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Lessinia, i più bei sentieri tra i paesini e le malghe

Un paradiso naturale incastonato tra le Piccole Dolomiti, il Monte Baldo e Verona, con paesaggi montani e collinari ricoperti da prati verdeggianti, pascoli, folti boschi, piccoli borghi e contrade dove il tempo sembra essersi fermato.

Quest’oasi di pace prende il nome di Lessinia ed è il luogo perfetto da esplorare a passo lento, durante una camminata in compagnia o anche in solitaria, a contatto diretto con le bellezze paesaggistiche di questa spettacolare zona d’Italia.

Trekking in Lessinia: itinerari tranquilli tra colline e montagne

Con Lessinia si fa generalmente riferimento alla fascia montuosa situata a nord di Verona, che occupa l’area tra la Val d’Adige, la Valle di Ronchi, le Piccole Dolomiti-Pasubio, la Valle dell’Agno-Chiampo e l’alta pianura veronese. Una piccola parte tocca anche la provincia di Vicenza e di Trento.

In un’area di questo ampio territorio sorge il Parco Naturale Regionale della Lessinia, un’area protetta con una superficie che supera i 10 mila ettari e che comprende 15 comuni e vette che toccano quasi 2000 metri di altezza.

In tale paesaggio suggestivo, sono disseminati moltissimi percorsi di trekking, dai più semplici a quelli più impegnativi dedicati ai più esperti. Itinerari che permettono agli amanti di questa pratica di trovarsi totalmente immersi tra le bellezze naturali. La maggior parte dei sentieri è adatto alle famiglie e ciò rende la Lessinia il luogo ideale per fare trekking ad ogni età.

Vediamo alcuni dei principali itinerari di trekking semplici, partendo da quelli che si trovano nella Lessinia orientale e passando poi alla parte occidentale, tutti perfetti per una camminata rigenerante a contatto con l’essenza della natura.

Badia Calavena e il Monte Pecora

Un primo percorso facile è quello che tocca le varie contrade di Badia Calavena in un tragitto di circa 20 chilometri.

Si parte dall’Abbazia di Calavena e si prende una strada con tornanti che si addentra nel bosco, sbuca all’altezza di una sorgente, con vista strepitosa sulla valle, e poi risale toccando la contrada Campanari (da dove si fa una tappa alla Chiesa di San Pietro Apostolo in Nemore) e la contrada Seri. Si giunge così sotto al Monte Pecora, sulla cui cima si trova un imponente generatore eolico attivo dal 2008.

Da lì si ridiscende verso sud, toccando diverse contrade: Righetti, Signoretti (abbandonata) e Volpi. Si completa la circumnavigazione del monte e si passa per la località Giri, che ospita il Brolo delle Biodiversità, ossia un insieme di coltivazioni particolari di antiche varietà di frutti di montagna. Il percorso torna ai Campanari e poi al Monte di San Pietro con la sua chiesa, per terminare nuovamente a Badia Calavena.

Un itinerario immerso nella natura che non presenta particolari difficoltà, adatto quindi anche alle famiglie con bambini.

Paesaggio naturale della Lessinia, un paradiso per il trekking

Fonte: iStock

Paesaggio naturale della Lessinia

La Val d’Orso, tra Valdiporro e Bosco Chiesanuova

Tra le altre opzioni più brevi e accessibili anche alle famiglie, c’è il suggestivo percorso che attraversa la Val d’Orso. Con soli 6 chilometri di lunghezza, questo itinerario è perfetto per coloro che desiderano trascorrere una giornata all’aria aperta senza affrontare tratti troppo impegnativi. Attraversando boschi incantati e antichi borghi come Valdiporro e Bosco Chiesanuova, i visitatori avranno l’opportunità di immergersi nella storia e nella cultura locale mentre godono della tranquillità della natura.

La partenza è alla chiesetta di Santa Margherita di Bosco Chiesanuova. Si seguono le indicazioni CAI del sentiero 251, che attraversa un prato e si addentra nelle contrade di Cenise di Sopra e Cenise di Sotto. In questa zona spicca un’antica stalla ristrutturata trasformata in museo di contrada, in cui ammirare gli strumenti e gli arnesi che una volta venivano utilizzati nella vita quotidiana.

Proseguendo, si tocca la contrada Val d’Orso prima di arrivare al centro del paese di Valdiporro. Si passa per Grobberi e Dosso, mentre la strada che si ricongiunge con Bosco Chiesanuova attraversa un suggestivo bosco e una vecchia contrada ormai abbandonata e ricoperta dalla vegetazione: località Gusse. Si torna al punto di partenza toccando, in ultima, la contrada di Comperli.

Le malghe di Campofontana

Per coloro che desiderano una sfida leggermente più impegnativa, la Lessinia orientale offre una serie di tracciati che conducono attraverso i suggestivi boschi delle malghe di Campofontana. Con una distanza, anche in questo caso, di 6 chilometri e un dislivello di media entità, questi sentieri richiedono una preparazione fisica generale, ma offrono in cambio paesaggi mozzafiato e un’esperienza immersiva nella natura incontaminata.

Si parte dal parcheggio del cimitero di Campofontana verso contrada Pagani, che con un’altitudine di oltre 1250 metri è una delle più alte della Lessinia. Dalla vasca in pietra dell’antica fonte si prende la strada sterrata per la malga Lobbia, prima della quale si incontra la Madonna della Lobbia. Dalla cima in cui si trova la malga si può godere di un panorama mozzafiato.

Continuando a salire si raggiunge il muro che delimita il confine tra Verona e Vicenza, con l’opera scultorea della Madonna delle Scalette. Nel corso del tragitto si passa anche dalla Malga Porto di Sotto affiancando il Monte Formica, per poi tornare sulla strada che riporta al punto di partenza dell’itinerario.

La Foresta delle Gosse

Rimanendo nella Lessinia Orientale, un altro splendido percorso adatto a tutti è quello che attraversa la meravigliosa Foresta delle Gosse, una delle aree più suggestive del Parco Naturale Regionale della Lessinia.

La partenza di questo itinerario di trekking è a malga Parparo. Da qui si sale e si prende il sentiero europeo numero 5 che si immerge nella rigogliosa foresta di faggi delle Gosse. Seguendo le indicazioni per il rifugio Lausen, si raggiungono la malga Monticello e la Croce dei Norderi, per poi tornare indietro seguendo l’antico percorso di transumanza della “Via Cara”.

Questo itinerario è perfetto anche in inverno per camminare con le ciaspole ai piedi.

Suggestivo sentiero di trekking tra i boschi della Lessinia

Fonte: iStock

Sentieri nei boschi della Lessinia

I castagneti e la Calma Granda

Lasciandosi alle spalle lo stress della quotidianità cittadina, ci si può immergere anche tra gli storici castagneti di San Rocco di Piegara, soffermandosi in particolare al Calma Granda, un maestoso castagno plurisecolare, divenuto un vero e proprio monumento. La natura ritrova prepotentemente il proprio spazio in questi luoghi, con un percorso di circa 7 km, che richiede circa 2.5 ore per essere completato.

Ci troviamo nell’alta collina, con un’ambientazione diversa dai percorsi precedenti. Si parte dalla chiesa di San Rocco e poco dopo si incontra la contrada Negri e poi il vecchio baito della contrada Doardi e il secolare albero Calma Granda. Salendo sopra a Doardi si apre un colle con una vista spettacolare sulla Pianura Padana e sugli Appennini. Si continua a seguire il percorso fino alla prossima contrada: Dosso. Qui esiste ancora un antico forno di contrada ancora funzionante. Si rientra infine verso San Rocco.

Questo itinerario è perfetto anche per essere percorso in mountain bike o a cavallo.

La Valle delle Sfingi

Altri meravigliosi punti di interesse della Lessinia orientale sono sicuramente il Covolo di Camposilvano e la Valle delle Sfingi.

In questo itinerario di 9 chilometri, il punto di partenza è il museo geopaleontologico di Camposilvano, che custodisce interessanti reperti fossili e archeologici. In quest’area si può ammirare anche il Covolo, un’imponente grotta.

Si attraversa poi il paese fino a giungere a una particolare roccia a forma di fungo che apre la strada alla Valle delle Sfingi, una conca incorniciata da pascoli e faggete, dove spiccano molteplici monoliti di roccia dalle forme particolari, nati dall’erosione degli agenti atmosferici nel corso di migliaia di anni.

Lungo il resto del sentiero si incontrano varie malghe, prati e boschi incontaminati, alture dalle quali si possono ammirare i colli euganei nelle giornate più limpide. Si può fare una sosta al rifugio Lausen, per ripartire attraversando le contrade Battisteri, Al Pezzo e Tecchie, oltre alla Croce del Gal e a quella del Kuneck, fino a ricongiungersi con il museo di Camposilvano.

La splendida Valle delle Sfingi, in Lessinia

Fonte: 123RF

Valle delle Sfingi

Monte Crocetta e Monte Pastelletto

Guardando all’altro versante dell’enorme area, dunque alla Lessinia occidentale, si torna a parlare di un altro percorso semplice e adatto alle famiglie, per una percorrenza inferiore ai 6 chilometri. Un breve viaggio di poco più di due ore, alla scoperta di panorami a dir poco suggestivi, offerti dal Monte Crocetta e dal Monte Pastelletto.

Si parte dal paese di Breonio, nel comune di Fumane, e in particolare dalla chiesa parrocchiale di San Marziale. In cima al borgo si prende la stradina che porta sul percorso del CAI numero 240: in poco tempo ci si ritrova sulla vetta del Monte Crocetta, con una vista spettacolare sul lago di Garda e sul Monte Baldo.

Continuando, ci si immerge in una fitta pineta, si raggiunge il Monte Pastelletto dove si possono ancora ammirare i resti delle trincee della Prima Guerra Mondiale (come anche sul Crocetta). Si raggiunge poi il Vaio Boralunga e si scende verso la contrada Paroletto, affacciata alla strada che torna al punto di partenza.

La Spluga della Preta e la Grotta del Ciabattino

Restiamo nell’Alta Lessinia occidentale per un percorso suggestivo nel cuore del Parco Naturale Regionale della Lessinia, alla scoperta di boschi, pascoli e suggestive grotte in vetta alle montagne.

Per seguire questo itinerario di circa 8.5 chilometri, si parte dalla contrada Tommasi del comune di Sant’Anna d’Alfaedo, attraversando la località Coste e prendendo un sentiero sterrato che si immerge nei boschi, fino a raggiungere il Passo di Rocca Pia (sul confine tra il Veneto e il Trentino) con alcune tracce, anche qui, delle trincee che vennero costruite durante la Prima Guerra Mondiale.

Continuando a seguire il sentiero CAI 234, si sale fino a malga Fanta. Nelle vicinanze si possono osservare una vecchia caserma della finanza e la Spluga della Preta: un profondo abisso con una profondità di più di 800 metri che viene spesso esplorato dagli speleologi. Si raggiunge poi la cima del Corno d’Aquilio con la sua croce in ferro. Da qui la vista panoramica sul Parco toglie il fiato.

L’itinerario prosegue e scende verso la Grotta del Ciabattino, un luogo spettacolare che d’inverno viene arricchito da bellissime forme di ghiaccio. Il sentiero che si ricongiunge con il punto di partenza, poi, è il 240-250 del CAI.

A sud del comune di Sant’Anna d’Alfaedo si trova anche un punto di interesse che merita di essere visitato: il Ponte di Veja. Si tratta di uno dei più grandi ponti naturali d’Europa, alto 29 metri e lungo circa 50 metri. Un luogo suggestivo che testimonia la storia geologica millenaria di questi splendidi territori.

Il suggestivo Ponte di Veja, in Lessinia

Fonte: iStock

Ponte di Veja, in Lessinia
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Nasce la “Via delle Malghe”, meraviglia senza tempo

Là dove natura e storia si mescolano, nasce l’incantevole “Via delle Malghe”: un progetto che coinvolge ben 7 comuni in uno dei panorami più rigogliosi e affascinanti d’Italia, per dare vita ad un itinerario perfetto sia per i più esperti che per i principianti o le famiglie che vogliono semplicemente godersi un’avventura all’aria aperta. E non solo: durante il cammino, ad un paesaggio naturale di grande suggestione si unisce la magia delle splendide malghe, dove poter esplorare la vita di montagna e le sue antiche tradizioni. E dove poter ovviamente assaporare qualche specialità tipica del luogo.

La “Via delle Malghe”, un incanto nella natura

Siamo nel cuore dell’Altopiano di Asiago, dove il verde domina l’intero paesaggio e le montagne fanno da cornice stagliandosi contro il cielo azzurro. Qui nasce la “Via delle Malghe”, in collaborazione con i 7 comuni che punteggiano il territorio. È un’occasione perfetta per riscoprire proprio questi deliziosi borghi ad alta quota, che d’altra parte sono ottimi punti di partenza per mettersi in marcia. Asiago è il più grande e sicuramente più conosciuto, nota meta turistica invernale per chi ama sciare.

Ma vi sono anche i graziosi paesini di Lusiana Conco e Roana, quello di Gallio (il più alto dell’intera provincia), quello di Enego e infine due minuscoli borghi, Foza e Rotzo, il cui fascino è indiscutibile. Dal loro sforzo congiunto, è stato da poco inaugurato un itinerario di bellezza unica che ci porta alla scoperta di paesaggi meravigliosi, in una immersione totale nella natura più incontaminata. Un’esperienza che lascia indubbiamente il segno, ed è a misura di grandi e piccini.

La “Via delle Malghe” è una serie di percorsi tutti da esplorare, ciascuno con la propria difficoltà. Ce ne sono alcuni perfetti per il trekking, mentre altri accolgono comodamente anche chi ama andare in bici. Essendo sentieri ad anello, prendono il via dai borghi dell’altopiano e ci riportano esattamente al punto di partenza: tra boschi rigogliosi e ampi pascoli, alcuni di essi si inerpicano tra le montagne e richiedono un minimo di esperienza, mentre altri sono alla portata anche dei bambini.

Le malghe dell’Altopiano di Asiago

L’intera serie di percorsi ha come punto focale la riscoperta delle malghe: sono ben 78 quelle che si possono incrociare lungo l’Altopiano di Asiago, veri gioiellini che racchiudono preziosissimi tesori. Perfette tappe per ristorarsi dopo un lungo cammino (o una lunga pedalata), queste graziose baite di montagna offrono non solo un panorama che sembra uscire da una cartolina, ma anche tante esperienze assolutamente da vivere, per potersi immergere nella cultura e nelle tradizioni locali.

Alcune malghe sono attrezzate per accogliere i turisti e addirittura per intrattenere i bambini, regalando loro tanto divertimento e qualche nozione curiosa (come ad esempio il modo in cui si munge una mucca). Inoltre qui è possibile sostare per consumare un buon pranzo e assaporare deliziose specialità locali, gran parte delle quali prodotte proprio nelle malghe, con ingredienti a km zero. Formaggi, salumi e latte fresco sono una vera bontà, soprattutto dopo aver camminato per ore nella natura incontaminata.

Insomma, la ricetta è perfetta: paesaggi mozzafiato, attività all’aria aperta e bellissimi borghi da visitare. Il tutto, grazie ad un’iniziativa che mira finalmente a valorizzare l’enorme patrimonio delle Prealpi Vicentine, che per il loro fascino sono conosciute anche come Piccole Dolomiti.

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La valle dei sentieri e delle malghe, la più pittoresca delle Alpi

Se alcune valli altoatesine sono prese d’assalto dai turisti – alcune d’inverno per le splendide piste da sci, come la Val Gardena, per esempio, altre d’estate per le bellezze naturalistiche, come la Val Pusteria, con le sue Tre Cime e il famoso Lago di Braies – ce ne sono altre ancora poco conosciute, che sono dei piccoli paradisi.

Noi ne abbiamo scoperta una, piccola, ma deliziosa, attraversata da tantissimi sentieri, puntellata di malghe e masi, con fitti boschi e viste panoramiche eccezionali sora i duemila metri. In nessun’altra zona dell’Alto Adige si contano così tante di malghe di montagna. Ve la vogliamo raccontare.

La Val Casies in Alto Adige

Tra i tanti luoghi paradisiaci dell’Alto Adige, c’è una valle laterale alla Val Pusteria davvero adorabile, nota per essere la valle dei sentieri e delle malghe. È la Val Casies, un’ampia vallata di prati verdi – che d’inverno diventano piste da fondo – costeggiata da montagne che arrivano fino ai 3mila metri. La valle è lunga solamente una ventina di chilometri puntellata da qualche paese (il più famoso è Monguelfo-Tesido), ma si sviluppa una vasta rete di sentieri, tematici e adatti a tutti, che vi sorprenderanno.

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Sul sentiero delle malghe nella Val Casies ©TV Gsieser Tal Kamilla Photography

D’estate è una valle molto soleggiata ed è bello andare alla scoperta dei tanti sentieri escursionistici e dei meravigliosi panorami naturali che si possono ammirare. Le vedute più spettacolari si possono ammirare sopra i duemila metri, dove finiscono le fitte pinete e lo sguardo può spaziare liberamente a 360 gradi sulle Dolomiti.

Di malga in malga

La Val Casies è ricca di malghe, alcune delle quali offrono anche la possibilità di ristoro, e di masi. Queste deliziose casette di legno, spesso isolate, sono circondate da prati e sorgono, il più delle volte, nei pressi di un ruscello o di uno specchio d’acqua. L’immagine che si ha è quella di una cartolina.

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Fonte: SiViaggia – Ilaria Santi

Il sentiero che porta alla malga Uwald a 2.042 metri

Ogni anno, a fine estate, alcune di queste malghe vengono aperte in occasione della Festa delle malghe della Val Casies (quest’anno si svolge il 18 settembre) e i turisti possono provare le specialità della valle o fare acquisti di prodotti gastronomici e di artigianato locale. Una bellissima festa contadina come quelle di una volta.

Tra queste malghe passano diversi sentieri tematici (il più famoso è Almweg 2000), che a loro volta s’incrociano cambiando non soltanto direzione ma anche nome. Ecco perché la Val Casies è famosa tra gli escursionisti che ogni volta possono percorrere un diverso sentiero.

Il sentiero dei masi

Se si percorre l’itinerario ad anello che parte da Colle e che fa il giro dei masi, si attraversano prati, boschi e pendii e si raggiungono alcuni deliziosi masi, come il Sinner e il Durnwald, dove si può anche sostare per uno spuntino. Il dislivello di questo sentiero è minimo, meno di 150 metri, ma il percorso è lungo quasi 10 chilometri. In ogni caso, non spaventatevi, è adatto a tutti.

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Fonte: SiViaggia – Ilaria Santi

Lungo il sentiero delle malghe nella Val Casies

La Via Dolomiten Panoramaweg

La Via Dolomiten Panoramaweg è, invece, un itinerario che, come dice il nome, regala un panorama eccezionale sulle Dolomiti Patrimonio Unesco. Anche questo è un percorso ad anello e parte da Monguelfo per salire fino al bosco Samwalad passando da malghe e masi.

Il sentiero delle usanze e delle tradizioni

Il sentiero delle usanze e delle tradizioni è sicuramente quello più turistico-culturale. Questo percorso è quello che racconta i mestieri dei contadini di queste montagne, della lavorazione del burro e del formaggio e delle sagre. Il sentiero parte da San Martino attraverso una strada forestale piuttosto ripida e passa per alcune malghe (Randlhütte-Hinterschuher Alm a 1.862 metri, Tolder Hütte a 1.942 metri, Ruschler Alm e Alfenalm).

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Fonte: SiViaggia – Ilaria Santi

Escursionisti sui sentieri della Val Casies

Il sentiero dei contrabbandieri

Lungo i sentieri, di tanto in tanto si incrocia il bivio per il sentiero dei contrabbandieri (che, come ci ha spiegato la guida alpina Andreas Reier, in realtà sono tre perché i veri contrabbandieri non dovevano farsi trovare). Questo itinerario, proprio per lo scopo per cui è stato tracciato, non è dei più semplici. Serviva a collegare la Val Casies con l’Austria, al di là dei monti Villgraten, prima semplicemente per il commercio di merci, poi, durante le guerre, per contrabbandare beni.

Chi volesse percorrerlo, può partire da Santa Maddalena, uno dei tre Comuni della valle, seguendo il sentiero numero 48 fino alla malga Tscharniet Alm a quasi duemila metri e poi proseguire fino alla Forcella di Ciarnil per immettersi sul sentiero dei contrabbandieri verso la valle Rosstal. C’è chi lo percorre in giornata, partendo la mattina presto e impiegando 4 o 5 ore (sola andata), ma chi vuole può decidere di pernottare oltreconfine e di tornare il giorno dopo.

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Fonte: SiViaggia – Ilaria Santi

Vista sulle Dolomiti dai sentieri di montagna della Val Casies