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Il borgo medievale della Svevia: cosa vedere a Tubinga

Passeggiare tra i borghi della Germania è come sfogliare un libro delle fiabe e le pagine di Tubinga sono sicuramente tra le più belle. Questa deliziosa cittadina tedesca merita assolutamente una visita, con le sue case colorate a graticcio perfettamente conservate perché sopravvissute alle bombe della Seconda Guerra Mondiale, le strade acciottolate e il fiume che l’attraversa. Situata in Svevia, a 44 chilometri a sud di Stoccarda, alla confluenza dei fiumi Neckar e Ammer, Tubinga è non solo un borgo medievale dal fascino senza tempo, ma anche una vivace città universitaria, sede di una delle più antiche università del paese.

Già a partire dagli anni ’90, inoltre, Tubinga ha fatto parlare di sé dimostrando il suo impegno nell’ambito della sostenibilità: attraverso tutta una serie di iniziative mirate, dal recupero dell’acqua piovana alla promozione di quartieri senza automobili, ha saputo raggiungere il primato come una delle città tedesche con la più alta qualità della vita. Scopriamo insieme cosa vedere a Tubinga, il borgo medievale più bello della Svevia.

Cosa fare e vedere a Tubinga

Una giornata a Tubinga trascorre tra momenti di relax lungo le sponde del fiume e avventure indietro nel tempo alla scoperta delle sue attrazioni più belle. Ecco cosa fare e vedere in questa splendida città della Germania.

Il castello Hohentubingen

Il vostro itinerario alla scoperta di Tubinga non può che partire dal castello Hohentubingen, costruito in stile rinascimentale su un edificio esistente e caratterizzato da quattro ali con torri circolari. Questa disposizione fu voluta dal conte Ulrich che, durante la progettazione del castello, fece levigare la pietra della fortezza. Arrivarci è di per sé un’esperienza perché per raggiungerlo, partendo dal centro storico, dovrete passare attraverso una bellissima porta fortificata del XVI.

Una volta arrivati, fermatevi per un attimo all’entrata e ammirate il portale rinascimentale del castello inferiore, ideato nel 1606 dall’architetto locale Heinrich Schickartd e realizzato dal tagliapietre Christoph Yelin. Costruito nello stile di un arco di trionfo romano, al centro è decorato con lo stemma ducale, circondato dalla collana dell’ordine francese di San Michele. Il castello non offre solo una vista meravigliosa sulla valle del Neckar, ma custodisce anche diversi musei come il Museo delle Culture Antiche e quello dedicato agli oltre 4 mila reperti dei dipartimenti di preistoria e protostoria, archeologia classica, egittologia ed etnologia.

Castello Tubinga

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Il castello Hohentubingen

La collegiata di San Giorgio

La prossima tappa del vostro itinerario sarà la collegiata di San Giorgio, divenuta tale nel 1476 quando il conte Eberhard Im Barte decise di trasferire a Tubinga il convento dei Canonici regolari trasformando la chiesa tardogotica in collegiata. Oggi viene considerato come uno degli edifici simbolo della città, utilizzato nel 1550 come sepolcro per la famiglia del conte Ulrich: al suo interno vi sono 14 monumenti sepolcrali dei duchi Wurttemberg e dei loro familiari deceduti fino al 1593. Di particolare pregio artistico il polittico dell’artista di Nordlingen e discepolo di Albercht Durer, Hans Leonhard Schaufelein. L’arredamento più prezioso di tutto l’edificio religioso restano le vetrate di Peter Hemmel di Andlau, realizzate tra il 1476 e il 1480. Infine, dalla torre campanaria si gode di una bellissima vista sulla città.

La piazza centrale di Tubinga

Ora è arrivato il momento di rilassarvi nella Markplatz, la piazza centrale circondata da case antiche in pietra, dal municipio con la sua facciata affrescata e sede del vivace mercato all’aperto. Menzionata nei documenti già dal 1302, vanta una fontana con il Nettuno progettata nel 1617 su modello di quella di Bologna, ricostruita in bronzo dopo la seconda guerra mondiale: le figure femminili della scultura rappresentano le quattro stagioni, nei tubi dell’acqua si intuiscono i quattro volti dei cittadini di Tubinga che hanno contribuito a ricostruire la fontana.

Sulla piazza si trova anche il Municipio, l’edificio più antico inizialmente costruito su due piani, ai quali ne fu aggiunto un terzo nel 1508. In questa fase è stato realizzato anche il bellissimo orologio astronomico (il cui quadrante originale risalente al 1511 con i segni zodiacali è esposto al museo) grazie a un’idea di Johannes Stoffer, il primo docente di matematica e astronomia di Tubinga a riprova di quanto il contesto universitario sia stato e continua a essere fondamentale per questa città.

La torre di Holderlin

Il vero simbolo di Tubinga è la torre di Holderlin, costruita nel tardo XVIII secolo sullo zoccolo di una torre fortificata. Prende il nome dal poeta Friedrich Holderlin che dal 1807 al 1843 abitava nella stanza della torre al primo piano: colpito da una malattia mentale, fu accolto nella torre dalla famiglia del falegname Ernst Zimmer. L’edificio della torre di Holderlin riappare oggi come una ricostruzione storica munita di tetto appuntito e ospita un museo, oltre che una delle viste più belle sul fiume.

Tubinga case tipiche

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Case tipiche nel centro storico di Tubinga

Come arrivare a Tubinga

Il modo ideale per arrivare a Tubinga è atterrando all’aeroporto di Stoccarda, dalla quale dista 44 chilometri. Da qui vi basterà o noleggiare un’auto, oppure usufruire dei mezzi pubblici: i più convenienti in termini di costo e velocità sono quelli della linea Flixbus.

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Sempre più giovani amano andar per borghi. Lo studio

Per decenni i giovani sono fuggiti dai borghi in cerca di fortuna nelle grandi città (o all’estero), poi li hanno riscoperti e, grazie a connessioni Internet veloci e all’arrivo, anche nei luoghi più sperduti, di tecnologie all’avanguardia, alcuni sono andati (o tornati) a viverci. Il fascino dei borghi, comunque, sta attirando, anche solo per una visita, sempre più giovani, tanto che nei prossimi anni a proposito di borghi si potrebbe parlare di luoghi “per giovani” o non di luoghi “per vecchi”…

La GenZ innamorata dei borghi

Secondo quanto indicato dal Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano 2024 curato da Roberta Garibaldi, grande esperta di turismo in Italia, a guidare il rilancio dei borghi e delle località italiane dell’entroterra in chiave di capacità attrattiva sono proprio i giovani, gli under 35 e, in particolare, gli esponenti della GenZ che non vedono l’ora di organizzare un viaggio alla scoperta delle migliaia di paesini presenti sul nostro territorio.

In particolare, più del 95% degli interpellati, in età compresa tra i 18 e i 35 anni, si dice intenzionato a intraprendere un tour dei borghi italiani, ed è la massima percentuale espressa nelle differenti fasce d’età; tra gli over 65, per esempio, la quota scende al di sotto del 90%. Alla voglia di organizzare il viaggio si accompagna un’alta percentuale di concretizzazione, dato che quasi il 60% ha effettivamente visitato uno o più borghi nell’ultimo anno.

“Il forte interesse verso la scoperta dei borghi italiani, specialmente tra i giovanissimi è un segnale importante poiché evidenzia l’esistenza di un mercato ad alto potenziale che può essere raggiunto lavorando in sinergia e capitalizzando le progettualità finanziate attraverso il PNRR”, afferma Roberta Garibaldi. “Valorizzare queste realtà può contribuire a ridurre la pressione nelle tradizionali destinazioni del Belpaese e favorire la diffusione di un turismo più sostenibile. Basti pensare che il 48% degli arrivi stranieri si concentra in sei province: Venezia, Roma, Bolzano, Milano, Firenze e Verona; tra gli italiani siamo al 26% con alcune differenze nelle province, ma è comunque un dato significativo e sottolinea la necessità di stimolare connessioni tra territori ad alto e minore afflusso, tra aree urbane e rurali”.

Quali sono i borghi più visitati

Come prevedibile, secoindo la ricerca, è la Toscana a guidare la classifica delle regioni più visitate alla scoperta dei borghi minori e delle aree interne, e lo è in particolare tra i giovanissimi (18-24 anni) perché il 27% di coloro che appartengono a questa fascia d’età ha citato espressamente la zona di Montalcino, Fiesole, Volterra, Borgo Sansepolcro e centinaia di altre località ricche di patrimoni artistici e naturalmente enogastronomici, come destinazione visitata negli ultimi dodici mesi.

Si registra l’ottimo risultato dell’Umbria, che occupa la seconda posizione, e della Puglia che esercita un particolare richiamo tra gli intervistati del Mezzogiorno. A seguire compare al quarto posto la Calabria e al quinto i borghi del Lazio, verso i quali, però, si riscontra una totale assenza di interesse da parte dei giovani, una regione dove invece non mancano Comuni di fama mondiale come quelli della Tuscia, dei Castelli romani, della Ciociaria e i borghi reatini, compensata dalla percentuale più alta di over 55.

Perché i giovani amano i borghi

Secondo quanto emerso dal report, i borghi offrono una risposta alla loro curiosità e alla loro voglia di approfondire la conoscenza del luogo. La risposta più gettonata degli under 25 è “per conoscere la storia e la cultura del posto” e, a seguire, per l’unicità dell’esperienza. Il freno è dato, invece, dalla scomodità nel raggiungimento dei borghi e questo vale soprattutto per coloro che hanno un’età compresa tra 35 e 44 anni, quasi certamente perché a questa fascia appartengono i genitori con bambini. L’offerta turistica dei piccoli borghi risulta particolarmente convincente in ambito enogastronomico perché la qualità dei ristoranti (60,5% delle risposte) e la disponibilità di esercizi di ristorazione nei territori (53,7%) sono risultate le voci più importanti in termini di valutazione. Meno convincente, in particolare tra i giovanissimi, è risultata la qualità delle strutture ricettive, a conferma del fatto che hotel e altre strutture per il soggiorno e il pernottamento non sempre soddisfano le aspettative. E va sottolineato il fatto che tra gli under 35 sono tenuti in considerazione, maggiormente rispetto alle altre fasce d’età, aspetti quali la viabilità ciclopedonale, gli info point e il sistema di mezzi pubblici, a conferma di un modo di interpretare la vacanza ben diverso da quello delle generazioni precedenti, fondato prevalentemente sull’automobile come mezzo di trasporto. Di conseguenza, per conquistare le future generazioni, i territori più interni dovranno investire in infrastrutture e in servizi dedicati a chi si sposta in maniera alternativa.

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Cosa fare a Porto Vecchio, borgo marinaro della Corsica

Porto Vecchio è un affascinante borgo marinaro situato nella parte meridionale della Corsica, una meta che incanta i visitatori grazie alle sue spiagge da sogno, il suo pittoresco centro storico ed una varietà di attività per tutti i gusti. Qui di seguito ecco quali sono le principali attrazioni e le migliori esperienze da vivere a Porto Vecchio, con consigli utili per organizzare al meglio la prossima vacanza sull’isola di Corsica.

Porto Vecchio ed il suo centro storico

Il centro storico di Porto Vecchio è un gioiello ricco di storia e fascino sull’isola di Corsica. Passeggiando per le sue strette vie acciottolate, si può fare un vero e proprio salto nel passato di questo vecchio borgo marinaro, grazie alle sue antiche mura genovesi, le porte storiche ed una serie di edifici risalenti al diciottesimo secolo. Una delle principali attrazioni del borgo di Porto Vecchio è la Chiesa di San Giovanni Battista, che si trova nella piazza principale, con il suo campanile imponente e gli interni accuratamente affrescati, in grado di raccontare storie antiche.

La cittadella di Porto Vecchio è anche in grado di offrire una vista panoramica mozzafiato sul porto e sulla costa circostante. Da qui è possibile esplorare i bastioni ed immergersi nella storia della città, per vivere un’esperienza imperdibile. Ogni mercoledì mattina, ad esempio, il centro storico si anima con un vivace mercato dove poter acquistare diversi prodotti locali, di artigianato e specialità gastronomiche corsicane. Rappresenta il luogo ideale per assaporare i sapori autentici dell’isola e portare con sé qualche ricordo speciale dall’isola.

Per i visitatori del borgo di Porto Vecchio, fermarsi in uno dei numerosi caffè e ristoranti del centro storico è d’obbligo. Qui è possibile gustare la cucina locale, con piatti a base di pesce fresco, formaggi corsi e, naturalmente, un buon bicchiere di vino locale. L’atmosfera rilassata e accogliente dei ristoranti locali rende ogni pasto un momento speciale ed indimenticabile.

Godersi le spiagge di Porto Vecchio

Porto Vecchio è famosa per le sue spiagge paradisiache, fra le più belle della Corsica, formate da sabbia bianca in contrasto con acque cristalline mozzafiato. Queste spiagge offrono numerose opportunità per chi è alla ricerca di relax ed attività acquatiche. Tra le più rinomate, si trova sicuramente la spiaggia di Palombaggia, considerata una delle spiagge più belle dell’intero Mar Mediterraneo. La sua sabbia bianca e finissima e le acque turchesi la rendono il luogo ideale per prendere il sole e fare il bagno.

A pochi chilometri a sud di Porto Vecchio si trova Santa Giulia, una baia incantevole con acque poco profonde, che la rende il luogo ideale per le famiglie in viaggio con bambini. Qui a Santa Giulia è possibile praticare diversi sport acquatici come il paddle surf e lo snorkeling. C’è anche la spiaggia di Rondinara, con la sua forma a mezzaluna, che offre un ambiente naturale incontaminato e molto tranquillo, ideale per chi cerca un po’ di pace lontano dalla folla, soprattutto in alta stagione.

Vista della spiaggia di Palombaggia, in Corsica, a breve distanza da Porto Vecchio

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Spiaggia di Palombaggia, Porto Vecchio

Escursioni ed attività all’aperto a Porto Vecchio

Oltre alle splendide spiagge, Porto Vecchio offre una vasta gamma di attività all’aria aperta, per tutti quei visitatori amanti della natura e dell’avventura. Infatti, a circa 30 minuti di auto da Porto Vecchio si trova la Foresta di Ospedale, un luogo ideale per escursioni e trekking. I sentieri, ben segnalati, conducono i camminatori attraverso paesaggi montuosi, cascate e laghi, offrendo viste spettacolari sulla valle sottostante, alla scoperta dei tanti scorci unici dell’isola di Corsica.

Un’altra attrazione naturale da non perdere è la Cascata di Piscia di Gallu. Questa impressionante e maestosa cascata è alta 60 metri e si trova a breve distanza da Porto Vecchio, il che la rende facilmente raggiungibile attraverso un sentiero escursionistico che attraversa la foresta mediterranea. L’escursione è di media difficoltà, ma la vista della cascata che si tuffa nel bacino sottostante ripaga ogni sforzo fatto per raggiungerla.

Sport acquatici ed attività avventurose nel borgo marinaro

Per gli amanti degli sport acquatici, Porto Vecchio è la destinazione ideale. Le acque cristalline di questa della Corsica zona offrono l’opportunità di praticare una vasta gamma di attività all’aperto, tra cui immersioni subacquee, vela, windsurf e kayak. I centri di noleggio attrezzature e le scuole di sport acquatici sono facilmente accessibili e propongono escursioni e lezioni per tutti i livelli di esperienza.

Per chi preferisce l’avventura e le attività su terra, invece, è possibile fare escursioni ed esplorare i dintorni del borgo di Porto Vecchio in mountain bike o a cavallo. I numerosi sentieri che attraversano la macchia mediterranea e le colline circostanti offrono un’esperienza unica ed indimenticabile, a contatto diretto con la natura selvaggia della Corsica.

Veduta aerea della baia di Santa Giulia e delle sue acque cristalline in Corsica

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Veduta aerea della baia di Santa Giulia, in Corsica

Eventi e vita notturna di Porto Vecchio

Il borgo marinaro di Porto Vecchio è anche un luogo vivace ed animato, soprattutto durante i mesi estivi e di alta stagione. La città ospita numerosi eventi culturali e musicali che attirano visitatori da tutta l’isola e non solo. Tra gli eventi più importanti ci sono le celebrazioni della Festa della Musica nel mese di giugno, che porta a concerti e spettacoli all’aperto, ed il Festival di Porto Vecchio, nel mese di agosto e che include una serie di performance artistiche, concerti e diverse manifestazioni culturali.

La vita notturna a Porto Vecchio è altrettanto vivace, con una vasta scelta di bar, club e locali dove divertirsi fino a tarda notte e che rendono la cittadina una meta ideale anche per i visitatori alla ricerca di divertimento sull’isola.

Per chi ama lo shopping, infine, a Porto Vecchio si può trovare una varietà di negozi e boutique dove trovare prodotti artigianali locali, abbigliamento alla moda e souvenir unici. I mercati locali sono un ottimo luogo per acquistare prodotti tipici come oli essenziali, miele, marmellate e salumi corsi e dove poter acquistare eventuali souvenirs nelle botteghe artigiane del centro storico, che vendono oggetti fatti a mano, ceramiche e gioielli.

Porto Vecchio è una destinazione completa per qualsiasi tipo di viaggiatore. È la destinazione adatta per coloro che sono alla ricerca di relax su spiagge incontaminate, avventure all’aria aperta, esplorazioni culturali o deliziare le specialità gastronomiche dell’isola. Questo borgo marinaro nel sud della Corsica saprà sicuramente conquistare i propri visitatori. Organizzare una vacanza a Porto Vecchio significa immergersi in un mondo di bellezze naturali, storia affascinante ed un’accoglienza calorosa che farà sentire come a casa chiunque la visiti.

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Le terme più belle della Basilicata

La Basilicata è una regione ricca di storia e di bellezze naturali. Si tratta di una meta ideale per chi desidera rilassarsi e rigenerarsi immerso fra i diversi e affascinanti paesaggi, le città ricche di storia ed i numerosi borghi, meta turistica di molti turisti proveniente da tutto il mondo.

A tutto questo vanno aggiunte anche altre destinazioni che possono sicuramente rigenerare i visitatori di questa fantastica regione: le sue preziose sorgenti termali. Questo territorio, infatti, offre centri termali rinomati a livello nazionale per la purezza delle loro acque e l’efficacia curativa dei trattamenti proposti all’interno. Sono centri termali immersi in paesaggi unici e lontani dal caos delle grandi città. Questi centri termali della Basilicata rappresentano un’oasi di benessere e tranquillità. Ecco quali sono i centri termali più conosciuti della Basilicata e dove si trovano!

Terme lucane di Latronico

Le terme lucane di Latronico, situate nella provincia di Potenza, sono un vero e proprio gioiello immerso nel Parco Nazionale del Pollino, il più grande parco naturale d’Italia. Queste terme sono conosciute fin dall’epoca preistorica, quando venivano utilizzati per svolgere rituali sacri dagli abitanti della zona, con obiettivi legati al culto delle acque salutari. Oggi, le terme di Latronico offrono un’esperienza di benessere completa ai propri visitatori grazie alle loro acque termali che sgorgano ad una temperatura di circa 22°C e da tre diverse sorgenti: la Piccola, con acque sulfuree, e la Grande e la Media, con acque bicarbonato-calciche.

Queste acque, grazie alle loro proprietà, sono molto indicate per il trattamento di varie patologie, tra cui quelle dell’apparato respiratorio, uditivo, reumatiche e dermatologiche. Lo stabilimento termale di Latronico offre numerosi servizi, tra cui la balneoterapia, la fangoterapia, le inalazioni aerosol, il linfodrenaggio, i massaggi terapeutici e la magnetoterapia. Inoltre, sono presenti una palestra, un centro estetico e un bar, per garantire un’esperienza di relax e benessere completa.

La posizione privilegiata di queste terme lucane permette di unire il soggiorno termale all’esplorazione delle bellezze naturali e culturali della zona. Tra le mete da non perdere ci sono le bellissime coste di Maratea, il suggestivo lago di Senise e le cime del Monte Sirino, dove è anche possibile anche sciare durante la stagione invernale. Questo rende la zona la destinazione ideale per chi è alla ricerca di una vacanza all’insegna del benessere e dell’avventura.

Terme di Rapolla

Le terme di Rapolla, che sono conosciute anche come Terme Ala, si trovano nella parte nord della Basilicata, vicino al confine con la Puglia e nel suggestivo borgo medievale di Rapolla, in provincia di Potenza. Questo stabilimento termale, nato alla fine del diciannovesimo secolo, è molto famoso per la professionalità dei suoi trattamenti e per gli ambienti suggestivi in cui si trovano.

Le acque delle terme di Rapolla sgorgano da due sorgenti e sono classificate come acque salso-solfato-bicarbonato-alcaline. Proprio per questo motivo, queste acque sono particolarmente indicate per il trattamento di reumatismi, problemi articolari, malattie dell’apparato respiratorio, malattie dismetaboliche e del sistema nervoso periferico, manifestazioni nevralgiche e malattie cutanee croniche. I trattamenti offerti dalla struttura includono balneoterapia, fangoterapia, massaggi antistress, mesoterapia, pressoterapia, shiatsu e inaloterapia.

La vicinanza delle terme alla famosa città dei Sassi, Matera, rende questo centro termale un punto di partenza ideale per un tour culturale della Basilicata.

Vista del Borgo di Rapallo in Basilicata e della sua chiesa principale

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Vista del Borgo di Rapallo in Basilicata

Le terme di Aliano

Un’altra località termale, meno conosciuta delle precedenti, ma comunque molto affascinante è Aliano, situata nella provincia di Matera. Le Terme di Aliano sono famose nella regione per le loro acque solfuree, che sgorgano naturalmente ad una temperatura di circa 28 gradi. Queste acque sono particolarmente efficaci nel trattamento di malattie reumatiche e della pelle, nonché nelle affezioni dell’apparato respiratorio.

Le terme di Aliano, sono situate in una zona di straordinaria bellezza paesaggistica ed offrono anche l’opportunità di esplorare il suggestivo centro storico del borgo di Aliano, famoso per i suoi calanchi e per essere stato luogo di esilio di Carlo Levi, scrittore, pittore ed ex senatore italiano, autore del celebre libro “Cristo si è fermato a Eboli”. Un soggiorno presso le terme di Aliano permette di combinare il benessere termale con la scoperta di una delle aree più affascinanti e meno conosciute della Basilicata.

Vista del borgo di Aliano e delle campagne circostanti

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Vista del borgo di Aliano e delle campagne circostanti, Basilicata

Perché scegliere le terme della Basilicata?

Oltre agli effetti benefici delle terme della Basilicata, scegliere di visitare e usufruire dei benefici di questi centri termali può portare il visitatore a scoprire una regione, come quella lucana, affascinante e forse ancora poco conosciuta. Oltre alle terme infatti, è possibile vivere altre esperienze sul territorio.

Esperienze enogastronomiche e culturali della Basilicata

Un soggiorno termale in Basilicata non sarebbe completo senza un’immersione nelle tradizioni enogastronomiche e culturali di questa regione del mezzogiorno d’Italia. La Basilicata, infatti, offre una cucina genuina e ricca di sapori, con piatti tipici come i peperoni cruschi, la pasta fatta in casa, come i cavatelli e gli strascinati, il baccalà alla lucana ed i famosi formaggi locali, oltre che vini famosi del territorio, come, ad esempio, l’aglianico.

La regione è anche ricca di eventi culturali e folcloristici durante tutto l’anno. Famoso, ad esempio, il carnevale di Tricarico, ma anche tutte le varie sagre paesane che celebrano i prodotti tipici locali, soprattutto durante il periodo estivo. Visitare, inoltre, i piccoli borghi della regione, con le loro chiese, i castelli e le case in pietra, offre l’opportunità di scoprire un patrimonio culturale unico e affascinante ed immergersi nelle meraviglie della Basilicata, considerata la più accogliente d’Italia.

Escursioni e trekking per gli amanti della natura

La Basilicata è una destinazione perfetta anche per gli amanti della natura e delle attività all’aria aperta. Oltre ai benefici delle acque termali, la regione offre numerosi percorsi di trekking che permettono di esplorare paesaggi unici e mozzafiato. Tra i percorsi più suggestivi ci sono sicuramente quelli nel Parco Nazionale del Pollino, che è il più grande parco naturale d’Italia, in grado di offrire una vasta gamma di sentieri di diversa difficoltà, adatti sia ai principianti che agli escursionisti più esperti.

Un’altra meta imperdibile per gli amanti della natura è anche il Parco della Murgia Materana, che offre panorami spettacolari sui canyon e sulle grotte dei Sassi di Matera. Qui è possibile fare escursioni a piedi, in mountain bike o a cavallo, immergendosi in un paesaggio unico e ricco di storia.

Le terme della Basilicata rappresentano una meta ideale per chi è alla ricerca di relax, benessere e contatto con la natura, ma anche scoperta delle tradizioni locali e dei suoi sapori. Le Terme Lucane di Latronico, Rapolla e Aliano offrono trattamenti efficaci e rigeneranti in contesti paesaggistici di straordinaria bellezza. Un soggiorno termale in Basilicata potrà essere arricchito da esperienze culturali, enogastronomiche e naturalistiche, che rendono questa regione una destinazione unica ed affascinante.

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Cosa vedere a Cassis, nella magia della Provenza

Se state cercando un’alternativa alle classiche destinazioni sulla Costa Azzurra, famose per le atmosfere glamour che attirano ogni anno turisti e celebrità provenienti da tutto il mondo, Cassis è esattamente quello che fa per voi. Questo piccolo borgo di pescatori abitato da quasi 8.000 persone, pur trovandosi ad appena 20 chilometri da Marsiglia e dalle altre rinomate località balneari, riesce ad essere poco frequentato dal turismo di massa.

Il suo litorale orlato di palme rappresenta un’opzione più tranquilla e meno pretenziosa, ideale per chi desidera godersi la propria vacanza in un angolo autentico e suggestivo della Provenza. Meraviglie naturalistiche, strade panoramiche e splendidi paesaggi tra mare e colline: ecco cosa vi aspetta se sceglierete di visitare questa zona della riviera. In questa guida vi porteremo alla scoperta delle mete più interessanti e suggestive di Cassis, in particolare la spettacolare formazione dei Calanques.

Il centro storico di Cassis

Cassis è un borgo che può essere visitato in poche ore ed è per questo che vi consigliamo di assaporarlo con calma, passeggiando tra le vie affiancate da graziose case colorate in tenui sfumature pastello che collegano la zona del porto vecchio con la parte alta del paese. Tra queste strade camminarono anche Virginia Woolf e Winston Churchill che scelsero Cassis come luogo di villeggiatura proprio in virtù della sua calma e tranquillità. Per respirare l’autenticità del paese, fate un giro tra le bancarelle del mercato, organizzato tutti i mercoledì e venerdì mattina e dove potete fare scorta di molti prodotti tipici come profumi e saponi fatti a mano.

Dalla piazza principale si può ammirare il maestoso castello che domina la città: arroccato sul promontorio roccioso alle spalle del centro urbano, un tempo proteggeva la città dagli attacchi dei pirati saraceni, mentre oggi è stato trasformato in albergo di lusso. Nel centro storico vale la pena visitare anche il municipio, un’interessante struttura di inizio Settecento che al suo interno, oltre agli uffici amministrativi, conserva alcune rovine delle precedenti strutture medievali, visibili attraverso il pavimento in vetro.

La zona del porto vecchio è forse la più suggestiva della cittadina, dove si possono vedere da vicino le piccole imbarcazioni colorate dei pescatori locali e osservare come nelle calde giornate estive la vita sulla baia si svolga pigramente in attesa dell’uscita notturna in mare. Tra i vicoletti intorno ai vecchi moli sono situati rinomati locali e osterie che offrono gustosissimi piatti a base di pesce fresco pescato in giornata, perfetti per aspettare il tramonto.

Borgo Cassis Provenza

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Il lungomare di Cassis

Le spiagge cittadine

Una vacanza a Cassis non è completa senza qualche ora, o un intero pomeriggio, trascorso su una delle sue spiagge di sassi e nuotando nelle sue acque cristalline. Le più famose sono plage de la Grand Mer e plage du Bestouan, che offrono sia spazi privati dotati di tutti i servizi balneari a pagamento che zone libere dove poter stare in tutta tranquillità in riva al mare. Nell’area del porto è possibile affittare kayak, canoe e ogni tipo di attrezzatura per partecipare a escursioni, nonché salpare su una delle tradizionali imbarcazioni di legno per andare ad ammirare le meraviglie della linea costiera situate oltre il centro urbano.

Cosa fare nei dintorni

La località più famosa e visitata di Cassis è senza dubbio la spettacolare formazione dei Calanques, una zona situata lungo la costa dove l’arenaria è stata scolpita dalla forza delle maree fino ad assumere una straordinaria superficie corrugata di grande fascino e impatto visivo. Per preservare questo particolarissimo ecosistema è stato istituito un parco nazionale in modo da garantire che l’intera zona non venga urbanizzata o inquinata e l’accesso all’interno dell’area protetta è consentito solo a piedi.

Per visitare i Calanques è possibile partecipare a un’escursione in barca, grazie al servizio turistico che collega il porto di Cassis con l’area marina del parco e che permette di ammirare queste formazioni geologiche dalla loro base. Per chi preferisce un turismo attivo, sono presenti diversi sentieri che conducono fino alla sommità delle scogliere: da qui, la vista sul mare è di una bellezza impressionante. Tra i sentieri del parco, gli amanti del birdwatching troveranno delle strutture apposite dove osservare le colonie di uccelli marini e, i più fortunati, le rarissime aquile di Bonelli che nidificano tra le pinete vicino al mare.

Un’altra famosa attrazione di Cassis, sempre situata all’interno del parco nazionale, sono le scogliere di Cap Canaille che, con i loro 400 metri di precipizio, rappresentano le più alte di tutta Europa. Questo promontorio sul mare è la meta preferita di numerosi scalatori ed escursionisti che amano esplorare le intricate formazioni geologiche che si sono formate in migliaia di anni di erosione.

Calanques Cassis

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Gli splendidi Calanques vicino a Cassis

Degustazioni di vini tipici

Per chi ama il vino, Cassis offre un gran numero di cantine che producono alcune tra le più prestigiose etichette della Provenza e che è possibile visitare appena fuori dalla zona urbana, attraversando la suggestiva campagna che si estende sulle verdi colline che circondano la città. Tra i vini più rinomati c’è il famoso Bandol, prodotto nei vigneti intorno all’omonima cittadina costiera.

Uno degli appuntamenti più interessanti per gli appassionati è Les Vendanges Etoilées, organizzato ogni anno a settembre, quando i viticoltori delle campagne si riuniscono a Cassis per un evento dedicato al vino e dove è possibile assaggiare e acquistare ogni tipo di prodotto della zona a prezzi competitivi.

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I borghi di pescatori più belli e suggestivi d’Italia

L’Italia, con la sua ricca storia e cultura, offre infinite sorprese e meraviglie: tra le gemme nascoste, i borghi di pescatori si distinguono per il fascino senza tempo e l’autenticità. Piccoli paesi costieri, sparsi lungo le coste, non sono soltanto luoghi di rara bellezza, ma anche custodi di tradizioni secolari.

Immaginate di camminare tra strette viuzze acciottolate, con le case dai colori vivaci che si affacciano su un mare cristallino, laddove il profumo di salsedine si mescola al suono delle onde che si infrangono con dolcezza sulla riva e sulle barche che riposano al sole: ogni angolo racconta una vicenda, ogni pietra è testimone di un passato che traspare tuttora, ogni scorcio fa sognare.

Andiamo, allora, alla scoperta di alcuni tra i borghi di pescatori più belli e suggestivi d’Italia da Nord a Sud.

Vernazza, splendide Cinque Terre

Nel favoloso scenario Patrimonio UNESCO delle Cinque Terre, provincia di La Spezia, Vernazza si fa notare per la piazzetta e il porticciolo naturale che osservano il blu e il suggestivo “labirinto di scale” che scendono e salgono e regalano viste che non si possono descrivere a parole.

Una sosta non può mancare presso la Chiesa, a picco sul mare, di Santa Margherita d’Antiochia, quasi “nave in partenza” alta 40 metri, e al Castello dei Doria, maestoso bastione su cui spicca una torre cilindrica: l’interno, oggi è sede museale ed espositiva e il panorama è a dir poco mozzafiato.

Ancora, dalla stazione ferroviaria, parte un sentiero lastricato e verticale di due chilometri che conduce al Santuario di Nostra Signora di Reggio, dove ammirare il noto dipinto della Madonna Nera con il Bambino Gesù.

L’incanto di Camogli

Sempre in Liguria, affascina come non mai il variopinto borgo marinaro di Camogli, la “città dai mille velieri bianchi”: la visita può iniziare dall’antico nucleo storico disegnato da stretti vicoletti ombreggiati dalle tipiche e alte case dai colori pastello e dalle decorazioni trompe d’oeil.
Qui non mancano piazzette, botteghe artigiane e scalinate che portano al mare.

Salendo i gradini di marmo dal porticciolo, ecco l’ingresso alla Basilica di Santa Maria Assunta del XII secolo, in stile barocco, con pregevoli affreschi ottocenteschi, marmi policromi e stucchi in oro: uno sguardo dal sagrato incanta con il panorama da cartolina sulle case colorate, il molo con le barche e l’azzurro del mare.

Di sicuro interesse è altresì il Castello della Dragonara, edificato nel XII secolo, custode di cimeli donati dai camogliesi tra il Settecento e il Novecento quali, ad esempio, ex-voto, carte nautiche, strumenti di navigazione, documenti, libri, modellini in legno di velieri.

Una passeggiata sul lungomare “Via Garibaldi”, con le case “ammassate” l’una all’altra in un trionfo di tinte differenti e la spiaggia, è la degna conclusione di una giornata indimenticabile.

Tellaro, amato dai poeti

Tellaro, Lerici

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Il colorato borgo di Tellaro, Liguria

Altro borgo marinaro tra i più belli d’Italia è Tellaro, frazione dell’altrettanto favolosa Lerici, arroccato su una scogliera, che si raggiunge seguendo una via panoramica sul mare che parte da Lerici, passa per Maralunga e Fiascherino. Chi ama l’avventura, invece, può inoltrarsi lungo uno dei numerosi sentieri immersi nella profumata macchia mediterranea.

Nell’ameno territorio del Golfo dei Poeti, Tellaro dona un’atmosfera davvero unica, con chicche quali la Chiesa di San Giorgio, la raccolta spiaggia con porticciolo e scogliera, e la coinvolgente celebrazione del Natale Subacqueo la notte del 24 dicembre.

Portofino e Noli, due borghi da sogno

La rassegna non sarebbe completa senza menzionare la celebre Portofino, frequentata dal jet set internazionale, dalle case color pastello, la vivace Piazzetta acciottolata che si affaccia sul porticciolo punteggiato dagli yacht, le boutique esclusive e il cinquecentesco Castello Brown con museo che accoglie mostre d’arte, e Noli, perla del Savonese, nel circuito dei Borghi Più Belli d’Italia, tra spiaggia, natura e storia, con simboli quali il medievale Castello di Monte Ursino, la Loggia della Repubblica che cita, tra gli altri, il passaggio di Dante, la Concattedrale di San Pietro, e l’inconfondibile Torre dei Quattro Canti che svetta con i suoi 38 metri di altezza.

Sperlonga, vita da spiaggia e storia

Tra i Borghi Più Belli d’Italia, Sperlonga è il connubio perfetto tra la vita da spiaggia, la movida e luoghi storici che valgono assolutamente una tappa.

Tra le spiagge più belle vanno nominate la Canzatora, di sabbia fine e adatta alle famiglie con bambini, la Fontana, molto apprezzata dagli abitanti, Salette, una delle principali, di sabbia finissima e lambita da acque trasparenti.

Da vedere poi il caratteristico centro storico con la Torre Centrale, la Torre del Nibbio, la Torre Truglia, le chiese e, soprattutto, la Villa e la Grotta di Tiberio con gli scavi, il Museo archeologico e l’ampia cavità naturale rocciosa aperta sul Tirreno.

Peschici, meraviglioso Gargano

Approdiamo poi in Puglia con il meraviglioso territorio del Gargano e la bellezza di Peschici, gioiello su una scogliera a picco sul mare, fondato nel X secolo dai monaci benedettini, con gli stretti vicoletti, le candide casette, le botteghe artigiane, le scalinate bianche e i balconi fioriti.

A donare un panorama eccezionale sulla baia è il Castello, sul promontorio più alto del borgo marinaro, mentre perfetto esempio di arte romanica pugliese è la piccola Chiesa di Sant’Elia del XII secolo.

La costa, a sua volta, ha davvero dell’incredibile con spiagge da sogno come, solo per citarne alcune, la spiaggia principale di sabbia dorata, ottima per le famiglie, la Baia di Manaccora a pochi chilometri dal centro, incontaminata e selvaggia, e Cala Lunga, celata tra le rocce nell’abbraccio dei trabucchi.

Polignano a Mare, la più accogliente

Polignano a Mare, Puglia

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Lama Monachile, Polignano a Mare

Si tratta, senza dubbio, di uno dei più bei borghi marinari pugliesi che si specchiano nell’Adriatico, luogo natale di Domenico Modugno, una tappa da non tralasciare per nessun motivo.

Ma cosa vedere a Polignano a Mare? Sicuramente il centro storico, cui si accede oltrepassando l’Arco Marchesale (o Porta Grande) tuttora sormontato dai resti della quattrocentesca chiesetta di San Giuseppe. A pochi passi, ecco la Chiesa della Madonna dell’Assunta, poi il Ghetto Ebraico, la Chiesa del Purgatorio, la Chiesa di Santo Stefano e innumerevoli viuzze disseminate di botteghe, pasticcerie, ristoranti tipici e gelaterie.

Il Ponte Borbonico e Lama Monachile (o Cala Porto) sono l’incanto di Polignano, una delle zone più panoramiche e suggestive, in particolare al tramonto.

Positano, Ravello e Atrani, gioielli della Costiera Amalfitana

Il viaggio tra i borghi marinari più suggestivi d’Italia prosegue in una terra incredibile, la Costiera Amalfitana: qui, tra le tante mete spettacolari, ci soffermiamo su Positano, Ravello e Atrani.

Positano è la “cartolina della Costiera”, dallo skyline ineguagliabile, ambita dal jet set fin dagli Anni Sessanta, plasmata da scoscese e strette stradine ricche di caffè e negozietti, e da amene spiagge di ciottoli. Da vedere la Chiesa di Santa Maria Assunta con cupola in maiolica e icona bizantina della Vergine del XIII secolo.

Ravello si fa ammirare in particolare per i magnifici giardini sulle scogliere, tra cui menzionare Villa Rufolo, risalente al XIII secolo, in stile moresco, dai vasti panorami sui giardini terrazzati, e Villa Cimbrone, in stile medievale arroccata su una ripida altura.

Infine, Atrani è il borgo più piccolo della Costiera Amalfitana, tra la montagna e il mare, a un chilometro dalla celebre Amalfi: tutte le attrazioni sono comodamente visitabili a piedi, tra le viuzze del centro, le scalinate, i cortili e la “Piazzetta“, dove contemplare il mare. Tra le chiese, di impatto sono la Chiesa di San Salvatore de Birecto e la Collegiata di San Maria Maddalena.

Scilla, bellissima Calabria

Uno sguardo poi al borgo calabrese di Scilla, arroccato su un suggestivo promontorio a picco sul Tirreno, dove apprezzare il Castello Ruffo risalente addirittura al 493 a.C., oggi sede del Centro regionale per il recupero dei centri storici calabresi, il quartiere San Giorgio, cuore pulsante del centro insieme a Chianalea, con tramonti che lasciano senza fiato e un’atmosfera da fiaba.

Non lontano dal Castello Ruffo, ecco la Chiesa della Santissima Immacolata, dagli eleganti mosaici. Il mare è cristallino e le spiagge incredibili, un invito a tuffarsi e a godere di una vacanza balneare senza pari.

Cefalù, “Perla del Mediterraneo”

Arriviamo poi nel nord della Sicilia per scoprire Cefalù, incantevole borgo medievale alle pendici delle Madonie definito a ragione “Perla del Mediterraneo“.

Qui si incontrano il mare, la storia e la tradizione, in un tripudio di profumi e colori, e il tempo sembra davvero essersi fermato. Simbolo è la Rocca, maestosa rupe calcarea che sorveglia l’abitato e consente di godere di un panorama introvabile altrove, da Palermo a Capo d’Orlando, soprattutto quando il sole scende oltre l’orizzonte.

Tappe obbligate anche il Tempio di Diana, risalente al V secolo a.C., la Cattedrale normanna, commissionata nel 1131 e consacrata nel 1267 custode di pregiati mosaici bizantini, le possenti Mura Megalitiche e Porta Marina (vero nome Porta Pescara), scenografico affaccio sul Vecchio Molo.

Castelsardo, il borgo più bello della Sardegna

Infine, eccoci in Sardegna con uno dei suoi borghi più belli, Castelsardo, in provincia di Sassari, autentico, raccolto, dalla tipica atmosfera vacanziera lungo la Costa Paradiso, affacciato sul mare del Golfo dell’Asinara.

Passeggiando senza fretta, catturano lo sguardo il Castello dei Doria, la fortezza che si staglia nel punto più elevato, con al suo interno il Museo dell’Intreccio Mediterraneo che racconta l’arte della cestineria, la Concattedrale di Sant’Antonio Abate con annesso Museo Diocesano/Museo Maestro di Castelsardo, la Chiesa medievale di Santa Maria delle Grazie, e i moltissimi palazzi storici.

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Vizzini, il borgo che sta per diventare un polo culturale

Il borgo della Cunziria di Vizzini, noto per essere il luogo dove Giovanni Verga ambientò il famoso duello della sua “Cavalleria Rusticana”, è pronto a rinascere grazie a un ambizioso progetto di riqualificazione che promette di trasformare questa antica località in un polo culturale e turistico di rilevanza internazionale.

Con un investimento di 20 milioni di euro, supportato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), l’iniziativa punta a recuperare questo borgo storicamente ricco di cultura nel cuore della Sicilia sud-orientale, valorizzando il patrimonio storico e architettonico della zona e creando nuove opportunità di lavoro e sviluppo economico.

Un progetto sostenibile

Il progetto prevede la riqualificazione di 12 edifici, 48 infrastrutture e 2 mulini storici, con l’adozione di tecniche avanzate per migliorare l’efficienza energetica e l’implementazione di sistemi innovativi di gestione dei rifiuti. L’obiettivo è creare un borgo circolare, a impatto ambientale zero, proiettato verso una nuova dimensione digitale e sostenibile che possa servire anche da modello per altre comunità.

Fondamentale per il successo dell’iniziativa sarà la sinergia tra pubblico e privato nel garantire la sostenibilità e l’efficienza del progetto. A questo scopo sono previste collaborazioni con l’Università di Catania, l’Accademia di Belle Arti e i teatri Massimo Bellini e Stabile di Catania per animare il borgo con residenze d’artista, summer school, stage e laboratori permanenti.

In programma anche lo sviluppo di infrastrutture per l’hosting esperienziale all’interno degli antichi mulini, che contribuiranno a consolidare una nuova immagine del territorio, rendendolo un punto di riferimento culturale e turistico a livello internazionale.

Gli spazi culturali

Uno degli elementi chiave del progetto è la creazione di un centro di documentazione internazionale dedicato al Verismo e di un museo Verghiano. Questi spazi ospiteranno attività artistiche e culturali, con un’attenzione particolare alla valorizzazione del patrimonio letterario e storico del territorio.

La Cunziria ospiterà inoltre una nuova biblioteca e un centro congressi internazionale, che serviranno da punto di incontro per studiosi e appassionati di tutto il mondo, promuovendo la ricerca e la condivisione delle conoscenze.

Saranno istituiti anche un centro di ricerca e una scuola di teatro, oltre a un museo dedicato alle attività della concia. Questi spazi ospiteranno attività artistiche e culturali, con un’attenzione particolare al cambiamento climatico, rendendo il progetto sostenibile nel tempo sia a livello ambientale che economico.

L’idea di riqualificare la Cunziria risale agli anni ’90, promossa dall’allora presidente della Provincia di Catania, Nello Musumeci, oggi Ministro per la Protezione civile e le politiche del mare. Musumeci ha espresso soddisfazione nel vedere il progetto finalmente realizzarsi dopo trent’anni di attesa, sottolineando come la rinascita del borgo rappresenti un forte segnale per la ripresa economica e turistica della regione.

Secondo il sindaco di Vizzini, Salvatore Ferraro, il progetto avrà un rilevante impatto economico sulle attività locali, auspicando che questa iniziativa possa incentivare i giovani a restare e credere nuovamente nella propria terra. La trasformazione della Cunziria in un motore di sviluppo per l’intera area porterà al ripopolamento della zona e alla nascita di nuove realtà imprenditoriali.

La riqualificazione del borgo della Cunziria sarà completata entro il 2025, mentre l’intero progetto si concluderà entro il 2026, come da programma approvato dal Ministero della Cultura.

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Viaggio a Bagno di Romagna nel segno del benessere tra terme e natura

Gli italiani sono sempre più alla ricerca di luoghi dal ricco patrimonio storico e naturale, da visitare anche durante un weekend fuori porta lontano dalle folle e dal caos delle destinazioni più turistiche. L’Emilia Romagna, da sempre, si ritaglia un posto d’onore tra le regioni in grado di offrire borghi particolari che non vede l’ora di condividere con i viaggiatori più curiosi alla ricerca di esperienze autentiche all’insegna della lentezza, sia d’estate che d’inverno.

Uno di questi borghi, perfetto da visitare in tutte le stagioni, è Bagno di Romagna, non solo un luogo incantevole, ma una meta perfetta dove rigenerarsi nel segno del benessere. Situato sull’Appennino, in provincia di Forlì Cesena, vanta una tradizione termale antichissima risalente ai tempi dei romani, i quali costruirono ampie terme apprezzate come sosta tra Roma e Ravenna. Se volete staccare la spina e rilassarvi, scoprite insieme a noi questo borgo, premiato dal Touring Club Italiano con la Bandiera Arancione, un riconoscimento che attesta l’impegno della località nel preservare le bellezze del suo territorio.

La storia di Bagno di Romagna: dai romani a Mussolini

Nel nome è racchiusa la sua storia, dalla più antica a quella più recente: Bagno di Romagna deriva dal latino balneum, ‘bagno’, e racconta il periodo glorioso dei romani che qui realizzarono vasti impianti termali; l’estensione di ‘Romagna’ avviene dopo il 1923, quando il confine della regione venne spostato da Mussolini fino a comprendere anche Bagno, prima appartenente alla provincia di Firenze. Questa decisione fu presa per includere la sorgente del Tevere in Emilia Romagna a chiari scopi di propaganda: l’idea era far nascere il “fiume sacro ai destini di Roma” nella provincia di nascita del Duce.

Tra questi due periodi spicca quello medievale, durante il quale il borgo cominciò a trasformarsi in un salotto termale frequentato soprattutto da nobili e aristocratici che, come i romani, conoscevano bene le proprietà curative delle sue acque termali. Oggi, questa tradizione continua a rappresentare il maggior punto d’interesse del borgo, dove sono presenti numerose strutture moderne che offrono esperienze di benessere complete, ma non solo. Le strade in pietra del paese racchiudono anche alcuni tesori storici da scoprire durante una tranquilla passeggiata che, per gli amanti della natura, si estende ai paesaggi del Parco delle Foreste Casentinesi.

Cosa vedere a Bagno di Romagna

Non solo terme, un weekend a Bagno di Romagna abbraccia il concetto di benessere a 360 gradi: da una passeggiata nel centro storico ai sentieri escursionistici immersi nella natura. Ecco cosa vedere nel borgo e nei suoi dintorni.

Il centro storico

Le vie acciottolate del centro, dal fascino medievale e rinascimentale, sono lo scenario ideale in cui trascorrere un pomeriggio tranquillo all’insegna dei suoi monumenti ed edifici storici. Nel cuore di Bagno di Romagna svetta la Basilica di Santa Maria Assunta, custode dei tesori risalenti all’arte della “Romagna Toscana”. Qui ci sono anche sette cappelle realizzate da diversi artisti, tra cui una Vergine eseguita nella bottega di Donatello verso il 1410. Proseguendo su Via del Capitano vi imbatterete nel palazzo omonimo che, con la sua particolare facciata adornata da oltre 70 stemmi, testimonia il tempo in cui i capitani fiorentini suggellavano il loro mandato nella Val di Bagno.

Prima o dopo aver esplorato il borgo, provate alcune delle sue specialità tipiche, una su tutte i basotti, tagliolini cotti in brodo, disposti a strati in una teglia e gratinati. Da non perdere anche i tortelli, cotti sulla pietra refrattaria e farciti con ingredienti sempre diversi in base alle stagioni, normalmente erbette o patate, e la focaccia di Bagno, un dolce pasquale caratterizzato da una crosta croccante e sottile, con interno soffice e spugnoso.

Centro storico Bagno di Romagna

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Ombrelli colorati decorano il centro storico di Bagno di Romagna

Relax presso i centri termali

La realtà di Bagno di Romagna è legata soprattutto alle sue acque termali, confermandosi come la meta ideale per chiunque desideri un weekend all’insegna del benessere e della cura di sé. I benefici delle sue acque, come abbiamo anticipato all’inizio dell’articolo, sono rinomate fin dai tempi degli antichi Romani, una fama che proseguì anche sotto il dominio fiorentino, durante il quale ospiti illustri venivano proprio qui a rigenerarsi nelle piscine della cittadina, tra cui i figli di Lorenzo il Magnifico e lo scultore Benvenuto Cellini.

Le strutture termali del borgo sono moderne e offrono tanti servizi per soddisfare ogni esigenza, dal semplice relax a quelle specifiche per la salute. Dai bagni termali alle saune, dai bagni di vapore agli idromassaggi, tra le strutture più rinomate, alcune convenzionate con il Servizio Sanitario Nazionale, c’è lo Stabilimento Termale Euroterme, il più frequentato, specialmente per via delle piscine esterne aperte sia d’estate (anche di sera) che d’inverno. Altri indirizzi da segnare sono le Terme Roseo e le Terme S. Agnese.

Attività nella natura

Le colline dell’Appennino Tosco-Romagnolo sono perfette per gli amanti delle attività all’aria aperta. In particolare, da Bagno di Romagna potete intraprendere i numerosi percorsi escursionistici all’interno del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, perfetti per ogni livello di preparazione e per ogni stagione. Sono oltre 600 i chilometri di sentieri, gli itinerari dedicati alla MTB, i sentieri natura e i percorsi ad alta accessibilità come il “Sentiero delle Foreste Sacre” o “L’Alta via dei Parchi”.

Le famiglie con bambini, invece, non possono perdersi il Sentiero degli Gnomi: da secoli, leggende narrano degli avvistamenti di gnomi e fatine che girano nei boschi intorno a Bagno di Romagna. Se parlate con gli abitanti del borgo molti vi diranno di avere incontrato uno gnomo! Dalla fama di borgo degli gnomi è nato un sentiero tematico dedicato ai bambini, un percorso che permette di conoscere la vita e la funzione benigna di queste piccole creature che stimolano la fantasia di grandi e piccini.

Apennino tosco-romagnolo

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Scorcio dell’Appennino Tosco-Romagnolo
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Perché visitare Bellano, piccolo gioiello del Lago di Como

Sulla sponda orientale del Lago di Como, c’è uno dei borghi più belli conosciuto come “paese degli artisti”, Bellano. Un paese in provincia di Lecco che conta all’incirca 3.400 abitanti. Il territorio del Comune si estende dalla riva del lago fino alla cima del monte Muggio a 1.799 metri di quota, grazie all’incorporazione del Comune di Vendrogno avvenuta nel 2020.

Bellano, il paese degli artisti

fseo tanto da essere stato da poco inserito nel circuito internazionale dei Comuni Cittaslow dopo aver risposto a più di 70 requisiti richiesti, oltre a far parte dei borghi Bandiera Arancione e dei Comuni Fioriti per via della cura e valorizzazione dell’ambiente.

Il centro storico è caratterizzato da una rete di vie ortogonali, tipiche dei castra romani, ma l’architettura è per lo più medievale data, dalle vie strette (le contrade) che garantiscono fresco d’estate, con la grande chiesa dei Santi Giorgio, Nazaro e Celso, i palazzi patrizi con i portali in pietra, le corti e gli stemmi araldici incisi. Il porto antico è il segno dell’importanza che, nel tempo, ha rivestito il trasporto di persone e merci sul Lago di Como. La passeggiata sul lungolago risulta essere tra le più suggestive del Lario, grazie al panorama che offre sul punto più largo del Lago di Como, da cui si ammirano spettacolari tramonti.

Bellano

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La bellissima cittadina di Bellano e il suo porto

Nella zona più nuova del paese, Coltogno, si trovano i più recenti servizi, a partire dalla stazione ferroviaria e degli autobus, il modo più comodo per raggiungere il borgo evitando il traffico. Alle spalle del paese, l’entroterra è caratterizzato da numerose frazioni e nuclei antichi più o meno popolati ma ricchi di storia. A Vendrogno di Bellano, per esempio, si trova il Museo del Latte e della storia della Muggiasca, un museo etnografico nato nel 2008 con l’obiettivo di conservare e tramandare reperti e tradizioni legati alla vita e alla cultura materiale della Muggiasca. Non a caso il museo occupa i locali della ex-latteria turnaria, per quasi un secolo adibiti alla trasformazione del latte. L’intento del MUU, perfettamente in linea con la filosofia Cittaslow, è quello di promuovere una visione condivisa e sostenibile del territorio e dello sviluppo. Oltre al latte, altri quattro itinerari conducono i visitatori tra diverse tematiche del bosco, della vita nei campi, del lavoro nella stalla, della casa e dei lavori femminili di una volta, oltre che di alcuni episodi di storia della Muggiasca.

Vendrogno, peraltro, è stata la prima a passare da una tradizione legata all’agricoltura e all’allevamento a una turistica, soprattutto per le sue bellezze naturali. Già tra la fine del XIX secolo e all’inizio della Seconda guerra mondiale era una rinomata stazione climatica citata in molte guide turistiche.

Ogni frazione ha la sua chiesa, tanto che il territorio appare come una vera e propria costellazione di campanili. Tra le più visitate c’è la chiesa dei Santi Rocco e Sebastiano, eretta a protezione dei passanti e contro le pestilenze lungo il Sentiero del Viandante, l’antica via a mezza costa che attraversa l’intera sponda orientale del Lario, uno dei sentieri più belli che si possano percorrere per via del panorama mozzafiato che si gode, che spazia dall’azzurro del lago al verde della Valsassina fino al grigio della Grigna e del lontano, ma riconoscibile, massiccio del Monte Rosa.

Il Sentiero del Viandante

Oggi si chiama Sentiero del Viandante, ma negli anni ha cambiato identità più volte: era la Via Ducale, poi la Via Regia e, infine, la Via Napoleona. Fino al 1992, quando le antiche mulattiere ormai in disuso, grazie alla costruzione di una più comoda strada che collegava la costa orientale del lago, vennero trasformate in questo sentiero tanto amato dagli escursionisti. Appartenente all’insieme dei 12 sentieri “Le Vie del Viandante“, che collegano Milano alla Svizzera, il Sentiero del Viandante è il tragitto che parte da Lecco e giunge fino a Colico. Un cammino di circa 60 chilometri a passo lento tra boschi, panorami mozzafiato sul lago, montagne verdeggianti che si specchiano nella distesa d’acqua insieme alle casette colorate dei borghi adagiati sulle sponde. Tra le numerose tratte che si susseguono nei circa 60 chilometri del Sentiero del viandante, spicca proprio quella tra Dervio e Bellano, la più panoramica, 6 km percorribili in circa 3 ore. Non essendo particolarmente complesso, è adatto anche alla famiglie con bambini dai 13 anni anni in su. Oltre che a piedi, in caso ci si trovi con un gruppo di soli adulti, si può procedere anche in mountain bike.

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Lungo il Sentiero del Viandante sopra Bellano

L’Orrido di Bellano

Tra le principali attrazioni turistiche di Bellanoe, che attira sempre molti visitatori nella bella stagione, c’è l’Orrido di Bellano, una gola naturale creata 15 milioni di anni fa dall’erosione del torrente Pioverna e del Ghiacciaio dell’Adda che, nel corso dei secoli, hanno modellato la roccia in gigantesche marmitte, anfratti e spelonche, oltre alle cascate che fanno rimbombare l’acqua tra le alte pareti rocciose. Un sistema di passerelle ancorate sulle alte pareti a picco sull’acqua permette di visitare lo stretto canyon profondo fino a 50 metri, regalando un panorama suggestivo e un’emozione unica. All’ingresso del sito si trova la Cà del Diavol, un’antica torre di difesa che, nell’immaginario collettivo, evoca paure e riti satanici per via delle numerose leggende e degli affreschi raffiguranti il diavolo e altre figure mitologiche.

Tutti questi aspetti, uniti al patrimonio naturalistico, storico-artistico, culturale e gastronomico del territorio fanno di Bellano un piccolo gioiello ricco di attrattive turistiche.

Orrido di Bellano

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L’Orrido di Bellano
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Fara San Martino, il borgo immerso nella natura e capitale della pasta

Situato nella splendida cornice del Parco Nazionale della Majella, il borgo di Fara San Martino è un gioiello incastonato tra le gole della Valle di Santo Spirito e della Valle Serviera. Conosciuto come la “capitale mondiale della pasta”, per via della presenza di noti pastifici quali De Cecco, questo affascinante paese vanta una ricca storia, una natura incontaminata e un pittoresco centro storico.

Le origini di Fara San Martino

La storia di Fara San Martino risale all’epoca medievale e ancora oggi, infatti, la Chiesa di San Pietro e la Chiesa di San Martino, insieme al monastero benedettino, portano testimonianza di queste radici storiche. Il borgo rimase a lungo sotto la giurisdizione dei monaci, per precisino fino al XV secolo, quando passò sotto il controllo del Vaticano. Nonostante la devastazione dovuta alla Seconda Guerra Mondiale, però, ancora oggi passeggiando per le vie antiche del borgo e nel cuore del suo centro storico è possibile fare un salto indietro nel tempo e ritrovare le tracce delle sue origini medievali nella parte di Terra Vecchia.

Cosa vedere nel borgo

Se siete amanti della natura, della storia, della pasta e dell’autenticità, Fara San Martino è il luogo ideale da visitare. Questo borgo autentico dell’Abruzzo vi accoglierà a braccia aperte, offrendovi un’esperienza indimenticabile tra paesaggi mozzafiato, tradizioni secolari e sapori unici.

Fara San Martino, rovine antiche

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Alcune rovine antiche a Fara San Martino

Ma è anche splendido da vedere, Fara San Martino: il nucleo più antico del borgo, Terra Vecchia, conserva ancora intatta la struttura di un borgo fortificato che ha resistito al passare del tempo e alle vicissitudini della storia. Attraverso la Porta del Sole si può accedere a questo affascinante labirinto di stradine che caratterizzano la zona. C’è poi Palazzo di Cecco, con le sue finestre decorate, e ci sono le tante chiese (a cominciare dall’antica parrocchiale di San Remigio).

Anche se, al di là della storia, è l’aspetto naturalistico a raccontare l’anima di Fara San Martino. Se in Piazza Municipio il Museo Didattico curato dal Corpo Forestale gestisce il Centro Visite del Parco Nazionale della Majella, nei dintorni è possibile visitare splendide grotte carsiche: la Grotta del Peschio, la Grotta Porca degli Angeli, la Grotta dei Diavoli, la Grotta de li Trazzir. E poi le sorgenti del Fiume Verde, le Gole di S. Martino con i resti dell’omonima abbazia. Dintorni splendidi, in cui è possibile organizzare trekking, gite in bicicletta, passeggiate a cavallo.

Parco Nazionale della Majella

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Panorama del Parco Nazionale della Majella

C’è poi, nel territorio di Fara San Martino e di Palombaro, la Riserva Statale Fara S. Martino – Palombaro, con le sue aree ricoperte di faggi, di pino mugo, di pino nero, e le tantissime specie di uccelli che la popolano, insieme all’Orso Bruno Marsicano e al Lupo Appenninico. Oltre, ovviamente, al Parco Nazionale della Majella, un parco tutto di montagna sito nella parte più impervia e selvaggia dell’Appennino Centrale, coi suoi canyon e i prati d’alta quota.

Cosa mangiare a Fara San Martino

Abbiamo già detto che Fara San Martino è soprannominato anche il “borgo della pasta”. Perché? Perché è qui che si trovano alcuni tra i più celebri pastifici italiani: De Cecco, Cocco, Delverde. E non è neppure la pasta, l’unica prelibatezza da gustare durante una visita al borgo: ci sono anche il ragù d’agnello, i tarallucci lessati, gli uccelletti ripieni (tarallucci abruzzesi alla marmellata d’uva), gli amaretti, i mostaccioli (biscotti dal cuore morbido, ricoperti da una glassa di cioccolato). Insomma, tutta la bontà e la genuinità della cucina abruzzese!