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Ciudad Perdida in Colombia, l’antica città nascosta nella giungla

Hai mai sentito parlare della Ciudad Perdida? È un’antica città nascosta nella giungla colombiana, conosciuta anche come Teyuna. Rimasta fuori dai radar per secoli, è stata riscoperta quasi per caso negli anni ’70, dopo essere stata inghiottita dalla foresta. Solo dal 2005 è possibile visitarla in sicurezza, ed è oggi uno dei luoghi più affascinanti e carichi di storia di tutta la Colombia

Curiosità sulla Ciudad Perdida della Colombia

Ti hanno sempre detto che Machu Picchu è il top delle antiche città andine? Beh, sappi che la Ciudad Perdida è più vecchia di circa 650 anni. Già nell’700 d.C. i Tayrona costruivano templi, strade e terrazze in cima alle montagne. E il bello è che circa il 40% del sito è ancora inesplorato. Chissà quali segreti sono ancora nascosti sotto la giungla!

Devi sapere che “Ciudad Perdida” è il nome che gli archeologi moderni le hanno dato, ma per le comunità indigene, Kogui, Arhuaco, Wiwa e Kankuamo, non è mai stata perduta. Loro l’hanno sempre chiamata Teyuna, il cuore spirituale della Sierra Nevada de Santa Marta. Ancora oggi ci vanno per cerimonie e rituali sacri. E no, non vogliono che diventi un’attrazione da selfie.

Altro che Indiana Jones: i primi a trovare Teyuna furono dei saccheggiatori locali, che si imbatterono in una scalinata nascosta nel verde e seguirono il sentiero fino alle rovine. Il risultato? Rubarono gioielli, statue e manufatti preziosi, vendendoli al mercato nero. Solo dopo che la voce cominciò a girare, il governo colombiano decise di intervenire e dichiarare il sito patrimonio archeologico.

A differenza di altri luoghi “colonizzati” dal turismo di massa, il viaggio verso la Ciudad Perdida è organizzato da operatori locali e guide indigene. I proventi vanno direttamente alle comunità della zona, che così riescono a preservare cultura, ambiente e tradizioni. Insomma, fai trekking e fai del bene.

il trekking per la Ciudad Perdida in Colombia

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La Ciudad Perdida in Colombia è un sito archeologico raggiungibile solo tramite un trekking di 50 chilometri circa

Dove si trova la Ciudad Perdida e come raggiungerla

Protetta dalla fitta vegetazione della Sierra Nevada de Santa Marta, la Ciudad Perdita è uno dei luoghi più suggestivi e ricchi di storia della Colombia. Non è raggiungibile in alcun modo se non tramite un trekking impegnativo di alcuni giorni e della durata di circa 50 chilometri.

Il punto di partenza ufficiale è il piccolo villaggio di El Mamey (detto anche Machete Pelao), a circa 2-3 ore di fuoristrada da Santa Marta. Da lì inizia il cammino vero e proprio, lungo circa 45 chilometri (solo andata). Si dorme in campi base rustici, si mangia cibo locale preparato sul momento, e ogni giorno si attraversano fiumi, montagne, villaggi indigeni e paesaggi mozzafiato.

La Ciudad Perdida è stata scoperta solo nel 1975, dopo secoli di oblio e non è certo un sito facilmente accessibile. Per arrivarci dovrai guadagnartela: quattro o cinque giorni di trekking, tra salite ripide, piogge improvvise, ponti traballanti e sentieri di fango. Un’esperienza tosta, certo, ma anche profondamente toccante.

Ti aspettano foreste pluviali, villaggi indigeni, cascate rinfrescanti e un silenzio assordante che ti obbliga a rallentare, a respirare e a osservare. E alla fine, quando penserai di non farcela più, ecco che apparirà lei: la Ciudad Perdida, sospesa tra cielo e terra, avvolta da un’aura mistica che ti farà dimenticare ogni fatica.

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Cosa fare in Colombia in due settimane: itinerario e consigli utili

Ci sono Paesi che restano impressi nella memoria più di altri. Paesi che non si riducono a una lista di luoghi da vedere, ma che si esprimono in un intreccio di incontri, paesaggi ed esperienze da respirare, ascoltare e assaporare. Tra questi Paesi c’è la Colombia che negli ultimi anni ha riscritto la sua storia, passando da terra associata alla violenza a meta ambita – e amata – dai viaggiatori di tutto il mondo.

Dalla Cordigliera delle Ande alle piantagioni di caffè, passando per la foresta amazzonica e per il Mar dei Caraibi, tra le rovine di antiche civiltà scomparse e l’energia pulsante delle città coloniali, ogni giorno in Colombia regala un viaggio nell’anima del Paese che grazie all’ospitalità contagiosa della sua gente diventerà un ricordo indelebile.

Due settimane in Colombia:  l’itinerario per rompere il ghiaccio

Vediamo insieme cosa fare in Colombia in due settimane con un itinerario ad hoc pensato per chi visita il Paese la prima volta. Con un’avvertenza: l’unico rischio che si corre in Colombia è quello di volerci restare!

Bogotá, il cuore andino della Colombia

Situata a 2.640 metri di altitudine, nel cuore della Cordigliera delle Ande, Bogotá accoglie il visitatore con la sua aria effervescente e l’anima in bilico tra passato e presente, caos urbano e scorci silenziosi. Tre giorni sono il minimo sindacale per scoprire la città e avere un assaggio della cultura andina che permea l’intera regione.

Cuore pulsante della capitale è La Candelaria con i suoi vicoli acciottolati, le case coloniali e le pareti adorne di  murales colorati che raccontano storie di resistenza, cultura e identità. Qui si trovano alcune delle attrattive imperdibili di Bogotá, tra cui:

  • Plaza Bolivar e la Catedral Primada, che ospita all’interno la tomba di Gonzalo Jiménez de Quesada, fondatore della città;
  • il Museo Botero, dove l’arte si fa iconica e monumentale;
  • il Museo dell’Oro, custode di oltre 55.000 reperti di civiltà precolombiane.

Per una vista panoramica su Bogotá che abbraccia le Ande circostanti consigliamo di salire sul Cerro Monserrate, raggiungibile a piedi, in funicolare o in teleferica, mentre per una sferzata di colore e un’immersione nella vita quotidiana in Colombia vi suggeriamo di visitare il Mercado di Paloquemao dove rimarrete impressionati dalla varietà di frutta esposta sui bancali.

Tra le cose da fare in Colombia vi segnaliamo inoltre due luoghi intrisi di mito e spiritualità: la Cattedrale di Sale di Zipaquirá, scavata nel cuore di una montagna, e la Laguna di Guatavita, avvolta dall’aurea leggendaria dell’Eldorado. Possono essere visitati entrambi, nello stesso giorno, con una visita guidata da Bogotá.

laguna verde tra montagne andine

Fonte: iStock

La laguna di Guatavita dove nasce il mito dell’Eldorado

Salento e l’Eje Cafetero

Dopo il primo assaggio di Colombia alle altitudini di Bogotá, con un volo interno spostatevi nella zona dell’Eje Cafetero. Potete scegliere di atterrare a Pereira, o ad Armenia, e da li raggiungere il villaggio più iconico del dipartimento del Quindío: Salento.

Accogliente, colorato, circondato da montagne ed estremamente piacevole, Salento è il punto di partenza privilegiato per esplorare la Valle del Cocora e ammirare la Ceroxylon quindiunse, nota anche come palma di cera, una specie in via di estinzione dichiarata albero nazionale e simbolo del Paese. Da non perdere la visita a una finca di caffè per apprendere il processo produttivo che parte dal chicco e porta alla tazza,

Tre giorni nella zona dell’Eje Cafetero vi consentiranno di assaporare il ritmo lento della regione e di scoprire una Colombia che profuma di terra, silenzio e pazienza. Una terra che insegna a rallentare senza porsi troppe domande.

palme altissime e vallata

Fonte: iStock

Le palme di cera della Valle del Cocora

Medellín, la città dell’eterna primavera

Per raggiungere Medellín dall’Eje Cafetero, preventivate sei ore (circa) via terra che non andranno perdute perché vi regaleranno alcune pennellate di vita rurale; se invece avete l’animo cittadino e volete ottimizzare i tempi, un volo da Pereira dura meno di 45 minuti. Qualunque sia il mezzo di trasporto scelto, l’arrivo in città segnerà un taglio netto tra la lentezza tipica del Quindío e l’energia vibrante di Medellín.

Adagiata nella valle dell’Aburrá, con le montagne attorno che sembrano volerla abbracciare, Medellín è soprannominata la città dell’eterna primavera per il clima mite di cui gode tutto l’anno, ma anche perché al centro di una rinascita urbana fatta di cultura, creatività e orgoglio collettivo. Simbolo di questo cambiamento è la Comuna 13, fino a pochi anni fa segnata dalla violenza e oggi uno dei quartieri più vitali della città.

Tra le cose da vedere a Medellín, oltre alla Comuna 13, vi segnaliamo:

  • Plaza Botero, area pubblica che ospita 23 sculture del celebre artista colombiano;
  • il Museo di Antioquia, dove accanto a collezioni d’arte precolombiana e contemporanea, custodisce buona parte dell’opera pittorica di Fernando Botero;
  • il Parque Arví, area naturale protetta sita in città, nell’aria collinare, dove respirare un po’ d’aria buona senza uscire da Medellín;
  • il Jardín Botánico, piccolo paradiso urbano che ospita una gran varietà di piante tropicali e di farfalle, oltre a uno splendido orchidarium.

Tre giorni a Medellín sono sufficienti per coglierne l’anima in costante mutamento e includere la visita in giornata di Guatapé, piccolo gioiello coloniale, e dell’iconica Piedra del Peñol che dall’alto domina un ampio bacino artificiale punteggiato da isolette che invitano al riposo e alla contemplazione.

villaggio con case colorate e strade acciottolate

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Il villaggio colorato di Guatapé

Santa Marta tra giungla, mare e montagne

Lasciatevi alle spalle la frenesia di Medellín e preparatevi a rallentare ancora una volta, abbandonati al respiro calmo del nord: con un volo diretto potete raggiungere Santa Marta, cuore pulsante del dipartimento della Magdalena, che vi consigliamo di esplorare a passo lento, dedicando almeno tre giorni di tempo alla città e ai suoi immediati dintorni.

Affacciata sulle acque turchesi del Mar dei Caraibi, sotto l’ala protettrice della Sierra Nevada che ospita i due picchi più alti del paese (oltre i 5.700 metri di altezza), Santa Marta è una della città più antiche di tutto il Sud America e apre le porte a una Colombia diversa, dove l’equilibrio tra uomo e natura diventa parte dell’esperienza.

Trasandata e decadente a sprazzi, ben lontana dalla perfezione della vicina Cartagena, Santa Marta è una città viva, autentica, che non indossa veli o maschere e che si mostra in tutte le sue contraddizioni.

Tra le cose da fare in Colombia partendo da Santa Marta suggeriamo:

  • il Parque Nacional Tayrona, tappa obbligata per gli amanti del mare, offre spiagge da cartolina, sentieri nella giungla e la possibilità di entrare in contatto con gli indigeni che vivono in armonia con la natura;
  • Minca, piccolo villaggio di collina gettonato tra gli appassionati di ecoturismo, vi regalerà belle passeggiate in mezzo al verde tra cascate, sentieri e piantagioni di cacao.
spiaggia ricoperta di giungla

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Spiaggia del Parque Nacional Tayrona

Cartagena de Indias, la perla del caribe colombiano

Last but not least, Cartagena de Indias su cui ogni parola risulterebbe superflua.

Con le sue mura coloniali perfettamente conservate, le piazze assolate, i balconi traboccanti di buganvillea e la luce caraibica che trasforma ogni scorcio in pura poesia, Cartagena è il luogo perfetto per concludere il vostro soggiorno in Colombia: tra i colori di Getsemani e una camminata lungo i bastioni al tramonto, Cupido scoccherà la sua freccia e la perla del Caribe vi conquisterà.

Architettura religiosa e civile di Cartagena

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Centro storico di Cartagena de Indias

Cosa fare in Colombia: le esperienze da non perdere

Un viaggio in Colombia non può dirsi completo se non diventa esperienza, quel momento che passa attraverso i sensi, le persone e le storie e che racconta più di qualsiasi fotografia. Tra le tante, ne abbiamo selezionate 5:

  • imparare a muoversi al ritmo di salsa che in Colombia è una vera e propria arte;
  • mangiare un mango condito con sale e limone comprato da un ambulante è un rito quotidiano che sa di strada, di sole e di convivialità;
  • dormire in un’amaca al Parque Tayrona, lasciandosi coccolare dal brusio del mare e del vento che dialogano sottovoce in attesa che l’alba filtri tra le palme;
  • fermarsi a guardare una partita a domino in una qualunque piazza del Paese, lasciandosi ipnotizzare dalle mani in movimento e dalle risate intorno che riempiono l’aria;
  • salire su un colectivo affollato, pagare passandosi le monete di mano in mano mentre i corpi ancheggiano al suono della cumbia che si diffonde dalla radio a tutto volume è il modo migliore per entrare nel quotidiano colombiano e vivere un’esperienza autentica, a tutto tondo.

Consigli utili per organizzare un viaggio in Colombia

Per viaggiare in Colombia è necessario il passaporto con una validità residua di almeno sei mesi, ma non è richiesto il visto d’ingresso per soggiorni turistici pari o inferiori a 90 giorni.

Non sono previste vaccinazioni obbligatorie, ma è vivamente consigliata quella contro la febbre gialla se si visitano zone amazzoniche o rurali.

La Colombia non è più ritenuta un Paese pericoloso, ma è sempre buona norma adottare comportamenti prudenti per cui evitare i quartieri periferici, non ostentare oggetti di valore e utilizzare taxi ufficiali, soprattutto se ci si sposta la sera nelle grandi città.

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Colombia, alle origini del Sud America: scoperta una civiltà perduta nel cuore dell’altopiano andino

La storia del Sud America è molto più complessa e affascinante di quanto si sia pensato finora. Recenti ricerche archeologiche e genetiche condotte nel cuore della Colombia hanno portato alla luce una scoperta straordinaria: l’esistenza di un’antica civiltà, finora sconosciuta, che popolava l’altopiano andino migliaia di anni fa. Questo ritrovamento suggerisce che nel tempo intere popolazioni siano scomparse senza lasciare traccia tra i loro discendenti moderni. Il DNA ha permesso agli scienziati di viaggiare nel passato e ricostruire un capitolo dimenticato della preistoria sudamericana. La Colombia si conferma così un punto fondamentale per comprendere le origini delle civiltà americane. Un viaggio sorprendente che intreccia genetica, archeologia e storia. E che ci ricorda quanto ancora ci sia da scoprire sotto la superficie del nostro passato.

Un passato misterioso riaffiora dall’Altiplano colombiano

Nel cuore dell’altopiano andino, nel territorio centrale della Colombia, i ricercatori hanno portato alla luce le tracce di un’antica popolazione umana fino ad ora sconosciuta. Questo affascinante ritrovamento non solo riscrive parte della storia del continente sudamericano, ma conferma anche il ruolo cruciale della Colombia come via di passaggio per le prime migrazioni dell’Homo sapiens da nord a sud, avvenute oltre 14.500 anni fa.

Sei millenni di storia ricostruiti attraverso il DNA

Uno studio condotto da un team internazionale ha analizzato il DNA di 21 resti umani rinvenuti in cinque siti archeologici situati sull’altiplano colombiano. Attraverso tecniche genetiche avanzate, gli scienziati sono riusciti a ricostruire una cronologia che copre ben 6.000 anni di storia. I risultati hanno rivelato l’esistenza di un’antica popolazione con un patrimonio genetico completamente distinto da quello dei moderni abitanti della regione.

Una popolazione senza discendenti

Secondo l’antropologa Kim-Louise Krettek dell’Università di Tubinga, non è stato possibile rintracciare alcun legame genetico tra questi antichi abitanti e le attuali popolazioni colombiane. Questo suggerisce che la popolazione originaria scomparve del tutto, probabilmente a causa di conflitti, migrazioni o epidemie, lasciando spazio a nuovi gruppi umani. L’area attorno all’attuale Bogotá sembra dunque essere stata teatro di un completo ricambio demografico.

Nuove migrazioni e cambiamenti culturali

Circa 2.000 anni fa, una nuova popolazione, geneticamente diversa e con legami con i gruppi dell’America Centrale meridionale, si stabilì sull’altiplano. È probabile che parlassero lingue appartenenti alla famiglia chibchana e che portassero con sé tecnologie più avanzate come la ceramica e l’agricoltura. A differenza del gruppo precedente, questi nuovi arrivati rimasero nella regione fino all’arrivo degli europei nel XVI secolo.

scoperta fatta in colombia

Fonte: science

Affinità demografiche degli antichi colombiani con i vecchi sudamericani

L’importanza genetica e storica della Colombia

Il DNA, che custodisce la memoria genetica delle generazioni passate, ha permesso di ricostruire questi straordinari capitoli della preistoria sudamericana. La genetista Andrea Casas-Vargas dell’Università Nazionale della Colombia sottolinea quanto sia raro che le tracce genetiche di un’intera popolazione scompaiano completamente, specialmente in un continente come il Sud America. Questo rende il caso colombiano ancora più unico e interessante da indagare.

Uno snodo fondamentale per le migrazioni antiche

La Colombia, situata sul ponte geografico che collega il Centro e il Sud America, si conferma un luogo strategico per lo studio delle migrazioni umane. Secondo l’antropologo Cosimo Posth, anche lui dell’Università di Tubinga, si tratta dei primi genomi antichi pubblicati provenienti dal territorio colombiano, aprendo la strada a nuove scoperte che potrebbero far luce su collegamenti genetici persino con regioni lontane come l’Australia.

Nuove domande e futuri sviluppi

Le cause della scomparsa della prima popolazione rimangono un mistero, ma questa scoperta solleva interrogativi fondamentali sulla storia umana nelle Americhe. È possibile che future ricerche riescano a svelare ulteriori dettagli su questi primi abitanti dimenticati, offrendo una visione ancora più profonda della complessa evoluzione delle popolazioni indigene del continente.

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La Cattedrale di Sale di Zipaquirá: un capolavoro scolpito nel cuore della Colombia

Nelle profondità della terra colombiana, là dove un tempo uomini armati di picconi estraevano blocchi di salgemma, oggi si apre uno dei luoghi di culto più sorprendenti al mondo: la Cattedrale di Sale di Zipaquirá. 

Situata a 180 metri sotto la superficie e a circa un’ora di viaggio da Bogotá, questa cattedrale interamente scolpita nel sale è considerata uno dei simboli più affascinanti della Colombia e una delle sette meraviglie del Paese.

Per chi visita la Colombia, è una tappa obbligata. Per chi crede nell’incontro tra natura e spiritualità, è un’esperienza che resta scolpita nella memoria come il sale nelle viscere della montagna.

Un’opera d’arte scolpita nel buio della miniera

La storia della Cattedrale affonda le sue radici nel XIX secolo, quando i minatori in Colombia scavarono una piccola cappella sotterranea per chiedere protezione divina durante il duro lavoro. Quella rudimentale nicchia religiosa, però, si è evoluta nel tempo fino a diventare l’attuale cattedrale monumentale inaugurata nel 1995, dopo anni di progettazione e scavi titanici.

L’intero complesso occupa un’area di 8.500 m² all’interno della miniera di salgemma ancora attiva e si articola su tre navate principali. Non ci sono materiali esterni: tutto, dalle pareti alle sculture, è scolpito nella roccia salina, che nelle luci fredde del sottosuolo assume sfumature mistiche.

Cattedrale di Sale di Zipaquirà

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Un angolo interno della Cattedrale di Sale di Zipaquirà

Cosa vedere all’interno della Cattedrale di Sale

La visita alla Cattedrale nei pressi di Bogotà è molto più di una semplice passeggiata sotterranea: è un’esperienza sensoriale e spirituale, scandita da simbolismi, giochi di luce e silenzio profondo.

  • La Via Crucis: lungo il percorso principale si incontrano 14 cappelle che rappresentano le stazioni della Passione di Cristo. Ogni cappella è una scultura scolpita direttamente nel sale, alcune minimaliste, altre monumentali.
  • La grande croce: nella navata centrale si staglia un’enorme croce alta 16 metri, illuminata da dietro in modo da sembrare sospesa. È la più grande croce sotterranea del mondo.
  • L’altare maggiore e le tre navate: ognuna delle tre navate è dedicata a un momento della vita di Cristo (nascita, vita e morte) ed è arricchita da bassorilievi e simboli cristiani scolpiti nelle pareti.
  • La cupola: uno degli spazi più iconici è la cupola a forma di imbuto rovesciato, simbolo del cielo che si apre nel sottosuolo, con giochi di luce blu che evocano un firmamento.

Il Parque de la Sal: molto più di una cattedrale

All’esterno della Cattedrale, il Parque de la Sal offre un’estensione culturale e naturalistica dell’esperienza sotterranea. Qui si trova il Museo della Miniera, dove è possibile conoscere la storia millenaria dell’estrazione del sale in Colombia e scoprire come la geologia abbia modellato questa regione. Non mancano attività per i più avventurosi, come percorsi nel bosco, zip-line e laboratori didattici per famiglie.

Come raggiungere la Cattedrale di Sale di Zipaquirá

Zipaquirá si trova a circa 50 chilometri a nord della capitale Bogotá ed è facilmente raggiungibile con diversi mezzi:

  • In auto: si percorre l’Autopista Norte fino all’uscita per Zipaquirá. Il viaggio dura circa un’ora, traffico permettendo.
  • In autobus: dalla stazione di Portal del Norte partono regolarmente autobus diretti a Zipaquirá. La corsa dura circa 75 minuti.
  • In treno turistico: nei weekend e durante i festivi è attivo il “Tren Turístico de la Sabana”, un convoglio pittoresco che attraversa i paesaggi della savana bogotana, regalando ai viaggiatori un assaggio dell’Ande rurali.

Arrivati a Zipaquirá, basta una breve camminata fino al Parque de la Sal, dove ha inizio la discesa nel cuore della montagna.

Informazioni utili per la visita

Prima di visitare la straordinaria Cattedrale di Sale di Zipaquirá, è utile conoscere alcune informazioni pratiche per organizzare al meglio l’esperienza. Di seguito, tutti i dettagli utili su orari, biglietti, durata e consigli per affrontare al meglio la visita nelle profondità della terra colombiana.

  • Orari: aperta tutti i giorni dalle 9:00 alle 17:40.
  • Biglietti: si consiglia di acquistare il biglietto online tramite il sito ufficiale della Cattedrale. Sono disponibili pacchetti con guida, audioguide o tour notturni.
  • Durata della visita: tra 1,5 e 2 ore.
  • Consigli pratici: la temperatura all’interno si aggira sui 14-17°C, con elevata umidità. Si raccomandano scarpe comode e una felpa leggera.
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Nel Mar dei Caraibi c’è l’isola più popolata al mondo

Di piccole dimensioni ma con tantissimi abitanti, per andare alla scoperta di quella che viene considerata l’isola più popolata al mondo bisogna dirigersi nel mar dei Caraibi, al largo della Colombia.

Lì esiste l’arcipelago di San Bernardo con l’isola di Santa Cruz del Islote, un luogo dove vivono 816 persone in uno spazio di un centesimo di chilometro quadrato: tantissimi individui se si tiene conto delle sue dimensioni davvero ridotte. Infatti, basti sapere che è poco più grande di un campo da calcio, il che significa che non è il posto adatto a tutti coloro che amano la solitudine: qui è pressoché impossibile riuscire a stare da soli.

A guardarla dall’alto restituisce davvero un’immagine impressionate, fatta di case le une attaccate alle altre: infatti gli spazi mancano e per ovviare a questo problema le case eventualmente vengono stratificate verso il cielo con l’aggiunta di ulteriori piani.

Tutto quello che c’è da sapere su Santa Cruz del Islote.

Santa Cruz del Islote, l’isola più densamente popolata al mondo

L’isola di Santa Cruz del Islote fa parte dello stato della Colombia nel dipartimento di Bolìvar, a quanto pare le famiglie che vi abitano sono circa 220 (per 816 persone) e si trovano all’interno di case che non sono state realizzate in seguito a un permesso poiché nessuno è proprietario terriero in maniera ufficiale.

Tra le altre peculiarità dell’isola vi è il fatto che per attraversare tutto il territorio ci vogliono solo poco meno di due minuti. Vi sono circa 140 abitazioni, 4 negozi, una chiesa, uno spazio medico di base e una scuola. Non vi è un cimitero, infatti le persone vengono seppellite sulla terraferma.

A quanto pare, la gente è felice di vivere lì, a dirlo sono stati dei sondaggi, da cui emerge che nessuno si trasferirebbe da un’altra parte. Inoltre, non c’è criminalità e non esiste la polizia.

Ma non è tutto rosa e fiori e non mancano i problemi in questo luogo dall’aspetto così peculiare. E sono soprattutto legati all’autonomia: infatti chi vive qui non è autosufficiente, mancano benzina e acqua potabile, l’energia elettrica viene prodotta grazie a pannelli solari che però la garantiscono solo per qualche ora al dì. L’acqua piovana viene raccolta dentro delle cisterne.

Senza dubbio gli abitanti dell’isola vivono di turismo e sono in tanti i viaggiatori a visitare questo luogo così pittoresco, che si sviluppa lungo 4 strade, prive di macchine e moto.

La storia di Santa Cruz del Islote e come visitarla

La storia di Santa Cruz del Islote è piuttosto recente. A quanto pare, questa isola che fa parte del territorio acqueo dell’America del Sud ed è rimasta disabitata fino al 1860, quando alcuni pescatori vi si stabilirono scegliendola per rifugiarsi dalle tempeste e perché qui, a differenza di altre isole vicine, non vi erano zanzare. Furono i primi abitanti a raccogliere materiali di costruzione dal mare per iniziare ad abitarla. Il resto è storia e oggi questo piccolo spazio di terra è diventato meta di viaggio di molti turisti.

Santa Cruz del Islote: alcuni edifici

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Santa Cruz del Islote, alcuni edifici di questo luogo pittoresco

Raggiungerla è piuttosto semplice: ci si può arrivare in barca, partndo da Tolù ci vuole solo un’ora mentre da Cartagena due e può essere la tappa di un viaggio che porta alla scoperta delle isole che si trovano all’interno dell’arcipelago di San Bernardo. La visita ha un piccolo costo: l’ingresso si paga circa 2 dollari e mezzo.

Uno dei problemi maggiori per chi vive qui è la spazzatura, oltre al fatto di non avere una propria autonomia. Resta il fatto che visitare Santa Cruz del Islote è un’esperienza che vale la pena fare per conoscere un modo diverso di vivere.

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Aeroporto di Bogotà, in Colombia: una guida utile con tutte le informazioni

Il suo sito web ufficiale lo definisce “il miglior aeroporto del Sud America”. Sarà veramente così? Di certo, l’Aeroporto El Dorado di Bogotà, in Colombia, è uno degli hub aerei di riferimento di tutto il continente sudamericano ed è uno dei più trafficati, con voli che arrivano lì – diretti o no – da ogni parte del mondo.

Questo aeroporto è grande ed è sempre bene conoscerlo un po’ prima di affrontare un arrivo o una partenza da lì. Quelle che seguono sono delle informazioni utili per conoscere l’aeroporto El Dorado di Bogotà e poter sfruttare, quindi, al massimo, tutto quello cha da offrire. Del resto, chi viaggia tanto lo sa che gli aeroporti sono molto di più di quello a cui servono principalmente.

Dove si trova l’Aeroporto El Dorado in Colombia

Questo scalo aereo è il punto di riferimento per chi desidera arrivare in aereo a Bogotà e, da lì, iniziare il proprio viaggio in Colombia. Da lì, infatti, partono anche molti voli interni verso località come Baranquilla, Medellin o Cartagena.

L’aeroporto El Dorado di Bogotà si trova relativamente vicino al centro città: dista, infatti, solo 15 km dalla città stessa. Questo le rende facile da raggiungere, grazie anche ai molti mezzi che ci sono a disposizione.

Aeroporto El Dorado di Bogotà

Fonte: iStock

L’esterno dell’Aeroporto El Dorado a Bogotà

Raggiungere l’aeroporto di Bogotà in taxi

Se ti trovi in qualsiasi altra parte della Colombia, la prima cosa da fare è arrivare a Bogotà e, da lì, decidere come raggiungere lo scalo. La prima opzione per raggiungere l’aeroporto è il taxi, una scelta che può risultare comoda e veloce.

Come in tutte le grandi città, l’utilizzo dei taxi è frequente ed è anche molto facile trovarli. La cosa migliore, soprattutto per raggiungere l’aeroporto El Dorado, è prenotarli: in questo modo sarai certo che sarà disponibile nel giorno e nell’ora che desideri. Le tariffe sono generalmente fisse per l’aeroporto, ma è consigliabile farsi confermare il prezzo prima di salire a bordo. Dal centro storico di Bogotà, un taxi arriva in aeroporto in un tempo che va dai 20 ai 45 minuti, a seconda del traffico. Per quanto riguarda la tariffa, spesso viene calcolata “a persona” e si aggira attorno agli 8€ per ogni occupante dell’auto.

Raggiungere l’aeroporto di Bogotà con un trasporto privato

Anche in Colombia sono presenti i servizi di noleggio con conducente oppure le corse prenotabili tramite le più diffuse app. Le tariffe sono simili a quelle dei taxi e, talvolta, possono essere anche più basse. Il vantaggio sta nel fatto di pagare tramite app, senza che ci sia circolazione di denaro fisico tra chi viaggia e il conducente. In una città come Bogotà, mettere la sicurezza in primo piano è quasi un obbligo, quindi questa opzione è utilizzata di sovente, soprattutto dai viaggiatori esteri che si recano a vedere le meraviglie della Colombia.

Raggiungere l’aeroporto di Bogotà con il TransMilenio

TransMilenio è il nome dato al sistema di trasporti a Botogà, in particolare riguarda quelle linee considerate rapide, o per numero di fermate o per i veloci tempi di percorrenza. Dal centro della città parte una linea specifica – la K86 – che conduce direttamente ai terminal aeroportuali. Il viaggio costa meno di un euro (in valuta locale, sono poco meno di 3000 pesos colombiani) e dura circa 40 minuti.

I vantaggi di questo mezzo di trasporto sono essenzialmente due: il costo e, in secondo luogo, di evitare il traffico. I mezzi che portano all’aeroporto su questa linea sono dei tram e viaggiano lungo i propri binari, bypassando così eventuali ingorghi.

In alternativa al tram, ci sono anche degli autobus urbani che si possono usare per raggiungere l’aeroporto El Dorado. Se opterai per questa soluzione, sappi che le fermate potrebbero essere svariate e i tempi di percorrenza più lunghi. Tienine conto.

Com’è suddiviso l’Aeroporto di Bogotà

Come molti grandi aeroporti, anche El Dorado è suddiviso in terminal. Ce ne sono due,

  • T1 è il terminal più grande e quello da dove e per dove volano le maggiori compagnie internazionali. Anche i voli nazionali partono da qui.
  • T2 è la zona dell’aeroporto denominata comunemente Puente Aereo ed è quasi tutto dedicato alla compagnia aerea colombiana Avianca.

In entrambi i terminal ci sono negozi e ristoranti, oltre ai comuni servizi di base, per rendere confortevole il viaggio di chiunque parta o arrivi a Bogotà.

Controlli doganali in Colombia

Fonte: Getty Images

I controlli all’interno dell’aeroporto El Dorado

Controlli doganali all’aeroporto di Bogotà

I controlli doganali sono un’attività molta seria in tutto il mondo e, da un po’ di tempo a questa parte, la Colombia ha rafforzato in modo deciso l’attività di verifica di chi passa la dogana come azione di contrasto alle problematiche che hanno segnato il paese in passato.

Tutti i passeggeri internazionali che arrivano in uno dei due terminal dell’aeroporto El Dorado di Bogotà devono passare i controlli della dogana e presentare, al momento dell’ingresso nel paese, oltre alla normale documentazione richiesta, come un eventuale visto per la Colombia, se necessario, e anche un modulo chiamato DIAN530. Esso permette di verificare la dichiarazione riguardo il contenuto dei bagagli, denaro e titoli entrati e portati fuori dal Paese.

Questo modulo è, di solito, consegnato a bordo degli aerei che atterrano a Bogotà ma, nel caso volessi compilarlo in anticipo, puoi scaricarlo dal sito ufficiale dell’aeroporto El Dorado.

Per quanto riguarda i controlli di sicurezza ripartendo dalla Colombia, è disponibile l’opzione Fast Track per passare i controlli più velocemente, utilizzando una fila prioritaria. Questa opzione va acquistata o eventualmente aggiunta al tuo biglietto aereo, direttamente dal sito della compagnia dalla quale hai acquistato il volo. In alternativa, chiedi al momento del check-in.

Mangiare all’aeroporto di Bogotà

L’offerta gastronomica dell’aeroporto di Bogotà è varia e presente in ogni parte dei terminal, sia nelle aree pubbliche che in quelle accessibili solamente a chi è in possesso di una carta d’imbarco.

I locali che hanno una sede a El Dorado sono tanti e si possono raggruppare in ristoranti, caffetterie e fast food. I piatti proposti sono adatti a qualsiasi tipo di scelta o necessità alimentare. Si tratta, per lo più, di catene presenti anche a livello internazionale, capaci di soddisfare la fame e la sete di ogni viaggiatore.

Non mancano anche le proposte di cibo tipico colombiano: l’aeroporto potrebbe essere un ottimo posto per salutare la Colombia mordendo qualche deliziosa Arepas!

I servizi dell'aeroporto El Dorado di Bogotà

Fonte: Getty Images

Passeggeri all’Aeroporto El Dorado di Bogotà

Servizi speciali dell’aeroporto di Bogotà

L’aeroporto El Dorado è attrezzato per offrire tutti i servizi che, di norma, ci si aspetta da un luogo dove passano molte persone, con esigenze e storie diverse. Sono garantiti, infatti, degli alti livelli di accessibilità e sono disponibili, su richiesta come in tutti i terminali aerei del mondo, le opzioni per chi ha difficoltà a muoversi o è soggetto a qualche particolare tipo di disabilità.

Oltre a questo, l’aeroporto mette a disposizione dei servizi utili e interessanti. Uno di questi è costituito dalle “habitaciones de descanso”, ovvero una sorta di capsule che possono essere noleggiate a pagamento, anche per qualche ora, da chi ha bisogno di un ambiente tranquillo per stendersi e magari dormire tra un volo e l’altro. Il servizio è a pagamento ed è attivo 24 ore su 24.

Le mamme che viaggiano con i loro bimbi molto piccoli saranno felici di sapere che all’aeroporto El Dorado sono presenti degli spazi appositi dove si può allattare in tutta tranquillità. Si chiamano “cabinas de lactancia” e sono sparse in entrambi i terminal. L’aeroporto ha disposto una giusta segnaletica per permettere di trovarle. Si tratta di ambienti che proteggono dal passaggio di migliaia di passeggeri e sono insonorizzati. Questo permette alla mamma e al bimbo di vivere il momento del pasto con maggiore tranquillità e serenità. Questi luoghi sono aperti 24 su 24, ogni giorno dell’anno.

Un altro servizio molto utile dell’aeroporto di Bogotà sono i bagni per i propri amici a 4 zampe. Sono sempre di più i viaggiatori che portano con loro i propri animali da compagnia. In un ambiente chiuso come l’aeroporto necessita di spazi anche per i viaggiatori speciali come i cani e i gatti. I bagni dove cani e gatti possono andare a fare i loro bisogni sono sparsi in entrambi i terminal. Questi ambienti sono studiati appositamente anche per pulire per bene il proprio animale, prima di tornare in mezzo al terminal oppure salire in aereo.

Un servizio curioso, presente nel Terminal 1, è costituito dalla presenza di un ufficio legale che funge anche da Registro di Stato Civile e come ufficio notarile per autenticare i documenti.

Come in tutti gli aeroporti, non mancano i servizi per cambiare la valuta. Solitamente, è un bene arrivare in Colombia provvisti di dollari americani e cambiarne una parte in pesos colombiani. Gli uffici cambio che troverai agli arrivi, prima della consegna dei bagagli o direttamente in quell’aerea, sono luoghi sicuri dove cambiare il denaro una volta giunto in Colombia. In quegli ambienti ci sono molte telecamere e c’è il personale di sicurezza dell’aeroporto, elementi che non saranno presenti se cambierai il denaro fuori da lì.

Sale di attesa e aree Vip all’aeroporto di Bogotà

Questo grande aeroporto colombiano vanta moltissimi posti a sedere, quasi tutti dopo i controlli di sicurezza, in modo che vengano usati solo dai passeggeri dell’aeroporto. Sono disponibili anche delle aree ViP. Si tratta di vere e proprie lounge, alcune legate ad alcune compagnie aeree e altre a celebri società che emettono carte di credito. L’ingresso ad alcune di queste lounge può essere acquistato anche direttamente in aeroporto. Puoi chiedere informazioni direttamente ai banchi del check-in del tuo volo.

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Cosa vedere a Villa de Leyva, capolavoro coloniale della Colombia

Tra le mete meno conosciute ma sicuramente di grande tendenza negli ultimi anni c’è la Colombia. I viaggiatori che amano scoprire terre lontane e non sono spaventati da voli molto lunghi possono valutare il territorio colombiano tra i più suggestivi da scoprire. Tra le località top? Sicuramente Villa de Leyva, una cittadina coloniale tra le più amate e soprattutto tra le più interessanti da vedere. Vuoi scoprire cosa visitare e cosa non perdere? Ecco le chicche che dovresti conoscere prima di organizzare un viaggio in Colombia e partire per Villa de Leyva. 

Alla scoperta di Villa de Leyva

Quando si pianifica un viaggio in Colombia, tutto parte da Bogotà, città simbolo e fulcro di ogni itinerario di viaggio ma spostandosi di circa 150 km a nord della capitale, è proprio Villa de Leyva ad attirare l’attenzione: si trova immersa tra le colline verdi della zona di Boyacá ed è uno dei migliori esempi (e meglio conservati) della Colombia coloniale. Fondata nel 1572 ha moltissimo da offrire, tra edifici d’epoca e musei che ne raccontano la storia.  Oltre alla ricca storia e al patrimonio culturale, è anche una destinazione ideale per gli amanti dell’enogastronomia: la regione circostante è famosa per la produzione di vino e formaggio, e non mancano ristoranti e caffè dove è possibile gustare piatti tipici e prodotti locali, immersi in un’atmosfera rilassata e accogliente.

Trattandosi di una città coloniale, sono numerosi gli edifici in questo stile che dominano la scena e che richiedono almeno una sosta. Presso carrera 9, una delle strade principali, si susseguono una dopo l’altre tre abitazioni: casa Juan de Castellanos, casona La Guaca e casa Quintero. Uno dei motivi per cui te le consiglio è che è possibile visitarle gratuitamente. 

Non lontano dal centro, si trovano poi altri luoghi di interesse che ti suggerisco di inserire nell’itinerario di un giorno: parti dai pozos azules che prendono il nome dal colore che varia leggermente nell’intensità a seconda delle condizioni meteo e poi fai una tappa al Fósil, un museo dedicato ai fossili in cui è esposto persino un kronosauro della misura di 15 metri. 

Playa Mayor

Il tuo giro non può che partire da Plaza Mayor che, come dice il nome stesso, è la piazza principale: davvero ampia e luminosa, risulta particolarmente fotogenica per gli edifici bianchi con tetti di tegole rosse che la delimitano. Camminarci ti farà percepire un vero e proprio salto indietro nel tempo. Non un semplice spazio pubblico ma il cuore sociale che ancora oggi attira numerosi visitatori

A dominare la scena in piazza c’è anche l’ Iglesia Nuestra Señora del Rosario , un edificio religioso datato XVII secolo in perfetto stile coloniale: la facciata minimal e total white viene arricchita solamente dalla presenza di un campanile. L’interno altrettanto semplice è decorato da immagini sacre ed elementi che conducono alla preghiera. L’omaggio è quello alla Vergine del Rosario, patrona della località. Per celebrarla, ogni anno il 7 ottobre si fa una festa in suo onore ed è uno degli eventi più attesi della località

Plaza Mayor a Villa de Leyva

Fonte: iStock

Plaza Mayor, la piazza principale della cittadina coloniale

Casa del Primer Congreso

A pochi passi dalla piazza non perderti la casa del Primer Congreso, oggi sede museale ma utilizzato in passato proprio per il primo congresso delle province unite svolto nel 1812. L’indipendenza e il futuro dello stato colombiano è stato discusso proprio qui, è quindi un monumento importante alla storia del Paese e per questo un must durante un itinerario in loco. 

Casa museo Antonio Nariño 

Tra i luoghi più iconici che ti consiglio di visitare c’è la casa museo Antonio Nariño; l’esposizione attraverso un percorso vuole ricordare i grandi eroi dell’indipendenza e in modo particolare il “precursor” della libertà colombiana, riconosciuto ancora oggi come un leader contro il dominio spagnolo e sostenitore dei diritti umani. La casa in cui ha vissuto, oggi trasformata in museo, ha uno stile architettonico coloniale e al suo interno porta a riflettere sull’epoca, sul coraggio di cambiare le cose e su come alcuni valori sono stati portati avanti nel tempo. Uno degli aspetti più affascinanti è la biblioteca che ospita volumi rari e preziosi che testimoniano la sua vasta cultura e il suo impegno per la diffusione delle idee illuministiche.

Casa museo de Luís Alberto Acuña 

Un’altra casa museo da non perdere è quella dedicata a de Luís Alberto Acuña: pittore e scultore ma soprattutto un volto storico, è stato omaggiato attraverso un percorso museale di diverse stanze in cui sono custodite alcune opere e qualche chicca proprio sulla sua vita. Uno dei punti salienti del museo è il grande murale che l’artista dipinse personalmente su una delle pareti interne della casa; l’illustrazione rappresenta un’allegoria della storia colombiana, è un capolavoro che combina elementi indigeni, coloniali e moderni, e offre una visione unica della complessa identità culturale del paese. 

Mirador del Sagrado Corazón 

Cerchi un punto panoramico da cui scattare splendide foto? Non perderti il mirador del Sagrado Corazón. Il luogo suggestivo unisce la bellezza naturale delle Ande colombiane con un profondo significato spirituale. Simbolo turistico per eccellenza, è soprattutto un luogo di pellegrinaggio religioso con la statua del sacro cuore di Gesù che domina il paesaggio. Alta diversi metri, rappresenta a tutti gli effetti un simbolo di devozione e fede; per raggiungere il punto panoramico è necessario seguire un sentiero mediamente impegnativo ma posso assicurarti che una volta in cima la vista effetto wow ti farà dimenticare la fatica. 

Case tipiche a Villa de Leyva

Fonte: iStock

il centro della cittadina coloniale di Villa de Leyva

Museo del Chocolate

Tra le specialità del territorio c’è il cioccolato e per questo motivo è presente un museo con un’esposizione dedicata alla lavorazione e con possibilità persino di acquistare deliziose tavolette e prodotti gustosi a base di cacao per sé o da utilizzare come souvenir. Una volta entrati nel museo ti sembrerà di essere entrato in un paradiso dei golosi ma soprattutto avrai modo di comprendere quanto sia impegnativa la coltivazione e la produzione di cacao. Finito il momento culturale non perderti la degustazione: avrai modo di assaggiare il cioccolato più autentico concedendoti anche un momento di shopping. 

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Visto turistico Colombia per italiani: tutte le informazioni utili

La Colombia è un paese complesso dalle infinite sfaccettature: un viaggio qui significa godersi la bellezza delle spiagge incontaminate e, allo stesso tempo, pianificare un’avventura su montagne innevate e aspre, per non parlare della modernità offerta dai grattacieli che convivono accanto ai caratteristici pueblos. La Colombia è uno di quei paesi che conquista con la sua bellezza inaspettata perché, per molto tempo e ancora oggi, la sua storia turbolenta tra gang e cartelli della droga ha plasmato la sua immagine nel mondo portando i viaggiatori a scegliere mete più sicure.

Molte cose stanno cambiando: le comunità hanno voglia di farsi conoscere e di far scoprire la propria cultura, così ricca e vibrante, oltre che i paesaggi e le bellezze del territorio. Alcune città invece, come Medellín, stanno attirando l’attenzione dei nomadi digitali e dei lavoratori da remoto alla ricerca di un luogo stimolante nel quale ‘trasferire’ il proprio ufficio. Se anche voi siete curiosi di viaggiare in Colombia, ecco tutte le informazioni da conoscere in relazione al visto turistico per gli italiani.

Visto turistico per la Colombia

Se desiderate visitare la Colombia, c’è una buona notizia: non è necessario richiedere il visto per scopi turistici. Al momento dell’ingresso nel Paese, le autorità di frontiera annoteranno sul vostro passaporto, con apposito timbro, la durata del soggiorno che dovrà essere di massimo 90 giorni. Se volete rimanere più a lungo, dovrete richiedere con anticipo una proroga a pagamento presso l’Ufficio Immigrazione “Migración Colombia” che vi permetterà di estendere la vostra permanenza fino a un massimo di 180 giorni.

Sottolineiamo un fattore molto importante: le dichiarazioni rilasciate per soggiornare in Colombia devono essere assolutamente veritiere, soprattutto riguardo le ragioni del viaggio e la permanenza. Il visto potrebbe essere necessario solo per chi si reca in questo Paese per motivi diversi da quelli turistici: in questo caso consigliamo di rivolgersi all’ambasciata con sede a Roma.

Documenti necessari per la partenza

Il visto per entrare e viaggiare in Colombia, come abbiamo visto, non è necessario, ma avrete bisogno di un passaporto in corso di validità e in buone condizioni. Le autorità colombiane, infatti, non ammettono viaggiatori con libretto del passaporto deteriorato (macchie, strappi e ogni tipo di alterazione, seppur minima). Oltre al passaporto, dovrete necessariamente compilare un modulo che vi permetterà di salire sul vostro aereo senza avere problemi.

Si tratta del modello Check-Mig, ossia il formulario totalmente gratuito di pre-registro migratorio che potrà essere comodamente compilato online. In caso di mancata compilazione del modello, le compagnie aeree potranno avvalersi della facoltà di non consentire l’imbarco. Raccomandiamo di utilizzare solo il link presente nella pagina web ufficiale di Migración Colombia al fine di non incorrere in possibili truffe o furti di dati personali, utilizzando siti web non ufficiali. Lo stesso modulo dovrà essere compilato e presentato per uscire dal Paese.

Ricordatevi, infine, che sarà necessario avere con voi anche il biglietto di ritorno (possibilmente in versione cartacea), il quale vi verrà richiesto dalle compagnie aeree al momento della partenza dall’Italia. Se state pianificando di raggiungere un Paese terzo dopo la Colombia, è possibile presentare il biglietto di uscita anche se la destinazione finale non è l’Italia. Nel caso in cui i viaggiatori riescano a imbarcarsi senza biglietto di ritorno, una volta giunti a Bogotà può venire loro negato l’ingresso nel Paese.

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Visto per la Colombia: quando serve e come ottenerlo

Un viaggio in Colombia è una vera esperienza da provare almeno una volta nella vita. Esplorare l’ampia offerta culturale di città come Bogotá, Medellín, o Barranquilla o scoprire le bellezze naturali di questa splendida terra del Sud America arricchisce corpo e anima. Ma, per organizzare al meglio il tuo viaggio, è fondamentale conoscere a fondo tutte le procedure burocratiche necessarie per entrare nel Paese. In questa guida troverai le informazioni sui requisiti d’ingresso come visti, documenti e regole varie.

Visto turistico per la Colombia: è necessario?

La prima domanda che ti starai sicuramente ponendo è se serve un visto particolare per visitare la Colombia. Per i cittadini italiani che vogliono visitare la Colombia per motivi turistici non è necessario ottenere un visto purché il soggiorno non duri più di 90 giorni. Nel caso tu voglia soffermarti di più è possibile, ma fino a un massimo di 180 giorni, richiedendo all’Ufficio Immigrazione “Migración Colombia” una proroga specifica per la quale ti verrà richiesto di effettuare un pagamento.

Quali documenti servono per visitare la Colombia per motivi turistici?

Come hai visto, i cittadini del nostro Paese sono esenti dal richiedere un visto per la Colombia. Tuttavia, sono necessari due documenti per potervi accedere:

  • Il passaporto: per i cittadini italiani è possibile entrare in Colombia solo se si è in possesso di passaporto valido da almeno 6 mesi prima del viaggio e per tutta la durata prevista del soggiorno. Il documento deve essere in buone condizioni e senza alcun tipo di alterazione, il rischio è che ti venga respinto dalle autorità colombiane.
  • Il modello Check-mig: per poter fare ingresso in Colombia viene richiesto ai viaggiatori di compilare il modello Check-Mig entro e non oltre le 72 ore prima del viaggio. Il modello è completamente gratuito e si può compilare nella pagina ufficiale di Migración Colombia. Onde evitare di incappare in situazioni spiacevoli è fondamentale compilarlo solo ed esclusivamente tramite questo portale. Fai attenzione: se non compili questo modulo, alcune compagnie aeree potrebbero rifiutarsi di farti imbarcare sul tuo volo.

Altre tipologie di visto per la Colombia

Oltre al visto turistico esistono altre tipologie di visto che variano in base alla motivazione che ti porta a compiere il tuo viaggio in Colombia. Abbiamo raccolto alcune informazioni su come ottenere i due principali: quello di studio o lavoro e quello per i nomadi digitali.

Studio o lavoro

Chi vuole entrare in Colombia con fini diversi da quelli turistici, come studio o lavoro, consigliamo di visitare il sito ufficiale della Colombia o dell’ambasciata italiana per capire quale tipologia di visto ti verrà richiesto, poiché le pratiche burocratiche possono variare anche di mese in mese.

Sei un nomade digitale?

Se la risposta è sì, allora sappi che la Colombia ha dedicato un visto particolare solo per te e per tutti quelli che vogliono utilizzare questo luogo come ufficio per un po’ di tempo. Ecco le caratteristiche principale di questo particolare visto:

  • Il visto è stato principalmente progettato per figure professionali libere come imprenditori, freelance o lavoratori che hanno la libertà di lavorare da remoto.
  • La permanenza nel Paese non può superare i 2 anni.
  • Durante questo periodo, chi fa richiesta per questo visto, non può lavorare per alcuna azienda colombiana, né pubblica né privata. Altrimenti bisogna fare richiesta per il visto per motivi di lavoro.
  • Il candidato che fa domanda deve dimostrare un reddito di almeno 3 salari minimi percepiti negli ultimi tre mesi.
  • È necessario avere una polizza di assicurazione sanitaria completa.

Viaggiare in Colombia: alcuni suggerimenti

Non succede sempre ma, oltre al passaporto e al modello Check-mig, potrebbero richiederti di dimostrare la tua intenzione di lasciare il Paese alla fine del tuo soggiorno. Per farlo, ti basterà tenere sempre a portata di mano la carta d’imbarco di ritorno o, nel caso proseguissi il viaggio spostandoti verso altri Paesi, una prova di questa condizione. Inoltre, ai controlli alla dogana può capitare che ti chiedano di dichiarare di avere a disposizione una capacità finanziaria sufficiente per la gestione della tua permanenza in Colombia. Infine, per visitare il Paese non sono necessarie vaccinazioni obbligatorie. Tuttavia, qualora il tuo viaggio prevedesse un’esplorazione delle zone rurali o amazzoniche, è consigliata la vaccinazione per la febbre gialla, un virus trasmesso dalle zanzare che può creare grossi disagi alla salute dell’uomo. Importante: i viaggiatori che arrivano da – o che vi abbiano trascorso più di 24 in transito – Angola, Brasile, Repubblica Democratica del Congo o Uganda – devono fornire obbligatoriamente la prova della vaccinazione
contro la febbre gialla, al momento dell’ingresso.

Viaggiare in Colombia per motivi turistici: un vademecum

Ecco uno specchietto riassuntivo con tutte le informazioni utili per il tuo ingresso nella meravigliosa Colombia:

  • Visto turistico: non necessario fino a 90 giorni (prorogabili a 180 su richiesta)
  • Documenti: fondamentale il passaporto valido e il modello Check-mig compilato entro le 72 ore antecedenti il viaggio.
  • Vaccinazioni: consigliata quella per la febbre gialla (obbligatoria qualora, prima di entrare in Colombia, tu abbia transitato per più di 24 ore in Angola, Brasile, Repubblica Democratica del Congo o Uganda.

Ora che hai tutte le informazioni necessarie per il tuo ingresso nel Paese, puoi iniziare a organizzare il tuo itinerario in Colombia con la massima tranquillità. Preparati a scoprire una terra dove modernità e tradizione si uniscono dando un carattere unico a città vibranti come Bogotá e Medellín, e dove una natura incontaminata ti accoglierà con un’abbondanza di foreste pluviali, meravigliose spiagge caraibiche e zone montuose mozzafiato come quelle delle Ande. La Colombia è una destinazione fatta di avventure, cultura e umanità, e saprà regalarti ricordi indimenticabili. Buon viaggio!

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Bogotà è pericolosa? Consigli per visitare la capitale della Colombia

Bogotà è la capitale della Colombia, un vero crocevia di storia, cultura e tradizioni. Sicuramente una città colma di contrasti, dove lo spirito multiculturale è presente nei suoi 20 distretti ma è sicuramente in modo preponderante a la Candelaria quartiere storico coloniale, nell’area residenziale Chapinero con i suoi tanti uffici, locali ed edifici commerciali, e a La Macarena quartiere definito bohemien dove caffè e gallerie d’arte sono tra i pezzi forti. Se stai pensando di visitarla sappi che la sicurezza è una preoccupazione comune tra viaggiatori e turisti; un po’ come per ogni grande città turistica, ma quando si tratta di Bogotà, è meglio sapere che la criminalità è piuttosto diffusa, fatte le dovute premesse in ogni città che visiterai fai sempre molta attenzione a come ti muovi e ai quartieri che visiti.

Situazione della sicurezza a Bogotà

Se negli ultimi anni Bogotà ha visto dei miti miglioramenti nella sicurezza, dovuta agli sforzi delle autorità locali nel combattere la criminalità, è importante essere consapevoli che in ogni grande metropoli esistono aree con diversi livelli di sicurezza.

Le zone turistiche e centrali, ad esempio La Candelaira, centro storico di Bogotà  noto per i suoi musei, attrazioni culturali come Plaza Bolìvar e il Museo del Oro ad esempio,  e la Zona G famosa per la sua offerta gastronomica di alta qualità sono generalmente considerate più sicure oltre che ben sorvegliate. Pur essendoci zone come queste citate, relativamente sicure e tranquille, a Bogotà è consigliabile rimanere vigili, soprattutto nelle aree meno battute e ovviamente, durante la notte.

Trasporto e spostamenti sono sicuri a Bogotà?

Il sistema di trasporto pubblico della capitale della Colombia conosciuto come TransMilenio è sicuramente una scelta molto pratica ed anche economica per spostarsi in città, ma sebbene sia molto efficiente, come per ogni grande città può essere molto affollato nelle ore considerate di punta e questo aumenta il rischio di piccoli furti.

L’altro mezzo di trasporto più usato è il taxi, il consiglio è di optare per quelli ufficiali e prenotati tramite app come Uber o Beat che offrono un ulteriore livello di sicurezza rispetto ai taxi presi per strada, che purtroppo potrebbero non sempre essere affidabili. E come per ogni grande città in cui ci si reca, è utile prendere nota del numero di targa del taxi e del codice tassista, informare qualcuno di fiducia della propria destinazione e del tempo stimato di arrivo.

Precauzioni generali

Bogotà è una città affascinante con molto da offrire, con la giusta consapevole attenzione alla propria sicurezza è facile godere di un soggiorno appagante e sicuro. Queste sono alcune precauzioni generali che vi garantiranno un viaggio e un soggiorno sicuro a Bogotà:

  • proteggete i vostri effetti personali di valore ben nascosti, utilizzate borse sicure;
  • prestate attenzione all’ambiente circostante e rimanete vigili; evitate di camminare da soli di notte e utilizzate mezzi di trasporto sicuri;
  • chiedete sempre consiglio al personale dell’hotel o alle guide su quali aree evitare;
  • è sempre utile avere a disposizione i numeri di emergenza, inoltre è consigliabile registrarsi presso l’Ambasciata o il Consolato del proprio Paese all’arrivo in modo da ricevere assistenza in caso di necessità.