decine di minuti ad ammirare il panorama.

Bellosguardo si trova a sudovest di Firenze, tra l’area di Porta Romana e quella residenziale di Soffiano. Si può arrivare ai piedi della collina facilmente utilizzando i mezzi pubblici, ma poi bisogna affrontare una passeggiata in salita per raggiungere il belvedere.

La vista è mozzafiato, sembra di poter fare un salto direttamente sulla Cupola del Brunelleschi. Nelle giornate più luminose lo sguardo spazia dalla collina di Fiesole sullo sfondo, scende fino a incrociare la torre dello Stadio Franchi e, in primo piano, ha tutti i principali monumenti in bella vista: Palazzo Vecchio, il Duomo, le chiese di Santa Maria Novella, Santa Croce e Santo Spirito, Palazzo Pitti.

Firenze, il panorama da Bellosguardo

Fonte: Lorenzo Calamai

Da sinistra a destra il Duomo, la forma cubica di Orsanmichele, Palazzo Vecchio, la facciata spoglia di Santo Spirito in primo piano e la chiesa di Santa Croce poco più indietro. All’estrema destra Palazzo Pitti

La Terrazza di Villa Bardini

Villa Bardini, sulla collina che domina il quartiere di San Niccolò, in Oltrarno, è una villa seicentesca di oltre sessanta stanze e saloni che oggi ospita mostre temporanee e un museo. È circondata da un grande parco, il Giardino Bardini, visitabile a pagamento, peraltro con lo stesso biglietto con il quale si può frequentare il più noto Giardino di Boboli.

Il panorama dalla terrazza immediatamente prospiciente alla villa è sensazionale. Da lì, lo skyline di Firenze sembra potersi raccogliere tutto all’interno della conca della mani, come un condensato estremo di bellezza architettonica senza tempo.

Il Giardino Bardini, inoltre, è noto per le fioriture dei glicini all’inizio della primavera, una caratteristica imperdibile per chi visita Firenze a marzo e ad aprile.

Villa Bardini a Firenze

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Tra i fiori lilla del glicine emergono i contorni di Firenze

La vista dalla panchina della regina a Fiesole

Anno 1888: la Regina Vittoria d’Inghilterra visita Firenze per la prima volta, un’esperienza che avrebbe rivissuto più volte nei dieci anni seguenti. Una città che aveva colpito la sovrana, grande amante dell’arte, della pittura e anche delle viste panoramiche.

Non di Piazzale Michelangelo, però, con la sua copia in bronzo del David di Michelangelo: di cattivo gusto entrambi, la piazza e la statua, ebbe a dire. La sua visuale preferita sulla città, si dice, era in cima a quella che oggi si chiama via Vecchia Fiesolana, su una panchina dalla quale si gode tutt’ora di una splendida vista su Firenze.

La chiamano, non a caso, la panchina della regina: una piccola panca di pietra sotto l’ombra di due alti cipressi, esposta a sud-ovest e baciata dal sole al tramonto, dalla quale si gode di un panorama molto largo su tutta la distesa cittadina.

La vista dalla panchina della regina a Fiesole

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Dalla panchina della regina si vede tutta la città