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L’Ungheria sospesa nel tempo di László Krasznahorkai, premio Nobel per la Letteratura 2025

Esiste un’Ungheria che non si trova sulle mappe turistiche classiche più battute: c’è un lato del Paese fatto di pianure nebbiose, villaggi abbandonati e città meno note che restano immobili nel tempo.

È l’Ungheria descritta da László Krasznahorkai, scrittore visionario a cui il 9 ottobre 2025 è stato conferito il Premio Nobel per la Letteratura grazie ai suoi romanzi Satantango (1985) e Melancolia della resistenza (1989).

Nelle sue opere, il paesaggio diventa una frontiera dell’anima, dove ogni passo è un atto di fede. Partiamo per un viaggio nelle atmosfere descritte dallo scrittore premio Nobel, tra pianure senza confini e cittadine poco note ma dal fascino unico che rappresentano l’Ungheria più autentica.

Satantango e i paesaggi del Parco Nazionale di Hortobágy

Nella sua opera di esordio Satantango, László Krasznahorkai racconta la storia di un gruppo di contadini che vive in un villaggio dimenticato della Puszta ungherese, dopo il fallimento della cooperativa agricola. Si tratta della prateria stepposa tipica del bassopiano ungherese.

Nel romanzo piove sempre e le case crollano, ma nonostante ciò tutti aspettano il ritorno di un uomo che potrebbe salvarli. Il Premio Nobel 2025 racconta un viaggio immobile, dove ogni speranza è destinata a dissolversi nella nebbia.

Le stesse atmosfere descritte dallo scrittore possono essere rivissute all’interno del Parco Nazionale di Hortobágy, Patrimonio UNESCO: una distesa piatta e silenziosa di praterie attraversate soltanto dal vento e dai canali e dove spiccano allevamenti di cavalli, saline e antichi casali. Qui si ritrova l’essenza dei paesaggi che hanno ispirato Satantango, che sono stati utilizzati anche come set dell’omonimo film tratto dal romanzo e diretto da Béla Tarr.

Ponte suggestivo nel Parco Nazionale di Hortobágy,

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Ponte del Parco Nazionale di Hortobágy,

Qui si possono ammirare il famoso Ponte di Hortobágy, le tradizionali fattorie isolate (tanya), assistere a dimostrazioni di equitazione dei pastori e osservare una ricca fauna di uccelli. Escursioni a piedi, in bicicletta o a cavallo permettono di vivere la natura e le tradizioni locali da vicino, con assaggi di cucina tipica.

Un viaggio lento e autentico, tra paesaggi sconfinati e atmosfere senza tempo.

Hortobagy, dimostrazione su cavalli nella Puszta ungherese

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Hortobágy, dimostrazione su cavalli nella Puszta

Melancolia della resistenza nelle cittadine meno note dell’Ungheria

Nel romanzo Melancolia della resistenza (1989), una balena gigantesca arriva in una cittadina dell’Est e scatena il caos. L’evento surreale diventa metafora del collasso di un’intera civiltà, travolta dalla paura e dalla follia collettiva.

Le atmosfere descritte da Krasznahorkai ricordano i centri dell’Ungheria meridionale, come Gyula, Kecskemét e Debrecen: città eleganti e decadenti, con piazze neoclassiche e stazioni ferroviarie che sembrano essersi fermate per sempre agli Anni ’50, ma dove cultura, storia e tradizioni raccontano il Paese più vero. Ottimi spunti per un viaggio alla scoperta dell’Ungheria oltre Budapest e le rotte turistiche più battute.

Debrecen

Debrecen è una città protestante spesso definita la “Roma calvinista”, caratterizzata da musei e caffè dal sapore letterario. Si trova nella steppa ungherese orientale vicino al Parco Nazionale di Hortobágy, ed è un importante centro culturale, educativo ed economico per il Paese. Qui spiccano l’Università di Debrecen, una delle più antiche e prestigiose dell’Ungheria, la Grande Chiesa (Nagytemplom) e il Museo Déri, con una ricca collezione di arte e storia.

Centro di Debrecen in Ungheria

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Debrecen in Ungheria

Gyula

Gyula, invece è una piccola città nel sud-est dell’Ungheria, famosa per il suo castello medievale ben conservato, le stradine lastricate e l’atmosfera da borgo storico. Passeggiando nel centro si incontrano caffè e negozi eleganti, mentre le terme di Gyula offrono relax in acque calde e curative.

Kecskemét

Kecskemét, nel cuore della Puszta ungherese, è famosa per il suo centro storico elegante e colorato, dominato da edifici in stile Art Nouveau e piazze vivaci. La città unisce storia, arte e cultura: dalla Cattedrale di Kecskemét ai musei locali che raccontano tradizioni e artigianato, fino agli eventi musicali e culturali che animano il centro durante tutto l’anno. Kecskemét è anche nota per la produzione di liquori e confetture locali: un motivo in più per fermarsi e assaporare i sapori della regione, immersi in un’atmosfera autentica e accogliente.

Kecskemét, centro in Ungheria

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Il centro storico di Kecskemét, in Ungheria

Visitare questi luoghi significa viaggiare dove la bellezza sopravvive e invita a rallentare, a fermarsi: il viaggio ideale per viaggiatori introspettivi, amanti della natura e dei luoghi sospesi nel tempo che regalano esperienze slow e memorabili.

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Il grande ritorno del treno attraverso le Alpi: riapre il Tunnel dei Tauri

Di mezzo ci sono state frane, alluvioni e mesi di lavori, ma finalmente il 14 luglio riapre lo storico Tunnel dei Tauri, ovvero il cuore pulsante della Ferrovia dei Tauri. Parliamo di un tratto particolare che rappresenta uno di più suggestivi e importanti collegamenti ferroviari tra l’Austria e il Nordest italiano, quindi una buona notizia per chi ama i viaggi in treno lenti, panoramici e carichi di storia. Il tunnel, infatti, offre un’alternativa strategica al Brennero garantendo connessioni con Austria, Germania, Slovenia e Ungheria.

Con la riapertura di questo collegamento, si riaccende un asse ferroviario vitale per il turismo, la sostenibilità e la connettività europea. Un’ottima occasione per riscoprire il viaggio lento e panoramico che solo il treno sa offrire.

Storia e importanza della Ferrovia dei Tauri

La Ferrovia dei Tauri, o Tauernbahn (come la chiamano in Austria), non è solo un tunnel di poco più di otto chilometri. È una delle principali vie ferroviarie che attraversano il cuore dell’Europa, un’opera costruita agli inizi del Novecento dall’Impero austro-ungarico per collegare le Alpi centrali ai porti sull’Adriatico.

Inaugurata nell’ormai lontano 1909 con una grande cerimonia alla presenza dell’imperatore Francesco Giuseppe, è ancora oggi una delle tratte su rotaie più affascinanti del nostro caro Vecchio Continente. Grazie ad essa è infatti possibile attraversare paesaggi che emozionano da Salisburgo a Villach, passando persino per Bad Gastein, una raffinata cittadina termale che riesce ancora a conservare il fascino della Belle Époque.

La riapertura del tunnel, che è avvenuta dopo mesi di lavori, non è solo una buona notizia per chi ama viaggiare in treno: rappresenta un pezzo importante per la mobilità nell’area alpina. Per l’Italia, in particolare, significa ripristinare un collegamento essenziale con l’Europa centro-orientale, soprattutto per il traffico merci legato al porto di Trieste.

Durante la chiusura, iniziata a novembre 2024, i treni sono stati costretti a deviare sul Brennero, con ritardi che (purtroppo) sono arrivati anche a quattro ore. Ora, finalmente, si torna a viaggiare normalmente (e forse anche meglio di prima).

Partenze, tratte e costi

Il primo treno passeggeri dopo la riapertura parte da Salisburgo alle 06:12 del 14 luglio. La tratta attraversa paesaggi che mutano dolcemente: dalle vallate salisburghesi, ancora sonnolente al mattino, fino alle cime dei Tauri, in cui il treno si infila nel tunnel per emergere, sette minuti dopo, nella luce carinziana, più mediterranea e aperta. Da lì il convoglio scende lungo la valle del fiume Möll fino a Villach, città-ponte verso Slovenia, Italia e Croazia.

E non è finita qui, perché sempre quest’estate sono stati attivati nuovi servizi internazionali che attraversano le imponenti vette delle Alpi. Dalla riapertura, infatti, si riallacciano i Nightjet (treni notturni ÖBB) da Monaco a Roma e da Salisburgo/Stoccarda a Venezia con posti a sedere a partire da 29,90 euro. Attivo da fine giugno è invece il Railjet stagionale che collega Monaco all’Adriatico, fermando ad Ancona. La durata è di circa 9-11 ore, con treni diretti e con tariffe da 64-72 euro prenotando in anticipo.

Viaggi lenti e sostenibili e prospettive future

La Tauernbahn non è pensata per correre, ma per godersi il paesaggio. I treni, infatti, non superano i 70 km/h e (detto onestamente) va bene così. Del resto, è proprio la lentezza quella che consente di apprezzare le curve strette, le gole, le vette e i ponti. È il treno come viaggio, non solo come spostamento.

I lavori appena conclusi hanno coinvolto oltre 500 operai, impegnati in un ammodernamento totale, comprensivo di volta risanata, posa di carreggiata in calcestruzzo, nuovi impianti elettrici a soffitto, aggiornamento di segnalamento e sicurezza. Dal 5 luglio è già attivo, anche se in forma ridotta, il servizio navetta per bici e auto tra Böckstein e Mallnitz.

Anche le stazioni della Gasteinertal sono state rinnovate. I viaggiatori trovano infatti ambienti più moderni e accessibili. Una seconda fase di lavori è prevista per il 2027, ma fino ad allora la tratta sarà completamente operativa.

La riapertura del tunnel dei Tauri è solo l’inizio di un rilancio della mobilità alpina su rotaia. A dicembre aprirà anche il Koralm Tunnel, collegando Vienna e Klagenfurt in meno tempo. L’intera Austria meridionale si avvicina così all’Italia, e i porti del Nord Adriatico tornano centrali per i flussi di merci e turisti.

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Cosa conviene comprare a Budapest: souvenir da non perdere

Quando si viaggia, si sa, tutti amano portare a casa un ricordo autentico della propria avventura. Si tratta di uno dei modi più belli per prolungare l’emozione del viaggio. E per ricordare al meglio la magnifica città di Budapest, capitale dell’Ungheria, con la sua storia affascinante e le tradizioni radicate, non bisogna dimenticare nulla, grazie anche ai prezzi davvero accessibili È il posto ideale per concedersi qualche acquisto senza sensi di colpa.

La capitale ungherese, tra monumenti eleganti e scorci da cartolina, è anche una miniera di souvenir unici, tipici e, soprattutto, convenienti. Ecco cosa conviene comprare a Budapest: oggetti unici che raccontano l’anima della città e dell’Ungheria intera.

Artigianato locale: tra ricami Matyó e cristalli e vetri di Ajka

Il Mercato Centrale di Budapest è probabilmente una delle tappe più autentiche della capitale. Conosciuto anche con il nome di Nagycsarnok, bisogna sapere che questo è il più grande e storico mercato della città. Un luogo dove regna ancora l’atmosfera di un tempo, tra profumi, colori e bancarelle colme di meraviglie uniche del posto.

Infatti, passeggiando tra gli stand, è facile rimanere incantati alla vista di così tanti souvenir artigianali. Tra le cose che conviene comprare in Ungheria, infatti, è possibile scegliere tra statue scolpite in legno, ma anche delicate ceramiche dipinte a mano, bambole di porcellana vestite con costumi tradizionali e tessuti ricamati con motivi folkloristici, tipici dell’Ungheria.

Ad esempio, i ricami Matyó sono tra i più famosi prodotti tessili del Paese. Si tratta di pezzi colorati e realizzati rigorosamente a mano, che raffigurano motivi floreali della tradizione ungherese. Con questo stile vengono decorate tovaglie, camicie, grembiuli oppure semplicissimi fazzoletti. Sono un vero e proprio simbolo dell’Ungheria. Come anche i cristalli e vetri di Ajka, prodotti eleganti e raffinati, riconosciuti anche a livello internazionale. In questo stile vengono creati vasi, calici e vari oggetti decorativi: sicuramente souvenir molto fragili, ma allo stesso tempo decisamente unici.

Ogni pezzo è unico, fatto a mano dagli artigiani del posto, e racconta una parte dell’anima ungherese. Per non parlare poi dei prezzi, anch’essi, in un certo senso, unici. Cifre più che accessibili, soprattutto se si considera la qualità dei materiali e la cura dei dettagli, che rendono Budapest una città decisamente abbordabile per tutti i tipi di viaggiatori.

Ceramiche tradizionali ungheresi, tra le cose che conviene comprare a Budapest

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Ceramiche tradizionali ungheresi

Le specialità gastronomiche: paprica, gulash, vino Tokaji e Palinka

Non può mancare una tappa gastronomica. Una volta assaporati i gusti locali di Budapest, ci si innamora. Qui, il cibo non è solo da gustare, ma anche da portare a casa. Ecco perché fra le cose che conviene comprare a Budapest, tra le bancarelle del Mercato Centrale, ci sono numerosi prodotti tipici locali, perfetti come souvenir gastronomici.

Tra gli stand, è impossibile non notare le piramidi di paprica, la regina delle spezie ungheresi, che è anche la base irrinunciabile del celebre gulash, un tipico spezzatino di carne con patate, cipolle e verdure, brodoso e dal gusto speziato, e di tantissimi altri piatti locali. Da regalare, o regalarsi, in graziosi sacchetti o barattoli decorativi. Si parla chiaramente della paprica, non del gulash!

Invece, per chi ama il vino e l’enologia, comprare una bottiglia di Tokaji come souvenir, il vino dolce ungherese per eccellenza, potrebbe essere un’idea raffinata e ricercata. E per i più golosi, si consiglia di fare un salto in una delle storiche pasticcerie del centro di Budapest, dove lasciarsi tentare dalla tradizionale torta Dobos, un dolce stratificato ricco di cioccolato e caramello. Un dolce delizioso non solo buono da mangiare, ma anche da guardare.

Oppure le bottiglie decorate di Palinka, un distillato forte tradizionale ungherese dal gusto deciso, che ricorderà i buonissimi pasti tra i ristoranti della capitale. Il Palinka, a base di frutta come prugne, albicocche o pere, è molto amato in Ungheria. È possibile trovare in molto negozi queste eleganti bottiglie decorate, perfette da regalare. Occhio solo alla gradazione alcolica: è un liquore che non scherza.

Paprica e spezie, tra le cose che conviene comprare a Budapest

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Paprica e spezie varie, utilizzate nella cucina ungherese

Antiquariato e oggetti vintage: il fascino del tempo passato

Ogni viaggiatore vorrebbe portare a casa oggetti unici, dal fascino storico e vintage, e Budapest potrebbe essere la città perfetta. Gli amanti di oggetti rari potranno perdere ore ed ore al mercatino di Ecseri, uno dei più grandi e famosi mercati delle pulci dell’Europa orientale.

Passeggiare tra i banchi sembra quasi riportare indietro nel tempo. In ogni stand è possibile trovare non solo oggetti d’epoca dell’era imperiale, ma anche macchine da scrivere, libri antichi, strumenti musicali e quadri, spesso venduti a prezzi decisamente trattabili. Chiaramente, se si decide di acquistare questi prodotti bisogna si consiglia di valutare anche lo spazio in valigia: alcune cose potrebbero anche essere decisamente ingombranti.

Un’alternativa più comoda dal punto di vista della grandezza, ma altrettanto interessante, la concede il mercatino Bhola Piac. Si tratta di un mercato meno turistico e ideale per chi cerca CD vintage, giochi retrò e abiti usati a prezzi stracciati. Perfetto per i cacciatori di tesori nascosti e per chi viaggia e vuole tornare a casa solo con il proprio zaino o trolley.

Qui non mancano anche i gadget legati all’ex blocco sovietico, per gli appassionati di storia militare. È possibile acquistare cappelli militari, spille, bandiere e oggetti retrò che raccontano un capitolo importante, anche se ormai abbastanza lontano, della storia della città e dell’Ungheria intera.

Souvenir e cosmetici termali

Oltre ai classici souvenir e le calamite dalle mille forme e colori, Budapest riserva anche sorprese più originali. Tra i souvenir più curiosi, infatti, ci sono anche i famosi saponi termali a base di acque curative, provenienti dalle migliori terme cittadine, oltre cosmetici naturali, fanghi e sali minerali. Creme, maschere e saponi prodotti localmente, spesso con packaging ispirato alla tradizione, sono souvenir utili e originali.

Fare shopping a Budapest è un’esperienza che va oltre l’acquisto: è un modo per entrare in contatto con la cultura ungherese e portarne a casa un pezzetto. Ecco perché, per chi è diretto a Budapest, si consiglia di lasciare un po’ di spazio in valigia: verrà sicuramente riempito con souvenir unici e ricordi preziosi!

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Cosa conviene comprare in Ungheria

Quasi al confine con l’Oriente, l’Ungheria è una terra divisa in due anime preziose: quella antica, che racconta storie di tradizioni e folklore, e quella moderna, proiettata verso il futuro. La sua capitale, Budapest, e i territori rurali che compongono questo magnifico Paese, sono la meta perfetta per chi vuol raggiungere luoghi diversi dalle classiche rotte turistiche, per disconnettersi e immergersi nel cuore di una cultura che sa davvero stupire. E per coronare il viaggio, perché non acquistare alcuni souvenir originali, prodotti soltanto in queste terre gioiello dell’Europa Centrale?

Dai manufatti della tradizione ai capi d’abbigliamento riccamente decorati, oltre ad eccellenti specialità enogastronomiche, il Paese magiaro offre tante idee interessanti: ecco una selezione di quello che non dovreste perdere in Ungheria, tra botteghe, mercati, come il Central Market Hall di Budapest e il mercato delle pulci di Debrecen, e centri commerciali più moderni, come il WestEnd City Center della capitale, il Malompark di Debrecen o lo Szinvapark di Miskolc.

Paprika ungherese

È l’ingrediente simbolo della cucina ungherese, disponibile in varietà dolci o piccanti, e rappresenta un ottimo regalo da fare a voi stessi e ad amici e parenti se amate esplorare diversi sapori in cucina. Quella di Szeged o Kalocsa è una paprika particolarmente rinomata in Ungheria.

Tokaji (o Tokay)

Se viaggiate in aereo e lo spazio in valigia per i liquidi ve lo consente, non potrete tornare in Italia senza una bottiglia di buon Tokaji, il tradizionale vino dolce da dessert considerato “il vino dei re e re dei vini”. Viene prodotto nella regione di Tokaj, che sorge nei dintorni dell’omonima città, nella parte orientale del Paese danubiano. Un’ottima occasione anche per visitare le cantine ​​di Gomboshegy e di Kőporos, che fanno parte del Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco: sorgono su dolci colline, con i loro caratteristici ingressi in pietra triangolari che ricordano le tane degli hobbit, visibili fin dalla città.

Cantine tipiche della regione vinicola del Tokaji, in Ungheria

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Cantine della regione vinicola del Tokaji, in Ungheria

Il Cubo di Rubik

Tutti noi, dai bambini agli adulti, ci siamo impegnati a risolverlo almeno una volta nella vita. Spesso con scarsi risultati, vista la complessità del gioco, che resta uno dei più apprezzati al mondo: stiamo parlando dell’intramontabile Cubo di Rubik. Lo sapevate che il suo ideatore è ungherese? Si tratta di Ernő Rubik, un professore di architettura e scultore, che nel 1974 insegnava all’Accademia di arti e design di Budapest ed ebbe l’idea di progettare uno strumento didattico da utilizzare durante le sue lezioni. A Budapest potrete trovare diversi negozi dedicati al celebre rompicapo multicolore. Potrete comprare anche pezzi vintage ed edizioni speciali, che renderanno il vostro souvenir dall’Ungheria davvero unico e originale.

Ricami Kalocsai o Matyó

Coloratissimi e fatti a mano, sono i ricami simbolo del folklore ungherese: li troverete applicati su vestiti, grembiuli, tovagliette e tanti altri oggetti. In particolare, il ricamo Matyó, originario della regione di Mezőkövesd, nel nord-est dell’Ungheria, presenta motivi floreali vivaci. La figura più caratteristica? Sicuramente la cosiddetta “rosa Matyó“. Comprare un souvenir con questi ricami significa anche supportare una tradizione trasmessa di generazione in generazione, riconosciuta come patrimonio culturale immateriale dell’umanità dall’Unesco nel 2012.

Un altro tipo di ricamo della tradizione ungherese è il Kalocsai, dallo stile colorato e floreale, con disegni spesso creati dalle donne locali. Nelle botteghe artigianali di Budapest potrete quindi acquistare facilmente splendide realizzazioni fatte a mano e le tipiche camicette Kalocsa riccamente decorate.

Ricami Kalocsai e Matyó su vestiti e oggetti, in Ungheria

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I tradizionali ricami Kalocsai e Matyó, in Ungheria

Ceramiche artistiche

Se avete l’opportunità di trasportare anche souvenir delicati al rientro in Italia, allora potreste optare per le meravigliose porcellane artistiche e di altissimo pregio che vengono prodotte in Ungheria. Spesso decorate a mano, sono un tripudio di colori e maestria che le rende rinomate in tutto il mondo. I marchi più celebri sono Herend e Zsolnay, e le potrete trovare in diversi negozi e botteghe del Paese. Un souvenir dal gusto retrò, ma che non passa mai di moda.

Uova decorate a mano

La decorazione minuziosa delle uova sode è una tradizione imperdibile nella Pasqua ungherese. Una volta colorate e dipinte, vengono esposte sulla tavola imbandita o appese alla porta di casa. Se viaggiate in Ungheria durante questo periodo dell’anno, non sarà difficile imbattervi anche nelle folkloristiche uova di legno finemente decorate. Un ottimo ricordo da portare con voi per decorare la tavola e la casa durante il periodo pasquale!

Uova decorate ungheresi, tradizione pasquale

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Uova decorate ungheresi

Acquavite Pálinka

Paese che vai, distillato che trovi. Anche l’Ungheria ha la propria tradizione in fatto di superalcolici, che non mancano mai nei giorni di festa. Uno dei più famosi e tipici è la Pálinka, un’acquavite forte realizzata con frutta tipica ungherese. Tra gli ingredienti troviamo prugne, albicocche, pere, pesche, mele, ciliegie, frutti di bosco e mele cotogne, ma esistono anche varietà estratte dal miele, dalle rose o dall’uva. Un ottimo regalo per gli appassionati, da sorseggiare in compagnia raccontando il vostro meraviglioso viaggio in terre ungheresi.

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Viaggio nei luoghi misteriosi dell’horror selvaggio e surreale con Jenna Ortega

La comedy horror Death of a Unicorn, al cinema dal 10 aprile 2025, conferma che la versatilità dell’Ungheria come location cinematografica internazionale continua a evolversi. Il film, scritto e diretto da Alex Scharfman, coinvolge il simpatico Paul Rudd e l’amata Jenna Ortega della serie Mercoledì in una storia insolita e imprevedibile, condita da una buona dose di follia. I paesaggi naturali dell’Ungheria fanno da sfondo a una black comedy horror soprannaturale prodotta da A24 e dal famoso regista Ari Aster.

Death of Unicorn è un film di natura indipendente, che non può contare su un budget molto alto, ma incoraggia una riflessione sullo sfruttamento delle risorse del pianeta da parte dell’essere umano, in una chiave surreale e senza dubbio coraggiosa. Gli unicorni qui sono pericolosi e letali, ma anche una incredibile fonte di guadagno quando si scopre il loro potere di guarigione a dir poco miracoloso. L’egoismo della società moderna, cinica e capitalista si pone al centro della storia, sottolineando la capacità dell’uomo di sfruttare ogni cosa senza curarsi delle conseguenze.

Death of a Unicorn location

Fonte: Ufficio stampa

Le location del film Death of a Unicorn

Di cosa parla Death of a Unicorn

Paul Rudd e Jenna Ortega sono un padre e una figlia che viaggiano in auto per raggiungere la lussuosa dimora di un ricco imprenditore nella campagna canadese. Rudd è un avvocato in gamba che spera di chiudere un accordo vantaggioso per assicurare alla sua famiglia un futuro senza pensieri, ma lungo il percorso un imprevisto cambia tutto. La coppia investe accidentalmente un puledro di unicorno e il fine settimana a casa del ricco proprietario di un’azienda farmaceutica prende una piega inaspettata e surreale, ma anche brutale.

Dove è stato girato

Nonostante l’ambientazione secondo la sceneggiatura sia il Canada, Death of a Unicorn è stato girato in Ungheria nel 2023. Si tratta di un film abbastanza statico, a parte il viaggio on the road iniziale in una strada isolata in mezzo alla natura, pertanto non sono moltissime le location che la produzione ha dovuto valutare e scegliere per dare il via alle riprese, eppure quelle bastano per farci sognare e per ricordarci che il mondo è un posto meraviglioso (del resto è questo il messaggio che la pellicola stessa vuole trasmettere).

lago Balaton

Fonte: iStock

Tramonto sul lago Balaton

L’Ungheria, infatti, è ricca di paesaggi scenografici naturali e di architetture che ben si prestano a far sognare attraverso il grande schermo tutti gli appassionati di cinema e non solo. La sua capitale, Budapest, è una città con un’identità ben precisa, divisa dal fiume Danubio che regala paesaggi suggestivi ed evocativi. Da non perdere lo storico Castello di Buda che domina la città dall’alto, sulla collina Varghegy.

Death of a Unicorn esplora i dintorni di Budapest, ma gran parte del film si svolge tra gli interni e gli esterni della villa del magnate farmaceutico interpretato da Richard E. Grant.  Questa si trova a Siófok, e più precisamente sul lago Balaton, come ha confermato la proprietaria Laura Correa su Instagram postando alcune foto e video con la didascalia: “Prima che la nostra casa in Ungheria si trasformasse in un grande set cinematografico per il film Death of a Unicorn“.

Una meta dell’Ungheria centro-occidentale, quella della città di Siófok che si trova sponda sud del lago Balaton, che è diventata attrazione turistica per viaggiatori di tutto il mondo soprattutto per le sue spiagge che possono essere raggiunte facilmente da Budapest in treno o in auto.

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Capodanno a Budapest: tutte le informazioni utili

In Ungheria si trova una delle città più affascinanti del mondo: la bellissima capitale Budapest. Visitare questa città permette di vivere un’esperienza unica, all’insegna non solo delle tradizioni, ma anche del divertimento e del relax, festeggiando il Capodanno.  Infatti, attendere il nuovo anno a Budapest vuol dire immergersi in un’atmosfera unica, tra terme e feste nei famosi ruin pub ungheresi l’ultima notte dell’anno in quella che viene considerata la “Parigi dell’Est”.

Cosa fare a Capodanno a Budapest, tutti gli eventi

Festeggiare Capodanno a Budapest? È un’ottima soluzione per vivere un’esperienza unica ed indimenticabile. In questa vivace città ungherese ci sono diversi eventi da fare in attesa del nuovo anno. Ecco cosa fare a Capodanno nella capitale.

Festeggiamenti nelle piazze principali

Le piazze di Budapest si trasformano in centri di festa all’aperto. Ad esempio, nella famosa Piazza Vörösmarty, dove si svolge uno dei mercatini di Natale più belli dell’Est Europa, è il cuore dei festeggiamenti natalizi cittadini. Infatti, sarà possibile trovare numerosi stand e bancarelle gastronomiche che, l’ultimo dell’anno, forniscono bevande calde, come la tradizionale kürtőskalács, la torta a camino, e bevande calde. In piazza molte persone si radunano per aspettare i 12 rintocchi che scandiscono l’arrivo del nuovo anno, al quale si dà un benvenuto assistendo a non poche persone intente a  ballare la czarda, la tradizionale danza ungherese. Piazza Vörösmarty è facilmente raggiungibile a piedi percorrendo Vaci Utca, la via pedonale del centro di Budapest e molto frequentata dai turisti della capitale.

La sera del 31 Dicembre, tra le bancarelle di street food che popolano la piazza, è possibile assistere anche ad uno spettacolo di fuochi d’artificio unico, organizzato per dare il benvenuto al nuovo anno. Inoltre, per vivere questa festa in modo davvero tradizionale, si consiglia di indossare parrucche, maschere e cappelli divertenti: ai locali piace divertirsi molto!

Crociere sul Danubio

Il posto migliore per osservare i fuochi d’artificio di Capodanno è la riva del Danubio. C’è anche un altro posto dal quale poter osservare questo spettacolo: a bordo di una crociera sul Danubio. Navigare, infatti, tra le sponde illuminate della città è un’opzione decisamente esclusiva. Qui è possibile cenare a suon di musica, con DJ set e spettacoli dal vivo, ma anche partecipare a cene molto eleganti, con menu gourmet ed open bar, oppure balli e drink illimitati fino a tarda notte.

Questa è un’esperienza unica, che è possibile vivere anche durante l’anno, ed il cui prezzo varia in base alla compagnia scelta e dei servizi offerti.

Capodanno alle terme di Budapest

Per chi vuole festeggiare il Capodanno in modo decisamente originale, a Budapest è possibile vivere un’esperienza decisamente unica e tipica del posto. Le terme di Budapest, infatti, rimangono aperte anche il 31 Dicembre. I Bagni Széchenyi e Gellért, ad esempio, offrono un’atmosfera unica dove passare l’ultimo dell’anno e sono un’attrazione turistica assolutamente da non perdere, dove rilassarsi nelle acque calde e circondati dalle temperature decisamente rigide della capitale.

Alcuni centri, a Capodanno, organizzano delle feste speciali chiamate Sparty, che combinano in maniera unica musica e giochi di luce nell’atmosfera unica dei bagni termali. Ad esempio, le Terme Széchenyi organizzano feste nelle ultime giornate di Dicembre, alle quali si consiglia assolutamente di partecipare.

Bagni termali di Széchenyi, a Budapest, dove poter passare Capodanno 2025

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Bagni termali di Széchenyi, Budapest

Vita notturna e discoteche a Budapest

Budapest è conosciuta in tutta Europa e nel Mondo per la sua vivace e vibrante vita notturna e a Capodanno è in grado di raggiungere il suo apice. Dove festeggiare in attesa del nuovo anno? Ad esempio, si consiglia di passare la serata in alcuni dei più famosi Ruin Pub della capitale, ovvero locali come pub e bar, che vengono realizzati all’interno di spazi o palazzi abbandonati. Sono molto famosi luoghi come il Szimpla Kert e l’Instant-Fogas, dove si esibiscono DJ famosi, tra decorazioni eccentriche ed un’atmosfera informale.

Allo stesso tempo sono presenti diverse discoteche e club come lAkvárium Klub, dove spesso ragazzi ungheresi e stranieri si ritrovano e che, per Capodanno, organizza una festa imperdibile. Oltre a questo, alcuni dei locali più famosi sono il Light Club & Bar Budapest, che è un vero e proprio mega club nella capitale, che a Capodanno organizza party all’insegna del divertimento con DJ internazionali, oppure il Madam Budapest, un bar trendy in cui poter assaporare cocktail esclusivi ed una clientela unica, che fanno di questo locale uno dei più apprezzati di Budapest.

Come muoversi a Budapest a Capodanno

Spostarsi in città è molto semplice, grazie ad una rete di trasporti decisamente efficiente, che collega le diverse attrazioni cittadine. Per muoversi a Budapest a Capodanno è possibile usufruire dei mezzi pubblici in quanto vengono offerte corse gratuite e continue a tutti gli utenti, che decidono di utilizzare tram, autobus e metropolitane. Le linee principali, infatti, rimangono attive tutta la notte e permettono di raggiungere diverse zone della città.

Per chi, invece, preferisce utilizzare i taxi durante questa serata, è possibile utilizzare applicazioni affidabili come Bolt o Főtaxi, software simili al più conosciuto Uber e che consentono di prenotare le corse da qualsiasi punto della città, così da evitare anche lunghe code in attesa del proprio turno con i taxi cittadini.

Tram si muove durante il periodo delle festività natalizie e di capodanno a Budapest, con illuminazioni festive

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Tram nella città di Budapest durante il periodo natalizio

Il clima di Budapest a Capodanno

Visitare Budapest a Capodanno vuol dire dover affrontare temperature decisamente rigide, che possono oscillare dai -2°C ai 2°C. In questo periodo non è difficile assistere ad un’atmosfera magica in città grazie alla neve, molto frequente. Ecco perché, se si desidera soprattutto festeggiare il nuovo anno in piazza, si consiglia di scegliere un abbigliamento decisamente caldo, con accessori e abiti termici e calzature, se possibile, impermeabili, così da resistere a freddo ed umidità.

Festeggiare il Capodanno a Budapest significa vivere un’esperienza completa ed unica nel suo genere. Dai Bagni Termali alle crociere sul Danubio, ma anche alle feste nelle piazze principali e nei locali esclusivi della città: tutto sarà in grado di creare ricordi indelebili per un momento di gioia in una delle città sicuramente più affascinanti d’Europa.

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Il centro termale più grande d’Europa è un viaggio nel tempo e nella bellezza

Budapest, la “perla del Danubio“, è una delle città più affascinanti e visitate d’Europa, un luogo che abbraccia la sua storia secolare con un’architettura maestosa che richiama l’epoca dell’impero austro-ungarico e la Belle Époque. Questa città è un incantevole scrigno di bellezza, dove gli edifici in stile Art Nouveau richiamano i fasti di un’epoca passata.

Ma c’è un’altra ragione per cui Budapest è ammirata in tutto il mondo. Conosciuta anche come la “Città delle terme“, le sue fondamenta calcaree nascondono un tesoro sotterraneo di ben 118 sorgenti termali naturali, che sgorgano generosamente con una quantità impressionante di 70 milioni di litri di acque terapeutiche ogni giorno. Un luogo unico nel suo genere, che invita le persone a rilassarsi e rigenerarsi immersi nelle sue acque curative, rendendola una delle destinazioni termali più suggestive del pianeta.

Molti dei bagni termali di Budapest racchiudono un passato affascinante ma, al contempo, testimoniano la capacità di questa città di rinnovarsi nel corso dei secoli. Il complesso più popolare è il Széchenyi che, nonostante sia stato inaugurato solo alla fine del XIX secolo, ha rapidamente guadagnato un posto speciale nei cuori dei visitatori. La sua imponente struttura in stile neobarocco e le sue acque calde e terapeutiche attirano ogni anno generazioni di bagnanti in cerca di relax e benessere. È un luogo in cui il fascino del passato si mescola con il presente, creando un’esperienza emozionante e indimenticabile.

Szechenyi: l’oasi termale di Budapest

Bagni Széchenyi

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Bagni Termali Széchenyi, Budapest

Budapest nasconde tesori termali in ogni angolo, ma nessun altro luogo incarna la sua importanza storica come i Bagni Széchenyi. Questo complesso termale, situato in un imponente edificio in stile neogotico, ha aperto le sue porte al pubblico nel 1913 e da allora è diventato una delle attrazioni più iconiche della città.

Le sorgenti prendono il loro nome da István Széchenyi, uno dei più importanti statisti ungheresi del XIX secolo. Progettati dall’architetto Gyozo Czigle verso il 1881, questi bagni hanno visto una continua evoluzione. Nel corso dei decenni, infatti, sono stati oggetto di costanti lavori di espansione e miglioramento, diventando un punto di riferimento per il benessere fisico e mentale. Composti da ben 12 piscine interne e 3 esterne, si ergono come una meraviglia architettonica in mezzo alla splendida cornice della città ungherese.

Ma è l’atmosfera che circonda questo luogo che incanta e affascina al primo sguardo. Lo stile neobarocco che caratterizza le piscine interne è un omaggio all’arte e alla bellezza. Statue, mosaici e volte affrescate decorano con maestria ogni angolo, trasportandoti nella raffinatezza e nel lusso del passato. Un autentico viaggio nel tempo, avvolti dall’arte e dalla storia.

L’apice assoluto di questa esperienza è senza dubbio la piscina esterna, regina indiscussa dei Bagni Széchenyi. Qui, il contrasto tra il calore delle acque termali e la maestosità dell’antico edificio che la circonda è semplicemente magico. È come immergersi in un dipinto vivente, dove la storia si fonde con la contemporaneità in una sinfonia di relax e bellezza. Ma c’è un elemento che la rende diversa dalle altre: i tavoli da scacchi galleggianti. Posizionati al centro della piscina, ti permetteranno di sfidare i tuoi avversari all’insegna del più completo relax. Un’esperienza senza paragoni, una sfida avvincente che si svolge in uno scenario unico al mondo.

Le acque termali di Széchenyi: un elisir di bellezza e benessere

I Bagni Széchenyi a Budapest sono un luogo di incanto e bellezza, ma la loro vera magia risiede nelle acque termali che li alimentano. Queste rappresentano una delle risorse più preziose della città e sgorgano da due sorgenti d’acqua di fonte artesiana situate a una profondità di circa 1000 metri sottoterra.

Una delle caratteristiche più sorprendenti è la loro temperatura alla fonte, che si aggira intorno ai 76 gradi Celsius. Questo calore naturale è parte integrante del loro potere curativo, ma per garantire il massimo beneficio e comfort, le vasche contengono anche acque a temperature molto più miti, che oscillano tra i 20 e i 38 gradi Celsius. Quest’alternanza tra caldo e freddo stimola la circolazione sanguigna, tonifica il corpo e apporta una sensazione rigenerante.

In sintesi, sono un vero tesoro della natura, ricche di minerali e nutrienti essenziali per la nostra salute. La loro composizione comprende calcio, fluoruro, acido metaborico e solfato, elementi che svolgono un ruolo fondamentale nel trattamento di vari disturbi. Infatti, i minerali presenti nelle acque termali di Széchenyi agiscono come antinfiammatori e alleviano il dolore articolare, permettendo ai visitatori di trovare sollievo e una maggiore mobilità. Inoltre, le loro proprietà terapeutiche si sono dimostrate efficaci anche nel trattamento di numerose malattie degenerative.

Bagni Széchenyi

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Bagni Termali Széchenyi, Budapest
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Grotte di Aggtelek: il mondo sotterraneo Patrimonio Unesco

In Ungheria, praticamente al confine con la Slovacchia, c’è un mondo sotterraneo che cela moltissime sorprese: si tratta delle grotte di Aggtelek, una lunga serie di cunicoli che si dipanano per km nelle viscere della terra. Tra di esse c’è anche la grotta di stalattiti più lunga d’Europa, un vero capolavoro della natura dove vivere un’esperienza senza eguali. Andiamo alla scoperta di questo Patrimonio Unesco.

Dove si trovano le grotte di Aggtelek

Il parco nazionale di Aggtelek, che racchiude le famose grotte, è un’area naturale protetta fondata nel 1985 a tutela di questo preziosissimo capolavoro naturale. Si trova nell’Ungheria settentrionale, dove – per quanto riguarda alcuni dei suoi cunicoli – si snoda parzialmente anche in Slovacchia. Siamo nella regione del Carso di Aggtelek, caratterizzata da numerose formazioni scavate in un paesaggio calcareo di raro fascino. Il parco si estende per quasi 200 km quadrati, all’interno dei quali si contano ben 280 grotte di diverse dimensioni.

Le grotte di Aggtelek, un luogo magico

Le grotte di Aggtelek fanno parte di un sistema di caverne sotterranee ancora più ampio, che ricadono sotto il nome di grotte del Carso di Aggtelek e del Carso slovacco, dal 1995 diventate uno dei siti protetti dall’Unesco per il loro prezioso valore paesaggistico e geologico. Complessivamente, tutti i cunicoli finora conosciuti si sommano per un totale di oltre 205 km di lunghezza, ma è pur vero che sottoterra potrebbero celarsi ancora molte sorprese. Migliaia di turisti, attratti dalla bellezza della natura ungherese e dal fascino di queste grotte, arrivano ogni anno per una vera e propria avventura speleologica.

Ma quali sono le caverne più famose di questo complesso? Quella più nota in assoluto è la grotta Baradla, lunga ben 26 km – 8 dei quali si trovano in territorio slovacco, dove viene chiamata grotta Domica. È la più grande grotta di stalattiti d’Europa, ma anche un importante sito archeologico e naturalistico: il suo ingresso naturale si trova nel parco di Aggtelek, ai piedi di un’imponente parete bianca. Il cunicolo principale si dirama poi in diverse caverne laterali, ed è qui che si trova la stalagmite più grande conosciuta al mondo (37,2 metri di altezza).

La grotta Baradla è conosciuta sin dall’antichità e vi sono state trovate tracce di occupazione neolitica: viene dunque considerato un prezioso sito archeologico che custodisce testimonianze dell’antica cultura di Bükk, che provano come le caverne fossero abitate fin dal 5.000 a.C. Inoltre, all’interno del complesso sotterraneo vivono oltre 500 animali, tra cui 21 specie di pipistrello. Visitare questa grotta è un’esperienza meravigliosa, il tour ha una lunghezza di circa 1,7 km e permette di dare uno sguardo unico ad un mondo sotterraneo incredibile.

Molto affascinante è poi la grotta di Gombasek, lunga oltre 1,5 km: arricchita da preziosissime decorazioni, si è così guadagnata il nome di grotta delle favole. È particolarmente frequentata non solo per la sua bellezza, ma anche perché qui si pratica, in via sperimentale, la cosiddetta speleoterapia: grazie a particolari condizioni di temperatura e umidità, il luogo sembra essere adatto per il trattamento delle malattie respiratorie. Merita infine una visita anche la grotta di ghiaccio di Dobšina, dove si trova una splendida sala che rimane congelata tutto l’anno. I turisti possono visitarla, scoprendo che qui la temperatura rimane costante tra i -4° e gli 0,5°C in qualsiasi stagione.

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Questo villaggio da fiaba è il più suggestivo del mondo intero

Nel nostro pianeta, esistono luoghi che sembrano essere stati sottratti direttamente alle pagine di un libro di fiabe o da una scena di un film fantastico. Posti dove l’immaginazione e la realtà si intrecciano così perfettamente da farci domandare se stiamo vivendo un sogno o se abbiamo davvero aperto gli occhi su un mondo incantato.

Tra questi luoghi magici, ce n’è uno nascosto nel cuore verde dell’Ungheria. Benvenuti a Tokaj, un villaggio che sembra essere stato disegnato dalla penna di Tolkien, un insieme di casette accoglienti scavate nelle colline, immerse in un bosco rigoglioso che pare uscito dalle descrizioni pittoresche della Terra di Mezzo.

Qui, è possibile respirare la meraviglia, toccare con mano la bellezza di un mondo che sembra appartenere a un altro universo, vivere un’esperienza unica che trasforma la realtà in qualcosa di straordinario. Il paesino in cui la fantasia prende vita e la realtà diventa un sogno ad occhi aperti.

Tokaj: il villaggio incantato nascosto nel cuore dell’Ungheria

Tokaj cantine vino

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Cantine di vino a Tokaj, Ungheria

Il villaggio di Tokaj è un luogo che ti accoglie con un senso di meraviglia e stupore. E non è solo la sua bellezza naturale a catturare il cuore, ma il ricco patrimonio culturale, unito alla sua lunga storia vinicola, lo rendono un sito unico nel suo genere.

Dal 2002, il villaggio è orgogliosamente riconosciuto come Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, un titolo che mette in evidenza l’importanza del borgo per l’intero globo. Un incantevole mosaico di cantine dalla caratteristica forma triangolare, che si intagliano nelle pendici delle colline circostanti. Queste appaiono come pittoresche villette, coperte da tetti di erba fresca, che si fondono alla perfezione con il territorio. Ma non lasciarti ingannare dalle apparenze. Nonostante le loro modeste dimensioni, queste cantine celano un segreto sorprendente. In realtà, sono dei veri e propri labirinti sotterranei che si estendono dai 10 ai 40 metri di profondità, creando un sistema a più livelli che si snoda nel sottosuolo. Questi corridoi, freschi e umidi, sono l’habitat ideale per la conservazione del vino, e permettono agli abitanti del villaggio di produrre dei nettari pregiati. Infatti, custodiscono il rinomato vino Tokaji Aszú, frutto dell’arte e della passione dei viticoltori locali. Le uve impiegate nella sua produzione non sono soltanto frutti, ma autentiche perle, lasciate appassire fino a raggiungere una perfezione unica.

Inoltre, Tokaj è popolato da edifici antichi come chiese, castelli e palazzi che raccontano storie di epoche passate. Tra queste, spicca la Rakoczi Pince es Udvarhaz, una cantina che offre molto più di semplici vini prelibati. Oltre a deliziosi assaggi enogastronomici, qui è possibile partecipare a visite guidate che ti trascineranno in un’avventura coinvolgente, immergendoti nelle tradizioni di questa incantevole regione.

Tokaj: una destinazione sostenibile entro il 2030

Secondo l’Ufficio Mondiale del Turismo delle Nazioni Unite (UNWTO), quest’angolo di paradiso ha conquistato un posto d’onore tra i migliori villaggi turistici del mondo.

Un riconoscimento dovuto all’ambizioso piano della municipalità di Tokaj per trasformare questo luogo in una regione vinicola di rilevanza mondiale e in una destinazione sostenibile entro il 2030. Una visione che si estende su diversi ambiti, dall’enfatizzazione del vino e delle tradizioni gastronomiche locali alla valorizzazione delle esperienze culturali, religiose e architettoniche che il villaggio ha da offrire. Inoltre, sono in corso progetti di rinnovamento e sviluppo, come la costruzione di una nuova funivia e il rinnovamento di strade e insediamenti, tutti volti a migliorare l’accessibilità e l’attrattività del villaggio.

Indubbiamente, una destinazione in ascesa, un luogo che ha saputo guardare al futuro senza dimenticare il passato. Grazie al suo impegno per la sostenibilità e alla sua ricchezza culturale e naturale, Tokaj promette di diventare una delle mete turistiche più amate del mondo.

Tokaj

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Tokaj, Ungheria
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Ungheria: il Paese dove gastronomia e vino sono una gustosa scoperta

L’Ungheria per molti di noi è sinonimo di castelli fiabeschi, atmosfere romantiche, centri termali che rimettono al mondo e bellezze naturali che lasciano a bocca aperta. Ma fare un viaggio in questa terra dell’Europa centrale vuol dire anche scoprire qualcosa di probabilmente inaspettato, e che a noi italiani rende particolarmente felici: un’ottima gastronomia e dei vini che non hanno nulla da invidiare a mete ben più famose in questo settore.

Sì, l’Ungheria è stata una grande scoperta per le nostre papille gustative e anche un Paese in cui le tradizioni secolari si mescolano con armonia a varietà uniche, paesaggi mozzafiato e una gioiosa ospitalità.

La tradizione del vino in Ungheria

L’Ungheria vanta ben 6 regioni vinicole che a loro volta si dividono in 22 distretti, tutti caratterizzati dallo status DOP. A questi deliziosi vini si abbina una gastronomia in grado di esaltare il sapore e l’aroma dei vini stessi, che quasi poeticamente sono ottimi da gustare con pietanze di terra e di mare grazie alla loro versatilità.

Ma in fondo non c’è poi così tanto da stupirsi: a portare i primi vigneti in questo territorio furono i romani, che avevano scoperto che il terreno locale era (ed è anche oggi) ideale per la coltivazione dell’uva perché in gran parte di origine vulcanica. Un enorme contributo arriva anche dai numerosi fiumi e il gigantesco Lago Balaton, elementi in grado di creare microclimi ideali per la produzione dei vini.

La regione del Lago Balaton

La prima regione vinicola che abbiamo avuto il piacere di esplorare (e assaporare) è stata quella del Lago Balaton, un gigantesco specchio d’acqua che per la sua estensione e bellezza è definito il “mare d’Ungheria”.

Si tratta di una zona particolarmente favorevole per i vigneti grazie alla tanta luce solare riflessa, l’umidità adeguata e le estati fresche e piacevoli.

Con le montagne alle spalle che creavano un ambiente a dir poco straordinario, abbiamo avuto il piacere di conoscere ben sei distretti vinicoli che con il loro vini riusciti persino a trasmetterci le peculiari caratteristiche del terreno.

Da queste parti la varietà più comune si chiama Olaszrizling, vino perfetto per un aperitivo grazie ai suoi toni esotici. C’è poi il distretto vinicolo Balatonfüred–Csopak che sorge sulla sponda settentrionale di questo immenso lago, e qui i vini da gustare sono particolarmente eleganti e dall’acidità fine.

Più corpose sono invece le produzioni del distretto vinicolo di Badacsony, dove coni e colline vulcaniche regalano panorami scenografici. Da non perdere è ii Kéknyelű, un antico vitigno ungherese coltivato solo in questo distretto poiché caratterizzato da una maturazione tardiva e da una coltivazione complessa e limitata.

Eccezionali sono anche il distretto vinicolo del Balaton Uplands, che si fa spazio sulle colline settentrionali del Lago regalando un’atmosfera altamente romantica, e il distretto vinicolo di Balatonboglár, terra di produzione di vini bianchi snelli e leggeri, di rossi eleganti, e anche della materia prima per la creazione dello champagne.

La regione del Danubio

La regione del Danubio ci ha regalato tutta un’altra emozione: qui i vini sono leggeri e meno acidi. Da queste parti sorgono i distretti vinicoli di Csongrád e Kunság che offrono vitigni coltivati ​​su terreni alluvionali e sabbiosi da cui emergono ottime bottiglie come il Riesling renano, il Kövidinka, il Kékfrankos e lo Zweigelt.

Il primo ci ha fatto innamorare del suo sapore con note erbacee e di mela, il Kékfrankos per la sua freschezza e acidità, mentre e lo Zweigelt per essere ottimo in abbinamento con la selvaggina e i piatti di carne, tra cui il rinomatissimo Gulash ungherese. Una piccola chicca: non mancate di visitare i villaggi di questa regione, in particolare Hajós che è il più grande villaggio di cantine di tutta l’Ungheria.

Gulash Ungheria

Fonte: Visit Hungary

Un ottimo piatto della tradizione ungherese

La regione vinicola dell’Alta Ungheria

Ve lo sveliamo subito senza girarci troppo intorno: la regione vinicola dell’Alta Ungheria è unica nel suo genere perché qui, a differenza di altre zone, le viti crescono ad un’altitudine di 500 metri sul livello del mare.

Una condizione che, oltre a regalare panorami emozionanti come quelli che si possono ammirare presso il distretto del Mátra dove si erge la catena montuosa più alta dell’Ungheria, permette di produrre anche vini piacevoli, freschi, fruttati e morbidi.

Gli amanti del bianco troveranno pane per i loro denti grazie all’ Olaszrizling, Leányka, Ottonel Muscat, Szürkebarát, Sauvignon Blanc e Chardonnay.

Con circa un’ora di macchina dalla spettacolare Budapest siamo poi arrivati al distretto vinicolo di Eger, dove è impossibile non essere sedotti dal patrimonio edilizio e dalle bellezze naturali. Non è di certo da meno l’esperienza con i vini, in quanto qui la tradizione è davvero secolare: le cantine risalgono a 400 anni fa, tanto che è possibile fare una visita guidata al labirinto della cantina di Eger, che è quasi una città sotto la città.

Il vino iconico è l’Egri Bikavér che è frutto della miscela di almeno tre vitigni, il più dominante dei quali è il Kékfrankos, oltre ai vitigni blu locali e internazionali.

La regione vinicola Pannonia

Si arriva nella regione Pannonia e si viene accolti da sinuose colline quasi costantemente baciate dal sole e da un forte mesoclima mediterraneo.

Qui il distretto vinicolo del Villány dà vita eccezionali vini rossi, molti dei quali di origine francese come Merlot e Cabernet Sauvignon.

distretto vinicolo del Villány

Fonte: Visit Hungary

Il distretto vinicolo del Villány

Passeggiando nel paesino ci si può perdere in un incrocio di strade con cantine ed enoteche a ogni angolo.

Da non perdere è anche la zona vinicola di Pécs dove viene prodotto il Cirfandli da uve che sono uniche in tutto il Paese e che generano vini secchi, dolci, leggeri o corposi.

La regione del Tokaj

La regione del Tokaj è forse la più famosa di tutte, ma finché non ci si mette piede non è umanamente possibile comprenderne bellezza e gusto per via delle sue caratteristiche davvero speciali, tra cui i vigneti situati su formazioni rocciose vulcaniche eccezionalmente colorate.

Assaggiare un un bicchiere di Furmint o di Aszú mentre si è immersi nell’atmosfera delle cantine secolari è come un sogno che si avvera, così lo è anche il Tokaji Aszú, uno dei vini dolci più unici al mondo, tanto che fu definito da Luigi XIV di Francia “Re dei vini e vino dei Re”.

Il merito, oltre che delle mani esperte dei produttori locali, è certamente della storia geologica della regione fatta di numerosi tipi di rocce e terreni, della vicinanza di diverse centinaia di vulcani precedentemente attivi e del benefico microclima locale.

L’Alta Pannonia

Infine l’Alta Pannonia che si distingue per la presenza di molte più uve bianche che nere. Purtroppo gli effetti negativi del riscaldamento globale qui sono piuttosto evidenti, ma nonostante questo i vini prodotti negli ultimi dieci anni sono diventati notevolmente più corposi e alcolici.

Tra i maggiori vitigni coltivati da queste parti troviamo tantissime varietà che rispecchiano la sua importante grandezza, e vanno dal Kékfrankos allo Chardonnay passando per l’Ezerjó.

Insomma, l’Ungheria ha saputo sorprenderci con i suoi sapori indimenticabili mentre tutto, intorno a noi, era di una bellezza avvolgente.

Tokaji Aszú, Ungheria

Fonte: Visit Hungary

Il buonissimo Tokaji Aszú