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Il Carnevale di Ronciglione, nel borgo d’origine di Marco Mengoni

In questi giorni si sta sentendo molto parlare di Ronciglione, splendida cittadina della Tuscia e del Lazio abbarbicata su uno sperone tufaceo, che ha dato i natali a Marco Mengoni, vincitore della 73° edizione del Festival di Sanremo, con il brano “Due Vite”. Inserita nel circuito dei Borghi più Belli d’Italia, questo affascinante e importante centro storico e turistico, situato nelle vicinanze del Lago di Vico, a pochi km da Viterbo, è famoso anche per il suo antichissimo Carnevale.

Il Carnevale di Ronciglione, tra i più antichi d’Italia

La grande energia del Carnevale di Ronciglione, tra i più antichi d’Italia, è nell’animo degli abitanti di questo incantevole borgo. Una manifestazione che “non ha tempo, non teme i ritardi, il freddo, o altro”, scrivono gli organizzatori. Basti pensare che storia della manifestazione è lunga oltre tre secoli.

Per quasi un mese Ronciglione si trasforma nella città del divertimento tra sfilate, corsi di Gala, maschere, artisti di strada, gastronomia, veglioni e imperdibili appuntamenti gastronomici. Uno spettacolo sempre nuovo, entusiasmante e affascinante, il cui inizio viene annunciato dal suono del “Campanone”, posto sopra il tetto del Municipio.

Imperdibile l’ultimo appuntamento con il celebre Corso di Gala, che si terrà domenica 19 febbraio, che racconta la passione di chi si lascia tutto alle spalle per lanciarsi in uno sfrenato divertimento che non ha età, trasformando le vie del borgo in uno spettacolare palcoscenico su cui sfilano migliaia di figuranti, con addosso i costumi realizzati dalle sarte del posto, e favolosi carri allegorici, realizzati in cartapesta dagli artisti e dai ragazzi del paese. Quest’anno è stato realizzato anche un carro con uno striscione dedicato a Marco Mengoni, originario di Ronciglione, di buon auspicio per la sua partecipazione a Sanremo: obiettivo che è stato pienamente raggiunto, con la vittoria del cantante.

Carnevale di Ronciglione, date e programma 2023

Per chi non volesse perdersi il Carnevale di Ronciglione, e scoprire storia e tradizioni di uno dei paesi più belli della Tuscia, terra delle meraviglie, ecco i prossimi eventi in programma.

16 febbraio – Giovedì Grasso

  • Ore 14.30 – Il Campanone di Carnevale suona a distesa per annunciare il ritorno di Re Carnevale.
  • Ore 15.00 – Ha inizio la follia di Carnevale. Le autorità cittadine e del Carnevale consegnano le chiavi della Città di Ronciglione a Re Carnevale scortati da un drappello di Ussari.
  • Ore 15.30 – Parata Storica degli Ussari.
  • Ore 16.00 – Gran Carnevale dei Bambini e mascherate spontanee.
  • Ore 17.00 – La Confraternita di Sant’Orso offre tozzetti e vino a tutti gli ospiti.
    Grande Merenda per tutti i bambini.
    A seguire tutti in Piazza della Nave a ballare il tradizionale Saltarello di Carnevale con la Banda cittadina “A. Cantiani”.

18 febbraio – Sabato Ghiotto

  • Ore 14.30 – Il Campanone di Carnevale suona a distesa per annunciare il Carnevale.
  • Ore 15.00 – Piazza della Nave. Carnevale Soap Box Race (parata di carrozzette).
  • Ore 17.00 – Carnevale Jotto. Pomeriggio gastronomico con: Polentari, Tripparoli.
    Degustazione di carne di maiale condita e cotta al forno. (Porchetta).
    A seguire tutti in Piazza della Nave a ballare il tradizionale Saltarello di Carnevale con la Banda cittadina “A. Cantiani”.

20 febbraio 2023 – Lunedì dei Nasi Rossi

  • Ore 14.30 – Il Campanone di Carnevale suona a distesa.
  • Ore 16.30 – 123° Tradizionale Carica dei Nasi Rossi.
  • Ore 17.30 – Degustazione di fagioli con le cotiche a cura dei “Faciolari”.
  • Ore 20.30 – Tradizionale cena di gala e veglione dell’associazione “Società dei Nasi Rossi” presso il Ristorante “Due Cigni”.

21 febbraio 2023 – Martedì Grasso

  • Ore 14.30 – Il Campanone di Carnevale suona a distesa.
  • Ore 15.30 – Parata Storica degli Ussari.
  • Ore 16.00 – Gran Carnevale dei Bambini e mascherate spontanee.
  • Ore 17.30 – Tutti in Piazza della Nave a ballare il tradizionale Saltarello e musiche carnascialesche.
  • Ore 18.30 – Rappresentazione della Morte di Re Carnevale e apertura del suo testamento.
    Corteo funebre con la tradizionale Fiaccolata della “Compagnia della Penitenza” e della “Compagnia della Buona Morte”.
  • Ore 19.30 – Partenza di Re Carnevale con il Globo Aerostatico.
    A seguire tutti in Piazza della Nave a ballare il tradizionale Saltarello di Carnevale con la Banda cittadina “A. Cantiani”.

Carnevale di Ronciglione, info utili

Nella domenica dei Grandiosi Corsi di Gala l’ingresso al percorso cittadino è di 7,50 euro, mentre è gratuito per i ragazzi fino a sedici anni. È disponibile, inoltre, una scontistica dedicata alle famiglie: con l’acquisto di almeno un ticket adulto, i ragazzi accompagnati, anche se superano i 14 anni di età, avranno ingresso gratuito. Le biglietterie sono collocate in tutte le entrate del paese.

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In Italia è appena avvenuta una scoperta “sacra”

Ci sono luoghi in Italia che ci riportano indietro di millenni, regalandoci incredibili viaggi nel tempo e nella storia. Tra questi brilla anche la Tuscia, un territorio che non smette mai di meravigliare per le sue bellezze naturali e che ora lascia a bocca aperta per quella che potrebbe essere una scoperta sorprendente.

Rivelata la scoperta un’Area Sacra etrusco-romana sui Monti Cimini

Un’antichissima Area Sacra etrusco-romana con una fase dell’età del bronzo e una finale paleocristiana e tardo-antica (fine III-VII secolo d. C.) sarebbe emersa nello splendido territorio dei Monti Cimini. A rivelarla, il professore Carlo Maria D’Orazi, presidente del Centro di Studi Storici e Archeologici con sede in Capranica. Stando a quanto spiega, si tratterebbe dell’introvabile “Fanum Voltumae”, il santuario dedicato al dio Voltumna (l’epiteto di Tinia, il Giove etrusco), ossia il principale luogo di culto del popolo etrusco prima e del popolo romano poi.

Una conferma indiretta dell’esistenza dell’Area Sacra etrusco-romana nel cuore della Tuscia, stando a quanto spiega D’Orazi, sarebbe data dal fatto che da molti anni alcuni luoghi di culto di questo vasto sito di almeno 300 kmq sarebbero utilizzati per presunti riti satanici.

I nuovi dati archeologici vanno ad aggiungersi allo studio pubblicato nel 2012, sotto la direzione di Andrea Cardarelli, professore di Preistoria e Protostoria presso La Sapienza di Roma, e della dottoressa Flavia Trucco della Soprintendenza ai Beni Archeologici per l’Etruria Meridionale, che ha individuato un rilevante luogo di culto di epoca etrusca sulla vetta del Monte Cimino, le cui fasi accertate vanno dal VII secolo a. C. alla fine del IV secolo avanti Cristo. È stata, inoltre, individuata un’estesa fase di culto relativa al Bronzo finale (XII sec. a. C.- metà X sec. a. C.) nonché una del Bronzo Recente e una plausibile fase del Bronzo Medio, che risale al XVII-XV secolo a. C.

La fase etrusca, datata alla fine del IV sec. a. C., coincide con l’avanzata dell’esercito romano nella Selva Ciminia nella primavera del 309 a. C. Inoltre, le indagini di scavo effettuate dagli archeologi hanno riscontrato anche tracce di un incendio da porre in relazione con l’attacco portato dalle truppe romane a questo antichissimo luogo di culto, fortificato proprio alla fine del IV secolo a. C.

Perché sarebbero stati scelti i Monti Cimini per un’Area Sacra

In un passato lontanissimo, il Monte Cimino era dedicata al culto di Tinia, in epoca etrusca, e poi di Giove, in epoca romana, come è testimoniato dalla piccola ara romana ritrovata nell’odierna Orvieto. Come ricorda il professore Carlo Maria D’Orazi, il monte che si trova al centro del lago di Vico ancora oggi si chiama “Monte Venere”, il che indicherebbe la presenza di un culto etrusco a “Turan” e poi, in epoca romana, a Venere.

Il culto iniziato molto probabilmente nella fase del Bronzo Medio, è proseguito durante l’età etrusca e poi romana e, infine, alcuni santuari pagani, ai margini dell’Area Sacra e della Selva Ciminia, vennero utilizzati o ristrutturati durante la fase paleocristiana per arrivare a quella gotico-bizantina e poi longobarda, come testimonia l’antichissima chiesa longobarda di S. Eusebio a Ronciglione, in provincia di Viterbo, risalente all’VIII secolo. Qui è conservato un coperchio di trachite di un sarcofago bizantino o longobardo, datato al VI-VII secolo d. C.

“Il perché abbiano scelto queste antiche popolazioni i monti Cimini per realizzare un’Area Sacra è molto probabilmente legato al fatto che essendo questa una zona vulcanica è possibile che durante la fase dell’età del Bronzo e della prima fase etrusca, potessero uscire dei gas dal terreno, come nella Solfatara di Pozzuoli e, analogamente alla Solfatara di Pozzuoli, i monti Cimini furono considerati, da queste antiche popolazioni, un territorio legato alle divinità, quella che in epoca etrusca e poi romana viene chiamata una “Res Divini Iuris” cioè un “Luogo di Diritto Divino” dedicato agli dei, sacro e inviolabile”, spiega D’Orazi in una nota pubblicata sul sito del Centro di Studi Storici e Archeologici.