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Ryanair lancia una promozione imperdibile per viaggiare nell’estate 2025

Il nuovo anno non è ancora arrivato, ma già è tempo di pensare all’estate 2025 e in particolare ai viaggi. Se è vero che prenotando con largo anticipo il risparmio è garantito, è altrettanto reale il fatto che se ci sono promozioni in corso non vale assolutamente la pena perdersele, come quella appena lanciata da Ryanair: prenotando entro il 31 gennaio 2025, è possibile volare in tantissimi posti differenti a partire da soli 29,99 euro a tratta, nel periodo che va dall’1 aprile al 31 ottobre 2025. Si tratta della più grande promozione di sempre per l’estate lanciata dalla compagnia low cost.

Destinazione Marrakech

Tutti coloro che partono da Milano Malpensa hanno l’opportunità di raggiungere questa affascinante città del Marocco a partire da soli 30,74 euro. Si tratta di un luogo altamente sorprendente, in cui ogni angolo è fonte di stupore.

Qui sono davvero tantissime le cose da vedere, ma senza ombra di dubbio occorre fare una sosta alla sua affascinante Piazza Jemaa el Fna, piena di vita a tutte le ore del giorno e della notte grazie alla presenza di un numero pressoché infinito di mercanti, musicisti, artisti di strada, giocolieri, incantatori di serpenti e e chi più ne ha più ne metta.

Bellissimo è anche il Palazzo Bahia, dove per arrivarci occorre “perdersi” tra la Medina di Marrakech. Parliamo di un elegante edificio costruito dal gran visir Si Moussa, il quale non badò a spese e impiegò i migliori artigiani del Paese. Oggi questa struttura possiede oltre 150 sale riccamente decorate, alcune delle quali sono visitabili.

Estate a Minorca

Chi parte da Roma Fiumicino può invece recarsi in Spagna, e più precisamente nella splendida isola di Minorca, per soli 33,99 euro a tratta. Minorca è uno di quei posti che è in grado di far innamorare chiunque la visiti, anche perché è un’isola estremamente accogliente.

Minorca si distingue per la presenza di spiagge incantevoli, tutte accarezzate da un mare azzurrissimo. Tuttavia, ci sono anche numerose attività da fare per coloro che preferiscono vacanze in movimento, poiché l’isola si può visitare sia a piedi che in bici percorrendo tantissimi magnifici sentieri.

Non sono da meno le sue incantevoli città e i suoi pittoreschi villaggi, che ancora mostrano le tracce della sua storia millenaria. Insomma, è un’isola che è in grado di far felice davvero chiunque.

Memmingen, una Germania sorprendente

Chi parte da Brindisi può invece scegliere come propria tappa Memmingen, coloratissima città della Germania, per soli 33,99 euro a tratta. Capoluogo della Bayerische Schwaben, si fa amare per la presenza di tantissimi edifici dallo stile architettonico inconfondibile, con una storia tutta da raccontare.

Vi basti sapere che proprio in questa città, nel 1525, la “guerra dei contadini” condusse alla prima Dichiarazione Europea dei Diritti dell’Uomo, scritta da 12 contadini provenienti proprio da questo luogo.

La città vanta perciò un passato fatto d’importanti avvenimenti e grande orgoglio, ancora oggi visibile nel suo minuto ma prezioso centro storico: la piazza del Mercato è la sede del Rathaus, edificio dalla splendida facciata settecentesca piena di fiori colorati, e della Steuerhaus, la “casa delle tasse”, con tantissimi affreschi in stile Rococò. Ma queste sono solo alcune delle numerose meraviglie da visitare a Memmingen.

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Agafay, un deserto insolito a due passi da Marrakech

Un deserto sì, ma senza dune di sabbia, poco lontano dalla vivacità di Marrakech, dove lasciarsi trasportare in un’atmosfera quasi lunare fatta di paesaggi rocciosi, un cielo sterminato e notti piene di stelle. Il deserto di Agafay è tutto questo, un gioiello nascosto perfetto per chi cerca un’oasi di pace e un’esperienza tra una natura aspra ma allo stesso tempo accogliente.

Agafay, un deserto inaspettato

Il deserto di Agafay si estende a circa 30 chilometri a sud di Marrakech, ed è un territorio che affascina per la sua bellezza desolata e le sue formazioni geologiche uniche. Contrariamente a quanto ci si aspetta da un deserto, Agafay non è caratterizzato dalla sabbia ma da rocce e pietre, regalando ad ogni visitatore l’impressione di essere sbarcato sulla luna, con il suo ambiente che ricorda proprio la superficie nostro satellite.

Il contrasto tra il cielo azzurro e le colline brulle regala uno spettacolo mozzafiato, che si trasforma ulteriormente all’alba e al tramonto, quando le luci giocano con le ombre, creando un’atmosfera quasi mistica. Roccioso e arido, Agafay è anche, incredibilmente, pieno di vita.

Nell’entroterra di questo deserto, infatti, si trovano piccole oasi che, come per magia, fioriscono tra le rocce e l’acqua. Qui, la natura si è adattata a condizioni difficili e accoglie una fauna composta da tartarughe, rane, numerose specie di uccelli e insetti. Nel deserto inoltre c’è un vero e proprio “giardino segreto” dove piante esotiche, alberi da frutto e piante aromatiche prosperano grazie a un sistema di irrigazione tradizionale.

Un deserto sì, ma tutt’altro che arido e privo di vita! Gli abitanti più tenaci di Agafay sono gli uccelli rapaci, come l’aquila reale e il falco pellegrino, e piccole specie di mammiferi come il fennec, la volpe del deserto con le sue grandi orecchie, o ancora, lucertole e serpenti, che si nascondono tra le rocce per proteggersi dal caldo.

Uno degli aspetti che affascina di più chiunque visiti il deserto di Agafay è la possibilità di viverlo in solitudine. Qui non troverai la folla di turisti che solitamente si incontra sulle dune dorate del Sahara, ma uno spazio di assoluta tranquillità nella quale immergerti totalmente. Se sei in cerca di una pausa, di un rifugio in un’oasi di pace fuori dal mondo, trascorrere qualche giorno ad Agafay è sicuramente quello che fa per te.

tramonto deserto Agafay

Fonte: iStock

Ammira il tramonto sul deserto di Agafay

Oltre la natura: scoprire la cultura berbera nel deserto di Agafay

A circa quaranti minuti di auto da Marrakech, Agafay è una destinazione perfetta per una gita qualche ora. Avrai l’impressioni di vivere in due mondi diversi in una sola giornata, tra la folla cittadina e la solitudine del deserto selvaggio. Se hai più tempo, il nostro consiglio è quello di fermarti almeno per una notte e di dormire nel deserto. Ci sono diverse soluzioni offerte dagli operatori locali, dalle tende più eleganti alle capanne berbere.

Restare per almeno una notte ad Agafay ti darà l’opportunità di perderti tra i tuoi pensieri contando tutte le stelle che potrai vedere nel suo cielo notturno, lontano dalle luci della città.

L’esperienza ad Agafay  saprà regalarti molto altro ancora. Non si tratta infatti di un luogo celebre solo per la sua insolita natura, ma di un posto davvero ricco di storia e di tradizioni. La regione è sempre stata abitata da comunità berbere che ancora oggi vivono in piccoli villaggi sparsi tra le colline, e rappresentano il cuore pulsante del deserto di cui conservano gelosamente le tradizioni millenarie.

Visitando Agafay potrai entrare in contatto con questa cultura, scoprendone usi e costumi, capire come i berberi abbiamo saputo vivere in armonia con un territorio particolare e difficile, conoscere le loro tradizioni, i loro cibi e le loro storie.

Un tempo, le antiche rotte commerciali attraversacano il deserto per collegare Marrakesh alle città del Sud del Marocco e del Sahara. Quella di Agafay è dunque una storia che si intreccia con quelle dei mercanti e dei viaggiatori che nei secoli lo hanno attraversato. Le persone che vi abitano seguono tradizioni antiche, tra cui l’agricoltura secca, l’allevamento di capre e l’artigianato locale.

Alcuni di questi villaggi berberi sono accessibili solo tramite sentieri sabbiosi e rocciosi, il che li rende un’avventura affascinante per chi è alla ricerca di esperienze autentiche.

A tutto questo non può naturalmente mancare un viaggio nei sapori della cucina marocchina. Le specialità locali, come la tajine e il couscous, sono preparate con ingredienti freschi e genuini, che rispecchiano la semplicità della vita nel deserto.

Un’esperienza che dovrai assolutamente provare è quella del tè alla menta, che qui viene servito in abbondanza, accompagnato da dolci tradizionali, come rito di ospitalità.

Nei villaggi potrai acquistare cesti intrecciati a mano, altri oggetti artigianali e tappeti berberi fatti con lana naturale: molti di questi tessuti sono realizzati usando tecniche berbere tramandate da generazioni, e ogni pezzo racconta un po’ della storia della cultura locale.

Anche la musica fa parte della cultura locale e in particolare quella di Agafay è influenzata dalle tradizioni dei Gnawa, un’antica comunità africana. La sera è spesso è possibile assistere a concerti di musica Gnawa, con i suoi tipici strumenti a fiato e a percussione, accompagnati dagli spettacoli di danza.

villaggio berbero Agafay

Fonte: iStock

Nei villaggi berberi del deserto di Agafay potrai acquistare i prodotti dell’artigianato locale

Cosa fare (e non fare) nel deserto di Agafay

Tra tanto relax, potrebbe venirti voglia di provare qualcosa di diverso. Tra le varie proposte, troverai sicuramente le escursioni in cammello, una delle attività più popolari. Non ci sentiamo però di consigliare attività che sfruttino gli animali, non sempre tenuti in buone condizioni.

Potresi provare invece un’escursione in quad, che ti permetterà di esplorare le colline, oppure fare delle lunghe passeggiate. Tra le attività preferite in zona, lo yoga o meditazione all’aria aperta, approfittando della calma e del silenzio che regnano in questo angolo remoto del mondo.

Inoltre, per via della sua posizione isolata e della mancanza di inquinamento luminoso, Agafay è uno dei migliori luoghi in Marocco per l’osservazione delle stelle. Il cielo notturno, limpido e privo di luci artificiali, offre uno spettacolo incredibile: è possibile vedere le costellazioni in modo straordinariamente dettagliato: se l’astronomia ti appassiona, scoprirai in Agafay è un vero e proprio osservatorio naturale.

Ami la fotografia? La varietà del paesaggio di Agafy e le continue variazioni di luce durante il giorno, rendono il deserto roccioso il posto ideale per scattare foto originali e indimenticabili. Fai attenzione però: la polvere del deserto può rovinare la tua attrezzatura quindi, non dimenticare di portare con te custodie e gusci protettivi, schede di memoria e batterie extra, kit di pulizia per le lenti.

cammelli deserto agafay

Fonte: iStock

Cammelli pronti a trasportare turisti nel deserto di Agafay

Quando andare: il periodo migliore per visitare il deserto di Agafay

Il deserto di Agafay è una destinazione che può essere raggiunta tutto l’anno, ma i periodi migliori sono senza dubbio la primavera (da marzo a maggio) e l’autunno (da settembre a novembre), quando il clima è mite e soleggiato. In estate, com’è prevedibile, le temperature possono diventare roventi e superare i 40 °C; in inverno le notti possono essere particolarmente fredde e dormire in una tenda, decisamente meno gradevole.

Cosa mettere in valigia

Porta con te indumenti comodi, leggeri e traspiranti per il giorno, qualcosa di caldo per la sera e soprattutto non dimenticare cappello, occhiali da sole e protezione per la pelle, scarpe comode e adatte a camminare su terreni rocciosi e una borraccia per avere sempre una giusta dose di acqua durante le tue attività nel deserto.

Come raggiungere il deserto di Agafay

A soli 30 km da Marrakesh, Agafay si raggiunge in auto con meno di un’ora di viaggio. Da Casablanca invece, sempre in auto, ce ne vorranno quasi 5. Conviene in questo caso, arrivare in treno a Marrakesh e poi spostarsi in auto, taxi o tour organizzato che sia. Infine, il deserto di Agafay è raggiungibile anche da Essaouira, con circa 3 ore di viaggio lungo un percorso meno battuto ma estremamente interessante alla scoperta del paesaggio marocchino.

notte deserto agafay

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Osserva le stelle nel deserto di Agafay senza inquinamento luminoso

Alcune curiosità sul deserto di Agafay

Sapevi che il deserto di Agafay è più antico di quello del Sahara? Mentre il Sahara si è formato circa 2-3 milioni di anni fa, Agafay è una regione che ha visto modifiche geologiche molto più antiche, risalenti a circa 20 milioni di anni fa, quando l’area era coperta da mari preistorici. Le formazioni rocciose e le colline di Agafay sono quindi testimoni di un passato molto più remoto rispetto alla sabbia del Sahara.

Non ti stupirà sapere che il deserto di Agafay è stato utilizzato in diverse occasioni come set per film e pubblicità, grazie alla sua bellezza drammatica e originale. Le sue formazioni rocciose e il panorama mozzafiato lo hanno reso una location perfetta per registi che desiderano ambientare scene in ambienti desertici ma accessibili.

Ad esempio, alcune sequenze di film che raccontano avventure o viaggi nel deserto sono state girate proprio qui. Tra questi Babel (2006), Prince of Persia – le sabbie del tempo (2010) e Spectre (2015), ventiquattresimo film della serie dedicata alle avventure dell’agente segreto più famoso di sempre, 007.

Il deserto di Agafay è molto più di un semplice paesaggio suggestivo: è un luogo ricco di storia e di cultura che può riservare ad ogni visitatore un’esperienza davvero unica. Un angolo di Marocco che merita di essere esplorato a fondo e vissuto in ogni suo aspetto.

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Jbel Toubkal, la vetta più alta del Marocco: trekking indimenticabile

La “vetta da cui si vede tutto”: Jbel Toubkal è la vetta più alta del Marocco, esattamente 4.167 metri. Ed è uno spettacolo: per chi vuole scoprire la catena montuosa dell’Atlante, è prevista l’attività di trekking, un’esperienza che cambia profondamente la vita. Si trova a 63 km da Marrakech, precisamente nel Parco Nazionale di Toubkal.

Jbel Toubkal, informazioni utili prima del trekking

Jebel Toubkal, la vetta più alta

Fonte: 123RF

Jebel Toubkal, la vetta più alta della salita invernale

La prima ascensione alla vetta Jbel Toubkal è avvenuta esattamente il 12 giugno del 1923: i primi europei ad averla scalata sono stati Vincent Berger, il Marchese di Segonzac e Hubert Dolbeau. Prima della scoperta di Jbel Toubkal, la vetta più alta della montagna dell’Alto Atlante era Jbel Ayachi (3.757 m).

Scalare la cima più alta del Marocco è di certo un’esperienza: prima di arrivare alla catena montuosa dell’Alto Atlante, si visitano villaggi berberi, vallate scoscese, ma anche laghi di modeste dimensioni: tutto in una cornice bucolica, dove rimanere affascinati dalle cime immense.

Siamo in Marocco, del resto, territorio conosciuto per le spiagge, il deserto, le città imperiali: questo trekking è un arricchimento, ma bisogna comunque essere preparati. In ogni caso, il trasporto degli zaini e dell’attrezzatura avviene a dorso di mulo. L’esperienza consiste proprio in questo: nella possibilità di vivere una spedizione proprio come nel passato, con muli e portatori. Grazie alla presenza dei rifugi, il sentiero risulta molto più facile da intraprendere.

Jbel Toubkal, come scalare la vetta più alta del Marocco

C’è una buona notizia: non è così difficile. O almeno: rispetto ad altri trekking, non presenta in alcun modo delle difficoltà tecniche. Da Imlil, che si raggiunge da Asni, la via di salita è piuttosto apprezzata dai turisti e dagli amanti della natura: sulla strada si incontra il Rifugio Toubkal. A Imlil sono inoltre presenti diversi ostelli dove fermarsi a dormire: è un villaggio montano molto caratteristico. Per quanto riguarda il rifugio di Toubkal, nel 2002 è stato ampliato e anche modernizzato. Naturalmente si possono ordinare i piatti tipici del luogo, come cous cous e tajine, oltre che l’immancabile tè alla menta. C’è anche il rifugio Les Mouflons, che è decisamente più moderno rispetto a quello di Toubkal (ma è di stampo più occidentale).

Il percorso di trekking solitamente dura 2 giorni: è organizzato con i vari tour e visite guidate, e la sensazione è di scoprire una cultura profondamente diversa dalla nostra lungo la via, perché il ritmo della vita segue quello della natura, proprio come avveniva un tempo. Ci sono anche dei tour che allungano i tempi e che danno la possibilità di immergersi nella cultura del posto, con un salto a Marrakech. Come anticipato, non è difficile: la salita viene definita di “media” difficoltà, ma non sono presenti ostacoli o difficoltà di stampo alpinistico.

Impegnativa ma decisamente gratificante, è tra le attività migliori da fare vicino Marrakech: nelle giornate limpide, è impossibile non fermarsi a osservare il panorama, che si estende fino al deserto del Sahara. Una ricompensa per chi ha raggiunto la vetta all’alba, il momento migliore della giornata: cime innevate, villaggi remoti e autentici e vallate attendono i turisti curiosi di mettersi alla prova con un trekking indimenticabile.

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El Bahia: cosa sapere sulla perla del Marocco

Hai deciso di visitare il Marocco, una terra affascinante e misteriosa che si è aggiudicata la nomea di Porta dell’Africae starai sicuramente lavorando all’itinerario dei tuoi sogni. Se il tuo viaggio prevede un passaggio per la spettacolare Marrakech, allora una sosta al Palazzo El Bahia è d’obbligo: una delle opere architettoniche più suggestive e impattanti della città. In questa guida abbiamo raccolto tutte le informazioni che ti servono per pianificare al meglio questa visita, dalla storia del palazzo agli orari di accesso, per permetterti di godere appieno di un’esperienza che, al tuo ritorno, racconterai a tutte le persone che ti chiederanno cosa ti è piaciuto di più Marrakech, la più importante delle quattro città imperiali del Marocco. Preparati a prendere appunti e… partiamo!

La storia del Palazzo El Bahia

Situato nel cuore della Medina di Marrakech, il Palazzo El Bahia, è una testimonianza tangibile e magnificamente conservata dell’epoca imperiale del Marocco. Costruito tra il 1866 e il 1867, il palazzo vede le sue origini nella volontà di dare vita a un luogo lussuoso capace di riflettere i fasti e le ricchezze della corte reale marocchina. Non è un caso, infatti, che il suo nome “El Bahia” significhi proprio “la splendida”. Dietro l’ordine di costruzione di questa meravigliosa residenza reale c’è Si Moussa, il Gran Visir del Sultano alawita Hassan I, nonché una delle figure politiche più potenti dell’epoca. Il Gran Visir desiderava un palazzo che potesse riflettere la grandezza della sua persona e così commissionò El Bahia. Alla sua morte, il figlio Bou Ahmed ,erede della proprietà del padre, decise di ampliare la struttura e renderlo il palazzo più sontuoso del Marocco.

Saranno proprio gli interventi del figlio a far entrare nel palazzo l’opulente ricchezza architettonica che, ancora oggi, lascia tutti i visitatori a bocca aperta. Ogni singolo dettaglio nasconde al suo interno la fusione di più stili; come quello arabo, andaluso e moresco. Per dare vita a questa gemma vennero chiamati a corte i migliori artigiani del Marocco. Dai pavimenti in mosaico alle decorazioni intagliate in legno di cedro, tutti gli elementi riflettono il grande gusto del Bou Ahmed. Oltre alla sua bellezza disarmante e al ruolo di residenza reale, il palazzo fu anche un importante centro politico e sociale della città.

Ma – come la storia ci insegna – ogni cigno ha il suo canto e anche il palazzo El Bahia arrivò alla sua fase di declino, esattamente in concomitanza della morte di colui che se ne prese cura per tanto tempo. Nel 1900, infatti, il palazzo venne saccheggiato portando alla perdita di molte delle ricchezze che si celavano al suo interno. Nel 1912, durante il dominio francese, il palazzo tornò alla ribalta, facendo da dimora alle autorità franche le quali, affascinate dalla sua bellezza, ne mantennero l’originalità strutturale.

Viaggio nelle meraviglie architettoniche di El Bahia

Intagli a mano a Palazzo El Bahia a Marrakech

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Le splendide decorazioni in legno del Palazzo El Bahia a Marrakech

Il palazzo, perfettamente conservato, si estende per una superficie di otto ettari ed è veramente un dedalo di cortili, giardini, corridoi e stanze. Queste ultime sono esattamente 150, tutte diverse tra loro, e finemente decorate con materiali di pregio quali marmo, legno di cedro e faggio, stucchi di zellige e preziosi mosaici. Il fascino strutturale del palazzo deriva dalla sua suddivisione in spazi che, a prima vista, sembrano seguire un ordine sparso alternato da giardini lussureggianti punteggiati da alberi di agrumi, banani e gelsomini. All’interno del palazzo sono presenti anche le scuderie, una moschea e un ḥammām. Le stanze, che hanno ospitato le quattro mogli e le ventiquattro concubine di Bou Ahmed, sono una più bella dell’altra con alti soffitti decorati a mano.

Visitare El Bahia: tutte le info utili

Per godere delle bellezze del Palazzo El Bahia a Marrakech, nel cuore del Marocco, ti possono essere utili una serie di informazioni pratiche perfette per organizzare la tua visita. Le abbiamo raccolte in uno schema pronto da studiare qui di seguito.

  • Consigli di visita: per godere appieno dell’esperienza consigliamo di dedicare circa un’ora e mezza all’esplorazione del palazzo e, per un’esperienza ancora più completa, ti consigliamo di prendere parte a un tour guidato. Esistono molti operatori turistici locali che li organizzano ma il consiglio è sempre quello di prenotarti con largo anticipo.
  • Orari del Palazzo: El Bahia è aperto tutti i giorni dalle 8:00 alle 17.00 ma ti suggeriamo di fare la tua visita nelle prime ore del mattino, quando c’è meno affollamento turistico e puoi godere della pace e della tranquillità che il palazzo – e soprattutto i suoi giardini – hanno da offrire.
  • Costo dei biglietti: per accedere al palazzo è necessario acquistare un biglietto dal costo di 70 MAD, equivalenti a circa 6,40 euro.
  • Consigli pratici: indossa scarpe comode e munisciti di macchina fotografica, gli scorci che potrai immortalare sono molti e di incredibile bellezza.
  • Consigli di comportamento: stai visitando un luogo molto importante per la cultura marocchina ed estremamente suggestivo. Sii quindi rispettoso e adotta delle norme di comportamento adeguate per non rovinare la visita a chi, come te, ha deciso di lasciarsi incantare dalle meraviglie di questo posto unico.
  • Come raggiungere Palazzo El Bahia:
    Il palazzo si trova nel cuore della Medina di Marrakech e può essere raggiunto facilmente e in modi diversi. Puoi optare per una passeggiata di circa 15 minuti dalla famosissima Piazza Jemaa el-Fna, un ottimo modo per raggiungere il palazzo scoprendo le stradine caratteristiche, incontrando qualche vivace souk e assaporando l’atmosfera distintiva di Marrakech. Oppure puoi scegliere di raggiungere El Bahia con un taxi o, perché no, salendo a bordo di una calèche, tradizionale e pittoresca carrozza trainata da cavalli che parte da piazza Piazza Jemaa el-Fna. Ultimo modo per raggiungere il palazzo è prendendo parte a un tour guidato che sosta nei punti d’interesse della Medina; questa modalità ti permette di conoscere a fondo la storia e gli aneddoti più interessanti di ciò che andrai a vedere.

Ora hai tutte le informazioni che ti servono per varcare la soglia di Palazzo El Bahia e lasciarti incantare dalle meraviglie al suo interno. E ricorda: visitare questo palazzo non significa solo immergersi nelle sue preziose meraviglie architettoniche, ma vuol dire anche immergersi nella cultura marocchina e toccare con mano la testimonianza dell’epoca imperiale.

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Jardin Majorelle: uno dei giardini più belli del mondo compie 100 anni

Uno dei giardini più incantevoli e misteriosi del Marocco festeggia 100 anni. Parliamo del Jardin Majorelle, un’oasi di verde e cultura situata a Marrakech, a due passi dalla Medina. La celebrazione di questo importante anniversario comprende mostre, eventi speciali, conferenze, concerti e proiezioni di film, ma è soprattutto un’occasione per mettere in evidenza il ruolo storico e attuale di una destinazione di fama mondiale. Scopriamo perché è diventata un’attrazione iconica.

Alla scoperta del Jardin Majorelle, attrazione simbolo di Marrakech

Questa meraviglia, che si estende su una superficie di novemila metri quadri, deve il suo nome al pittore orientalista francese Jacques Majorelle, il quale, stabilitosi nel 1919 a Marrakech, concepì qui il grande e rigoglioso giardino come un un luogo di pace e tranquillità, in cui potersi dedicare alla pittura, e un “laboratorio” botanico.

Nel 1922, l’artista comprò un palmeto nel nord-ovest della Medina, e iniziò ad arricchirlo con esemplari botanici esotici – in particolare cactus – e specie rare, provenienti dagli angoli più remoti del mondo. Negli anni Trenta, commissionò all’architetto Paul Sinoir la costruzione di una villa in stile moresco, creando il famoso “blu Majorelle”, un blu oltremare/cobalto, intenso e chiaro al tempo stesso, che contraddistingue le pareti della struttura e le architetture circostanti. La sua casa era al primo piano, mentre al piano terra c’era il grande studio in cui dipingeva.

Nel corso di quarant’anni, il Jardin Majorelle è diventato un’opera d’arte vivente in movimento, un sogno impressionista, “una cattedrale di forme e colori”, con un labirinto di vicoli che si incrociano su diversi livelli, edifici dalle tonalità vivaci che mescolano influenze Art Déco e moresche, incantevoli laghetti, fontane e pergolati.

Nel 1947, il complesso è stato finalmente aperto al pubblico. Rimasto abbandonato per molti anni, dopo la morte del suo creatore, avvenuta nel 1962, è stato acquistato da Yves Saint Laurent e Pierre Bergé nel 1980, i quali hanno strappato questo patrimonio di inestimabile valore dalle mani di chi avrebbe voluto farne un complesso alberghiero.

I due geni della moda sono così diventati i nuovi proprietari della villa di Jacques Majorelle, che hanno ribattezzato Villa Oasis. Le ceneri di Yves Saint Laurent sono state disperse nel roseto dell’edificio e in suo onore è stato eretto un memoriale nel giardino.

Il Museo Berbero, viaggio nella storia e nell’arte

“Dal mio arrivo a Marrakech nel 1966, non ho mai smesso di essere affascinato dalla cultura e dall’arte berbera. Nel corso degli anni, ho raccolto e ammirato quest’arte che abbraccia diversi paesi contemporaneamente. I berberi sono giustamente orgogliosi della loro cultura, che hanno costantemente rivendicato nonostante le vicissitudini che hanno incontrato. A Marrakech, nel Paese dei Berberi, nel Jardin Majorelle creato da un artista che dipinse così tante scene di uomini e donne berberi, l’idea di questo museo ci è venuta naturale”. Sono le parole con cui Pierre Bergé introduce i visitatori al Museo Pierre Bergé delle Arti Berbere, inaugurato nel 2011 nell’ex studio di pittura dell’artista Jacques Majorelle.

Al suo interno si può venire a contatto con la straordinaria creatività dei Berberi (nell’antichità chiamati Imazigenes, che significa “popolo libero”), tra i più antichi abitanti del Nord Africa. Oltre 600 manufatti, raccolti da Pierre Bergé e Yves Saint Laurent tra i monti del Rif e il Sahara, testimoniano la ricchezza e la diversità di questa vibrante cultura, ancora oggi molto viva.

La collezione è esposta in quattro spazi distinti, ciascuno dedicato a un tema particolare. Prima di entrare nelle sale espositive, viene presentata ai visitatori una panoramica della storia di questa popolazione e una mappa che mostra la posizione delle principali tribù berbere in tutto il Marocco. Insieme al Musée Yves Saint Laurent Marrakech, aperto al pubblico nel 2017, questi due magnifici poli culturali aggiungono una dimensione artistica a un’oasi di rara bellezza, offrendo un viaggio immersivo a chi ama sia la natura che il mondo creativo del grande stilista francese.

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I mille volti di Marrakech, regina d’Africa

La città più trendy, più “europea” e capitale della movida del Marocco è la meta perfetta per trascorrere un weekend in ogni periodo dell’anno.

Sono tante le ragioni che attirano costantemente i turisti a Marrakech. C’è chi ama perdersi tra i vicoli stretti della Medina e chi è appassionato di musei, chi di shopping e chi di giardini arabeggianti, c’è chi ama il buon cibo e chi, invece, la vita notturna: qui ci sono tutti gli ingredienti per trascorrere un weekend a poche ore di volo dall’Italia.

La Medina di Marrakech

La Medina è il cuore di Marrakech. Circondata da quasi 20 chilometri di mura medievali e Patrimonio dell’umanità Unesco, racchiude il centro storico della città.

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Fonte: @ONMT

Piazza Jemaa el-Fnaa a Marrakech

Molte delle attrazioni della città ruotano intorno alla celebre piazza Jemaa el-Fnaa che, a seconda dell’ora del giorno, cambia aspetto. Di giorno è soprattutto mercato, tra datteri e spezie il profumo è molto intenso; di pomeriggio si anima di incantatori di serpenti e decoratrici di henné mentre, la sera, diventa un gigantesco street food market.

Sulla piazza s’affacciano edifici le cui terrazze sono sempre affollate di gente, specie all’ora del tramonto per il particolare spettacolo della città color ocra che si può ammirare.

Da un lato della piazza si arriva alla Kutubiyya, la moschea più famosa di Marrakech, con a sua iconica torre, mentre dall’altra si raggiunge la Qasba, l’antica fortezza. Tutt’intorno si sviluppa, invece, il suq, un dedalo di vicoli pieni zeppi di botteghe che traboccano di stoffe, gioielli, babbucce, borse di paglia e ogni tipo di artigianato marocchino, ma anche di fake.

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Fonte: 123rf

La torre della Kutubiyya, la moschea più famosa a Marrakech

Merita una bella passeggiata lungo le mura per capire lo sviluppo della città nel corso dei secoli e per ammirare le splendide porte – ce ne sono venti – d’accesso alla Medina.

I palazzi marocchini

Tra i luoghi imperdibili di Marrakech c’è sicuramente il museo Dar El Bacha- Musée des Confluences, uno dei palazzi più rappresentativi dell’architettura marocchina in città. Un tempo dimora privata, poi trasformata in spazio espositivo, si sviluppa intorno a un tipico giardino arabo con piante d’agrumi e fontane e stanze rivestite di legno di cedro intagliato e maioliche decorate.

Altrettanto splendido è il palazzo che ospita la Madrasa di Ben Youssef, la scuola di religione che esiste nell’Islam. Quella di Marrakech è la più grande del Marocco. Commissionata dal sultano Abdallah al-Ghalib, risale al XVI secolo. Le sue 130 stanze riccamente decorate si sviluppano attorno a un grande giardino.

E poi c’è il Palazzo El Bahia, una delle opere architettoniche più importanti di Marrakech, costruito solo alla fine del XIX secolo ma con l’intento di creare l’edificio più impressionante di tutti. Oltre 150 stanze, cortili e giardini e l’harem delle quattro spose e delle 24 concubine di Abu Bou Ahmed.

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Fonte: @ONMT

Il Palazzo El Bahia a Marrakech

Moderno, ma in stile arabeggiante, è infine il museo dedicato a Yves Saint Laurent, un luogo non solo per i fashion addict ma per tutti. Proprio nel 2022 la maison francese ha celebrato i sessant’anni dalla fondazione. Lo stilista si trasferì a Marrakech insieme al compagno Pierre Bergé dove vissero a Villa Oasis (oggi museo), che comprendeva anche i famosi Jardin Majorelle, uno dei luoghi più Instagrammati della città. Nelle sale del museo sono esposti alcuni degli abiti più iconici di YSL che hanno fatto la storia della moda.

I giardini di Marrakech

I giardini del Marocco sono da sempre un esempio perfetto di armonia tra spazi verdi e architettura e tra uomo e natura. E, a Marrakech, ce ne sono alcuni che sono davvero meravigliosi. Piccoli gioielli nascosti tra le mura dei riad, delle case private e dei palazzi storici, sono oasi di pace dove ripararsi dal rumore del traffico intenso di auto e moto, dalle grida dei mercanti e dei venditori ambulanti e dalla folla che anima la città.

Oltre ai giardini che si trovano all’interno di Dar El Bacha, della Madrasa e di El Bahia ci sono quelli più famosi di tutti: i Giardini Majorelle. Tra la fitta vegetazione di questo giardino a due passi dal museo Yves Saint Laurent, dove i cactus crescono insieme al bambù e alle palme, si snodano sentieri che costeggiano laghetti, fontane, grandi vasi colorati ed edifici dalle tonalità fluo che ospitano il museo berbero, il caffè e lo shop. Qui ogni scorcio merita uno scatto, ecco perché è divenuto lo spot preferito degli influencer di tutto il mondo.

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Fonte: @ONMT

I famosi Giardini Majorelle

I riad da non perdere

Quelle che un tempo erano case private nella Medina, oggi sono state trasformate in riad, boutique hotel, locali e ristoranti. Edifici storici con cortili interni intorno ai quali, il più delle volte, si affacciano le stanze degli ospiti, con finestre che danno sul cortile trasformato in salotto, bar o addirittura piscina interna.

Alcuni hanno mantenuto un arredo tradizionale marocchino, fatto di legni intarsiati e lampade di ottone, come il Riad La clé d’or, mentre altri sono più contemporanei e più vicini ai gusti europei, come il Riad Infinity Sea & Spa che ha anche un hammam e un’area wellness.

La maggior parte dei riad ha ricavato sul tetto uno spazio lounge (quello del riad Maison MK ha la terrazza più alta di Marrakech dove cenare o prendere un aperitivo all’ora del tramonto), prendisole o ristorante, da sfruttare a qualunque ora per bere un tè, un cocktail o per prendere il sole nelle giornate non troppo calde e ammirare i tetti della Medina dall’alto.

La nightlife

A Marrakech non mancano di certo i divertimenti. Molti giovani marocchini arrivano da tutto il Paese solo per trascorrere le serate nei locali famosi per gli show e i dj set e ragazzi da tutta Europa si danno appuntamento qui solo per far festa.

Oltre alle migliaia di ristoranti e bar ricavati nei freschi cortili o sulle terrazze dei riad, dove provare la cucina tipica marocchina – come al Riad El Cadi – o contemporanea – come a Les Jardins du Lotus – ci sono innumerevoli locali elegantissimi, contemporanei e veri e propri templi del divertimento. Tra i più belli e frequentati c’è The Lotus Club.