Categorie
Arte e cultura Asia Giordania luoghi misteriosi Notizie Viaggi

Nel deserto del Wadi Rum in Giordania emergono i misteri di Ramesse III

Un’importante scoperta archeologica ha recentemente avuto luogo in Giordania. Qui è stato infatti rinvenuto un graffito sulle rocce che risale al regno di Ramesse III, uno dei faraoni più importanti della XX dinastia egizia. Questo ritrovamento, avvenuto nella riserva naturale del Wadi Rum, non solo aggiunge nuovi dettagli alla conoscenza della storia egizia, ma fornisce anche prove tangibili di come l’Egitto intraprendeva spedizioni fuori dai propri confini durante il periodo del faraone.

I cartigli di Ramesse III: cosa sono e cosa rivelano

I cartigli sono incisioni che contengono il nome di un sovrano egizio, inscritto all’interno di una forma ovale. Nel caso di Ramesse III – prima metà del XII secolo a.C. -, il graffito con i cartigli del faraone della XX dinastia scoperti in Giordania, testimonia che lo stesso, famoso per le sue campagne militari e per il suo ruolo nella difesa dell’Egitto, sarebbe stato impegnato in spedizioni alla ricerca di materiali preziosi lontano dal Nilo. Questi ritrovamenti suggeriscono che Ramesse III potrebbe aver avuto un contatto diretto con le regioni intorno, tra cui la Giordania, allargando il concetto di potere egizio oltre i confini tradizionali.

La scoperta, inserita in un contesto geografico lontano dall’Egitto, fa luce su come la potenza egizia fosse percepita e sulla sua influenza anche su luoghi molto distanti. Inoltre, il graffito con i cartigli trovato potrebbe rappresentare un’importante prova di come le rotte commerciali e politiche egizie si estendessero nel Medio Oriente.

Un’altra prova era già emersa attraverso altri ritrovamenti simili fatti di recente, grazie anche all’apertura verso l’archeologia dell’Arabia Saudita. Un primo graffito con il nome di Ramesse III era infatti stato trovato circa 15 anni fa nell’oasi di Tamya.

Questa e l’iscrizione del Wadi Rum forse sono da porre in relazione con le spedizioni che avevano come meta finale le miniere di rame di Timna nel Negev – Israele. L’attività è ben testimoniata, insieme all’estrazione del turchese a Serabit el-Khadim nel Sinai e al commercio di mirra con Punt – località situate nell’area compresa tra il Corno d’Africa e la parte meridionale della penisola arabica – intorno al ventesimo anno di Ramesse III confermando così il conseguimento di una situazione abbastanza tranquilla nelle regioni settentrionali dell’Egitto.

Wadi Rum: il contesto della scoperta

Il deserto del Wadi Rum, famoso in tutto il mondo per la sua meraviglia naturale e per la sua importanza storica, è stato il luogo della scoperta dei cartigli di Ramesse III. Questo sito, che ha una lunga tradizione di ritrovamenti archeologici, è rilevante anche per le tracce di antiche civiltà che l’hanno attraversato. Sebbene il Wadi Rum sia oggi principalmente conosciuto per i suoi paesaggi emozionante, un tempo era anche un crocevia di commerci e scambi tra diversi popoli antichi. Il fatto che i cartigli siano stati rinvenuti in questo luogo potrebbe indicare che l’area fosse strategicamente importante già ai tempi dell’Egitto faraonico.

Inoltre, la posizione geografica del Wadi Rum suggerisce che questo fosse una via di passaggio tra la regione egizia e altre culture vicine, inclusi i popoli semitici che abitavano la Giordania e le terre intorno. La presenza di questi cartigli in una zona così lontana dal Nilo invita a pensare che l’Egitto, lungi dall’essere una nazione isolata, era attivamente impegnato in una rete di scambi e alleanze con altri regni.

Ramesse III: il faraone guerriero

Ramesse III, che governò l’Egitto dal 1186 al 1155 a.C., è famoso soprattutto per aver protetto il suo regno dalle incursioni e per le sue tantissime campagne militari. Il suo regno è stato segnato da un’epoca di difesa e consolidamento del potere egizio, ma anche da un periodo di decadenza per l’Impero.

Tra il V e l’XI anno di regno l’Egitto si era infatti trovato a difendere le proprie frontiere da libici e Popoli del mare che avevano attraversato il vicino Oriente da nord a sud spargendo ovunque morte e distruzione. Lo scontro fu molto violento e questo è dimostrato dai rilievi ritrovati nel Tempio di Ramesse III a Medinet Habu dove le scene di battaglia terminano con il conteggio dei nemici uccisi. Questo veniva fatto ammucchiando mani destre e falli degli uccisi davanti al sovrano.

La scoperta dei cartigli di Ramesse III in Giordania suggerisce che, oltre a essere un grande difensore dell’Egitto, egli fosse anche coinvolto in attività diplomatiche e commerciali che si estendevano al di fuori del suo regno.

Implicazioni per la storia e l’archeologia

Questo ritrovamento rappresenta un passo fondamentale per gli studiosi della storia egizia, in quanto fornisce nuove informazioni sul modo in cui l’Egitto interagiva con altre civiltà.  Grazie all’iscrizione del Wadi Rumi si può dire che commerci fossero ripresi e che in Egitto stavano in quel periodo arrivando prodotti preziosi e ricercati. Quello può forse essere considerato uno degli ultimi momenti di massimo splendore dello stato faraonico.
L’idea che Ramesse III avesse un’influenza diretta su regioni come la Giordania mette in discussione la visione tipica della sua epoca, dove l’Egitto era visto principalmente come un regno isolato e centrato sulla sua sicurezza interna.

L’analisi dei cartigli potrebbe rivelare maggiori dettagli sul tipo di relazioni che l’Egitto intratteneva con i regni vicini, incluso il grado di interazione commerciale e diplomatica. Inoltre, questo ritrovamento potrebbe stimolare ulteriori esplorazioni nel deserto del Wadi Rum e in altre regioni circostanti, alla ricerca di altre prove dell’influenza egizia.

Categorie
Arte e cultura Asia Giordania Notizie Viaggi Viaggi di Lusso

Nei luoghi del Battesimo di Cristo, la mistica Giordania, nascerà un nuovo parco turistico

Nel cuore di una delle aree più sacre per la fede cristiana, lì dove la tradizione e le testimonianze archeologiche indicano sia avvenuto il Battesimo di Gesù per mano di Giovanni Battista, la Giordania si appresta a compiere una trasformazione epocale.

A Betania oltre il Giordano, nella valle di Wadi Kharrar, verrà realizzato un maxi parco turistico e culturale del valore di oltre 300 milioni di euro. Un progetto ambizioso, sostenuto dal governo giordano e finanziato da partner privati internazionali, tra cui il Fondo per lo Sviluppo di Abu Dhabi e la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, che mira a coniugare fede, turismo e sviluppo economico.

La zona, riconosciuta ufficialmente nel 2000 come sito autentico del battesimo di Cristo, anche dal Vaticano, e patrimonio Unesco dal 2014, rimane uno dei luoghi più suggestivi e, a oggi incontaminati, del mondo cristiano. Ancora oggi, tra i rovi di spino di Giuda e i resti dell’antica basilica paleocristiana, è possibile percepire un’atmosfera sospesa nel tempo. Ma questo scenario, finora immune da interventi edilizi, si prepara a cambiare volto e per questo non sono pochi i dubbi al riguardo.

Il parco in Giordania, villaggio a metà tra comfort moderni e spiritualità

Il progetto, denominato Baptism Site Development Zone, sorgerà su un’area di oltre 50 ettari, situata a poche centinaia di metri dalla sorgente battesimale, oggi spostata dal suo corso originario a causa di eventi naturali. Il piano è stato voluto in prima persona da Re Abdullah II, determinato a rilanciare il Paese anche in chiave turistica, con uno sguardo strategico rivolto al 2030, anno simbolico in cui si celebreranno i duemila anni dall’inizio del Cristianesimo.

Secondo quanto riferito dal presidente della zona di sviluppo, Tharwat Masalha, i lavori inizieranno nel 2027 e la prima fase, che includerà un villaggio ispirato alle architetture antiche, un museo e l’88% delle infrastrutture, sarà completata entro dicembre 2029. Il masterplan, redatto con il contributo della Jordan Film Commission e degli studi cinematografici Olivewood, prevede anche un anfiteatro all’aperto, aree di sosta per pellegrini, hotel, ristoranti, pizzerie, bazar e ampi parcheggi per accogliere le comitive in arrivo.

Giordania, Betania, Nuova Chiesa del Battesimo

Fonte: Ph. Nadia Pascal

Vista della Chiesa del Battesimo a Betania

Sebbene l’obiettivo dichiarato sia quello di «offrire un’esperienza spirituale arricchita da comfort moderni», non mancano i timori per un’eccessiva commercializzazione del sito. Il direttore generale del sito battesimale, Rustom Mkhjian, cristiano armeno con studi in restauro alla Sapienza di Roma, lancia un monito chiaro: «Proteggere questo luogo non è solo un dovere nazionale, ma una responsabilità verso tutta l’umanità. Non vogliamo che diventi una Disneyland della fede».

Il finanziamento del parco e lo sguardo vigile dell’Unesco

Un aspetto particolarmente rilevante dell’operazione riguarda la provenienza dei fondi: a finanziare l’imponente intervento sono attori privati di calibro internazionale. Come confermato da Bissan Ramahi, general manager della Baptism Site Development Zone, ad oggi sono già stati raccolti oltre 100 milioni di dollari. Due i principali investitori: il Fondo per lo Sviluppo di Abu Dhabi, che rappresenta uno degli strumenti economici strategici degli Emirati Arabi Uniti, e la Chiesa mormone americana, da sempre molto attiva in progetti di promozione culturale e religiosa.

Il Vaticano, pur non essendo parte attiva del finanziamento, segue da vicino l’evolversi del progetto. L’interesse del mondo cattolico è evidente: quattro pontefici hanno visitato Betania, e il flusso di pellegrini è aumentato sensibilmente dopo la visita di Francesco nel 2014. Nel frattempo, due dossier sono stati presentati all’Unesco per valutare l’impatto del progetto sull’integrità del sito, con l’obiettivo di evitare alterazioni che possano comprometterne il valore simbolico e spirituale.

Categorie
Asia Giordania Notizie Viaggi

Questo luogo è il miglior sito Unesco dell’anno

Il sito del battesimo di Gesù, Al-Maghtas, in Giordania, si è aggiudicato il premio come “Miglior sito Unesco”. A conferire il GIST ACTA – Archeological & Cultural Tourism Award è stato il Gruppo Italiano Stampa Turistica in occasione di tourismA, il Salone Archeologia e Turismo Culturale che si tiene ogni anno a Firenze.

Al-Maghtas, un luogo sacro

Al-Maghtas, che in arabo significa “l’immersione”, sorge dove un tempo si trovava la “Betania oltre il Giordano”, menzionata nei Vangeli e si trova in Giordania. Archeologi di fama, tra cui il francescano Michele Piccirillo, identificano questo sito con il luogo del battesimo di Gesù. L’importanza storica è attestata dalla presenza di tre chiese bizantine, dalle testimonianze dei primi pellegrini, come Egeria nel IV secolo, e dalla scoperta dei gradini di marmo descritti nel VI secolo da Antonino Martire, che conducevano al fiume dove venivano amministrati i battesimi.

Situato sulla riva orientale del fiume Giordano (sull’altra sponda c’è Israele), 9 chilometri a Nord del Mar Morto, il sito archeologico di Al-Maghtas, inserito nella lista dei Patrimoni Unesco nel 2015, comprende da due aree principali: Tell Al-Kharrar, noto anche come Jabal Mar-Elias (Collina di Elia), e l’area delle chiese di San Giovanni Battista, vicino al fiume. Immerso in un ambiente naturale ancora molto incontaminato, è ritenuto il luogo in cui Gesù di Nazareth fu battezzato da Giovanni Battista. I resti romani e bizantini testimoniano il suo carattere sacro: chiese, cappelle, un monastero, alcune grotte utilizzate dagli eremiti e vasche per il battesimo. Il sito è riconosciuto dal Vaticano come un’importante meta di pellegrinaggio cristiano.

Fonte: @Jordan Tourism Board

Il fonte battesimale di Gesù Al-Maghtas in Giordania

La nuova chiesa nell’anno del Giubileo

E, proprio quest’anno, in occasione dell’anno del Giubileo della Speranza, nel punto in cui sorgeva la storica Betania oltre il Giordano, il Cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato Vaticano, ha consacrato una nuova grande chiesa, la Chiesa del Battesimo. Questo nuovo edificio sorge su un terreno donato dalla Famiglia reale giordana alle comunità cristiane locali ed è stata ufficialmente designata come meta di pellegrinaggio, offrendo ai fedeli la possibilità di ottenere l’indulgenza plenaria durante il Giubileo della Speranza.

Questo nuovo riconoscimento, insieme alla recente consacrazione della Chiesa del Battesimo, conferma il valore storico, culturale e spirituale di Al-Maghtas, rafforzando il ruolo della Giordania come destinazione di rilievo per il turismo religioso e culturale a livello internazionale.

Cos’è tourismA

Si tratta di una manifestazione che viene organizzata da 11 anni a Firenze ed è l’occasione per divulgare e confrontarsi sulla comunicazione del mondo antico valorizzandone le testimonianze.

Categorie
Asia Giordania Interviste itinerari Viaggi

In Giordania con nuovi e meravigliosi itinerari

Nonostante gli europei e gli americani abbiano preferito altre destinazioni considerate più sicure, il turismo in Giordania ha subìto solamente una leggera flessione (-4%) rispetto all’anno precedente, nonostante gli arrivi dei i turisti prevenienti dai Paesi europei e americani sia siano ridotti alla metà. Merito dei visitatori provenienti dai paesi del Golfo che amano questo Paese per la sua cultura, ma anche per il suo clima ventilato dove trascorrere delle piacevoli vacanze.

A raccontarlo è stato Wael Arousan, vicedirettore generale di Jordan Tourism Board, che abbiamo avuto il piacere di incontrare in occasione della Borsa internazionale del turismo 2025 all’immancabile stand della Giordania.

Poiché la situazione nella Striscia di Gaza sta migliorando, il vicedirettore ha espresso fiducia nel fatto che i numeri torneranno ai livelli di prima e ha annunciato che, a partire dal mese di aprile, riprenderanno anche i voli delle compagnie aeree low cost, Ryanair e WizzAir, che partiranno dall’Italia diretti verso Amman, riportando finalmente gli italiani nel Paese che amano tanto con un minimo di dieci voli diretti alla settimana da tutta Italia oltre a quelli già operati dalla compagnia di Bandiera Royal Jordanian.

Già a gennaio 2025 rispetto allo stesso mese del 2024 gli arrivi sono aumentati del 34%, ha spiegato Arousan. La Giordania, del resto, è un Paese perfetto per ogni tipologia di turista, dalle famiglie ai “solo travel” e a chi cerca un tipo di turismo di lusso. Gli italiani in particolare cercano un tipo di turismo legato alle nuove esperienze e non soltanto ai classici tour, vogliono nuove destinazioni e in Giordania si può trovare tutto ciò.

Ci siamo fatti consigliare qualche luogo meno noto e turistico della Giordania dove gli italiani potrebbero andare. “Uno dei luoghi, per esempio, è Umm El Jimal, che è un sito Unesco”, ha consigliato (un’oasi araba per le carovane del deserto anche nota come “l’Oasi Nera” che si trova a un’ottantina di chilometri dalla Capitale Amman), ma noi stiamo puntando anche su un altro tipo di esperienza che è quella negli agriturismi e che siamo certi piacerà agli italiani. Naturalmente c’è il turismo sostenibile con esperienze uniche, il Jordan Trail he la Lonely Planet ha inserito nei Best in Travel tra i viaggi da fare nel 2025 e poi stiamo rilanciando la Giordania come destinazione religiosa legata anche al Giubileo 2025. Sul luogo del battesimo di Cristo, sulle rive del fiume Giordano, per esempio, è appena stata inaugurata una chiesa enorme di circa 2000 metri quadrati”.

E, proprio in occasione dell’anniversario dei 30 anni di relazioni diplomatiche tra la Giordania e il Vaticano e il 60° anniversario della visita di Papa Paolo VI in Giordania avvenuta nel 1964, Palazzo della Cancelleria a Roma ospita fino al 28 febbraio la mostra “Giordania: l’alba del cristianesimo“, attraverso 90 reperti che narrano la storia del cristianesimo, dai suoi albori fino ai giorni nostri. Questi tesori, selezionati con attenzione da circa 34 siti archeologici in Giordania, rappresentano un legame profondo con le radici del cristianesimo in questa terra. “Con questa mostra i visitatori possono scoprire in profondità la storia del nostro Paese e i luoghi di pellegrinaggio della Giordania”.

“A proposito di solo travel, tra le nuove proposte in Giordania c’è il Cammino di Egeria, ideale per le donne che vogliono venire anche sole nel nostro Paese. Egeria era una suora che visse nel III secolo e che venne dalla Spagna lungo il Cammino di Santiago fino in Giordania, lasciando un diario del suo viaggio che può essere ripercorso ancora oggi. Lo si percorre in due giorni e parte dal Monte Nebo fino al luogo del battesimo. È un modo per proporre la Giordania come destinazione sicura anche per donne che viaggiano in modo individuale, quindi”.

Categorie
Amman Asia Giordania Idee di Viaggio itinerari culturali turismo enogastronomico Viaggi viaggiare

Una passeggiata sulla Rainbow Street di Amman

Amman, la capitale della Giordania, è una città che racchiude in sé l’essenza del contrasto. Situata a metà tra l’arido deserto e la rigogliosa Valle del Giordano, punteggiata da edifici moderni e antichi, divisa a metà da quartieri tradizionali che raccontano storie di un passato lontano e quartieri moderni che offrono uno sguardo al futuro; è una città che ha molto da offrire e che si posiziona come punto strategico per esplorare la Giordania e i suoi luoghi d’interesse più celebri come Petra e il Mar Morto. Tra le mille cose da fare e da vedere in questa magnifica città, c’è una via che spicca fra le tante; non solo per gli iconici colori vivaci che la caratterizzano ma anche per l’esperienza ricca che ha da offrire, tra artigianato, cultura e cucina. Oggi vi portiamo con noi a fare una passeggiata nella Rainbow Street di Amman.

Rainbow Street Amman: la storia

La storia di questa via è affascinante: in origine prendeva il nome di Abu Bakr al Siddiq Street ma venne ribattezzata Rainbow Street grazie al cinema Rainbow che faceva da aggregante sociale e da punto d’incontro rendendo questa via la più vibrante della città. Senza volerlo, il nome Rainbow Street è diventato anche la firma della vivacità di questo luogo, celebrando la varietà di esperienze sociali che offre e i colori che ne caratterizzano le varie decorazioni. Rainbow Street Amman ha visto un’evoluzione costante nel tempo, che ha avuto inizio con la sua pavimentazione. Questo piccolo dettaglio – che ai nostri occhi può essere scontato – per l’epoca rappresentava una grande innovazione: fu la prima via in assoluto in tutta la capitale giordana a essere pavimentata. Tra gli anni ’20 e ’30 divenne un importante epicentro sociale ospitando frequentemente eventi mondani, proiezioni cinematografiche, eventi musicali e feste che attiravano i membri più illustri della città. Ancora oggi è il punto d’interesse più vivace della capitale continuando a offrire grandi eventi e facendo da vetrina anche ad artisti e artigiani locali.

Rainbow Street Amman: dove si trova

Rainbow Street Amman è collocata in una delle aree più antiche e storiche della città – Jabal Amman – e si snoda da First Circle fino a Mango Street, toccando diverse strade secondarie e avvicinandosi ad alcune delle attrazioni più importanti della città come la moschea di King Abdullah I e il Palazzo di Haya Cultural Center. La sua posizione strategica e centrale, oltre a renderla il cuore pulsante della capitale giordana, la rende anche di facile accesso sia con i mezzi pubblici sia a piedi per chi preferisce godersi l’atmosfera della città attraverso una passeggiata.

I colori della Rainbow Street

La Rainbow Street di Amman di notte

Fonte: iStock

I colori vivaci della splendida Rainbow Street di Amman

Fermiamoci un secondo sul concetto di colore. Come ti abbiamo appena raccontato, Rainbow Street non è solo un nome suggestivo ereditato dall’omonimo cinema che per tanti anni ha fatto da punto d’incontro per la vita sociale di Amman, ma è la verbalizzazione dell’esplosione di colori che caratterizzano questa via così iconica della capitale giordana. Ovunque poserai il tuo sguardo verrai colpito da colori accesi e vibranti: le facciate degli edifici sono ricoperte da murales e illustrazioni; le insegne dei negozi – dipinte a mano o illuminate al neon – aggiungono un tocco di fascino in più; la merce esposta nei mercati e nelle vetrine dei negozi diventa un caleidoscopio di colori e materiali. Anche la natura mette la sua firma colorando di un verde rigoglioso vasi, aiuole, giardini e terrazze. In sintesi, Rainbow Street è davvero un arcobaleno di colori che prende vita su una tela dalle tinte tenue e sabbiose che caratterizzano le mura di questa splendida città.

Cosa vedere e cosa fare a Rainbow Street Amman

Come avrai intuito, Rainbow Street è più di una semplice strada: è un microcosmo attorno al quale ruota tutta la cultura e la storia di Amman e che abbraccia gusti e attitudini di chiunque; che tu sia alla ricerca di un pezzo d’arte da portare a casa con te, un appassionato di cultura enogastronomica o un fan della vita notturna, questo luogo saprà soddisfare le tue aspettative. Pronto a scoprire tutto quello che puoi fare e vedere a Rainbow Street Amman? Te lo abbiamo riassunto qui sotto.

  • Fare shopping nei vari negozi locali: si può affermare che Rainbow Street sia LA via dello shopping di Amman. Qui puoi trovare boutique artigianali, librerie indipendenti e negozi di vestiti, oggettistica, gioielli e souvenir, dove scoprire piccoli tesori da portare a casa come ricordo di questo meraviglioso viaggio in Giordania, perla dell’Asia.
  • Immergerti nell’arte giordana:
una delle caratteristiche più affascinanti di questa via sono i murales coloratissimi che adornano le facciate e i muri degli edifici. Osservali attentamente per scoprire frammenti della storia della città raccontati a colpi di inchiostro e vernici, e non perdere l’opportunità di immortalarli con la tua macchina fotografica.
  • Assaporare la cucina locale:
se vuoi deliziare le tue papille gustative con le pietanze della cucina tipica giordana, questo è il posto giusto. Rainbow Street Amman è punteggiata da ristoranti e taverne dove potrai assaporare piatti come il mansaf. Se preferisci dedicarti allo street food, troverai molti banchetti lungo la via che offrono falafel o shawarma preparati al momento. Infine, per un dopo pasto completo, fermati in una delle tante caffetterie o gelaterie che costeggiano Rainbow Street.
  • Immergerti nella movida:
Rainbow Street è tanto vivace di giorno quanto di notte, quando le sue strade si accendono di luci al neon e musica fino a tardi. Puoi iniziare con un aperitivo su uno dei tanti rooftop bar della via, ammirando un tramonto mozzafiato sulla città mentre sorseggi un cocktail tradizionale, e concludere la serata in uno dei bar o pub aperti fino a tardi. Se invece non ami la frenesia della “febbre del sabato sera” ma vuoi comunque vivere l’atmosfera notturna di Rainbow Street, puoi semplicemente passeggiare lungo la via, lasciandoti trasportare dai tanti artisti di strada che si esibiscono dal vivo o esplorando le bancarelle che compaiono soprattutto durante il weekend.

Ora, dopo aver scoperto qualcosa in più di questo piccolo ecosistema culturale nel cuore di Amman, non ti resta che inserire questa tappa nel tuo itinerario di viaggio in Giordania e lascarti conquistare dal suo carattere vivace e brioso.

Categorie
Asia castelli Giordania Idee di Viaggio itinerari culturali Viaggi

Qusayr Amra, il castello nel deserto è un gioiello da non perdere

Tra i palazzi costruiti nel deserto della Giordania Orientale, vicino Amman, Qusayr Amra è uno dei più famosi: è un vero e proprio gioiello edificato nell’VIII secolo. Possiamo definirlo un primo esempio di arte e di architettura islamica. Si trova a 80 km da Amman, ed è tra i castelli del deserto tipici del primo periodo islamico: contrariamente ad altri castelli, questo non aveva uno scopo militare, bensì era la residenza privata del Principe Walid. Ve lo raccontiamo.

Qusayr Amra, la storia e lo stile

A una prima occhiata lascia senza fiato, ci porta indietro nel tempo, ci fa correre con l’immaginazione: il paesaggio è pianeggiante e sabbioso, siamo nel deserto, il cielo è terso, di un azzurro intenso. Ed ecco la struttura: l’antico castello di Qusayr Amra si erge di fronte a noi. Questa oasi Reale nel deserto presenta degli affreschi che sono stati molto ben conservati. In arabo, il suo nome si traduce con “piccolo castello”.

A lungo è stata un’oasi di relax e, pur essendo più piccola rispetto ad altre strutture, è enormemente famosa in tutto il mondo, tanto che nel 1985 è stata inserita tra i Patrimoni dell’Umanità dell’Unesco insieme a Petra. Non è facile descrivere la bellezza di Qusayr Amra: presenta delle piccole cupole e archi tripli, e ovviamente punteggia la via carovaniera da Damasco, ovvero l’antica capitale del califfato omayyade. Non solo: anche la Mecca, la Città Santa dell’Islam. Questo piccolo palazzo è stato commissionato da Walid ibn Yazid prima del regno – piuttosto breve – da califfo.

Qusayr Amra, cosa vedere: gli affreschi

Gli affreschi di Qusayr Amra

Fonte: iStock

Gli affreschi di Qusayr Amra

Qusayr Amra, con la sua storia millenaria, è diventata un simbolo: il Palazzo è sopravvissuto alla dinastia degli Omayyadi, e ci è stato restituito come testimone del tempo che fu. Architettonicamente, rievoca l’edonismo: una sorta di sontuoso hammam, con bagno tradizionale romano (con il tepidarium, il calidarium e il frigidarium, quindi le stanze calde e fredde).

Si può ancora oggi osservare il pozzo, anche se l’attrazione principale sono proprio gli affreschi dai colori vividi che ricoprono le pareti e i soffitti. Cosa rievocano? Una fantasia di musicisti, cacciatori, scene pagane, con influenze tipicamente bizantine. Il monumento, purtroppo, è soggetto all’erosione: siamo in una zona vicinissima all’Iraq in cui tendono a formarsi delle piccole trombe d’aria. Per fortuna, però, gli elementi più significativi, ovvero gli affreschi della zona termale e della sala da ricevimento, sono rimasti intatti e sono giunti sino a noi per raccontare la storia dell’epoca.

Come visitare Qusayr Amra

Il deserto di Giordania ospita castelli e palazzi: è una meta che sa conquistare i cuori dei turisti con la sua storia, con itinerari artistici e culturali. Qusayr Amra è stato ri-scoperto solamente nel 1898 da Alois Musil: da allora è una delle mete più visitate nel Paese. Ti consigliamo di prenotare con uno dei tanti tour che prevedono di andare alla scoperta dei castelli nel deserto: un’escursione di mezza giornata, o comunque di un giorno, sarà più che sufficiente. Il Palazzo è a un’ora di auto a est di Amman, la Capitale della Giordania.

Categorie
Amman Asia Cittadella Giordania Idee di Viaggio itinerari culturali mete storiche siti archeologici Viaggi

La Cittadella di Amman: dove l’archeologia della Giordania diventa magia

Un luogo capace di essere una vera e propria sorpresa da visitare in inverno è la Giordania. Amman, la sua capitale, si rivela di sovente una città attiva e moderna, capace però di ricordare la propria storia e mostrarla come si fa con la migliore delle foto che si tiene in casa. Una  perla da scoprire ad Amman è la Cittadella: uno dei luoghi storici più importanti e significativi della Giordania.

Situata su una delle sette colline originarie di Amman, è conosciuta localmente come Jabal al-Qala’a. Quello che si può ammirare visitandola è un insieme affascinante di storia, archeologia e cultura testimoni di millenni di civiltà giordana. Oltre al suo essere preziosa, la Cittadella di Amman è anche un luogo chiave per ammirare dall’alto la stessa capitale e scattare foto incredibili.

La Storia della Cittadella

La Cittadella di Amman è abitata fin dal periodo neolitico. Questo dato storico la rende uno dei siti continuamente occupati più antichi del mondo. I principali resti visibili oggi risalgono alle epoche romana, bizantina e al periodo definito Omayyade, momento storico che va dal VII al VIII Secolo d.C. Oltre al fatto di trovare dei resti storici di alcuni momenti preponderanti, questo luogo potrebbe da solo raccontare tutta la storia passata della Giordania, grazie anche all’occupazione dell’area da parte di molte altre civiltà, tra cui ammoniti, assiri, babilonesi e persiani.

Durante il dominio romano, Amman (allora conosciuta come Filadelfia) era parte della Decapoli, un gruppo di dieci città-stato che prosperarono in Epoca Imperiale. La Cittadella era un simbolo di vita attiva e di luogo di incontro di genti e culture. Più tardi, sotto il dominio islamico omayyade, la Cittadella assunse anche un importante significato religioso.

La mano di Ercole nella Cittadella di Amman

Fonte: iStock

La celebre Mano di Ercole

Cosa vedere nella parte antica della Cittadella

Visitare la Cittadella durante un viaggio ad Amman è un’attività particolarmente apprezzata da parte di tutti quei viaggiatori che amano l’archeologia. Sono molte le cose sulle quali concentrarsi durante una giornata in quell’area. Se viaggi in inverno, ti sarà molto più facile goderti la vista ai resti storici della Cittadella: in questo momento dell’anno, il clima e la temperatura di Amman renderanno più affrontabile la tua visita, benché il freddo possa non mancare mai. In estate, infatti, risulta molto più difficile date le alte temperature. Su cosa concentrarsi?

  • Tempio di Ercole
    Questo imponente tempio risale al II secolo d.C. e, come è facile comprendere dal nome, è dedicato a Ercole. Di particolare interesse sono le enormi colonne corinzie ancora in piedi e i resti di una mano che, un tempo, apparteneva a una statua colossale di Ercole stesso. Data la misura di quella mano, quello che si pensa è che statua misurasse più di 12 metri d’altezza. Questo monumento è una delle testimonianze più significative del periodo romano della Giordania.
  • Palazzo Omayyade
    Risalente all’VIII secolo, questo palazzo è un esempio della raffinata architettura islamica. Il complesso comprende una sala di ricevimento, residenze e un’imponente cupola ricostruita. Gli archi e i dettagli decorativi mostrano l’influenza delle tradizioni artistiche persiane e bizantine integrate nella cultura islamica.
  • Chiesa Bizantina
    Situata accanto al Tempio di Ercole, questo antico luogo di culto risale al VI o VII secolo. Anche se oggi rimangono solo alcune colonne e basi in marmo, il sito è un esempio dell’importanza del cristianesimo in Giordania durante il periodo bizantino.
  • Museo Archeologico della Giordania
    All’interno della Cittadella, è presente un museo che raccoglie e custodisce molti dei tesori archeologici ritrovati nell’area della Cittadella stessa. Questo museo, infatti, ospita una collezione di reperti che vanno dal neolitico fino all’inizio dell’epoca islamica. Tra i tesori più celebri ci sono le famose statue di Ain Ghazal, risalenti a oltre 9.000 anni fa, che rappresentano alcune delle sculture antropomorfe più antiche del mondo.
  • Mura Fortificate
    Come ogni cittadella che si rispetti, anche quella di Amman è chiamata così perché presenta, ancora al giorno d’oggi, alcuni elementi di difesa militare come, per esempio, delle grandi mura. Esse racchiudono l’intero complesso archeologico e risalgono a diversi periodi storici, mostrando le stratificazioni culturali del sito.
  • Un panorama indimenticabile
    Oltre ai monumenti, la Cittadella è uno dei luoghi che offre la migliore vista su Amman. La città si mostra, guardandola da là, con le sue caratteristiche case bianche che si susseguono fino a occupare le colline circostanti. Questo luogo è particolarmente suggestivo al tramonto, quando la città entra in quella che potremmo definire la Golden Hour e tutto sembra dipinto d’oro.

Come raggiungere la Cittadella di Amman

La Cittadella è facilmente raggiungibile dal centro di Amman, con mezzi di trasporto differenti, a seconda di come preferisci spostarti.

Amman è una città in cui i taxi non mancano e i prezzi vanno concordati col guidatore, a seconda della destinazione. Solitamente il viaggio dura circa un quarto d’ora e si possono usare anche i taxi prenotabili tramite le più diffuse app che coprono questo servizio. Ti potrebbero essere molto utile durante la tua vacanza in Giordania, perché semplificano le comunicazioni con gli autisti.

Non c’è una linea di autobus diretta verso la Cittadella di Amman ma, in città, sono disponibili dei minibus il cui itinerario va sempre concordato. Il viaggio può durare di più di quello di un taxi e potrebbe risultare più scomodo per la presenza di altri viaggiatori e la necessità di altre fermate.

Se ami camminare, sappi che è possibile seguire un itinerario da fare a piedi che, dal Teatro Romano di Amman, porta dritto alla Cittadella. Il percorso si copre in circa una mezz’ora, a seconda del tuo allenamento. Tieni conto che gran parte della strada sarà in salita: indossa scarpe e abbigliamento adeguati.

Organizzare la visita alla Cittadella di Amman

Fonte: iStock

Le rovine della Cittadella

Orari e costi per visitare la Cittadella di Amman

Questo sito archeologico giordano è aperto tutti i giorni e può essere visitato con orari leggermente diversi tra estate e inverno:

  • Inverno (ottobre-marzo): dalle 8 alle 17
  • Estate (aprile-settembre): dalle 8 alle 19

L’ora del tramonto è sempre molto gettonata ma anche il mattino presto ha il suo perché. Informati bene su eventuali chiusure anticipate, nel caso la tua visita si svolgesse di venerdì, ovvero nel giorno preposto per la preghiera dei musulmani. Lo stesso vale per le festività islamiche: controlla bene il calendario.

Per quanto riguarda i costi, infine, l’ingresso alla Cittadella di Amman costa circa 4€ per i viaggiatori che non risiedono in Giordania. Questa attrazione culturale è inclusa nel Jordan Pass, una tessera turistica che include le più importanti attrazioni di tutta la Giordania come, per esempio, il Wadi Rhum.

Categorie
Asia escursioni Giordania Idee di Viaggio parchi naturali vacanza natura vacanze avventura Viaggi

Wadi Mujib, il canyon più spettacolare della Giordania

Nel cuore della Giordania, incastonato tra le montagne che si ergono sopra il Mar Morto, si trova uno dei tesori naturali più spettacolari del Medio Oriente: Wadi Mujib, un canyon spettacolare che regala avventure uniche ed emozioni indimenticabili. Conosciuto come il Grand Canyon della Giordania, questo straordinario luogo attira escursionisti, amanti della natura e viaggiatori alla ricerca di esperienze irripetibili.

Situato a circa 90 chilometri a sud della capitale Amman, Wadi Mujib si estende su un territorio che spazia tra montagne, valli e torrenti, creando un paesaggio vario e sorprendente. La gola si snoda per oltre 70 chilometri, con una larghezza che raggiunge i 4 chilometri e un’altezza che in alcuni punti sfiora i 1000 metri. Questo magnifico sistema naturale non è solo una meraviglia geologica, ma anche un habitat fondamentale per la biodiversità, dove specie rare di fauna e flora prosperano in un equilibrio perfetto.

Un canyon al di sotto del livello del mare

Uno degli aspetti più affascinanti di Wadi Mujib è la sua posizione unica: il canyon si sviluppa fino al Mar Morto, il punto più basso della Terra, a ben 410 metri sotto il livello del mare. La zona ospita la Riserva della Biosfera di Mujib, la più bassa al mondo, sito dichiarato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO nel 2011. Grazie alla sua posizione geografica e al continuo flusso d’acqua alimentato da sette affluenti principali, la riserva si distingue per un’incredibile diversità di habitat e paesaggi, che spaziano da gole rocciose a altipiani desertici, fino a raggiungere i monti di Madaba e Karak.

Questo dislivello di ben 1.300 metri, combinato con la presenza di acqua perenne, ha favorito lo sviluppo di una straordinaria biodiversità. Oltre 300 specie di piante, 10 specie di carnivori e un gran numero di uccelli migratori e stanziali popolano quest’area protetta. Le gole e le aree più remote offrono rifugi sicuri a specie rare, come il maestoso stambecco nubiano, simbolo della riserva, e altri animali montani che si muovono tra le falesie di arenaria.

Uno scrigno di biodiversità

La Riserva della Biosfera di Mujib non è solo un luogo di bellezza naturale, ma anche un’area di importanza ecologica cruciale. Grazie alla sua posizione lungo la Rift Valley, questa zona rappresenta una tappa strategica per gli uccelli migratori che ogni anno si spostano tra l’Africa e il nord-est dell’Europa. La presenza di habitat diversificati rende la riserva un rifugio ideale per molte specie che qui trovano riparo e nutrimento. Tra le creature più affascinanti ci sono anche i gatti selvatici e alcune rare capre di montagna, che si aggirano indisturbate nelle aree più remote.

Non è solo la fauna a rendere unica questa riserva: anche la flora è straordinaria. Le 300 specie di piante registrate nella riserva includono varietà adattate ai climi aridi, capaci di prosperare in condizioni estreme. Questo patrimonio naturale rende Wadi Mujib un punto di riferimento per chi desidera esplorare una natura incontaminata e rigogliosa.

Avventure e percorsi emozionanti

Questo canyon spettacolare è anche una meta ideale per gli amanti dell’avventura. Il canyoning, che combina trekking, arrampicata e attività acquatiche, è l’attività principale offerta nella riserva. I visitatori possono scegliere tra una varietà di sentieri che attraversano corsi d’acqua, cascate e piscine naturali, garantendo un’esperienza emozionante e unica.

Siq Trail, un sentiero per tutti

Il Siq Trail è il sentiero più famoso e accessibile, perfetto per chi desidera un’avventura moderata ma ricca di emozioni. Questo percorso autoguidato parte dal Mujib Adventure Center e segue il corso del fiume tra le imponenti pareti di arenaria. Lungo il tragitto, gli escursionisti possono immergersi nelle acque fresche del fiume e nuotare in piscine naturali, ma anche semplicemente rilassarsi e godersi l’ombra durante le calde giornate estive. La passeggiata conduce fino alla base di una grande cascata, uno spettacolo naturale che lascia senza fiato.

Canyon Trail, adrenalina pura

Il Canyon Trail è pensato per i più avventurosi. Il percorso offre l’opportunità di cimentarsi nel rappel, una discesa controllata lungo una cascata alta 20 metri. Guidati da esperti, i partecipanti possono provare il brivido di scendere lungo la parete rocciosa prima di continuare l’escursione tra le gole, seguendo il corso d’acqua fino a ritornare al punto di partenza. È un’esperienza che combina adrenalina e bellezza naturale in un mix perfetto.

Malaqi Trail, l’essenza di Wadi Mujib

Per chi cerca un’avventura più impegnativa, il Malaqi Trail conduce fin nel cuore della riserva. Attraversando gole e torrenti si arriva fino alla confluenza con il fiume Hidan, dove gli escursionisti possono nuotare in piscine naturali e ammirare paesaggi altamente suggestivi. Anche qui, una discesa da una cascata alta 20 metri aggiunge un tocco di emozione a questa esperienza immersiva.

Ibex Trail, incontro con la fauna selvatica

L’Ibex Trail, l’unico dei quattro percorsi accessibile tutto l’anno, offre un’opportunità unica di osservare da vicino lo stambecco nubiano, simbolo della riserva. Il percorso, che si sviluppa lungo sentieri panoramici con vista sul Mar Morto, è perfetto per chi desidera combinare il trekking con l’osservazione della fauna selvatica. Inoltre, offre splendide vedute del paesaggio desertico e delle gole circostanti.

L’adrenalinica zipline

Per chi cerca un’attività diversa, la riserva ha recentemente installato una zipline che permette ai visitatori di attraversare la valle da un’altezza emozionante. Lunga 100 metri, la zipline offre una prospettiva unica su Wadi Mujib, permettendo di ammirare il canyon dall’alto in un’esperienza breve ma indimenticabile. Un’attività particolarmente apprezzata da chi desidera combinare avventura e contemplazione.

Come organizzare la visita

Visitare Wadi Mujib richiede una certa preparazione, soprattutto se si desidera affrontare i percorsi più impegnativi. Il Mujib Adventure Center, situato lungo l’Autostrada del Mar Morto, è il punto di riferimento per tutte le attività nella riserva. Qui è possibile prenotare escursioni, noleggiare l’attrezzatura necessaria e ricevere informazioni dettagliate sui percorsi disponibili.

I sentieri “bagnati” sono aperti generalmente tra aprile e ottobre, mentre il sentiero “asciutto”, l’Ibex Trail, è accessibile tutto l’anno. È importante notare che molti percorsi richiedono la prenotazione anticipata tramite Wild Jordan, l’organizzazione che gestisce la riserva. Inoltre, alcune escursioni, come il Mujib Trail, richiedono un gruppo minimo di cinque persone e una guida esperta. I costi variano: un’escursione di sette ore, ad esempio, ha un prezzo di circa 45 JD (60 Euro).

Wadi Mujib non è solo un luogo, ma un’esperienza che rimane impressa nella memoria di chi lo visita. Attraversare le sue gole, immergersi nelle sue acque fresche e ammirare la fauna che lo abita è un modo unico per scoprire il lato più autentico e selvaggio della Giordania.

Categorie
Asia Giordania mete storiche Notizie Petra siti archeologici Viaggi

Petra sorprende ancora, scoperta una tomba di 2000 anni fa

Andare a Petra è un’esperienza che non si dimentica facilmente. È un viaggio indietro nel tempo nel cuore del deserto giordano, dove l’avventura comincia ben prima di arrivare alle famose tombe scavate nella roccia. Bisogna percorrere con un’aspettativa crescente gli stretti e sinuosi sentieri del Siq, il canyon fiancheggiato da imponenti pareti rocciose, per poi vedere apparire, come un miraggio, Al Khazneh al Faroun, il Tesoro di Petra.

Noi ci emozioniamo alla vista di questa imponente facciata alta 40 metri, immaginate cos’hanno provato i ricercatori che si sono ritrovati, proprio in questo luogo magico, davanti a un’altra incredibile scoperta. Il gruppo, guidato da Pearce Paul Creasman, archeologo dell’American Center of Research, ha scoperto una tomba perfettamente conservata sotto il Tesoro che contiene almeno 12 scheletri umani ed elaborati corredi funerari. Secondo le loro stime, la tomba avrebbe almeno 2000 anni e risalirebbe al periodo di maggiore benessere e ricchezza della città.

Una scoperta attesa da oltre 20 anni

L’imponente facciata del Tesoro di Petra in Giordania, adornata da colonne corinzie, intricati fregi e misteriose figure, sorge dalla roccia come una visione di un altro mondo e, sotto di essa, cela incredibili resti che ora abbiamo il privilegio di ammirare. Non è stato facile scoprirli, gli archeologi attendono questo momento dal lontano 2003, quando, dopo aver trovato due camere funerarie sotto il lato sinistro del Tesoro, sospettarono ce ne fossero altre in quello destro. Tuttavia, la fama di Petra come attrazione turistica portò il governo giordano a rifiutare le diverse richieste per proseguire con gli scavi sotto la sua gemma più preziosa.

La teoria, quindi, non potè mai essere confermata… fino ad oggi. Gli archeologi e i ricercatori, per ovviare al problema degli scavi non concessi, hanno trovato un’altra soluzione. Creasman e il suo team, infatti, hanno effettuato una scansione georadar, ossia una tecnica di telerilevamento che utilizza impulsi radar per rilevare oggetti sotterranei. Il progetto, cominciato all’inizio del 2024, aveva come finalità quella di verificare se le caratteristiche fisiche sulla sinistra, dove erano stati trovati i sepolcri originali, corrispondevano a quelle sulla destra.

Le rilevazioni hanno rivelato forti somiglianze tra i due lati: questa è stata la prova di cui avevano bisogno per ottenere il permesso dal governo giordano di scavare sotto il Tesoro.

Tombe Petra

Fonte: iStock

Esempio di tomba reale a Petra

I ritrovamenti insieme alla troupe di Discovery Channel

Petra è considerata una delle nuove Sette Meraviglie del Mondo grazie alla sua architettura unica e ai molti misteri che l’avvolgono, di cui uno è stato appena svelato. Appena i ricercatori ricevettero l’approvazione del governo, l’archeologo Creasman contattò Josh Gates, conduttore del programma “Expedition Unknown” di Discovery Channel.

Una troupe cinematografica ha così seguito il lavoro del team, riprendendo il momento della scoperta che non è tanto da ricercare nella tomba in sé, quanto nel suo contenuto. Se la maggior parte delle tombe scoperte all’interno di Petra sono vuote, questa camera funeraria, al contrario, si è rivelata piena di resti scheletrici e di beni funerari realizzati in bronzo, ferro e ceramica. Questa sepoltura fornisce un incredibile punto di vista sulla vita dei Nabatei, gli antichi nomadi arabi il cui regno del deserto prosperò dal IV secolo a.C. al 106 d.C.

Cosa succederà ora?

Mentre i ricercatori continuano a studiare i ritrovamenti umani, Creasman spera di scoprire ulteriori dettagli su chi erano queste persone e, per farlo, il team vorrebbe datare gli scheletri e gli artefatti, nonché utilizzare il DNA estratto per determinare se i dodici scheletri fanno parte dello stesso nucleo famigliare. Altre analisi potrebbero aiutare a valutare le loro diete e scoprire se si dedicavano a lavori fisici.

L’archeologo ha dichiarato che, probabilmente, si tratterebbe di persone estremamente importanti perché il luogo in cui sono sepolte è considerato un terreno molto prezioso. Scoprire, quindi, la loro identità potrebbe aiutarci a svelare parte della storia del Tesoro.

Categorie
Asia deserti Giordania Idee di Viaggio Viaggi

Il trail in Giordania che ti fa sentire dentro il film Dune

Tra le imponenti pareti di arenaria rossa del Jebel Umm Ishrin e del Jebel Rum si estende una delle meraviglie naturali più affascinanti della Giordania: il Wadi Rum. Questo deserto spettacolare, che sembra uscito direttamente dal set del film Dune, noto per le sue immense distese di sabbia rossa e le montagne di arenaria che si ergono come fortezze, è stato fonte di ispirazione per avventure epiche e racconti leggendari.

Scenari cinematografici

Eppure, fino al 1917 questo luogo straordinario era praticamente sconosciuto al di fuori della regione. Fu il celebre archeologo e scrittore britannico Thomas Edward Lawrence, meglio noto come Lawrence d’Arabia, che lo attraversò durante la Rivolta Araba, a descrivere per la prima volta questo paesaggio surreale come “un enorme bastione rosso”. Decenni dopo, nel 1962, il deserto giordano divenne famoso grazie al film Lawrence d’Arabia, che lo fece scoprire al grande pubblico.

Prima di Lawrence, erano solo i beduini locali a conoscere intimamente queste montagne. Si arrampicavano sulle loro vette per cacciare lo stambecco e conoscevano ogni anfratto dei cayon vertiginosi scolpiti dal vento e dall’acqua, su cui risuona ancora oggi il fischio acuto dello storno, uno dei suoni tipici dell’altopiano di Hisma.

Negli ultimi decenni, il Wadi Rum ha attirato l’attenzione di registi di tutto il mondo, diventando lo scenario perfetto per film come Prometheus, Sopravvissuto – The Martian, Star Wars: L’Ascesa di Skywalker e, più recentemente, Dune. E così questo magnifico paesaggio, spesso paragonato a un pianeta alieno, ha visto crescere il numero di visitatori attratti dalla sua atmosfera surreale e dalla sua storia antica.

La creazione del Wadi Rum Trail

Nel febbraio 2023, riporta il sito BBC Travel, un nuovo percorso di trekking ha aperto una finestra ancora più intima su questo territorio: il Wadi Rum Trail. Si tratta di un itinerario ad anello di 120 km da percorrere in dieci giorni, attraversando alcuni dei luoghi più remoti e meno battuti del Wadi Rum, spingendosi nel cuore dell’area dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Frutto del lavoro di un team di escursionisti locali e britannici, il trail è un insieme di antichi sentieri beduini, piste per cammelli, rotte di contrabbando, percorsi di pastorizia e persino parte della vecchia via di pellegrinaggio verso La Mecca.

Tra i creatori del percorso c’è Ben Hoffler, un esperto di trekking che ha contribuito a tracciare sentieri simili in Egitto. Hoffler racconta a BBC Travel come Wadi Rum conservi un fascino particolare grazie alla sua maestosità naturale e alla cultura beduina ancora viva e profondamente radicata. A differenza delle aree limitrofe in Arabia Saudita, la comunità beduina di Wadi Rum mantiene molte delle tradizioni che l’hanno legata a queste terre per secoli.

La creazione del Wadi Rum Trail è stata pensata non solo per gli escursionisti, ma anche per la comunità locale. Come sottolinea a BBC Travel Tony Howard, un altro dei co-fondatori del trail, la presenza delle guide beduine arricchisce l’esperienza, permettendo ai viaggiatori di immergersi nelle storie e nelle tradizioni della regione. “Loro conoscono il territorio e le sue peculiarità come nessun altro”, afferma Howard, “e sono sempre di ottima compagnia.”

Gli antichi sentieri beduini

Il percorso, che parte da Jebel Umm Ishrin e ritorna al punto di partenza dopo dieci giorni di cammino, offre uno sguardo profondo su un paesaggio che, sebbene celebre, è ancora in gran parte inesplorato dai turisti. Oltre a scalare montagne come Jebel Birda e Jebel Rum, gli escursionisti attraversano canyon, dune e altipiani desolati, scoprendo antichi siti di sepoltura e incisioni rupestri millenarie.

Wadi Rum, con le sue dune rosse e le imponenti formazioni rocciose, non è solo un paesaggio da film. È un luogo intriso di storia, cultura e spiritualità, dove la natura e l’uomo convivono in un equilibrio fragile, oggi più che mai. Come sottolineato dall’antropologa Tatiana Haddad, il deserto è un ecosistema delicato e il turismo di massa rischia di comprometterne l’integrità.

Ma progetti come il Wadi Rum Trail offrono una speranza per il futuro, promuovendo un tipo di turismo sostenibile che non solo protegge l’ambiente, ma valorizza anche la cultura beduina. Percorrere questi antichi sentieri rappresenta un ritorno alle radici, un’esperienza di connessione profonda con la natura e con la storia millenaria di questo suggestivo angolo di Giordania.