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Quito, la destinazione turistica smart del futuro

Quito, capitale dell’Ecuador, ha l’obiettivo di trasformarsi in una “destinazione turistica intelligente” (Dti), metodologia riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale del Turismo (Omt), dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (Ocse), dalla Commissione Europea e dalla Banca Interamericana di Sviluppo.

Infatti, l’ufficio dell’amministrazione comunale Quito Turismo si sta impegnando per promuovere un miglioramento dell’esperienza turistica e della gestione della sostenibilità ambientale, un’interazione maggiore tra residenti e turisti nonché un utilizzo trasversale della tecnologia.

Quito, destinazione turistica intelligente

Il progetto della capitale ecuadoriana segue l’esempio tracciato dal Ministero dell’Industria e del Turismo spagnolo, grazie alla Sociedad Mercantil Estatal para la Gestión de la Innovación y las Tecnologías Turísticas (Segittur).

Si tratta di un ambizioso lavoro che riguarderà l’analisi dettagliata di tutte le informazioni del Comune di Quito, sulla base del metodo Segittur, che prende in considerazione 97 requisiti e 216 indicatori legati ai cinque principi che definiscono una destinazione smart: tecnologia, accessibilità, governance, sostenibilità e innovazione (come sottolineato sul proprio sito web dal Ministero dell’Industria e del Turismo spagnolo).

Il presidente di Segittur Enrique Martínez ha affermato: “è una grande soddisfazione poter lavorare con la prima destinazione ecuadoriana per la sua conversione in destinazione turistica intelligente, in quanto dimostra il suo impegno per un modello di sviluppo turistico innovativo, con cui già operano diverse destinazioni in America Latina e che contribuisce a migliorare la gestione e la competitività della destinazione“.

Ma i progetti non finiscono qui: per il 2024, Quito Turismo ha presentato il Sistema di informazione turistica urbano-rurale del Distretto metropolitano di Quito (Situr), incentrato sulla mobilità, le infrastrutture e le dinamiche socio-economiche dell’industria turistica della capitale, in modo da promuovere (grazie a informazioni statistiche di rilievo) una gestione efficiente del comparto e garantire il raggiungimento dello status di “destinazione turistica intelligente”.

Le tappe da non perdere in vacanza a Quito

Diamo ora uno sguardo alla bellezza e alle tappe più rappresentative della capitale dell’Ecuador che svetta a 2850 metri di altezza, vegliata dal maestoso Volcán Pichincha.

La visita può iniziare, senza dubbio, dalla Città Vecchia, scrigno di tesori artistici e monumenti coloniali degni di nota: una passeggiata lungo le strette viuzze e una sosta nel suo cuore pulsante, Plaza Grande, consentono di apprezzarla al primo impatto e di entrare appieno nella sua atmosfera.

Catturano poi lo sguardo la chiesa più elegante, la Compañía de Jesú, eccezionale capolavoro barocco contraddistinto da elementi moreschi e da una simmetria perfetta, il seicentesco Monasterio Museo del Carmen Alto, e il  Convento de San Francisco, il monumento coloniale più grande della città, edificato dopo poche settimane dalla fondazione di Quito ma terminato dopo una settantina d’anni.

Ancora, impossibile non notare la Basílica del Voto Nacional in stile gotico e dai doppi campanili, che spicca su un’altura nella zona nord-est della Città Vecchia, e il monumento-museo Capilla del Hombre di Guayasamín.

E, a proposito di musei, da non perdere a Quito sono i Museos Casa de la Cultura, tre musei in un unico spazio, vale a dire il Museo de Instrumentos Musicales, il Museo de Arte Moderna e il Museo Etnográfico.

Infine, per un tuffo nella natura al cospetto di panorami meravigliosi, una ripida rampa di scale dal quartiere di San Blas conduce al Parque Itchimbia mentre la funivia TelefériQo percorre per 2,5 chilometri (in una decina di minuti) le pendici del Volcán Pichincha fino ai 4100 metri della Cruz Loma.

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Viaggi sostenibili, il virtuoso esempio di Medellín in Colombia

Tra le più grandi urgenze di questo secolo c’è senza ombra di dubbio il cambiamento climatico. Per questo motivo, su diversi fronti si sta intervenendo al fine di gestire e/o porre rimedio a questa preoccupante situazione. Anche in ambito turistico si parla molto di viaggi sostenibili, e in tal senso un vero e proprio esempio virtuoso è la città di Medellín, in Colombia.

Medellín, dove il clima cambia in meglio

Le temperature sono aumentate ovunque nel mondo, comprese le grandi città. In queste megalopoli il surriscaldamento è dovuto soprattutto alla cementificazione che, oltre a peggiorare tutto ciò che riguarda il riscaldamento climatico, crea persino dei veri e propri microclimi che si rivelano dannosi per le persone e per l’ambiente.

I circa 2 milioni di abitanti di Medellín, da sempre soprannominata la “città della eterna primavera” per il suo clima temperato, negli ultimi 20 anni hanno visto cambiare progressivamente (e in peggio) il clima della loro città.

La primavera eterna stava diventando un miraggio, perché veniva sostituita da un’estate afosa, con aria pesante e irrespirabile. Ma no, Medellín non si è lasciata travolgere da questa ondata di calore, tanto che nel 2016 ha fatto nascere il progetto dei “corridoi verdi“: si è dato vita a circa 30 corridoi di verde lungo le strade e i corsi d’acqua della città, insieme a piste ciclabili e pedonali che sono una più bella dell’altra.

La scelta delle piante da utilizzare non è stata di certo casuale, perché sono state usate quelle in grado di fornire cibo alla fauna selvatica, favorire la diffusione della biodiversità e contrastare l’inquinamento atmosferico. Attualmente, questa affascinante località della Colombia conta 8.800 alberi e palme in 30 corridoi. Grazie a tutto ciò, oggi le temperature di Medellín sono scese di 2 gradi centigradi e per i prossimi decenni è previsto un ulteriore calo di 4-5 gradi.

I corridoi verdi di Medellín

Non solo un abbassamento di 2 gradi delle temperature, perché i corridoi verdi di Medellín stanno portando anche numerosi benefici ambientali e sociali. Per esempio, viene utilizzata meno aria condizionata (quindi i consumi energetici sono più contenuti). Poi ancora, in tre anni i livelli delle polveri sottili sono diminuiti significativamente, con un conseguente calo del tasso di morbilità e mortalità per infezioni respiratorie. In più, la fauna selvatica è tornata a ripopolare la zona (e arriverà sempre di più), con ben 30 diverse specie di farfalle identificate fino ad ora.

Al contempo, corridoi e muri verdi permettono l’isolamento dal rumore, la ‌cattura di diossido di carbono​ e di⁢ altre particelle sospese ‍nell’aria. ‍C’è poi la mitigazione degli impatti della rete stradale, l’incentivazione ‌del ‍recupero⁣ delle aree ⁣di ritiro dell’acqua‍ e la ⁣protezione della risorsa idrica, il controllo della crescita urbana, la possibilità di aver maggiore spazio verde per la comunità e l’abbellimento della città stessa: in poche parole, è notevolmente migliorata la qualità dell’aria (e della vita).

Molto interessante e importante è anche l’aspetto sociale di questa virtuosa iniziativa: per creare i corridoi verdi sono stati selezionati anche diversi cittadini provenienti da ambienti svantaggiati, e poi formati per lavorare come giardinieri e tecnici delle piantagioni.

Medellín, la città dei corridoi verdi

Fonte: Getty Images

Uno dei corridoi verdi di Medellín
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Terremoto in Perù e allerta tsunami: info utili per i viaggiatori

C’è grande preoccupazione in queste ore per il Perù, dopo che lo United States Geological Survey (Usgc) ha registrato una forte scossa di terremoto di magnitudo 7.2 al largo della costa meridionale del Paese, a una profondità di 28 chilometri. Il Pacific Tsunami Warning Center (Pwtc) ha emesso un’allerta per un “possibile” tsunami con onde che potrebbero raggiungere da uno a tre metri lungo alcune delle sue coste.

Terremoto in Perù e allerta tsunami: cosa sta succedendo

Il sisma ha colpito a 8 chilometri a ovest di Atiquipa, uno dei tredici distretti della provincia di Caravelí, a circa 600 chilometri a sud di Lima. Alcuni residenti hanno dichiarato sui social media di aver avvertito una scossa molto forte e lunga che ha fatto tremare le loro case. Il terremoto è stato avvertito fino alla capitale del Perù. Un video postato sui social media mostra lampade che oscillano all’interno delle case di Lima. Al momento, non sarebbero state registrate vittime a seguito della scossa.

“Stiamo finendo di analizzare i rapporti preliminari che ci dicono che non ci sono morti, e stiamo monitorando l’impatto sulle infrastrutture”, ha dichiarato il Primo Ministro, Gustavo Adrianzen alla radio RPP, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa peruviana “Andina”.

Il Perù, e la maggior parte della costa sudamericana del Pacifico, si trovano al confine di due placche tettoniche: la placca sudamericana, che comprende la maggior parte del continente, e la placca di Nazca, che si estende sul Pacifico lungo la maggior parte della costa. L’attività sismica non è rara in questa regione, che si trova lungo la “cintura di fuoco del Pacifico”, nota per i suoi frequenti terremoti ed eruzioni vulcaniche.

“Dal 1900 ha avuto almeno 3 scosse di magnitudo superiore a 7, il che suggerisce che terremoti di queste dimensioni si verificano di rado, probabilmente in media ogni 40-45 anni”, ha osservato “Volcano Discovery”.

Terremoto in Perù: info utili per i viaggiatori

Per chi dovesse trovarsi in Perù in queste ore o per coloro che si fossero messi in viaggio per Lima e dintorni, ecco alcuni consigli della Croce Rossa Americana e dell’Istituto peruviano di sismologia su come comportarsi durante un terremoto se ci si trova all’interno di un edificio.

  • Mettersi al riparo sotto un tavolo o un altro mobile robusto finché non cessa la scossa.
  • Muoversi verso un luogo sicuro nelle immediate vicinanze.
  • Rimanere in casa fino a quando le scosse cessano e si è sicuri di poter uscire.
  • Stare lontani da finestre, porte e pareti esterne e da tutto ciò che potrebbe cadervi addosso.
  • Nei grattacieli, aspettare che gli allarmi antincendio e gli sprinkler si attivino durante le scosse.
  • Non precipitarsi per le scale e non usare l’ascensore.

È inoltre possibile monitorare la situazione in tempo reale sul sito del Centro nazionale di allerta tsunami, Centro Nacional de Alerta de Tsunami-El CNAT, che svolge attività di gestione, funzionamento e controllo del Sistema nazionale di allerta tsunami, monitorando eventi sismici di grande magnitudo con epicentro in mare o molto vicino alla costa, al fine di avvertire la popolazione il prima possibile del verificarsi di uno tsunami attraverso bollettini informativi, allarmi o segnalazioni che vengono inviati all’Istituto di Protezione Civile (INDECI). Sul sito c’è anche un vademecum utile su come comportarsi durante uno tsunami e su quali oggetti portare con sé nel caso di evacuazione immediata.

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Huancayo, la città amata da tutti i viaggiatori

Ogni Paese del mondo nasconde luoghi e città che spesso vengono messe in secondo piano dai viaggiatori. In alcune circostanze ci sono validi motivi per cui farlo, mentre in altre si rischia di commettere un grosso errore. È il caso di Huancayo, una città del Perù che, probabilmente, ha meno da offrire rispetto ad altre realtà del Paese, ma che riesce comunque ad essere amata da chiunque la incroci lungo il suo cammino. I motivi? È moderna ma contemporaneamente legatissima alle sue tradizioni; sorge in una rigogliosa vallata circondata da imponenti montagne; si mangia benissimo ed i suoi abitanti sono particolarmente ospitali e sorridenti.

Informazioni utili

Huancayo è una città del Perù centrale, capoluogo della regione di Junín. Sorge in un ambiente che è davvero in grado di emozionare: sulla cordigliera delle Ande, al centro della fertile valle del Mantaro. È una megalopoli e anche piuttosto caotica, ma anche un luogo dove il moderno riesce a mescolarsi in maniera armoniosa con un forte senso della tradizione.

Le sue strade piene di vita, persone, sono spesso la sede di alcuni dei ristoranti migliori di tutto il Perù, che frequentemente si distinguono anche per la loro eleganza. C’è poi l’artigianato a colpire il viaggiatore, che dà vita a particolari oggetti che da molti sono considerati tra i più interessanti di tutto il Paese.

Infine le fiestas, delle colorite celebrazioni a cui vale davvero la pena partecipare almeno una volta nella vita.

Cosa vedere

La città di Huancayo è particolarmente nota per la sua bellezza naturale, la cultura indigena, il cibo e la sua vivacità fatta di innumerevoli festival che hanno luogo durante tutto l’anno.

Una località che con la punta dell’occhio cerca di guardare sempre più a fondo verso il futuro, ma in cui è ancora possibile sperimentare l’autenticità peruviana.

Le attrazioni cittadine

La città è la culla di un interessante patrimonio artistico e culturale, come quello che si può ammirare presso la Plaza de la Constitución che è puntellata di edifici storici che a loro volta sono incorniciati da montagne mastodontiche.

Da non perdere per nessuna ragione al mondo è il Mercado de Huancayo che, oltre a essere uno dei mercati più grandi del Perù, è un vero e proprio turbinio di emozioni perché consente di immergersi nella cultura e tradizioni locali.

Il Templo de la Merced, invece, è una chiesa che risale al XVIII secolo e che è stata edificata in stile barocco. Dall’architettura imponente, funge da centro spirituale e da luogo di aggregazione per la comunità.

Assolutamente interessante è il Parque de la Identidad Wanka che celebra la cultura e le tradizioni dei popoli indigeni del Perù. Visitarlo vuol dire conoscere l’arte, la musica e la danza degli antichi abitanti di questa zona del Paese.

Poi ancora il Teatro Municipal che è annoverato tra i più importanti del Paese. Infine, a non troppa distanza da Huancayo prende vita la città di Concepción, un luogo in cui svettano nei cieli dei maestosi palazzi coloniali splendidamente conservati.

La natura

E poi c’è la natura, come quella offerta dai Torre Torre, dei pilastri di terra che sorgono vicino al centro cittadino. È il posto ideale per gli amanti dell’avventura, perché qui risiedono incredibili formazioni rocciose tra cui fare trekking: sono opere che sono state scolpite dall’erosione del vento e dell’acqua, dando vita  un paesaggio surreale, come fosse precipitato sulla Terra da un altro pianeta.

Altrettanto affascinante è El Bosque de Piedras, una foresta di rocce vulcaniche che regala anche dei panorami mozzafiato. Infine, vale la pena allungarsi per circa quaranta chilometri e raggiungere la bellissima Laguna de Paca, dove ancora sopravvive una natura incontaminata e presso cui poter praticare diverse attività, come il trekking, la bicicletta e le escursioni in barca.

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A partire da questa estate potrebbe volare una nuova compagnia aerea

Una nuova compagnia aerea si prepara a decollare, forse già a partire da questa estate: si tratta della Sociedad Uruguaya de Aviación, che avrà base presso l’aeroporto internazionale di Carrasco, il principale scalo dell’Uruguay. Sarà la prima compagnia di bandiera del Paese da oltre dieci anni, dopo la chiusura della precedente. Quali sono le novità che ci attendono e i primi voli del vettore? Scopriamolo insieme.

La nuova compagnia aerea dell’Uruguay

L’Uruguay aveva una compagnia aerea di bandiera, la Pluna, creata nel 1936 e liquidata nel 2012: da quel momento, ogni operazione di volo è stata interrotta, mentre i collegamenti sono stati portati avanti solamente da vettori stranieri. Ora il Paese si prepara a lanciare la Sociedad Uruguaya de Aviación, la sua nuova compagnia di bandiera. Si tratta di una società privata al 100%, e a guidarla sarà il CEO Antonio Rama, pilota di Boeing 777 per la Qatar Airways, nonché istruttore di volo e simulatore. Nel suo curriculum vanta ben 24mila ore di volo, oltre ad una laurea post-diploma in Gestione Aziendale Internazionale presso l’università della Cumbria e un master in Gestione Aeronautica e Aeroportuale.

Rama ha già avuto esperienza in questo ambito, avendo fatto parte del consorzio fondatore della compagnia aerea low cost Uair, in attività per un paio d’anni dal 2003 al 2005. Stavolta ci riprova con la Sociedad Uruguaya de Aviación, che avrà la sua base presso l’aeroporto internazionale di Carrasco. Lo scalo, il più importante del Paese, si trova a pochi km dalla capitale Montevideo e serve tutta la sua area metropolitana. Opera voli nazionali e internazionali, collegando il Sud America, l’America Centrale, il Nord America e l’Europa. Le nuove rotte eseguite dalla SUA dovrebbero partire entro il 2024, e probabilmente già durante la prossima estate.

La flotta e le prime rotte

Secondo AvionRevue, la compagnia aerea potrebbe ricevere le certificazioni per i suoi aeromobili entro 4/6 mesi, dopo i quali potrà avviare le operazioni. La sua flotta sarà interamente composta da Airbus, anche se non è ancora stato annunciato quale sarà il modello di velivolo con cui volerà. Secondo i piani della Sociedad Uruguaya de Aviación, nei prossimi 18 mesi dovrebbero essere introdotti i primi 6 aerei. In seguito la flotta dovrebbe crescere, sino ad arrivare ad un totale di 18 aerei entro 3 anni. Una grande occasione per risollevare l’economia del Paese, dal momento che si stima la creazione di ben 300 posti di lavoro diretti e circa 1.500 posti di lavoro indiretti.

Quali rotte eseguirà la nuova compagnia aerea di bandiera dell’Uruguay? I primi collegamenti confermati sono quello principale tra Montevideo e Buenos Aires, nonché ulteriori voli con città in Argentina, Brasile e Paraguay. L’obiettivo dell’azienda è quello di migliorare le rotte aeree per favorire l’arrivo di turisti nel Paese. L’aeroporto internazionale di Carrasco, negli ultimi anni, ha segnato numeri in continua crescita: lo scorso gennaio ha registrato il suo record storico, con oltre 201mila passeggeri – superando così il precedente primato del 2012, quando nello scalo erano transitati ben 197mila viaggiatori.

La Sociedad Uruguaya de Aviación, come annunciato da Rama, è anche in trattativa con Airbus per stabilire nel Paese il primo centro operativo e di manutenzione per l’America Latina, che prevede l’installazione di un simulatore di volo completo, per l’addestramento – entro un periodo di 5 anni – di piloti nella regione. Si spera così di invertire il fenomeno della fuga di professionisti dall’industria aeronautica, un problema che affligge l’Uruguay da tempo.

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A piedi tra le Ande: è questo il trekking più bello del mondo

Camminare nella natura e ammirare splendidi paesaggi è sempre un’avventura meravigliosa, un’esperienza che ci riavvicina alle radici della terra e ci permette di connetterci con la bellezza selvaggia del nostro pianeta.

Ma c’è un viaggio che va fatto almeno una volta nella vita, un percorso che tocca il cuore e l’anima con la sua grandiosità e la sua purezza. È il circuito della Cordillera Huayhuash, un gioiello nascosto nelle imponenti Ande del Perù.

In questo paradiso terrestre, ci troviamo immersi in scenari andini di straordinaria bellezza, in cui le vette delle montagne si ergono maestose, vigilando silenziose sulle meraviglie che si svelano ad ogni passo. Le cime, coperte di neve e ghiaccio, risplendono sotto la luce del sole, mentre i laghi di montagna riflettono la loro limpida e cristallina bellezza. Ciò che conferisce a questo trekking un carattere veramente unico è la sensazione di essere completamente immersi in uno scenario eccezionale, in cui il passare del tempo sembra essersi fermato e la modernità è solo un lontano ricordo.

Un’avventura epica tra le vette delle Ande peruviane

Cordillera Huayhuash

Fonte: iStock

Cordillera Huayhuash, Ande Peruviane

Nella zona centro-occidentale del Perù, poco a sud della più famosa Cordillera Blanca, si estende un regno di meraviglia e mistero: la Cordillera Huayhuash. Questa catena montuosa, spesso trascurata dal turismo di massa, è un gioiello nascosto che attende di essere scoperto da coloro che vogliono vivere un’avventura unica e indimenticabile.

Una zona selvaggia e remota, priva di punti di appoggio lungo il percorso. Le tappe all’interno di questa catena montuosa possono risultare lunghe e impegnative ma, lo assicuriamo, la ricompensa è straordinaria. Mentre ci si avventura in queste terre incontaminate, ci si trova circondati da paesaggi spettacolari, caratterizzati da dislivelli moderati che permettono di apprezzare appieno la bellezza naturale di questa regione.

A oltre 6000 metri sul livello del mare, ci si sente veramente in cima al mondo. Le sei vette principali della Cordillera Huayhuash sembrano letteralmente toccare le nuvole, e camminare tra di esse è un’esperienza che rimane impressa nell’anima. In particolare, la montagna Yerupajá rappresenta la sfida più ardua, e al contempo avvincente, per ogni scalatore. Un’autentica epopea che mette alla prova la determinazione e la forza di chi si avventura sulle sue spettacolari pendici. Con la sua mole imponente e le condizioni climatiche imprevedibili, questa montagna sfida i limiti umani, trasformando ogni salita in una vera e propria battaglia contro la natura stessa. Ma non è l’unico gioiello di questa regione.

La Siula Grande e il Rondoy, con le loro pareti maestose e il loro magnetismo selvaggio, non sono da meno. Queste vette, infatti, sfidano letteralmente il cielo, un richiamo irresistibile per gli animi più impavidi e avventurosi.

Cordillera Huayhuash: alla scoperta delle meraviglie andine

Questi percorso ad anello, che dura circa 10 giorni, ti porterà in un viaggio attraverso panorami mozzafiato, mettendo alla prova la tua resistenza e il tuo coraggio. L’itinerario si snoda per circa 115/120 chilometri attraverso montagne imponenti, valli remote e laghi cristallini. Ogni giorno ti attende una camminata di 6-8 ore, un impegno fisico notevole ma incredibilmente gratificante.

Le temperature, in questo angolo remoto delle Ande, possono raggiungere persino i -15 gradi durante le notti più fredde. Questo significa che dovrai essere ben preparato, indossare un abbigliamento adatto ed essere equipaggiato con un sacco a pelo che ti protegga dal gelo. Eppure, la sensazione di dover affrontare la natura selvaggia e indomabile delle Ande ti farà sentire vivo come mai prima d’ora. Ogni passo ti condurrà alla scoperta di valli remote, dove potrai fare incontri unici con la fauna selvatica locale. Sarai testimone di tramonti che dipingono il cielo con colori indescrivibili e di notti stellate così luminose da lasciarti senza parole.

Cordillera Huayhuash

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Cordillera Huayhuash, Ande Peruviane
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In Perù esiste la città misteriosa degli Inca e non è Machu Picchu

Immagina un Paese dove la storia antica si fonde con la bellezza selvaggia della natura, creando un mosaico di panorami mozzafiato e misteri affascinanti. Questo è il Perù, un tesoro nascosto disseminato di siti archeologici che narrano storie di una cultura millenaria, ricca di leggende e misteri.

Con la sua maestosità incastonata tra le vette delle Ande, l’attrazione che affascina la maggior parte dei visitatori è senza dubbio Machu Picchu. Ma il Perù nasconde molte altre meraviglie che vale la pena esplorare. Oggi ti porteremo alla scoperta di un luogo straordinario e poco conosciuto: Waqra Pukará, un enorme sito Inca a forma di corno che si erge sopra il Canyon Apurimac, offrendo uno spettacolo che toglie il fiato.

Preparati a lasciarti avvolgere dall’emozione di scoprire questo luogo magico, dove potrai toccare con mano la grandezza di una civiltà perduta nel tempo.

Waqra Pukará: il tesoro nascosto dell’antica civiltà Inca

Rio Apurimac

Fonte: iStock

Rio Apurimac, Perù

Nel cuore del Perù, dove le maestose montagne toccano il cielo e la storia si fonde con la leggenda, sorge Waqra Pukará, un luogo avvolto da un’atmosfera unica e affascinante. Questa antica fortezza Inca, avvolta da un velo di mistero, si trova nascosta nella provincia di Acomayo, emergendo lentamente dalle ombre dell’oblio per svelare al mondo la sua maestosa bellezza.

Il suo nome, che risuona con l’eco delle antiche lingue Quechua, significa “fortezza cornuta“, un omaggio alla sua struttura unica che si erge come un paio di corna sopra il fiume Apurímac.

Raggiungere Waqra Pukará è un’avventura davvero straordinaria, che si rivela solo a coloro che hanno il coraggio di sfidarla. Da Cusco, esistono tour specializzati che offrono emozionanti escursioni: trekking avventurosi lungo sentieri inesplorati, emozionanti cavalcate attraverso terreni selvaggi e incredibili discese sulle rapide bianche del fiume. Ogni passo avvicina i viaggiatori a un mondo magico e affascinante, sospeso nel tempo e nello spazio.

Durante l’epoca Inca, questo sito era un luogo di grande importanza nel contesto della visione del mondo andino. Le sue strutture, ancora intatte, narrano un passato ricco di mistero e spiritualità. Ogni pietra, ogni sentiero, ogni parete della fortezza ci raccontano storie affascinanti di una civiltà che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia dell’umanità, un percorso che risveglia il senso di meraviglia per le innumerevoli bellezze del nostro pianeta.

Waqra Pukará: il sacro santuario degli Inca

Seguendo il sentiero verso Waqra Pukara, ti troverai immerso nella meraviglia della flora e fauna del Perù. I maestosi condor, sovrani dei cieli andini, sorvoleranno sopra di te, con i loro voli eleganti che catturano l’essenza del selvaggio e dell’inesplorato.

Sarai affascinato dalla vastità dei cactus, un mare di verde intenso che si estende all’orizzonte, interrotto solo dalle formazioni rocciose che emergono dal paesaggio, come sculture create dalle mani di Madre Natura.

Quest’antica fortezza, considerata sacra, continua a risuonare con la spiritualità dei popoli Inca. Le maestose porte trapezoidali con tripli stipiti testimoniano l’enorme importanza di questo luogo: dettagli riservati ai luoghi più venerati, dove cerimonie e pellegrinaggi erano molto frequenti.

Ma Waqra Pukará non era solo un luogo di culto. Era anche una tappa fondamentale del Qhapaq Ñan, o Cammino Inca, un sistema di strade che collegava l’intero impero. Questa vasta rete si estendeva dalle terre del nord della Colombia fino alle estreme punte del sud dell’Argentina, attraversando culture e paesaggi differenti. Un punto di incontro cruciale, un luogo dove i viaggiatori potevano trovare rifugio, meditare e connettersi con il divino prima di intraprendere il lungo viaggio attraverso il continente.

donne peruviane

Fonte: iStock

Rio Apurimac, Perù
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Salinas de Maras, il capolavoro cristallizzato nella Valle Sacra degli Incas

Il Perù, terra di meraviglie e misteri, è un autentico tesoro incastonato nel cuore dell’America del Sud. Attraverso la sua cultura millenaria, si rivela come un luogo dove il passato convive con il presente, dove antiche civiltà hanno lasciato indelebili tracce sia sul paesaggio, sia sulle persone che lo abitano. I suoi panorami imperdibili spaziano dalle vette imbiancate delle Ande alle giungle lussureggianti dell’Amazzonia, fino alle coste sabbiose che si affacciano sul Pacifico.

Ma una delle località che vale la pena visitare almeno una volta nella vita è la Valle Sacra degli Incas, un luogo che sembra sospeso nel tempo. Qui, tra le montagne verdi e rigogliose, sorgono le rovine di un tempo lontano, testimonianza della grandezza dell’Impero Inca. Questa valle era considerata sacra per la sua terra fertile e per i fiumi che la attraversano, fornendo vita e sostentamento.

Qui, esiste un luogo davvero affascinante e molto gettonato: le Salinas de Maras, antiche saline risalenti all’epoca preincaica, che formano un intricato labirinto di vasche scavate sul pendio di una collina. Un esempio straordinario dell’ingegno umano che si fonde in modo perfetto con la bellezza naturale circostante. Visitare questi luoghi è un’esperienza indimenticabile, un momento di pura meraviglia nel cuore della Valle Sacra.

Le Salinas de Maras: un capolavoro archeologico nella Valle Sacra degli Incas

Le Salinas de Maras, situate nella provincia di Urubamba a soli 45 km dall’antica capitale Inca di Cusco, sono senza dubbio una delle meraviglie più attraenti della Valle Sacra. Queste saline, le più alte del mondo, sono un vero spettacolo per gli occhi.

I terrazzamenti di sale risplendono sotto il sole, creando un meraviglioso mosaico di colori che vanno dal bianco al rosa. La loro bellezza è amplificata dalla posizione in cui si trovano, incastonate nelle pendici di una montagna, che le fanno sembrare quasi un’opera d’arte naturale. Ma oltre al fascino che emanano, sono anche un incredibile esempio delle capacità Inca, dimostrando la profonda conoscenza che l’antica civiltà aveva del proprio ambiente e delle risorse.

Circa 3000 pozze si estendono sulle pendici del Cerro di Qaqawiñay, creando una cascata di sale che regala un incredibile paesaggio lunare. Il candore salino si sposa perfettamente con le tonalità rosa, ocra e terrose della montagna, dando vita a riflessi cangianti che si trasformano a seconda della luce e del movimento del sole.

Le piscine sono alimentate da un piccolo torrente sotterraneo, ricco di acqua altamente salata. Questa viene indirizzata attraverso un intricato sistema di canali che la distribuisce ai laghetti a terrazzo sparsi sul versante dell’altura, ognuno con una superficie di circa 4-5 metri quadrati e una profondità di quasi 30 cm. Queste pozze sono gestite principalmente dalle famiglie locali, che hanno ereditato quest’antica pratica dai loro antenati. Con grande cura e dedizione, mantengono vivo l’antico mestiere dell’estrazione del sale, contribuendo a preservare sia la bellezza naturale, sia la ricchezza culturale di questo luogo unico.

Il sale rosa: la preziosa ricchezza delle Salinas de Maras

Qui, inoltre, è possibile trovare una risorsa naturale senza pari: il sale rosa. Questa varietà non è come le altre. Il suo colore distintivo deriva dalla presenza di elementi naturali nell’acqua da cui viene estratto, tra cui magnesio, calcio, potassio e silicio.

Questa combinazione unica conferisce al sale non solo il suo colore caratteristico, ma anche una serie di proprietà benefiche per la salute. Infatti, è rinomato in tutto il mondo per la sua qualità e rarità, poiché solo quattro luoghi nel mondo possono vantare tale ricchezza e Maras è uno di questi.

Secondo un’antica leggenda, il sale non è altro che il risultato delle lacrime versate da Ayar Cachi, uno dei fratelli di Ayar Manco, il fondatore dell’Impero Inca e della città di Cusco. Tormentato dal dolore e dalla disperazione di non essere riuscito a fondare l’impero come suo fratello, avrebbe versato lacrime così abbondanti da formare le saline.

Oggi, le Salinas appartengono agli abitanti della zona. Il sale naturale estratto dalle saline è utilizzato sia per il consumo locale, sia per l’esportazione. Grazie alla sua qualità, è diventato un prodotto gastronomico d’eccellenza, richiesto e apprezzato in molti Paesi del mondo.

Saline di Maras

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Saline di Maras, Perù
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Il fiume rosso porpora che attraversa le montagne del Perù

Potrebbe fare un po’ impressione, è vero: vedere scorrere un fiume rosso è un’esperienza abbastanza particolare, specie considerando che tendiamo ad associare questo colore al sangue. Invece, il Palquella Pucamayu non è altro che un meraviglioso capolavoro della natura, che nulla ha a che fare né con eventuali immagini violente né con chissà quale strano tipo di piaga o magia. E in realtà, dal vivo si ha la sensazione di assistere a uno spettacolo ultraterreno.

Il Palquella Pucamayu e il suo colore

Il fiume, che si trova a Cusco, in Perù, nell’ultimo anno ha cominciato a spopolare sui social media ed è per questo che sempre più persone si sono chieste a cosa sia dovuto il suo particolare colore. Innanzitutto, occorre precisare che questo corso d’acqua diventa rosso per circa 5 chilometri, prima di combinarsi con altri torrenti, ruscelli e fiumi e diluirsi, passando da toni scarlatti a toni rosa pastello, prima di perdere completamente questa tonalità.

Dettaglio delle acque del fiume Palquella Pucamayu in Perù

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Dettaglio delle acque del fiume Palquella Pucamayu in Perù

Tutto ciò succede per una serie di fattori: il deflusso della pioggia dalla vicina Palcoyo Rainbow Mountain, già di per se caratterizzata da una serie di argille dalle tonalità intense, la stratificazione delle rocce che portano dalla montagna al fiume, che prevedono una serie di minerali di colori vibranti e, infine, la presenza di arenaria rossa ricca di ossido di ferro sul letto del fiume. L’intensità del colore dipende anche dalla quantità di precipitazioni: più acqua cadrà dal cielo, più il risultato sarà sfumato.

Un fiume che cambia colore

Dato che comunque a giocare il ruolo decisivo nel colore del fiume è la pioggia, è corretto dire che il Fiume Rosso del Perù è visibile solo durante i mesi della stagione delle piogge. Durante il resto dell’anno il livello dell’acqua è molto più basso e non ci sono particolari apporti provenienti dalla Palcoyo Rainbow Mountain. Ciò significa che il fiume cambia colore in base alla stagione, ma se state pensando di trovarlo limpido e trasparente, vi sbagliate.

Il colpo d’occhio del Palquella Pucamayu quando non è rosso è un po’ deludente: ha un colore marrone intenso, e l’acqua è fangosa e limacciosa, sempre per via della forte presenza di argille e terriccio che si mescolano con l’acqua. La buona notizia è che la stagione delle piogge in Perù è abbastanza lunga: va da aprile a dicembre e vengono organizzate molte visite guidate, cui è possibile unirsi in tutta sicurezza e tranquillità.

Come visitare il Fiume Rosso

Dunque, se state pianificando una vacanza in Perù durante il periodo indicato vorrete sicuramente sapere come osservare il fiume durante la sua fase rossa. Bene, allora dovete sapere che questo corso d’acqua si trova precisamente nella provincia di Canchis e che il modo migliore per raggiungerlo è fare tappa nella già citata città di Cusco. Il Palquella Pucamayu si trova infatti a circa tre ore dalla città e proprio da lì partono diverse escursioni, che per altro permettono anche di raggiungere la cima della Palcoyo Rainbow Mountain.

Fiume Palquella Pucamayu, Perù

Fonte: iStock

Scorcio del paesaggio del fiume Palquella Pucamayu

Da questa posizione privilegiata è possibile ammirare il fiume mentre attraversa i prati verdi che caratterizzano l’area. Naturalmente, insieme alle guide, ci si può anche avvicinare al fiume per scattare qualche foto. Se avete in mente di cimentarvi nell’impresa, non dimenticate di indossare l’abbigliamento adeguato: giacche impermeabili, felpe pesanti per via del fresco e scarpe da trekking.

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In questa città puoi cenare nel ristorante migliore del mondo

Al primo posto della celebre classifica The World’s 50 Best Restaurants c’è un locale che si trova in America Latina. Ed è a Lima, in Perù, quindi che puoi cenare nel migliore ristorante al mondo. Si tratta del Central che, nell’edizione 2023 del riconoscimento, si trova sul tetto del mondo.

Un’occasione, ghiotta ci viene da dire, per programmare una vacanza nel paese sudamericano e unire la cucina d’eccellenza alle bellezze di una terra tutta da esplorare. Tutto quello che c’è da sapere sul ristorante migliore al mondo e sulla città che lo ospita per una vacanza che coinvolge gusto, sguardo ed emozioni.

Central: il ristorante migliore al mondo si trova a Lima in Perù

Quando si viaggia lo si fa per esplorare, per conoscere il mondo, per aggiungere esperienze al proprio bagaglio. Lo si fa con gli occhi: osservando le meraviglie che ci accolgono in ogni angolo del globo terrestre. Lo si fa con il cuore, accumulando emozioni che restano indelebili. E lo si fa con i sensi, sperimentando nuovi gusti e sensazioni. Come quelle culinarie, che sono senza dubbio tra le più apprezzate.

Ecco che, se si programma una vacanza a Lima in Perù, non ci si può far sfuggire l’occasione di provare a cenare nel migliore ristorante al mondo, almeno secondo quanto stabilito da The World’s 50 Best Restaurants, classifica che ogni anno – dal 2002 – viene stilata dal mensile inglese Restaurant coinvolgendo, tramite sondaggio, chef, ristoratori e critici internazionali.

Il ristorante ha aperto nel 2008, lo chef è chef Virgilio Martínez che lavora con la moglie Pía León (responsabile di un altro locale in classifica, ovvero il Kjolle in 28esima posizione). L’obiettivo, riuscito, era quello di far conoscere tecniche e ingredienti autoctoni, sempre nel rispetto delle stagioni.

Del resto, lo ha detto anche William Drew, direttore dei contenuti di The World’s 50 Best Restaurants: “Virgilio Martinez, Pía León e tutta la squadra del Central hanno aperto la strada alla valorizzazione degli ingredienti autoctoni attraverso i loro piatti innovativi e alla loro maestria nell’arte dell’accoglienza. Il loro impegno nella ricerca, nel rispetto del patrimonio nazionale e nella promozione della biodiversità unica del Perù non ha eguali”.

I prezzi variano: come riporta Scatti di Gusto vengono proposti diversi menù degustazione da tante portate: da quelli più costosi (che pare si aggirino introno ai 300 euro) ad altri che hanno un costo di circa 260 euro. Si tratta di un’esperienza che riesce a coinvolgere tutti i sensi e che permette di conoscere un po’ meglio le tipicità del Perù.

Il secondo piano del ristorante Central a Lima, in una foto datata 2013

Fonte: Getty Images – Crediti foto: Cris Bouroncle/AFP

Il secondo piano del ristorante Central a Lima, in uno scatto del 2013

Lima, cosa vedere nella città peruviana

Oltre al cibo, Lima offre tantissime cose da vedere ed esperienze da vivere. Intanto è bene ricordare che il centro storico della città sudamericana è Patrimonio dell’Umanità Unesco: quindi, a ogni angolo regala scorci indimenticabili.

Poi vale la pena ammirare Plaza de Armas e inserire nelle tappe da non perdere anche la Cattedrale di San Giovanni Apostolo Evangelista, la cui prima realizzazione è datata 1535. Tra i distretti da non perdere ci sono il Miraflowers, dove si trova anche il Central, e il Barranco ricco di locali notturni. E ancora il Parco dell’amore con la scultura Il Bacio di Víctor Delfín e la sua vista impareggiabile, il Museo Larco in cui ammirare l’arte precolombiana e l’Huaca Pucllana, la grande e antica piramide che si triva distretto di Miraflores.