C’è un luogo dove non serve essere camminatori esperti o globe trotter incalliti per sentirsi davvero viaggiatori: è la Valmarecchia, sospesa tra il verde delle colline e il corso tranquillo di un fiume che accompagna il passo di chi cerca qualcosa di più di una semplice vacanza.
Basta lasciare il mare alle spalle, allontanarsi dal fragore di Rimini, e seguire il Marecchia verso la sorgente, sull’Alpe della Luna. Lungo il percorso, si svelano paesi silenziosi, castelli che dominano dall’alto, borghi ricchi di storia. È un viaggio che si può affrontare in auto, certo, ma è a piedi o in bici che si coglie davvero l’anima della valle.
Dove si trova
Siamo nell’entroterra romagnolo, in quella terra generosa che da Rimini risale verso le colline fino a sfiorare Toscana e Marche.
Il fiume Marecchia ne è il filo conduttore: nasce nel comune di Badia Tedalda, tra i boschi toscani, e scende verso il Mar Adriatico dove sfocia a Rimini.
I luoghi da scoprire lungo la valle
Borghi sospesi, castelli che ancora vegliano sulle valli, musei che raccontano la storia con il passo lento dell’artigianato e della memoria. Una selezione di punti di interesse da non perdere.
Il Museo-Laboratorio della Tessitura di Torriana
Nel cuore di Torriana affascina un museo che è prima di tutto esperienza viva. Non si tratta soltanto di osservare antichi telai o ammirare intrecci di fili colorati: questo luogo è nato da un corso di tessitura artigianale, un gesto semplice ma potente che ha dato vita a un piccolo universo dedicato a una delle pratiche più antiche dell’umanità.
MUSAS – Museo Storico Archeologico di Santarcangelo di Romagna
A Santarcangelo, una tappa da prendere in considerazione è il MUSAS, inaugurato nel 2005: è un viaggio nel tempo che parte dall’età romana, attraversa il Medioevo malatestiano e arriva fino all’Ottocento, tracciando il profilo di un paese che ha sempre saputo reinventarsi.
Nella sezione archeologica si percepisce la vita quotidiana di un passato contadino e artigiano, mentre nella sezione artistica si assapora il gusto estetico delle epoche che hanno lasciato un segno indelebile nel volto urbano.
Rocca Malatestiana di Verucchio
La Rocca che domina Verucchio è conosciuta come “Rocca del Sasso”, costruita sullo sperone roccioso che osserva la valle e si spinge con lo sguardo fino al mare.
Le sue fondamenta custodiscono le prime tracce dell’epoca malatestiana, e tra le sue mura nacque Malatesta da Verucchio, il “Mastin Vecchio” di dantesca memoria. Fu qui che la Signoria dei Malatesta iniziò a tessere il suo potere, mantenendo il borgo come baluardo strategico anche quando Rimini divenne il cuore pulsante del comando.
Ampliata nel 1449 da Sigismondo Pandolfo Malatesta, oggi la Rocca è uno spazio vivo, aperto alla cultura, all’arte, alla comunità.
Il Parco della Cava a Torriana
Il Parco della Cava nasce dove un tempo sorgeva un sito estrattivo, restituito alla natura e trasformato in un laboratorio a cielo aperto.
Si tratta di un parco tematico dedicato ai fossili emersi dall’alveo del Marecchia, alcuni risalenti a tre milioni di anni fa: tra questi, pesci che oggi nuotano soltanto nelle acque calde dell’Oceano Indiano.
Il Giardino Roccioso di Talamello
Anche qui, una cava dismessa si trasforma in occasione di rinascita. Il Giardino Roccioso di Talamello è un esempio concreto di come l’intervento umano possa generare nuova bellezza: non solo riqualificazione ambientale, ma creazione di un luogo che attrae visitatori e restituisce valore al territorio.
Pennabilli e l’eredità poetica di Tonino Guerra
In Valmarecchia c’è anche spazio per l’invisibile, per tutto ciò che non si tocca ma si sente. A Pennabilli, il grande poeta e sceneggiatore Tonino Guerra ha lasciato un’eredità di visioni, silenzi, metafore e sogni.
Qui, infatti, si possono esplorare “I Luoghi dell’Anima”, un museo diffuso che si muove tra le piazze, le case, i cortili del borgo, e “Il Mondo di Tonino Guerra”, il cuore della sua opera, una tappa che è insieme rifugio e rivelazione.
Cosa fare e vedere in Valmarecchia
In Valmarecchia la vita segue ancora il ritmo della natura, e tutto (dai piccoli musei nascosti agli scorci indimenticabili) invita a rallentare e ascoltare: sono molti, ad esempio, gli itinerari immersi nel verde pensati per chi cerca benessere, escursioni, attività all’aria aperta.
A dominare il panorama spicca poi il Forte di San Leo, che si erge maestoso su un masso calcareo che pare sfidare il cielo. Un tempo inespugnabile roccaforte, toglie il fiato già solo per la vista che regala: dal Montefeltro fino al mare, lo sguardo si perde nell’infinito. Dante Alighieri vi passò, San Francesco vi soggiornò, e il misterioso conte di Cagliostro vi trovò l’ultima dimora, imprigionato a vita.
Ma la Valmarecchia è anche terra di leggende, di quelle storie che si sussurrano la sera, davanti al camino. Una delle più inquietanti è quella di Azzurrina, la bambina albina rinchiusa nella Rocca di Montebello da un padre terrorizzato dalle credenze popolari, che la ritenevano una creatura diabolica. La sua scomparsa, durante un temporale, ha dato origine a uno dei misteri più affascinanti della zona: pare che ogni cinque anni, proprio nel giorno della scomparsa, il suo spirito si faccia ancora sentire.
Infine, una menzione va al gusto, alla tradizione gastronomica, alla cultura che si assapora. A Talamello, ad esempio, il protagonista assoluto è il formaggio di fossa che viene lasciato a stagionare nelle fosse scavate nella roccia e assume un sapore intenso e inconfondibile. Lo si gusta nei ristoranti tipici, ma è in autunno, tra fiere e sagre, che il paese si anima in una celebrazione collettiva del suo tesoro più prezioso.
I borghi storici che incantano
È nei borghi storici che la valle mostra il suo volto più intimo, quello che si scopre soltanto camminando tra i vicoli, ascoltando il silenzio delle piazze, osservando il mutare della luce sulle pietre.
San Leo
San Leo è un gioiello abbarbicato su un masso che sembra scolpito apposta per sorreggere la bellezza. Non a caso è stato incluso tra i Borghi più belli d’Italia, ma è con le parole di Umberto Eco che se ne coglie davvero l’essenza: “la città più bella d’Italia”, così la definì.
Piccolo, silenzioso, struggente nella sua perfezione sospesa, domina il paesaggio tutt’intorno con la sua inconfondibile Fortezza, che è stata un carcere temibile, e tra le sue mura spesse e fredde, il conte di Cagliostro visse i suoi ultimi giorni: visitarne la cella significa affacciarsi su una storia drammatica, in cui il mistero si mescola alla sofferenza.
Ma San Leo è anche spiritualità e radici profonde: tra le sue pietre si cela una delle pievi più antiche di tutta l’Emilia-Romagna.
Casteldelci
Casteldelci si presenta come un abbraccio verde, una distesa di natura che avvolge e rigenera.
Il territorio qui è talmente ricco di vegetazione e integro, che viene spesso definito il “mare verde” della Valmarecchia. È la meta ideale per chi ama la montagna, ma non solo per scalarla: qui si cammina, si cavalca, si pedala lungo sentieri che si snodano tra le curve dell’Appennino, tra paesaggi rimasti intatti nel tempo.
Dalla primavera all’autunno, Casteldelci si offre come rifugio silenzioso per chi cerca quiete, natura, e quella bellezza semplice che si respira a pieni polmoni.
Maiolo
A incuriosire lo sguardo di chi risale la valle è anche Maiolo, laddove è la Rocca di Maioletto a richiamare l’attenzione: poggiata su una sorta di zattera di roccia che la separa dalla terra sottostante, sembra sospesa tra cielo e terra.
Attorno, il paese conserva un’anima autentica: antiche case contadine, piccole piazze che conservano la memoria dei giorni passati, e un orizzonte che toglie il fiato. Da qui lo sguardo spazia senza ostacoli: si scorgono il Monte Fumaiolo, l’Alpe della Luna, il Carpegna, fino ai bastioni di San Leo, alle torri di San Marino e, quando l’aria è tersa, persino al riflesso lontano del mare.
Pennabilli
Come accennato, è il paese scelto da Tonino Guerra per raccontare il mondo mediante gli occhi della poesia. Sceneggiatore raffinato, compagno di visione per registi come Fellini e Antonioni, Guerra ha trasformato il borgo natio in una mappa sentimentale. I “Luoghi dell’Anima” sono un museo diffuso, ricco di installazioni, versi, suggestioni.
Poggio Torriana e Verucchio
Poggio Torriana, balcone naturale da cui si scorge il mare, è il punto di partenza del sentiero che porta allo sperone roccioso di Saiano, dove si trova il santuario dedicato alla Madonna. Un luogo sospeso, raggiungibile solo a piedi, come se fosse necessario un pellegrinaggio intimo per arrivare fin lì, un momento di raccoglimento con la natura prima ancora che con la fede.
Proseguendo lungo la valle si arriva a Verucchio, fiero custode di una delle rocche più imponenti di tutta la regione, dove i Malatesta affondarono le radici del loro potere, e ancora oggi le pietre raccontano le gesta, le strategie, le alleanze e le battaglie che plasmarono il volto dell’Italia medievale.
Sant’Agata Feltria e Santarcangelo
Addentrandosi verso l’Appennino si incontra poi Sant’Agata Feltria, culla del tartufo bianco pregiato e meta ambita per i buongustai di tutta Italia.
E quando si scende nuovamente verso la valle, il viaggio trova uno dei suoi approdi più affascinanti a Santarcangelo, dalla doppia anima, aristocratica e popolare, elegante e vivace.
Sorge sul Mons Jovis dei romani, lungo la storica via Emilia, e accoglie chi arriva con un borgo incantevole, una rocca malatestiana che ancora impone il suo profilo, e un fitto calendario di eventi, manifestazioni, riti che uniscono passato e presente.
Itinerari tra natura, cultura e meraviglia
Che si scelga di camminare tra i borghi, di pedalare lungo le rive del fiume o di seguire sentieri solitari tra i crinali, la Valmarecchia dona emozioni autentiche in ogni stagione.
Il Tour dei Borghi Storici è un salto dentro la memoria collettiva: si parte da Pennabilli per poi lasciarsi conquistare dalla forza evocativa di San Leo con la sua Fortezza, si prosegue per Sant’Agata Feltria, con il teatro ottocentesco e l’aria di montagna, e Verucchio, dove ogni pietra racconta l’orgoglio della Signoria Malatestiana. Il cammino tocca poi Petrella Guidi, dove il tempo sembra essersi arreso alla bellezza, e Talamello. Infine si giunge a Perticara, dove la memoria mineraria si è fatta museo e le architetture raccontano la storia di un popolo legato alla terra e alle sue viscere.
La Valmarecchia è anche acqua, vegetazione, natura, e lo si percepisce percorrendo il sentiero lungo il fiume Marecchia, un tracciato dolce e avvolgente che segue il corso d’acqua come fosse un filo narrante. Si può camminare, correre, pedalare mentre campi coltivati, vigneti, laghetti e piccole aree di sosta invitano a rallentare. Le aree di osservazione permettono di entrare in contatto con la fauna e la flora del territorio, di ascoltare il fruscio delle foglie e il richiamo degli uccelli. In primavera i colori esplodono, in estate la frescura del fiume è un sollievo, in autunno le vigne si tingono d’oro, e d’inverno tutto diviene ovattato e intimo.
Per chi ama la natura più selvaggia e protetta, ecco il Parco Interregionale del Sasso Simone e Simoncello, un’area incantata al confine tra Emilia-Romagna e Marche, in cui l’ambiente è ancora quello autentico dell’Appennino: foreste, praterie, animali liberi. Si cammina tra boschi di faggio e abeti, si osservano orchidee spontanee, si scorgono caprioli, lupi, rapaci in volo. Sulla cima del Sasso Simone, un altopiano roccioso scolpito dal vento, si celano i resti della mitica “Città del Sole”, un progetto rinascimentale voluto dai Duchi di Urbino, sogno di armonia tra uomo e paesaggio.
Non mancano i sentieri di crinale, percorsi che si insinuano tra le alture e le rocche: le camminate verso la Torre di Bascio, la Rupe di Maiolo, la Rocca di Maioletto regalano viste che si imprimono nella memoria. Da lassù la valle si apre come un ventaglio, le colline ondeggiano all’orizzonte e l’occhio si perde tra i rilievi che sfumano nel blu.
E infine vi sono gli itinerari geologico-ambientali che rivelano il volto più antico e sorprendente della valle: non a caso, la Valmarecchia fa parte della Rete europea Natura 2000 e accoglie ambienti di straordinario valore, come le “Rupi e Gessi della Valmarecchia”, dove la terra si trasforma in un paesaggio quasi lunare e si cammina tra formazioni rocciose, si scoprono affioramenti gessosi, si osservano forme curiose e inaspettate.