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Ciclopedonale della Val di Neto, un itinerario da non perdere

Con la riscoperta del turismo lento e a contatto con il territorio, lontano dalla logica “mordi e fuggi”, sempre più persone organizzano una vacanza all’insegna del cicloturismo, per conoscere le straordinarie bellezze paesaggistiche e le realtà locali in modo sostenibile e autentico sulle due ruote.

Sparsi lungo la penisola, sono innumerevoli gli itinerari ciclabili che meritano di essere apprezzati e valorizzati e, uno di questi, è la Ciclopedonale della Val di Neto della Regione Calabria, la seconda classificata alla nona edizione del Green Road Award, l’Oscar Italiano del Cicloturismo, il premio che viene assegnato ogni anno alle ciclovie verdi delle Regioni che promuovono la vacanza su due ruote con servizi mirati al turismo lento.

La Ciclopedonale della Val di Neto

La splendida Ciclopedonale della Val di Neto si estende per 42 chilometri lungo l’antica mulattiera sull’argine sinistro del fiume Neto, partendo dal sito termale di Bruciarello fino a raggiungere la foce sul Mar Ionio: si tratta di un suggestivo percorso che attraversa quella che fu una regione dell’antica Magna Grecia, ricca di profumi, sapori e colori tipici della macchia mediterranea.

Destinata esclusivamente a pedoni e ciclisti, è una green road che permette di addentrarsi in sei comuni del Marchesato crotonese: Caccuri, Belvedere di Spinello, Santa Severina, Rocca di Neto, Scandale e Strongoli, e offre un’esperienza memorabile tra biodiversità, storia e leggende, al cospetto di castelli millenari, antichi santuari, grotte rupestri, oasi faunistiche e siti romani.

La Ciclopedonale della Val di Neto rappresenta un fulgido esempio di turismo responsabile, realizzata con grande attenzione alla sostenibilità sia nella pianificazione che nella scelta dei materiali ecocompatibili, come dimostra la passerella di San Rocco, che armonizza natura e architettura.

Il percorso è dotato di svariati punti di accesso, rendendo l’utilizzo diversificato e agevole, e dispone di molteplici servizi per cicloturisti e viandanti, tra cui aree fitness, percorsi di rafting in kayak sul Neto, capanni per l’osservazione della natura nonché parco giochi per i più piccoli. Sono numerose anche le attività sportive e le strutture ricettive lungo l’intero tragitto.

Le tappe da non perdere

Come accennato, la Ciclopedonale inaugurata il 10 marzo 2024 unisce un territorio che è a dir poco straordinario dal punto di vista paesaggistico, archeologico, storico, naturalistico e religioso.

Ecco quali sono i punti di interesse da non tralasciare.

Caccuri, tra i Borghi Più Belli d’Italia

Caccuri, Calabria

Fonte: iStock

Il borgo di Caccuri, Calabria

Caccuri è uno dei Borghi Più Belli d’Italia della provincia di Crotone, borgo medievale arroccato attorno al suo Castello tra le verdi colline della Valle del Neto.

Simile a un presepe, custodisce ancora oggi le tracce di un passato nobiliare tra le vie e le piazze storiche e suo fiore all’occhiello è il Castello di origini bizantine e aspetto seicentesco, con pianta a trapezio e corte centrale: da notare la Cappella Palatina, con l’altare maggiore e una pregevole collezione di dipinti seicenteschi di Scuola Napoletana.

Merita una sosta anche la Badia di Santa Maria del Soccorso, complesso monumentale che comprende l’omonima chiesa, l’ex convento dei Domenicani e la Cappella della Congrega del S. Rosario.

Le Grotte Rupestri di Rocca di Neto

Nel comune di Rocca di Neto incanta l’insediamento rupestre, scavato nell’arenaria, con oltre 40 grotte distribuite su tre colline a vari livelli e separate da due canyon in uno scenario di grande fascino e suggestione. Poiché le grotte rappresentano la prima forma di rifugio usata dagli uomini nell’antichità, si ipotizza che il sito fosse frequentato già dalla preistoria, con successive rioccupazioni nel corso delle epoche. Questa teoria è supportata dalle tracce di attività umane lasciate sulle pareti interne delle grotte e dalle stratificazioni presenti.

Ad esempio, nella collina centrale è presente una cisterna ipogea, coperta da una volta a botte e costruita in muratura con una tecnica tipicamente romana. Inoltre, in una grande grotta sono stati trovati un dipinto, un graffito e uno stemma con croci, che suggeriscono una probabile abitazione da parte dei monaci basiliani nel periodo medievale.

Il Castello di Santa Severina

Borgo Più Bello d’Italia della provincia di Crotone, Santa Severina vanta un maestoso Castello medievale tra i meglio conservati della Calabria, visitabile tutto l’anno, sede del Museo Archeologico di Santa Severina dove ammirare i reperti venuti alla luce durante ricerche e scavi entro le mura ovvero il mastio quadrato e quattro torri cilindriche laterali, con a fianco altri quattro bastioni sporgenti.

Strongoli, tra storia e mare

Strongoli, Calabria

Fonte: iStock

Il borgo di Strongoli, Calabria

Arriviamo poi a Strongoli, tra la macchia mediterranea e lo Ionio, “balcone sul mare” dal centro storico vegliato dai resti dell’antica fortezza di Strongylòn.

Qui catturano altresì lo sguardo la Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo, ricca di affreschi, dipinti, epigrafi e arredi di valore, il Santuario della Madonna di Vergadoro che osserva il blu, la Chiesa di Santa Maria delle Grazie del XIV secolo, il Palazzo Vescovile e, nella frazione di Strongoli Marina, la “Pietra del Tesauro“, uno tra i cinque mausolei romani della Calabria, identificato dalla tradizione come la tomba del console Claudio Marcello.

Ma non soltanto: infatti, il territorio di Strongoli, è custode anche del Castello di Faggiana (o Castello di Fasana), il Casino di caccia e dimora estiva della famiglia Pignatelli. Si tratta di un’antica residenza costituita da edifici merlati, una cappella, un frantoio, una cisterna, ampi magazzini e un grazioso parco, nell’abbraccio di da una fertile pianura coltivata a cereali, agrumi e ulivi. A est, il castello di Fasana si affaccia sull’antico mare magnogreco, da cui è separato da una vasta foresta di alberi variopinti tra cui pini domestici, abeti, conifere, cipressi, eucalipti e altri, caratterizzata da laghetti naturali che, oggi come nei secoli passati, ospitano diverse specie di selvaggina, pesci e uccelli.

Il Santuario della Madonna della Scala a Belvedere di Spinello e l’Eremo di Corazzo a Scandale

A Belvedere Spinello, invece, meta d’eccellenza, di fede e di pellegrinaggio è il Santuario della Madonna della Scala, che prende il nome dalla scultura in pietra della Madonna con il bambino sul braccio destro, dietro la quale è dipinta una scala che conduce a una porticina con la scritta “Questa è la scala che ti condurrà a Me“.

Infine, lungo il percorso della Ciclopedonale della Val di Neto, l’Eremo Santa Croce di Corazzo Scandale, luogo di preghiera sorto nel 1993.

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Ciclabili d’Italia: sono queste le tre più belle

È giunto alla nona edizione l’Oscar Italiano del Cicloturismo che viene assegnato ogni anno alle ciclovie verdi delle Regioni che promuovono la vacanza su due ruote con servizi mirati al turismo lento.

La proclamazione si tiene oggi 1 giugno a Lucca, protagonista con Viareggio dell’evento di premiazione nella Regione Toscana, vincitrice del primo premio dello scorso anno per la Ciclopedonale Puccini (la prima ciclovia musicata che, fra tradizione e innovazione, raccoglie il patrimonio culturale e naturale tra Lucca e la Versilia, raccontando la vita e i luoghi del grande compositore, di cui quest’anno ricorre il centenario della morte).

A vincere, la Regione Friuli Venezia Giulia con la Ciclovia Pedemontana, il secondo premio alla Regione Calabria per la Ciclopedonale della Val di Neto, mentre al terzo posto si posiziona la Provincia Autonoma di Trento con la Green Road dei Fiori.

Menzione speciale della Giuria di Appennino Bike Tour presentato dalla Regione Liguria mentre la Menzione Legambiente premia la Regione Sardegna, alla sua prima vittoria, per Il Cammino Minerario di Santa Barbara.

Infine, la Menzione speciale della Stampa va alla Campania per La Via Silente.

Conosciamo meglio, allora, le tre ciclovie più belle d’Italia.

Prima classificata: la Ciclovia Pedemontana, Regione Friuli Venezia Giulia

La Ciclovia Pedemontana del Friuli Venezia Giulia è un percorso di 180 chilometri tra Sacile e Gorizia (che sarà Capitale europea della Cultura 2025).

Segue la linea immaginaria che delimita l’arco alpino regionale attraverso un territorio di elevato valore paesaggistico, ricco di punti di interesse storico, artistico ed enogastronomico: le spettacolari Dolomiti Friulane, Patrimonio Unesco, la riserva naturale del Cornino, città medievali come Gemona e Pinzano al Tagliamento, l’arte longobarda di Cividale del Friuli, sito Unesco, le pregiate aree vitivinicole della DOC Grave, Colli Orientali del Friuli, Isonzo e Collio e ben sette dei tredici presidi Slow Food della Regione.

Il tracciato è adatto a tutti per il fondo estremamente confortevole, le pendenze medie inferiori al 2%, i servizi e l’assistenza. In particolare, la prima metà del percorso si snoda parallelamente alla ferrovia turistica Sacile-Gemona, consentendo ai cicloturisti di utilizzare treni con materiale storico.

Seconda classificata: la Ciclopedonale della Val di Neto, Regione Calabria

La Ciclopedonale della Val di Neto corre per 42 chilometri lungo l’antica mulattiera sull’argine sinistro dell’omonimo fiume, dall’antico sito termale di Bruciarello fino alla foce sul Mar Jonio, in un’area dell’antica Magna Grecia ricca dei profumi, dei sapori e dei colori della macchia mediterranea. È una green road a uso esclusivo di pedoni e biciclette che attraversa il territorio di sei comuni del Marchesato crotonese: Caccuri, Belvedere di Spinello, Santa Severina, Rocca di Neto, Scandale, Strongoli.

È anche un esempio di turismo responsabile, realizzata con attenzione alla sostenibilità nella pianificazione e scelta dei materiali eco-compatibili, come nel caso della passerella di San Rocco, che integra alla perfezione natura e architettura.

Numerosi i punti di accesso che ne facilitano e diversificano l’utilizzo: è, inoltre, particolarmente ben attrezzata con servizi a uso del cicloturista e del viandante, inclusi aree fitness e capanni per
l’osservazione della natura; numerose anche le attività sportive e di accoglienza.

Terza classificata: Green Road dei Fiori, Provincia Autonoma di Trento

La Green Road dei fiori è un percorso ciclopedonale che unisce in un unico itinerario la Val Rendena e la Valle del Chiese, 57 chilometri da Carisolo fino alle sponde del Lago d’Idro. La Ciclovia della Val Rendena è un nastro disegnato e ben integrato in uno scenario alpino di grande suggestione, nel Parco Naturale Adamello-Brenta, che costeggia il fiume Sarca, mentre la Valle del Chiese è la terra delle sette Pievi e tante sono le testimonianze artistiche lungo il percorso.

Si tratta di una ciclabile ancora più suggestiva durante il periodo della fioritura, con oltre 600 specie di fiori che compongono un’incredibile tavolozza di colori, comprese rare orchidee che crescono sulle rive dei laghi.

Nelle zone boscose faggete, frassino, il sambuco, l’odoroso tiglio di monte che dà un ottimo miele. Non mancano anche alcuni borghi storici e i musei e i siti che riportano i segni lasciati dalla Grande Guerra: camminamenti, trincee e postazioni per i quali la Ciclovia rappresenta un ottimo punto di partenza.

Tra i tanti servizi a disposizione del cicloturista, anche un bus navetta sulla via del ritorno.

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La Thuile Infinity Trekking, oltre 520 km di sentieri

La Thuile, in Valle d’Aosta, è luogo d’eccezione dal punto di vista storico e naturalistico e da sempre particolarmente ricercato dagli amanti del trekking, della mountain bike o da chi desidera godersi un momento di relax nel bel mezzo della natura più autentica. Una zona affascinante e che ora regala qualcosa di altamente suggestivo: sono stati creati oltre 520 km di sentieri che lasciano senza fiato.

La Thuile Infinity Trekking

Si chiama La Thuile Infinity Trekking ed è una rete di oltre 520 km di sentieri di trekking e hiking che si sviluppano tra i 1.440 e i 3.486 metri di altitudine, adatti a tutti i livelli di difficoltà.

In totale sono oltre 50 i tour a disposizione che prendono vita tra ambienti vergini e silenziosi di una montagna volutamente poco antropizzata, una cima potente la cui energia diventa linfa per disintossicarsi dai ritmi imposti dalla vita metropolitana: il maestoso Monte Bianco.

Osservando la cartina dei sentieri non c’è che l’imbarazzo della scelta: da una parte, le meravigliose Cascate del Rutor, le più potenti della Valle d’Aosta, dall’altra uno degli ultimi ghiacciai italiani, il Rutor, il più occidentale d’Italia e tra i più estesi di questa magnifica regione, naturalmente, la vista sul Monte Bianco che svetta impavido.

Poi ci sono i laghi primordiali – oltre 22 – che rappresentano un’importante risorsa per la flora e la fauna locali e offrono ai visitatori un luogo tranquillo e pittoresco per rilassarsi e godersi la bellezza della natura, i passi pianeggianti come al Piccolo San Bernardo, dove poter camminare lungo un anello di oltre 2 km, i borghi montani e i reperti storici millenari.

Alcuni dei percorsi possono essere affrontati in totale autonomia, per altri è necessario l’accompagnamento di guide alpine di alta montagna e professionisti

I seguenti sono gli incredibili numeri de La Thuile Infinity Trekking:

  • + 55 tour;
  • + 520 km di sentieri;
  • + 210 h di cammino complessivo;
  • + 37.900 m di dislivello complessivo;
  • + 2 km di anello pianeggiante accessibile;
  • + 22 laghi
  • Il ghiacciaio più occidentale d’Italia, tra i più estesi della Valle d’Aosta;
  • Le cascate più imponenti della Valle d’Aosta.

Come trovare i percorsi

La Thuile è oggi partner di Komoot – la piattaforma con la community outdoor più grande del mondo, che consente a milioni di persone di esplorare la natura al meglio, di farne parte praticando attività all’aria aperta. Si tratta di una tecnologia che permette a tutti gli amanti della montagna di pianificare e vivere le esperienze più svariate sugli oltre 520 km della rete di La Thuile Infinity Trekking.

I percorsi de La Thuile Infinity Trekking sono presenti su Komoot attraverso mappe (2D e 3D), tracce GPS e navigazione, con percorsi pronti all’uso oppure programmabili e pianificabili secondo le proprie esigenze di avventura. Per avere tutto questo è possibile usare i migliori device esistenti come computer GPS, smartphone e smartwatch ed e-bike di ultima generazione.

Ma non è tutto, perché Funivie Piccolo San Bernardo garantisce l’apertura degli impianti di risalita dal 22 giugno all’8 settembre, permettendo così di raggiungere una rete di sentieri che conducono – tra le altre mete – anche al Piccolo San Bernardo senza l’utilizzo dell’auto.

A disposizione degli utenti, vi sono, inoltre, due navette per agevolare gli spostamenti senza auto, attive tra il Colle San Carlo, il centro, La Joux e il Colle del Piccolo San Bernardo.

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Giornata Nazionale della Bicicletta: le 10 migliori piste ciclabili d’Italia

È in costante crescita il cicloturismo, una modalità slow e avvincente per esplorare il mondo che non soltanto promuove uno stile di vita attivo e sostenibile, ma offre anche un’opportunità senza uguali per immergersi appieno nel territorio, vivere esperienze autentiche e ammirare panorami che sanno come lasciare senza fiato.

La Giornata Nazionale della Bicicletta è l’occasione perfetta per andare alla scoperta di alcune tra le migliori piste ciclabili sparse per l’Italia, dalle affascinanti coste alle suggestive campagne, un ricco ventaglio di opzioni imperdibili per gli amanti delle due ruote.

La Pista Ciclabile del Ponente Ligure

Sono 24 chilometri di pura emozione e meraviglia nel cuore della Riviera dei Fiori, nel Ponente Ligure: un tracciato vista mare che attraversa otto bellissimi comuni della provincia di Imperia ovvero i borghi marinari di San Lorenzo al Mare, Santo Stefano al Mare, Riva Ligure, il litorale dei comuni dell’entroterra Cipressa e Costarainera, e le località balneari di Arma di Taggia, Ospedaletti e la celebre Sanremo.

La pista ciclabile ha preso il posto dell’ex ferrovia che correva a ridosso del blu, ha inizio a San Lorenzo al Mare e arrivo a Ospedaletti ed è facile e accessibile a tutti i livelli di preparazione atletica.

La ciclovia Mantova – Sabbioneta

Si tratta di una spettacolare ciclovia che ha il vanto di collegare due mete Patrimonio UNESCO, Mantova e Sabbioneta, snodandosi tra le zone umide del Parco Oglio Sud: un percorso ciclabile (dove transitano soltanto poche auto) parte della Ciclovia Tirrenica Bicitalia n.16 che tocca anche Verona, Parma, Pontremoli e Marina di Massa.

I chilometri sono 47 da affrontare agevolmente in circa quattro ore ritagliandosi tutto il tempo necessario per scoprire il fascino indiscusso di Mantova, scrigno di arte e storia, il borgo di Buscoldo con Parrocchiale tardo barocca, Torre dell’Oglio, Commessaggio e poi “la città ideale” del Rinascimento, Sabbioneta, tra i Borghi Più Belli d’Italia nonché Bandiera Arancione del Touring Club.

La Lunga Via delle Dolomiti

È questa la pista ciclabile che fa innamorare irrimediabilmente i cicoloturisti che adorano la montagna: unisce, infatti, Cortina d’Ampezzo con Auronzo di Cadore in un panorama che definire “da fiaba” è riduttivo.

50 chilometri che conducono al cospetto dei magici scenari dell’arco alpino, vegliati dalle montagne più belle d’Italia, le impareggiabili Dolomiti Patrimonio UNESCO: la Lunga Via delle Dolomiti segue quello che fu il tracciato della ferrovia costruita durante la Prima Guerra Mondiale e dismessa nel 1962 per permettere di scorgere una natura straordinaria plasmata da boschi, laghi, vette e punteggiata da borghi montani, ponti, gallerie e vecchie stazioni ferroviarie.

40 chilometri a Cervia: un must per la bici

Nell’ardua selezione per raccontare 10 tra le migliori piste ciclabili d’Italia non è possibile non citare Cervia e i 40 chilometri di piste ciclabili che ne rendono il territorio un punto di riferimento imprescindibile per pedalare.

Dal centro storico, infatti, la lunga direttrice porta alle magnifiche saline donando un turismo lento, responsabile e attento all’ambiente: 4 località tra le verdeggianti pinete di Tagliata, Milano Marittima e Pinarella, 9 chilometri di costa e la riserva naturale della salina che si può visitare con una guida da marzo a novembre.

Insomma, ciclabili per tutti, dai principianti ai più esperti, da vivere in un giorno o in più tappe, che riservano vere chicche tra cui merita una menzione La Casa delle Farfalle, che tutela farfalle e insetti provenienti da ogni parte del mondo.

Il Sentiero della Bonifica

Siamo in Toscana, tra Arezzo e Chiusi, e qui i cicloturisti troveranno ad attenderli il Sentiero della Bonifica, lungo il canale maestro della Chiana, laddove idraulici, ingegneri, cartografi, architetti, agronomi e matematici (tra cui anche Leonardo da Vinci) diedero vita a una grande opera di, appunto, bonifica in terra etrusca.

62 facili chilometri e punti di interesse da non tralasciare quali l’inconfondibile Torrione della fattoria di Abbadia, i laghi di Montepulciano e Chiusi, paradiso per il birdwatching, gli innumerevoli ponti e la Chiusa, edificata dai Benedettini per regolare il flusso delle acque della Chiana nell’Arno.

La pista ciclabile Assisi – Spoleto

Una ciclabile di 45 chilometri nella bellezza dell’Umbria, facile e pianeggiante tra Spoleto e Assisi, che tocca le attrazioni principali lambite dal corso dei torrenti Marroggia, Teverone e Timia. In più, può fungere da collegamento tra la ciclabile del Trasimeno, la ciclabile Spoleto-Norcia e la ciclovia del Tevere.

Con partenza da Spoleto, il cicloturista ha l’occasione di passare per Campello sul Clitunno, Trevi, Montefalco, Foligno, Bevagna, Cannera per arrivare ad Assisi, una delle mete più apprezzate della regione grazie alla sua aura di fede, storia e arte.

La Rete ciclabile dei Trabocchi

Di vero incanto è, a sua volta, la Rete ciclabile dei Trabocchi, che va da Pescara al Molise, frutto della dismissione della linea ferroviaria adriatica lungo la Costa dei Trabocchi: la ciclopedonale Via Verde ha visto la realizzazione proprio sull’ex tracciato dei binari.

Sono 263 i chilometri per 12 itinerari che consentono di transitare per sei stazioni in maniera comoda, facile e ben segnalata, per tutte le età ed esperienze: panorami unici sull’Adriatico, gallerie illuminate e la presenza costante delle tipiche strutture da pesca in legno della regione.

La Ciclovia dei Parchi della Calabria

La Ciclovia dei Parchi della Calabria rappresenta un colossale progetto che ha saputo ideare un itinerario ciclabile di ben 545 chilometri per unire le aree protette del Pollino, della Sila, della Serre e dell’Aspromonte e più di 60 tra paesi, frazioni, borghi e centri abitati.

Una ciclovia unica nel suo genere, da vivere pedalata dopo pedalata per entrare in contatto con la vita autentica dei piccoli borghi calabresi e assaporarne il ritmo lento e abbinare natura, sport, musica, tradizioni e cultura.

La Via del Silente

Un modo alternativo e all’insegna della mobilità dolce per scoprire il Cilento è quello di seguire la Via del Silente, un impegnativo itinerario ad anello di 600 chilometri suddiviso in 15 tappe che è percorribile, grazie alle e-bike, anche dai meno allenati.

Con inizio dall’Ostello n.9 di Velina, si attraversano ben 60 comuni del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni e si hanno a disposizione 90 strutture ricettive tra cui scegliere.

Vecchia Ferrovia Linguaglossa

Infine, in Sicilia, un facile percorso ciclabile di una decina di chilometri per esplorare il tracciato della vecchia ferrovia Circumetnea, da Linguaglossa a Castiglione di Sicilia.

Da vedere Linguaglossa, uno dei comuni del Parco dell’Etna, la Pineta Ragabo, le affascinanti gallerie, e Castiglione di Sicilia, nel circuito dei Borghi Più Belli d’Italia.

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In bicicletta lungo la Route 45 del Monferrato

Ogni appassionato di cicloturismo dovrebbe regalarsi l’opportunità di percorrere la Route 45 del Monferrato, un suggestivo percorso ad anello che esplora la bellezza sconfinata di questo territorio Patrimonio UNESCO, disegnato da dolci colline ricoperte da vigneti, ciliegi, noccioleti e lavanda.

Con uno sguardo verso la valle del Po, da un lato, e le Alpi Marittime d’altro, è l’ideale per pedalare in totale armonia con l’ambiente, in una campagna ordinata con panorami che si aprono tra casali, campi coltivati, solitarie torri d’avvistamento e piccoli borghi.

La Route 45, un omaggio al 45° parallelo nord

La chiamano Route 45 del Monferrato come omaggio al 45° parallelo Nord che attraversa in ben sei punti il prestigioso territorio collinare della zona, portando il cicloturista a trovarsi a metà strada tra l’Equatore e il Polo Nord.

Si tratta di un itinerario di difficoltà media, lungo 24 chilometri con rapidi saliscendi, immerso nel fascino indiscusso delle basse colline del Monferrato, patria di vini DOC quali il nebbiolo, il barbera e il dolcetto, ma anche tavolozza di colori in estate con la fioritura della lavanda ed eco di un passato di scontri e incroci con gli antichi borghi e le torri solitarie.

Luoghi natii di leggendari ciclisti come Fausto Coppi e Costante Girardengo, invitano a pedalare e a riscoprire un ritmo lento e autentico.

L’emozionante percorso ad anello della Route 45 del Monferrato

Il punto di partenza (e di arrivo) è San Salvatore Monferrato (a una decina di chilometri a nord da Alessandria) con uno dei suoi palazzi più antichi, il Palazzo Carmagnola, che svetta nella piazza omonima: dopo un breve tratto in salita su Via Prevignano, ecco la Chiesa di San Martino del XV secolo e, in seguito sulla destra, la Chiesa di San Siro del XVI secolo.

Percorsi 700 metri, occorre svoltare a sinistra su Via Camurati e, nei pressi di Villa Lingua (l’ex quartier generale dello Stato Maggiore durante la Seconda Guerra d’Indipendenza), ha inizio una discesa in ghiaia che conduce lungo la strada secondaria che unisce San Salvatore con Alessandria, il punto più basso della Route 45.

Sono pochi minuti di pedalata ma il paesaggio si trasforma di colpo: dal contesto urbano, infatti, ci si ritrova al cospetto di stradine ghiaiate, pioppeti e verdeggianti colline. Subito dietro l’angolo, torna la salita tipica del paesaggio collinare del Monferrato.

Si percorrono, quindi, quasi due chilometri di sentieri ghiaiati di collina nel cuore della natura per poi tornare (per un breve tratto) in paese e imboccare la strada che porta al Santuario della Madonna del Pozzo, oasi di pace dove fare una piacevole sosta ammirando le dolci colline che scendono verso il Parco del Po.

Ripresa la bicicletta, il percorso in salita arriva alla frazione di Frescondino (uno dei punti più alti della Route da cui scorgere il Parco del Po) e, svoltando a sinistra, alla frazione di Valparolo dove si attraversa il primo dei sei punti lambiti dal 45° parallelo Nord. In questo tratto, le stradine sono fiancheggiate da vigneti e cascine, a testimonianza della forte vocazione agricola del Monferrato.

Seguendo una lunga discesa asfaltata nell’abbraccio della campagna, arrivati alla provinciale di Valenza si svolta dapprima a destra e dopo 200 metri a sinistra, verso la frazione di Frosseto: dopo 400 metri in salita ecco una strada ghiaiata, tra campi e vigneti, e al chilometro 9,900 il secondo punto del parallelo. Al termine della strada ghiaiata, ecco di nuovo la strada asfaltata che torna in Piazza Carmagnola a San Salvatore per rifocillarsi e prepararsi alla seconda metà della Route 45.

Infatti, dal centro si prosegue lungo Via Panza in direzione Casale Monferrato per poi svoltare a sinistra in Via Suanno. Lasciata la via alle spalle, si percorre la salita che termina in Via Frascarolo: allo stop (dove si trova una cappella votiva) si va in direzione Lu, sul crinale della collina, spartiacque tra la pianura alessandrina a sinistra e le colline del Monferrato casalese a destra dietro le quali, in giornate limpide, si apre il favoloso scenario delle Alpi Marittime.

È un idilliaco tratto di aperta campagna, dove il paese di Lu Monferrato fa da cornice, tra vigneti e noccioleti a perdita d’occhio: dopo 1100 metri, ecco per la terza volta il 45° parallelo, in un panorama verso le colline e le Alpi che davvero non ha eguali e ripaga di ogni eventuale fatica. Arrivati alla frazione di Barzattini, si svolta a destra per incontrare la frazione rurale di Valdolenga: da qui, si prende la ripida discesa a destra e, dopo il sottopasso autostradale, si svolta a destra per percorrere tutta la strada fino alla sua conclusione in salita. Al chilometro 15,400, si incrocia di nuovo il Parallelo Nord.
Ed è tempo di tornare a San Salvatore: al primo stop, degno di nota è il vecchio Ospedale di Santa Croce del XV secolo e, deviando dapprima a sinistra verso Casale e poi a destra verso via Sottotorre, fa bella mostra di sé il Parco della nota Torre Paleologa risalente al XV secolo, contraddistinta da un buco a forma di pera.
Il parco è attrezzato ed è perfetto per un’altra piacevole pausa per riempire le borracce, riprendere le forze e prepararsi all’ultimo meraviglioso tratto.

Raggiunta la sommità della collina dove si staglia la storica torre, ecco l’unica strada asfaltata che inizia sul retro per tornare, dopo circa 400 metri, sul tracciato originale e, al termine della discesa, svoltare a sinistra verso un tratto di ghiaia, in Strada Molinara.
L’itinerario continua dritto e, a 300 metri dall’inizio di Strada Molinara, incrocia il 45° parallelo per la quinta volta: fiancheggiando sulla sinistra un agriturismo, la strada ghiaiata (e poi sterrata) scende verso destra e propone un ultimo tratto a pieno contatto con la natura che finisce dopo quasi due chilometri in un altro punto basso del percorso. Raggiunta nuovamente la strada asfaltata, è il momento di svoltare a destra verso la frazione di Fosseto.

Con un’ulteriore svolta a sinistra e 600 metri di percorso, la normale segnaletica stradale indica San Salvatore Monferrato, il paese punto di partenza e di arrivo, che si raggiunge dopo quasi 2,5 chilometri per la sosta finale: ma prima, vi è l’incontro, per la sesta e ultima volta, con il Parallelo Nord al chilometro 24,200.

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Nasce la Ciclovia culturale che collega Bergamo e Brescia: cosa sapere

Con un totale di 179 km complessivi, la nuova Ciclovia culturale Bergamo-Brescia è un percorso ricco di sorprese, per esplorare una regione che offre paesaggi naturali e monumenti architettonici di grande valore artistico e storico. L’itinerario, che presenta innumerevoli varianti per tutte le esigenze, è stato ideato per lasciare traccia indelebile di un 2023 che ha visto le due città elette Capitali della Cultura italiane: un anno colmo di appuntamenti su tutto il territorio, da suggellare con qualcosa che rimarrà per sempre nel patrimonio paesaggistico di Bergamo e Brescia. Scopriamo qualcosa in più.

La nuova Ciclovia culturale tra Bergamo e Brescia

Il 2023 è stato l’anno di Bergamo e Brescia, due città particolarmente affascinanti, nonché ricche di storia e cultura: elette Capitali della Cultura italiane, hanno ospitato un notevole calendario di appuntamenti che ha permesso ai turisti di scoprire lati inediti di questo territorio. Ma ora il testimone è passato alla città di Pesaro, che porterà lo scettro per il 2024, organizzando tantissimi eventi interessanti in ambito culturale. Per Bergamo e Brescia, tuttavia, non è ancora finita: le amministrazioni hanno avuto l’idea di dare vita ad un percorso ciclabile che consenta ai turisti non solo di vivere una bella esperienza all’aria aperta, ma anche di ripercorrere i luoghi più belli delle due città.

Nasce così la Ciclovia culturale che collega Bergamo e Brescia, un lungo itinerario che si snoda tra le due province e affronta un altro tema particolarmente importante: quello del turismo slow, che fa uso di mezzi green per spostarsi da un luogo all’altro, come forma di rispetto per l’ambiente e come esperienza unica per chi la vive. Il percorso è stato inaugurato sabato 13 aprile 2024 a Paratico, borgo che segna il confine tra le province di Bergamo e Brescia, davanti ai 28 sindaci dei comuni interessati dalla ciclovia.

Il percorso ciclabile e le tappe più belle

Vediamo qualche dettaglio in più sulla Ciclovia culturale: il percorso principale, che collega Bergamo e Brescia, è lungo ben 76 km e attraversa 28 comuni divisi tra le due province. Ma non è tutto, perché i più curiosi possono andare alla scoperta di 13 anelli culturali (per un totale di 79 km) e di 18 collegamenti di 24 km, per allungare un po’ l’avventura e immergersi davvero nel prezioso patrimonio artistico, architettonico e paesaggistico della Lombardia. Nei prossimi mesi, l’intero progetto giungerà a compimento: intanto sono già molti i tratti aperti, per poter iniziare subito a vivere quest’esperienza.

Il percorso ha inizio da Bergamo, e più precisamente da piazza Cittadella: ci si muove nel cuore del centro storico, ammirando gli antichi palazzi e i tanti monumenti architettonici della città, per poi attraversare Borgo Palazzo e Seriate, sino a giungere lungo la Ciclovia del Parco del Serio. Da qui, l’itinerario si snoda attraverso alcuni splendidi borghi storici come Brusaporto, Costa di Mezzate e Montello. Il primo paesaggio bresciano che si incontra lungo la ciclabile è quello della Riserva Naturale delle Torbiere, dal quale si affrontano poi i luoghi meravigliosi che caratterizzano la Franciacorta, tra colline e vigneti.

Altri meravigliosi borghi sono quelli di Provaglio d’Iseo e Borgonato, ma c’è anche l’occasione per ammirare qualche antico castello come quello di Passirano o quello di Bornato. Eccoci di nuovo tra i vigneti, stavolta immersi nel panorama tra Gussago e Cellatica, come ultima tappa prima di arrivare a Brescia e attraversare il suo centro storico. Come abbiamo visto, ci sono poi diversi percorsi alternativi da visitare, come quello che porta verso il lago d’Iseo o i giri ad anello tra Grumello del Monte e Castelli Calepio.

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Ciclovia del Livenza: su due ruote fra natura e storia

Si snoda lungo tanti chilometri e attraverso due regioni, stiamo parlando della Ciclovia del Livenza nota anche con la sigla FVG – 7 nel tratto del Friuli-Venezia Giulia. La sua particolarità è quella di transitare vicino all’omonimo fiume e si divide in una parte su territorio friulano e una in quello del veneto, fino a Carole.

Il punto di partenza è Sacile, un luogo da sogno e che ricorda molto Venezia, e si può decidere di arrivare fino al confine con il Veneto oppure proseguire. La sua bellezza sta nel fatto che grazie a questa ciclovia si attraversano più territori e si rimane affascinanti dalla bellezza della natura intorno a sé, ma non solo: ci sono anche siti storici, naturalistici e culturali da scoprire.

La Ciclovia del Livenza: il tratto friulano

Ammonta a circa 30 chilometri il tratto friulano della Ciclovia del Livenza. Il punto di inizio è a Sacile, un borgo davvero pittoresco caratterizzato da un centro storico talmente particolare da farle meritare l’appellativo di piccola Venezia, oppure di Giardino della Serenissima: infatti il suo nucleo centrale si è sviluppato su due isole lungo il Livenza su cui si affacciano interessanti palazzi che ricordano proprio quelli di Venezia.

Una cittadina da visitare e da ammirare in tutta la sua bellezza. Poi in sella alla propria bicicletta, si attraversa la natura, ammirando bellissime distese di prati si passa da San Giovanni di Livenza e, poi, da Brugnera. Anche questo piccolo borgo merita una sosta: la sua storia è davvero molto antica e pare iniziare nel Medioevo, oltre a questo è una meta da visitare anche per altre ragioni come il grande parco di Villa Varda di San Cassiano di Brugnera. La struttura risale al XV secolo mentre il parco è caratterizzato da un bellissimo bosco.

Tra le ultime tappe della ciclovia in Friuli vi è Portobuffolè, che fa parte dei Borgi più belli d’Italia dove ammirare la Casa Gaia da Camino e le sue mostre, oppure l’Oratorio di Santa Teresa datato XVIII secolo al cui interno ammirare le opere d’arte che custodisce. Ultimo comune che si incontra in questo tratto di Ciclovia è quello di San Stino di Livenza, che si trova già in Veneto.

La Ciclovia lungo il territorio del Veneto

Per chi desidera proseguire vi è ancora un bel tratto di strada fare in Veneto, anche qui alla scoperta di luoghi davvero da favola. L’Italia è una terra tutta da scoprire, che cela bellezze a ogni angolo e percorsi come questi non solo permettono di immergersi nella bellezza della natura, ma anche di scoprire tesori inestimabili.

Questo tratto misura circa 25 chilometri, attraversa diversi paesi e la campagna, arrivando fino a Caorle, una cittadina meta perfetta e preferita dai vacanzieri. Dotata di un suggestivo centro storico, ha spiagge sabbiose molto grandi perfette per una giornata (o più) di mare. Qui si ferma il percorso in bici, ma la cittadina vale la pena una visita. O, perché no, anche una sosta di qualche giorno.

Caorle, ultima tappa della Ciclovia del Livenza

Fonte: iStock Photo

Tappa finale della Ciclovia del Livenza è Caorle

Cosa vedere a Caorle

Tante le cose da vedere e da fare a Caorle, una delle perle del litorale veneto. Per chi ama la storia e scoprire le ricchezze del passato, ad esempio, c’è il duomo databile intorno al 1038 con un particolare campanile cilindrico e che, al suo interno, ospita opere pregiate.

Oltre agli edifici religiosi vi è la bellezza dell’ambiente. Qui ci sono spiagge molto ampie, una scogliera che è letteralmente un’opera d’arte (vi sono tantissime opere da vedere) e tantissimi servizi.

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Ciclovia del Sole, inaugurata la tratta in Lombardia

Una nuova, straordinaria opportunità, va ad arricchire il territorio mantovano: è stata inaugurata la tratta lombarda della Ciclovia nazionale del Sole, con 90 chilometri da percorrere in sella alla bicicletta da Ponti sul Mincio a Moglia.

Un ulteriore significativo tassello dell’infrastruttura d’eccellenza per la mobilità dolce, che connette Verona con Firenze e interessa quattro regioni, ovvero Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Toscana.

Ciclovia del Sole, di cosa si tratta

La Ciclovia del Sole è una pista ciclabile che “non teme confini”: infatti, percorre l’Europa da Nord a Sud, con 7400 chilometri che collegano Capo Nord a Malta, nel “cuore verde” del Continente.

In Italia, rappresenta al meglio il concetto di “Bike Tour” dove i cicloturisti hanno la possibilità di conoscere, grazie a tappe giornaliere, la ricchezza, la storia, le risorse e le tipicità delle città, dei borghi e dei paesaggi che si trovano ad attraversare.

Il progetto arriva a Mantova

Il tratto lombardo della Ciclovia Sole si sviluppa per la maggior parte del tracciato su strade arginali dei fiumi Mincio e Secchia e di canali collegati, mentre alcuni tratti ricadono in aree urbane come a San Benedetto Po e a Mantova.

In particolare, con una lunghezza di circa 90 chilometri, si snoda per tutta la sua interezza nel territorio di Mantova attraversando dieci Comuni: Monzambano, Ponti sul Mincio, Goito, Marmirolo, Porto Mantovano, Mantova, Borgo Virgilio, Bagnolo San Vito, San Benedetto Po, Moglia.

L’opera, che è stata finanziata con un investimento complessivo di 6,3 milioni di euro (di cui circa 4 milioni stanziati da Regione Lombardia e 2,3 milioni dallo Stato) va a unirsi ad altre due Ciclovie nazionali che interessano la Lombardia, la Ciclovia Garda e la Ciclovia Vento. La continuità dei percorsi è un elemento che fa la differenza e favorisce un nuovo modo di intendere la bicicletta e di scoprire le bellezze della zona in modo “lento e sostenibile”, a pieno contatto con l’ambiente.

Le parole di soddisfazione dell’assessore

Al taglio del nastro era presente l’assessore regionale alle Infrastrutture e Opere pubbliche, Claudia Maria Terzi, che ha espresso parole di soddisfazione per il completamento della Ciclovia del Sole anche nella provincia di Mantova.

Per il Mantovano” ha evidenziato Terzi “è un giorno da ricordare: la realizzazione della Ciclovia Sole è una promessa mantenuta a beneficio dei cittadini, un’opportunità di crescita e sviluppo che renderà ancora più attrattivo questo territorio meraviglioso“.

Come Regione Lombardia” ha proseguito “abbiamo messo in campo risorse rilevanti e lavorato intensamente per trasformare un’idea ambiziosa in una realtà concreta. Il lavoro di squadra è stato fondamentale: mi riferisco alla collaborazione col Parco del Mincio e con tutte le istituzioni coinvolte, a cominciare dal sostegno del Governo“.

L’arrivo della Ciclovia rappresenta un importante segnale per la valorizzazione del territorio: “Mantova e la sua provincia possono ora fregiarsi di uno straordinario mezzo di promozione e valorizzazione territoriale con ricadute positive per l’economia locale e il turismo“.

Ma non soltanto: “Le bellezze paesaggistiche, culturali, storiche ed enogastronomiche del Mantovano” ha concluso l’assessore “potranno avere anche una vetrina internazionale, considerando che la Ciclovia Sole si inserisce nell’itinerario EuroVelo n.7 che collega Capo Nord a Malta attraverso una delle principali rotte cicloturistiche europee“.

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Via dell’Acqua, la pista ciclabile che collega Roma e Assisi

È un percorso meraviglioso, ricco di storia e bellezza, che si inerpica tra la natura e regala una visione diversa di ciò che ci circonda. È la Via dell’Acqua, che collega Assisi a Roma e che si può percorrere in bicicletta, ma anche a piedi e – perché no – a cavallo.

Si snoda per 250 chilometri e porta ad attraversare questo tratto di Italia centrale, potendone apprezzare la natura, la campagna che si ha intorno a sé e i corsi d’acqua. Un percorso fatto di bellezza, che fa da filo rosso tra Umbria e Lazio, tra Valle Spoletana, Valnerina e la Valle del Tevere. Ma anche spirituale, infatti collega due centri della Cristianità: Assisi e Roma.

Tutto quello che c’è da sapere sulla Via dell’Acqua, per provare una vacanza diversa, più lenta che ci permette di apprezzare il territorio e di vivere in prima persona il turismo sostenibile.

La Via dell’Acqua, cosa c’è da sapere

Si estende per 250 chilometri la Via dell’Acqua, di questi 200 si snodano lungo percorsi ciclabili già esistenti e lungo strade di campagna, gli altri 50 – invece – su asfalto. Non importa quanto tempo si impiega a percorrerla, perché l’obiettivo è un altro. Tra le cose più belle, infatti, di un viaggio così ci sono la possibilità di lasciarsi incantare dal paesaggio circostante e quella di conoscere luoghi nuovi lungo il percorso.

Inoltre, lungo la Via dell’Acqua si incontrano anche diverse attività per mangiare e dormire, ma anche servizi, che offrono una scontistica grazie alla convenzione attiva per coloro che viaggiano in bici, a cavallo o a piedi e sono in possesso della credenziale che si può richiedere sul sito ufficiale. Il dislivello complessivo è di 2100 metri ed è una vera e propria immersione nella natura alla scoperta di luoghi suggestivi e del fascino di un tratto di Italia a cavallo tra due regioni: l’Umbria e il Lazio.

Perché si chiama così e la storia della sua nascita

Sul sito ufficiale di questo percorso si racconta che la genesi di tutto è stata l’acqua, che è stata ciò che ha ispirato ma che è anche l’elemento che lo caratterizza. Infatti si snoda proprio nei pressi di alcuni argini.

Il percorso è facile, fattibile per tutti.  Come viene spiegato – sempre sul sito ufficiale – la realizzazione della Via dell’Acqua è stata possibile anche grazie al fatto che in Umbria c’era già una fitta rete di percorsi ciclabili. Numeri alla mano, infatti, dei 160 chilometri di tratta che scorrono in questa regione, ben 120 erano su ciclabili già esistenti.

Il risultato sono seniteri, strade e ciclabili che uniscono due regioni e due città: un modo per conoscere il territorio da un altro punto di vista, una maniera per godere della bellezza intorno a sé senza alcuna fretta, ma lasciando che lo sguardo si meravigli a ogni scorcio.

Come si deve percorrere e le info utili

Come percorrerla? La si può fare da Assisi verso Roma e viceversa. Sul profilo Facebook ufficiale dedicato alla Via dell’Acqua vengono pubblicati e condivisi aggiornamenti utili da conoscere prima di partire. Sempre tramite Facebook si arriva ad altre informazioni che contengono le indicazioni e i suggerimenti sulle soste da fare lungo il tragitto, come quella al sito archeologico Lucus Feroniae, che si sviluppa in un’area archeologica e in un museo a ingresso gratuito, oppure la sosta a Terni per visitare la Basilica di San Valentino.

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All’aeroporto ora si può andare anche in bicicletta

Per gli amanti dei viaggi sostenibili e che non si muovono se non in bicicletta c’è una grande novità, unica in Italia. Ora si può raggiungere l’aeroporto pedalando, lasciano la propria bici in una zona custodita e prendere un aereo per volare verso la propria meta di viaggio.

Accade all’aeroporto lombardo di Bergamo Orio al Serio, dove la società che gestisce lo scalo, la SACBO, ha appena inaugurato il nuovo tratto di anello ciclopedonale, realizzato nell’area Nord-Est del perimetro aeroportuale.

La nuova ciclopedonale di Orio al Serio

La nuova bretella ciclopedonale che porta all’aeroporto di Orio al Serio per il momento si snoda per una lunghezza di 1,8 chilometri, dalla nuova rotatoria sulla via Paderno di Seriate fino all’altezza del sentiero di avvicinamento della testata 28, in congiunzione con la ciclovia del Parco del Serio.

Naturalmente si sta già lavorando all’estensione ulteriore del tratto ciclopedonale che sarà realizzato dalla rotatoria sulla via Paderno di Seriate fino a via Cavour nel Comune di Orio al Serio, in corrispondenza dell’Aero Club Taramelli, consentendo la connessione con le ciclovie già esistenti nei Comuni di Seriate e Orio al Serio.

I lavori dell’ulteriore tratto ciclopedonale, per una lunghezza di 1,2 km, sono previsti entro il 2024. L’anello ciclopedonale sarà esteso all’asse di penetrazione viaria da Est all’aeroporto, lungo la via Matteotti nel Comune di Grassobbio.

L’anello ciclopedonale aeroportuale si integra con la ciclovia Bergamo-Brescia e la nuova ciclopedonale che è in fase di realizzazione “MUOVIMI” che collegherà addirittura Monaco di Baviera e Milano.

Per chi atterra a Orio provenendo dall’estero, la nuova pista darà anche la possibilità di visitare i dintorni e alcuni luoghi turistici. Questo progetto, chiamato “My Castle Street”, e sviluppato dai Comuni di Bagnatica, Calcinate, Cavernago e Costa di Mezzate, con il supporto della Regione Lombardia e della Provincia di Bergamo, nasce dall’idea di creare un percorso dolce di collegamento tra i castelli di Malpaga dove visse Bartolomeo Colleoni, Capitano Generale di tutte le milizie della Repubblica di Venezia, con l’antico borgo, il Castello Colleoni Martinengo di Cavernago e il Castello medievale di Costa di Mezzate, tre luoghi meravigliosi e poco noti fuori dalla Lombardia.

La strada ciclopedonale di Orio al Serio è parte dello sviluppo previsto dallo scalo aeroportuale dei prossimi anni, a cui si aggiunge la realizzazione di un tratto ferroviario inizialmente tra la Stazione di Bergamo e il terminal di Orio in soli dieci minuti e che, in futuro, raggiungerà anche Milano.

I futuri treni per Orio al Serio

Il progetto futuro, inserito tra le opere di importanza primaria da realizzare in vista delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026, prevede l’attivazione di un servizio ferroviario completo, con un totale di 128 treni diurni e 18 treni notturni. Durante il giorno, saranno previsti treni ogni 30 minuti da Milano, ogni 60 minuti da Lecco e ogni 60 minuti da Ponte San Pietro.

Sono in fase di posa circa 5,3 km di rotaie a doppio binario per i quali sarà scavata anche una galleria che sbucherà proprio davanti all’ingresso dell’aeroporto. La nuova stazione ferroviaria di Orio, invece, sarà già dotata di quattro binari, in modo da prevedere arrivi anche da altre stazioni ferroviarie.

Bergamo, città amica delle due ruote

Del resto, tutta la città di Bergamo è amica delle due ruote e delle buone pratiche di intermodalità. Per un amante del cicloturismo o per chi preferisce questo mezzo per muoversi ora è quindi possibile atterrare in aereo al Milan-Bergamo Airport BGY, scaricare la propria bicicletta e partire in completa sicurezza sulle piste ciclabili che collegano lo scalo al resto della Lombardia e dell’Italia.

Lo scalo bergamasco diventa così l’unico aeroporto bike-friendly d’Italia, dotato anche di una bike room allestita con servizi, mappe e attrezzature per sistemare la propria bicicletta e raggiungere agevolmente i vari nodi strategici della città e non solo.

Sono tantissime le compagnie aeree che fanno scalo a Bergamo Orio al Serio e che volano da e per centinaia di destinazioni, non soltanto europee. Oltra a essere il principale hub di Ryanair che vola in tutta Europa, Nord Africa e nel vicino Medioriente, da questo aeroporto volano altre compagnie low cost come easyJet, Volotea, Eurowings e Wizz Air, ma anche la Air Arabia, che vola in Egitto, Marocco e negli Emirati Arabi, la Cabo Verde Airlines che vola sull’arcipelago di Capoverde, le turche Turkish Airlines e Pegasus, la Flydubai che va a Dubai, l’olandese Transavia, la Georgian Airways e la compagnia Neos che vola sulla Repubblica Dominica e la Giamaica. Da poco, vola anche ITA.

L’aeroporto di Bergamo Orio al Serio è uno dei più trafficati d’Italia, secondo in Lombardia dopo Malpensa, e sia la nuova ciclopedonale sia la ferrovia che arriverà hanno lo scopo di ridurre il traffico e contribuire alla sostenibilità ambientale. Chi ha potuto volare da questo scalo sa che il traffico per arrivarci è sempre piuttosto sostenuto, pertanto il treno sarebbe una grande svolta che potrebbe addirittura metterlo in competizione diretta con l’aeroporto di Milano Malpensa, già da anni raggiungibile con il treno Malpensa Express che parte dalle stazioni Centrale e Cadorna del Capoluogo lombardo. Intanto si può però andare in bicicletta. E questa è una novità assoluta.