Categorie
Borghi cicloturismo Cosa fare in autunno Cosa fare nel weekend Idee di Viaggio itinerari culturali Maremma terme Toscana turismo enogastronomico vacanze benessere Viaggi Viaggi Relax

Weekend d’autunno in Maremma tra borghi, terme e panorami unici

Colline ricche di vigneti, paesaggi poetici da scoprire a piedi o in bici, terme in cui lasciarsi coccolare nelle fresche serate autunnali: da qui capisci subito di essere in Maremma, una zona della Toscana considerata a tutti gli effetti il regno dei buongustai e del turismo lento. Una terra affascinante, raccontata in tutta la sua bellezza, talvolta drammatica, da pittori quali Giovanni Fattori.

Un luogo dove il mare non è mai troppo lontano e una meta perfetta da esplorare anche durante l’autunno. Andiamo?

I borghi più belli della Maremma

Il modo migliore per cominciare il vostro weekend d’autunno in Maremma è visitando uno o più borghi. Tra i nostri preferiti citiamo Montemerano che, con le sue viuzze lastricate e le case in pietra dorata, rappresenta un piccolo gioiello medievale arroccato tra gli ulivi: un luogo sospeso nel tempo, ideale per una passeggiata romantica. Castiglione della Pescaia, invece, regala scorci sul mare e un borgo antico dominato dal castello aragonese, da cui si gode una vista incantevole sulla costa toscana.

Più nell’interno, Sovana affascina con la sua atmosfera etrusca e i resti archeologici che testimoniano un passato millenario. Infine Sorano, spesso definita la “Matera toscana”, stupisce con le sue case scavate nel tufo e un intreccio di vicoli che si aprono su panorami mozzafiato.

Relax alle terme

Anche la presenza di splendide terme fa della Maremma una meta perfetta da esplorare in autunno. A poca distanza dalle Terme di Saturnia ci sono le cascate termali più scenografiche di tutta la Toscana, uno di quei luoghi che tutti dovrebbero visitare almeno una volta nella vita.

Stiamo parlando delle Cascate del Mulino, dove l’acqua calda e sulfurea si riversa in una serie di piscine naturali scavate nella roccia, creando un paesaggio da cartolina. Il vapore che si alza leggero nelle mattine d’autunno regala un’atmosfera quasi magica, mentre il rumore costante dell’acqua accompagna chi sceglie di immergersi in queste vasche naturali.

Terme del Mulino

iStock

Le famose Cascate del Mulino

Trekking e percorsi in bici

Se al relax preferite le attività all’aria aperta, siamo sicuri che la Maremma non vi deluderà. L’autunno, infatti, è il momento ideale per esplorarla a piedi o in bicicletta. La Riserva Naturale del Monte Labbro, vicino ad Arcidosso, offre sentieri che permettono di scoprire boschi, fauna locale e punti storici come la torre Giurisdavidica.

Il Parco Naturale della Maremma, o Parco dell’Uccellina, propone itinerari panoramici tra pinete e calette, percorribili a piedi o in bici. Tra i percorsi più accessibili ci sono anche la Pineta Granducale fino a Cala di Forno e l’anello Follonica-Torre Mozza-Carbonifera. Anche il Parco di Montioni e la Riserva di Orbetello meritano una visita per chi cerca natura e avventura.

Degustazione di vini e visite alle cantine

Infine, tra le esperienze da non perdere in autunno in Maremma c’è senza dubbio la degustazione dei vini locali. Tra le mete da raggiungere vi consigliamo Suvereto, borgo medievale ideale per un tour tra vigne e cantine, dove è possibile assaporare rossi intensi e strutturati, frutto di uvaggi simili a quelli dei più noti vini di Bolgheri. Le visite guidate permettono di scoprire i segreti della vinificazione, dalla raccolta delle uve alla maturazione in botti di legno.

Categorie
cicloturismo itinerari culturali Michigan Nord America Posti incredibili Viaggi Viaggi Relax

Mackinac Island, l’isola proibita alle auto dove si viaggia in carrozza come nell’Ottocento

Esiste un’isola in cui le auto sono bandite e lungo le strade passeggiano 600 cavalli che trainano carrozze e le persone si spostano in sella a tantissime biciclette. Un luogo che trasporta i visitatori in un mondo quasi ottocentesco, che sembra fermo all’attimo precedente all’invenzione delle prime automobili.

In effetti è proprio così: nella splendida Mackinac Island, nel cuore dello stato del Michigan (Stati Uniti) i mezzi a motore sono banditi dal 1900. Un “paradosso” se si pensa che lo Stato custodisce la “capitale mondiale dell’automobile”, ovvero Detroit.

L’incredibile isola di Mackinac con 600 cavalli e nessun veicolo

Passeggiare per le vie di Mackinac Island è come fare un vero tuffo nel passato, quando la vita scorreva più lenta, riscoprendo il piacere del contatto con le persone, con la natura e gli animali.

C’è un cavallo per ogni persona, in quest’isola di 3,8 km² dal fascino antico che sorge a cavallo tra due laghi: il Lago Huron e il Lago Michigan. Una posizione strategica per le comunità indigene che la abitavano, ottima per la caccia e la pesca. Furono proprio loro a dare il nome originario di questo pezzo di terra tanto prezioso: le sue scogliere calcaree e le foreste verdeggianti sembravano una enorme tartaruga che emergeva dall’acqua, e così la chiamarono Michilimackinac, ovvero “luogo della grande tartaruga” in lingua Anishinaabemowin. Negli anni venne abbreviato fino alla sua forma attuale.

Il cavallo qui è il re: soprattutto durante la bella stagione, questi animali vengono utilizzati per qualsiasi tipo di attività, dalla raccolta dei rifiuti alle consegne postali. Uno stile di vita d’altri tempi che piace agli abitanti, che si spostano abitualmente a piedi, in bicicletta o in uno speciale taxi trainato da cavalli.

Il motivo per cui le auto sono bandite? In realtà, alcune auto vennero introdotte nell’isola, ma secondo la tradizione locale, quando una di queste (nel 1898) spaventò i cavalli vicini a causa di un ritorno di fiamma, le autorità del villaggio proibirono i motori a combustione interna. Presero talmente sul serio la salvaguardia degli animali che tale misura venne estesa al resto dell’isola due anni dopo. Da allora, la gente del posto ha dimenticato completamente le auto a favore di biciclette e cavalli.

Biciclette a Mackinac Island

iStock

Tantissime biciclette a Mackinac Island

Le meraviglie di Mackinac Island

Le sorprese che riserva quest’angolo di mondo ottocentesco, circondato da acque turchesi, non finiscono qui: l’80% della superficie è ​​costituita dallo spettacolare Mackinac Island State Park, dove ci si può immergere nella foresta secolare e ammirare imponenti rocce calcaree come l’Arch Rock, uno dei luoghi più iconici e mozzafiato dell’isola di Mackinac. Questo imponente arco naturale di calcare largo 15 metri si erge per circa 45 metri sopra il Lago Huron, offrendo viste mozzafiato sulla costa e sulla foresta circostante.

Da non perdere anche il Fort Mackinac, castello fondato dai britannici durante la Rivoluzione americana, e lo storico Grand Hotel risalente alla Gilded Age dell’America industriale, che vanta il portico più lungo del mondo (e si è candidato come location della quarta stagione di The White Lotus).

Vista panoramica su Mackinac Island, in Michigan

iStock

Vista panoramica su Mackinac Island

Anche l’autostrada di 8,5 miglia trasformata in pista ciclabile è un’ottima escursione da fare in questa terra sospesa nel tempo: si trova a nord del villaggio e permette di raggiungere tranquille spiagge di ciottoli e rigogliosi boschi. Per i turisti, a disposizione, ci sono ben 1.500 biciclette a noleggio.

Altre chicche? Una partita a golf in uno dei due campi dell’isola, una visita al Mackinac Island Native American Museum, nella Biddle House, con ricche testimonianze delle comunità indigene, e infine una pausa golosa assaporando i tradizionali fudge al cioccolato. Se si viaggia qui a giugno, inoltre, l’isola si riempie di colori e profumi per 10 giorni grazie al Festival dei Lillà.

Dove si trova e come arrivare

Mackinac Island sorge sulla confluenza dei fiumi Huron e Michigan (nello stato del Michigan), a circa 500 km a nord di Detroit. Si raggiunge facilmente, in circa 20 minuti, a bordo di un traghetto che parte da Mackinaw City o da St. Ignace, sulla Penisola Superiore del Michigan.

Categorie
Brindisi cicloturismo Cosa fare nel weekend itinerari culturali Notizie Roma vacanza natura Viaggi Viaggi Relax

Appia Day 2025, eventi da Roma a Brindisi lungo l’antica via patrimonio Unesco

Torna con il decimo appuntamento l’Appia Day, l’occasione perfetta per riscoprire monumenti, paesaggi e borghi meravigliosi lungo la Via Appia, percorribile a piedi o in bici. Un festival diffuso adatto a famiglie, appassionati di storia, ciclisti ed escursionisti, che collega Roma a Brindisi e coinvolge tantissime comunità durante il weekend del 4 e 5 ottobre 2025.

Con i suoi oltre 600 km tra storia e natura, la strada più celebre dell’antichità, conosciuta anche come Regina Viarum, attraversa 4 regioni e coinvolge ben 74 comuni: un filo che unisce l’Italia e racconta le memorie del nostro passato. L’Appia Day 2025 è l’opportunità perfetta per vivere un viaggio tra storia, natura, itinerari guidati, passeggiate archeologiche, eventi culturali e cittadinanza attiva.

L’edizione speciale dell’Appia Day 2025

Quest’anno il festival Appia Day assume un valore speciale: si tratta della prima edizione dopo il riconoscimento UNESCO (a luglio 2024), un traguardo storico che ci invita a tutelarla e valorizzarla, proprio come fa l’evento Appia Day.

L’obiettivo è la diffusione di consapevolezza, la promozione di un turismo sostenibile e il rafforzamento del legame tra comunità e patrimonio.

Il programma

Da Roma a Brindisi, attraversando Lazio, Campania, Basilicata e Puglia, le località toccate dalla Regina Viarum si animano durante il weekend del 4 e 5 ottobre 2025 con tantissimi eventi, aperture straordinarie di monumenti, passeggiate, trekking e ciclotour, ma anche spettacoli, musica e teatro, laboratori per bambini, degustazioni, incontri culturali e mostre.

Abbiamo selezionato alcuni degli appuntamenti da non perdere.

Parco degli Acquedotti sulla Via Appia

iStock

Parco degli Acquedotti, lungo la Via Appia

Lazio

Tra gli eventi più attesi nel Lazio c’è ArcheoGRAB, un percorso che non è solo un itinerario, ma un vero viaggio nel tempo e nella natura: prevede 7 tappe da raggiungere in bici (Arco di Costantino, Arco di Druso, Cartiera Latina, Cenotafio Annia Regilla, Acquedotti, Villa dei Quintili – Santa Maria Nova e infine il Mausoleo di Cecilia Metella – Circo di Massenzio). Questo tragitto è parte di quello che si chiamerà il Grande Raccordo Anulare delle Bici di Roma (GRAB), un anello ciclopedonale di 45 km che renderà la Capitale più accessibile, sostenibile e a misura d’uomo. Partenza domenica 5 ottobre dall’Arco di Costantino di Roma alle ore 9:30.

Per tutto il weekend, sarà presente anche la Legio Secunda Parthica Severiana, con un accampamento romano nei pressi del Mausoleo di Cecilia Metella e della Chiesa di San Nicola. Tende, rastrelliere, velari e tavoli didattici permetteranno di scoprire curiosità dell’antica Roma. Completano l’esperienza le dimostrazioni militari in costume, i corsi gratuiti di danza orientale, il tiro con l’arco e la scuola legionaria per grandi e piccoli.

Tappa anche alla scoperta di Terracina, lungo la Riviera di Ulisse, domenica 5 ottobre (ore 10:30, 16:30 e 18:30), con percorsi accompagnati nel centro storico organizzati dalla Fondazione Città di Terracina: dal tratto urbano dell’Appia Antica al Teatro Romano, dalle Favisse del Tempio Maggiore al Capitolium. Per partecipare la prenotazione è obbligatoria a un costo di 10 euro.

Per i curiosi e appassionati di archeologia, da non perdere è l’appuntamento con lo scavo aperto della Necropoli di Appia Antica 39: si può così vivere l’emozione di entrare in un affascinante sito archeologico e di partecipare alla visita guidata, con la possibilità di tenere tra le mani i reperti ceramici, lavarli e scoprirne le caratteristiche imparando che ogni piccolo frammento ha una storia meravigliosa da raccontare. Appuntamento il 4 Ottobre alle ore 10:00, con partecipazione libera e gratuita.

Campania

Tra le tante esperienze pensate per conoscere le tradizioni dei luoghi campani lungo l’Appia Antica, c’è la Falerno Fest, il 4 ottobre a Falciano del Massico (Caserta): una giornata dedicata al vino, alla cultura e alla comunità, con stand gastronomici lungo le strade dell’antico paese e degustazioni guidate dei prodotti tipici del territorio, oltre a spettacoli musicali, artisti di strada e intrattenimento per bambini.

Sabato 4 ottobre potrete partecipare al Ciclotour da Caserta ad Arpaia, con partenza ore 9:00 da Piazza Carlo di Borbone. Un percorso di 52 km lungo l’Appia Antica con tappe culturali a San Nicola la Strada, Maddaloni, Santa Maria a Vico e Arpaia, tra storia romana, longobarda e sapori sanniti.

Anche l’astronomia è protagonista dell’Appia Day 2025: nel Planetario di Caserta, l’evento racconta questa materia al tempo della costruzione dell’Appia, con una visita guidata museale interattiva dedicata agli orologi solari e un breve spettacolo in cupola digitale basato sul sistema tolemaico e sulla stima del raggio terrestre. Appuntamento il 5 ottobre in due turni: alle ore 19:30 e alle 20:15

Puglia

Non mancano eventi e rievocazioni anche in Puglia, dove la Regina Viarum conduce fino a Brindisi. Il 4 Ottobre 2025, dalle ore 9:00, FIAB Brindisi organizza la ciclopasseggiata lungo la Via Appia da Taranto a Brindisi: un percorso di circa 70 km con tappe in diversi punti d’interesse, tra cui l’area archeologica di Muro Tenente.

Colonne romane della Via Appia di Brindisi

iStock

Le colonne romane di Brindisi, al termine della Via Appia

Domenica 5 ottobre è dedicata alla giornata Traiana Viva, nella Masseria Borgo Santuri di Fontevecchia (Ostuni), che valorizza la storia, il paesaggio e la cucina romana: passeggiata guidata tra ulivi e tracce dell’antica strada, letture a tema e ricostruzione di un accampamento militare con la Legio VIII Augusta, ma anche showcooking di archeologia gastronomica e un incontro sulla dieta mediterranea in epoca romana.

Categorie
Borghi cicloturismo itinerari culturali Paesaggi Toscana Vacanze natura Viaggi Viaggi Avventura

L’eroica, il percorso permanente in bici che attraversa le colline toscane

Nel cuore delle Terre di Siena, attraverso il Chianti, le Crete Senesi e la Val D’Orcia, passando anche per Montalcino, si snoda un percorso fatto di strade bianche che abbracciano borghi, colline e paesaggi meravigliosi: si chiama Eroica ed è il viaggio in bicicletta avventuroso da fare almeno una volta nella vita.

Per 209 km e un dislivello totale di 3.023 metri, l’Eroica è uno tra i percorsi ciclistici più spettacolari d’Italia, un circuito ad anello suddiviso in 12 tappe da percorrere in due o tre giorni a seconda del proprio grado di preparazione e del tempo a disposizione.

Il viaggio dell’Eroica

Non esiste solo la gara ciclistica vintage, che ogni anno richiama tantissimi appassionati e curiosi, ma anche un percorso permanente dell’Eroica che permette di fare un viaggio lento immersi nei paesaggi straordinari e senza tempo della Toscana, assaporando anche l’enogastronomia locale e scoprendone le tradizioni.

Potrete ammirare il Castello di Brolio tra cipressi secolari e leggende sul barone Ricasoli, nell’antico borgo di Gaiole in Chianti, vivere tutta l’atmosfera medievale di Siena e le sue bellezze, assaporare il celebre Brunello a Montalcino e farvi conquistare dalle delizie della gastronomia toscana.

Montalcino

iStock

Il borgo di Montalcino

Sono 12 le tappe che possono essere percorse, oltre alle quali esistono anche delle varianti che danno l’opportunità di esplorare tratti inediti del territorio.

Tra i tragitti più suggestivi, c’è quello che parte da Gaiole in Chianti (luogo in cui è nata l’Eroica) e in 17 km raggiunge Pianella. Una strada suggestiva immersa tra valli vellutate e boschi di querce. Da Pianella si raggiunge in circa 11 km il cuore di Siena, tra il Duomo e l’intramontabile Piazza del Campo per un’altra tappa suggestiva.

Altro tragitto da non perdere è quello che collega Torrenieri e Buonconvento, passando per Cosona e attraversando i borghi di Lucignano d’Asso e Pieve a Salti, tra dolci colline toscane e tradizioni agricole. C’è spazio anche per una meritata pausa ristoratrice nelle botteghe locali prima di arrivare a Buonconvento, uno dei Borghi più belli d’Italia.

Partendo da Radda in Chianti, un’altra tappa dell’Eroica conduce nel cosiddetto “Bosco del Chianti” che si distingue per numerose specie di alberi presenti, passando per San Donato in Perano e per il borgo di Vertine, e infine lungo la discesa che conduce a Gaiole in Chianti.

Seguendo le strade dell’Eroica, ci si regalano degustazioni nelle cantine, visite ai borghi e ai castelli, pause golose a base di pane toscano, olio extravergine d’oliva e salumi straordinari. Esperienze che trasformano queste tratte in un percorso non solo cicloturistico, ma anche enogastronomico.

Le 12 tappe dell’Eroica

Di seguito le tappe del percorso:

  1. Gaiole in Chianti – Pianella
  2. Pianella – Siena
  3. Siena – Murlo
  4. Murlo – Montalcino
  5. Montalcino – Torrenieri
  6. Torrenieri – Buonconvento
  7. Buonconvento – Asciano
  8. Asciano – Radda in Chianti
  9. Radda in Chianti – Gaiole in Chianti
  10. Gaiole in Chianti – Castelnuovo Berardenga
  11. Castelnuovo Berardenga – Pianella
  12. Pianella – Gaiole in Chianti
L'Eroica, la gara di bici vintage della Toscana

Ufficio Stampa

L’eroica, la famosa gara di bici vintage

Il libretto di viaggio dell’Eroica

I cicloturisti possono raccogliere il ricordo del viaggio lungo l’Eroica attraverso i timbri apposti sul libretto di viaggio dedicato ad ogni tappa raggiunta. Timbri unici e speciali che certificano la determinazione con cui si conclude il percorso e che rappresentano segni indelebili di ogni momento ed emozione vissuti. Il libretto può essere acquistato negli Eroica Point ufficiali di Siena, Gaiole in Chianti, Montalcino.

Il viaggio può cominciare da un qualsiasi punto del percorso dal momento che ogni esercizio convenzionato è riconosciuto come punto di partenza e di arrivo e abilitato a rilasciare i timbri. Si possono trovare tutti i luoghi convenzionati per apporre i timbri sul sito ufficiale del percorso, dove può essere scaricato anche l’itinerario completo, con tutte le coordinate necessarie ad orientarsi.

Categorie
cicloturismo eventi itinerari culturali Notizie Viaggi Viaggi Relax

Settimana Europea della Mobilità, gli eventi da non perdere in Italia

La Settimana Europea della Mobilità rappresenta ormai un appuntamento fisso nel calendario delle città europee. Promossa dalla Commissione europea, la campagna di sensibilizzazione punta a incoraggiare i cittadini ad adottare modalità di spostamento più sostenibili, dall’uso dei mezzi pubblici alla mobilità attiva, come camminare o andare in bicicletta.

Ogni anno, dal 16 al 22 settembre, migliaia di comuni partecipano proponendo eventi, percorsi e attività che culminano nella celebre Giornata senza auto, un simbolo concreto di come le nostre città possano trasformarsi se si riduce il traffico privato.

Per il 2025 il tema scelto è “Mobilità per tutti”, uno slogan che sottolinea l’importanza di rendere le soluzioni sostenibili accessibili a ogni fascia della popolazione. Anche in Italia il calendario si preannuncia ricco e variegato, con iniziative che mescolano cultura, natura, sport e convivialità.

BiblioTrekking a Trento

Tra le proposte più originali di questa edizione ecco il BiblioTrekking di Trento, un’iniziativa che unisce l’attività fisica all’esperienza culturale. Organizzato dalle biblioteche dell’Università di Trento, il percorso non si rivolge soltanto a studenti e personale accademico, ma apre le sue porte anche ai cittadini e ai turisti interessati a scoprire la rete bibliotecaria della città in una veste inedita.

La camminata prenderà il via dalla Biblioteca Universitaria Centrale, che sarà oggetto di una visita guidata, per poi proseguire verso la sede di Mesiano e infine arrivare a quella di Povo. Il tragitto si snoderà lungo il corso del Fersina e i percorsi pedonali che collegano la collina est di Trento, offrendo così l’occasione di esplorare non solo il patrimonio librario, ma anche il contesto naturalistico urbano che lo circonda.

Biciclettata agricola e Festa sull’Aia a Locate di Triulzi

Alle porte di Milano, nel comune di Locate di Triulzi, si terrà un evento che unisce pedalate e convivialità. La Biciclettata agricola prenderà il via da Piazza della Vittoria alle 10.45 e condurrà i partecipanti, tramite un itinerario tra cascine e aree verdi, fino alla Cascina Nesporedo, con arrivo previsto intorno alle 12.30.

Durante il percorso sarà possibile sostare in luoghi di particolare interesse naturalistico e rurale, come l’Oasi di Cascina Castello, il fontanile di Cascina Venturina e l’osservatorio di Cascina Resentera. L’arrivo coinciderà con la Festa sull’Aia, un pranzo comunitario accompagnato dalla musica dal vivo di Vince & Friends, per trasformare la pedalata in un’occasione di socialità e riscoperta delle radici agricole del territorio.

Novara e la Pedalata Colorata

Novara celebra la Settimana Europea della Mobilità con la sua ormai tradizionale Pedalata Colorata, un’iniziativa che coinvolge associazioni ambientaliste, ciclisti e gruppi locali. L’appuntamento è in Piazza Martiri alle 14.30, con partenza alle 15.00 per un percorso di circa 15 chilometri che toccherà parchi e aree verdi della città.

L’elemento distintivo della pedalata è l’invito a vestirsi con abiti colorati, per una vera e propria “festa itinerante”. L’arrivo è previsto al Villaggio Dalmazia, dove i partecipanti potranno assistere a uno spettacolo teatrale messo in scena dalla compagnia Cabiria e concludere la giornata con un aperitivo.

Torino e il “Fiume di Libri”

La mobilità sostenibile non è solo movimento fisico: a Torino la Settimana propone un momento di pausa e riflessione con “Fiume di Libri”, in programma in via Cumiana dalle 20 alle 24. L’iniziativa, curata dal gruppo Compagne di banco, consiste in una lettura collettiva e condivisa, vissuta in maniera informale, sdraiati o seduti su tappeti e cuscini.

Alla lettura silenziosa si alterneranno momenti in cui alcuni brani selezionati da romanzi, racconti e poesie verranno letti ad alta voce, in un’atmosfera sospesa tra comunità e intimità letteraria.

Trieste e i 10.000 passi di salute

A Trieste, la Settimana Europea della Mobilità assume un taglio salutistico con l’iniziativa “10.000 passi di salute”, un percorso guidato all’interno del Bosco del Farneto. L’appuntamento è fissato alle 16.00 presso il Giardino di Guardiella, da cui partirà una camminata che si concluderà intorno alle 18.00.

Durante l’itinerario, esperti dell’Ufficio Interventi sul Verde del Comune illustreranno la storia, le caratteristiche naturalistiche e gli aspetti culturali del bosco, soffermandosi anche sui due platani monumentali che segnano l’ingresso del sentiero. La passeggiata sarà arricchita dalla presenza di laureati e studenti in Scienze Motorie, coordinati dall’associazione Sport & Fun, che guideranno semplici esercizi fisici e offriranno consigli pratici per chi desidera avvicinarsi al ruolo di “conduttore di gruppi di cammino”.

Categorie
cicloturismo Idee di Viaggio itinerari culturali mare scogliere vacanza natura Viaggi Viaggi Avventura

Su Tingiosu, la scogliera più sorprendente della Sardegna

Le scogliere di Su Tingiosu caratterizzano la costa della Sardegna centro-occidentale con una lunghezza di due chilometri scolpiti dal vento. Non è la classica spiaggia da cartolina con ombrelloni, ma un paradiso selvaggio con falesie bianchissime che arrivano a venticinque metri e panorami da togliere il fiato. Il suo bello? Mentre cammini o pedali lungo i sentieri che la collegano, ti accorgi di giochi di luce e del profilo roccioso da immortalare da più angolazioni. Su Tingiosu è come una tavolozza di un pittore, fatta di bianco calcareo, verde mediterraneo e blu marino: un’armonia che ti resta negli occhi e un po’ anche sotto pelle.

Caratteristiche di Su Tingiosu

Su Tingiosu è la scogliera suggestiva che spicca con le alte falesie che caratterizzano il litorale.. La vista è unica: si osserva tutta la costa del Sinis nelle giornate limpide e si raggiunge persino il profilo dell’isola di Mal di Ventre.

Gli amanti del mare rimarranno estasiati dalle sfumature di verde, blu e turchese tutte da immortalare. Le grotte e le insenature, raggiungibili in barca o kayak, sono il paradiso degli snorkeler: la popolazione marina di pesci e crostacei è incredibilmente vivace.

Scendendo ai piedi delle falesie si trovano suggestive calette “segrete” accessibili solo via mare: sabbia dorata e ciottoli fanno da fondale ma la vera chicca è la presenza di sorgenti dolci che emergono dalle pareti lasciando incantati i visitatori. Un contrasto tra dolce e salato che attira i più curiosi.

La zona, da visitare mantenendo un comportamento etico e rispettoso, è popolata da cormorani che si tuffano nel mare alla ricerca di prede e regalando acrobazie non è difficile riconoscere il macaone sardo con ali gialle e nere. Non meno ricca la popolazione marina da scoprire con maschera e boccaglio avendo cura di non toccare mai nulla e muoversi sempre con cautela.

Scogliera di Su Tingiosu

iStock

La falesia di Su Tingiosu in Sardegna con la vista suggestiva

Dove si trova Su Tingiosu e come arrivarci

Su Tingiosu è la scogliera posizionata zona centro-orientale della Sardegna estendendosi per circa due chilometri tra Cabras e San Vero Milis. Il ponte naturale congiunge la spiaggia di Meri Ermi, conosciuta per i chicchi di quarzo che sembrano riso colorato, e le falesie di su Cantaru, poco oltre la borgata marina di s’Arena Scoada.

Come arrivarci? Partendo da queste due località si imbocca la strada verso le spiagge del Sinis e in prossimità della costa si trovano numerosi sentieri che conducono verso le falesie. Gli amanti delle camminate avranno di che stupirsi, passeggiando all’interno della macchia mediterranea godendosi scorci su campi coltivati e panorami mozzafiato. Non solo a piedi però, ci si può arrivare anche in bici, oppure per chi vuole divertirsi al 100% si possono noleggiare barche e kayak per visitare le calette segrete di cui abbiamo parlato qualche riga fa. Alla fine della scogliera, come ricompensa, ti aspetta s’Arena Scoada, con le sue sabbie di quarzo bianco, rosa e nero. Su Tingiosu non è la classica spiaggia della Sardegna ma uno dei luoghi più autentici e selvaggi dove si scopre che mare e vento hanno disegnato il paesaggio come se fossero veri e propri artisti.

Categorie
Berlino cicloturismo Copenaghen Helsinki itinerari culturali Notizie Viaggi Viaggi in treno

Non solo Copenhagen: le città europee che premiano i viaggiatori sostenibili

Diventare viaggiatori consapevoli è sempre più importante: stiamo vivendo un periodo storico in cui i cambiamenti climatici e gli eventi ambientali non possono più essere ignorati. Il turismo è responsabile dell’8% delle emissioni globali di carbonio e, seppur il nostro impatto individuale sembri minuscolo, può fare la differenza.

Per incoraggiare scelte sostenibili, alcune città hanno introdotto sistemi che premiano chi opta per mezzi ecologici come il treno o la bicicletta. Precursore fu Copenaghen che, con il programma innovativo CopenPay, ha aperto la strada a un nuovo modo di fare turismo, ispirando anche Berlino, Brema ed Helsinki.

Cosa è CopenPay, il programma di Copenaghen per i viaggiatori ecologici

A chi intraprende attività ecosostenibili come andare in bicicletta, usare i mezzi pubblici o raccogliere la plastica, la città di Copenaghen offre dei premi. La campagna, intitolata CopenPay, è pensata per aiutare a compensare l’impatto ambientale negativo dei viaggiatori che visitano la capitale danese. L’ente del turismo, Visit Copenhagen, spera che questo “incoraggi comportamenti sostenibili e arricchisca l’esperienza culturale di visitatori e residenti a Copenaghen, trasformando le azioni green in valuta per esperienze culturali“.

Questi omaggi potranno consistere in un pasto al ristorante, un caffè, del vino, pasticcini danesi, l’ingresso a un museo, il noleggio di un kayak per navigare lungo il fiume e del tempo aggiuntivo per attività presso centri ricreativi o laboratori culturali. Nel 2024, il programma pilota ha superato ogni aspettativa: durante le 4 settimane di CopenPay dello scorso anno, l’uso delle biciclette a noleggio è aumentato del 29%, sono stati raccolti numerosi rifiuti e il 98% dei partecipanti ha dichiarato che consiglierebbe l’iniziativa.

CopenPay a Copenaghen

Ufficio Stampa

La campagna pubblicitaria di CopenPay a Copenaghen

Le nuove città europee dove viaggiare green e ricevere premi

Sulla scia di Copenaghen, le città di Berlino, Brema ed Helsinki stanno ora prendendo spunto creando la propria versione dell’iniziativa.

A Brema, i viaggiatori che arrivano con i treni notturni ricevono a sorpresa delle borse contenenti buoni e piccoli regali offerti dalle attività turistiche locali. La campagna, sviluppata in collaborazione con Deutsche Bahn, ha riscosso un grande successo tra i visitatori e si prevede che si espanderà ulteriormente nel 2026.

Helsinki, invece, sta pensando in grande, puntando a promuovere il turismo rigenerativo nei Paesi nordici e baltici, con progetti come il ripristino del Mar Baltico in primo piano. “CopenPay è un’ottima iniziativa e saremo lieti di costruire su quello spirito,” ha dichiarato Nina Vesterinen, direttrice del Dipartimento per la Promozione Turistica.

Berlino, infine, sta lavorando per creare un progetto simile a quello danese, offrendo una bicicletta gratis a chiunque arrivi in città con l’aereo, insieme ad altri premi che verranno stabiliti nei prossimi mesi.

Gli esperti vedono in questo modello nato a Copenaghen un enorme potenziale, soprattutto in un contesto in cui i viaggiatori continuano a crescere. Iniziative di questo tipo trasformano il turismo in un’esperienza consapevole e premiante, che potrebbe presto diventare la regola e non l’eccezione. Viaggiare, così, non significa solo scoprire nuovi luoghi, ma anche lasciare un contributo concreto e tornare a casa con esperienze dal valore più profondo.

Categorie
Avellino Borghi cicloturismo Notizie Paesaggi turismo enogastronomico Viaggi Viaggi Avventura Viaggi Relax

Irpinia, nasce un itinerario cicloturistico che collega 19 Comuni

Un progetto ambizioso, radicato nel cuore dell’Irpinia, prende vita con l’obiettivo di trasformare la provincia di Avellino in una delle nuove mete italiane di riferimento per il cicloturismo: si chiama “Pedala in Hirpinia e Baronia” e rappresenta la prima vera rete organica di percorsi pensata per un turismo lento, consapevole, rispettoso dell’ambiente e in grado di valorizzare i borghi e i territori di una provincia che da sempre custodisce bellezze paesaggistiche, storiche e gastronomiche ancora troppo poco conosciute.

Il progetto nasce dalla volontà congiunta di 19 Comuni irpini (Andretta, Ariano Irpino, Bisaccia, Flumeri, Frigento, Gesualdo, Melito Irpino, Mirabella Eclano, Monteverde, Pietrastornina, Savignano Irpino, Sturno, Taurasi, Trevico, Vallata, Vallesaccarda, Villanova del Battista, Volturara Irpina, Zungoli) con l’ambizione dichiarata di estendere presto il numero delle adesioni, già previste per il 2026.

L’iniziativa si propone di intercettare e fidelizzare il sempre più vasto pubblico di appassionati di bici, cicloamatori e cicloturisti, e offrire loro una rete strutturata e accessibile di percorsi. Si tratta, in effetti, di un vero e proprio sistema territoriale diffuso che si sviluppa lungo oltre 1.500 chilometri di strade asfaltate e sterrate e copre un raggio ampio e suggestivo che abbraccia tutta l’Irpinia, da Pietrastornina a Bisaccia, da Monteverde a Savignano Irpino, fino a Volturara Irpina.

Un itinerario tra natura, storia e gastronomia

“Pedala in Hirpinia e Baronia” si articola in percorsi pensati per ogni tipo di cicloturista, e propone esperienze adatte sia agli amatori che ai più esperti. Il tracciato principale si sviluppa lungo 440 chilometri suddivisi in dieci tappe con un percorso ad anello che, partendo e tornando a Pietrastornina, vanta anche una variante suggestiva, la salita al Santuario di Montevergine, con ritorno nello stesso punto: un itinerario impegnativo, con 8.500 metri di dislivello complessivo, che permette di attraversare alcuni dei paesaggi più autentici e meno contaminati della Campania interna.

Accanto al tracciato principale, il progetto prevede percorsi ad anello disegnati intorno a ciascuno dei 19 Comuni aderenti, pensati per accontentare chi desidera cimentarsi su distanze e difficoltà variabili. In totale, oltre 1.100 chilometri aggiuntivi che si snodano lungo le caratteristiche strade irpine, tra salite, discese e paesaggi che alternano boschi, altopiani, vallate e piccoli borghi di pietra.

Borghi, eccellenze e sostenibilità: il valore aggiunto del progetto

Ogni Comune coinvolto ha fornito un contributo prezioso alla realizzazione del progetto, che non si limita a tracciare percorsi ciclistici, ma intende suggerire al viaggiatore un quadro completo e autentico del territorio. A corredo delle mappe, infatti, è stata realizzata una scheda dedicata per ciascun borgo, in cui vengono indicati i percorsi specifici e le principali attrazioni da visitare: monumenti, luoghi d’arte, itinerari naturalistici e le eccellenze legate all’enogastronomia. I cicloturisti potranno così scoprire le migliori strutture ricettive, trattorie tipiche, ristoranti, aziende agricole ed enogastronomiche dove fermarsi e vivere esperienze legate alla tradizione locale.

Un aspetto distintivo del progetto è poi l’attenzione alla sostenibilità ambientale: non è stata creata alcuna app dedicata, proprio per evitare l’impatto ambientale derivante dall’uso intensivo dei server dati. Tutte le informazioni sono invece raccolte in una cartina digitale, scaricabile tramite QR Code, facilmente consultabile in formato PDF, per lasciare la libertà di gestire il viaggio e scegliere gli strumenti digitali preferiti.

Il progetto è stato realizzato in collaborazione con Onirica Srl Società Benefit di Provaglio d’Iseo, che ha curato la parte ideativa e operativa, affiancata dalla grafica di Denise Pippo di Deline di Villanova del Battista. La distribuzione delle mappe, sia cartacee che digitali, è affidata a una rete di tour operator e piattaforme specializzate, con il sostegno di partner attivi nel settore del turismo e del welfare.

Un’occasione di rilancio per l’Irpinia interna

I promotori del progetto sottolineano con convinzione come l’iniziativa rappresenti una straordinaria occasione per rilanciare l’Irpinia interna come destinazione turistica di qualità. Le parole dei Sindaci coinvolti riflettono il senso profondo dell’iniziativa. Vito Di Leo, primo cittadino di Sturno, ha ricordato come l’itinerario metta in risalto non solo il patrimonio paesaggistico e culturale, ma anche l’eccellenza enogastronomica che caratterizza tali luoghi, per tradizione legati a un’ospitalità autentica e sincera.

Paolo Caruso, Sindaco di Zungoli, borgo che vanta il riconoscimento tra i Borghi più Belli d’Italia e la Bandiera Arancione, ha evidenziato come il passaggio dei cicloturisti lungo le antiche vie della transumanza e del Regio Tratturo Pescasseroli-Candela rappresenti un ritorno alle radici storiche del territorio, con l’opportunità di vivere esperienze immerse in paesaggi affascinanti, tra castelli, conventi, chiese e tradizioni millenarie.

Infine, Franco Archidiacono, Sindaco di Vallesaccarda e primo promotore dell’iniziativa, ha sottolineato la vocazione di questi territori come luoghi di equilibrio e serenità, crocevia naturale tra Tirreno e Adriatico, tra Appennino e pianure, ora pronti a proporsi come polmone verde e oasi di benessere per chi ama il turismo lento e il contatto autentico con la natura e i sapori genuini.

Categorie
cicloturismo Consigli Itinerari di una settimana montagna Toscana Trentino Alto Adige Viaggi Viaggi Avventura Viaggi On the Road

Vacanze in bicicletta, i migliori modelli di portabici per auto 2025

L’estate è arrivata e con lei la voglia di scoprire territori nuovi in sella alla propria bicicletta. Se anche tu fai parte di quella crescente schiera di viaggiatori che ha scelto le due ruote come compagne di avventure, sai bene quanto sia fondamentale avere un portabici affidabile per raggiungere comodamente le tue destinazioni preferite.

Trasportare la bicicletta in auto non è solo una questione di praticità, ma diventa essenziale quando si pianificano itinerari cicloturistici che richiedono di raggiungere punti di partenza lontani da casa. Una settimana lungo le ciclabili dell’Alto Adige o un weekend sui sentieri della Toscana: i portabici disponibili su Norauto possono fare la differenza tra una partenza serena e ore di stress per sistemare l’attrezzatura.

Perché investire in un portabici di qualità per i tuoi viaggi

Per chi viaggia regolarmente in bicicletta, il portabici rappresenta un investimento fondamentale che va oltre la semplice comodità. I modelli di qualità garantiscono innanzitutto la sicurezza durante il trasporto, aspetto fondamentale quando si percorrono centinaia di chilometri autostradali per raggiungere la meta delle proprie vacanze.

La differenza tra un portabici economico e uno professionale si nota immediatamente. I modelli più avanzati sono costruiti con sistemi di aggancio rapido che riducono drasticamente i tempi di montaggio, fino al 40% in meno, permettendoti così di concentrarti sulla pianificazione dell’itinerario piuttosto che sulla logistica. Molti viaggiatori esperti, per esempio, scelgono soluzioni premium progettate per le e-bike, che possano sostenere fino a 30 kg per ogni bicicletta.

Un aspetto spesso sottovalutato dai cicloturisti è la compatibilità con diversi tipi di biciclette. Se la tua passione ti porta a sperimentare discipline diverse – dalla mountain bike per i sentieri alpini alla bici da corsa per le strade della Puglia – avrai bisogno di un portabici versatile che si adatti a telai di diverse dimensioni e pesi. Diventa quindi importante rivolgersi a soluzioni innovative che offrano un servizio di configurazione online che, semplicemente inserendo il numero di targa del tuo veicolo, sia in grado di elencare modelli compatibili con la tua auto ed evitare errori di acquisto, oltre ad assicurare il rispetto delle normative vigenti in ambito di portabici.

Portabici da gancio traino, la scelta per viaggiatori esperti

Per chi percorre migliaia di chilometri ogni anno inseguendo nuovi percorsi ciclabili, i portabici da gancio traino sono la soluzione più professionale e sicura. Questi sistemi dispongono di una stabilità superiore anche a velocità autostradali elevate e consentono di trasportare più biciclette senza compromettere la maneggevolezza del veicolo.

I modelli di punta sono particolarmente apprezzati dai cicloturisti che utilizzano biciclette elettriche per spostarsi su territori collinari o montani. La possibilità di trasportare due e-bike con un peso massimo di 30 kg ciascuna, unita ad esempio a un sistema basculante che lascia libero l’accesso al bagagliaio, rende questi portabici ideali per viaggi di più giorni dove è necessario avere sempre a disposizione bagagli e attrezzature. Alcuni sistemi sono inoltre dotati bracci di fissaggio regolabili e di un sistema di antifurto integrato che protegge ogni bicicletta da ogni possibile tentativo di sottrazione.

Non mancano poi le alternative più accessibili ma comunque robuste realizzate in acciaio zincato anti-corrosione, adatta a chi viaggia con biciclette tradizionali o mountain bike. Sono in commercio modelli che possono trasportare fino a 4 biciclette, rendendoli ideali per famiglie o gruppi di amici che condividono la passione per il cicloturismo.

Puoi scegliere inoltre quelli che includono il kit luci LED omologato, fondamentale per rispettare il codice della strada durante i trasferimenti, e controlla che siano testati secondo le normative europee ECE R26 per garantire massima sicurezza anche nelle condizioni più impegnative. Norauto sceglie con attenzione i prodotti da proporre ai suoi clienti. Per questo, sul sito non possono mancare i portabici realizzati dai migliori brand del settore quali Thule, Fabbri, Modula, Peruzzo e Atera.

Soluzioni economiche per cicloturisti occasionali

Non tutti i viaggiatori in bicicletta necessitano di soluzioni professionali. Chi pratica cicloturismo occasionalmente, magari solo durante le vacanze estive, può optare per portabici da tetto o posteriori che sono disponibili con un ottimo rapporto qualità-prezzo.

I portabici da tetto sono perfetti per chi possiede già barre portapacchi e cerca una soluzione versatile per trasporti saltuari. Questa tipologia si adatta perfettamente a viaggi verso destinazioni balneari in cui la bicicletta diventa un mezzo per scoprire i dintorni della località di villeggiatura.

Per chi non dispone di gancio traino né barre da tetto, i portabici posteriori possono rivelarsi funzionali e pratici. Sono infatti in grado di trasportare fino a 3 biciclette utilizzando un sistema di cinghie rinforzate che si adatta a qualsiasi tipo di portellone senza danneggiare la vernice del veicolo grazie alla presenza dei gommini di protezione.

Si tratta di sistemi particolarmente apprezzati da chi sceglie destinazioni cicloturistiche raggiungibili in giornata, come i numerosi percorsi ciclopedonali che attraversano le città d’arte italiane o le piste ciclabili lungo i fiumi e i laghi.

Come scegliere il portabici perfetto per i tuoi viaggi

La scelta del portabici ideale dipende principalmente dal tipo di cicloturismo che pratichi. Se ami esplorare territori montani con la tua e-bike, dovrai necessariamente orientarti verso modelli da gancio traino o comunque top di gamma, gli unici con portata certificata per biciclette elettriche.

Per i cicloturisti che preferiscono biciclette da corsa con telai in carbonio, sono consigliati i sistemi di aggancio sulla ruota che evitano pressioni dannose sul telaio ultraleggero. Chi invece utilizza fat bike con pneumatici superiori a 3 pollici dovrà optare per portabici specifici con scanalature maggiorate.

La frequenza d’uso è un altro fattore determinante: se viaggi spesso, vale la pena investire in un sistema di aggancio rapido che riduca i tempi di montaggio. Se opti per i sistemi economici, sotto i 100 euro, considera che siano garantiti dagli elevati standard di qualità con certificazione TÜV e che siano realizzati con strutture in alluminio anodizzato che resiste alla corrosione. Per salvaguardare l’autoveicolo, invece, controlla che i punti di contatto siano ricoperti di un materiale attutente come ad esempio la gomma EVA.

Più in generale, si devono prendere in considerazione la capacità di carico verticale del gancio traino, impressa sul valore S della sfera (di norma, troverai un numero di 50-90 kg), la larghezza del tetto per i modelli da barre e la conformazione del portellone per i portabici posteriori.

Una volta scelto il portabici più adatto, puoi scegliere di rivolgerti servizio di montaggio professionale che ti permette di partire immediatamente per la tua avventura senza preoccuparti dell’installazione. Prendi in considerazione offerte con tariffe trasparenti che ti assicurino comunque la certezza di un montaggio a regola d’arte eseguito da tecnici specializzati.

In collaborazione con Norauto

Categorie
Arte e cultura Borghi castelli cicloturismo Idee di Viaggio vacanza natura Viaggi Viaggi Relax

Valmarecchia, viaggio nell’anima tra borghi, natura e poesia

C’è un luogo dove non serve essere camminatori esperti o globe trotter incalliti per sentirsi davvero viaggiatori: è la Valmarecchia, sospesa tra il verde delle colline e il corso tranquillo di un fiume che accompagna il passo di chi cerca qualcosa di più di una semplice vacanza.

Basta lasciare il mare alle spalle, allontanarsi dal fragore di Rimini, e seguire il Marecchia verso la sorgente, sull’Alpe della Luna. Lungo il percorso, si svelano paesi silenziosi, castelli che dominano dall’alto, borghi ricchi di storia. È un viaggio che si può affrontare in auto, certo, ma è a piedi o in bici che si coglie davvero l’anima della valle.

Dove si trova

Siamo nell’entroterra romagnolo, in quella terra generosa che da Rimini risale verso le colline fino a sfiorare Toscana e Marche.

Il fiume Marecchia ne è il filo conduttore: nasce nel comune di Badia Tedalda, tra i boschi toscani, e scende verso il Mar Adriatico dove sfocia a Rimini.

I luoghi da scoprire lungo la valle

Borghi sospesi, castelli che ancora vegliano sulle valli, musei che raccontano la storia con il passo lento dell’artigianato e della memoria. Una selezione di punti di interesse da non perdere.

Il Museo-Laboratorio della Tessitura di Torriana

Nel cuore di Torriana affascina un museo che è prima di tutto esperienza viva. Non si tratta soltanto di osservare antichi telai o ammirare intrecci di fili colorati: questo luogo è nato da un corso di tessitura artigianale, un gesto semplice ma potente che ha dato vita a un piccolo universo dedicato a una delle pratiche più antiche dell’umanità.

MUSAS – Museo Storico Archeologico di Santarcangelo di Romagna

A Santarcangelo, una tappa da prendere in considerazione è il MUSAS, inaugurato nel 2005: è un viaggio nel tempo che parte dall’età romana, attraversa il Medioevo malatestiano e arriva fino all’Ottocento, tracciando il profilo di un paese che ha sempre saputo reinventarsi.

Nella sezione archeologica si percepisce la vita quotidiana di un passato contadino e artigiano, mentre nella sezione artistica si assapora il gusto estetico delle epoche che hanno lasciato un segno indelebile nel volto urbano.

Rocca Malatestiana di Verucchio

La Rocca che domina Verucchio è conosciuta come “Rocca del Sasso”, costruita sullo sperone roccioso che osserva la valle e si spinge con lo sguardo fino al mare.

Le sue fondamenta custodiscono le prime tracce dell’epoca malatestiana, e tra le sue mura nacque Malatesta da Verucchio, il “Mastin Vecchio” di dantesca memoria. Fu qui che la Signoria dei Malatesta iniziò a tessere il suo potere, mantenendo il borgo come baluardo strategico anche quando Rimini divenne il cuore pulsante del comando.

Ampliata nel 1449 da Sigismondo Pandolfo Malatesta, oggi la Rocca è uno spazio vivo, aperto alla cultura, all’arte, alla comunità.

Il Parco della Cava a Torriana

Il Parco della Cava nasce dove un tempo sorgeva un sito estrattivo, restituito alla natura e trasformato in un laboratorio a cielo aperto.

Si tratta di un parco tematico dedicato ai fossili emersi dall’alveo del Marecchia, alcuni risalenti a tre milioni di anni fa: tra questi, pesci che oggi nuotano soltanto nelle acque calde dell’Oceano Indiano.

Il Giardino Roccioso di Talamello

Anche qui, una cava dismessa si trasforma in occasione di rinascita. Il Giardino Roccioso di Talamello è un esempio concreto di come l’intervento umano possa generare nuova bellezza: non solo riqualificazione ambientale, ma creazione di un luogo che attrae visitatori e restituisce valore al territorio.

Pennabilli e l’eredità poetica di Tonino Guerra

In Valmarecchia c’è anche spazio per l’invisibile, per tutto ciò che non si tocca ma si sente. A Pennabilli, il grande poeta e sceneggiatore Tonino Guerra ha lasciato un’eredità di visioni, silenzi, metafore e sogni.

Qui, infatti, si possono esplorare “I Luoghi dell’Anima”, un museo diffuso che si muove tra le piazze, le case, i cortili del borgo, e “Il Mondo di Tonino Guerra”, il cuore della sua opera, una tappa che è insieme rifugio e rivelazione.

Cosa fare e vedere in Valmarecchia

La fortezza medievale di San Leo, Rimini

iStock

Veduta della fortezza medievale di San Leo

In Valmarecchia la vita segue ancora il ritmo della natura, e tutto (dai piccoli musei nascosti agli scorci indimenticabili) invita a rallentare e ascoltare: sono molti, ad esempio, gli itinerari immersi nel verde pensati per chi cerca benessere, escursioni, attività all’aria aperta.

A dominare il panorama spicca poi il Forte di San Leo, che si erge maestoso su un masso calcareo che pare sfidare il cielo. Un tempo inespugnabile roccaforte, toglie il fiato già solo per la vista che regala: dal Montefeltro fino al mare, lo sguardo si perde nell’infinito. Dante Alighieri vi passò, San Francesco vi soggiornò, e il misterioso conte di Cagliostro vi trovò l’ultima dimora, imprigionato a vita.

Ma la Valmarecchia è anche terra di leggende, di quelle storie che si sussurrano la sera, davanti al camino. Una delle più inquietanti è quella di Azzurrina, la bambina albina rinchiusa nella Rocca di Montebello da un padre terrorizzato dalle credenze popolari, che la ritenevano una creatura diabolica. La sua scomparsa, durante un temporale, ha dato origine a uno dei misteri più affascinanti della zona: pare che ogni cinque anni, proprio nel giorno della scomparsa, il suo spirito si faccia ancora sentire.

Infine, una menzione va al gusto, alla tradizione gastronomica, alla cultura che si assapora. A Talamello, ad esempio, il protagonista assoluto è il formaggio di fossa che viene lasciato a stagionare nelle fosse scavate nella roccia e assume un sapore intenso e inconfondibile. Lo si gusta nei ristoranti tipici, ma è in autunno, tra fiere e sagre, che il paese si anima in una celebrazione collettiva del suo tesoro più prezioso.

I borghi storici che incantano

È nei borghi storici che la valle mostra il suo volto più intimo, quello che si scopre soltanto camminando tra i vicoli, ascoltando il silenzio delle piazze, osservando il mutare della luce sulle pietre.

San Leo

San Leo è un gioiello abbarbicato su un masso che sembra scolpito apposta per sorreggere la bellezza. Non a caso è stato incluso tra i Borghi più belli d’Italia, ma è con le parole di Umberto Eco che se ne coglie davvero l’essenza: “la città più bella d’Italia”, così la definì.

Piccolo, silenzioso, struggente nella sua perfezione sospesa, domina il paesaggio tutt’intorno con la sua inconfondibile Fortezza, che è stata un carcere temibile, e tra le sue mura spesse e fredde, il conte di Cagliostro visse i suoi ultimi giorni: visitarne la cella significa affacciarsi su una storia drammatica, in cui il mistero si mescola alla sofferenza.

Ma San Leo è anche spiritualità e radici profonde: tra le sue pietre si cela una delle pievi più antiche di tutta l’Emilia-Romagna.

Casteldelci

Casteldelci si presenta come un abbraccio verde, una distesa di natura che avvolge e rigenera.

Il territorio qui è talmente ricco di vegetazione e integro, che viene spesso definito il “mare verde” della Valmarecchia. È la meta ideale per chi ama la montagna, ma non solo per scalarla: qui si cammina, si cavalca, si pedala lungo sentieri che si snodano tra le curve dell’Appennino, tra paesaggi rimasti intatti nel tempo.

Dalla primavera all’autunno, Casteldelci si offre come rifugio silenzioso per chi cerca quiete, natura, e quella bellezza semplice che si respira a pieni polmoni.

Maiolo

A incuriosire lo sguardo di chi risale la valle è anche Maiolo, laddove è la Rocca di Maioletto a richiamare l’attenzione: poggiata su una sorta di zattera di roccia che la separa dalla terra sottostante, sembra sospesa tra cielo e terra.

Attorno, il paese conserva un’anima autentica: antiche case contadine, piccole piazze che conservano la memoria dei giorni passati, e un orizzonte che toglie il fiato. Da qui lo sguardo spazia senza ostacoli: si scorgono il Monte Fumaiolo, l’Alpe della Luna, il Carpegna, fino ai bastioni di San Leo, alle torri di San Marino e, quando l’aria è tersa, persino al riflesso lontano del mare.

Pennabilli

Come accennato, è il paese scelto da Tonino Guerra per raccontare il mondo mediante gli occhi della poesia. Sceneggiatore raffinato, compagno di visione per registi come Fellini e Antonioni, Guerra ha trasformato il borgo natio in una mappa sentimentale. I “Luoghi dell’Anima” sono un museo diffuso, ricco di installazioni, versi, suggestioni.

Poggio Torriana e Verucchio

Poggio Torriana, balcone naturale da cui si scorge il mare, è il punto di partenza del sentiero che porta allo sperone roccioso di Saiano, dove si trova il santuario dedicato alla Madonna. Un luogo sospeso, raggiungibile solo a piedi, come se fosse necessario un pellegrinaggio intimo per arrivare fin lì, un momento di raccoglimento con la natura prima ancora che con la fede.

Proseguendo lungo la valle si arriva a Verucchio, fiero custode di una delle rocche più imponenti di tutta la regione, dove i Malatesta affondarono le radici del loro potere, e ancora oggi le pietre raccontano le gesta, le strategie, le alleanze e le battaglie che plasmarono il volto dell’Italia medievale.

Sant’Agata Feltria e Santarcangelo

Addentrandosi verso l’Appennino si incontra poi Sant’Agata Feltria, culla del tartufo bianco pregiato e meta ambita per i buongustai di tutta Italia.

E quando si scende nuovamente verso la valle, il viaggio trova uno dei suoi approdi più affascinanti a Santarcangelo, dalla doppia anima, aristocratica e popolare, elegante e vivace.
Sorge sul Mons Jovis dei romani, lungo la storica via Emilia, e accoglie chi arriva con un borgo incantevole, una rocca malatestiana che ancora impone il suo profilo, e un fitto calendario di eventi, manifestazioni, riti che uniscono passato e presente.

Itinerari tra natura, cultura e meraviglia

Scorcio di Sant’Agata Feltria, Valmarecchia

iStock

Scorcio di Sant’Agata Feltria

Che si scelga di camminare tra i borghi, di pedalare lungo le rive del fiume o di seguire sentieri solitari tra i crinali, la Valmarecchia dona emozioni autentiche in ogni stagione.

Il Tour dei Borghi Storici è un salto dentro la memoria collettiva: si parte da Pennabilli per poi lasciarsi conquistare dalla forza evocativa di San Leo con la sua Fortezza, si prosegue per Sant’Agata Feltria, con il teatro ottocentesco e l’aria di montagna, e Verucchio, dove ogni pietra racconta l’orgoglio della Signoria Malatestiana. Il cammino tocca poi Petrella Guidi, dove il tempo sembra essersi arreso alla bellezza, e Talamello. Infine si giunge a Perticara, dove la memoria mineraria si è fatta museo e le architetture raccontano la storia di un popolo legato alla terra e alle sue viscere.

La Valmarecchia è anche acqua, vegetazione, natura, e lo si percepisce percorrendo il sentiero lungo il fiume Marecchia, un tracciato dolce e avvolgente che segue il corso d’acqua come fosse un filo narrante. Si può camminare, correre, pedalare mentre campi coltivati, vigneti, laghetti e piccole aree di sosta invitano a rallentare. Le aree di osservazione permettono di entrare in contatto con la fauna e la flora del territorio, di ascoltare il fruscio delle foglie e il richiamo degli uccelli. In primavera i colori esplodono, in estate la frescura del fiume è un sollievo, in autunno le vigne si tingono d’oro, e d’inverno tutto diviene ovattato e intimo.

Per chi ama la natura più selvaggia e protetta, ecco il Parco Interregionale del Sasso Simone e Simoncello, un’area incantata al confine tra Emilia-Romagna e Marche, in cui l’ambiente è ancora quello autentico dell’Appennino: foreste, praterie, animali liberi. Si cammina tra boschi di faggio e abeti, si osservano orchidee spontanee, si scorgono caprioli, lupi, rapaci in volo. Sulla cima del Sasso Simone, un altopiano roccioso scolpito dal vento, si celano i resti della mitica “Città del Sole”, un progetto rinascimentale voluto dai Duchi di Urbino, sogno di armonia tra uomo e paesaggio.

Non mancano i sentieri di crinale, percorsi che si insinuano tra le alture e le rocche: le camminate verso la Torre di Bascio, la Rupe di Maiolo, la Rocca di Maioletto regalano viste che si imprimono nella memoria. Da lassù la valle si apre come un ventaglio, le colline ondeggiano all’orizzonte e l’occhio si perde tra i rilievi che sfumano nel blu.

E infine vi sono gli itinerari geologico-ambientali che rivelano il volto più antico e sorprendente della valle: non a caso, la Valmarecchia fa parte della Rete europea Natura 2000 e accoglie ambienti di straordinario valore, come le “Rupi e Gessi della Valmarecchia”, dove la terra si trasforma in un paesaggio quasi lunare e si cammina tra formazioni rocciose, si scoprono affioramenti gessosi, si osservano forme curiose e inaspettate.