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Crociere di Natale 2025 e Capodanno 2026: le rotte più belle

Trascorrere le feste di Natale e Capodanno in crociera è una delle esperienze più affascinanti e rilassanti che si possano regalare a sé stessi o a chi si ama. Il mare d’inverno, i porti addobbati e illuminati a festa e l’atmosfera elegante delle grandi navi rendono queste vacanze davvero uniche e indimenticabili.

Per il Natale 2025 e il Capodanno 2026, le principali compagnie internazionali propongono itinerari spettacolari: dai Caraibi ai mari asiatici, fino alle coste europee più miti. Ecco le rotte più belle da vivere sotto le feste a bordo delle navi da crociera.

MSC Crociere: dal Texas ai Caraibi occidentali

Il 2025 segna un’importante novità per MSC Crociere: l’ingresso del Texas nella sua mappa delle destinazioni. Con l’arrivo di MSC Seascape al nuovo Cruise Terminal 16 di Galveston, la compagnia inaugura partenze settimanali verso i Caraibi occidentali, offrendo agli ospiti un viaggio tra cultura, storia e avventura.

Da novembre 2025 è possibile salpare da Galveston alla scoperta di Costa Maya e Cozumel in Messico e Roatán in Honduras. Itinerari pensati per chi sogna un Natale o un Capodanno immerso nei colori vivaci del mare caraibico e nelle atmosfere rilassate delle isole.

Ma il fascino della vacanza inizia già prima della partenza: Galveston è una città dal cuore vittoriano che merita di essere visitata.

Tra le tappe da non perdere: la Grand Opera House, l’iconico Hotel Galvez, il Pleasure Pier e per gli amanti della natura tantissime le attività possibili come lo snorkeling, il paddleboarding o il birdwatching lungo la costa del Golfo. A completare l’esperienza, le escursioni verso il vicino Johnson Space Center di Houston, dove è possibile ripercorrere la storia delle missioni spaziali.

Con MSC Seascape, le crociere natalizie dai sapori texani diventano l’occasione perfetta per vivere il mare in un modo diverso, tra tradizione americana e charme caraibico.

Itinerari di viaggio in crociera per Natale 2025 e Capodanno 2026

Ufficio Stampa

Da Galveston in crociera verso i Caraibi

Costa Crociere in Asia: l’eleganza di Costa Serena

Per l’inverno 2025/26, Costa Crociere presenta una grande novità: il ritorno di Costa Serena, completamente rinnovata – ambienti ispirati agli dèi dell’Olimpo reinterpretati in chiave moderna, nuove aree benessere e una SPA completamente riprogettata – e pronta a offrire itinerari esclusivi in Asia.

Dal novembre 2025, la nave propone una crociera speciale di dieci giorni tra Hong Kong, Taiwan, Corea del Sud e Giappone, mentre dal 21 novembre 2025 al 30 gennaio 2026 alternerà due diversi itinerari di 14 giorni verso il Sud-est asiatico.

L’esperienza inizia da Hong Kong, con la vista spettacolare di Victoria Peak, il fascino autentico del villaggio di Tai O. A Keelung, porta d’accesso a Taipei, i viaggiatori possono perdersi tra mercati notturni e sapori dello street food, mentre Seogwipo, sull’isola coreana di Jeju, regala scenari naturali mozzafiato con le cascate Cheonjiyeon e Jeongbang e la roccia Oedolgae che emerge dal mare.

Il viaggio prosegue a Busan, con i suoi villaggi colorati di Gamcheon e il suggestivo Tempio Haedong Yonggungsa incastonato tra le rocce. In Giappone, la tappa di Yatsushiro offre un mix di natura e spiritualità, mentre Nagasaki racconta la sua storia di rinascita tra il Peace Park, i giardini di Glover e la penisola di Shimabara.

Per chi desidera un Natale diverso, lontano dalle rotte più battute, questa crociera rappresenta un viaggio tra emozioni, cultura e panorami spettacolari del continente asiatico.

Corsica Sardinia Ferries: minicrociere tra Costa Azzurra e Corsica

Per chi preferisce un Capodanno più breve ma altrettanto memorabile, Corsica Sardinia Ferries propone due esclusive minicrociere a bordo delle iconiche Navi Gialle.

La prima proposta è la minicrociera Savona/Vado Ligure – Nizza, di due notti, con partenza la sera del 30 dicembre 2025 e rientro il 1 gennaio 2026. Prezzo a partire da 330 euro a persona – in cabina doppia interna.
La seconda opzione è la minicrociera Livorno – Bastia, di una notte, con partenza la mattina del 31 dicembre e rientro il 1 gennaio. Prezzo a partire da 240 euro a persona – in cabina doppia interna.

A bordo, la festa è protagonista: animazione, giochi, musica dal vivo e un cenone di Capodanno firmato dallo chef stellato Filippo Chiappini Dattilo, che combina piatti della tradizione mediterranea e creazioni originali.

Crociere per Capodanno 2026

Ufficio Stampa

Fuochi d’artificio di Capodanno ammirati dal mare

Royal Caribbean: Star of the Seas nei Caraibi

La nuova arrivata della Icon Class di Royal Caribbean, Star of the Seas, propone un Capodanno 2026 indimenticabile con crociere di 7 notti nei Caraibi orientali e occidentali, in partenza da Port Canaveral (Orlando).

Uno dei punti forti della crociera è la visita alla esclusiva isola privata Perfect Day at CocoCay, dove gli ospiti possono vivere momenti indimenticabili tra spiagge paradisiache, attività acquatiche e paesaggi mozzafiato. La nave, completamente addobbata per le feste, offre un Capodanno elegante e divertente per tutte le età.

A bordo, l’intrattenimento è di livello mondiale: sei scivoli acquatici da record, sette piscine panoramiche e spettacoli esclusivi, tra cui il musical di Broadway Back to the Future: The Musical. La proposta gastronomica è altrettanto ricca, con oltre quaranta bar e ristoranti, che permettono di vivere esperienze culinarie diverse ogni giorno.

Le tariffe per questa crociera festiva partono da 2.200 euro a persona, rendendo Star of the Seas un’opzione ideale per chi cerca una vacanza di Capodanno all’insegna del lusso accessibile, del divertimento e della comodità caraibica.

Capodanno 2026 in crociera: itinerari e rotte

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Star of the Seas, la nuova della Icon Class di Royal Caribbean

Il grande anello australe con PONANT

Per chi cerca un’esperienza davvero unica e fuori dal comune, PONANT propone la crociera The Great Austral Loop, un itinerario ultra‑premium pensato per Natale 2025. Si tratta di una crociera expedition di 19 giorni a bordo della nave L’Austral, che parte da Ushuaia (Argentina) e naviga tra le Isole Falkland, la Georgia del sud e la Penisola Antartica.

Questa proposta è riservata a chi desidera un viaggio esclusivo e luxury (i prezzi partono da circa 20.255 euro a persona). L’itinerario combina paesaggi incontaminati, fauna selvatica straordinaria e l’emozione di scoprire luoghi remoti e spettacolari, lontano dalle rotte tradizionali delle festività.

A bordo, gli ospiti trovano servizi di altissimo livello, atmosfere eleganti e la possibilità di vivere le feste in un contesto davvero esclusivo e lontano dal turismo di massa.

Crociera tra Canarie e Marocco con Costa Crociere

Restando nel continente, ma cercando il sole d’inverno, Costa Crociere propone per il Natale 2025 e Capodanno 2026 le sue amate crociere tra le Isole Canarie e il Marocco con prezzi a partire da soli 329 euro a persona.

Gli itinerari permettono di visitare alcune delle destinazioni più affascinanti dell’Atlantico europeo: Tenerife, Lanzarote, Fuerteventura, La Gomera, l’isola di Madera, e Agadir. Durante l’inverno, queste isole offrono temperature miti, paesaggi vulcanici, giardini tropicali e spiagge dorate.

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Italiani “pazzi” per gli Stati Uniti: cresce il numero di viaggiatori che sognano gli USA

Quanti di voi non hanno mai fantasticato su un viaggio coast to coast, con una Mustang rossa che sfreccia lungo la Route 66, la musica a tutto volume e un cielo sconfinato sopra la testa? Gli Stati Uniti continuano a esercitare un fascino irresistibile su di voi, viaggiatori italiani instancabili e curiosi. Anche in tempi turbolenti, quando le tensioni politiche e le notizie internazionali sembrano remare contro, l’America resta una calamita potente. E sapete una cosa? In questo 2025, il sogno a stelle e strisce cresce.

Mentre altri mercati hanno rallentato, scoraggiati da dichiarazioni infuocate e politiche discutibili, voi avete deciso di andare controcorrente. Avete riempito voli, prenotato tour, scovato mete alternative e trasformato il vostro desiderio di libertà in biglietti aerei e itinerari da film. Gli italiani, insomma, non si lasciano fermare da nulla: né dazi, né dichiarazioni di ex presidenti, né code ai controlli doganali.

Boom di italiani in viaggio negli USA nel 2025

I numeri parlano chiaro: il mercato italiano è tra i più vivaci in Europa. È cresciuto il numero di prenotazioni di italiani verso gli Stati Uniti con preferenze per le grandi città come New York e Los Angeles, ma c’è anche chi punta verso i parchi naturali e gli on the road come quello lungo la Route 66.

Un contributo importante è arrivato dalle compagnie aeree, che hanno fiutato l’entusiasmo e risposto alla grande con un aumento di rotte e tratte. Più voli diretti, più posti disponibili e, finalmente, una maggiore accessibilità anche dai principali aeroporti italiani.

Come riesce l’America a far battere il cuore così forte? Probabilmente è un mix di contrasti, il sogno americano e l’atmosfera da film che l’hanno fatta arrivare in cima alla wishlist di ogni viaggiatore.

Il Paese cambia, spaziando dal silenzio suggestivo del Grand Canyon al caos elettrizzante di Manhattan, arrivando poi alle spiagge californiane baciate dal sole. Possiamo dire che gli USA non sono quelli del film, ma sicuramente hanno tanto da raccontare. A spiegare questi dati è Mia Hezi, presidente dell’associazione Visit USA Italy, che lavora per poter rispondere concretamente alla domanda crescente dei viaggiatori supportandoli in modo concreto la promozione territoriale.

Gli italiani amano gli Stati Uniti e New York

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New York tra le mete preferite dagli italiani che visitano gli Stati Uniti

Viaggiare negli Stati Uniti: le novità

Il 2025 è stato l’anno dei grandi cambiamenti per chi ha gli USA nel cuore e nel passaporto. Partiamo dal punto dolente: l’Esta, ovvero l’autorizzazione elettronica necessaria per entrare nel Paese, ha subito un rincaro. Dal 30 settembre 2025, il costo è passato da 21 a 40 dollari. Un aumento, certo, ma nulla che possa fermare chi sogna di passeggiare per Times Square o sorseggiare un caffè a Venice Beach.

La buona notizia, però, arriva dal fronte tecnologico. Finalmente potete dire addio a file interminabili e attese infinite grazie al Mobile Passport Control, una nuova app gratuita della U.S. Customs and Border Protection. In pratica, una scorciatoia digitale per velocizzare i controlli all’ingresso negli Stati Uniti. Basta scaricarla, compilare le informazioni richieste e il gioco è fatto: il vostro passaggio alla frontiera sarà più rapido, smart e senza stress.

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7 giorni in Irlanda del Nord: un itinerario tra città vivaci e luoghi meno conosciuti

L’Irlanda del Nord – ovvero l’Ulster, nazione che fa parte del Regno Unito – è una terra che mescola paesaggi costieri degni di fare da scenografia a film e serie tv con città dinamiche, non troppo invase dal turismo di massa e capaci di offrire molto ai viaggiatori curiosi. A questo, si aggiunge una storia che fu molto complessa e che, al giorno d’oggi, si mostra a tutti con serenità e in tutto il suo fascino, sia parlando di passato lontano che di elementi più recenti. Sette giorni sono un buon tempo per girare l’Irlanda del Nord on the road. Cosa vedere mescolando sia i must-see che destinazioni meno convenzionali? Ecco qualche suggerimento.

Giorno 1:  Belfast, il battito giovane di una città storica

Belfast, la capitale dell’Irlanda del Nord, è il punto di partenza perfetto. Qui atterrano molti voli low cost, attivi soprattutto nella bella stagione, dall’Italia. In alternativa, puoi optare di volare su Dublino e di prendere, poi, un pullman che ti condurrà nella capitale dell’Irlanda del Nord. Il tragitto tra le due città è di poco meno di due ore e i mezzi pubblici con destinazione Belfast partono direttamente dall’aeroporto di Dublino. Ricordati che, dato che l’Ulster è parte del Regno Unito, ti servirà avere già l’ETA al tuo arrivo in Irlanda, in modo da passare il confine senza problemi.

Un primo giorno a Belfast non può che iniziare con una super colazione al St. George’s Market, il mercato coperto che si trova in quello che un tempo era un macello di epoca vittoriana. Occupa un edificio sotto tutela per la sua importanza storica e, al suo interno, avrai l’imbarazzo della scelta su cosa mangiare. Se ti vuoi sentire un vero local, vai in cerca del Belfast Bap, un panino a dir poco sostanzioso, servito appositamente per colazione, molto celebre proprio tra gli abitanti della città.

Per digerire meglio quella bontà, passeggia lungo il fiume e raggiunti così il Titanic Belfast, il museo interattivo che è stato costruito appositamente sul sito in cui venne fabbricato il transatlantico più celebre del mondo. Una volta visto il museo, se vuoi restare in zona, East Belfast è un luogo molto particolare da vedere, soprattutto se ami il calcio: da quelle parti, infatti, si trova quella che fu la casa natale e d’infanzia di George Best, un vero e proprio eroe locale (e non solo).

Lasciata East Belfast, puoi tornare verso il centro attraversando il Cathedral Quarter, nei pressi del quale troverai una delle strade più famose e fotografate – nonché tutta da gustare – di Belfast. Si tratta di Commercial Court, dove potrai varcare le porte di uno dei pub più storici e più belli della città: The Duke of York.

Cosa mangiare in Irlanda del Nord: Belfast Bap

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Il sostanzioso Belfast Bap

Giorno 2: Belfast e i suoi quartieri – Murales, storia e cultura urbana

Per la seconda giornata a Belfast, puoi dedicarti ai luoghi legati alla storia più recente della città. Il modo migliore per farlo è salire a bordo di un black taxi. Molti, infatti, dei taxisti della città sono guide autorizzate (lo noterai anche dalla licenza appesa al taxi). I Black Cab Tour sono proprio una caratteristica di Belfast e rappresentano il modo più autentico – nonché il migliore dal punto di vista degli spostamenti – per passare da un posto all’altro della città, fuori dal centro.

Solitamente, l’area di azione di questi tour si concentra nella zona di Falls Road, famosa per delineare il quartiere di influenza cattolica. Essa confine con Shankill Road, quartiere storicamente protestante. Tra le due zone c’è sempre stato un muro che, ora è stato denominato Peace Wall e racconta la storia di Belfast durante il periodo dei Troubles.

Dopo aver toccato con mano la storia, visibile per esempio in film come “Nel Nome del Padre” con Daniel Day-Lewis, il luogo da visitare è Crumlin Road Gaol, un’ex prigione vittoriana trasformata in museo, dove vengono spesso organizzati anche tour serali o a tema fantasmi.

Vuoi un consiglio per un pub da visitare in serata? Fatti riportare in centro dal taxi e vai al The Crown Liquor Saloon, una vera e propria meraviglia, sia per gli occhi che per la gola. Questo pub offre birre di altissima qualità, in un ambiente a dir poco storico e ben conservato.

Cosa vedere in Irlanda del Nord: Cushendun

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La costa irlandese a Cushendun

Giorno 3: da Belfast a Cushendun, passando per Glenarm e Carnlough

Dopo aver passato un paio di giorni in città, noleggia un’auto e parti alla scoperta dell’Irlanda del nord e dei suoi territori spettacolari. Lascia la città imboccando la celebre e panoramica Causeway Coastal Route, dirigendoti verso nord. Seguendo questo percorso – ben indicato con segnaletica apposita – ti garantirai di viaggiare lungo la via più spettacolare dell’Irlanda del Nord.

La prima tappa è Glenarm Castle and Gardens, un maniero settecentesco con splendidi giardini all’inglese. Questa dimora rappresenta un raro esempio di residenza ancora abitata da una delle più antiche famiglie nobili del paese: i conti di Antrim. Il castello fu costruito nel 1636, ma sorge su un sito abitato fin dal XIII secolo. È considerato un testimone delle complesse vicende che hanno visto protagonista l’Irlanda del Nord, tra clan gaelici, coloni scozzesi e potere britannico.

Il vero gioiello di questa dimora è il suo Walled Garden, uno dei più antichi giardini di questo genere d’Irlanda, meticolosamente restaurato e ricco di aiuole fiorite, piante rare, sentieri di rose, orti decorativi e sculture contemporanee.

Proseguendo, affacciato sulle acque tranquille del Glenarm Bay e incastonato tra le verdi colline delle Glens of Antrim, troverai il villaggio di Carnlough, con la sua atmosfera autentica e senza tempo. Sorto come porto commerciale nel XIX secolo, oggi conserva il suo fascino vittoriano con piccoli edifici in pietra.

Se sei fan di Game of Thrones, non ti sarà difficile riconoscere subito i gradini del porto, usati come location nella serie. Ma al di là del richiamo televisivo, Carnlough merita una visita per la sua genuinità fatta di piccole caffetterie, ottimi pub e tanta accoglienza. È un perfetto esempio di quel volto sincero e rilassato dell’Irlanda del Nord che troppo spesso sfugge agli itinerari più battuti.

Restando in tema di location e serie tv, termina la giornata a Cushendun, un villaggio che sa incantare con le sue case bianche e con le Caves of Cushendun.

Cosa vedere in Irlanda del Nord: Ballintoy Harbour

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La bellezza scenografica di Ballintoy Harbour

Giorno 4: da Torr Head a Ballintoy Harbour, con tappa a Ballycastle

Ogni tanto, soprattutto quando si viaggia on the road, vale la pena di alzarsi presto e mettersi in strada. Il motivo, parlando di Irlanda del Nord, è presto detto: raggiungi la Torr Head Scenic Route. Questa strada stretta e serpeggiante – ma decisamente praticabile – si stacca dalla più battuta Causeway Coastal Route tra Cushendun e Ballycastle, offrendo un’esperienza di guida immersiva tra pascoli pieni di pecore e panorami che ti lasceranno senza fiato.

Nei giorni limpidi, dalla cima di Torr Head — un promontorio roccioso che si affaccia sull’oceano — si può vedere chiaramente la costa della Scozia, distante solo 20 chilometri. Lungo il percorso si incontrano rovine sparse, vecchie postazioni doganali e testimonianze della vita rurale più autentica. Malgrado la deviazione per abbracciare il panorama, non ti sarà difficile arrivare a Ballycastle, un’accogliente cittadina balneare, ideale per una pausa pranzo con vista sull’oceano.

La tappa finale di questa giornata sarà Ballintoy Harbour, uno dei porti più fotogenici d’Irlanda. Questo piccolo porto di pescatori, ancora attivo in parte, è incastonato in una baia dove l’oceano si insinua con forza e bellezza. Il paesaggio qui sembra scolpito dal vento e dal tempo: selvaggio, intimo, straordinariamente scenografico. Non a caso, anche questo luogo è stato scelto come set naturale per Game of Thrones, dove ha “impersonava” le Isole di Ferro.

A questo punto dell’itinerario in Irlanda del Nord, sarai molto vicino alla Giant’s Causeway: puoi fermarti e dedicarle un giorno intero oppure una visita più corta ma sempre significativa.

Cosa vedere in Irlanda del Nord: Dunluce Castle

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Dunluce Castle: uno dei castelli più belli d’Irlanda

Giorno 5: dal Castello di Dunluce a Portstewart

A questo punto del tuo viaggio, puoi pensare di inizare la giornata con ammirando l’affascinante Castello di Dunluce, arroccato su una scogliera a picco sul mare: si tratta di uno dei castelli più iconici d’Irlanda. Risalente al XIII secolo e ampliato nel Seicento dalla potente famiglia MacDonnell, il castello domina le scogliere ispirando miti e racconti.

È riuscito persino a toccare la fantasia di C.S. Lewis, autore de Le Cronache di Narnia. Le sue torri e mura spezzate sembrano sul punto di cadere nel vuoto: la leggenda narra che un’intera cucina, con servitù al completo, precipitò in mare durante una tempesta. Dai bastioni si gode una vista vertiginosa sulla costa, mentre tra le rovine si respira un silenzio intriso di secoli di battaglie, intrighi e vita nobile.

Continua il tuo viaggio proseguendo verso Downhill Demesne, vicino a cui troverai una proprietà gestita e tutelata dal National Trust: si tratta del poetico Mussenden Temple, costruzione circolare neoclassica affacciata su una scogliera. Costruito nel 1785 come biblioteca privata dal vescovo protestante Frederick Hervey, questo piccolo edificio circolare in stile neoclassico si ispira al Tempio di Vesta di Tivoli, ma sembra più un miraggio tra cielo e mare.

Un viaggio in Irlanda del Nord non è completo senza un po’ di tempo passato su una spiaggia sferzata dal vento. Lungo la strada che stai percorrendo, troverai molto facilmente Portstewart Strand, un’enorme spiaggia lunga circa quattro chilometri e protetta sempre dal National Trust. L’accesso alla spiaggia è garantito dall’alba al tramonto.

Cosa vedere in Irlanda del Nord: Mussenden Temple

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Mussenden Temple, a picco sulla costa

Giorno 6: Derry, tra mura, musei e racconti

Il secondo volto cittadino dell’Irlanda del nord è rappresentato da Derry, detta anche Londonderry (perché furono i Londinesi ad aiutare gli abitanti a costruirne le fortificazioni), nota soprattutto come Maiden City perché non fu mai espugnata in tanti secoli di storia.

Le sue mura, risalenti al XVII secolo, sono tra le meglio conservate d’Europa e possono essere percorse, diventando un perfetto itinerario per scoprire la città e la sua storia più antica. Per conoscere quella più recente, recati al toccante Museum of Free Derry, che racconta il periodo dei Troubles. Fu quello il momento in cui Derry divenne celebre per il Bloody Sunday, nel gennaio del 1972.

Se ti va di concludere la tua giornata come un vero abitante di Derry, recati in centro: proprio nei dintorni della Guildhall, troverai molti pub che saranno pronti ad accoglierti con un’ottima pinta di stout locale.

Cosa vedere in Irlanda: Grianán of Aileach

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Grianán of Aileach: un luogo dove ammirare il paesaggio

Giorno 7: rotta verso Grianán of Aileach per poi tornare a Belfast

Prima di rientrare a Belfast, parti da Derry e fai una deviazione passando il confine con la Repubblica d’Irlanda per visitare il Grianán of Aileach, un forte circolare in pietra risalente a oltre 3.000 anni fa. Costruito inizialmente come luogo cerimoniale preceltico e, successivamente, fortificato dai re dell’antico regno di Aileach, fu per secoli un centro di potere politico e spirituale nell’Ulster.

Le mura in pietra, spesse e perfettamente ricostruite nel XIX secolo, offrono oggi un punto di osservazione straordinario: lo sguardo abbraccia tre contee — Donegal, Derry e Tyrone — tra verdi colline, spiagge più in lontananza e il famoso cielo d’Irlanda a fare da contorno a tutto. Visitare il Grianán è un’esperienza quasi mistica, dove il tempo sembra sospeso e il vento racconta storie dimenticate. È un luogo che fonde storia antichissima, natura e silenzio, regalando una delle esperienze più speciali che l’Isola di Smeraldo possa regalare ai viaggiatori che la visitano con l’anima curiosa e il cuore aperto a nuove esperienze.

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Uno dei treni più belli del mondo inaugura una nuova rotta nell’estate 2026

Immaginate di essere seduti su uno dei treni più belli del mondo, mentre dalle grandi vetrate panoramiche ammirate laghi dalle acque turchesi, canyon rossi e dorati, fiordi e lussureggianti foreste. Questo treno si chiama Rocky Mountaineer e fa sognare i viaggiatori con la sua tratta che, snodandosi attraverso l’Alberta e la Columbia Britannica in Canada, e il Colorado e lo Utah negli Stati Uniti, raggiunge le vette imponenti delle Montagne Rocciose.

Già questo percorso è talmente bello da sembrare un sogno per molti, ma non è l’unico. Il Rocky Mountaineer sta per inaugurare un nuovo itinerario in edizione limitata, che attraverserà altri paesaggi mozzafiato. Proprio così: ha esteso i suoi binari con il nuovissimo percorso Passage to the Peaks, disponibile per la prenotazione già da ora per i mesi di giugno e luglio 2026.

La nuova rotta si discosta dal classico viaggio lungo la West Coast e si avventurerà nelle province canadesi dell’Alberta e della Columbia Britannica, fermandosi nelle città di Edmonton, Jasper, Banff, Calgary, Kamloops e Lake Louise. Fate le valigie, preparate scarponi e cappotti invernali: si parte!

Passage to the Peaks, la nuova tratta del Rocky Mountaineer

Considerata una delle tratte ferroviarie più belle e panoramiche del mondo, quella offerta dal Rocky Mountaineer permetterà, per un periodo limitato nell’estate 2026, di intraprendere un nuovo viaggio nel cuore delle Montagne Rocciose canadesi. Durante questa incredibile esperienza non raggiungerete la costa occidentale come avviene nella tratta classica, ma partirete e arriverete rispettivamente nelle città di montagna di Banff e Jasper.

Tra una fermata e l’altra, il treno scivola attraverso paesaggi naturali mozzafiato come laghi glaciali, valli profonde, catene montuose e foreste lungo le Montagne Rocciose canadesi, sfruttando al meglio quel tetto panoramico in vetro che ha contribuito in primo luogo alla notorietà del Mountaineer.

Gli itinerari disponibili

Quella offerta dal Rocky Mountaineer in Canada è un’esperienza di lusso, una di quelle da vivere almeno una volta nella vita…se si ha la possibilità di investire in un viaggio davvero speciale. Le tratte disponibili variano a seconda del pacchetto scelto. L’itinerario da cinque notti, ad esempio, tocca le località principali, offrendo più tempo per esplorare le città e includendo un tour turistico di mezza giornata nel Parco Nazionale di Jasper.

I viaggi da sette notti presentano invece due opzioni: uno esclude Banff, ma aggiunge tappe extra a Edmonton, Lake Louise e Calgary; l’altro rinuncia a Lake Louise, mantenendo però la sosta a Banff. Per chi desidera un’esperienza ancora più completa, i pacchetti da nove notti permettono di visitare tutte le destinazioni, oppure di optare per un itinerario circolare con partenza e arrivo a Calgary, escludendo però Edmonton.

E se volete rendere il viaggio ancora più memorabile, potete aggiungere un’escursione a bordo dell’Ice Explorer: un veicolo speciale che vi condurrà lungo il ghiacciaio Athabasca, nel cuore dei Columbia Icefields, uno dei più vasti campi di ghiaccio a sud del Circolo Polare Artico.

Qualunque sia il percorso scelto, ogni itinerario offre vantaggi unici: hotel confortevoli, tour organizzati e tempo libero per esplorare in autonomia, respirando l’aria fresca e pura delle Montagne Rocciose. Il prezzo di partenza per un pacchetto base è di circa 2.800 euro.

I luoghi più belli da scoprire lungo il Passage to the Peaks

È sicuramente uno dei treni più belli da prendere in Canada perché la nuova tratta Passage to the Peaks attraversa alcuni dei luoghi più famosi del Paese. Tra questi scenari mozzafiato, spiccano sicuramente le meraviglie naturali e le formazioni rocciose più famose delle Montagne Rocciose canadesi, uno su tutti il Mount Rundle. Con la sua inconfondibile silhouette dentellata, domina l’orizzonte nei pressi di Banff e rappresenta una delle montagne più fotografate del parco, soprattutto al tramonto.

Tra i luoghi naturali spicca anche Castle Mountain, il cui profilo massiccio e stratificato ricorda quello di un castello medievale, situata lungo la Bow Valley Parkway, e il Rogers Pass, un passo di montagna storico immerso nel Glacier National Park: un corridoio selvaggio circondato da ghiacciai e fitte foreste alpine.

Non mancano, ovviamente, i capolavori dell’ingegneria ferroviaria: stiamo parlando degli Spiral Tunnels, due tunnel a spirale scavati nelle montagne che permettono al treno di superare forti pendenze con eleganza, offrendo un momento di meraviglia tecnica e paesaggistica.

E poi ci sono i laghi, come il Shuswap Lake, con le sue acque calme e le sponde frastagliate, e Moose Lake, oltre che le Pyramid Falls, una cascata spettacolare visibile solo dalla ferrovia. Insomma, un viaggio da sogno che lascia sicuramente senza fiato.

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Viaggio on the road in Slovenia, le tappe da non perdere tra alpi, laghi e borghi da fiaba

La Slovenia è un Paese piccolo, ma così ricco di luoghi meravigliosi da permettervi di coprire tranquillamente un itinerario di due settimane senza mai annoiarvi! Dalla capitale Lubiana alla località fiabesca di Bled, dalle vette del Triglav alle acque turchesi del fiume Soca, questa è una destinazione che sorprende, conquista e affascina, da scoprire rigorosamente con un incredibile road trip.

In più, la Slovenia è famosa in Europa per il suo impegno alla sostenibilità, promosso attraverso sia valide iniziative turistiche che tramite vari obiettivi imposti dal governo, come quello di raggiungere la climatic neutrality entro il 2045.

Acquistate la vignetta autostradale, portate la vostra borraccia (le occasioni per riempirla saranno tante) e partite alla scoperta della Slovenia: queste sono le tappe che, secondo noi, non potete assolutamente perdere.

Lubiana, la capitale

Il vostro viaggio on the road in Slovenia non può che cominciare nella sua capitale: Lubiana. Ricca di musei, architetture meravigliose, con evidenti influenze viennesi e veneziane, spazi verdi e fantastici posti dove mangiare e bere, offre un centro storico suggestivo, da scoprire a piedi o in bici, dominato da un imponente castello in cima a una collina e diviso a metà dalla placida arteria del fiume Ljubljanica. Attraversate i diversi ponti, arricchiti dalla presenza dei draghi, simbolo della città, e lasciatevi semplicemente trasportare dalla sua atmosfera.

Se volete fare una tappa particolare, raggiungete il centro culturale di Metelkova: se di giorno è un luogo tranquillo dove curiosare tra i murales e le installazioni artistiche, di sera si trasforma in un tutta una serie di bar e club con musica dal vivo e DJ set. 

Lubiana

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Centro storico di Lubiana

Pirano, gioiello costiero

La costa della Slovenia comprende solo 47 chilometri, ma è costellata di cittadine affascinanti, una su tutte Pirano. Storica città portuale situata su una stretta penisola, circondata su tre lati dal Golfo di Trieste, è stata per mezzo millennio sotto la dominazione veneziana, un aspetto le cui tracce sono visibili soprattutto nelle architetture e nello stretto rapporto che ha mantenuto con l’Italia in termini linguistici. Insieme ad altri due comuni sloveni, l’italiano è la lingua co-ufficiale!

Pirano è simile ad altre città dell’Adriatico, ma offre un’atmosfera più tranquilla e pacifica. Distante solo un’ora e mezza da Lubiana, se vista dall’alto appare come un grazioso insieme di tetti in terracotta e vicoli in cui perdersi, tra piazze, enoteche e ristoranti da provare. Passeggiate sul lungomare e, se volete godere di una vista mozzafiato, avete due opzioni: salire sulle torri della cinta muraria o sulla torre dell’orologio.

La Valle dell’Isonzo e i suoi colori verde smeraldo

Una volta lasciata Pirano, è arrivato il momento di dare un’occhiata ai paesaggi naturali per i quali la Slovenia è così famosa partendo dalla Soca Valley. Chiamata Soča in sloveno, quest’area è famosa per i colori del fiume omonimo, caratterizzati da un brillante verde smeraldo, talmente straordinario da essere stato utilizzato come location nel film Le Cronache di Narnia.

Tra le tappe da non perdere nella valle, soprattutto se siete alla ricerca di paesaggi bellissimi, ci sono Trenta Valley, dove verrete accolti da prati di un verde vivido, incantevoli case alpine con persiane di legno e fiori colorati alle finestre e maestose montagne, e Great Soča Gorges. Questa è una gola impressionante, lunga 750 metri, scavata dal fiume Isonzo e caratterizzata da piscine naturali color smeraldo.

Arrivare alla Valle dell’Isonzo da Lubiana è di per sé un’esperienza da vero viaggio on the road: prendete la “strada settentrionale” attraverso Kranjska Gora (tramite la A2/E61 da Lubiana) e superate il Passo del Vršič, con la sua suggestiva strada a serpentina.

La località alpina di Kranjska Gora

Se uno dei motivi che vi ha portato in Slovenia è trascorrere più tempo che potete all’aria aperta, allora dovete fare tappa nella località alpina di Kranjska Gora. Situata nella Valle dell’Alta Sava, nella Slovenia nord-occidentale, molto vicina ai confini austriaco e italiano, funge da porta settentrionale del Parco Nazionale del Tricorno e ogni anno attira escursionisti, ciclisti, amanti del trekking e alpinisti desiderosi di esplorare le vette più alte delle Alpi slovene.

Le attività da fare sono diverse e soddisfano ogni esigenza e livello di preparazione. Potete raggiungere le cascate di Martuljek, visitare il lago Jasna, pedalare verso la Riserva Naturale Zelenci o arrivare al Passo del Vršič per fare qualche trekking.

Riserva di Zelenci

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Riserva Naturale Zelenci

Il fiabesco lago di Bled

È uno dei luoghi più famosi in Slovenia e, se questa è la prima volta che viaggiate in questo Paese, vi consigliamo di inserirlo come tappa. Bled è un lago glaciale situato ai margini delle Alpi Giulie, innegabilmente scenografico grazie alla presenza di un castello medievale adagiato sulla scogliera, di un’isola coronata da una chiesa e da un romantico lungolago.

Qui, come in tante altre mete slovene, l’impegno alla sostenibilità è evidente: c’è un divieto di circolazione per le imbarcazioni a motore (di conseguenza, acqua pulita e nessun inquinamento acustico) e sono presenti diverse fontanelle di acqua potabile per riempire la propria borraccia.

La sua bellezza può essere goduta tutto l’anno e in diversi modi: potete nuotare e prendere il sole d’estate (solo nelle zone adibite alla balneazione), fare delle camminate per raggiungere i punti panoramici o noleggiare una barca a remi per scoprire il lago da una prospettiva diversa.

Il lago Bohinj, scenico e selvaggio

Se state organizzando il vostro viaggio on the road in Slovenia d’estate, raggiungere un lago per rinfrescarvi è sempre un’ottima idea, soprattutto quando si tratta del lago Bohinj. Di origine glaciale, si trova all’interno del Parco Nazionale del Triglav, nella Valle di Bohinj, e immerge i visitatori in un luogo scenografico e incontaminato. Nuotare qui è un vero piacere: l’acqua è cristallina e fresca.

Il lago di Bohinj è anche un ottimo punto di partenza per le escursioni nelle Alpi Giulie o per utilizzare il kayak e il SUP.

C’è anche una leggenda locale legata a questo lago: Dio, dopo aver diviso tutto tra la sua gente, si rese conto di aver trascurato alcune persone. Queste non fecero rumore, né si lamentarono, motivo per cui Dio provò compassione per loro. Decise quindi di concedere loro il pezzo migliore del mondo, la terra che in realtà aveva riservato per sé. Il nome Bohinj deriva da “Boh”, che è come la gente di Bohinj chiama Dio. Bohinj significa letteralmente “la terra di Dio”.

Parco Nazionale del Tricorno

Il Parco Nazionale del Tricorno (Triglavski Narodni Park) è l’area protetta più grande e l’unico parco nazionale della Slovenia, con una superficie di 840 chilometri quadrati. Il parco comprende la maggior parte delle Alpi Giulie orientali, una catena montuosa che fa parte delle Alpi calcaree meridionali (come le nostre Dolomiti).

Chiunque ami fare escursionismo non può rinunciare a una tappa in questo parco, dove il paesaggio è costellato di fiumi cristallini, valli scavate dai ghiacciai, laghi alpini, pascoli d’alta quota, stambecchi in libertà, cime mozzafiato e gole nascoste come Vintgar, Mlinarica e Mostnica.

I più avventurosi possono raggiungere la vetta del Monte Tricorno (2864 metri) o percorrere i trekking di più giorni che attraversano la Valle dei Sette Laghi. Se invece cercate una cascata, raggiungete la parte settentrionale del parco verso la Cascata Peričnik: questa è formata dall’acqua che scorre su una parete di conglomerato in due ripide cadute, creando una cascata superiore alta 16 metri e una inferiore di 52 metri.

Parco Nazionale del Tricorno

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I paesaggi nel Parco Nazionale del Tricorno

Grotte di Postumia

In Slovenia si trova anche una delle grotte carsiche più visitate d’Europa: stiamo parlando delle Grotte di Postumia. Se state viaggiando con dei bambini (ma non solo) questa potrebbe rivelarsi un’esperienza da non perdere: all’interno della grotta si trova una ferrovia costruita oltre 140 anni fa che conduce i visitatori nell’intreccio di gallerie e sale sotterranee carsiche.

Seduti comodamente sul trenino, infatti, potrete partecipare a una visita guidata di un’ora e mezza e scoprire tutte le peculiarità carsiche più importanti: la stalagmite più grande, chiamata il Grattacielo, alta ben 16 metri, il simbolo delle Grotte di Postumia di color bianco cristallino, il Brillante, l’ufficio postale più antico del mondo e l’animale più famoso, il proteo.

La Valle di Vipava

C’è chi intraprende un viaggio on the road in Slovenia per ammirare i paesaggi montani e chi, invece, preferisce i vigneti. Sapevate che anche qui si trova una splendida Strada del Vino? La regione vinicola di Vipava e Nova Gorica offrono diverse opportunità di scoperta sia culinarie che gastronomiche. Potete partecipare a una degustazione accompagnata da prodotti tipici, pedalare tra i vigneti e fermarvi nelle diverse cantine oppure raggiungere gli altipiani che fanno da sfondo al panorama per fare qualche escursione a piedi.

Non mancano anche delle deliziose cittadine in cui fare tappa: da Aidussina alla pittoresca Vipava, fino a Gozze, considerato tra i villaggi più belli di tutta la valle.

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PE-PPE!, il bus della cultura: Roma si scopre viaggiando gratis tra storia, musei e arene

Roma non finisce mai, è eterna, si sa. Ma a volte serve un autobus per rendersene conto. Si chiama PE-PPE! (proprio come un’esclamazione di sorpresa romana!) ed è il nuovo progetto di Roma Capitale dedicato alla cultura, alla scoperta e all’inclusione. Un’iniziativa itinerante, gratuita e a misura di cittadino, pensata per far salire a bordo tutti – ma proprio tutti! – alla scoperta di una Roma che va ben oltre i soliti itinerari turistici.

Dal 2 luglio al 12 ottobre, PE-PPE! condurrà i passeggeri alla scoperta dei tesori nascosti (e non solo) della Città Eterna: un autobus coloratissimo, capace di ospitare fino a 45 persone per corsa, partirà da ciascuno dei 15 Municipi di Roma, portando i cittadini nei luoghi simbolo dell’arte e in quelli meno esplorati della Capitale.

Il tutto senza spendere un euro, con accesso gratuito anche a siti e spettacoli normalmente a pagamento. Un vero e proprio festival su ruote, tra musei, ville storiche, cinema all’aperto e teatri antichi.

Un viaggio attraverso i Municipi: 75 tour per (ri)scoprire Roma

PE-PPE! non è un bus turistico qualsiasi. È una linea culturale pensata per avvicinare la città a chi, per motivi economici o logistici, non ha mai avuto l’opportunità di vivere appieno l’offerta artistica di Roma. Con 75 percorsi previsti da luglio a ottobre, ogni Municipio sarà protagonista e punto di partenza di un tour unico, che include trasporto, visite guidate, ingressi gratuiti e appuntamenti con il meglio dell’Estate Romana.

Dalla Villa Torlonia dei luoghi fiabeschi al Museo della Forma Urbis nel Parco del Celio, dalla Centrale Montemartini fino ai Musei Capitolini, PE-PPE! porterà i partecipanti in veri scrigni di bellezza, spesso poco battuti dal turismo di massa.

E ancora: passeggiate serali tra i Fori Imperiali, visite tematiche a Villa Borghese, ingressi alle arene cinematografiche sotto le stelle come Roma Cinema Arena al Parco degli Acquedotti e proiezioni al Puntasacra Film Fest a Ostia.

Il programma di luglio: musei la mattina, festival e cinema la sera

A luglio, PE-PPE! ha già acceso i motori con un calendario che mescola arte, cinema e letteratura. Le giornate iniziano spesso con partenze mattutine alle 9.30 e visite a luoghi iconici come il Museo di Roma a Palazzo Braschi, i Musei Capitolini, la Centrale Montemartini e gli itinerari verdi tra le bellezze di Villa Borghese o Villa Torlonia. Ogni escursione è guidata e gratuita, con prenotazione tramite il proprio Municipio.

La sera, il bus della cultura si trasforma in una navetta per l’intrattenimento sotto le stelle: il Letterature Festival Internazionale di Roma, con spettacoli nei quartieri e nelle biblioteche; il Roma Cinema Arena tra gli acquedotti; il Puntasacra Film Fest all’Idroscalo di Ostia. E non mancano le serate di teatro classico al Festival di Ostia Antica, con titoli come Ifigenia a pochi passi dal mare.

In un’estate in cui Roma diventa palcoscenico a cielo aperto, PE-PPE! è la chiave per viverla senza pensieri, riscoprendo ogni angolo con occhi nuovi. Perché, a volte, il viaggio più sorprendente inizia proprio sotto casa.

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Arte e cultura Città d'Arte Idee di Viaggio itinerari Itinerario di 3 giorni Madrid Viaggi Viaggi Relax

Cosa vedere a Madrid in 3 giorni, l’itinerario smart tra i simboli della capitale spagnola

È elegantissima e romantica, vivace ed eclettica, ricca di storia ed autentica. Madrid ha tante sfumature che si scorgono ad ogni palazzo e in ogni strada che la compone, in ogni piazza o parco che la rende vivibile e comodamente visitabile anche se si hanno pochi giorni a disposizione.

La capitale della Spagna garantisce ogni genere di attrazione a chi la visita, dai siti culturali e storici ai luoghi della movida dove le tapas sono un must, tra bar, mercati e quartieri alternativi. Se state organizzando un breve viaggio in quello che è a tutti gli effetti il cuore della penisola spagnola, ecco l’itinerario smart in 3 giorni che vi permette di non perdere nulla dei principali luoghi simbolo di Madrid.

Primo giorno: il cuore storico con vista panoramica

Tappa 1: Palacio Real

Il viaggio alla scoperta delle attrazioni imperdibili di Madrid può iniziare con il sontuoso Palazzo Reale e i suoi meravigliosi giardini Sabatini. È il più grande palazzo reale d’Europa, residenza ufficiale della monarchia spagnola (oggi solo cerimoniale), costruito nel XVIII secolo. Con il suo inconfondibile stile barocco e neoclassico, ospita oltre 3.000 stanze, tra cui la Sala del Trono, la Cappella Reale e la Real Armería. Al suo interno si trovano collezioni d’arte e oggetti unici, come dipinti di Goya e un raro quartetto di Stradivari. Puoi decidere di visitarlo internamente, oppure ammirarne tutto l’incanto passeggiando nei suoi dintorni.

Tappa 2: Cattedrale dell’Almudena

Proprio di fronte al Palazzo Reale sorge la magnifica Cattedrale dell’Almudena, il cuore spirituale di Madrid, dedicato alla santa patrona della città. Consacrata nel 1993 da Papa Giovanni Paolo II dopo oltre un secolo di costruzione, appare oggi in tutto il suo splendore con il suo mix di stili architettonici tra il neoclassico, il neogotico e il neoromanico. All’interno si trovano colorate vetrate moderne, una spettacolare cripta e opere d’arte sacra. Dalla sua cupola si può godere inoltre di una vista panoramica incantevole.

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Cattedrale dell’Almudena di Madrid, accanto al Palazzo Reale

Tappa 3: Teatro Real

Già dalla facciata esterna il Teatro Real incanta la vista, ma all’interno è un capolavoro. Si affaccia a Plaza de Oriente, proprio come il Palazzo Reale, e rappresenta il teatro d’opera più importante di Madrid (e nel 2021 ha vinto l’International Opera Award come miglior teatro d’opera al mondo). Inaugurato nel 1850, è stato restaurato e riaperto nel 1997 con tecnologie sceniche all’avanguardia e ospita tantissimi spettacoli di livello internazionale.

Tappa 4: Plaza de España e vista panoramica a 360°

Con una breve passeggiata si raggiunge poco più a nord Plaza de España, una delle più simboliche di Madrid, dalla quale inizia la Gran Vía (la strada centrale della capitale spagnola, ricca di negozi, ristoranti e attrazioni). Nella piazza spicca il celebre monumento a Cervantes con Don Chisciotte e Sancho Panza, mentre attorno sorgono diversi edifici storici, tra i quali la Torre de Madrid e l’Edificio España, creando un perfetto mix tra storia, architettura e spazi verdi.

Ecco una vera chicca: potete salire all’ultimo piano dell’Edificio España (oggi sede di una celebre catena di hotel), imponente icona dello skyline madrileno con i suoi 117 metri di altezza, e dall’alto della terrazza godere di una vista panoramica mozzafiato a 360° su tutta la città. Per i più coraggiosi c’è anche una passerella di vetro da attraversare. La salita alla terrazza avviene con un veloce ascensore ed è a pagamento, ma la spesa vale tutta l’emozione di vedere Madrid da un’altra prospettiva.

Plaza de España nel cuore di Madrid

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Plaza de España, Madrid

Tappa 5: Tempio di Debod

L’ultima tappa del primo giorno a Madrid è quella al suggestivo Templo de Debod, a poca distanza da Plaza de España: si tratta di un antico tempio egizio del II secolo a.C., donato dall’Egitto a Madrid nel 1968 in segno di riconoscenza per il salvataggio dei monumenti nubiani dall’alluvione della diga di Assuan. Smontato pietra per pietra, è stato infatti ricostruito nel Parco del Oeste, mantenendo l’orientamento est‑ovest originale.

Visitarlo al tramonto è un’esperienza memorabile: immerso in un ambiente unico tra giardini botanici e stagni riflettenti, è una delle mete più romantiche e fotografate di Madrid. Il modo perfetto per concludere il primo giorno in questa elegante città.

Templo de Debod a Madrid

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Il suggestivo Templo de Debod, a Madrid

Secondo giorno: piazze celebri e tapas nei quartieri vivaci

Tappa 1: quartiere Malasaña con Plaza Raffaella Carrà

Il secondo giorno inizia dal quartiere Malasaña, vivace centro culturale noto per la sua atmosfera alternativa e retrò. Situato nel cuore della città, a nord rispetto alla Gran Vía, è composto da stradine costellate di negozi vintage, librerie indipendenti e boutique di moda alternativa. Non mancano locali in cui assaggiare la gastronomia tipica spagnola.

Quasi al confine con il quartiere Chueca, moderno e vivace, si trova Plaza Raffaella Carrà, dedicata all’indimenticata artista italiana molto amata anche in Spagna.

A poca distanza sorge anche la Chiesa di Sant’Antonio degli Alemanni, piccolo tesoro nascosto soprannominato la “Capilla Sixtina del Barocco madrileno”. Dichiarata Monumento Nazionale è l’unica chiesa con pianta ellittica a Madrid.

Tappa 2: Gran Vìa ed Edificio Metropolis

A delimitare a sud il quartiere di Malasaña è la celebre Gran Vía madrilena. Camminando lungo questa larga strada (verso est) sulla quale si affacciano sontuosi ed eleganti palazzi storici tra Art Déco e modernismo, si raggiungere l’Edificio Metropolis. Si tratta di un bellissimo palazzo in stile Beaux‑Arts, con facciata neorinascimentale, colonne corinzie e statue allegoriche che rappresentano il commercio, l’industria, l’agricoltura e le miniere e con una cupola in ardesia decorata con 30.000 foglie d’oro. Spicca all’incrocio tra Calle Alcalá e Gran Vía ed è una delle icone di Madrid maggiormente fotografate.

Tappa 3: Fuente e Palacio de Cibeles

Al termine della Gran Vía, a poca distanza dall’Edificio Metropolis, si raggiunge la Fuente de Cibeles: la fontana neoclassica al centro di una grande rotonda che raffigura la dea Cibele su un carro trainato da leoni, simboleggiando fertilità e prosperità. Proprio qui vengono tradizionalmente festeggiate le vittorie calcistiche del Real Madrid.

Sulla rotonda si affaccia anche il Palacio de Cibeles. Maestoso ed elegante, dallo stile eclettico, era l’ex sede di Poste e Telecomunicazioni, mentre oggi ospita il Municipio di Madrid, ma anche numerose mostre, eventi, un ristorante panoramico e un famoso belvedere con vista sulla città.

Tappa 3: Puerta del Sol

Riprendendo lo svincolo su cui si trova l’Edificio Metropolis, e percorrendo Calle Alcalá, si raggiunge Puerta del Sol, la piazza più grande di Madrid che non ha bisogno di tante presentazioni. A renderla celebre è il fatto che segna il chilometro zero della rete stradale spagnola, quindi rappresenta simbolicamente il cuore del Paese. Qui si trova anche la famosa statua dell’Orso e del Corbezzolo.

Puerta del Sol, piazza simbolo di Madrid

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La celebre Puerta del Sol, Madrid

Tappa 4: Plaza Mayor

Cuore assoluto della Madrid storica, Plaza Mayor è nata nel XVII secolo durante il regno di Filippo III, la cui statua equestre spicca al centro. Circondata da eleganti edifici a tre piani con portici e nove archi d’ingresso, ospita monumenti emblematici come la Casa de la Panadería, la Casa de la Carnicería e l’Arco de Cuchilleros, oltre a numerosi bar, ristoranti e mercatini (come quello di Natale).

Tappa 5: tapas tra mercati e vie storiche

L’ultima tappa del secondo giorno esplora i luoghi della movida madrilena, quelli in cui deliziare il palato con le tipiche tapas e vivere piacevoli momenti di socialità. Uno di questi è il Mercado de San Miguel, nato nel 1926  restaurato nel 2009: è uno splendido esempio di architettura in ferro e vetro, tra i pochi rimasti a Madrid, che ospita un mercato gourmet, vera istituzione per Madrid.

Il giro di tapas non può che proseguire nel quartiere La Latina, uno più antichi e autentici di Madrid. Dallo stile medievale, formato da un dedalo di strette stradine, ospita due vie simbolo per “tapear” in compagnia passando da un bar all’altro: calle Cava Baja e calle Cava Alta.

Terzo giorno: tra arte e relax nel verde

Tappa 1: i musei simbolo della città

Il terzo giorno potrete dedicarlo all’arte e alla cultura, ma anche al relax in uno dei parchi più celebri del mondo: il Parco del Retiro.

Sono tre (tra i numerosi offerti dalla città) i musei simbolo di Madrid e imperdibili:  il Museo del Prado, Il Museo Nacional Reina Sofía e il Museo Thyssen-Bornemisza, tutti concentrati lungo una stessa via soprannominata il Paseo del Arte, e a poca distanza dal celebre parco cittadino.

Visitarli completamente richiede sicuramente più giornate, perciò potrete decidere quale incontra maggiormente i vostri gusti e interessi: il Prado è il più famoso e ospita opere di Velázquez, Goya, El Bosco, Rubens, Tiziano e Rafael; il Reina Sofia vanta il Guernica di Picasso, mentre il Thyssen-Bornemisza custodisce una collezione europea vastissima che va dal Gotico al XX secolo (Caravaggio, Rembrandt, Monet, Van Gogh, Degas, Picasso, Kandinsky e Hopper, per citarne solo alcuni). C’è solo l’imbarazzo della scelta.

Tappa 2: il Parco del Retiro

Il viaggio di 3 giorni a Madrid non può che terminare con piacevoli momenti di relax passeggiando nel verdeggiante Parco del Retiro, sdraiandosi sulle sponde del laghetto situato al centro, visitando il Palacio de Cristal o facendo un giretto in barca nello stesso specchio d’acqua che rende il parco altamente suggestivo.

Parco del Retiro a Madrid

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Il laghetto del Parco del Retiro Madrid
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Cammino delle 100 Torri: oltre 1200 km imperdibili in Sardegna

Avreste mai pensato di percorrere quasi 1300 km a passo di trekking in Sardegna? Forse no, visto che la bella isola del Sud Italia è famosa in tutto il mondo – e anche tra connazionali – per le sue spiagge spettacolari e il mare in stile cartolina dalle Maldive, dove il dolce far niente italico è un must e non si pensa ad altro che a sorseggiare cocktail rinfrescanti sulla sdraio. Eppure, la Sardegna, terra di mari e monti, non può che stupirvi.

Infatti, la bella novella riguarda tutti gli amanti dei cammini e dei percorsi montani: il Cammino 100 Torri è un itinerario straordinario, che si snoda su 8 diverse vie e permette di percorrere la Sardegna sul suo periplo, con tanto di attestato di partecipazione (che verificherà fin dove siete arrivati!).

Se volete scoprire di più su questo affascinante itinerario di trekking dell’isola, leggete l’articolo e preparatevi a partire per un’avventura straordinaria.

Le 100 torri costiere e la storia del cammino

Il Cammino delle 100 Torri è molto più di un trekking costiero: è un viaggio nella memoria storica della Sardegna, dove ogni torre racconta un frammento del passato e ogni tratto di costa custodisce identità, resistenza e bellezza. Le oltre cento torri che danno il nome all’itinerario rappresentano uno degli elementi architettonici più distintivi del paesaggio isolano.

Queste strutture furono erette principalmente tra il XVI e il XVII secolo, in un momento di forte instabilità geopolitica: la Sardegna, allora sotto il dominio della Corona d’Aragona prima e spagnola poi, era soggetta alle continue incursioni dei pirati barbareschi provenienti dal Nord Africa. Per contrastare queste minacce, si progettò una rete di torri di avvistamento, difesa e comunicazione, realizzate in pietra locale e posizionate in punti strategici, spesso su promontori o lungo le foci dei fiumi.

La loro funzione era duplice: avvistare per tempo le navi nemiche e trasmettere segnali alle postazioni vicine, tramite fuochi o fumo, creando un sistema di allarme rapido lungo tutto il perimetro costiero. Alcune torri erano presidiate da soldati e artiglieri, altre fungevano solo da punto di osservazione.

Torre del Prezzemolo, Sardegna

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La Torre del Prezzemolo, antica torre costiera in Sardegna

Le 8 Vie del Cammino delle 100 Torri

Il Cammino delle 100 Torri è suddiviso in otto itinerari principali, che corrispondono a porzioni di costa e permettono di affrontare il trekking anche in maniera parziale, scegliendo in base a tempo, stagioni e difficoltà. Ogni via attraversa ambienti diversi e conserva caratteri distintivi per geologia, storia e cultura.

Via degli Angeli (Cagliari – Villasimius) – 62,4 km

Questa via prende il nome dal Golfo degli Angeli, il tratto di costa meridionale che separa la città di Cagliari dalle prime scogliere del Sarrabus. Il cammino si snoda tra promontori panoramici, saline e stagni popolati da fenicotteri, spiagge urbane come il Poetto e angoli più selvaggi come Cala Regina e Capo Boi. È una sezione ricca di storia e facilmente accessibile, ideale anche per chi muove i primi passi sul Cammino.

Via Sarcapos (Villasimius – Arbatax) – 143,1 km

La Via Sarcapos attraversa il Sarrabus e la costa sud-orientale della Sardegna, un susseguirsi di spiagge incontaminate, pinete, scogliere e torri costiere ancora ben conservate. Muravera, Villaputzu, Capo Ferrato e il promontorio di Monte Ferru sono solo alcune delle tappe che scandiscono questo lungo tratto. Il cammino regala paesaggi mediterranei autentici e una forte impronta storica, tra resti fenici, torri aragonesi e borghi antichi.

Via dell’Ogliastra (Arbatax – Budoni) – 144,9 km

Una delle sezioni più spettacolari e tecnicamente impegnative del Cammino. La Via dell’Ogliastra si snoda lungo un tratto di costa frastagliata e montuosa, tra il Golfo di Orosei e le falesie calcaree del Supramonte. Cala Luna, Cala Goloritzé, Pedra Longa: nomi che evocano paesaggi leggendari. Le torri sono poche, ma la bellezza selvaggia e il silenzio di questo territorio bastano a renderla indimenticabile.

Via Gallura (Budoni – Castelsardo) – 240,4 km

Dalla costa orientale verso il nord dell’isola, la Via Gallura accompagna il viaggiatore tra formazioni granitiche, pinete, cale nascoste e acque turchesi. Si attraversano località famose come San Teodoro, Santa Teresa Gallura, Palau e Castelsardo, tra spiagge caraibiche, borghi fortificati e arcipelaghi spettacolari. Le torri in questa zona sono meno frequenti, ma ogni tratto regala scenari da cartolina.

Via Catalana (Castelsardo – Bosa) – 268 km

La Via Catalana prende il nome dalla forte influenza catalana presente soprattutto ad Alghero, città di lingua e cultura unica in Sardegna. Questo itinerario attraversa il nord-ovest dell’isola, tra scogliere battute dal maestrale, promontori arditi e torri in pietra che dominano il mare. È una sezione ricca di contrasti: dal turismo di massa alle calette solitarie, dai bastioni medievali alle spiagge rosate di Bosa Marina.

Via dei Giganti (Bosa Marina – Torre dei Corsari) – 166,7 km

Un tratto spettacolare della costa occidentale, dove natura e archeologia si fondono in un paesaggio primitivo. Il nome richiama i celebri Giganti di Mont’e Prama, simbolo dell’identità nuragica sarda. Il percorso tocca borghi storici come Bosa, dune dorate, tratti rocciosi e spiagge remote, attraversando aree dove ancora oggi si respirano le atmosfere arcaiche dell’isola. Le torri dominano scogliere maestose e insenature battute dal vento. È una via ideale per chi cerca solitudine, silenzio e una Sardegna autentica.

Via delle Miniere (Torre dei Corsari – Portoscuso) – 94,2 km

Camminare lungo la Via delle Miniere è un viaggio tra i resti della Sardegna industriale e un paesaggio costiero di rara potenza. Si attraversano siti storici come Ingurtosu, Montevecchio e Buggerru, fino alle spettacolari falesie di Masua. Le torri si alternano ai resti delle miniere abbandonate, regalando un contrasto affascinante tra archeologia industriale e natura selvaggia. È una via che parla di fatica e riscatto, tra saline, faraglioni, miniere a cielo aperto e tracciati solitari con vista sul mare.

Via del Martirio (Portoscuso – Cagliari) – 205,7 km

Ultima e più simbolica delle otto vie, collega Portoscuso a Cagliari attraversando i luoghi legati al martirio di Sant’Antioco e Sant’Efisio, patroni della Sardegna. Il percorso si snoda tra antiche tonnare, miniere dismesse, promontori rocciosi e spiagge iconiche come Porto Pino, Tuerredda e Chia. Si toccano siti archeologici importanti come Nora e Bithia, tra resti punici e romani. La via termina nel cuore di Cagliari, dove il cammino si chiude nel segno della spiritualità e della memoria.

Piscinas, Sardegna

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La spiaggia dorata di Piscinas

Le torri che non puoi perderti

Se il cuore del Cammino delle 100 Torri batte nei suoi paesaggi e nei suoi sentieri, le vere protagoniste sono loro: le antiche torri costiere che punteggiano l’intero periplo dell’isola. Ecco alcune delle migliori:

  • Torre di Longonsardo (Santa Teresa Gallura): imponente e scenografica, domina le Bocche di Bonifacio con una vista mozzafiato sul nord della Sardegna.
  • Torre di Chia (Domus de Maria): sorge su un promontorio panoramico, affacciato sulle spiagge bianche e le dune di Campana, nel cuore del Sud-Ovest sardo.
  • Torre della Pelosa (Stintino): su un isolotto di fronte alla celebre spiaggia della Pelosa, è tra le più iconiche e fotografate dell’intero cammino.
  • Torre di Porto Paglia (Gonnesa): circondata da dune dorate e acque smeraldine, si trova in un’area ricca di storia legata alla pesca del tonno.
  • Torre Salinas (Muravera): immersa tra stagni e saline popolate da fenicotteri rosa, è una tappa perfetta per chi ama natura e fotografia.
  • Torre di San Giovanni di Sinis (Cabras): nei pressi degli scavi di Tharros e della spiaggia di Is Arutas, unisce valore storico e paesaggi spettacolari.
  • Torre del Porticciolo (Alghero): adagiata su un promontorio roccioso, veglia su una baia incantevole del tratto catalano della Sardegna.
  • Torre di Capo Figari (Golfo Aranci): raggiungibile con una breve deviazione, offre uno dei panorami più emozionanti su Tavolara e l’arcipelago della Maddalena.

Come prepararsi al Cammino 100 Torri in Sardegna

Il Cammino 100 Torri è un’avventura adatta a tutti, certo, ma una buona preparazione è fondamentale prima della partenza. Le distanze tra una tappa e l’altra possono infatti essere lunghe e in alcune aree l’assenza di punti di ristoro richiede di portare con sé acqua (almeno 2 litri!) e snack proteici ed energici. È fondamentale avere un buon equipaggiamento da trekking, scarpe adatte, un cappello per proteggersi dal sole e, ovviamente, una guida o una mappa dettagliata del percorso.

Per chi desidera vivere l’esperienza con maggiore comodità, comunque, il Cammino 100 Torri dà la possibilità di organizzare il percorso con l’aiuto di guide locali o di tour operator specializzati, che offrono supporto logistico, trasporto bagagli e alloggi lungo l’itinerario scelto.

Nicola Melis, professionista del Cammino 100 Torri

Quasi 1.300 chilometri in 45 giorni di cammino, oltre 500 fotografie e 22 ore di riprese video: ecco i numeri dell’avventura di Nicola Melis, ingegnere cagliaritano di 33 anni che ha percorso il Cammino 100 Torri intorno alla Sardegna e ne è stato il pioniere.

Il progetto non stata è una semplice passeggiata a piedi da un capo all’altro dell’isola. Per realizzarla ci sono voluti tre mesi di studio e ricerca su luoghi, percorsi e servizi. Il risultato è stato infatti un percorso testato in ogni suo dettaglio, pronto per essere affrontato da pellegrini e camminatori che scelgono la Sardegna non soltanto per il mare e per le spiagge, ma anche per un viaggio tra natura e spirito.

Un’impresa non per tutti: 30-35 km al giorno, con una media di dieci ore di cammino quotidiano. In spalla solo uno zaino: “All’inizio ne portavo anche un secondo con la tenda: era troppo pesante e così l’ho lasciato per strada e ho proseguito solo con l’amaca e il sacco a pelo. Ho dimostrato che in tutta la Sardegna si può dormire su un’amacaha dichiarato Melis alla stampa.

Lo zaino conteneva cibo, accessori personali e per l’igiene e sei, otto litri d’acqua al giorno. Il viaggio gli ha consentito anche di mappare le sorgenti e le fontane lungo tutto il percorso. Ha mappato anche campeggi e luoghi dove dormire a prezzi che vanno da 5 a 25 euro a notte.

Sul sito web ufficiale Cammino100Torri si trova traccia del percorso affrontato da Melis e che descrive così:Spiagge granitiche e quarzose formate da piccoli cristalli ci accompagnano per lunghi tratti dune incontaminate guidano il viaggiatore in un viaggio fantastico. Paesaggi ancora non antropizzati lasciano il posto a fantastici scorci oramai diventati veri e propri simboli della Sardegna. Si cammina dalle strade sterrate fino a piccole carrarecce, avendo al nostro fianco sempre il mare. Lungo il cammino si incontrano le torri costiere della Sardegna, che fin dal medioevo hanno costituito il sistema difensivo, di avvistamento e di comunicazione della fascia costiera dell’isola. Le torri dominano i paesaggi più belli della costa della Sardegna rendendolo caratteristico e unico”.

Nei quasi 1.300 km di costa Nicola ha camminato su 450 km di sabbia, 140 di asfalto e il resto su sentieri sterrati. Ha toccato 100 delle 105 torri costiere di avvistamento costruite nei secoli passati come difesa dell’isola: le cinque che non ha raggiunto si trovano all’interno di servitù militari inaccessibili ai civili tra Teulada, Capo Frasca, Alghero e Quirra.

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Il Cammino di San Giacomo in Sicilia: percorso, storia e consigli

Il Cammino di San Giacomo in Sicilia è un itinerario spirituale e culturale che attraversa il cuore dell’isola, tra colline ondulate, borghi antichi e testimonianze di fede millenaria. Ripercorre le antiche strade medievali solcate dai pellegrini, ricollegando simbolicamente la Sicilia alla grande tradizione compostellana.

Questo cammino offre molto più di una semplice esperienza escursionistica: è un viaggio interiore, un’immersione nella Sicilia meno conosciuta e più autentica, dove storia, natura e spiritualità si intrecciano. Lungo il percorso, paesaggi sempre diversi accompagnano il pellegrino attraverso riserve naturali, antichi tracciati ferroviari, luoghi sacri e suggestioni popolari.

A ogni passo si respira un senso profondo di raccoglimento e meraviglia, con la figura di San Giacomo il Maggiore a fare da guida ideale tra memorie normanne e leggende locali.

La storia del Cammino

Il Cammino di San Giacomo in Sicilia è un progetto relativamente recente, nato nel 2018 grazie all’iniziativa dell’Associazione Amici del Cammino di San Giacomo in Sicilia – Borgo San Giacomo. L’idea è emersa dal desiderio di riscoprire e valorizzare l’antica presenza del culto jacopeo sull’isola, collegando i due principali luoghi di devozione dedicati al santo: la chiesa di San Giacomo a Caltagirone e il santuario normanno di Capizzi, il più antico della Sicilia.

Più che la creazione di un nuovo percorso, si è trattato di un’opera di ricucitura storica e culturale: recuperare i sentieri, le tracce e i luoghi che per secoli avevano accolto pellegrini, confraternite e cavalieri diretti verso Santiago de Compostela o di ritorno da Gerusalemme. Il progetto si è proposto fin dall’inizio non solo come esperienza di cammino, ma come viaggio spirituale, identitario e comunitario, capace di far emergere una Sicilia inedita, interna e profonda.

Le tappe

Il Cammino si compone di 6 tappe per un totale di circa 130 km. Non è un percorso tecnico, ma presenta salite, discese ripide e tratti su sterrato, rendendolo adatto a camminatori mediamente allenati. I segmenti possono essere accorciati o estesi in base al proprio ritmo, ma di seguito sono indicate le tappe canoniche.

Tappa 1: da Caltagirone a Mirabella Imbaccari via San Michele di Ganzaria

(19,5 km, 450 D+, 5h)

Si parte dalla Chiesa di San Giacomo a Caltagirone, primo punto spirituale del Cammino. Dopo un breve tratto urbano si percorre la Statale 124, dove è necessario prestare attenzione al traffico, per poi imboccare sterrati tranquilli lungo il vecchio tracciato ferroviario.

Il paesaggio si apre su campi coltivati, uliveti e dolci colline, in un contesto rurale silenzioso. Dopo circa 7 km si può deviare per San Michele di Ganzaria, dove sorge la Chiesa di San Michele Arcangelo, punto ufficiale di timbro della credenziale. Da qui si prosegue verso Mirabella Imbaccari, attraverso un territorio ondulato e solitario che introduce alla dimensione interiore del pellegrinaggio.

Tappa 2: da Mirabella Imbaccari a Piazza Armerina

(21 km, 520 D+, 6h)

Lasciato il centro storico di Mirabella, il Cammino imbocca una pista bianca che conduce subito fuori dall’abitato. Si percorre la Via Vecchia Ferrovia, un tracciato dismesso e pianeggiante che regala tratti ombreggiati e passaggi immersi nella vegetazione spontanea. Dopo alcuni chilometri si affronta il guado del Vallone Quattro Teste, un punto caratteristico dove l’acqua rallenta il passo e invita alla contemplazione.

La salita finale porta all’ingresso di Piazza Armerina, città nota per la Villa Romana del Casale, ma anche importante centro d’accoglienza per i pellegrini grazie alla Domus Hospitalia, luogo dove ritrovare riposo e condivisione.

Tappa 3: da Piazza Armerina a Valguarnera

(20,5 km, 490 D+, 6h)

Questa tappa conduce il pellegrino nel cuore della Riserva naturale Rossomanno-Grottascura-Bellia, un ampio territorio forestale popolato da eucalipti e pini. I sentieri si fanno più ombrosi e il silenzio del bosco avvolge il cammino.

Lungo il percorso si incontrano luoghi emblematici:

  • l’Eremo di Leano, piccolo rifugio spirituale immerso nel verde;
  • i suggestivi Pupi Ballerini, pietre scolpite dal vento che evocano antiche leggende;
  • la Croce di Ferro, dove si è invitati a lasciare una pietra dipinta, gesto simbolico e personale.

Dopo l’uscita dal bosco, una discesa conduce a Valguarnera, piccolo borgo dove il ritmo rallenta e l’ospitalità siciliana si fa sentire.

Tappa 4: da Valguarnera a Assoro

(25 km, 600 D+, 7h)

Questa tappa attraversa paesaggi agricoli classici dell’entroterra ennese: campi di cereali, colline brulle, frutteti. Il percorso inizia con un tratto tra campi aperti, per poi raggiungere la Piana di Dittaino, dove si incrociano zone industriali e rurali. Dopo un passaggio tra pescheti e piccoli appezzamenti coltivati, inizia una lunga salita che costeggia l’antica linea ferrata, oggi dismessa.

Man mano che ci si avvicina ad Assoro, l’orizzonte si apre sull’imponente Monte La Stella, mentre il borgo medievale compare in quota con il suo centro storico raccolto e panoramico. L’arrivo ad Assoro è gratificante, con le sue stradine in pietra e le antiche architetture barocche.

Tappa 5: da Assoro a Nicosia via Nissoria

(26 km, 700 D+, 8h)

La tappa più lunga del Cammino, ma anche una delle più panoramiche e variegate. Si parte in discesa da Assoro lungo il tracciato della vecchia ferrovia, costeggiando grandi archi in pietra, un antico bevaio e un suggestivo palmento rupestre scolpito nella roccia, testimonianza di attività vinicola del passato.

Si attraversano valli con terrazzamenti e muretti a secco, fino a raggiungere il piccolo borgo di Nissoria. La discesa verso il Fiume Salso è ripida e faticosa, soprattutto in estate, mentre la successiva salita è tra le più impegnative dell’intero Cammino. L’arrivo a Nicosia è annunciato da splendide vedute sull’Etna e culmina al Convento dei Frati Minori Cappuccini, che accoglie i pellegrini con semplicità e calore.

Tappa 6: da Nicosia a Capizzi

(18,5 km, 750 D+, 6h)

Ultima tappa del Cammino, e una delle più intense per bellezza e fatica. Si parte dal centro storico di Nicosia, attraversando viuzze medievali prima di salire lungo i pendii dei Monti Nebrodi, con ampie vedute su vallate e cime boscose. Il percorso è vario: tratti su sterrato, crinali aperti, salite ripide e brevi tratti tecnici.

Lungo il cammino si incontrano chiese rurali, muretti a secco e resti normanni che testimoniano la storia millenaria di questi luoghi. Il punto più alto raggiunge i 1.200 m slm, rendendo questa tappa una vera prova di resistenza. L’arrivo a Capizzi, borgo jacopeo per eccellenza, è segnato dalla Chiesa Madre dedicata a San Giacomo il Maggiore, che conserva preziose reliquie del santo e suggella la conclusione del pellegrinaggio.

Dove si trova e come raggiungerlo

Il Cammino si snoda nella Sicilia centro-orientale, collegando Caltagirone (in provincia di Catania) a Capizzi (in provincia di Messina), attraversando anche la provincia di Enna. Si sviluppa su circa 130 km suddivisi in sei tappe principali, con tracciati che alternano strade secondarie, sentieri naturalistici, vecchie ferrovie dismesse e mulattiere.

Il punto di partenza è Caltagirone, facilmente raggiungibile con autobus dalle principali città siciliane come Catania, Enna e Gela. L’aeroporto più vicino è quello di Catania Fontanarossa, da cui si possono prendere bus navetta o servizi combinati fino al centro storico della città.

L’arrivo finale è a Capizzi, piccolo borgo montano immerso nei Nebrodi. Anche se meno servito rispetto a Caltagirone, è comunque collegato tramite autobus a Nicosia e da lì a Enna e Catania. Il ritorno richiede un po’ di pianificazione, ma è gestibile con i mezzi pubblici locali, oppure con un servizio navetta privato su prenotazione, disponibile tramite alcune strutture d’accoglienza.

Il periodo migliore per partire

Il Cammino di San Giacomo in Sicilia è percorribile tutto l’anno, ma è fondamentale tenere conto delle condizioni climatiche e delle eventuali limitazioni stagionali.

In inverno, alcuni tratti – in particolare il fondovalle del Fiume Salso nella quinta tappa – possono diventare impraticabili o vietati per ragioni di sicurezza. In questi casi si consiglia l’alternativa su Strada Provinciale 85b, meno suggestiva ma percorribile in sicurezza.

In estate, il caldo può essere particolarmente intenso, specie nelle tappe esposte e prive di ombra. È quindi consigliabile partire presto la mattina, approfittare delle zone boscose per le pause e portare sempre con sé una scorta d’acqua extra. Le stagioni ideali per affrontare il Cammino sono la primavera e l’autunno, per il clima mite e i colori del paesaggio.

Fonti d’acqua lungo il percorso

Lungo il Cammino di San Giacomo in Sicilia sono presenti diverse fontanelle pubbliche, sorgenti naturali e antichi bevai in pietra che testimoniano la storica attenzione al ristoro dei viandanti. Tuttavia, la loro distribuzione non è omogenea lungo tutte le tappe, e in alcune giornate possono mancare punti di rifornimento per tratti anche lunghi.

Per affrontare il percorso in sicurezza, è vivamente consigliato partire ogni mattina con almeno 2 litri d’acqua, da integrare se si prevede caldo intenso o un passo più lento. Le tappe 3 e 5, in particolare, attraversano zone naturali con scarsa presenza di fonti: in questi casi è bene identificare in anticipo i punti acqua disponibili grazie alle mappe aggiornate o alle indicazioni fornite dall’Associazione promotrice del Cammino.

Nei mesi estivi, l’idratazione costante diventa una priorità assoluta, soprattutto nei tratti assolati tra Valguarnera, Assoro e Nissoria. Portare con sé una borraccia termica, salini o integratori e un filtro portatile può essere utile in situazioni di necessità.

Bere con regolarità, senza aspettare di avere sete, è una buona abitudine da mantenere lungo tutto il Cammino. L’acqua, come il passo, va dosata con saggezza.

Miti e leggende lungo il Cammino

Il Cammino di San Giacomo in Sicilia non è solo un itinerario fisico e spirituale, ma anche un viaggio nel patrimonio immateriale dell’isola, fatto di racconti, simboli e memorie antiche. Numerose leggende si intrecciano con la storia del pellegrinaggio, arricchendo il percorso di significati nascosti e suggestioni popolari.

Una delle più note è quella legata al Gran Conte Ruggero, che nella notte del 25 luglio 1090 avrebbe sognato San Giacomo in armatura, armato di una spada a croce, che lo guidava verso la vittoria contro i Saraceni nella riconquista di Caltagirone. Questo episodio, carico di valore simbolico, è considerato alla base del culto jacopeo in città e della nascita del santuario di partenza del Cammino.

Nel cuore della Riserva Rossomanno-Grottascura-Bellia, i pellegrini incontrano le rocce note come Pupi Ballerini o Pietre Incantate: formazioni calcaree modellate dal vento, simili a figure danzanti. Secondo la leggenda, si tratterebbe di uomini e donne trasformati in pietra per aver ballato in un luogo sacro durante la notte di Carnevale. Questo sito è uno dei più evocativi dell’intero cammino, tra paesaggio e mito.

Un altro luogo carico di simbolismo è la Croce di Ferro, dove ogni pellegrino è invitato a lasciare una pietra colorata come segno del proprio passaggio. Questo semplice gesto, carico di significato, rappresenta l’abbandono di un peso interiore o l’affidamento di una speranza.

A Capizzi, infine, sopravvive una tradizione unica: durante la festa del 26 luglio, il simulacro di San Giacomo viene portato in processione e urtato contro un muro in segno di protesta simbolica. Il rito rievoca un’antica rivendicazione popolare legata alla sottrazione delle reliquie del santo, trasferite a Messina secoli fa. È un gesto di forza, fede e memoria, che chiude il Cammino con un messaggio potente e identitario.

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Cosa vedere a Londra in 2 giorni: un viaggio tra icone, segreti e magia urbana

Visitare Londra in 2 giorni è una sfida davvero entusiasmante. La capitale britannica è una delle città più ricche di storia, cultura, modernità e cose da vedere. Con i suoi musei di fama internazionale, i monumenti iconici, i quartieri multiculturali e i suoi parchi, Londra è in grado di offrire al viaggiatore esperienze uniche anche in un tempo limitato.

Per chi sta organizzando un weekend nella capitale del Regno Unito e vuole sfruttare al massimo ogni ora a disposizione, questo itinerario dettagliato è perfetto: una selezione tra luoghi più famosi e tappe meno conosciute ma molto suggestive per vivere due giorni a Londra intensi e piacevoli, evitando perdite di tempo e spostamenti inutili. La sera poi Londra è sinonimo di pub. A Covent Garden, ad esempio, ce ne sono tantissimi – The Lamb and Flag, The Harp, The Porterhouse London solo per citarne alcuni – ma bisogna tenere a mente che chiudono presto.

Per un weekend di 2 giorni a Londra, si consigliano scarpe comode per macinare tanti chilometri, macchina fotografica o cellulare per immortalare luoghi iconici e tanta curiosità per conoscere una città dal fascino senza tempo. Per muoversii in modo efficiente tra le varie tappe, è consigliato utilizzare la Oyster Card – card ricaricabile a consumo da usare nei mezzi pubblici di Londra – o una carta contactless. La metropolitana di Londra è capillare ed efficiente e i famosi double decker bus offrono un modo pittoresco per spostarsi in città.

Londra è una città dalle mille sfaccettature, capace di sorprendere il viaggiatore ad ogni angolo. Anche con soli due giorni a disposizione, l’esperienza in città sarà indimenticabile. Che sia la prima volta o un ritorno, Londra regala sempre emozioni uniche, panorami spettacolari e un’atmosfera tutta da vivere. Ogni viaggio a Londra è solo un assaggio.

Giorno 1: il centro di Londra e i suoi simboli

Il primo giorno a Londra è perfetto per andare alla scoperta del cuore più riconoscibile e fotografato della città. Dalle tradizioni ai grattacieli della City, passando per mercati storici e viste panoramiche sul Tamigi: un itinerario classico ma sempre emozionante. Ogni tappa è raggiungibile a piedi o con brevi tratti in metro. Sarà una giornata intensa, fatta di scoperte continue e angoli da cartolina. Londra mostrerà il suo volto più elegante e solenne, tra storia, potere e viste imperdibili.

Tappa 1: Buckingham Palace e il cambio della guardia

Partecipare al cambio della guardia a Buckingham Palace

Fonte: iStock

Vista su Buckingham Palace a Londra

La prima giornata a Londra inizia con una passeggiata lungo The Mall per arrivare a Buckingham Palace, la residenza ufficiale della Regina (oggi utilizzata da Re Carlo III), capolavoro di architettura georgiana. Arrivando prima delle 11:00, si può assistere al famoso cambio della guardia, una cerimonia solenne e spettacolare che attira turisti da ogni parte del mondo.

Di fronte a Buckingham Palace si trova il St. James’s Park: uno dei parchi reali più belli, perfetto per una pausa rilassante e famoso per le fioriture. Lì vicino si trova anche Hyde Park, uno dei parchi più amati di Londra, separato dai Kensington Gardens – dove si trova il Kensigton Palace che ospita ancora gli appartamenti di alcuni  membri della famiglia reale – con il Serpentine Lake.

Tappa 2: Westminster Abbey, Big Ben e il Parlamento

A pochi minuti a piedi si trova l’Abbazia di Westminster, luogo di incoronazioni, matrimoni reali ma anche sito di sepoltura di personaggi illustri. Vale la pena visitarla anche solo dall’esterno, per ammirare la sua straordinaria architettura gotica. Il palazzo, sede del Parlamento di Londra, e l’abbazia di Westminster, con la Chiesa di Santa Margherita, sono Patrimoni dell’Umanità UNESCO dal 1987.

Londra in 2 giorni

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Cartolina di Londra: Westminster con Big Ben

Di fronte svetta il Big Ben, che insieme a Westminster rappresenta l’immagine più iconica della città. Qui è d’obbligo scattare una foto sul ponte di Westminster, da cui si gode una vista pazzesca sul Tamigi e sul London Eye.

Tappa 3: London Eye e la passeggiata lungo il Tamigi

Attraversando il ponte, si può fare un giro sul London Eye, la famosa ruota panoramica alta 135 metri, per ammirare Londra da un altro punto di vista. La visuale mozzafiato che regala il London Eye in giornate limpide, spazia fino a 40 km in ogni direzione. Durante l’alta stagione o nel weekend, è consigliato prenotare in anticipo i biglietti per il giro sulla ruota.

itinerario di 2 giorni a Londra per tutte le stagioni

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London Eye, simbolo famoso di Londra

Da lì si può poi passeggiare lungo il Southbank, una delle zone più vivaci della città, piena di street art – Leake Street Arches, luogo popolare per i murales – pub, librerie indipendenti e scorci pittoreschi.

Tappa 4: Borough Market, tra sapori e atmosfera autentica

Lungo la passeggiata che da Southbank va verso il Tower Bridge, il famoso ponte di Londra – altro luogo da ammirare insieme alla Tower of London dopo il passaggio al The Shard – si trova uno dei mercati gastronomici più amati dai londinesi: il Borough Market. Qui si possono gustare specialità da tutto il mondo, dai formaggi inglesi alle spezie orientali, passando per il miglior street food della città. Questo market è un connubio di colori, profumi e sensazioni dove si può pranzare approfittando dell’atmosfera vivace e autentica del luogo.

Tappa 5: The Shard e le luci della City

itinerario per un weekend a Londra

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Londra: The Shard e Tower Bridge al tramonto

Lì vicino da vedere nel pomeriggio c’è il The Shard, il grattacielo firmato Renzo Piano che domina lo skyline londinese. Si può salire sulla terrazza panoramica per un altro punto di vista straordinario e indimenticabile sulla città. Una passeggiata nella City, il distretto finanziario di Londra, è perfetta per ammirare il contrasto tra edifici moderni e stradine medievali.

Qui, per gli amanti della saga di Harry Potter, da non perdere il Leadenhall Market: un centro con negozi e ristoranti ma anche location del film “Harry Potter e la pietra filosofale“.

Giorno 2: musei, quartieri iconici e luoghi alternativi

Il secondo giorno a Londra è dedicato a esplorare alcune delle aree più caratteristiche e meno turistiche della città. Dai musei ai quartieri colorati: Londra si mostra in tutta la sua autenticità fatta di mercatini, angoli da fotografare e atmosfere locali.
Sarà una giornata all’insegna della scoperta e della creatività, dove Londra sorprende il viaggiatore grazie al suo spirito giovane e multiculturale. Tra arte, musica e piccoli dettagli nascosti, sembrerà come di entrare nel suo cuore più vero.

Tappa 1: British Museum, un tuffo nella storia dell’umanità

La seconda mattinata inizia con una visita al British Museum, uno dei più importanti musei al mondo. L’ingresso è gratuito e all’interno si trovano capolavori come la Stele di Rosetta, i marmi del Partenone e le mummie egizie. Anche con poco tempo a disposizione, si può comunque fare un bel giro concentrandosi sulle gallerie principali. Prenotando l’ingresso online si possono evitare le file del weekend.

Tappa 2: Camden Town, il quartiere alternativo di Londra

Dopo il museo, in metro si raggiunge Camden Town, una delle zone più eccentriche della città. Tra murales, negozi punk, mercati vintage e bancarelle di street food, qui sembra di essere catapultati in un altro mondo. Da non perdere il Camden Market – aperto tutti i giorni, nel weekend si anima ancora di più con artisti di strada e musicisti – dove acquistare souvenir sorprendenti e fare shopping sfrenato, per esempio da Cyberdog, e, se il tempo lo permette, fare anche una passeggiata lungo il Regent’s Canal per raggiungere Little Venice, un angolo romantico e poco frequentato dai turisti.

itinerario di 2 giorni con tappe uniche per visitare Londra

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Vista panoramica del Regent’s Canal con barche

Tappa 3: Notting Hill e il mercato di Portobello

Nel pomeriggio, bisogna assolutamente raggiungere – in metro – il celebre quartiere di Notting Hill, reso famoso dal film omonimo. Le case colorate – anche se una moda recente ha visto alcune facciate dipinte di nero come forma di protesta dei residenti contro il turismo eccessivo – le librerie indipendenti e il fascino bohemien lo rendono perfetto per una passeggiata rilassata.

visita Londra in 2 giorni: itinerario

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Portobello Road, Londra

Il Portobello Road Market è un’istituzione londinese ed è l’ideale per chi cerca oggetti vintage, vinili, libri rari o semplicemente vuole immergersi in un’atmosfera da film. Il sabato è il giorno più vivace dove tutte le bancarelle sono aperte. Durante la settimana c’è sicuramente meno folla ma alcuni banchi non aprono.

Tappa 4: tramonto allo Sky Garden o a Primrose Hill

Per chiudere in bellezza l’itinerario, ci sono due ottime opzioni per ammirare il tramonto entrambe molto amate dai londinesi e perfette per rilassarsi dopo due giorni intensi di esplorazione. Tutte e due raggiungibili comodamente con la metro.

Lo Sky Garden, un giardino panoramico gratuito al 35° piano del grattacielo “Walkie Talkie” nel cuore della City – prenotazione online necessaria. Se non si trova posto, si può comunque optare per una cena in uno dei ristoranti presenti all’interno dello Sky Garden. Se il tempo lo permette, vale sicuramente la pena uscire sulla terrazza esterna per avere una vista speciale su Londra al tramonto.

Il luogo migliore però per godere di questo momento della giornata a Londra è la Primrose Hill, una collinetta verde poco distante da Camden Town che offre una vista diretta sullo skyline, dal London Eye fino a Canary Wharf. Per un tramonto fai-da-te si può portare tutto l’occorrente per fare un picnic all’aperto mentre il cielo si tinge si rosa e arancione.