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Nasce un nuovo road trip in Europa, ma per andare a caccia di UFO

Se siete tra le persone che amano scrutare il cielo stellato chiedendosi se siamo soli nell’universo e sognano incontri ravvicinati del terzo tipo, allora non potete perdervi il viaggio che vi farà toccare i luoghi degli avvistamenti avvenuti nel Vecchio Continente. E forse vi sorprenderà sapere che tra questi c’è anche una città italiana.

Viaggio on the road in Europa a caccia di UFO: le tappe

Sull’onda dell’UFO-mania, riesplosa dopo il recente convegno al Parlamento del Messico in cui sono stati mostrati i presunti i resti fossilizzati di individui extraterrestri, il sito Stressfreecarrental.com ha lanciato la proposta di un road trip per l’Europa, nei siti dove ci sono maggiori probabilità di incontrare forme di vita aliena. Sul sito, gli utenti sono invitati a noleggiare l’auto per un tour in 8 tappe in diversi Paesi europei, dove ci sarebbero stati degli avvistamenti.

Sapevate, ad esempio, che in Belgio, prima tappa del road trip, tra il l 29 novembre 1989 e l’aprile 1990, sono stati segnalati una serie di avvistamenti di UFO triangolari, passata alla storia come ‘ondata belga’? In particolare, nella notte del tra il 30 e il 31 marzo 1990, oggetti non identificati furono tracciati su radar, fotografati, e visti da circa 13.500 persone, 2.600 delle quali hanno prodotto testimonianza scritta, descrivendo nel dettaglio ciò a cui avevano assistito.

Dopo il Belgio, il tour tocca la Svizzera, dove negli anni ’70 a Schmidrüti e Berg Rumlikon  un uomo affermò di essere stato in contatto con gli alieni dell’ammasso stellare delle Pleiadi.

Si fa quindi tappa in Francia, a  Trans-en-Provence, famosa per uno dei rari casi in cui un UFO  avrebbe lasciato tracce fisiche sul terreno. Il presunto avvistamento si è verificato l’8 gennaio 1981, quando Renato Nicolaï, un agricoltore di 55 anni, sentì uno strano fischio mentre stava svolgendo lavori agricoli nella sua proprietà. Si voltò e vide, ad una distanza di circa 50 metri, un oggetto a forma di disco, che appariva leggermente sollevato da terra. Il caso approdò al GEPAN (Groupe d’Étude des Phénomènes Aérospatiaux Non-identifiés) per gli accertamenti scientifici successivi, da cui emerse che il terreno aveva subito una compressione meccanica di 4 o 5 tonnellate e un riscaldamento fra i 300 e i 600 °C. Nei campioni di terreno furono trovate tracce di fosfati e zinco e l’analisi dell’erba medica vicino al luogo del presunto atterraggio mostrò livelli di clorofilla più bassi del normale. Dopo due anni di indagini non furono trovate spiegazioni plausibili dell’accaduto.

Come preannunciato, il viaggio prosegue, pensate un po’, in Italia. Nel nostro Paese, l’avvistamento più famoso ha avuto luogo  il 27 ottobre 1954 nel cielo di Firenze. Durante una partita tra Fiorentina e Pistoiese, gli spettatori videro alcuni oggetti non identificati fluttuare proprio sopra lo stadio Artemio Franchi. Definiti ad “ali di gabbiano”, a “cappello da mandarino cinese” o a “sigaro”, furono avvistati anche sul Duomo di Firenze. In seguito al passaggio, iniziano a cadere di sottolissimi filamenti bianchi, che si dissolvevano a contatto con il terreno, in seguito denominati ‘bambagia silicea’. Secondo il Cicap, i misteriosi oggetti volanti sarebbero stati parte di un’operazione militare, mentre i filamenti sarebbero dovuti ai ragni che formano questa sorta di paracadute per migrare. L’evento, però, è tuttora oggetto di interesse nel mondo dell’ufologia.

Meta successiva è l’Albania, dove il caso più famoso di avvistamenti di UFO è quello avvenuto nel villaggio di Roskovec nel 2006. I residenti affermarono di aver visto atterrare un oggetto non identificato, che aveva una forma simile a un disco, ed era rimasto sul terreno per soli 4-5 secondi, lasciando i segni del suo passaggio sull’asfalto.

Il road trip in cerca di avvistamenti tocca anche la Romania, che nel febbraio di quest’anno ha fatto decollare i jet militari dopo che le autorità avevano avvistato oggetti misteriosi nei cieli.

Le ultime due tappe sono, infine, la Polonia, dove un disco volante è stato avvistato nella città di Jastrowo da un ciclista, che sarebbe anche riuscito a scattare una foto all’oggetto misterioso, e la Germania, destinazione obbligata per il famoso fenomeno celeste di Norimberga. Si tratta di un evento naturale, probabilmente un parelio, che, interpretando un’incisione realizzata all’epoca dal tipografo Hans Glaser, potrebbe essere accaduto all’alba del 14 aprile 1561. In ambito pseudoscientifico è spesso citato come un fenomento ufologico, benché tale ipotesi sia considerata priva di fondamento sia storico che scientifico.

Il viaggio a caccia di UFO nel Regno Unito

Ed è UFO-mania anche nel Regno Unito, con una lista dei migliori luoghi del Paese dove avvistare gli alieni. Il viaggio inizia nel Devon, dove un escursionista locale ha recentemente avvistato un oggetto non identificato che si tuffava in mare, e dove ci sono stati innumerevoli avvistamenti di strane luci luminose riprese dalle telecamere.

I cacciatori di UFO sono poi invitati ad addentrarsi nella foresta di Rendlesham, nel Suffolk, dove nel dicembre 1980 sono stati segnalati una serie di avvistamenti di luci inspiegabili, tra i più avvincenti dello United Kingdom.

Il road trip prosegue, quindi, verso il Galles. Qui, oltre 40 anni fa, un gruppo di scolari del Pembrokeshire affermò di aver avvistato un UFO in un campo di fronte al loro parco giochi: alcuni sostennero addirittura di aver visto uscire una figura con una tuta argentata.

Il viaggio si sposta poi nell’Inghilterra settentrionale, precisamente a Leeds, anch’essa soprannominata “UFO hotspot” a causa dei frequenti avvistamenti da parte degli abitanti del luogo.

I cacciatori di alieni si recheranno quindi nello Yorkshire, luogo del leggendario incidente di Ilkley Moors: nel 1987 un agente di polizia in pensione affermò di essere stato rapito dagli alieni durante il suo turno di guardia mattutino e di essere stato trattenuto su un’imbarcazione, prima di essere riportato nella brughiera. L’uomo ha affermati di essere entrato in contatto con una figura aliena, che ha fotografato e che viene tuttora studiata dagli esperti.

La tappa successiva è Edimburgo, dove il 18% dei residenti sostiene di aver avuto un avvistamento del terzo tipo, secondo una ricerca commissionata dal National Geographic.

Un altro luogo compreso nella mappa degli avvistamenti di oggetti non identificati, famoso nel Regno Unito, è il Perthshire, nella Scozia centrale, dove è stata scattata una delle foto UFO più nitide di sempre, che mostra un oggetto a forma di diamante di 30 metri nel cielo.

L’ultima tappa del viaggio è, infine, Belfast. Nella capitale dell’Irlanda del Nord, nel corso degli anni si sono verificati una serie di avvistamenti su cui la polizia ha indagato, tra cui luci bianche e “strane immagini” riprese dalle telecamere a circuito chiuso.

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Alla scoperta dei segreti di Roma sotterranea

Laghi, percorsi nascosti, catacombe, bunker e cripte antiche: questo e molto altro nascondono i sotterranei della capitale, la città eterna che non smette mai di stupire. Nella Roma sotterranea c’è un percorso pieno di fascino e storia che ben pochi conoscono, ma che si snoda per chilometri sotto i sampietrini incastonati del centro storico.

Dal Colosseo a Fontana Di Trevi le visite guidate di Roma nascosta sono una tappa fondamentale per chi non ne ha mai abbastanza della città più bella del mondo. Sapevi che è possibile visitare anche i sotterranei del Colosseo? E che nel complesso architettonico di Villa Torlonia Mussolini fece costruire un rifugio antiatomico nelle profondità del sottosuolo?

Scopriamo insieme quali altri segreti nasconde Roma sotterranea, e come visitare questi esclusivi luoghi nascosti.

Visita nei sotterranei del Colosseo: una tappa da non perdere

Iniziamo il tour dal simbolo di Roma e dell’Impero Romano, il Colosseo, lo storico monumento più famoso del mondo. Molti di noi lo avranno visitato, ma non tutti sanno che nasconde anche una vasta area sotterranea dove i gladiatori si preparavano per gli spettacoli. Il nome tecnico di queste aree è ipogei, costruiti durante il regno di Domiziano in seguito al termine della costruzione esterna del Colosseo.

Si trattava in effetti di un vero e proprio backstage dell’anfiteatro, dove i protagonisti si rifugiavano in cerca di un momento di tranquillità durante l’attesa. Anche gli animali venivano posti in queste aree sotterranee, collegate con l’arena principale attraverso una lunga serie di tunnel. Oggi questi luoghi si sono conservati, ma hanno subito l’effetto dell’erosione da parte degli agenti atmosferici e degli elementi naturali.

Una visita nei sotterranei del Colosseo ti riporterà indietro nel tempo, facendoti rivivere le emozioni della Roma imperiale. Per non perdere questa occasione ti consiglio di partecipare a un tour organizzato, che abbina l’accesso all’arena con una visita nei sotterranei e ai Fori Imperiali. Puoi trovare maggiori informazioni su questo tour guidato qui.

La Trastevere sotterranea

Nel pittoresco quartiere romano del Rione Trastevere il sottosuolo nasconde vere e proprie gemme sotterranee, tra cripte e affreschi questo percorso ti stupirà. È qui che, guidato da un archeologo esperto, potrai ammirare i resto della chiesa paleocristiana di San Crisogono, che apre le porte di uno scenario ancora più vasto risalente alla Roma del IV secolo, fatto di abitazioni romane, affreschi e ambienti di sepoltura dedicati alla martire Cecilia, con la sua basilica.

Trovandosi nel sottosuolo può sembrare un itinerario difficile, ma in realtà è adatto a tutta la famiglia e nel percorso è possibile camminare senza alcuna difficoltà.

Se vuoi visitare la Trastevere sotterranea puoi partecipare a un tour guidato, come puoi immaginare questa zona è visitabile solamente con una visita organizzata e una guida esperta.

I laghetti sotterranei di Monteverde

Questa scoperta sensazionale risale solamente ai primi anni ’30, quando alcuni speleologi si trovarono davanti a una serie di piccoli laghetti sotterranei con acqua limpida e cristallina, provenienti da una cava di tufo, nei pressi del complesso San Camillo Forlanini, un’importante istituzione ospedaliera di Roma. Si pensa che i pazienti in degenza nell’ospedale vi si rifugiassero durante la guerra.

Ma questa non è l’unica conformazione sotterranea di questo genere, che sembra infatti essere tipica di alcune zone romane, tanto che una stessa conformazione è stata rilevata anche sotto il Celio. Incredibile!

Un gruppo di esperti si è in seguito immerso nei cunicoli sotterranei alla scoperta di questi percorsi del sottosuolo romano, nel 2013, riportando alla luce un reportage fotografico sorprendente. Purtroppo questa come altre zone di Roma sotterranea non è accessibile ai visitatori, essendo territori impervi e ancora poco battuti. Senza dubbio il percorso dei segreti nascosti romani nel prossimo futuro potrà essere reso più accessibile anche ai cittadini e ai turisti, con le dovute modifiche.

Le Catacombe di San Callisto

Sappiamo già che Roma sotterranea offre tanti scenari appartenenti all’epoca romana antica, tra questi spiccano per il numero le cripte e le catacombe, di grande importanza per il loro significato simbolico e religioso.

Le catacombe romane si configurano come un lungo labirinto di vicoli, camere sepolcrali a 16 metri di profondità dove è facile perdersi senza l’aiuto di una guida esperta. Le catacombe sono antichissime e rappresentano un patrimonio culturale senza eguali, tra le più famose avrai forse sentito parlare delle Catacombe di Domitilla, o quelle di San Callisto, o della Cripta dei Frati Cappuccini, un ossario sotterranei nei pressi di Via Veneto che custodisce le ossa di circa 3700 monaci.

Non perderti l’esperienza di visitare questi antichi meandri cittadini, puoi scegliere tu la data e prenotare online una visita guidata in questi luoghi da brivido! Questo tour organizzato in particolare prevede anche un transfer da e per il centro di Roma. Importantissimo munirsi di acqua e scarpe comode per vivere al meglio l’esperienza. Se soffri di claustrofobia potrebbe non essere la visita giusta per te!

I sotterranei di Fontana Di Trevi

Se ti stai domandando cosa si celi sotto alla fontana più famosa al mondo te lo sveliamo noi: si tratta di una meravigliosa area archeologica scoperta di recente, risalente all’epoca di Nerone.

Si chiama Vicus Caprarius, o più romanticamente Città dell’acqua, ed è una vasta area occupata da una lussuosa residenza signorile attraverso cui passano alcune tubazioni alimentate dalla stessa acqua della fontana. La domus risale al IV secolo, e ad oggi è possibile visitarla: si tratta di un’esperienza unica, da non perdere per la sua straordinaria bellezza.

Se sei interessato puoi acquistare subito il tuo ingresso, ti verranno consegnate anche delle cuffie per ascoltare meglio la guida. L’incontro per la visita è direttamente a pochi passi dalla Fontana di Trevi, e il numero massimo di partecipanti è di otto persone. Durante la visita verrai a conoscenza di tutti i segreti di questa opera che tutto il mondo ci invidia.

Bunker e rifugi antiatomici

Il sottosuolo romano nasconde tra i suoi segreti anche alcuni importanti bunker antiatomici e antiaerei, fatti realizzare in epoche diverse durante le guerre come luoghi di protezione. Se ne contano almeno tre: il primo in corrispondenza della residenza mussoliniana di Villa Torlonia, mai usato perché non concluso; il secondo venne fatto costruire per volere dei Savoia nel Casale delle Cavalle Madri, con una struttura circolare che poteva ospitare anche le macchine, mentre il terzo si trova all’Eur, il quartiere romano fatto costruire sempre da Mussolini, sotto il palazzo degli Uffici, nato con lo scopo di proteggere i funzionari coinvolti nella realizzazione della mai conclusa esposizione universale.

Ci sarebbe un quarto bunker, fatto sempre costruire da Mussolini, sotto una delle due torri di Piazza Venezia. Il quarto bunker, come anche i precedenti, non è visitabile, ma secondo gli esperti avrebbe una pianta quadrata e si estenderebbe per 72 metri quadrati. Vi si accederebbe attraverso una scala in mattoni. Anche questo bunker non sarebbe mai stato usato da Mussolini.

Basilica San Giovanni in Laterano

L’importante famiglia dei Laterani lasciò a Roma molte testimonianze architettoniche nel quartiere di San Giovanni, uno dei più belli della città. Ne è simbolo la splendida Basilica di San Giovanni in Laterano, icona della città e custode di altri tesori a ben 6 metri di profondità dal pavimento di base.

Si tratta di un vasto complesso di costruzioni addirittura risalenti al I secolo d.C., i resti di un’epoca imperiale tra le più imponenti della storia mondiale.

Questo caseggiato è formato da una serie di ambienti che si susseguono in profondità, insieme a una fila di pilastri decorati. Sempre nei dintorni del caseggiato è visibile anche ciò che resta di una caserma del corpo a cavallo, gli Equites Singulares, risalente al II secolo d.C. durante la reggenza di Settimio Severo.

Puoi visitare San Giovanni in Laterano e i suoi splendidi sotterranei prenotandoti per una visita guidata, comprensiva di una visita nella cattedrale di Roma, così soprannominata, e di altre 4 meravigliose basiliche papali che insieme costituiscono il percorso della Roma Cristiana.

La storia che inizia all’interno delle navate continua sotto le chiese, lungo metri di aneddoti che potrai scoprire soltanto attraverso la guida di un esperto. Questo splendido tour dura 3 ore, puoi prenotarlo comodamente online e ricordati che nelle basiliche non è permesso indossare abiti corti e succinti.

Le visite guidate di Roma nascosta custodiscono momenti di sorprendente ispirazione, dove la storia del passato si intreccia con il presente negli angoli bui delle cripte e dei lunghi tunnel.

Quando già i tesori di Roma sembrano essere ineguagliabili per la cultura immensa che ci mostrano, la città ci svela ogni momento nuovi cunicoli pieni di informazioni, aneddoti, qualcosa che non sapevamo e di certo ancora ne scopriremo di nuovi.

Sotterranei nel Colosseo che un tempo erano occupati da gladiatori, domus signorili nascoste a metri e metri di profondità, cripte che ancora oggi nascondono i resti di importanti personaggi religiosi: la città eterna promette questo e tanto altro, come se il primato di città più bella del mondo non le bastasse ora ha deciso di regalare anche un percorso sotterraneo pieno di fascino e di storia antica, qualcosa che solo questa città può donare.

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Scoprire l’Occitania in treno, le tappe più belle

L’Occitania, nel Sud della Francia, è una regione ricca di storia e di cultura. Non che il resto del Paese non lo sia, ma qui il patrimonio è davvero sontuoso e variegato e si plasma perfettamente con le sfumature dolci del Mar Mediterraneo i profili aspri dei Pirenei.

Si tratta di un territorio dove si respira un’atmosfera piacevole e particolare, tanto che esiste una parola che esprime la preziosa arte di vivere locale, la convivialità e il senso dell’ospitalità di chi lo popola: l‘Occitalità. Una zona da scoprire a passo lento, con la stessa velocità con cui mutano le stagioni poiché qui, tutte, danno il meglio di loro stesse. E magari proprio a bordo di un treno, mezzo di trasporto che permette di rispettare l’ambiente e che qui corre su numerose linee ferroviarie differenti che conducono alla scoperta di angoli altamente emozionanti.

Del resto parliamo di una terra composta da 13 dipartimenti in cui si sviluppano oltre 220 km di costa e dove sorge il pittoresco Canal du Midi, che collega Tolosa al mare. Poi ci sono i paesaggi montani, quelli dei Pirenei e del Massiccio Centrale, la campagna, i siti patrimonio dell’Unesco, antichi villaggi, misteriose grotte e tante vivaci città.

Occitania in treno

Per scoprire l’Occitania in treno ci sono diverse soluzioni disponibili. Una di queste si chiama Occitania Rail Tour e, con un pass al costo di 10 euro al giorno, i passeggeri viaggiano all’insegna dall’autenticità, semplicità e adrenalina attraverso dei circuiti pieni di fascino, visite insolite e tantissime attività.

Occitania, itinerari

Fonte: iStock

Scoprire l’Occitania in treno

Ci sono poi i percorsi da più giorni e con pernottamento previsto, corse che invece combinano treno e bici su una vecchia strada sterrata, oppure ci sono i convogli turistici, piccoli, che attraversano per intero un’unica città o un determinato sito di interesse. Insomma, ci sono varie modalità per comprendere lo spirito dell’Occitalità e scoprire le mille sfaccettature di questa terra più che eccezionale.

Purtroppo non possiamo raccontarvi tutti gli itinerari possibili, ma abbiamo selezionato per voi alcuni dei tour che, secondo noi di SiViaggia, sono assolutamente imperdibili.

In treno da Tolosa a Collioure

Il primo itinerario di cui vi vogliamo parlare conduce da Tolosa a Collioure. Ci sono diverse linee su questa tratta, ma la migliore su cui salire a bordo è quella più lenta, con un numero maggiore di soste, e che in tre giorni – e con la combinazione di più convogli – permette di attraversare città, campagna, montagna, mare, tre dei posti più famosi di questa regione e ben due siti Unesco.

Le emozioni iniziano già dalla città di partenza, Tolosa, che si distingue per essere accogliente, solare, rilassata e conviviale. Sorprendenti edifici romanici e gotici si mescolano a case dai mattoni rosati che al tramonto regalano giochi di colori che difficilmente si dimenticano. E poi ancora la sua anima moderna, quella dedicata all’aviazione e allo spazio.

Continuando il viaggio sui binari francesi, si raggiunge la Grotta di Lombrives, una delle più grandi d’Europa, caratterizzata da immense gallerie, gigantesche stalattiti e stalagmiti e, soprattutto, un placido lago dai colori coinvolgenti.

Intraprendendo questo percorso si ha anche la possibilità di salire a bordo del “Canari” (il soprannome del Treno Giallo) che circola da ben cent’anni e che è persino uno dei più alti d’Europa. Affacciati al finestrino godrete di paesaggi mozzafiato che conducono a Mont-Louis, chiamata anche la “Città del Re Sole”. Situata a 1600 metri di altitudine, nel cuore dei Pirenei Catalani, è la città fortificata più alta di tutta la Francia ed è riconosciuta dall’Unesco come patrimonio dell’umanità.

Treno Giallo Occitania

Fonte: iStock

Il Treno Giallo nei pressi di Mont-Louis

Tra le tante tappe che permette di fare questo bellissimo viaggio c’è anche Ille-sur-Têt, una località speciale dei Pirenei Orientali con un pittoresco centro storico e un ambiente naturale incontaminato che sembra uscito direttamente da un altro pianeta grazie alla presenza degli Orgues, gioielli minerali dalle forme bizzarre.

Poi ancora Perpignan, antica e vivace città d’arte dall’anima catalana, la cui stazione sarebbe, secondo l’estroso pittore Dalì, “il centro del mondo”. Bellissimo qui è il Palazzo dei Re di Maiorca, una fortezza in stile gotico che fa da guardia al centro medievale cittadino.

Ultima tappa il mare, e più precisamente quello che bagna Collioure, città così bella da essere considerata persino la “Perla della Costa Vermiglia”.

Da Montpellier a Tolosa sulla vecchia strada ferrata

In treno, con combinazione in bici, per cinque giorni da Montpellier a Tolosa per solcare i binari attraverso due dei borghi più belli di Francia, una città episcopale patrimonio Unesco e molto altro ancora, insieme a quattro ciclostrade e vie verdi.

Tra le tappe più belle non possiamo non menzionare Sète, spettacolare cittadina marittima pregna di canali contornati da facciate colorate e tanti, tantissimi, fenicotteri rosa che popolano le sue paludi.

Imperdibile è una sosta a Montpellier, una realtà dinamica, creativa, attraente e dove un patrimonio urbano antico si combina perfettamente con l’architettura contemporanea.

Poi ancora Bédarieux, una curiosa borgata da dove inizia la via verde del Passa Païs. Si tratta di un’antica ferrovia dimessa da solcare in bici attraverso i maestosi percorsi del massiccio del Caroux intagliato dalle impressionanti gole di Héric, per poi arrivare a Olargues, uno dei borghi più belli di Francia, dove natura e architettura medievale si combinano in maniera poetica.

Di nuovo a bordo del convoglio per raggiungere Castres, cittadina puntellata da vecchie case colorate che si affacciano sulle acque del fiume Agout e che per la sua atmosfera è persino soprannominata la “Piccola Venezia della Linguadoca”.

Da qui di nuovo in sella alla propria bici per pedalare su un’altra via verde: il sentiero dei Diritti dell’Uomo. Si tratta di un itinerario di una quarantina di chilometri che passa per Lautrec, un altro dei borghi più belli di Francia, che ha dato i natali alla famiglia Toulouse Lautrec da cui ebbe vita il famoso pittore che è stato una delle le figure più significative dell’arte del tardo Ottocento.

Il viaggio termina a Tolosa dove scoprire la bellissima Place du Capitole, centro nevralgico della città rosa.

Sète, Francia

Fonte: iStock

Veduta aerea di Sète

Le altre meraviglie da vedere in Occitania

Grazie ai tanti itinerari disponibili, è possibile scoprire altre meraviglie dell’Occitania. Tra tutte vi consigliamo di non perdere:

  • Albi: città vescovile e patrimonio Unesco che custodisce un enorme complesso episcopale in mattoni rossi;
  • Nimes: con il suo antichissimo anfiteatro romano, uno dei monumenti antichi meglio conservati nel nostro continente;
  • Pont du Gard: l’unico acquedotto a tre piani ancora oggi perfettamente in piedi;
  • Lourdes: uno dei più grandi luoghi di pellegrinaggio del mondo;
  • Cirque de Gavarnie: una gigantesca parete rocciosa alta 1700 metri e circondata da numerose cime a loro volta alte più di 3.000 metri;
  • Gole del Tarn: formate da scogliere con altezze di anche 500 metri, con brecce, cornicioni e rocce.
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Il Sentiero delle prugne, l’itinerario più bello dell’estate

Ogni stagione ha il proprio frutto e a molti di essi sono stati dedicati dei meravigliosi sentieri tematici. Dopo l’uva, le mele e le castagne, è nato anche un sentiero dedicato alle prugne.

Questo frutto si raccoglie d’estate fino a ottobre e c’è un itinerario immerso tra la natura e gli alberi di prugne che merita di essere percorso.

Il Sentiero delle prugne di trova a Barbiano, in Valle Isarco, in provincia di Bolzano, dove cresce una delle migliori varietà che esista in Italia e dove ogni anno, le prime due settimane di settembre, vengono organizzate le Settimane delle prugne di Barbiano.

Per l’occasione, i ristoranti di Barbiano offrono ai visitatori piatti a base di prugne autoctone.

Proprio in occasione della festa del frutto autunnale tipico di questa località altoatesina vengono organizzate escursioni guidate sul Sentiero delle prugne, che può essere percorso in autonomia anche in altri periodi dell’anno.

Il Sentiero delle prugne

Il Sentiero delle prugne prende il nome dai numerosi pruni che s’incontrano lungo il percorso, molto bello anche dal punto di vista paesaggistico.

Si snoda all’interno del paese di Barbiano con partenza dal centro verso la parte inferiore del borgo, passando il maso Feltuner fino alla croce. Si prosegue in salita superando i masi Stich e Frühaufhof, si attraversa la strada e, all’altezza della casa Urban, si prosegue in salita fino al bivio. Si svolta a destra e si cammina attraverso la parte superiore del paese, per poi ritornare in centro.

Durante il cammino s’incontrano diversi pannelli che forniscono informazioni interessanti sulla prugna di Barbiano e diversi pruni particolarmente suggestivi nel periodo della fioritura, nei mesi di aprile e maggio.

Il sentiero è adatto alle famiglie e la percorrenza media è di un paio d’ore.

Barbiano, il paese della “torre pendente”

Il paese di Barbiano vanta una storia molto antica, precedente anche al passaggio dei Romani. Il suo simbolo però è molto più recente. Si tratta della torre del campanile della Chiesa di San Giacomo costruita nel XIII secolo. Se la chiesa è stata rimaneggiata più volte nel corso dei secoli, così non è stato per il campanile eretto in parte sulla roccia e in parte su un terreno instabile e per questo divenuto storto.

Benché negli ultimi anni sia stato messo in sicurezza, resta comunque storto e, con i suoi 37 metri d’altezza, è visibile in tutto il paese. Si dice sia più pendente della Torre di Pisa.

Sulle alture di Barbiano, lungo la strada che porta al Comune di Villandro, meritano una tappa anche le famose Tre Chiese, il più suggestivo insieme architettonico dell’Alto Adige. Si tratta di tre chiesette di pietra così vicine tra loro da formare un triangolo. La più grande è la Chiesa di Santa Maddalena del 1500, poi ci sono Santa Geltrude e San Nicola. Le chiese solitamente sono chiuse, ma le chiavi sono a disposizione dei visitatori nell’albergo nei pressi delle tre chiesette.

Barbiano_Tre-chiese

Fonte: @Rene Gruber

Le famose Tre Chiese sopra il villaggio di Barbiano in Alto Adige

Un nuovo ponte panoramico (e da brividi) collega il villaggio di Barbiano con quello di San Ingenuino, lungo il Sentiero del castagno (un altro sentiero tematico che passa da queste parti). Il ponte offre una splendida vista sulla Valle Isarco e conduce alle vicine cascate di Barbiano, tre salti d’acqua per un totale di 200 metri. Nascono dal Rio Gander che poi sfocia nell’Isarco e, proprio nel punto più roccioso, forma le tre cascate, le Barbianer Wasserfälle. La cascata inferiore, con i suoi 85 metri, è la più alta, mentre quella superiore, che si trova a 1.214 metri di quota, è alta 45 metri.

Le prugne di Barbiano

Le prugne costellano i pendii di Barbiano sin dal tardo Medioevo. Fino al XX secolo, questo frutto ricco di vitamine e minerali era un importante prodotto d’esportazione della Valle Isarco meridionale, e numerosi masi locali ancora oggi lo coltivano e lo lavorano.

Una ricetta tipicamente altoatesina realizzata con questo frutto sono i canederli di prugne (dolci, quindi) da assaggiare anche durante le Settimane delle prugne.

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Il tour in barca perfetto per scoprire il Lago di Garda

Un giro in barca sul Lago di Garda è il modo perfetto per scoprire le meraviglie che offre il lago più bello e più grande d’Italia. Con i suoi 370 km quadrati di superficie abbraccia ben tre regioni italiane, e le sue acque blu bagnano le coste di tanti piccoli paesi incantati creando scenari unici.

Il lago è molto vasto e vedere tutto ciò che ha da offrire in un solo tour sarebbe impossibile, ma vediamo quali sono le tappe fondamentali per un tour perfetto del Lago di Garda in battello. Alcuni itinerari ti lasceranno a bocca aperta per la bellezza dei luoghi che ti si presenteranno davanti!

Tour della costa sud del Lago di Garda

La costa meridionale del lago offre un susseguirsi di borghi che si affacciano sulle sponde tutti da scoprire. Primo fra tutti il borgo di Sirmione, una bellissima località che si estende su una lunga penisola circondata dall’acqua.

Sirmione è raggiungibile da diverse località del lago, ma per un tour completo dell’isola puoi approfittare di una gita in barca organizzata di 25 minuti, con partenza dal porticciolo di fronte al castello: con i suoi paesaggi mozzafiato, i castelli, le grotte e le architetture fiabesche è lei la perla del Garda.

Ma non fermarti troppo a Sirmione, non puoi assolutamente perderti le altre splendide località che troverai risalendo la sponda est del lago, come Peschiera del Garda, Lazise e ancora Bardolino, tre tappe fondamentali del giro in barca sul Lago di Garda.

Peschiera del Garda è una cittadina di origine romana situata sullo sbocco del fiume Mincio. Il suo centro storico a forma di stella racchiude bellissime fortezze medievali che conducono alle famose “porte”: Porta Verona e Porta Brescia. Il centro storico è circondato da paesaggi naturali incantati con il lago sullo sfondo, e le spiagge di Peschiera sono tra le più attrezzate per una giornata all’insegna del divertimento.

Lazise è una delle località più famose del Lago di Garda per le mille attrazioni paesaggistiche e storiche che offre. Il suo centro storico medievale è un gioiello unico, insieme alle rinomate terme di Colà e al Parco divertimenti Gardaland. Anche il lungo lago è tra i più belli di tutto il Lago di Garda.

Non dimenticare una sosta a Bardolino, per una passeggiata tra i numerosi vigneti e perché no, per approfittare di una buona degustazione di vino. Se non vuoi perderti questa memorabile esperienza puoi prenotarla qui.

Per un altro tour del lago puoi arrivare a Desenzano del Garda, una cittadina incantevole dai tesori nascosti, considerata la capitale del Garda perché rappresenta un importante polo turistico del lago. Qui troverai l’anfiteatro morenico più importante d’Italia, e paesaggi naturali che ti sorprenderanno.

I numerosi locali sulla spiaggia ti garantiranno una serata piacevole sia per divertirti che per mangiare in compagnia. Da Desenzano puoi imbarcarti per un giro sul lago in battello e ammirare Sirmione dal punto di vista dell’acqua, e sorseggiare un aperitivo al tramonto ammirando il panorama. Puoi prenotare il giro in barca qui.

In alternativa puoi raggiungere San Felice del Benaco e da qui e partire per una piacevole gita in barca sulla parte occidentale del Lago, che ti porterà a visitare le isole più belle di questa sponda: l’Isola di San Biagio e l’Isola di Garda.

Se vuoi partecipare a un’escursione in barca sul Lago di Garda da San Felice puoi prenotare un tour in barca della durata di un’ora, e goderti le bellezze del luogo in completo relax.

Un tour sulla parte alta del Lago

Anche la parte alta del Lago vale la pena di essere visitata. Partendo dalla bellissima località Limone sul Garda puoi imbarcarti per un altro giro in battello e arrivare in 25 minuti a Malcesine.

Arriva fino al lungo lago potrai ammirare il paese e il castello sullo sfondo, uno scenario da fiaba. Da Malcesine puoi proseguire fino a Riva del Garda, spostandoti nella parte più alta del lago, e sullo sfondo potrai ammirare il Monte Brione, Stivo e le Dolomiti di Brenta.

Per un giro in barca sul Lago di Garda ci sono numerose opzioni e puoi scegliere tu le località che preferisci, approfittando dei numerosi battelli a disposizione nei diversi porti o partecipando alle gite organizzate nei luoghi più belli.

Le escursioni sul Lago di Garda sono disponibili tutto l’anno, ma il periodo migliore è da marzo a ottobre, soprattutto per le condizioni meteorologiche più favorevoli. Una destinazione tra le più belle d’Italia assolutamente da non perdere!

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Un’estate speciale tra gli angoli più nascosti della Costa Azzurra

A due passi dall’Italia, la Costa Azzurra è una delle destinazioni più amate. Da scoprire d’estate, ma non solo, visto che qui il clima è mite tutto l’anno e le giornate di sole sono molto frequenti.

Quello che vi proponiamo è un breve itinerario per trascorrere un weekend (o anche più, se lo desiderate) non lontano dal confine italiano, tra angoli nascosti e poco noti, per assaporare appieno il fascino di un luogo che, da sempre, incanta e fa innamorare.

Itinerario a piedi tra le bellezze della Costa Azzurra

Da Beaulieu-sur-Mer

L’itinerario parte dalla cittadina di Beaulieu-sur-Mer per poi giungere a Nizza, che dista meno di dieci chilometri. Dicono che, giunto sulle alture di Beaulieu, Napoleone Bonaparte abbia esclamato: “Quel beau lieu!” (“Che bel luogo!”), da cui il nome. A Beaulieu ci sono due spiagge, la Petite Afrique, la più grande, così chiamata per le palme che ne fanno un angolo piuttosto esotico, e la Baie des Fourmies, la Baia delle Formiche, più piccola e molto amata dalle famiglie.

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Fonte: 123rf

Villa Kérylos a Beaulieu-sur-Mer

Le spiagge sono quasi esclusivamente libere ma sorvegliate e molto ben tenute. Pochi sono, invece, gli stabilimenti balneari, che però sono molto belli ed eleganti e aperti da mattina – quando organizzano lezioni di yoga all’alba – fino a notte inoltrata, dove poter prendere un aperitivo, cenare e fare un dopo-cena con gli amici. Due sono alla Petite Afrique, Baia Bella e La Javanaise, dove tra piante di banani e tessuti esotici sembra proprio un angolo di Giava, una invece è alle Fourmies, la Anao Plage.

Molti turisti visitano Beaulieu-sur-Mer per via della Villa Kérylos, un bellissimo edificio che riproduce un’antica villa greca e che si trova sulla punta estrema a picco sul mare. Nella mitologia greca, Kerylos era un uccello mitologico che si pensava fosse portatore di buoni presagi. La villa fu fatta costruire da un privato, Théodore Reinach, all’inizio del 1900, facendo riprodurre tutto nell’antico stile greco, dall’architettura ai mosaici fino agli arredi interni.

Sul sentiero per Saint-Jean-Cap-Ferrat

Dalla villa, una bellissima passeggiata a picco sul mare lunga meno di 2 km, accessibile anche con i passeggini, conduce diritto a Saint-Jean-Cap-Ferrat (che qui chiamano Saint-Jean o Cap-Ferrat), meta super vip della Costa Azzurra. A Saint-Jean non si contano le ville di lusso, oggi di proprietà più che altro di oligarchi russi. Ma ce ne sono di storiche che hanno moltissimo da raccontare.

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La Promenade Maurice Rouvier tra Beaulieu e Cap Ferrat

Proprio lungo la passeggiata, la Promenade Maurice Rouvier, nella place David Niven, s’incontra la scenografica villa color rosa appartenuta tra gli Anni ’60 e ’70 al famoso attore hollywoodiano vincitore di un premio Oscar. Si dice in giro che nella villa “Lo Scoglietto” amasse intrattenersi nientemeno che con la sua collega e grande amica, Grace Kelly, divenuta nel frattempo principessa Grace di Monaco (quando non era impegnato con la principessa Margaret, sorella della regina Elisabetta d’Inghilterra).

Facendo una piccola deviazione dalla promenade si può salire a Villa Ephrussi de Rothschild, una delle ville più belle e famose della Costa Azzurra. Voluta dalla baronessa Béatrice de Rothschild, appartenente alla grande famiglia di banchieri, nei primi del Novecento, questa villa color rosa si trova su un promontorio sull’istmo di Cap-Ferrat con vista mozzafiato sul Mar Mediterraneo. La baronessa riempì il palazzo con mobili antichi, dipinti di Maestri, sculture, oggetti d’arte e riunì una vasta collezione di rare porcellane. I giardini sono classificati dal ministero della Cultura francese come uno dei giardini notevoli di Francia. Oggi la villa è aperta al pubblico e d’estate vi si tengono bellissimi concerti all’aperto.

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La Villa Ephrussi de Rothschild a Cap Ferrat

Vista dall’alto, Saint-Jean-Cap-Ferrat ha la forma di una mano e tra le sue cinque dita ci sono un’infinità di spiagge e di piccole cale, di sabbia, sassi o grandi massi. La scelta è molto vasta e ciascuno è libero di scegliere quella che preferisce.

Come su tutta la Costa Azzurra, la maggior parte dei lidi è ad accesso libero, ma ci sono alcuni stabilimenti privati, tra cui la famosissima Plage Paloma, frequentata da vip che spesso la raggiungono a bordo dei loro mega yacht. Qui l’acqua è incredibilmente limpida e si può fare uno dei bagni più belli. Si possono anche noleggiare tavole da paddle e pagaiare al largo tra mangrovie e fauna mediterranea.

Tappa a Villefranche-sur-Mer

Il sentiero gira tutt’intorno a Cap-Ferrat, passando per il piccolo porto, il paese e costeggiando il mare e le altre spiagge – tra le più belle c’è la Plage de Passable, che regala una bellissima vista sulla cittadina di Villefranche-sur-Mer (raggiungibile anche in autobus in circa cinque minuti).

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La cittadina di Villefranche-sur-Mer

Villefranche è la meta più ricercata da chi ama la movida. Sviluppata su una collina, che culmina sulla cittadella del XVI secolo, questa cittadina è tutta un sali-scendi di gradini e di ripide stradine lungo le quali s’affacciano deliziosi negozietti e, soprattutto, tanti locali e ristoranti.

La spiaggia, benché molto grande, non è la più bella della Costa Azzurra, bisogna dirlo, ma il golfo, un anfiteatro naturale sul mare, è decisamente da cartolina. Camminando in direzione di Nizza si costeggia il porto con le case color pastello e le barche dei pescatori. Merita una tappa un insolito piccolo museo: il Museo della marina, allestito dai marinai locali, con decine di modellini di navi, caravelle, velieri da perdere la testa.

Direzione Nizza

La separa da Nizza solo Mont Boron, una collina sulla quale si sviluppa il quartiere più bello di Nizza, le cui case e condomini hanno tutti una vista impagabile sul mare e sulla mitica Promenade des Anglais. Volendo, si può camminare fino a Nizza seguendo la pista ciclo-pedonale. Se decidete di andare a piedi, tappa obbligata è al Plongeoir, l’indirizzo più cool della Costa Azzurra: si tratta di un locale/ristorante, la cui particolarità sta nel fatto di estendersi fin su una roccia circondata dal mare. Un aperitivo all’ora del tramonto è top!

D’estate, tuttavia, il consiglio è di prendere il primo autobus che passa, il numero 15 o il 607, che porta fino al Port Lympia di Nizza, da dove poi si accede alla Vecchia Nizza e al resto della città.

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Nizza, Port Lympia
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In barca e bicicletta lungo la Litoranea veneta

A volte, per valorizzare un territorio e creare un itinerario turistico è necessario che più attori facciano la loro anche se pur piccola parte. Non sempre le grandi istituzioni hanno la possibilità di realizzare un progetto e di lanciarlo sul mercato.

È il caso di un bellissimo itinerario, sfruttato già dai Romani e messo a sistema dalla Serenissima, che per secoli ne curò il perfetto funzionamento, e oggi rinato grazie all’aggregazione di più imprese per valorizzare le vie d’acqua del Veneto, le cosiddette Veneto Waterways, e il patrimonio naturale, artistico e culturale a loro legato offrendo proposte turistiche esperienziali e slow.

A mettere nero su bianco questo nuovo itinerario è stato Gianni Pasin, imprenditore veneto e autore della guida “Rotta su Venezia. In barca e in bici (bike & boat) lungo la litoranea veneta. Da Chioggia a Trieste” (Ediciclo Editore).

L’itinerario proposto è consigliabile farlo in barca navigando lungo le antiche vie d’acqua, solcando lagune, fiumi e canali, naturali o artificiali, della Litoranea veneta, quel sistema che collega il Po al Golfo di Trieste. Ma lo si può ripercorrere anche in bicicletta, che ora è tanto di moda.

In barca sulla Litoranea del Veneto

Il percorso in barca parte da Chioggia, nella laguna a Sud di Venezia, e si conclude a Muggia, poco oltre Trieste, per un totale di 180 chilometri lungo la Litoranea veneta. Si tratta di un’idrovia che si estende dalla laguna di Venezia, in parallelo alla costa fino alla foce del fiume Isonzo, per una lunghezza di circa 127 km (68,5 nel Veneto e 58,5 nel Friuli-Venezia Giulia).

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I paesaggi abitati lungo le vie d’acqua venete

Questo sistema di navigazione è formato da canali che si snodano tra le lagune di Venezia, Caorle, Marano e Grado e che attraversano i fiumi Sile, Piave, Livenza, Lemene, Tagliamento, Stella e Isonzo. Le possibili varianti al percorso sono infinite.

I luoghi dell’itinerario

I principali luoghi di interesse attraversati dall’idrovia comprendono Chioggia, Venezia e le isole della laguna veneta, Cavallino Treporti, Jesolo, Caorle, Bibione, Lignano Sabbiadoro, la laguna di Marano, Grado, la foce dell’Isonzo, Trieste e Muggia. A questi si aggiungono poi quei luoghi dell’immediato entroterra come Padova, Treviso, Quarto d’Altino, San Donà di Piave, Concordia Sagittaria, Portogruaro, Precenicco e Aquileia.

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Il paesaggio veneto lungo le vie d’acqua

Il territorio

Un territorio, questo, formatosi molti secoli fa e che oggi regala non soltanto bellissimi centri abitati ma anche una biodiversità unica in Italia. Dune, paludi, spiagge, bonifiche, boschi abitate da aironi, fenicotteri, oche selvatiche, cigni e germani reali.

I servizi turistici

L’itinerario non potrebbe essere turistico senza l’intervento dei cosiddetti “guardiani del territorio”, pescatori, agricoltori, vignaioli e artigiani che ancora oggi contribuiscono a conservare questo patrimonio di cultura e di bellezza. E di tutti quegli operatori nati intorno alle vie d’acqua in grado di offrire servizi turistici come visite, escursioni e mille altre esperienze, incluse quelle enogastronomiche e gli alloggi.

Soggiornare sulle vie d’acqua

Poiché i tour in barca e bicicletta possono durare anche alcuni giorni, sono previsti pernottamenti direttamente sulle houseboat con cui si naviga o in bed and breakfast, anche di charme, o ancora appartamenti galleggianti, che s’incontrano lungo il percorso.

Non mancano i punti di ristoro, anche molto particolari, come i tipici casoni, quegli edifici rurali con il tetto ricoperto di paglia, trabucchi impiantati direttamente nell’acqua, agriturismi e piccoli chioschi che servono i prodotti del territorio a chilometro zero.

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Un tipico casone veneto
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I migliori itinerari della birra in Italia

È un tipo di turismo in continuo “fermento”, nel vero senso della parola, quello della birra. Gli appassionati di questa bevanda non sono solamente coloro che vivono nei Paesi del Nord Europa, famosi per i pub e i birrifici, ma sono sempre più anche gli italiani ad amarla e a essere degli stimati intenditori.

Se la Germania – e in particolare la Baviera – detiene il primato di consumo di birra pro capite, sono gli Stati Uniti a vantare il maggior numero di birrifici al mondo. Anche l’Italia, però, non è da meno. Da noi, infatti, la produzione della birra ha origini antichissime. Ancora oggi, da Nord a Sud dell’Italia, vengono prodotte birre artigianali legate anche alla stagionalità e al territorio.

Lo spiega molto bene Luca Grandi, co-autore di una serie di guide intitolate “Turismo birraio – Guida per viaggiatori in fermento” (Edizioni LSWR) incentrate proprio sui territori del Nord-Est, Nord-Ovest, Centro, Sud e isole d’Italia.

Il turismo birraio, spiega Grandi, porta fuori dai soliti itinerari turistici e farà conoscere un modo di viaggiare all’insegna della lentezza e della necessità di riappropriarsi di ritmi e prodotti stagionali che avevamo dimenticato, ma soprattutto ci farà guardare il territorio con occhi diversi. Non è insolito trovare nelle birre di oggi, oltre agli ingredienti base della birra come malto e luppolo, anche frutta, verdura, spezie, creali e persino fiori.

Le quattro guide uscite da poco non sono solo rubriche con indirizzi di birrifici da visitare e dove fare degustazioni. Certo, ci sono anche quelli, ma vogliono soprattutto far conoscere itinerari turistici originali, descrivendone le particolarità territoriali, naturalistiche, artistiche e monumentali, all’interno dei quali sono collocati dei microbirrifici.

Ve ne segnaliamo quattro, uno per territorio, che ci hanno particolarmente intrigato e che pensiamo meritino un viaggio.

Itinerario lungo la via Aurelia da Boccadasse a Camogli

Il mare è protagonista di questo itinerario, da fare in treno o bicicletta, lungo la costa ligure nella provincia di Genova, che si snoda lungo una strada millenaria di epoca romana: la via Aurelia. Qui, scogli e rocce a picco sul mare lasciano spazio a qualche rara e bellissima insenatura di sabbia, mentre antichi borghi dalle forti tradizioni e dalle case colorate rendono il paesaggio ancor più iconico.

L’itinerario parte di fatto da Genova in quanto Boccadasse è il borgo dei pescatori del Capoluogo ligure e va verso Nervi, famosa per le sue splendide ville d’epoca come Villa Saluzzo Serra e Villa Grimaldi Fassio. Seguendo la Passeggiata Anita Garibaldi si giunge a Sant’Ilario, la cui stazione ormai dismessa è stata protagonista di una delle canzoni più famose, “Bocca di Rosa” di Fabrizio de André.

La tappa successiva è Recco, celebre per la sua focaccia, ma non solo, Già in epoca romana era una sosta importante per il commercio, fino ad arrivare a destinazione: Camogli, uno dei borghi più pittoreschi della Riviera di Levante. Le sue case colorate che si gettano nel mare sono una cartolina. Si dice che quest’esplosione di colori aiutasse i pescatori di rientro dal mare a individuare meglio la propria casa. Il birrificio di questa zona si trova a Genova e si chiama Maltus Faber, situato nell’ex Fabbrica di birra Cervisia.

Itinerario tra i castelli dalla Val d’Adige alla Val di Non

L’itinerario si sviluppa in provincia di Trento e porta alla scoperta di un territorio puntellato di manieri e di castelli che meritano una visita. Il primo è il Castello di Monreale, detto anche di Königsberg, una solitaria roccaforte a sorveglianza della zona di Faedo che un tempo era di dominio tirolese. Oggi decorato da una cinta merlata appare come un castello fiabesco immerso tra i boschi.

Poi c’è Castel San Gottardo i cui ruderi sono incastonati in un’alta parete di roccia. A due passi c’è Castel Firmian e, infine, il Castello della Torre, un edificio fortificato costruito con diversi stili architettonici. Qui, a Borgo d’Anaunia, una frazione di Fondo in provincia di Trento, si trova il birrificio Fon, che usa acqua del territorio montano e materie prime locali per produrre la propria birra.

Itinerario dei borghi tra Perugia e Assisi

Soprannominata “polmone verde l’Italia”, l’Umbria regala meravigliosi itinerari nella natura. Il tour che vi suggeriamo parte da Perugia e si dirige verso San Martino e poi verso Torgiano, annoverato tra i Borghi più belli d’Italia. L’itinerario prosegue verso Bettona, detto anche “il balcone d’Italia” per via dei suoi scorci mozzafiato su tutta la valle e, lungo il tragitto, si incontra il famoso Castello di Rosciano.

L’itinerario prosegue in direzione di Foligno con una tappa a Bevagna, una piccola perla della Valle Umbra nonché uno dei Comuni Gioiello d’Italia, ma anche Città del vino, Città dell’olio, Città dei sapori, Città del bio e Città del miele. Il tour termina a Foligno, il cui centro storico merita una visita, così come il Museo della stampa dove l’11 aprile del 1472 venne stampata la prima copia della “Divina Commedia” di Dante.

Da Foligno si passa necessariamente per il borgo di Spello, una piccola meraviglia di pietra rosa molto amata dai turisti, e infine si giunge ad Assisi, che non dobbiamo neppure descrivervi perché la sua fama è già ben nota. Ed è a pochi chilometri da Assisi che si trova il birrificio Birra dell’eremo che ha ricevuto diversi premi.

Itinerario nella Penisola sorrentina e nella Terra delle Sirene

Questo tour tocca alcuni dei luoghi meno affollati della Campania come Vico Equense, arroccato su un blocco di tufo che si getta nel mare, una cittadina dalle origini antichissime, le Terme dello Scrajo, conosciute e frequentate sin dall’Ottocento e famose per le loro acque salso-bromo-iodiche e sulfuree considerate miracolose.

Gli appassionati di trekking possono proseguire sul sentiero del CAI verso Monte Faito, dalla cui cima si gode di una splendida vista su tutta la penisola e il Golfo di Napoli, in alternativa si raggiunge Castellamare di Stabia si prende la funivia. La tappa successiva dell’itinerario è Sorrento, dove perdersi tra i vicoli stretti e i palazzi antichi prima di godersi la vista pazzesca dell’omonimo golfo dal punto più bello: la Villa Comunale. Ed è qui che si trova il Birrificio Sorrento, dove la birra viene prodotta coi famosi limoni IGP e le arance bionde di Sorrento, tutti prodotti locali.

Si prosegue poi verso Massa Lubrense anche conosciuta come Terra delle Sirene in quanto proprio qui secondo la leggenda, le sirene cercarono di ammaliare Ulisse con i loro canti. Qui s’incontrano altri pittoreschi villaggi di pescatori, come Marina della Lobra, Punta Campanella e la baia di Ieranto, Sant’Agata sui due Golfi.

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Danimarca in bicicletta: tre itinerari per scoprire il Paese più bike-friendly

In Danimarca quasi tutti vanno in bicicletta. Nel Paese, ci sono circa 0,8 biciclette per ciascun abitante. Muoversi in bici non è solo facile, ma fa anche parte della loro cultura. L’amore per le due ruote è nel DNA dei danesi e sortisce persone come il campione Jonas Vingegaard che ha vinto Tour de France 2023.

Merito della conformazione del territorio danese, “piatto come un pancake”, dicono, ma anche del fatto che le distanze tra un’attrazione e l’altra sono brevi, e soprattutto delle magnifiche piste ciclabili che sono state realizzate, separate dalla strada da cordoli. In Danimarca, le città sono progettate per la sicurezza sulle due ruote e il design urbano è un po’ un’ossessione per i danesi.

Ecco perché la Danimarca è il Paese ideale per fare una vacanza in bicicletta. In questo luogo così bike-friendly è facile noleggiare una bicicletta e pedalare su percorsi anche a lunga distanza. Ve ne suggeriamo tre per andare alla scoperta dei luoghi più belli della Danimarca.

Tour di Copenhagen in bicicletta

Dopo il successo del Grand Départ del Tour de France, la cui prima tappa era una corsa a cronometro a Copenhagen, ora gli appassionati di ciclismo possono provare in prima persona la pista della gara. È un tour perfetto per scoprire tutte le anime della Capitale danese in una volta sola.

L’itinerario di 13 chilometri si snoda nel quartiere di Nørrebro, lungo i laghi e fino agli spazi verdi di Østerbro. I laghi sono il luogo ideale per concedersi una pausa e godersi un po’ di relax al tavolo all’aperto di un bar.

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Fonte: ©Kim Wyon

La storica fortezza di Kastellet a Copenhagen

Si prosegue passando davanti alla storica fortezza di Kastellet, alla Statua della Sirenetta e, infine, al Palazzo di Amalienborg, residenza ufficiale della famiglia reale. Lungo il percorso si possono visitare alcune delle principali istituzioni culturali del Paese come il Centro di Architettura Danese, la Galleria Glyptotek e il Museo del Design della Danimarca per poi continuare attraverso il centro città e sul lungomare fino alla linea del traguardo.

Le biciclette a noleggio sono disponibili in molti hotel e negozi di Copenhagen o attraverso il servizio di bike sharing della città.

Lungo la ciclabile dei castelli

Quest’anno l’isola di Fionia, regione natale di Hans Christian Andersen, inaugura un nuovo percorso ciclabile: la Castle Route o pista dei castelli. La Fionia e le sue isole ospitano più castelli e manieri di qualsiasi altro luogo della Danimarca, 123 in totale, e questo percorso di 660 km è studiato per toccarne ben 50, pedalando tra magnifiche coste e terreni coltivati e passando da un’isola all’altra lungo una strada punteggiata di negozi di prodotti tipici e di bed & breakfast caratteristici e glamping dove soggiornare.

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Fonte: ©Daniel Villadsen

Il castello di Sønderborg in Danimarca

Tra i punti di maggiore interesse che s’incontrano lungo la Castle Route ci sono il Museo Vichingo di Ladby, il Museo della Guerra Fredda della fortezza di Langeland, il Museo delle Fiabe di Odense (dove è nato Andersen) e l’originale Museo della Patata. Poi ci sono le isole, come l’incantevole isola di Ærø, con le sue case sul mare, le spiagge e le magnifiche scogliere e l’isola di Langeland, con le sue spiagge e le vedute sull’arcipelago. Il tutto, attraversando splendidi paesaggi fatti di vigneti, un giardino botanico di piante medicinali, pianure abitate da cavalli selvatici, fauna marina e uccelli.

Una particolarità della Fionia sono le sue stazioni di servizio per biciclette. Lungo la strada ce ne sono addirittura 30, con pompe, acqua e attrezzi, tutte a uso gratuito per i ciclisti. Esiste anche una rete di Bike Friends ovvero dei volontari pronti ad aiutare i ciclisti in caso di problemi con la bici o anche solo per riempire la borraccia d’acqua.

Danimarca cost-to-coast

Questo itinerario è dedicato a chi è davvero appassionato di bicicletta, in quanto è più impegnativo degli altri due. È un nuovo percorso ad anello lungo 236 km attraverso lo Jutland meridionale (Sønderjylland in danese), che va dal Mare dei Wadden al Mar Baltico e ritorno. L’itinerario collega le cittadine di Haderslev e Aabenraa – sulla costa orientale – a Tønder e all’isola di Rømø, nel Mare dei Wadden, sulla costa occidentale.

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Fonte: ©Niclas Jessen

In bicicletta per le strade di Tønder, Jutland meridionale

Con i suoi suggestivi panorami scolpiti dall’ultima era glaciale da una parte e le sue distese pianeggianti, ideali per i ciclisti dall’altra, lo Jutland meridionale è già una destinazione nota agli amanti delle due ruote. Questo nuovo percorso, infatti, si aggiunge alle tradizionali piste ciclabili della penisola, tra cui la West Coast Route (sulla costa Ovest), la Baltic Sea Route (lungo il Mar Baltico) e la Flensburg Fjord Route (lungo il Fiordo di Flensburgo).

L’itinerario coast-to-coast si può suddividere in due circuiti più brevi, uno di 142 km a Est e uno di 154 km a Ovest, così da completare il viaggio in una settimana, con tappe lungo la strada.

Tra le principali attrazioni che ci sono lungo il percorso si trovano il Castello di Gram e il suo tradizionale tavolo delle torte, con 24 tipi diversi di dolci, la Marsk Tower, una torre d’acciaio che s’ispira alla forma di una molecola di DNA, con vista sul Parco Nazionale del Mare dei Wadden, il Castello di Brundlund ad Aabenraa e il Tørning Mølle, un antico mulino ad acqua vicino a Haderslev.

Si passa in bicicletta anche dalla strada più bella della Danimarca, la Møgeltønder, con le sue case dal tetto di paglia, i viali di tigli e il palazzo reale di Schackenborg. Lungo il tragitto si può vedere anche la Linea di difesa settentrionale, costruita dai tedeschi durante la Prima guerra mondiale. Molti degli 800 bunker e degli edifici costruiti al confine con la Danimarca sono ancora intatti.

E poi c’è la natura: il paesaggio che si attraversa comprende paludi, riserve di cervi, isole spettacolari e il Parco Nazionale del Mare dei Wadden, dichiarato patrimonio dell’Unesco.

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Matese: paradiso degli escursionisti

Sognate una vacanza a pieno contatto con la natura, giornate scandite da escursioni, percorsi da trekking e dalla scoperta di borghi millenari custodi di meraviglie e tradizioni?

Il Massiccio del Matese in Molise è la meta che fa per voi, un autentico patrimonio ancora intatto, un ambiente protetto ricco di parchi, riserve, oasi, sorgenti, corsi d’acqua e cascate nonché grotte spettacolari, tra le più lunghe d’Italia.

Ma non basta: non è raro scorgere le suggestive “Marmitte dei Giganti“, pozze d’acqua cristallina che nascono dal disgelo, cavalli che pascolano selvaggi, greggi di pecore e mandrie di mucche, gli ultimi carbonai, preziosi siti archeologici e piccoli paesi in armonia con la montagna che li abbraccia.

Una catena montuosa da scoprire e da vivere, che osserva contemporaneamente due mari, il Tirreno e l’Adriatico, in una posizione davvero privilegiata.

Gli affascinanti borghi sui versanti dei monti

Per conoscere meglio questo angolo di Molise, tra le prime tappe non possono mancare alcuni dei paesi più caratteristici, arroccati sui monti, in perfetto equilibrio con il territorio che li ospita, piccoli presepi che, al calar della sera, fanno risplendere con le loro luci il nero profilo dei versanti.

Alle pendici del Matese, con il paesaggio segnato dal tipico tratturo (il percorso dei pastori durante la transumanza) molisano Pescasseroli-Candelo, Sepino, borgo medievale delimitato dalle antiche mura, consente di andare alla scoperta dell’area archeologica di Saepinum, dove spiccano i luoghi più rappresentativi della città romana quali le terme, la cinta muraria, il foro, la basilica e il teatro.

In più, vi sono i resti anche di Saipins, insediamento del periodo sannitico in località Terravecchia, e il pianoro di Campitello del Sepino che si raggiunge seguendo un sentiero di montagna: si tratta di una rigenerante distesa pianeggiante circondata da verdi boschi.

Altrettanto custode di meraviglia è Roccamandolfi, raccolto borgo medievale vegliato dalle rovine di un castello longobardo, un fitto dedalo di vicoletti e casette che hanno come fulcro la Chiesa di San Giacomo.

Oltrepassata la parte alta del paese, ecco il Castello, già presente alla fine del XI secolo, di cui oggi rimangono le torri e le mura: dopo una visita, si può proseguire lungo una stretta stradina di montagna per arrivare al pianoro di Campitello di Roccamandolfi, altro punto di partenza per entusiasmanti escursioni tra i boschi del Matese.

Non lontano dal gruppo montuoso delle Mainarde e dal fiume Volturno, merita una sosta anche Monteroduni, le cui stradine e case del centro storico sorgono attorno al suo simbolo, il Castello Pignatelli.

Si tratta di un edificio a forma rettangolare con quattro torrioni cilindrici agli angoli che, nel tempo, ha perso le fattezze di fortificazione longobarda e poi normanna per diventare un’elegante residenza signorile: al suo interno, il piano terra ospita stanze con forni, cucine e cantine con grandi botti in legno mentre il piano nobile incanta con un magnifico salone con pavimento in cotto, soffitto in legno dipinto con motivi cavallereschi, e lo stemma della famiglia Pignatelli.

L’anfiteatro naturale di Campitello Matese

Campitello Matese

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Campitello Matese, Molise

Il borgo medievale di San Massimo, che conta meno di 800 residenti, vanta, a 1429 metri di altitudine, il pianoro di Campitello Matese, la stazione sciistica più importante del Centro e Sud Italia con 40 chilometri di piste, svariati impianti di risalita, strutture ricettive e servizi per i turisti, racchiusa tra la cima più elevata del Matese, il Monte Miletto a 2050 metri, e le creste della Gallinola a 1922 metri.

In estate offre entusiasmanti occasioni per escursioni, trekking, camminate, gite a cavallo, in mountain bike o in squad, discese con il parapendio e moltissimi altri sport all’aria aperta.

Gli escursionisti apprezzeranno i numerosi sentieri dove ascoltare la voce del vento, come quello di Capo d’acqua che conduce a Capo dell’arco: qui fa bella mostra di sé un pittoresco arco naturale scavato dalla natura nella roccia.

L’Oasi WWF di Guardiaregia, natura allo stato puro

Da non perdere è l’Oasi WWF di Guardiaregia-Campochiaro, una delle più grandi d’Italia con un’estensione di oltre 2000 ettari, custode di vere perle naturalistiche come il canyon del Quirino sul cui fondo svettano il leccio e tassi centenari, grotte, boschi di faggi e la fragorosa Cascata di San Nicola dove l’acqua si tuffa con un salto di ben 100 metri.

Lasciano poi senza parole i “Tre Frati“, tre maestosi faggi secolari poco distanti uno dall’altro, e le grotte Cul de Bove e Pozzo della Neve, quest’ultima tra le cavità più profonde del Paese con 1045 metri.

Per quanto riguarda la fauna selvatica, l’oasi è habitat ideale per il lupo, la poiana, il falco pellegrino, il nibbio reale, il merlo acquaiolo, e varie specie di anfibi tra cui citare la salamandra dagli occhiali.

L’antica Bojano, tra storia e leggenda

Civita di Bojano

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L’antico borgo di Civita di Bojano

Alle pendici del Matese e a ridosso del fiume Biferno, la cittadina di Bojano, sovrastata dall’antico e silenzioso borgo fortificato di Civita, avrebbe avuto origine, secondo la leggenda, da un gruppo di Sanniti che decisero di edificarla proprio nel punto in cui si era fermato il cammino di un bue sacro.

Oggi, tra le testimonianze del passato, da vedere è la Cattedrale di San Bartolomeo, patrono della diocesi e della città, risalente al XI secolo, una delle più antiche della cristianità.
Nel corso del tempo, la chiesa ha subito numerose distruzioni e trasformazioni: durante gli ultimi lavori di restauro, al di sotto dell’altare è tornata alla luce l’antica abside da cui sgorga acqua e a cui si accede scendendo sette gradini che simboleggiano i sette vizi capitali.
Tale ritrovamento, rende la Cattedrale di Bojano forse l’unica a possedere un altare al di sopra di una sorgente d’acqua.

Dalle rovine del Castello, invece, si gode di una vista superba: da un lato la piana su cui sorge l’abitato con l’inizio del Tratturo Pescasseroli-Candela e della Valle del Biferno, dall’altro i Monti del Matese.
Ai piedi della vecchia fortezza, delimitato da una cinta muraria ancora in parte visibile, ecco un agglomerato di piccole case e strette vie, in gran parte disabitato.

Ma non è tutto. Raggiungibile soltanto a piedi seguendo un sentiero montano, emoziona il Santuario di Sant’Egidio, a 1000 metri tra i boschi di faggio del Matese, una suggestiva chiesetta del IX-X secolo nei pressi di una fonte d’acqua purissima. Non manca un rifugio per gli escursionisti che desiderassero fermarsi qualche giorno in uno scenario idilliaco.