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Cosa vedere a Barcellona in 3 giorni: itinerario e consigli per scoprire la città

Barcellona è una delle città più visitate d’Europa, apprezzatissima da turisti e viaggiatori di ogni età. Mare, arte e architettura, enogastronomia, e ancora musica e divertimento: la città catalana è perfetta per un weekend lungo, e si presta comodamente a viaggi di 3 o 4 giorni durante tutto l’anno. Ecco una proposta di itinerario di tre giorni, con qualche curiosità e consigli utili.

Barcellona in tre giorni, l’itinerario

Giorno 1: Barri Gòtic, Rambla, El Born e Sagrada Familia

Il primo giorno va dedicato al cuore storico della città. Si parte dalla piazza della vita sociale di Barcellona, la centrale Plaça Catalunya. Questa è una delle piazze più grandi e animate della città, dominata dalla coppia di Torri Veneziane, e anche punto di incontro strategico per spostarsi verso altre zone.

Si prosegue verso il Barri Gòtic, il quartiere gotico che durante il Medioevo ha visto la costruzione di chiese, palazzi e monasteri. L’influenza dell’architettura gotica è evidente e la Cattedrale di Barcellona (Cattedrale della Santa Croce e Santa Eulalia è il suo nome) ne è un esempio, con le sue guglie e le decorazioni scolpite della facciata. Il quartiere si presta a una passeggiata lenta, alla scoperta di Plaça de Sant Felipe Neri, del Puente del Bisbe, e delle moderne gallerie d’arte e di artigianato. Da non perdere un passaggio alla Plaça de Sant Jaume, ora sede del Comune e della Generalitat di Barcellona, che ospita durante tutto l’anno alcuni degli eventi più importanti della città.

Proseguendo verso la Rambla, si scopre il viale emblematico per eccellenza, sempre animato da artisti di strada, bancarelle e locali storici. La tappa è d’obbligo al Mercato della Boqueria, cartolina della tradizione gastronomica catalana, dove comprare prodotti locali o fermarsi per mangiare delle tapas. Poco distante, il Teatro Liceu e il mosaico di Miró sul pavimento della Rambla ricordano l’anima artistica della città.

Come raggiungere La Boqueria

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Pittoresca e colorata, La Boqueria a Barcellona è un tripudio di emozioni

Il cammino prosegue verso il quartiere El Born, dove l’atmosfera medievale incontra la creatività contemporanea. Qui si trova la chiesa di Santa Maria del Mar, esempio perfetto di gotico catalano, e il Museo Picasso, ospitato in una serie di palazzi storici. I vicoli ospitano gallerie, laboratori artigianali e caffè.

Ultima tappa della giornata, la Sagrada Familia è uno dei simboli indiscussi di Barcellona. Questo straordinario tempio, progettato da Antoni Gaudí, è ancora in costruzione dopo oltre 140 anni dall’inizio dei lavori. Si parla di chiusura del cantiere nel 2026; ma in pochi ci credono. La sua sagoma svetta nel cielo della città con torri appuntite e dettagli architettonici ispirati alla natura, alla fede e all’arte gotica e modernista.

cosa vedere a Barcellona

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La Sagrada Familia è uno dei simboli indiscussi di Barcellona

Le facciate sono spettacolari: la Facciata della Natività, la più vicina allo stile originale di Gaudí, è un intreccio di figure, animali e simboli religiosi scolpiti nella pietra con un realismo quasi surreale. La Facciata della Passione, invece, ha linee più essenziali e drammatiche, mentre la Facciata della Gloria è ancora in fase di completamento. All’interno, lo spazio si apre in una foresta di colonne ramificate e giochi di luce colorata che filtrano dalle vetrate: un’atmosfera sospesa, silenziosa, completamente diversa dall’iperattività delle strade intorno.

La visita richiede tempo: meglio prenotare online per evitare code e scegliere un orario con luce naturale, ideale per apprezzare le vetrate artistiche. È possibile salire su una delle torri (prenotando un biglietto specifico) per una vista panoramica su Barcellona e scoprire i dettagli del cantiere ancora in corso. Il museo interno invece ripercorre la storia della basilica, il pensiero di Gaudí e i modelli originali delle sue strutture complesse.

Giorno 2: Parc Güell, Passeig de Gràcia, Casa Batlló, Casa Milà e Quartiere Eixample

Il secondo giorno è dedicato all’esplorazione della Barcellona modernista. Si parte con una delle opere più iconiche di Gaudí, il Parc Güell, un giardino pubblico collinare ricco di strutture fiabesche, scalinate, colonne che ricordano tronchi d’albero e la celebre salamandra colorata. Il parco unisce natura, architettura e urbanistica in un progetto unico, inizialmente pensato come complesso residenziale. Si può partire proprio dalla colorata salamandra sulla scalinata all’ingresso del parco, e passeggiare fino alle altre aree monumentali, come la Plaza de la Naturaleza con le panchine ondulate panoramiche sulla città; la sala ipostila con le colonne doriche che la sostengono o il curioso Pórtico de la Lavandera. Per la visita è necessario acquistare il biglietto in anticipo, che include l’area monumentale, dichiarata Sito patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO per cui sono previsti ingressi contingentati, e le zone verdi e panoramiche del parco. Sono organizzate visite guidate in varie lingue della durata di 50 minuti.

cosa vedere a Barcellona

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Parco Guell a Barcellona

Ancora tracce di Gaudì nel barrio Gràcia: qui tra bar e negozi, si trova Casa Vicens, una delle prime opere dell’artista, e un vero e proprio gioiello architettonico. Questa casa in stile modernista, decorata  in facciata con piastrelle di ceramica bianche e verdi, è una meraviglia di dettagli intricati e motivi floreali ispirati alla natura. Con un po’ di tempo a disposizione, si può visitare  l’interno della casa per apprezzare ogni dettaglio. Ogni estate, durante la Festa Major di Gràcia, le vie del quartiere si trasformano con scenografie spettacolari.

Si può rientrare verso il centro percorrendo il Passeig de Gràcia, elegante viale commerciale dove si concentrano alcune delle opere più famose dell’architettura modernista catalana. Spiccano due edifici firmati da Gaudí: Casa Batlló, con la sua facciata ondulata e i mosaici di ceramica, e Casa Milà (conosciuta anche come La Pedrera), caratterizzata da forme organiche e dalla terrazza con i celebri comignoli scultorei. Entrambe meritano una visita interna.

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Facciata del capolavoro modernista Casa Batllo, Barcellona

Durante la passeggiata, vale la pena soffermarsi anche su edifici progettati da altri grandi architetti, come Casa Amatller di Puig i Cadafalch, o Casa Lleó Morera di Domènech i Montaner. Questo tratto del Passeig de Gràcia è chiamato anche l’Isola della Discordia, proprio per la convivenza di stili differenti su pochi metri.

La giornata può concludersi in uno dei bei ristoranti del quartiere Eixample, con le sue strade ordinate, i cortili interni e i caffè all’aperto.

Giorno 3: Montjuïc, Barceloneta e tramonto sulla spiaggia

Il terzo giorno inizia con la collina di Montjuïc (il suo nome deriva dalla parola catalana Mont dels Jueus, che significa “montagna dei giudei”, nome che richiama il fatto che nel Medioevo la collina ospitava un cimitero ebraico), raggiungibile con la funicolare da Paral·lel o con la teleferica panoramica. In cima, il Castello di Montjuïc coi suoi giardini offre una vista aperta sul porto e sul mare.

Scendendo, si possono visitare alcune delle istituzioni culturali della zona, come il Museu Nacional d’Art de Catalunya (MNAC), all’interno del Palau Nacional de Montjuïc, che ospita collezioni di artisti come Rubens, Velázquez, Goya, Tiepolo e Tintoretto, oppure la Fundació Miró, dedicata al celebre artista catalano.

Nel pomeriggio, ci si può dirigere verso la zona del porto e della Barceloneta, il quartiere marinaro famoso per le sue spiagge. Prima delle Olimpiadi del 1992, questo era ancora un quartiere popolare e di pescatori che negli anni ha vissuto una fase di grande riqualificazione.

cosa fare a Barcellona

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Barceloneta è la spiaggia di Barcellona

Si può partire da Plaça del Poeta Boscá, dove si svolge il mercato di quartiere e che vanta ancora dettagli e decorazioni del XIX secolo. Uno dei simboli della trasformazione post-Olimpiadi della Barceloneta è la famosa scultura in spiaggia, che ha preso il nome di los cubos de la Barceloneta (“i cubi della Barceloneta”). Il nome ufficiale è Estel Ferit, che in catalano significa “stella ferita”, ed è opera della scultrice tedesca Rebecca Horn. I quattro cubi che la compongono immortalano i popolari casotti del litorale della Barceloneta e che furono eliminati prima delle Olimpiadi.

Altra immagine iconica del quartiere è il profilo dell’Hotel W (Plaça Rosa Del Vents 1), chiamato anche Hotel Vela, alla fine della spiaggia della Barceloneta, che la sera si illumina con diversi colori. Dietro l’hotel si aprono i panoramici Mirador Vela e il Mirador del Mediterránei.

Ma, se il clima lo permette, il modo migliore per godersi la Barceloneta è prendere un po’ di sole in spiaggia, fare un bagno o mangiare uno snack in uno dei tanti chiringuitos lungomare. Per la cena, non c’è che l’imbarazzo della scelta.

Con un giorno in più

Chi ha a disposizione quattro giorni può distribuire questo itinerario con più calma, aggiungendo visite più approfondite e musei, oppure può approfittarne per esplorare quartieri meno turistici. A pochi passi dalla Rambla, il Barrio del Raval è un quartiere multietnico, in passato considerato uno dei quartieri più pericolosi di Barcellona e oggi riqualificato. Oltre a bar, locali e negozi, uno dei suoi centri culturali più famosi e visitati è il MACBA (Museo d’Arte Contemporanea di Barcellona), che ospita una ricca collezione di opere d’arte contemporanea.

Con più tempo a disposizione, si può salire al Tibidabo, la montagna con la chiesa del Sagrat Cor e il parco divertimenti perfetto per chi viaggia con bambini, o raggiungere i Bunkers del Carmel per una delle viste più ampie sulla città, splendido al tramonto. L’Hospital de Sant Pau, poco distante dalla Sagrada Família, è un altro capolavoro modernista, progettato da Lluís Domènech i Montaner, con padiglioni decorati e giardini interni. Un luogo meno frequentato ma di grande valore storico e architettonico.

Cosa fare a Barcellona:  esperienze da non perdere

Sono tantissime le cose da fare a Barcellona, per tutte le età e tutto l’anno. Ecco qualche proposta, dalle più turistiche a quelle più originali.

  • Tapas al Mercato della Boqueria. Tappa obbligata per chi ama i sapori locali. Fondata nel 1836, la Boqueria è un vero spettacolo per i sensi: banchi colorati carichi di frutta tropicale, jamón iberico, olive, pesce fresco e spezie. Alcuni chioschi offrono tapas preparate al momento, ideali per una pausa gustosa tra una visita e l’altra. Per evitare la folla, è consigliabile arrivare al mattino presto.
  • Tramonto dalla terrazza con panchine ondulate del Parc Güell si gode una delle viste più suggestive sulla città, soprattutto al tramonto.
  • Partita di beach volley sulla spiaggia della Barceloneta. Questa è una delle zone più animate e vissute dai residenti e non è raro incontrare chi corre, pratica yoga o squadre di amici che giocano a beach volley.
  • Una serata al barrio di Gràcia,  Alcune delle sue piazze non dormono mai, come Plaça del Sol e Plaça del Diamant, luoghi perfetti per una serata in puro stile barcellonese.
  • Passeggiata al Parco della Cittadella, il polmone verde di Barcellona a pochi passi dalla folla del Born. Costruito tra il 1875 y 1888, il parco è stato il sito dell’ex cittadella militare, voluta da Filippo V per dominare la città dopo la guerra di successione spagnola nel XVIII secolo: oggi sono 17 ettari di prati, laghetti, fontane e aree picnic. Da non perdere, il lago della Ciutadellaai piedi della Cascata Monumentale, progettata da Josep Fontseré insieme al giovane Antoni Gaudi. Qui ci si può rilassare sul prato o fare un giro sul lago noleggiando una barchetta a remi.

    cosa fare a Barcellona

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    Parc de la Ciutadella
  • Anche chi non è tifoso conosce il mito del Barça. Il Camp Nou, attualmente in ristrutturazione, rimane un simbolo della città. Il nuovo percorso del Barça Immersive Tour propone un viaggio tra trofei, emozioni e tecnologie immersive. Video 360°, installazioni sonore e realtà aumentata ricostruiscono la storia del club e i momenti più iconici, da Cruijff a Messi.
  • Cena al quartiere Born: tra le sue stradine acciottolate e gli antichi edifici dei mercanti medievali di Barcellona, oggi spuntano boutique alla moda, gallerie d’arte e di artigianato, taverne di tapas, e numerosi bar e ristoranti.
  • Un selfie panoramico da un punto di vista privilegiato e gratuito dalla terrazza del centro commerciale Las Arenas, imponente edificio circolare che sostituisce l’antica arena per le corride di Barcellona.
  • Leggere il libro di Ildefonso Falcones “La cattedrale del mare” prima di partire. Gli appassionati di romanzi storici possono apprezzare questo romanzo storico ambientato nel XIV secolo che racconta la storia di un giovane lavoratore che partecipa alla costruzione della Basilica di Santa Maria del Mar.

Barcellona: come raggiungerla

Barcellona è servita dall’aeroporto El Prat, collegato al centro con metro, treni regionali e bus. Da molte città italiane partono voli diretti, anche low cost, per la città catalana. Chi arriva in treno o in bus da altre zone della Spagna può scendere alla stazione di Sants o a Estació del Nord, entrambe ben collegate con la metro. Chi viaggia con auto al seguito per una vacanza più lunga in Spagna può valutare il viaggio in nave: GNV gestisce i trasferimenti dal porto di Genova, sia in estate che in inverno, che hanno una durata di 20 ore circa.

Per girare la città si possono noleggiare bici e monopattini. La Hola Barcelona Travel Card è invece c’è la tessera per 48, 72 ore o 4 e 5 giorni per viaggi illimitati in metropolitana, autobus e tram, anche per l’aeroporto (la Teleferica di Montjuic non è inclusa). I bambini sotto i 4 anni non pagano. Per chi ha poco tempo a disposizione o preferisce la comodità, il Barcelona Bus Turístic è il modo migliore per vedere tutti i monumenti e i luoghi di maggiore interesse.

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Cosa vedere in Irlanda in 7 giorni: itinerario on the road sulla magica Isola Smeraldo

La chiamano “isola smeraldo” e il nome non poteva essere più azzeccato; c’è chi fa tappa solo a Dublino e se ne innamora e chi invece, programma fin da subito un itinerario alla scoperta di alcune chicche.

Partiamo con il dire che un buon modo per girare l’Irlanda è sicuramente avere un’auto a disposizione: con il noleggio si è decisamente più liberi, eppure c’è anche chi affronta (come la sottoscritta) un’avventura a bordo di bus e treni, dopotutto la rete di trasporti è piuttosto capillare persino nei paesi più piccoli. Chiaramente questa seconda opzione richiede molta più elasticità. Vediamo insieme un buon itinerario per esplorare in una settimana il territorio: ecco cosa vedere in Irlanda in 7 giorni.

Giorno 1: arrivo ed esplorazione di Dublino

Grazie ai voli low cost si può raggiungere l’Irlanda senza pagare troppo e l’approdo è sempre la sua capitale. Ti consiglio di partire proprio da Dublino, poiché è servita alla grande con aziende specializzate nel noleggio e offre quindi pacchetti più competitivi. Usciti dall’aeroporto potrai ritirare subito la tua auto a noleggio e partire per l’avventura anche se, il giorno d’arrivo e il successivo ti suggerisco di concentrarti proprio su Dublino.

Trinity College

Prima tappa che non può mancare in un tour di un giorno di Dublino è il Trinity College. Si trova in pieno centro, lo raggiungi facilmente a piedi ed è l’università più prestigiosa d’Irlanda. Oltre ai suoi splendidi giardini ed edifici qui è conservato il Book of Kells, un manoscritto del XI secolo considerato un capolavoro dell’arte religiosa medievale.

Guinnes Storehouse

Molti lo considerano il tempio di Dublino: si tratta della fabbrica Guinness visitabile e aperta al pubblico per poter vedere da vicino come viene preparata la birra cult dell’Irlanda. In più dopo un giro di storia, arte e cultura si può raggiungere l’ultimo piano dove con vista panoramica si può sorseggiare una pinta.

Temple Bar

Sarà ormai arrivata l’ora di cena, prima di ritirarti goditi un po’ la movida dublinese fermandoti a cena in un pub di Temple bar. Musica dal vivo, atmosfera festosa e l’immancabile pinta ti terranno compagnia e ti aiuteranno ad immergerti nella cultura local.

Trinity College da vedere a Dublino

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Tra le tappe dell’itinerario on the road di 7 giorni in Irlanda il Trinity College a Dublino

Giorno 2: Dublino e i dintorni

Il secondo giorno sveglia di buon orario e non spostiamo la macchina prima del pomeriggio concentrandoci sul resto del centro storico. Vedere tutta Dublino è praticamente impossibile e quindi abbiamo selezionato alcune tappe del centro storico prima di spostarsi nei dintorni.

Il centro storico di Dublino da non perdere

L’itinerario non può che partire con il castello di Dublino, silenziosa icona che ha fatto la storia della città. Con le torri medievali ed eleganti stanze rappresenta una tappa da non perdere. A poca distanza a piedi si può raggiungere il Dublin Writers Museum dedicato alla letteratura; gli appassionati potranno scoprire la vita di James Joyce a W.B. Yeats, da Samuel Beckett a Oscar Wilde.

Proseguendo la nostra passeggiata possiamo raggiungere agilmente la St. Patrick’s Cathedral, la più grande chiesa d’Irlanda, fondata nel 1191: lasciati incantare dagli interni ricchi e dalle vetrate colorate; poi allunga il passo per scoprire la Christ Church Cathedral con la sua struttura medievale e una cripta misteriosa.

L’anima frizzante, vivace e insolita di Dublino si sposta verso Grafton Street, via dello shopping con boutique di lusso e non solo. Alla fine della passeggiata si incontra il St. Stephen’s Green, uno splendido parco considerato polmone verde della città.

Howth

Una delle chicche a poca distanza da Dublino e che consiglio di non perdere è Howth. Si tratta di un pittoresco villaggio sul porto dove gustare piatti tipici della tradizione a base di pesce e godersi una splendida passeggiata lungo il Cliff Walk che regala viste pazzesche sull’oceano. I più attenti con lo sguardo e fortunati potranno anche vedere spuntare alcune foche che restano in zona alla ricerca dei pesciolini scartati dai pescatori.

Cosa vedere nei dintorni di Dublino: Howth

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Faro di Baily nella penisola di Howth

Castello di Malahide

Ultima tappa della giornata il castello Malahide: è un edificio medievale con uno splendido parco ed è uno dei più visitati in Irlanda. I castelli irlandesi non potevano mancare in questo itinerario di 7 giorni e questo è un vero gioiello da non perdere. La visita non durerà più di un’ora e trenta, consiglio dunque di cercare un b&b o un alloggio nelle vicinanze. Tra l’altro costa molto meno che dormire a Dublino.

Giorno 3: Galway e le Cliffs of Moher

Dalla zona di Dublino e Malahide spostandosi in auto si raggiunge Galway in cirica 2 ore e 20 di percorrenza. La città famosa per la sua scena artistica musicale è tutta da scoprire.

Centro storico di Galway

Galway è una città dall’anima vibrante e fortemente legata al mondo musicale. Dedica almeno mezza giornata ad esplorarla partendo proprio dal centro storico: goditi l’architetura medievale che regala un aspetto fiabesco ed esplora Shop Street e Quay Street. Da non perdere la Spanish Arch, uno degli ultimi resti delle mura cittadine risalenti al XVI secolo, situata vicino al fiume Corrib e simbolo della storica relazione commerciale tra Galway e la Spagna.

Non possiamo negare la rilevanza di Galway per la cultura gaelica: tradizioni musicali, lingua e danza vengono mantenute con orgoglio con l’opportunità di assistere a serate in pub tradizionali, sessioni di musica folk dal vivo e tanto altro.

Cosa vedere in Irlanda in 7 giorni: Galway

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Tappa nel centro storico di Galway

Cliffs of Moher

A circa 1 ora e 30 minuti da Galway non puoi perderti le Cliffs of Moher: ti consiglio di raggiungerle al pomeriggio per goderti il tramonto che è davvero qualcosa di “wow”. Le scogliere si ergono maestose sull’oceano e regalano una vista da cartolina che ti rimarrà nel cuore. Non preoccuparti, non serve essere allenati, il parcheggio è poco distante a piedi.

Giorno 4: Le isole Aran

Un’intera giornata va dedicata a queste chicche: si tratta delle isole Aran. Basterà arrivare in auto in circa 40 minuti da Galway al porto di Rossaveel dove tramite traghetti in 40 minuti di navigata si raggiungeranno le isole.

Inis Mór

Quest’isola affascinante è famosa per i suoi paesaggi selvaggi, i muretti a secco e i siti archeologici. Il forte preistorico di Dún Aonghasa, situato su una scogliera a picco sul mare, è una delle attrazioni principale. Consiglio di noleggiare una bici per poter esplorare l’isola in libertà godendosi un po’ di aria buona. Sull’isola si trovano altre meraviglie: piccole spiagge nascoste come Kilmurvey Beach, con la sua sabbia chiara e fine o le rovine di antiche chiese. Non mancano neppure botteghe dove acquistare i maglioni di lana ancora oggi realizzati a mano come da tradizione.

Chi ha ancora un po’ di tempo potrà esplorare anche Inis Meáin e Inis Oírr ma solitamente i turisti con pochi giorni a disposizione tendono a tralasciarle concentrandosi sulla più grande.

Cosa vedere in Irlanda in 7 giorni: le isole Aran

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Visitare le isole Aran in un itinerario di 7 giorni in Irlanda

Giorno 5: Giro del Connemara

Dopo l’esplorazione delle isole Aran è il momento di tornare sulla terraferma. Si parte alla volta del Connemara, non è molto distante da raggiungere ma è una tappa imperdibile nel tuo on the road di 7 giorni alla scoperta dell’Irlanda. Paesaggi montuosi, laghi e la costa frastagliata sono il tratto distintivo.

Kylemore Abbey

Prima di raggiungere il national park troverai sulla strada la Kylemore Abbey: sorge sulle rive del placido Pollacappul Lake ed è circondata da fitte foreste e montagne imponenti; l’abbazia neogotica sembra uscita da una fiaba e ha una leggenda da raccontare. Costruita da Mitchel Henry come dimora per l’amata moglie, è diventata nel tempo collegio per poi arrivare nelle mani delle suore benedettine.

Da non perdere i giardini vittoriani recintati, considerati tra i più belli d’Irlanda: sono oltre sei ettari in cui vengono ospitate serre, aiuole geometriche e una varietà incredibile di piante ornamentali, perfettamente curate secondo la tradizione dell’epoca vittoriana.

Come visitare Kylemore Abbey e Connemara

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Visitare la Kylemore Abbey prima del Connemara

Connemara National Park

A pochi chilometri da Kylemore Abbey, si apre il Connemara National Park, un vero paradiso per gli amanti del trekking e della natura incontaminata. Il parco si estende per circa 2.957 ettari e comprende torbiere, brughiere, praterie e alcune delle montagne più belle d’Irlanda. Tra le esperienze più cute da fare c’è quella di avvistare i pony che pascolano liberi.

L’attrazione principale qui però è la Diamond Hill Trail, un sentiero escursionistico ben segnalato adatto anche ai meno esperti che fa esplorare pendii erbosi e tratti rocciosi fino alla vetta. Nelle giornate più limpide da lassù si intravedono le Twelve Bens, cioè le dodici cime del Connemara e talvolta addirittura si scorgono le Aran.

Giorno 6: Kilkenny e Glendalough

Il giorno 6 si apre con una traversata piuttosto importante: servono circa 3 ore e 30 per spostarsi dal Connemara a Kilkenny. Il mio suggerimento è di provare a trovare un b&b a metà strada, così da alleviare questo tratto on the road.

Kilkenny

Una volta arrivati a Kilkenny il primo stop non può che essere il castello che sorge sul fiume Nore. Risale al XII secolo ed è stato la residenza della famiglia Butler per 600 anni prima di diventare uno spazio museale oggi visitabile. Galleria d’arte, racconta la vita aristocratica del passato. Non dimenticare di esplorare i giardini all’esterno con sentieri e scorci davvero fotogenici.

Il borgo merita di essere scoperto: dedica un’oretta alle vie del centro soffermandoti sulla Rothe House, un’antica casa mercantile del rinascimento e sulla Black Abbey, un ex convento con splendide vetrate. Botteghe artigianali e pub rendono la vita local un po’ più frizzante.

Glendalough e le Wicklow Mountain

Nel pomeriggio con l’auto ci si dirige verso Glendalough, la regione dei laghi incorniciati dalle Wicklow Mountain. Serve poco più di un’oretta per arrivare la sito monastico tra più evocativi dell’Irlanda. È stato fondato nel VI secolo da San Kevin. Qui attorno la valle dei due laghi incanta con un’atmosfera mistica dominata dalla Round Tower che svetta fiera mostrando le croci celtiche.

I sentieri si snodano attorno ai laghi e nel tardo pomeriggio Glendalough acquisisce una luce particolare e calda data dal tramonto tanto da regalare un’atmosfera emozionante che conquista moltissimi viaggiatori.

Cosa vedere in Irlanda in 7 giorni: Glendalough

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Le rovine di Glendalough

Giorno 7: Kinsale, Cork e volo di ritorno

Ti consiglio di prenotare il ritorno da Cork, cercando di preferire un volo a tarda sera così da goderti a pieno l’itinerario di 7 giorni. La mattina inizia presto con uno spostamento di circa 2 ore per raggiungere Kinsale.

Kinsale

Se sei molto stanco e stufo di guidare fai un piccolo sforzo: Kinsale è un porticciolo da cartolina tra i più apprezzati in Irlanda. Non ha nulla di particolare da vedere a livello di monumenti a parte Charles Fort, una fortificazione a forma di stella risalente al XVII secolo che offre viste spettacolari sulla baia di Kinsale. È la sua anima più autentica però ad incantare.

Visitare Kinsale

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Cosa vedere a Kinsale vicino a Cork

Cork

A circa 30 minuti di strada si raggiunge Cork, l’ultima tappa del nostro itinerario di 7 giorni in Irlanda. È la seconda città più grande della nazione e ha un carattere grintoso. Si sviluppa attorno al fiume Lee e tra i luoghi cult da non perdere c’è l’English Market, un paradiso dove si trovano specialità gastronomiche del territorio.

Imperdibile è anche la visita alla St. Fin Barre’s Cathedral, un capolavoro neogotico con le sue guglie slanciate e le intricate sculture in pietra. Chi ha tempo può passeggiare lungo St. Patrick’s Street, ammirare la Cork City Gaol o concedersi un’ultima pinta in uno dei tanti pub storici della città.

Con la visita a Cork si conclude il nostro itinerario di 7 giorni in Irlanda per un viaggio on the road alla scoperta di alcune delle località cult. Chiaramente è pressoché impossibile toccare tutte le zone più belle in così poco tempo, abbiamo strutturato un giro non ad anello per massimizzare le opportunità. Il mio consiglio è quello di noleggiare un’auto per potersi concedere stop extra per scattare foto ed esplorare al meglio le località garantendo massima libertà. In più, con un’auto, ci si può permettere di spostarsi dai centri più costosi trovando soluzioni per la notte a prezzi competitivi visitando i bed and breakfast più caratteristici e spesso dispersi nelle campagne.

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La maestosa Amerigo Vespucci fa tappa a Crotone (ma le prenotazioni sono sold out)

L’Amerigo Vespucci, la “nave più bella del mondo”, fa tappa a Crotone, dove arriverà il 23 e il 24 aprile 2025. C’è grande attesa per il veliero a motore e nave scuola più antica della Marina Militare Italiana attualmente in tour nelle diverse città nostrane: è già approdata a Trieste, Venezia, Ancona, Ortona, Brindisi e Taranto. Dopo Crotone, salperà per i porti di Porto Empedocle, Reggio Calabria, Palermo, Napoli, Cagliari, Gaeta, Civitavecchia e Livorno, terminando il suo viaggio a Genova.

È una nave maestosa che, in occasione del tour, può essere visitata gratuitamente dai fortunati che riescono a prenotarsi in tempo. La tappa di Crotone, infatti, è andata subito sold out in poche ore.

L’Amerigo Vespucci a Crotone

La Nave Scuola Amerigo Vespucci è il più antico veliero in servizio della Marina Militare Italiana, inaugurata il 22 febbraio 1931. Dopo la tappa di Taranto, arriverà nel porto di Crotone il 23 e il 24 aprile 2025 e, chi è riuscito a prenotarsi, potrà salire a bordo gratuitamente, scattare delle foto e visitarla in autonomia. Le visite al pubblico sono previste in data 23 aprile, dalle 15:00 alle 20:00, per le quali è consigliato indossare scarpe comode, mentre non sono ammesse scarpe aperte o con il tacco.

Non sono consentiti passeggini o carrozzine, anche gli animali non sono permessi, mentre i cani di piccola taglia possono essere portati solo in braccio. Crotone non è l’unica tappa calabrese, in quanto la nave approderà il 5, 6 e 7 maggio anche a Reggio Calabria, mentre a Scilla sosterà al largo e potrà essere ammirata solamente in mare.

Cosa aspettarsi durante le visite dell’Amerigo Vespucci

Non è la prima volta che l’Amerigo Vespucci arriva a Crotone: in passato, approdò in questo porto nel 1996. Durante le visite del Tour Mediterraneo, avrete l’opportunità unica di scoprire da vicino il veliero che si occupa dell’addestramento e della formazione degli allievi dell’Accademia Navale e altre scuole della Marina, oltre che della salvaguardia e tutela del patrimonio naturale e dell’ambiente marino. Non a caso collabora con l’UNICEF e con il WWF.

Una volta saliti a bordo, esplorerete l’interno della nave, scoprendo le cabine degli ufficiali, i ponti e gli strumenti di navigazione storici. Potrete approfondire la storia e le missioni dell’Amerigo Vespucci e ammirare l’artigianato navale che rende questo veliero un simbolo di eccellenza italiana nel mondo. La visita della Vespucci non è guidata, ma i membri dell’equipaggio saranno felici di rispondere a tutte le domande lungo il percorso.

Come prenotare e visitare gratis l’Amerigo Vespucci

Come scritto anche in precedenza, le visite a bordo dell’Amerigo Vespucci sono gratuite, ma è necessario prenotare con anticipo e velocemente perché vanno subito sold out. L’unico sito dal quale prenotare il proprio posto, per un massimo di quattro persone, è quello ufficiale della nave. Se siete interessati alle prossime tappe, consigliamo di seguire i canali social per conoscere l’apertura delle prenotazioni e le altre novità.

Oltre a poter accedere alla nave, il biglietto vi permetterà di entrare nel Villaggio IN Italia allestito in ogni tappa, che completa l’offerta culturale con esposizioni tematiche e laboratori interattivi.

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Bretagna e Normandia: tour di 12 giorni alla scoperta del Nord della Francia

Chi non ha mai sognato di visitare Mont Saint-Michel o di ammirare le onde che s’infrangono sulle scogliere di granito rosa sulla Manica, allungando lo sguardo fin verso le bianche scogliere di Dover. O ancora, di visitare le centinaia di fari affacciati sul mare? Un tour nelle regioni più amate del Nord della Francia come Bretagna e Normandia, tra i luoghi tanto cari agli Impressionisti, è ciò che ci vuole. Abbiamo calcolato che per visitare i luoghi da noi consigliati ci vogliono circa 12 giorni, ma alcune tappe possono essere abbreviate se non addirittura saltate, nel caso non si avesse abbastanza tempo per il viaggio.

Giro della Normandia da Giverny a Mont Saint-Michel

Primo e secondo giorno: da Giverny a Rouen

L’itinerario consigliato parte da Parigi e si snoda verso Nord-Ovest, in direzione Giverny, in Alta Normandia. Lo spostamento è piuttosto lungo e bisogna considerare almeno un girno di viaggio. Giverny è la città in cui visse Claude Monet e che ha ispirato le sue celebri ninfee riprese in decine di dipinti. Imperdibile è una visita alla casa e ai giardini di Giverny. Il viaggio prosegue per 70 chilometri verso Rouen, una città meravigliosa con le tipiche case a graticcio attraversata dalla Senna, famosa per la cattedrale gotica di Notre-Dame, la più alta di Francia, e la piazza principale dove nel 1431 fu bruciata Giovanna d’Arco.

Terzo giorno: le scogliere della Costa d’Alabastro

La Costa d’Alabastro si trova tra il piccolo borgo normanno di Le Tréport ed Étretat. Le scogliere che cadono a picco sul mare sono di un bianco quasi abbagliante. Con l’auto si può percorrere tutto il tratto e fare sosta nelle località Fécamp e di Étretat e ammirare le incredibili falesie, dipinte anch’esse più volte da Monet.

Quarto giorno: Dieppe, Trouville e Honfleur

Poco più a Nord, affacciata sulla Manica, si trova la cittadina di Dieppe, con un pittoresco porticciolo. A questo punto ci si sposta sulle famose spiagge di Deauville, celebre località balneare e mondana fin dall’800, e di Trouville, i luoghi di villeggiatura preferiti dai parigini. Poco lontano si trova anche la pittoresca Honfleur, affacciata sull’estuario della Senna e sul mare. Il vecchio porto, Vieux Bassin, e la città vecchia, detta Enclos, sono mete imperdibili.

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Fonte: 123RF

Il porto di Honfleur,molto amato dagli Impressionisti

Quinto giorno: la Route du Cidre e Caen

Prima di raggiungere la bella cittadina di Caen spostatevi nell’entroterra – dalle parti di Cambremer e Beuvron-en-Auge – dove, attraverso le campagne coltivate, si snoda la Route de Cidre, un percorso turistico segnalato lungo 40 km che attraversa il paesaggio tipico dell’Auge e che collega, attraverso piccole strade pittoresche, i villaggi di Beuvron-en-Auge (un villaggio classificato), Cambremer, Bonnebosq e Beaufour-Druval. Lungo la strada si possono incontrare una ventina di produttori di sidro dove fare tappa. Dopo questa breve deviazione per assaggiare questa tipica bevanda dal sapore amaro, tornate verso la costa, direzione Caen (da non confondere con Cannes, che è nel Sud della Francia), dominata da una imponente fortezza voluta da Guglielmo il Conquistatore che qui visse prima di partire alla conquista dell’Inghilterra. Per chi ama la storia medievale, qui la si respira dappertutto.

Sesto giorno: Mont Saint-Michel

Mont Saint-Michel è uno dei luoghi più visitati di tutta la Francia. L’abbazia che sorge in cima all’isolotto è un vero spettacolo architettonico, da ammirare sia di giorno sia di sera. Non è solo lo splendido edificio che domina la cittadina a rendere questa località tanto celebre, anche le fortissime maree che ciclicamente inondano la baia o si ritirano modificando continuamente il paesaggio sono una sorta d’attrazione naturalistica.

Mont Saint-Michel

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La spettacolare Abbazia di Mont-Saint-Michel

Giro della Bretagna da Cancale a Belle-île-en-Mer

Settimo giorno: Cancale e le sue ostriche

Con Mont Saint-Michel si conclude il tour della Normandia e ci si sposta verso la Bretagna, più precisamente a Cancale, una cittadina di pescatori e allevatori di ostriche. Anche qui le fortissime le maree segnano i ritmi della vita degli abitanti. Infatti, proprio davanti alla costa, si trovano gli enormi allevamenti di ostriche che vengono regolarmente sommersi dal mare e poi “scoperti” quando la marea si ritira. Com’è facile immaginare, la specialità di Cancale sono proprio le ostriche.

Ottavo giorno: Saint Malo e le spiagge della Bretagna

A questo punto ci si dirige verso una delle mete più ambite di Francia: Saint Malo, in Bretagna, una cittadina costiera fortificata, famosa per le sue spettacolari maree. Dalla riva si gode di una vista impagabile sul Mont Saint- Michel, il secondo luogo più turistico della Francia, dopo Parigi, che si trova nella Bassa Normandia.

Saint-Malo

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Saint Malo, la splendida cittadina fortificata

Anche in Bretagna ci sono belle spiagge su cui trovare un po’ di relax, come quelle di Dinard. Da non confondere con Dinan, cittadina medievale poco distante dove sembra d’essere tornati indietro di mille anni, grazie alle mura medievali e al castello che la domina (qui ci si può imbarcare sul fiume Rance e partire alla scoperta del suo prestigioso estuario). La città si trova sulla strada per Rennes, capitale regionale della Bretagna, frequentatissima dai giovani per via delle università che qui hanno sede. Incamminatevi lungo le tortuose stradine medievali, delimitate da case a graticcio, respirerete l’aria di una volta. Se amate i castelli medievali, poco distante da Dinan c’è il comune di Piévenon, un villaggio arroccato su una scogliera dove sorge Fort la Latte, da tanti considerato il castello più bello della Bretagna.

Nono giorno: i villaggi marini di Perros-Guirec, Trestraou e Trestrignel

Prima di dirigervi verso l’interno, fate tappa in uno dei villaggi marini bretoni più pittoreschi che ci siano: Perros-Guirec, con un bellissimo porto di pesca e uno turistico e le sue spiagge di sabbia fine, Trestraou e Trestrignel. Da qui, lungo la costa, fino a Trébeurden si snodano le rocce di granito rosa, una formazione naturale dovuta all’erosione del mare e del vento che rendono questo un luogo unico al mondo.

Decimo giorno: Parc naturel régional d’Armorique

Dopo aver goduto della splendida costa della Bretagna è arrivato il momento di spostarsi verso l’entroterra e visitare uno dei paesaggi più belli, quello del Parc naturel régional d’Armorique. Qui è bello perdersi per le strade, ma se si vuole visitare qualcosa ci si può avventurare lungo il sentiero dei Monts d’Arée o visitare l’antica abbazia di Landévvenec.

Undicesimo giorno: Carnac e i suoi megaliti

Spingendosi verso Sud-Est, si arriva alla cittadina di Carnac dove si trovano allineamenti megalitici che si estendono per chilometri e chilometri e attirano viaggiatori da tutto il mondo. Da non perdere il dolmen, nella vicina località di Locmariaquer, lungo più di 30 metri.

Carnac-francia

Fonte: 123RF

I megaliti di Carnac in Francia

Dodicesimo giorno: Belle-île-en-Mer

Con una traversata in traghetto da Quiberon si arriva sull’isola Belle-île-en-Mer dove sarà possibile visitare la Citadelle Vauban e rimanere estasiati davanti alle alte falesie, alle spiagge spettacolari e all’entroterra selvaggio di quest’isola. Qui l’itinerario alla scoperta della Bretagna e della Normandia si conclude. Non resta che pianificare l’itinerario in ogni dettaglio. Bon voyage!

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Mini crociere, le più belle per una fuga di primavera verso destinazioni splendide

Con il cambio di stagione non è inusuale sentirsi un po’ stanchi e affaticati, d’altronde ci stiamo lasciando alle spalle i mesi invernali e stiamo per abbracciare i mesi più caldi, con giornate più lunghe e tante nuove opportunità di scoperta. Quindi, perché non prepararsi al meglio regalandosi una mini crociera rilassante?

Ideale per chi non ha mai viaggiato in questo modo o per chi ha pochi giorni a disposizione, la mini crociera è sempre un’ottima idea per staccare la spina e non doversi preoccupare di nulla, se non di godersi la vacanza e le destinazioni presenti nell’itinerario.

Ma quali scegliere per una fuga di primavera perfetta? Qui vi diamo i nostri consigli!

Le mini crociere di MSC Crociere

Da 2 a 6 notti, le mini crociere offerte da MSC sono la soluzione ideale per chi ha pochi giorni, ma desidera comunque regalarsi una vacanza. La compagnia offre diversi itinerari pensati per i viaggiatori che desiderano scoprire le bellezze del Mediterraneo tra mare e siti archeologici. Con MSC Fantasia, per esempio, potrete imbarcarvi in un viaggio di 4 giorni che, in partenza da Istanbul, farà tappa a Corfù, in Grecia, a Bari e a Trieste.

Oppure, se avete 6 notti, potreste salpare con MSC Divina che vi farà scoprire in maniera approfondita sia la Grecia che la Turchia perché, con partenza a Civitavecchia, farà tappa a Santorini, Kusadasi, Mykonos e infine Pompei.

Le mini crociere di Costa Crociere

Costa Crociere vi porta, anche solo per un weekend, tra alcuni dei luoghi più belli della Francia e della Spagna. Salpando con Costa Fascinosa dal porto di Savona, potrete trascorrere qualche ora a Barcellona, approfittandone per fare una full immersion di tapas e sangria, e a Marsiglia, dove fare shopping nelle antiche boutique, esplorare il mercato tradizionale o sorseggiare Pastis all’aperto. Sulla nave, invece, la parola d’ordine è relax. Potrete assaporare i menù del ristorante Archipelago, preparato da chef famosi come Bruno Barbieri e Angel Leòn, assistere agli show organizzati nell’area teatro o rilassarvi nell‘area spa.

Oppure, sempre con Costa Fascinosa, ma in partenza dal porto di Napoli, potrete fare un viaggio di 5 giorni tra Italia e Tunisi. La prima tappa, dopo una giornata trascorsa a bordo godendosi i comfort della nave, arriverete a La Goulette. Avete una giornata intera per scoprire le strade della Medina e per visitare gli affascinanti siti storici prima di tornare a bordo e proseguire verso Palermo e poi ritornare a Napoli.

Le mini crociere di Corsica Ferries

Corsica Ferries, invece, vi porta in un viaggio da Ajaccio alla Balagne tra le meraviglie dell’Ile de Beauté. Con partenza dal porto di Savona, questa mini crociera è ideale per chi ha un weekend a disposizione e vuole sfruttarlo per scoprire alcuni dei luoghi più belli della Corsica. Potrete trascorrere un’intera giornata ad Ajaccio, la Città Imperiale e capoluogo che ha dato i natali a Napoleone Bonaparte, con il suo ricco patrimonio storico, culturale e naturalistico.

Nell’itinerario vi attende anche Ile Rousse, situata nel cuore della Balagne, la regione denominata “il giardino della Corsica” per la fertilità delle sue terre. Qui, le montagne, le colline e il mare fanno da cornice a una
cittadina affascinante e calma.

Ajaccio mini crociera

Fonte: Ufficio Stampa

Spiaggia ad Ajaccio, tappa della mini crociera con Corsica Ferries
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Marocco con i bambini: tre itinerari per tutta la famiglia

Il Marocco è una destinazione relativamente comoda e facile per un viaggio in famiglia. Vicino e facilmente raggiungibile anche con volo diretto dall’Italia, il Marocco può essere un’ottima meta anche per chi non ha troppo tempo o un budget limitato a disposizione; o per chi vuole tentare per la prima volta un’avventura con i bambini in un Paese extra europeo. Ecco tre itinerari di massima per scoprire il Marocco con i bambini.

Itinerario 1: Il Nord del Marocco 

Il Nord del Marocco è ancora sottovalutato tra i turisti italiani, che preferiscono volare a Marrakech per visitare il Sud; eppure può essere un’ottima prima esperienza alla scoperta del Paese.

Tangeri, tra Africa e Europa

Il viaggio inizia a Tangeri, aeroporto di arrivo e città portuale che unisce influenze europee e marocchine. Recentemente riqualificata in diverse sue zone, Tangeri è una città che si visita facilmente e senza particolari stress. La prima cosa da fare è perdersi tra i vicoli stretti della Medina e dei suoi mercati, per poi camminare lungo le mura che si aprono in punti panoramici sul mare. La passeggiata lungo l’immensa spiaggia e la Marina sono appena state rifatte e sono uno sfogo perfetto per una pausa con i bambini dopo le visite. A differenza di quanto si possa immaginare, Tangeri è anche molto verde e i suoi parchi sono particolarmente vissuti, specialmente al tramonto.

Cap Spartel e Spiaggia di Achakar

A breve distanza da Tangeri, Cap Spartel segna il punto in cui il Mar Mediterraneo incontra l’Oceano Atlantico. Il faro è visitabile e circondato da un bellissimo giardino a strapiombo sul mare. Per chi ha tempo, la vicina spiaggia di Achakar (si trova proprio tra le grotte di Ercole e Capo Spartel) è ideale per una giornata di relax al mare e per un pranzo di pesce. Sempre sulla costa atlantica, a poca distanza dal faro, la Grotta di Ercole è una grotta oggi piuttosto turistica: si tratta di un vecchio granaio berbero dove, secondo la leggenda, si riposò Ercole dopo le sue dodici fatiche.

cap spartel, cartello

Fonte: AS

A Cap Spartel Mediterraneo e Atlantico si incontrano

Chefchaouen, da non perdere

Tappa imperdibile per chi visita il Nord è Chefchaouen, la celebre “città blu” situata tra le montagne del Rif. Le sue strade pittoresche e ultra fotografate, con le case dipinte in diverse tonalità di blu, sono particolarmente suggestive. L’unico consiglio è quello di perdersi tra le vie della Medina, che si apre nella grande piazza centrale. I bambini si divertiranno a scoprire gli angoli nascosti della città e le botteghe di artigianato locale. Per le famiglie amanti della natura, i dintorni offrono sentieri escursionistici adatti anche ai più piccoli.

Chefchaouen, cosa vedere

Fonte: AS

Scorcio della Medina blu di Chefchaouen

Tétouan, la città bianca del Nord

Situata ai piedi delle montagne del Rif, Tétouan è la città bianca del Nord, meno turistica ma altrettanto affascinante, con una delle medine più autentiche e ben conservate del Marocco, patrimonio dell’UNESCO. Qui, le famiglie possono passeggiare senza l’affollamento di altre città e visitare il Museo Archeologico per scoprire la storia della regione.

Asilah, un museo diffuso all’aria aperta

Sulla costa atlantica, Asilah è una cittadina tranquilla e perfetta per le famiglie. La Medina, tra le mura antiche, è un gioiellino di case e strade dipinte e artistiche, un vero e proprio museo diffuso all’aria aperta, a cui annualmente vengono aggiunti opere d’arte e dipinti. Il centro è quasi completamente pedonale e per questo molto comode in famiglia. Sotto la cittadina, la grande spiaggia consente di correre e rilassarsi senza stress. In estate, il Festival delle Arti di Asilah trasforma la città in una galleria d’arte a cielo aperto, dove si incontrano artisti di fama internazionale per creare nuovi murales e opere d’arte.

marocco bambini

Fonte: AS

La grande spiaggia di Asilah

Consigli pratici

L’itinerario si può costruire in base al tempo a disposizione. Per una fuga di un weekend si può visitare Tangeri e Cap Spartel, organizzando l’escursione con un taxi o un mini bus collettivo. Per le altre tappe meglio avere 5-7 giorni a disposizione e noleggiare una macchina può essere una buona opzione per gli spostamenti. Da Tangeri si può arrivare ad Asilah in treno; mentre Chefchaouen non è collegata con mezzi pubblici.

Per il pernottamento, meglio optare per riad o guesthouse a conduzione familiare, più accoglienti per i bambini.

Itinerario 2: Marrakech e il deserto, con tappa a Essaouira

L’itinerario più classico per un viaggio in Marocco prevede l’esperienza nel deserto, partendo da Marrakech.

Si parte da Marrakech

La città di Marrakech è un’esperienza sensoriale unica, a tratti travolgente. La piazza Jemaa el-Fnaa si anima dall’alba al tramonto con artisti di strada, musicisti e venditori ambulanti che non possono che lasciare a bocca aperta i più piccoli. Da non perdere, i Giardini Majorelle con piante esotiche e colori vivaci; e l’iconico Palazzo Bahia.

Escursione nel deserto

Da Marrakech è facile organizzare un’escursione nel deserto di Merzouga o Zagora. Si possono vivere l’esperienza di un’escursione in cammello tra le dune, rotolarsi nella sabbia, assistere a tramonti mozzafiato e addirittura trascorrere la notte in campi tendati sotto un cielo stellato. Se organizzato senza cedere alle esperienze più pacchianamente turistiche, cercando guide locali, può essere un momento davvero indimenticabile e unico per tutta la famiglia. Cosa chiedere e cosa evitare? Per evitare i pacchetti troppo turistici, potrebbe essere utile chiedere se si tratta effettivamente di tende beduine, e non campeggi o glamping creati ad hoc per i turisti. Altra informazione determinante è sapere esattamente in che punto del deserto si arriva: alcuni tour prevedono la sosta proprio alle porte del deserto, insieme a centinaia di altri turisti: va tutto bene, ma meglio esserne consapevoli.

deserto marocco con bambini

Fonte: AS

Escursione in cammello tra le dune del deserto

Essaouira, sulla costa

Con un po’ di tempo a disposizione, si può prevedere una tappa nella città costiera di Essaouira. La sua medina, patrimonio dell’UNESCO, è più tranquilla rispetto a quella di Marrakech, e per questo forse meno stressante per le famiglie. Le spiagge ampie consentono di giocare e rilassarsi praticamente tutto l’anno; il porto con le barchette colorate è d’obbligo per una passeggiata.

Consigli pratici

Le escursioni nel deserto possono avere diversa durata, con un minimo di due giorni per vivere l’esperienza della notte in tenda. In linea di massima, una settimana o più potrebbe essere il giusto tempo per questo itinerario. A Marrakech e Essaouira, meglio scegliere riad con cortili interni dove i bambini possono giocare in tranquillità.

Per raggiungere il deserto, l’opzione migliore è quella di un tour organizzato con guide esperte, che garantiscono sicurezza e comfort, anche per la scelta del campo tendato. Le strade possono essere tortuose, quindi è consigliabile viaggiare durante le ore diurne. Must have: protezioni solari, cappelli e abbigliamento leggero ma coprente per proteggere i bambini dal sole intenso del deserto; abbigliamento più pesante per l’importante escursione termica notturna. Specialmente con il caldo, è importante bere molta acqua per rimanere idrati.

Itinerario 3: le città imperiali del Marocco

Un viaggio attraverso le città imperiali del Marocco è un’immersione nella storia, nell’architettura e nelle tradizioni del Paese. Questo itinerario, forse il più impegnativo per i bambini, tocca quattro delle città più affascinanti: Fez, Meknes, Rabat e Marrakech.

Fez e le concerie

Fez è la città medievale per eccellenza, famosa per la sua medina, una delle più grandi e meglio conservate del mondo arabo. Passeggiare per i suoi vicoli è come fare un salto indietro nel tempo, tra artigiani al lavoro, botteghe e moschee storiche. Con i bambini, può essere utile affidarsi a una guida per non perdersi nel labirinto di strade. Da non perdere: la storica Università di Al Quaraouiyine, la Medersa Bou Inania e le celebri concerie di Chouara (meglio portare un fazzoletto per l’odore intenso non troppo gradevole!).

Fez si trova nel nord-est del Marocco ed è servita dall’Aeroporto Internazionale di Fez-Saïss. Dalla stazione ferroviaria, si possono raggiungere le altre città imperiali con treni comodi e frequenti.

Meknes e le rovine romane

Meno caotica di Fez e Rabat, Meknes concede un’atmosfera più rilassata. La città vanta monumenti storici straordinari e si trova a poca distanza dalle rovine romane di Volubilis, una tappa perfetta per i bambini più grandicelli, che possono esplorare e apprezzare antichi siti archeologici. Per la visita, l’itinerario deve toccare la maestosa Porta Bab Mansour, la piazza El Hedim e il Mausoleo di Moulay Ismail.

Meknes si trova a circa 60 km da Fez ed è facilmente raggiungibile in treno (circa 40 minuti di viaggio) o in taxi, se non si ha un’auto a noleggio.

Rabat, la capitale

La capitale del Marocco è elegante, abbastanza tranquilla e offre un ottimo mix tra storia e modernità. Rispetto ad altre città, è più organizzata, cosmopolita, e ha diversi spazi verdi dove fare una pausa con i bambini. La visita a Rabat deve includere la Kasbah des Oudaias, con i suoi vicoli bianchi e blu e una bellissima vista sull’oceano; la Torre di Hassan e il Mausoleo di Mohammed V. Per i bambini, il Giardino Andaluso è un luogo perfetto per una pausa all’ombra.

Rabat si trova sulla costa atlantica e ha un aeroporto internazionale. I treni la collegano facilmente a Meknes (circa 2 ore) e a Marrakech.

E infine Marrakech

Se non ci si è mai stati, anche questo itinerario deve fare tappa a Marrakech, una delle città più iconiche del Marocco, vivace e affascinante. Può essere caotica per i bambini più piccoli, quindi è bene prevedere qualche sosta e pausa lontano dal delirio continuo della sua piazza Jemaa el-Fna (l clou è nel tardo pomeriggio quando la luce del tramonto la rende ancora più magica). Qualche idea? Il Musée de Marrakech, uno dei migliori esempi di casa tradizionale marocchina, ospita un museo dedicato alla storia e cultura del Marocco, situato nel centro della città. Da non perdere, soprattutto per le famiglie, sono i giardini Majorelle, progettati da Jacques Majorelle e acquistati da Yves Saint Laurent. Questi giardini botanici, ricchi di specie vegetali e tartarughe, includono anche il museo berbero, che esplora le tradizioni delle tribù del deserto. Interessante per gli amanti della musica è anche il Museo della Musica, che ospita concerti di vari generi tradizionali marocchini.

Marrakech si trova nel sud del Marocco ed è raggiungibile in treno da Rabat in circa 4 ore.

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Fonte: 123rf

I giardini Majorelle di Marrakech

Consigli pratici

L’itinerario base (Fes, Meknes e Rabat) richiede circa 5-6 giorni; se si aggiunge Marrakech, meglio prevedere almeno 8-10 giorni. Il treno è il mezzo pubblico più comodo per muoversi tra le città, anche con bambini. Le stazioni sono ben organizzate e i treni sono spaziosi e affidabili. In alternativa si può partecipare a tour organizzati o contattare un driver con cui concordare l’itinerario. Noleggiare un’automobile può agevolare gli spostamenti, garantendo maggiore autonomia e flessibilità, ma guidare potrebbe non essere facilissimo! Per alloggiare nelle città imperiali, i riad sono una scelta perfetta per un’esperienza autentica: meglio optare per strutture con patio interno, ideali per i momenti di svago con i più piccoli. Il periodo migliore per visitare le città imperiali è la primavera e l’autunno, quando il clima è mite e piacevole.

marocco con bambini

Fonte: AS

Il Marocco è una destinazione di viaggio ideale per le famiglie con bambini

Altre info utili

Il Marocco ha fatto un grandissimo salto in avanti rispetto a qualche anno fa e anche in ambito turistico e ricettivo ormai il Paese dispone davvero di qualsiasi servizio, garantendo standard in linea con quelli europei. In generale, è importante comunque prendere alcune precauzioni di base. Innanzitutto, è consigliato evitare l’acqua del rubinetto e optare sempre per acqua in bottiglia per prevenire disturbi intestinali. Per quanto riguarda la cucina, i piatti tipici come il couscous, il tajine e le zuppe sono assolutamente adatti a tutte le età: si può chiedere di evitare i piatti troppo speziati per i più piccoli, se non sono abituati.

Arrivare il Marocco ormai è comodissimo e sono disponibili voli diretti dalle principali città italiane, sia con compagnie low cost che di bandiera, per Marrakech, Tangeri e Casablanca. Come periodo, autunno e primavera sono l’ideale per evitare il caldo. Meglio non viaggiare durante il Ramadan, il periodo di preghiera e digiuno, durante il quale molte attività sono chiuse e sospese e che può influenzare gli orari dei pasti e il ritmo della città, oltre che del viaggio.

Per l’ingresso in Marocco, i turisti italiani non necessitano di visto, ma è necessario il passaporto valido per almeno sei mesi dalla data di arrivo. Non ci sono vaccinazioni obbligatorie, ma è consigliato consultare il medico per una valutazione in base alla durata e alla tipologia del soggiorno.

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Sta per ripartire il Treno dei Vini dell’Etna: le novità di quest’anno

Tra i territori di vini di qualità in Italia spicca la Sicilia. L’isola amatissima dai turisti propone un itinerario alla scoperta delle etichette più prestigiose sfruttando un mezzo di trasporto su rotaie. Hai mai pensato di esplorare l’Etna in treno? Con il nuovo tour 2025 in partenza da aprile per scoprire la strada dei vini dell’Etna è possibile, perché la Sicilia non è solo mare e spiagge ma ha davvero tanto da raccontare.

Scoprire l’Etna in treno

In Italia sono tante le regioni che stanno creando soluzioni originali di viaggio per esplorare il territorio così da combattere il fenomeno dell’overtourism. In Sicilia, per esempio, è stato progettato un nuovo tour 2025 per il treno dei vini dell’Etna, un’esperienza che conquista l’attenzione con un itinerario sensoriale.  Il tragitto attraversa il paesaggio vulcanico regalando viste straordinarie sulle pendici del monte: l’atmosfera sembra quasi farci fare un viaggio fuori dal tempo con la natura che domina la scena.

Chiaramente il tour non si limita alle bellezze del paesaggio, include alcune soste per scoprire il territorio attraverso calici di Etna DOC in borghi dall’anima autentica, il tutto accompagnato da specialità local da non perdere.

Il nuovo itinerario 2025 per il Treno dei Vini dell’Etna

Il treno dei vini dell’Etna per il 2025 ha rivoluzionato il programma proponendo un ampliamento di percorso. I viaggiatori potranno così esplorare il versante sud-est del vulcano dove sorgono tantissime aziende vitivinicole e altre imprese legate alle specialità gastronomiche. L’itinerario darà modo di scoprire una prospettiva inedita del territorio siciliano valorizzandolo al massimo.

Tra le news un servizio di biglietteria nel centro di Catania all’interno di palazzo Scamacca e un punto informativo annesso così da aiutare i turisti nella scelta del tour. Chiaramente i ticket saranno acquistabili anche online in pochi clic tramite sito ufficiale. In aggiunta è previsto il lancio del Vinobus Etna Wine Bus, un itinerario enogastronomico ancora più approfondito che parte dal centro di Catania per poter visitare le cantine e le aziende olivicole della zona, vivendo un viaggio dedicato interamente alla scoperta delle eccellenze del territorio.

Il biglietto include il prezzo del treno Circumetnea, una guida dedicata e un transfer in wine bus presso 2 cantine e presso un borgo storico (Castiglione di Sicilia o Randazzo). In aggiunta si potrà partecipare a 2 degustazioni in 2 cantine con inclusi 2 calici ciascuna e un piatto di specialità local in accompagnamento.

Treno dei Vini dell’Etna itinerario

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Un viaggio nei sapori della tradizione con il Treno dei Vini dell’Etna

La strada dei vini dell’Etna

Possiamo descrivere la strada del vino dell’Etna come un percorso unico per appassionati di enoturismo così da poter scoprire un territorio spettacolare simbolo del patrimonio enogastronomico regionale. Un itinerario che vuole essere un vero e proprio omaggio alla viticoltura eroica di un terreno impegnativo da gestire. Le numerose soste porteranno i visitatori alla scoperta di cittadine dall’atmosfera popolare e fortemente legata al territorio.

Il turismo slow sta vivendo una forte crescita attirando visitatori da ogni parte del mondo: non sono solo cittadini italiani ma viaggiatori provenienti da tutto il mondo  a voler scoprire quella che è la produzione vinicola sinonimo di eccellenza.

Il Treno dei Vini dell’Etna continua quindi a rappresentare un’opportunità straordinaria per esplorare il vulcano più alto d’Europa in un modo nuovo, tra gusto, cultura e paesaggi mozzafiato.

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Perché visitare l’Italia nel 2025 secondo The Guardian

I motivi per visitare l’Italia sono infiniti: dalle bellissime città d’arte a quelle costiere, dai borghi alle montagne, dalle esperienze culturali a quelle culinarie. Il quotidiano britannico The Guardian, che da sempre osserva con attenzione cosa succede nel nostro Paese per offrire i migliori consigli di viaggio ai suoi lettori, ha scelto alcuni motivi specifici per ispirare gli inglesi a prenotare una vacanza tutta italiana.

Nuovi itinerari a piedi e in bicicletta, proposte per famiglie, strutture ricettive di qualità ed esposizioni imperdibili sono alcuni dei motivi che spiegano perché visitare l’Italia nel 2025 è un’ottima idea. Scopriamoli insieme, magari anche noi che in Italia ci viviamo troveremo nuove ispirazioni per viaggiare di più dentro i confini del nostro splendido e variegato Paese.

Eventi culturali interessanti, dall’arte alla letteratura

Per The Guardian, uno dei motivi che dovrebbero ispirare i lettori a pianificare un viaggio in Italia nel 2025 c’è l’ampia e interessante programmazione culturale. Lo scorso settembre, per esempio, ha inaugurato a Trieste il museo della letteratura LETS, un omaggio al patrimonio letterario della città. Da James Joyce, che visse e scrisse qui dal 1904 al 1920, al romanziere e drammaturgo triestino Italo Svevo, fino al poeta Umberto Saba.

Se parliamo di eventi culturali è impossibile non nominare le Capitali Europee della Cultura come Gorizia, e la vicina Nova Gorica, e Agrigento. Per questo riconoscimento, la regione del Friuli-Venezia Giulia propone una ricca programmazione, inclusi concerti di Alanis Morissette e Robbie Williams e mostre di Steve McCurry e Andy Warhol.

In Sicilia, invece, verrà celebrata la Valle dei Templi, la quale farà da cornice a un concerto de Il Volo, oltre a rappresentazioni di tragedie greche e latine, proiezioni cinematografiche all’aperto, uno spettacolo pirotecnico e molto altro. Ci saranno anche altri eventi che si svolgeranno durante tutto l’anno in luoghi come il teatro Luigi Pirandello, la Cattedrale di San Gerlando e le chiese e i musei del centro storico. In più, la Sicilia è stata nominata quest’anno Regione Europea della Gastronomia.

Per quanto riguarda le mostre d’arte, The Guardian evidenzia la presenza di “Munch: L’Urlo Interiore”, la mostra ospitata al Palazzo Bonaparte di Roma in occasione dell’80° anniversario della morte dell’artista, e la prima mostra personale in Italia di Tracey Emin, allestita a Palazzo Strozzi a Firenze.

Valle dei Templi

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Il Tempio della Concordia alla Valle dei Templi

Nuove esperienze da fare in famiglia e trekking

The Guardian suggerisce ai suoi lettori di sostituire la famosa Costiera Amalfitana con la meno conosciuta (agli occhi degli inglesi) costa del Cilento. Questo, infatti, è uno dei tratti costieri meno esplorati d’Italia, ricco di graziose cittadine, villaggi di pescatori, spiagge sabbiose e acque splendide. Il modo ideale per scoprirlo è a passo lento, magari partecipando ad alcuni tour che promuovono un turismo sostenibile attraverso itinerari da fare a piedi.

Restando in tema di esperienze da fare a piedi, il quotidiano suggerisce anche un avventuroso trekking di più giorni attraverso l’isola d’Elba. In particolare viene citata la Grande Traversata Elbana che segue un sentiero da est a ovest lungo scogliere costiere e crinali rocciosi, con l’ascensione del Monte Capanne, la vetta più alta dell’Elba (1.019 metri), per ammirare panorami mozzafiato su Montecristo, Pianosa e la Corsica.

E per chi viaggia in famiglia? La meta da raggiungere è sicuramente la Basilicata, dove adulti e bambini possono cimentarsi in tante attività guidate come corsi di cucina a Matera, la ricerca di tracce di lupi, cinghiali e cervi nel Parco Nazionale del Pollino, escursioni nelle gole e rafting e un laboratorio di gelato a Maratea.

Soggiorni particolari con viste uniche e atmosfere rurali

Tra i motivi citati da The Guardian c’è anche la possibilità di alloggiare in luoghi unici, dove respirare un’atmosfera senza tempo o dove godersi delle viste mozzafiato sui classici paesaggi italiani da cartolina. Considerando che gli inglesi sono particolarmente attratti dalla Toscana, non potevano certo mancare tra i suggerimenti le eleganti dimore di Firenze, soprattutto quelle situate lontano dal centro, su tranquille colline immerse tra gli ulivi e dotate di giardini (e piscina).

A chi preferisce circondarsi di montagne, invece, vengono suggeriti nuovi rifugi che apriranno quest’anno alle Dolomiti. Si tratta di strutture che offrono un’esperienza completa sia all’interno che all’esterno dei loro ambienti. Dalle escursioni a piedi ai tour in mountain bike, dall’arrampicata su roccia al nuoto nei laghi, fino ai momenti di relax tra palestra, spa, sauna e lezioni di yoga.

Infine, vengono consigliate anche le atmosfere bucoliche della Sardegna. Gli amanti del turismo rurale che scelgono l’isola come destinazione per le proprie vacanze, avranno l’opportunità di soggiornare in borghi abbandonati dove alcuni appartamenti vengono ristrutturati per offrire un’esperienza diversa. Si tratta di zone incantevoli e selvagge, contraddistinte da una straordinaria ricchezza di paesaggi, dalle fitte foreste mediterranee agli infiniti vigneti, dalle scogliere rocciose alle spiagge sabbiose.

Mountain bike Dolomiti

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Esperienza in mountain bike nelle Dolomiti
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In Giordania con nuovi e meravigliosi itinerari

Nonostante gli europei e gli americani abbiano preferito altre destinazioni considerate più sicure, il turismo in Giordania ha subìto solamente una leggera flessione (-4%) rispetto all’anno precedente, nonostante gli arrivi dei i turisti prevenienti dai Paesi europei e americani sia siano ridotti alla metà. Merito dei visitatori provenienti dai paesi del Golfo che amano questo Paese per la sua cultura, ma anche per il suo clima ventilato dove trascorrere delle piacevoli vacanze.

A raccontarlo è stato Wael Arousan, vicedirettore generale di Jordan Tourism Board, che abbiamo avuto il piacere di incontrare in occasione della Borsa internazionale del turismo 2025 all’immancabile stand della Giordania.

Poiché la situazione nella Striscia di Gaza sta migliorando, il vicedirettore ha espresso fiducia nel fatto che i numeri torneranno ai livelli di prima e ha annunciato che, a partire dal mese di aprile, riprenderanno anche i voli delle compagnie aeree low cost, Ryanair e WizzAir, che partiranno dall’Italia diretti verso Amman, riportando finalmente gli italiani nel Paese che amano tanto con un minimo di dieci voli diretti alla settimana da tutta Italia oltre a quelli già operati dalla compagnia di Bandiera Royal Jordanian.

Già a gennaio 2025 rispetto allo stesso mese del 2024 gli arrivi sono aumentati del 34%, ha spiegato Arousan. La Giordania, del resto, è un Paese perfetto per ogni tipologia di turista, dalle famiglie ai “solo travel” e a chi cerca un tipo di turismo di lusso. Gli italiani in particolare cercano un tipo di turismo legato alle nuove esperienze e non soltanto ai classici tour, vogliono nuove destinazioni e in Giordania si può trovare tutto ciò.

Ci siamo fatti consigliare qualche luogo meno noto e turistico della Giordania dove gli italiani potrebbero andare. “Uno dei luoghi, per esempio, è Umm El Jimal, che è un sito Unesco”, ha consigliato (un’oasi araba per le carovane del deserto anche nota come “l’Oasi Nera” che si trova a un’ottantina di chilometri dalla Capitale Amman), ma noi stiamo puntando anche su un altro tipo di esperienza che è quella negli agriturismi e che siamo certi piacerà agli italiani. Naturalmente c’è il turismo sostenibile con esperienze uniche, il Jordan Trail he la Lonely Planet ha inserito nei Best in Travel tra i viaggi da fare nel 2025 e poi stiamo rilanciando la Giordania come destinazione religiosa legata anche al Giubileo 2025. Sul luogo del battesimo di Cristo, sulle rive del fiume Giordano, per esempio, è appena stata inaugurata una chiesa enorme di circa 2000 metri quadrati”.

E, proprio in occasione dell’anniversario dei 30 anni di relazioni diplomatiche tra la Giordania e il Vaticano e il 60° anniversario della visita di Papa Paolo VI in Giordania avvenuta nel 1964, Palazzo della Cancelleria a Roma ospita fino al 28 febbraio la mostra “Giordania: l’alba del cristianesimo“, attraverso 90 reperti che narrano la storia del cristianesimo, dai suoi albori fino ai giorni nostri. Questi tesori, selezionati con attenzione da circa 34 siti archeologici in Giordania, rappresentano un legame profondo con le radici del cristianesimo in questa terra. “Con questa mostra i visitatori possono scoprire in profondità la storia del nostro Paese e i luoghi di pellegrinaggio della Giordania”.

“A proposito di solo travel, tra le nuove proposte in Giordania c’è il Cammino di Egeria, ideale per le donne che vogliono venire anche sole nel nostro Paese. Egeria era una suora che visse nel III secolo e che venne dalla Spagna lungo il Cammino di Santiago fino in Giordania, lasciando un diario del suo viaggio che può essere ripercorso ancora oggi. Lo si percorre in due giorni e parte dal Monte Nebo fino al luogo del battesimo. È un modo per proporre la Giordania come destinazione sicura anche per donne che viaggiano in modo individuale, quindi”.

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Tour Istanbul e Cappadocia: itinerario di 7 giorni

Pochi luoghi al mondo riescono a evocare il fascino dell’incontro tra culture e la bellezza di paesaggi da fiaba come la Turchia. Istanbul e la Cappadocia rappresentano due anime di questo straordinario paese: da un lato, la maestosa ex Costantinopoli, sospesa tra Oriente e Occidente, dove minareti e cupole si affacciano su un vivace mosaico di mercati, palazzi e quartieri storici; dall’altro, la Cappadocia, una terra scolpita dal tempo, con sorprendenti formazioni rocciose, città sotterranee e colorate mongolfiere che dipingono il cielo all’alba.
In questo itinerario di sette giorni ti guidiamo alla scoperta delle meraviglie della capitale culturale turca e degli scenari fiabeschi della Cappadocia, unendo cultura, storia e natura in un viaggio indimenticabile.

Giorni 1 e 2: Le meraviglie storiche di Istanbul

Numerosi voli giornalieri diretti collegano le principali città italiane con Istanbul, il cui aeroporto internazionale dista circa 40 minuti dal centro città. In base all’orario di arrivo il consiglio è di sistemarsi nel proprio hotel, lasciare i bagagli, e cominciare a esplorare la città dai monumenti più iconici dell’antica Bisanzio e Costantinopoli, custode di secoli di storia in ogni angolo. Si può allora partire con la visita dalla grandiosa Hagia Sophia, simbolo della potenza bizantina e ottomana. Nata come basilica cristiana nel VI secolo, trasformata in moschea e poi in museo, oggi è un luogo di culto islamico che racchiude oltre 1500 anni di storia. I suoi mosaici dorati convivono con imponenti iscrizioni coraniche, testimoniando il sincretismo culturale che caratterizza Istanbul.

A pochi passi, sorge la magnifica Moschea Blu, celebre per le sue oltre 20.000 piastrelle di ceramica di İznik dai riflessi blu. Con i suoi sei minareti, domina l’orizzonte della città ed è ancora oggi un attivo luogo di preghiera. Proseguiamo verso l’Ippodromo di Costantinopoli, centro nevralgico della vita pubblica bizantina, dove un tempo si svolgevano corse di carri e celebrazioni imperiali, e ancora oggi si possono ammirare l’Obelisco di Teodosio, la Colonna Serpentina e la Fontana Tedesca.

Almeno mezza giornata va riservata al sontuoso Palazzo di Topkapi, residenza dei sultani ottomani per quattro secoli. Attraversiamo i suoi cortili affacciati sul Bosforo, esploriamo la Sala del Tesoro, dove sono custoditi gioielli e reliquie, e ci addentriamo nell’Harem, un mondo segreto di lusso e intrighi.
Per un po’ di shopping la meta ideale è il Grand Bazaar, uno dei mercati coperti più grandi e antichi del mondo, da visitare senza fretta, prendendosi il tempo per scegliere e contrattare con i mercanti. Tra spezie profumate, tappeti artigianali, gioielli d’oro e ceramiche dipinte a mano, l’atmosfera è un tripudio di colori e suoni.
Il consiglio è di concludere ogni giornata con una cena in un ristorante tipico, assaggiando piatti tipici come il balık ekmek (panino con pesce grigliato) o il manti (gnocchetti turchi con yogurt e aglio). Istanbul, con la sua cucina ricca e varia, è un paradiso per i gourmet, e ogni pasto è un’occasione per scoprire nuovi sapori e tradizioni.

Istanbul, Turchia

Fonte: istock

Panorama di Istanbul al tramonto

Giorno 3: Istanbul moderna e multiculturale

Il terzo giorno è dedicato alla scoperta della Istanbul più moderna e multiculturale, un contrasto affascinante rispetto alla città storica esplorata nei giorni precedenti. Si inizia con una passeggiata lungo Istiklal Caddesi, la vivace arteria pedonale del quartiere Beyoğlu, cuore pulsante della vita notturna e culturale della città. Questo viale, lungo circa 1,5 km, è un susseguirsi di negozi alla moda, caffè storici, gallerie d’arte e teatri, dove si respira un’atmosfera europea, frutto dell’influenza occidentale che ha caratterizzato Istanbul a partire dal XIX secolo.

Una sosta obbligata è la Torre di Galata, un’iconica struttura medievale che domina il profilo della città. Salire in cima alla torre regala una vista panoramica mozzafiato su Istanbul, con il Corno d’Oro, il Bosforo e il Mar di Marmara che si stendono ai vostri piedi. Il luogo perfetto per scattare foto indimenticabili e cogliere l’essenza di questa città sospesa tra due continenti.

Nel pomeriggio, attraversiamo il Bosforo per raggiungere Kadıköy, il quartiere più vivace del lato asiatico di Istanbul, pervaso da un’energia bohemien tra mercati alimentari e caffè alternativi dove fermarsi per un tè o un caffè turco. Il modo migliore per concludere la giornata è fare una crociera al tramonto sul Bosforo, che consente di ammirare le sontuose Yalı, le ville ottomane in legno che costeggiano le rive, le moschee e i palazzi storici come il Dolmabahçe e il Ciragan.

Giorno 4: Cappadocia, tra camini delle fate e chiese rupestri

Il quarto giorno si vola in Cappadocia, una regione nel cuore della Turchia che sembra uscita da un libro di fiabe. Il consiglio è di prendere un volo per Kayseri, considerata la principale porta d’accesso alla Cappadocia. In base all’orario di arrivo, dopo un passaggio in hotel per lasciare i bagagli, iniziamo la nostra esplorazione dalla valle di Göreme, un paesaggio lunare modellato dall’erosione e dall’attività vulcanica. Qui, i famosi camini delle fate – alti coni di tufo sormontati da massi di basalto – creano uno scenario surreale, reso ancora più magico dai voli delle mongolfiere all’alba.

Tappa obbligata al Museo all’Aperto di Göreme, un sito UNESCO che ospita decine di chiese rupestri affrescate, testimonianza della vita monastica bizantina. Tra le più suggestive ci sono la Chiesa di Santa Barbara, con affreschi che raffigurano animali fantastici, e la Tokali Kilise, la più grande della valle, con affreschi policromi che raccontano storie bibliche.

Goreme, Turchia

Fonte: istock

Il suggestivo panorama di Goreme, Turchia

Giorno 5: Escursione nelle valli incantate

La giornata inizia con un’escursione nella Valle di Devrent, conosciuta anche come la “Valle dell’Immaginazione”, dove le formazioni rocciose assumono forme bizzarre che stimolano la fantasia: cammelli, delfini, volti umani e molto altro. Poi si raggiunge la Valle di Paşabağ, famosa per i suoi camini delle fate a forma di fungo, alcuni dei quali sono stati scavati e abitati fin dal IV secolo a.C.

Nel pomeriggio, ci si dedica a un’escursione a piedi attraverso la Valle dei Piccioni, un percorso di circa 7 km che offre viste spettacolari sulle formazioni rocciose e sui villaggi scavati nella roccia. La valle deve il suo nome alle migliaia di colombaie scavate nella roccia, utilizzate fin dall’antichità per raccogliere il guano, un fertilizzante naturale.

La giornata si conclude a Uçhisar, un villaggio famoso per la sua imponente fortezza naturale, scavata in una torre di tufo, che regala una vista panoramica spettacolare sulla Cappadocia, particolarmente suggestiva al tramonto.

Giorno 6: Alla scoperta delle città sotterranee e delle valli nascoste

Il sesto giorno è dedicato alla scoperta dei segreti nascosti sotto la superficie della Cappadocia e delle sue incantevoli valli. Si inizia con la visita alla città sotterranea di Kaymaklı, un labirinto di tunnel scavati nella roccia, utilizzati come rifugio dalle popolazioni locali in tempi di pericolo. Un intricato sistema di gallerie, che si estende su otto livelli e comprende abitazioni, stalle, magazzini e chiese.

Si prosegue verso la Valle Rossa, famosa per le sue formazioni rocciose dai toni caldi, che creano un contrasto spettacolare con il cielo azzurro. I sentieri si snodano tra vigneti e piccole cappelle rupestri, offrendo un’esperienza immersiva nella natura e nella storia.
La giornata continua con la Valle dell’Amore, un luogo dall’atmosfera unica, il cui nome deriva dalle suggestive forme delle rocce, che ricordano figure romantiche.

Un’ultima tappa al Monastero di Selime, un complesso rupestre che sembra un castello scolpito nella roccia. Risalente al IX secolo a.C., comprende una cattedrale, cucine, stalle e abitazioni, tutte decorate con antichi affreschi. Dalla cima del monastero si gode una vista straordinaria sulla valle sottostante, un’esperienza che chiude in bellezza la giornata.

Giorno 7: Volo in mongolfiera e trekking nella Valle di Ihlara

L’ultimo giorno in Cappadocia si apre con un’esperienza magica: un volo in mongolfiera all’alba. Sorvolare le valli e i camini delle fate mentre il sole sorge è un’emozione unica, che regala panorami spettacolari e una prospettiva completamente nuova su questa terra incantata. Le mongolfiere, con i loro colori vivaci, sembrano danzare nel cielo, creando uno spettacolo che rimarrà impresso nella memoria per sempre.

Dopo il volo, ci si può dedicare a un’escursione nella Valle di Ihlara, un canyon scavato dal fiume Melendiz, dove si trovano antiche chiese rupestri e villaggi nascosti. Il trekking, di circa 4 ore, inizia dal villaggio di Ihlara e segue il corso del fiume, passando per piccole cappelle scavate nella roccia, come la Chiesa di Agacalti e la Chiesa del Serpente, entrambe decorate con affreschi bizantini risalenti al IX secolo.
Lungo il percorso, si incontra il villaggio di Belisirma, dove il nostro viaggio termina nel modo migliore, con un pranzo tipico in un ristorante locale a base di piatti tradizionali della Cappadocia, prima di dirigerci all’aeroporto di Kayseri per il volo di ritorno a Istanbul e, da qui, proseguire per l’Italia.