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San Siro e stadi delle Olimpiadi, come sono fatti quelli che vincono i premi di design più prestigiosi

In Italia abbiamo stadi leggendari come San Siro a Milano (venduto recentemente a Inter e Milan), Juventus Stadium a Torino e Olimpico a Roma, veri templi del calcio e dello sport. Ma quando si parla di architettura d’avanguardia e design premiato a livello mondiale, il podio si sposta fuori dai confini del Belpaese. Nessuno di questi simboli italiani è infatti riuscito a conquistare un posto tra i vincitori del Prix Versailles 2025, il riconoscimento internazionale che celebra le strutture sportive più belle e innovative del pianeta.

Dalla Germania al Giappone, passando per gli Stati Uniti e la Cina, gli stadi premiati mostrano come lo sport possa fondersi con arte, tecnologia e sostenibilità, trasformando un’arena in un’esperienza urbana e sociale che mantiene un equilibrio perfetto tra benessere, condivisione ed eccellenza. Ecco i sei stadi più belli del mondo: capolavori di architettura contemporanea capaci di ospitare una grande varietà di eventi e che scrivono il futuro dei luoghi sportivi (anche quelli delle prossime Olimpiadi).

SAP Garden Munich, Germania

Un enorme edificio di 62.500 metri quadrati perfettamente integrato con il paesaggio grazie al suo tetto ricoperto di giardini è la struttura ambiziosa del SAP Garden di Monaco di Baviera, in Germania. Progettato dallo studio 3XN, è la casa dell’EHC Red Bull München (hockey su ghiaccio) e del Bayern Monaco (basket). L’arena principale ospita fino a 10.700 spettatori per l’hockey e 11.500 per il basket, grazie a tribune mobili regolabili che garantiscono una visuale perfetta da ogni angolazione.

Lo spettacolo sportivo si unisce a quello delle luci e dei media digitali che trasformano l’atmosfera e non mancano aree VIP, un ristorante, negozi, uffici, sale conferenze e una terrazza panoramica aperta al pubblico, visitabile anche in assenza di eventi sportivi. Un modello di architettura sostenibile, in cui estetica ed efficienza si fondono.

Le Colisée, Francia

A 13 minuti a piedi dall’iconica cattedrale di Chartres, nel cuore della città francese, sorge il nuovo spazio polifunzionale dedicato allo sport e alla cultura premiato ai Prix Versailles per la sua integrazione con il paesaggio e il recupero attento di un’ex area ferroviaria abbandonata. Progettato dallo studio Groupe-6 architectes, questo “colosseo” richiama il suo omonimo di Roma e la sala principale di forma ellittica ricorda i teatri dell’antichità.

Collegata direttamente alla stazione ferroviaria tramite una passerella pedonale, l’arena seminterrata segue la pendenza naturale del terreno, mentre il giardino pensile e la promenade sul tetto, arricchita da piante e spazi verdi, formano un nuovo spazio pubblico che accoglie residenti e visitatori.

Kagawa Prefectural Arena, Giappone

Affacciata sul Mare Interno di Seto, nei pressi della stazione ferroviaria e del terminal dei traghetti di Takamatsu, la Kagawa Prefectural Arena (nota anche come Anabuki Arena Kagawa), in Giappone, comprende tre palazzetti distinti, ognuno con proporzioni specifiche per discipline che spaziano dal basket alle arti marziali.

Progettata dallo studio SANAA, questa struttura moderna unisce sotto un unico tetto ondulato gli spazi della piazza, del parco e del porto, riconnettendo la città al mare. Le palestre sono senza muri e le tribune fungono da confine, mentre ampie vetrate panoramiche permettono alla luce naturale di inondare l’edificio da ogni lato.

Caesars Superdome, USA

Non è nata negli ultimi anni, ma questa struttura, rinnovata dopo i gravi danni subiti dall’uragano Katrina nel 2005, è tornata a risplendere e si guadagna un posto tra gli stadi più belli del mondo. Il Caesars Superdome di New Orleans, la “cattedrale” dei Saints, sorge a breve distanza dal fiume Mississippi ed è uno dei primi stadi coperti del football americano. Non ha perso il suo record: detiene ancora il primato di più grande struttura a cupola fissa del mondo.

Inserito nel Registro Nazionale dei Luoghi Storici nel 2016, è stato ristrutturato dallo studio Trahan Architects, con l’obiettivo di prolungare la vita del complesso, ormai cinquantennale. Le novità inserite? Tre nuovi ingressi con atrio luminoso e accogliente; spazio interno ampliato; rivestimento di alluminio anodizzato con un nuovo design che richiama la forma scultorea dorata iconica dell’esterno del Superdome.

Uno stadio dall’aspetto più moderno e accessibile, dove innovazione e conservazione del patrimonio storico mantengono un perfetto equilibrio.

Xi’an International Football Centre, Cina

Lo stadio e i campi di allenamento del Centro Internazionale di Calcio di Xi’an, situato a Fengdong, porta la firma di Zaha Hadid Architects (che hanno progettato anche una delle stazioni più belle del mondo). Dentro alla struttura a forma di sella, un’arena ultramoderna accoglie fino a 60.000 spettatori.

Non solo sport: questo centro rappresenta anche un nuovo spazio pubblico, con terrazze ombreggiate con vista sulla città e sui monti Qin, aree per il tempo libero e attività di ristorazione aperte ogni giorno sia per i residenti che per i visitatori.

Particolare attenzione è stata posta alla mitigazione dei venti freddi che provengono da nord, dalle linee sinuose dello stadio al materiale traslucido che protegge gli spettatori dalle intemperie e dalla luce diretta del sole, lasciando comunque filtrare la massima quantità di luce naturale.

Intuit Dome, USA

La nuova casa dei Los Angeles Clippers, a Inglewood, sembra una palla da basket che entra nel canestro. Si chiama Intuit Dome e ha un’architettura spettacolare progettata da AECOM.

Costruita in vista delle Olimpiadi e Paralimpiadi estive del 2028, questa imponente struttura dedicata al basket promette un’esperienza immersiva a tutti visitatori, sia grazie al design degli interni sia grazie a murales e sculture di artisti locali di Los Angeles, oltre a diverse opzioni di intrattenimento tecnologico.

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Canada Nord America Notizie Viaggi

Ritrovati i gioielli perduti di Sissi (ma manca la sua corona)

Un mistero lungo un secolo torna finalmente alla luce: i leggendari gioielli di Sissi, la popolare e amata imperatrice, sono stati ritrovati in Canada dopo oltre cento anni. Custoditi in un caveau segreto, accanto al celebre diamante giallo Florentiner, erano scomparsi dal 1921 e si temeva fossero stati rubati.

Il ritrovamento riaccende il fascino intramontabile della principessa Elisabetta di Baviera, simbolo di grazia, fascino, libertà e malinconia romantica. Ma tra i preziosi manca un pezzo fondamentale: la corona di diamanti di Sissi, il gioiello più iconico dell’imperatrice.

Ritrovamento del tesoro degli Asburgo

A rivelare la straordinaria scoperta è stato Carlo d’Asburgo, nipote dell’ultimo imperatore d’Austria Carlo I. Il tesoro, composto da gioielli appartenuti alla famiglia Asburgo e da oggetti personali di Sissi, è stato ritrovato in una cassetta di sicurezza in Canada, dove era stato custodito per oltre un secolo.

Tra i pezzi ritrovati spicca il diamante giallo Florentiner – famoso anche con il nome di “Il Fiorentino” – una gemma da oltre 137 carati considerata tra le più belle mai giunte in Europa dall’Asia.

Il viaggio di questi gioielli racconta una pagina di storia affascinante. Nel novembre 1918, quando l’imperatore Carlo I capì che l’Impero austro-ungarico era giunto al capolinea, fece trasferire il tesoro di famiglia dalla Hofburg di Vienna alla Svizzera. Da lì, però, le tracce si persero nel 1921, quando il sovrano tentò invano di riconquistare almeno il trono d’Ungheria.

Si ipotizzò persino che avesse impegnato i gioielli per finanziare la sua impresa. Negli anni Trenta, la ferma opposizione degli Asburgo al nazismo li costrinse a un nuovo esilio: prima in Francia, poi in Spagna e infine in Canada, dove il tesoro trovò rifugio.

Per volere dell’ex imperatrice Zita di Borbone-Parma, nata in Italia e moglie di Carlo, il segreto dei gioielli doveva assolutamente restare tale per almeno cento anni dopo la morte del marito. Quindi solo nel 2022 – quando Karl Habsburg ne venne infatti a conoscenza.

Sissi continua a incantare il mondo

Il ritrovamento riporta i riflettori su Sissi, la principessa ribelle che continua a far sognare turisti e appassionati di storia. I suoi gioielli perduti incarnano lo splendore della corte viennese e il gusto raffinato di un’imperatrice che amava l’eleganza, ma rifiutava le convenzioni del suo tempo.

La notizia ha riacceso l’interesse per la figura di Sissi e per i luoghi a lei legati: Vienna, con la splendida Hofburg e il palazzo di Schönbrunn, è tornata a essere una meta di pellegrinaggio romantico per tutti quelli che desiderano rivivere il mito della “principessa triste”.

sissi-ritratto

Getty Images

Il celebre ritratto di Elisabetta di Baviera detta Sissi realizzato da Franz Xaver Winterhalter ospitato all’Hofburg di Vienna

Manca però la corona di Sissi, il gioiello più prezioso e misterioso della collezione. Ciononostante, il resto del tesoro, autenticato – da Christoph Koechert, la cui famiglia ha servito gli Asburgo come gioiellieri di corte – e documentato – alcune foto sono finite sul New York Times – potrebbe presto essere esposto in una mostra inizialmente in Canada – per ringraziare il Paese – prima di un possibile ritorno in Europa.

Un evento che non solo celebra un ritrovamento storico, ma anche la leggenda immortale di Sissi, l’imperatrice anticonformista Elisabetta d’Austria, la donna la cui vita fu segnata da una profonda tristezza e inquietudine.

Ritrovato il tesoro degli Asburgo ma manca la corona di Sissi

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Palazzo Schonbrunn, Vienna
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Mackinac Island, l’isola proibita alle auto dove si viaggia in carrozza come nell’Ottocento

Esiste un’isola in cui le auto sono bandite e lungo le strade passeggiano 600 cavalli che trainano carrozze e le persone si spostano in sella a tantissime biciclette. Un luogo che trasporta i visitatori in un mondo quasi ottocentesco, che sembra fermo all’attimo precedente all’invenzione delle prime automobili.

In effetti è proprio così: nella splendida Mackinac Island, nel cuore dello stato del Michigan (Stati Uniti) i mezzi a motore sono banditi dal 1900. Un “paradosso” se si pensa che lo Stato custodisce la “capitale mondiale dell’automobile”, ovvero Detroit.

L’incredibile isola di Mackinac con 600 cavalli e nessun veicolo

Passeggiare per le vie di Mackinac Island è come fare un vero tuffo nel passato, quando la vita scorreva più lenta, riscoprendo il piacere del contatto con le persone, con la natura e gli animali.

C’è un cavallo per ogni persona, in quest’isola di 3,8 km² dal fascino antico che sorge a cavallo tra due laghi: il Lago Huron e il Lago Michigan. Una posizione strategica per le comunità indigene che la abitavano, ottima per la caccia e la pesca. Furono proprio loro a dare il nome originario di questo pezzo di terra tanto prezioso: le sue scogliere calcaree e le foreste verdeggianti sembravano una enorme tartaruga che emergeva dall’acqua, e così la chiamarono Michilimackinac, ovvero “luogo della grande tartaruga” in lingua Anishinaabemowin. Negli anni venne abbreviato fino alla sua forma attuale.

Il cavallo qui è il re: soprattutto durante la bella stagione, questi animali vengono utilizzati per qualsiasi tipo di attività, dalla raccolta dei rifiuti alle consegne postali. Uno stile di vita d’altri tempi che piace agli abitanti, che si spostano abitualmente a piedi, in bicicletta o in uno speciale taxi trainato da cavalli.

Il motivo per cui le auto sono bandite? In realtà, alcune auto vennero introdotte nell’isola, ma secondo la tradizione locale, quando una di queste (nel 1898) spaventò i cavalli vicini a causa di un ritorno di fiamma, le autorità del villaggio proibirono i motori a combustione interna. Presero talmente sul serio la salvaguardia degli animali che tale misura venne estesa al resto dell’isola due anni dopo. Da allora, la gente del posto ha dimenticato completamente le auto a favore di biciclette e cavalli.

Biciclette a Mackinac Island

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Tantissime biciclette a Mackinac Island

Le meraviglie di Mackinac Island

Le sorprese che riserva quest’angolo di mondo ottocentesco, circondato da acque turchesi, non finiscono qui: l’80% della superficie è ​​costituita dallo spettacolare Mackinac Island State Park, dove ci si può immergere nella foresta secolare e ammirare imponenti rocce calcaree come l’Arch Rock, uno dei luoghi più iconici e mozzafiato dell’isola di Mackinac. Questo imponente arco naturale di calcare largo 15 metri si erge per circa 45 metri sopra il Lago Huron, offrendo viste mozzafiato sulla costa e sulla foresta circostante.

Da non perdere anche il Fort Mackinac, castello fondato dai britannici durante la Rivoluzione americana, e lo storico Grand Hotel risalente alla Gilded Age dell’America industriale, che vanta il portico più lungo del mondo (e si è candidato come location della quarta stagione di The White Lotus).

Vista panoramica su Mackinac Island, in Michigan

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Vista panoramica su Mackinac Island

Anche l’autostrada di 8,5 miglia trasformata in pista ciclabile è un’ottima escursione da fare in questa terra sospesa nel tempo: si trova a nord del villaggio e permette di raggiungere tranquille spiagge di ciottoli e rigogliosi boschi. Per i turisti, a disposizione, ci sono ben 1.500 biciclette a noleggio.

Altre chicche? Una partita a golf in uno dei due campi dell’isola, una visita al Mackinac Island Native American Museum, nella Biddle House, con ricche testimonianze delle comunità indigene, e infine una pausa golosa assaporando i tradizionali fudge al cioccolato. Se si viaggia qui a giugno, inoltre, l’isola si riempie di colori e profumi per 10 giorni grazie al Festival dei Lillà.

Dove si trova e come arrivare

Mackinac Island sorge sulla confluenza dei fiumi Huron e Michigan (nello stato del Michigan), a circa 500 km a nord di Detroit. Si raggiunge facilmente, in circa 20 minuti, a bordo di un traghetto che parte da Mackinaw City o da St. Ignace, sulla Penisola Superiore del Michigan.

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Luoghi da film Nebraska Nord America Viaggi

Springsteen – Liberami dal Nulla: tutte le location del film sul Boss con Jeremy Allen White

Springsteen – Liberami dal Nulla è il nuovo film di Scott Cooper dedicato alla genesi di Nebraska, l’iconico album del 1982 di Bruce Springsteen. Protagonista assoluto è Jeremy Allen White, star della serie The Bear, che veste i panni della giovane icona musicale.

Adattamento del libro di Warren Zanes Deliver Me From Nowhere: The Making of Bruce Springsteen’s Nebraska, questo film che si discosta dal tradizionale biopic, ritrova nel cast anche Jeremy Strong, noto per Succession, nei panni di Jon Landau, il manager storico di Springsteen. E Stephen Graham dà il volto al padre di Bruce, Douglas “Dutch” Springsteen.

Springsteen – Liberami dal Nulla non è solo un viaggio dietro le quinte di un album rivoluzionario, ma anche un ritratto intimo e potente di un artista in una fase cruciale della sua carriera e, forse, anche della sua vita.

Springsteen film

Ufficio stampa 20th Century Fox

Jeremy Allen White in Springsteen

Di cosa parla

Autunno del 1981. Bruce Springsteen ha 31 anni ed è all’apice della sua carriera. Ha appena terminato il trionfale tour mondiale di The River, un doppio album che ha riempito arene e classifiche, e l’etichetta discografica, ovviamente, scalpita: vogliono nuovi successi, nuovi inni da mandare in radio.

Ma Springsteen, invece di tornare in studio, fa qualcosa di inatteso: sparisce. Semplicemente, si ritira. Lascia la frenesia del successo alle spalle e si rifugia a Colts Neck, una piccola cittadina tranquilla a pochi chilometri da Freehold, il luogo dove è cresciuto. Cerca sollievo, silenzio, e forse anche sé stesso. Si circonda degli amici di un tempo, prova a respirare aria familiare, ma dentro di lui qualcosa si è incrinato.

È in questo spazio di silenzio e disconnessione che nasce Nebraska, uno degli album più radicali e sorprendenti del rock americano. Nessun arrangiamento, nessuna band. Solo una chitarra, un microfono e una voce — spesso sul punto di rompersi. Le canzoni che Springsteen registra nel soggiorno della sua casa sembrano arrivare da un altro mondo: quello della disperazione silenziosa, della violenza senza gloria, dell’America invisibile.

Dove è stato girato

Le riprese di Springsteen: Liberami dal Nulla hanno avuto inizio il 28 ottobre 2024, principalmente nel New Jersey e dintorni, come Montclair e il Jersey Shore, e location aggiuntive a New York City, Memphis e Los Angeles.

Le riprese si sono svolte il più possibile in location reali, con scene girate sul vero pontile e nella convention hall di Asbury Park. Nel locale per concerti The Stone Pony, nel centro di Freehold, nel New Jersey e nello studio di registrazione della Power Station a BerkleeNYC, dove Springsteen e la E Street Band incisero Born in the U.S.A. nel 1982.

Asbury Park

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Asbury Park

Sebbene l’edificio della giostra ad Asbury Park sia ancora in piedi, il carosello originale non esiste più. La scenografa Stefania Cella e il suo team hanno acquistato una giostra vintage da un antiquario in Pennsylvania e l’hanno restaurata nel modo più fedele possibile all’originale basandosi su immagini d’archivio.

La casa di Colts Neck nel New Jersey, dove Springsteen scrisse Nebraska, esiste ancora, ma per il film non aveva più gli interni risalenti alla metà del secolo scorso di cui Cella aveva bisogno perché è stata ristrutturata dai proprietari. La produzione quindi ha visitato diverse case a Hoboken e Jersey City e ne ha trovata una che apparteneva a una coppia di anziani, la cui struttura non era stata modificata affatto rispetto agli anni Cinquanta.

Aveva grandi finestre che si affacciavano su un lago: “Ciò che era più importante per me era il panorama esterno” ha detto Cella. “Volevo che la natura e la malinconia del paesaggio esterno sembrassero quasi parte degli interni”. E poi ha scelto di arredare gli interni con tonalità arancioni e verdi per evocare le ultime foglie dell’autunno.

Gran parte del set tuttavia è stato ricostruito ad Asbury Park, trasformata per l’occasione in una perfetta rappresentazione degli anni Ottanta. La produzione ha ridato vita ai luoghi più iconici della cittadina, dal ristorante Frank’s Deli and Restaurant su Main Street al mitico Stone Pony, passando per il Convention Hall, la Carousel House e naturalmente la spiaggia. Asbury Park è stata riportata indietro nel tempo con grande cura: lungo le strade sono comparse auto d’epoca, la storica giostra della Carousel House ricostruita fedelmente, così come le attrazioni che un tempo animavano il celebre lungomare.

Stone pony

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Il locale The Stone Pony ad Asbury Park

Durante le riprese ambientate al Stone Pony, Jeremy Allen White ha interpretato più volte Springsteen mentre canta Lucille di Little Richard. Per ricreare l’atmosfera autentica del locale, anche l’insegna esterna è stata adattata per riflettere esattamente com’era nei primi anni ’80, riportando in cima alla scaletta la band Cats on a Smooth Surface, che all’epoca includeva nomi come Bobby Bandiera, futuro chitarrista di Bon Jovi, Ray Andersen, che avrebbe poi suonato con Meat Loaf, e Glen Burtnik, in seguito membro degli Styx.

Alcune scene poi sono state girate anche a Bayonne, nel locale John’s Midtown Tavern, dove un vicino parcheggio è stato trasformato in una concessionaria di auto usate d’inizio anni Ottanta. A Montclair, invece, è stata scelta la biblioteca cittadina per alcune riprese.

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SiViaggia regala il magazine sfogliabile GATE numero 55

Ogni mese vi regaliamo il magazine di lifestyle GATE da scaricare e sfogliare. La rivista in versione digitale, scritta in italiano e in inglese, contiene articoli di viaggi, ma anche di moda, costume e attualità. A pagina 30 del numero 55 vi portiamo alla scoperta di Dallas, nel Texas, dove però non ci sono cowboy e neppure rodeo.

Questa metropoli, bellissima e decisamente inaspettata, raggiungile con voli diretti dall’Italia, rappresenta il centro commerciale e culturale dello Stato americano dove i ricchi mecenati hanno contribuito a trasformare la città con musei e installazioni artistiche – gigantesche, come tutto negli States, – open air. Vi portiamo in giro per i locali più trendy e i locali più cool, ma anche nei luoghi iconici, in quelli che hanno cambiato la storia mondiale (vedi JFK) e persino allo stadio che ospiterà alcuni incontri della Fifa World Cup 2026.

E poi anche alcuni spunti e idee in giro per l’Italia: sulla strada più bella d’Italia, a bordo del Treno del foliage e a Ferrara, per il 30° anniversario della città patrimonio Unesco.

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itinerari Nord America Notizie Stati Uniti Viaggi Viaggi On the Road

Italiani “pazzi” per gli Stati Uniti: cresce il numero di viaggiatori che sognano gli USA

Quanti di voi non hanno mai fantasticato su un viaggio coast to coast, con una Mustang rossa che sfreccia lungo la Route 66, la musica a tutto volume e un cielo sconfinato sopra la testa? Gli Stati Uniti continuano a esercitare un fascino irresistibile su di voi, viaggiatori italiani instancabili e curiosi. Anche in tempi turbolenti, quando le tensioni politiche e le notizie internazionali sembrano remare contro, l’America resta una calamita potente. E sapete una cosa? In questo 2025, il sogno a stelle e strisce cresce.

Mentre altri mercati hanno rallentato, scoraggiati da dichiarazioni infuocate e politiche discutibili, voi avete deciso di andare controcorrente. Avete riempito voli, prenotato tour, scovato mete alternative e trasformato il vostro desiderio di libertà in biglietti aerei e itinerari da film. Gli italiani, insomma, non si lasciano fermare da nulla: né dazi, né dichiarazioni di ex presidenti, né code ai controlli doganali.

Boom di italiani in viaggio negli USA nel 2025

I numeri parlano chiaro: il mercato italiano è tra i più vivaci in Europa. È cresciuto il numero di prenotazioni di italiani verso gli Stati Uniti con preferenze per le grandi città come New York e Los Angeles, ma c’è anche chi punta verso i parchi naturali e gli on the road come quello lungo la Route 66.

Un contributo importante è arrivato dalle compagnie aeree, che hanno fiutato l’entusiasmo e risposto alla grande con un aumento di rotte e tratte. Più voli diretti, più posti disponibili e, finalmente, una maggiore accessibilità anche dai principali aeroporti italiani.

Come riesce l’America a far battere il cuore così forte? Probabilmente è un mix di contrasti, il sogno americano e l’atmosfera da film che l’hanno fatta arrivare in cima alla wishlist di ogni viaggiatore.

Il Paese cambia, spaziando dal silenzio suggestivo del Grand Canyon al caos elettrizzante di Manhattan, arrivando poi alle spiagge californiane baciate dal sole. Possiamo dire che gli USA non sono quelli del film, ma sicuramente hanno tanto da raccontare. A spiegare questi dati è Mia Hezi, presidente dell’associazione Visit USA Italy, che lavora per poter rispondere concretamente alla domanda crescente dei viaggiatori supportandoli in modo concreto la promozione territoriale.

Gli italiani amano gli Stati Uniti e New York

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New York tra le mete preferite dagli italiani che visitano gli Stati Uniti

Viaggiare negli Stati Uniti: le novità

Il 2025 è stato l’anno dei grandi cambiamenti per chi ha gli USA nel cuore e nel passaporto. Partiamo dal punto dolente: l’Esta, ovvero l’autorizzazione elettronica necessaria per entrare nel Paese, ha subito un rincaro. Dal 30 settembre 2025, il costo è passato da 21 a 40 dollari. Un aumento, certo, ma nulla che possa fermare chi sogna di passeggiare per Times Square o sorseggiare un caffè a Venice Beach.

La buona notizia, però, arriva dal fronte tecnologico. Finalmente potete dire addio a file interminabili e attese infinite grazie al Mobile Passport Control, una nuova app gratuita della U.S. Customs and Border Protection. In pratica, una scorciatoia digitale per velocizzare i controlli all’ingresso negli Stati Uniti. Basta scaricarla, compilare le informazioni richieste e il gioco è fatto: il vostro passaggio alla frontiera sarà più rapido, smart e senza stress.

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Perché organizzare un viaggio a Montréal nel 2026

Il 2026 segna una svolta importante per i turisti italiani, in particolare per chi parte dal Sud: Air Canada ha, infatti, annunciato l’avvio di un collegamento diretto tra Catania e Montréal, che permette di raggiungere il cuore del Québec senza scali intermedi. Si tratta di un “passo storico”: la compagnia diventa la prima a collegare la Sicilia con il Canada con voli di linea regolari.

L’operazione ha un valore che va oltre la comodità logistica. Significa offrire nuove prospettive a un territorio che da sempre guarda oltre i confini, e creare opportunità anche per chi viaggia per lavoro: Montréal, oltre a essere una città affascinante da visitare, è un hub strategico per gli spostamenti in Nord America.

Il nuovo volo Catania–Montréal

A partire dal 5 giugno 2026 e fino al 23 ottobre dello stesso anno, i passeggeri in partenza dall’aeroporto di Catania potranno salire a bordo di uno dei tre voli settimanali operati da Air Canada. La programmazione è pensata per garantire flessibilità: si volerà ogni mercoledì, venerdì e domenica, con arrivo diretto nella metropoli canadese.

La scelta stagionale non è casuale ma coincide con il periodo in cui Montréal mostra il suo volto più vivace, tra festival, eventi culturali e la natura che si tinge di mille colori. Una volta giunti a destinazione, i viaggiatori non si troveranno soltanto davanti a una città cosmopolita, ma anche a una rete di coincidenze che consente di raggiungere con facilità gli Stati Uniti, i Caraibi e l’America Latina.

In altre parole, il nuovo collegamento diventa un vero e proprio “trampolino” per esplorare gran parte del continente americano.

Montréal, un mosaico di culture e atmosfere

Organizzare un viaggio a Montréal vuol dire prepararsi a vivere un’esperienza in cui tradizioni europee e spirito nordamericano convivono con naturalezza. È una città bilingue e vibrante, dove l’architettura moderna convive con i quartieri storici e ogni scorcio racconta una storia differente. Passeggiando lungo le vie si percepisce la ricchezza culturale, che si riflette tanto nei musei quanto nella scena gastronomica.

Dalla maestosa Basilica di Notre-Dame, dagli interni scenografici, al fascino intramontabile della Vieux-Montréal, con le piazzette acciottolate e i caffè dall’atmosfera europea, tutte le mete regalano un motivo in più per innamorarsi di una metropoli che vanta storia, modernità, innovazione, vita notturna e festival che ne animano le strade durante l’anno.

Cosa vedere a Montréal

Scorcio della via centrale di Montreal, Canada

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Scorcio del centro di Montreal

Chi arriva a Montréal per la prima volta non può che lasciarsi conquistare dal Mont Royal, la collina verde che regala una vista spettacolare sullo skyline ed è la tappa ideale per comprendere appieno le dimensioni della metropoli e respirarne l’anima più vera.

Il cuore pulsante resta però il centro storico, con le stradine che sembrano trasportare indietro nel tempo, e in cui l’atmosfera francofona è palpabile, tra gallerie d’arte, negozi di artigianato e ristoranti che celebrano l’incontro tra le cucine più varie.

Montréal è anche capitale del design e dell’arte contemporanea, e musei come il Musée des Beaux-Arts o il MAC (Musée d’art contemporain) propongono spunti imperdibili per chi ama la creatività in tutte le sue forme.

Non mancano poi gli spazi verdi, che la rendono una meta perfetta anche per chi cerca relax all’aria aperta, dai grandi parchi urbani ai quartieri più residenziali.

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Crociere tra i ghiacci, dall’Alaska all’Artico, le partenze 2025-2026

Scoprire l’Artico e l’Alaska via mare è un’esperienza unica: ghiacciai maestosi, fauna selvatica straordinaria e paesaggi incontaminati si uniscono a comfort e lusso a bordo delle crociere più esclusive. Dall’inverno 2025 e fino all’estate 2026, le compagnie propongono itinerari da sogno, adatti a chi cerca avventura, relax ed esperienze enogastronomiche indimenticabili. Ecco una selezione delle crociere tra i ghiacci da non perdere.

COMO Journey: Into the Arctic

COMO Hotels and Resorts torna nel 2026 con la spedizione esclusiva COMO Journey: Into the Arctic, in collaborazione con Natural World Safaris. Due viaggi straordinari, a maggio e settembre 2026, permettono di esplorare l’arcipelago delle Svalbard a bordo della M/S Polarfront, elegante ex nave meteorologica norvegese trasformata in yacht da spedizione con sole otto suite.

Ogni spedizione unisce l’esperienza di lusso di COMO alla bellezza dell’Artico e alla fauna locale. Gli ospiti possono ammirare orsi polari, trichechi, volpi artiche e renne delle Svalbard, accompagnati da esperti naturalisti. La luce del sole di mezzanotte di maggio e i colori autunnali di settembre rendono ciascun viaggio unico.

Royal Caribbean in Alaska

Per l’estate 2026, Royal Caribbean propone avventure in Alaska anche con la nave Voyager of the Seas – che si unirà alle altre: Anthem, Serenade e Ovation of the Seas. I percorsi variano da 7 a 13 notti, con partenze da Seattle, Vancouver e Seward.

Tra ghiacciai spettacolari, fiordi e cittadine pittoresche, i passeggeri possono ammirare orsi grizzly, megattere e aquile calve. Le navi offrono attività per tutti, dai simulatori di paracadutismo e scivoli d’acqua ai ristoranti gourmet e spettacoli a bordo. Le escursioni includono trekking nella tundra, visite a villaggi e tour guidati dei fiordi, garantendo un’esperienza completa tra natura e intrattenimento.

Crociera rompighiaccio nella Lapponia svedese

Per chi cerca un’avventura estrema, l’Icebreaker Arctic Explorer in Lapponia svedese propone un’esperienza unica – di circa 3 ore – su un rompighiaccio artico. I passeggeri possono camminare sul mare ghiacciato e galleggiare tra le banchise – indossando una grossa tuta stagna nella quale non si sente il freddo e l’acqua non penetra.

Ci sono due navi rompighiaccio che effettuano tour da dicembre 2025 a marzo 2026: Arctic Explorer a Piteå, 45 minuti a sud di Luleå, e Polar Explorer a Kalix, 1 ora a nord di Luleå.

Crociere 2025-2026 dall'Alaska all'Artico

ufficio stampa

Esperienza in crociera rompighiaccio

MSC Poesia debutta in Alaska

MSC Crociere porta l’innovazione e il lusso del MSC Yacht Club a bordo di MSC Poesia, con ristoranti tematici, spa e tanto altro.

Il nuovo itinerario di 7 notti da Seattle all’Alaska, tra maggio e settembre 2026, include scali a Ketchikan – capitale della pesca, Icy Strait Point, Tracy Arm – fiordo, Juneau e Victoria in Columbia Britannica.

Ogni scalo offre escursioni enogastronomiche, avventure nella natura e incontri con la fauna selvatica.

Partenze 2025-2026 per crociere tra i ghiacciai

ufficio stampa

Navigando in Alaska con MSC

La Norwegian Cruise Line verso l’Alaska

Norwegian Cruise Line propone tantissime crociere in Alaska tra i 7 e i 16 giorni con partenze da Seattle e Tokyo, combinando panorami spettacolari, escursioni guidate e comfort a bordo. Le navi offrono intrattenimento per tutte le età, ristoranti di cucina internazionale, spa e attività ricreative, permettendo ai viaggiatori di scoprire l’Ultima Frontiera in modo flessibile e personalizzato.

Ponant: esplorazioni in Antartide

Ponant offre crociere esclusive in Antartide, permettendo ai passeggeri di esplorare le zone più remote del continente bianco. Le rotte includono la Penisola Antartica, il Mare di Ross e la Baia di Marguerite, offrendo opportunità uniche di avvistare pinguini imperatori, balene e foche.

Le crociere sono condotte a bordo di navi di lusso come Le Commandant Charcot e L’Austral, con itinerari che vanno da 12 a 18 notti. Le partenze sono previste tra novembre 2025 e marzo 2026.

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Una Battaglia Dopo l’Altra, dove è stato girato il film con Leonardo DiCaprio

Dalle coste selvagge della California ai deserti infuocati del Texas, passando per borghi storici e città vibranti, Una Battaglia Dopo l’Altra, il nuovo film con Leonardo DiCaprio e Benicio Del Toro è un viaggio epico nelle mani del regista Paul Thomas Anderson.

Attesissimo dal pubblico e dalla critica, questo film al cinema dal 25 settembre 2025 ha fatto tappa in alcune delle aree più affascinanti e cinematografiche degli Stati Uniti, regalando allo spettatore un’esperienza visiva potente e autentica.

Di cosa parla

Bob è un ex rivoluzionario che ha perso la bussola. Un tempo figura carismatica e militante, oggi è un uomo segnato dal passato che vive ai margini del mondo e della propria sanità mentale, consumato da un mix di rimorsi e paranoie. Al suo fianco c’è Willa (Vinessa Infiniti), la figlia adolescente, spirito libero e indipendente, cresciuta tra ideali disillusi e un padre ormai ombra di sé stesso.

La loro fragile quotidianità viene stravolta quando riemerge un fantasma del passato: il vecchio e temuto nemico di Bob (interpretato da Sean Penn), scomparso da anni, torna improvvisamente in scena. Pochi giorni dopo, Willa sparisce nel nulla.

Così comincia un viaggio disperato, ma anche necessario: per ritrovare sua figlia, Bob sarà costretto a confrontarsi con tutto ciò da cui ha sempre cercato di fuggire. Nel cuore di una nazione cambiata, padre e figlia si ritroveranno uniti — forse per la prima volta — nella resa dei conti con una storia fatta di scelte radicali, errori impossibili da cancellare e una verità che non può più essere ignorata.

Una battaglia dopo l'altra location

Ufficio stampa Warner Bros.

Le location di Una Battaglia dopo L’altra

Dove è stato girato

Ogni location del film è stata scelta con cura per rispecchiare le atmosfere della storia: le sequoie imponenti di Humboldt County, gli edifici istituzionali di Sacramento, i paesaggi desertici di El Paso, fino alla quiete sospesa di San Juan Bautista.

Humboldt County, California

Una parte significativa delle riprese del film è stata realizzata nella suggestiva Humboldt County, nel nord della California, celebre per le sue maestose foreste di sequoie e i caratteristici paesini affacciati sull’Oceano Pacifico. Tra le location principali di questa area degli Stati Uniti ci sono:

  • Eureka, capoluogo della contea, dove alcune scene sono state girate anche presso il Murphy’s Market in Walnut Drive. Questa città è rinomata per la sua architettura vittoriana e il suo fascino d’altri tempi;
  • Arcata, altra tappa importante delle riprese, con ambientazioni tra cui Carmela’s Mexican Restaurant in G Street, nel cuore della vivace cittadina universitaria;
  • Cutten, una tranquilla area residenziale a pochi minuti da Eureka, ha offerto scorci più intimi e quotidiani per alcune scene;
  • Trinidad, incantevole borgo costiero con viste mozzafiato sull’oceano e spiagge naturali, ha aggiunto un tocco pittoresco e marino all’atmosfera del film.

Situata lungo la costa settentrionale della California, Humboldt County è un vero gioiello naturale. Famosa per le sue foreste di sequoie giganti — tra gli alberi più alti del mondo — la contea è una meta ideale per gli amanti della natura, con numerosi parchi statali, sentieri escursionistici e aree campeggio. Oltre alla bellezza paesaggistica, la zona è ricca di storia: dalla presenza delle comunità native americane alle tradizioni legate alla pesca e al taglio del legname.

Humboldt County

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Le sequoie di Humboldt County

Sacramento, California

Dopo le riprese nella contea di Humboldt, la produzione si è spostata a Sacramento, la capitale della California, dove i ciak sono partiti il 3 febbraio 2024. Tra le location scelte figurano il Sacramento County Administration Building e il Sacramento County Courthouse, due edifici simbolici della città.

Sacramento si trova nella parte settentrionale dello stato, lungo il fiume omonimo, ed è profondamente legata alla storia della corsa all’oro. Durante l’Ottocento fu una delle principali vie d’accesso ai campi auriferi californiani, diventando rapidamente un crocevia economico e culturale.

Oggi la città è nota per i suoi edifici governativi, i parchi storici e un ricco patrimonio museale: tra i luoghi più visitati ci sono l’Old Sacramento Historic District, il California State Capitol e il celebre California State Railroad Museum. Inoltre Sacramento è considerata la capitale del movimento farm-to-fork, grazie alla sua posizione privilegiata nel cuore della regione agricola più produttiva degli Stati Uniti.

Sacramento, California

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Sacramento, California

Stockton, California

Le riprese si sono poi spostate a sud, nella città di Stockton, cuore pulsante della Central Valley. Qui la troupe ha girato scene presso il civico 311 East Main Street, un edificio noto per il suo valore architettonico e storico.

Fondata anch’essa durante la corsa all’oro, Stockton è cresciuta come centro nevralgico per il commercio e la distribuzione, grazie alla sua posizione strategica sul fiume San Joaquin. Questo l’ha resa uno dei pochi porti interni della California, contribuendo al suo sviluppo economico. Oggi, la città è caratterizzata da un vivace mosaico culturale, ospita importanti istituzioni come la University of the Pacific e offre punti d’interesse come l’Haggin Museum.

Stockton, California

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Stockton, California

San Juan Bautista, California

Tra le location più suggestive utilizzate per le riprese figura The Zanetta House, una storica residenza situata a San Juan Bautista, in California. Questo piccolo centro, immerso tra colline e campagne, è un autentico gioiello della storia californiana.

Fondato alla fine del XVIII secolo come missione spagnola, San Juan Bautista conserva ancora oggi l’iconica Missione da cui prende il nome, uno dei luoghi meglio conservati dell’intero percorso delle missioni in California. Il fatto che si trovi in prossimità della faglia di Sant’Andrea la rende anche un’area di interesse geologico.

Oltre a San Juan Bautista, la produzione ha fatto tappa in diverse altre località della California, come Borrego Springs, Galt, San Diego, Los Angeles e Lancaster, contribuendo a creare un mosaico visivo che spazia tra deserti, metropoli, paesaggi rurali e coste.

San Juan Bautista, California
San Juan Bautista, California

Riprese anche in Texas: El Paso

Nel mese di giugno 2024 la troupe si è trasferita a El Paso, in Texas, per girare ulteriori scene, in particolare quelle più dinamiche e cariche d’azione. La città, situata all’estremità occidentale dello stato, al confine con il Messico, è celebre per i suoi paesaggi desertici mozzafiato e il clima soleggiato quasi tutto l’anno.

El Paso è una città dal forte carattere multiculturale, in cui convivono influenze americane e messicane che si riflettono in ogni aspetto della vita quotidiana: dalla cucina alla musica, fino alle tradizioni popolari. Con una storia legata al Vecchio West, ai presidi militari e alle rotte commerciali, El Paso rappresenta un crocevia ricco di storia e vitalità. Tra le sue attrazioni principali figurano le Franklin Mountains, l’El Paso Museum of Art e lo storico Plaza Theatre.

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Dal Nuovo Messico all’Inferno del Camp Fire: tutte le location di The Lost Bus

The Lost Bus, diretto da Paul Greengrass e co-scritto con Brad Ingelsby, è un film drammatico di sopravvivenza ispirato alla vera storia del devastante incendio “Camp Fire” del 2018 in California, uno degli incendi boschivi più letali nella storia dello Stato.

Dal 3 ottobre sarà in streaming su AppleTv+ e non solo racconta una storia vera e toccante, ma valorizza territori poco conosciuti, coinvolgendo attivamente le comunità locali e promuovendo la crescita dell’industria cinematografica nel sud-ovest degli Stati Uniti.

Di cosa parla il film

Ispirato a una storia vera, The Lost Bus racconta un’avvincente corsa contro il tempo ambientata durante uno degli incendi più devastanti nella storia americana.

Al centro della vicenda, un autista di scuolabus tormentato dal passato, interpretato da Matthew McConaughey, e un’insegnante determinata e compassionevole uniscono le forze per salvare 22 bambini intrappolati nel cuore di un incendio fuori controllo.

Tra strade bloccate, fiamme implacabili e decisioni disperate, il film è un’intensa testimonianza di coraggio, resilienza e umanità di fronte al disastro.

The Lost Bus

Ufficio stampa AppleTv+

The Lost Bus

Dove è stato girato

Per ricreare l’atmosfera delle montagne, della foresta in fiamme e dei percorsi di fuga dei protagonisti, la produzione ha scelto varie località nel New Mexico, tra aprile e agosto del 2024. Questi luoghi hanno saputo trasmettere l’intensità e la drammaticità degli eventi realmente accaduti nella cittadina di Paradise, California.

Ruidoso, New Mexico

Ruidoso è una città montana boscosa nel sud del New Mexico, con fitte foreste, strade tortuose e paesaggi ideali per ricreare il tragitto di un autobus immerso in un incendio boschivo. Molte scene del film sono state girate qui, sfruttando l’ambiente naturale per enfatizzare il senso di pericolo e isolamento.

Ruidoso, New Mexico

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Ruidoso, New Mexico

Santa Fe, New Mexico

La capitale dello stato ha offerto la sua struttura urbana e gli studi cinematografici di Garson Studios (parte della Santa Fe University of Art and Design) per le riprese indoor e per le scene che richiedevano set controllati. Gli studi, ben attrezzati e professionali, hanno permesso una grande flessibilità produttiva.

Española, New Mexico

Situata a nord di Santa Fe, Española è stata scelta per scene all’aperto grazie al suo paesaggio collinare e aperto. La città ha anche una forte identità culturale, che ha arricchito l’ambientazione di alcune sequenze del film.

Truchas, New Mexico

Villaggio montano dal carattere rustico, Truchas ha contribuito con il suo fascino rurale: edifici tradizionali e natura incontaminata hanno fornito lo sfondo per le sequenze che mostrano l’impatto dell’incendio e la devastazione progressiva del territorio.

Santa Fe, New Mexico

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Santa Fe, New Mexico

Glorieta, New Mexico

Nello specifico, le Glorieta Camps (o Glorieta Conference Center) sono state utilizzate per ricreare scenari di incendio, evacuazioni e momenti di grande tensione. Le zone boschive e gli ampi spazi aperti hanno reso possibile la realizzazione di scene complesse in totale sicurezza.

Il New Mexico: un set naturale e strategico

La scelta del New Mexico non è stata casuale. Le sue caratteristiche naturali, unite al supporto logistico offerto dalle autorità locali, hanno reso queste location perfette per un film di grande intensità emotiva e tecnica.

In particolare, Ruidoso ha svolto un ruolo centrale nella produzione, non solo per le riprese, ma anche per l’organizzazione di eventi locali legati al cinema, casting per comparse e iniziative con le scuole del territorio. È stato inoltre creato un hub online dedicato alle comunicazioni legate al film, a disposizione di cittadini, turisti e appassionati.