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Roma, una nuova scoperta archeologica: ritrovato un antico palazzo papale

Roma non smette mai di stupire e il viaggio alla scoperta delle sue antichità continua. Stiamo assistendo a nuovi ritrovamenti archeologici a San Giovanni Laterano dove, durante i lavori di riqualificazione in vista del Giubileo, sono venuti alla luce i resti riconducibili al Patriarchio, costruito per volere di Costantino nel IV secolo d.C. e la prima e più antica sede papale di Roma. La parola ‘Patriarchio’, infatti, è di derivazione greca e significa appunto ‘la residenza del patriarca’, in questo caso il papa, patriarca cristiano di Roma.

Una scoperta che ha dell’incredibile

Durante gli scavi sono stati ritrovati anche un muro in opera reticolata, fondazioni a reticolo collocabili in età Severiana, due muri paralleli in opera laterizia, monete, metalli, maioliche e ceramiche. Il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ha affermato che i ritrovamenti archeologici condotti sotto la direzione scientifica della Soprintendenza Speciale di Roma, diretta da Daniela Porro, verranno lasciati in situ e che i professionisti sono già alla ricerca di soluzioni per il futuro completamento dello scavo e per la sua valorizzazione.

Grazie a questa incredibile scoperta, saremo in grado di approfondire ulteriormente la storia di quest’area della città soprattutto perché, come afferma la Soprintendenza, in epoca moderna non sono mai stati effettuati scavi archeologici estensivi nella piazza. Oltre al Patriarchio, gli scavi hanno portato alla luce fondazioni a reticolo collocabili in età Severiana (III secolo), probabilmente da mettere in relazione con i Castra Nova equitum singularium, documentati sotto l’attuale impianto della Basilica.

I ritrovamenti del Patriarchio sotto la piazza di San Giovanni in Laterano

Gli scavi eseguiti sotto la piazza di San Giovanni in Laterano a Roma, nella parte orientale, hanno permesso di ritrovare delle strutture murarie databili tra il IX e il XIII secolo, riconducibili al Patriarchio. Inizialmente, questo edificio consisteva in una basilica monumentale costruita per volere di Costantino nel IV secolo d. C., più volte ingrandita e modificata durante il Medioevo diventando la sede papale fino allo spostamento del pontefice ad Avignone, avvenuto nel 1305. Secondo gli storici, questa struttura poteva ricoprire una duplice funzione: sia difensiva della residenza papale che di sostegno per il pendio che caratterizzava anticamente l’area del Laterano.

Come abbiamo scritto in precedenza, durante le indagini archeologiche sono stati scoperti anche i resti di altre strutture, molto più antiche del Patriarchio, tra cui un muro databile tra il I secolo a. C. e il I secolo d. C. e un tratto di struttura muraria databile tra il IV e il VII secolo d. C. In seguito a queste meravigliose scoperte, il Ministro della Cultura Giuliano Sangiuliano afferma: “Le nuove scoperte di piazza San Giovanni in Laterano sono l’ennesima dimostrazione della ricchezza del territorio di Roma” e “Desidero manifestare il mio compiacimento per l’impegno e per la passione che i ricercatori stanno mettendo nel loro lavoro. È fondamentale coniugare la salvaguardia della nostra storia alle esigenze di tutela e modernizzazione del tessuto urbano”.

Non vediamo l’ora di seguire i prossimi aggiornamenti degli scavi e l’attesissimo Giubileo, che avverrà il 24 dicembre del 2025, durante il quale il Papa aprirà la Porta Santa di San Pietro fino al 6 gennaio 2026.

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Sta per partire l’Espresso Salento, a bordo di un treno turistico da Roma a Lecce

Dal 18 luglio Roma e la Puglia sono più vicine grazie all’Espresso Salento, il nuovo treno notturno di FS Treni Turistici Italiani. Il collegamento, che farà capolinea a Lecce, nasce per rispondere alla crescente domanda turistica verso la Puglia, sia nazionale sia internazionale, e per incrementare l’offerta di destinazioni disponibili per i vacanzieri.

Un viaggio all’insegna del comfort

Si tratta di un treno periodico che, per quest’anno, viaggerà da Roma a Lecce giovedì 18 luglio, giovedì 25 luglio, martedì 13 agosto e giovedì 22 agosto. Mentre il ritorno da Lecce a Roma è previsto per venerdì 19 luglio, venerdì 26 luglio, mercoledì 14 agosto e venerdì 23 agosto.

Molto più di un semplice treno notturno, l’Espresso Salento di FS Treni Turistici Italiani vuole essere un’esperienza di viaggio che unisce comfort, sostenibilità e scoperta. Un modo unico per raggiungere la Puglia, godendo della migliore ospitalità italiana, che rende il tragitto stesso parte integrante della vacanza.

Partendo da Roma alle 21:10, i passeggeri possono gustare una cena a base di piatti della cucina italiana nel vagone ristorante, con una sosta a Caserta prima di proseguire verso il mare cristallino della Puglia. Sono previste fermate per la discesa a Bari Centrale, Polignano a Mare, Monopoli, Fasano, Ostuni, Carovigno, Brindisi e Lecce. Durante alcuni viaggi, ci saranno fermate anche a Foggia per facilitare l’accesso agli utenti di questa zona.

Le carrozze letto sono state rinnovate per offrire il massimo comfort, mentre il vagone ristorante e il bar, aperto tutta la notte, garantiscono un servizio di alta qualità. I passeggeri possono portare con sé bagagli ingombranti e attrezzature sportive, trasportati in una vettura bagagliaio dedicata.

Un servizio sostenibile

Al risveglio, la colazione è comodamente servita nel vagone ristorante, un servizio incluso per tutti i passeggeri, mentre la cena è compresa per i clienti delle carrozze letto e disponibile a pagamento per quelli delle cuccette. Il bar di bordo offre una vasta scelta di prodotti per una pausa golosa durante il viaggio.

L’Espresso Salento rappresenta un servizio innovativo su questa tratta, ideato per i numerosi turisti che viaggiano attraverso la Puglia fino a Lecce, principale porta d’accesso alla regione del Salento, famosa per il suo mare cristallino e le località costiere uniche. Luoghi molto frequentati durante l’estate e che pertanto necessitano di una maggiore mobilità sostenibile.

Un treno pensato per le famiglie

FS Treni Turistici Italiani ha progettato l’Espresso Salento tenendo conto delle esigenze di ogni tipo di viaggiatore e in particolare delle famiglie, per le quali sono disponibili scompartimenti dedicati e la possibilità di portare a bordo anche gli amici a quattro zampe. Un servizio in più, che riflette la filosofia di FS Treni Turistici Italiani che mira a migliorare la qualità della vita a bordo dei propri treni.

L’Espresso Salento rappresenta l’inizio di un nuovo modo di viaggiare in treno, diverso dai tradizionali spostamenti nei periodi di picco, pensato su misura per i turisti, slow e pienamente sostenibile. In futuro, si intende sviluppare ulteriormente questa offerta, con l’obiettivo di realizzare un prodotto turistico più frequente e di alta qualità.

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Le statue di Botero invadono Roma, la mostra diffusa da non perdere

Sono inconfondibili, con le loro braccia tornite, i volti rubicondi e il ventre strabordante, le figure nate dalla maestria dell’artista colombiano Fernando Botero, uno dei più celebri del Dopoguerra: con forme extra-large e corpi rotondi, rappresentano un inno alla vita gioiosa e in armonia, nonché l’espandersi a 360 gradi dell’oggetto nello spazio e l’idea del volume.

Una cifra stilistica inconfondibile che, oggi, torna a essere assoluta protagonista grazie alla mostra diffusa “Botero a Roma” che, fino al primo ottobre 2024, animerà le piazze principali della Città Eterna con otto imponenti sculture in bronzo realizzate nel periodo che va dagli Anni Novanta ai primi Anni Duemila. Curato dalla figlia Lina Botero, il suggestivo percorso espositivo a cielo aperto, si pone anche come un “assaggio” della ricca mostra dedicata all’artista presso le sale di Palazzo Bonaparte a settembre 2024.

“Botero a Roma”: la mostra diffusa che impreziosisce la Capitale

Sono otto le monumentali sculture che vanno a impreziosire alcune tra le più importanti piazze di Roma, vale a dire la Terrazza del Pincio, Largo dei Lombardi, Piazza San Silvestro, Piazza del Popolo, Piazza Mignanelli e Piazza San Lorenzo in Lucina: si tratta di Seated Women, Gatto, Reclining Woman, Seated Woman, Venus Dormida, Horse (with bridles), Standing Man (“Adamo”), Standing Woman (“Eva”).

Un ambizioso progetto out door che mira a restituire al pubblico le inconfondibili opere voluminose di Botero e le evoluzioni per quanto concerne i soggetti e le tecniche.

Le parole della figlia, curatrice della mostra en plein air

La figlia di Botero, curatrice della mostra en plei air lungo le piazze di Roma, ha spiegato: “Botero a Roma rappresenta il primo grande evento che si tiene attorno all’opera di Fernando Botero dopo la sua scomparsa il 15 settembre scorso. Le sculture in bronzo che oggi sono esposte nel centro storico della città, sono state esposte nel tempo in 25 mostre che si sono tenute a Parigi, New York, Hong Kong, Singapore, Berlino, Gerusalemme, Madrid e Buenos Aires. C’è da dire che il legame che unisce l’artista all’Italia trae origine dalla sua passione per la pittura del Quattrocento italiano che ha segnato la sua ricerca, oltre all’aver lavorato per oltre quarant’anni alla scultura in bronzo e marmo a Pietrasanta in Toscana”.

A settembre, la mostra a Palazzo Bonaparte

E mentre le sculture si fanno ammirare nella cornice delle piazze romane, cresce l’attesa per la grande mostra che aprirà il 17 settembre 2024 negli spazi di Palazzo Bonaparte e che sarà visitabile fino al 19 gennaio 2025.

A cura di Arthemisia, raccoglierà sculture, dipinti, acquarelli e disegni realizzati da Botero durante la sua lunghissima carriera: in più, saranno presenti le sue versioni di capolavori della storia dell’arte quali il dittico di Montefeltro di Piero della Francesca, la Fornarina di Raffaello, i ritratti borghesi di van Eyck e di Rubens, e Las Meninas di Velàzquez.

Ma non soltanto: una sala sarà altresì dedicata alla sperimentazione più recente dell’artista colombiano che, a partire dal 2019, dipinse con gli acquarelli su tela, dando vita a opere quasi diafane, derivate da un approccio delicato e dai tratti morbidi.

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A Roma c’è una spiaggia in città, si chiama Tiberis

Molte grandissime città del nostro pianeta non hanno la fortuna di essere bagnate dal mare, ma quando l’estate, il caldo e il sole arrivano scatta la voglia di andare in spiaggia. La cosa positiva è che alcune di queste località sono attraversate da lunghi fiumi, che nelle loro sponde permetto di creare delle spiagge artificiali. È il caso di Roma, la nostra eterna Capitale, dove è appena stata inaugurata Tiberis, una spiaggia sul fiume.

Dove si trova Tiberis e la differenza con le stagioni precedenti

Tiberis è una bellissima spiaggia romana situata più o meno al di sotto di Ponte Marconi, ovvero quello che costituisce la congiunzione dei due rami del viale omonimo che a nord del fiume si trova nel quartiere Portuense, nel XII Municipio, e a sud di esso nel quartiere Ostiense, nell’VIII Municipio.

Parliamo quindi di una banchina adesso attrezzata come spiaggia sul fiume, piena di aree relax, ombrelloni e lettini, tavoli da ping pong, biliardini e persino campi da beach volley. L’area di circa 2 ettari presenta anche giochi d’acqua ideali per i bambini e un chiosco che garantisce a tutti la possibilità di usufruire di un luogo comodo, accessibile, sicuro, pulito ed accogliente. Sono anche previste lezioni di yoga e di altre discipline, in modo da poter beneficiare della vicinanza alla natura che impreziosisce il letto del Tevere.

Non è la prima volta che a Roma d’estate si può approfittare di questa opportunità, ma le novità di quest’anno sono davvero tantissime: al calar del sole, e più precisamente dall’aperitivo in poi, Tiberis si arricchirà con eventi di musica dal vivo e serate di ballo, per finire la propria giornata nella migliore maniera possibile.

Tiberis diventerà una spiaggia permanente

Ma le novità non sono finite qui, perché a partire dal 15 ottobre, ovvero il giorno che il Comune di Roma ha fissato come termine della stagione estiva, l’area di Tiberis sarà interessata da dei lavorini che punteranno a realizzare il nuovo parco fluviale Tevere Sud, che sancirà la restituzione definitiva di questi spazi preziosi alla cittadinanza.

Tiberis diventerà perciò un vero e proprio parco permanente, con la presenza di giochi d’acqua luminosi, con pedana e passerella antiscivolo, con nuove attrezzature e con la costruzione di una piazza con gradonata. Aumenteranno anche la aeree arboree ripariali con lo scopo di contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici. L’obiettivo, nei fatti, è quello di far diventare il biondo Tevere il più grande parco lineare di Roma (e non solo).

Come si può leggere sul sito del Comune di Roma, il primo cittadino, Roberto Gualtieri, ha commentato: “Essere riusciti a stabilizzare un luogo così bello e di qualità per noi è motivo di gioia. Questa spiaggia fluviale è solo una tappa del progetto più ampio dei parchi d’affaccio. Tiberis, con la programmazione anche invernale, diventa a pieno titolo il nono parco lungo il corso del fiume. Andremo avanti, per creare un unico parco fluviale lineare, il più grande d’Europa. Riportiamo il Tevere al centro della vita della città e Tiberis è il gioiello di questo progetto avendo anche questa dimensione di spiaggia, con tutti i servizi necessari per godere di questo spazio”.

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Visitare la Domus Aurea: il palazzo di Nerone a Roma

Nel cuore della capitale, nei pressi di uno dei monumenti più famosi e visitati di tutto il mondo, il Colosseo, si cela un’altra meta che resiste al trascorrere dei secoli, un’opera che si ergeva grandiosa e che rappresentava la residenza imperiale più sontuosa e grande di sempre: si tratta della Domus Aurea, che si estendeva dal Colle Palatino fino al Colle Oppio e parte del Monte Celio, su una superficie di 50 o addirittura 80 ettari.

Fu voluta dall’Imperatore Nerone in seguito all’incendio che, nel 64. d.C., distrusse la maggior parte del centro di Roma e, con esso, anche la sua prima residenza, la Domus Transitoria: doveva essere il palazzo più straordinario che nessun console, re o imperatore romano, fino ad allora, avrebbe mai potuto immaginare.

Domus Aurea, la storia della fastosa residenza di Nerone

La “casa d’oro” (che deve il nome all’immensa cupola dorata e che fu progettata dagli architetti Severo e Celeris) era, infatti, un immenso agglomerato di edifici, fontane, boschi e giardini con, al centro, un lago artificiale. Le camere erano 150, le pareti di mattoni gigantesche e quasi tutte le strutture ricoperte di volte a botti alte dai 10 agli 11 metri. Non mancavano numerose sale per banchetti (tra cui la coenatio rotunda, ampia sala ottagonale che, da quanto riporta lo storico Svetonio, ruotava su sé stessa giorno e notte), padiglioni per le feste nonché terme con acqua normale e solforosa.

Insomma, un vero e proprio tripudio di stucchi, decorazioni, mosaici pregiati, ornamenti in avorio, affreschi, marmi bianchi, e statue provenienti dall’Asia Minore e dalla Grecia.

Tuttavia, alla morte di Nerone, l’Imperatore Vespasiano, con l’intenzione di restituire alla cittadinanza gli spazi usurpati, in pochi anni portò a termine la distruzione della Domus Aurea grazie alla “Damnatio memoriae” ovvero la “condanna della memoria” emanata dal Senato per dimenticare Nerone e la sua residenza dorata.

Così, ordinò di drenare il lago, spianare gli edifici riempiendoli di detriti, e di edificare l’Anfiteatro Flavio, il celeberrimo Colosseo. In seguito, l’Imperatore Tito fece realizzare le Terme mentre l’Imperatore Traiano volle, a sua volta, un complesso termale.

Il destino della Domus Aurea fu quindi quello di scomparire al di sotto di nuove costruzioni per secoli fino a quando, nel Quattrocento, un giovane cadde in un crepaccio del terreno sul Colle Oppio ritrovandosi, inaspettatamente, in una particolare grotta dalle articolate pareti affrescate.

Con il tempo, moltissimi artisti (tra cui Raffaello, Pinturicchio, Michelangelo, Ghirlandaio) e personaggi famosi si lasciarono ispirare e lasciarono la loro firma sulle meravigliose pitture che, però, a causa dell’umidità, persero progressivamente i colori vivi e brillanti.

Gli scavi vennero poi ripresi nel 1772 a fasi alterne. Arrivando ai giorni nostri, la Domus Aurea è stata riaperta al pubblico nel 1999 dopo vent’anni di restauri ma, sei anni dopo, ha visto un ulteriore un periodo di chiusura per problemi di sicurezza e distacchi strutturali.

Finalmente, dal 2015, è di nuovo accessibile al pubblico.

Info per visitare la Domus Aurea a Roma

I lavori di consolidamento e restauro della Domus Aurea continuano tuttora senza sosta per cui le visite sono consentite soltanto il venerdì, il sabato e la domenica, ogni 15 minuti, dalle ore 9.15 alle ore 17.00.

Il biglietto con visita guidata (in italiano e in inglese) e realtà virtuale ha un costo di 26 euro mentre il biglietto per i turni di visita non guidati dalle ore 13.00 alle ore 17.00 intero costa 18 euro mentre ridotto (per cittadini europei dai 18 anni fino al giorno del compimento del 25esimo anno di età) 2 euro.

I giorni di chiusura sono: 2 giugno, 7 luglio, 4 agosto, 1 settembre, 6 ottobre, 3 novembre, 4 novembre e 1 dicembre.

Per arrivare, il modo più semplice è servirsi della Metro Linea B con fermata Colosseo: l’ingresso alla Domus Aurea avviene da Via Labicana.

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SiViaggia regala il numero 39 del magazine GATE

Ogni mese vi regaliamo il magazine di lifestyle GATE da scaricare e sfogliare. La rivista, scritta in italiano e in inglese, contiene articoli di viaggi, ma anche di moda e attualità. Alle pagine 78-81 del numero 39, trovate l’ultimissimo articolo di SiViaggia dedicato una delle città più affascinanti degli Stati Uniti: Charleston, nel South Carolina, dove scoprire l’America autentica. Di recente, Charleston è entrata in diverse classifiche mondiali per alcuni incredibili aspetti della città che colpiscono i turisti che la visitano. Nell’articolo vi spieghiamo quali sono.

E poi, trovate anche qualche utile consiglio per organizzare le prossime gite fuori porta, tra le Dolomiti Patrimonio Unesco, alle porte di Roma e su una pista ciclabile da Oscar. È sufficiente registrarsi gratuitamente per poter effettuare il download.

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Ora puoi fare il check-in del bagaglio da stiva anche alla stazione dei treni

C’è una grande novità per i viaggiatori in Italia: l’aeroporto di Fiumicino ‘sbarca’ nel centro della Capitale. Da oggi, infatti, i passeggeri possono effettuare il check-in e imbarcare senza costi aggiuntivi il proprio bagaglio da stiva alla stazione di Roma Termini, per poi ritirarlo direttamente a destinazione. Si tratta di una splendida opportunità per tutti coloro che desiderano proseguire la propria visita nella Città Eterna, senza doversi preoccupare di portarsi dietro le ingombranti valigie. Scopriamo di più.

“Airport in the City”: il check-in dei voli si fa alla stazione Termini

Si chiama “Airport in the City” ed è il nuovo servizio di check-in off-airport di Aeroporti di Roma, che consente ai passeggeri ITA Airways in partenza dallo scalo “Leonardo da Vinci” di poter effettuare gratuitamente nel centro della città le operazioni di check-in, inclusa l’accettazione del bagaglio da stiva, il giorno stesso della loro partenza. In questo modo, si potrà proseguire la visita nella Capitale prima del volo con un pensiero in meno.

Per il periodo di sperimentazione iniziale, “Airport in the city” è esclusivamente dedicato ai viaggiatori con volo ITA Airways in partenza nella stessa giornata dal “Leonardo da Vinci” verso qualsiasi destinazione, ad eccezione di USA e Israele. La buona notizia è che, in futuro, a questo nuovo servizio potranno aderire altre compagnie aeree.

“Il nostro obiettivo con Airport in the City è portare i servizi dell’aeroporto stellato di Fiumicino nel cuore di Roma, una grande novità in Italia e in Europa con cui vogliamo migliorare l’esperienza di viaggio delle migliaia di passeggeri che transitano ogni giorno dal ‘Leonardo da Vinci’, prima porta d’accesso al nostro Paese”, spiega in una nota l’Amministratore Delegato di Aeroporti di Roma, Marco Troncone.

Con il lancio di questo nuovo servizio unico nel suo genere, l’aeroporto di Roma Fiumicino – tra i 12 aeroporti 5-stelle Skytrax al mondo, recentemente premiato dalla stessa organizzazione come miglior scalo in assoluto per le procedure di sicurezza aeroportuale – consolida il proprio posizionamento di miglior scalo d’Europa, tra quelli con oltre 40 milioni di passeggeri, assegnato a metà marzo da ACI World per il settimo anno consecutivo, per la qualità dei servizi offerti ai passeggeri.

“Airport in the city”: info utili per i viaggiatori

Una volta giunti alla stazione Termini, i viaggiatori possono effettuare il check-in almeno tre ore e mezza prima dell’orario di partenza del volo, tutti i giorni dal lunedì alla domenica, dalle ore 8:00 alle 16:00. In questo modo, chi vorrà godersi le ultime ore di permanenza a Roma potrà farlo libero del proprio bagaglio da stiva e senza dover utilizzare depositi temporanei a pagamento.

La postazione “Airport in the city” è situata all’interno dell’area commerciale della stazione più grande in Italia, e tra le più grandi in Europa, accedendo da Via Giovanni Giolitti 16, in prossimità del Mercato Centrale e del binario 24, da cui parte ogni giorno il Leonardo Express, il servizio non-stop che collega la stazione ferroviaria all’Aeroporto di Fiumicino in soli 32 minuti.

Il trasferimento dei bagagli viene effettuato con la massima attenzione alla sostenibilità ambientale, avvalendosi di furgoni alimentati con carburante sostenibile prodotto al 100% da materie prime rinnovabili, elemento che contribuisce alla decarbonizzazione dei trasporti, su cui punta Aeroporti di Roma. Dal 2021, la società ha infatti promosso il Patto per la Decarbonizzazione del Trasporto Aereo in partnership con le principali istituzioni e le aziende del settore.

Nell’ambito dei programmi dell’Innovation Hub, i passeggeri possono usufruire anche della nuova piattaforma di prenotazione voli “Flyandvisitrome.com”, che mira a promuovere ulteriormente a livello internazionale l’opportunità di visitare il nostro Paese e, soprattutto, la Capitale, offrendo ai viaggiatori di tutto il mondo la possibilità di trovare e acquistare i migliori biglietti, integrando l’esperienza di viaggio con l’opzione di stopover a Roma, così da poter avere l’occasione di godere delle bellezze della Città Eterna.

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Via dell’Acqua, la pista ciclabile che collega Roma e Assisi

È un percorso meraviglioso, ricco di storia e bellezza, che si inerpica tra la natura e regala una visione diversa di ciò che ci circonda. È la Via dell’Acqua, che collega Assisi a Roma e che si può percorrere in bicicletta, ma anche a piedi e – perché no – a cavallo.

Si snoda per 250 chilometri e porta ad attraversare questo tratto di Italia centrale, potendone apprezzare la natura, la campagna che si ha intorno a sé e i corsi d’acqua. Un percorso fatto di bellezza, che fa da filo rosso tra Umbria e Lazio, tra Valle Spoletana, Valnerina e la Valle del Tevere. Ma anche spirituale, infatti collega due centri della Cristianità: Assisi e Roma.

Tutto quello che c’è da sapere sulla Via dell’Acqua, per provare una vacanza diversa, più lenta che ci permette di apprezzare il territorio e di vivere in prima persona il turismo sostenibile.

La Via dell’Acqua, cosa c’è da sapere

Si estende per 250 chilometri la Via dell’Acqua, di questi 200 si snodano lungo percorsi ciclabili già esistenti e lungo strade di campagna, gli altri 50 – invece – su asfalto. Non importa quanto tempo si impiega a percorrerla, perché l’obiettivo è un altro. Tra le cose più belle, infatti, di un viaggio così ci sono la possibilità di lasciarsi incantare dal paesaggio circostante e quella di conoscere luoghi nuovi lungo il percorso.

Inoltre, lungo la Via dell’Acqua si incontrano anche diverse attività per mangiare e dormire, ma anche servizi, che offrono una scontistica grazie alla convenzione attiva per coloro che viaggiano in bici, a cavallo o a piedi e sono in possesso della credenziale che si può richiedere sul sito ufficiale. Il dislivello complessivo è di 2100 metri ed è una vera e propria immersione nella natura alla scoperta di luoghi suggestivi e del fascino di un tratto di Italia a cavallo tra due regioni: l’Umbria e il Lazio.

Perché si chiama così e la storia della sua nascita

Sul sito ufficiale di questo percorso si racconta che la genesi di tutto è stata l’acqua, che è stata ciò che ha ispirato ma che è anche l’elemento che lo caratterizza. Infatti si snoda proprio nei pressi di alcuni argini.

Il percorso è facile, fattibile per tutti.  Come viene spiegato – sempre sul sito ufficiale – la realizzazione della Via dell’Acqua è stata possibile anche grazie al fatto che in Umbria c’era già una fitta rete di percorsi ciclabili. Numeri alla mano, infatti, dei 160 chilometri di tratta che scorrono in questa regione, ben 120 erano su ciclabili già esistenti.

Il risultato sono seniteri, strade e ciclabili che uniscono due regioni e due città: un modo per conoscere il territorio da un altro punto di vista, una maniera per godere della bellezza intorno a sé senza alcuna fretta, ma lasciando che lo sguardo si meravigli a ogni scorcio.

Come si deve percorrere e le info utili

Come percorrerla? La si può fare da Assisi verso Roma e viceversa. Sul profilo Facebook ufficiale dedicato alla Via dell’Acqua vengono pubblicati e condivisi aggiornamenti utili da conoscere prima di partire. Sempre tramite Facebook si arriva ad altre informazioni che contengono le indicazioni e i suggerimenti sulle soste da fare lungo il tragitto, come quella al sito archeologico Lucus Feroniae, che si sviluppa in un’area archeologica e in un museo a ingresso gratuito, oppure la sosta a Terni per visitare la Basilica di San Valentino.

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Pista ciclabile del Tevere: percorso e informazioni

Roma, la città eterna costruita su sette colli, come tutte le più grandi metropoli è spesso inondata di caos. Ma lei, la nostra Capitale, ha diverse anime, molte delle quali la rendono unica nel contesto mondiale. No, non stiamo necessariamente parlando dei suoi sontuosi monumenti che sì, sono tra i più eccezionali del pianeta intero, ma della sua anima rurale, silenziosa, fatta di una natura sorprendente e scorci che lasciano senza fiato.

Per percepire più a fondo tutte queste sue speciali sfaccettature, basta salire in sella ad una bici e percorrere la preziosa pista ciclabile che costeggia il Tevere.

La pista ciclabile del Tevere

Il vero nome della pista ciclabile che costeggia il fiume Tevere è Pista ciclabile della Tiberina. Tuttavia, viene spesso chiamata con il nome del fiume perché lo attraversa, su entrambi i lati, in un interessante tratto. Parliamo perciò di un percorso di circa 35 chilometri, che può vantare il titolo di essere la pista ciclabile più lunga di Roma (o almeno lo è per il momento).

Un itinerario bellissimo e che collega la Capitale dal versante Nord a quello Sud, costeggiando gli argini di questo fiume che ha fatto la storia della città. È un percorso adatto a tutti, grazie alla presenza di ampie zone dalle tratte regolari e con un dislivello minimo. Tuttavia, è bene tenere a mente che si può fare solo in alcuni periodi dell’anno: il tragitto lungo la banchina del fiume viene completamente sommerso dall’acqua durante i periodi di piena.

Tevere, pista ciclabile

Fonte: iStock – Ph: Photo Beto

Godersi Roma dalla pista ciclabile del Tevere

Il percorso della pista del Tevere

La pista ciclabile del Tevere parte nella zona di Labaro, area situata nell’estremo nord di Roma, e si conclude nel quartiere di Tor di Valle, a Sud-Ovest di questa splendida Capitale.

Iniziando il viaggio in sella a una bici dal centro abitato di Labaro, si segue l’argine del fiume, fino ad attraversare il depuratore di Roma Nord, il parco di Tor di Quinto e il ponte della via Olimpica.

Pedalando per circa circa 10 chilometri si raggiunge Ponte Milvio, da dove si devono seguire le indicazioni in direzione Piazza del Fante, Ponte Matteotti fino a raggiungere Castel Sant’Angelo e la graziosa Isola Tiberina (d’estate, poi, è più bella che mai grazie a una serie di eventi davvero imperdibili).

Superata l’Isola Tiberina, questa affascinante pista ciclabile continua andando verso il vecchio e sontuoso Gazometro, per poi procedere in direzione della Magliana, fino a concludersi nella località di Tor di Valle.

È bene sapere che tale tragitto può essere effettuato in entrambe le direzioni, e che è chiaramente accessibile da più punti di questa magica città

Castel Sant'Angelo, Roma

Fonte: iStock – Ph: Andrea Izzotti

Castel Sant’Angelo visto dalla riva sinistra del Fiume Tevere

Punti di interesse della ciclabile del Tevere

Tra i vari punti di interesse che si possono scoprire pedalando su questa pista, c’è senza ombra di dubbio il Parco di Tor di Quinto. Si tratta di un’oasi verde nel bel mezzo della città, che si estende per circa 9 ettari e in cui sono impiantati 250 alberi tipici delle zone umide, come pioppi, frassini, carpini e querce comuni.

È presente anche un grazioso laghetto attorno al quale di snodano diversi percorsi, che permettono di raggiunge i canneti che si sviluppano lungo l’ansa del fiume Tevere.

Il ponte della via Olimpica, il cui vero nome è Ponte Tor di Quinto, ha una storia del tutto olimpionica: fu realizzato nel 1960 in occasione delle Olimpiadi di Roma, proprio per facilitare il collegamento tra la via Olimpica e gli impianti sportivi dell’Acqua Acetosa. Dotato di 7 arcate in cemento armato, è lungo 72 metri e largo 27.

Ponte Milvio è ormai uno dei ponti più famosi della città: è qui che vengono appesi i lucchetti dell’amore. Ma nei fatti questo è uno dei ponti più antichi di tutta Roma, che oggi rappresenta anche un luogo di ritrovo di giovani romani e turisti.

Ponte Milvio, Roma

Fonte: iStock

L’antico Ponte Milvio visto dal Tevere

Costruito nel 109 a.C., fu la sede della famosa battaglia tra l’imperatore Costantino e Massenzio ed è sormontato da una famosa torre in stile neoclassico, oggi conosciuta con il nome di Torretta Valadier.

Decisamente affascinante è anche il Ponte Giacomo Matteotti, con le sue tre imponenti arcate in muratura che si estendono per una lunghezza di circa 138 metri. Poi ancora Castel Sant’Angelo, che nel corso dei secoli ha ricoperto diverse funzioni: da sontuoso sepolcro dell’imperatore Adriano e della sua famiglia ad avamposto fortificato, poi ancora da carcere spaventoso a splendida dimora rinascimentale, fino a diventare prigione risorgimentale e infine museo.

L’Isola Tiberina è l’incredibile (e unica) isola urbana del Tevere, che vanta la caratteristica di essere collegata alle sponde del fiume da due ponti. Stando alla leggenda, nacque nel 509 a.C., quando i romani, insegno di odio verso Lucio Tarquinio Superbo, l’ultimo re di Roma, gettarono nel Tevere un enorme deposito di grano che apparteneva al re, il quale andò a formare questa isoletta. Ovviamente non è andata esattamente così, ma questo angolo delle Capitale sembra quasi un borgo a parte nel cuore della Città Eterna.

Infine il vecchio e imponente Gazometro, un vero e proprio gigante di ferro che, per la sua monumentalità, è affettuosamente chiamato il “Colosseo industriale” o “Colosseo moderno”. Oggi è uno degli emblemi più suggestivi dell’archeologia industriale della Capitale, tanto da essere un elemento vero e proprio dello skyline romano.

Insomma, la pista ciclabile che costeggia il Tevere è una angolo di pace nel cuore di Roma, che permette di scoprire la Città Eterna da un punto un punto di vista privilegiato e rispettando anche l’ambiente.

Gazometro, Roma
Vista dell’imponente Gazometro e del fiume Tevere ai suoi piedi
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In Gran Bretagna c’è un trekking che segue il muro dell’Antica Roma

Avete sempre pensato che la costruzione più spettacolare della Gran Bretagna fosse il The Shard di Londra? Vi state sbagliando. Ne esiste una decisamente più grandiosa, e la sua origine è antichissima.

Stiamo parlando del Vallo di Adriano, una fortificazione d’epoca romana che corre lungo tre contee inglesi: Tyne and Wear, Northumberland e Cumbria. Inizia alla foce del fiume Tyne (sul Mare del Nord) e termina laddove si trova il Solway Firth, un estuario del fiume Solway, sul Mare d’Irlanda. Voluto dall’omonimo imperatore romano, il muro di Adriano è il protagonista del favoloso percorso di trekking che lo costeggia.

Dedicato agli appassionati delle camminate e a chi ama respirare tutta la bellezza del patrimonio naturalistico, storico e artistico che rende meraviglioso il nostro pianeta. Vediamo cos’è il Vallo di Adriano e tutte le tappe dello splendido cammino che costeggia il muro dell’Antica Roma.

Cos’è il Vallo di Adriano: origini e storia

Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO, il Vallo di Adriano è la fortezza che venne fatta costruire dall’imperatore Adriano per segnare il confine con la parte settentrionale dell’Impero Romano, mettendo così al sicuro i villaggi della Britannia dai Pitti, il popolo che abitava quella che – oggi – è la Scozia.

I lavori iniziarono nel 122 d.C., e terminarono alcuni anni dopo. La volontà di Adriano era quella di costruire un muro imponente che rappresentasse la grandezza della potenza romana, in Britannia come a Roma. Ancora oggi, dopo secoli di storia, il muro di Adriano è uno straordinario capolavoro di edilizia militare, di urbanizzazione e organizzazione civile.

Costruito con una larghezza di 3 metri e un’altezza di circa 5 metri, lungo il Vallo di Adriano erano stati posizionati quattordici forti ausiliari e ottanta fortini (ossia i castelli miliari), uno per ogni miglio romano. Si racconta che per terminare l’opera ci vollero 6 anni e la manodopera di ben 15.000 uomini.

Con il declino dell’Impero Romano, il muro venne man mano abbandonato, cadendo in disuso. Una buona parte delle pietre che lo componevano vennero prelevate e riutilizzate per la realizzazione degli edifici vicini. Un fenomeno che continuò fino al XX secolo, quando la fortezza venne riconosciuta Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, nel 1987.

Trekking lungo il Vallo di Adriano, il muro dell’antica Roma

Oggi, il muro di Andriano disegna un percorso di trekking che è tra i più belli e suggestivi d’Inghilterra, l’Adrian’s Wall Path. Per 135 chilometri, a sud rispetto al confine con la Scozia, l’itinerario attraversa un paesaggio rurale che rende l’esperienza autentica e indimenticabile.

Il cammino che attraversa la storia dell’Antica Roma è percorribile in 6 tappe (che possono variare a seconda del punto di partenza o della quantità di strada percorsa ogni giorno) costeggiando per buona parte del tragitto il fiume Tyne e attraversando inizialmente il centro di Newcastle. Il sentiero si immerge in un paradiso terrestre: la campagna fatta di giardini, campi coltivati, villette in perfetto stile inglese, fattorie, pascoli pieni di pecore e la brughiera più selvatica, soffiata dai venti che provengono da nord.

Vallo di Adriano, Gran Bretagna

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Resti del Vallo di Adriano, il muro dell’Antica Roma

Le 6 tappe del sentiero lungo il muro di Andriano

Zaino in spalla e si comincia. Il percorso parte da Wallsend (l’antica Segedumum), borgo alla periferia di Newcastle upon Tyne e si conclude al villaggio di Bowness-on-Solway. Un itinerario che attraversa l’isola da est a ovest, percorrendo un pezzo di storia e andando alla scoperta dell’Inghilterra più selvaggia.

Da Wallsend a Heddon-on-the-Wall

Da Wallsend, facilmente raggiungibile in metro partendo dalla vicina città di Newcastle, si parte dal muro che anticamente scendeva dal forte fino al fiume Tyne e si segue il corso d’acqua verso l’entroterra. Lungo il cammino si costeggia un’antica ferrovia in disuso attraverso Newcastle, addentrandosi nel paesaggio urbano per terminare poi nella meravigliosa campagna ricca di prati verdi costellati di fiori selvatici e di terreni agricoli coltivati, sopra a Tynedale. Dopo circa 21 chilometri di camminata si raggiunge il caratteristico villaggio di Heddon-on-the-Wall, dove è possibile fermarsi per una notte per recuperare le energie.

Da Heddon-on-the-Wall a Cholleford

L’itinerario prosegue costeggiando sempre il muro di Adriano e addentrandosi nel cuore della campagna inglese, con terreni agricoli, animali al pascolo e creature selvagge come lepri, conigli, uccelli, con la possibilità di ammirare numerosi reperti archeologici romani. Ci si può fermare alla seconda tappa, Cholleford, dove potrete riposare.

Da Cholleford a Once Brewed

Il trekking lungo il Vallo di Andriano riparte costeggiando i tratti meglio conservati del muro dell’antica Roma e uno dei suoi forti nel punto più a nord della fortezza, con suggestivi panorami sul paesaggio circostante che lasciano a bocca aperta. La terza tappa, dopo un camminata di  circa 20 chilometri, può essere fissata nel paese di Once Brewed.

Da Once Brewed a Banks

Si riparte per il cammino lungo il celebre muro romano attraversando il distretto di Northumberland per raggiungere la contea di Cumbria. Lungo il tragitto lo scenario si evolve, dalle brughiere e i dirupi battuti dal vento, alle dolci colline verdeggianti dell’estremo nord-ovest dell’Inghilterra. Ci troviamo nel punto più alto del percorso di trekking lungo il muro di Andriano e qui si possono ammirare gli antichi resti di un ponte romano, torrette e castelli miliari, per un tuffo nella storia antica. Superando Gilsland, infatti, si raggiunge il forte romano di Birdoswald. Dopo circa 24 chilometri di camminata si raggiunge il villaggio di Banks, la quarta tappa.

Da Banks a Carlisle

Da Banks si torna lungo i sentieri che costeggiano il Vallo di Adriano immersi nella brughiera inglese e nel paesaggio agricolo attraversato dal fiume Eden. Dopo circa 24 chilometri di percorso a piedi, lo scenario naturale lascia spazio a quello urbano di Carlisle, una città ricca di storia e monumenti medievali di pregio. Qui si trova il Castello di Carlisle, risalente al 1093, e la splendida Cattedrale, che meritano sicuramente una visita.

Castello di Carlisle, Gran Bretagna

Fonte: iStock

Castello di Carlisle, lungo il cammino che costeggia il Vallo di Adriano

Da Carlisle a Bowness-on-Solway

Zaino in spalla per la sesta e ultima tappa dell’emozionante cammino lungo il muro di Adriano. Seguendo il fiume Eden si esce da Carlisle e, tornando per 24 chilometri in un paesaggio naturale di straordinaria bellezza, si attraversano Burgh by Sands, Port Carlisle e infine Bowness-on-Solway, affacciata sul Mare d’Irlanda.

Caratteristiche del trekking lungo il muro di Adriano

Il percorso dell’Adrian’s Wall Path non è troppo impegnativo ed è adatto a molti appassionati di trekking e camminate, con tragitti di circa 20/25 chilometri e dislivelli di massimo 200 metri. L’esperienza è davvero magica e si torna a casa con la consapevolezza d’aver camminato lungo la storia. Ed è anche decisamente agevole: il percorso è ben tenuto, ottimamente segnalato (col simbolo della ghianda) e ricco di interessanti musei. 

Tipicamente il percorso segue l’ordine delle tappe indicate, da est a ovest, ma nulla toglie che sia possibile seguire il senso opposto, partendo quindi da Bowness-on-Solway e terminando a Wallsend.

È bene tenere a mente che questa zona è soggetta alle piogge, soprattutto nei mesi autunnali e invernali. Si consiglia quindi un abbigliamento comodo e di attrezzarsi al meglio per superare senza ostacoli eventuali intemperie.