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Le ricette tipiche di Montreal, scopri cosa mangiare

Quando le persone di tutto il mondo pensano al Canada, spesso immaginano la neve e le montagne, alci e foglie d’acero, mentre sottovalutano il ricco patrimonio gastronomico del Paese nordamericano. Esiste invece una grande quantità di piatti canadesi che saprà stimolare il tuo appetito. Con le loro origini profondamente radicate nella storia multiculturale del Canada, piatti della tradizione sono ciò che rende il Paese un punto di riferimento culinario molto apprezzato.

Poutine

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La famosa Poutine canadese, il piatto tipico per eccellenza

La tradizione gastronomica canadese

Se c’è un cibo nazionale del Canada, è la poutine. Originaria del Quebec, eleva l’umile patatina fritta a piatto leggendario con un condimento salato di cagliata di formaggio e salsa. Non ci è voluto molto perché l’intero Paese la abbracciasse, rendendola un cibo canadese iconico. Un altro esempio di ricetta tipica della cucina canadese è il peameal bacon. Si tratta di un alimento nato in Canada dopo che i viaggiatori avevano avvolto il bacon nella farina di piselli per conservarlo. Oggi questa ripieno si trova nei panini di tutto l’Ontario.

Già che parliamo di carne, dedichiamo un minuto alla bistecca. Se non fosse per la carne di manzo dell’Alberta, non inseriremmo nel menu un alimento così generico. Prova la ricetta della bistecca scottata in padella e capirai perché i canadesi hanno soprannominato Calgary “Cowtown”.

La prateria non ha il monopolio della carne iconica, sia chiaro. Le steakhouse di Montreal sono famose in tutto il mondo, anche grazie a ciò che mettono sulla carne. Il condimento per bistecche tipico della città francofona è diventato uno dei componenti preferiti della cucina canadese e arricchisce i barbecue di tutto il Paese. Si utilizza a secco, oppure combinato con la salsa di soia e l’olio per ottenere una salsa con cui marinare le costate con patate schiacciate. Il famoso condimento di Montreal è anche un ingrediente chiave di diversi piatti a base di carne affumicata, come il Montreal Smoked Meat Sandwich. In Canada potrebbe essere considerato un crimine usare le parole “Quebec” e “carne” senza menzionare la Tourtiere. Questo piatto radizionale canadese è uno dei preferiti a Natale e mescola carne macinata di maiale, manzo o vitello con patate e spezie. Non vedrete mai più il pasticcio di carne e patate nello stesso modo.

Tourtiere

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Piattro tradizionale del Quebec, la Tourtiere

Il Canada si trova tra due oceani ed è anche pieno di laghi, quindi non possiamo parlare di cibo canadese senza guardare cosa nuota sotto le onde. Il salmone è un alimento iconico del Paese: si mangia al forno, alla brace e persino candito. C’è un ingrediente locale poi che si sposa particolarmente bene con il salmone: l’acero. Dato che la foglia d’acero è il simbolo nazionale del Canada, non c’è da stupirsi che la sua linfa si abbini bene a tutto, dai pancake, al bacon, al salmone a tanto altro. Prova un panino al formaggio grigliato con mele all’acero per un pranzo da leccarsi i baffi.

Ci sono altri piatti che possono sembrare globali, ma sono invece originari del Canada. La zuppa di piselli spezzati, ad esempio, è uno di questi. Viene consumata in tutto il mondo, ma è parte della storia canadese. Gli esploratori la preparavano con carni stagionate e piselli secchi durante le lunghe spedizioni nell’interno del Paese.

Durante i loro viaggi avventurosi, potrebbero anche aver incontrato un cibo canadese popolare tra gli indigeni dell’epoca: il Bannock. Questo pane simile alla focaccia ha un nome scozzese, ma è comune tra gli Inuit e altre comunità delle Prime Nazioni. I canadesi hanno adattato l’impasto di base, appiattendolo e friggendolo per creare le code di castoro (Beaver Tails) o la sua variante della Nuova Scozia, il Touton.

Il Canada è decisamente goloso di dolci. Nanaimo, nell’isola di Vancouver, ha inventato le Nanaimo Bars, che dagli anni Cinquanta sono diventate un’icona della cucina canadese con il loro irresistibile mix di cocco, briciole di graham cracker e cacao. Un altro cibo preferito in Canada è la crostata al burro, che risale al 1900 circa e che mescola burro, zucchero e uova in una crosta di pasta friabile. I prodotti da forno sono un alimento popolare, forse anche grazie all’enorme produzione di cereali. La prateria canadese è il granaio del mondo e i canadesi francesi usano il suo malto per fare il tipico bagel di Montreal, arrotolato a mano e scottato in acqua e miele.

Se vuoi della marmellata su quel bagel, non cercare altro che la bacca di Saskatoon, originaria della zona ma amata da tutto il Canada. Oltre alla marmellata, è presente anche nella torta di bacche di Saskatoon.

Vuoi bere qualcosa per aiutarti a mandar giù tutto questo? Ci sono alcune bevande nate proprio in Canada, come il London Fog, una miscela di tè Earl Gray, latte schiumato e sciroppo di vaniglia. Oppure, per qualcosa di più forte, prova il Caesar. Invenzione di Calgary, questo intruglio di succo di clamato e vodka ha un pizzico di salsa Worcestershire e un bordo salato. Di solito, lo si abbina alla bistecca di Cowtown.

Canada

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Suggestivi colori dell’autunno canadese

Le ricette tradizionali di Montreal e del Quebec

Come avrai capito, la cucina tradizionale del Canada è accogliente e confortante, particolarmente ricca (anche se non necessariamente sana), nata per sostenere i primi coloni durante l’inverno. Ecco alcune delle altre ricette tipiche che potrai provare durante un viaggio in Canada.

  • Zuppa di piselli spaccati

La zuppa di piselli spaccati in stile quebecchese è davvero molto diversa dalle varietà che si conoscono in altre zone. Per prima cosa, utilizza piselli gialli. Inoltre, è molto più sostanziosa di una tipica zuppa di piselli, poiché è preparata con lardo e pezzi di pancetta di maiale.

  • Fagioli al forno

I fagioli al forno sono popolari in tutto il mondo, ma qui in Quebec li mangiano a tutte le ore del giorno. Come spuntino, come pasto, come modo per liberarsi dalla noia… I migliori fagioli al forno qui sono aromatizzati con sciroppo d’acero, pomodoro e, di nuovo, lardo.

  • Prosciutto a cottura lenta con birra e sciroppo d’acero

Il prosciutto è un alimento universale in tutto il Canada, anche se è particolarmente presente nei pasti festivi. Generalmente glassato con qualcosa di dolce, per una versione super canadese provalo con sciroppo d’acero e birra. A questo piatto manca solo una partita di hockey da vedere in TV.

  • Torta Salata al Pollo

Le torte di pollo sono piuttosto popolari in Quebec: le puoi trovare in quasi tutti i supermercati. Sono veloci, facili e deliziose

  • Budino di tapioca

La tapioca è una sostanza amidacea estratta dalla radice della pianta della manioca, che cresce nei paesi tropicali. L’amido viene trasformato in piccoli granuli o perle di varie dimensioni, colori e lucentezza. Caduta per un po’ di moda, la tapioca rinasce oggi come “bubble tea”, una bevanda rinfrescante, colorata e trendy, originaria di Taiwan, che ha recentemente invaso le principali città del Nord America. In molte famiglie del Quebec viene consumata in forma di budino.

  • Pudding Chomeur

I quebecchesi sono certamente molto golosi. Il Pouding Chomeur significa letteralmente dessert del disoccupato ed è essenzialmente una torta d’acero rovesciata, assolutamente da provare. Anche la torta di zucchero, le crostate al burro e le torte Vachon sono dolci popolari del Quebec, conosciuti in tutto il Canada.

  • Beaver Tails

Si tratta di frittelle a forma di coda di castoro, uno degli animali simbolo del Paese, ricoperte di zucchero e cannella e spennellate con nutella o sciroppo. Beaver Tails è un marchio registrato dal locale che ha inventato il dolce nel 1978 e troverai diversi locali in franchising in tutte le città del Quebec.

Dove mangiare a Montreal, i locali migliori per provare la cucina tradizionale

A Montreal ogni boccone è un racconto, ogni piatto un passaporto per un tuffo nel passato. Soprattutto se si tratta di piatti tipici del Quebec. Ecco i “fab four” della scena gastronomica di Montreal, i punti di riferimento culinari della città da provare durante la tua visita in città. Scolpiti da secoli di immigrazione e modellati dalle mani del tempo e della tradizione, questi ristoranti sono una vibrante testimonianza del crogiolo di influenze di Montreal. Qui la cucina propone piatti genuini, sostanziosi, che scaldano l’anima e che sono l’antidoto perfetto per gli inverni gelidi della città.

La Binerie: per un assaggio del tradizionale brunch del Quebec

4167 Saint Denis Street / Plateau Mont-Royal
Situato nell’animato Plateau, La Binerie è un faro del comfort food quebecchese dal 1938, il che lo rende più di una semplice gastronomia: è un pezzo dell’anima di Montréal. Sotto l’occhio vigile di Philippe Brunet e di Jocelyne, la moglie maga della cucina (tranne quando si tratta dei suoi leggendari fagioli al forno), questo accogliente locale sembra più una riunione di famiglia che un ristorante. Qui, piatti tradizionali  cantano le storie del patrimonio del Quebec, tutte preparate da zero con amore e una spruzzata di umorismo, dichiarando di essere “senza calorie”. È un luogo in cui si condividono racconti davanti a pasti sostanziosi e si viene trattati non solo come clienti, ma come parte della famiglia La Binerie.

Schwartz’s: per la carne affumicata di Montreal

3895 Saint-Laurent Blvd / Plateau Mont-Royal
Luogo di pellegrinaggio per gli appassionati di carne affumicata, Schwartz’s deli è il luogo in cui la magia della carne incontra la maestria della marinatura. Dal 1928, questo punto di riferimento produce la carne affumicata più succulenta che fa fare la fila anche alle celebrità per assaggiarla (Céline Dion è addirittura comproprietaria del ristorante). Il segreto non sta solo nella miscela di spezie, ma anche nel rituale: la carne viene marinata in barili, affumicata per otto ore e cotta al vapore per altre tre. Tra magra, media, mediamente grassa o grassa, la maggior parte dei clienti opta per la media e lascia che i sapori semplici ma sublimi del piatto simbolo di Montreal si dispieghino a ogni morso. Da sola o in un panino, la carne affumicata viene servita con sottaceti e condimenti di base, in modo da poterne apprezzare appieno il sapore e la miscela segreta di spezie. Schwartz’s non è solo un pasto, ma un rito di passaggio per chiunque visiti Montreal.

Wilensky’s Light Lunch: per un salto indietro nel tempo

34 Fairmount Avenue / Mile-End
Entra da Wilensky e fai un salto indietro nel tempo. Questa rosticceria è una fetta di storia di Montréal, che serve nostalgia a ogni morso del suo famoso Wilensky Special. Con una regola ferrea: “tutti i nostri panini sono serviti con la senape e non sono mai tagliati a metà” ricorda Sharon, figlia della proprietaria Ruth, che, all’età di 92 anni, saluta ancora i clienti ogni giorno da dietro il bancone. Il pasto principale consiste in un panino al salame e alla mortadella con senape. Il fascino di Wilensky è nella sua semplicità e nella sua storia. Dal suo passato eclettico di barbiere e negozio generale al suo attuale status di istituzione culinaria, Wilensky’s è stato più di una semplice rosticceria dal 1932: è una pietra miliare della comunità dove tutti sono una famiglia. E per ogni panino venduto, un pezzo di cuore va alla Heart & Stroke Foundation of Quebec, unendo così cibo delizioso e buona volontà.

Paul Patates: per la poutine a Montreal

760 Charlevoix Street / Verdun
Paul Patates è una testimonianza della semplice gioia di mangiare in famiglia, un faro di conforto a Verdun dal 1958. Questa tavola calda, con le sue patate pelate a mano e la tradizione della birra di abete rosso, è un viaggio nel cuore dello spirito culinario di Montreal. Le patate vengono pelate a mano per ottenere una poutine senza eguali e le polpette di hamburger sono preparate con carne di Angus Prime. I pasti sono accompagnati dalla birra di abete rosso, una bevanda analcolica preparata con il lievito che è stata prodotta dai nativi americani per secoli. Paul Patates porta avanti la tradizione, producendo la bevanda e imbottigliandola in loco. E pensare che una volta veniva fermentata sul tetto del ristorante, in una vasca da bagno d’epoca! Provala come bevanda o come dessert, aggiungendo una pallina di gelato alla vaniglia. Con il suo jukebox d’epoca a fare da colonna sonora, Paul Patates offre più di un semplice pasto: un’esperienza, un’occasione per creare ricordi duraturi sull’amore condiviso per il cibo.

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La spiaggia di vetro di Mendocino in California

La California è uno degli stati federali più conosciuti e spettacolari degli interi Stati Uniti. Uno di quei luoghi che può vantare una bellezza naturale unica e che offre paesaggi spettacolari agli occhi dei suoi visitatori. Uno di questi luoghi è sicuramente la famosa spiaggia di vetro di Mendocino, una città molto meno conosciuta rispetto alle più famose San Francisco, San Diego o San Francisco. Mendocino è divenuta famosa per essere la Cabot Cove de La signora in giallo, nonostante nel telefilm la città fosse situata nello stato del Maine.

Questa spiaggia si trova nella zona settentrionale dello stato della California ed è caratterizzata da una serie di cristalli letteralmente levigati dall’acqua marina negli anni e che hanno fatto diventare questa spiaggia un luogo unico nel mondo. Come è stato possibile questo?

La storia della spiaggia di vetro di Mendocino

La spiaggia di vetro di Mendocino ha una storia unica, proprio come il paesaggio che crea agli occhi dei suoi visitatori. Negli anni Cinquanta e Sessanta, per gli abitanti della California questa spiaggia era considerata una vera e propria discarica. Qui, infatti, venivano scaricati rifiuti di ogni genera, dal vetro agli elettrodomestici, fino ai veicoli, tutto materiale che finiva direttamente in mare.

Per arrivare a questo risultato, c’è voluto molto lavoro anche da parte dell’uomo. Infatti, negli anni Sessanta la discarica venne ripulita e tutti i rifiuti più ingombranti e pericolosi vennero rimossi. Tuttavia, il vetro era ormai diventato parte del paesaggio e anziché essere considerato fonte di inquinamento, venne visto più come un’attrazione.

Infatti, il mare ha eroso i cristalli presenti sulla spiaggia, facendoli diventare milioni di piccoli pezzi di vetro arrotondati, colorati e lucenti, innocui per i bagnanti, e che al sole illuminano l’intera aerea come fossero piccole gemme colorate. Oggi questa spiaggia è la testimonianza della capacità della natura di trasformare il rifiuto umano in qualcosa di straordinariamente bello.

Nel 2003 lo stato della California ha deciso di comprare la spiaggia, soprattutto per scopri turistici. Oggi, infatti, migliaia di turisti, ogni anno, visitano questa spiaggia, estasiati da come uomo e natura abbiano trasformato questo pezzo di terra, pieno di scarti e rifiuti, in un piccolo angolo di paradiso. La spiaggia di vetro di Mendocino rientra sicuramente a far parte di una delle esperienze imperdibili da fare in California.

Cosa aspettarsi dalla visita alla spiaggia di vetro?

La prima cosa che si nota arrivando alla spiaggia di Mendocino oltre ai colori sgargianti dei frammenti di vetro al sole, è l’Oceano Pacifico settentrionale, che bagna questo lembo di terra e crea un contrasto unico ed indimenticabile.

Nelle vicinanze della spiaggia di vetro è possibile anche ammirare la ricca vegetazione della California che cresce sulle scogliere circostanti e che aggiungono un tocco di colore ulteriore al paesaggio. Sono anche visibili numerose stelle marine e anemoni di mare come le anemone, che caratterizzano questa parte della costa.

Vista della città di Mendocino, in California, in inverno

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Vista della città di Mendocino, California

Attività all’aperto ed escursioni

Sebbene questa spiaggia sia una grande attrazione turistica per i vetri che la colorano, è il luogo ideale anche per coloro che vogliono godersi la zona circostante e vogliono svolgere attività all’aperto. Sono presenti anche numerosi tavoli e zone da pic nic ombreggiate, frequentati non solo dai turisti, ma anche dagli abitanti locali, e dove è possibile passare momenti lontano dal caos quotidiana e cittadino.

Oltre a queste zone di relax e divertimento, sono presenti numerosi sentieri che circondano la spiaggia di vetro di Mendocino, che offrono delle vedute spettacolari sull’Oceano Pacifico, che è possibile percorrere sia a piedi, che in bicicletta, e godere del paesaggio.

La spiaggia di vetro è un anche un vero e proprio paradiso per i fotografi, grazie ai colori ed i riflessi del sole sui frammenti di vetro, in grado di creare giochi di colore unici, soprattutto al tramonto.

Data la sua particolarità, la spiaggia di vetro di Mendocino è un luogo unico, che deve essere preservato. Proprio per questo è importante non raccogliere frammenti di vetro come souvenir. In questo modo si aiuta a mantenere intatto questo luogo unico e dalla storia così particolare. La spiaggia di vetro saprà sicuramente regalare ricordi unici ed indimenticabili ai visitatori dei posti più incredibili della California.

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The Wave: in Arizona, un gioiello naturale a cui si accede tramite una lotteria

Non c’è “solamente” il Grand Canyon, in Arizona. O l’Antelope Canyon, o la Monument Valley. In questo Stato americano famoso per i suoi parchi, i suoi canyon e le sue straordinarie formazioni geologiche, c’è una meraviglia che soli pochi conoscono, e che non tutti – pur volendolo – riescono a visitare: stiamo parlando di The Wave.

Tutto quello che c’è da sapere su questa vera e propria opera d’arte realizzata dalla mano della natura: la perfetta cartolina di viaggio da aggiungere tra le tappe dell’Arizona.

The Wave, come accedere a questo luogo spettacolare

All’interno di quell’area incredibile che è la Coyote Buttes, The Wave – come dice il nome – è una sorta di onda scavata nella roccia: la sua bellezza mozza il fiato e, scattare una foto qui, è la perfetta cartolina di un viaggio indimenticabile. Perché pochi sono i luoghi al mondo così fotogenici, e con colori così nitidi, da somigliare ad un quadro.

Ci sono due tipologie di lotteria, che è l’unico mezzo attraverso il quale tentare di ottenere il pass per entrare e ammirare questa area dell’Arizona. Una è avanzata e viene effettuata quattro mesi prima della data prescelta, giornata durante la quale si desidera visitare l’area e quindi si necessita del permesso, un’altra – invece – che viene eseguita due giorni prima di quella che dovrebbe essere la giornata scelta per visitare The Wave.

Per quest’ultima è inoltre necessario che, chi presenta la sua candidatura, lo faccia in una sorta di “recinto virtuale” dalle 6 alle 18 due giorni prima della data stabilita. È bene sapere che la lotteria si tiene ogni giorno e che i passaggi burocratici sono sostanzialmente tre: presentazione della domanda, accettazione della lotteria e ritiro. In caso di lotteria quotidiana possono ricevere i permessi un massimo di 16 persone, oppure di 4 gruppi: in base a quale delle due opzioni si verifica per prima. Per la lotteria avanzata, invece, ci si candida con qualsiasi tipologia di dispositivo (per quella quotidiana solo da mobile) e possono ricevere il permesso 48 persone, oppure 12 gruppi

Ci sono alcune cose da sapere prima di affrontare questo viaggio alla scoperta di un luogo che sembra uscito da un dipinto astratto, infatti, l’escursione è piuttosto lunga e faticosa, basti pensare che tra andata e ritorno si percorrono oltre dieci chilometri attraverso un’area selvaggia.

Lo scenario, però, sarà talmente affascinante da far dimenticare la fatica. Infatti, si tratta di un luogo davvero magico. A coloro che decidono di affrontare il percorso verranno fornite alcune cose: una spiegazione di quello che sarà il percorso da affrontare, comprensivo di mappa, una guida fotografica e le coordinate GPS.

The Wave, la formazione in Arizona vista dall'alto

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The Wave vista dall’alto

Come raggiungere The Wave e il percorso

Ma come si raggiunge The Wave? Intanto è bene sapere che chi decide di affrontare il percorso deve avere una buona forma fisica, anche perché si procede all’interno di una zona selvaggia. La strada per arrivare all’area di autorizzazione è sterrata e non sempre praticabile (ad esempio d’inverno e nella stagione delle piogge) e qui il cellulare non prende in tutti i punti.

Quindi si tratta di una vera e propria avventura da affrontare con la giusta preparazione e con un po’ di fortuna, quella necessaria a ottenere i permessi per entrare. Ma ne vale la pena, perché la formazione rocciosa è antichissima (risale al Giurassico) e il suo colore rosso e arancio, che forma delle fantastiche onde, rende questo paesaggio davvero inimitabile. Per raggiungere The Wave si viaggia sulla Highway 89, per poi girare e percorrere la House Rock Valley Road fino a raggiungere il parcheggio e poi proseguire. Fino a che gli occhi non incontreranno la meraviglia, cosa molto frequente in Arizona.

Vale la pena raggiungerla in qualsiasi orario ma ci sono dei momenti che son decisamente più speciali di altri: ad esempio fotografare questa formazione rocciosa a mezzogiorno quando non ci sono ombre. Infatti si tratta di una location molto amata dagli appassionati di escursioni e foto, ma la scelta di contingentare gli ingressi è stata presa per tutelare l’area che è fragile e va tutelata.

 

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Debutta Utopia of the Seas, la nuova super nave di Royal Caribbean

È fissato per venerdì 19 luglio il debutto della nuova super nave di Royal Caribbean, la Utopia of the Seas, da Port Canaveral (Orlando), in Florida.

Lunga 362 metri, costata 1,2 miliardi di euro e in grado di accogliere 6700 passeggeri, segue Icon of the Seas (entrata in servizio a gennaio 2024), ed è la sesta unità della classe Oasis di Royal Caribbean ma la prima a essere alimentata a gas naturale liquefatto nonché a debuttare con weekend di tre notti e vacanze nei giorni feriali di quattro notti.

Il nuovo gioiello della compagnia americana è realtà

La costruzione di Utopia of the Seas, il nuovo gioiello della compagnia americana, è durata più due anni presso i cantieri Chantiers de l’Atlantique di Saint-Nazaire in Francia: finalmente, è avvenuta la consegna con una celebrazione presso l’AquaTheater alla presenza di oltre 1600 membri dell’equipaggio e del gruppo di lavoro composto da ingegneri nautici, architetti, designer e maestranze.

Jason Liberty, presidente e CEO di Royal Caribbean Group, ha dichiarato: “La consegna di Utopia of the Seas è un momento storico per il nostro gruppo che sta lavorando sempre di più per offrire soluzioni innovative e sostenibili dal punto di vista ambientale. Dalla vacanza multigenerazionale per eccellenza, con il debutto quest’anno di Icon of the Seas, alla fuga per eccellenza di un weekend su Utopia of the Seas, siamo concentrati sull’offerta di una varietà di opzioni di vacanza e di ricordi senza pari per i nostri ospiti” e Michael Bailey, presidente e CEO di Royal Caribbean International, ha sottolineato che “Utopia porterà avanti il nostro impegno decennale a favore dell’ambiente. Dalla connessione elettrica a terra ai sistemi di recupero del calore generato dai rifiuti, continuiamo a valorizzare le nostre applicazioni nel campo dell’innovazione. Stiamo facendo passi avanti verso un futuro di energia pulita”.

Prima del viaggio inaugurale, la nave approderà negli Stati Uniti con i team i Royal Caribbean impegnati negli ultimi ritocchi per prepararla al grande giorno.

Una nave davvero straordinaria

Utopia of the Seas, appartenente alla classe Oasis, è concepita per offrire brevi vacanze con crociere di 3 notti nei weekend e di 4 notti durante i giorni feriali. La nave mette a disposizione oltre 40 opzioni per cenare, bere e festeggiare, insieme a svariate piscine, alcune riservate agli adulti e altre in stile resort per un relax totale.

Tra le incredibili attrazioni a bordo spiccano The Ultimate Abyss, lo scivolo a secco più lungo in mare, il simulatore di surf FlowRider e una zip line di 10 piani. Ma non soltanto: Perfect Day at CocoCay, l’isola privata di Royal Caribbean alle Bahamas, offre una vasta gamma di opportunità, tra cui Hideaway Beach, spiaggia riservata agli adulti, piscine, DJ, punti ristoro, 14 acquascivoli e la più grande piscina d’acqua dolce dei Caraibi.

Ancora, l’offerta gastronomica di Utopia of the Seas è davvero notevole. Royal Railway – Utopia Station è il nuovo ristorante a tema che unisce avventura, cibo e tecnologia, trasportando i viaggiatori in diversi luoghi ed epoche, Izumi serve sushi e street food giapponese, oltre a un’esperienza privata omakase a più portate, mentre Giovanni’s Italian Kitchen & Wine Bar è un ristorante italiano su due piani con la terrazza che si affaccia sul vivace Boardwalk.

Infine, per l’intrattenimento e le feste, ecco Pesky Parrot, il nuovo tiki bar caraibico che offre cocktail a base di rum, tequila e gin. La nave propone anche musica dal vivo di vari generi e grandi spettacoli ispirati all’aria, al ghiaccio, all’acqua e al teatro. Casinò Royale include due casinò con oltre 370 slot machine e circa 30 giochi da tavolo.

Michael Bayley ha dichiarato: “Con la consegna di Utopia of the Seas, abbiamo le chiavi per il weekend definitivo. Questa è la vacanza breve che offre tutte le opportunità per creare ricordi straordinari”.

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Kentucky, dieci cose da fare nello Stato più autentico degli USA

Si dice spesso che viaggiare significa cogliere lo spirito di un luogo e del suo popolo. Mai frase è stata più azzeccata come nel caso del Kentucky, uno degli Stati del Sud degli USA. Sì, perché nel Kentucky proprio di spirito si parla, quello del Bourbon, che viene prodotto in questo Stato. E c’è un motivo che poi ha influenzato su tutta la sua storia. Ma il Kentucky è anche sinonimo di cavalli

Il Kentucky è soprannominato il “Paese del Bourbon”. Il motivo è che qui viene prodotto il 95% del Bourbon mondiale. Il motivo è dovuto alla conformazione del sottosuolo di questo particolare territorio: l’acqua filtrata dal calcare è talmente pura da dare un gusto speciale a questa bevanda alcolica così diversa dal whisky con cui molti lo confondono. Ma il Bourbon del Kentucky è anche frutto dei barili di legno di quercia in cui vene conservato, del mix di grani con cui viene prodotto e del particolare processo di distillazione impiegato.

Intorno alla produzione di Bourbon ruota tutto un mondo che è molto interessante da scoprire. La storia stessa del Kentucky è stata influenzata dal Bourbon. Negli anni del Proibizionismo in America, infatti, questo era uno degli Stati in cui era ancora possibile vendere alcool; pertanto, la sua economia è cresciuta e soprattutto sono sorti tantissimi speakeasy dove era possibile bere bevande alcoliche. Ci sono distillerie da visitare in tutto lo Stato, tanto che è nato un itinerario chiamato Bourbon Trail. Ma sono tante altre le cose che si possono scoprire in quello che è uno dei più autentici degli Stati Americani.

1. Percorrere il Kentucky Bourbon Trail

Nello Stato del Kentucky esistono talmente tante distillerie di Bourbon che la Kentucky Distillers’ Association ha deciso di mapparle e di creare, alla fine degli Anni ’90, un vero e proprio itinerario chiamato appunto Kentucky Bourbon Trail. All’inizio, le distillerie, quelle più storiche, erano soltanto una decina, ma nel corso degli anni se ne sono aggiunte molte altre tanto che oggi se ne contano una cinquantina. La KDA ne segnala 18 che sono facilmente raggiungibili attraverso questo trail a sua volta diviso in quattro gateway che ruotano intorno alle quattro principali città dello Stato: Louisville, Lexington, Bardstown e il Northern Kentucky Gateway. Anche chi non è appassionato di Bourbon dovrebbe fare almeno una degustazione in una delle distillerie perché è una vera esperienza. Alcune distillerie, come la Bardstown Bourbon Company o la Lux Row Distillers hanno eleganti salette riservate agli ospiti dove sembra di stare nel salotto di casa del proprietario. Qui insegnano non soltanto a comprendere le differenze tra un Bourbon e l’altro ma anche a creare cocktail personalizzati. Un’esperienza da fare anche in famiglia è la visita alla Evan Williams Bourbon nella centralissima e storica Whiskey Row di Louisville dove, in puro stile scenografico americano, viene mostrato il processo di fermentazione del Bourbon come fosse uno show. A Lexington si può visitare la prima distilleria afroamericana dai tempi della schiavitù, la Fresh Bourbon, che produce il Bourbon del Kentucky. Infine, per respirare il vero mood USA, merita una tappa la Barrel House Distilling di Lexington, una sorta di saloon con banco degustazione sul retro in mezzo alle botti di Bourbon e vodka. Un’esperienza autentica da fare assolutamente.

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Fonte: @Kentucky Department of Tourism

Una distilleria di Bourbon nel Kentucky

2. Una serata in uno speakeasy con musica Bluegrass

Ruota sempre intorno al Bourbon l’esperienza di trascorrere una sera in uno dei numerosi speakeasy che si trovano nelle città. Come anticipato, il Kentucky era uno degli Stati in cui, anche durante il periodo del Proibizionismo, si poteva fare uso di alcool; pertanto, negli Anni ’20 sono nati diversi locali dove poter consumare Bourbon (ma non solo), ballare e ascoltare musica Bluegrass, un genere puramente statunitense che coniuga la musica gospel africana con quella degli emigrati irlandesi e scozzesi. Spesso celati nel sottosuolo, dietro a pesanti tendoni di velluto si aprono, ancora oggi, splendidi locali rivestiti di boiserie, illuminati da grandi lampadari di cristallo, arredati con divanetti di velluto e con tanti salottini o addirittura stanze appartate dove incontrarsi per fare affari o garantirsi momenti di intimità. Uno dei più caratteristici è l’Hell or High Wate lungo la Whiskey Row a Louisville. Qui, oltre a trascorrere un piacevole serata ascoltando musica e sorseggiando un cocktail si respira la storia ed è come fare un balzo indietro nel tempo. Ma nel quartiere di NuLu ce ne sono tantissimi altri.

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Fonte: @Kentucky Department of Tourism

Uno dei numerosi speakeasy che si trovano nel Kentucky

3. Assistere alle corse dei cavalli

Il Kentucky è la terra dell’ippica e alcune gare equestri fanno parte della cultura di questo Stato del Sud e sono un evento importantissimo. Per scoprire il cuore e l‘anima del Kentucky è necessario quindi indossare gli stivali e immergersi nel mondo dei cavalli. Nell’ippodromo di Churchill Downs il primo sabato di maggio di ogni anno si corre il Kentucky Derby, ma durante tutta la bella stagione si tengono corse e si può scommettere sul cavallo vincente. Il Kentucky Derby fa parte del cosiddetto Triple Crown Trophy, tre gare importantissime – le altre due sono il Preakness Stakes che si corre a Baltimora, nel Maryland, e il Belmont Stakes di Elmont, New York – assegnato al cavallo che se le è aggiudicate tutte e tre. Prima di immergersi nelle gare, è bene scoprire la storia dell’ippica nel Kentucky visitando il Kentucky Derby Museum di Louisville. Anche quando non ci sono corsa a cui assistere, una sala del museo ricrea l’ambiente delle corse e si può seguire una gara come se si fosse seduti sugli spalti. Per provare le brezza di vedere il proprio cavallo vincere si può assistere alle corse nell’ippodromo di Keeneland, uno dei più affascinanti del mondo con i suoi edifici storici. Qui correvano anche alcuni cavalli appartenuti alla regina Elisabetta d’Inghilterra e sono molti i proprietari di cavalli – anche dall’Italia – che portano i propri purosangue a gareggiare su questa storica pista.

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Fonte: @Kentucky Department of Tourism

Le corse di cavalli del Kentucky Derby

4. Visitare la fabbrica delle mazze da baseball Slugger Museum

Negli Stati Uniti, il baseball è uno degli sport più seguiti e nel Kentucky c’è uno dei luoghi simbolo di questo sport, la Slugger Factory, la fabbrica (e museo) delle mazze da baseball più antica degli USA che ha sede a Louisville. Da più di 140 anni, i più grandi campioni del baseball hanno impugnato le mazze Slugger, facendosele forgiare su misura, con materiali, forme e dimensioni personalizzate. Visitare la fabbrica che le produce è senza dubbio una delle esperienze più interessanti che si possano fare qui per immergersi nella cultura sportiva americana. Nel museo sono esposti circa tremila modelli di mazze da baseball, alcun delle quali prendono il nome dai giocatori per cui sono state tagliate. La visita alla fabbrica mostra come si crea una mazza da baseball dal pezzo di legno informe fino al prodotto finale. Nessuno lascia la fabbrica senza la propria piccola mazza. I bambini ne andranno matti.

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Fonte: Getty Images

Lo Slugger Museum, il museo del baseball di Louisville

5. Salire a bordo della Belle

Sul fiume Ohio che attraversa Louisville è attraccato il battello a vapore più antico del mondo, Belle. L’iconica Belle of Louisville porta i turisti indietro nel tempo. Costruito nel 1914, è l’ultimo battello a vapore originale rimasto negli Stati Uniti d’America e anche quello che ha navigato per più tempo tanto da essere diventato un National Historic Landmark e uno dei simboli di Louisville. Quando venne costruito, navigava sul Mississippi attraverso il Tennessee; poi iniziò a fare la spola tra il Canada e il Golfo del Messico, finché non venne spostato a Louisville e qui rimase. La crociera, che viene organizzata per l’ora del pranzo, della cena o per un pic-nic, che si fanno a bordo, tocca alcuni dei punti più significativi della città. Durante la navigazione ci si immerge al cento per cento nel mood della cosiddetta Gilded Age, la Belle Époque vissuta a inizio Novecento negli Stati Uniti, allietati dall’immancabile musica Bluegrass. La visita alla sala motori è il momento più atteso dagli appassionati di imbarcazioni: i due motori da 450 cavalli ciascuno sono anche più vecchi del battello stesso.

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Fonte: @Kentucky Department of Tourism

Lo skyline di Louisville, nel Kentucky

6. Visitare il Muhammad Ali Center

Il Kentucky ha dato i natali a molti personaggi illustri, alcuni poco conosciuti in Occidente, ma uno su tutti è talmente famoso che il museo che gli è stato dedicato è decisamente una delle attrazioni più visitate d’America. Stiamo parlando di Muhammad Ali e del museo a lui intitolato che si trova a Louisville. Poche persone nell’arco della loro vita hanno raggiunto lo status di icona, ancora meno divengono faro e nutrimento spirituale di un popolo. È quanto è accaduto, invece, con Ali, che davvero ha segnato un’epoca perché non era solo un puglie ma un attivista dei diritti civili e un esempio per la comunità afroamericana. Il Muhammad Ali Center, oltre a essere un museo che mette in mostra i memorabilia del cinque volte campione mondiale di boxe e medaglia d’oro alle Olimpiadi di Roma del 1960 (inclusa la famosa bicicletta rossa che gli rubarono e che lo spinse a combattere per la prima volta nella vita), è anche un centro culturale costruito come tributo al grande pugile che è nato a Louisville del 1942 con il nome di Cassius Marcellus Clay Jr, che poi cambiò per convertirsi all’Islam. Ogni anno nel mese di giugno viene organizzato l’Ali Festival, una settimana di eventi per celebrare il “più grande di tutti i tempi” (Greatest of All Time) con partite di baseball, feste, concerti, gare sportive amatoriali, tour dei luoghi di Muhammad Ali e street food.

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Fonte: Getty Images

Il museo dedicato a Muhammad Ali a Louisville

7. Visitare il Museo della Corvette

A proposito di eccellenze, sapevate che il Kentucky è anche la casa della Corvette? A Bowling Green, vicino allo stabilimento di assemblaggio della General Motors, vengono prodotte, infatti, le automobili Chevrolet Corvette, le auto sportive americane per eccellenza, e si può visitare il National Corvette Museum aperto nel 1994. Per gli appassionati di motori è una tappa da non perdere. Il museo racconta la storia di quest’auto iconica, dall’evoluzione del design alla meccanica e ingegneristica e si può gareggiare – virtualmente – a bordo di un bolide, partecipare a workshop o perdersi tra gadget e, soprattutto, tantissimi modelli di Corvette. Chi vuole può anche provare la Delivery Experience, lo show che viene messo in piedi per tutti coloro che hanno ordinato un’auto e vengono a ritirarla.

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Fonte: @Kentucky Department of Tourism

Il museo della Corvette a Bowling Green

8. Inoltrarsi nel sistema di caverne più lungo del mondo a Mammoth Cave

Nel Kentucky non ci sono da visitare solo luoghi nati non più di 200 anni fa. Nel bel mezzo dello Stato c’è uno di parchi nazionali più importanti degli Stati Uniti, il Mammoth Cave National Park che comprende il più lungo sistema di grotte del mondo. Un posto unico, insomma, che merita assolutamente un viaggio. Il parco è diventato Patrimonio dell’umanità Unesco nel 1981 e riserva della biosfera nel 1990. Le Mammoth Cave si sono formate tra i giacimenti di calcare e di arenaria e comprende più di 591 chilometri di passaggi. Ogni anno nuove esplorazioni portano alla luce nuove grotte e gallerie. L’acqua che scorre lungo le gallerie di arenaria è quella che poi viene usata per produrre il famoso Kentucky Bourbon. Migliaia di anni di storia sono nascosti sottoterra. Nelle grotte sono stati trovati resti del periodo preistorico, ma anche la mummia di un nativo americano – queste caverne erano abitate dalle popolazioni locali – e fu o schiavo afroamericano, Stephen Bishop, il primo a disegnare una mappa dettagliata delle grotte nel 1850 dando il nome a molte delle attrazioni presenti. Sono tante le escursioni che vengono organizzate dalle guide esperte nelle caverne. La più scenografica è l’Echo River Tour, che permette ai visitatori di esplorare le grotte a bordo di una barca che naviga su un fiume sotterraneo. Il parco è anche un Dark Sky Park dove ammirare le stelle, si possono fare escursioni a piedi, in bicicletta o a cavallo e si può anche soggiornare nel parco, dormendo nei lodge o facendo campeggio in uno dei camping autorizzati.

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Fonte: 123RF

l’interno delle Mammoth Cave, le caverne più lunghe del mondo

9. Fare kayak nella Red River Gorge

Sempre a proposito di siti naturalistici, un altro luogo meraviglioso del Kentucky è il sistema di canyon chiamato Red River Gorge, immerso nella Daniel Boone National Forest, che prende il nome dall’esploratore che l’ha scoperta nel XVIII secolo. Questo luogo meraviglioso alterna altissime pareti rocciose a incredibili cascate a ponti naturali. Si contano un centinaio di archi naturali ed è considerata una delle mete migliori al mondo per l’arrampicata. Anche in questo parco si può soggiornare. Merita sicuramente l’esperienza di dormire in una tree house o in una cabin sospesa sul canyon. I trekking qui sono tantissimi, anche quelli alla scoperta della geologia di questo antichissimo territorio, ma ci si può anche lanciare giù dalle zipline o esplorare le gole sottoterra a bordo di un kajak sui corsi d’acqua sotterranei.

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Fonte: 123RF

Il meraviglioso paesaggio delle Red River Gorge

10. Food tour tra i sapori del Kentucky

Il famoso pollo fritto è il primo piatto che si cerca quando si visita il Kentucky. In realtà sfatiamo un mito: non è il piatto più famoso di questo Stato. Certo, lo si trova in alcuni ristoranti, ma è completamente diverso da ciò che ci si aspetterebbe e soprattutto è poco fritto. Detto questo, anche negli Stati Uniti del Sud oggi è di moda mangiare cibo fresco, poco grasso e a km zero (che qui chiamano “farm to table”). Pur non discostandosi troppo dai sapori del Sud. In molte città, da Lexington a Louisville, vengono organizzati divertenti food tour che sono strettamente legati alla storia dei luoghi e della popolazione. Tra pomodori verdi fritti e cocktail a base di Bourbon.

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Fonte: @SiViaggia – Ilaria Santi

Degustazione di Bourbon e food pairing
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Le strade più famose d’America: la Route 66 e non solo

Quando si parla di strade iconiche negli Stati Uniti, la prima che viene in mente a chiunque è sicuramente la leggendaria Route 66. Conosciuta anche come “Mother Road“, questa autostrada – famosa anche sul grande e piccolo schermo – che attraversa il centro del Paese è diventata un simbolo della cultura americana del XX secolo. Inaugurata negli Anni Venti, la Route 66 connetteva Chicago con Los Angeles, attraversando numerose città e paesaggi mozzafiato. Tuttavia, la Route 66 non è l’unica strada degna di nota negli Stati Uniti. 

Infatti, per i viaggiatori più intraprendenti che volessero avventurarsi negli USA in self drive per un viaggio on the road come si deve – d’altronde il Paese a stelle e strisce è molto godibile in questa modalità – ci sono molte altre possibilità e numerose strade da imboccare per esplorare le meraviglie di tutti gli Stati Uniti.

La Route 66, vero simbolo USA

Un tempo, lungo il suo percorso, la Route 66 attraversava piccole cittadine del Midwest, deserti dell’Arizona e montagne della California, offrendo ai viaggiatori una finestra sui paesaggi e sullo stile di vita tipici dell’America più autentica. Sebbene gran parte della Route 66 sia oggi stata dismessa e sostituita da autostrade più moderne, il suo fascino e la sua importanza storica rimangono intatti. Ancora oggi, percorrere la “Mother Road” è un’esperienza unica che permette di immergersi nella storia e nell’iconografia della cultura statunitense.

Route 66

Fonte: iStock

L’iconica Historic Route 66

Oggi in realtà questa strada esiste con il nome di Historic Route 66, parte da Chicago e finisce a Santa Monica, in California, attraversando otto Stati per 3.755 km. Il sogno di molti è quelllo di percorrerla a bordo di una Harley Davidson o noleggiando un enorme camper americano.

La California State Route 1

Spostandoci sulla costa occidentale, troviamo la spettacolare California State Route 1, anche nota come Highway 1 o Pacific Coast Highway. Questo panoramico percorso costiero attraversa scogliere mozzafiato, piccoli villaggi pittoreschi e località famose come Big Sur. Si tratta di un’autostrada statale che percorre da Nord a Sud buona parte della costa pacifica della California per 198 km. Parte da Monterey e finisce a Morro Bay. Questa highway è famosa per le bellezze panoramiche che possono essere osservate percorrendola e perché attraversa la contea di Los Angeles e quella di San Francisco.

California State Route 1

Fonte: iStock

La California State Route 1 a Monterey

La Road to Paradise

Un’altra strada imperdibile sulla West Coast è la Road to Paradise che sale sul vulcano Mount Rainier nello Stato di Washington, regalando scorci suggestivi sui ghiacciai e sulle cime innevate. Si tratta della strada che attraversa anche le isole Keys, nel Sud della Florida, per 170 chilometri partendo dalla fine dell’Everglades National Park per concludersi a Key West. Alcuni punti sono strettissimi, con il Golfo del Messico da un lato della strada e il Mar dei Caraibi dall’altro.

La Blue Ridge Parkway

Spostandoci sulla costa orientale, non possiamo non menzionare la Blue Ridge Parkway, una strada panoramica che attraversa Virginia e North Carolina regalando viste mozzafiato sui Monti Appalachi e collegando lo Shenandoah National Park e le Great Smoky Mountains per 755 km. Sempre sulla East Coast, un’altra strada degna di nota è il Natchez Trace Parkway, un percorso storico che collega Natchez, in Mississippi, a Nashville, in Tennessee.

Blue Ridge Parkway

Fonte: iStock

Vista sulla Blue Ridge Parkway

L’Acadia Scenic Byway

Procedendo verso nord, troviamo l’Acadia Scenic Byway nel Maine, un pittoresco percorso che costeggia il Parco Nazionale di Acadia. Percorrendo questa strada degli Stati Uniti continentali, dalla quale si gode una vista spettacolare sull’Oceano Atlantico e sulle isole dell’arcipelago di Acadia, si possono raggiungere numerosi sentieri escursionistici e aree ricreative all’interno del parco nazionale, offrendo infinite possibilità di immergersi nella natura incontaminata del Maine. Percorrere questa strada panoramica è un’esperienza imperdibile per chiunque voglia scoprire la bellezza selvaggia della costa orientale degli Stati Uniti.

La Columbia River Gorge Scenic Byway

Spostandoci verso ovest, la Columbia River Gorge Scenic Byway in Oregon offre panorami spettacolari sulla gola scavata dal fiume Columbia. Questo tratto stradale offre ai viaggiatori una finestra privilegiata sulla maestosa bellezza naturale della regione, caratterizzata da alte scogliere, cascate imponenti e foreste pluviali. Uno dei punti salienti della Columbia River Gorge Scenic Byway è senza dubbio la famosa Multnomah Falls, una cascata a doppio salto alta oltre 190 metri. Percorrere la Columbia River Gorge Scenic Byway è un’esperienza unica per immergersi nella natura incontaminata dell’Oregon occidentale e ammirare da vicino uno dei paesaggi più suggestivi della regione.

Columbia River Gorge Scenic Byway

Fonte: iStock

Vista sulla Columbia River Gorge Scenic Byway

La Creole Nature Trail

Il Creole Nature Trail è una meravigliosa strada panoramica che attraversa la Louisiana sud-occidentale, offrendo ai visitatori uno sguardo esclusivo sulla bellezza e sulla ricca cultura di questa regione. Lunga circa 180 miglia (290 km), questo percorso ha inizio a Cameron e attraversa le parrocchie di Calcasieu, Jefferson Davis e Cameron, raggiungendo il confine con il Texas. Il percorso attraversa una varietà di ecosistemi affascinanti, tra cui paludi, estuari, lagune, praterie costiere e spiagge incontaminate. Il trail è anche noto per l’incredibile biodiversità, con oltre 400 specie di uccelli, alligatori, delfini, tartarughe e una ricca vegetazione tipica delle zone umide.

La regione attraversata dal trail ha una forte identità culturale Creola, con comunità che preservano tradizioni culinarie, musicali e artigianali uniche. Lungo il percorso si trovano musei, parchi naturali, santuari per la fauna selvatica e diverse opportunità per praticare attività all’aria aperta come birdwatching, kayak e pesca.

La Natchez Trace Parkway

La Natchez Trace Parkway è una strada nazionale che attraversa 444 miglia (715 km) dal centro-sud degli Stati Uniti, collegando la città di Natchez, in Mississippi, a Nashville, in Tennessee. Questa pittoresca strada panoramica segue un antico percorso di pista usato dai nativi americani e dai primi pionieri europei. Il paesaggio che circonda la Natchez Trace Parkway è estremamente vario, spaziando da dolci colline, praterie e boschi decidui a ripide scogliere e impenetrabili foreste. Il percorso offre numerosi punti panoramici, siti archeologici, aree naturalistiche e antiche fattorie, permettendo ai visitatori di immergersi nella ricca storia e cultura della regione. Guidare lungo la Natchez Trace Parkway è considerato uno dei modi migliori per scoprire il fascino dell’America rurale del Profondo Sud.

Natchez Trace Parkway

Fonte: iStock

Veduta della Natchez Trace Parkway

La Scenic Byway 12

La Scenic Byway 12 è una celebre strada panoramica che attraversa lo spettacolare paesaggio dell’Utah meridionale. Questo tratto stradale di circa 122 miglia collega Torrey a Bryce Canyon National Park, passando per alcune delle più affascinanti aree naturali dello Stato dello Utah. Il percorso si snoda tra canyon scavati dall’erosione, foreste di pini e abeti, altopiani deserti e pittoresche cittadine storiche. Alcuni dei punti salienti della Scenic Byway 12 sono Capitol Reef National Park, con le sue imponenti formazioni rocciose rosse, e Grand Staircase-Escalante National Monument, caratterizzato da panorami mozzafiato su canyon e altopiani. Guidare lungo questa strada è considerato uno dei modi migliori per ammirare la bellezza  diversificata del sud dell’Utah, offrendo uno scorcio privilegiato su uno dei paesaggi più spettacolari degli Stati Uniti occidentali.

La Hana Highway

L’Hana Highway è una celebre strada panoramica situata nell’isola di Maui, nelle Hawaii. Questo tortuoso percorso di circa 100 chilometri collega la città costiera di Kahului con la pittoresca cittadina di Hana, attraversando una delle zone più remote e suggestive dell’isola. Il tratto stradale serpeggia tra foreste pluviali, cascate e spiagge incontaminate, offrendo ai viaggiatori uno spettacolo naturale mozzafiato. Lungo l’Hana Highway si incontrano inoltre numerose attrazioni, come i Pools of ‘Ohe’o, un insieme di piscine naturali alimentate da cascate, e Wailua Falls, una cascata alta oltre 80 metri. Il viaggio lungo l’Hana Highway richiede tempo e pazienza, ma percorrere questa strada è considerato uno dei must per i visitatori dell’isola di Maui, che hanno l’opportunità di ammirare i paesaggi più spettacolari e incontaminati dell’arcipelago.

Hana Highway

Fonte: iStock

La Hana Highway

La Route 50

La U.S. Route 50 attraversa il Nevada da est a ovest, tagliando in due l’immensa distesa desertica dello stato. Soprannominata “la strada più solitaria d’America”, questo tratto stradale di oltre 400 miglia attraversa paesaggi lunari, piccoli centri abitati abbandonati e vasti spazi quasi completamente disabitati. Il percorso sembra quasi interminabile, con pochi segnali di vita visibili all’orizzonte. Nonostante la sua apparente desolazione, la U.S. Route 50 offre un’esperienza di viaggio unica, permettendo di immergersi nella vastità e nella solitudine della desertica Great Basin. Percorrere questa strada è considerato quasi un rito di passaggio per gli amanti delle strade secondarie meno battute, che vogliono mettersi alla prova in un ambiente aspro e inospitale eppure affascinante.

L’Alaska Route 9

Infine, non possiamo dimenticare l’Alaska Route 9, un remoto percorso che attraversa paesaggi selvaggi dell’Alaska, regalando scorci unici sulla natura. Si tratta di una strada lunga 201 chilometri che collega Seward ad Anchorage e permette di scoprire luoghi bellissimi come la Kenai Peninsula, la Chugach National Forest, Turnagain Arm e le Kenai Mountains.

La Dinosaur Diamond Scenic Byway

Ed ecco una vera e propria chicca: stiamo parlando della Dinosaur Diamond Scenic Byway, una particolarissima strada panoramica di circa 512 miglia (823 km) che attraversa il nord-est dello Utah e il nord-ovest del Colorado. Questo itinerario circolare è uno dei migliori modi per esplorare una delle regioni più ricche di fossili di dinosauri negli Stati Uniti.

Il percorso, infatti, passa vicino a numerosi siti paleontologici importanti, tra cui il Dinosaur National Monument (un parco nazionale che ospita una famosa parete di ossa fossili di dinosauri), il Cleveland-Lloyd Dinosaur Quarry (un sito di scavo che ha restituito una delle maggiori concentrazioni di fossili di Allosaurus) e la Fruita Paleo Area (un’area protetta con numerosi ritrovamenti di fossili di dinosauri e altri animali preistorici).

Oltre ai siti paleontologici, la Dinosaur Diamond Scenic Byway attraversa paesaggi di incredibile bellezza naturalistica che regalano veri e propri scenari da cartolina, come canyon, fiumi selvaggi, foreste e altopiani deserti. Lungo il percorso ci sono musei e numerose opportunità per i viaggiatori di fare escursioni e attività all’aria aperta.

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Scottsdale, l’oasi glamour nel deserto dell’Arizona

Nel bel mezzo del deserto dell’Arizona sorge una delle città più cool e di tendenza degli Stati Uniti: Scottsdale. Lo è diventata soprattutto da quando molti sportivi e celeb (Rihanna ha comprato casa dopo avervi trascorso la luna di miele ed essersene innamorata) hanno deciso di lasciare la patinata California per trasferirsi a vivere in uno dei luoghi più rilassanti, meno affollati e con il maggior numero di giornate soleggiate (ben 330 l’anno) degli USA.

Circondata dal deserto di Sonora, con un’infinita varietà di cactus (tra cui il gigantesco saguaro, che cresce solo qui e che può raggiungere anche i 15 metri d’altezza, e il famoso “cuscino della suocera”), agave, aloe e tante altre specie autoctone, e dalle riserve indiane, Scottsdale offre tantissime opportunità di divertimento, dai numerosi campi da golf agli spa resort, ma è anche un importante centro artistico-culturale e della vita notturna.

Scottsdale, l’ex Old Wild West

La Old Town, dove resistono alcuni storici edifici di legno con le insegne in stile western, i portici di legno, la chiesa costruita dai messicani e gli ingressi dei saloon lungo la Main Street, è il quartiere più caratteristico di Scottsdale, con locali, ristoranti, negozi di artigianato che vendono manufatti realizzati dai nativi americani nel Native Art Market, di capi in pelle e boots lavorati e di souvenir. È qui che si respira ancora l’atmosfera del vecchio West dove diverse culture, quelle degli yankee, dei nativi americani e dei messicani di confine, si sono fuse per creare la modernissima città che è oggi Scottsdale. Ma è anche il quartiere dove sono sorte gallerie d’arte e atelier di arredamento e di design.

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Fonte: 123RF

Nella Old Town di Scottsdale, Arizona

Ed è proprio quest’ultimo l’aspetto che più colpisce di Scottsdale. In poco più di cent’anni, questa città è passata dalle piantagioni di cotone con il pony express che portava la posta a cavallo – e che viene ricordato ogni anno con un acclamatissimo evento, l’Hashknife Pony Express, che attraversa i territori Navajo – alle installazioni di public art (la più famosa delle quali è il Soleri Bridge) e i murales sparsi per tutta la città e ai numerosi musei tra cui quello di arte contemporanea SMoCA, ricavato in un vecchio cinema, il Museum of the West e quello dei nativi americani Heard, fondamentali da visitare per capire l’evoluzione di questa città e di tutta questa parte d’America.

Design e architettura a Scottsdale

Design e architettura fanno parte del tessuto sociale di Scottsdale da sempre. Negli Anni ’20 del 900 venne chiamato per realizzare un grande progetto uno dei più importanti architetti americani dell’epoca, Frank Lloyd Wright. Famoso per aver sviluppato la teoria dell’architettura organica, in cui gli edifici realizzati sono un tutt’uno con l’ambiente che li circonda, è stato un pioniere della moderna bioarchitettura. In Arizona trovò l’ambiente ideale in cui esprimersi tanto da restarci fino alla fine dei suoi giorni. La più rappresentativa di tutte le opere realizzate da Lloyd Wright qui è la sua casa-museo che si trova appena fuori Scottsdale, Taliesind West, iscritta nella lista dei patrimoni Unesco. Negli Anni ’30, fu un laboratorio artistico che ospitava la comunità di quello che oggi è considerato una tra le figure più influenti nella storia dell’architettura contemporanea. Tra le sue opere più celebri c’è il museo Guggenheim di New York City.

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Fonte: @Jill Richards – Experience Scottsdale

La casa museo di Frank Lloyd Wright, Taliesin West appena fuori Scottsdale

Ma di arte e design è pieno ogni angolo della città. Oltre alle numerose gallerie d’arte in centro, ci sono installazioni artistiche di public art per le strade e diversi hub che ospitano laboratori e atelier, come Cosanti Original, il laboratorio artistico fondato dall’architetto italo-americano Paolo Soleri che ancora oggi realizza le famose campane del vento fatte di ceramica e bronzo. L’edificio fatto di cemento armato, con spazi aperti e cunicoli, merita una visita. Soleri è famoso per aver fondato negli Anni ‘70, nel bel mezzo del deserto, a una settantina di chilometri da Phoenix, Arcosanti, una cittadina che è un importante esempio di “arcologia”, un sistema urbano incredibilmente all’avanguardia che unisce architettura ed ecologia dove viveva (e ancora oggi vive) una comunità. Un posto pazzesco che merita una gita in giornata da Scottsdale.

Un altro centro artistico molto interessante, che forse neppure gli abitanti di Scottsdale conoscono, è il Cattle Track Art Compound, un grosso complesso che comprende diversi edifici a cinque minuti dal centro che, fin dagli Anni ’30, ospita laboratori artistici e, talvolta, anche gli artisti stessi. Qui convivono artigiani, pittori, musicisti, attori, ballerini, scrittori, fotografi e persino fabbri. Ogni sorta di espressione artistica, insomma, e lo si può visitare dietro appuntamento, mentre sono aperte a tutti le mostre temporanee e gli eventi serali a suon di musica.

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Fonte: @Cloth & Flame Winona Grey

Cosanti, la casa museo di Paolo Soleri a Scottsdale

Divertimenti a Scottsdale

Scottsdale è stata eletta miglior destinazione dove festeggiare l’addio al nubilato. Ogni weekend, orde di ragazze si danno appuntamento negli hotel, a bordo piscina e nei saloon storici della Old Town per fare festa prima di convolare a nozze. Ma non solo: ogni anno a primavera nei tanti stadi dislocati in tutta la città si allenano le squadre di baseball nazionali per lo Spring Training, l’allenamento di primavera, che attira milioni di americani che vengono ad assistere agli incontri, spesso gratuiti o a prezzi popolari, prima dell’inizio della stagione della Major League. Ogni squadra ha il proprio stadio.

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Fonte: @Hotel Valley Ho

Scottsdale, regina dell’addio al nubilato

Per la varietà dell’offerta gastronomica, Scottsdale è la perfetta foodie destination. Ci sono steak house ovviamente ma anche tanti locali gourmet, ottimi ristoranti vegetariani, eleganti bistrot dove provare i tanti modi di servire tacos e un numero infinito di wine tasting dove provare l’ottimo vino che viene prodotto proprio in alcune zone dell’Arizona.

Non mancano opportunità per fare shopping, di capi tradizionali stile Western, dagli stivali a punta decorati ai cappelli da cowboy personalizzati con piume, perline e chi più ne ha più ne metta, ma anche negozi di stilisti locali. Gli indirizzi migliori sono sulla Fifth Avenue e su Fashion Square nella Old Town e Kierland Commons e Scottsdale Quarter a una ventina di minuti di auto dal centro.

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Fonte: 123RF

Le insegne stroriche nella Old Town di Scottsdale

Il deserto di Sonora

È uno dei deserti più estesi del Nord America (circa 311mila km quadrati) e si trova a cavallo tra l’Arizona, la California e lo Stato messicano di Sonora. È anche uno dei luoghi più caldi degli Stati Uniti, ma non per questo nel deserto non c’è nulla, al contrario. Qui crescono alcune specie endemiche come i cactus più alti, i saguaro, che possono raggiungere altezze anche oltre i dieci metri, il cosiddetto “cactus a canne d’ organo” con spine nere pericolosissime e altre specie vegetali particolarmente resistenti alle alte temperature e alla siccità.

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Fonte: @Four Seasons Resort Scottsdale

Osservare le stelle nel deserto dell’Arizona

Nel deserto di Sonora non piove quasi mai tranne due mesi all’anno – luglio e agosto – quando si può assistere a fitti acquazzoni che fanno fiorire subito tutte le piante trasformandolo in un posto meraviglioso. Qui vivono tantissime specie animali, dalla lince alla tartaruga al giaguaro per non pelare poi delle circa 350 specie di uccelli, cento di rettili e mille di insetti. da Scottsdale il punto più vicino del deserto è il Pinnacle Peak Park, più di 600mila metri quadrati di parco attraversato da sentieri dove fare trekking, andare a cavallo, in mountain bike e che culminano su una collina di circa 400 metri sulla quale ci si può anche arrampicare da cui si può ammirare gran parte di questo meraviglioso deserto dove ci si aspetta di vedere passare un cowboy a cavallo da un momento all’altro.

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Fonte: @Jake DeBruyckere

Il Desert Botanical Garden a Scottsdale

Tante le attività che vengono organizzate nel deserto, dalle escursioni alle lezioni di yoga e meditazione all’osservazione delle stelle quando cala la sera per ammirare uno dei cieli più belli che mai.

Se il deserto di Sonora è meraviglioso visto dal basso, lo è ancor più se lo si ammira dall’alto di una mongolfiera che vola a 1500 metri d’altezza. Provare l’esperienza di volare in modo lento e silenzioso godendosi la bellezza di questo luogo all’alba o al calar del sole è davvero incredibile.  Chi non ha voglia di stancarsi troppo o di indossare le scarpette da trekking, può comunque avere un assaggio della natura del deserto dell’Arizona visitando il Desert Botanical Garden, un enorme giardino nato oltre ottant’anni fa tra Scottsdale e Phoenix dove crescono 50mila specie di piante che si possono scoprire percorrendo diversi sentieri tematici.

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Fonte: @ESPN

Sul deserto di Sonora a bordo di una mongolfiera

Come arrivare e muoversi a Scottsdale

Non ci sono voli diretti per Scottsdale. Dall’Italia bisogna fare almeno uno scalo in una città degli Stati Uniti come New York, Washington o Atlanta. L’aeroporto internazionale più vicino è quello di Phoenix Sky Harbor che dista solo mezz’ora dalla città. Una volta giunti in città, si può noleggiare un’auto oppure appoggiarsi a Uber che funziona benissimo e arriva ovunque, anche in mezzo al deserto.

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Coachella Festival: tutto quello che c’è da sapere

Un tripudio di colori, stili eccentrici e musiche da tutto il mondo si uniscono in una party esclusivo che non smette di fare tendenza. È il Coachella Festival, l’evento annuale che ospita gli artisti più in voga del panorama musicale mondiale.

Se state progettando un viaggio negli Stati Uniti ad aprile, allora potreste pensare di raggiungere la California del sud: qui, all’Empire Polo Fields di Indio, prende vita una delle rassegne musicali più celebri al mondo, non a caso soprannominata “la Woodstock degli anni 2000″. Un evento imperdibile, che ogni anno attira migliaia di persone provenienti da tutto il globo.

Il Coachella Valley Music and Arts Festival si tiene ogni anno a Indio, all’interno della Coachella Valley. Ecco alcune dritte per godervi al meglio questo appuntamento, diventato un cult per gli amanti della musica e non solo.

Coachella Festival: il successo dalle origini

Con un nome che deriva dal simbolo di Città del Messico, ovvero il serpente, il Coachella Festival prende vita ogni anno negli ultimi week end di aprile, sulla spianata desertica dell’Empire Polo Club di Indio, in California. Proprio l’ampiezza di questa location ha permesso l’organizzazione e lo sviluppo di grandi eventi musicali che si rivelano ogni anno un grande successo: basti pensare che nella prima edizione, nell’ottobre del 1999, sono stati venduti circa 40 mila biglietti, mentre nell’aprile del 2017 si è passati a ben 250 mila ingressi.

La quantità di artisti che si sono esibiti sui palchi del Coachella Valley Music and Arts Festival è enorme e i generi spaziano dal pop all’alternative rock, fino alla musica elettronica. Ma non parliamo soltanto di un festival musicale: il Coachella è divenuto nel tempo un vero e proprio evento culturale e artistico, che detta nuovi stili e tendenze nel campo della moda e del lifestyle, tanto che è nato lo “stile Coachella”, cavalcato da numerosi vip e influencer che vi si recano per promuovere outflit, accessori e acconciature: look eccentrici con colori accentuati, abiti lunghi e svolazzanti, stili hippie con stampe etniche e fiori, stivaletti da cowboy e sandali, gioielli appariscenti e capelli con treccine, onde, brillantini e molto altro.

Come arrivare al Coachella Festival

Per raggiungere la Coachella Valley californiana, che ospita il Festival, partendo dall’Italia è necessario prendere un areo diretto a Los Angeles (LAX), San Diego (SAN) oppure Palm Springs (PSP), con United Airlines, Air Canada, Alaska Airlines o American Airlines. Da questi aeroporti si hanno tre opzioni per raggiungere Indio: tramite un volo interno, con bus navetta o con un’auto. 

Da Los Angeles (2 ore di distanza), San Diego (2,5 ore) e Palm Springs (la più vicina al festival, a 30 minuti) sono disponibili i Valley Shuttle Service, per arrivare via terra. Spesso questo servizio è scelto da coloro che acquistano un pacchetto per l’evento comprensivo di volo e hotel.

Un’alternativa comoda è il noleggio di un’auto oppure la condivisione di un passaggio tramite le note app di carpooling. Una scelta, questa, che potrebbe farvi risparmiare anche parecchi soldi sul trasporto dandovi allo stesso tempo l’opportunità di socializzare con persone del posto.

Nei week end in cui si svolge il festival in genere le strade sono molto trafficate. Per questo si consiglia di anticipare il viaggio a Indio o a Palm Springs (le cittadine più vicine) a inizio settimana, in modo da non rimanere imbottigliati nelle strade affollate. In questo modo riuscirete anche a combattere il jet lag adeguandovi al nuovo fuso orario e potrete caricarvi per il grande evento musicale e artistico. Per raggiungere la location del Coachella da Indio, poi, si dovrà prendere una navetta per un breve tragitto.

Dove dormire per assistere al Coachella

Dal 2003 il Coachella Festival mette a disposizione anche un campeggio per coloro che vogliono vivere l’avventura fino in fondo: vengono infatti installate strutture per camping con tende e stazioni per camper e caravan.

In alternativa, potrete recarvi a Palm Springs (anche se è più cara), ad Indio oppure nella vicina Lake Colorado. Qui si può dormire in un camping con tende ispirate a quelle indiane, oppure nelle Safari Tents. Nei dintorni non mancano poi gli hotel e i resort. Qui troverete una vasta scelta, ma alcuni sono davvero particolari, come The Chateau at Lake ed Embassy Suites a La Quinta.

Se noleggiate un’auto, potete pensare di cercare un hotel più economico in cittadine poco più lontane come Agua Caliente, Beaumont o Cabazon, per poi recarvi al festival con il mezzo affittato.

Dove mangiare

Se il Coachella è un festival dove le tendenze musicali, artistiche e stilistiche danno il meglio di sé, non sono di meno anche le tendenze culinarie. Sono centinaia i food truck disseminati nel parco, sicuramente una caratteristica del festival, mentre gli amanti del gourmet possono mangiare in uno dei pop-up restaurant presenti, ossia veri e propri ristoranti stellati che propongono piatti ricercati e alternativi.

Non mancano i cocktail speciali e la vasta selezione di birre artigianali, oltre ai dissetanti bicchieri di fresh lemonade. Un’offerta gastronomica diversificata e che accontenta tutte le tendenze del mondo food: dai patti healthy, alle poke bowl, fino alle scelte senza glutine e vegane. Un’esplosione di sapori e colori in uno degli eventi musicali più trendy del mondo.

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Come pagare a New York: prelevare dal bancomat o usare le carte?

New York City è una delle metropoli più vivaci del mondo e attira milioni di turisti ogni anno. Con i suoi grattacieli imponenti che formano uno skyline inconfondibile, è la tappa perfetta per un viaggio negli USA. State organizzando la prossima vacanza oltreoceano, ma vi state chiedendo quali siano i metodi di pagamento migliori a cui affidarsi?

Quando si viaggia al di fuori dei confini italiani, o europei, una delle questioni più importanti da affrontare riguarda i soldi: come farò a prelevare? E come potrò pagare hotel, auto, ristoranti, prodotti e servizi? Ecco una guida che vi può chiarire le idee, con alcuni importanti consigli pratici. Meglio quindi utilizzare i contanti prelevandoli con il bancomat oppure preferire l’uso di carte di credito e debito?

Carte di credito e debito: la scelta più diffusa

Le carte di credito, credit card, sono il metodo di pagamento in assoluto più diffuso e utilizzato dalla popolazione statunitense, soprattutto a New York. Queste carte vengono accettate in qualsiasi negozio, ristorante, hotel o servizio e per ogni tipo di importo.

Per un viaggio nella Grande Mela, e negli Stati Uniti in generale, è consigliato portare con sé almeno una carta di credito, oltre al bancomat (debit card). Quest’ultimo può essere di due tipologie: VPay e Cirrus Maestro.

Vediamo tutti i motivi per cui sono consigliati questi due metodi di pagamento.

Come usare le carte di credito e di debito a New York

Perché le carte di credito e i bancomat (o altre carte prepagate) sono i metodi più consigliati per pagare a New York? I motivi sono molteplici. Innanzitutto, tutti i pagamenti con carte di credito e di debito sono senza commissioni in America. Inoltre, vengono accettati tutti i principali circuiti come Visa, MasterCard, American Express e Discover e Diners.

Perché dovremmo sempre avere con noi una carta di credito negli USA? Se si intende noleggiare un’auto, per esempio, nella maggior parte dei casi viene richiesta una caparra che deve essere garantita con una carta di credito. Sarà quindi necessario possederne una.

Per tutti i pagamenti, anche i bancomat sono accettati ovunque, ma capita di incontrare più spesso problemi e le transazioni rischiano di non andare a buon fine nonostante appartengano a circuiti accettati. Per questo è utile avere sempre con sé anche una carta di credito con la quale pagare, in caso di necessità.

Il consiglio è infatti quello di utilizzare la carta di credito per tutte quelle spese certe e importanti, come il noleggio auto e l’hotel. Per tutte le altre spese, invece, tale metodo rimane come alternativa, utilizzabile nel caso in cui il bancomat non venga accettato.

Altri consigli per i pagamenti con carte

Pagando con carta di credito a New York, è bene fare attenzione alla valuta con cui si effettua la transazione. Infatti, si può scegliere di pagare in dollari o nella nostra moneta. La scelta ideale sarebbe quella del pagamento in dollari: la conversione effettuata dalle banche italiane è solitamente più conveniente.

Inoltre, prima di partire per il tuo viaggio nella metropoli newyorkese, chiedi informazioni al tuo istituto bancario sulle condizioni imposte dalle tue carte di pagamento. È necessario chiarire se sono abilitate per gli Stati Uniti e attivare, se necessario, la cosiddetta “Opzione Mondo” per transazioni in Paesi extra euro, che è a pagamento. Oltre a questo, è importante chiedere quali siano le eventuali commissioni applicate sui pagamenti e sui prelievi all’estero.

Un’altra cosa da chiarire con la propria banca prima di mettersi in viaggio, riguarda i massimali di spesa e di prelievo con le proprie carte, in modo da aumentarli all’occorrenza e non avere brutte sorprese durante la vacanza oltreoceano. Sarebbe infatti un bel problema se non si riuscisse più a pagare o prelevare perché si è raggiunto il massimo consentito.

Prendi anche in considerazione di attivare una carta apposita studiata per i viaggi all’estero, che abbia commissioni agevolate e che garantisca la sicurezza delle transazioni. Un’opzione che sembrerebbe vantaggiosa, inoltre, è quella delle carte legate ai conti online.

Pagare in contanti a New York

Nonostante a New York, come nelle altre metropoli americane, i contanti siano sempre meno utilizzati per i pagamenti di qualsiasi bene o servizio, prediligendo le carte di credito, le banconote rimangono una valida opzione per fare acquisti.

Si consiglia però di utilizzare i contanti solo nei casi in cui non vengano accettate o non funzionino le carte di debito e credito che si hanno a disposizione, tenendoli quindi per affrontare eventuali casi di emergenza (ad esempio se sul taxi non si riesce a pagare la corsa con le carte di credito o debito).

Le alternative per avere con sé i contanti negli Stati Uniti sono due: effettuare il cambio valuta in Italia portando i dollari in America, oppure prelevare dagli ATM direttamente una volta arrivati a New York. Ma qual è la scelta migliore?

Prelievo bancomat o cambio contanti in Italia

A New York City gli sportelli bancomat (ATM) sono presenti in maniera molto capillare e questo rende decisamente comodo e semplice il prelievo di contanti (è sconsigliato, invece, prelevare con carta di credito perché ha costi maggiori).

L’aspetto più importante da tenere in considerazione è l’applicazione di due commissioni sui prelievi: una commissione applicata dalla banca italiana e una alla banca americana (solitamente tra i 3 e i 6 dollari).

Anche in caso di prelievo è necessario porre molta attenzione sulla valuta scelta: è meglio prelevare in euro o in dollari? Scegliendo l’opzione senza cambio valuta (quella più consigliata) si pagano i dollari nella nostra valuta. Se si sceglie il cambio valuta, invece, la banca in cui stai prelevando effettuerà il cambio e questa opzione è generalmente più costosa.

Il suggerimento è quello di prelevare direttamente in un ATM di New York, ma meno volte possibile, preferendo una cifra più alta in un’unica transazione per ammortizzare i costi del servizio.

L’altra opzione è quella di cambiare gli euro in dollari in Italia, prima di partire. In tal caso è bene informarsi sui tassi di cambio effettuati e sulle commissioni. Ad ogni modo, essendo molto comodo prelevare negli USA si può anche evitare di cambiare i contanti prima del viaggio.

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Il tuo sogno è l’America? Queste città ti aiutano a realizzarlo

Se si pensa a un cambio di vita, magari inseguendo quel sogno americano che affascina anche noi da tempo immemore, allora è bene sapere che esiste un sito negli Stati Uniti che segnala ai lavoratori quali sono le comunità che possono accoglierli e offrire loro un incentivo (non solo) in denaro.

No, non è uno scherzo ma un’iniziativa vera che ha aiutato tanti americani che hanno deciso di trasferirsi continuando con la propria professione, magari a distanza, e risparmiando denaro.

La cosa importante è non concentrarsi sulle grandi metropoli, come New York o L.A., e puntare a realtà più piccole, ugualmente stimolanti e bellissime dove trasferirsi e cambiare prospettive di vita.

Basta accedere al sito MakeMyMove per trovare la comunità più adatta. Come? Bastano pochi semplici passaggi.

Le città degli Stati Uniti che ti pagano per trasferirti

Sono tantissime e offrono incentivi per trasferirsi. Sono le numerose comunità che arricchiscono il sito MakeMyMove, tra le quali scegliere se si desidera cambiare vita inseguendo quel sogno americano che fa parte un po’ di tutti noi.

La piattaforma mette in contatto persone che possono lavorare da remoto con quelle comunità che cercano nuovi residenti. Il servizio è gratuito per gli utenti e viene supportato al 100% dalle comunità.

In totale sono 218 le realtà e si possono selezionare sulla base della zona degli Stati Uniti, oppure per le loro caratteristiche. Ad esempio, si possono cercare località vicino a un lago, o sulla spiaggia, posti di montagna o con un clima prettamente invernale. Oppure con ottime scuole o dove è possibile fare vita all’aria aperta.

Dopo aver fatto una selezione delle caratteristiche più adatte, sul sito viene segnalato se hanno dei programmi attivi e quanti, inoltre si possono vedere foto e video, compresi quelli delle persone che vi abitano.

Dopo aver sfogliato le vare opzioni si può mettere un cuore per far capire alla comunità che si è interessati, oppure richiedere direttamente incentivi. Se si viene selezionati, poi, si passa alla fase successiva e si può accettare l’offerta.

Le tipologie di offerte

I luoghi sono davvero numerosi e ognuno di loro offre denaro, ma non solo. Se si selezionano, ad esempio, le località adatte alle famiglie si arriva a New Castle e Henry Country, in Indiana, che offre 5mila dollari in contati per trasferirsi, internet gratis per un anno in alcune località, un anno di palestra gratuita, un cesto di benvenuto e molto altro. I requisiti di idoneità? Lavoratori a tempo pieno che possono mantenere il proprio lavoro anche a distanza, ma anche autonomi che possono mantenere il portafoglio clienti, un guadagno di almeno 50mila dollari l’anno e 18 anni di età.

Oppure si possono cercare città universitarie come, ad esempio, West Memphis in Arkansas o Abilene in Texas. Per la selezione grandi scuole, invece, è possibile provare a trasferirsi a Mayfield nella contea di Graves in Kentucky. Gli incentivi: 5mila dollari per il trasloco, sconti, cesti di benvenuto, pranzi, tour, family pass e iscrizione ad associazioni.

Come mai queste città offrono incentivi a chi si trasferisce?

Ma perché lo fanno? A spiegarlo il sito, che sottolinea come la possibilità di lavorare da remoto abbia reso possibili i trasferimenti. Oltre a questo nuovi abitanti per le comunità significano crescita economica e culturale.

Il sogno americano, così, è più vicino che mai. Sul sito c’è scritto che tra le qualifiche richieste ci sono quelle di poter lavorare legalmente negli Stati Uniti e di impegnarsi a vivere in quel luogo per un periodo minimo di tempo.