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La Via Jonica è realtà: nasce il primo cammino accessibile del Sud Italia

Dimenticate l’auto e il trambusto delle mete da cartolina affollate in alta stagione: il vero viaggio parte (e, anzi, riparte) a piedi. E questa volta, dal cuore della Puglia, lungo un percorso che unisce costa e colline, mare e storia. Si chiama Via Jonicaed è il primo cammino accessibile del Sud Italia, un percorso di 207 chilometri che dai piccoli centri di Manduria a Crispiano collega il Salento alla Murgia, tra spiagge, ulivi secolari e antichi borghi, passando anche per Taranto e le sue meraviglie.

Ma non è “solo” un cammino. La Via Jonica è una rivoluzione dolce del turismo, pensata per essere inclusiva fin dalla mappa: percorribile a piedi, in bici e in carrozzina, grazie a un tracciato studiato per essere fruibile anche a persone con disabilità, con il supporto di mezzi idonei e strutture pronte ad accogliere tutti. Una “terra per tutti”, come recita il claim del progetto (e non è un modo di dire).  

Un cammino per tutti: accessibile, autentico, pugliese

La Via Jonica è parte del Cammino Materano e si sviluppa lungo due direttrici principali: la Via Jonica vera e propria, da Manduria a Taranto e la Via Ellenica, che va da Matera a Crispiano, attraversando luoghi spettacolari come Ginosa, Castellaneta, Mottola e Massafra. Il progetto nasce grazie al lavoro dell’associazione Naturalmente a Sud, che ha mappato il tracciato accessibile nell’ambito del programma C.Os.T.A. – Comunità Ospitali per il Turismo Accessibile, finanziato dalla Regione Puglia e da Pugliapromozione.

Il risultato è un percorso che non si limita a un sentiero, ma diventa infrastruttura materiale e immateriale, fatta di accoglienza, reti territoriali, storia e natura, con tappe già attive e pensate per offrire esperienze autentiche, lontane dal turismo mordi e fuggi. Da Torre Colimena a Maruggio, da Pulsano a Taranto, fino al MArTA, il Museo Archeologico Nazionale, ogni tappa è pensata per sorprendere, raccontare, coinvolgere.

E come ogni cammino che si rispetti, la Via Jonica avrà la sua Credenziale del Viandante: un passaporto simbolico da timbrare tappa dopo tappa, per accedere a strutture convenzionate e vivere l’esperienza del viaggio lento, con lo zaino in spalla e lo sguardo libero.

Il 17 maggio, a Crispiano, la festa dei camminatori

Per celebrare la nascita ufficiale del cammino, il 17 maggio a Crispiano si terrà la Festa del Cammino, evento che conclude simbolicamente il lavoro di progettazione e sperimentazione fatto negli scorsi mesi qui in Puglia. A testare il percorso, infatti, sono stati gruppi eterogenei, composti da viaggiatori con e senza disabilità, tra cui Patrizia Saccà, pluricampionessa paralimpica di tennis tavolo, Giuseppe Lomagistro, atleta nazionale di paraclimbing, e tanti operatori, guide, videomaker e professionisti del settore.

“È un prodotto turistico che consegniamo ai Comuni partner, ma soprattutto un punto fermo per un territorio che ha voglia di fare rete e costruire un’identità condivisa”, ha dichiarato Andrea Polimeno, presidente di Naturalmente a Sud. Con la Via Jonica, il Sud Italia fa un passo avanti, più nclusivo, consapevole e pieno di bellezza, un percorso comunque orientato a un nuovo modo di viaggiare: più lento, profondo e, finalmente, per tutti.

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Cammino dei Beati in Sardegna: 5 tappe tra Barbagia, storia e natura

Il Cammino dei Beati in Sardegna è un percorso escursionistico suddiviso in cinque tappe, che si sviluppa in ambito barbaricino attraversando territori compresi tra i comuni di Galtellì e Orgosolo, passando per Orosei, Dorgali e Oliena.

Si tratta di un itinerario che si estende per oltre 85 chilometri, caratterizzato da dislivelli significativi e una varietà ambientale che comprende rilievi collinari, tratti di bassa montagna, aree rurali e strade secondarie poco trafficate.

Lungo il cammino si incontrano borghi noti per la loro identità culturale e religiosa, ma anche ambienti naturali di valore paesaggistico, che rendono il tracciato adatto a escursionisti in buone condizioni fisiche, dotati di attrezzatura adeguata e abituati a camminare su terreni misti.

Storia del cammino

L’itinerario prende il nome da alcune figure religiose sarde che hanno avuto un forte legame con i territori attraversati. In particolare, il tracciato collega i luoghi legati alla Beata Antonia Mesina, al Beato Francesco da Lula e alla Venerabile Maria Gabriella Sagheddu, figure centrali della devozione popolare novecentesca e simboli di valori condivisi all’interno delle comunità locali.

Il cammino si inserisce in un contesto di valorizzazione del patrimonio immateriale legato alla religiosità popolare, ma anche del patrimonio materiale rappresentato da chiese, santuari, eremi e cappelle di campagna, spesso situati in posizioni periferiche o poco accessibili. L’iniziativa ha l’obiettivo di incentivare forme di turismo sostenibile, legate al camminare, alla conoscenza dei territori interni e alla riscoperta di percorsi di collegamento storici e secondari, oggi spesso in disuso.

Le tappe del cammino

Il Cammino dei Beati è articolato in cinque tappe, con lunghezze e dislivelli variabili, per un totale di circa 90 chilometri e un dislivello complessivo significativo. Le caratteristiche altimetriche e morfologiche rendono il percorso adatto a escursionisti con esperienza, in particolare in presenza di zaini con carico completo e condizioni meteorologiche stabili.

Tappa 1: Galtellì – Orosei

(12,5 km, +871 m D+, 883 m D–, 3h 30’)

La prima tappa inizia nel centro di Galtellì, borgo noto per il suo centro storico ben conservato e per la Chiesa del Santissimo Crocifisso, dove è custodita una croce lignea venerata. Uscendo dall’abitato si attraversano antichi percorsi pastorali che si inoltrano tra le colline, con un’alternanza di salite e discese che offrono panorami aperti sulla Valle del Cedrino.

Il tracciato prosegue in direzione sud-est, passando per aree boschive e zone di macchia mediterranea, con affacci sulla piana di Orosei. A Orosei sono visitabili numerose chiese storiche, tra cui San Giacomo e Sant’Antonio Abate, oltre al quartiere medievale di Sa Marina.

Tappa 2: Orosei – Dorgali

(22 km, +935 m D+, 515 m D–, 6h 30’)

La seconda tappa è tra le più impegnative in termini altimetrici e chilometrici. Si lascia Orosei percorrendo strade rurali e sentieri che risalgono le pendici del Monte Tuttavista, da cui si apre una vista ampia sulla costa orientale. Si attraversano aree forestali ricche di lecci e corbezzoli, oltre a tratti di pascolo e antichi stazzi.

La salita prosegue fino ai pressi dell’altopiano che introduce a Dorgali, con alcune varianti che passano per la zona di Ispinigoli, dove si trova l’omonima grotta e una dolina carsica di grande interesse geologico. L’ingresso a Dorgali avviene da nord-est, in prossimità del centro artigianale, noto per la produzione di ceramiche, filigrana e pane carasau.

Tappa 3: Dorgali – Oliena

(18,77 km, +331 m D+, 576 m D–, 5h 30’)

La terza giornata prevede una progressione meno faticosa rispetto alla precedente, grazie al dislivello contenuto. Dopo aver attraversato il centro storico di Dorgali, il cammino si dirige verso sud-ovest, seguendo un tracciato in discesa che si snoda tra terreni agricoli, vigneti e campi coltivati.

Lungo il percorso si incontrano zone di interesse naturalistico, con scorci sulle pendici del Supramonte. L’arrivo a Oliena, borgo ai piedi del massiccio calcareo, consente di visitare il centro abitato e i luoghi legati alla Venerabile Maria Gabriella Sagheddu.

Tappa 4: Oliena – Orgosolo

(24,41 km, +943 m D+, 475 m D–, 7h)

Questa è la tappa più lunga e con il dislivello positivo più marcato dell’intero cammino. Il tracciato risale verso le aree interne della Barbagia, attraversando ambienti collinari, pascoli e tratti montani che costeggiano il versante occidentale del Supramonte.

Dopo i primi chilometri si raggiunge la zona della Valle di Lanaitho, dove sono presenti siti archeologici di rilievo, tra cui il villaggio nuragico di Sa Sedda ‘e Sos Carros. Il cammino prosegue in salita fino all’altopiano che conduce a Orgosolo, noto per i suoi murales storici, che decorano le vie del centro. Da segnalare anche la chiesa di San Pietro, situata su un’altura a breve distanza dal paese.

Tappa 5: Orgosolo – Ovaddutzai

(8 km, +400 m D+, 400 m D–, 2h 30’)

La tappa finale inizia ad Orgosolo e prosegue fino alla località di Ovaddutzai, che dista all’incirca 8 km. Per quest’ultima tappa, si seguono le orme della beata Antonia Mesina, che consentono di arrivare fino al luogo del suo martirio.

Il cammino in bicicletta

Il Cammino dei Beati può essere percorso anche in bicicletta, a patto che si utilizzi un mezzo adatto a tratti misti e a dislivelli marcati. L’itinerario si sviluppa in buona parte su fondi sterrati, strade bianche e sentieri collinari che richiedono l’impiego di una mountain bike o, in alternativa, di una gravel bike con copertoni larghi e tassellati. Alcuni segmenti presentano pendenze significative e tratti tecnici, in particolare quelli in uscita da Orosei, nella discesa verso Oliena, e nella salita verso Orgosolo. In questi casi, potrebbe rendersi necessario spingere la bici a mano per brevi tratti.

I tempi di percorrenza in bici sono inferiori rispetto a quelli a piedi, ma occorre tenere in considerazione la fatica derivante dai continui cambi di pendenza, oltre alla necessità di fermarsi nei centri abitati per rifornimenti.

Come arrivare al cammino

Il punto di partenza del Cammino dei Beati si trova nel comune di Galtellì, in provincia di Nuoro, raggiungibile principalmente dalla costa nord-orientale della Sardegna. L’aeroporto più vicino è quello di Olbia Costa Smeralda, situato a circa 120 km, da cui si può proseguire in auto a noleggio o con autobus di linea, effettuando eventualmente un cambio a Nuoro o a Orosei.

Per quanto riguarda il termine del cammino, il rientro da Orgosolo può avvenire passando da Nuoro, distante circa 20 km, collegata tramite autobus locali.

Il periodo migliore per percorrerlo

Le condizioni ideali per percorrere il Cammino dei Beati si verificano nei mesi primaverili (aprile – giugno) e autunnali (settembre – ottobre). In primavera, il clima è generalmente stabile e le temperature gradevoli, con giornate più lunghe e buona visibilità; in autunno, le temperature si mantengono miti e i paesaggi mostrano tonalità calde, con ridotto rischio di affollamento. Durante l’estate, le alte temperature e la scarsità di punti d’ombra rendono il percorso meno agevole, mentre in inverno è possibile trovare fango, condizioni meteorologiche instabili e giornate troppo corte per affrontare con serenità tappe di media o lunga durata.

Consigli per affrontare il cammino

Il Cammino dei Beati si estende per circa 90 km con un dislivello positivo complessivo di oltre 3600 metri, distribuito in maniera variabile tra le cinque tappe. I fondi sono generalmente sterrati o su sentiero, con brevi tratti asfaltati nei pressi dei centri abitati. I tratti in salita e discesa più impegnativi si trovano nelle tappe 2 (Orosei – Dorgali) e 4 (Oliena – Orgosolo), mentre la tappa 5, pur essendo la più breve, presenta pendenze concentrate in un tratto ridotto. È consigliabile utilizzare scarponcini da trekking con buona aderenza, zaino da 30-40 litri, abbigliamento tecnico traspirante e dotarsi di tracce GPX aggiornate.

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Toscana: tre laghi balneabili per la prossima estate

I laghi sono una destinazione turistica sottovalutata. Il mare è la località balneare per eccellenza e la preferita di tutti, chi invece predilige l’acqua dolce preferisce le piscine naturali dei fiumi e dei torrenti dove la corrente contribuisce a mantenere più puliti i flutti.

Ci sono però alcuni laghi che abbinano una qualità dell’acqua molto alta a un impatto paesaggistico notevole e a una serie di attività correlate, acquatiche e non. Attorno a un lago, ad esempio, si può godere di un ampio giro in bicicletta o si possono praticare attività come la canoa o il kayak, o utilizzare SUP o altri mezzi di trasporto acquatici per sfruttarne tutta la superficie.

In Toscana esiste un numero esiguo di laghi che offrono anche la possibilità di fare il bagno, ma quei pochi si difendono alla grande e sono tra le destinazioni che tutti gli amanti dell’acqua dolce, del wild swimming e delle attività all’aperto dovrebbero segnare sui loro taccuini come mete per la prossima estate.

Lago di Gramolazzo

Veduta del Lago di Gramolazzo e del Monte Pisanino, Garfagnana, Toscana

Fonte: Getty Images

Il Lago di Gramolazzo e le Apuane

Una corona di montagne circonda il Lago di Gramolazzo, uno specchio d’acqua cristallino racchiuso tra le cime delle Alpi Apuane.

È un lago artificiale che copre un chilometro quadrato di area, incastonato in un angolo della Garfagnana, quello spicchio di territorio toscano a nord di Lucca, chiuso tra le Apuane e le più alte cime dell’Appennino toscoemiliano. Il bacino è stato realizzato ai fini di produzione di energia idroelettrica negli Anni Cinquanta, sbarrando il Serchio di Gramolazzo, uno dei due rami che poi vanno a formare il fiume che scorre verso Lucca.

Le sue acque sono molto pulite, oltre la media di qualsiasi lago, anche se mantengono un colore intenso a causa della grande profondità. Qualche spiaggetta sabbiosa e qualche verde prato decorano le dolci sponde, ampie aree di relax per grandi e piccini. Seppur con un po’ di prudenza, il lago è balneabile durante la stagione estiva, diventando una vera e propria oasi.

Attorno al lago si possono trovare una serie di servizi turistici come un campeggio, che offre anche la possibilità di noleggiare delle barche e delle canoe per esplorare ogni angolo dello specchio d’acqua, ma anche alcuni alberghi, ristoranti e bar nell’omonimo paese di Gramolazzo, sulla sponda occidentale. Inoltre si possono noleggiare biciclette e bici elettriche per fare il giro del lago, o esplorare le sponde a piedi utilizzando la strada pedonale recentemente messa a punto e attraverso la quale si raggiungo alcune aree giochi per bambini e aree attrezzate per i picnic-

Sul Lago di Gramolazzo veglia la sagoma del Monte Pisanino, la cima più alta della catena apuana a 1946 metri. Alle pendici del monte si trova la piccola frazione di Gorfigliano, un paesino storicamente abitato principalmente da contadini e cavatori, ovvero gli operai impiegati nelle cave di marmo sulle cime apuane soprastanti. La Chiesa vecchia di Gorfigliano, restaurata dopo un forte terremoto, offre la possibilità di ammirare da un belvedere estremamente scenografico il Lago di Gramolazzo e la sua conca e offre uno spaccato storico dell’area, grazie all’associazione di volontariato che la mantiene aperta e accoglie i turisti e al Museo dell’identità dell’Alta Garfagnana che vi ha sede.

Lago di Bilancino

Lago di Bilancino, Barberino di Mugello, Toscana

Fonte: iStock

La campagna mugellana attorno al Lago di Bilancino

Al centro del Mugello, a pochissima distanza dall’uscita autostradale della A1 di Barberino e non lontano dal valico appenninico del Passo della Futa, si trova il Lago di Bilancino, grande invaso artificiale realizzato alla fine degli Anni Novanta per regolare l’afflusso delle acque del fiume Sieve nell’Arno sia in periodi di secca che per evitare alluvioni.

Nonostante lo scopo per cui è sorto questo grande specchio d’acqua ha un potenziale turistico che rimane in larga parte inesplorato. Essendo uno dei luoghi balneabili più vicini a Firenze nel periodo estivo le sue sponde si popolano di tanta umanità che si tuffa volentieri nelle sue tiepide acque sia nelle zone libere con ampie spiagge di ghiaia che si trovano sulle sponde settentrionale e meridionale, sia nell’unico stabilimento balneare presente.

Il Lago di Bilancino è casa di tanti sport acquatici, consentendo di esplorarne ogni meandro attraverso canoe, kayaka e SUP a noleggio. Vi ha sede un club nautico e non è raro intravedere qualche vela campeggiare all’orizzonte.

Il punto di forza del Lago di Bilancino è senz’altro il contesto paesaggistico nel quale si trova, specie per quanto riguarda la sponda meridionale. Quando ci si trova in riva il lago si possono infatti osservare le morbide colline, i pascoli e i boschi, le case coloniche del Mugello. Alle spalle del lato sud del lago, inoltre, si possono trovare spettacolari luoghi panoramici, come la vecchia chiesa di San Giovanni in Petroio, oggi abbandonata.

Nelle vicinanze del lago si trovano due delle quattordici ville medicee incluse nel sito diffuso UNESCO Ville e giardini medicei in Toscana. Si tratta della Villa di Cafaggiolo e della Villa del Trebbio, le prime per data di costruzione, entrambi risalenti alla metà del Quattrocento. Oggi entrambe sono di proprietà privata e vengono aperte solo in caso di particolari eventi, ma una passeggiata nella zona tra il Trebbio e il Lago di Bilancino (circa 4 chilometri e mezzo) regala splendidi panorami bucolici su una delle zone più sottovalutate della regione.

Lago dell’Accesa

Fonte: Lorenzo Calamai

Lago dell’Accesa, un’oasi dedicata al relax

Nell’entroterra della località balneare di Follonica, in provincia di Grosseto, si trova nel comune di Massa Marittima un piccolo specchio d’acqua, un lago naturale alimentato da sorgenti subacquee dalla superficie non molto estesa ma dalla straordinaria profondità: è il Lago dell’Accesa.

Visto dal satellite, il Lago dell’Accesa sembra un occhio azzurro aperto in mezzo alla campagna: le sue acque sono incredibilmente trasparenti e cristalline, tanto da far pensare ad atmosfere caraibiche malgrado un contesto naturale ben differente.

Un sentiero compie metà del giro del lago e percorrendolo si possono raggiungere alcuni pontili in legno, alcuni dei quali corredati di grandi tavoli in legno da picnic. È un’ottima posizione sia per imbastire un pranzo in esterna di ricordare sia per stendere l’asciugamano, prendere il sole e perché no, tuffarsi nell’acqua straordinariamente trasparente del lago. Nella parte centrale il Lago dell’Accesa raggiunge grandi profondità, fino anche a quaranta metri.

Il lago sorge fra morbidi rilievi, qualche area di bosco, ampi appezzamenti coltivati e case sparse e solitarie, molte delle quali oggi trasformate in agriturismo. Da esplorare, sulla sponda occidentale, ci sono anche i resti di una città etrusca. L’antica popolazione dell’Italia centrale aveva infatti fondato qui qualcosa in più di un semplice villaggio, come testimoniato dagli scavi archeologici e dai ritrovamenti.

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Queste splendide città europee sono a misura di bici e bambini: la classifica

L’aumento dell’attenzione verso città più sicure, salubri e sostenibili sta portando a cambiare la mobilità urbana prestando attenzione anche ai bambini. Il report City Ranking 2025 ha analizzato 36 città europee valutando tre parametri fondamentali: strade scolastiche che limitano il traffico ai veicoli durante gli orari di ingresso e uscita, percentuale di rete stradale con limiti inferiori ai 30km/h e lunghezza delle piste ciclabili protette in rapporto alla rete stradale complessiva. Questi fattori hanno fatto in modo di poter stilare la classifica delle 10 città a misura di bici e bambini.

La classifica delle 10 città a misura di bici e bambini

Nelle prime 10 posizioni della classifica europea emergono modelli urbani che hanno saputo integrare sicurezza, accessibilità e mobilità sostenibile per i più piccoli. Al decimo posto si posiziona il Belgio con Gent: una città di dimensioni medie che si è distinta per aver avviato progetti coraggiosi di riduzione del traffico e molte zone ZTL per favorire la mobilità dolce.

Nono posto per Oslo con un punteggio del 48%. La città della Norvegia ha ridotto drasticamente l’uso delle auto promuovendo quello delle bici. Ottavo posto per Bristol con un punteggio di 48%, proprio come Oslo. La città ha sperimentato aree a 30 chilometri orari per garantire maggiore sicurezza.

Settimo posto per Barcellona: la città spagnola ha saputo brillare con una rete di super-isolati e aree pedonali mentre Helsinki si posiziona al sesto posto confermando l’eccellenza nordica. Proprio qui si trova una delle migliori ciclabili.

Arriviamo al quinto gradino: la capitale gastronomica Lione si fa notare con un ottimo punteggio. Si sale verso Bruxelles al quarto posto. I gradini delle prime 3 in top 10 sono incredibili: terzo posto per Anversa che combina ottimamente strade scolastiche e ciclabili sicure e secondo posto per Amsterdam ormai icona della mobilità ciclabile urbana. 

Il primo gradino del podio spetta tutto a Parigi: la capitale francese sbaraglia tutti raggiungendo un 79% e mostrando un grande impegno con un programma di strade scolastiche sicure, reti ciclabili protette e politiche efficaci di riduzione della velocità.

La classifica delle città a misura di bici e bambini

  1. Parigi
  2. Amsterdam
  3. Anversa
  4. Bruxelles
  5. Lione
  6. Helsinki
  7. Barcellona
  8. Bristol
  9. Oslo
  10. Gent

Le città italiane a misura di bici e bambini in classifica

Nella lista delle 36 città europee che compongono la classifica di quelle a misura di bici e bambini compaiono diverse località italiane. La più virtuosa è Bologna che conquista il 40% dei punteggi totali. Il capoluogo emiliano si distingue per aver adottato strade scolastiche chiuse al traffico in orari di entrata e uscita, diverse zone a 30km/h e piste ciclabili protette.

La seconda classificata tra le città italiane è Milano che ottiene il 33%, la metropoli lombarda sta investendo in diversi progetti futuri per rendere la mobilità urbana sempre più green. Torino, invece, segue a ruota con il 32% e una meticolosa moderazione del traffico ma soffre per una rete ciclabile ancora frammentaria. Tra le città italiane esaminate compaiono poi Firenze, in 29esima posizione e Roma al 32esimo posto. La classifica mostra come con un piano strategico si possano ridurre gli incidenti, proteggere bambini e ciclisti, favorire uno stile di vita più attivo e ridurre l’impatto sull’ambiente.

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Pedalando sulle strade d’Italia: le ciclovie più belle ispirate al Giro d’Italia 2025

Come tutti sanno maggio è il mese del Giro d’Italia, l’evento ciclistico che attraversa la bellezza del Paese da nord a sud, regalando spettacolo e passione.

Ma il Giro non è solo una gara me è anche un invito a vivere la bici come mezzo di scoperta, cultura e sostenibilità.
Per questo, la Fiera del Cicloturismo propone sei straordinari itinerari cicloturistici, ispirati ad alcune tappe iconiche del Giro d’Italia 2025, reinterpretati per tutti coloro che vogliono pedalare al proprio ritmo e vivere ogni chilometro come un viaggio emozionale e indimenticabile.

Ciclovia del Salento Ionico (Puglia): il fascino del mare e dei borghi storici

Ispirata alla quarta tappa del Giro 2025, la Ciclovia del Salento Ionico, nota anche come “Ciclonica”, è un percorso spettacolare di oltre 300 chilometri che attraversa il Salento da Manduria a Ugento, passando per Lecce e Gallipoli. Questo tocca alcune tra le coste più affascinanti del sud Italia.

Tra dune sabbiose, pinete, borghi storici e riserve naturali come la Riserva Naturale di Torre Colimena, i ciclisti possono osservare i fenicotteri rosa nelle zone umide e attraversare borghi storici come Avetrana, Torre Lapillo, Gallipoli e Presicce.

Lungo la Ciclovia del Salento Ionico

Fonte: iStock

Veduta della città di Torre Colimena in Puglia

Il percorso è suddiviso in cinque anelli tematici, ciascuno dei quali offre esperienze uniche di viaggio.
La ciclovia attraversa cinque parchi e aree verdi lungo il litorale, offrendo un’esperienza autentica che valorizza la natura e la cultura locale.

Questa ciclovia è perfettamente segnalata, con numerose strutture bike-friendly, agriturismi e B&B attrezzati per ospitare i cicloturisti. L’app dedicata al percorso fornisce informazioni su punti di interesse, ristorazione locale a km 0, aree di sosta e persino tracciamento GPS.

Ideale da percorrere in primavera e in autunno è accessibile a tutti i livelli di allenamento – il tracciato è per l’82% su asfalto e il 18% su sterrato, con traffico di bassa intensità su quasi tutto l’itinerario.

Matera e la Ciclovia Meridiana (Basilicata): un viaggio tra pietra e montagne

Il Giro d’Italia attraversa la Basilicata con due tappe suggestive: Matera e Potenza.

Qui si snodano due proposte di ciclovie diverse ma molto complementari: la ciclovia urbana di Matera, che permette di esplorare i Sassi in modo lento e sostenibile, e la Ciclovia Meridiana, un anello ciclabile di 295 km che attraversa il Parco Nazionale dell’Appennino Lucano.

Il percorso collega 22 borghi, da Picerno a Latronico, e si divide in due tracciati principali – anello nord e sud – entrambi adatti a viaggiatori esperti ma anche percorribili a tappe. Il primo di 152 km e il secondo di 146 km.

Si sviluppa prevalentemente su strade secondarie a basso traffico, con servizi in crescita per i cicloturisti – ricariche e-bike, segnaletica turistica e ristori. L’intero tracciato è una celebrazione della mobilità dolce, dell’accoglienza lucana e del paesaggio montano ancora poco battuto dal turismo di massa.

La ciclovia ricalca l’antico tracciato della via Herculia e attraversa l’area archeologica di Grumentum, offrendo un viaggio attraverso la storia e la cultura lucana.

Ciclopedonale Puccini (Toscana): musica, natura e pianura nella Lucchesia

La decima tappa del Giro tocca la Lucchesia in Toscana, patria del compositore Giacomo Puccini. La Ciclopedonale Puccini è un percorso immersivo nella cultura e nella natura, che collega Ponte a Moriano al Lago di Massaciuccoli passando per i luoghi cari al compositore.

ciclovia toscana ispirata a puccini

Fonte: iStock

Lago di Massaciuccoli, Toscana

Il tracciato – che costeggia il fiume Serchio – è lungo circa 58 km, è pianeggiante e interamente ciclabile. Perfetto per le famiglie, e-bike e cicloturisti in cerca di pace e relax. Lungo il percorso si trovano punti di assistenza, stazioni di ricarica, aree di sosta, fontanelle e QR code interattivi che permettono di ascoltare le opere di Puccini.

Questo è un viaggio poetico e multisensoriale tra ville storiche, borghi caratteristici, oliveti e scorci fluviali.

Ciclovia Treviso-Ostiglia (Veneto): lungo la ferrovia dimenticata

Nel cuore del Veneto, la Ciclovia Treviso-Ostiglia segue il tracciato di una ex ferrovia militare costruita tra le due guerre mondiali. Questo oggi è stato riconvertito in pista ciclabile.

Con 85 km di percorso pianeggiante, ombreggiato e prevalentemente asfaltato, collega Treviso a Ostiglia attraversando campi coltivati, aree naturalistiche, borghi rurali e ville venete.
La ciclovia è perfetta per famiglie e ciclisti di tutti i livelli. Sicura, ombreggiata e ben attrezzata con strutture ricettive, propone numerose aree di sosta, bike park, punti ristoro, noleggio bici e servizi per i cicloturisti.

Possiamo dire che questa ciclovia è un perfetto esempio di rigenerazione urbana e territoriale che unisce memoria storica, sostenibilità e benessere.

Ciclovia Pedemontana FVG3 (Friuli Venezia Giulia): tra vigne e memoria storica

Tra le più panoramiche del nord-est Italia, la Ciclovia Pedemontana FVG3 parte da Sacile, in provincia di Pordenone, e giunge fino a Gorizia. Questa attraversa i colli del Friuli occidentale e orientale, tra vigneti del Collio, borghi autentici, siti UNESCO e memorie della Grande Guerra. Offre panorami mozzafiato e un’esperienza cicloturistica tra natura e cultura.

Il tracciato, lungo circa 180 km, può essere adatto a tutti ma richiede una buona preparazione per via delle pendenze che si trovano in alcuni tratti.
Percorrendo questa ciclovia, è possibile anche deviare lungo percorsi transfrontalieri verso la Brda slovena, visitare i luoghi di Hemingway a San Martino del Carso e pedalare lungo il fiume Isonzo. Il percorso è integrato nella rete ciclabile FVG e presenta una buona dotazione di servizi per i cicloturisti – info point, segnaletica turistica, ristorazione.

Lungo questo tracciato si incontrano località come Maniago, Gemona del Friuli e Cividale del Friuli, ciascuna con le proprie peculiarità storiche e culturali.

lungo la Ciclovia Pedemontana FVG3 (Friuli Venezia Giulia)

Fonte: iStock

Gemona del Friuli, in FVG

Questi sei itinerari dimostrano come il Giro d’Italia possa diventare un’esperienza anche personale, trasformando ogni tappa in un’occasione unica per scoprire il Paese viaggiando in modo lento, sostenibile e autentico.

Le ciclovie ispirate al Giro sono perfette per chi ama viaggiare su due ruote, cercando non solo la sfida sportiva, ma anche godendo della bellezza dei paesaggi, assaggiando il sapore delle tradizioni e amando l’incontro con le comunità locali.

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Pedalando tra i borghi: l’Italia più autentica svelata dal Giro d’Italia 2025

“Il miracolo del ciclismo fa tornare la città terra d’avventura o perlomeno di viaggio” scrisse l’antropologo e il filosofo Marc Augé. E in effetti, dal 1909, il Giro d’Italia aiuta a far conoscere e valorizzare tanti gioielli sparsi per il territorio italiano, compresi i piccoli borghi. A ogni edizione il percorso cambia, promuovendo destinazioni sempre diverse, da nord a sud, e ispirando i possibili visitatori a scoprirli in un modo sostenibile utilizzando un mezzo come la bicicletta.

Quali sono le regioni che verranno attraversate durante l’edizione 2025 del Giro d’Italia? E quali i borghi più belli e caratteristici che faranno da tappa? Qui una selezione firmata SiViaggia!

I borghi da scoprire in Puglia

La Puglia è una di quelle regioni italiane che invita a rallentare i ritmi e, non a caso, è una delle mete ideali da scoprire in sella a una bicicletta. L’offerta di percorsi cicloturistici è molto ampia e, in occasione del Giro d’Italia, possiamo trovare ispirazione sbirciando tra i piccoli borghi che faranno da tappa in questa edizione.

Ostuni – 13 maggio

Con le sue case imbiancate a calce, la magnifica cattedrale gotica e le strade acciottolate, il piccolo borgo di Ostuni incanta con la sua bellezza suggestiva, in una miscela unica di passato e presente. Situata in provincia di Brindisi, e arroccata sulle colline ricoperte di ulivi della bassa Murgia, è conosciuta anche come “La Città Bianca” per i suoi edifici di un bianco splendente. Il percorso storico e culturale di Ostuni, risalente a tempi molto antichi, è evidente nella sua cattedrale, nelle strade medievali e nelle viste panoramiche, che spaziano dalla campagna al Mar Adriatico.

Ceglie Messapica – 14 maggio

Molto spesso viene trascurata a favore di altre mete vicine come Ostuni o Alberobello e, fidatevi di noi, è un vero peccato. Particolarmente apprezzata per il suo panorama gastronomico, Ceglie Messapica vanta un piccolo centro con un castello, la piazza e gli antichi palazzi. Nei dintorni troverete tutta una serie di trulli e di masserie dove regalarvi un’esperienza di soggiorno unica, tipicamente pugliese.

La tipica architettura di Ostuni

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Il borgo di Ostuni, tappa del Giro d’Italia

I borghi della Basilicata

Seppur piccola di dimensioni, la Basilicata vanta un ricco patrimonio storico e culturale, racchiuso anche e soprattutto all’interno dei suoi borghi più belli.

Muro Lucano – 15 maggio

Conosciuto come il “borgo presepe” per la sua struttura urbanistica, in quanto costruito su uno sperone di roccia calcarea, Muro Lucano offre ai visitatori un centro con palazzi gentilizi, piccole piazze e vicoli scoscesi. Inoltre, il patrimonio architettonico del borgo è impreziosito da portali e archi. Se fate tappa qui, non dimenticate di provare una delle specialità locali preparate con il tartufo.

Metaponto – 15 maggio

Il borgo di Metaponto unisce mare, cultura e gastronomia. Fondata dai greci nel VII secolo a.C., rappresentò una delle colonie più importanti della Magna Grecia. Ancora oggi, infatti, è possibile visitare le rovine dell’antica città che ne testimoniano l’importanza nelle epoche passate. In particolare, uno dei principali luoghi di interesse è il Parco Archeologico di Metaponto, dove potrete ammirare le famose Tavole Palatine, i resti di un tempio dorico dedicato a Hera, risalenti al VI secolo a.C.

Borghi della Campania

Anche in Campania, il Giro d’Italia 2025 attraversa diversi borghi caratteristici, da Sant’Andrea di Conza, uno dei luoghi più particolari da visitare in Irpinia, ai murales di Lioni.

Sant’Andrea di Conza -15 maggio

Borgo di pietra situato in un’area di elevata bellezza paesaggistica e ambientale, Sant’Andrea di Conza vanta un centro storico ricco di stradine e portali medievali ben tenuti dove fare tappa a l’Episcopio, risalente al XIII secolo, nato come edificio vescovile e attuale sede comunale, alla Chiesa di San Michele, con il suo bel coro ligneo, e alla Chiesa Madre di San Domenico, risalente al Settecento.

Lioni – 15 maggio

Chi ama la street art deve visitare il borgo di Lioni: qui sono presenti circa 30 opere murarie dipinte su edifici dell’intero paese e firmate da artisti locali e internazionali. Grazie alla biennale d’arte contemporanea Bag out Garofalo, è stato portato avanti un progetto di riqualificazione urbana che oggi racconta in modo originale e creativo la storia locale, restituendo alle pareti degli edifici messaggi di antiche amicizie, tradizioni, fiabe e leggende del posto.

I borghi da visitare in Abruzzo

I borghi abruzzesi sono i protagonisti della settima tappa del Giro d’Italia 2025. La corsa, che comincia da Castel di Sangro, tocca luoghi tutti da scoprire come Pacentro e Massa d’Albe.

Pacentro – 16 maggio

Situato ai piedi del monte Morrone, a poca distanza da Sulmona, il borgo di Pacentro è considerato uno dei più belli in Abruzzo grazie al suo centro e alle storie che lo contraddistinguono. Esplorate le sue stradine, ricche di scorci pittoreschi e di palazzi signorili, e il castello, risalente al X secolo, in passato parte del sistema difensivo della Valle Peligna. Particolarmente interessante è la grotta di Colle Nusca, che custodisce antiche pitture rupestri.

Massa d’Albe – 16 maggio

Ricco di attrattive, soprattutto naturalistiche e storico-archeologiche, il borgo di Massa d’Albe è uno dei comuni facenti parte del “Parco Naturale Regionale del Sirente-Velino”. Qui, i romani fondarono Alba Funcens i cui resti possono essere ammirati ancora oggi presso il sito archeologico. In particolare, potrete visitare i resti dell’antica città romana, percorrere per un tratto l’antica via Tiburtina Valeria, passare per le terme ed entrare nel meraviglioso anfiteatro romano che domina il sito archeologico e in estate viene impiegato come location per eventi e spettacoli culturali.

I borghi delle Marche

Non solo le splendide colline, anche e soprattutto i borghi delle Marche saranno i protagonisti dell’ottava tappa del Giro d’Italia. Tra i più belli da visitare vi consigliamo in particolare quello di Sarnano.

Sarnano – 17 maggio

Situato su un’altura, con sullo sfondo i Monti Sibillini, il borgo marchigiano di Sarnano conserva intatto il suo centro storico di origine medievale e, proprio grazie alla sua bellezza, è stato riconosciuto tra i Borghi più Belli d’Italia. La parte più antica della città, infatti, possiede ancora la forma del “castrum”, ossia un borgo fortificato che si snoda in cerchi concentrici dalla Piazza Alta e scende tra vicoli e casupole fino alla base del colle.

Centro storico del borgo di Sarnano

Fonte: iStock

Una strada nel centro storico del borgo di Sarnano

Il borgo da vedere in Umbria

Per scoprire l’anima più autentica dell’Umbria, bisogna passare dai suoi borghi. In particolare, tra le tappe del Giro d’Italia, citiamo Umbertide.

Umbertide – 18 maggio

Situato nel territorio dell’Alta Valle del Tevere, in una vallata dominata dal Monte Acuto, il borgo di Umbertide conserva un caratteristico centro storico circondato da antiche mura medievali. Da vedere assolutamente, in quanto considerato uno dei suoi monumenti più importanti, è la rocca quattrocentesca, oggi adibita a Centro di Esposizioni d’Arte Contemporanea.

I borghi da scoprire in Toscana

Sempre nella nona tappa, il Giro d’Italia 2025 arriva anche in Toscana, attraversando i paesaggi splendidi e i borghi della Val di Chiana.

Sinalunga – 18 maggio

Adagiato su una piccola collina, il borgo toscano di Sinalunga è suddiviso in due: una parte medievale e l’altra rinascimentale. La prima risale all’Alto Medioevo, contraddistinta dalla classica forma ovoidale, mentre la seconda ci porta alla seconda metà del ‘500. Perdetevi tra le sue strade e non dimenticate di ammirare alcuni edifici in particolare come il Palazzo Pretorio, la Chiesa di Santa Croce e la Collegiata di San Martino.

Buonconvento – 18 maggio

A 30 chilometri da Siena, la destinazione finale di questa tappa, troviamo Buonconvento, dove dolci colline circondano un borgo caratterizzato da palazzi in mattoni rossi, torri e mura difensive che si affacciano alle viuzze snodate lungo il centro storico. Tra i Borghi più Belli d’Italia, vi permetterà di scoprire un angolo ancora poco conosciuto della Toscana, tra scorci storici e specialità gastronomiche deliziose, soprattutto i salumi e i tartufi delle crete senesi.

I borghi dell’Emilia-Romagna

In Emilia-Romagna ci sono diversi borghi da visitare e alcuni di questi saranno le tappe dell’undicesima e dodicesima giornata del Giro d’Italia. Tra questi, vi consigliamo in particolare Brescello, il paese di Don Camillo e Peppone.

Brescello – 22 maggio

Sapevate che i film di Don Camillo sono stati girati proprio in questo borgo? Tra le location più famose utilizzate ci sono Via Giglioli, dove sotto il portico troverete la campana che compare nel film “Don Camillo Monsignore…ma non troppo”, Piazza Matteotti, cornice di svariate scene e cuore pulsante della vita cittadina del paese, e la Chiesa di Santa Maria Nascente, dove al suo interno troverete il famoso crocifisso parlante con cui Don Camillo spesso si “confrontava”.

I borghi da visitare in Lombardia

Il Giro d’Italia 2025 passa anche nella regione Lombardia dove, tra i borghi più belli in cui farà tappa, citiamo il Patrimonio UNESCO di Sabbioneta.

Sabbioneta – 22 maggio

La piccola Atene situata in provincia di Mantova, costruita come Città Ideale dal Duca Vespasiano Gonzaga Colonna, sarà una delle tappe del Giro d’Italia. Sabbioneta, parte dell’associazione Borghi più Belli d’Italia, insignita della Bandiera Arancione del Touring Club Italiano e inserita, insieme a Mantova, dall’UNESCO nella lista dei luoghi Patrimonio dell’Umanità nel 2008, vi stupirà con i suoi monumenti come il Palazzo Ducale, la Galleria degli Antichi e Porta Vittoria.

Vista aerea del borgo di Sabbioneta

Fonte: iStock

Il borgo di Sabbioneta

I borghi da scoprire in Veneto

Anche il Veneto metterà in mostra alcuni dei suoi gioielli più belli: da Rovigo, la “città delle rose”, ai piccoli borghi, uno su tutti Soave, incoronato nel 2022 come borgo più bello d’Italia.

Soave – 23 maggio

Soave, piccolo borgo situato nella provincia di Verona, spicca per il suo assetto medievale e per i gioielli architettonici custoditi all’interno delle sue mura. Visitate il castello scaligero, che veglia maestoso sul paese, il Palazzo di Giustizia in Piazza dell’Antenna, il Duomo e Parco Zanella. Imperdibili sono anche i dintorni, soprattutto per chi è appassionato di vino. La zona circostante, infatti, è stata riconosciuta come patrimonio dell’umanità grazie alla sua tradizione vitivinicola.

I borghi del Friuli-Venezia Giulia

In Friuli-Venezia Giulia, il Giro d’Italia passa attraverso un borgo davvero speciale, soprattutto quando osservato dall’alto: Palmanova.

Palmanova – 24 maggio

Perché il borgo di Palmanova è così speciale? Il motivo è di ricerca nella sua forma particolare: una stella a nove punte. Costruite verso la fine del 1500 dai veneziani, è una città fortezza e un luogo talmente straordinario da lasciare chiunque senza fiato. Da vedere le tre porte monumentali, tra le quali Porta Udine, innalzata tra il 1604 e il 1605, il Civico Museo Storico Piazza Grande, cuore pulsante del paese.

I borghi da vedere in Trentino

Il Trentino è sicuramente famoso per le sue aree naturali, da vivere in ogni stagione, ma anche per i suoi borghi. Tra questi, il Giro d’Italia farà tappa a Caldes, riconosciuto tra i Borghi più Belli d’Italia nel 2023.

Caldes – 28 maggio

Le architetture di Caldes racchiudono l’essenza del Trentino, che unisce l’incontro tra la cultura veneta, tedesca e lombarda. Situato nella parte bassa della Val di Sole, il borgo di Caldes è circondato da numerosi meleti e frutteti e, nelle sue vicinanze, è presente anche il Castel Caldes, il castello che, nella sua forma odierna, è il risultato di varie trasformazioni architettoniche iniziate nel XIII secolo per volere di Rambaldo e Arnoldo Cagnò e proseguite fino al XVI secolo.

I borghi in Valle d’Aosta

Anche la Valle d’Aosta è protagonista di quest’edizione del Giro d’Italia e, tra i borghi in cui faranno tappa gli atleti, c’è anche quello di Pont-Saint-Martin, famoso per il suo Carnevale storico.

Pont-Saint-Martin – 30 maggio

Il borgo di Pont-Saint-Martin, un tempo tappa dell’antica strada romana per le Gallie e della via di pellegrinaggio Francigena, vanta un piccolo e curato centro storico dove trascorrerci qualche ora esplorando le sue stradine. Qui, l’attrazione principale è il suo Ponte Romano, uno dei meglio conservati di tutto il nord Italia.

Borghi da vedere in Piemonte

Infine, l’ultima regione attraversata dal Giro d’Italia 2025 è il Piemonte dove, tra i borghi più belli in cui farà tappa, consigliamo Borgofranco d’Ivrea.

Borgofranco d’Ivrea – 30 maggio

Piccolo borgo agricolo del Canavese, Borgofranco d’Ivrea è conosciuto soprattutto per i suoi “balmetti”, “frigoriferi naturali” ricavati nella roccia utilizzati per la conservazione del vino e delle derrate alimentari. Per trovarli vi basterà percorrere la via romana delle Gallie che, proprio in questo punto, rappresentava anche la via Francigena.

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Biciclettate, cacce al tesoro, laboratori e musei: cosa fare con i bambini a maggio

Con la primavera ormai nel pieno, maggio è il momento ideale per trascorrere più tempo all’aperto e scoprire nuove attività da fare insieme ai bambini. Laboratori, spettacoli, visite guidate e biciclettate all’aria aperta: il calendario di eventi per bambine, bambini e famiglie si fa ricco di proposte. Ecco i nostri consigli.

9 maggio – Giornata d’azione Streets for Kids in tutta Italia

Anche in Italia, il 9 maggio si celebra la Giornata d’azione Streets for Kids, un’iniziativa europea che coinvolge attivisti, scuole e famiglie per chiedere strade più sicure e vivibili per bambine e bambini. L’obiettivo è rendere reali e quotidiane strade scolastiche libere dal traffico, dove si possa andare a scuola a piedi, in bici o con il monopattino in tranquillità e massima sicurezza. La giornata fa parte di una mobilitazione più ampia, comunitaria e partecipata, dal 5 al 23 maggio, con eventi in numerose città italiane. Sul sito della campagna è possibile consultare la mappa aggiornata per scoprire le iniziative più vicine.

maggio bambini

Fonte: Streets for Kids

Giornata d’azione Streets for Kids

10 e 11 maggio – Bimbimbici

Ancora mobilità lenta: Bimbimbici è la manifestazione nazionale promossa da FIAB per incentivare la mobilità attiva e l’uso della bicicletta tra giovani e giovanissimi. Si svolge sabato 10 e domenica 11 maggio 2025 in numerose piazze italiane con pedalate in sicurezza lungo le vie cittadine, rivolte soprattutto a bambine, bambini e ragazzi, ma aperte a tutta la cittadinanza. L’evento è anche una festa per chi ama la bicicletta, la natura e desidera vivere in armonia con l’ambiente, ribadendo la necessità di spazi urbani più sicuri e sostenibili, con piste ciclabili e zone verdi. In preparazione alla due giorni, da lunedì 5 maggio si rilancia l’iniziativa Tutti i giorni a scuola a piedi oppure in bici, promuovendo pedibus e bicibus quotidiani come gesto concreto per chiedere città a misura di persona e aria più pulita. Tutti gli eventi sono consultabili sul calendario ufficiale di FIAB.

15- 19 maggio – Salone del Libro di Torino 2025

Dal 15 al 19 maggio 2025 il Lingotto Fiere ospita la 37° edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino, con un ricco programma dedicato anche alle nuove generazioni. Oltre all’ampia presenza di case editrici specializzate in editoria per l’infanzia e l’adolescenza, l’evento propone anche laboratori, incontri e attività per bambine, bambini e teenagers. Bookstock è lo spazio centrale riservato ai più giovani, con attività che uniscono la passione per i libri e per gli altri linguaggi artistici come fumetto, cinema, arte, digitale. Alla fascia 0-6 anni sono dedicati laboratori come Nascere con i libri e Crescere con i libri; mentre per i 6-11 anni sono allestiti spazi dedicati a illustrazione, scrittura, scienza e lettura. Circa 300 invece gli appuntamenti coinvolgono studenti e studentesse, con incontri con scrittori e pensatori. Per i più piccoli sono in programma letture con autori e illustratori come Gek Tessaro, Arianna Papini, Irene Penazzi, Elisa Mazzoli e altri.

10 e 11 maggio – Il segreto di Sirius al Castello di Padernello

Nel weekend del 10 e 11 maggio, il Castello di Padernello, maniero quattrocentesco immerso nella Bassa Bresciana, apre le sue porte al mondo di Harry Potter con “Il segreto di Sirius”, un evento ideato dall’Associazione Ludiluna che unisce gioco di ruolo dal vivo ed escape room. I partecipanti, accolti da attori in costume, vengono suddivisi nelle Case di Hogwarts dal Cappello Parlante e coinvolti in una missione magica ispirata alla saga: salvare un potente oggetto nascosto da Sirius Black prima della sua prigionia ad Azkaban. Il percorso si snoda tra enigmi e prove da superare in squadra, in un’esperienza immersiva di 90 minuti tra le stanze del castello. Le sessioni pomeridiane di sabato (ore 15 e 17:30) e domenica (ore 10:30, 14:30 e 17) sono pensate per bambine, bambini e famiglie, mentre quelle serali (sabato alle 20:30 e 22:30, domenica alle 19:30) si rivolgono a un pubblico adulto. La prenotazione è obbligatoria, scrivendo a info@ludiluna.it o chiamando il 366 3430683.

maggio bambini

Fonte: Associazione Ludiluna

Il segreto di Sirius, un evento ideato dall’Associazione Ludiluna

3 e 4 maggio – Venezia Comics

Dal 3 al 4 maggio 2025, Venezia Comics torna a Mestre, presso lo storico Forte Marghera, con una nuova edizione del festival che celebra il mondo del fumetto e della cultura pop. Realizzato dall’associazione culturale VeneziaComix, che dal 2006 si impegna nella promozione e tutela della cultura del fumetto e della narrazione per immagini, l’evento rappresenta un punto di riferimento per gli appassionati di graphic novel, manga, comics e cultura nerd. Oltre alle esposizioni e agli stand di fumettisti, editori e artisti, il festival vanta un ricco programma di attività, tra cui incontri con autori, workshop e spettacoli.

venezia comics

Fonte: Venezia Comics

Venezia Comics

17 maggio – Notte Europea dei Musei alla Sapienza

Torna sabato 17 maggio l’appuntamento con la Notte Europea dei Musei e, con essa, anche l’ottava edizione del Maggio Museale del Polo Museale Sapienza. A partire dalle ore 15, i musei dell’università accolgono famiglie, bambine, bambini e visitatori di tutte le età con laboratori ludico-didattici, visite guidate e attività pensate per avvicinare il pubblico al patrimonio culturale in modo creativo e accessibile. Dalle 20 si entra nel vivo della Notte dei Musei, con il concerto della Salt Street Band sulla terrazza del Rettorato e un ricco programma di mostre, eventi, visite tematiche e iniziative fino a mezzanotte. L’ingresso è gratuito e la disposizione ravvicinata dei musei consente di esplorare in poco tempo diverse collezioni.

attività bambini Musei alla Sapienza

Fonte: Musei alla Sapienza

Musei alla Sapienza

17 e 18 maggio – Buongiorno Ceramica! 

Un intero fine settimana dedicato all’arte della ceramica, tra tradizione e sperimentazione. Sabato 17 e domenica 18 maggio 2025 torna Buongiorno Ceramica!, la festa diffusa che coinvolge 58 comuni italiani, da nord a sud, in un viaggio affascinante tra botteghe, musei, atelier e laboratori aperti al pubblico. Giunta all’undicesima edizione e promossa dall’Associazione Italiana Città della Ceramica, la manifestazione propone oltre 500 appuntamenti in due giorni, con laboratori per bambine, bambini e adulti, visite guidate, dimostrazioni dal vivo, mostre e performance che attraversano linguaggi diversi, dalla musica al teatro, fino alla letteratura e al cinema passando ovviamente per l’artigianato.

16-18 maggio – Il Festival delle Meraviglie al Parco BAM Circus a Milano

Dal 16 al 18 maggio si tiene presso il giardino botanico di BAM – Biblioteca degli Alberi Milano la quarta edizione di BAM Circus – il Festival delle Meraviglie al Parco, tre giorni di Festival di teatro di strada e arti circensi contemporanee in stretta connessione con la natura. Un grande evento che si sviluppa attorno al concetto di meraviglia e ai modi per accoglierla in città e dentro di noi. Questa edizione 2025 affronta i temi della fragilità umana e della vulnerabilità. Tra gli eventi in programma: performance, acrobazie che sfidano la gravità, spettacoli itineranti, giochi e laboratori per tutta la famiglia.

Caccia al tesoro al Castello Sforzesco

Una terribile sciagura si è abbattuta sul Castello Sforzesco: qualcuno è riuscito a superare le alte mura e a rubare il ricco tesoro del Duca. Per ritrovarlo, dame, cavalieri, bambine, bambini e adulti sono chiamati a partecipare a una grande caccia al tesoro tra le mura esterne del Castello. Tra indovinelli, prove di abilità e giochi di squadra, la visita guidata si trasforma in un’avventura coinvolgente che unisce racconto storico e attività ludica. Un’occasione divertente e originale per scoprire uno dei luoghi simbolo di Milano insieme a tutta la famiglia. L’attività, pensata per bambine e bambini dai 6 ai 10 anni, ha una durata di 90 minuti e si svolge domenica 4, 11 e 18 maggio alle ore 10:30. Il biglietto non include l’ingresso ai musei del Castello.

attività bambini maggio

Fonte: Ad Artem

Caccia al tesoro al Castello Sforzesco

10 e 11 maggio – Kid Pass Days

L’undicesima edizione dei Kid Pass Days si svolge sabato 10 e domenica 11 maggio 2025 con oltre 150 eventi in simultanea in 120 musei e sedi culturali da nord a sud. L’obiettivo? Scoprire il patrimonio storico, artistico, scientifico e culturale d’Italia grazie ad attività pensate per bambine e bambini da 0 a 12 anni. La maratona coinvolge città come Milano, Roma, Torino, Venezia, Napoli, Bologna e Firenze, animate da laboratori, letture animate, spettacoli e visite guidate organizzate in collaborazione con musei, biblioteche, librerie, teatri e associazioni. Tra le novità di quest’anno, l’anteprima di domenica 4 maggio alla Casa di The Human Safety Net a Venezia propone una giornata di laboratori e letture, con la partecipazione di ospiti speciali come Laura Carusino di Rai Yoyo. Gli eventi si tengono sia in presenza sia online e si sviluppano lungo tre filoni tematici: A tutta scienza, Piccoli artisti e I love history, con l’intento di rendere la cultura sempre più a misura di bambina e bambino.

Le Archeoavventure a Bologna

Le Archeoavventure sono attività organizzate dal team ArcheoRoad in collaborazione con Bologna Bimbi, e si svolgono tra Bologna e provincia, in luoghi ricchi di fascino, come musei, parchi e siti archeologici: eventi a misura di bambine, bambini e famiglie, per scoprire la storia attraverso il gioco, l’avventura e l’esperienza diretta. Sabato 10 maggio alle ore  11 (durata 2 ore) l’Archeo Gita Alla scoperta degli Etruschi camminando per la città è una passeggiata guidata alla scoperta delle tracce etrusche di Bologna pensata per bambini in età scolare accompagnati. Stesso giorno e stessa ora per la Caccia al tesoro Archeo Avventura nella storia di Bologna, un’avventura con bussola, mappa e indizi per scoprire la Bologna etrusca e medievale, tra Piazza San Domenico, Palazzo Re Enzo e via San Nicolò (durata un’ora e mezza). Domenica 11 maggio dalle 11 alle 13 l’Archeo Gita Miti e leggende nel mondo antico è un percorso alla scoperta delle divinità e dei simboli dell’antichità attraverso monumenti e giochi; sabato 24 maggio alle 15.30 (un’ora e mezza) appuntamento con la Caccia al tesoro Animali fantastici e dove trovarli, una passeggiata tra le vie del centro alla scoperta di creature mitologiche scolpite o raffigurate nei monumenti, in un percorso tra Piazza Maggiore, via Ugo Bassi e Piazza Cavour.

A Napoli il parco di gonfiabili più grande d’Europa

Fino all’11 maggio 2025, in via Nuova Agnano a Napoli, sarà possibile vivere l’esperienza di SuperJUMP, il parco di gonfiabili più grande d’Europa. Un’area al coperto e riscaldata di oltre 2000 metri quadrati, interamente dedicata al gioco e al movimento, pensata per bambine, bambini e famiglie. L’ingresso è riservato a bambini tra i 3 e i 12 anni, con sessioni di circa 90 minuti. I più piccoli possono muoversi in autonomia oppure in compagnia, tra strutture gonfiabili giganti progettate per offrire un’attività motoria sicura e coinvolgente. I bambini sotto i 3 anni entrano gratuitamente, mentre gli adulti pagano solo se accompagnano i figli all’interno dei giochi. L’apertura è prevista il lunedì, giovedì e venerdì dalle 15 alle 19.30; sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 20. I prezzi variano tra i 12 e i 15 euro, con sconti nei giorni feriali. I biglietti sono acquistabili al botteghino, sulla pagina Divertimento in Città o tramite il circuito Primafilaticket.

Fiabe di Primavera 2025 all’Orto Botanico di Napoli

Torna anche nel 2025, per la sua 29ª edizione, la rassegna Fiabe di Primavera nel verde dell’Orto Botanico di Napoli. Fino al 31 maggio, ogni fine settimana, bambini e adulti possono partecipare a rappresentazioni teatrali itineranti pensate per tutte le età. Gli spettacoli durano circa un’ora e mezza e sono ambientati tra alberi, sentieri e scorci naturali. Nel mese di maggio sono in scena due produzioni firmate da Giovanna Facciolo. Dal 3 al 31 maggio, Le Favole della Saggezza sono ispirate ai racconti di Fedro, Esopo e La Fontaine; dal 7 al 31 maggio, va in scena Artù e Merlino, spettacolo ispirato alle leggende del Ciclo Bretone e pensato per bambine e bambini dai 5 anni. Ogni replica è riservata a un massimo di 80 bambini. La prenotazione è consigliata.

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Cammino delle Terre Mutate: tappe e consigli utili

Il Cammino delle Terre Mutate è molto più di un percorso escursionistico. È un viaggio nella memoria collettiva e nella resilienza delle comunità appenniniche, tra le ferite lasciate dai terremoti e la forza di chi ha scelto di restare. Si cammina in luoghi segnati dal sisma, ma anche profondamente vivi, dove il paesaggio, la cultura e le persone raccontano ogni giorno una storia di ricostruzione, dignità e speranza.

Il cammino collega Fabriano (Marche) a L’Aquila (Abruzzo), attraversando l’Appennino umbro-marchigiano e abruzzese, passando per borghi antichi, vallate silenziose, parchi naturali e città-simbolo come Norcia, Castelluccio, Amatrice. Sono circa 250 km suddivisi in 14 tappe, pensati per essere affrontati con zaino in spalla, passo costante e occhi aperti. È un cammino lineare, ben segnalato, che unisce l’anima dell’escursionismo con quella del pellegrinaggio civile.

Le tappe del Cammino delle Terre Mutate

Il Cammino delle Terre Mutate si snoda per oltre 250 chilometri attraverso quattro regioni – Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo – collegate da un filo comune: quello della rinascita dopo il sisma. Questo itinerario a piedi collega tra loro i territori colpiti dai terremoti del 2009 e del 2016, accompagnando il camminatore in un viaggio che è allo stesso tempo paesaggistico, umano e simbolico. Ogni tappa rappresenta un incontro con una comunità che ha scelto di restare, di ricostruire, di riscoprire il senso di appartenenza alla propria terra.

Il percorso è suddiviso in diverse giornate di cammino, ciascuna con una propria identità, fatta di borghi arroccati, vallate silenziose, sentieri tra boschi, campi coltivati e panorami che si aprono su alcune delle montagne più belle dell’Appennino centrale. Le tappe sono pensate per essere affrontate con passo regolare e senza fretta, lasciando spazio all’ascolto, all’osservazione e all’incontro. In questa sezione troverai la descrizione di ogni singola tappa: distanze, dislivelli, punti di interesse, caratteristiche del territorio e informazioni utili per orientarti lungo il cammino.

Tappa 1: Fabriano – Campodonico (17 km, 550 m D+, 5h)

Il cammino prende il via da Fabriano, città dal passato ricco di artigianato e manifattura, conosciuta in tutto il mondo per la produzione della carta. Dopo pochi chilometri, ci si lascia alle spalle la vita urbana e si comincia a camminare tra strade bianche, campi coltivati e profili collinari che si fanno via via più silenziosi.

Il dislivello è ben distribuito e non presenta grandi difficoltà, ma offre l’occasione per prendere familiarità con lo zaino e con il proprio passo. L’arrivo a Campodonico, una piccola frazione immersa nel verde e nel silenzio, è una ricompensa dolce e discreta: ci si sente già altrove, eppure si è appena all’inizio.

Tappa 2: Campodonico – Cerreto d’Esi (16 km, 300 m D+, 4h30m)

Questa è una tappa che invita a rallentare e a guardarsi intorno. Il sentiero prosegue attraverso paesaggi agricoli, filari ordinati e colline morbide, dove ogni svolta regala una nuova prospettiva sulla campagna marchigiana. Si cammina su un terreno facile e ben segnato, tra silenzi ampi e colori che cambiano con le stagioni.

Cerreto d’Esi, all’arrivo, accoglie con semplicità e con quella calma tipica dei paesi dove il cammino della vita segue ritmi più lenti.

Tappa 3: Cerreto d’Esi – Matelica (14 km, 250 m D+, 4h)

Una tappa breve e piacevole, ideale per lasciarsi cullare dal paesaggio e farsi sorprendere da ciò che sembra familiare. Il percorso si snoda tra sentieri pianeggianti, stradine di campagna e distese di grano che ondeggiano al vento, in un’atmosfera che sa di armonia.

Non ci sono salite impegnative né difficoltà tecniche, e proprio per questo la giornata si presta ad allungare lo sguardo, ad alzare la testa e a lasciarsi ispirare. Matelica si fa trovare pronta: una cittadina vivace, ricca di storia e cultura, che offre tutto il necessario per rigenerarsi. Un pomeriggio qui, tra un bicchiere di Verdicchio e una passeggiata nel centro, ha il potere di ricaricare corpo e pensieri.

Tappa 4: Matelica – Camerino (18 km, 600 m D+, 6h)

La giornata comincia con passo regolare, ma ben presto si avverte un cambio di tono: il dislivello cresce gradualmente e accompagna il camminatore in un paesaggio che si fa via via più ampio e silenzioso. Si sale tra campi coltivati, tratti boscosi e crinali aperti che offrono scorci ampi sull’Appennino umbro-marchigiano.

Il percorso è vario, ben segnalato, e nonostante la lunghezza si lascia affrontare con piacere. Camerino, città universitaria colpita duramente dal terremoto, si raggiunge dopo una lunga ma gratificante salita. L’arrivo è denso di significato: si entra in un luogo che porta ancora le cicatrici, ma anche la vitalità di una comunità che ha scelto di resistere con determinazione.

Tappa 5: Camerino – Fiastra (20 km, 650 m D+, 6h30m)

Questa è una delle tappe che segna l’ingresso nel cuore più verde e montano del cammino. Il paesaggio si alza, si restringe e poi si riapre, alternando boschi profondi, sentieri di mezza costa e lunghi silenzi, quelli che fanno bene all’anima. Il percorso è più esigente rispetto ai giorni precedenti, ma regala una sensazione di immersione totale nella natura, con lunghi tratti in cui si cammina senza incontrare nessuno.

Quando finalmente si scorge il lago di Fiastra, il contrasto tra acqua e montagna crea un effetto quasi cinematografico. L’arrivo sulle sue sponde è una vera pausa visiva e mentale, un momento per respirare profondamente e lasciarsi cullare dalla quiete.

Tappa 6: Fiastra – Ussita (16 km, 700 m D+, 5h30m)

Si parte costeggiando le acque del lago, con una luce che, nelle prime ore del mattino, trasforma ogni riflesso in poesia. Ma è una tappa che richiede attenzione: la salita si fa sentire, i sentieri si fanno più stretti, e alcuni tratti possono risultare faticosi, specie con il caldo o dopo piogge recenti.

Si entra sempre più dentro ai Monti Sibillini, tra panorami vasti e silenzi assoluti, dove il solo rumore è quello dei propri passi. L’arrivo a Ussita, uno dei luoghi simbolo del sisma del 2016, è carico di emozione: il borgo porta ancora addosso le ferite, ma anche una voglia di rinascere palpabile. Camminare fin qui non è solo turismo lento, è una forma di solidarietà concreta.

Tappa 7: Ussita – Castelluccio di Norcia (18 km, 850 m D+, 6h30m)

È una delle giornate più attese, e non delude. Il cammino si arrampica tra i versanti del monte Bove, regalando scorci spettacolari e tratti dove il cielo sembra più vicino. È una tappa fisicamente impegnativa, ma ogni metro guadagnato aggiunge un tassello alla bellezza che esplode poco prima dell’arrivo: l’altopiano di Castelluccio di Norcia, immenso, irreale, avvolto dal vento e dalla luce.

In primavera e inizio estate, la fioritura delle lenticchie trasforma il paesaggio in un mosaico vivente, ma anche nei mesi più quieti, l’altopiano conserva una magia che difficilmente si dimentica. Il borgo, ancora segnato dal sisma, accoglie con semplicità e dignità: si respira aria d’alta quota, ma anche un senso profondo di comunità.

Tappa 8: Castelluccio di Norcia – Norcia (18 km, 250 m D+, 5h)

Dopo l’intensità del giorno precedente, questa tappa offre un cambio di ritmo. Si lascia lentamente l’altopiano, camminando tra strade bianche e sentieri in discesa che seguono il profilo del Pian Grande, con la montagna alle spalle e la valle che si apre davanti. È una giornata da respirare a pieni polmoni, dove il paesaggio invita a rallentare e ad ascoltare.

Il fondo è facile, il passo si fa regolare. L’arrivo a Norcia, città natale di San Benedetto, segna un nuovo punto centrale nel cammino. La città, ancora in ricostruzione, trasmette una spiritualità silenziosa e una forza che non si ostenta, ma si sente. Vale la pena fermarsi qualche ora in più per visitarla, ascoltare, mangiare bene e riposare davvero.

Tappa 9: Norcia – Campi Alto (17 km, 400 m D+, 5h)

Si riparte da Norcia lasciandosi alle spalle le sue mura e la sua memoria, per risalire lungo una valle stretta, accompagnati dal suono dell’acqua e dal verde che si fa sempre più fitto. La tappa si svolge quasi interamente su sentieri sterrati e strade secondarie, tra boschi e piccoli nuclei abitati.

Il dislivello è dolce ma continuo, con tratti in salita che richiedono costanza, senza mai essere tecnici. Campi Alto è poco più di una manciata di case, un punto fermo nel silenzio dell’Appennino. Qui ci si sente lontani da tutto, e per molti è proprio questa la vera bellezza del cammino.

Tappa 10: Campi Alto – Monteleone di Spoleto (15 km, 450 m D+, 5h30m)

La decima tappa è una giornata piena, dal punto di vista paesaggistico ed emotivo. Si cammina lungo crinali morbidi, salite lente e discese tra pascoli e piccoli boschi, dove il tempo sembra scorrere con un altro ritmo. Il cammino attraversa territori ancora poco toccati dal turismo, dove la vita quotidiana si intreccia con il camminare lento.

Monteleone di Spoleto è uno dei borghi più belli dell’intero itinerario: la cinta muraria, le viuzze medievali e la vista sulla valle regalano un senso di quiete e protezione. È un buon posto per fermarsi, riflettere e fare il punto sul proprio viaggio.

Tappa 11: Monteleone di Spoleto – Leonessa (14 km, 300 m D+, 4h30m)

Una tappa tranquilla, che permette di respirare e lasciare sedimentare le emozioni dei giorni precedenti. Il percorso si sviluppa su saliscendi lievi, con lunghi tratti tra campi e radure che invitano alla contemplazione.

Il contesto cambia lentamente: dall’Umbria si passa al Lazio, e il paesaggio si fa più ampio, le montagne si allontanano un po’. Leonessa, con il suo bel centro storico, offre un’accoglienza calorosa, fatta di pietra viva e piazze tranquille. È una giornata in cui si ritrova la leggerezza, ma senza perdere profondità.

Tappa 12: Leonessa – Posta (19 km, 600 m D+, 6h)

Una tappa di media difficoltà, che alterna sentieri boscosi a lunghi tratti panoramici. Si cammina spesso in mezzo alla natura incontaminata, con dislivelli che si fanno sentire ma senza mai risultare eccessivi. Il fondo è buono, la segnaletica chiara, e il paesaggio invita a un cammino meditativo.

Posta, all’arrivo, è un piccolo centro agricolo che conserva un ritmo antico e una gentilezza autentica. È uno di quei luoghi dove il cammino ti regala la sensazione di essere semplicemente nel posto giusto, al momento giusto.

Tappa 13: Posta – Amatrice (16 km, 500 m D+, 5h)

Questa è una delle tappe simboliche dell’intero percorso, perché porta ad Amatrice, uno dei nomi più tristemente legati al sisma del 2016. Il tragitto attraversa ambienti rurali e collinari, con qualche salita ben distribuita e tratti che scorrono fluidi.

Ma più che il paesaggio, è la meta a fare la differenza: l’ingresso ad Amatrice è carico di emozione, e camminare tra ciò che resta e ciò che rinasce mette in moto pensieri che vanno oltre il cammino. Fermarsi qui non è solo utile: è necessario. Anche solo per mangiare un piatto di pasta, per ascoltare una storia, per esserci.

Tappa 14: Amatrice – L’Aquila (22 km , 700 m D+, 6h30m)

Ultima tappa, e come spesso accade, carica di significato e aspettativa. Si sale e si scende tra vallate silenziose, con la catena del Gran Sasso che inizia a dominare l’orizzonte, mentre l’altitudine si fa sentire. Il cammino è fisicamente impegnativo ma mai ostile, e il paesaggio accompagna con generosità.

L’arrivo a L’Aquila è un momento forte: si entra in una città che ha conosciuto il dolore e la rinascita, una capitale che sta lentamente tornando a splendere. Concludere qui il cammino non è solo simbolico, è profondamente giusto. È il punto d’arrivo di un percorso che attraversa ferite, speranze e comunità che continuano a camminare, ogni giorno.

La filosofia del Cammino delle Terre Mutate

Il Cammino delle Terre Mutate non è soltanto un itinerario escursionistico: è un’esperienza umana, civile e culturale. Nasce da un’idea di turismo lento e responsabile, che mette al centro non la performance sportiva, ma l’incontro con i territori e le comunità colpite dai terremoti del 2009 e del 2016. Camminare lungo queste tappe significa scegliere consapevolmente di dare voce e valore a luoghi fragili ma vivi, dove la ricostruzione è ancora in corso e dove ogni presenza, ogni passo, può rappresentare una forma concreta di vicinanza.

La filosofia del cammino è quella del ritorno alla relazione, con sé stessi e con gli altri. I ritmi sono lenti, adatti all’osservazione e all’ascolto. Si attraversano paesi che portano ancora i segni della distruzione – chiese chiuse, case transennate, cantieri aperti – ma che resistono grazie all’impegno delle persone che hanno scelto di restare o tornare, spesso con coraggio e inventiva. Molti camminatori raccontano di essere partiti con l’idea di fare un trekking e di aver scoperto, tappa dopo tappa, una rete umana fatta di accoglienza, storie, sguardi, mani che aiutano. In questo senso, il Cammino delle Terre Mutate è anche un percorso interiore: insegna ad accettare l’imperfezione, a convivere con il vuoto e a cogliere il valore profondo della cura del territorio.

Camminare in queste terre mutate è un gesto politico, ecologico e affettivo. Significa contribuire, con il proprio tempo e la propria attenzione, a sostenere un’idea di futuro condiviso, radicato nei luoghi e non nelle metropoli. Significa scoprire l’Italia che resiste e che ricostruisce, passo dopo passo.

Cosa mangiare lungo il Cammino delle Terre Mutate

Mangiare lungo il Cammino delle Terre Mutate è un vero e proprio viaggio dentro la tradizione gastronomica dell’Appennino centrale, tra ricette contadine, sapori autentici e ingredienti a km 0. Ogni regione attraversata – Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo – offre specialità locali che parlano della storia agricola e pastorale del territorio, spesso preparate con passione da chi accoglie i camminatori in agriturismi, rifugi e case private.

Tra i piatti da non perdere ci sono i vincisgrassi marchigiani, una variante ricca e sostanziosa delle lasagne, e la lenticchia di Castelluccio, regina della piana umbra, presidio Slow Food e simbolo della rinascita agricola locale. In Umbria e Abruzzo abbondano le zuppe di cereali, le pappardelle al cinghiale, i formaggi di pecora e il pecorino stagionato, spesso prodotto artigianalmente in piccole aziende a conduzione familiare. Nel Lazio è facile trovare amatriciana autentica, preparata secondo la ricetta originaria di Amatrice con guanciale e pecorino.

Non mancano poi i dolci della tradizione, come il pan nociato, i tozzetti umbri o le ferratelle abruzzesi, perfetti per una pausa energetica lungo il cammino. In molti casi, i pasti vengono serviti in modo informale, spesso in tavolate condivise, dove è facile scambiare parole, racconti e indicazioni con altri viandanti. Ogni pasto diventa così parte integrante dell’esperienza, un’occasione per entrare in contatto con il vissuto delle persone del luogo e contribuire direttamente all’economia di prossimità. Il consiglio è di affidarsi alle proposte dei gestori, che conoscono il territorio e valorizzano i prodotti locali: ne uscirai sazio!

La credenziale del Cammino delle Terre Mutate

La credenziale del Cammino delle Terre Mutate è il documento che accompagna il viandante lungo tutte le tappe, fungendo da testimonianza personale del cammino compiuto. È composta da una serie di spazi dedicati alla raccolta dei timbri distribuiti lungo il percorso, che possono essere apposti in rifugi, strutture ricettive, bar, uffici turistici e altri presìdi del territorio. Ogni timbro rappresenta un piccolo racconto visivo del luogo, e la credenziale si trasforma così in un diario concreto del proprio passaggio, pagina dopo pagina.

La credenziale può essere ordinata gratuitamente online attraverso il sito ufficiale del cammino, semplicemente compilando un modulo con i propri dati. Non viene richiesto alcun pagamento: la spedizione è gratuita e il camminatore è invitato – se lo desidera – a lasciare una donazione libera, finalizzata al sostegno delle attività dell’associazione Movimento Tellurico e della Rete dei Cammini nel cratere. Questa scelta coerente con la filosofia del cammino ne rafforza i valori: gratuità, condivisione e sostegno reciproco.

Una volta completato il cammino, la credenziale può essere presentata per ricevere un attestato simbolico di avvenuto completamento del percorso. Ma al di là del valore formale, ciò che la credenziale rappresenta è molto più profondo: è una traccia fisica di incontri, territori, emozioni, un documento che si riempie di storie, persone, resistenza e rinascita.

Perché scegliere il Cammino delle Terre Mutate

Perché è un cammino necessario. Non solo per chi ama la montagna, il silenzio, i paesaggi appenninici. Ma anche per chi vuole dare valore al camminare, essere presente, sostenere territori che spesso restano ai margini. Ogni passo è un gesto di solidarietà, ogni incontro è una possibilità di ascolto.

Il Cammino delle Terre Mutate è questo: un viaggio reale, umano, vero.

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Cassinetta di Lugagnano, in bici da Milano a visitare le ville di delizia nobiliari (e non solo)

Cassinetta di Lugagnano, a circa 25 chilometri da Milano e facilmente raggiungibile dal capoluogo lombardo sia in auto che in bicicletta seguendo il percorso lungo il Naviglio Grande, è un borgo che conserva intatto il fascino delle sue origini nobiliari. Inserito tra i Borghi più belli d’Italia, la visita a Cassinetta di Lugagnano è poco impegnativa ma assolutamente piacevole.​

Le ville di delizia, dimore nobiliari

Cassinetta di Lugagnano è un piccolo borgo che custodisce un tesoro architettonico raro e molto curioso: un gruppo compatto e ben conservato di ville di delizia, dimore nobiliari costruite tra il XVII e il XIX secolo, che si affacciano con eleganza sulle sponde del Naviglio Grande. Erano le residenze estive dell’aristocrazia milanese, che qui trovava ristoro dalla città, in un paesaggio di acqua, campi coltivati e giardini ordinati. A rendere unico il borgo è il fatto che queste ville siano ancora oggi immerse in un contesto rurale integro, salvaguardato anche da un piano regolatore che impedisce nuove edificazioni.

Tra le ville più significative spicca Villa Visconti Castiglione Maineri, costruita alla fine del Settecento. Si riconosce per la facciata sobria e per il grande parco che si sviluppa su due livelli: uno all’italiana, con siepi geometriche e vialetti simmetrici, e uno all’inglese, più libero e romantico. All’interno si trovano affreschi di scuola lombarda e una piccola cappella con decorazioni del pittore Giovanni Antonio Ferrario. La villa, pur essendo proprietà privata, viene aperta in alcune occasioni per eventi culturali o visite guidate.

Cassinetta di Lugagnano

Fonte: iStock

Villa Visconti Maineri

Poco distante si incontra Villa Negri, una delle prime dimore che si scorgono arrivando dal Naviglio. Costruita nel 1761, ha una struttura compatta e lineare, con un bel giardino che si affaccia sull’alzaia. La semplicità dell’architettura nasconde ambienti interni riccamente decorati, ancora parzialmente conservati. Oggi la villa è utilizzata anche per iniziative culturali locali.

Un’altra presenza importante è Villa Cattaneo-Krentzlin, riconoscibile per la sua torretta e le decorazioni in cotto. Si trova sulla riva sinistra del Naviglio ed è protetta da un elegante muro di cinta. L’impianto originario è del XVIII secolo, ma fu ampliato e rimaneggiato in epoca successiva. La villa conserva ancora un vasto giardino all’inglese e un ingresso monumentale che si affaccia sul canale, da cui un tempo si raggiungeva Milano via barca.

Sulla riva destra si affaccia invece Villa Birago Clari Monzini, forse la più antica e maestosa del borgo. L’elemento più suggestivo è la grande scalinata a doppia rampa che scende direttamente verso l’acqua, creando un effetto scenografico. All’interno si trovano sale decorate e ambienti che riflettono lo stile neoclassico tipico della villeggiatura ottocentesca. La villa è ancora abitata e apre solo in rare occasioni, ma resta uno dei simboli più fotografati di Cassinetta.

Non va dimenticata Villa Trivulzio, situata nella frazione di Lugagnano. Appartenuta alla storica famiglia milanese, ha una struttura imponente e un tempo era circondata da un vasto podere agricolo. Anche questa villa conserva elementi decorativi di pregio, in particolare nei soffitti lignei e nelle antiche cucine.

Accanto a queste spiccano anche altre dimore meno note ma interessanti, come Villa Mörlin-Visconti, costruita in posizione dominante con una facciata sobria e uno scalone interno monumentale; Villa Frotta Eusebio, con il suo parco alberato che si estende verso i campi; e Villa Mantegazza Macinaghi, del 1580 che vanta elementi decorativi in stile liberty.

La bellezza di queste ville non è solo architettonica, ma anche paesaggistica: tutte sono immerse in giardini, siepi, filari di pioppi e viali alberati che dialogano con il Naviglio e con il paesaggio agricolo che le circonda. Per chi visita il borgo a piedi o in bicicletta, è possibile scoprirle una a una lungo l’alzaia, seguendo il ritmo lento del canale.

In alcune occasioni dell’anno, in particolare durante le giornate FAI o eventi dedicati alla riscoperta del patrimonio rurale lombardo, molte ville vengono aperte al pubblico con visite guidate. Esistono anche percorsi tematici curati da guide locali che raccontano non solo l’architettura, ma anche le vicende familiari, le curiosità e gli aneddoti legati alla vita nelle ville tra Settecento e Novecento. Quasi tutte le ville sono a disposizione come location per matrimoni e eventi privati.

Le chiese di Cassinetta di Lugagnano

La Chiesa di Santa Maria Nascente e Sant’Antonio Abate, eretta nel 1435 per volere di Maffiolo Birago, è la parrocchiale del borgo. Rimaneggiata nel Settecento, presenta una pianta poligonale irregolare con muri perimetrali in mattoni pieni. Il corpo principale è coperto da volte in muratura in parte a botte e in parte a botte lunettate. Il campanile ha solai lignei a orditura semplice. La copertura è a falde con la parte absidale a padiglione. Le cappelle laterali hanno copertura ad una falda. La struttura è a capriate lignee e il manto è in coppi di laterizio. ​ All’interno si trova un busto in legno dipinto raffigurante San Carlo Borromeo, che la tradizione vorrebbe essere stato eseguito “dal vivo” durante la visita del cardinale al borgo. ​

Merita una menzione anche l’Oratorio di San Giuseppe, affacciato sull’alzaia del Naviglio Grande, e costruito nella prima metà del XVIII secolo dall’architetto Carlo Federico Castiglioni come cappella privata della sua villa. La facciata della chiesa è in stile barocco lombardo, contraddistinta da due ordini da lesene doppie coronate da capitelli corinzi. ​

Natura e relax lungo il Naviglio

Cassinetta di Lugagnano è immersa in un paesaggio fluviale di grande fascino, tutelato dal Parco Lombardo della Valle del Ticino. L’ambiente naturale è uno dei punti di forza del borgo e si presta a essere esplorato con lentezza, a piedi o in bicicletta, grazie a una fitta rete di percorsi ciclopedonali che costeggiano il Naviglio Grande. Il tratto dell’alzaia che attraversa Cassinetta è pianeggiante, ben tenuto e facilmente percorribile anche da famiglie con bambine e bambini.

L’itinerario più frequentato collega il borgo a Robecco sul Naviglio, ma prosegue senza interruzioni fino ad Abbiategrasso e, in direzione opposta, fino a Gaggiano e Milano (ci sono piccole aree di sosta e fontanelle lungo il tragitto).

Durante la primavera e l’estate, è possibile scoprire il territorio anche dall’acqua: alcune associazioni locali organizzano brevi escursioni in battello sul Naviglio, per una prospettiva diversa sulle ville e sui paesaggi. In genere si parte da Cassinetta o da Robecco e si possono essere abbinate a visite guidate o degustazioni in cascine e agriturismi della zona.

Per chi preferisce il verde, il Parco Sandro Pertini, noto anche come Parco De André, si affaccia sul canale e dispone di ampie zone ombreggiate, panchine, spazi per il gioco e un piccolo percorso vita. È facilmente accessibile, anche per chi si muove con passeggini o sedie a rotelle. Nelle vicinanze, non mancano agriturismi, bar e ristoranti per un pranzo tipico o una merenda all’aperto.

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Come arrivare alla stazione di Bologna Centrale

Bologna è una meta sempre più amata dai visitatori italiani e internazionali. La Città dei Portici, Patrimonio dell’Umanità, si lascia scoprire sia a piedi che in bicicletta, svelando uno dei centri storici più belli e caratteristici del Paese, attrazioni dal fascino medievale e un’offerta culturale e gastronomica che conquista cuore e palato di chiunque.

Oggi la stazione di Bologna Centrale è al quinto posto per grandezza e volume di traffico tra le stazioni italiane: circa 78 mila mq attraversati in media da 159 mila persone ogni giorno, per un totale di circa 58 milioni l’anno. Dista circa 15 minuti a piedi dal centro della città e si raggiunge facilmente anche in autobus o in auto. Grazie alla sua posizione strategica, all’intersezione delle principali direttrici Nord-Sud ed Est-Ovest, vi convergono molte linee dall’Italia settentrionale, che proseguono lungo la linea appenninica (per Firenze e Roma) e la linea adriatica (Ancona, Pescara, Bari e Lecce). L’ingresso della stazione si trova in piazza delle Medaglie d’Oro. Ecco come arrivarci.

In auto

Se desiderate raggiungere la stazione di Bologna, l’uscita di riferimento dalla tangenziale è la numero 7/Stalingrado. Procedete poi in direzione centro di Bologna, raggiungendo Porta Mascarella, svoltando quindi a destra in direzione Viale Masini verso la stazione. Per i tempi bisogna considerare anche il traffico, che è sempre piuttosto sostenuto.

In autobus

Come detto, la stazione di Bologna Centrale si raggiunge facilmente a piedi dal centro. Se, però, avete bagagli pesanti e preferite prendere l’autobus, quasi tutte le linee urbane passano dalla stazione o nelle vicinanze. Tper gestisce il trasporto pubblico locale su gomma nei bacini provinciali di Bologna e Ferrara ed il trasporto passeggeri in ambito ferroviario regionale. Gli orari dei servizi urbani ed extraurbani si possono consultare sul sito della compagnia di trasporti.

Tra le linee che hanno fermate in corrispondenza della stazione di Bologna Centrale, ci sono:

  • Linea 25
  • Linea 27
  • Linea 32
  • Linea 94
  • Linea C

Dall’aeroporto

Per raggiungere la stazione di Bologna Centrale dall’aeroporto Guglielmo Marconi, si può usufruire del comodo sistema di trasporto su monorotaia “Marconi Express”, conosciuto anche come people mover di Bologna. Entrato definitivamente in funzione nel 2020, il servizio è attivo tutto l’anno, dalle 5:40 alle 24:00, con un treno ogni 7 minuti nell’ora di punta. Sono inoltre disponibili sconti per famiglie e gruppi. Il tempo di percorrenza è di circa 7 minuti e 20 secondi tra aeroporto e centro città. Il costo del biglietto è di 12,80 euro solo andata.

In alternativa, si può usufruire del servizio navetta gestito da TPER, “Aerobus”. Impiega circa venti minuti a percorrere il tragitto tra aeroporto e stazione, effettuando fermate intermedie. I biglietti hanno un costo di 6 euro per la corsa semplice da/per l’aeroporto, vanno convalidati direttamente sul bus e valgono per una corsa. Al di sotto del metro di altezza i bambini non pagano la corsa. Durante le principali fiere, il servizio aggiunge alle corse anche il collegamento diretto Aeroporto – Fiera District.

Come arrivare alla stazione di Bologna: info utili

Oltre alle opzioni che abbiamo visto, è possibile raggiungere la stazione di Bologna Centrale anche in taxi o usufruendo del servizio di  car sharing. Nel secondo caso, non bisogna far altro che prenotare l’auto, prelevarla e riconsegnarla successivamente, pagando in proporzione all’utilizzo che ne è stato fatto.

A Bologna il servizio di car sharing è gestito da Enilive SpA con il servizio “Enjoy”, e Omnibus società consortile diretta e coordinata da Tper con il servizio “Corrente”. Le vetture del secondo non possono, però, circolare all’interno del piazzale della stazione di Bologna Centrale (piazzale Medaglie d’Oro). I servizi di car sharing presentano alcuni vantaggi, come la circolazione nelle zone a traffico limitato, nella zona “T” (Rizzoli-Indipendenza-Ugo Bassi) e la sosta gratuita sulle strisce blu e nelle aree riservate ai residenti.