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Lago dell’Accesa: una gemma incastonata nella Toscana meridionale

Tra Gavorrano e Massa Marittima, pochi chilometri nell’entroterra rispetto al Golfo di Follonica, tra morbide e amene colline dai fianchi coperti di campi coltivati, circondato da una vegetazione varia che lo nasconde parzialmente alla vista di chi passa, sorge il Lago dell’Accesa, un sereno, cristallino e poco conosciuto specchio d’acqua nella zona meridionale della Toscana.

Un luogo estremamente rilassante, immerso nel verde e nel silenzio, circondato da un alone di leggenda che affonda le radici in tempi antichissimi. Una meta ideale per una gita fuori dai soliti circuiti e dalle solite destinazioni, tra un tuffo in acque profondissime, un picnic nelle piattaforme attrezzate sulle rive del lago e una passeggiata alla scoperta di alcuni fra i più importanti reperti etruschi della regione.

Visto dall’alto, nelle innumerevoli foto scattate dai droni o dalla vetta dei poggi circostanti, il Lago dell’Accesa rivela la sua forma particolare: un cerchio quasi perfetto, tagliato in orizzontale nel suo lato sud-occidentale, dove una lingua di terreno chiude una sorta di piccola laguna che è come un piccolo occhio.

Fonte: Lorenzo Calamai

Lago dell’Accesa, un’oasi dedicata al relax

Il sentiero che costeggia le rive dello specchio d’acqua non fa il giro intero del lago, ma ne percorre esclusivamente la metà orientale. Nella zona nord il panorama è costituito da un fitto canneto, come da tipica vegetazione lacustre, che si interrompe di quando in quando grazie ad alcuni pontili in legno.

Queste piattaforme sono in un’ ottima posizione per stendere l’asciugamano, prendere il sole e tuffarsi nell’acqua straordinariamente trasparente del lago, che diventa subito profonda, anche se è necessario fare attenzione alla vegetazione subacquea. Si possono anche utilizzare per mettere in acqua uno standing up paddle (SUP) con il quale esplorare tutto il bacino. Inoltre alcune delle piattaforme sono dotate di tavoli e panche da picnic, che rendono ancora più piacevole e comoda la permanenza.

Se invece siete più tipi da spiaggia la zona sud offre altre sistemazioni più classiche, con qualche accesso comodo al lago, anche con acqua più bassa adatta ai bambini. Il sentiero, infatti, si allontana un attimo dalla costa dello specchio d’acqua, ma conduce fino alla laguna blu circolare sul lato meridionale.

Il Lago dell’Accesa è straordinario nel suo genere: raggiunge grandi profondità, fino anche a 40 metri, ed è alimentato da sorgenti sotterranee. Non ha immissari, ma dà vita al torrente Bruna, che attraverserete se seguirete il percorso intorno alle rive del lago, il quale ha acque altrettanto cristalline.

Fonte: Lorenzo Calamai

Uno scorcio sulle morbide colline che contornano il Lago dell’Accesa

Come arrivare al Lago dell’Accesa

Il Lago dell’Accesa si trova nel territorio comunale di Massa Marittima, non distante dal tracciato della Aurelia, nella parte settentrionale della provincia di Grosseto. Dista una ventina di minuti da Follonica, la principale località balneare nelle vicinanze.

Il territorio rappresenta l’ultima propaggina meridionale delle Colline Metallifere, un complesso di rilievi caratterizzata da numerosi giacimenti minerari e da aree di produzione di energia geotermica, data la presenza di soffioni boraciferi.

Lago dell'Accesa

Fonte: DeAgostini/Getty Images

Vista aerea del lago e dei suoi dintorni

Per raggiungerlo si percorre la E80/SS1 Variante Aurelia fino all’uscita di Gavorrano Scalo. Da qui si possono seguire le indicazioni per il Lago dell’Accesa e imboccare la Strada provinciale dell’Accesa fino alla frazione La Pesta. Qui si imbocca una strada sterrata che in poche centinaia di metri porta ad un ampio parcheggio non lontano dalla rive del lago. Dal parcheggio parte il sentiero che, costeggiando il fosso che rappresenta l’origine del fiume Bruna, porta ad un passerella in legno dove la traccia si biforca: a destra si trovano le piattaforme attrezzate, a sinistra la laguna blu.

Il lago e i suoi dintorni sono anche una meta gettonata per gli amanti della mountain bike, grazie ai numerosi sentieri che percorrono le colline vicine e attraversano i poderi circostanti, fino ad arrivare alla conca dove si trova l’Accesa.

Gli Etruschi al Lago dell’Accesa

Un’altra eccezionalità del Lago dell’Accesa è quella di essere una zona abitata fin dai tempi etruschi: dal VI secolo prima di Cristo le sponde erano abitate per sfruttare i vicini giacimenti di metalli. Gli Etruschi infatti erano universalmente riconosciuti come un popolo di fabbri, con ottime competenze alla forgia.

Nelle immediate vicinanze del lago si trovano reperti archeologici visitabili gratuitamente di un antico insediamento etrusco: un raro esempio di una città dei vivi, mentre la maggior parte di ciò che di quella civiltà è arrivato ai giorni nostri sono le necropoli, le città dei morti.

etruschi lago dell'accesa

Fonte: Lorenzo Calamai

Gli scavi archeologici con i resti etruschi nelle vicinanze del lago

All’area archeologica si accede direttamente dal parcheggio. Invece che imboccare il sentiero che va al lago, proseguite inoltrandovi nel bosco di eucalipti, all’interno del quale si diramano varie tracce. Ognuna porta a una diversa area dove giacciono i reperti.

Quello che rimane dell’antico insediamento etrusco sono soltanto cumuli di pietre, dai quali si possono intuire le tracce delle fondamenta di qualche edificio. Ampi pannelli informativi, in ogni caso, aiutano nella scoperta degli immensi quantitativi di storia che sono passati sulle sponde del lago negli ultimi 3mila anni.

Storie, miti e leggende del Lago dell’Accesa

Con la sua forma caratteristica, la calma e il silenzio che lo circondano, l’estrema trasparenza dei suoi flutti, il Lago dell’Accesa possiede una notevole aura misterica. Il fatto, poi, che sia alimentato da sorgenti che si trovano sul fondale, a una notevole profondità e quindi invisibili all’occhio umano, ha dato vita a una serie di miti e leggende sul suo conto.

Secondo una di queste, il lago non sarebbe esistito fino al medioevo e sarebbe frutto di una terribile punizione divina.

Una volta terreno fertile ricoperto di campi coltivati a grano dai contadini locali, lo specchio d’acqua sarebbe frutto dell’ira dei cieli per non aver santificato il giorno di Sant’Anna, protettrice dei mietitori. Il 26 luglio, giorno in cui si celebra la santa, i contadini avrebbero dovuto dedicarsi al riposo, alla preghiera e al raccoglimento, e invece disubbidirono tale mandato, scendendo comunque nei campi a trebbiare il grano.

Fonte: Lorenzo Calamai

Le piattaforme attrezzate rendono ideale passare una giornata al lago

Fu così che nel bel mezzo della raccolta, al suono delle campane che indicava il mezzodì, una tempesta si manifestò improvvisamente nel cielo, mentre la terra iniziò a tremare. I contadini, i carri, il bestiame e il loro raccolto vennero inghiottiti in una voragine fiammeggiante che si aprì nel terreno, mentre si scatenava un fortissimo diluvio.

Al cessare della tempesta, al posto dei campi coltivati si trovava un lago, chiamato dell’Accesa proprio per le fiamme che avevano inghiottito che aveva osato contravvenire alle regole sacre. La leggenda vuole che tutt’oggi, nel giorno di Sant’Anna, si possano udire dalle profondità delle acque le grida dei contadini, lo scalpitio dei cavalli e i rintocchi delle campane del paese che fu sprofondato.

Fonte: Lorenzo Calamai

Le campagne nei dintorni del Lago dell’Accesa

In tempi più recenti, alla fine degli anni Novanta, il Lago dell’Accesa è assurto alle cronache locali per essere diventato una sorta di Loch Ness italiano: si diceva che una coppia di turisti tedeschi fosse giunta in riva al lago con al guinzaglio il loro eccentrico animale domestico, un coccodrillo.

La creatura si sarebbe liberata dalle catene, gettata nel lago e sparita nella natura, ritornando alla vita selvaggia che più le si confà. Da allora, per qualche tempo, si susseguirono gli avvistamenti (mai confermati) di lucertoloni anfibi dalle parti del Lago dell’Accesa, tanto che gli abitanti della zona, si erano presi pure la briga di dare un soprannome al coccodrillo, Birillo, di cui però si sono perse le tracce da tempo.

Chissà se è stato il freddo, chissà se qualcos’altro, chissà se ancora Birillo il coccodrillo non sguazzi nei meandri del Lago dell’Accesa.

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Fino a 30.000 euro per vivere in Toscana: come fare

Fuggire dal caos cittadino per andare a vivere in montagna, immersi nella natura e nei suoi ritmi lenti, respirando aria pulita, riscoprendo il piacere delle cose autentiche e la bellezza dei paesi che sono rimasti sospesi nel tempo. Un sogno per molti che potrebbe diventare una realtà accessibile, grazie a un bando che permette di ricevere fino a un contributo di 30 mila euro per comprare casa, se ci si trasferisce in un piccolo comune montano della Toscana, al di sotto di 5000 abitanti. Scopriamo quali sono i requisiti per accedere.

Il contributo per chi va a vivere sulle montagne toscane

Per quanto affascinante sia la vita nei borghi di montagna, purtroppo deve fare i conti con il problema dello spopolamento, in particolare da parte dei giovani che cercano lavoro e opportunità altrove. Proprio per questo, gli enti continuano a cercare e a mettere in atto nuovi interventi per far sì che si possa arginare questo fenomeno e mantenere vive comunità, luoghi e tradizioni uniche.

In quest’ottica, la Regione Toscana ha pubblicato il bando ‘Residenzialità in montagna 2024’, finalizzato a favorire e incentivare il ripopolamento e la rivitalizzazione socio-economica delle aree montane toscane, agendo in contrasto alla marginalizzazione di una grande risorsa ambientale e culturale.

Il contributo richiesto potrà andare da un minimo di 10 mila a un massimo di 30 mila euro. Non potrà in ogni caso essere superiore al 50% del totale delle spese sostenute per i costi connessi all’acquisto dell’immobile e relative pertinenze. Il bando ha una dotazione di 2 milioni e 800 mila euro del Fondo sviluppo montane italiane (Fosmit).

A chi è rivolto il bando ed entro quando presentare la domanda

Per poter partecipare al bando della Regione Toscana ‘Residenzialità in montagna 2024’ è fondamentale essere in possesso dei seguenti requisiti:

  • essere cittadini italiani o di altro Stato dell’Unione Europea oppure extracomunitari titolari di un permesso di soggiorno di durata non inferiore ai 10 anni;
  • essere maggiorenni;
  • essere residenti in un comune italiano risultante non montano dall’ultimo dato Istat ufficiale disponibile alla data di adozione del decreto dirigenziale di approvazione del bando.

La richiesta di contributo può essere presentata entro e non oltre le ore 13:00 del 27 luglio 2024, esclusivamente online, tramite il modulo disponibile sul sito della Regione Toscana. Per accedere all’applicazione web dedicata è necessario autenticarsi utilizzando Carta Nazionale dei Servizi (CNS), Sistema pubblico di identità digitale (Spid) o Carta di identità elettronica (Cie).

Per Stefania Saccardi, vicepresidente e assessora alle Aree Interne, le montagne toscane “sono territori dalla bellezza unica con borghi da riscoprire che pagano però lo spopolamento. Decidere di vivere in uno di questi Comuni è dunque una sfida e un’opportunità soprattutto per i giovani e il bando, dando una possibilità concreta alla montagna, offre anche l’occasione di una scelta di vita nuova”.

In Toscana ci sono 119 borghi sotto i 5.000 abitanti, oggi sempre più minacciati da spopolamento e calo demografico. Tra questi, una decina ha aderito alla firma del Patto per il futuro dei piccoli Comuni volto a promuovere la transizione ecologica, la rigenerazione e l’innovazione promosso dalla campagna “Voler bene all’Italia” di Legambiente. Si tratta di Fivizzano, Uzzano, Pescaglia, Bibbona, Gambassi Terme, Casole d’Elsa, San Romano in Garfagnana, Villa Collemandina, Marciano della Chiana.

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Orbetello Toscana Vacanze con animali Viaggi

Spiagge per cani (dog friendly) a Orbetello

Orbetello, perla della provincia di Grosseto e della Maremma Toscana, sorge in uno stretto istmo di terra ed è circondata da una romantica laguna, a sua volta impreziosita da due meravigliose spiagge, la Giannella e la Feniglia, lambite da un limpido Mar Tirreno. Siamo presso quello che potremmo definire l’ingresso dell’altrettanto straordinario Monte Argentario, che è anche la culla di alcune delle calette più suggestive di tutta la regione. Immersa nella natura più autentica e selvaggia, Orbetello è anche una località ideale per andare in vacanza con i propri amici a quattro zampe, grazie a una serie di spiagge che sviluppano nei suoi dintorni in cui i pelosetti possono soggiornare e fare il bagno insieme a noi.

Con il cane sulle spiagge di Orbetello

Nella zona di Orbetello i cani possono razzolare su alcuni tratti di spiagge libere e/o private. Tuttavia, è fondamentale che vengano rispettate alcune regole. Le aree per i nostri amici a quatto zampe, infatti, sono ben circoscritte e delimitate da paletti, cordami e cartelli segnalatori e sono fruibili dalle 8.30 alle 20.00.

I cani da queste parti sono liberi di muoversi, correre e giocare persino senza guinzaglio e museruola, a patto che siano sotto la diretta sorveglianza e responsabilità dei loro accompagnatori.

Possono anche tuffarsi nel limpido mare che bagna questo tratto di costa, purché siano sempre tenuti al guinzaglio. Tuttavia, bisogna fare attenzione alle razze che rientrano nelle categorie dell’Ordinanza del Ministro della Salute Sirchia, per le quali è prevista anche la museruola.

Non è ancora tutto, perché è bene sapere che è permesso un solo animale ad accompagnatore e che è dovere di noi proprietari essere i responsabili del comportamento del nostro amico del cuore, che deve essere registrato all’anagrafe canina e regolarmente vaccinato per le principali malattie infettive.

Le spiagge libere per i cani

Le spiagge libere per i cani nella zona di Orbetello sono diverse e tutte perfettamente attrezzate. Ciò non toglie che sia necessario ricordarsi che non tutte le spiagge nella loro interezza sono indicate per i nostri amici a quattro zampe, ma solo dei tratti ben precisi e che non si possono superare.

La Spiaggia Nera della Torba, così chiamata per la sua sabbia scura e per il mare perfettamente cristallino, è un angolo di paradiso anche per i nostri animali. Le bau beach da questa parti sono due: una nei pressi dello stabilimento “Frigidaire”, l’altra vicino alla spiaggia attrezzata “Le dune”.

Spiaggia Nera della Torba, Toscana

Fonte: iStock

La bellissima Spiaggia Nera della Torba

Poi ancora La Feniglia, uno dei meravigliosi tomboli che collega la penisola dell’Argentario alla terra ferma, con alle spalle una zona di pini marittimi secolari e un mare sempre basso e dalle incredibili limpidezze. Qui il tratto riservato ai nostri amici a quattro zampe è solo uno, ovvero presso la struttura balneare “Tenda gialla”.

Non è di certo meno suggestiva La Giannella, l’altro tombolo che si sviluppa fra il mare e la laguna di Ponente, che è anche una delle spiagge più facilmente accessibili per tutti. Insieme al proprio cane qui si possono ammirare alcuni dei tramonti più romantici della regione, ma esclusivamente nei due tratti di spiaggia che si trovano nei pressi dell’”Orbetello Camping Village” e nelle vicinanze del “Camping Giannella”.

Albinia offre un mare pulitissimo e molto ampio, ma anche un’ombra piacevole e naturale grazie alla bellissima pineta da cui è abbracciata. Se vogliamo raggiungere questa perla toscana con i nostri amici a quattro zampe, dobbiamo dirigerci in località Torre Saline, a poca distanza dal campeggio “Bocche D’Albegna”.

Ma non è finita qui, perché nella bellissima aera di Orbetello i nostri cani possono giocare con la sabbia dell’affascinante Spiaggia dell’Osa a Fonteblanda, e più precisamente nelle vicinanze del campeggio “Ideal”. Si tratta di una zona tranquilla ma in cui non mancano i servizi necessari a un indimenticabile soggiorno in spiaggia e di fronte a un mare cristallino.

Infine, la straordinaria Spiaggia della Fertilia a Talamone, presso l’International Kitesurf University. Questa, infatti, è la spiaggia d’eccellenza per gli sport velici grazie alla sua particolare conformazione geografica, ma che offre quasi costantemente un mare calmo che si rivela ideale anche per una vacanza con i cani.

Maremma Toscana, spiagge

Fonte: iStock

Veduta aerea della bellissima costa tra la città di Albinia e il Talamone

Le spiagge a pagamento

Come abbiamo potuto vedere, le spiagge libere per cani nella magnifica zona di Orbetello sono tante e una più bella dell’altra. Ciò non toglie che in questa bella area della Toscana ci siano anche diversi stabilimenti balneari in cui poter soggiornare con il proprio amico del cuore.

Uno si trova in località Osa, meta caratterizzata da una spiaggia molto bella e rilassante bagnata da acqua cristallina. Poi ancora a Principina a Mare, celebre destinazione di vacanza particolarmente amata per il suo bellissimo mare e per la grande pineta che fa da sfondo al litorale. Altri, invece, sono situati proprio nel tratto di costa cittadino.

Insomma, scegliere Orbetello per le proprie vacanza è davvero un’ottima idea: la zona è perfetta anche per i nostri amici a quattro zampe.

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Liguria Marche mare Notizie Toscana Viaggi

Estate nelle Marche, Toscana e Liguria: treno + bus fino alla spiaggia

Avete voglia di trascorrere indimenticabili giornate al mare ma non potete/volete prendere la vostra automobile? Niente paura, perché quest’anno nelle Marche, in Toscana e in Liguria è possibile usufruire di un servizio che permette di arrivare con il treno nella destinazione più desiderata, e poi prendere direttamente un bus che conduce al cospetto della spiaggia di vostra scelta.

I servizi link treno + bus

Quella del 2024 sarà un’estate facile per gli spostamenti e anche a braccetto con la sostenibilità: si potrà arrivare in treno nelle principali stazioni di Marche, Toscana e Liguria e poi e raggiungere il mare grazie ai servizi link treno + bus. Il tutto con biglietti acquistabili in un’unica soluzione.

In sostanza, Trenitalia permetterà a tutti i suoi passeggeri di poter usufruire di un servizio che punta sull’intermodalità per visitare alcune delle spiagge più belle d’Italia, lasciando a casa l’auto e quindi risparmiando ore di traffico e strizzando l’occhio all’ambiente.

Il Senigallia Beach Link

Coloro che hanno voglia di scoprire le bellezze delle Marche possono salire a bordo del Senigallia Beach Link grazie alla Summer Experience 2024 di Trenitalia. A disposizione dei tanti viaggiatori ci sono ben 116 collegamenti intermodali tra la stazione ferroviaria di Senigallia o di Marzocca e il Lungomare Sud di Senigallia, e tra la stazione ferroviaria di Senigallia e il Lungomare Nord di Senigallia.

Scegliendo questa opzione, si ha l’occasione di arrivare alla Spiaggia di Velluto, così chiamata per via dei suoi ben tredici chilometri di sabbia dorata, finissima e morbida, molto simile a questo tessuto soffice.

Si tratta delle spiaggia più famosa delle Marche, bagnata da un mare limpido, pulito e sicuro, al punto da sfoggiare con fierezza la prestigiosa Bandiera Blu.

Da non perdere è anche la famosissima Rotonda a Mare, una struttura a forma di conchiglia che si affaccia sul nostro azzurro Mar Adriatico.

L’Argentario Link

Se invece volete optare per l’altrettanto magnifica regione Toscana, non perdete l’occasione di salire a bordo dell’Argentario Link: permette di arrivare alla stazione di Orbetello-Monte Argentario in treno, per poi proseguire in bus fino a Porto Santo Stefano.

Porto Santo Stefano è un vero e proprio gioiellino dai mille colori affacciato su un limpido Tirreno e situato sul promontorio dell’Argentario.

Amata anche dai vip, si sviluppa in un bellissimo contesto naturale ed è abbracciata da straordinarie spiagge e calette. Inoltre, è il borgo ideale per imbarcarsi alle volta delle splendide isole dell’Arcipelago Toscano, come la pittoresca Isola del Giglio e la selvaggia Giannutri.

Porto Venere Link e Lerici Link

Infine, potete scegliere di esplorare la Liguria, grazie ai Porto Venere Link e Lerici Link: arrivando a La Spezia Centrale, si può proseguire in bus fino a Lerici e Portovenere, Patrimonio Mondiale Unesco insieme alle Cinque Terre.

Lerici offre un’incredibile quantità e varietà di spiagge bagnate dal tipico mare azzurro chiaro e trasparente della Liguria, ma è anche una località pregna di incantevoli scorci che nel corso dei secoli ispirarono poeti e scrittori.

Portovenere, dal canto suo, offre un mare dalle infinite sfumature di blu e anche la possibilità di fare indimenticabili gite in barca verso le vicine (e splendide) isole di Palmaria, Tino e Tinello. Inoltre, è una località impreziosita da tipiche case-torri dalle facciate gialle, rosa e rosse, poste tutte in fila lungo il bellissimo mare della zona.

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Mare in Toscana, le spiagge selvagge più belle

È come se ci fosse qualcosa di vivo, di ulteriore dentro di noi, che ci spinge a cercare qualcosa di nuovo, qualcosa di diverso. Qualcosa, se vogliamo, di più distante, intatto, selvaggio.

Uno spirito di scoperta che si cala anche nel quotidiano, nel giorno libero da dedicare a una piccola vacanza, nel weekend per una gita fuori porta.

Rifuggire ombrelloni e lettini, che per carità hanno il loro scopo e la loro legittimità, per scoprire un mare più autentico, aspro e bello.

Anche la costa tirrenica toscana, che è stata esplorata, vissuta e sfruttata in lungo e in largo, è capace di offrire esperienze di questo genere, in particolare nella zona meridionale della regione.

Ecco, quindi, che si propone una selezione delle più belle spiagge selvagge della Toscana, dove c’è sempre un piccolo percorso da fare per arrivarci, dove domina la macchia mediterranea con i suoi profumi e i suoi colori, e dove l’azzurro del mare si fonde con quello del cielo.

Fonte: Lorenzo Calamai

I colori elettrizzanti delle spiagge selvagge della Toscana

Cala Civette, la sorella minore delle Bandite di Scarlino

La Riserva Naturale delle Bandite di Scarlino corrisponde ad un ampio promontorio con sbocco sul mare, coperto di macchia mediterranea, bosco e da una fitta rete di sentieri, che si aprono in ampie calette remote e affascinanti, ciascuna costretta tra due capi impervi.

La più nota tra queste è Cala Violina, una spiaggia dalla fine sabbia bianca con un mare cristallino. Un luogo unico la cui necessità di salvaguardia ha indotto il Comune di Scarlino a limitarne l’accesso attraverso un sistema di prenotazione e un biglietto (dal costo minimo) d’ingresso.

Altra spiaggia nota delle Bandite è quella di Cala Martina, che invece è rocciosa e contraddistinta da un monumento a Giuseppe Garibaldi, che qui riuscì a sfuggire alle guardie papali imbarcandosi su un peschereccio.

Salita un po’ meno agli onori delle cronache e per questo meno frequentata, ma non certo meno bella è Cala Civette, una lunga e suggestiva spiaggia dai connotati selvaggi che si apre tra Punta Le Canne, ovvero l’estremo meridionale della succitata Cala Violina, e la punta di Torre Civette, un’antica fortificazione difensiva oggi trasformata in abitazione privata.

Fonte: Lorenzo Calamai

Cala Civette, vista in direzione settentrionale. Dietro quel promontorio, Punta Le Canne, si trova Cala Violina

Percorrendo la Strada provinciale 158 che collega Scarlino a Castiglion della Pescaia, si svolta in direzione del Centro Velico di Punta Ala. Si lascia quindi l’auto dopo un paio di chilometri, in corrispondenza dell’avvio del sentiero. La traccia sale nella parte iniziale, aggira la vetta di una collina e riscende verso il mare.

Sulla sinistra un inequivocabile bivio lascia il sentiero principale e scende: dopo solo pochi passi consente già uno spettacolare affaccio su Cala Civette, che si raggiunge percorrendo in pochi minuti la discesa scoscesa. Il tempo di percorrenza totale del tragitto è di 30/40 minuti, il sentiero principale collega Cala Civette con Cala Violina offrendo la possibilità di proseguire l’escursione.

Fonte: Lorenzo Calamai

Scendendo verso Cala Civette

La lunga lingua di sabbia color ocra ha alle spalle una fitta pineta e il percorso per arrivarci la separa dalla ben più affollata spiaggia di Punta Ala. Un luogo privato e protetto, dove attendere la luce del tramonto che si abbassa sul mare prima di riprendere la via di casa.

Spiaggia di Alberese, il mare si fonde con il cielo

Il Parco regionale della Maremma è stato il primo parco naturale istituito dalla Regione Toscana nel 1975. Al suo interno si trovano alcune aree di costa fra le più belle e intatte del litorale tirrenico toscano, sia per la bellezza del mare che per l’affascinante conformazione del territorio.

I monti dell’Uccellina, disseminati di antiche torri di avvistamento, fanno da sfondo alla meravigliosa spiaggia di Alberese, o spiaggia di Collelungo (secondo alcune mappe si tratta di due zone diverse, ma nella pratica è una sola, lunga lingua sabbiosa). Qui il colore dorato della sabbia, i tronchi di legno sbiancati dal mare, dalla salsedine e dal vento, contrastano con l’azzurro intenso del mare, che si estende in tutte le direzioni a perdita d’occhio, fondendosi con l’azzurro del cielo, senza che sia distinguibile una linea dell’orizzonte.

Fonte: Lorenzo Calamai

La lunga spiaggia di Alberese, a sud della foce del fiume Ombrone, dona una pace totale e rassicurante: intorno a voi solo sabbia dorata e l’azzurro del mare

Arrivare è semplice: prendete l’uscita di Rispescia della SS1 Variante Aurelia e seguite le indicazioni prima per Alberese e poi per Marina di Alberese. Svoltate a destra seguendo la cartellonistica e, dopo qualche centinaio di metri, prendete a sinistra oltrepassando la soglia del Parco rappresentata da due colonne in mattoni di cotto. Percorrete il lunghissimo rettilineo che vi porterà fino al parcheggio di Marina di Alberese. L’accesso alla spiaggia è adiacente al parcheggio.

Nonostante la spiaggia si trovi all’interno del Parco della Maremma, non vi sarà richiesto di fare il biglietto per accedere al litorale. L’attività di balneazione, infatti, è considerata libera.

Non è da trascurare, però, la possibilità di organizzare una bella escursione all’interno del Parco (ingresso a pagamento dal Centro Visite di Alberese): il sentiero A2 è un percorso di media difficoltà, non tanto per le asperità altimetriche quanto per la lunghezza, visti i 7 km per andare e altrettanti per tornare. Quel che è certo è che avrete la possibilità di effettuare un’escursione di grande impatto visivo e scenografico, immersi nella macchia mediterranea e in una natura selvaggia e particolare, e di passare per i bastioni difensivi medievali che sorvegliano da secoli la baia in funzione difensiva.

Fonte: Lorenzo Calamai

I monti dell’Uccellina dominano la spiaggia di Collelungo

Il Pozzino, antico porto etrusco

La Baia del Pozzino è la meno remota di questa selezione, eppure spesso poco considerata, raramente affollata.

Si tratta di un piccolo golfo protetto, una insenatura poco più a settentrione del più ampio e gettonato Golfo di Baratti.

La spiaggia è composta da sabbia scura mista a ciottoli, alle spalle una dolce collina coperta da un prato verde e ai lati alti faraglioni con una rigogliosa macchia mediterranea. Il fondale roccioso lo rende un buon posto per lo snorkeling intorno alle scogliere, facendo attenzione che il mare non sia mosso.

Fonte: Lorenzo Calamai

La vista sul Golfo di Baratti dall’insenatura del Pozzino

Anche il percorso per arrivare in questo piccolo angolo di pace e natura è particolare: si parte dal centro di Baratti, dalla piazzetta antistante alla spiaggia con il chiosco e i ristoranti Demos e La Perla. Proprio fra i due ristoranti si apre una strada che si fa sterrata dopo poche decine di metri e si inoltre in una ombrosa pineta.

Dopo pochi minuti di cammino vi imbatterete in un paio di curiosi edifici. Sono alcune delle principali opere dell’architetto Vittorio Giorgini, attivo negli anni Cinquanta e Sessanta, che qui costruì Casa Saldarini, detta anche il Dinosauro, e l’Esagono. In particolare Casa Saldarini è un esempio avanguardistico di architettura dalle forme curve, sinuose, dalle sembianze zoomorfiche.

Seguendo il sentiero per altri 15/20 minuti, immersi nell’ombra di una pineta che di quando in quando offre scorci affascinanti sulla scogliera sottostante, si raggiunge la Baia del Pozzino, anticipata da un’appetitosa vista panoramica sulla spiaggia stessa.

Fonte: Lorenzo Calamai

La vista sul Pozzino arrivando dal sentiero

Buca delle Fate, cala con panorama

Il promontorio di Populonia è uno dei luoghi più suggestivi e con il mare più bello di tutta la Toscana. Raggiungete Baratti, una piccola località balneare nei pressi di Piombino, e percorrete fino in fondo la strada che conduce al porticciolo. Da qui imboccate la strada in salita che sale verso il borgo medievale di Populonia, che oltre alla necropoli etrusca ha conservato anche le imponenti fortificazioni del XV secolo.

Sulla sinistra un ampio spiazzo sabbioso sulla sinistra, chiamato il Reciso, fa da parcheggio a chi vuole affrontare la discesa verso la Buca delle Fate. Un sentiero infatti parte dall’altra parte della strada, scavalcando una piccola scaletta in legno che immette nel bosco dai profumi mediterranei che copre il promontorio.

Da qui in appena 15 minuti di discesa a piedi si raggiunge un ampio pianoro roccioso con una maestosa vista sul mare e sull’Isola d’Elba, di fronte.

Fonte: Lorenzo Calamai

Una panoramica panchina sul promontorio per ammirare il sole che scende dietro l’Arcipelago Toscano

Uno stretto sentiero sulla sinistra cala verso la spiaggia sassosa, con ampi massi per sistemarsi, chiamata Buca delle Fate.

Come le fate di cui porta il nome, questo luogo unico risulta magico fin dalla prima occhiata. Frequentato fin dai tempi degli Etruschi, di cui rimangono testimonianze nella vicina necropoli di Populonia, questa spiaggia di sassi è una nicchia lontana dalla civiltà, immersa in un ambiente selvaggio.

Facendo il bagno nell’acqua dai colori cangianti, verde, azzurro e blu, occhio a non venir ammaliati da ninfe, fate, sirene o altre creature marine. Secondo la leggenda, attirano gli esseri umani nel loro mondo sottomarino, per farli vivere con loro senza fare più ritorno: sarebbe così male?

Fonte: Lorenzo Calamai

Bagno sulla sassosa spiaggia di Buca delle Fate: acqua cristallina con un fondale roccioso, adatta anche allo snorkeling

Cala del Lupo, paradiso dimenticato

Cala del Lupo è una piccola caletta di ciottoli, nascosta nel promontorio di Populonia, raggiungibile solo attraverso un percorso a piedi da Buca delle Fate di circa 40 minuti.

Si tratta di un percorso semplice: anche se non è segnato, la traccia è unica e impossibile da perdere. Si deve procedere dal promontorio sopra la Buca delle Fate in direzione sud, scendere alla vicina Cala San Quirico, una spiaggetta di sassi dove si trova anche una piccola area ristoro con un tavolo da picnic, e proseguire oltre seguendo il sentiero che immediatamente sale con un piccolo strappo fino a offrire una vista panoramica sia sulla spiaggia appena lasciata, sia sull’intero promontorio.

Fonte: Lorenzo Calamai

Panorama su Cala del Lupo, un piccolo gioiello nascosto

Si prosegue lungo il sentiero nel bosco, tra lo stormire delle foglie, la risacca del mare più in basso e i profumi salini e mediterranei del terreno.

Quando il bosco si dirada e si affronta un tratto del sentiero alla luce del sole, scollinando da una tratto in falsopiano in salita, si potrà vedere poco più avanti Cala del Lupo, con il suo mare cristallino e la vista sulle isole dell’Arcipelago toscano. Da lì il sentiero rientra per un breve tratto nel bosco e si dovrà fare attenzione per trovare la svolta in discesa a destra che consente di scendere fino alla spiaggia, passando per ampi lastroni di roccia.

Cala del Lupo è un luogo nascosto e dimenticato, dove poter davvero passare una giornata lontano dalla civiltà, distesi al sole con nelle orecchie il solo rumore delle onde che si infrangono sul bagnasciuga.

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Cortona, il più bel borgo della campagna toscana

Il borgo di Cortona si erge con orgoglio tra le dolci colline della Toscana, catturando l’attenzione di ogni visitatore con il suo fascino senza tempo. Con una storia che risale all’epoca etrusca, Cortona è una destinazione che incanta con la sua architettura, i panorami mozzafiato e l’atmosfera rilassante che pervade le sue antiche strade lastricate.

Cortona è posizionato su un rilievo montuoso tra la Valdichiana e la Valle del Tevere, in provincia di Arezzo, al confine tra Toscana e Umbria. Il borgo è ancora oggi un importante centro culturale e turistico, un luogo pittoresco che si contraddistingue per la sua architettura tipicamente medievale, fatta di antichi palazzi, vicoli stretti e acciottolati, piccole botteghe artigiane e trattorie tipiche toscane.

Le colline a Cortona

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Il borgo di Cortona sulle colline toscane

Storia e cultura a Cortona

Cortona è una città ricca di storia e cultura, il che si riflette nelle sue strade e nei suoi monumenti. Gli Etruschi fondarono Cortona più di 2.500 anni fa, e molti dei loro reperti sono oggi esposti nel Museo dell’Accademia Etrusca. Il centro storico – la zona del Poggio – è un labirinto di vicoli che invitano a una passeggiata tranquilla alla scoperta dei tesori architettonici locali. La Cattedrale di Santa Maria Assunta, con la sua maestosa facciata, e il Palazzo Comunale, che ospita il Museo Diocesano, sono solo alcune delle attrazioni culturali da non perdere durante un soggiorno a Cortona.

La cattedrale ha uno stile romanico-rinascimentale e il patrimonio artistico custodito al suo interno è notevole: si possono infatti ammirare una Pietà in terracotta risalente al XV secolo e la natività di Pietro da Cortona.

Il Museo Diocesano di Cortona invece raccoglie opere provenienti dalle chiese cittadine. Sono da ammirare, in particolare, il Cristo che porta la Croce e la Croce dipinta di Lorenzetti, l’Annunciazione del Beato Angelico e il Compianto sul Cristo morto di Luca Signorelli. Il MAEC, Museo dell’Accademia Etrusca e della Città di Cortona, racconta la storia del territorio, della sua evoluzione dalla fase preistorica fino a quella etrusca e romana.

La basilica di Santa Margherita a Cortona

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Veduta interna della basilica di Santa Margherita a Cortona

Per scoprire in lungo e in largo il borgo, è possibile percorrere un itinerario lungo 8 km che tocca alcuni punti di grande interesse: parte dalla panoramica Piazza Garibaldi, toccando la chiesa tardogotica di San Domenico, i giardini del Parterre, la meravigliosa Villa Bramasole, la Basilica di Santa Margherita, la Fortezza di Girifalco per concludersi all’Eremo delle Celle.

Il vecchio municipio a Cortona

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Il vecchio municipio in piazza a Cortona

La natura mozzafiato dei colli toscani

Tra i principali motivi per cui Cortona attrae i visitatori non vi è solo il suo interesse storico, artistico e culturale: il borgo è una finestra sulle bellezze naturali della campagna toscana. Dal borgo, infatti, si aprono viste spettacolari su vigneti, uliveti e campi di girasoli che si estendono sconfinati all’orizzonte.

Un luogo ideale per ammirare lo scenario naturale che circonda il borgo di Cortona è il Parco del Girifalco, che offre anche un’ottima vista sulla città stessa. Gli amanti della natura possono anche esplorare i sentieri e i dintorni di Cortona per immergersi nella tranquillità della campagna toscana.

Mura antiche a Cortona

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Le antiche mura a Cortona

Un percorso lungo le mura conduce all’esterno della città verso la parte alta della collina, seguendo l’antica cinta muraria che circonda Cortona, andando a esplorare gli splendidi monumenti costruiti fuori dal centro storico. Tra questi la Chiesa di Santa Maria Nuova che risale al XVI secolo, opera di Giorgio Vasari, con la sua cupola barocca. La si può raggiungere anche percorrendo la panoramica strada sterrata detta ‘Il Bobolino‘, molto stretta e tortuosa, da fare esclusivamente a piedi a passo di trekking.

Cortona e i suoi eventi culturali

Cortona è stata una fonte di ispirazione per molti artisti nel corso dei secoli. Il pittore rinascimentale Luca Signorelli è nato a Cortona e la sua influenza artistica si può ammirare nella Chiesa di San Niccolò. Inoltre, il borgo ha guadagnato ulteriore fama internazionale grazie al film “Sotto il sole della Toscana” del 2003, che ha portato un’ondata di turisti a scoprire la bellezza di Cortona. Oggi, Cortona ospita anche il Cortona On The Move, un festival internazionale di fotografia che attira appassionati e artisti da tutto il mondo.

Tra gli eventi più popolari a Cortona c’è anche un evento che riguarda la rievocazione storica del Matrimonio dei Casali-Salimbeni, il 5 giugno, seguita il giorno successivo dalla Giostra dell’Archidado, mentre a ferragosto nel borgo ci si ritrova in piazza per la mitica sagra della bistecca – che da queste parti è un must.

Molto noto è anche il Cortona Mix Festival dedicato alla musica, al teatro e ad altre arti, che si svolge in genere da fine luglio all’inizio di agosto.

Itinerari enogastronomici a Cortona

La Toscana è rinomata per la sua cucina deliziosa e Cortona non fa eccezione. I visitatori possono deliziarsi con prelibatezze locali come la bistecca alla fiorentina, la ribollita (una zuppa tradizionale a base di pane e verdure), la bruschetta con olio d’oliva e il Chianina, una pregiata razza di bovini allevati nella regione. Inoltre, i vigneti circostanti producono vini di alta qualità, come il famoso Vino Nobile di Montepulciano, che possono essere degustati nelle cantine locali.

A proposito di vini, non possiamo non menzionare che a Cortona la produzione del vino ha una storia che parte dal periodo etrusco. Il marchio Cortona DOC raggruppa i vini rossi, bianchi e dolci prodotti in questa zona. Imperdibile è la visita di una cantina o una degustazione in una delle enoteche del centro storico.

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Le imprevedibili spiagge di Sansepolcro

Quando la canicola picchia, non è sempre facile mantenere lo sguardo concentrato sulla cultura e sull’arte.

Sansepolcro, meravigliosa cittadina medievale al confine tra Toscana, Umbria e Marche che ospita alcuni dei più celebri capolavori di Piero della Francesca, ha in fondo un’anima rurale, a contatto con la natura che la circonda, e nasconde piccoli tesori d’acqua dolce che possono diventare il complemento ideale per un weekend di tarda primavera o estate che metta insieme i capolavori del Rinascimento con un tuffo rinfrescante nelle acque del torrente Afra.

Non è infatti il Tevere, che solca il centro cittadino allargandosi fino a prendere forma di fiume, la spiaggia prediletta dagli abitanti di Sansepolcro. Fino a qualche decennio fa, i ragazzi del paese si avventuravano nella vicina valle dell’Afra, per passare i lunghi pomeriggi estivi tra le cascate e le piscine naturali del torrente, riparato da frondosi e freschi boschi.

Ancora oggi le piscine naturali dell’Afra sono la destinazione ideale per i caldi pomeriggi estivi. Dopo aver visitato il centro storico medioevale della città, dopo essersi lustrati gli occhi di fronte alle opere di Piero della Francesca e alle altre mirabili attrazioni artistiche di Sansepolcro, è il momento di immergersi, letteralmente, nella natura, andando alla scoperta delle spiagge d’acqua dolce che si trovano poco fuori città.

Fonte: Lorenzo Calamai

I tetti di Sansepolcro nella luce della golden hour

Sansepolcro, la città di Piero della Francesca

Adagiata sulle sponde del fiume Tevere, Sansepolcro è un piccolo centro di circa 15mila abitanti con una concentrazione di capolavori dell’arte rinascimentale da far invidia a qualsiasi altra città toscana.

Qui, infatti, è nato Piero della Francesca, uno dei pittori più importanti del Rinascimento che, dopo aver lavorato a Arezzo, Rimini, Roma, Perugia e Urbino, tornò nella città natale negli ultimi anni prima della morte, avvenuta il 12 ottobre 1492, il giorno in cui Cristoforo Colombo sbarcava per la prima volta in un nuovo continente.

Il Museo Civico di Sansepolcro ospita due delle più mirabili opere del proprio enfant du pays: il Polittico della Misericordia e la Resurrezione.

Il Polittico, realizzato tra il 1445 e il 1462, è di particolare impatto scenografico, ospitato in una sala buia e rivestita di nero per dare risalto alle sue 23 tavole a sfondo dorato. Al centro figura l’altera immagine della Madonna della Misericordia, il cui mantello dà riparo ai fedeli, infinitamente più piccoli. La forza dell’opera, oltre che nella suggestione della sua complessità, sta nell’utilizzo di forme geometriche e nell’organizzazione prospettica della scena, caratteristiche innovative e distintive di Piero della Francesca.

Fonte: Lorenzo Calamai

Il Polittico della Misericordia è un’opera suggestiva, innovativa e imponente

La Resurrezione, opera successiva, è un affresco recentemente salvato da un’importante opera di restauro operata tra il 2015 e il 2018. Un’opera costruita con cura geometrica, ma sottraendo stavolta la figura del Cristo alle leggi della prospettiva che valgono invece per i soldati addormentati ai suoi piedi, a simboleggiarne lo sfuggire alle leggi terrene.

All’affresco della Resurrezione è collegato un aneddoto storico: si narra che nel 1944 il comandante alleato Anthony Clarke, che aveva ordinato il bombardamento di Sansepolcro per riscattarla dall’occupazione tedesca, fermò l’artiglieria nel momento in cui si ricordò dell’entusiastico racconto che lo scrittore Aldous Huxley aveva fatto, vent’anni prima, dell’opera di Piero della Francesca, giungendo a definirla il più bel dipinto al mondo.

Fonte: Lorenzo Calamai

Un particolare dalla Resurrezione, con il corpo atletico del Cristo ispirato ai modelli classici della scultura greca

Sansepolcro non si esaurisce però qui: il centro storico è caratterizzato da un dedalo di vicoli e viuzze che regalano scorci architettonici di notevole bellezza, improntati alla natura medioevale del borgo, costituitosi attorno ad una abbazia nel X secolo.

Nella bella Basilica Concattedrale di San Giovanni Evangelista, per tutti il Duomo di Sansepolcro, è conservato un dipinto raffigurante l’Ascensione di Cristo ad opera del Perugino, altro autore chiave del Rinascimento, e il particolare Volto Santo, una scultura lignea di incerta datazione proveniente da oriente e oggetto di venerazione.

Ai margini del centro storico l’imponente fortezza risale all’epoca medicea ed è opera dell’architetto Giuliano da Sangallo, uno dei nomi più prestigiosi dell’architettura del sedicesimo secolo.

Alla scoperta del torrente Afra

Albula, l’antico nome del fiume Tevere. Un corso d’acqua che immediatamente evoca tempi remoti ed epoche sepolte dal passare del tempo: un accumularsi di Storia che si rintraccia su tutto il territorio attraversato dai 405 chilometri di lunghezza del fiume sacro ai destini di Roma, come recita la patriottica incisione sulla colonna posta in epoca fascista presso le sorgenti sul monte Fumaiolo, in Emilia-Romagna.

L’unico, breve tratto che il Tevere compie in Toscana è qui, nei pressi di Sansepolcro, prima di proseguire in Umbria, passando per il territorio dei comuni di Città di Castello, Perugia, Todi, Orvieto e infine passando nel Lazio.

La parte iniziale della valle del Tevere ha un notevole interesse naturale, di qua e di là dal confine con la Toscana e il torrente Afra ne è uno degli affluenti più affascinanti. Nel suo breve corso fa in tempo a formare spettacolari piscine naturali all’ombra di un fitto bosco di castagni.

Fonte: Lorenzo Calamai

La cascatella del torrente Afra dà vita a una bella piscina naturale

Per raggiungere le spiagge d’acqua dolce più vicine a Sansepolcro, si deve imboccare via della Montagna, la strada che risale tutto il corso dell’Afra, fiancheggiandolo, fino ad arrivare per l’appunto in frazione Montagna, un piccolo abitato all’ombra del massiccio dell’Alpe della Luna.

In corrispondenza della struttura ricettiva San Martino val d’Afra si trova quello che i locali chiamano Gorgo dei Ciliegi, una bella polla d’acqua rinfrescante ai piedi di una cascata.

Tuttavia le due piscine d’acqua dolce più belle si trovano qualche chilometro più a monte, poco prima del bivio della strada con le indicazioni per Germagnano. Qui un sentiero sulla destra della sede stradale scende verso il torrente. Le varie biforcazioni della traccia conducono alle due diverse piscine naturali che si nascondo all’ombra del bosco.

A monte, il corso del torrente scivola su un percorso scavato nella roccia fino a scendere dolcemente nell’ampia e invitante piscina ai suoi piedi, alla costante ombra di un fitto bosco che isola completamente dalla pur vicina strada asfaltata. Ha un fondale di sassolini rotondi e attorno un anfiteatro di roccia che rendono il luogo il più comodo per un picnic o semplicemente per una sosta rilassante.

Più a valle, un’ampia polla ben più profonda è sormontata da una cascatella più alta. Si può raggiungere percorrendo il sentiero o camminando dentro il letto del torrente e poi tuffandosi direttamente dalla cascata che la domina, per avere un brivido di adrenalina in più.

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Le 5 migliori spiagge d’acqua dolce della Lunigiana

La Lunigiana è quell’estremo lembo nordoccidentale della Toscana, chiuso a ovest dal mare, a nordest dall’Appennino toscoemiliano e a sud dalle Alpi Apuane.

Una terra di confine tra le attuali Liguria, Emilia e Toscana, con alle spalle una storia peculiare e  millenaria e una cultura che fa eccezione rispetto a quella della regione di cui fa parte, o di quelle confinanti.

Un territorio segnato dal passaggio del fiume Magra, in particolare, ma che per la verità rappresenta una vera e propria terra dei fiumi. Nessun’altra parte della Toscana è così ricca di fiumi e torrenti che si offrono per conformazione al wild swimmingin un susseguirsi di spiagge d’acqua dolce dalla bellezza stordente e che offrono una splendida alternativa selvaggia al vicino Mar Tirreno.

Niente lidi, ombrelloni e lettini, soltanto acqua cristallina, il verde del bosco e la voglia di un tuffo rinfrescante a contatto con la natura.

Le Pozze di Treschietto sul torrente Bagnone

Tra le frazioni del comune di Bagnone, inteso come l’affascinante borgo capoluogo del territorio in questione, spicca Treschietto, contraddistinto dalla spettacolare torre del castello dei Malaspina che domina la valle del Bagnone, inteso stavolta come il torrente affluente del Magra che caratterizza questa valle.

La valle del torrente Bagnone è un vero e proprio paradiso del wild swimming e nei pressi di Treschietto si trova uno dei luoghi più belli per goderne. Scendendo dall’abitato verso Mochignano, altra frazione più a valle, si compiono un paio di tornanti e poi si passa su un vecchio ponte sopra il torrente. Una volta superato, si apre uno spiazzo sul margine destro della carreggiata dove poter lasciare l’auto e scendere sul letto del fiume in meno di cinque minuti grazie a una traccia di sentiero che attraversa i prati.

Fonte: Lorenzo Calamai

L’invitante piscina naturale delle Pozze di Treschietto

In corrispondenza dell’arrivo sulla riva del torrente si può scendere nella piccola gola dove le acque si restringono, dando vita a una bella piscina naturale sotto una impetuosa cascatella e offrendo posto per sistemarsi sui massi riparati dal sole.

La zona più bella è però quella che si trova risalendo per qualche decina di metri il corso del Bagnone, fino ad arrivare proprio sotto al grande ponte attraversato con l’auto. Qui sotto un’ampia polla di acqua verdissima è contornata da massi che si trasformano nel trampolino ideale per un tuffo e una nuotata, visto che la parte centrale della piscina naturale è assai profonda.

Fonte: Lorenzo Calamai

Bagno alle Pozze di Treschietto

I Bozzi di Vico del torrente Redivalle

Non lontano da Treschietto, nella borgata Montale della frazione Vico, si trova una bella spiaggia d’acqua dolce che offre ampio spazio per un lungo momento di relax, comode piscine d’acqua dolce e una scenografica cascata con la possibilità di un elettrizzante tuffo nella polla sottostante.

Qui ci si bagna nel torrente Redivalle, un altro dei principali corsi d’acqua della valle del Bagnone. Per arrivarci bisogna percorrere la Strada provinciale 67 fino a Vico. Entrati in paese, seguire le indicazioni stradali per Valle e imboccare la strada che porta a Montale. Qui percorrere tutto l’abitato e proseguire sulla strada sterrata per poco meno di un chilometro, fino al passaggio su un ponticello, quindi posteggiare ai margini della strada.

Fonte: Lorenzo Calamai

Le piscine naturali di Vico Montale sul torrente Redivalle, molto gettonate per la tintarella

Poco oltre, alcuni sentieri CAI salgono verso la maestosa cascata Pisciaron di Pungitopo, osservabile soltanto da debita distanza, e salgono al Rifugio dei Fagianelli. Dalla parte opposta della strada, un ampio sentiero scende sul letto del torrente, dove accanto a un vecchio mulino abbandonato si trovano pozze d’acqua fresca e cristallina, con ampi massi piatti dove sdraiarsi al sole.

Seguendo il corso del torrente per poche decine di metri, si giunge ai veri e propri Bozzi di Vico, una cascata con un salto di sette/otto metri in una polla sottostante. Un sentiero aggira la cascata e permette di accedere ai massi sottostanti per fare comodamente il bagno, ma per i più audaci un tuffo dalla sommità della cascata è un’attrazione adrenalinica da non perdere.

Fonte: Lorenzo Calamai

La cascata: dalla sommità si può fare un bel tuffo direttamente nella polla sottostante

Il Ponte della Colombaia a Pracchiola

Pontremoli è la cittadina più rilevante della Lunigiana. In mezzo al borgo scorre il fiume Magra, che vi arriva da nordest, dalla cosiddetta Valdantena, dal nome etrusco del corso d’acqua.

Qui un gruppo di borghi rurali, affascinanti quanto semi-abbandonati, punteggia la collina, dominando i silenziosi boschi circostanti. Uno di questi è Pracchiola, frazione di Pontremoli con poco più di un centinaio di abitanti, costituito da belle case in pietra e vicoli tortuosi, arcate e volte.

Poco prima di arrivare al parcheggio ai margini del paese, si incontra un ponte sul fiume Magra. Si tratta di un ponte moderno che cela sotto di sé l’antico Ponte della Colombaia, risalente al Quattrocento. Lasciate l’auto a bordo strada e, utilizzando il sentiero che si apre sulla destra della carreggiata poco prima del ponte asfaltato, scendete verso il ponte antico.

Fonte: Lorenzo Calamai

Il quattrocentesco Ponte della Colombaia sorveglia lo scorrere del fiume Magra da tempo immemore. Qui peraltro il corso d’acqua è appena nato e ha attraversato solo territori incontaminati: acqua pura e cristallina per un tuffo energizzante

Da qui, con una discesa un po’ impervia, potrete accedere alle meravigliose piscine naturali sottostanti. Il torrente passa sotto al ponte quattrocentesco in uno stretto canyon per poi estendersi in una piscina naturale piccola ma deliziosa, non molto profonda, prima di saltare in una più grande, dove l’acqua è più alta.

Ci si può sistemare tra i ciottoli e la ghiaia che rimangono immediatamente a valle della piscina più bassa, senza tralasciare un tuffo nell’acqua cristallina della più alta.

Le Cascate del Pontaccio a Magliano

A metà tra il bel borgo di Fivizzano e la piccola Licciana Nardi, in una zona della Lunigiana da dove si gode una vista assolutamente strepitosa sulle cime delle Alpi Apuane, si trova la frazione di Magliano.

Nei pressi di un’ampia curva a U della Strada provinciale 21 si può lasciare l’auto a bordo strada e imboccare il sentiero che scende in meno di 5 minuti sul letto del torrente Arcinasso, un piccolo corso d’acqua che però in questa zona ha realizzato, con la sua incessante azione erosiva, un vero e proprio capolavoro naturale.

Fonte: Lorenzo Calamai

Una delle tre cascatelle consecutive del Pontaccio di Magliano

Se immaginate un paradiso dell’Eden, un angolo di pianeta Terra celestiale, questo deve somigliare alle Cascate del Pontaccio. Utilizzando il sentiero per risalire a monte della prima cascata che si incontra, infatti, si apre uno scenario unico: una serie di cascatelle di acqua cristallina formano quattro piscine naturali consecutive, scavate in una roccia argillosa che conferisce una colorazione pastello all’ambiente circostante.

Al Pontaccio non è semplice fare un bagno vero e proprio: le piscine sono piccole e poco profonde, ad eccezione della prima dove si può effettuare un tuffo. Si tratta però del luogo ideale per un picnic e per una giornata di relax con nelle orecchie il solo suono dello scorrere del torrente, rinfrescandosi con un’immersione zen nelle sue acque.

Fonte: Lorenzo Calamai

Il sole entra schermato dalle chiome degli alberi del bosco circostante: è un luogo ideale per ripararsi dai giorni più caldi dell’estate

Le Piagnare del Magra a Groppodalosio

Se vi state godendo una vacanza in Lunigiana, vi sarete accorti della peculiare costruzione dei tetti di molte delle vecchie case in pietra. La copertura è costituita infatti da piagne, lastre di arenaria disposte in triplice strato per proteggere dalla pioggia.

Dal nome di tali lastre nasce il nome delle Piagnare, un tratto spettacolare del fiume Magra dove il corso d’acqua scorre in mezzo a una ripida parete rocciosa di arenaria. Il colore scuro della pietra contrasta con il verde e l’azzurro delle purissime acque del Magra, qui davvero incontaminate.

Fonte: Lorenzo Calamai

Lo sbocco del sentiero è direttamente sopra la principale piscina naturale, con ampio spazio per sistemarsi

Le Piagnare si trovano nei pressi del paese di Groppodalosio, una frazione della Valdantena, nel comune di Pontremoli. Per raggiungerle si deve raggiungere il paese di Previdé, attraversarlo e proseguire verso Casalina. Quando su una curva verso destra, si può vedere un cancello pedonale in legno e filo di ferro chiudere il passaggio a un sentiero che si inoltra nel bosco, si è trovato l’accesso ad uno dei luoghi più belli per il wild swimming dell’intera Toscana.

In meno di tre minuti, infatti, il sentiero sbuca nei pressi di una grande piscina naturale formata dal Magra, con ampi massi all’ombra e al sole dove stendersi. L’esposizione del luogo permette di avere il sole per gran parte della giornata, cosa utile se si considera che ci si trova a circa 500 metri di altitudine e che le acque del fiume qui hanno temperature abbastanza fredde.

Fonte: Lorenzo Calamai

Un contesto naturale incontaminato e mozzafiato

Lo scenario naturale è strepitoso: la ripida lastra di arenaria arriva fino a un gigantesco masso che divide in due il corso del fiume poco più a monte. Si può risalire il corso d’acqua agilmente, avventurandosi fino al ponte di Groppodalosio, una vecchia ma solida costruzione in pietra dalla quale passa la Via Francigena e dalla quale si può risalire fino al paese.

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Gli Stretti di Giaredo: alla scoperta dell’affascinante canyon della Toscana

Goccia dopo goccia, l’acqua scava.

Talvolta erode la roccia in modo singolare, dando vita a luoghi unici come gli Stretti di Giaredo, un canyon lungo circa un chilometro attraversato dal torrente Gordana, non molto lontano da Pontremoli, in provincia di Massa.

Si trova in Lunigiana, la terra dei fiumi della Toscana. In questo angolo meno conosciuto della regione, un lembo di terra stretto tra montagne e mare all’estremo nordoccidentale del suo territorio, decine di corsi d’acqua scendono dagli Appennini per riversarsi verso il mar Tirreno.

Il torrente Gordana è uno di questi. Nasce dal monte Tecchione, nell’amena valle di Zeri, e ha un corso di appena 15 chilometri prima di gettarsi nelle acque del fiume Magra non lontano da Pontremoli, uno dei centri più rilevanti della Lunigiana.

Malgrado il breve tragitto percorso dai suoi flutti, il Gordana dà vita a un luogo peculiare come gli Stretti di Giaredo, dove l’acqua attraversa due giganteschi blocchi rocciosi, scavandoli verticalmente e dando vita a un profondo e affascinante canyon. Attraversarlo significa entrare in una sorta di mondo parallelo, dove il sole filtra a tratti, dando vitalità, colori e forme sorprendenti alla roccia e alla peculiare vegetazione.

Per attraversarlo non servono competenze particolari, tranne saper nuotare. Rispetto ad altre forre di questo tipo, infatti, gli Stretti di Giaredo possono essere esplorati e attraversati senza fare ricorso a corde, imbragature o chiodi. Basta una buona organizzazione e la necessaria prudenza per affrontare il percorso in sicurezza, camminando nel letto del torrente e immergendosi per alcuni brevi tratti.

Fonte: Lorenzo Calamai

Stretti di Giaredo, un universo parallelo da esplorare

Stretti di Giaredo, come arrivare

La cittadina di Pontremoli, in provincia di Massa, è il capoluogo della Lunigiana. Situata in posizione centrale lungo la valle scavata dal fiume Magra, ha un centro storico medioevale elegante e una discreta vitalità, in particolare nei mesi estivi.

Si tratta inoltre di un ottimo quartier generale per le tante proposte di attività outdoor del territorio lunigianese, come per l’appunto la scoperta degli Stretti di Giaredo, che si trovano non lontano.

Per raggiungerli, si imbocca la Strada provinciale 37 seguendo le indicazioni per Zeri. Dopo essere passati sotto un alto cavalcavia dell’autostrada, si incomincia a salire. Nei pressi di un tornante verso destra, un’indicazione verso sinistra indica l’imbocco della strada per gli Stretti.

Tenete la destra al primo bivio e dopo circa un chilometro, su una brusca curva verso sinistra, il cartello con le indicazioni per gli Stretti indicherà una strada sterrata che prosegue nel bosco. Lasciate pure il vostro mezzo di trasporto nello spazio a bordo strada e proseguite da qui a piedi.

Fonte: Lorenzo Calamai

L’eccezionale stratificazione delle rocce scavate dalle acque del torrente Gordana

Per arrivare all’imbocco del canyon si impiega poco meno di mezz’ora, ma una parte del percorso consiste nel risalire il letto del torrente. La corrente è debole e l’acqua non arriva mai oltre il polpaccio, tuttavia servirà mettere i piedi in acqua.

Si prosegue per la strada sterrata fino a un largo spiazzo, dove si esce dal bosco e si piega verso sinistra, entrando nel letto del torrente. Da qui, in meno di mezzo chilometro, sarete giunti agli Stretti.

Avventura nel canyon

Risalire e ridiscendere il Gordana all’interno del canyon è un’avventura magnifica per il microuniverso in cui vi troverete a vivere per un’ora e mezzo circa: rocce di colori fantastici e brillanti, una natura straripante e rigogliosa, l’acqua azzurra del torrente.

Alzando lo sguardo potete osservare le fronde degli ontani neri e dei frassini che si protendono a invadere lo spazio aereo al di sopra della forra, popolando i boschi che crescono sui due fianchi al di sopra del canyon.

La fauna degli Stretti è caratterizzata da anfibi come rane e rospi, ma anche uccelli meno comuni come la ballerina gialla, il merlo acquaiolo e l’airone.

La parte più emozionante però è quella geologica. La peculiare morfologia rocciosa e l’opera di erosione compiuta dall’acqua portano alla luce rocce di forme e colori straordinari. Il lavoro del torrente Gordana consente a chi attraversa gli Stretti di osservare tutta la stratificazione compiutasi nel corso dei millenni, come guardandone una sezione del pianeta dal Mesozoico a oggi.

Fonte: Lorenzo Calamai

Uno dei passaggi più suggestivi del percorso nella forra degli Stretti di Giaredo

Il percorso si snoda nelle anse del Gordana, fra attraversamenti a nuoto di piscine profonde e tratti di camminata sulle rocce o su piccole spiagge, e finisce quando incontrate un grosso masso che divide il corso del torrente in due cascatelle laterali.

Il canyon vero e proprio finisce lì, ma se vi sentite abbastanza audaci e capaci di risalire (e ridiscendere) oltre le cascate, andrete incontro a un allargamento del letto del fiume e ad uno scenario ancora diverso ed affascinante. Se avete uno zaino impermeabile, impacchettate il vostro picnic per venirlo a consumare qui, lontano dalla civiltà.

Fonte: Lorenzo Calamai

Dopo circa un chilometro, superando la cascatella finale, il letto del torrente si allarga

Lo stop ultimo del percorso è nei pressi della diga di Giaredo, che sbarra il corso del torrente e che è sostanzialmente invalicabile.

Tornando, è possibile riposare al sole nella piccola spiaggia all’ingresso del canyon o nelle varie zone asciutte del torrente poco più a valle.

Stretti di Giaredo, l’attrezzatura necessaria

Il percorso che attraversa gli Stretti di Giaredo è alla portata di chiunque sappia nuotare, ma bisogna essere previdenti e ben attrezzati.

Se siete principianti, viaggiate con bambini o semplicemente volete godervi tutto in massima sicurezza e magari apprendere anche qualche cosa di più, la cooperativa Sigeric offre visite guidate su prenotazione. Nel costo è compreso servizio guida, attrezzatura composta da muta, caschetto e giubbotto salvagente, assicurazione.

Fonte: Lorenzo Calamai

Alcuni tratti degli Stretti devono essere necessariamente attraversati a nuoto e l’acqua è piuttosto fredda, occorre essere appropriatamente attrezzati con una muta

Se vi ritenete abbastanza esperti da poter affrontare il canyon da soli, non dimenticate di attrezzarvi di conseguenza: sandali tecnici chiusi sul tallone o, ancor meglio, scarpe da ginnastica con una suola che faccia un minimo di presa; una maglia termica o una muta tipo surf, visto che dentro il canyon non batte quasi il sole, e l’acqua è molto fredda.

Buona norma portarvi un caschetto, date le caratteristiche morfologiche del canyon. Visitate il canyon possibilmente in compagnia e sempre con il bel tempo: la pioggia può portare al pericolosissimo fenomeno del flash flooding e rendere la visita agli Stretti un’esperienza terribile e pericolosa.

Prese le dovute precauzioni, tuffatevi nel mondo parallelo che vi aspetta all’interno del canyon.

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Itinerario tra quattro borghi d’arte in Toscana

Vede la luce un nuovo progetto per la valorizzazione del patrimonio artistico, culturale e paesaggistico del territorio della Valle Tiberina e della Val di Chiana, dal titolo “Rinascimento in Valtiberina e Valdichiana“, alla scoperta di capolavori unici, testimoni del genio di Piero della Francesca, Donatello, Bartolomeo della Gatta e altri grandi maestri.

Voluto dall’intesa dei quattro comuni di Castiglion Fiorentino, Citerna, Monterchi e Sansepolcro (l’idea progettuale è sostenuta dal critico d’arte Vittorio Sgarbi e la produzione è a cura di Maggioli Cultura e Turismo) l’itinerario prevede un sistema unico di comunicazione e promozione con particolare riferimento al periodo rinascimentale e alla eccezionale fioritura di maestri e capolavori che lo hanno caratterizzato e che ancora oggi costituisce una straordinaria eredità identitaria.

Rinascimento in Valtiberina e Valdichiana, 400 chilometri di arte

Bartolomeo della Gatta, Piero della Francesca, Donatello e altri maestri hanno lasciato opere capitali in un territorio delimitato tra la Valdichiana e la Valtiberina, per un itinerario di poco più di 40 chilometri da percorrere in un contesto paesaggistico incantevole, arricchito da una straordinaria offerta enogastronomica.

Si tratta di un’autentica “mostra permanente e diffusa” di capolavori dell’arte, frutto della propensione a produrre bellezza e della capacità di conservarla, una ricca collezione di opere fruibile da tutti, secondo un itinerario libero e personalizzabile dal visitatore in base alle proprie esigenze e attese, che si snoda tra chiese e musei, camminando lungo antiche strade e rivolgendo lo sguardo verso paesaggi unici.

L’obiettivo del progetto è realizzare un sistema di comunicazione e promozione che, partendo dalle attrattive del territorio, incentivi le persone a percorrerlo e a scoprirlo.
Tenendo conto delle più aggiornate tendenze del mercato turistico a matrice culturale, prevede la creazione di un’immagine coordinata del materiale di comunicazione e di strumenti digitali con contenuti originali e in doppia lingua (italiano e inglese), in particolare: un portale web dedicato all’intero circuito culturale che farà da vetrina digitale delle strutture e dei servizi offerti con approfondimenti, informazioni e aggiornamento continuo, una campagna fotografica professionale dal tono emozionale, un virtual tour aereo per l’intera area e virtual tour dei siti che accolgono le opere d’arte.

Promosso mediante una mirata campagna di promozione e advertising e un’attività di social media management, include anche una serie di eventi significativi il cui primo appuntamento è una lectio magistralis a cura del critico d’arte Vittorio Sgarbi, che si terrà il 26 aprile a Sansepolcro.

I quattro borghi protagonisti

Conosciamo meglio i quattro borghi protagonisti del progetto “Rinascimento in Valtiberina e Valdichiana” e partiamo con Castiglion Fiorentino, abitato già in epoca preistorica e protostorica: centro etrusco della Valdichiana e borgo medievale su di un piccolo colle, è ricco di storia, arte e cultura come si nota passeggiando lungo il pittoresco centro storico.
Qui, infatti, catturano lo sguardo numerosi monumenti religiosi e civili come la Porta Fiorentina, il Palazzo Comunale, il Loggiato Vasariano (rinascimentale), la Chiesa di Sant’Angelo che conserva pregevoli dipinti di Bartolomeo della Gatta, Taddeo Gaddi e Margarito, e l’area del Cassero, notevole centro artistico e storico con l’alta torre che è simbolo del borgo.

Nel circuito dei Borghi Più Belli d’Italia, Citerna domina la Valle del Tevere e, tra le due mura, custodisce memoria del suo importante passato: il monastero di Santa Elisabetta, la cinquecentesca Chiesa di San Francesco definita “chiesa museo” per le preziose opere al suo interno, la Torre Civica, la seicentesca Chiesa di San Michele Arcangelo, l’elegante teatro Bontempelli costruito nel Cinquecento e la Rocca, la parte più antica del Castello.

Grazioso borgo della provincia di Arezzo, Monterchi è tappa da non perdere per immergersi nella vita e nelle opere di Piero della Francesca, genio del Rinascimento: sono infatti inestimabili i suoi tesori come il Museo della Madonna del Parto, dove osservare da vicino l’affresco che svela la maestria del Maestro e il Museo delle Bilance con una collezione di ben 160 tipologie di bilance.

Infine, Sansepolcro, borgo natio di Pietro della Francesca, vanta un piacevole centro storico dove ammirare il Duomo dedicato a San Giovanni, il seicentesco Palazzo delle Laudi, oggi Municipio, la cinquecentesca fortezza medicea, la casa natale del celebre pittore e molti palazzi di spicco tra cui vanno citati Palazzo Pichi, Palazzo Giovagnoli e Palazzo Pichi – Sermolli.