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Visto per l’Australia: tutte le informazioni per richiedere quello giusto per il tuo viaggio

Alzi la mano chi non ha mai sognato di fare un viaggio in Australia? Quello che viene comunemente chiamato “the world down under” attira viaggiatori di ogni età e con ogni tipo di interesse. L’Australia non è solo una nazione ma è anche il territorio più grande da esplorare in Oceania. La sua ricchezza di paesaggi diversi, di luoghi capaci di farci sognare, di posti incredibili che sembrano arrivare da un romanzo di fantascienza oppure, ancora, i tanti animali più unici che rari presenti su quella grande isola sono solo quattro dei motivi che portano le persone ad organizzare un viaggio a Sydney, Melbourne o addirittura in pieno bush.

L’Australia è un paese compreso nel grande insieme delle ex colonie britanniche e rientra nel Commonwealth. Ognuno di queste nazioni richiede delle condizioni particolari per l’ingresso sul proprio territorio. Sono tanti i tipi di visto per l’Australia che possono essere richiesti. Ecco qualche consiglio su come orientarsi per capire quale sia l’autorizzazione giusta da richiedere.

I diversi tipi di visto per l’Australia

C’è una domanda da farsi quando si organizza un viaggio in Australia: qual è il motivo che ci porta in quella nazione così interessante? La scelta della tipologia di autorizzazione da richiedere si trova proprio nella nostra risposta. C’è chi viaggia per turismo o anche chi può andare da quelle parti per tanti motivi diversi. Quanti tipi di visto per l’Australia esistono? La prima cosa che devi sapere è che i visti per l’Australia hanno un nome e una sorta di “cognome chiamato “Subclass”, ovvero sottoclasse. Di seguito, i tre tipi di autorizzazione più comune per chi fa un viaggio in Australia per turismo:

  • Visto ETA (Subclass 601)
  • eVisitor (Subclass 651)
  • Visto turistico o Visitor Visa (Subclass 600)

Ovviamente, ci si può recare in Australia anche per lavoro. Anzi, sono proprio molti i giovani europei che, per esempio, richiedono un determinato tipo di visto per unire un’esperienza di lavoro a quella di una vacanza in Australia, magari per raggiungere la splendida barriera corallina. Questi sono:

  • Working Holiday Visa (Subclass 471)
  • Temporary Skill Shortage Visa (Subclass 482)
  • Skilled Independent Visa (Subclass 189)
  • Business Innovation and Investment Visa (Subclass 188)

Ognuno di questi, come vedremo, riguarda una diversa situazione di lavoro.

Infine, ci sono i visti per ragioni particolari:

  • Student Visa (Subclass 500)
  • Partner Visa (Subclass 820/801 e 309/100)
  • Medical Treatment Visa (Subclass 602)

Ognuno di questi tipi di visto per l’Australia ha un suo proprio iter di rilascio e richiede documentazione diversa. La costante è, ovviamente, essere in possesso di un regolare passaporto italiano o della nazione di cui si ha la cittadinanza e che questo passaporto copra tutta la durata del viaggio.

Ogni visto per l’Australia è ben descritto sul sito governativo della nazione e, nel caso di dubbi, ci sono dei video tutorial che guidano i viaggiatori, passo dopo passo.

I diversi tipi di visto per l'Australia

Fonte: iStock

Come richiedere il visto per l’Australia

Visto ETA (Subclass 601)

ETA signfica Electronic Travel Authorisation ed è una sigla che accomuna le richieste di ingresso turistico di molti paesi del Commonwealth come, per esempio, il Canada. Sarà anche il nome della nuova autorizzazione da richiedere da Aprile 2025 per entrare in Gran Bretagna.

Questo tipo di visto per l’Australia è quello che per cui si fa domanda di norma, quando si fa una tipica vacanza nel paese. Esso permette l’ingresso nel paese per tutte le volte che si vuole, nell’arco di 12 mesi dall’emissione, e concede una permanenza massima, per volta, di tre mesi sul suolo australiano.

Si richiede tramite un’app sviluppata direttamente dal Governo Australiano. Il Visto ETA (Subclass 601) che richiede che siano attive le funzioni NCF sul proprio smartphone. Si tratta delle funzioni che, per esempio, ci permetto di utilizzare il nostro telefono al posto di un normale bancomat o carta di credito.

I viaggiatori con passaporto italiano che vogliono fare un viaggio per vedere le meraviglie di Perth, Sidney o altre zone richiedere questo tipo di visto per l’Australia, ovviamente prima del proprio viaggio. L’ETA per l’Australia, di per sé , è gratuito ma viene richiesto il pagamento di 20 AUD (circa 12€) per l’utilizzo dell’app ufficiale.

eVisitor (Subclass 651)

I passaporti dell’Unione Europea sono elegibili anche per questo tipo di visto per l’Australia che differisce per condizioni e modalità di richiesta dall’ETA. Siamo sempre nell’ambito delle autorizzazioni turistiche, con la differenza che questo visto concede anche di lavorare nel periodo di validità. Dura al massimo 12 mesi e non può essere esteso. Permette di restare nel paese per un massimo di tre mesi alla volta nell’anno di validità.

Va richiesto obbligatoriamente prima di arrivare nel paese e occorre:

  • Avere condizioni mediche idonee agli standard governativi
  • Non avere pendenze penali alcune con il proprio paese
  • Dimostrare di avere abbastanza denaro per mantenersi in Australia

Tutti i criteri per andare incontro a queste richieste specifiche del governo australiano sono disponibili sul sito ufficiale dell’Australia e tutte le informazioni sono reperibili anche nei consolati e in ambasciata. Questo tipo di visto, malgrado richieda maggiore documentazione rispetto all’ETA, è gratuito.

Visto turistico o Visitor Visa (Subclass 600)

Questa è l’ultima categoria di visto turistico per l’Australia e non può essere richiesto per motivazioni professionali. In cosa differisce, inoltre, dagli altri? Esso permette una permanenza sola di tre mesi che, su richiesta, può essere estesa fino a un massimo di un anno, entro la durata del visto stesso.

Rispetto agli altri visti di stampo turistico, esso non concede di uscire e rientrare (con la stessa autorizzazione) dall’Australia. Va sempre richiesto prima del viaggio e, per ottenerlo, si paga una tassa di circa 120€ (ovvero 195 AUD). Anche per il Visitor Visa sono richieste le stesse condizioni dell’eVisitor.

Working Holiday Visa per l'Australia

Fonte: iStock

Con il Working Holiday Visa puoi raccogliere frutta in Australia

Working Holiday Visa (Subclass 471)

Il Working Holiday Visa è una delle autorizzazioni più conosciute, soprattutto tra la popolazione under 30. Che cos’ha di speciale questo visto per l’Australia? In primis, il nome deriva da una sorta di programma di scambio culturale che concede, ai viaggiatori dei paesi aderenti, di fare un viaggio in Australia sia per visitare il paese che per lavorare. Si tratta del Working Holidat Maker Program.  Il fatto di ottenere un lavoro è un fatto centrale di questo visto. Permette ogni tipo di lavoro, sia esso full time o part-time e, tra le sue condizioni, è ammesso anche il volontariato. Durante un soggiorno in Australia con questo visto, si può anche studiare fino a un massimo di quattro mesi.

Per poter essere elegibili a questo visto occorre avere dai 18 ai 30 anni (35, per alcuni paesi) e non essere in cerca di un lavoro per emigrare in Australia definitivamente. La sua caratteristica è, infatti, quella di essere adatto a chi vuole, per esempio, trascorrere un anno sabbatico in Australia e, nel frattempo, avere l’occasione di mantenersi con tranquillità. Molte persone che ottengono questo visto, una volta in Australia, sono soliti lavorare delle aziende agricole del paese per raccogliere, per esempio, la frutta. Molte aziende che vedono crescere il loro lavoro in una parte dell’anno assumono spesso manodopera con questo visto.

Per ottenere il Working Holiday Visa è richiesta una documentazione precisa:

  • Occorre un documento finanziario (tipo una fidejussione) che attesti che si hanno fondi a sufficienza. Il minimo richiesto è di 5’000 AUD, ovvero poco più di 3’000€.
  • È necessario rispettare i requisiti sia sanitari che giudiziari.

Oltre a questo, ovviamente, occorre fornire un passaporto in corso di validità per tutto il periodo del viaggio. Questo tipo di visto per l’Australia costa 650 AUD (circa 400€) e non può essere esteso oltre i 12 mesi. Permette, però, di uscire e rientrare dal paese più volte.

Visto per lavorare in Australia

Fonte: iStock

Elizabeth Bridge a Perth

I tipi di visto per lavorare in Australia

Se il Working Holiday Visa può essere considerato un visto che mescola un viaggio di scoperta a un momento di lavoro, ci sono delle autorizzazioni apposite che possono essere richieste per chi decide di andare a lavorare in Australia, con intento maggiormente stabile e duraturo. Ugualmente, ci sono dei tipo di visto per l’Australia per chi viene inviato dalla propria azienda o chiamato da una compagnia australiana a esercitare una professione nel paese dei koala e canguri.

Questi tipi di autorizzazione a entrare e restare nel paese sono diversi per costo e concessioni ma richiedono documentazione simile. Si tratta di:

  • Temporary Skill Shortage Visa (Subclass 482)
  • Skilled Independent Visa (Subclass 189)
  • Business Innovation and Investment Visa (Subclass 188)

Il Temporary Skill Shortage Visa è il visto australiano da richiedere quando qualcuno è chiamato a lavorare in Australia da un’azienda locale che richiede manodopera estera perché più esperta e formata in un determinato ambito. Facendo un esempio, possiamo dire che si tratti dell’autorizzazione da richiedere quando una manifattura tessile richiede l’intervento di un tessitore italiano esperto per un dato periodo di tempo. In mancanza di tessitori con la stessa esperienza in Australia, questa azienda richiede del personale estero. Questo visto costa 1330 AUG (circa 800€) e concede di lavorare in Australia per un minimo di 2 anni e un massimo di 4. Per ottenerlo, serve la consueta documentazione richiesta anche per i turisti, con l’aggiunta della lettera di invito del datore di lavoro, nonché un certificato che attesti le qualifiche professionali richieste.

Lo Skilled Independent Visa è il vero e proprio visto di lavoro per l’Australia e non richiede di essere invitati a lavorare nel paese. Il suo costo è importante perché occorre pagare 4200 AUD (circa 2500€) per ottenerlo. Occorre rientrare, inoltre, nella lista delle professioni presenti nella Skilled Occupation List, un documento governativo che classifica le professioni di un certo tipo. Oltre a questo, occorre dimostrare ufficialmente di essere in grado di parlare e comprendere l’inglese. Per questo motivo, è bene munirsi di una certificazione TOEFL aggiornata al momento in cui si richiede il visto, dato che quel tipo di esame di lingua inglese è riconosciuto internazionalmente. Lo Skilled Independent Vista costa permette una residenza permanente in Australia, con possibilità di entrata e uscita dal paese. A seconda delle mansioni, potrebbe essere richiesta anche una valutazione professionale una volta arrivati in Australia.

Il Business Innovation and Investment Visa è il tipo di visto per l’Australia da richiede se si vuole sviluppare un’attività propria nel paese o investire in eventuali progetti imprenditoriali. Questo è un visto temporaneo e dura 5 anni, dopo i quali c’è la possibilità di richiedere un visto di lavoro permanente. Dato che si tratta di un visto per imprenditori, con la domanda per ottenerlo verrà richiesto anche di attestare la propria attività imprenditoriale nel paese di residenza. Il suo costo è di 6270 AUD (ovvero 3800€).

Visto per studiare in Australia

Fonte: iStock

Fare Surf a Bondi Beach

I visti speciali per recarsi in Australia

Non sarebbe male studiare a Sidney e, una volta usciti dal college o dall’università, fare un tuffo a Bondi Beach, no? Piacerebbe a molti e, per poter studiare in Australia (senza lavorare) è necessario richiedere uno Student Visa (Subclass 500). Una delle condizioni chiave è di studiare a tempo pieno presso un istituto scolastico o università riconosciuta dal governo australiano. La sua durata è collegata a quella del corso di studi: una volta terminato questo, anche il visto cessa la sua validità. Il suo costo è di 630 AUD (poco più di 380€). Per ottenere lo Student Visa occorre presentare la conferma di iscrizione a un corso di studi australiano e, inoltre, è richiesta un’assicurazione sanitaria che copra tutto il periodo interessato. Oltre a questo, come per altri visti, è richiesto di certificare che si abbiano fondi sufficienti per mantenersi.

Di diversa natura è il Partner Visa (Subclass 820/801 e 309/100), autorizzazione richiesta per ricongiungimento famigliare. Questo tipo di visto per l’Australia era il più conosciuto tra gli Italiani negli Ann immigrati down under negli Anni ’50. Serviva per far sì che le proprie mogli (spesso sposate per procura) arrivassero nel paese. Anche al giorno d’oggi, è il visto per l’Australia più richiesto da chi vuole farsi raggiungere, in modo permanente, dalla propria famiglia. Il suo costo è molto alto, ovvero 8085 AUD, che corrispondono a circa 4900€. Questo visto richiede anche che si inviino tutti i documenti che attestano il legame famigliare. Ogni documento va tradotto dall’Italiano all’Inglese per poter essere considerato valido. La traduzione va poi approdava da un pubblico ufficiale.

L’ultima tipologia tra i tipi di visto più comuni per l’Australia è il Medical Treatment Visa (Subclass 602). Come dice il suo nome, si tratta dell’autorizzazione da richiedere per poter recarsi in Australia per delle cure mediche. Vale solo per la persona a cui è intestata la cartella clinica. Eventuali accompagnatori devono richiedere altri tipi di visto, a seconda della situazione. Per ottenere questo visto è necessario provare la necessità di cure mediche possibili solo in Australia. La sua durata è variabile e viene discussa caso per caso, trattandosi di un qualcosa di molto delicato e particolare. Il suo costo è di 330 AUD, che corrispondono a circa 200€.

Osservando tutti questi tipi di visto per l’Australia viene da pensare quanto sia difficile destreggiarsi con la burocrazia del governo di Canberra ma non è così. I tipi di autorizzazioni sono tante ma, il più delle volte, i documenti richiesti sono gli stessi: cambiano i costi e i moduli da presentare. Per fortuna, il sito ufficiale dell’ufficio immigrazione dell’Australia è ben fatto e riporta le procedure passo per passo.

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Vacanze di lusso in Australia: le novità di quest’anno

L’Australia si presenta sempre più come la destinazione ideale per i viaggi luxury del 2023: infatti, durante questi mesi, ha visto l’apertura di innumerevoli strutture di alto e di altissimo livello, inaugurate in varie zone del Paese, e molte altre seguiranno ancora entro l’anno.

Ecco di quali si tratta.

Capella Sidney, il lusso della città simbolo

Le novità del lusso 2023 in Australia hanno avuto inizio a Marzo, con l’apertura a Sidney, la città simbolo australiana, dell’atteso Capella Sidney, nell’antico edificio del Dipartimento dell’Istruzione in Bridge Street, rimasto silenzioso per anni.

Vanta 192 camere e suite distribuite su otto livelli, sofisticati arredi, oggetti d’arte, ristoranti esclusivi, sei spazi per riunioni ed eventi adatti a gruppi da 10 a 80 ospiti e strutture termali di livello mondiale.

Jabiru Retreat, il campo tendato luxury

A maggio, invece, è stata la volta del Jaburu Retreat, a The Top End, North Territory, un lussuoso campo tendato con piscine e bungalow in stile safari.

In particolare, i bungalow dispongono di bagno privato, area salotto all’aperto, letti matrimoniali king-size e sono collegati con una passerella rialzata che conduce alla piscina riservata agli ospiti.

Ma non solo: il favoloso retreat propone safari ope-top, safari giornalieri nella natura, esperienze in airboat nonché tour guidati tra cui spicca quello nel cuore del Parco Nazionale di Kakadu, terra degli aborigeni da oltre 65.000 anni.

The Brooklet, il benessere esclusivo

A Byron Bay nel New South Wales, a giugno è stato inaugurato The Brooklet, magnifica struttura ricettiva con sei ville di lusso, eleganti ambienti per il benessere e “The Bar”, in grado di offrire un’esperienza culinaria raffinata e intima nella suggestiva cornice di un cantina ampia con caminetto a legna.

Si tratta del perfetto mix tra vita di campagna e costiera con eleganti spazi in una cornice mozzafiato, laddove il lusso incontra la natura, una “casa lontano da casa”.

Soggiornare in un ex carcere riconvertito

Ancora, dal mese di luglio, gli ospiti possono provare l’ebbrezza di soggiornare in un ex carcere riconvertito in hotel di lusso: ecco The Interlude, il primo retreat urbano collocato in quella che fu la prigione di Pentridge, nell’area di Melbourne/Narrm.

Le 19 suite sono state ricavate sfondando le spesse pareti di pietra blu per unire quattro o cinque celle: ciascuna ha soffitti a volta, muri in pietra e tutte le finiture e gli accessori contemporanei che ci si aspetta di trovare in un hotel moderno.

The Sun Ranch, nostalgia della California

Sempre nell’area di Byron Bay nel New South Wales, fa bella mostra di sé The Sun Ranch, che fonde insieme le influenze spagnole e la nostalgia della California degli anni Settanta.

È progettato su misura per ispirare e stupire appassionati di musica e di cucina, creativi, amanti del benessere e chiunque desideri trascorrere momenti unici in un fascino rilassato e all’avanguardia che rende omaggio alle iconiche case ranch californiane.

Il ritorno del Southern Ocean Lodge e una chicca

Tre anni dopo i devastanti incendi che hanno sconvolto Kangaroo Island nel South Australia, torna il Southern Ocean Lodge di Baillie Lodges.

Ecco, di nuovo, 25 suite extra lusso lungo la costa e una novità: la suite ultra-premium Ocean Pavilion di 640 metri quadri, con piscina privata e quattro camere da letto.

Infine, per novembre, è attesa Pelorus Private Island, parte della Northern Escape Collection: si tratta di un’isola privata per otto ospiti raggiungibile con un viaggio in superyatch privato da Townsville oppure con un volo in elicottero di mezz’ora.

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Houtman Abrolhos Islands: le isole paradisiache in Australia

Le Houtman Abrolhos Islands sono una catena di 122 isole e barriere coralline, che impreziosiscono l’Oceano Indiano come tante perle che si estendono da nord a sud per miglia e miglia. Costituiscono un’area marina unica dell’Australia Occidentale, meta prediletta degli amanti della pesca, del birdwatching, dello snorkeling e delle immersioni, ma anche di chi desidera vivere un’esperienza irripetibile tra acque trasparenti e natura incontaminata. Oggi vi portiamo alla scoperta di un luogo straordinario, che vale la pena esplorare almeno una volta nella vita.

Un sogno senza fine chiamato Houtman Abrolhos

Le Houtman Abrolhos Islands, più comunemente chiamate Isole Abrolhos, e le barriere coralline che le circondano, si trovano a circa 60 chilometri a ovest di Geraldton, una delle città in cui si è potuta ammirare la grande eclissi, sulla costa dell’Australia Occidentale. Queste meraviglie hanno una ricca storia da scoprire, con una fiorente industria della pesca delle perle, decenni di pesca del gambero e, purtroppo, anche numerosi naufragi, il più importante dei quali è quello della Batavia, naufragata sul Morning Reef il 4 giugno 1629 a seguito di un ammutinamento a bordo. I sopravvissuti al naufragio sbarcarono sulle isole vicine e un piccolo gruppo costruì il Wiebbe Hayes Fort sull’isola di West Wallabi, i cui resti sono visibili ancora oggi. Le isole si presentano raggruppate in tre gruppi principali:

  • Wallabi Group,  il gruppo più settentrionale dell’Houtman Abrolhos, raggruppa una serie di isole in un’area di circa 17 chilometri per 10, tra le quali è inclusa anche North Island. Il gruppo Wallabi è tristemente noto per il suddetto naufragio della Batavia.
  • Easter Group, il gruppo centrale della catena di isole, scoperto e nominato nell’aprile 1840 dall’equipaggio di HMS Beagle. Il diario dell’esploratore John Lort Stokes ne riporta la scoperta l’11 aprile e la decisione di chiamare le isole Easter (Pasqua, in italiano) per la concomitanza della festa cristiana.
  • Pelsaert Group, il gruppo più meridionale dell’Houtman Abrolhos, che costituisce anche la barriera corallina più meridionale dell’Oceano Indiano. È situato a sud-est dell’Easter Group, da cui è separato dal canale di Zeewijk, ed è anch’esso noto per incidenti e naufragi avvenuti molti secoli fa.

L’ arcipelago ha davvero pochi rivali in Australia riguardo a biodiversità. L’Houtman Abrolhos Islands National Park è il parco di più recente istituzione nel Paese, la cui creazione coincide con il 400esimo anniversario dell’avvistamento della catena di isole da parte del navigatore olandese Frederick de Houtman. Queste sono state riconosciute, inoltre, come Ocean Hope Spot, aree oceaniche ecologicamente uniche designate per la protezione nell’ambito di una campagna di conservazione globale supervisionata dalla organizzazione Mission Blue.

Le isole offrono un’ampia gamma di attività che incontrano gli interessi più disparati, dalla pesca al nuoto in acque straordinarie, dallo snorkeling e immersioni al birdwatching, all’avvistamento di animali marini e selvatici, dall’esplorazione delle isole a semplici passeggiate relax nei dintorni incontaminati o tra i negozi di perle.

Come esplorare le Houtman Abrolhos

Se avete voglia di adrenalina pura, scoprite la magia delle Isole Abrolhos dall’alto, con voli panoramici effettuati dagli operatori locali, che offrono anche opzioni con tour a terra. Un altro modo esclusivo per visitare la catena di 122 isole e barriere coralline dell’Australia Occidentale è una crociera di 5 giorni, che offre l’opportunità di esplorare più a lungo la bellezza, la storia e la natura dell’arcipelago.

Le isole sono, inoltre, chiamate le Galapagos dell’Oceano Indiano. Questo perché, oltre a una ricca vita nei fondali che le circondano, sono il sito di riproduzione di oltre 2 milioni di uccelli marini di 35 specie. Sono anche l’habitat più settentrionale del leone marino australiano, a rischio di estinzione, inoltre la calda corrente di Leeuwin crea un ambiente per la vita marina temperata e tropicale, tra cui gamberi, pesci, coralli, delfini e razze. Tra luglio e settembre, nelle acque che lambiscono le Isole Abrolhos, si possono anche avvistare le megattere in migrazione.

Sulla terraferma, le isole ospitano oltre 140 specie di flora autoctona e fauna rara, tra cui il wallaby Tammar, il primo “canguro” visto dagli europei quando i sopravvissuti al naufragio del Batavia si arenarono vicino alle isole Wallabi nel 1629.

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Uluru si accende di magia: la montagna rossa è uno spettacolo

Ci mettiamo in viaggio per tantissimi motivi, e anche se sono diversi gli uni dagli altri, sono tutti accomunati dal medesimo desiderio, quello di vivere e condividere esperienze straordinarie e indimenticabili. Non è poi così difficile perseguire questo obiettivo dato che il mondo che abitiamo è pieno di meraviglie uniche che aspettano solo di essere scoperte.

E oggi è proprio della grande bellezza di un luogo suggestivo e affascinante che vogliamo parlarvi. Un enorme monolite rosso che campeggia nell’outback australiano e che da sempre popola le più belle istantanee di viaggio. Un massiccio di arenaria che si staglia contro il cielo e che caratterizza in maniera univoca l’arido Red Centre, creando un paesaggio davvero mozzafiato.

Proprio qui, sopra il grande monolite sacro agli aborigeni australiani, sta per prendere vita uno spettacolo incredibile fatto di luci e droni che illumineranno il cielo di maggio regalando una visione incredibile. Così Uluru si accende di magia e la montagna rossa diventa ancora più straordinaria.

Uluru: la magia della montagna rossa

Raggiungere l’outback australiano e vagare tra i territori straordinari di questa parte del Paese è un’esperienza che tutti dovremmo fare almeno una volta nella vita. Tra distese prevalentemente aride che caratterizzano l’entroterra e le coste remote dell’Australia, i paesaggi che si aprono davanti agli occhi dei viaggiatori lasciano senza fiato.

Tra questi ci sono quelli del Red Centre, un paesaggio mozzafiato e straordinario caratterizzato da dolci catene montuose, da sterminate piane desertiche e dai siti più sacri degli aborigeni tra cui, appunto, Uluru. Ed è proprio al cospetto dell’antico e maestoso monolite di arenaria che vogliamo portarvi oggi, proprio qui dove il cielo sta per trasformarsi nel palcoscenico di uno spettacolo grandioso e senza eguali.

A maggio del 2023, infatti, sarà lanciatoauna nuova ed esclusiva esperienza in quello che è considerato il cuore spirituale dell’Australia, si tratta di un grandioso spettacolo di luci e droni che illuminerà il cielo sopra Uluru raccontando un’antica storia aborigena.

Il cielo sopra Uluru s’illumina d’immenso

Il suo nome è Wintjiri Wiru, ed è il nuovo ed esclusivo spettacolo di luci nel cielo di Uluru, lo stesso che si appresta a diventare lo show più grandioso e imperdibile di questo 2023. Molto più di una visione, questo appuntamento è una sorprendente esperienza immersiva che permetterà alle persone di tutto il mondo di toccare con mano una cultura tanto antica quanto affascinante.

La prima mondiale dell’evento lanciato da Voyages Indigenous Tourism Australia si terrà a maggio 2023 e porterà in scena uno spettacolo immersivo e sensoriale fatto di luci e suoni che utilizza la tecnologia d’avanguardia, come laser e droni, per esplorare la storia degli Anangu, una delle comunità aborigene più antiche del mondo. Sono considerati i custodi del Paese, e le storie e le leggende che ruotano intorno a loro sono tramandate da generazioni.

Wintjiri Wiru parlerà proprio di loro, utilizzando la tecnologia per narrare il primo capitolo della storia ancestrale di questa popolazione. Durante l’evento, oltre 1000 droni luminosi si alzeranno in volo sopra il monolite rosso al crepuscolo, creando spettacolari coreografie che faranno splendere nel cielo le antiche e sacre immagini che raccontano la storia degli aborigeni.

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I Giganti di legno sono arrivati in Australia

Ci sono alcuni viaggi che sono destinati a incantare e a restare nel nostro cuore per sempre. Si tratta di avventure che ci invitano a spingerci fino ai confini del mondo per esplorare e indagare territori, culture, tradizioni e popolazioni che sono lontanissime da noi. E raggiungere l’Australia, in ogni periodo dell’anno e in tutte le stagioni, vuol dire davvero fare il viaggio della vita.

Le cose da fare e da vedere qui sono tantissime. A partire da quei territori sconfinati dove la natura è assoluta protagonista, passando per le maestose coste e per le città piene di vita. Un viaggio in Australia è un sogno che si avvera.

Ed è un sogno a occhi aperti anche quel paesaggio sterminato che si apre davanti agli occhi dei viaggiatori che raggiungono Mandurah, nel Western Australia, proprio lì dove dei giganti di legno li accolgono, per raccontare la storia del territorio, delle sue bellezze e delle popolazioni che qui vivono.

Benvenuti a Mandurah

Il nostro viaggio di oggi ci porta a Mandurah, una città costiera popolosa e dinamica situata nel territorio occidentale dell’Australia, nella regione di Peel e a circa 70 chilometri da Perth. Sono molte le persone che qui si recano ogni anno per godere delle splendide spiagge che caratterizzano la città e di quell’atmosfera rilassata e lenta che ha trasformato Mandurah nella meta prediletta degli abitanti di Perth che arrivano qui per godersi il clima vacanziero.

Ma le spiagge non sono le uniche attrazioni turistiche qui in città, perché intorno a questa si snodano tutta una serie di paesaggi naturali di incredibile bellezza. Ed è proprio in questi che è possibile incontrare i celebri Giganti di Mandurah, statue di legno di altezze straordinarie e fattezze maestose realizzare dall’artista danese Thomas Dambo.

Le sculture sono state posizionate nelle città di Mandurah e Subiaco, un delizioso sobborgo che sorge intorno alla Rokeby Road, in luoghi diversi e segreti che svelano ai viaggiatori curiosità e tradizioni delle popolazioni del territorio. Ad accompagnare i turisti in questo itinerario delle meraviglie ci sono i Bindjareb, i custodi della regione di Peel che sono pronti a condividere tutte le storie legate al territorio e alle località in cui si trovano i giganti.

Molto più di una mostra, Giants of Mandurah è una vera e propria esperienza immersiva che permette a viaggiatori di ogni età, e provenienti da ogni parte del mondo, di toccare con mano la straordinaria bellezza del bush australiano, della sua flora, della sua fauna e delle sue popolazioni.

I Giganti di Mandurah

L’opera Giants of Mandurah è stata inaugurata nel novembre del 2022 e, come abbiamo anticipato, porta la firma dell’artista danese Thomas Dambo. Si tratta di una serie di enormi sculture in legno che raggiungono altezze di cinque metri ciascuno, e che rappresentano in tutto e per tutto il territorio, e le storie legate a questo.

Definiti i protettori dell’ambiente, i giganti in legno sono dotati di una propria personalità che è ispirata e collegata alla comunità locale e alle popolazioni del territorio. L’obiettivo è quello di celebrare la diversità, la bellezza e l’importanza della natura con opere realizzate a mano e con materiali riciclati, che diventano gli hotspot di un viaggio all’insegna della scoperta.

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Viaggio in Australia: animali fantastici e dove trovarli

Spesso ci mettiamo in viaggio per andare alla scoperta di tutte quelle attrazioni celebri e iconiche che con gli anni sono diventate simboli di città, paesi e territori interi. Quelle da vedere, contemplare e fotografare almeno una volta nella vita, le stesse che rappresentano un patrimonio inestimabile per tutta l’umanità.

Altre volte, invece, lo facciamo per scovare le meraviglie che appartengono al mondo che abitiamo, quelle plasmate dalla natura e da nessun altro.

Ma succede anche che a spingerci ad attraversare il globo, a volte, siano le creature che lo abitano. Animali che hanno trovato la loro casa in territori lontanissimi da noi e che lì sono restati. Ed è proprio in quei luoghi che vogliamo portarvi oggi per scoprire tutti gli animali fantastici che potete incontrare e conoscere durante un viaggio in Australia.

La straordinaria fauna australiana

La fauna australiana è estremamente variegata, forse una delle più ricche dell’intero pianeta. È caratterizzata da numerose specie endemiche che non è possibile incontrare in nessun altro luogo del mondo.

I koala, così come i canguri, sono gli animali più celebri di questo affascinante territorio, nonché i simboli dell’intera Australia. Con il tempo, infatti, la loro presenza ha attirato un numero sempre crescente di viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo che sono giunti fin qui solo per incontrarli.

Eppure, oltre ai koala e i canguri c’è molto di più. All’interno dell’intero continente, infatti, esistono quasi 400 specie di mammiferi e circa 900 esemplari di uccelli. Qui vivono migliaia di pesci di ogni categorie e poi ancora lucertole, coccodrilli e altri animali marini.

È possibile incontrarli nei loro habitat naturali, oppure perdersi e immergersi nei tanti parchi naturali che si snodano in tutto il territorio che hanno come obiettivo proprio quello di proteggere la flora e la fauna del continente.

Da nord a sud, passando per est e ovest: un viaggio in Australia ci permette di fare incontri ravvicinati con esemplari unici e straordinari. Ma dobbiamo dirvelo, non tutti sono dolci e teneri come i koala o i quokka – questi ultimi sono celebri per i grandi sorrisi che dispensano – perché alcuni di questi sono decisamente più spaventosi e inavvicinabili. Scopriamoli tutti.

Quokka sull'isola di Rottnest

Fonte: iStock

Quokka sull’isola di Rottnest

Animali australiani e dove incontrarli

Quando parliamo dell’Australia non possiamo non pensare ai koala, animali che, con quell’aspetto aspetto così tenero e dolce, hanno conquistato inevitabilmente il nostro cuore. E sono molte le persone che scelgono di viaggiare dall’altra parte del mondo proprio per incontrarli dal vivo, per fotografarli e coccolarli. Avvistarli non sarà difficile: potete infatti trovarli lungo i tratti di foresta che si snodano lungo la Great Ocean Road di Victoria. È proprio qui che vive una delle più grandi popolazioni di koala dell’intero Paese.

Al primo posto per popolarità, insieme ai koala, troviamo anche i canguri. Questi marsupiali australiani sono diventati nei secoli simbolo e icona del continente intero. Potete avvistare questi animali ovunque: percorrendo una strada di campagna, o facendo una passeggiate nella foresta. Oppure potete recarvi nei parchi naturali dove questi vivono e interagiscono con le persone come il Morisset park nel Nuovo Galles del Sud.

Tra gli incontri più ambiti dai viaggiatori c’è sicuramente quello con i quokka. Questi piccoli marsupiali, infatti, sono particolarmente celebri per i loro grandi e perenni sorrisi, al punto tale da essere stati ribattezzati gli animali più felici della terra. Se volete osservarli in natura, allora, il consiglio è quello di raggiungere Rottnest Island, conosciuta anche come isola dei quokka.

Anche i vombati suscitano molto interesse tra i viaggiatori, sopratutto per quell’aspetto tenero e buffo che li caratterizza. Avvistarli, però, sarà un po’ difficile, sopratutto perché questi tendono a uscire dalle loro tane soltanto di notte. Per incontrarli dovrete dirigervi verso le lande dell’Australia sud-orientale oppure in Tasmania.

Ed è proprio in questo Stato che dovete fermarvi per fare un altro incontro ravvicinato, quello con il famosissimo diavolo della Tasmania. Non lasciatevi ingannare dal nome, però, perché in realtà questo animale è molto timido e riservato e non è pericoloso per l’essere umano, a meno che non si senta minacciato.

Del serpente tigre, invece, dovreste aver paura. Si tratta di uno degli esemplari più velenosi e pericolosi del mondo. E sì, vive in Australia, popolando le regioni meridionali. Meglio non avvicinarsi troppo!

Un altro animale dal quale restare alla larga è il coccodrillo marino, il più grande rettile vivente al mondo che si trova nell’Australia settentrionale. Se proprio ci tenete a fare un incontro ravvicinato con questo pericoloso animale, il consiglio è quello di raggiungere Darwin. All’interno del parco divertimenti Crocosaurus Cove, infatti, è possibile fare il bagno con i coccodrilli.

Coccodrillo marino

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Coccodrillo marino
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È tempo di tornare in Australia, ora è anche più veloce

È stato tra gli ultimi Paesi a riaprire le frontiere ai turisti internazionali e non vedevamo l’ora. Finalmente l’Australia ha anche deciso di allentare le misure e, dal 17 aprile, ai viaggiatori che hanno completato il ciclo vaccinale, non sarà più richiesto neppure il tampone negativo prima della partenza. Non c’è quindi più nulla che ci trattenga dal partire per uno dei viaggi più belli che si possano fare.

Nuovi voli diretti dall’Italia

Come se non bastasse, partiranno anche nuovi voli diretti dall’Italia verso l’Australia, senza dover fare alcuno stop-over né tantomeno una notte di sosta in attesa della connection. A giungo, dopo 18 anni d’assenza, decollerà il primo volo della compagnia di bandiera australiana Qantas da Roma diretto a Perth, porta d’ingresso al continente australiano.

In 15 ore – che passerete tra film pasti e pisolini – arriverete in una delle mete dei sogni di molti. La diversità dei luoghi e delle esperienze che si possono fare rendono l’Australia una delle destinazioni più desiderabili del pianeta.

Perth, porta d’ingresso dell’Australia

Perth non ha nulla da invidiare né a Sydney e neppure a Melbourne. È una città unica nel suo genere, che più di tutte incarna al meglio le molteplici sfaccettature del continente australiano: qui i grattacieli ultramoderni e la frenesia delle grandi città si fondono alla perfezione con gli immensi spazi verdi e le maestose spiagge dalla sabbia dorata.

Perth gode di una posizione molto suggestiva, che fa sì che valga davvero la pena di visitare questo piccolo tesoro nascosto nel cuore dell’Australia. È adagiata su una lingua di terra che s’affaccia sul corso sinuoso dello Swan River, il fiume cittadino che attraversa tutta la metropoli. Il centro cittadino è piuttosto raccolto e ben curato, ed è possibile visitarlo interamente a piedi. Il modo migliore per esplorare la città, d’altronde, è addentrarsi tra i vicoli variopinti, dove le linee moderne e sofisticate dei grattacieli si alternando a deliziosi quartieri in stile vittoriano, tra bar, locali, parchi e negozi. In alternativa, poiché il centro fa parte della Free Transit Zone, si può viaggiare gratuitamente in autobus (qui trovate un articolo approfondito su cosa vedere a Perth).

Il selvaggio Western Australia

Da Perth si apre un intero continente, che inizia nel Western Australia che da solo merita un viaggio – occupa la metà occidentale dell’Australia – e regala esperienze uniche. Qui sono i colori i veri protagonisti. Il verde intenso del mare della Coral Coast e il bianco abbagliante delle spiagge – a Esperance c’è Lucky Bay, nel South West, la spiaggia più bianca di tutta l’Australia – si scontrano con l’oro del Golden Outback e il rosso del deserto del North West. Incredibili formazioni disegnate da Madre Natura lasciano i visitatori a bocca aperta.

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Lucky Bay, la spiaggia più bianca dell’Australia

Il deserto australiano

Come il Pinnacles Desert, una distesa desertica lungo la Coral Coast e all’interno del Namburg National Park a circa 250 chilometri da Perth, caratterizzata da migliaia di formazioni rocciose di diverse forme e altezze, alcune arrivano fino a cinque metri.

Chi cerca il deserto di sabbia rossa lo trova senza andare ad Ayers Rock – la roccia simbolo dell’Australia – tra il Kimberley e Pilbara, un paesaggio antico che copre centinaia di migliaia di chilometri quadrati, una delle terre selvagge più affascinanti del mondo nonché una delle ultime frontiere incontaminate di landa selvaggia del nostro pianeta.

Qui, non manca la fauna selvatica che ci si aspetta di trovare in questo continente sperduto in capo al mondo. Ci sono canyon maestosi, sorgenti dalle acque cristalline e ideali per una fresca nuotata e il più grande percorso per fuoristrada d’Australia e numerosi sono i ranch dove poter soggiornare.

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Il Pinnacles Desert nel Western Australia

Acqua rigogliosa

Tra i luoghi più spettacolari ci sono le Horizontal Fall, cascate orizzontali, visibili dalla barca navigando e tra due gole e sull’acqua che forma delle rapide. E le King George Falls, le cascate gemelle più alte del Western Australia che si trovano in mezzo al North Kimberley Marine Park, raggiungibili sono in barca o in aereo. Acqua e roccia, un paesaggio quasi primordiale, quello che si trova in questa parte di Australia.

Rocce primordiali

Le Bungle Bungles sono delle particolari rocce che ricordano degli alveari, formatesi oltre 350milioni di anni fa, situate nel Purnululu National Park. Il Kimberley è ricco di attrazioni naturali e, al largo della costa di Broome, c’è un altro tipo di roccia unica con impronte fossili, formata dai dinosauri oltre 120milioni di anni fa.

Mentre la Wave Rock, una roccia naturale a forma di un’alta onda oceanica alta 15 metri e lunga 110 che forma il fianco di una collina solitaria conosciuta come “Hyden Rock”, a circa 300 km da Perth.

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Wave Rock, la roccia a forma di onda in Australia

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È l’Australia la meta più desiderata del momento

L’Australia, dopo due anni di chiusure a causa della pandemia, il 21 febbraio ha finalmente riaperto le sue frontiere ai viaggiatori internazionali vaccinati. Ma ancor più sorprendente è che è la meta più desiderata del momento e che registra un vero e proprio boom di prenotazioni.

Boom di prenotazioni in Australia, lo studio

Secondo i dati di eDreams ODIGEO, dopo l’annuncio della riapertura dei confini ai turisti con doppia dose di vaccino, è stato registrato un balzo in avanti nelle ricerche di voli. Ben l‘87% in più il giorno della comunicazione dell’apertura, e un trend elevato anche nei giorni successivi.

È vero che già prima della pandemia il continente australiano si era caratterizzato per essere al centro dell’interesse di molti abitanti del Belpaese, ma è altrettanto vero che l’Australia era sempre rimasta un sogno per pochi, complici anche gli elevati costi del viaggio. Oggi, il boom di richieste riguarda Sidney seguita da Melbourne e da Brisbane.

Alla base del risultato, una serie di fattori che, di fatto, stanno creando un caso. Innanzi tutto, la riapertura delle frontiere in tempi record: quando addirittura all’interno dell’Europa devono cadere tutte le limitazioni fra gli Stati, l’Australia ha scelto di affidarsi ai vaccini, e non chiedere quarantene o altre forme di sicurezza.

In secondo luogo, anche l’annuncio che dal mese di giugno partirà il primo volo diretto dall’Italia al Paese dei canguri: il volo Qantas da Roma e Sydney con scalo a Perth. 15 ore e 45 minuti di permanenza a bordo con però l’innegabile vantaggio di non doversi preoccupare di scali, attese in aeroporto e coincidenze a rischio.

Altro dettaglio non da poco è che l’Australia è inserita per gli italiani nell’Elenco D, ossia quei Paesi da cui si può far rientro in Italia senza obbligo di quarantena e nei quali si può viaggiare per turismo.

Infine, potrebbe non essere da escludersi anche un “effetto Djokovic”: l’Australia si è mostrata severa nei confronti del giocatore che non ha rispettato le regole. Una garanzia di serietà per chi pensa di trascorrere nel Paese le sue vacanze.

Regole di viaggio per l’Australia

A partire dal 21 febbraio è possibile tornare a viaggiare in queste terra lontana ma dal fascino irresistibile. Per farvi accesso è fondamentale essere completamente vaccinati. Sono necessarie, quindi, due dosi di vaccino effettuate ad almeno 14 giorni di distanza, tra quelli attualmente approvati e riconosciuti nel Paese (ovvero Astrazeneca, Pfizer, Moderna, Sinovac, Bharat, Sinopharm, Sputnik, Novavax e Johnson & Johnson, di cui è sufficiente una sola dose).

Obbligatorio inoltre, avere un test Covid negativo: antigenico rapido eseguito entro le 24 ore dalla partenza, o molecolare entro le 72 ore dal decollo. Tutti coloro che rispettano questi due requisiti, dunque, sono attesi a braccia aperte in terra australiana, senza obbligo di quarantena.

Vi ricordiamo, inoltre, che per viaggiare in Australia è necessario essere in possesso di un visto turistico valido e di compilare una dichiarazione digitale del passeggero entro 72 ore dalla partenza.

Le informazioni sui requisiti d’ingresso vengono aggiornate regolarmente, quindi è importante controllarli prima di partire. I viaggiatori sono anche invitati a visionare i requisiti per le destinazioni di scalo che stanno attraversando. Per le norme specifiche di viaggio nei vari Stati e territori dell’Australia, vi invitiamo visitare il sito web del Dipartimento degli Affari Interni del Governo Australiano | State and Territory Information.

Western Australia, apertura a marzo

Il Wester Australia, invece, riaprirà le sue porte a partire dal 3 marzo. Per farvi accesso sarà necessario essere in possesso di un G2G pass, essere vaccinati con tripla dose, effettuare un test rapido antigenico all’arrivo  e segnalare un eventuale esito positivo.

Queste disposizioni sono provvisorie e saranno in vigore per un minimo di due settimane; a seguire saranno soggette a una revisione continua.

Cosa fare al rientro in Italia

Fino al 15 marzo 2022 (fatta salva la possibilità di adottare provvedimenti diversi in questo lasso di tempo), per rientrare in Italia dall’Australia è obbligatorio:

  • compilare il formulario on-line di localizzazione, il digital Passenger Locator Form (dPLF), e presentarlo, sul proprio dispositivo mobile o in versione cartacea, al vettore al momento dell’imbarco, e a chiunque sia preposto a effettuare i controlli;
  • presentare alla compagnia aerea, all’atto dell’imbarco, e a chiunque sia deputato a effettuare i controlli il Green Pass, o certificato equipollente, rilasciato al completamento del ciclo vaccinale;
  • presentare al vettore, all’atto dell’imbarco, e a chiunque sia preposto a effettuare i controlli, un certificato che attesti il risultato negativo di un test molecolare o antigenico, condotto con tampone, effettuato nelle 72 ore precedenti l’ingresso in Italia (se test molecolare) o 24 ore (se test antigenico), da mostrare a chiunque sia preposto a effettuare questa verifica.

Per chi rientra senza essere vaccinato è obbligatorio, oltre alla compilazione del dPLF:

  • sottoporsi a test molecolare nelle 72 ore precedenti l’arrivo o test antigenico nelle 24 ore precedenti il viaggio condotto con tampone e risultato negativo;
  • sottoporsi a isolamento fiduciario e sorveglianza sanitaria (informando la ASL competente per attivare la sorveglianza) presso l’indirizzo indicato nel dPLF, raggiungibile solo con mezzo privato, per un periodo di 5 giorni.
  • effettuare un ulteriore test molecolare o antigenico, condotto con tampone, al termine dei 5 giorni di isolamento.

Australia, le reazioni alla riapertura

I viaggiatori atterrati all’aeroporto internazionale di Sydney sono stati accolti con un intrattenimento dal vivo, Aussie give-aways e con un banner di 75 metri che riportava la seguente dicitura: “Welcome Back World!” dipinto nell’adiacente pista dove è atterrato il primo volo internazionale.

Simili festeggiamenti sono avvenuti in tutto il Paese, in molti aeroporti è stato allestito un tappeto rosso di benvenuto ai tanto attesi ospiti.

Noi di Tourism Australia siamo molto felici nell’accogliere nuovamente i viaggiatori internazionali che rappresentano una parte fondamentale dell’economia del Paese,” ha commentato Philippa Harrison, la Managing Director di Tourism Australia. “Sappiamo che l’Australia è una destinazione incredibilmente appetibile per i visitatori internazionali e non vediamo l’ora di condividere ancora una volta tutte le meravigliose esperienze turistiche che abbiamo da offrire.

“Gli ultimi due anni sono stati molto impegnativi per l’industria del turismo, la ripresa richiederà un po’ di tempo, ma gli operatori non vedono l’ora di dare il benvenuto ai turisti internazionali“, ha concluso Phillipa Harrison.

Insomma, anche l’Australia sembra davvero ritornare alla normalità.

australia regole viaggio

Port Douglas, Australia

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Finalmente anche l’Australia riapre i confini: cosa sapere

Per quasi due anni, l’Australia ha mantenuto i suoi confini ben chiusi con l’intento di proteggere il Paese da una più drastica diffusione del Covid. Le sue misure di sicurezza sono state tra le più stringenti mai adottate in tutto il mondo, tanto che persino i suoi stessi cittadini all’estero non hanno potuto fare ritorno a casa per lunghissimo tempo. Ma qualcosa sta finalmente cambiando: dopo un primo allentamento delle restrizioni, ora le autorità australiane hanno annunciato la riapertura delle frontiere.

Australia, quando riaprono le frontiere

Oltre 600 giorni di chiusura hanno impedito (salvo pochissime eccezioni) l’ingresso a turisti, viaggiatori d’affari e persino cittadini australiani. Ma le autorità del Paese hanno deciso di fare un passo avanti, annunciando la riapertura dei confini. In realtà, una prima novità si era fatta strada già alla fine dello scorso anno, quando l’Australia aveva iniziato ad accogliere nuovamente turisti provenienti da svariati luoghi di tutto il mondo. A partire dal 15 dicembre 2021, secondo le regole ancora attualmente in vigore, i viaggiatori stranieri possono entrare nel Paese, purché in possesso di un adeguato visto temporaneo e di alcuni stringenti requisiti.

In particolare, è fatto obbligo ai turisti di compilare il modulo disponibile su questo sito almeno 3 giorni prima della partenza, di possedere un certificato di vaccinazione completa (da almeno 7 giorni) e di avere l’esito negativo di un tampone antigenico o molecolare effettuato rispettivamente nelle 24 ore o nelle 72 ore precedenti l’imbarco. A seconda del luogo verso cui si viaggia, è poi possibile che vi sia l’obbligo di sottoporsi a quarantena: le disposizioni, a questo proposito, variano da regione a regione.

Presto, come abbiamo detto, le cose cambieranno: il governo australiano ha annunciato la completa riapertura dei propri confini. “Sono passati quasi due anni da quando abbiamo deciso di chiudere le frontiere, e ora l’Australia riaprirà a tutti i titolari di visto dal 21 febbraio” – ha spiegato il primo ministro Scott Morrison. Una novità tanto attesa, che era ormai nell’aria da tempo e che ci aspettavamo proprio per i primi mesi di quest’anno. L’Australia rientra dunque a pieno titolo tra i Paesi che riaprono le frontiere nel 2022.

Come viaggiare in Australia

Naturalmente, per poter varcare i confini australiani è importante essere in possesso di alcuni requisiti. Sebbene non siano ancora state diffuse le linee guida complete, è stato lo stesso primo ministro ad annunciare che i viaggiatori dovranno essere completamente vaccinati. Saranno quindi necessarie due dosi di vaccino effettuate ad almeno 14 giorni di distanza, tra quelli attualmente approvati e riconosciuti nel Paese (ovvero Astrazeneca, Pfizer, Moderna, Sinovac, Bharat, Sinopharm, Sputnik, Novavax e Johnson & Johnson, di cui è sufficiente una sola dose).

L’Australia si aggiunge ai numerosi Paesi verso cui è possibile viaggiare solamente se si è vaccinati – in alcuni casi addirittura solo con dose booster. Di recente, sono stati Thailandia (per cui è previsto anche un corridoio Covid-free, limitatamente all’isola di Phuket) e Filippine ad aver riaperto i confini senza obbligo di quarantena ai turisti con vaccinazione completa. Mentre alcuni continuano a mantenere una linea dura. È il caso del Giappone, che ha prolungato sino al 28 febbraio il divieto di ingresso nel suo territorio ai viaggiatori provenienti da qualsiasi Paese per motivi turistici.