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L’aeroporto di Fiumicino è inarrestabile: ecco perché è il migliore d’Europa per l’ottava volta

Il 2025 è l’anno dell’aeroporto Leonardo Da Vinci di Fiumicino che, dopo le tante novità annunciate e i progetti per renderlo ancora più smart, moderno e sostenibile, ottiene per l’ottava volta il riconoscimento come miglior aeroporto d’Europa in diverse categorie.

Questo secondo i risultati ottenuti dal sondaggio Airport Service Quality (ASQ) condotto dall’associazione internazionale di categoria degli aeroporti di tutto il mondo, Airports Council International (ACI) World, in collaborazione con Amadeus, azienda leader nel settore delle tecnologie per il settore travel.

Per selezionare i vincitori sono stati intervistati 700mila passeggeri in oltre 360 aeroporti di tutto il mondo, portando non solo Fiumicino, ma anche altri aeroporti italiani, a ottenere dei riconoscimenti.

Fiumicino, il miglior aeroporto d’Europa per l’ottavo anno consecutivo

L’aeroporto Leonardo Da Vinci di Fiumicino si conferma il migliore d’Europa per l’ottavo anno consecutivo, un riconoscimento che non stupisce considerando i vari progetti che lo riguardano, pensati per migliorarne i servizi, la capienza, l’innovazione e la sostenibilità.

Tra le categorie vincenti, c’è quella che riconosce gli aeroporti con il punteggio di soddisfazione generale più alto del 20%, suddivisi per dimensione e regione alla partenza: qui, l’hub di Roma ha ottenuto il premio nella sottocategoria dedicata agli aeroporti che ospitano oltre 40 milioni di passeggeri all’anno.

Inoltre, ha ottenuto un premio anche nelle categorie “Airport with the Most Dedicated Staff in Europe”, “Easiest Airport Journey in Europe”, “Most Enjoyable Airport in Europe” e “Cleanest Airport in Europe”. In generale, tra tutti i 119 aeroporti europei partecipanti al sondaggio, è l’unico insieme a Singapore ad aggiudicarsi tutte le categorie di premi.

Marco Troncone, amministratore delegato degli Aeroporti di Roma, ha commentato così i riconoscimenti: “Anche quest’anno gli aeroporti di Fiumicino e Ciampino vengono premiati insieme a livello internazionale per la qualità e i servizi offerti ai passeggeri: un riconoscimento sempre più importante, non scontato, che ancora una volta testimonia la dedizione, passione e impegno delle nostre persone e di tutti i colleghi delle aziende, enti ed istituzioni che lavorano sinergicamente nei nostri scali”.

Inoltre, ha dichiarato anche: “Guardando alle previsioni di traffico per quest’anno e per i prossimi, siamo consapevoli che, per poter continuare a garantire questo livello di qualità e servizi sempre più innovativi, sia urgente poter sviluppare, in modo pienamente sostenibile, le infrastrutture di Fiumicino, grazie a importanti investimenti autofinanziati già pronti, con l’obiettivo di competere al livello degli altri grandi hub geograficamente più prossimi, con prospettive di sviluppo già tracciate”.

Gli altri aeroporti italiani premiati

Quello di Fiumicino non è l’unico aeroporto italiano premiato. Sempre nella categoria che tiene in considerazione la dimensione e la posizione geografica, troviamo Roma Ciampino nella sottocategoria dedicata agli hub che accolgono tra i 2 e i 5 milioni di passeggeri all’anno, e Milano Linate nella sottocategoria tra i 5 e 15 milioni di passeggeri all’anno.

Nella categoria “Airport with the Most Dedicated Staff in Europe” troviamo, oltre a Fiumicino, anche Roma Ciampino e l’aeroporto di Torino. Questo riconoscimento premia il 5% degli aeroporti leader per regione in base al lavoro svolto da figure chiave e dallo staff nei diversi punti di controllo.

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La Milano di Leonardo Da Vinci, i luoghi del Genio

Il legame tra Leonardo e Milano è indissolubile. È qui che il Genio creò alcune delle sue opere più importanti, dai dipinti come la celebre Ultima cena – tuttora presente nel refettorio di Santa Maria delle Grazie – e la Dama con l’ermellino, ai codici Atlantico e Trivulziano, compresi tutti i progetti ingegneristici che hanno cambiato l’aspetto della città (vedi i Navigli) ai tempi di Ludovico il Moro e che sono stati d’esempio per molte altre opere di riqualificazione nel resto del mondo.

Insomma, tutto è partito da Milano ed è da qui che si deve partire per scoprire la sua grandiosa opera. Vi portiamo dunque in un tour vinciano di Milano, tra i luoghi più rappresentativi che testimoniano il passaggio di quel Genio di Leonardo Da Vinci.

La Chiesa di Santa Maria delle Grazie

Il viaggio di scoperta non può che partire dal convento di Santa Maria delle Grazie in corso Magenta. È qui che il Genio italiano ha dipinto una delle opere più famose al mondo: “L’ultima cena”. Fu l’allora Duca di Milano, Ludovico Maria Sforza, detto Ludovico il Moro, a commissionare a Leonardo di dipingere il refettorio. Le visite libere al Museo del Cenacolo Vinciano durano 15 minuti e si possono prenotare online.

Santa Maria delle Grazie

Fonte: iStock – Ph: bennymarty

Il Museo del Cenacolo Vinciano

La Vigna di Leonardo

Non molto distante dalla chiesa, nella stessa via milanese, c’è un altro luogo dove Leonardo ha lasciato un segno indelebile: la Vigna di Leonardo. Donata nel 1498 all’artista da Ludovico in segno di riconoscimento per l’affresco realizzato in Santa Maria delle Grazie, la vigna aveva originariamente una forma rettangolare e si estendeva su di un’area di oltre 8mila metri quadrati. Si trova sul retro della Casa degli Atellani, una splendida dimora progettata da Pietro Portaluppi e acquistata nel 2023 dal gruppo Lvmh. Non è ancora ben chiaro cosa ne sarà della villa e della vigna, ma per ora non è visitabile.

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Fonte: 123RF

La Vigna di Leonardo a Milano ora chiusa al pubblico

Il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia

Non lontano da corso Magenta c’è poi il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci (ingresso da via San Vittore, 21). Nelle sue sale, che occupano la bellezza di 40mila metri quadrati, si trova un’altra importante testimonianza della presenza di Leonardo a Milano in quanto ospita una vasta collezione di modelli storici, realizzati grazie ai disegni leonardeschi.Museo-Nazionale-Scienza-e-Tecnologia--Milano

Le sale del Museo Nazionale Scienza e Tecnologia di Milano

Il Castello Sforzesco

Tra i monumenti più celebri di Milano, il Castello Sforzesco è una delle più belle testimonianze della presenza di Leonardo Da Vinci alla corte degli Sforza. Qui l’artista decorò la Sala delle Asse con un finto pergolato, dove i rami intrecciati danno vita all’emblema vinciano (il nodo che forma un cerchio che inscrive a sua volta una doppia croce).

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Fonte: 123RF

Il Castello Sforzesco di Milano

La Conca dell’Incoronata

Visitabile sempre perché all’aperto è la Conca dell’Incoronata, ciò che resta del Naviglio della Martesana, all’interno della cerchia delle antiche mura spagnole di Milano in fondo a via San Marco, in pieno quartiere Brera. La Conca dell’Incoronata celebra il Genio di Leonardo nell’ambito dell’ingegneria idraulica. Costruita nel 1496 durante il ducato di Ludovico il Moro, la direzione dei lavori venne affidata agli ingegneri Giuliano Guasconi e Bartolomeo della Valle, supportati dalla consulenza di Leonardo. Tra il 1929 e il 1930, questo tratto di canale fu interrato per la chiusura della Cerchia dei Navigli.

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Fonte: Getty Images

La Conca dell’Incoronata a Milano

La Veneranda Biblioteca Ambrosiana

Raccoglie i manoscritti vinciani la Veneranda Biblioteca Ambrosiana. Qui, al civico 2 di piazza Pio XI, a due passi da Duomo, è possibile ammirare lo splendido “Codice Atlantico”, la più ampia raccolta esistente di scritti e disegni di Leonardo da Vinci, 1119 fogli che rappresentano la più vasta raccolta al mondo di disegni e scritti autografi di Leonardo Da Vinci, con argomenti che vanno dall’anatomia alla matematica, dalla geografia all’architettura.

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Fonte: Getty Images

La Veneranda Biblioteca Ambrosiana a Milano

Piazza Scala

Chi visita Milano inevitabilmente scatta una foto alla centralissima piazza Scala, non soltanto perché vi si affaccia il teatro dell’opera più famoso del mondo, ma perché è dominata dalla statua di Leonardo. Realizzata dallo scultore Pietro Magni nella seconda metà del XIX secolo, rappresenta il Genio toscano insieme ai quattro suoi allievi: Marco d’Oggiono, Salaino, Cesare da Sesto e Giovanni Antonio Boltraffio.

Il Leonardo3 Museum

In piazza Scala, all’ingresso della Galleria Vittorio Emanuele, si trova il Leonardo3 Museum – Il Mondo di Leonardo, nato nel 2013 come mostra permanente ma museo vero e proprio solo dal 2023. Ospita le ricostruzioni delle macchine e i restauri dei suoi dipinti. Il Leone meccanico, la Balestra veloce, l’Aquila meccanica, il Grande Organo Continuo e l’Architronito sono solo alcune delle opere in mostra. I visitatori possono ammirare anche la ricostruzione fisica dell’Ultima cena e del refettorio di Santa Maria delle Grazie ai tempi di Leonardo. Il Comune di Milano vorrebbe spostare il museo dai locali in cui si trova, quindi non è detto che l’indirizzo sarà sempre quello.

Il Cavallo di Leonardo

Nella periferia Ovest, a due passi dallo Stadio Meazza (meglio noto come San Siro) si trova l’Ippodromo Snai di San Siro, all’ingresso del piazzale dello Sport. Qui si può ammirare una tra le più grandi sculture equestri al mondo: il Cavallo di Leonardo, realizzata dalla scultrice statunitense Nina Akamu su ispirazione dei disegni originali di Leonardo Da Vinci, datati 1482 e realizzati su commissione di Ludovico il Moro che voleva dedicare l’opera alla memoria del padre Francesco.

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Fonte: Getty Images

Il Cavallo di Leonardo all’Ippodromo di Milano

Il glicine di Leonardo

Alla periferia Sud di Milano, invece, c’è un luogo leonardesco che, a primavera, diventa meta di pellegrinaggio di turisti ma anche degli stessi milanesi. Si tratta del glicine di Leonardo, una pianta antichissima che, quando è in fiore, regala ai passanti uno spettacolo unico per gli occhi. Si calcola che abbia più di 700 anni e, secondo gli esperti di botanica, le sue radici sono ormai così lunghe da arrivare a misurare circa due chilometri. Pare sia uno dei più antichi d’Italia. Si dice che, proprio all’ombra delle sue coloratissime e profumatissime fronde, venisse lo stesso Leonardo Da Vinci a meditare e a escogitare i suoi tanti progetti rivoluzionari per il Naviglio di Milano che dista poche centinaia di metri. Il Genio italiano era solito ritirarsi in questo angolino tranquillo della città, all’epoca alle porte di Milano, per meditare, spesso in compagnia di Ludovico. Dicono che durante una delle sue soste sotto il glicine avrebbe meditato il progetto della Conca Fallata del Naviglio Pavese. Il glicine si trova al civico 2 di via Bernardino Verro, angolo via dei Fontanili, all’interno di un cortiletto aperto da dove tutti lo possono ammirare.

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Fonte: @Claudia Santi

Il glicine di Leonardo
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Solar Farm, Pedalaria e non solo: le novità di Fiumicino per il 2025

Nel 2024, quello di Fiumicino si è aggiudicato per la settima volta il titolo di miglior aeroporto d’Europa, un prestigioso riconoscimento che viene assegnato agli scali che hanno dimostrato di saper implementare strategie in grado di migliorare il proprio business aeroportuale. Il primo mese del 2025, quindi, non poteva che cominciare con tutta una serie di novità pensate e progettate per mantenere inalterata la posizione di successo di questo importante scalo italiano, che anno dopo anno accoglie sempre più visitatori.

Il Leonardo da Vinci, infatti, ha raggiunto quasi 50 milioni di passeggeri nel 2024, per l’esattezza 49,2 milioni, un risultato che, secondo le previsioni, doveva essere raggiunto soltanto nel 2028. Quali sono le novità ideate per migliorarlo ancora di più? Dai parcheggi smart al maxi impianto fotovoltaico, fino alla presenza di nuove destinazioni: ve le raccontiamo tutte di seguito.

Nuove destinazioni in Italia e nel mondo

Uno dei punti di forza dell’aeroporto risiede anche nell’ampio network di destinazioni offerte, tanto da diventare uno dei 10 aeroporti meglio connessi del mondo. Nel 2025, queste verranno ampliate ancora di più: dal 12 gennaio è tornato, dopo ben 10 anni, il collegamento da Roma a Tripoli operato da ITA Airways, disponibile due volte a settimana. Ci saranno anche nuovi voli di breve raggio operati da Easyjet, Wizz Air e Ryanair, oltre che nuove rotte verso il Nord America e il Sud America, soprattutto Brasile, Argentina, Perù e Colombia.

Solar Farm, il maxi impianto fotovoltaico

Essere l’aeroporto migliore d’Europa porta con sé anche delle responsabilità, soprattutto dal punto di vista della sostenibilità, un tema sempre più centrale anche nel campo dell’industria aerea. Ecco perché il Leonardo Da Vinci ha investito 50 milioni di euro in Solar Farm, il maxi impianto fotovoltaico che fornirà energia pulita all’aeroporto.

L’impianto, grazie a una potenza di 22 megawatt di picco, è composto da circa 55 mila pannelli in silicio monocristallino e permetterà all’aeroporto di Fiumicino di produrre ogni anno energia elettrica per più di 30 milioni di kilowattora. L’obiettivo di questo investimento è anche e soprattutto quello di ridurre le emissioni di CO2 dello scalo di oltre 11.000 tonnellate ogni anno.

Pedalaria, la nuova ciclovia

Restiamo in tema di sostenibilità e parliamo della nuova ciclovia che collega l’aeroporto alla città di Fiumicino. L’infrastruttura, che rientra tra le opere del “Dpcm Giubileo 2025”, può essere utilizzata sia dai pedoni che dai ciclisti e si estende lungo 3,5 chilometri fino alla pista ciclabile già esistente nella cittadina aeroportuale.

Chi la percorre potrà ammirare, in un modo lento ed ecologico, luoghi straordinari come i Porti Imperiali di Claudio e Traiano, ossia quello che fu lo scalo marittimo della Roma Imperiale. Pedalaria è stata pensata sia a scopi turistici che funzionali: rappresenta, infatti, una soluzione di mobilità sostenibile non solo per i passeggeri, ma anche per i tanti lavoratori che potranno recarsi a lavoro in modo sostenibile.

Pedalaria novità Fiumicino 2025

Fonte: ANSA

Il percorso di Pedalaria, la nuova ciclovia che collega l’aeroporto con Fiumicino

MyParking, il servizio smart per il parcheggio

Già nel 2024, l’aeroporto di Fiumicino ha abbracciato il mondo digitale proponendo servizi ai passeggeri comodi ed efficienti, dal servizio chatbot via WhatsApp al servizio di “Smart Boarding”. Nel 2025 arriva un ulteriore servizio smart dedicato ai parcheggi: MyParking è una piattaforma specializzata che permette di trovare il parcheggio più adatto alle proprie necessità in modo semplice e veloce prenotandolo direttamente online.

Si può scegliere il parcheggio in base a diversi fattori: distanza dallo scalo, posteggi aperti h24 o con posti coperti. Inoltre, per chi paga online, c’è anche uno sconto del 10% sulle tariffe rispetto a chi paga in sede, oltre alla possibilità di accumulare punti MyClub da convertire in codici sconto attraverso la registrazione al programma fedeltà MyParking Club.

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Nuovi misteri al Castello Sforzesco: scoperti dei passaggi segreti

Originariamente fortezza viscontea, il Castello Sforzesco divenne in seguito dimora della potente dinastia Sforza, che governò Milano durante il Rinascimento. Sono numerosi i personaggi illustri passati di qui: da Leonardo Da Vinci, che progettò le difese del castello, a Napoleone che ne prosciugò il fossato e rimosse i ponti levatoi. Non sorprende, quindi, l’alone di fascino che avvolge questo edificio, dalla storia non solo interessante, ma anche ricca di misteri.

Misteri che piano piano vengono svelati grazie all’utilizzo di tecnologie avanzate e all’avanguardia che ci permettono di fare sempre nuove scoperte. L’ultima riguarda dei passaggi segreti progettati da Leonardo, scoperti da alcuni ricercatori del Politecnico di Milano nell’ambito di una tesi di dottorato.

Scoperti i passaggi segreti del Castello Sforzesco

Quello che per anni è stato al centro di leggende e speculazioni sta per trovare la sua verità grazie a una tesi di dottorato. Durante l’indagine tecnologica portata avanti dal PoliMi in collaborazione con il Castello Sforzesco e con il supporto tecnico di Codevintec, infatti, è stata svelata una scoperta incredibile. I ricercatori hanno evidenziato la presenza di numerosi passaggi sotterranei custoditi sotto il complesso monumentale, in corrispondenza di quella che era la Ghirlanda, ossia la cintura muraria di cui ora rimangono i resti delle due torri angolari.

Alcuni di questi potrebbero essere legati a passaggi segreti di natura militare e non solo, descritti anche dai disegni di Leonardo da Vinci. Sono stati fatti degli scavi? Come sono stati scoperti? Nessuno scavo: i ricercatori hanno impiegato tecnologie all’avanguardia e non invasive, alleate importanti per svelare i segreti nascosti nel sottosuolo del nostro Paese.

Com’è stata fatta la scoperta: le tecnologie usate

Nel corso degli ultimi anni sono state fatte grandi scoperte grazie all’utilizzo delle nuove tecnologie. Nel caso del Castello Sforzesco, i ricercatori hanno impiegato georadar e laser scanner, attrezzature che hanno dato grandi soddisfazioni individuando le strutture nascoste.

Queste tecnologie hanno permesso di mappare e documentare con precisione il sottosuolo del castello e gli intricati cunicoli sepolti, rivelando cavità e passaggi interrati costruiti a pochi decimetri di profondità. Come ha spiegato una ricercatrice che ha preso parte al progetto: “Il georadar ha arricchito il modello 3D con dati su spazi noti, ma inaccessibili, portando alla luce camminamenti sconosciuti e spunti per ulteriori studi sui passaggi segreti”.

L’obiettivo della ricerca è quello di creare un gemello digitale del Castello Sforzesco che non mostra solo l’aspetto attuale, ma che ci permette di esplorarne il passato recuperando elementi storici che non sono più visibili.

Scoperta Politecnico Castello Sforzesco

Fonte: Politecnico di Milano

Ricercatori utilizzano le tecnologie laser e radar al Castello Sforzesco

Cosa sappiamo dei passaggi segreti del Castello Sforzesco

Cosa sappiamo di questi passaggi segreti? Alcuni potrebbero essere di natura militare, come quelli descritti anche nei disegni di Leonardo da Vinci che, come abbiamo scritto inizialmente, si occupò delle difese del castello. Secondo le fonti storiche, inoltre, Ludovico il Moro, reggente del Ducato di Milano dal 1480, avrebbe fatto costruire un collegamento segreto per poter raggiungere la sua amata moglie Beatrice d’Este, sepolta nella Basilica di Santa Maria delle Grazie.

Di camminamenti segreti ne esistono numerosi e non vediamo l’ora di conoscere le nuove scoperte che verranno fatte nel prossimo periodo.

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Nuova ipotesi sul panorama della Gioconda: potrebbe essere il Lago di Como

Ha suscitato un dibattito senza fine, negli anni, il paesaggio che fa da sfondo alla Gioconda di Leonardo da Vinci. Per alcuni storici dell’arte si trattava di un panorama immaginario e idealizzato, mentre altri hanno ipotizzato legami con specifiche località italiane, quali Bobbio e il ponte Romito di Laterina. Oggi, però, potremmo essere finalmente davanti a una risposta definitiva. La geologa e studiosa del Rinascimento italiano, Ann Pizzorusso, ritiene infatti di essere venuta a capo del mistero di uno dei dipinti più enigmatici e famosi del mondo: si tratterebbe di un ramo del Lago di Como.

Lago di Como e Lecco sullo sfondo della Gioconda

Unendo le sue due competenze, di geologa e studiosa dell’arte rinascimentale, Ann Pizzorusso, che vive tra l’Italia e New York, suggerisce che Leonardo da Vinci avrebbe dipinto sullo sfondo della Monna Lisa diverse caratteristiche riconducibili al Lago di Como, in particolare al ramo lecchese.

Pizzorusso ha accostato il ponte disegnato da Leonardo, la catena montuosa e il lago della Gioconda al ponte Azzone Visconti, uno dei monumenti simbolo di Lecco, costruito tra il 1336 e il 1339 sul fiume Adda con l’obiettivo di migliorare i collegamenti tra la città e il ducato di Milano, alle Alpi sud-occidentali che dominano la zona e al Lago di Garlate, che Leonardo avrebbe visitato 500 anni fa.

Stando a quanto dichiarato dalla studiosa italoamericana intervistata dal quotidiano inglese The Guardian, le somiglianze tra quelle zone e il paesaggio del dipinto sono “innegabili”. Per Pizzorusso solo un esperto in geologia può realizzare che si tratta effettivamente del territorio lecchese. La studiosa ha infatti evidenziato che le rocce di Lecco sono calcaree e che Leonardo da Vinci ha raffigurato le sue proprio in un colore bianco-grigio.

Le precedenti tesi sul panorama della Monna Lisa

In molti si sono nel tempo interrogati non solo su quale fosse la vera identità della Monna Lisa ritratta da Leonardo o sul significato della sua espressione enigmatica, ma anche sul paesaggio raffigurato nel dipinto. Nel 2015 la ricercatrice Carla Glori aveva avanzato le sue tesi per le quali il paese raffigurato sullo sfondo de La Gioconda fosse Bobbio, ipotesi che sarebbero state confermate di recente tramite la scoperta di un gruppo di scienziati che hanno acclarato la presenza di Leoanrdo da Vinci in località Pierfrancesco di Gropparello, vicino a Bobbio, agli inizi del 1500, quando è stato realizzato l’importante dipinto. L’area era inoltre già comprovata come d’interesse geologico per il famoso scienziato.

Nel 2023 un’altra ipotesi si è fatta strada. Stando a quanto rivelato da una ricerca coordinata dallo storico Silvano Vinceti, già autore in passato di altre importanti scoperte sull’opera, quello dipinto alle spalle della Gioconda sarebbe in realtà il ponte Romito di Laterina, in provincia di Arezzo. Proprio in quel periodo, secondo Vinceti, Leonardo si trovava in Val d’Arno, prima al servizio di Cesare Borgia, detto il Valentino, e poi del gonfaloniere della Repubblica di Firenze Pier Soderini.

Ora, però, la tesi di Ann Pizzorusso potrebbe ribaltare quelle precedenti. Concentrarsi sul ponte, per la studiosa, non era sufficiente. “Il ponte ad arco era diffuso in tutta Italia e in Europa e molti erano simili – spiega – È impossibile identificare un luogo esatto solo da un ponte. Tutti parlano del ponte e nessuno parla della geologia”. La studiosa era già nota per aver svolto ricerche sull’autenticità di un altro quadro di da Vinci, “La Vergine delle Rocce”, oltre che per aver scritto numerosi libri in cui legge la storia dell’arte attraversa il filtro delle conoscenze geologiche, come ne “La gemmologia della Divina Commedia”.

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Puoi entrare nell’Ultima Cena di Leonardo da Vinci

Dal 1980 il Cenacolo di Leonardo, insieme alla Chiesa e al Convento Domenicano di Santa Maria delle Grazie che lo conserva, è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Si tratta di un’opera unica nel suo genere, un capolavoro rinascimentale che è diventato il simbolo universale di uno dei più importanti periodi artistici e che ha influenzato, in maniera imprescindibile tutta la storia dell’arte.

Realizzato tra il 1494 e il 1498 da Leonardo da Vinci, e commissionato da Ludovico il Moro, il Cenacolo è conservato nel refettorio del convento di Santa Maria delle Grazie a Milano. Migliaia di persone, provenienti da ogni parte del mondo, si recano qui ogni giorno per contemplare il grande affresco parietale, rendendolo così uno dei capolavori più visitati del Bel Paese.

Quest’opera-simbolo del Rinascimento italiano merita di entrare di diritto nelle travel wish list degli appassionati di arte e di storia. Ma oltre a contemplare il capolavoro da lontano è possibile fare di più. Da oggi, infatti, si può entrare nell’Ultima Cena di Leonardo da Vinci e vivere un’esperienza immersiva e interattiva senza eguali. Ecco come.

Dentro il capolavoro di Leonardo da Vinci

Immergersi fisicamente in un’opera, ammirarla da ogni prospettiva e toccarla con mano fino a diventarne i protagonisti: è questa la nuova frontiera dell’arte. È questa la missione, già compiuta, di Last Supper Interactive (LSI), un’installazione straordinaria realizzata dall’artista Franz Fischnaller e inaugurata l’8 settembre del 2023 in occasione dell’Ars Electronica Festival.

Ospitata all’interno dello spazio futuristico Deep Space di Ars Electronica Center di Linz, il progetto è caratterizzato da un’anima tecnologica. La fotografia ad altissima risoluzione dell’Ultima Cena di Leonardo, acquisita da Haltadefinizione, è stata trasformata in un’esperienza immersiva che consentirà alle persone di entrare fisicamente all’interno di uno dei più importanti capolavori artistici della storia.

Chiesa di Santa Maria delle Grazie, Deep Space 8K

Fonte: Franz Fischnaller

Chiesa di Santa Maria delle Grazie, Deep Space 8K

L’esperienza immersiva a Linz

Per vivere e condividere questa avventura senza eguali dobbiamo recarci a Linz, nella città dell’Alta Austria attraversata dal Danubio e situata a metà trada tra Vienna e Salisburgo. Oltre il fiume troviamo l’imponente Ars Electronica Center, soprannominato anche Museo del Futuro, che ospita periodicamente mostre ed esposizioni avanguardistiche basate sulla tecnologia e sull’intelligenza artificiale.

Ed è proprio in questo luogo futuristico che oggi ci rechiamo, per andare alla scoperta dell’installazione immersiva Last Supper Interactive. Un progetto che, attraverso la realtà aumentata in 8K-3D, consente di avvicinarsi al capolavoro di Leonardo da Vinci come non era mai stato fatto prima di questo momento.

Grazie alla tecnologia immersiva, gli ospiti possono avere una panoramica completa e inedita dell’opera. Osservare il dipinto da diverse altezze e prospettive, muoversi all’interno dello spazio pittorico tra gli apostoli seduti al tavolo, e scrutare ogni dettaglio che compone la narrazione artistica.

Con questo progetto, Last Supper Interactive, concede un’opportunità unica a tutti gli amanti dell’arte, quella di entrare nell’Ultima Cena per esplorare e interagire con il capolavoro all’interno dello spazio pittorico. L’installazione resterà a disposizione di cittadini e viaggiatori presso il Deep Space 8K, un immenso spazio di proiezione all’interno dell’Ars Electronica Center, per un anno.

Dentro l'Ultima Cena

Fonte: Franz Fischnaller

Dentro l’Ultima Cena, le immagini dell’esperienza immersiva al Deep Space 8K
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La Vigna di Leonardo scompare per sempre (almeno per noi)

Leonardo da Vinci e Milano sono un binomio imprescindibile. Il Genio trascorse in questa città il più lungo periodo della sua vita e ha realizzato il più vasto repertorio di opere a lui attribuite. Giunto da Firenze, trovò a Milano il luogo ideale dove esprimere liberamente la propria creatività. Grazie anche al supporto del Duce di Milano, Ludovico Maria Sforza, coetaneo e grande mecenate di artisti e scienziati con la passione per il bello.

I luoghi di Leonardo a Milano

Tanti sono i luoghi ancora oggi legati al Genio che si possono vedere, alcuni assolutamente gratuiti. Tra questi. Il Castello Sforzesco, con il grande affresco sulla volta della sala “delle Asse”, il Cenacolo Vinciano a Santa Maria delle Grazie con l’affresco dell’Ultima cena, il Museo della Scienza e della Tecnologia che ospita la più grande collezione al mondo di modelli di macchine realizzati a partire da disegni di Leonardo, la Veneranda Biblioteca Ambrosiana dove è possibile ammirare lo splendido “Codice Atlantico”, il Cavallo di Leonardo dedicato a Francesco Sforza all’Ippodromo di San Siro e il Leonardo 3 Museum aperto dieci anni fa in Galleria Vittorio Emanuele.

E poi c’è la Vigna di Leonardo, un vigneto nel pieno centro di Milano, che Ludovico il Moro donò a da Vinci nel 1498, mentre stava ancora lavorando all’Ultima Cena, come gesto di riconoscenza per “le svariate e mirabili opere da lui eseguite per il duca” e che purtroppo resterà aperta al pubblico ancora per poco.

Chiusa la Vigna di Leonardo

Sì, perché, un anno fa, i proprietari hanno avuto la brillante idea di vendere la Vigna e la adiacente Casa degli Atellani, la dimora appartenuta a Ludovico il Moro, duca di Milano, ultima traccia ancora esistente dell’antico Borgo delle Grazie, al gruppo LVMH, quello di Louis Vuitton, per intenderci, ma anche di brand dell’hôtellerie di lusso come Belmond (lo stesso dell’ex Orient Express) e di Hotel Bulgari. Il nuovo proprietario ha deciso di chiudere al pubblico la Vigna e la Casa – ultimi ingressi possibili fino a fine settembre 2024 – perché pare voglia realizzarvi proprio un hotel.

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Fonte: 123rf

Il museo della Vigna di Leonardo a Milano

Certo, per gli ospiti che potranno soggiornare nelle stanze appartenute a Ludovico il Moro sarebbe un’esperienza più unica che rara, gli stranieri farebbero carte false pur di provare questa esperienza e di passeggiare nel giardino che ospita un vigneto nientemeno che appartenuto a Leonardo da Vinci, ma a quale prezzo.

La gente comune, che oggi può acquistare il biglietto e visitare uno dei luoghi più suggestivi e pregni di significato di Milano, a breve non potrà più farlo.

La Vigna di Leonardo era stata riaperta nel 2015 in occasione dell’Expo di Milano. E proprio in quell’anno, alcuni studiosi erano riusciti, grazie a del materiale organico ritrovato, addirittura a individuare il Dna del vitigno originale coltivato proprio da Leonardo, la Malvasia di Candia Aromatica.

I luoghi gratuiti di Leonardo

Per fortuna c’è anche qualche luogo legato alla figura di Leonardo da Vinci che si può visitare gratuitamente a Milano. Uno di questi è la statua di Leonardo che domina il centro di piazza Scala. Realizzata dallo scultore Pietro Magni nella seconda metà del XIX secolo, rappresenta il Genio toscano insieme ai quattro suoi allievi: Marco d’Oggiono, Salaino, Cesare da Sesto e Giovanni Antonio Boltraffio.

Poi c’è la Conca dell’Incoronata, ciò che resta del Naviglio della Martesana, all’interno della cerchia delle antiche mura spagnole di Milano. La Conca celebra il genio di Leonardo nell’ambito dell’ingegneria idraulica. Costruita nel 1496, la direzione dei lavori venne affidata agli ingegneri Giuliano Guasconi e Bartolomeo della Valle, supportati dalla consulenza dello stesso Leonardo. Tra il 1929 e il 1930 questo tratto di canale fu interrato per la chiusura della Cerchia dei Navigli.

Infine, c’ è un luogo un po’ fuorimano che merita una visita, quando arriva la bella stagione. Si tratta del glicine di Leonardo e si trova nella zona Sud del Capoluogo lombardo, in quel quartiere oggi chiamato Scalo Romana dove, nel 2026, sorgerà il Villaggio Olimpico per le Olimpiadi invernali Milano-Cortina, e che un tempo era un piccolo borgo chiamato Morivione.

Questa pianta di glicine è una delle più antiche d’Italia. Si calcola che abbia più di 700 anni. Secondo gli esperti di botanica, le sue radici sono ormai così lunghe da arrivare a misurare circa due chilometri. Si trova dentro un cortile privato e, purtroppo, non è nemmeno conserto molto berne dagli abitanti del condominio a cui appartiene, ma lo si può vedere gratuitamente, almeno quello.

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Fonte: 123rf

Il glicine di Leonardo, uno dei più antichi d’Italia
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Scoperta la località che fa da sfondo alla Monna Lisa

La Gioconda è uno dei quadri più famosi al mondo: realizzato all’inizio dei ‘500 dal celebre pittore Leonardo da Vinci, il dipinto si trova oggi all’interno del Museo del Louvre, nella capitale francese. Nonostante gli innumerevoli studi compiuti dai più grandi esperti d’arte, la Monna Lisa continua a celare molti misteri – come ad esempio l’identità della donna raffigurata, su cui ci sono moltissime teorie interessanti. Ma finalmente sappiamo qualcosa in più su questo capolavoro: uno storico italiano ha scoperto dove si trova la località che fa da sfondo al quadro.

L’incredibile scoperta sulla Gioconda

Silvano Vinceti, storico già autore di numerose scoperte importanti sulla Monna Lisa, ha recentemente guidato una ricerca volta ad individuare il luogo in cui il ritratto è stato ambientato, aiutandosi con la sagoma del ponte che si intravede tra la vegetazione, dietro alle spalle della donna dipinta. Nel corso degli anni, sono state molteplici le teorie che hanno avuto come cardine proprio il ponte, uno degli elementi più caratteristici del quadro. Secondo alcuni, si sarebbe trattato di quello che si trova a Buriano, nell’Aretino; altre ipotesi, invece, puntavano sul borgo di Bobbio e il suo Ponte del Diavolo, in provincia di Piacenza.

Ora, gli esperti sono sicuri di aver scoperto la verità: lo sfondo della Gioconda rappresenterebbe il ponte Romito di Laterina, una frazione del comune di Laterina Pergine Valdarno, di nuovo nell’Aretino. Siamo in Toscana, immersi tra le campagne lussureggianti, dove a dominare il panorama è lo scorrere placido del fiume Arno. È qui che sorgono i resti di un antichissimo ponte, del quale ormai non resta che una singola campata ancora in piedi. Un tempo doveva però essere un’opera maestosa, proprio come quella che si nota nel paesaggio che è stato immortalato per sempre da Leonardo da Vinci.

Il ponte Romito, sullo sfondo della Monna Lisa

Grazie ad attente analisi basate su nuovi documenti storici e fotografie attuali, il team di ricercatori ha trovato diversi indizi a sostegno della loro ipotesi: “Si tratta del ponte etrusco-romano Romito o ponte di Valle, collocato nel comune di Laterina in provincia di Arezzo” – ha spiegato Vinceti – “Attualmente del ponte rimane un solo arco, ma nel periodo tra il 1501 e il 1503 era in funzione e frequentatissimo, come attesta un documento sullo stato dei manufatti nelle proprietà della famiglia dei Medici, ritrovato negli archivi di Stato di Firenze”.

In quegli anni, Leonardo da Vinci si trovava proprio in Valdarno, dapprima al servizio di Cesare Borgia e poco dopo di Pier Soderini, gonfaloniere della Repubblica di Venezia. Come hanno fatto gli esperti ad individuare il ponte Romito alle spalle della Gioconda? Stando alle foto storiche, questo ponte aveva quattro arcate e poggiava su due falesie. Molto diverso da quello di Buriano, che ne ha sei, e da quello di Bobbio, che addirittura ne ha undici.

“Diverse sono le corrispondenze che intercorrono tra il ponte Romito, le particolari morfologie dell’Arno in quel tratto di territorio e quanto riportato da Leonardo nel paesaggio alla sinistra della nobildonna raffigurata nel famoso dipinto” – ha aggiunto lo storico. Alcune immagini riprese da un drone hanno permesso agli esperti di analizzare attentamente le somiglianze, tra cui le due falesie che sono presenti anche nel dipinto.

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La Visione di Leonardo: la mostra che ti porta nella mente del genio

È un viaggio diverso, inedito e straordinario quello in cui vi accompagniamo oggi. Un’avventura multidimensionale, immersiva e unica che utilizza la tecnologia per raccontare storie e idee, che vi permetterà di entrare nella mente visionaria del genio Leonardo da Vinci.

È proprio allo scienziato, inventore e artista italiano che il Museo Nazionale Scienza e Tecnologia di Milano ha scelto di dedicare una mostra diffusa e permanente accessibile a tutti. Ma non si tratta di un’esposizione tradizionale dove l’osservatore è chiamato a contemplare le opere del maestro.

La Visione di Leonardo, questo il nome della mostra, è una sorta di caccia al tesoro che vi condurrà nei luoghi simbolo del capoluogo lombardo. Gli stessi che si legano indissolubilmente alla figura dell’artista. Ed è proprio raggiungendoli che, grazie alla tecnologia, le visioni di Leonardo da Vinci appariranno davanti ai vostri sguardi increduli.

La Visione di Leonardo: la mostra da non perdere

È una mostra diffusa e permanente che cambia per sempre il modo di vedere la città perché ci permette di osservarla con gli occhi del visionario Leonardo da Vinci. A partire dal 30 giugno, infatti, installazioni animate e tridimensionali ispirate alle idee dello scienziato e inventore, creano un nuovo percorso urbano, un itinerario unico e straordinario in città per entrare nella mente di Leonardo.

Il Museo Nazionale Scienza e Tecnologia partecipa alla mostra come partner scientifico affiancando il lavoro di Bepart, ideatore del progetto basato sulla realtà aumentata. Si esce quindi dagli spazi museali per raggiungere alcuni luoghi iconici di Milano che ospitano virtualmente otto opere tutte da ammirare, capolavori in digitale che trasformano il capoluogo lombardo in una grande e inedita sala espositiva contemporanea.

Le tappe da inserire in questo nuovo itinerario sono Piazza Gae Aulenti, Parco Sempione, il Castello Sforzesco e Piazza della Scala. E poi, ancora, Palazzo Reale, Conca del Naviglio, Darsena e il Museo Nazionale Scienza e Tecnologia. Se al primo sguardo avrete come l’impressione che nulla in questi luoghi sia cambiato, provate a puntare il vostro smartphone nel punto preciso indicato dal Gps: sarà allora che le opere del genio si paleseranno davanti ai vostri occhi.

Per accedere alla mostra La Visione di Leonardo, infatti, avrete bisogno del vostro smartphone e dell’app ImaginAr. Sarà questa a indicarvi i luoghi da raggiungere, sarà sempre lei, grazie a tecnologia e innovazione, a trasformare le tappe milanesi in sale espositive open air.

La Visione di Leonardo, opera di David Szauder

Fonte: Museo Nazionale Scienza e Tecnologia

La Visione di Leonardo, opera di David Szauder

Una mostra digitale, multidimensionale e immersiva accessibile con un’app

Come abbiamo anticipato, vi basterà scaricare l’app ImaginAR per iniziare un viaggio all’interno della mente di Leonardo. I contenuti artistici creati dagli otto artisti digitali coinvolti vengono visualizzati proprio grazie alla fotocamera del telefono che si trasforma in un terzo occhio grazie tecnologia della realtà aumentata.

A circondare le opere ci saranno proprio questi spazi celebri che già conosciamo: le installazioni, infatti, appaiono contestualizzate nello scenario urbano, tra le superfici, gli edifici e i panorami che li caratterizzano.

In questo viaggio immersivo e incredibile sarà possibile andare alla scoperta del volto più bello di Milano in maniera inedita grazie a un itinerario urbano legato indissolubilmente alla figura dello scienziato. in ognuna delle 8 tappe, un’installazione digitale con animazioni tridimensionali e un audio presentato la visione dell’artista in un dialogo costante con la realtà circostante.

La mostra diffusa è fruibile in autonomia, portando con sé lo smartphone, oppure prenotato un tour guidato da una guida specializzata.

La Visione di Leonardo, opera di Giulia Roncucci

Fonte: Museo Nazionale Scienza e Tecnologia

La Visione di Leonardo, opera di Giulia Roncucci
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Gioconda: il vero luogo che fa da sfondo al dipinto di Leonardo

Non sarebbe la zona del Montefeltro, nelle Marche, come si è sempre pensato, quella al confine tra l’Emilia-Romagna e il territorio tra Pesaro e Urbino, e neppure il famoso borgo di Bobbio, nel piacentino, a fare da sfondo alla Gioconda, il celeberrimo dipinto di Leonardo da Vinci conservato al Louvre di Parigi.

Oggi, infatti, tra gli esperti gira una nuova teoria secondo la quale il Genio avrebbe dipinto la sua enigmatica Mona Lisa in tutt’altro luogo, che ora vi vogliamo svelare.

La nuova scoperta

Leonardo non sarebbe andato molto distante da casa, in realtà. Il paesaggio che fa da sfondo alla Gioconda sarebbe infatti toscano e, per la precisione, pisano. Non è ancora ben chiaro se abbia realizzato il dipinto direttamente stando in quelle zone o se si sia semplicemente ispirato a paesaggi che aveva visitato.

Fatto sta che dietro a quella figura femminile dal sorriso più enigmatico della storia dell’arte gli esperti avrebbero riconosciuto la Torre di Caprona di Vicopisano, in provincia di Pisa, e il profilo dei monti pisani, con i paesi di Cascina e di Calci.

La nuova ipotesi è stata annunciata in occasione di una conferenza dal titolo “La Gioconda svelata dalla scienza. Una nuova scoperta mondiale” che si tenuta a Vinci, in provincia di Firenze, il Comune noto per essere stato il luogo d’origine di Leonardo da Vinci.

Gli autori della scoperta sono due studiosi francesi, l’ingegnere Pascal Cotte, direttore della Lumière Technology, che nel 2004, su richiesta del Louvre, ha digitalizzato la Gioconda, e Sylvain Thieurmel, un ricercatore specializzato nella pittura e nella biografia dell’artista-scienziato rinascimentale.

Dopo 18 anni dalla digitalizzazione di Cotte, sarebbero infatti emersi nuovi particolari grazie a una telecamera multispettrale inventata e progettata proprio dal ricercatore francese. Lo studio delle carte geografiche disegnate dallo stesso Leonardo messe a confronto con i nuovi risultati avrebbero quindi permesso di confermare la nuova scoperta.

Vinci, il paese di Leonardo

Situato sulle pendici del Montalbano, Vinci è il paese in cui nacque Leonardo, e qui sono stati aperti diversi luoghi legati al Genio di da Vinci. La Biblioteca leonardiana, un centro internazionale di studi leonardiani, il Museo leonardiano di Vinci, che comprende un’ampia collezione di modelli di invenzioni realizzata all’interno della Palazzina Uzielli e del Castello dei Conti Guidi, una bellissima fortificazione medievale. Visitato ogni anno da 130mila persone, il Museo leonardiano è uno dei musei più importanti e frequentati della Toscana.

A Vinci ha anche sede il Museo ideale Leonardo da Vinci, dedicato all’approfondimento dell’attualità della figura di Leonardo e alla complessità della sua opera di artista, scienziato, inventore.

La casa natale di Leonardo

La casa natale di Leonardo da Vinci, invece, si trova ad Anchiano, un minuscolo abitato a breve distanza da Vinci che può essere visitata. All’interno è stata allestita una narrazione audio-visiva della vita di Leonardo. Con diversi disegni che raffigurano la Valle dell’Arno, il Padule di Fucecchio, Vinci e il Montalbano, si vuole sottolineato il rapporto che l’artista ha avuto con il proprio territorio, dal quale ha preso molte ispirazioni per le sue più grandi opere. Un ologramma a grandezza naturale dà voce a un Leonardo oramai vecchio e stanco che, dalla sua ultima dimora, il Castello di Amboise, in Francia, volge lo sguardo al passato per narrare le frequentazioni, gli studi e le vicende che lo legarono a queste terre.

Una parte dell’esposizione comprende una sezione dedicata al Cenacolo vinciano che si trova nella chiesa di Santa Maria delle Grazie a Milano, di cui è esposta una riproduzione in alta definizione, con la possibilità di attivare ulteriori percorsi tematici storici, artistici e dedicati al restauro.

La Strada Verde

Da Vinci ad Anchiano si può andare anche a piedi. Il percorso che collega il borgo alla casa natale di Leonardo prende il nome di “Strada Verde”. Contrassegnata come Itinerario escursionistico n. 14, è lo stesso che nell’Ottocento era noto come via Botanica ed è lungo circa 2 chilometri.

L’itinerario è rimasto pressoché inalterato nei secoli. Passa attraverso uliveti e vigneti che si concentrano lungo la salita verso Anchiano. A metà della via, prendendo una deviazione, è possibile raggiungere la pescaia quattrocentesca utilizzata per il flusso d’acqua che alimentava il Mulino della doccia di Vinci, che Leonardo raffigurò in un disegno del 1504 circa.