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L’Arabia Saudita è la nuova meta low cost

Se l’Arabia Saudita è da qualche anno una delle mete più ambite, ora che sta per diventare anche low cost sarà presa letteralmente d’assalto dai turisti. Wizz Air ha inaugurato il primo volo per Jeddah, in partenza dall’aeroporto Marco Polo di Venezia, che va ad aggiungersi ai voli che la compagnia già opera da qualche mese da Milano a Jeddah e da Roma a Riyadh.

La nuova rotta sarà attiva tutto l’anno e servita da voli bisettimanali. Ma la notizia più interessante è che i prezzi dei biglietti partono da 49,99 euro. I nuovi operativi daranno un forte impulso al settore turistico saudita, che sta crescendo a vista d’occhio, contribuendo al programma chiamato “Vision 2030”, che prevede di triplicare il traffico di arrivi nel Paese entro il 2030.

Perché fare un viaggio in Arabia Saudita

L’Arabia Saudita è una terra ricca di storia e di cultura, di bellezze naturali e di luoghi ancora incontaminati. Ma è anche un Paese che sta evolvendo velocemente e sono tantissimi i progetti futuristici in fase di realizzazione. È il sogno di molti, ma finora è stata poco accessibile ai turisti.

Una terra antica

Tra i luoghi più iconici c’è il sito di AlUla, monumenti di straordinaria bellezza che affiorano dalla sabbia del deserto. Un museo a cielo aperto di tombe conservate, crocevia di antiche civiltà e di una storia che affonda le sue radici in tempi lontani. Hegra, oggi conosciuta come Mada’in Salih, era la principale città del regno: qui sono state costruite alcune delle più spettacolari tombe monumentali. E qualcuno l’ha già soprannominata “l’altra Petra”. Qui antico e moderno convivono alla perfezione.

Nel bel mezzo del deserto, tra dune di sabbia, rocce scolpite dal tempo e resti dell’antica civiltà si vedono spuntare installazioni ultramoderne come Maraya, un cubo di specchi realizzato nel 2017, il più grande del mondo, tanto da essere entrato nel libro dei Guinness, che riflette il paesaggio e di cui a malapena si scorge la presenza. È in realtà una sala concerti, ma che ospiterà anche eventi e spettacoli.

L’Arabia Saudita è anche la patria della Mecca, il luogo di nascita del Profeta Maometto e, da sempre, meta di pellegrinaggio anche tra i turisti di religione musulmana, visto che, secondo quanto scritto nel Corano, ogni fedele ha il dovere religioso di visitarla almeno una volta nella vita. Nel periodo di Ramadan sono milioni le persone che si recano nella città più sacra dell’Islam.

Una terra ultramoderna

Come anticipato, l’Arabia Saudita è in grande espansione e sono tanti i nuovi e avveniristici progetti che stanno nascendo e che la rendono una meta incredibilmente desiderabile. Uno degli edifici altrettanto iconici del Paese sta per sorgere nella Capitale Riyadh.

Mukaab sarà un grattacielo a forma di cubo dall’inconfondibile design mediorientale grande quanto 20 Empire State Building, ispirato all’architettura Najdi, quella delle tribù beduine che vivono nel deserto. Sorgerà nel nuovo quartiere di New Murabba nella downtown cittadina. Il principe saudita Mohammad bin Salman bin Abdulaziz, figlio dell’attuale re, l’ha definita “la più grande e moderna downtown del mondo”.

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Fonte: @pif.gov.sa

L’edificio New Murabb a Riyadh, in Arabia Saudita

Natura incontaninata

Il deserto saudita di Rub’al-Khali è tra i più grandi deserti di sabbia al mondo e ricopre la parte più meridionale della Penisola araba che, oltre all’Arabia, comprende anche il sultanato dell’Oman e gli Emirati Arabi Uniti. Ma le dune di sabbia non sono l’unico deserto, c’è anche quello roccioso.

Tabuk è considerata la porta settentrionale della Penisola arabica. Secondo la tradizione, Maometto trascorse tra queste vallate a dir poco spettacolari dieci giorni durante il nono anno dell’Egira. Da non perdere, il Wadi Disah, un canyon di roccia rossa nella quale è cresciuta una rigogliosa oasi ricca di palme.

Questo eccezionale Paese pullula di luoghi isolati e poco conosciuti. Uno di questi è il cratere Al Wahbah, uno dei crateri vulcanici più grandi del pianeta, con pareti alte fino a 250 metri e un diametro di 2 km. Tra i luoghi da vedere assolutamente in Arabia Saudita c’è anche Jebel Fihrayn meglio conosciuto come The Edge of the World. Il soprannome “confine del mondo” è stato creato per sottolineare l’incredibile paesaggio che si può ammirare e che dà la sensazione di essere davvero su un altro Pianeta.

The Edge of the World arabia saudita

Fonte: iStock

The Edge of the World in Arabia Saudita

Il Mar Rosso saudita

Un viaggio in Arabia Saudita non può di certo prescindere da una sosta al mare tra le Isole di Farasan. Situate a circa 50 chilometri dalla costa, al largo della città di Jizan, si tratta di un arcipelago che comprende oltre un centinaio di isole, accarezzate dalle acque limpide e ricche di coralli del Mar Rosso.

E proprio lungo la costa saudita, a Nord di Jeddah, sta sorgendo una nuova meta mare che è destinata a diventare la più cool dei prossimi anni. Il progetto si chiama The Red Sea e si potrà andare a breve grazie a un nuovo aeroporto internazionale che sarà inaugurato nei prossimi mesi. Sarà la più grande destinazione turistica del mondo completamente alimentata da energie rinnovabili ma il cui obiettivo principale sarà anche la rigenerazione ambientale, attraverso un impatto positivo sul territorio, sulla società e sull’economia.

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Fonte: @The Red Sea

Sul Mar Rosso saudita sorgerà uno degli hotel di lusso, il Ritz-Carlton Reserve

Sarà un progetto enorme: 28mila km quadrati che comprenderanno un arcipelago di 90 isole (22 delle quali ospiteranno i 50 resort che sono in fase di realizzazione, mentre nove sono state identificate come riserve naturali), una delle più grandi barriere coralline del mondo con tartarughe marine, delfini coralli, vulcani spenti, un meraviglioso deserto di dune dorate, canyon e montagne e persino dei siti storici. Siete pronti a partire?

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Nasce una nuova compagnia aerea (e un mega aeroporto)

Presto ci sarà una nuova compagnia aerea a servire il Medio Oriente – e a dare del filo da torcere a giganti dell’aria come Emirates e Qatar Airways: a lanciarsi nel settore dei trasporti aerei è l’Arabia Saudita, che ha in progetto anche di ampliare il suo aeroporto principale, con l’obiettivo di renderlo uno dei più importanti scali della regione. Vediamo di che cosa si tratta.

Arabia Saudita, nasce Riyadh Air

Proprio mentre in Italia si discute della nascita di AviaRoma, la nuova compagnia aerea che promette di rivoluzionare il mondo dei viaggi, anche all’estero ci sono importanti novità. L’Arabia Saudita ha annunciato il lancio di Riyadh Air, parte di un più ampio progetto che ha richiesto ben 100 miliardi di dollari di investimento iniziale. L’obiettivo è quello di entrare prepotentemente nel settore del trasporto aereo, cercando di contrastare la concorrenza delle grandi compagnie del Golfo Persico (tra tutte Emirates, Qatar Airways ed Etihad Airways).

Riyadh Air diventerà la seconda compagnia aerea di bandiera dell’Arabia Saudita: il Paese può infatti contare anche su Saudia, fondata nel 1945 e da qualche anno entrata a far parte di SkyTeam. Per differenziarsi da quest’ultima, che ha sede presso l’aeroporto internazionale Re Abdulaziz di Gedda, il nuovo vettore avrà come scalo base l’aeroporto internazionale Re Khalid di Riyad, la capitale del Paese. La compagnia dovrebbe decollare all’inizio del 2025, ma non ci sono ancora informazioni sulle sue rotte: sicuramente si tratterà di voli a lungo raggio, che connetteranno l’Oriente e l’Occidente, con decine di destinazioni in Europa, America, Africa, Asia e Medio Oriente.

In occasione dell’annuncio della nuova compagnia di bandiera dell’Arabia Saudita, è arrivata la notizia dell’importante ordine di velivoli che il regno ha già effettuato. Per iniziare, la flotta di Riyadh Air potrà contare sui 39 Boeing 787 già ordinati (e probabilmente anche sui 33 che il vettore ha opzionato). Il Paese mira così a triplicare i propri passeggeri, per diventare un hub dell’aviazione mondiale come i vicini Stati del Golfo Persico, che hanno già un settore aeronautico particolarmente sviluppato, con compagnie di grande successo in tutto il globo.

L’ampliamento dell’aeroporto di Riyad

Il progetto Vision 2030, che inserirà l’Arabia Saudita tra gli Stati più influenti nel settore del trasporto aereo, include un vero e proprio restyling dell’aeroporto internazionale Re Khalid, a partire dal nome stesso: lo scalo verrà infatti intitolato a Re Salman, l’attuale regnante del Paese. Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa saudita, l’aeroporto dovrebbe avere sei piste parallele e si estenderà su un’area di circa 57 km quadrati. L’obiettivo è quello di raggiungere i 120 milioni di passeggeri entro il 2030 e ben 185 milioni entro il 2050.

L’aeroporto internazionale Re Salman potrebbe diventare uno dei più grandi al mondo, offrendo ai suoi passeggeri un servizio di altissima qualità. La progettazione dovrebbe essere affidata allo studio Foster + Partners, artefice di opere straordinarie come la Moor House di Londra e il Kai Tak Cruise Terminal di Hong Kong. All’interno dell’area areoportuale, saranno presenti negozi e ristoranti, ma anche strutture residenziali e ricreative. “L’aeroporto reimmaginerà il terminal tradizionale come un unico circuito servito da più ingressi”- ha annunciato Luke Fox, senior chef di Foster + Partners.

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L’Arabia Saudita apre a tutti: stop anche al Green Pass

È la meta rivelazione di quest’anno, ma anche una delle destinazioni del futuro a cui il turismo mondiale guarda con maggiore interesse. Parliamo dell’Arabia Saudita, un Paese che conserva un patrimonio artistico immenso che si mescola ad autentici paradisi naturali, siti archeologici e una storia unica al mondo. Ma le buone notizie non sono finite qui: l’Arabia Saudita apre veramente a tutti, senza necessità di Green Pass e nemmeno di tampone.

Le nuove regole per viaggiare in Arabia Saudita

L’Arabia Saudita apre ufficialmente le porte ai turisti di tutto il mondo eliminando le restrizioni legate al Covid. Niente più bisogno di mostrare un certificato di vaccinazione e nemmeno il risultato negativo di un tampone. Saranno rimosse, tra l’altro, anche le norme relative alla quarantena e sarà consentito l’accesso a tutti i viaggiatori che provengono dai Paesi attualmente inseriti nella “zona rossa”.

AlUla arabia saudita

Roccia di Elefante, Arabia Saudita

Non è finita qui: a essere revocate completamente saranno anche le misure di distanziamento sociale. L’unico obbligo che rimarrà sarà quello di indossare una mascherina protettiva all’interno dei luoghi pubblici chiusi. Infine, nelle tariffe per i visti sarà compresa persino una quota per l’assicurazione medica Covid-19.

Cosa vedere assolutamente in Arabia Saudita

Grazie alla sua notevole estensione, i suoi scenari naturali che lasciano senza fiato, la sua storia plurimillenaria e le sue antiche tradizioni, l’Arabia Saudita è un Paese che ha davvero molto da offrire e che merita certamente il viaggio. Diventa davvero difficile selezionare le attrazioni da non perdere, ma noi ci abbiamo provato.

Innanzi tutto è obbligatorio fare una sosta a Jeddah, una città che si trova in una posizione stupenda: adagiata sulle sponde del Mar Rosso. Qui potreste lasciarvi incantare da uno splendido lungomare su cui sorgono gli edifici più moderni, ma anche più belli della città. Tra questi svetta la King Fahd, ovvero la fontana più alta del mondo. Infine, è d’obbligo un salto ad Al Balad, il centro storico dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco in cui passeggiare tra case tipiche dall’aspetto peculiare, fino ad arrivare alla Moschea Ali Shaf, un vero e proprio capolavoro.

Jeddah arabia saudita

Una splendida vista della città di Jeddah in Arabia Saudita

Imprescindibile da un viaggio in Arabia Saudita è il Jebel Fihrayn conosciuto come “Confine del Mondo” o Edge of the World. Un luogo che vi metterà davanti a un paesaggio immenso dove, tra una pianura arida e dolci colline dai colori caldi, spicca un’imponente formazione rocciosa alta circa 300 metri.

Un altro posto da non lasciarsi scappare è Mada’in Saleh, un complesso di rovine nabatee che possiamo definire la “Petra dell’Arabia Saudita”. Del resto fu il secondo centro per importanza dei Nabatei, dopo Petra.

Una visita da queste parti vi consentirà di perdervi tra ben 130 monumenti scavati nella roccia e, soprattutto, tutti splendidamente conservati. Non a caso Mada’in Saleh è stato il primo sito saudita a essere stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità.

Mada'in Saleh come petra

Mada’in Saleh, la “Petra dell’Arabia Saudita”

Meravigliosa anche AlUla, uno spettacolo dalle origini antichissime e che  si trova incastonato tra le Montagne dell’Hijaz, in uno scenario completamente desertico. Qui un susseguirsi di rocce granitiche che affiorano dal terreno sabbioso sono la dimora di numerosi petroglifi e segni di arte rupestre risalenti a migliaia di anni fa. Bellissimo anche il sito archeologico di Dadan con la sua straordinaria Necropoli dei Leoni.

Di certo non potete perdervi il posto sacro più famoso dell’Arabia Saudita: La Mecca. Luogo di nascita del Profeta Maometto, è da sempre una meta di pellegrinaggio molto popolare tra i turisti di religione musulmana. Subito dopo potreste dirigervi verso Medina, città dove il Profeta Maometto visse per un periodo della sua vita diffondendo i principi della religione musulmana.

città di AlUla

La città di AlUla

E poi il Deserto di Rub al Khali, un’ immensa distesa di sabbia che occupa una grande parte della superficie del Paese. In fondo, vi ritroverete a visitare quello che è il secondo deserto più grande al mondo. Trascorrere una giornata da queste parti vuol dire poter vivere esperienze che vanno da escursioni in cammello, fino a salire a bordo di un 4×4 sfrecciando tra le dune di sabbia e ammirando paesaggi che rimangono impressi nel cuore.

Infine – ma per modo di dire perché le cose da vedere in Arabia Saudita sono pressoché infinite – vi consigliamo di rilassarvi in un vero e proprio paradiso terreste: Umluj e Al Wajh.

Conosciute anche come le “Maldive dell’Arabia Saudita”, vi sta per prendere vita un nuovo complesso turistico che comprenderà un arcipelago di oltre 90 isole incontaminate, spettacolari paesaggi di montagna, un vasto deserto e persino un aeroporto ad uso esclusivo. Umluj Beach, in particolare, è senza ombra di dubbio una delle più belle spiagge dell’Arabia Saudita. Nota per le sue acque limpide, turchesi e la sabbia bianca e fine, è ancora un vero e proprio gioiello della natura che entra dritto nel cuore.

Deserto Rub al Khali

Le dune del Deserto di Rub al Khali

Cosa fare al rientro in Italia dall’Arabia Saudita

Per rientrare in Italia dall’Arabia Saudita, in assenza di sintomi compatibili al Covid-19, è necessario presentare alla compagnia aerea al momento dell’imbarco, e a chiunque sia deputato ad effettuare i controlli, il formulario digitale di localizzazione del passeggero (digital Passenger Locator Form o dPLF).

Inoltre, è obbligatorio mostrare una delle seguenti certificazioni:

  • vaccinazione completa con vaccino autorizzato dall’EMA, effettuata da meno di 9 mesi (Green Pass o certificazione equivalente per le autorità italiane);
  • vaccinazione completa con vaccino autorizzato dall’EMA più dose di richiamo in formato Green Pass o certificazione equivalente per le autorità italiane;
  • guarigione da Covid-19 da meno di 6 mesi (formato Green Pass o certificazione equivalente per le autorità italiane;
  • risultato negativo di un test molecolare condotto con tampone nelle 72 ore prima dell’ingresso in Italia, o test antigenico effettuato tramite tampone 48 ore prima dell’ingresso nel nostro Paese.

In caso di mancata presentazione delle certificazioni richieste, l’ingresso in Italia è possibile ma esclusivamente con obbligo di quarantena presso l’indirizzo indicato nel dPLF e per un periodo di 5 giorni. Alla fine dell’isolamento è obbligatorio sottoporsi a un test molecolare o antigenico, effettuato per mezzo di tampone

I minori al di sotto dei 6 anni di età possono entrare in Italia senza ulteriori formalità e sono sempre esentati dall’obbligo di test molecolare o antigenico.

Vi ricordiamo, infine, che le norme di viaggio sono in continuo mutamento. Per questo motivo è sempre buona norma visitare i siti istituzionali dei Paesi di destinazione e la pagina web del Ministero degli Affari Esteri e dalla Cooperazione Internazionale ViaggiareSicuri.

 mar rosso arabia saudita

Il Mar Rosso in Arabia Saudita

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Arabia Saudita, sarà questa la meta del futuro

Ai turisti che visiteranno AlUla, in Arabia Saudita, sembrerà di trovarsi catapultati in un film di fantascienza. Nel bel mezzo del deserto, tra dune di sabbia, rocce scolpite dal tempo e resti di un’antica civiltà vedranno spuntare installazioni ultramoderne come Maraya, un cubo di specchi realizzato nel 2017, il più grande del mondo, tanto da essere entrato nel libro dei Guinness, che riflette il paesaggio e di cui a malapena si scorge la presenza. È in realtà una sala concerti, ma che ospiterà anche eventi e spettacoli.

Fa parte, questo progetto, dell’obiettivo che il Paese s’è dato di diventare una delle migliori destinazioni al mondo da visitare entro la fine del 2030. In quanto primo progetto di rilancio dell’Arabia Saudita, è già divenuto un grande successo internazionale.

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La Maraya Concert Hall di AlUla, un edificio da Guinness

Arte nel deserto

Sulla scia della buona riuscita di Maraya, proprio il deserto è divenuto un museo a cielo aperto, ospitando 15 opere installazioni come parte dell’edizione 2022 di Desert X AlUla, la versione saudita del tradizionale Desert X che ogni due anni viene ospitato nella Coachella Valley in California. Quindici artisti internazionali hanno presentato le loro opere imitando le formazioni rocciose, i miraggi e le oasi del deserto e le antiche leggende locali.

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L’opera di Jim Denevan per Desert X 2022 ad AlUla

Resort eco-sostenibili

Vere opere architettoniche in perfetta simbiosi con l’ambiente sono anche i primi resort che stanno sorgendo nella zona. Come il meraviglioso Habitas AlUla, inaugurato a novembre 2021, un hotel di lusso sostenibile perfettamente integrato nel sito, dove gli ospiti possono letteralmente toccare con mano le pietre del sito. Ed è solo il primo di una serie di meravigliosi alberghi che apriranno nei prossimi mesi per ospitare tutti i turisti che ben presto visiteranno AlUla e l’Arabia Saudita. Tra i più attesi, quello progettato da Jean Nouvel, Sharaan, già considerato un “capolavoro” di design, costruito direttamente nelle montagne della Sharaan Nature Reserve di AlUla, integrandosi perfettamente nel paesaggio.

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Il nuovo resort progettato da Jean Nouvel ad AlUla

Trasporti a zero emissioni

Per sentirsi come nella Tatooine di “Guerre stellari” mancano solo le automobiline elettriche. Che arriveranno a breve. È in progetto, infatti, l’introduzione di piccoli “pod” con guida autonoma che, silenziosi, sostenibili e a zero emissioni, si muoveranno nel deserto portando i visitatori (22 alla volta su ciascun pod) avanti e indietro dagli hotel alla scoperta del sito di AlUla e della città vecchia e, nei prossimi anni, anche degli altri luoghi turistici della zona, come l’antica città di Dadan, il sito Unesco di Hegra o (Mada’in Saleh), la seconda città del grande regno nabateo di Petra, in Giordania, e il villaggio di Al Jadidah.
Non solo tra le destinazioni top del mondo ma sarà anche una delle più “eco”, quindi.

Meta da vip

Intanto, è partita una grande promozione per iniziare ad attirare visitatori in questa parte di mondo ancora piuttosto inesplorata. Innanzitutto, bisogna far parlare del luogo.
E l’Arabia Saudita l’ha fatto con alcuni grandi eventi che hanno attirato l’attenzione dei più curiosi, come il mega concerto di Andrea Bocelli che si è tenuto nel 2021 proprio qui, nel sito Unesco di Hegra o quello di Alicia Keys e di Seal o ancora la recente sfilata di Dolce&Gabbana, che si è svolta nell’area di Jabal Ikmah, la più grande biblioteca a cielo aperto dell’Arabia Saudita, dove le iscrizioni in aramaico, dadanitico, thamudico, minaico e nabateo sopravvivono da migliaia di anni impresse nelle rocce.
Inoltre, le celebrity che stanno iniziando a trascorrevi le vacanze, come Lapo Elkann che ci è andato in luna di miele, e molti altri.

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La sfilata di Dolce&Gabbana ad AlUla

Primi voli diretti

Poi bisogna portare i turisti. Da fine gennaio è partito il primo volo diretto da Parigi ad AlUla della compagnia di bandiera Saudia Airlines. Questa nuova rotta in partenza dall’Europa offre l’opportunità ai viaggiatori francesi ma anche a quelli dei Paesi limitrofi di essere tra i primi a visitare questa straordinaria regione. Dopo un volo di cinque ore, si atterra al nuovo aeroporto di AlUla.

L’Arabia Saudita è un Paese in pieno sviluppo, insomma. Se non fosse stata colpita, come tutti, dalla pandemia di Covid forse avrebbe anche già spalancato le porte da molto tempo ai turisti senza troppe restrizioni.

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Il sito di Mada’in Salehin Arabia Saudita

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Scoperta una rete stradale antica “circondata” da 17.800 tombe

Una nuove e importantissima scoperta è avvenuta in Arabia Saudita: è stata riportata alla luce un’antica rete stradale, risalente a ben 4.500 anni fa, che metteva in collegamento le oasi del territorio. Ma ancor più interessante è che questa era “circondata” da tantissimi monumenti funebri.
Chi ha fatto la scoperta in Arabia Saudita
Questa scoperta, che potrebbe cambiare profondamente la nostra comprensione della storia antica del Medio Oriente, è stata effettuata da alcuni ricercatori dell’Università della Western Australia e della Royal Commission for AlUla, il cui lavoro è stato pubblicato sulla rivista The Holocene.
In cosa consiste il ritrovamento
Il team di ricercatori ha riportato alla luce dei “viali funerari”, ossia dei lunghi corridoi che collegavano oasi e pascoli, delimitati da migliaia di elaborati monumenti funerari, costruiti da popolazioni che vivevano nel Nord-Ovest dell’attuale Arabia Saudita tra la prima e la media età del Bronzo.
Per individuare e analizzare questi singolari viali funerari, il team ha utilizzato alcune immagini satellitari, fotografie scattate da elicotteri, rilievi al suolo e scavi. Grazie a tutto il lavoro condotto nelle aree di studio principali delle contee di AlUla e Khaybar, sono stati individuati viali che si estendono su un’area di 160.000 km2, con oltre 17.800 tombe con una sorta “coda” e con forme diverse.
I ricercatori hanno inoltre fatto sapere che “le più alte concentrazioni di monumenti funebri su questi viali si trovavano vicino a fonti d’acqua permanenti, con la direzione dei viali che indica che le popolazioni li usavano per viaggiare tra le principali oasi, comprese quelle di Khaybar, AlUla e Tayma“.
Strade e sentieri minori si perdono, inoltre, nei territori che circondano le oasi, suggerendo che fossero utilizzati anche per spostare mandrie di animali nei pascoli vicini durante i diversi periodi di pioggia.
Le dichiarazioni di chi ha fatto la scoperta
A tal proposito, il principale autore dello studio, Matthew Dalton, della School of Humanities dell’UWA, ha spiegato: “Le strade funerarie erano le principali reti stradali del loro tempo e dimostrano che le popolazioni che vivevano nella penisola arabica 4.500 anni fa erano molto più socialmente ed economicamente collegate tra loro di quanto pensassimo in precedenza“.
Ma non solo. Dalton ha sottolineato: “Queste oasi, in particolare Khaybar, mostrano alcune delle più dense concentrazioni di monumenti funebri conosciuti in tutto il mondo. Il gran numero di tombe dell’età del bronzo costruite intorno a loro suggerisce che già all’epoca le popolazioni avevano iniziato a stabilirsi in modo più permanente in questi luoghi favorevoli“.
Mentre il direttore del progetto, Hugh Thomas, anche lui della School of Humanities dell’UWA, ha concluso: “La ricerca chiude un anno straordinario per il progetto. I documenti pubblicati nel 2021 hanno contribuito a dimostrare che nei tempi antichi AlUla e Khaybar erano caratterizzati da un panorama insediativo ricco e dinamico. I reperti archeologici provenienti da queste regioni hanno il potenziale per cambiare profondamente la nostra comprensione della storia antica del Medio Oriente“.
In sostanza, quel che è emerso da questa nuova scoperta è una rete stradale fittissima punteggiata da un’incredibile quantità di monumenti funebri – come detto in precedenza sono circa 17.800 – che risalirebbe all’età del Bronzo, ossia circa 4.500 anni fa. Un rilevamento che davvero può aiutarci a vedere la storia antica in maniera molto più chiara e, per alcuni aspetti, abbastanza diversa.
L’area del ritrovamento