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Dove è stata girata La notte nel cuore: tutti i luoghi della serie tra segreti, canyon e camini delle fate

Dimenticate la classica soap turca tutta lacrime e sguardi persi nel vuoto: La notte nel cuore arriva su Canale 5 da domenica 25 maggio e lo fa con il passo deciso di un drama che ha molto da raccontare e altrettanto da mostrare. Al centro della storia c’è Sumru, una donna che ha sepolto un passato ingombrante e doloroso: ha abbandonato due gemelli appena nati e ha voltato pagina in Cappadocia, dove si è rifatta una vita con un nuovo marito e altri due figli. Ma si sa: certi segreti non restano nascosti per sempre. I gemelli crescono, la trovano… E la quiete della sua villa perfetta inizia a scricchiolare.

Girata in luoghi spettacolari, La notte nel cuore è anche un invito al viaggio. Un’ode visiva alla Cappadocia, terra antichissima e scenografica, dove i paesaggi sembrano usciti da una fiaba orientale e le emozioni si fondono con canyon, valli di pietra e città sotterranee. Ecco i principali luoghi dove è stata girata la serie.

Göreme

Se si potesse racchiudere l’essenza della Cappadocia in un solo posto, sarebbe senza dubbio Göreme. Dichiarato Patrimonio dell’Umanità Unesco, questo villaggio incastonato tra le rocce ospita chiese rupestri affrescate e abitazioni scavate nella pietra.

Göreme, Cappadocia

Fonte: iStock

Il villaggio Unesco di Göreme

È proprio tra i suoi paesaggi lunari che prendono vita molte delle scene più intense della serie: incontri segreti all’alba, discussioni familiari tra canyon e silenzi che dicono più di mille parole. Non è un caso che Sumru e la sua nuova famiglia sembrino vivere in una bolla sospesa nel tempo: è l’effetto Göreme.

Ortahisar

C’è una rocca che domina tutto e che sembra sorvegliare ogni passaggio di La notte nel cuore: è la Ortahisar Kalesi, la fortezza di Ortahisar. Il borgo, meno turistico ma altrettanto suggestivo, è il luogo perfetto per rappresentare la quiete apparente che regna nella nuova vita di Sumru. I vicoli in pietra, le case a strapiombo e il panorama mozzafiato fanno da cornice a molte delle scene domestiche ambientate nella villa Şansalan.

Ürgüp

A pochi chilometri da Ortahisar si trova Ürgüp, uno dei centri storici più affascinanti della regione. Conosciuta per le sue case in pietra bianca e le stradine tortuose, qui la produzione ha ambientato diverse sequenze familiari e momenti di tensione. Il contrasto tra le pietre millenarie e le emozioni dei personaggi dà vita a un’atmosfera densa, fatta di passato e presente che si scontrano a ogni svolta.

I Camini delle Fate

Forse li avete già visti su Instagram o in qualche documentario, ma nella serie diventano protagonisti silenziosi: sono i famosi Camini delle Fate. Queste formazioni rocciose uniche, nate dall’erosione vulcanica, sembrano torri di un castello incantato. Appaiono spesso sullo sfondo nei momenti più onirici o nei flashback del passato, quasi a suggerire che la realtà – per quanto dura – a volte ha bisogno di un tocco di magia.

Paşabağı

Detta anche la Valle dei Monaci, Paşabağı è una delle zone più spettacolari della Cappadocia. I suoi pinnacoli rocciosi fanno da sfondo ad alcune delle scene più simboliche della serie, soprattutto nei momenti di riflessione o nei confronti tra i personaggi. Qui, tra vento e silenzi, si consumano dialoghi che pesano come pietre. E ogni angolo sembra raccontare una storia che non è stata detta.

Valle dell’Amore

Dietro un nome così poetico si nasconde uno dei paesaggi più scenografici della Cappadocia: la Valle dell’Amore. Lunga e stretta, circondata da formazioni rocciose che sfidano la gravità, è il luogo dove le emozioni esplodono. Nella serie è il teatro perfetto per le tensioni amorose tra i giovani protagonisti, tra sguardi rubati e verità taciute. Se nella trama c’è un cuore che pulsa, è proprio qui che lo sentirete più forte.

Çavuşin

Villaggio fantasma? Quasi. Çavuşin è un antico borgo abbandonato, oggi meta turistica e location perfetta per ambientare il passato che ritorna. Le sue case crollate e le chiese scavate nella roccia fanno da cornice a momenti misteriosi e passaggi cruciali della narrazione, quando i nodi vengono al pettine e la verità inizia a venire a galla. Nessun set avrebbe potuto raccontare meglio l’eco di ciò che è stato.

Uçhisar

Ultima ma non per importanza, Uçhisar è la “terrazza” della Cappadocia. Il suo castello roccioso offre una vista spettacolare su tutta la regione ed è uno degli sfondi più ricorrenti nelle panoramiche di La notte nel cuore. Sotto le sue torri scolpite nella pietra si svolgono scene cariche di tensione e bellezza. La vertigine, qui, non è solo geografica.

Uçhisar, Turchia

Fonte: iStock

Le strane torri di pietra di Uçhisar
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Tra canyon e chiese rupestri: cosa vedere nella Valle di Ihlara, in Turchia

Quando pensiamo alla Cappadocia siamo tutti propensi a immaginare le mongolfiere che sorvolano all’alba i camini delle fate. È giusto, non c’è assolutamente nulla di sbagliato in tutto ciò, ma la verità è che questa magnifica regione della Turchia nasconde molto di più, luoghi dove la natura e la spiritualità si intrecciano ad ogni curva. Parliamo della Valle di Ihlara, un incredibile canyon lungo circa 14 chilometri e profondo fino a 100 metri scavato nel tempo dal fiume Melendiz. Ma non è tutto, perché oltre a essere una meraviglia geologica è anche un sito storico e spirituale di enorme valore, pieno di chiese rupestri, affreschi e molto altro ancora.

Dove si trova la Valle di Ihlara

La Valle di Ihlara è un angolo meno noto rispetto ad altri della Cappadocia, ma è anche un canyon verde e fresco (completamente in contrasto con molti dei paesaggi aridi che caratterizzano la regione), un percorso escursionistico facile e ben segnalato, un luogo sacro e un rifugio antico usato da monaci, eremiti e comunità cristiane nei secoli.

Sorge nella provincia di Aksaray, nel sud-ovest della Cappadocia, a circa 85 km da Göreme (cuore turistico della regione). La soluzione migliore per arrivarci è, senza ombra di dubbio, un’auto a noleggio, poiché non esistono collegamenti diretti frequenti con i mezzi pubblici verso la valle. Non manca la possibilità di raggiungerla prenotando tour organizzati, spesso con partenza da Göreme o Nevşehir.

Un piccolo (ma importante) consiglio: se ci si va in autonomia è meglio scaricare una mappa offline, in quanto il segnale GPS e internet non sono sempre stabili, specialmente dentro il canyon.

Cosa vedere nella Valle di Ihlara

Scegliere di visitare la Valle di Ihlara vuol dire fare una sosta in uno di quei posti che bisogna guadagnarsi a passo lento. Da queste parti, infatti, non si viene solo per “vedere”, ma anche per ascoltare il suono dell’acqua, degli uccelli, dei propri pensieri. Prendendo in considerazione l’ingresso nord, presso Ihlara Village, si viene subito accolti da una magnifica scalinata di ben 380 gradini (in discesa), che permette di osservare un affascinante gola che si apre sotto ai propri piedi e il contrasto tra le pareti aride in alto e la vegetazione rigogliosa in basso.

Chiesa di Ağaçaltı

Uno dei primi luoghi di interesse che si incontrano scendendo i quasi 400 scalini situati all’ingresso principale è la Chiesa di Ağaçaltı. Si trova sulla propria destra ed è uno dei tesori nascosti della valle. Il suo nome, tradotto, vuol dire “sotto l’albero” e (secondo alcune fonti) risale al X secolo. Chiaro esempio di tradizione cristiana bizantina, in passato aveva una posizione strategica che la rendeva accessibile e allo stesso tempo protetta.

Al suo interno si possono osservare alcuni affreschi vivaci, seppur parzialmente danneggiati dal tempo, come la scena dell’Annunciazione, Cristo Pantocratore e l’Ascensione. Il nostro consiglio è quello di entrarvi al mattino presto, quando ci sono meno turisti e nella fase in cui la luce crea giochi di ombre e luci che valorizzano i colori dei dipinti.

Chiesa di Ağaçaltı, Turchia

Fonte: Getty Images

Uno degli affreschi della Chiesa di Ağaçaltı

Le meraviglie del tratto Ihlara – Belisırma

Dopo aver visitato la Chiesa di Ağaçaltı, il cammino continua lungo un tratto (4 km) davvero suggestivo della valle, che immerge completamente nella spiritualità della Cappadocia. Tra natura lussureggiante, dove si alternano alberi alti, canne di bambù, e rocce vulcaniche, il paesaggio cambia e diventa più silenzioso, ma anche ricco di chiese rupestri che da sole valgono il viaggio:

  • Yılanlı Kilise: meglio conosciuta da noi italiani con il nome di Chiesa del Serpente, offre un’atmosfera cupa e affreschi che vengono definiti inquietanti. Costruita tra il IX e il X secolo, conserva sulle sue pareti scene profonde e inquietanti del Giudizio Universale, con un particolare focus sui serpenti che mordono e inghiottono i peccatori. Per visitarla è meglio portarsi una torcia o il telefono con la luce accesa e anche arrivare al mattino presto;
  • Sümbüllü Kilise: ovvero la Chiesa dei Giacinti, che risulta particolarmente affascinante per la sua architettura e il suo isolamento. È una delle più piccole della valle ed è costruita direttamente nella roccia, con un soffitto che si innalza in modo impressionante. Gli affreschi che contiene rappresentano la vita di Cristo, con scene di miracoli e raffigurazioni di santi e si rivela perfetta per assaporare la pace che regna nel canyon;
  • Kırkdamaltı Kilisesi: uno degli edifici religiosi più articolati e ben conservati lungo il cammino. Si distingue per essere un esempio perfetto di arte rupestre e nel corso della sua storia è stata utilizzata sia come luogo di culto che come centro comunitario. Ospita diversi affreschi che raffigurano una varietà di scene bibliche, ma ciò che la rende unica è la presenza di ritratti dei benefattori che finanziano il culto e la manutenzione del luogo. Più grande rispetto ad altre, per ammirarla è importante avere con sé una mappa della valle, poiché si trova in una zona più isolata e può essere facile perdersi.

Il Monastero di Selime nel tratto Belisırma – Selime

Dopo Belisırma, la valle cambia volto. L’ombra, il verde e l’acqua lasciano spazio a un paesaggio più severo e drammatico, con pareti ripide, forme frastagliate e con un sole che picchia più forte (soprattutto in estate). Tutte caratteristiche che, volente o nolente, scoraggiano molti viaggiatori che spesso preferiscono tornare indietro per raggiungere tutto il resto in automobile (sì, è assolutamente possibile).

Il maggior punto di interesse è senza ombra di dubbio il Monastero di Selime, scavato interamente nella roccia, il complesso monastico più imponente della Cappadocia. Fondato tra l’VIII e il IX secolo, si presenta come una sorta di labirinto rupestre articolato su più piani. Alcuni spazi sono collegati da gallerie, altri da passaggi stretti e ripidi.

La chiesa è di grandi dimensioni, con colonne scolpite nella roccia e un’abside ancora ben visibile, mentre gli affreschi sono per la maggior parte rovinati, anche se si intravedono figure angeliche e simboli cristiani. Ci sono poi il refettorio e la cucina, le stalle, i magazzini e i dormitori e persino spazi comuni sotto forma di ampie terrazze, probabilmente usate per incontri comunitari, lavoro, o semplicemente per ammirare il panorama.

Da qui la vista sulla Valle di Ihlara è spettacolare, anche perché sullo sfondo si può intravedere il paesaggio vulcanico della Cappadocia con i suoi camini delle fate, altopiani aridi, colori rossastri, e l’orizzonte che sembra non finire mai.

Attenzione, però, perché la salita per arrivarci non è banale: alcuni passaggi sono scoscesi, il terreno può essere sdrucciolevole, soprattutto in presenza di sabbia o vento. Anche in questo caso, meglio andarci al mattino oppure nel tardo pomeriggio, quando la roccia non è troppo calda.

Monastero di Selime, Turchia

Fonte: iStock@Selcuk Oner

Una delle magnifiche zone del Monastero di Selime

Cosa fare presso la Valle di Ihlara: 5 attività imperdibili

Si viene alla Valle di Ihlara soprattutto per un motivo: fare un’escursione tra i 14 km che collegano Ihlara a Selime. È certamente possibile scegliere di intraprendere dei tratti più brevi, ma ciò non toglie che a disposizione ci siano anche altre interessanti attività a cui dedicarsi:

  1. Visitare le chiese rupestri: delle principali vi abbiamo già parlato, ma la verità è che in tutto il canyon ce ne sono molte altre. Vi basti pensare che se ne contano circa 100 (non tutte accessibili), scavate nella roccia e con affreschi bizantini;
  2. Godersi la natura e il silenzio: vale la pena, perché qui la vegetazione è decisamente insolita per la regione. Senza dimenticare che i colori e le atmosfere cambiano in base alla stagione in cui si raggiunge questo angolo della Turchia;
  3. Pranzare a Belisırma: è un piccolo villaggio rurale che sorge nel cuore della valle. Qui ci sono ristoranti molto semplici, ma con tavoli sospesi sul fiume. Tra i piatti consigliati ci sono Gözleme, crepes salate fatte a mano, Tandır kebabı, agnello cotto a lungo, Pesce di fiume (spesso trota) e Ayran fresco, yogurt salato da bere. È il punto perfetto per rilassarsi e decidere se proseguire o tornare indietro;
  4. Fare fotografia paesaggistica e archeologica: il suggerimento è quello di dedicarsi a questa attività al mattino e nel tardo pomeriggio, quando le luce sono migliori. Oltre ai paesaggi con contrasti forti, è possibile immortalare anche rovine, affreschi, natura e architettura rupestre;
  5. Esperienza contemplativa o spirituale: passeggiando per la Valle di Ihlara potreste incontrare diversi viaggiatori pronti a godersi un’esperienza contemplativa o spirituale. Non c’è affatto da sorprendersi, perché la zona invita davvero a farlo, anche perché questa è una delle valli più cariche di spiritualità dell’intera Anatolia.

Come visitare la Valle di Ihlara: consigli e info da sapere

Per fortuna, visitare la Valle di Ihlara è semplice, ma per viverla davvero al meglio serve un minimo di pianificazione. La prima cosa da sapere, per esempio, è scegliere il proprio ingresso. Ce ne sono tre principali:

  • Ihlara Village (ingresso nord): il più panoramico, con una lunga scalinata che scende nel canyon (380 gradini). Si tratta del punto ideale per iniziare il trekking completo;
  • Belisırma: un villaggio interno alla valle, ottimo se si desidera fare solo la parte centrale (più ricca di chiese);
  • Selime (ingresso sud): da qui si può visitare anche il Monastero di Selime, che toglie davvero il fiato.

La valle si può esplorare a piedi lungo un sentiero ben tracciato che costeggia il fiume Melendiz e a disposizione ci sono trekking più o meno brevi. Il totale (da Ihlara a Selime), è di circa 14 km e richiede approssimativamente 4–5 ore senza soste per essere completato. Il tragitto è principalmente facile e pianeggiante (non mancano tratti scoscesi o in salita) e permette anche di trovare punti di ristoro. A Belisırma, per esempio, ci si può fermare in uno dei tanti ristorantini con terrazze sul fiume, dove mangiare su pedane sospese sull’acqua cucina tipica turca, semplice ma genuina.

Sono consigliate scarpe comode da trekking, acqua (anche se ogni tanto ci sono punti ristoro), cappello, crema solare, torcia o telefono carico se si desidera entrare nelle chiese più buie e contanti per l’ingresso (circa 250-300 TL, ma può variare)

La valle è aperta generalmente dalle 8:00 alle 19:00 (variabili in inverno) e i migliori periodi per visitarla sono primavera (aprile-maggio) e autunno (settembre-ottobre). Altre piccole accortezze da tenere a mente:

  • Occhio ai nidi di rondini dentro le chiese: spettacolari ma a volte sporchevoli;
  • Non toccare gli affreschi: sono fragili e patrimonio protetto;
  • Meglio avere un piccolo binocolo: utile per scorgere dettagli in alto sulle pareti;
  • Evitare zaini troppo pesanti: soprattutto se l’intenzione è quella di intraprendere i 14 km totali del percorso.
Fare yoga nella Valle di Ihlara

Fonte: iStock

Yoga e meditazione presso la Valle di Ihlara
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Tra i Camini delle Fate: alla scoperta del paesaggio onirico della Cappadocia

La natura, lo sappiamo bene, nel corso dei secoli è stata in grado di creare dei veri e propri capolavori che, molto probabilmente, l’uomo non riuscirà mai a replicare. Il nostro pianeta è pieno di paesaggi surreali, ma c’è un luogo in particolare dove il panorama è onirico e in cui la terra ha imparato a raccontare storie. Non con parole, ma con forme scolpite dal vento, torri di pietra che sembrano uscite da una fiaba dimenticata. Parliamo della Cappadocia, regione della Turchia, dove svettano nei cieli i Camini delle Fate, formazioni rocciose che incantano il mondo e custodi di antichi misteri.

Dove si trovano i Camini delle Fate?

Chi desidera ammirare questo paesaggio fuori dal comune deve recarsi in Turchia, più precisamente nella regione della Cappadocia, tra le province di Nevşehir, Ürgüp, Göreme, Avanos e Uçhisar. Da queste parti le formazioni rocciose sono praticamente ovunque, ma senza ombra di dubbio la zona più famosa è quella del Parco Nazionale di Göreme, patrimonio Unesco.

Il motivo per cui è la più nota è molto semplice: qui si concentrano molte delle formazioni più spettacolari ed è proprio da questo affascinante angolo di mondo, infatti, che partono i tanto ambiti voli in mongolfiera tra le valli più scenografiche del territorio, come la Love Valley, la Rose Valley e la Pasabag (Valle dei Monaci).

Il modo più comodo per arrivare è atterrando a Istanbul, per poi prendere un volo interno per:

  • Nevşehir Kapadokya Airport (NAV): il più vicino, circa 30-40 minuti da Göreme;
  • Kayseri Erkilet Airport (ASR): un po’ più lontano, circa 1 ora e 15 minuti, ma con più voli disponibili.

Cosa sono i Camini delle Fate?

I Camini delle Fate sono certamente delle strane formazioni rocciose, ma anche il simbolo più magico della Cappadocia. A guardarle, magari senza sapere niente, sembrano torri scolpite da qualcuno che non aveva voglia di fare il suo lavoro, o da scultori che avevano intenzione di creare uno dei parchi più bizzarri del globo.

Cappadocia, Cammini delle Fate

Fonte: iStock

Le particolari formazioni rocciose della Cappadocia

Nei fatti, sono un’opera monumentale di Madre Natura che ha deciso di modellarsi “a suo piacimento”, fino a dar vita a delle colonne slanciate con “cappelli” di pietra che sembrano essere stati messi lì di proposito. Poi sono arrivati gli esseri umani, che hanno visto in queste formazioni delle risorse, al punto da averci scavato chiese rupestri, stanze e persino interi villaggi. Tutto questo fa quindi subito capire che Camini delle Fate sono un luogo che non assomiglia a nessun altro, quasi da essere frutto di un’invenzione. Eppure, è tutto vero.

Come sono nati i Camini delle Fate

Ci sono voluti milioni di anni per avere i Camini delle Fate di oggi: sono il risultato spettacolare di una storia geologica iniziata con antichi vulcani, come l’Erciyes e l’Hasan Dağı, che hanno eruttato coprendo l’intera regione con cenere vulcanica. Come è possibile immaginare, questa si è poi solidificata in una roccia tenera chiamata tufo, su cui si sono depositate rocce più dure, come il basalto.

Poi sono arrivati il vento, la pioggia e il gelo che con la loro potenza hanno scavato e modellato il paesaggio. In questo modo la roccia tenera veniva erosa, mentre quella più dura resisteva creando una specie di “tetto” che proteggeva la colonna di tufo sottostante. Come fosse un incantesimo durato secoli, quindi, si sono formate queste colonne di roccia più o meno sottili, in alcune circostanza con un cappello roccioso in cima.

Non c’è il lavoro dell’essere umano nella nascita dei Camini delle Fate, è stata solo la natura che ha impiegato al meglio alcune delle sue risorse. L’uomo è arrivato in seguito, decidendo di scavarle per trasformarle in abitazioni, chiese, magazzini, rifugi. Vi basti sapere che alcuni di questi sono abitati persino oggi (anche se molto raramente).

Perché si chiamano Camini delle Fate

Va subito fatta una premessa: il loro vero nome in turco è Peri Bacaları, che tradotto vuol dire Camini delle Fate. Ma come si è arrivati a questo nome così evocativo? La risposta va ricercata certamente nelle loro curiose forme, ma anche (e soprattutto) in una fiabesca leggenda. Secondo il folklore locale, infatti, si riteneva che queste particolari formazioni rocciose fossero dimore segrete di fate, spiriti o creature invisibili che vivevano proprio in queste zone per sfuggire agli occhi degli umani.

Stando ad altre storie, invece, pare che di notte le fate uscivano dai camini per danzare sotto la luna, o che apparivano solo a chi era “scelto” da loro stesse. Non vi sorprenderà quindi sapere che c’è chi è pronto a giurare di averle addirittura sentite sussurrare tra le valli, o di aver visto luci strane uscire dalle rocce.

Le altre leggende

La Cappadocia non è solo pietra e paesaggio lunare: è piena di leggende che sembrano essere venute fuori direttamente da un libro antico. Tra le più curiose e suggestive c’è quella che narra proprio delle fate che vivevano nei camini, che vede una di queste innamorarsi di un pastore che vagava tra le valli. Peccato che, purtroppo, si trattava di un amore proibito, al punto che quando le altre creature magiche lo scoprirono si ribellarono. Gli dei, furiosi, trasformarono tutte le fate in pietra, ed è per questo che oggi i Camini delle Fate sarebbero delle torri pietrificate custodi di un amore proibito.

Cappadocia in mongolfiera

Fonte: iStock

Visitare i Camini delle Fate in mongolfiera

C’è poi il racconto popolare secondo cui i camini non sono altro che giganti trasformati in roccia a causa di un’antica guerra che questi ultimi combatterono contro gli umani. Anche in questo caso sarebbero intervenuti gli dei che, per fermare la distruzione, decisero di trasformare tutti i giganti in pietra in un colpo solo.

Molto interessante è anche un’altra leggenda che narra che le fate non vivessero nei camini, ma nei venti della Cappadocia. Di notte, scendevano a danzare tra le rocce, lasciando scie di polvere e luce. Le forme strane dei camini sarebbero nate proprio così, ovvero modellate dal tocco delle fate mentre ballavano sotto la luna.

Un fatto storico è invece che, durante le persecuzioni cristiane, molti abitanti scavarono rifugi e chiese proprio nei Camini delle Fate. Ma come spesso accade, alla realtà si mescola anche un po’ di leggenda: pare che ci fossero delle fate a proteggere questi rifugi, nascondendoli agli occhi dei nemici e confondendo gli invasori tra le valli. Si narra, infatti, che chi vi entrava senza rispetto era destinato a perdersi per sempre.

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Cavusin, dove il tempo si ferma e le leggende prendono vita

Nel cuore antico della Cappadocia, là dove le rocce scolpite dal vento si colorano di rosa al tramonto, sorge Cavusin, un villaggio in cui il presente sfuma nel passato, dove ogni pietra, ogni grotta, ogni sentiero racconta una storia.

Abitazioni incastonate nelle morbide formazioni vulcaniche, chiese millenarie scavate nella roccia, silenzi interrotti soltanto dal fruscio del vento: la natura e l’ingegno umano si intrecciano in un abbraccio senza tempo. Qui, la storia bizantina si respira in ogni angolo e l’anima della Cappadocia si svela lenta, tra il profumo della polvere antica e la luce dorata che avvolge il paesaggio.

Si tratta di una meta amata da chi cerca assoluta meraviglia, una porta aperta sulla magia intatta della Turchia più autentica.

Una storia di fede, arte e resilienza

Il villaggio di Cavusin è custode di una memoria viva che affonda le radici al tempo dei Bizantini. Già nel V secolo, era un fervente centro religioso, arricchito da chiese, monasteri e comunità che  vi trovavano rifugio e ispirazione.

La straordinaria architettura scavata nella roccia racconta l’ingegno di uomini che, in un ambiente difficile, seppero creare riparo contro il rigore del clima e le incursioni dei nemici. Le abitazioni, modellate nella pietra tenera, sembrano appartenere a una fiaba, un labirinto di anfratti e passaggi che conserva intatto il suo fascino misterioso.

Durante il Medioevo, Cavusin si ritrovò crocevia di commerci lungo la leggendaria Via della Seta, una posizione che gli portò ricchezza ma anche conflitti e invasioni. Eppure, nonostante le difficoltà, il villaggio ha saputo resistere, e mantenere viva la sua anima fino ai giorni nostri.

Cosa vedere a Çavuşin

Il pittoresco villaggio di Cavusin

Fonte: iStock

Il villaggio nella roccia di Cavusin

Visitare Çavuşin è come sfogliare un antico libro di pietra, in cui ogni pagina rivela un capitolo di bellezza e mistero.

La prima tappa irrinunciabile è la Chiesa di San Giovanni Battista, uno dei luoghi più emozionanti: le pareti dipinte, gli intricati bassorilievi e l’eco delle preghiere antiche trasportano in un’altra dimensione. Qui, il tempo sembra rallentare per cogliere tutta la spiritualità di un’epoca lontana.

Proseguendo, la Chiesa di San Nicola affascina con l’architettura particolare, un dialogo in armonia tra arte bizantina e influssi persiani. Gli affreschi, miracolosamente sopravvissuti ai secoli, narrano storie di santi e leggende dimenticate.

Passeggiare tra le vie di Çavuşin è un’esperienza senza eguali: un labirinto di case scavate nella roccia, passaggi segreti e scorci da un sogno. Ogni scorcio offre una prospettiva inedita, un nuovo dettaglio da scoprire, immersi in un silenzio quasi sacro.

Non lontano dal villaggio si apre la Valle Rossa, dalla bellezza struggente: le formazioni rocciose si tingono di sfumature calde al tramonto, e regalano uno degli spettacoli naturali più emozionanti della Cappadocia.

Le esperienze da non perdere

La Cappadocia è celebre per i cieli punteggiati di mongolfiere, e Cavusin propone uno degli scenari più suggestivi per vivere un’esperienza indimenticabile. Volare sospesi tra le vallate e le rocce scolpite dal tempo, ammirare il sorgere del sole da un punto di vista privilegiato, è qualcosa che rimane nella memoria per sempre.

Dopo un volo o una passeggiata tra le stradine antiche, ci si può concedere una pausa nei ristoranti del villaggio. Qui, tra piatti di spiedini succulenti, dolci baklava e morbide delizie turche, ogni sapore rievoca la storia di una terra generosa e accogliente.

Infine, chi desidera immergersi appieno nello spirito di Cavusin, ha l’occasione di soggiornare in uno degli hotel rupestri: dormire in una stanza scavata nella roccia, avvolti dal silenzio della natura e dalla suggestione di antiche tradizioni, è un qualcosa da provare una volta nella vita.

Cucina e artigianato: i sapori e i colori di Çavuşin

Negozio di souvenir a Causin, Cappadocia

Fonte: iStock

Negozio di souvenir a Causin

La cucina di Çavuşin è una sinfonia di sapori genuini, radicati nella tradizione. Tra i piatti da provare c’è il famoso Testi kebabi, un trionfo di carne e verdure cotto lentamente in un’anfora di terracotta che, al momento di servire, viene spezzata con un gesto rituale, e libera aromi intensi e invitanti.

Non mancano poi specialità come i manti, piccoli gnocchi ripieni di carne e spezie, e il gözleme, una sottile focaccia farcita con formaggi, erbe o carne, perfetta per uno spuntino veloce e saporito. E per concludere, la dolcezza irresistibile del baklava invita a fermarsi ancora un po’.

Ma Cavusin è anche arte e maestria antica. Gli artigiani del villaggio custodiscono saperi millenari nella lavorazione della ceramica e nella tessitura di tappeti: portare a casa una ceramica decorata o un tappeto tessuto a mano diventa un prezioso ricordo di un viaggio che resta nel cuore.

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Tour Istanbul e Cappadocia: itinerario di 7 giorni

Pochi luoghi al mondo riescono a evocare il fascino dell’incontro tra culture e la bellezza di paesaggi da fiaba come la Turchia. Istanbul e la Cappadocia rappresentano due anime di questo straordinario paese: da un lato, la maestosa ex Costantinopoli, sospesa tra Oriente e Occidente, dove minareti e cupole si affacciano su un vivace mosaico di mercati, palazzi e quartieri storici; dall’altro, la Cappadocia, una terra scolpita dal tempo, con sorprendenti formazioni rocciose, città sotterranee e colorate mongolfiere che dipingono il cielo all’alba.
In questo itinerario di sette giorni ti guidiamo alla scoperta delle meraviglie della capitale culturale turca e degli scenari fiabeschi della Cappadocia, unendo cultura, storia e natura in un viaggio indimenticabile.

Giorni 1 e 2: Le meraviglie storiche di Istanbul

Numerosi voli giornalieri diretti collegano le principali città italiane con Istanbul, il cui aeroporto internazionale dista circa 40 minuti dal centro città. In base all’orario di arrivo il consiglio è di sistemarsi nel proprio hotel, lasciare i bagagli, e cominciare a esplorare la città dai monumenti più iconici dell’antica Bisanzio e Costantinopoli, custode di secoli di storia in ogni angolo. Si può allora partire con la visita dalla grandiosa Hagia Sophia, simbolo della potenza bizantina e ottomana. Nata come basilica cristiana nel VI secolo, trasformata in moschea e poi in museo, oggi è un luogo di culto islamico che racchiude oltre 1500 anni di storia. I suoi mosaici dorati convivono con imponenti iscrizioni coraniche, testimoniando il sincretismo culturale che caratterizza Istanbul.

A pochi passi, sorge la magnifica Moschea Blu, celebre per le sue oltre 20.000 piastrelle di ceramica di İznik dai riflessi blu. Con i suoi sei minareti, domina l’orizzonte della città ed è ancora oggi un attivo luogo di preghiera. Proseguiamo verso l’Ippodromo di Costantinopoli, centro nevralgico della vita pubblica bizantina, dove un tempo si svolgevano corse di carri e celebrazioni imperiali, e ancora oggi si possono ammirare l’Obelisco di Teodosio, la Colonna Serpentina e la Fontana Tedesca.

Almeno mezza giornata va riservata al sontuoso Palazzo di Topkapi, residenza dei sultani ottomani per quattro secoli. Attraversiamo i suoi cortili affacciati sul Bosforo, esploriamo la Sala del Tesoro, dove sono custoditi gioielli e reliquie, e ci addentriamo nell’Harem, un mondo segreto di lusso e intrighi.
Per un po’ di shopping la meta ideale è il Grand Bazaar, uno dei mercati coperti più grandi e antichi del mondo, da visitare senza fretta, prendendosi il tempo per scegliere e contrattare con i mercanti. Tra spezie profumate, tappeti artigianali, gioielli d’oro e ceramiche dipinte a mano, l’atmosfera è un tripudio di colori e suoni.
Il consiglio è di concludere ogni giornata con una cena in un ristorante tipico, assaggiando piatti tipici come il balık ekmek (panino con pesce grigliato) o il manti (gnocchetti turchi con yogurt e aglio). Istanbul, con la sua cucina ricca e varia, è un paradiso per i gourmet, e ogni pasto è un’occasione per scoprire nuovi sapori e tradizioni.

Istanbul, Turchia

Fonte: istock

Panorama di Istanbul al tramonto

Giorno 3: Istanbul moderna e multiculturale

Il terzo giorno è dedicato alla scoperta della Istanbul più moderna e multiculturale, un contrasto affascinante rispetto alla città storica esplorata nei giorni precedenti. Si inizia con una passeggiata lungo Istiklal Caddesi, la vivace arteria pedonale del quartiere Beyoğlu, cuore pulsante della vita notturna e culturale della città. Questo viale, lungo circa 1,5 km, è un susseguirsi di negozi alla moda, caffè storici, gallerie d’arte e teatri, dove si respira un’atmosfera europea, frutto dell’influenza occidentale che ha caratterizzato Istanbul a partire dal XIX secolo.

Una sosta obbligata è la Torre di Galata, un’iconica struttura medievale che domina il profilo della città. Salire in cima alla torre regala una vista panoramica mozzafiato su Istanbul, con il Corno d’Oro, il Bosforo e il Mar di Marmara che si stendono ai vostri piedi. Il luogo perfetto per scattare foto indimenticabili e cogliere l’essenza di questa città sospesa tra due continenti.

Nel pomeriggio, attraversiamo il Bosforo per raggiungere Kadıköy, il quartiere più vivace del lato asiatico di Istanbul, pervaso da un’energia bohemien tra mercati alimentari e caffè alternativi dove fermarsi per un tè o un caffè turco. Il modo migliore per concludere la giornata è fare una crociera al tramonto sul Bosforo, che consente di ammirare le sontuose Yalı, le ville ottomane in legno che costeggiano le rive, le moschee e i palazzi storici come il Dolmabahçe e il Ciragan.

Giorno 4: Cappadocia, tra camini delle fate e chiese rupestri

Il quarto giorno si vola in Cappadocia, una regione nel cuore della Turchia che sembra uscita da un libro di fiabe. Il consiglio è di prendere un volo per Kayseri, considerata la principale porta d’accesso alla Cappadocia. In base all’orario di arrivo, dopo un passaggio in hotel per lasciare i bagagli, iniziamo la nostra esplorazione dalla valle di Göreme, un paesaggio lunare modellato dall’erosione e dall’attività vulcanica. Qui, i famosi camini delle fate – alti coni di tufo sormontati da massi di basalto – creano uno scenario surreale, reso ancora più magico dai voli delle mongolfiere all’alba.

Tappa obbligata al Museo all’Aperto di Göreme, un sito UNESCO che ospita decine di chiese rupestri affrescate, testimonianza della vita monastica bizantina. Tra le più suggestive ci sono la Chiesa di Santa Barbara, con affreschi che raffigurano animali fantastici, e la Tokali Kilise, la più grande della valle, con affreschi policromi che raccontano storie bibliche.

Goreme, Turchia

Fonte: istock

Il suggestivo panorama di Goreme, Turchia

Giorno 5: Escursione nelle valli incantate

La giornata inizia con un’escursione nella Valle di Devrent, conosciuta anche come la “Valle dell’Immaginazione”, dove le formazioni rocciose assumono forme bizzarre che stimolano la fantasia: cammelli, delfini, volti umani e molto altro. Poi si raggiunge la Valle di Paşabağ, famosa per i suoi camini delle fate a forma di fungo, alcuni dei quali sono stati scavati e abitati fin dal IV secolo a.C.

Nel pomeriggio, ci si dedica a un’escursione a piedi attraverso la Valle dei Piccioni, un percorso di circa 7 km che offre viste spettacolari sulle formazioni rocciose e sui villaggi scavati nella roccia. La valle deve il suo nome alle migliaia di colombaie scavate nella roccia, utilizzate fin dall’antichità per raccogliere il guano, un fertilizzante naturale.

La giornata si conclude a Uçhisar, un villaggio famoso per la sua imponente fortezza naturale, scavata in una torre di tufo, che regala una vista panoramica spettacolare sulla Cappadocia, particolarmente suggestiva al tramonto.

Giorno 6: Alla scoperta delle città sotterranee e delle valli nascoste

Il sesto giorno è dedicato alla scoperta dei segreti nascosti sotto la superficie della Cappadocia e delle sue incantevoli valli. Si inizia con la visita alla città sotterranea di Kaymaklı, un labirinto di tunnel scavati nella roccia, utilizzati come rifugio dalle popolazioni locali in tempi di pericolo. Un intricato sistema di gallerie, che si estende su otto livelli e comprende abitazioni, stalle, magazzini e chiese.

Si prosegue verso la Valle Rossa, famosa per le sue formazioni rocciose dai toni caldi, che creano un contrasto spettacolare con il cielo azzurro. I sentieri si snodano tra vigneti e piccole cappelle rupestri, offrendo un’esperienza immersiva nella natura e nella storia.
La giornata continua con la Valle dell’Amore, un luogo dall’atmosfera unica, il cui nome deriva dalle suggestive forme delle rocce, che ricordano figure romantiche.

Un’ultima tappa al Monastero di Selime, un complesso rupestre che sembra un castello scolpito nella roccia. Risalente al IX secolo a.C., comprende una cattedrale, cucine, stalle e abitazioni, tutte decorate con antichi affreschi. Dalla cima del monastero si gode una vista straordinaria sulla valle sottostante, un’esperienza che chiude in bellezza la giornata.

Giorno 7: Volo in mongolfiera e trekking nella Valle di Ihlara

L’ultimo giorno in Cappadocia si apre con un’esperienza magica: un volo in mongolfiera all’alba. Sorvolare le valli e i camini delle fate mentre il sole sorge è un’emozione unica, che regala panorami spettacolari e una prospettiva completamente nuova su questa terra incantata. Le mongolfiere, con i loro colori vivaci, sembrano danzare nel cielo, creando uno spettacolo che rimarrà impresso nella memoria per sempre.

Dopo il volo, ci si può dedicare a un’escursione nella Valle di Ihlara, un canyon scavato dal fiume Melendiz, dove si trovano antiche chiese rupestri e villaggi nascosti. Il trekking, di circa 4 ore, inizia dal villaggio di Ihlara e segue il corso del fiume, passando per piccole cappelle scavate nella roccia, come la Chiesa di Agacalti e la Chiesa del Serpente, entrambe decorate con affreschi bizantini risalenti al IX secolo.
Lungo il percorso, si incontra il villaggio di Belisirma, dove il nostro viaggio termina nel modo migliore, con un pranzo tipico in un ristorante locale a base di piatti tradizionali della Cappadocia, prima di dirigerci all’aeroporto di Kayseri per il volo di ritorno a Istanbul e, da qui, proseguire per l’Italia.

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Ankara, Cappadocia, Konya: il tour nel cuore dell’Anatolia Centrale

Per conoscere davvero a fondo la Turchia, bisogna addentrarsi nel cuore dell’Anatolia Centrale, tempestata di gioielli di una bellezza unica. L’itinerario perfetto per non perdersi nessuna delle meraviglie custodite parte dalla città di Ankara, attraversando la Cappadocia per poi giungere a Konya, percorrendo luoghi plasmati da una storia millenaria, ricchi di siti dichiarati patrimonio dell’umanità, rarità architettoniche e paesaggi straordinari.

Scopriamo insieme quali sono le attrazioni imperdibili in questo avvincente e affascinante tour attraverso la regione dell’Anatolia Centrale.

Ankara, dalla doppia anima antica e moderna

Cosmopolita capitale della Turchia, Ankara è una città vivace che deve il suo fascino al felice connubio tra vecchio e nuovo. Il suo centro storico è abbarbicato su una collina rocciosa che si erge a 176 metri sopra l’altopiano anatolico, sulla riva sinistra dell’omonimo fiume.

Famosa per le capre d’Angora dal lungo pelo, dalle quali si ricava la pregiata lana mohair, così come per le sue prestigiose università, Ankara è un prezioso amalgama di edifici contemporanei e antiche moschee di cui si vedono svettare gli alti minareti e le larghe cupole.

Tanti i monumenti straordinari e imperdibili, come lo splendido Museo delle Civiltà Anatoliche, situato nello storico quartiere Atpazarı, e l’Anıtkabir, mausoleo (oltre che museo) di Mustafa Kemal Atatürk, fondatore e primo presidente della Turchia moderna.

Ankara AnıtKabir

Fonte: iStock

Il mausoleo di Anıtkabir ad Ankara

Cappadocia, sorvolando in mongolfiera i camini delle fate

Il nostro tour alla scoperta dell’Anatolia Centrale prosegue per la Cappadocia, una regione turca dal fascino spettacolare. Qui gli occhi spaziano increduli tra i celebri “camini delle fate”, bizzarre piramidi di origine vulcaniche, fatte di tufo, limo o roccia, in cui si rifugiarono antiche popolazioni eremite.

Una zona quasi fiabesca, che sembra uscita dal pennello di qualche artista bislacco, con quel suo paesaggio a dir poco irreale, puntellato di spettacolari canyon, torri, pinnacoli e villaggi rupestri dalle mille tonalità, che vanno dal rosso all’oro, dal verde al grigio.

Imperdibile un tour in mongolfiera nei cieli della Cappadocia, sorvolando la splendida valle di Göreme vero e proprio museo a cielo aperto, consacrato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, o le valli di Zelve e di Soğanlı, dove si nascondono le abitazioni sotterranee di antichi popoli costretti in passato a fuggire ai saccheggi.

Ankara Cappadocia Konya tour Anatolia Centrale

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In mongolfiera sui camini delle fate in Cappadocia

Konya, la città dei dervisci rotanti

L’itinerario (percorso, in parte, anche dai concorrenti dell’edizione 2022 di “Pechino Express”) ci porta in un altro dei paesaggi unici al mondo in cui ci si imbatte nell’Anatolia Centrale, quello della regione dei laghi a ovest di Konya, ancora sconosciuta al turismo di massa, rispetto alla più famosa Cappadocia. Prima però, vale la pena visitare questa città dal fascino mistico, che rappresenta il più importante centro dell’arte medievale turca e ospita palazzi ed edifici religiosi dalle interessanti particolarità architettoniche e decorative.

Tra le sue attrazioni più imperdibili c’è lo splendido Mausoleo di Mevlana, luogo in cui sono conservate le spoglie di Gialal al-Din Rumi, capo dell’ordine dei dervisci rotanti. Da Konya potete quindi raggiungere il Lago di Eğirdir, nei pressi della città di Isparta, via di accesso al sentiero di San Paolo che si snoda su un percorso spettacolare di oltre 500 km, tra la costa mediterranea e l’Anatolia Centrale, incrociando fiumi di montagna e passi scoscesi a 3000 metri di altezza, tra rocce calcaree, gole e alture incastonate tra verdeggianti foreste di pini e cedri.

Konya Mevlana

Fonte: iStock

Il Mausoleo di Mevlana a Konya

Cosa mangiare nell’Anatolia Centrale

Quando pensate alla cucina turca probabilmente il primo piatto che vi viene in mente è il kebab… Ma non esiste solo quello!

Nella regione della Cappadocia potreste gustare una varietà di prelibatezze locali. Tra i piatti tipici della zona ci sono il testi kebabı (carne cucinata su una piastra di pietra), il mantı (ravioli turchi), il çöp şiş (spiedini di carne), il kuzu tandır (agnello arrosto lentamente), il sarma (involtini di verdure con riso e carne), il dolma (verdure ripiene), il gözleme (pancake ripieno) e il pilav (riso).

Per i dolci, non perdete il baklava, il künefe (dolce a base di formaggio), e il lokma (piccole palline fritte ricoperte di sciroppo).

Un’altra esperienza da fare assolutamente in Cappadocia è quella di sorseggiare il caldo e confortevole tè turco ammirando il tramonto. Il tè turco è preparato seguendo un rito tradizionale. Le foglie di tè vengono bollite in un Caydanlik, il bollitore turco, e servite in piccoli bicchieri a forma di tulipano, simbolo nazionale. Versato da un’altezza specifica, per ossigenarlo, si gusta bollente e può essere addolcito con zollette di zucchero.

Quando andare in Anatolia Centrale

Se vi state domandando quale sia il periodo migliore per visitare l’Anatolia Centrale, la risposta è che l’ideale è partire per questa regione durante la primavera (aprile-maggio) e l’autunno (settembre-ottobre). Durante questi mesi, infatti, le temperature sono piacevoli e moderate, rendendo ideali le condizioni per esplorare la regione e godersi le sue attrazioni senza il caldo eccessivo dell’estate o il freddo intenso dell’inverno. In primavera, è possibile ammirare i campi fioriti e godere di una natura rigogliosa in Anatolia Centrale, mentre in autunno si può assistere alla splendida trasformazione dei colori autunnali che rende ancora più magica la Cappadocia.

Come raggiungere l’Anatolia Centrale dall’Italia

Per raggiungere l’Anatolia Centrale partendo dall’Italia, si possono considerare diverse opzioni in base alle proprie preferenze e al budget a disposizione. Ecco alcuni modi comuni per viaggiare in Anatolia Centrale con partenza dall’Italia:

  1. Volo diretto: la soluzione più rapida e comoda è prendere un volo diretto per uno degli aeroporti principali vicino all’Anatolia Centrale, come l’Aeroporto di Ankara Esenboğa o l’Aeroporto di Nevşehir-Cappadocia. Si possono cercare voli diretti da aeroporti italiani come l’Aeroporto di Roma-Fiumicino, l’Aeroporto di Milano-Malpensa o l’Aeroporto di Venezia-Marco Polo.
  2. Volo con scalo: se non si trovano dei voli diretti, è sempre possibile considerare un volo con scalo in una città europea o in un aeroporto turco come l’Aeroporto di Istanbul. Da lì, si può poi prendere un volo interno per l’Anatolia Centrale.
  3. Treno e autobus: un’opzione più economica potrebbe essere quella di prendere un treno o un autobus per raggiungere una città come Istanbul e poi continuare il viaggio verso l’Anatolia Centrale con un treno o un autobus locale.
  4. Guidare: se vi piacciono i viaggi on the road, potreste considerare di noleggiare un’auto e guidare verso l’Anatolia Centrale attraverso i Balcani e la Turchia. Tenete sempre presente, tuttavia, che potrebbero essere necessarie diverse tappe e che potreste dover attraversare più frontiere prima di arrivare a destinazione.
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Sentiero di San Tommaso, il nuovo percorso escursionistico in Abruzzo

Immergersi nella natura, respirare l’aria fresca dei boschi e scoprire tesori nascosti del passato: queste sono le promesse del Sentiero di San Tommaso, inaugurato ufficialmente domenica 4 agosto 2024, alle ore 9.00 a Cappadocia, in provincia dell’Aquila, con una breve presentazione e una benedizione del sentiero da parte del parroco Don Renato, davanti alla sede della Pro Loco di Cappadocia.

Alle ore 9:30, la prima escursione insieme alla Pro Loco, aperta a tutti, alla presenza di autorità locali e membri delle associazioni coinvolte, con rientro davanti alla sede della Pro Loco alle ore 13.00.

Si tratta di un suggestivo percorso escursionistico che rappresenta il frutto di un lavoro congiunto tra la Pro Loco di Cappadocia e il Gruppo CAI Tagliacozzo, iniziato a febbraio 2024 con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio naturale del territorio.

Un viaggio tra natura e storia

Il sentiero, che parte dalla piazza principale di Cappadocia, si snoda attraverso rigogliosi boschi e la parte vecchia del paese, per un totale di circa 4,5 chilometri, e richiede circa 3 ore di camminata. È classificato come “E” (itinerario escursionistico privo di difficoltà tecniche) secondo la scala del CAI, rendendolo accessibile a tutti, dai più grandi ai più piccoli, purché muniti di abbigliamento e scarpe adeguate al trekking. Si consiglia di portare con sé anche una borraccia di acqua.

Lungo il tragitto, gli escursionisti potranno ammirare i resti del Monastero di San Tommaso, costruito sopra le sorgenti del Liri a metà del IX secolo, e la Grotta di Mallatate, una spettacolare grotta carsica profonda circa 50 metri. Tali punti di interesse, immersi in un contesto naturale straordinario, offrono una perfetta combinazione di storia e natura, rendendo il cammino una bellissima esperienza.

Il Sentiero di San Tommaso non è solo un percorso escursionistico, ma anche un’occasione per promuovere la consapevolezza ambientale e la conservazione del patrimonio naturale e storico della zona. Gli organizzatori hanno lavorato per garantire che il sentiero sia accessibile a tutti, con segnaletica chiara e punti di sosta attrezzati lungo il percorso.

Per chi desidera aderire, Cappadocia è facilmente raggiungibile in auto e offre parcheggi vicini alla piazza principale. Si consiglia di portare con sé acqua, snack e una macchina fotografica per catturare i momenti più belli della giornata.

Le parole di soddisfazione

Il Sentiero di San Tommaso rappresenta un’opportunità per scoprire o riscoprire il nostro territorio attraverso un percorso che combina la bellezza naturale con la storia locale. Siamo entusiasti di inaugurare questo sentiero, frutto di mesi di lavoro intenso e di una straordinaria collaborazione con il Gruppo CAI Tagliacozzo. Invitiamo tutti a partecipare a questa prima escursione per condividere con noi la magia di questi luoghi e la soddisfazione di vedere realizzato un importante progetto. Questo sentiero non è solo un cammino nella natura, ma anche un viaggio nel tempo, tra le antiche vie e i siti storici che rendono Cappadocia un luogo speciale”, ha dichiarato Patrizia D’Innocenzo, Presidente della Pro Loco di Cappadocia.

” La collaborazione tra associazioni locali ha portato alla valorizzazione del nostro patrimonio naturale e storico. Abbiamo lavorato con impegno per tracciare e segnalare questo percorso, rendendolo accessibile a tutti e assicurando che i visitatori possano godere di un’esperienza sicura e gratificante. Siamo orgogliosi di aver contribuito a creare un sentiero che non solo offre splendidi paesaggi e punti di interesse, ma che promuove anche un sano stile di vita all’aria aperta. Speriamo che molte persone vengano a esplorare il Sentiero di San Tommaso e a scoprire le bellezze che ha da offrire”, ha affermato Massimiliano Orsini, Referente del Gruppo CAI Tagliacozzo.

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Niente taxi: prenota la tua prossima corsa in mongolfiera

Esiste un luogo, di incredibile bellezza, dove le storie e le leggende si raccontano attraverso un patrimonio paesaggistico unico al mondo. Un posto dove la realtà supera l’immaginazione e la magia prende vita a ogni passo compiuto. Questo luogo si chiama Cappadocia.

Ci troviamo nella regione centrale dell’Anatolia, quella conosciuta per i camini delle fate, per le formazioni rocciose evocative che caratterizzano in maniera unica la Valle dei Monaci, per le case dell’età del Bronzo e per le chiese scavate nelle rocce. In un territorio dove ogni giorno si innalzano verso il cielo tantissime mongolfiere colorate per permettere ai viaggiatori di tutto il mondo di vivere un’esperienza incantata.

Ed è proprio qui che vogliamo portarvi oggi, per farvi scoprire le meraviglie di questo luogo in maniera unica e straordinaria. Durante l’autunno, e a partire da ora, potrete infatti prenotare la vostra corsa per scoprire la Cappadocia. Non in taxi e neanche in bus, ma a bordo di una mongolfiera. Pronti a spiccare il volo?

Scoprire la Cappadocia a bordo di una mongolfiera

In Cappadocia le mongolfiere prendono il posto dei taxi: è questa l’iniziativa di Uber – azienda di servizio di trasporto automobilistico privato – che ha lanciato sulla sua app una nuova e incredibile esperienza. Attraverso il proprio smartphone, infatti, sarà possibile prenotare una corsa in aeromobile per scoprire un territorio magico che da anni incanta lo sguardo e riscalda il cuore di chiunque arrivi qui.

Questo viaggio straordinario, che attraverserà il cielo della regione turca, consentirà agli avventurieri di scoprire il Parco Nazionale di Göreme, un sito Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco dal 1985 celebre per i magici camini delle fate, per le architetture naturali in pietra e per quelle visioni mozzafiato. A bordo della propria mongolfiera, durante il volo, sarà possibile scrutare ogni dettaglio di uno dei paesaggi più suggestivi del mondo.

Prenotare la corsa è già possibile: Uber Balloon, questo il nome del servizio, è stato lanciato proprio a ridosso della “stagione delle mongolfiere”. Tra ottobre e novembre, infatti, milioni di persone provenienti da ogni parte del mondo raggiungono la Cappadocia per ammirare, contemplare e fotografare il cielo puntellato da centinaia di aeromobili colorati che tingono di meraviglia l’intero paesaggio.

Come prenotare la corsa in mongolfiera

Se avete in mente di organizzare un viaggio in Cappadocia, e volete vivere e condividere un’esperienza uguale a nessun’altra, allora non potete perdere l’occasione di scoprire alcuni degli hotspot più scenici di tutto il territorio, meglio ancora se a bordo di una mongolfiera.

Prenotando una corsa dall’applicazione per smartphone avrete accesso a un volo di un’ora e mezza con partenza da Göreme all’alba. A bordo della mongolfiera raggiungerete un’altezza di 1000 metri e potrete sorvolare alcuni dei luoghi più iconici e fotografati di tutta la Cappadocia.

Prenotare la corsa in mongolfiera è semplicissimo. Una volta scaricata l’app dovrete selezionare la categoria “Voli in mongolfiera in Cappadocia”, prenotare il servizio Uber Balloon e scegliere la data di partenza. Tutte le corse partono alle ore 6.00 del mattino, e devono essere prenotate con almeno 12 ore di anticipo. Il costo dell’esperienza, che resterà disponibile dal 23 ottobre e fino al 19 novembre, è di 150 euro.

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Campania come la Cappadocia: il festival delle mongolfiere Paestum

Ci sono esperienze da sogno, che restano impresse nel cuore e nella mente per tutta la vita: fare un giro in mongolfiera è una di quelle. La sensazione di volare, di libertà, di poter raggiungere il cielo e quasi di sfiorarlo con un dito, è unica.

Ma non serve partire per la Cappadocia, quell’area interna della Turchia nota per lo spettacolo delle mongolfiere che si liberano nel cielo, per vivere momenti incancellabili infatti basta andare in Campania e, più precisamente, a Paestum dove per nove giorni si tiene il festival delle mongolfiere.

Si tratta della 13esima edizione del Raduno internazionale delle Mongolfiere, che propone un programma ricco e articolato per coinvolgere grandi e piccini. E per regalare momenti indimenticabili.

Il Raduno internazionale delle Mongolfiere in una location da sogno

Paestum è un luogo da sogno, in cui il passato è ancora tangibile in tutta la sua bellezza. Qui si terrà il Raduno internazionale delle Mongolfiere, un festival giunto alla sua 13esima edizione che permetterà a grandi e piccini di vivere l’ebrezza del volo. Le mongolfiere sono mezzi affascinanti, avventurosi e che sembrano permetterci di poter vivere la sensazione di volare da soli e liberi nel cielo. Il mondo diventa quasi a portata di mano, mentre ci si immerge nell’aria.

Sensazioni che si possono provare dal 30 settembre all’8 ottobre proprio nella città campana, dove andrà in scena il festival organizzato dall’associazione Vivere Paestum. Il programma è fitto e prevede la possibilità di partecipare al volo libero o a quello vincolato.

Qual è la differenza tra i due? Il volo libero prevede che le mongolfiere partano dall’area archeologica di Paestum per librarsi nel cielo (secondo quanto spiegato sul sito internet ufficiale dell’evento può variare dai 40 minuti all’ora) e atterrare in un’altra zona. Il volo vincolato, invece, prevede che i partecipanti salgano su mongolfiere ancorate al terreno che si alzano fino a 20 – 25 metri da terra.

Due esperienze diverse, ma comunque emozionanti e che restituiscono la sensazione di poter conquistare il cielo.

Il biglietto d’ingresso per entrare nell’area Villaggio ammonta a 5 euro a partire dai 12 anni, il costo dei voli è spiegato sul sito della manifestazione. Oltre alla possibilità di salire sulle mongolfiere, vi sono in programma anche altre attività come la presenza di artisti di strada, un parco giochi, l’esposizione di prodotti locali e laboratori didattici.

Paestum, cosa vedere nella frazione campana

Paestum è un luogo dal fascino secolare, un posto in cui ammirare il passato in tutta la sua straordinaria bellezza. Frazione del comune Capaccio Paestum, si trova a 30 chilometri a sud di Salerno. Nel passato era una città della Magna Grecia e oggi è un luogo molto amato, che si trova in una delle zone più belle d’Italia.

Tra le cose da visitare c’è senza dubbio il parco archeologico, con i suoi templi, l’anfiteatro e il foro e la possibilità di vedere con i propri occhi il passato e colmarli di meraviglia.

Da non dimenticare le spiagge, ampi lembi di sabbia che si incontrano con il mare e le sue tante sfumature di blu e la torre saracena che si trova in località Torre Licinella.

E poi assaggiare le tante eccellenze enogastronomiche che regala la tradizione culinaria di questi luoghi, per fare un pieno di bontà oltre che di bellezza.