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Da Lisbona a Madrid in sole 3 ore? Il treno che rivoluziona i viaggi tra Spagna e Portogallo

Un sogno per viaggiatori e pendolari si sta per avverare: Lisbona e Madrid saranno collegate da un treno ad alta velocità con tempi di percorrenza stimati a sole tre ore entro il 2034.

L’accordo tra Portogallo, Spagna e Commissione Europea promette un viaggio rapido, sostenibile e all’insegna del comfort, trasformando radicalmente gli spostamenti tra le due capitali, per cittadini e viaggiatori che vorranno scoprire le meraviglie della penisola iberica in modo più veloce, ecologico e panoramico che mai.

Il progetto del treno ad alta velocità

Spostarsi dalle strade color pastello della capitale portoghese alle piazze e ai palazzi maestosi di Madrid, percorrendo poco più di 600 chilometri in sole 3 ore, non è più un’utopia.

Il collegamento ferroviario Lisbona-Madrid verrà realizzato in più fasi: la linea ad alta velocità tra Évora e Caia entrerà in funzione già nel 2026, seguita dalla tratta Plasencia-Talayuela nel 2028. Tra le opere previste ci sono il raddoppio della linea Poceirão-Bombel entro il 2029, la costruzione di un nuovo ponte sul fiume Tago entro il 2027 e l’implementazione del sistema europeo di gestione del traffico ferroviario (ERTMS).

L’obiettivo è ambizioso: entro il 2030 il viaggio tra le due capitali durerà circa 5 ore, per poi ridursi a 3 entro il 2034.

Velocità, comfort e sostenibilità

Oltre a ridurre drasticamente i tempi di percorrenza, il progetto punta a incentivare i treni rispetto agli aerei, diminuendo le emissioni di CO₂ e promuovendo una mobilità più sostenibile tra le due capitali. Secondo il ministro delle Infrastrutture portoghese Miguel Pinto Luz, Lisbona e Madrid a sole tre ore di distanza rappresentano un salto storico nella connettività tra Portogallo e Spagna.

“Portogallo e Spagna hanno compiuto un passo decisivo per avvicinare ancora di più le capitali iberiche. Il nuovo collegamento ferroviario tra Lisbona e Madrid rappresenta un’alternativa più competitiva dal punto di vista dei costi e della comodità per i passeggeri degli oltre 40 voli giornalieri tra le due capitali, promuovendo al contempo un trasferimento modale verso trasporti con un’impronta di carbonio inferiore”, ha affermato in una nota il ministero delle Infrastrutture e dell’Edilizia Abitativa del Portogallo.

“Riducendo significativamente i tempi di percorrenza a circa 3 ore entro il 2034 – ha aggiunto -, questo progetto non solo rafforza la coesione territoriale ed economica, ma contribuisce anche direttamente alla riduzione delle emissioni di gas serra, contribuendo a una mobilità più sostenibile in Portogallo e nella penisola iberica”.

In una nota ufficiale, la Commissione Europea ha evidenziato come questo grande progetto ferroviario transfrontaliero rappresenti un passo decisivo per migliorare la connettività all’interno dell’Unione e favorire la piena integrazione di Portogallo e Spagna nella rete europea ad alta velocità.

Anche il Commissario europeo per i trasporti e il turismo sostenibili, Apostolos Tzitzikostas, ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa, definendo il futuro collegamento – che permetterà di coprire oltre 600 chilometri tra Lisbona e Madrid in appena tre ore – un simbolo del nuovo modo di viaggiare in Europa: veloce, sostenibile e capace di unire città, culture e persone, nel grande sogno europeo di una mobilità senza confini.

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La classifica dei Paesi migliori al mondo dove trasferirsi a vivere e lavorare

Oltre la metà degli italiani sogna di lavorare da remoto e vivere da nomade digitale. Se anche voi state pensando di farlo, sappiate che Global Citizen Solutions ha stilato una nuova classifica dei Paesi al mondo dove realizzare al meglio questo desiderio. L’Europa si conferma protagonista, grazie a infrastrutture sempre più moderne ed ecosistemi tecnologici in continua crescita.

In cima alla lista spiccano Spagna e Paesi Bassi, due destinazioni amatissime da chi ha scelto di lasciare l’ufficio tradizionale per abbracciare una carriera completamente virtuale, all’insegna della flessibilità e della libertà.

Negli ultimi anni, molti governi si sono mossi rapidamente per intercettare questa tendenza, introducendo visti e programmi di residenza pensati appositamente per attrarre lavoratori digitali. La classifica di Global Citizen Solutions prende in esame 64 Paesi, valutandoli in base a criteri come la durata dei visti, i requisiti di reddito e i percorsi verso la residenza permanente o la cittadinanza.

Perché la Spagna è il miglior Paese per nomadi digitali

Sole, tapas, fibra ottica e un visto su misura: la Spagna si conferma la meta ideale per i nomadi digitali che non vogliono rinunciare alla dolce vita mediterranea. In cima alla classifica globale dei Paesi più accoglienti, ha conquistato il primo posto grazie al suo visto per lavoratori da remoto, pensato per chi collabora con aziende straniere utilizzando esclusivamente strumenti digitali.

Uno dei grandi punti di forza di questo programma è la sua flessibilità: anche i freelance possono lavorare per clienti spagnoli, purché queste collaborazioni rappresentino meno del 20% del loro fatturato complessivo. Una formula intelligente che apre le porte al mercato locale senza snaturare la filosofia del lavoro da remoto.

Ma il successo della Spagna non si spiega solo con la burocrazia. Il Paese vanta una delle connessioni a banda larga più veloci d’Europa, un eccellente equilibrio tra qualità della vita, clima, infrastrutture e un quadro legale che favorisce chi desidera fermarsi più a lungo. Con questo visto, infatti, è possibile iniziare un percorso verso la residenza permanente e, in molti casi, ottenere la cittadinanza.

Un altro punto a favore? Il costo della vita, decisamente più accessibile. Per ottenere il visto, serve però qualche requisito: un titolo universitario o post-laurea rilasciato da un’istituzione riconosciuta (oppure almeno tre anni di esperienza professionale nel proprio campo), mezzi economici pari al 200% del salario minimo spagnolo, un’assicurazione sanitaria valida e, naturalmente, una fedina penale pulita.

La classifica dei Paesi dove trasferirsi a vivere e lavorare

Subito dopo la Spagna, al secondo posto si piazzano i Paesi Bassi, grazie al self-employed permit, un permesso dedicato ai lavoratori autonomi che dimostrano di apportare un “interesse essenziale” all’economia olandese. Oltre a facilitare la residenza permanente, il Paese si distingue per qualità della vita, sicurezza e vivibilità urbana.

Seguono la Repubblica Ceca, quinta in classifica, che offre uno dei pochi visti digitali con accesso diretto alla cittadinanza, e Portogallo, sesto, con il suo visto D8 per lavoratori da remoto, apprezzato per il basso costo della vita e la connettività eccellente.

Francia e Germania chiudono la top ten europea, la prima con punteggi elevati per qualità della vita e trasporti, la seconda per il suo Freelance Visa che consente di lavorare fino a tre anni. Anche Malta conquista un posto d’onore, grazie al clima stabile, l’inglese come lingua ufficiale e un’eccellente rete digitale.

Questa la classifica completa:

  1. Spagna
  2. Paesi Basi
  3. Uruguay
  4. Canada
  5. Repubblica Ceca
  6. Portogallo
  7. Francia
  8. Emirati Arabi Uniti
  9. Germania
  10. Malta
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Nel cuore del Parco Naturale dell’Albufera, viaggio alle origini della paella spagnola

Anche quando il meteo non è dalla nostra parte e il cielo è trapunto di nuvole, il sole del tramonto riesce comunque a tingere di leggere sfumature arancioni e violette le acque della grande laguna salata del Parco Naturale dell’Albufera.

I canneti, che ondeggiano al vento, accompagnano i canali dove ogni giorno lavorano pescatori e coltivatori di riso. Sullo sfondo, le barche tradizionali, le albuferencas, scivolano lente sulla laguna: sono le stesse su cui saliamo per esplorare questo tesoro naturale della costa orientale della Spagna.

Siamo a pochi chilometri da Valencia, eppure sembra di essere lontani anni luce dalla frenesia urbana. Qui dove ha origine il riso spagnolo, l’ingrediente fondamentale di uno dei piatti più celebri al mondo: la paella.

Parco dell’Albufera, un paradiso di biodiversità alle porte di Valencia

A soli dieci chilometri dalla città di Valencia si estende una delle zone umide costiere più importanti della penisola iberica: il Parco Naturale dell’Albufera. Il termine “parco” non rende giustizia alla complessità di questo luogo: oltre 21.000 ettari in cui convivono ecosistemi diversi, dalla natura mediterranea più libera e selvaggia alle vaste distese di risaie, fino alle dune che si affacciano sul Mar Mediterraneo.

È un paesaggio di serena bellezza, dove uomo e natura convivono in un equilibrio delicato. Il riso, ingrediente chiave della cucina spagnola, è il protagonista di questo scenario, ma è supportato da un cast eterogeneo di personaggi: una rete di organismi e colture che si sostengono a vicenda. La salute del parco è infatti legata a doppio filo a quella delle risaie, che non solo forniscono l’acqua necessaria alle zone umide, ma offrono anche rifugio e nutrimento a numerose specie migratorie.

Le colture proteggono e allo stesso tempo si affidano all’ambiente naturale che le ospita.

Uccelli nel Parco Naturale dell'Albufera

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Uccelli nel Parco Naturale dell’Albufera al tramonto

I fenicotteri, con il loro piumaggio rosato, becchettano il fondo fangoso della grande laguna, profonda appena un metro. Insieme a loro, una moltitudine di altri uccelli, come fischioni turchi, mestoloni comuni, germani reali, aironi cenerini, sgarze ciuffetto, marzaiole, sterne comuni e gabbiani, trova qui un luogo di sosta e di nidificazione. Non a caso, nel 1990 l’Albufera è stata dichiarata Zona di Protezione Speciale per gli Uccelli (ZPS).

Sono queste le ricchezze naturali che il governo spagnolo ha voluto tutelare nel 1986, quando l’Albufera fu ufficialmente riconosciuta come parco naturale.

Dove nasce la paella: il riso dell’Albufera

Il paesaggio del Parco Naturale dell’Albufera si è rivelato perfetto per la coltivazione del riso e per la nascita di un’icona della gastronomia mondiale: la paella. Per gli spagnoli, questo piatto è molto più di una semplice ricetta, è un simbolo culturale, tanto quanto i mulini a vento di Don Chisciotte o le tele cubiste di Picasso.

Ettari ed ettari di campi di riso si estendono attorno alla laguna, una coltura introdotta nella penisola iberica dai conquistatori musulmani secoli fa e che oggi rappresenta l’anima gastronomica di Valencia. Una tradizione che richiede dedizione, conoscenza e un controllo costante della qualità.

A garantire questi standard è il D.O. Arroz de Valencia (Regulatory Council of the Valencia Rice Designation of Origin), nato nel 1998 per riunire produttori e professionisti impegnati nella tutela di questa eccellenza. Oggi, circa il 95% del riso D.O. viene coltivato all’interno del Parco Naturale dell’Albufera.

Paella spagnola

@SiViaggia-Elena Usai

La preparazione della paella valenciana tradizionale, cotta a fuoco vivo con rami di ulivo

Le varietà riconosciute, Senia, Bomba e Albufera, sono le protagoniste della paella valenciana tradizionale: quella autentica, preparata con riso, olio extravergine d’oliva, pomodoro grattugiato, paprika dolce, zafferano, sale, acqua, pollo, coniglio, fagiolini verdi e garrofón, un grande fagiolo bianco tipico della regione. Per assaporarla al meglio, il consiglio è di provarla nei ristoranti di El Palmar o Dénia.

Chi invece desidera scoprire la storia e la lavorazione di questo ingrediente, può visitare il Museo del Arroz a Valencia, ospitato all’interno del Molí de Serra, un antico mulino costruito nel quartiere del Cabañal nei primi anni del Novecento. Attivo per quasi un secolo, è stato trasformato in museo nel 2003 e oggi racconta, attraverso i suoi macchinari e archivi, la memoria del riso valenciano.

Come visitare il Parco Naturale dell’Albufera

Visitare il Parco Naturale dell’Albufera è un’esperienza che si può vivere facilmente in giornata da Valencia: la laguna si trova a circa dieci chilometri a sud del centro città e si raggiunge in meno di mezz’ora. Si può arrivare in auto, in bicicletta o con i mezzi pubblici. In quest’ultimo caso, prendete la linea 25 dell’EMT che collega Valencia con El Palmar ed El Perellonet, attraversando paesaggi di risaie e canali che anticipano la bellezza del parco.

Una volta arrivati, il modo migliore per scoprire l’Albufera è salire su una delle barche tradizionali, le albuferencas, che scivolano silenziose sull’acqua tra canneti e riflessi dorati. Molte partono da El Palmar, piccolo villaggio di pescatori che oggi ospita anche alcuni dei ristoranti più autentici dove gustare la paella valenciana. Per prenotarla (consigliamo di scegliere l’orario del tramonto) visitate il sito ufficiale del parco, dove troverete tutti i contatti necessari.

Per chi ama la natura, ci sono sentieri e percorsi ciclabili che costeggiano la laguna e permettono di osservare da vicino aironi, fenicotteri e altre specie protette. Al tramonto, il paesaggio si trasforma in uno spettacolo di luce e silenzio, perfetto per chiudere la giornata con una passeggiata o un aperitivo vista laguna.

L’Albufera è un luogo che invita a rallentare: se state organizzando un viaggio a Valencia, dedicate almeno una giornata a questo paesaggio sospeso tra acqua e cielo. Lasciatevi cullare dal silenzio della laguna, dal profumo del riso e dal ritmo lento delle barche che scivolano sull’acqua. È qui che la Spagna mostra il suo volto più autentico, quello che vive di tradizione, natura e tempo condiviso attorno a una paella fumante.

Risaie all'Albufera

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Risaie al Parco dell’Albufera
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Trekking d’autunno, le migliori destinazioni da raggiungere in Europa

Amanti delle camminate, questi consigli sono per voi: l’autunno è finalmente arrivato, portando con sé quell’atmosfera magica che trasforma ogni sentiero in un invito all’avventura. Dopo i mesi caldi e affollati, è il momento ideale per riscoprire la natura a passo lento.

Dalle coste dorate della Spagna e della Grecia, dove il mare incontra scogliere e antichi borghi silenziosi, fino alle colline e alle montagne d’Italia, dell’Albania e dei Balcani, ogni itinerario regala emozioni diverse e panorami avvolti nella luce calda di ottobre. Che si tratti di un weekend tra vigneti e castagneti o di un lungo trekking sulle cime più isolate d’Europa, l’autunno è la stagione perfetta per ritrovare il piacere del cammino.

Dove andare? Queste le migliori destinazioni da raggiungere in Europa per i trekking d’autunno!

Fisherman’s Trail, Portogallo

La Costa Vicentina è quel tratto di litorale atlantico del Portogallo che si estende da Sines, in Alentejo, a Sagres, in Algarve. È qui che si trova uno dei migliori sentieri costieri d’Europa: il Fisherman’s Trail. Facente parte della più ampia rete di sentieri che compone la Rota Vicentina, questa rappresenta l’escursione autunnale ideale per chiunque ami le passeggiate costiere e i trekking di più giorni. Gli escursionisti, infatti, possono pernottare nelle pensioni e negli ostelli lungo il percorso.

Il sentiero, ben segnalato e sicuro, attraversa scogliere, dune di sabbia e spiagge. Fatta eccezione per pochi villaggi costieri, non ci sono altre costruzioni lungo la Costa Vicentina: davanti a voi avrete solo chilometri e chilometri di natura incontaminata.

Rota Vicentina

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La Rota Vicentina

Sentiero degli Dei, Italia

Seguendo antichi sentieri che attraversano terrazzamenti di limoni e piccoli borghi arroccati, il Sentiero degli Dei offre uno dei panorami più spettacolari del Mediterraneo. Questo percorso, che collega Agerola a Positano, si snoda lungo la Costiera Amalfitana sospeso tra monti e mare, con viste continue sulle isole e sulle scogliere sottostanti.

L’autunno è il periodo ideale per affrontarlo: le temperature restano miti, la luce del pomeriggio valorizza i colori della costa e il flusso di turisti si riduce notevolmente, rendendo l’esperienza più tranquilla e autentica. Il sentiero, lungo circa 9 chilometri, è ben segnalato e percorribile anche da escursionisti non esperti, purché con calzature adeguate. Lungo il cammino si incontrano punti panoramici, mulattiere in pietra e piccole soste dove assaggiare prodotti locali o un bicchiere di limoncello.

Valle di Wachau, Austria

Tra le città di Melk e Krems, il Danubio disegna una delle valli più scenografiche d’Europa: la Wachau. Dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, questa regione austriaca è un mosaico di vigneti terrazzati, monasteri barocchi e rovine medievali che dominano l’orizzonte da speroni di roccia. I sentieri tra le colline e le ciclabili lungo il fiume collegano piccoli villaggi vinicoli dove il tempo sembra rallentare.

A solo un’ora di treno da Vienna, la Wachau è una meta ideale per chi ama camminare tra i filari o esplorare borghi come Dürnstein e Spitz. In autunno, la valle si trasforma: i vigneti si tingono d’oro, i boschi si accendono di arancio e giallo e il Danubio riflette la luce calda della stagione. È un luogo che incanta in ogni periodo dell’anno, ma in ottobre raggiunge sicuramente la perfezione.

Tour du Mont Blanc, Francia

Il Tour du Mont Blanc è uno dei trekking più famosi d’Europa: un percorso ad anello di circa 170 chilometri che attraversa tre Paesi (Francia, Italia e Svizzera) regalando una prospettiva sempre diversa sul massiccio più famoso delle Alpi. Lungo il cammino si alternano vallate verdi, ghiacciai, pascoli e piccoli villaggi alpini dove i rifugi accolgono gli escursionisti con piatti caldi e ospitalità genuina.

L’autunno è un periodo particolarmente interessante per affrontarlo: le temperature sono più fresche, ma ancora piacevoli, i sentieri meno affollati e i boschi si tingono di tonalità dorate e ramate. Anche se molti rifugi chiudono a fine settembre, alcune tappe restano percorribili per chi desidera scoprire il lato più tranquillo del percorso.

Corfù Trail, Grecia

Chi ha detto che la Grecia può essere scoperta solo d’estate? Basta percorrere il Corfù Trail per capire che anche l’autunno è la stagione perfetta. Chi desidera conoscere l’anima più autentica dell’isola, quella fatta di paesaggi mediterranei, villaggi sospesi nel tempo e un’accoglienza calorosa, sa di dover atterrare qui in un periodo diverso rispetto all’alta stagione. E sa anche che, per godere al meglio di questo viaggio, sono necessarie le scarpe da trekking.

A passo lento, durante il cammino visiterete luoghi famosi come Kalami, il pittoresco borgo sul mare dove visse la famiglia Durrell, e il monte Pantokrator, la vetta più alta di Corfù, dalla quale si ammirano panorami mozzafiato sull’isola, sul Mar Ionio, fino alle coste dell’Albania.

Kalami a Corfù

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La baia di Kalami

GR 131 Camino Natural de Fuerteventura, Spagna

Il GR 131 a Fuerteventura è un percorso di lunga distanza di circa 160 chilometri che attraversa l’isola da nord a sud. La via parte dall’Isla de Lobos, un piccolo paradiso naturale al largo della costa, e si conclude al faro di Punta de Jandía, sulla punta meridionale dell’isola.

Il trekking è suddiviso in nove tappe, che permettono di scoprire paesaggi molto diversi tra loro: dune dorate, spiagge deserte, vulcani spenti, vallate interne e villaggi tradizionali. Lungo il percorso, i camminatori incontrano una natura incontaminata e una biodiversità sorprendente, perfetta per gli amanti della fotografia e della fauna locale.

L’autunno è un periodo ideale per affrontare il GR 131: le temperature sono più miti rispetto all’estate e i sentieri meno affollati, garantendo un’esperienza più rilassata e immersiva.

Alpi Albanesi, Albania

Le Accursed Mountains (o Prokletije) costituiscono uno degli angoli più selvaggi e meno conosciuti dei Balcani, al confine tra Albania, Montenegro e Kosovo. Questo massiccio montuoso offre paesaggi spettacolari: picchi rocciosi, valli profonde, laghi alpini e vallate isolate.

I percorsi di trekking variano da brevi escursioni giornaliere a traversate impegnative di più giorni, permettendo di attraversare villaggi tradizionali e sentieri antichi utilizzati da pastori e contadini. L’autunno è un periodo ideale per esplorare la regione: le temperature sono ancora miti, le giornate luminose e le folle estive assenti, consentendo di camminare in tranquillità e apprezzare appieno la natura incontaminata.

Alpi albanesi

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Le alpi albanesi in autunno
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Consuegra è il borgo dei 12 mulini a vento che in autunno si tinge di viola

Esiste un borgo sospeso tra colline e mulini, che in autunno si tinge di viola e svela l’anima più autentica della Spagna. Semplicità, storia e sapori descrivono Consuegra, nel cuore della regione di Castiglia-La Mancia: una gemma che sembra uscita dalle pagine del Don Chisciotte di Miguel de Cervantes, con i suoi mulini centenari, un castello arabo meraviglioso e una festa che celebra lo zafferano, l’oro rosso del territorio.

Partiamo per un viaggio sensoriale tra tradizione, profumi e panorami che si infuocano al tramonto e restano impressi nella memoria: ecco cosa non perdere in questo borgo nella provincia di Toledo.

Cosa vedere a Consuegra

Oggi Consuegra è considerata una delle tappe fondamentali della Ruta de Don Quijote (la Strada di Don Chisciotte): un itinerario turistico-letterario che attraversa Castiglia-La Mancia collegando i luoghi che ispirarono Cervantes. Il motivo? È il paesaggio incredibile reso speciale dai mulini a vento descritti nel romanzo.

Passeggiare per le stradine del centro storico di Consuegra è come compiere un viaggio nel tempo, con le numerose testimonianze del passato, le botteghe di artigiani, le case imbiancate e le piccole taverne, per poi raggiungere e visitare i mulini e assaporare l’arte culinaria legata allo zafferano.

Esperienze imperdibili a Consuegra, che in autunno raggiungono il periodo migliore: il territorio in cui è immerso il borgo si tinge di magia con numerosi campi di zafferano che fioriscono, tra ottobre e novembre, trasformando la pianura in uno spettacolo naturale.

I mulini a vento di Consuegra

Simbolo indiscusso di questa terra, i 12 antichi mulini a vento che si stagliano verso il cielo sul Cerro Calderico evocano le atmosfere di Don Chisciotte. Nel romanzo di Cervantes, il protagonista scambia infatti i mulini a vento della Mancia per giganti da combattere. Quelli di Consuegra sono tra i più antichi e meglio conservati della regione e rappresentano fedelmente l’immaginario visivo che venne descritto nel XVII secolo.

Sono ben tenuti, alcuni visitabili e addirittura ancora funzionanti, come Sancho, Bolero e Rucio. Dall’alto delle colline su cui sorgono i mulini, si gode di una vista spettacolare sulla pianura manchega.

I mulini a vento di Consuegra in Spagna

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I mulini a vento di Consuegra

Castello di Consuegra

Il Castello de la Muela è la fortezza medievale del X secolo che domina il Cerro Calderico e insieme ai mulini crea un paesaggio che sembra dipinto: un luogo perfetto per immergersi nella lunga storia di questa terra di confine tra cristiani e musulmani grazie alle visite guidate.

Il centro storico

Plaza de España è il cuore pulsante di Consuegra: qui si affacciano edifici storici e bar che creano scorci pittoreschi. Da qui si può partire per esplorare la città a piedi.

Si raggiungono in pochi minuti la Chiesa di San Giovanni Battista, il più importante luogo di culto, e il Municipio rinascimentale con il Museo Archeologico: qui sono custoditi reperti che raccontano la storia antica del territorio.

Anche l’Ermita de la Vera Cruz è un gioiello da visitare: una cappella costruita tra il 1750 e il 1803 che spicca con la sua facciata in marmo bianco. Al suo interno ospita anche un piccolo museo di reliquie. Passeggiando per le stradine del centro storico si raggiunge anche Casa la Tercia, un edificio di interesse storico patrimoniale che rappresenta l’architettura locale e i cambiamenti urbanistici di Consuegra nel corso dei secoli.

Ermita de la Vera Cruz nel cuore di Consuegra

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Ermita de la Vera Cruz a Consuegra

A poco più di 5 km dalla cittadina di Consuegra, si può raggiungere un’altra testimonianza dell’ingegneria antica: una meravigliosa diga romana.

Il Festival della Rosa dello Zafferano

Visitare Consuegra in autunno significa anche partecipare all‘evento più atteso insieme ai suoi abitanti: il Festival Nacional de Folclore “Rosa del Azafrán”, una delle feste più autentiche della Spagna rurale che ogni anno torna ad animare il borgo nell’ultimo fine settimana di ottobre (nel 2025 si tiene dal 24 al 26 ottobre).

L’eccellenza gastronomica dello zafferano viene celebrata durante 3 giorni di festa in cui ci si può cimentare in gare di mondatura dello zafferano e dove le famiglie locali mostrano la maestria nella separazione dei pistilli. Non mancano sfilate folkloristiche e danze tradizionali, la cerimonia simbolica della “Molienda de la Paz y del Amor”, in cui i mulini tornano a muoversi per macinare il grano come un tempo, i mercati artigianali, gli spettacoli e le degustazioni di piatti locali allo zafferano.

Come arrivare a Consuegra

Consuegra si trova a circa 130 km da Madrid e 65 km da Toledo ed è perfetta per una gita fuori porta o come tappa di un itinerario tra i villaggi della Mancia. Si raggiunge comodamente in auto da Madrid prendendo l’autostrada A-4 in direzione Andalusia, uscita Madridejos/Consuegra (118), poi la CM-42 fino al borgo (circa un’ora e mezza). In autobus, ci sono collegamenti giornalieri da Madrid (Estación Sur) e da Toledo con la compagnia Grupo Samar.

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La Spagna al TTG di Rimini 2025: le novità

Anche quest’anno, la Spagna sarà presente all’edizione 2025 del TTG Expo, la più importante fiera del turismo italiano che raduna i principali operatori del settore. Alla vigilia della manifestazione, abbiamo chiesto a Blanca Pérez-Sauquillo López, direttrice di Turespaña, l’andamento del turismo in Spagna, specie nei confronti degli italiani, e quali sono le novità che saranno annunciate.

Può fornirmi qualche dato sul turismo in Spagna?

l turismo in Spagna continua a crescere e a rafforzare il proprio ruolo come motore economico, contribuendo a circa il 13% del PIL nazionale. Nei primi sette mesi dell’anno, la spesa dei turisti internazionali ha superato i 76 miliardi di euro, con un incremento del 7,2% rispetto allo stesso periodo del 2024, secondo i dati diffusi dall’INE.

Tra gennaio e agosto, la Spagna ha accolto 75,4 milioni di passeggeri internazionali, pari a una crescita del 5,9% su base annua. Le regioni che hanno registrato la maggiore affluenza e spesa turistica sono state le Canarie (18,5% del totale), la Catalogna (18,2%) e le Baleari (15,3%). Nel mese di luglio, le Isole Baleari si sono confermate al vertice con oltre 2,5 milioni di visitatori, seguite da Catalogna e Andalusia.

Secondo le stime di Turespaña, nell’ottobre 2025 la capacità aerea internazionale verso la Spagna raggiungerà i 12 milioni di posti programmati, con un incremento del 5,2% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.

L’Italia si conferma tra i mercati più dinamici per il turismo spagnolo. Nel 2024, oltre 5,4 milioni di turisti italiani hanno scelto la Spagna, con un aumento del 13,4% che colloca l’Italia al quarto posto tra i Paesi emittenti.

Il trend positivo è proseguito nel 2025: tra gennaio e luglio, gli arrivi dall’Italia hanno raggiunto quota 3,19 milioni, in crescita del 6,73% rispetto all’anno precedente. Anche la spesa è in aumento: i visitatori italiani hanno generato 2,85 miliardi di euro, con un incremento dell’8,67%.

Le prospettive per i prossimi mesi sono incoraggianti: a ottobre 2025 la capacità aerea dall’Italia verso la Spagna segna un +5,6% di posti disponibili rispetto al 2024, a conferma di una domanda in costante espansione.

Quali sono le novità che dobbiamo aspettarci? Cosa accadrà di nuovo/importante nel 2026 per cui gli italiani dovranno venire in Spagna?

La Spagna si prepara a diventare nel 2026 una destinazione imprescindibile, offrendo ai viaggiatori esperienze autentiche e sostenibili che uniscono cultura, turismo lento e natura.

Tra gli eventi più attesi, l’eclissi solare totale del 12 agosto, osservabile in città come Oviedo, León, Palencia, Burgos, Soria e il sud dell’Aragona, promette momenti indimenticabili per appassionati di astronomia.

Il turismo di lusso sarà protagonista con il rinomato treno Al Ándalus, che da primavera 2026 effettuerà un itinerario di 7 giorni tra Siviglia e Madrid, con soste a Córdoba, Cadice, Mérida e Toledo, visitando città Patrimonio dell’Umanità, vigneti, caseifici e siti archeologici.

Madrid ospiterà il Gran Premio di Spagna di Formula 1 sul nuovo circuito urbano Madring, con una capacità di 110.000 spettatori (espandibile a 140.000), e sarà teatro di competizioni di Formula 2 e Formula 3.

Il 2026 sarà anche l’Anno Gaudí, con esposizioni, eventi e visite a opere iconiche come la Sagrada Familia, Casa Batlló, Casa Milá e Parc Güell a Barcellona, oltre a luoghi come El Capricho a Comillas e Casa Botines a León. Barcellona sarà inoltre nominata Capitale Mondiale dell’Architettura 2026 dall’UNESCO.

La Spagna rafforzerà il suo impegno per il turismo sostenibile, con l’ampliamento delle Vías Verdes, percorsi ciclabili e pedonali che attraversano oltre 3.500 km di paesaggi naturali, e l’Arco Verde della Comunità di Madrid, che supererà i 200 km collegando 25 comuni.

È stata presentata la Riserva di Ecoturismo della Spagna Verde, un itinerario che unisce i principali spazi naturali di Galizia, Asturie, Cantabria e Paesi Baschi, comprendente Parchi Nazionali, Riserve della Biosfera e Geoparchi, offrendo esperienze immerse nella natura e rispettose dell’ambiente.

Per gli amanti del vino e della cultura, le Strade del Vino offrono oltre 100 DOP e percorsi sostenibili tra vigneti biologici, cantine di design e visite teatralizzate o in bicicletta.

La Spagna propone inoltre itinerari culturali unici, come i Cammini di Sefarad, il Cammino del Cid, la Ruta del Quijote e la Vía de la Plata, oltre alla Rete delle Città Patrimonio dell’Umanità, con 15 città dichiarate dall’UNESCO tra cui Ávila, Salamanca, Toledo, Cáceres e Úbeda. Con queste iniziative, la Spagna si conferma come meta ideale per chi cerca esperienze autentiche, culturali e sostenibili, valorizzando il patrimonio storico, artistico e naturale del Paese.

Cosa piace agli italiani della Spagna?

I viaggiatori italiani apprezzano la Spagna non solo per il clima e le sue spiagge, ma anche per la gastronomia, la cultura e lo stile di vita. Inoltre, si tratta di una destinazione con ottima connettività aerea, facilmente accessibile in qualsiasi periodo dell’anno.

La Spagna si conferma come meta ideale per chi cerca esperienze diverse: cresce l’interesse per il turismo attivo, il cicloturismo, il trekking e, in generale, per le attività all’aria aperta nella natura. Il turista italiano è molto fedele, conosce già le principali città (Madrid, Barcellona, Valencia, Siviglia, Málaga) e sta iniziando a esplorare altre regioni meno note del nord e dell’interno della Spagna.

La gastronomia rappresenta un elemento importante nella scelta del viaggio. Sempre più turisti italiani cercano esperienze gastronomiche uniche, come visite a ristoranti con stelle Michelin, corsi di cucina con visite ai mercati tradizionali, o degustazioni di prodotti a denominazione di origine come oli e formaggi, in frantoi e caseifici che aprono le porte a un turista curioso e desideroso di conoscere la cultura e la gastronomia locali.

Le spiagge spagnole, accessibili e di massima qualità, restano un richiamo fondamentale per il turista italiano. Con 749 Bandiere Blu, la Spagna conferma anche quest’anno il primato mondiale per numero di certificazioni. Si osserva inoltre che il turista italiano che frequenta le nostre spiagge in estate incorpora sempre più altre esperienze nelle proprie vacanze, come visite culturali o attività all’aperto. Cresce anche l’interesse per le destinazioni di costa fuori stagione, soprattutto le Baleari, motivo per cui le compagnie aeree stanno estendendo la programmazione dei voli fino a tarda autunno.

Può commentare le azioni della Spagna per affrontare l’overtourism?

Credo che il discorso non debba concentrarsi sul numero di turisti, se molti o pochi, ma piuttosto su quanto i turisti contribuiscono a raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati. Il turismo è un’attività economica e, in ultima analisi, deve portare benefici alle comunità in cui si sviluppa. Se le comunità locali non ne traggono vantaggio, è necessario considerare altri modelli.

In questo senso, dalle amministrazioni pubbliche e dal settore privato, dobbiamo puntare ad attrarre quei turisti che generano maggiore valore, non solo in termini economici – che naturalmente sono importanti – ma anche perché il loro comportamento e il loro modo di viaggiare favoriscono una migliore convivenza con i residenti.

Si tratta di viaggiatori che cercano destinazioni meno conosciute, che viaggiano fuori stagione e vogliono vivere esperienze autentiche, partecipando insieme alla popolazione locale e con rispetto.
Non è tanto una questione di numeri, quanto di gestione dei flussi turistici: un tema complesso che le destinazioni stanno affrontando per garantire sostenibilità e qualità dell’esperienza turistica.

Il TTG di Rimini è ancora una vetrina importante per Turespaña?

La fiera TTG di Rimini continua a consolidarsi come punto di riferimento per le destinazioni spagnole. In questa edizione saranno presenti Castiglia e León, Galizia, la Comunità Valenciana e le isole di Ibiza, Tenerife e Gran Canaria. Saremo presenti per conoscere di prima mano l’offerta e le novità presentate, in linea con la nostra missione di collaborare con le destinazioni nella promozione della diversità del territorio, delle diverse esperienze turistiche che la Spagna può offrire e il rafforzamento delle collaborazioni nel settore.

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Dopo anni di “battaglie” sul turismo, l’Italia supera la Spagna

Avete presente quelle sfide infinite che sembrano non terminare mai, tipo Messi vs Ronaldo, mare vs montagna, pizza vs paella? Ecco, nel mondo del turismo una “battaglia” epica è andata avanti per decenni: Italia contro Spagna. Ma oggi possiamo dirlo forte: abbiamo vinto noi.

Sì, avete letto bene: l’Italia ha superato la Spagna e ora guida il turismo europeo (e mondiale) con numeri da record e un riconoscimento ufficiale arrivato direttamente dal Global Summit del World Travel & Tourism Council, ospitato a Roma il 29 e 30 settembre 2025. Un evento con oltre 1000 delegati da tutto il mondo, 310 CEO e presidenti del settore, e un messaggio chiaro: il turismo italiano è in piena rinascita. Il focus dell’evento? Trovare il modo di non parlare più di overtourism ma dirigere lo sguardo verso i territori che possono essere valorizzati offrendo un’alternativa da Nord a Sud.

Italia batte Spagna nel turismo: i numeri

Non si tratta solo di orgoglio patriottico: i dati parlano chiaro. Secondo Eurostat, nei primi sette mesi del 2025 l’Italia ha registrato un +2,2% di pernottamenti rispetto al 2024, superando la Spagna, ferma a +1,6%. E il Ministero dell’Interno ha certificato un aumento del +6,22% di turisti nell’estate appena conclusa. Un risultato che non arriva per caso.

Negli ultimi anni, l’Italia ha puntato su:

  • Esperienze autentiche. Meno turismo “mordi e fuggi”, più viaggi esperienziali tra borghi, sapori locali e percorsi culturali;
  • Sostenibilità e innovazione. Nuove strategie digitali e investimenti per gestire meglio i flussi e tutelare i territori;
  • Eventi internazionali. Come questo summit a Roma, che ha acceso i riflettori globali sull’Italia come hub del turismo del futuro.

E Roma, con la sua storia millenaria e la sua energia cosmopolita, è stata la cornice perfetta per celebrare un traguardo che va oltre i numeri: il riconoscimento del ruolo guida dell’Italia nel turismo mondiale. Non solo le solite mete (Roma, Firenze, Venezia), ma anche le aree interne, i borghi nascosti, i paesaggi rurali, sempre più amati dai viaggiatori stranieri. Insomma, il turismo italiano non è più solo una “vacanza”, ma un viaggio nella bellezza e nell’anima del Paese.

Italia vs Spagna: nel turismo vince il Belpaese

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L’Italia valorizza i territori più piccoli come il Chianti e vince contro la Spagna

Lusso e cultura: come l’Italia vince contro la Spagna

Durante il summit, Ivana Jelinic, l’AD di ENIT, ha lanciato un messaggio potente. Come riportato da Il Messaggero ha raccontato che “Non dobbiamo più parlare di overtourism ma fare in modo di aiutare i territori per mantenere quei numeri e lavorare per non creare situazioni di insofferenza.” (…) “Il lusso è un comparto strategico per il nostro Paese. L’Italia ha un insieme di fattori che rendono unico il lusso. Moda, accoglienza, enogastronomia, sono solo alcuni degli elementi unici del nostro Paese.”

Dalla cucina e i prodotti tipici all’ospitalità, spaziando tra varie tipologie di territorio tra cui alcune meno note. L’Italia per continuare a vincere deve parlare del made in Italy valorizzando le piccole realtà e offrendo sbocchi alternativi alle mete più blasonate e battute.

L’evento del World Travel & Tourism Council ha dato modo di scoprire come lo Stivale sia ancora un punto di riferimento nel turismo, tanto da riuscire a superare nei dati territori competitivi quali la Spagna.

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Spagna, scoperto un particolare santuario del solstizio risalente a 2.500 anni fa

Sulle colline che occupano la parte centro-meridionale della Spagna, in Andalusia, gli archeologi hanno scoperto un affascinante e monumentale santuario del solstizio.

Si trova in particolare a Jódar, un comune spagnolo in provincia di Jaén, adagiato ai piedi del Cerro de San Cristóbal, nella zona montuosa della Serrezuela di Jódar che fa parte del massiccio della Sierra Mágina. Qui, a tornare alla luce non è stato solo un complesso in pietra di 2.500 anni fa, ma anche quello che potrebbe essere stato un “tempio del cosmo”, ideato e realizzato appositamente per catturare alla perfezione tutto il fascino del solstizio d’inverno.

Cosa è stato scoperto

Gli archeologi dell’Istituto di Archeologia Iberica (IAI) hanno svelato nel sito di El Fontanar un imponente monolite alto più di 5 metri. Non è disposto in maniera casuale: la sua forma allungata e verticale è infatti rivolta verso il punto in cui sorge il sole nel giorno più corto dell’anno, ovvero il solstizio d’inverno. All’alba di questo giorno (in cui il sole si trova nel punto più basso sopra l’orizzonte nell’emisfero settentrionale e che solitamente si ripete intorno al 21 dicembre), un raggio di sole attraversa la punta del monolite e si proietta direttamente verso un vicino rifugio in pietra alto quasi 7 metri.

Il movimento del sole nel santuario scoperto a Jódar, in Andalusia

Paisaje, camino y liturgia en el mito del héroe de Iltiraka – Complutum

Il movimento del sole sulla pietra del santuario scoperto

Quest’ultimo presenta un ingresso a forma di V che gli archeologi interpretano come un potente simbolo di femminilità. Un enorme masso sopra l’apertura ricorda le tube di Falloppio, mentre le pietre inferiori segnano i contorni dell’anatomia femminile.

Quando l’alba del solstizio d’inverno inizia, i raggi del Sole e le ombre creano uno spettacolo speciale: l’ombra della pietra “maschile” si estende sul terreno e tocca la rientranza inferiore del rifugio, dove la superficie rocciosa evoca una forma simile a quella dell’organo genitale femminile.

Si tratta della ricreazione della ierogamia, un’unione sacra tra forze maschili e femminili che non solo rappresenta un “matrimonio cosmico”, ma anche un rituale mitico di fertilità e rinascita: l’eroe solare che si collega alla dea della Terra.

Perché è importante

A spiegare l’importanza della scoperta, pubblicata sulla rivista Complutum (Ruiz, A.; Molinos, M.; Esteban, C; Yanes, M.; Lechuga, M. Á. (2025): Paisaje, camino y liturgia en el mito del héroe de Iltiraka. Complutum, 36(1): 77-95), è l’archeologo Arturo Ruiz, che ha ribadito come queste immagini facciano parte di tradizioni religiose comuni a tutto il Mediterraneo. Sono presenti in Egitto e in Grecia, ma anche che nella cultura iberica. In questa non sono rimasti solo simboli astratti, ma anche quelli reali, inseriti nella natura e sincronizzati con i movimento del sole.

Il monumentale santuario del solstizio rinvenuto dagli archeologi in Spagna risale al V-IV secolo a.C., ovvero prima che si creassero i principali insediamenti iberici nella regione. Un elemento che suggerisce come il sito fosse un fulcro della vita religiosa molto prima che fiorissero i centri urbani.

“Questo monumento è straordinario per le sue dimensioni e il suo intento“, ha osservato Ruiz. “È stato progettato per unire cielo e Terra, per affermare il sacro legame tra i principi maschile e femminile”.

Ricostruzione di come era il monumento di El Pajarillo

Alberto Luque – IAI

Ricostruzione di come era il monumento di El Pajarillo

Il sito di El Fontanar, che per certi versi porta a ricordare il celebre Stonehenge, si inserisce nella mitologia iberica legata a Úbeda la Vieja e Puente Tablas, in cui un eroe o una divinità solare discende negli inferi in autunno e rinasce al solstizio d’inverno. L’allineamento delle pietre simboleggia proprio questo ciclo di morte, unione sacra e rinascita.

Studi analoghi a El Pajarillo, con scene scolpite di un eroe contro un lupo, mostrano lo stesso passaggio simbolico. Insieme, i due siti formano un paesaggio rituale in cui mito, astronomia e territorio si intrecciano: per gli iberici, la Terra stessa era il teatro cosmico del viaggio dell’eroe.

La scoperta a El Fontanar rimarca una volta di più come i popoli antichi integrassero astronomia, architettura e spiritualità. Se in ogni cultura il solstizio segnava una svolta e il trionfo della luce sulle tenebre, nella penisola iberica questo momento veniva immortalato nella pietra, fondendo mito e realtà cosmica. Un promemoria senza tempo che ci ricorda come l’umanità abbia sempre cercato di creare un ponte tra Terra e cielo, tra concretezza e spiritualità.

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Santiago de Compostela in preda all’overtourism: quando i pellegrini soffocano la città

Santiago de Compostela, cuore spirituale della Galizia e meta finale del celebre Cammino, è diventata il simbolo mondiale dell’overtourism. Quella che per secoli è stata la capitale della lentezza e della spiritualità oggi vive un paradosso.

L’arrivo di centinaia di migliaia di pellegrini e turisti, se da un lato sostiene l’economia locale, dall’altro ha trasformato il centro storico in un gigantesco punto di ritrovo affollato, spingendo i residenti a lasciare la città.

Affitti alle stelle, comportamenti poco rispettosi e perdita di autenticità stanno mettendo a rischio l’identità stessa della città Patrimonio Culturale dell’Umanità UNESCO.

Affitti alle stelle e residenti in fuga

Il fenomeno del turismo di massa a Santiago de Compostela ha raggiunto numeri impressionanti. Solo nel 2024, oltre mezzo milione di pellegrini si è registrato ufficialmente per percorrere uno dei cammini autorizzati verso la cattedrale di San Giacomo, cinque volte la popolazione residente.

Il contrasto tra la storia millenaria del Cammino di Santiago e il turismo di massa.

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Cartello direzionale del Cammino di Santiago.

A questi si sommano i turisti occasionali che visitano la città senza intraprendere il percorso. Una pressione enorme per un centro storico che negli ultimi vent’anni ha visto dimezzarsi i suoi abitanti, oggi ridotti a circa 3.000.

La ragione principale dell’esodo è il costo degli alloggi. Secondo uno studio della Fundación Universidade da Coruña, tra il 2018 e il 2023 gli affitti a lungo termine sono aumentati del 44%, complice la proliferazione degli affitti brevi.

Il consiglio comunale ha già vietato queste strutture nel centro storico e chiesto al governo regionale di classificare Santiago come “zona ad alta pressione turistica”, al pari di città come Barcellona o San Sebastián. Tuttavia, il divieto è spesso aggirato e gli appartamenti continuano a trasformarsi in strutture ricettive, riducendo le opzioni per chi vuole vivere stabilmente in città.

Il risultato è un centro storico sempre più desertificato dal punto di vista sociale: niente più ferramenta, poche botteghe di quartiere e attività commerciali sostituite da bar, gelaterie e negozi di souvenir. Gli abitanti denunciano un tessuto urbano svuotato, fatto di edifici chiusi e abbandonati.

Un patrimonio culturale minacciato dal turismo di massa

Non è solo l’economia immobiliare a soffrire, ma anche il patrimonio culturale e la convivenza civile. Per arginare i comportamenti poco rispettosi dei visitatori, un’associazione di quartiere ha diffuso una guida multilingue con regole basilari: non fare rumore, rispettare il codice della strada, usare protezioni sui bastoncini da trekking per non rovinare le strade acciottolate.

Eppure, la realtà quotidiana racconta di gruppi che cantano a squarciagola per le vie, ciclisti che sfrecciano contromano e pellegrini che piantano i bastoncini sul selciato senza preoccuparsi dei danni.

Il contrasto tra la storia millenaria del Cammino e il turismo di massa è evidente. Dal IX secolo, i pellegrini hanno percorso questi sentieri con spirito di fede e introspezione. Oggi, per molti visitatori, la priorità sembra essere quella di collezionare foto per i social o spuntare una tappa da un elenco, più che vivere un’esperienza spirituale o culturale autentica.

Questa trasformazione rischia di minare il valore stesso del pellegrinaggio e della città. Santiago de Compostela, Patrimonio Culturale dell’Umanità UNESCO, ha bisogno di strategie di turismo sostenibile per preservare il suo equilibrio fragile: non solo un’icona religiosa, ma anche una comunità viva, fatta di residenti e tradizioni da proteggere.

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The Walking Dead: Daryl Dixon, le location della terza stagione della serie SKY

L’amatissimo spin-off “The Walking Dead: Daryl Dixon” torna con la terza stagione in esclusiva su SKY e in streaming solo su NOW, a partire dall’8 settembre 2025. Daryl, il guerriero solitario più amato dell’apocalisse, interpretato da Norman Reedus, riprende il suo viaggio insieme a Carol (Melissa McBride) verso casa e verso le persone amate.

Li abbiamo lasciati mentre abbandonavano la Francia nell’ultimo episodio della stagione precedente e li ritroviamo naufragati in una terra straniera nuova e inaspettata: la Spagna. I due amici, qui, si imbattono in una nuova cultura e in un nuovo stile di vita, ma se tutto inizialmente sembra tranquillo, ben presto nasceranno nuovi pericoli e minacce zombie. Il loro sarà un viaggio che attraversa diverse regioni spagnole che presentano paesaggi naturali ideali per l’ambientazione post-apocalittica, dalla Galizia alla Catalogna, dall’Aragona all’Andalusia.

Galizia

I paesaggi di diverse regioni spagnole sono stati il set cinematografico naturale perfetto per rendere tutto il fascino delle ambientazioni della terza stagione di “The Walking Dead: Daryl Dixon”. Ad accogliere i protagonisti naufragati sono le terre della Galizia, la regione nord-occidentale della Spagna le cui coste si affacciano all’Oceano Atlantico, con i tipici paesaggi che vedono alternarsi rías e spiagge da cartolina.

Navaluenga

A circa 100 km da Madrid, in Castiglia e León, la troupe ha girato alcune scene nel borgo di Navaluenga (Ávila), dove l’emblematico ponte romanico e il suo paesaggio naturale sono diventati un’ambientazione cruciale per la serie.

Siviglia

Anche l’Andalusia è stata scelta per le riprese del nuovo amato spin-off. In particolare, vediamo l’elegante città di Siviglia scorrere sullo schermo. I protagonisti appaiono in location specifiche come la Casa de Pilatos, splendido edificio considerato il prototipo del palazzo andaluso, il palazzo del Marchese di Montilla, a due passi dalla meravigliosa struttura delle Setas, in centro, e l’Alcázar Reale, tappa immancabile durante un viaggio in questa splendida città.

Casa de Pilatos Siviglia

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Il cortile della Casa de Pilatos a Siviglia

Granada

Non manca tra le location anche il meraviglioso sito Unesco dell’Alhambra (che vi consigliamo di visitare anche di sera, con le suggestive illuminazioni che ne esaltano i dettagli e le atmosfere arabeggianti) e il caratteristico quartiere Albaicín di Granada.

Aragona

Tappa anche in Aragona, dove protagoniste sono le rovine di Belchite, un antico borgo vicino a Saragozza che fu teatro di una colossale battaglia durante la Guerra Civile Spagnola, dal 1936 al 1939. A documentarne la distruzione ci fu anche Ernest Hemingway, allora corrispondente di guerra. Ciò che rimane ora del vecchio paese è un insieme di rovine che rendono il paesaggio decisamente spettrale.

Il borgo antico di Belchite, in Spagna

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Le suggestive rovine del borgo di Belchite, in Spagna

A pochi chilometri da Belchite, la troupe ha raggiunto anche la Riserva ornitologica di El Planerón, che ha fatto da sfondo ad altre scene della serie.

Una sequenza che lascerà tutti a bocca aperta è anche quella registrata in un altro punto preciso di Saragozza: la linea ferroviaria abbandonata Endesa tra Samper e Andorra. Qui si vede Daryl a cavallo lungo i binari. Anche Teruel compare tra le location scelte per le riprese della terza stagione della serie.

Natalia Martínez, responsabile della Commissione Cinematografica di Aragona, ha sottolineato l’importanza di queste riprese, che sarebbero “le più grandi mai realizzate in questa Comunità”.

Alicante

Ci spostiamo nella periferia di Alicante, dove la produzione si è servita degli studi della Ciudad de la Luz, complesso realizzato per produzioni audiovisive, nella cui grande cisterna di acqua sono state riprodotte alcune scene di grande interesse per gli effetti speciali e visivi.

Da Madrid alla Catalogna e Valencia

Il quartier generale della produzione della nuova stagione è stato posizionato a Madrid, dove vediamo alcuni scorci e luoghi emblematici della città, ma altre riprese sono avvenute anche sulle spiagge di Valencia e in luoghi rurali della Catalogna. In questa regione spicca Badalona, cittadina a pochi chilometri da Barcellona che è stata utilizzata come location urbana post-apocalittica. Le riprese si sono svolte in zone con strutture industriali e lungo la costa, tra cui le iconiche ciminiere vicino alla spiaggia.