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Camminare in città: è Firenze la migliore del mondo

Camminare fa bene alla salute, protegge il pianeta in cui viviamo e ci permette di scoprire le località che visitiamo in maniera più intima e profonda. Ma vi siete mai chiesti quale sia la migliore città al mondo in cui camminare? Se vi è successo sappiate che in questo articolo troverete la risposta, perché secondo un’indagine del sito finanziario Insider Monkey questa città si trova in Italia ed è una delle più suggestive di tutto il mondo: Firenze.

Come è stata condotta l’indagine

Insider Monkey ha condotto un’indagine da cui è emersa la classifica delle città più percorribili del mondo a piedi. Si tratta di uno studio che è stato effettuato basandosi su fonti come Tourlane e WalkScore, da dove sono stati ricavati dei precisi punteggi, sono state mappate le distanze tra cinque principali attrazioni turistiche di ciascuna destinazione, controllate anche le varie qualità dell’aria utilizzando i dati IQAir e valutati gli indici di criminalità e sicurezza per garantire ulteriormente la pedonabilità.

Il sito ha quindi esaminato tutte le informazioni raccolte fino ad arrivare alla risposta definitiva, ovvero che è la nostra bellissima Firenze ad essere il luogo più percorribile sulla terra, quello in cui è veramente piacevole farsi una passeggiata.

Perché ha vinto Firenze

Firenze, perla della Toscana e capolavoro del mondo intero, è una città dalla storia rinascimentale e dall’architettura senza tempo: entrambe accompagnano il visitatore passo dopo passo verso angoli di pura meraviglia. L’ottima percorribilità a piedi di Firenze si percepisce sin da subito dal suo centro storico, pieno di affascinanti vicoli stretti che piano piano si aprono verso mastodontici e straordinari monumenti senza tempo.

Ma non è tutto, perché le sue principali attrazioni turistiche, come la Galleria degli Uffizi, il Ponte Vecchio, Piazza della Signoria, Piazza del Duomo e la Cattedrale di Santa Maria del Fiore, sono tutte nel raggio di circa 800 metri l’una dall’altra, rendendo facile raggiungerle a piedi in più o meno 10 minuti.

A risultare piuttosto buona, secondo questa indagine, è anche la qualità dell’aria, che di certo non è un aspetto da sottovalutare per tutti coloro che amano camminare nei luoghi che visitano.

Il fenomeno dell’Italian passeggiata

Andare a fare una passeggiata, per noi italiani, è un’attività normalissima. Per gli stranieri, invece, è un vero e proprio fenomeno, una nostra caratteristica che non vedono l’ora di sperimentare un volta che mettono piede in questo magnifico Paese.

Se per tutti noi è quindi qualcosa di naturale, ben diversa è la situazioni per i turisti stranieri che vedono in quest’attività qualcosa di nuovo, da imparare o addirittura su cui prepararsi già prima del viaggio: non è un caso che venga chiamata proprio “Italian passeggiata”.

Sul web, infatti, è possibile trovare diversi articoli in lingua straniera che spiegano, per filo e per segno, le origini di questo fenomeno insieme a una serie di consigli su come praticarlo nella migliore maniera possibile. Tra le cose più amate dagli stranieri dell’Italian passeggiata c’è l’aspetto visivo – quindi l’essere visti o l’osservare le altre persone che camminano – a tal punto che si sottolinea che per praticarla nella maniera più opportuna è spesso importante indossare qualche vestito carino.

Ma non è tutto, perché l’Italian passeggiata viene anche descritta come l’attività ideale per attuare il famoso “gioco di sguardi”, e quindi magari innamorarsi di qualche bell’uomo o donna italiana.

Sì, perché se per noi è una cosa abituale per gli stranieri è estremamente affascinante l’aspetto relazionale di una passeggiata, quindi di un particolare tipo di socializzazione che da secoli riesce a coinvolgere tutte le generazioni. Un altro aspetto molto rilevante per gli stranieri è che con una passeggiata si riesce ad apprezzare e dare valore alle cose semplici. Infine, vengono sempre sottolineati anche i benefici fisici e psicologici derivanti dal fare una passeggiata, un’attività che riesce a mantenere più attivi sia a livello fisico che mentale.

Il resto della classifica

Come detto, è Firenze è risultare la migliore città del mondo da esplorare a piedi, ma la lista di certo non finisce qui. Al secondo posto si piazza Riga, Capitale della Lettonia affacciata sul Mar Baltico, dove le principali attrazioni turistiche si trovano tutte nel raggio di 2,5 chilometri.

Medaglia di Bronzo per Amburgo, una delle più importanti città portuali della Germania, mentre il quarto posto è di Porto, straordinario capolavoro del Nord del Portogallo.

Chiude la Top five Madrid, vivace Capitale della Spagna caratterizzata da eleganti viali e parchi ampi e curati.

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Agli Uffizi cambia tutto: ora si entra solo con digital ticket

Il complesso museale degli Uffizi di Firenze “si rinnova” con una serie di novità che puntano a migliorare l’esperienza dei visitatori.

Tra le principali innovazioni troviamo l’addio alla carta e il via libera all’era del biglietto digitale. Scopriamo di più.

Agli Uffizi si entra con il digital ticket

Stop, quindi, al classico biglietto cartaceo: dal 6 maggio i biglietti acquistati online (sul sito ufficiale del Museo oppure tramite call center) per la Galleria delle Statue e delle Pitture, il Giardino di Boboli e Palazzo Pitti diventeranno QR Code che gli utenti riceveranno via mail e potranno utilizzare come titolo di accesso da esibire sullo smartphone.

Infatti, tramite “pistole digitali”, il personale addetto all’accoglienza andrà a verificare e validare il codice. Si tratta di una nuova procedura che, sebbene non cancelli tutte le prenotazioni finora effettuate con il sistema precedente, consente di eliminare le code per ritirare il biglietto cartaceo in loco, snellisce e rende più semplice l’ingresso in galleria e garantisce inoltre (in ottica ecologica) un significativo risparmio del consumo di carta.

Ma non è tutto: dal voucher del biglietto ricevuto via mail sarà possibile scaricare una mappa completa e dettagliata del percorso dello spazio museale che si è scelto di visitare.

Simone Verde, il direttore delle Gallerie degli Uffizi, ha così commentato l’introduzione del digital ticket: “Con questo nuovo sistema l’obiettivo è abbattere le code e rendere l’ingresso in museo più facile e fluido, agevolando i visitatori, contribuendo a migliorare la qualità della loro permanenza in museo e riportando ordine e bellezza nel Piazzale degli Uffizi“.

Infine, è da ricordare che il biglietto di ingresso in alta stagione, dal 1 marzo al 30 novembre, ha visto un rincaro da 20 a 25 euro, aumento che riguarda soltanto il biglietto singolo per la Galleria delle statue e delle pitture.

Sempre in alta stagione è stato tuttavia introdotto uno sconto mattutino per la fascia oraria tra le 8.15 e le 8.55 con un costo di 19 euro. Invariati, invece, i prezzi in bassa stagione così come quelli per Palazzo Pitti e Giardino di Boboli.

Le altre novità di uno dei poli museali più apprezzati a livello internazionale

Oltre alla smaterializzazione del biglietto, gli Uffizi, uno dei poli museali più apprezzati e gettonati dai turisti di tutto il mondo, ha messo in campo per il 2024 tutta una serie di ulteriori novità a partire dalle aperture serali straordinarie ogni martedì, dal 26 marzo al 17 dicembre.

La chiusura di solito è alle 18.30 ma al martedì gli Uffizi saranno accessibili fino alle 21.30 con ultimo ingresso alle 20.30, consentendo così, soprattutto ai cittadini, di godere dello splendore delle magnifiche opere d’arte anche oltre il normale orario.

Un’iniziativa che è stata pensata per favorire la partecipazione dei residenti a Firenze e dare loro l’opportunità di riappropriarsi del Museo che più rappresenta la città in orari comodi per venire incontro alle esigenze quotidiane e ammirare le sale sotto una luce e un’atmosfera differente, lontano dalle ore di punta e dalla calca dei turisti.

In più, durante gli eventi speciali e le festività, gli Uffizi e il Giardino di Boboli rimarranno aperti anche nei giorni normalmente previsti per la chiusura (come il lunedì) e nei giorni di festa (tranne Natale).

In particolare, le prossime aperture straordinarie avranno luogo il 24 giugno (Festa di San Giovanni, Patrono di Firenze) e il 30 dicembre, per permettere ai visitatori di scoprire indiscussi capolavori artistici anche nel corso di vacanze o ponti lunghi.

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Riapre il bellissimo Giardino dell’Iris di Firenze

Lo spettacolo più bello della primavera? La rinascita della natura, con i suoi splendidi colori e i profumi inebrianti: non c’è niente di meglio che godersi una giornata all’aria aperta ammirando un’incantevole fioritura. E a Firenze si può vivere l’esperienza perfetta, grazie alla riapertura del Giardino dell’Iris. Il parco, che ospita migliaia di esemplari da cui prende il nome, torna ad accogliere i visitatori per un mese di tour gratuiti. Ecco che cosa sappiamo.

Firenze, riapre il Giardino dell’Iris

La data tanto attesa si sta rapidamente avvicinando: giovedì 25 aprile 2024 il Giardino dell’Iris di Firenze tornerà a riaprire i battenti per la stagione primaverile. È un appuntamento molto sentito tra i fiorentini (e non solo), che ogni anno attira migliaia di visitatori alla ricerca di bellissime fioriture e di una giornata da trascorrere nella natura. Il parco rimarrà accessibile gratuitamente al pubblico fino a lunedì 20 maggio 2024, tutti i giorni (festivi compresi) dalle ore 10:00 alle ore 18:00 – l’ultimo ingresso è previsto per le ore 17:30.

Il Giardino dell’Iris ospiterà, come già accaduto nelle stagioni precedenti, un evento molto interessante: si tratta del workshop di disegno e acquerello botanico organizzato dalla Società Italiana dell’Iris, che ha in gestione il parco. Gli incontri si terranno dal 24 al 28 aprile 2024 e saranno tenuti dall’artista botanica Maria Rita Stirpe, proprio quando gli iris ricominceranno a fiorire in mezzo al verde. Sarà un’ottima occasione per imparare i segreti dell’acquerello e delle magnifiche sfumature di colore dei fiori, ma anche per apprendere curiosità botaniche e fare una visita guidata all’interno del Giardino.

Lo splendido Giardino dell’Iris di Firenze

Il Giardino dell’Iris è una delle bellezze di Firenze: si trova sotto Piazzale Michelangelo, considerato tra i luoghi più noti della città per via della splendida visuale di cui godono i suoi visitatori. Dal parco stesso, d’altra parte, si può ammirare un panorama mozzafiato sul capoluogo toscano. Ampio ben due ettari e mezzo, è facilmente accessibile attraverso una lunga serie di vialetti, selciati e scalinate: ha così origine un percorso molto suggestivo, che attraversa l’intero giardino alla scoperta delle oltre 1.500 varietà di iris che vi crescono.

L’iris è il fiore simbolo di Firenze, impresso anche nello stemma della città. In natura se ne conoscono solamente varietà viola e bianche, e fu proprio quest’ultimo ad essere preso come ispirazione per rappresentare il capoluogo toscano. Il suo colore venne ribaltato, dando vita ad uno stemma con un iris rosso su sfondo bianco: nella speranza di riuscire a ricreare questa sfumatura quasi impossibile, ogni anno il giardino ospita una competizione internazionale che ha come obiettivo la presentazione di nuove varietà di iris.

Incroci e combinazioni di floricoltura hanno già consentito la nascita di esemplari dai colori meravigliosi, i quali sono tutti esposti all’interno del parco. Molti di essi sono stati premiati, ma nessuno ha mai ottenuto un iris scarlatto come quello dello stemma fiorentino. Resta comunque uno spettacolo affascinante, quello che il giardino offre ai suoi visitatori: in primavera si risveglia con la sua fioritura dalle infinite sfumature meravigliose che incantano i più curiosi. È un’esperienza assolutamente da vivere, almeno una volta nella vita.

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Orsanmichele, come visitare il gioiello monumentale di Firenze

È la culla del Rinascimento italiano, uno scrigno prezioso ricco di storia, arti e cultura e dalla bellezza mozzafiato. Stiamo parlando di Firenze, il capoluogo toscano che non smette mai di stupire per la ricchezza del suo patrimonio artistico, culturale e umano.

Ogni angolo della città è una meraviglia da scoprire, dal celebre Duomo con la cupola di Brunelleschi, passando per il Campanile di Giotto, le opere di infinito valore di Michelangelo, Botticelli, Leonardo da Vinci e la Galleria degli Uffizi, fino ai luoghi meno conosciuti, ma altrettanto significativi e ricchi di storia.

Nel cuore del centro storico di Firenze, lungo la via dell’Arte della Lana, a metà strada tra il Palazzo della Signoria e la Cattedrale di Santa Maria del Fiore, spicca un edificio particolare e dal fascino unico, diverso da tutti gli altri. Stiamo parlando di Orsanmichele, la Chiesa-museo finemente restaurata, dalla struttura inconsueta e che mantiene tutt’oggi una funzione sia religiosa che civica, proprio come nel passato. Sì, perché Orsanmichele ora è una chiesa di grande pregio (che ospita anche uno splendido museo), ma in passato era un granaio. La sua storia è unica e curiosa e una tappa qui è d’obbligo in un viaggio alla scoperta delle bellezze di Firenze.

Le origini della chiesa di Orsanmichele

Ciò che rende atipica la chiesa di Orsanmichele è la particolarità della sua architettura. Infatti il suo stile non è quello classico delle strutture ecclesiastiche, a partire dal fatto che si sviluppa su tre piani e le sue pareti sono costruite con semplice pietra che però si alterna ad archi e finestre in stile gotico.

Le prime tracce documentate di questa costruzione risalgono al lontano 895. Inizialmente era un oratorio affiancato ad un orto ed é proprio da qui che deriva il suo nome: inizialmente era San Michele in Orto e con il passare degli anni si è trasformato nell’appellativo attuale, Orsanmichele.

Distrutto e ricostruito per ben due volte tra il 1239 e il 1336, l’edificio è diventato un mercato in cui venivano conservati e venduti i cereali, la paglia e il grano. La testimonianza dell’impiego che ne veniva fatto è visibile ancora oggi: due delle colonne, infatti, sono vuote e presentano delle fessure tramite le quali venivano trasportate le granaglie tra i vari piani dell’immobile.

Era un mercato a tutti gli effetti: all’ultimo piano, il terzo, venivano stivate le varie scorte di prodotti utili in caso di assedio o carestia. Al secondo piano erano ospitati gli uffici, mentre esternamente c’erano ampie arcate a formare la loggia.

La trasformazione: dal mercato alla chiesa

Come è possibile che una struttura dedicata alla conservazione e vendita di granaglie sia diventata una chiesa di pregio? Sembra incredibile, ma fu un dipinto a dare inizio alla trasformazione.

Tutto ha origine dall’immagine della Madonna che venne appesa a una delle colonne del mercato. Non ci sarebbe nulla di particolare, se non fosse per il fatto che questa Madonna era considerata miracolosa. Distrutto da un incendio e poi ricreato dall’artista Bernardo Daddi (nel 1347), questo dipinto divenne un punto di riferimento per la popolazione che si recava numerosa sotto la loggia per pregare la “Madonna delle Grazie”.

Quello che era il mercato, visto l’ingente flusso di fedeli che vi si recava per pregare, iniziò ad essere visto come luogo sacro e per questo si prese la decisione di trasformarlo in una chiesa, nella seconda metà del Trecento.

Era il 1339 quando venne stabilito che le Arti (le corporazioni di arti e mestieri fiorentine) avrebbero contribuito alla trasformazione di Orsanmichele fornendo ciascuna una statua del loro santo patrono, che vennero posizionate nelle 14 nicchie esterne, lungo i quattro lati della struttura. Le opere vennero concretamente realizzate e terminate solo moltissimi anni dopo, videro la mano e il genio di alcuni dei massimi esponenti del Rinascimento: Donatello, Luca della Robbia, Brunelleschi, Verrocchio e Ghiberti.

Cosa vedere nella chiesa e nel museo

La chiesa e il museo di Orsanmichele (ospitato nei due piani superiori dell’edificio che un tempo ospitavano le granaglie e gli uffici del mercato) sono uno scrigno ricco di opere realizzate dai massimi esponenti del Rinascimento fiorentino.

Oggi 11 delle statue originali che si trovavano nei tabernacoli esterni sono state trasferite all’interno ed esposte nel museo di Orsanmichele. Queste importanti sculture rinascimentali si trovano esposte nella stessa direzione in cui erano rivolte quando si trovavano nelle nicchie esterne, guardando i passanti e lasciandosi ammirare allo stesso tempo. Visitando la sala delle statue sembrerà un po’ come tornare a passeggiare lungo le stradine attorno alle mura della chiesa, ma con scorci suggestivi e mozzafiato sulla città di Firenze attraverso le ampie finestre ad arco dell’edificio.

All’interno della Chiesa di Orsanmichele, al piano terra, spicca il prezioso tabernacolo dell’Orcagna, la monumentale struttura in marmo dallo stile gotico molto ricercata nei dettagli, realizzata nel 1359 da Andrea di Cione (chiamato anche “l’Orcagna“) al cui interno si trova la pala a fondo oro della Madonna delle Grazie di Bernardo Daddi.

Merita una menzione speciale anche l’altro altare della chiesa in cui si può ammirare la scultura della Vergine con Bambino e Sant’Anna, un’opera cinquecentesca di Francesco da Sangallo.

Come visitare Orsanmichele

Dopo la chiusura prolungata dovuta a importanti lavori di restauro e riallestimento, durata ben 400 giorni, Orsanmichele ha riaperto le porte ai fedeli e ai visitatori dal mese di gennaio 2024. La visita a questo edificio ricco di storia e arte pregiata è una tappa obbligata nell’esplorazione di Firenze, una delle città più belle del mondo.

È possibile visitare l’intero edificio di Orsanmichele in tutto il suo splendore ogni giorno fino al 12 marzo 2024 (mentre dal 13 marzo viene introdotto il giorno di chiusura il martedì), pagando un biglietto dal costo di 8 euro a persona. L’edificio rimane aperto dal lunedì al sabato dalle 8.30 alle 18.30, e la domenica dalle 8.30 alle 13.30.

Ogni prima domenica del mese, grazie all’iniziativa del Ministero della Cultura “Domenica al museo“, l’ingresso è gratuito per tutti coloro che vogliono visitare questo splendido gioiello monumentale. Inoltre, l’8 marzo 2024 l’ingresso nella Chiesa e nel museo di Orsanmichele è gratuito per tutte le donne, in occasione della festa a loro dedicata.

Chiesa di Orsanmichele dall'esterno

Fonte: iStock

Chiesa di Orsanmichele, dettaglio esterno
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Michelangelo, apre la stanza segreta: nascosta sotto una botola per anni

Dal prossimo 15 novembre sarà di nuovo accessibile al pubblico la stanza segreta di Michelangelo. Un piccolo ambiente contenente una serie di disegni attribuiti al celebre pittore e scultore del Rinascimento, custodito all’interno del Museo delle Cappelle Medicee a Firenze, che si potrà finalmente ammirare dopo quasi 50 anni dal suo ritrovamento, avvenuto nel 1975.

La storia della stanza segreta di Michelangelo

La piccola stanza segreta, di 10 metri di lunghezza per 3 di larghezza, alta al culmine della volta 2 metri e 50, venne utilizzata come deposito di carbonella fino al 1955 e poi rimasta inutilizzata, chiusa e dimenticata per decenni, sotto una botola completamente coperta da armadi, mobili e suppellettili accatastati.

Nel novembre 1975, Paolo Dal Poggetto, allora direttore del Museo delle Cappelle Medicee, incaricò il restauratore Sabino Giovannoni di fare dei saggi di pulitura in uno stretto corridoio sottostante l’abside della Sagrestia Nuova, in occasione di un sopralluogo preliminare alla ricerca di uno spazio adeguato alla realizzazione di una nuova uscita del museo.

Fu allora che il restauratore si imbatté in una serie di disegni murali, nascosti sotto due strati di intonaco, tracciati con bastoncini di legno carbonizzato e sanguigna, di dimensioni varie, in molti casi sovrapposti, che Dal Poggetto ha attribuito per la maggior parte a Michelangelo.

L’ipotesi dell’ex direttore del museo è che l’artista si fosse rifugiato in questo piccolo ambiente nel 1530, quando il Priore di San Lorenzo, Giovan Battista Figiovanni, lo nascose dalla vendetta di Papa Clemente VII – appartenente alla famiglia fiorentina dei Medici – infuriato perché il Buonarroti aveva aveva seguito le fortificazioni per conto del governo repubblicano (1527-1530), nel periodo in cui i Medici furono cacciati dalla città.

Ottenuto il perdono della famiglia, dopo circa due mesi – che secondo la ricostruzione dovrebbero collocarsi tra la fine di giugno e la fine di ottobre 1530 – Michelangelo tornò finalmente libero e riprese nuovamente i suoi incarichi fiorentini, fino a quando nel 1534 abbandonò definitivamente la città alla volta di Roma.

I disegni, ancora oggetto di studio da parte della critica, secondo la tesi di Dal Poggetto furono realizzati durante il periodo di “auto-reclusione” dell’artista che avrebbe utilizzato i muri della piccola stanza per “abbozzare” alcuni suoi progetti, tra cui opere della Sagrestia Nuova, come le gambe di Giuliano de’ Medici duca di Nemours, disegni ispirati a opere d’arte preesistenti, come la testa del Laocoonte, e progetti riferibili ad altre sculture e dipinti.

Visita alla stanza segreta di Michelangelo: info utili

L’attesa apertura al pubblico della stanza segreta di Michelangelo, al Museo delle Cappelle Medicee di Firenze, mai stata accessibile in maniera regolamentata fino a oggi, è resa possibile anche grazie al monitoraggio che verrà condotto nei prossimi mesi, d’intesa con l’Opificio delle Pietre Dure. La stanza sarà aperta per le visite dal 15 novembre 2023 al 30 marzo 2024, solo su prenotazione.

Potranno accedervi gruppi contingentati di massimo 4 persone alla volta, in modo da proteggere i disegni e mantenere adeguate condizioni conservative, indispensabili a salvaguardare i preziosi manufatti. La permanenza massima all’interno della stanza sarà di 15 minuti, accompagnati dal personale di vigilanza del Museo. Il numero limitato di presenze per fasce orarie è, infatti, dovuto alla necessità di intervallare il periodo di esposizione alla luce a led a periodi prolungati di buio. Dal momento che per accedere all’ambiente è necessario scendere una stretta e angusta scala, la stanza non è accessibile ai disabili e – per ragioni di sicurezza- ai minori di 10 anni.

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Halloween a Firenze: avvistato il fantasma di Palazzo Vecchio

Mentre le temperature si abbassano e l’aria diventa frizzante, l’atmosfera si riempie di un’energia unica e inconfondibile: è il periodo di Halloween, la festa più elettrizzante dell’autunno.

Non è solo un’avventura, ma un’esperienza emozionante che risveglia l’entusiasmo dell’infanzia e l’euforia del mistero. Dai racconti spaventosi riportati al chiaro di luna alla gioia dei dolcetti, ogni istante è un ricordo indimenticabile che attende di essere vissuto.

Sebbene Halloween sia originariamente una festività tipicamente americana, negli ultimi anni è diventata sempre più popolare anche in Italia. Oggi vi porteremo alla scoperta di una delle gemme del Rinascimento italiano: Firenze. Infatti, questa città toscana, universalmente riconosciuta per il suo patrimonio artistico e culturale inestimabile, durante la notte di Halloween si trasforma. I suoi musei diventano scenari di mistero, fantasmi e oscuri segreti, pronti ad affascinarvi e spaventarvi allo stesso tempo.

Qui, questa tradizione assume un carattere unico, grazie a un tour speciale che conduce i visitatori attraverso luoghi iconici alla scoperta di segreti spettrali. Il ponte di Ognissanti è, quindi, l’occasione perfetta per esplorare il cuore della città alla ricerca dalla presenza lugubre dei fantasmi. I più coraggiosi saranno guidati attraverso l’atmosfera suggestiva e misteriosa di una Firenze da brivido!

Esplorando la Firenze misteriosa, tra fantasmi e tesori artistici

Palazzo Vecchio Firenze

Fonte: iStock

Palazzo Vecchio, Firenze

Siete pronti per vivere una giornata da paura, immersi nell’arte e nella cultura? Il tour inizia con una visita al Palazzo Vecchio, uno dei simboli senza tempo di Firenze. Conosciuto anche come Palazzo dei Priori o Palazzo della Signoria, questo edificio è un simbolo emblematico del potere politico del capoluogo. La sua maestosità è avvolta da una ricca storia, che ha fatto di questa struttura una testimone privilegiata di importanti eventi politici e sociali.

Si racconta che all’interno delle antiche mura del palazzo si nasconda un ospite inquietante: il fantasma di Baldaccio d’Anghiari, un famoso condottiero che venne pugnalato all’interno della Torre di Arnolfo nel 1441. Venne poi trascinato fino alla Piazza della Signoria, dove venne decapitato.

Da quel giorno, si narra che il suo spirito non abbia mai lasciato il Palazzo e che, ancora oggi, si aggiri per i corridoi come testimone silente di un passato turbolento e pieno di intrighi. Qualcuno afferma persino di aver immortalato il fantasma in qualche scatto!

Il tour prosegue con la visita al Museo del Bargello, un luogo che oggi ospita innumerevoli capolavori artistici, ma che nel passato ha avuto una funzione ben diversa. Infatti, era originariamente un carcere cittadino e un luogo di esecuzioni capitali, dove la giustizia era somministrata in modo spietato. Tra gli altri, qui fu impiccato Bernardo Bandini, l’assassino di Giuliano de’ Medici.

Dall’inquietante storia del Bargello, ci spostiamo verso la Basilica di Santa Croce, un luogo avvolto da un’aura completamente diversa. Qui riposano alcuni dei più grandiosi nomi che l’Italia abbia mai conosciuto, personalità che hanno lasciato un’impronta indelebile nella storia della scienza, dell’arte e della letteratura. Nelle sue cripte, si trovano le tombe di Michelangelo Buonarroti, Galileo Galilei, Niccolò Machiavelli, Vittorio Alfieri, Ugo Foscolo e Gioacchino Rossini. Ognuno di loro ha contribuito in modo significativo alla cultura italiana e globale, e Santa Croce rappresenta un monumento perpetuo al loro incredibile retaggio.

Un’esperienza da brividi: tra mummie egizie e leggende oscure

La nostra penultima tappa ci porta al Museo Archeologico Nazionale, un luogo che custodisce autentici tesori dell’antichità provenienti da ogni angolo del mondo. Tra le sue sale più affascinanti spicca indiscutibilmente quella dedicata alle mummie egizie. Immersi sotto una maestosa volta dipinta di blu, i visitatori possono ammirare sarcofagi e mummie conservate con cura, oltre agli antichi corredi funerari.

Ogni oggetto esposto racconta un passato di rituali legati alla morte nell’antico Egitto, regalando un affascinante sguardo su questa cultura così lontana e misteriosa. Un vero e proprio viaggio nel passato, alla scoperta delle tradizioni e delle credenze di una civiltà perduta nel tempo.

L’itinerario si conclude all’ombra della Villa Medicea di Cerreto Guidi, un luogo segnato da un’antica e tragica leggenda. Si dice, infatti, che la villa sia infestata dallo spirito di Isabella de’ Medici, la sfortunata figlia prediletta di Cosimo I, nota per la sua seducente bellezza. La storia racconta che fu strangolata dal suo stesso marito nella camera nuziale, in un atto di rabbia e gelosia. Da quel giorno, il suo spirito inquieto vaga nei corridoi della villa, un eterno promemoria della sua fine dolorosa e violenta. Questa storia macabra, con le sue ombre e i suoi misteri, offre un perfetto finale da brivido a uno dei tour di Halloween più spaventosi del nostro Paese.

Basilica di Santa Croce Firenze

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Basilica di Santa Croce, Firenze
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Firenze su due ruote, a caccia dei luoghi di “Amici Miei”

Visitare Firenze attraverso i luoghi del film “Amici miei”, con un uno speciale itinerario che si snoda tra 20 location nel centro e nella periferia del capoluogo toscano, per ripercorrere in sella le più divertenti scene di uno dei film più conosciuti ed amati di tutta la storia della commedia italiana. Bici Miei è la novità di quest’anno, all’interno del calendario di Firenze Insolita 2023, l’evento che unisce cineturismo e cicloturismo. Un’occasione unica per tutti coloro che desiderano riscoprire i luoghi set del capolavoro di Mario Monicelli.

In bicicletta a Firenze, sulle tracce di “Amici miei”

Organizzata dall’Associazione Culturale Conte Mascetti, con il Comune di Firenze in collaborazione con FIAB Firenze Ciclabile, l’iniziativa – in programma per sabato 14 ottobre dalle ore 10.00, per una durata di circa 3 ore – vuole offrire ai fiorentini e ai turisti la possibilità di ripercorre tutti i luoghi di “Amici miei” nell’area metropolitana: dal Giardino dell’Orticoltura, dove il Mascetti ha un malore al termine del secondo atto, fino al Bar Necchi, dalla Villa del Sassaroli fino a raggiungere lo scantinato del Mascetti, guidandoli in un racconto fresco e divertente, ma soprattutto ecologico e salutare. Tutto questo in sella alla bicicletta, permettendo così di conoscere Firenze da una prospettiva diversa.

Quarantotto anni dopo l’uscita nelle sale del capolavoro partorito dalla fantasia di Pietro Germi, e reso immortale da Mario Monicelli e dalle interpretazioni di Ugo Tognazzi, Philippe Noiret, Duilio Del Prete, Gastone Moschin e Adolfo Celi – con l’aggiunta di Renzo Montagnani nel secondo e terzo capitolo – la leggenda continua tra le strade della città.

Non sono poche le commedie italiane che rendono omaggio alle due ruote. Tra i film girati in Toscana che celebrano il mondo della bicicletta, oltre alla leggendaria Coppa Cobram di Fantozzi, rievocata proprio a Firenze nel 2017 e 2018, c’è il cult senza tempo “Berlinguer ti  voglio bene”, di Giuseppe Bertolucci, con la scena del passaggio offerto da Bozzone a Mario Cioni. Altro film indimenticabile è “Ricomincio da tre”, in cui Massimo Troisi dice a Lello Arena di “farsi leggero” per essere portato sulla canna della bicicletta in San Niccolò. Non si dimentica nemmeno Leonardo Pieraccioni nel suo film campione di incassi “Il Ciclone”, in cui sembra quasi voler omaggiare la pellicola di Bertolucci di vent’anni prima, riscendendo in paese come Carlo Monni e Roberto Benigni.

Un set cinematografico a cielo aperto: il tour a piedi

Mercoledì 1° novembre si celebra ancora Firenze come set cinematografico a cielo aperto, questa volta visitando la città a piedi attraverso due percorsi di cineturismo. I partecipanti verranno accompagnati tra le vie e le piazze di Firenze, guidati in un racconto fresco e divertente che farà rivivere i film nei luoghi dove sono stati ambientati, con informazioni e curiosità del capoluogo toscano, che renderanno la passeggiata un’esperienza ancora più affascinante e indimenticabile.

Sono previsti due momenti: al mattino, con partenza alle ore 10.00, e al pomeriggio, con partenza alle ore 16.00, con un percorso dedicato all’insieme dei film ambientati in città. Dalle commedie toscane, come i film di Pieraccioni e Francesco Nuti, all’immancabile “Amici Miei”, alle produzioni hollywoodiane come “Inferno” e “Hannibal” fino a un classico fiorentino come “Le Ragazze di San Frediano”. Per entrambi i tour è previsto al termine un brindisi al Supercazzola Store per scoprire i vini firmati La Tognazza, azienda nata dal grande Ugo e portata avanti oggi dal figlio Gianmarco, nella nuova bottiglia e nelle nuove etichette illustrate da Pau dei Negrita, accompagnati dall’immancabile rinforzino del Mascetti e tante altre sorprese.

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Via delle Dee, il trekking per sole donne tra Emilia-Romagna e Toscana

Se la Via degli Dei è un itinerario turistico ormai noto agli appassionati di cammini e di trekking, che collega Bologna a Firenze attraversando l’Appennino tosco-emiliano, lo è meno la Via delle Dee, la versione riservata alle sole donne delle stesso itinerario.

Nato nel 2019 e inaugurato in occasione della Festa della Donna, oggi la Via delle Dee è un percorso da fare tutto l’anno e che riserva delle incredibili sorprese.

A proporlo per la prima volta è stato Destinazione Umana, un tour operator specializzato in vacanze ispirazioni che lo descrive come un “trekking emozionale“. Sì, perché, se il percorso lungo la Via delle Dee è bellissimo, lo scopo del viaggio non è tanto raggiungere la meta, quanto fare un percorso di ispirazione, apprendimento e consapevolezza ed è anche un’occasione per incontrare nuove persone.

L’itinerario della Via delle Dee

La Via delle Dee parte da piazza Maggiore, a Bologna, e arriva in piazza della Signoria, a Firenze: 130 chilometri attraverso gli straordinari paesaggi appenninici, su antichi sentieri, passando tra oasi naturalistiche e boschi secolari, borghi ed edifici ricchi di storia.

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Fonte: @Destinazione Umana

Un gruppo di ragazze lungo la Via delle Dee

Ripercorrere l’itinerario della Via degli Dei, il sentiero escursionistico segnalato anche dal CAI (Club Alpino Italiano) molto simile agli antichi percorsi che nel Medioevo venivano utilizzati per le comunicazioni tra le due città e, ancora prima, dai Romani, lungo la Flaminia militare.

Ideata alla fine degli Anni Ottanta da un gruppo di escursionisti bolognesi, la Via degli Dei ricalca gli antichi tracciati tra Monte Bastione e Monte di Fo’ e, in alcuni tratti, ricalca la strada Romana originale, riscoperta proprio di recente.

Le tappe della Via delle Dee

La Via delle Dee (come anche la Via degli Dei) può essere percorsa a piedi in cinque o sei giorni oppure in mountain bike in soli due o tre giorni, ma è possibile percorrerne anche solo alcuni tratti. La difficoltà non è accessiva ed è un itinerario adatto a tutti.

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Fonte: @Destinazione Umana

Camminare in mezzo alla natura sulla Via delle Dee
  • Prima tappa

Lasciata Bologna e il famoso portico di San Luca, il più lungo del mondo, ci si dirige, a passo lento, verso i colli e, con un po’ di sali scendi, si giunge alle pendici di Monte Adone. La prima tappa è lunga circa 30 km e il tempo di percorrenze è di circa sette ore.

  • Seconda tappa

Inizia con la salita alla vetta di Monte Adone, per godere di un panorama appenninico meraviglioso e raggiungere il paese di Monzuno. Seguendo un sentiero di crinale, con vista sui boschi delle valli del Setta e del Savena, e camminando su un tratto di strada Romana si arriva a Madonna dei Fornelli, a quasi 800 metri di altitudine, tappa fondamentale della Via degli Dei, e dopo aver percorso 25 km.

  • Terza tappa

La terza tappa del cammino si entra in Toscana e si raggiunge il punto più alto di tutto il percorso. La sosta si fa dopo 15 km a Traversa, una mioroscopica frazione di Firenzuola che cota una manciata di abitanti, vicino al Passo della Futa, il valico dell’Appennino tosco-emiliano a 903 metri di altitudine.

  • Quarta tappa

Dal Passo della Futa a questo punto si scende verso Sant’Agata del Mugello, un piccolo gioiello architettonico alle porte di Firenze esistente già nel V secolo e ricco di testimonianze di epoca Romana. La quarta tappa termina a San Piero a Sieve dopo aver percorso 27 km.

  • Quinta tappa

La quinta tappa di 21 km è tutta un sali-scendi tra le colline toscane, in mezzo a ulivi, vigneti e anche castelli ed è un itinerario da cartolina. Il percorso si snoda su strade sterrate e sentieri nel bosco fino a raggiungere il sacro eremo di Monte Senario risalente al XIII secolo e infine il piccolo abitato di Olmo.

  • Sesta tappa

La sesta e ultima tappa, infine, comprende un tratto di sentiero naturalistico verso Poggio Pratone, da cui si scende verso Fiesole, una delle cittadine più belle e storiche della Toscana, abitata già dall’epoca etrusca. Da qui, seguendo la vecchia via Fiesolana che collegava Fiesole a Firenze si giunge a destinazione dopo aver percorso 17 km.

Quando andare

Per chi decide di percorrere le Via delle Dee in mountain nike o e-mountain bike (ancora meglio) le tappe sono Bologna – Madonna dei Fornelli – Passo della Futa – Firenze. Il periodo migliore per percorrerla è naturalmente durante la bella stagione, quindi da marzo all’autunno.

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Musei di Firenze: quali visitare assolutamente

Firenze è il capoluogo della Toscana, ma è anche una delle più importanti culle della cultura italiana. Nel corso dei secoli, questa città ha mantenuto il proprio fascino attirando milioni di turisti da tutto il mondo ogni anno. Stiamo parlando di un luogo magico e ricco di sorprese, una città d’arte che vanta un immenso patrimonio culturale e architettonico, il quale ne mette in risalto il fascino e l’importanza nel corso della storia. Meta turistica tra le più apprezzate d’Italia, merita assolutamente una visita in qualsiasi periodo dell’anno, da soli o in coppia, con i bambini o con gli amici.

La città di Firenze è particolarmente nota per essere la culla del Rinascimento italiano, un vero e proprio museo all’aperto: i monumenti e gli antichi palazzi sono a portata di bicicletta o, più semplicemente, di rilassanti passeggiate. Oggigiorno, questa meta è considerata la capitale dell’arte: secondo l’UNESCO, proprio qui è racchiuso il 60% delle bellezze artistiche di tutta Italia, un dato semplicemente incredibile. Dal XIII al XVI secolo, Firenze ha fatto da sfondo al lavoro di grandissimi artisti italiani come Michelangelo, Dante Alighieri, Giovanni Boccaccio e Filippo Brunelleschi, che qui hanno concepito alcune delle loro splendide opere.

Ovviamente, il ricco patrimonio fiorentino è custodito non soltanto open air – basti pensare alle tantissime architetture meravigliose che caratterizzano il suo centro storico. La città è ricca di musei, alcuni famosissimi come gli Uffizi, altri decisamente meno conosciuti, soprattutto dai turisti. Eppure, ognuno di loro ha un fascino speciale che merita attenzione: scopriamo quali sono i più bei musei di Firenze, da visitare il prima possibile per immergersi nelle atmosfere incredibili di questa città-gioiello tra le migliori d’Italia.

Musei di Firenze: arte e cultura tutta da scoprire

Firenze

Fonte: iStock

Il centro storico di Firenze

Gli storici palazzi e le antiche piazze di Firenze, nel corso del Rinascimento, sono diventati veri e propri musei a cielo aperto: in Piazza della Signoria, per esempio, sono state installate maestose statue e fontane. Le chiese, i palazzi, le basiliche ed i musei cittadini, poi, sono il vero e proprio tesoro di Firenze, catturando l’interesse e la curiosità di milioni di visitatori. Sicuramente il museo più famoso è quello degli Uffizi, il quale ospita opere di Leonardo da Vinci, Botticelli, Rubens e Tiziano. Altre importanti istituzioni sono il Museo Archeologico di Firenze, Museo del Novecento, Museo Galileo e molti altri.

Ogni anno la città di Firenze attira milioni di visitatori in quanto centro culturale di grande importanza: periodicamente vengono organizzate interessanti esibizioni e feste d’arte. Nei mesi estivi le piazze cittadine offrono intrattenimenti ogni sera con rinfreschi e visite agli edifici circostanti. Le altre stagioni, ad ogni modo, non sono da meno se consideriamo che i più importanti teatri di Firenze portano in città tantissimi turisti grazie ai balletti, le opere e gli spettacoli; in più le principali vie di Firenze sono gremite di mostre, concerti, esposizioni. Il capoluogo toscano, dunque, fonde arte e cultura con l’obiettivo di creare ogni volta qualcosa di nuovo ed interessante visto che la città offre infinite possibilità di conoscere le opere d’arte ed architettoniche più importanti del nostro Paese.

Museo Archeologico Nazionale di Firenze

Il Museo Archeologico Nazionale di Firenze è uno fra i più importanti d’Italia e si colloca all’interno di un fenomeno di portata europea: la nascita dei musei in qualità di istituzioni statali legate alla formazione delle nazioni moderne. Questo museo raccoglie i più importanti scavi toscani, così come alcuni reperti etruschi e romani provenienti da Umbria e Lazio. Il Museo Archeologico Nazionale ospita cinque diverse sezioni: quella etrusca, romana, greca, egizia e numismatica. Gli appassionati di storia non potranno certo perdersi la Chimera d’Arezzo, un importante pezzo della civiltà etrusca: si tratta di un plastico bronzo raffigurante la mitica fiera leonina restaurata da Francesco Carradori, il quale ricostruì la coda serpentina che mordeva la testa di capra. Buona parte dei reperti di questa sezione riguarda la cultura funeraria, in particolare i sarcofagi e le urnette.

Fra le opere più interessanti della sezione romana troviamo alcuni bronzi antichi come, per esempio, il Treboniamo Gallo, risalente al III secolo. La sezione greca, invece, ospita una serie di antiche ceramiche provenienti da tombe etrusche e da collezioni private. La sezione egizia è seconda solo al Museo Egizio di Torino e ospita reperti provenienti dalle attività quotidiane dell’antico Egitto: oggetti in tessuto, legno e osso. Fra le opere più interessanti a amirare, possiamo trovare i modelli di due servitori, la macinatrice di grano e la donna che fa la birra risalenti all’antico regno. Infine, la sezione numismatica contiene importanti ed antiche raccolte numismatiche italiane.

Giardino di Boboli

Il Giardino di Boboli

Fonte: iStock | Ph. Ondrej Bucek

Il Giardino di Boboli

Il Giardino di Boboli è il parco più famoso della città di Firenze. Si tratta di un giardino storico connesso al Forte di Belvedere e che ospita ogni anno oltre 800.000 visitatori. I giardini furono costruiti, originariamente, dai Medici: inizialmente avevano un’impostazione di stile tardo-rinascimentale, la quale venne poi modificata dalla costruzione di nuove porzioni con impostazioni differenti. Il giardino è caratterizzato da imponenti statue ed edifici come la settecentesca Kaffeehaus, che permette di godere di un panorama mozzafiato della città. Il giardino ha quattro ingressi pubblici e dal 2017 il circuito museale comprende anche il Museo degli argenti, la Galleria del Costume, il Museo delle porcellane e il Giardino Bardini.

Museo Galileo di Firenze

Il Museo Galileo di Firenze è uno degli imperdibili della città e si trova in Piazza dei Giudici. Questo museo ha sede presso Palazzo Castellani, un’antica fortificazione costruita sulla sponda destra dell’Arno. Il Museo Galileo si è dotato negli ultimi anni di laboratorio multimediale atto alla produzione di applicazioni interattive, online e offline, per la divulgazione della cultura. Una parte molto importante di questo ente museale è sicuramente la biblioteca, la quale è situata al terzo piano: essa conserva un gran numero di opere appartenenti ai fondi antichi. Particolarmente interessante è il fondo Mediceo-Lorenese che comprende testi scientifici inerenti alle scienze fisico-matematiche.

Villa Bardini

Villa Bardini è situata sulla costa San Giorgio, a Firenze. È un importante centro espositivo che ospita mostre temporanee, il Museo Capucci ed il Museo Annigoni. Originariamente, questo palazzo era la famosa Villa Manadora, la quale fu costruita nella prima metà del Seicento per opera di Gherardo Silvani, importante architetto dell’epoca. Dopo diversi anni di abbandono, l’attuale Villa Bardini è stata ristrutturata dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze e riaperta al pubblico nel 2006 con una serie di interessanti esposizioni. Villa Bardini conta con circa sessanta stanze, un numero comprensivo anche di sale e saloni, oltre agli uffici e gli spazi dedicati a conferenze e convegni.

Casa di Dante a Firenze

La Casa di Dante

Fonte: iStock | Ph. Sergio Delle Vedove

La Casa di Dante

La Casa di Dante è un museo storico di Firenze, suddiviso in tre piani che raccontano le vicende di vita più importanti del poeta. Presso questo museo di Firenze è possibile partecipare a diversi itinerari per conoscere meglio la vita del Sommo poeta e la Firenze antica: le proposte comprendono visite guidate e tour della città sulle tracce di Dante Alighieri. L’edificio originale venne costruito prima del 1265, anno in cui nacque Dante e ad oggi ha come scopo fondamentale quello di diffondere la cultura e la conoscenza della vita e delle opere dell’autore. Il museo si articola in tre piani, ognuno dei quali tratta di una tematica diversa che illustra la vita del poeta: la sua vita amorosa, l’esilio, la vita politica.

Galleria degli Uffizi e cappelle medicee

La Galleria degli Uffizi di Firenze fa parte del complesso museale conosciuto come le Gallerie degli Uffizi e comprendente le collezioni di Palazzo Pitti ed il Giardino dei Boboli. Questo famoso museo fiorentino ospita svariate collezioni ed opere d’arte di grande valore provenienti dalla famiglia dei Medici, tra le quali spicca una serie di opere religiose derivate dalla soppressione di monasteri e conventi tra il XVIII ed il XIX secolo. La Galleria degli Uffizi vi riserverà splendide sorprese: godetevi una rilassante passeggiata varcando la Sala dei Primitivi o attraversate la famosa sala del Quattrocento lasciandovi catapultare nel passato. Fra tutti gli sguardi dei dipinti presenti all’interno della galleria, sarà proprio quello di un frate carmelitano a catturare la vostra attenzione; coglierete, poi, l’infinita bellezza della “Lippina”, capolavoro del noto Filippo Lippi.

Non perdetevi le straordinarie opere di Sandro Botticelli, fra le quali “La nascita di Venere” e “L’allegoria della Primavera”, simboli della pittura italiana. Ma vi consigliamo anche una visita alle sale che ospitano le opere del grande Michelangelo, di Raffaello, Tiziano e Correggio: rimarrete stupiti dalla grandiosità di queste bellezze artistiche. Nel Museo Statale di Firenze, inoltre, sono le famose cappelle medicee, costruite dall’omonima famiglia e oggi bellezza artistica del capoluogo toscano. Questi ambienti sono stati costruiti tra il XVI e XVII secolo in qualità di estensione della basilica brunelleschiana allo scopo di elogiare l’omonima famiglia.

Museo Novecento di Firenze e Palazzo Davanzati

Palazzo Davanzati

Fonte: iStock | Ph. VvoeVale

Palazzo Davanzati

Il Museo del Novecento di Firenze è situato in Piazza S. Maria Novella ed è interamente dedicato all’arte italiana del XX secolo: sono presenti circa 300 opere distribuite in quindici ambienti. Il museo presenta collezioni permanenti, mostre temporanee e progetti speciali che animano particolarmente le attività dell’ente museale stesso; a questi si aggiunge anche la ricca offerta del dipartimento di mediazione culturale, il quale organizza regolarmente incontri educativi, laboratori e visite guidate per grandi e piccini.

Da non perdere è il famoso Palazzo Davanzati, notevole esempio di architettura residenziale fiorentina del Trecento. Nel suo complesso, questo antico palazzo, è la testimonianza del passaggio da casa-torre medievale a residenza rinascimentale: gli ambienti sono molto suggestivi, a cominciare dal cortile interno dotato di un pozzo a muro privato. Le sale di Palazzo Davanzati sono riccamente affrescate, in particolare la Sala dei Pappagalli, molto colorata e suggestiva, così come la Sala dei Pavoni; quest’ultima conserva la Madonna col bambino di Brunelleschi.

Galleria dell’Accademia di Firenze

Per ultima, ma non meno importante, vogliamo ricordare la Galleria dell’Accademia di Firenze. Si tratta di un museo molto apprezzato dai visitatori ed espone il maggior numero di sculture del noto Michelangelo. La visita a questa galleria potrà essere spunto per diverse riflessioni complementari, in grado di soddisfare passioni per la musica, l’arte, la botanica e le varie tecniche pittoriche. Il museo vi accoglierà nella maestosa Sala del Colosso, la quale oggi ospita il modello preparatorio di Giambologna per il ratto delle Sabine, importante esempio di scultura cinquecentesca. Lasciatevi poi conquistare dai meravigliosi dipinti di Lippi, Bronzino e Ghirlandaio: selezionare le opere più importanti è una mossa molto delicata, soprattutto se consideriamo il calibro degli artisti di cui parliamo.

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La Fontana del Porcellino, con il naso che porta fortuna

Ha le sembianze di un cinghiale, nonostante sia nota come la Fontana del Porcellino, uno dei monumenti più popolari di Firenze. Qualunque turista in visita nel capoluogo toscano non lascia la città finché non gli ha sfregato il naso, perché secondo la tradizione popolare porta fortuna. Per incontrare l’emblematica statua bronzea – omaggiata da Hans Christian Andersen in una delle sue fiabe e visibile in due dei film della saga di Harry Potter – bisogna recarsi alla loggia del Mercato Nuovo, a pochi passi da Ponte Vecchio. Una volta giunti al suo cospetto, sinceratevi di avere con voi una moneta e seguite il rituale completo per richiamare la buona sorte.

La storia della statua del Porcellino (che è un cinghiale)

Come detto, il nome popolare della Fontana del Porcellino, è improprio perché raffigura in realtà un cinghiale ferito durante la caccia. Nella fontana situata a margine della loggia del Mercato Nuovo, nella omonima piazza vicino a Ponte Vecchio, si trova oggi una copia dell’opera di Pietro Tacca, il quale copiò a sua volta un marmo ellenistico donato da papa Pio IV a Cosimo I nel 1560, durante la sua visita a Roma.

Dell’originale marmoreo, che oggi si può ammirare agli Uffizi, Cosimo II de’ Medici commissionò una copia in bronzo a Tacca nel 1612, in principio destinata a decorare Palazzo Pitti. Un modello in cera vide la luce solo intorno al 1620, mentre per la statua bronzea si dovette aspettare il 1633. Il ritardo fu dovuto a commissioni granducali più urgenti, come i Quattro mori di Livorno o le due fontane di piazza Santissima Annunziata. Nonostante fosse una copia, la resa di dettagli naturalistici come il pelo dell’animale rivela la straordinaria capacità come bronzista del Tacca, considerato il migliore allievo dello scultore fiammingo Giambologna.

L’opera divenne una fontana per volontà di Ferdinando II de’ Medici, ed è documentata sotto la loggia del Mercato Nuovo almeno dal 1640. Inizialmente, come svela un ricco materiale fotografico e grafico, era stata collocata a levante, davanti all’omonima spezieria del Cinghiale, lungo via Por Santa Maria. Nel 1928, per facilitare la viabilità della strada, venne spostata nella posizione attuale sul lato sud, davanti all’odierna ex-Borsa Merci, nel cuore storico di Firenze, per facilitare la viabilità sulla strada.

La fontana non aveva solo una funzione decorativa, ma serviva ad approvvigionare l’acqua ai mercanti che commerciavano sotto la loggia,  a quel tempo specializzati nella compravendita di stoffe pregiate, come sete e broccati. Nel 1998, però, l’intera opera è stata rimossa e sostituita da una copia che riproduce con grande fedeltà i punti di abrasione dell’originale e le varie patine superficiali, realizzata dalla Fonderia Artistica Ferdinando Marinelli nel 1988, come ricorda un’incisione sul bordo destro. La statua originale si può, invece, ammirare al Museo Bardini.

Il rituale portafortuna

Passando davanti alla Fontana del Porcellino, si può vedere il naso dell’animale risplende per la continua lucidatura quotidiana da parte di centinaia di mani di turisti in cerca di fortuna.

Il rituale completo per ottenere un buon auspicio è, però, il seguente: mentre si strofina il naso dell’animale bronzeo, si dovrebbe tenere una moneta e posarla all’interno della bocca aperta del cinghiale, per poi lasciarla cadere. Se la moneta, cadendo, attraversa la grata in cui passa l’acqua porterà fortuna, altrimenti no. In realtà, l’inclinazione è tale che solo le monete più pesanti cadono facilmente nelle fessure. I proventi della raccolta delle monete dalla fontana sono interamente devoluti all’Opera della Divina Provvidenza Madonnina del Grappa.

Il Porcellino di Firenze nel mondo

Il Porcellino di Firenze è famoso ovunque, e viaggiando se ne possono trovare copie sparse per il mondo. In Europa, ad esempio, ce n’è una nel parco del Castello di Enghien in Belgio, una in Place Richelme a Aix-en-Provence, in Francia, e persino due a Monaco di Baviera.

Volando oltreoceano, si trovano copie della statua fiorentina nel campus universitario dell’Università dell’Ontario, in Canada, a Guayaquil in Ecuador, e a Sidney, di fronte all’ospedale della capitale australiana. Quest’ultima, è una donazione della marchesa fiorentina Fiaschi Torrigiani avvenuta nel 1968 in memoria del medico italiano Piero Fiaschi, attivo in Australia (qui, le monetine raccolte sono destinate infatti all’ospedale). A Sidney, come a Firenze, si dice che strofinare il naso del cinghiale porti fortuna. Potenza della superstizione che supera i confini. Senza arrivare così lontano, troviamo una riproduzione del celebre Porcellino di Pietro Tacca a Rispescia, frazione di Grosseto, donata dal Comune di Firenze il 6 aprile 1953, nel giorno dell’inaugurazione del borgo toscano.