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L’Australia è la meta top del 2026: destinazioni ed esperienze da non perdere

L’Australia si conferma tra le destinazioni imperdibili del 2026 secondo la guida Best in Travel 2026 di Lonely Planet, che celebra le mete e le esperienze più coinvolgenti del prossimo anno.

Dall’energia vibrante delle città cosmopolite ai paesaggi selvaggi dell’Outback, il Paese offre esperienze uniche, dove natura, cultura e avventura si intrecciano in scenari di incomparabile bellezza.

Ecco le tre mete con le quali l’Australia è stata premiata nelle categorieEsperienze” e “Destinazioni” nella guida Best in Travel 2026.

Melbourne, Victoria

Melbourne è una città che cattura con la sua vitalità e il suo fascino eclettico. Passeggiando tra vicoli decorati da murales colorati, boutique artigiane e caffetterie dallo stile contemporaneo, si percepisce un’energia creativa che sorprende a ogni passo.

Ogni angolo della città racconta una storia diversa: dagli artigiani che realizzano scarpe su misura agli chef che reinterpretano la cucina tradizionale, fino agli artisti che trasformano le strade in gallerie a cielo aperto.

Città multiculturale per eccellenza, Melbourne riflette la diversità delle persone che la abitano, offrendo esperienze legate alle First Nations, come la Heritage Walk nei Royal Botanic Gardens, dove guide aborigene conducono percorsi sensoriali tra piante native e rituali tradizionali.

La capitale del Victoria è anche sinonimo di gastronomia innovativa: con oltre 2.000 caffetterie e torrefazioni, la città è un vero laboratorio culinario dove ingredienti locali e influenze internazionali si fondono in esperienze gourmet uniche.

La sera, Melbourne si trasforma: dai rooftop bar con vista sullo skyline ai locali underground nascosti nei vicoli, la città continua a vibrare di musica, stile e convivialità.

Great Victorian Bathing Trail, Victoria

Il Great Victorian Bathing Trail è un itinerario di quasi 900 chilometri lungo la costa meridionale del Victoria, che collega sorgenti termali, piscine naturali e bagni minerali affacciati sull’oceano. Questo percorso offre momenti di puro relax immersi nella natura e nelle proprietà curative dell’acqua, ricca di minerali come potassio, calcio e magnesio.

Ogni tappa regala un’esperienza sensoriale diversa: vasche di pietra tra colline e brughiere, sorgenti che sprigionano vapori all’alba, o botti panoramiche dove rilassarsi osservando le scogliere riflettersi nell’acqua.

Passeggiate nella natura, sessioni di yoga all’aperto, degustazioni in fattorie e cantine locali arricchiscono il percorso, mentre rituali ispirati alla tradizione delle First Nations permettono di scoprire l’antico legame tra acqua, piante e spiritualità.

L'Australia viene inserita nella guida Best in Travel 2026 con tre mete

Ufficio Stampa

Lungo il Great Victorian Bathing Trail

Ikara Flinders Ranges & Outback, South Australia

Nel cuore rosso dell’Outback, le Ikara-Flinders Ranges sono un tesoro di geologia, natura selvaggia e spiritualità. Il parco nazionale, che copre circa 95.000 ettari, ospita formazioni rocciose millenarie, gole, creste e valli che raccontano oltre 600 milioni di anni di evoluzione della Terra. La fauna locale, tra canguri, emù e rapaci, completa lo spettacolo della natura incontaminata.

Wilpena Pound, noto agli Adnyamathanha come Ikara, è un anfiteatro naturale che simboleggia il cuore culturale e spirituale della comunità aborigena locale. Gli ospiti possono vivere esperienze immersive soggiornando in tende safari o rifugi panoramici, partecipando a escursioni guidate, tour culturali e voli panoramici che svelano miti e leggende locali.

Al calar della notte, il cielo terso dell’Outback si illumina di stelle, regalando momenti di stargazing mozzafiato in un contesto unico al mondo.

Le mete australiane menzionate da Best in Travel 2026

Ufficio Stampa

Ikara-Flinders Ranges, South Australia
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So cosa hai fatto 2025: le spiagge e i set del ritorno horror dell’anno

So cosa hai fatto è un film horror thriller in uscita nelle sale il 18 luglio 2025, anche se il titolo potrebbe ricordarvi qualcosa. Diretto da Jennifer Kaytin Robinson, segue cinque amici che decidono di tacere sul loro coinvolgimento in un incidente d’auto avvenuto una sera d’estate. Un anno dopo l’accaduto un personaggio vestito da Pescatore comincia a mietere vittime, spingendo il gruppo di amici a chiedere aiuto. Se la trama vi sembra familiare avete ragione, perchè questo film è il sequel del famoso slasher movie del 1997 e dal passato riporta sullo schermo anche gli storici protagonisti: Freddie Prinze Jr., Jennifer Love Hewitt e Sarah Michelle Gellar.

Madelyn Cline, Chase Sui Wonders, Jonah Hauer-King, Tyriq Withers e Sarah Pidgeon sono i nuovi volti di So cosa hai fatto 2025. Gran parte delle riprese si è svolta in diverse località dell’Australia, mentre alcune scene sono state girate a Los Angeles. Tra le pittoresche spiagge e baie di Sydney, la nuova avventura ad alta tensione reinterpreta l’atmosfera di una minacciosa città balneare. Le location creano la cornice per la sanguinosa catena di omicidi che animano il film. Come Woodsboro per la saga di Scream, Southport è il luogo dove il sangue scorre in So Cosa hai fatto, ma la cittadina che si affaccia sull’oceano del nuovo film non si trova negli Stati Uniti.

So cosa hai fatto

Ufficio stampa

So cosa hai fatto

Dove è stato girato

Sydney e i suoi sobborghi circostanti sono la location principale per le scene costiere e cittadine del film. Le riprese si sono svolte principalmente in quartieri residenziali come Paddington, famoso per le sue terrazze patrimonio dell’umanità e le sue strade eleganti. È anche la città natale del gruppo. Altre location cittadine creano l’atmosfera contemporanea e accrescono la paranoia urbana che caratterizza la trama.

Newbort Beach, una pittoresca striscia costiera all’interno delle Northern Beaches di Sydney, è anche la principale località balneare in cui avviene il mortale incidente. Questa location è stata usata per la spiaggia e le sequenze di inseguimento sulla costa che precedono l’incidente che nel primo film invece è stato girato nei pressi di San Francisco a Coast Highway, Kolmer Gulch, qualche km a nord da Schoolhouse Beach.

White Bay, un quartiere industriale portuale, è stato utilizzato per le scene più suggestive e fatiscenti del cantiere navale in cui il pescatore insegue il gruppo. La location grezza aggiunge tensione alle sequenze notturne.

Baia di Southport

iStock

Baia di Southport

Watson’s Bay e Oatley hanno entrambe offerto pittoreschi sfondi residenziali. Le famose scogliere e le tranquille strade di Watson’s Bay compaiono in diverse sequenze di stalking e nascondigli dei personaggi. L’atmosfera suburbana di Oatley è il fulcro delle scene più semplici, in cui i personaggi cercano di riprendere una vita normale nonostante condividano un ingombrante segreto.

Alcune scene del municipio e degli eventi comunitari sono state girate a Breakfast Point, in particolare quelle che coinvolgono raduni locali dove gli scandali iniziano a svolgersi di fronte al pubblico. Queste scene accentuano la tensione tipica di una piccola città dove tutti sanno qualcosa. Come in molte produzioni contemporanee, i pick-up in post-produzione e alcune scene selezionate sono state girate negli studi di Los Angeles. La CGI principale e le riprese degli interni che hanno richiesto set appositamente costruiti sono state girate lì, garantendo una fusione di grande impatto con le riprese girate in Australia.

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Lago Eyre: il misterioso bacino dell’Australia che si risveglia e torna a vivere

Il lago Eyre non è solo il più esteso dell’Australia ma è un luogo dove, come per magia, le sabbie si tingono di verde e il cielo si riempie di stormi danzanti. Non è un miraggio, conosciuto anche come Kati Thanda, il lago salato più grande dell’emisfero australe regala uno spettacolo naturale tra i più sorprendenti del pianeta. Per la maggior parte dell’anno è una distesa silenziosa, una tavolozza di bianco salino che abbaglia sotto il cielo australiano ma quando le piogge abbondano qui tutto cambia: fiumi lontani iniziano il loro viaggio e l’acqua torna a bagnare questo bacino immenso, risvegliando un ecosistema dormiente.

Il lago Eyre Kati Thanda

Lo conosciamo come lago Eyre o Kati Thanda ed è un bacino salato di 9500 chilometri quadrati. La dimensione? Incredibilmente ampia, tanto da aver ricevuto il riconoscimento come lago più esteso d’Australia. Il lago però racchiude un mistero, un vero e proprio “enigma” in formato liquido: la sua esistenza dipende dai capricci del clima e nella maggior parte del tempo è parzialmente pieno o addirittura asciutto.

Si divide in due bacini principali collegati dal Goyder Channel. Quando l’acqua è presente, la salinità del lago può essere paragonabile a quella del mare; ma durante i periodi di siccità, l’evaporazione fa aumentare il tasso di sale, regalando al lago sfumature rosa intenso, grazie alla presenza dell’alga Dunaliella salina.

Il punto più basso è a 15 metri sotto il livello del mare ma il dato più curioso è che in 160 anni si è riempito completamente solo tre volte, l’ultima nel 1974. Eppure, ogni piccola inondazione è sufficiente per dare il via ad un’esplosione di vita e colori.

Quando l’acqua arriva, fiorisce anche la vita: pesci, crostacei, anfibi, e migliaia di uccelli migratori, inclusi pellicani, cavalieri d’Italia, aironi, tornano da terre lontane, guidati da un istinto millenario. Il deserto si veste di colori, con arbusti fioriti, erbe aromatiche e paesaggi mozzafiato. C’è anche la possibilità di navigare nel deserto, qualcosa di surreale ma sicuramente un’esperienza indimenticabile.

Il lago salato di Eyre

iStock

Il Lago Eyre in Australia rinasce

Oggi il lago è riconosciuto ufficialmente anche con il nome indigeno di Kati Thanda, in omaggio al popolo Arabana che abitava il territorio. Camminarci è vietato: le persone che lo visitano devono rispettare la fragile crosta salina ma anche il valore spirituale che ha per gli aborigeni. Le autorità hanno lavorato alla segnaletica e alle infrastrutture per favorire un comportamento etico.

Il lago Kati Thanda è da visitare assolutamente: è un vero miracolo e non esiste niente di simile in nessun altro luogo al mondo. Se ami i paesaggi surreali, la fotografia, il birdwatching o semplicemente il silenzio assoluto… questo è il tuo posto.

Dove si trova il lago Eyre e come raggiungerlo

Come spiegato ad inizio articolo, il lago Eyre si trova in Australia e più precisamente nella zona meridionale. Dista circa 700 chilometri da Adelaide ed è protetto all’interno di vari deserti centrali del continente. Per raggiungerlo ci si può avventare con un’auto 4×4 percorrendo un impegnativo tragitto di circa 9 ore raggiungendo William Creek, località a circa 140 chilometri dal lago oppure aggregarsi ai tour con guide esperte che racconteranno informazioni e curiosità sul luogo.

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Il ritorno dell’Endeavour: la nave dei sogni e delle scoperte riemerge dal silenzio del mare

Dopo oltre due secoli di mistero e 25 anni di intense ricerche, il relitto dell’HM Bark Endeavour, la leggendaria nave con cui James Cook esplorò l’Australia e la Nuova Zelanda, è stato finalmente identificato con certezza. Ad annunciarlo è il Museo Nazionale Marittimo Australiano, che ha presentato il rapporto finale dopo indagini meticolose tra archivi storici e immersioni nei fondali del Rhode Island. Una scoperta che riaccende i riflettori su una delle imbarcazioni più importanti della storia dell’esplorazione.

Il viaggio dell’Endeavour: esplorazione e impatto storico

La storia dell’Endeavour ha inizio nel 1768, quando James Cook salpa dall’Inghilterra al comando di una missione scientifica di esplorazione e scoperta destinata a cambiare il mondo. Gli obiettivi erano: osservare il transito di Venere e scoprire nuovi territori. Durante questo viaggio, la nave esplorò le coste della Nuova Zelanda e dell’Australia – e raggiunse la costa del Nuovo Galles del Sud nel 1770.

Questo evento, tuttavia, non ha un significato univoco. Per alcuni rappresenta lo spirito dell’illuminismo europeo, per altri invece è l’emblema dell’inizio della colonizzazione e della sofferenza delle popolazioni indigene. Un aspetto che il museo non ha ignorato, riconoscendo la complessità storica legata a questa missione.

Un relitto ritrovato dopo 250 anni: l’Endeavour è RI 2394

Il relitto dell’Endeavour giaceva nel porto di Newport, Rhode Island (USA), da oltre due secoli. Ribattezzata “Lord Sandwich” dopo il viaggio nel Pacifico, la nave venne utilizzata dai britannici durante la Guerra d’Indipendenza americana e fu autoaffondata nel 1778 con altre dodici imbarcazioni per ostacolare la flotta francese nella baia americana di Newport.

Nel 1999, è partita una collaborazione tra il Museo Nazionale Marittimo Australiano e il Rhode Island Marine Archaeology Project (RIMAP) per ritrovare il relitto nella zona in cui era stato autoaffondato. Le indagini si sono concentrate sul relitto numerato come RI 2394 in quanto mostrava corrispondenze sorprendenti con i piani originali dell’Endeavour: dimensioni, materiali e struttura coincidevano in maniera inequivocabile.

Una replica a grandezza naturale della famosa nave del Capitano Cook

Fonte: Getty Images

Una replica della HMS Endeavour arriva a Whitby – Inghilterra

Le prove decisive: legno britannico e dettagli costruttivi unici

L’identificazione ufficiale non si è basata solo su ipotesi o somiglianze: i ricercatori hanno analizzato ogni centimetro del relitto, confrontando i resti con progetti del XVIII secolo. Il legno ritrovato – quercia bianca ed olmo europei – ha confermato l’origine britannica dell’imbarcazione, diversa da quella delle navi americane dell’epoca, costruite con materiali locali.

Due elementi chiave hanno rappresentato la prova definitiva:

  • il pozzo della pompa, perfettamente allineato con i disegni originali dell’Endeavour,
  • il giunto di chiglia a scarpa, un incastro raro, riscontrato in pochissimi relitti nel mondo e uguale a quello dei disegni del cantiere dove la nave fu costruita.

Dalla disputa alla conferma: il riconoscimento ufficiale

Nel 2022, il museo australiano annunciò il luogo di scoperta dell’Endeavour, ma gli archeologi statunitensi invitarono alla cautela, temendo un annuncio affrettato, e anche il RIMAP invitò alla prudenza. Dopo ulteriori tre anni di ricerche, il rapporto finale del 2025 ha fornito una documentazione dettagliata e comparativa che non lascia spazio a dubbi.

Questo segna “il culmine di 25 anni di studi archeologici dettagliati e meticolosi su questa importante nave” e il documento include:

  • nuove planimetrie,
  • comparazioni strutturali aggiornate,
  • un database tecnico comparativo dei relitti del XVIII secolo nell’Atlantico.

Anche RIMAP ha riconosciuto l’eccellenza delle analisi storiche e strutturali australiane. Così, dopo 250 anni, il mistero dell’Endeavour può dirsi risolto. Il direttore Daryl Karp del museo ha affermato: “Questo rapporto finale rappresenta la nostra dichiarazione definitiva sul progetto“.

Conservazione del relitto e valorizzazione della memoria

Il ritrovamento della nave non rappresenta la fine del progetto, ma l’inizio di una nuova fase. Il relitto è minacciato da organismi marini che consumano il legno, come teredini e gribbles, e per questo motivo il museo ha avviato un programma di conservazione attiva.

Oltre alla tutela fisica del relitto, il museo promuove un’iniziativa educativa per raccontare la storia dell’Endeavour nella sua interezza: non solo la grande impresa di esplorazione, ma anche l’inizio della colonizzazione e le conseguenze sulle popolazioni indigene del Pacifico. Dopo oltre 250 anni quindi una delle navi più significative della storia mondiale è tornata per narrare e tramandare il passato.

Una replica per rivivere la storia: visita guidata sull’HMB Endeavour

Australian National Maritime Museum di Sydney

Fonte: Getty Images

Una replica della nave del Capitano Cook, l’Endeavour

Per chi desidera vivere in prima persona l’esperienza a bordo della nave, il Museo Nazionale Marittimo Australiano offre la possibilità di salire sulla replica perfettamente fedele dell’HMB Endeavour – costruzione iniziata nel 1988. Questa riproduzione, considerata una delle più accurate al mondo, è un’autentica macchina del tempo.

Negli anni ha percorso molte miglia nautiche, ha circumnavigato l’Australia per tre volte e ha navigato verso l’Europa, gli Stati Uniti e si è fermata in numerosi altri porti d’oltremare. A bordo è possibile rivivere fedelmente la storia e:

  • esplorare la Great Cabin dove Cook lavorava e cenava,
  • osservare l’enorme stufa nella cucina sottostante,
  • ammirare i quasi 30 km di sartiame e le 28 vele originali nella forma e nei materiali,
  • scoprire com’era la vita quotidiana dei marinai durante il viaggio di circumnavigazione del globo tra il 1768 e il 1771.

La nave è spesso ormeggiata presso i moli del museo a Sydney ed è accessibile ai visitatori, salvo manutenzioni o traversate speciali. Un’esperienza unica per toccare con mano la storia di una delle più grandi avventure marittime di tutti i tempi. Centinaia di migliaia di visitatori sono già saliti a bordo per vedere da vicino come vivevano Cook e i suoi uomini.

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Margaret River, la capitale del vino dell’Australia

A circa 170 chilometri a Sud di Perth, Margaret River è considerata la capitale del vino in Australia. Il soprannome deriva proprio dalla fama internazionale che questa città è riuscita a ottenere, in quanto al centro di una delle regioni vitivinicole più rinomate del continente, caratterizzata da un clima mediterraneo influenzato dal mare, con estati calde e inverni miti. Nei vigneti che si estendono nei dintorni del centro abitato dove vivono all’incirca 7mila abitanti si producono alcuni dei migliori vini australiani, in particolare Cabernet Sauvignon e Chardonnay.

Oltre al vino, la regione di Margaret River però è famosa anche per le sue spiagge e la sua natura incontaminata. Insomma, sono tanti i motivi per cui vale un viaggio.

Perché fare un viaggio a Margaret River

Margaret River è una delle località di villeggiatura più rinomate del Western Australia e ci sono turisti praticamente tutto l’anno. Ma è soprattutto da primavera ad autunno (australiani, quindi il contrario dei nostri) che registra il pienone.

Le spiagge di Margaret River

Le sue spiagge sono rinomate per il surf e per la bellezza naturale. L’oceano, qui, non invoglia gli europei abituati alle temperature del Mar Mediterraneo a tuffarsi, anche gli australiani spesso indossano la mini-muta per fare il bagno, ma immergersi tra le acque è davvero un’esperienza. Li si vede gettarsi tra le onde in piccoli gruppi che si danno appuntamento, le malelingue pensano per la paura degli squali, ma loro sostengono che il bagno si faccia in compagnia per divertirsi di più.

Tra le spiagge da provare c’è Gnarabup Beach, perfetta per una nuotata rigenerante o anche solo per godere di un’atmosfera rilassata. Il White Elephant Cafe, un delizioso beach bar affacciato sul pendio è il posto ideale dove fare colazione e osservare i giovani surfisti prepararsi a cavalcare le onde. Ma anche Prevelly Beach è famosa per il surf o per passeggiate lungo la costa così come Meelup Beach, una spiaggia dalla sabbia candida come la neve, perfetta per fare un pic-nic.

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Fonte: @SiViaggia – Ilaria Santi

La spiaggia di Gnarabup Beach a Margaret River

E poi c’è la meravigliosa Hamelin Bay, è uno dei luoghi migliori in Australia per avvistare da vicino le razze. La popolazione di questi meravigliosi pesci, docile e amichevole, ma assolutamente selvaggia, che vive nella baia, non ha paura delle persone che possono anche nuotare in loro compagnia. Durante il giorno, le razze visitano regolarmente la spiaggia intorno al jetty dove attraccano le imbarcazioni, nella speranza di ricevere qualche avanzo di pesce e quindi è molto facile avvistarle.

I vigneti di Margaret River

Ma è soprattutto per il vino e quindi i vigneti che è famosa Margaret River. L’intera regione, nota per la sua produzione vinicola di alta qualità, attira ogni anno circa 500.000 visitatori. Sono 5.840 gli ettari di vigneti coltivati, distribuiti su un’area di 213.000 ettari pari a circa il 2% della produzione vinicola totale dell’Australia, ma che contribuisce per oltre il 20% al mercato dei vini del Paese.

Nei dintorni della città si possono visitare le cantine – ce ne sono oltre 200, molte delle quali a conduzione familiare – e fare degustazioni in alcune delle migliori vineyards della regione. Tra le winery più belle c’è sicuramente Wills Domain, una tenuta di 20 ettari nella valle di Gunyulgup a Yallingup, i cui vini pluripremiati vengono serviti al bancone delle degustazioni o al ristorante con vista sulle vigne che, a poca distanza dall’Oceano Indiano, godono di un bellissimo clima marittimo. Piantate già alla fine del 1300 dai primi coloni venuti dall’Austria, oggi come allora producono ottime uve per vini come il Cabernet Sauvignon, lo Shiraz, lo Chardonnay, il Sauvignon Blanc e Semillon, insieme prodotti esclusivi come Paladin Matrix, un blend in stile Bordeaux di Petit Verdot, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Malbec.

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Fonte: Getty Images

I canguri tra i vigneti di Margaret River

La cantina più antica della zona è Vasse Felix, famosa per i suoi ottimi Cabernet Sauvignon, mentre al Leeuwin Estate vengono organizzati anche concerti ed eventi. La maggior parte naturalmente organizza degustazioni, visite delle cantine e passeggiate tra le vigne. Qualcuna, come Xanadu Wines, Cullen Wines e Aravina Estate, anche eventi gastronomici con vista sulle vigne.

Infatti, i vigneti di Margaret River non sono frequentati solo dagli amanti del vino, ma anche da chi cerca esperienze enoturistiche culturali e gastronomiche. Molti offrono anche ristoranti gourmet, eventi speciali e concerti, il che rende la visita ancora più interessante e piacevole.

La natura primordiale di Margaret River

Appena fuori dal centro abitato di Margaret River si apre un territorio fatto di fitte foreste tropicali, di grotte millenarie e di luoghi sacri cari alle popolazioni aborigene che da secoli vivono in questa parte di Australia.

Tra i luoghi sicuramente da esplorare c’è la Boranup Forest, una fitta giungla di eucalipti che fa parte del Leeuwin Naturaliste National Park da percorrere in quad elettrico, naturalmente, seguendo i sentieri di terra rossa tracciati dai ranger, dove incontrare rettili (innocui) mai visti altrove. Questo parco nazionale offre chilometri di sentieri dove ammirare la natura primordiale e scattare foto incredibili. Solo con le guide locali si possono individuare gli ingressi nel terreno a grotte sotterranee, un reticolo di tunnel dove ci si può addentrare accompagnati da speleologi professionisti.

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Fonte: @SiViaggia – Ilaria Santi

Nella Boranup Forest a bordo di quad elettrici

Margaret River è famosa per le sue grotte spettacolari. Alcune delle più visitate sono la Lake Cave con formazioni di stalattiti e stalagmiti e la Jewel Cave, con affascinanti formazioni rocciose, ma imperdibile è la Ngilgi Cave, un po’ più lontana dalle altre (circa tre quarti d’ora di auto, ma lungo la strada si possono ammirare tantissimi canguri!) ma che merita una gita in quanto che si trova nel bush abitato per secoli dalle popolazioni aborigene. La si può visitare in autonomia in quanto è stato creato un vero e proprio itinerario con installazioni e descrizioni che raccontano la storia del luogo e le sue connessioni con la flora e la fauna locali.

Dove l’Oceano Indiano incontra il Pacifico

E, infine, qui si può assistere a un fenomeno naturale unico al mondo: in corrispondenza di Cape Leeuwin, a una cinquantina di chilometri da Margaret River, le acque dell’Oceano Indiano incontrano quelle dell’Oceano Pacifico, un luogo iconico dell’intera regione del Western Australia. Per ammirare al meglio questo fenomeno si consiglia di salire in cima al Cape Leeuwin Lighthouse. Situato nel punto più a Sud-Ovest dell’Australia, è anche il faro più alto dell’Australia continentale (circa 40 metri). È anche uno dei migliori punti di osservazione terrestri per l’avvistamento delle balene da maggio a settembre, durante la loro migrazione verso nord. Uno degli cottage originali in cui viveva il guardiano del faro oggi è il Centro interpretativo che racconta la storia e la vita dei numerosi guardiani che erano i custodi assoluti di questa costa frastagliata.

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Fonte: Getty Images

Cape Leeuwin Lighthouse, il punto più a Sud-Ovest dell’Australia
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Da Capo a Capo, l’itinerario più bello che esista in Australia

L’Australia è uno dei Paesi più belli del mondo. La sua natura incontrastata, incontaminata ed eccezionale è unica al mondo. Qui si trovano alcuni dei paesaggi più spettacolari che esistano sulla faccia della Terra e, nonostante la dimensione immensa di questo continente, alcuni itinerari possono essere percorsi anche a piedi. Incredibile a dirsi, visto che quando si pianifica un viaggio in Australia si pensa a voli da prenotare e auto da noleggiare. Non in questo caso.

Quello di cui vi parliamo è uno degli itinerari più belli che si possano fare e si trova nei dintorni di Margaret River, nel Western Australia (d’ora in poi WA), a circa 270 chilometri a Sud di Perth. Si tratta del Cape to Cape Track, uno dei 73 sentieri costieri panoramici dello Stato, ma forse il più bello di tutti, e tra i più iconici delle Great Walks of Australia. A parte il volo dall’Italia a Perth, per il resto questo viaggio è tutto un cammino.

Il Cape to Cape Track, il trekking più bello d’Australia

Si snoda lungo la splendida dorsale Leeuwin-Naturaliste, tra i fari di Cape Naturaliste e Cape Leeuwin, nell’estremo Sud-Ovest dell’Australia Occidentale. Offre spettacolari paesaggi costieri e foreste di karri, i fiori selvatici primaverili, spiagge di sabbia bianca, un’affascinante geologia di scogliere, grotte calcaree, promontori e formazioni rocciose e una vegetazione e fiori selvatici in continua evoluzione.

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Fonte: @SiViaggia – Ilaria Santi

Il Cape to Cape Track corre lungo l’oceano

Informazioni pratiche sul Cape to Cape Track

Il Cape to Cape Track è lungo circa 125 km, generalmente percorribili in 5-8 giorni, con una media di 20-25 km al giorno, ma è possibile percorrerne anche brevi tratti da fare in giornata in poche ore di trekking adatto a tutti. Infatti, è considerato di difficoltà: moderata, con alcuni tratti ripidi e spiagge sabbiose impegnative che possono rallentare il cammino, ma nulla che non si possa affrontare anche con passeggini, sedie a rotelle o anche solo se si hanno ginocchia ballerine.

Tracciato per avvicinare gli escursionisti all’ambiente naturale, il percorso segue principalmente la costa. Sono presenti diversi anelli nell’entroterra, che attraversano incantevoli tratti boschivi riparati e la magnifica foresta di karri di Boranup.

Il percorso varia tra vecchie piste tracciate per i fuoristrada a sentieri costruiti ex novo, ma anche strade sterrate ben livellate, sentieri sassosi e accidentati e spiagge sabbiose. Ci sono tratti facili, che sono perfetti passeggiate di mezza giornata o di un giorno intero, mentre alcuni dei tratti più selvaggi sono aspri e difficili. Affrontare l’intero percorso è una grande sfida.

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Fonte: @SiViaggia – Ilaria Santi

Trekking lungo il Cape to Cape a Margaret River con la guida

I punti piò accessibili ma non meno spettacolari sono quello di Ellensbrook Homestead, un sentiero asfaltato di 1 km con una passerella che arriva fino alla grotta e alle cascate di Meekadarabee, Ellensbrook Beach, un sentiero asfaltato lungo 200 metri fino al punto panoramico costiero, Redgate Beach dove si trova un punto panoramico costiero nei pressi del parcheggio principale e un tratto del percorso tra il faro di Cape Naturaliste e il parcheggio di Sugarloaf Rock lungo circa 3,8 km che è asfaltato. Diversi tour operator offrono escursioni guidate con campeggi dove alloggiare lungo il percorso e altri tipi di alloggi per tutti i livelli di comfort nelle vicinanze.

Itinerario per chi ha poco tempo

Se volete provare l’esperienza di percorrere il cammino Cape to Cape ma avete poco tempo, ecco il tratto più bello da fare e che vi farà comprendere la bellezza di questo territorio dell’Australia Occidentale. Quello che collega Smiths Beach a Canal Rocks, passando per il famoso “Acquario”, una piscina naturale da togliere il fiato. Una passerella di legno – Canal Rocks lookout – porta direttamente sul mare là dove le onde s’infrangono contro le rocce aguzze. Il percorso è lungo poco più di 4 km e ci si impiega più o meno un’ora e mezza. Questa passeggiata attraversa sentieri irregolari, rocciosi e sabbiosi. Ci saranno frequenti soste e il ritmo sarà lento-medio perché ogni scorcio è da ammirare e fotografare. Di solito sono sufficienti scarpe da passeggio basse e chiuse, tuttavia alcuni escursionisti, per sicurezza, preferiscono indossare scarpe da trekking.

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Fonte: @SiViaggia – Ilaria Santi

Il Canal Rocks lookout, la passerella a picco sull’oceano

Il periodo migliore per percorrere il Cape to Cape Track

Le stagioni migliori per percorrere questo itinerario sono la primavera australiana (che va da settembre a novembre), quando i fiori selvatici sono in piena fioritura (per questo ci possono essere molte mosche e si consiglia di procurarsi una retina, che viene venduta ovunque, per coprire il volto) e si possono avvistare le balene oppure l’autunno (aprile-maggio), quando il clima è più mite e piacevole. Se si va d’estate, quindi nella stagione più calda, si consiglia di iniziare presto, invece in inverno sicuramente si incontreranno meno escursionisti ed è più tranquillo, ma più umido e ventoso.

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Bungle Bungles, il labirinto di pietra d’Australia che sembra un altro pianeta

L’Australia non smette mai di sorprendere. È il continente che ospita gli animali più letali del pianeta, ma anche alcuni dei paesaggi più incredibili e inaspettati: deserti che sembrano distese lunari, barriere coralline che si vedono dallo spazio e formazioni rocciose che sfidano la logica. Ed è proprio qui, nel cuore remoto dell’Australia Occidentale, che si trova un vero capolavoro della natura: i Bungle Bungles, un complesso di enormi cupole di arenaria striate che sembrano uscite da un altro pianeta.

Sconosciute al grande pubblico fino agli anni Ottanta, queste incredibili strutture si ergono fino a 300 metri tra le pianure erbose del Purnululu National Park, nella regione del Kimberley. Per le popolazioni aborigene locali, questo luogo è sacro da millenni, ma anche per i viaggiatori di oggi, Bungle Bungles è quasi un’esperienza ultraterrena.

Arrivarci non è semplice e forse proprio per questo l’esperienza è tanto speciale. L’accesso via terra parte dalla Great Northern Highway, con una deviazione su un tratto sterrato lungo 53 km che richiede circa due ore e mezza di guida 4×4. In alternativa, esistono tour guidati e voli panoramici che offrono viste spettacolari dall’alto, perché sì, da lassù l’effetto “altro pianeta” è ancora più evidente.

Cosa vedere nei Bungle Bungles

Il parco si divide in due aree principali, ciascuna con paesaggi e percorsi unici, perfettamente segnalati e immersi in una natura incontaminata, come d’altronde ci si aspetta da questa regione dell’Australia. Nella parte settentrionale del parco si trovano due tra i sentieri escursionistici più emozionanti. Echidna Chasm è una stretta fessura tra le rocce che si accende di colori caldi grazie ai raggi del sole, che penetrano verticalmente verso mezzogiorno.

A poca distanza, il Mini Palms Walk conduce attraverso una gola popolata da eleganti palme Livistonia, un raro tocco di verde brillante che contrasta con i toni caldi della pietra arenaria.

Bungle Bungles, Australia

Fonte: iStock

Vista dei Bungle Bungles australiani

La magia di Cathedral Gorge

La parte meridionale del parco ospita le vere protagoniste del paesaggio: le celebri cupole a strisce dei Bungle Bungles. Di forma simile ad alveari, queste incredibili formazioni rocciose sono composte da strati alternati di arenaria e cianobatteri fossili, responsabili delle loro affascinanti bande arancioni e nere.

Tra le formazioni più spettacolari si trova Cathedral Gorge, un enorme anfiteatro naturale di roccia rossa con un’acustica sorprendente e, nella stagione umida, una piscina naturale dove, in certe condizioni, è persino possibile nuotare. Imperdibile anche il Picaninny Creek Walk, che segue il letto di un torrente asciutto, regalando scenari sempre diversi a seconda della luce e del periodo dell’anno.

Come visitare i Bungle Bungles, consigli utili

La soluzione più autonoma per arrivare a Bungle Bungles è con un veicolo a trazione integrale, affrontando i 53 km di pista sterrata che conducono all’interno del parco. Per chi preferisce viaggiare in modo più comodo, esistono numerosi tour organizzati da Kununurra o Broome, con possibilità di pernottamento in tende safari, cabine o nei camping attrezzati del parco.

I più scenografici sono i voli panoramici: in elicottero o aereo leggero, sorvolare i Bungle Bungles è come fluttuare su un’opera d’arte naturale, una visione che resta impressa per sempre nella memoria. Il Purnululu National Park è comunque aperto al pubblico da aprile a novembre, durante la stagione secca, quando i sentieri sono facilmente accessibili.

Tuttavia, durante i mesi più umidi, da dicembre a marzo, è possibile ammirare i Bungle Bungles in tutta la loro gloria tropicale grazie a tour organizzati. In questo periodo, le piogge portano nuova vita al paesaggio, le gole si riempiono d’acqua e alcune escursioni guidate permettono anche un tuffo rinfrescante nelle piscine naturali di Cathedral Gorge.

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Pasqua nel mondo: 5 tradizioni insolite e sorprendenti che (forse) non conoscevi

Pasqua è ormai alle porte: una delle feste più sentite e celebrate del calendario cristiano, capace di unire spiritualità, tradizione e, perché no, anche un pizzico di magia primaverile. La Pasqua si festeggia in ogni angolo del pianeta, dalla Francia all’Australia, passando per le Filippine e la Finlandia, ciascuno con i propri riti, simboli e curiosità.

Alla base della Pasqua cristiana c’è la celebrazione della resurrezione di Cristo, un inno alla vita che rinasce. Ma a questa ricorrenza religiosa, volendo guardare oltre, si intrecciano anche non poche usanze popolari, miti antichi e simboli condivisi. L’uovo, per esempio, è il re incontrastato della Pasqua: rappresenta la vita che si schiude, la rinascita e, non a caso, si lega perfettamente anche all’arrivo della primavera.

Pronti a scoprire come si festeggia la Pasqua nel mondo? Vi portiamo in viaggio tra 5 tradizioni davvero fuori dal comune. Alcune vi faranno sorridere, altre vi lasceranno a bocca aperta.

Australia: il coniglietto? No grazie, qui c’è il Bilby!

In Australia, il simpatico coniglietto pasquale che tanto piace ai nostri bambini sembra non avere molta fortuna. Al suo posto troviamo il Bilby, un piccolo marsupiale dalle orecchie lunghe, simbolo di una campagna di sensibilizzazione ambientale.

Il coniglio, infatti, è considerato una specie invasiva che ha causato non pochi problemi all’ecosistema locale – e per questo è stato praticamente bandito dai simboli associati alla festività di primavera. Così, i dolci di Pasqua sono stati “riformulati”: via libera a cioccolatini a forma di bilby, il cui acquisto contribuisce a finanziare progetti per proteggere questa specie in via d’estinzione. Risultato? Una Pasqua dolce e sostenibile!

Francia: a Haux si cucina un’omelette gigante 

Dimenticate la colazione classica, soprattutto quella dolce: a Haux, nel sud della Francia, il lunedì di Pasqua è sinonimo di una gigantesca omelette comunitaria. Insomma, niente grigliate.

Si parla di oltre 4.500 uova rotte e mescolate in una padella mastodontica, per servire il pranzo a più di mille persone. Ogni famiglia contribuisce portando le proprie uova e la festa si consuma nella piazza principale del paese, tra forchettate, risate e… bis garantito.

Ungheria: Pasqua a secchiate (d’acqua)

In Ungheria, la Pasqua porta con sé una tradizione piuttosto bagnata. Le donne, vestite con abiti tradizionali, vengono simbolicamente “innaffiate” con acqua dagli uomini il giorno di Pasqua.

Anticamente questo gesto era legato a riti di purificazione e fertilità. Oggi, tra secchiate e spruzzi più o meno improvvisi, è diventato un gioco divertente e folkloristico, soprattutto nei piccoli centri. Certo, meglio portarsi un cambio d’abiti.

Finlandia: ecco le streghe di Pasqua

In Finlandia (e in parte della Svezia), la Pasqua si tinge di atmosfere… da Halloween. I bambini si travestono da streghette, con scope e foulard colorati, e vanno di casa in casa a chiedere dolcetti in cambio di benedizioni e auguri.

Questa usanza nasce da un’antica credenza pagana secondo cui, durante la Settimana Santa, le streghe volassero all’isola di Blåkulla per incontrarsi col diavolo. Per scacciarle, si accendevano grandi falò, ancora oggi parte delle celebrazioni.

Papua Nuova Guinea: alberi di Pasqua e sigarette

Anche qui, dimenticate le uova di cioccolato: nelle zone rurali della Papua Nuova Guinea, gli alberi di Pasqua vengono decorati con sigarette e tabacco.

All’esterno delle chiese, ma anche nelle case, si appendono questi “doni” che vengono poi distribuiti tra i fedeli alla fine delle celebrazioni pasquali. Un’usanza lontanissima dalle nostre, ma profondamente radicata nella cultura locale, dove il tabacco ha un forte valore simbolico e sociale.

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Lago Hiller, il paradiso rosa che sfida la logica e incanta il mondo

In Australia non mancano luoghi spettacolari, alcuni talmente belli da sembrare quasi irreali, come il lago Hillier. Avete mai sentito parlare di un “lago rosa”? Bene, è proprio lui, il lago australiano famoso in tutto il mondo per la colorazione rosa delle sue acque. Situato a Middle Island, l’isola più grande dell’arcipelago di Recherche, al largo della costa meridionale dell’Australia Occidentale, se ammirato dall’alto offre uno scenario difficile da dimenticare.

Il rosa vibrante delle sue acque, una tonalità permanente, è circondato da una rigogliosa vegetazione che lo separa dal mare, creando così un acceso contrasto di colori tra rosa, verde e diverse tonalità di blu. Sicuramente vi state domandando da cosa derivi questa particolare tonalità: ve lo raccontiamo qui preannunciandovi che, attualmente, il lago Hillier ha perso il suo colorito, ma può essere trovato in altri laghi d’Australia.

Perché il lago Hillier in Australia è rosa

La straordinaria varietà del clima e della geografia dell’Australia Occidentale ha dato origine ad alcuni dei fiumi, laghi e zone umide più singolari del pianeta, come il lago Hillier. Lungo circa 600 metri e largo 250 circa, il suo colore rosa è dovuto alla presenza della micro-alga verde “Dunaliella Salina” e dalla presenza di alcune specie di alobatteri.

Il primo a scoprirlo fu l’esploratore britannico Matthew Flinders nel 1802, il quale raccolse nei suoi scritti le informazioni riguardanti questa scoperta che potè fare ammirando il lago dalla vetta più alta dell’isola.

Sfortunatamente, però, il colore del lago non è più quel rosa acceso che l’ha reso famoso a causa di un’imponente precipitazione avvenuta al largo della costa nel 2022. Come hanno spiegato gli scienziati ambientali locali: “I nutrienti provenienti dalla vegetazione in decomposizione, a causa di quella pioggia davvero intensa, si sono riversati nel lago alterandone la colorazione”. Tuttavia, il lago potrebbe ritrovare il colore rosa nel corso del tempo, tutto dipenderà dalla diminuzione dell’acqua e dall’aumento del livello del sale e della micro-alga.

I laghi rosa dell’Australia

Hillier non è l’unico lago rosa australiano. Tra i luoghi più famosi c’è sicuramente Hutt Lagoon che a volte si presenta ai visitatori di un rosa acceso come la gomma da masticare, a volte lilla e, occasionalmente, persino rosso. Il momento ideale per ammirarlo è prima del tramonto, così da poter osservare i colori trasformarsi. Oppure, se ne avete l’occasione, potreste valutare un volo panoramico che vi offrirà una vista unica, con l’Oceano Indiano che crea un contrasto sorprendente con il lago rosa.

Un altro luogo molto conosciuto è Kati Thanda-Lake Eyre, contraddistinto da tonalità rosa, arancioni e gialle. Per godere appieno della sua bellezza, però, bisogna avere pazienza e un tocco di fortuna perché offre il meglio di sé solo quando è completamente inondato d’acqua. L’inondazione, infatti, porta con sé una vegetazione rigogliosa, stormi di uccelli e sognanti sfumature di rosa e arancione.

Infine, citiamo anche il lago Bumbunga: questo è non solo uno dei laghi rosa più accessibili del Paese, ma anche uno dei più fotogenici. Le sue rive color magenta attirano fotografi amatoriali e professionisti per catturare le sfumature di rosa e bianco, che cambiano in base alla salinità dell’acqua.

Lago rosa Australia

Fonte: iStock

Il lago rosa australiano Hutt Lagoon
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SiViaggia regala il magazine GATE numero 46

Ogni mese vi regaliamo il magazine di lifestyle GATE da scaricare e sfogliare. La rivista, scritta in italiano e in inglese, contiene articoli di viaggi, ma anche di moda, costume e attualità. Alle pagine 41-45 del numero 46, trovate l’ultimissimo articolo di SiViaggia dedicato a Perth, porta d’accesso all’Australia e a un meraviglioso territorio che occupa un terzo del continente, ricco di biodiversità, di storia e di tradizioni, a partire dalle popolazioni aborigene.

Inoltre, sfogliando le pagine del magazine trovate anche qualche utile consiglio per organizzare i prossimi weekend in alcuni dei musei più nuovi (o rinnovati) d’Italia, alla scoperta delle nostre radici storiche. È sufficiente registrarsi gratuitamente per poter effettuare il download.

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