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Cosa vedere a Trento, la città del Natale dal fascino elegante e alpino

Trento, capoluogo del Trentino, incastonata ai piedi delle Dolomiti, è considerata da molti la base ideale per chi cerca una vacanza all’insegna del turismo attivo. Da qui, infatti, sono infinite le possibilità per trascorrere le proprie giornate con escursioni, ciclismo, sci e altre attività alpine. Trento, però, non è solo questo: la città stessa ha molto da offrire.

In passato, Trento fu più volte conquistata, fino a entrare a far parte del Sacro Romano Impero e diventare sede di un Principe Vescovo. La città è probabilmente più famosa per aver ospitato il Concilio di Trento, evento che segnò l’inizio della Riforma Cattolica e fu supervisionato da tre papi diversi. In tempi più recenti, dopo ulteriori passaggi di dominio, dagli Asburgo a Napoleone fino agli Austriaci, la Prima Guerra Mondiale portò infine all’annessione di Trento all’Italia.

Non stupisce, quindi, il suo splendido mix architettonico, che può essere ammirato con una passeggiata tranquilla nel centro storico, seguita da una visita ai castelli storici e ai musei moderni, accompagnate da una degustazione di vini Marzemino rossi e Trento DOC.

Nel dettaglio, questi i nostri consigli su cosa vedere a Trento per scoprirla al meglio!

Castello del Buonconsiglio

Iniziate a scoprire Trento (città leader nella sostenibilità ambientale premiata da Ecosistema Urbano 2025) dal luogo più maestoso e ricco di storia: il Castello del Buonconsiglio, oggi museo e simbolo della città, che domina l’angolo orientale del centro storico. Al suo interno sono custoditi preziosi affreschi risalenti al Quattrocento, mentre le sue sale raccontano secoli di potere e arte. Un tempo residenza dei Principi Vescovi, il Buonconsiglio ebbe la fortuna di sopravvivere indenne ai bombardamenti della Prima Guerra Mondiale.

Se desiderate ammirare la celebre Torre Aquila, con il suo straordinario ciclo dei mesi, consigliamo di prenotare in anticipo: l’accesso è limitato e avviene solo in fasce orarie dedicate.

Piazza del Duomo

Dopo aver visitato il castello, dirigetevi verso Piazza del Duomo. Qui, il Duomo di Trento domina il lato sud della piazza con la sua imponente architettura romanica, mentre sul lato est si affaccia il Museo Diocesano, custode di preziose testimonianze della storia religiosa cittadina. Entrambi gli edifici, con le loro linee sobrie e armoniose, si fondono con i caffè e le botteghe che circondano la piazza, dove l’atmosfera alpina delle Dolomiti si intreccia con eleganti influssi italiani e austriaci. Al centro, infine, si erge la splendida Fontana del Nettuno.

Piazza Duomo nel cuore di Trento

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Piazza Duomo nel cuore di Trento

MUSE – Museo delle Scienze

Progettato dal celebre architetto Renzo Piano, il MUSE-Museo delle Scienze, si distingue nettamente dalle solide architetture in pietra del centro storico di Trento. Le sue linee affilate, le ampie superfici vetrate e gli spazi inondati di luce creano un contrasto sorprendente con l’antico tessuto urbano della città.

Situato nel moderno quartiere universitario, il museo offre un percorso interattivo e coinvolgente dedicato alla storia naturale di Trento e delle Dolomiti. È una tappa imperdibile per famiglie, curiosi di ogni età e amanti della montagna.

Parco Naturale del Doss

Dal museo, raggiungete il Parco del Doss, situato su un piccolo rilievo appena oltre il fiume Adige. Immerso nel verde, il parco custodisce diverse sorprese: i resti di una basilica paleocristiana, il maestoso mausoleo a colonne dedicato all’eroe della Prima Guerra Mondiale Cesare Battisti e il Museo Nazionale degli Alpini. Da qui, lo sguardo abbraccia l’intera città di Trento, con scorci particolarmente suggestivi al tramonto.

I mercatini di Natale

Trento è conosciuta anche come la “città del Natale”! Imperdibili, quindi, i mercatini dove il dolce aroma del vin brûlé si mescola a quello delle specialità locali. Tra le caratteristiche casette in legno di Piazza Fiera e Piazza Mostra, si possono scoprire creazioni artigianali, decorazioni, prodotti tipici e tante idee regalo, immersi in un incantevole scenario alpino.

L’edizione 2025 dei Mercatini di Natale inizia il 21 novembre 2025 e termina il 6 gennaio 2026, accogliendo i visitatori tutti i giorni dalle 10:00 alle 20:00.

Natale a Trento

TrentinoSviluppoS.p.A-Marco Simonini

Piazza Duomo a Natale
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Ecosistema Urbano 2025, la classifica delle migliori città italiane per la sostenibilità

È uscita la nuova classifica delle città italiane più (e meno) sostenibili, firmata da Legambiente e Ambiente Italia in collaborazione con Il Sole 24 Ore. Il rapporto Ecosistema Urbano, giunto alla 32ª edizione, analizza 19 indicatori per 106 capoluoghi, suddivisi in cinque macroaree: aria, acqua, rifiuti, mobilità e ambiente urbano.

La fotografia che emerge mostra luci e ombre: alcune città fanno passi avanti verso la sostenibilità, mentre altre restano ferme ai blocchi di partenza. Sul podio? Trento, Mantova e Bergamo, le uniche a superare il 75% del punteggio totale.

Trento, Mantova e Bergamo premiate

Quest’anno, la città leader nella sostenibilità ambientale, che si avvicina maggiormente a come dovrebbe essere una città ideale, è Trento. Con un punteggio complessivo di 79,78% (i dati si basano sui calcoli relativi al 2024), torna prima rispetto all’anno precedente, in cui si era classificata seconda.

I suoi punti di forza? La raccolta differenziata (10° con l’82,3% sul totale prodotto), l’offerta di trasporto pubblico (10° con 46,5 km percorsi dalle vetture divisi per gli abitanti) e il solare pubblico (11° con 15,4 kw di potenza installata su edifici pubblici, ogni mille abitanti).

Mantova la segue da vicino con un punteggio di 78,74%, risalendo la classifica di cinque posizioni (nel 2023 era al 7° posto). A premiarla sono stati il calo dei consumi idrici e delle perdite idriche e la raccolta differenziata che è all’84%.

Medaglia di bronzo per Bergamo, con un punteggio totale di 71,82%. Un salto di ben 13 posizioni rispetto all’anno precedente (in cui era 16°). A farla salire sul terzo gradino del podio sono stati gli impegni profusi per migliorare la raccolta differenziata (21° con il 77,2%), ma anche il numero di alberi ogni 100mila abitanti in aree di proprietà pubblica (16° con 33,4 alberi), il solare pubblico (20° con 10,7 kW su edifici pubblici ogni mille abitanti) e le piste ciclabili (21° con 18,3 metri ogni 100 abitanti).

Vista panoramica su Bergamo Alta, Lombardia

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Vista panoramica su Bergamo Alta

La top 10

Di seguito la top 10 completa delle città classificate nell’ultimo rapporto Ecosistema Urbano:

  1. Trento
  2. Mantova
  3. Bergamo
  4. Bolzano
  5. Pordenone
  6. Reggio Emilia
  7. Parma
  8. Rimini
  9. Bologna
  10. Forlì

Il divario tra Nord e Sud resta marcato: tutte le città della top 10 sono settentrionali (con Bologna che si conferma la migliore tra le città più grandi), mentre solo Cosenza entra nella top 20 (16° posto con una perdita di 3 posizioni).

In fondo alla classifica ci sono 9 città del Sud: Caltanissetta (97°), Caserta (98°), Catania (100°), Palermo (101°), Catanzaro (102°), Napoli (103°), Crotone (104°), Vibo Valentia (105°), Reggio Calabria (106°). Nessuna arriva a toccare il 35% del punteggio.

La città con più aree verdi e piste ciclabili

Un dato curioso che abbiamo estrapolato dalla classifica di Legambiente e Ambiente Italia è quello che riguarda il verde e le piste ciclabili, elementi fondamentali non solo per chi vive in città, ma anche per il turismo, tra valore paesaggistico, soste nei parchi pubblici e spostamenti comodi e green in bici.

L’area urbana con il numero maggiore di metri di piste ciclabili è Reggio Emilia: 8,7 ogni 100 abitanti. Se si guarda ai metri quadrati di verde per ogni abitante, invece, è Gorizia ad aggiudicarsi la medaglia d’oro. Questa splendida città di confine, insieme a Nova Gorica, è Capitale Europea della Cultura 2025. Un motivo in più per visitare queste affascinanti città, tra luoghi storici e angoli carichi di memoria in cui il verde e la mobilità sostenibile fanno da padrone.

Buone e cattive notizie

Dall’ultimo rapporto Ecosistema Urbano, emergono sfide ancora aperte: smog e rete idrica restano i nodi principali per le città italiane. Le perdite d’acqua superiori al 50% riguardano ancora 20 capoluoghi, mentre calano le aree pedonali e quelle dedicate alla mobilità ciclabile. Cresce anche il consumo di suolo: dal 2018 al 2023 sono stati impermeabilizzati circa 4.500 ettari, nonostante la diminuzione della popolazione urbana.

Tra i segnali positivi, invece, la raccolta differenziata supera per la prima volta il 65% medio, con 15 città oltre l’80%. Aumentano anche i passeggeri del trasporto pubblico locale, soprattutto a Milano, Roma e Firenze.

Legambiente chiede ora una legge nazionale per la rigenerazione urbana e una stabilizzazione dei bonus edilizi, per fermare il consumo di suolo e costruire città più sostenibili, verdi e pronte ad affrontare le attuali e future sfide climatiche.

Mantova, città tra le più sostenibili d'Italia

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Splendida panoramica su Mantova
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Anche in Italia puoi vivere le atmosfere dell’Oktoberfest: gli eventi da non perdere

Anche l’Italia ha il suo Oktoberfest. Le atmosfere suggestive dell’Oktoberfest di Monaco di Baviera, che ogni anno torna per più di due settimane per celebrare la birra e le tradizioni gastronomiche bavaresi, rivivono anche in alcune delle località più belle dello Stivale.

Occasioni uniche per assaporare i piatti e le birre della tradizione in un’atmosfera festosa, ideali per chi non riesce a raggiungere la celebre festa tedesca o semplicemente vuole immergersi tra buon cibo, show folkloristici, musica dal vivo e tanto divertimento. Ecco 5 Oktoberfest in Italia da non perdere quest’anno, da Trento a Varese e Genova, da Roma a Ferrara.

Oktoberfest Trento

Il primo appuntamento con la tradizione bavarese è l’Oktoberfest di Trento, conosciuto anche come “Trento e la Baviera”. Un evento legato storicamente ad Andrea Michele Dall’Armi, il trentino espatriato a Monaco fondatore del celebre Oktoberfest.

Giunto alla sua tredicesima edizione, promette di divertire tutti con gruppi folkloristici e band d’intrattenimento, spettacoli originali, specialità tipiche gastronomiche con i piatti tipici della cucina tirolese e trentina e tanta buona birra HB Hofbräuhaus Traunstein. Un’occasione speciale che celebra lo scambio culturale tra Trentino e Baviera.

L’Oktoberfest Trento 2025 si tiene alla Trentino Music Arena, da venerdì 12 settembre a domenica 5 ottobre. La festa inizia con la tradizionale cerimonia di apertura, alle ore 20:00, con la spillatura della prima botte di birra in legno. Ad accogliere i visitatori ci sono due tendoni: il Festzelt principale e il “BOM. #cuoretrentino Arena”, dedicato alla musica con spettacoli che animano la festa dalle 22:00.

L’ingresso all’Oktoberfest Trento prevede il pagamento di un biglietto di 5 euro (gratis per i bambini sotto i 12 anni), ma chi indossa l’abbigliamento tipico bavarese avrà l’ingresso omaggio.

Oktoberfest Genova

Passiamo all’unica festa ufficiale in Italia dedicata alle tradizioni bavaresi e riconosciuta dalla Germania: l’Oktoberfest di Genova. Dall’11 al 28 settembre 2025 torna in piazza della Vittoria l’evento più atteso dagli amanti della buona birra e della gastronomia bavarese, in un’atmosfera autentica tra musica ed eventi nella cornice meravigliosa del cuore di Genova.

L’ingresso e gli eventi in programma sono a ingresso gratuito. Nel tendone principale vi aspettano i grandi tavoli su cui viene servita la cucina tipica bavarese e la birra HB servita nel tradizionale boccale, con band bavaresi dal vivo a rendere l’atmosfera ancora più suggestiva. E chi vuole proseguire la festa può farlo nel tendone “Out! Festival” dove a dominare è la musica, con band, dj e spettacoli ogni sera. Non mancano gli eventi Kindergarten dedicati ai più piccini.

Oktoberfest Gorla Maggiore

A un’ora d’auto da Milano spicca un altro evento dedicato alle tradizioni bavaresi: l’Oktoberfest di Gorla Maggiore, comune in provincia di Varese e situato a circa 10 km da Busto Arsizio.

Dal 20 settembre al 5 ottobre, nell’Area Seven del borgo prende vita una vera Oktoberfest con tutte le caratteristiche dell’originale di Monaco: le 6 birre ufficiali di Monaco (Hacker-Pschorr, Löwenbräu, Augustiner, Paulaner, Hofbräu e Spaten), menu tipico bavarese, spettacoli e concerti ogni sera.

Un evento speciale che vi trasporta direttamente nelle atmosfere tipiche di Monaco di Baviera. L’ingresso è libero e gratuito.

Oktoberfest Roma

Torna anche l’Oktoberfest di Roma, dal 18 al 21 settembre 2025, alla Città dell’Altra Economia della Capitale, in Largo Dino Frisullo.

Giunto alla quarta edizione, l’evento è a ingresso gratuito e vi aspetta con i 6 birrifici di Monaco, 24 diverse birre da assaggiare, street food corner a tema, bancarella dei bretzel in un’area allestita di oltre 8.000 mq all’aperto in cui assaporare anche le pietanze della tradizione, dallo stinco di maiale con crauti e patate ai bratwurst. Non mancano live show e musica tutti i giorni, ma anche giostre, area kids e laboratori per i più piccoli.

Oktoberfest Ferrara

Spettacoli, concerti, birra e specialità bavaresi aspettano gli appassionati all’Oktoberfest di Ferrara, giunto alla quinta edizione, per tre weekend di festa: 25–28 Settembre, 2–5 Ottobre e 9–12 Ottobre.

La location è il Ferrara Fiere Congressi e l’ingresso è gratuito. Anche qui salsicce, pretzel, piatti di carne e dolci tradizionali accompagnano i tipici boccali di birra bavarese Paulaner. L’atmosfera richiama quella dell’Oktoberfest di Monaco di Baviera è arricchita da musica folkloristica, spettacoli e giostre per grandi e piccini. Un’occasione perfetta per unire la visita al centro storico di Ferrara a momenti di divertimento e spensieratezza.

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Spiagge per nudisti e naturisti sui laghi della Lombardia

C’è un motivo per cui molte persone frequentano le spiagge per nudisti: ci si sente felici di poter nuotare senza costume, abbronzarsi integralmente e, soprattutto, fa sentire completamente liberi. C’è chi trascorre una vacanza intera in questo modo, in particolare in tutte quelle destinazioni europee dove è maggiormente regolamentato ed esistono persino campeggi, e chi invece desidera vivere il naturismo anche solo per qualche giorno, magari in spiaggia.

E in Italia? È possibile praticarlo esclusivamente nelle zone adibite, solitamente un’area specifica di una spiaggia o di un lago. Queste sono presenti in diverse regioni, comprese la Lombardia dove, seppur non sia ufficialmente regolamentata, la pratica del naturismo è tollerata in diversi laghi.

Se volete provarli, questi sono i laghi per nudisti e naturisti della Lombardia!

Spiaggia di Porto d’Adda

Incastonata tra le rive sassose e i boschi del Parco Adda Nord, la spiaggia di Porto d’Adda offre un rifugio intimo in Lombardia per chi desidera immergersi nella natura in totale libertà. Questa riva appartata, raggiungibile tramite una camminata di circa venti minuti, è un’area rinomata da chi pratica naturismo perché offre uno spazio in cui il rispetto e la discrezione valorizzano l’esperienza. Attenzione però alla corrente: è consigliato bagnarsi solo nella piccola ansa a sinistra della spiaggia.

Spiaggia di Endine Gaiano

La spiaggia naturista di Endine Gaiano, affacciata sulle tranquille acque del lago omonimo in provincia di Bergamo, è un piccolo angolo di pace nascosto tra vegetazione rigogliosa e sassi levigati. Frequentata soprattutto da naturisti locali, offre un’atmosfera riservata e rispettosa, ideale per chi desidera vivere il contatto diretto con la natura lontano dalla folla. L’accesso è semplice, grazie alla vicinanza della strada statale e a comodi parcheggi, ma una volta arrivati sembra di trovarsi in un mondo tranquillo e silenzioso.

Spiaggia di Canneto di Desenzano

In direzione Riva del Garda, lungo la statale SS 572, troverete la spiaggia di Canneto di Desenzano. Si tratta di una piccola caletta semi-nascosta, frequentata soprattutto da chi cerca privacy e contatto diretto con la natura. Seppur non sia una spiaggia ufficiale, il naturismo è tollerato ed è frequentata anche dalla comunità gay che qui trova un ambiente discreto, rilassato e amichevole.

Se cercate un luogo suggestivo e raccolto per vivere un’esperienza nudista a contatto con le acque cristalline del Garda, lontano dai contesti più affollati, questo è il luogo perfetto per voi.

Spiaggia della Rocca di Manerba

Sempre sul lago di Garda troviamo la spiaggia della Rocca di Manerba, situata all’interno della Riserva Naturale della Rocca e del Sasso. Grazie al suo ambiente suggestivo e appartato, è apprezzata anche dalla comunità naturista che qui potrà rilassarsi liberamente in una location circondata da falesie, vegetazione mediterranea e acque limpide, lontano dalle zone più affollate.

L’accesso richiede una breve camminata lungo sentieri panoramici, ma la vista e la tranquillità ripagano ampiamente lo sforzo. Qui, nel rispetto dell’ambiente e della privacy reciproca, è possibile praticare il naturismo in un contesto incontaminato e pittoresco, con il panorama del lago che si apre maestoso all’orizzonte.

Spiaggia di Pavia Ticino

Fin dagli anni ’70, la spiaggia situata a valle del Ponte della Becca, sul fiume Ticino, nei pressi di Pavia, è frequentata con discrezione dagli appassionati del naturismo. Nascosta in un contesto fluviale tranquillo e immerso nella natura, la spiaggia è una meta non ufficiale, ma molto amata per vivere l’esperienza della nudità in un clima di rispetto reciproco, lontano dagli stereotipi.

Le sue sabbie e la cornice naturale offrono un’atmosfera intima, ma è importante ricordare che la zona non è formalmente autorizzata dal Comune e che chi vi partecipa lo fa sotto la propria responsabilità.

Cremona Beach

Situata lungo le tranquille sponde del fiume Po, la spiaggia di Cremona Beach rappresenta una riva dedicata al naturismo, considerata una delle migliori in Lombardia. L’ambientazione silenziosa e verdeggiante permette di vivere l’esperienza a contatto diretto con la natura in un’atmosfera di libertà autentica, ideale per chi desidera una pausa dal mondo, lontano dai clamori delle spiagge più affollate.

Spiaggia Il Sabbione

Tra le gemme nascoste del naturismo in Lombardia spicca la spiaggia Il Sabbione, nascosta lungo il fiume Po, subito dopo il celebre Ponte della Becca. Questo tratto di sabbia fine, facilmente raggiungibile, è frequentato da appassionati di nudismo perché offre un’atmosfera informale e rilassata, dove il contatto con l’acqua e la natura diventa un’esperienza liberatoria.

Pur non essendo una spiaggia ufficialmente istituzionalizzata, è riconosciuta e rispettata all’interno della comunità naturista locale, rendendo Il Sabbione una tappa perfetta per chi desidera una giornata in mezzo al verde, lontano dalla folla e dai luoghi affollati.

Spiaggia di Borgoforte

Anche qui siamo lungo le rive tranquille del fiume Po, in provincia di Mantova, dove chi pratica naturismo in Italia troverà la location ideale. La spiaggia di Borgoforte, situata nei pressi di Motteggiana, si raggiunge facilmente a piedi seguendo l’argine del fiume dopo aver superato il ponte: la camminata, breve e panoramica, conduce a una zona appartata, ma accogliente.

Frequentata da naturisti e dalla comunità LGBTQIA+, questa spiaggia si distingue per il suo ambiente rispettoso e rilassato, perfetto per chi desidera una fuga dal ritmo quotidiano in totale armonia con il paesaggio circostante.

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Sentiero di San Vili: da Trento a Madonna di Campiglio

Qualcuno ha già soprannominato il Sentiero di San Vili come un “piccolo Cammino di Santiago” e non è difficile capire il perché. Questo affascinante percorso si estende per oltre 100 chilometri, collegando Madonna di Campiglio a Trento, attraverso sentieri antichi che si snodano tra la Valle dell’Adige e le Dolomiti di Brenta.

Il Sentiero di San Vili non è solo una meravigliosa escursione in montagna, ma anche un viaggio storico e spirituale, seguendo le orme di San Vigilio, patrono di Trento, che percorse questi luoghi già nel IV secolo d.C. durante la sua opera di evangelizzazione. Oggi, questo itinerario è un’attrazione imperdibile per chi ama la natura, la storia e il trekking in Trentino-Alto Adige.

Dove si trova il Sentiero di San Vili?

Il Sentiero di San Vili si snoda tra Trento e Madonna di Campiglio, attraversando paesaggi mozzafiato che spaziano dalle valli alpine fino alle spettacolari Dolomiti di Brenta. Questo percorso nel cuore dell’Italia permette di esplorare la natura incontaminata, con boschi fitti, laghi cristallini e vette imponenti, ma anche di immergersi nella cultura locale, passando attraverso piccoli borghi e villaggi storici che sembrano essersi fermati nel tempo.

Il cammino è suddiviso in sei tappe, con due possibili varianti: un percorso alto, più montano e impegnativo, e un percorso basso, più accessibile e vicino ai centri abitati. Il sentiero può essere percorso sia in direzione di Trento, che verso Madonna di Campiglio, proponendo a ogni viandante l’opportunità di vivere l’esperienza del cammino a proprio ritmo.

Madonna di Campiglio

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Sguardo su Madonna di Campiglio

Due percorsi: alto e basso

Il Sentiero di San Vili offre due varianti: il percorso alto e il percorso basso:

  • Percorso alto: questo itinerario è ideale per i trekker esperti, in quanto prevede dislivelli significativi e tratti più impegnativi. Il Sentiero Alto attraversa aree montuose remote, offrendo spettacolari vedute panoramiche, ma richiede una buona preparazione fisica.
  • Percorso basso: questa variante è perfetta per chi desidera vivere l’esperienza del cammino senza affrontare grandi difficoltà tecniche. Il Sentiero Basso è più accessibile e si snoda vicino ai centri abitati, offrendo comunque paesaggi meravigliosi e punti di interesse culturale.

Le sei tappe del percorso alto

Tappa 1: da Trento (Vela) a Covelo

(15 km, 850 D+, 5h)

Dal quartiere Vela, poco fuori Trento, il sentiero si addentra nei boschi del versante occidentale del Monte Bondone. Il primo tratto regala ampie vedute sulla Valle dell’Adige e sulla città, con il profilo della Cattedrale di San Vigilio visibile in lontananza.

Si raggiungono poi i suggestivi Laghi di Lamar, immersi in una fitta vegetazione e meta di sosta ideale. Poco oltre si trovano il Lago Santo e le rovine dell’antico Castello di Lamar. L’arrivo a Covelo, borgo arroccato a 930 m di quota, chiude la tappa con scorci rurali e panorami sulle Giudicarie Esteriori.

Tappa 2: da Covelo a Moline (San Lorenzo in Banale)

(14 km, 620 D+, 5h30)

Si prosegue tra radure e boschi attraversando i villaggi di Monte Terlago e Ranzo, caratterizzati da case in pietra e chiesette montane. Il momento più suggestivo è l’attraversamento delle Gole del Sarca, un canyon scavato dal fiume tra pareti verticali, raggiungibile grazie a un ponte sospeso.

Salendo si entra nel territorio del Parco Naturale Adamello Brenta. L’arrivo a Moline, frazione di San Lorenzo in Banale (uno dei “Borghi più belli d’Italia”), regala un tuffo nella vita contadina alpina, tra masi antichi e piccoli orti di montagna.

Tappa 3: da Moline a Irone

(10 km, 480 D+, 4h30)

La tappa conduce al villaggio fantasma di Irone, gioiello nascosto della memoria trentina. Il sentiero passa accanto a boschi di larice e castagno, attraversando antichi pascoli e resti di muretti a secco.

Irone fu un tempo abitato ma fu abbandonato dopo la peste del 1630: oggi è un luogo sospeso nel tempo, con ruderi in pietra, silenzio assoluto e una piccola chiesetta restaurata che ne custodisce la storia. La tappa è breve ma intensa dal punto di vista emotivo, immersa in un paesaggio che invita alla riflessione.

Tappa 4: da Irone a Passo Daone

(12 km, 820 D+, 5h30)

Questa è una delle tappe più impegnative. Si sale verso Passo Daone, valico alpino situato a 1.300 metri. Il percorso attraversa foreste di abete rosso, radure popolate da fauna selvatica e tratti di crinale con viste spettacolari sulla Val Rendena e sulle cime del Brenta.

Lungo il percorso si incontrano malghe in pietra, segni della pastorizia alpina, e alcuni tratti pavimentati con antiche selciature medievali. Il passo è un balcone naturale sulle valli circostanti e spesso frequentato da escursionisti e ciclisti.

Tappa 5: da Passo Daone a Pinzolo

(14 km, 300 D-, 5h)

Dal Passo Daone il sentiero scende lungo la pittoresca Val Rendena, tra boschi, prati falciati e nuclei rurali come Casarole e Fisto. Attraversato il Ponte di Vigo, si risale lievemente fino alla Pieve di San Vigilio a Pinzolo, monumento simbolo del cammino.

La chiesa, edificata nel luogo del presunto martirio del Santo, conserva affreschi del ciclo della Danza Macabra, splendida testimonianza dell’arte gotica alpina. Il paese di Pinzolo, vivace e ben attrezzato, offre numerose possibilità di ristoro e pernottamento.

Tappa 6: da Pinzolo a Madonna di Campiglio

(16 km, 650 D+, 6h)

Ultima tappa, immersa in un ambiente alpino da cartolina. Il sentiero sale tra boschi di conifere, attraversa il torrente Sarca di Campiglio e regala scorci indimenticabili sulle Dolomiti di Brenta. Si raggiungono piccoli alpeggi e malghe attive, dove è possibile degustare formaggi locali.

L’arrivo a Madonna di Campiglio, perla delle Alpi e storica località turistica, segna la conclusione del cammino. La chiesetta di Santa Maria Antica, con la statua dedicata a San Vigilio, è un luogo perfetto per riflettere sul cammino percorso.

Le sei tappe del percorso basso

Tappa 1: da Madonna di Campiglio a Caderzone Terme

(20 km, 60 D+, 5h30)

La prima tappa del percorso basso inizia nel centro di Madonna di Campiglio e scende dolcemente verso la Val Rendena, costeggiando il torrente Sarca.

Lungo il cammino si attraversano Sant’Antonio di Mavignola e Pinzolo, dove merita una sosta la splendida Chiesa di San Vigilio, decorata con affreschi tardo-gotici tra cui la celebre Danza Macabra. L’arrivo a Caderzone Terme, borgo termale tra i più antichi del Trentino, conclude una tappa immersa nella cultura alpina e nella quiete rurale.

Tappa 2: da Caderzone Terme a Saone

(20 km, 300 D+, 6h30)

Il cammino prosegue nella parte bassa della Val Rendena, toccando Strembo, Spiazzo (dove si trova un’altra pieve dedicata a San Vigilio), e Tione di Trento, cuore amministrativo delle Giudicarie.

L’ambiente alterna tratti boschivi a spazi coltivati, con ponti, fontane storiche e antichi mulini. La tappa si conclude a Saone, frazione immersa nel verde, da cui si godono belle vedute sulle valli circostanti.

Tappa 3: da Saone a Tavodo

(16 km, 520 D+, 5h30)

Questa tappa risale verso le Giudicarie Esteriori, passando per Bolbeno, Bleggio Superiore e la frazione di Santa Croce, famosa per la sua chiesa romanica affrescata.

Il paesaggio diventa più collinare, con campi terrazzati, castagneti e vecchie malghe ristrutturate. Si raggiunge infine Tavodo, sede della Pieve dell’Assunta, uno dei più importanti edifici religiosi dell’area.

Tappa 4: da Tavodo a Vezzano

(18 km, 300 D+, 5h30)

Il sentiero si snoda attraverso la Val d’Ambiez e la suggestiva Val Lomasona, paradiso per la biodiversità. Si toccano i paesi di San Lorenzo in Banale, uno dei Borghi più belli d’Italia, e Margone, arrampicato sul versante orientale. Si prosegue poi lungo la strada romana di Castel Terlago, fino a Vezzano, antico borgo vinicolo della Valle dei Laghi.

Tappa 5: da Vezzano a Sopramonte

(12 km, 400 D+, 4h30)

Tra campi coltivati, vigneti e piccole aziende agricole, si costeggiano i laghi di Santa Massenza e Toblino, con l’omonimo castello affacciato sull’acqua. Il paesaggio qui è dolce e collinare, ricco di testimonianze rurali e architettura popolare. Salendo a Sopramonte, si entra nel territorio urbano di Trento, ma ancora immersi nel verde.

Tappa 6: da Sopramonte a Trento

(8 km, 100 D-, 2h30)

Ultimo tratto breve ma ricco di significato. Il sentiero scende verso il sobborgo di Vela e quindi al centro storico di Trento, dove il cammino si conclude davanti alla Cattedrale di San Vigilio, luogo simbolico e spirituale del percorso. L’arrivo nella piazza del Duomo, dopo giorni di cammino, chiude l’esperienza con una forte carica emotiva.

La storia di San Vigilio e il significato del sentiero

San Vigilio, da cui prende il nome il sentiero, è una figura centrale nella storia del Trentino-Alto Adige. Vescovo di Trento nel IV secolo d.C., San Vigilio dedicò la sua vita all’evangelizzazione delle popolazioni montane, percorrendo i sentieri della regione per diffondere il cristianesimo. Secondo la tradizione, il percorso attuale del Sentiero di San Vili segue i passi del Santo durante i suoi spostamenti tra le valli trentine.

Il cammino fu inaugurato nel 1988 dalla Società Alpinisti Tridentini (S.A.T.) e, sebbene non sia nato con un’intenzione religiosa, molti lo considerano un cammino spirituale grazie al legame con la figura del santo. Le numerose chiese e cappelle dedicate a San Vigilio sparse lungo il tragitto, tra cui la splendida Cattedrale di Trento, testimoniano la profonda devozione popolare.

Come raggiungere il Sentiero di San Vili

Il Sentiero di San Vili è facilmente raggiungibile sia da Trento che da Madonna di Campiglio. Trento è ben collegata via treno e autobus, mentre Madonna di Campiglio è servita da numerosi trasporti pubblici e servizi navetta. Se si parte da Trento, l’accesso al cammino inizia dal quartiere di Vela, a breve distanza dal centro della città.

Per chi arriva in auto, ci sono parcheggi disponibili sia a Trento che a Madonna di Campiglio, rendendo facile l’organizzazione del viaggio.

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Pasqua 2025 in Italia, un ricco calendario di eventi speciali e aperture straordinarie

C’è chi ha già preparato le valigie, chi trascorrerà le vacanze di Pasqua in famiglia e chi, invece, non ha ancora fatto programmi. Se fate parte della terza categoria, non disperate: anche restando in Italia ci sono tanti eventi speciali e aperture straordinarie che vi permetteranno di trascorrere al meglio queste giornate. Noi di SiViaggia abbiamo selezionato le iniziative più interessanti da segnare in agenda, per una Pasqua all’insegna della cultura, del divertimento e dell’aria aperta.

Visita guidata e caccia alle uova al Castello di Avio, Trento

Sabato 19, domenica 20 e lunedì 21 aprile 2025, torna l’appuntamento pasquale al Castello di Avio, la suggestiva fortezza situata sulla sommità di uno sperone del Monte Vignola, in Trentino. Qui, dentro le sue mura storiche, sono state organizzate diverse iniziative a partire dalla famosa caccia alle uova, che i bambini possono fare in totale autonomia. Tra il Giardino della Contessa e la terrazza della Casa delle Guardie, invece, troverete la mostra mercato dove 20 produttori e artigiani del territorio esporranno le loro eccellenze. Questa si svolgerà dalle 10:00 alle 18:00 (con ultimo ingresso alle 17:00).

Durante la giornata sarà possibile anche scoprire il maniero con le visite guidate a orario fisso previste alle 11:00, 14:00 e 16:00. L’ingresso al castello compreso di visita guidata e caccia al tesoro costa 13 euro per gli adulti e 8 euro per i bambini e i ragazzi dai 6 ai 18 anni.

Musei aperti a Torino

Chi vuole sfruttare le vacanze di Pasqua per immergersi nelle bellezze culturali italiane può approfittare dell’apertura dei musei. A Torino, per esempio, i Musei Reali saranno aperti anche domenica 20 e lunedì 21 aprile 2025, dalle 9:00 alle 19:00: questa è la vostra occasione per visitare la mostra “Da Botticelli a Mucha. Bellezza, natura, seduzione”, un viaggio nella seduzione e nella bellezza espresse attraverso il mito, la natura e l’universo femminile.

In occasione della Pasqua, anche la Galleria d’Arte Moderna (GAM), il Museo d’Arte Orientale (MAO) e Palazzo Madama saranno aperti con orari prolungati. Domenica 20 aprile (Pasqua) e lunedì 21 aprile fino alle 19:00, mentre venerdì 25 aprile (per la Festa della Liberazione) entrata con tariffa speciale di 1 euro per la collezione e la mostra su Giosetta Fioroni in corso alla GAM dal 16 aprile fino al 7 settembre. Aggiungendo 1 euro, si potranno visitare anche la mostra di Fauso Melotti e quella di Alice Cattaneo.

Anche il Museo Egizio sarà aperto nelle festività pasquali: domenica 20 aprile è prevista l’apertura prolungata dalle 9:00 alle 21.00, così come a Pasquetta, lunedì 21 aprile dalle 9: alle 18:30. Il museo si potrà visitare anche venerdì 25 aprile con orario prolungato dalle 9:00 alle 21:00 e giovedì 1 maggio (Festa dei Lavoratori) dalle 9:00 alle 21.00.

Pasqua nei musei a Roma

Dal 17 al 24 aprile 2025, anche Roma permette di visitare alcuni dei suoi musei e le aree archeologiche gratuitamente, oltre che offrire ai bambini e agli adulti la possibilità di partecipare a laboratori, mostre e visite guidate.

Per quanto riguarda i musei e le aree archeologiche, aperte anche a Pasquetta, l’ingresso è libero per i possessori della MIC Card ai Fori Imperiali, al Circo Massimo, all’Area Sacra di Largo Argentina e al Parco Archeologico del Celio. Le mostre da non perdere, invece, sono “I Farnese nella Roma del Cinquecento” e “Tiziano, Lotto, Crivelli e Guercino” ai Musei Capitolini, la mostra di arte contemporanea “Amano Corpus Animae” al Museo di Roma e la retrospettiva su Franco Fontana all’Ara Pacis.

Se siete interessati ai laboratori e alle visite, invece, per i quali è necessaria la prenotazione, il programma prevede il 17 aprile il laboratorio su Carlo Levi alla Galleria d’Arte Moderna; il 18 aprile la visita interattiva “Piante nella Preistoria” al Museo di Casal de’ Pazzi; il 19 aprile la decorazione delle uova pasquali al Museo della Repubblica Romana; il 20 aprile il laboratorio musicale sull’800 italiano.

Aperture straordinarie a Firenze

Anche a Firenze, Pasqua e Pasquetta 2025 diventano sinonimo di cultura grazie alle aperture straordinarie dei musei e agli ingressi gratuiti in alcune giornate specifiche. Le Gallerie degli Uffizi (che comprendono gli Uffizi, Palazzo Pitti e il Giardino di Boboli) resteranno aperte domenica 20 aprile, mentre lunedì 21 aprile sarà chiuso solo Palazzo Pitti. Il 25 aprile, invece, l’ingresso è gratuito.

Anche i Musei Civici (Palazzo Vecchio, Torre d’Arnolfo, Museo Novecento, Complesso di Santa Maria Novella) saranno aperti con il solito orario il 20 aprile, mentre il 21 aprile sarà chiuso solo il Museo Gino Bartali.

Infine, i Musei del Bargello rimarranno aperti regolarmente secondo i consueti orari. Il 25 aprile, invece, aderiranno all’iniziativa del Ministero della Cultura e saranno eccezionalmente aperti al pubblico con ingresso gratuito, secondo i consueti orari di visita.

Attività pasquali nei musei di Milano

Anche Milano ha organizzato un calendario ricco di attività. Alla Pinacoteca di Brera, domenica 20 alle 15:30, potete partecipare a “Brera e i suoi capolavori”, una visita guidata per tutta la famiglia che vi aiuterà a cogliere tutti dettagli nascosti nei dipinti e per la quale è obbligatoria la prenotazione online.

Al Museo Civico di Storia Naturale, invece, sempre domenica 20, è in programma “Uova sorprendenti”, un laboratorio rivolto a famiglie con bambine e bambini dai 6 ai 10 anni in cui imparare a conoscere la varietà di forme, colori e adattamenti legati alle uova nella natura.

Infine, al Museo Archeologico, sabato 19 aprile, ci sarà “Speciale Pasqua – Viaggio a Cesarea Marittima tra storia e archeologia”: qui, partendo dai materiali esposti nella sezione dedicata a Cesarea Marittima, approfondirete la realtà storica, culturale e religiosa che fece da sfondo alla vita di Gesù.

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Il papiro ritrovato, una scoperta straordinaria al Castello del Buonconsiglio di Trento

Un ritrovamento inaspettato al Castello del Buonconsiglio di Trento ha attirato l’attenzione in questi giorni. Durante alcuni lavori di riordino e studio dei materiali egizi conservati nel museo, avviati dall’archeologa Annamaria Azzolini e l’egittologa Barbara Gilli, sono stati identificati quattro frammenti del papiro di Senemnetjer. Una scoperta straordinaria che avrà un forte impatto a livello internazionale poiché questo reperto risale al 1450 a.C. ed è uno dei più antichi papiri provenienti dalla regione di Menfi, riconducibile al regno di Hatshepsut/Thutmosis III.

Fino ad oggi un frammento era custodito nel Museo archeologico di Firenze e un altro era disperso ma noto grazie a una riproduzione dell’egittologo Karl Richard Lepsius. Tuttavia non si era a conoscenza dell’esistenza di altri frammenti esistenti. Questo papiro, realizzato dall’ammiraglio di flotta e capo dei rematori del tempio di Ptah di Menfi, è stato rinvenuto a Saqqara e il testo geroglifico è stato riconosciuto come uno scritto funerario, confermato anche dalla figurazione. Si tratta di uno dei più antichi papiri del “Libro dei morti”.

I papiri del Libro dei Morti

In egiziano “Formule per uscir di giorno”, il “Libro dei Morti” è una raccolta di scritti funerari che dovevano guidare e aiutare i defunti nell’affrontare il percorso nell’aldilà. L’usanza di seppellire con il corpo alcuni rotoli di papiro risale fin dai tempi della XVII dinastia (1539-1292 a.C.) a Tebe dove si colloca anche l’origine del papiro ritrovato che riporta testi a colonne e l’inserzione di vignette. Molti papiri del “Libro dei Morti” datati come questa recente scoperta provengono da Tebe, mentre quelli ascrivibili alla necropoli menfita sono rari.

Esistono altri quattro manoscritti che risalgono all’epoca più recente e sono considerati completi. Un testo della nutrice reale Bakai che ora è custodito al Museo Nazionale di Varsavia, e il papiro di Nebseni che si trova al British Museum di Londra.

La collezione egizia di Tonelli

Il papiro ritrovato al Castello del Buongustaio di Trento sarà esposto al pubblico alla fine del 2025, probabilmente nel periodo delle feste di Natale. La collezione egizia del Castello venne donata da Taddeo de Tonelli nell’800. Quest’ultimo era un ufficiale dell’Impero austro-ungarico, appassionato dell’antico Egitto e fervido collezionista, la cui raccolta fu esposta dal 1921 nelle sale del museo cittadino. Tra il 1821 e il 1827 Tonelli è stato comandante delle truppe austriache nel Granducato di Toscana quando stavano arrivando al porto di Livorno i reperti egizi provenienti da Alessandria.

Nel 1820 ci fu una prima spedizione di manufatti approdati in Italia, destinati alla corte imperiale di Vienna, a cui fece seguito un secondo invio nel 1822, organizzato dal cancelliere consolare d’Austria in Egitto, Giuseppe Nizzoli. Questi reperti vennero acquistati dalle Gallerie Reali di Firenze, grazie all’opera mediatrice portata avanti da Michele Arcangelo Migliarini, già direttore delle raccolte fiorentine e, tra questi materiali, vi è il frammento di papiro di Senemnetjer ritrovato a Trento.

Proprio la presenza dell’Ufficiale in Toscana in anni cruciali per l’arrivo dei reperti dall’Egitto e la vicinanza al direttore delle Gallerie, Migliarini, più volte menzionato nella corrispondenza personale come suo consulente, induce a ipotizzare che Tonelli abbia potuto acquisire parti di questo straordinario papiro attingendo alla seconda spedizione Nizzoli. A riprova di ciò, altri oggetti presenti nella collezione di Trento trovano una loro corrispondenza nella raccolta fiorentina.

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Nuova scoperta nel cuore di Trento: trovata una necropoli monumentale di 3000 anni fa

Durante gli scavi in Via Santa Croce, nel cuore di Trento, una squadra di archeologi ha riportato alla luce una necropoli monumentale di 3000 anni fa. Si tratta di un ritrovamento eccezionale avvenuto a seguito dell’attività di tutela preventiva condotta dall’ufficio beni archeologici dell’Umst (Unità di missione strategica soprintendenza per i beni e le attività culturali) della provincia autonoma di Trento in occasione dei lavori di restauro e riqualificazione di un edificio storico.

Secondo i primi accertamenti, le tombe presenti sarebbero circa 200, rappresentando “qualcosa di mai visto fino ad ora. Ogni giorno, ogni minuto siamo a contatto con i resti di queste popolazioni antiche: una forte emozione personale nello svolgere questo lavoro che è il più bello del mondo”, ha dichiarato un addetto ai lavori.

La scoperta della necropoli monumentale a Trento

Quest’importante scoperta archeologica arricchisce la storia di Trento non solo perché apre nuovi scenari e suggestive ipotesi interpretative, ma anche perché rappresenta una rarità nel territorio dell’arco alpino. Inoltre, solleva nuove problematiche per quanto riguarda le modalità di autorappresentazione in ambito funerario del gruppo sociale di appartenenza di cui, al momento, resta ignoto il contesto.

Quest’ultimo è rimasto perfettamente conservato attraverso i millenni grazie agli episodi alluvionali che hanno sigillato il deposito archeologico. La necropoli, che si è sviluppata sulla porzione mediana del conoide alluvionale del torrente Fersina, ha permesso di scoprire 200 tombe, complete di prestigiosi corredi, caratterizzate dal rito della cremazione indiretta, che rappresentano soltanto una parte di quelle potenzialmente conservate nel sottosuolo ancora da indagare.

A guidare le indagini archeologiche è la dott.ssa Elisabetta Mottes dell’ufficio beni archeologici della provincia autonoma di Trento, coordinate sul campo dal dott. Michele Bassetti e dalla dott.ssa Ester Zanichelli di Cora Società Archeologica di Trento e dalla loro equipe di ricerca.

Necropoli Trento

Fonte: iStock

La necropoli scoperta a Trento

I ritrovamenti che hanno sorpreso gli archeologi

La necropoli ritrovata durante gli scavi risale alla prima Età del Ferro (IX-VI secolo a.C.) ed è situata a circa 8 metri di profondità rispetto al livello attuale della strada. Gli archeologi ipotizzano che l’area possa contenere molte altre sepolture ancora da esplorare e che forniranno maggiori informazioni sulle abitudini funerarie dei popoli che abitarono queste zone. Le ricerche, infatti, proseguiranno al fine di approfondire il contesto storico e sociale della comunità che utilizzava la necropoli.

I ritrovamenti che hanno sorpreso maggiormente gli archeologi sono le imponenti stele funerarie alte fino a 2.40 metri, disposte in file subparallele con orientamento nord-sud. Secondo gli esperti, ogni stele segnalava la posizione di una tomba principale in cassetta litica, coperta da un tumulo e circondata da numerose sepolture secondarie. Il team di ricerca ha riconosciuto anche le pietre utilizzate per le stele, provenienti dalla collina est di Trento.

Gli altri reperti rinvenuti sono armi e gioielli con elementi in ambra e pasta vitrea, i quali testimoniano legami culturali tra i popoli alpini e le grandi civiltà italiche dell’epoca. In generale, lo scavo delle tombe ha permesso agli esperti di documentare la complessità dei rituali funerari utilizzati durante l’Età del Ferro. All’interno delle cassette litiche, infatti, sono stati rinvenuti resti di ossa calcinate, spesso raccolti in contenitori deperibili o vasi ossuari, talvolta avvolti in tessuti chiusi con spilloni o fibule.

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Cosa vedere e cosa fare in Valsugana

La Valsugana è una bellissima vale del Trentino, situata nella zona orientale della regione, e rappresenta una destinazione perfetta per chi desidera fuggire dal caos e dalla frenesia cittadina ed immergersi nella natura incontaminata, scoprire le affascinanti tradizioni locali e, soprattutto, vuole vivere esperienze assolutamente indimenticabili, con la propria famiglia e non, in ogni periodo dell’anno.

Grazie a queste sue caratteristiche, quella della Valsugana è una destinazione unica in grado di offrire diverse opportunità adatte ad escursionisti, famiglie, amanti dello sport, acquatici o invernali, ed appassionati di cultura. Ecco, allora, cosa vedere e cosa fare in Valsugana, a seconda della stagione scelta.

Cosa vedere e fare in Valsugana in estate

L’estate è la stagione probabilmente più ideale per godere delle bellezze naturali di questo territorio, grazie anche alla presenza di laghi bellissimi e sentieri di montagna che si snodano in mezzo alla natura, ma non solo. Ecco, di seguito, cosa fare in estate.

Laghi di Levico e Caldonazzo

Fra i laghi presenti in questa parte del Trentino, e tra i principali protagonisti dell’estate in Valsugana, si trovano i laghi di Levico ed il lago di Caldonazzo. Si tratta di due laghi stupendi, caratterizzati da acque limpide e, soprattutto, balneabili, premiate con la Bandiera Blu grazie alla loro pulizia e sostenibilità.

Per tutti coloro che amano stare a contatto con l’acqua, in questi laghi è possibile passare le giornate praticando nuoto, canoa, paddleboard, windsurf o rilassarsi a bordo di un pedalò con la propria famiglia. Inoltre, su entrambi i laghi è possibile godere della presenza di spiagge attrezzate con aree picnic.

Invece, per chi preferisce effettuare delle escursioni, è presente un sentiero attorno al lago di Levico dove poter passeggiare lungo un percorso panoramico, oppure al lago di Caldonazzo è possibile allenarsi lungo sentieri ideali per la corsa o una pedalata rigenerante.

Spiaggia del lago di Levico in Valsugana, con area picnic

Fonte: iStock

Area picnic sulle rive del lago di Levico

Arte Sella

Per gli amanti della cultura è impossibile perdere Arte Sella, una delle attrazioni più amate della Valsugana. Si tratta di un vero e proprio museo a cielo aperto, dove è possibile vedere come arte contemporanea e natura si fondono. Queste opere sono realizzate con materiali naturali come legno e pietra e sono state distribuite lungo un percorso nella natura davvero suggestivo, che permette di ammirare le opere immergendosi nei boschi della Val di Sella.

Si consiglia di prendersi tutto il tempo necessario per ammirare ogni installazione, così da scoprire anche il significato che gli artisti hanno attribuito a queste installazioni. Arte Sella si può anche considerare un’esperienza educativa molto interessante per le famiglie con bambini.

Escursioni in natura: ciclabile della Valsugana e sentieri nel Lagorai

Per chi ama effettuare attività a cielo aperto, la Valsugana è probabilmente la meta ideale. In particolare, per gli appassionati di ciclismo si consiglia la ciclabile della Valsugana, ovvero un percorso di 80 chilometri che collega il lago di Caldonazzo a Bassano del Grappa, percorribile anche con biciclette elettriche noleggiabili in diversi negozi del posto. Si tratta di una pista pianeggiante e che per questo è adatta ai ciclisti di tutti i livelli. Inoltre, lungo il percorso si trovano diversi borghi davvero affascinanti, come Borgo Valsugana, che risultano perfetti per una sosta gastronomica: l’occasione giusta per scoprire i sapori del posto.

Chi ama, invece, fare lunghe passeggiate ed escursioni allora non può perdere la catena montuosa del Lagorai con la sua vasta rete di sentieri, che passano da semplici passeggiate a trekking più impegnativi. Insomma, un vero e proprio paradiso per gli amanti della montagna. Uno dei percorsi assolutamente da non perdere è quello che porta al lago di Erdemolo, molto amato dai camminatori, che regala una vista mozzafiato sul panorama circostante e la possibilità di fare un picnic rigenerante ad alta quota.

Castelli e borghi storici

Infine, durante l’estate, essendo la Valsugana un territorio ricco di storia e cultura, ai turisti si consiglia di visitare alcuni fra i borghi storici e castelli più interessanti della zona. Ad esempio, si organizzano spesso eventi culturali all’interno di Castel Pergine e Castel Ivano, antiche fortezze che è possibile visitare anche attraverso visite organizzate. Inoltre, una passeggiata nei borghi storici di Pergine Valsugana e Borgo Valsugana, dove è presente anche il pittoresco Castel Telvana.

Cosa vedere e fare in Valsugana in inverno

L’inverno in Valsugana è qualcosa di davvero speciale. Il paesaggio innevato offre uno spettacolo unico, che accoglie i turisti che decidono di passare qui le proprie vacanze o i propri weekend invernali. Di seguito alcune delle attività migliori da fare in Valsugana in inverno e cosa vedere.

Sci, snowboard e ciaspolate: il paradiso degli sport invernali

Per gli amanti degli sport invernali scegliere la Valsugana non è mai sbagliato. Sciare nel comprensorio sciistico di Passo Brocon è l’ideale, sia per famiglie con bambini, che per principianti e sciatori più esperti. Sono presenti piste ben curate e moderni impianti di risalita, in grado di offrire un ambiente tranquillo ed accogliente.

Per tutti coloro che sono alle prime armi, sono presenti diverse scuole di sci, che offrono sia corsi per adulti, che per bambini, e che rendono questo luogo perfetto per poter fare la prima esperienza su sci o snowboard. Inoltre, per gli appassionati di freestyle, è presente uno snowpark attrezzato.

Ci sono anche molti sentieri per tutti coloro che vogliono fare escursioni con le ciaspole e passare una giornata a stretto contatto con la natura e godere di viste panoramiche verso Malga Valpiana.

Uomo pronto alla discesa su snowboard in Valsugana

Fonte: iStock

Neve e snowboard: Valsugana in inverno

Mercatini di Natale a Levico Terme

Per il periodo natalizio non possono mancare visite ai bellissimi mercatini di natale del Trentino. Tra questi il mercato di Levico Terme, probabilmente uno dei più visitati della Valsugana, dove è possibile assaggiare le specialità locali, come la polenta, i canederli ed i dolci tradizionali, accompagnati da un buon bicchiere di vin brulè, oltre che acquistare alcuni ricordi grazie alla presenza di diverse casette di legno dove gli artigiani vendono prodotti unici e fatti a mano.

Visita ai forti della Prima Guerra Mondiale

Non può mancare un’esperienza anche per tutti gli amanti della storia italiana, che vogliono scoprire curiosità e fatti del passato della Valsugana. In particolare, qui nella valle sono presenti i forti del Lagorai, un’importante testimonianza storica, che raccontano della Prima Guerra Mondiale, con testimonianze che raccontano la storia del posto durante il grande conflitto internazionale.

Cosa vedere e fare in Valsugana senza sciare

Chi non pratica sport invernali può comunque visitare la Valsugana d’inverno? Assolutamente sì! Ecco alcune delle attività da fare per chi non ama queste attività ed è alla ricerca di un’esperienza rilassante.

Passeggiate panoramiche

Per gli amanti della natura, passeggiare lungo i percorsi attorno ai laghi di Levico e Caldonazzo è la soluzione giusta per rilassarsi ed ammirare la natura circostante. Questi sentieri, infatti, permettono ai camminatori di poter passare una giornata a stretto contatto con la natura: un’esperienza piacevole anche nelle giornate più fredde.

Relax alle terme

Chi, invece, vuole scappare dal caos cittadino e concedersi una vera a propria giornata rigenerante, in Valsugana può godere delle strutture termali di Levico Terme e Vetriolo, dove le acque arsenicali-ferruginose offrono ai visitatori notevoli benefici per la salute ed il benessere personale. Tra le altre cose, in questi centri termali è possibile usufruire di trattamenti benessere come massaggi, fangoterapia e percorsi wellness.

Degustazioni enogastronomiche

Spazio anche alla gola in Valsugana. Infatti, in questa parte del Trentino è possibile anche dedicarsi ad esperienze enogastronomiche uniche, grazie alla presenza di prodotti di altissima qualità, conosciuti anche a livello internazionale, e che fanno della regione una meta molto apprezzata. Sono presenti diversi agriturismi e ristoranti locali dove degustare piatti tipici come i formaggi di malga o i salumi artigianali, ma anche diversi luoghi dove partecipare a visite guidate in alcune delle più belle cantine della regione, dove poter assaggiare i famosi vini del Trentino.

Panoramica di Borgo Valsugana, con ponte in primo piano e castello sullo sfondo

Fonte: iStock

Borgo Valsugana e Castel Talvana

Cosa fare in Valsugana con bambini

La Valsugana è una anche destinazione perfetta per famiglie con bambini, grazie alle numerose attività pensate per i più piccoli.

Parco Avventura Agility Forest e parchi giochi

Nei pressi del lago di Caldonazzo è presente il Parco Avventura Agility Forest, un parco divertimento che permette a grandi e bambini di divertirsi e passare una giornata a stretto contatto con la natura, tra percorsi sospesi tra gli alberi, zip line e giochi all’aria aperta. L’occasione giusta per divertirsi con i più piccoli in totale sicurezza e passare un’esperienza davvero indimenticabile.

Inoltre, per chi desidera divertirsi dopo una lunga passeggiata attorno ai principali laghi della Valsugana, sono presenti numerose aree attrezzate, come parchi giochi e minigolf, ideali per una bella pausa.

Bambino gioca su un ponte sospeso in un parco divertimenti della Valsugana

Fonte: iStock

Bambino in un parco divertimenti

Fattorie didattiche

Visto il contesto e vista la posizione, perché non approfittare della situazione e far vivere ai bambini esperienze educative che rimarranno sicuramente impresse nella loro memoria? In Valsugana, infatti, sono presenti diverse fattorie didattiche la cui visita farà divertire grandi e piccini. Ad esempio, è possibile visitare le diverse malghe che ci sono in zona, all’interno delle quali è possibile scoprire i diversi animali da fattoria, come produrre i formaggi e passare una giornata immersi nel verde, a contatto con la natura.

La Valsugana è una destinazione ricca di opportunità, adatta ai visitatori di tutte le età, grandi e bambini, dove tutto l’anno, sia in estate che in inverno, è possibile passare giornate all’insegna del divertimento e del relax, lontani dal caos cittadino. L’occasione perfetta per una vacanza indimenticabile!

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Le migliori province italiane per qualità della vita: la classifica

È dal 1990 che il Sole 24 Ore pubblica ogni anno la classifica dedicata alle province italiane dove si vive meglio tenendo in considerazione diversi parametri. Analizzando fattori quali ricchezza, consumi, ambiente, servizi, salute o cultura, la provincia che ha primeggiato è stata Bergamo, seguita da Trento e da Bolzano. Rispetto all’anno passato, invece, perdono posizioni Bologna, Milano, Firenze e Roma, mente il Sud rimane fanalino di coda con il punteggio peggiore raggiunto da Reggio Calabria, seppur siano stati evidenziati dei segnali positivi per il futuro.

La top 10 delle migliori province italiane

È Bergamo che per la prima volta ottiene il riconoscimento come città più vivibile d’Italia, dimostrando un’incredibile capacità di ripresa soprattutto dopo il periodo buio attraversato durante il Covid. Il secondo e terzo posto è occupato dalle province di Trento e Bolzano, storicamente presenti nelle classifiche dedicate alla qualità della vita. Trento, infatti, è stata prima per ben tre volte e nelle prime tre posizioni per 14 volte, mentre Bolzano ha primeggiato per 5 volte, occupando il podio per 18 volte in tutto.

Nella top 10 compare al quarto posto Monza e Brianza, seguita da Cremona e da Udine, vincitrice dell’edizione 2023 e che, secondo il report del Sole 24 Ore, ha registrato performance positive anche quest’anno. Al settimo e all’ottavo posto troviamo Verona e Vicenza, al nono Bologna, l’unica grande area metropolitana presente nella top 10 e, infine, Ascoli Piceno.

Qui la classifica completa:

  • Bergamo
  • Trento
  • Bolzano
  • Monza e Brianza
  • Cremona
  • Udine
  • Verona
  • Vicenza
  • Bologna
  • Ascoli Piceno

Il metodo usato per l’indagine

Per realizzare questa classifica relativa alle migliori province italiane per qualità della vita, il Sole 24 Ore ha utilizzato 90 indicatori, divisi a loro volta in 6 grandi categorie tematiche: “ricchezza e consumi”, “affari e lavoro”, “ambiente e servizi”, “demografia, salute e società”, “giustizia e sicurezza” e “cultura e tempo libero”.

Per ogni indicatore viene dato un punteggio da 0 a 1000: più la provincia è vivibile, più punti ottiene. Per ottenere la classifica generale, il punteggio per le altre province si distribuisce in funzione della distanza rispetto agli estremi (1000 e 0). Successivamente, per ciascuna delle sei categorie, si individua una graduatoria determinata dal punteggio medio riportato nei 15 indicatori, ciascuno pesato in modo uguale all’altro (1/90). Infine, la classifica finale è costruita in base alla media aritmetica semplice delle sei graduatorie di settore.

La città migliore e quella peggiore per qualità della vita

Quali sono gli indicatori che hanno permesso a Bergamo di ottenere il primo posto? Dopo il Covid, la città si è rimboccata le maniche per migliorare in tanti settori, in particolare quello relativo alla salute. Nell’indicatore riguardante l’emigrazione ospedaliera si è dimostrata autosufficiente: da una parte non esiste emigrazione sanitaria, dall’altra il sistema sanitario è considerato altamente attrattivo anche dai pazienti provenienti dalle altre regioni italiane.

Inoltre ha raggiunto ottimi punteggi nelle categorie “ambiente e servizi” e “demografia e società”, primeggiando nell’indice di “sportività”, calcolato in base al numero di atleti tesserati e società sportive. I punteggi peggiori, invece, li ha ottenuti nella categoria “ricchezza e consumi”, posizionandosi 98esima per crescita del PIL procapite.

In fondo alla classifica, invece, troviamo Reggio Calabria, dove hanno inciso fattori come la bassa aspettativa di vita, il divario nella parità salariale tra uomini e donne, il numero delle imprese in fallimento, i livelli di criminalità e la disoccupazione. In generale, però, il Sole 24 Ore ha evidenziato una maggiore crescita economica al Sud dove si stanno registrando tassi di crescita del Pil più elevati.