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Dove dormire a Tbilisi, i quartieri migliori dove alloggiare

Tbilisi è una città cosmopolita che fonde perfettamente vecchio e nuovo, offrendo ai visitatori una ricca esperienza culturale e storica. Quando si tratta di scegliere un hotel nella capitale della Georgia, la varietà di opzioni disponibili può rendere la decisione difficile. Tuttavia, conoscere le migliori zone in cui alloggiare può aiutare a ottenere il massimo dal proprio soggiorno. Il centro storico Kala, con le sue stradine, le case tradizionali e le famose terme sulfuree, è perfetto per chi desidera immergersi nella storia e nella cultura locale.

Qui si trovano boutique hotel e guesthouse pittoresche che offrono un’atmosfera autentica e accogliente. La zona attorno a Rustaveli Avenue, il viale principale della città, è ideale per chi vuole essere vicino ai maggiori musei, teatri e negozi di lusso. Qui le sistemazioni spaziano dai grandi alberghi di catena a soluzioni di design moderne. Chugureti, sulla sponda sinistra del fiume Kura, è noto per i suoi caffè, i ristoranti di buon livello e una vivace scena notturna. Questa zona è particolarmente adatta ai giovani viaggiatori e a chi cerca un’atmosfera più contemporanea e dinamica.

Kala

Adagiato sulla sponda destra del fiume Kura, il quartiere di Kala rappresenta il centro storico di Tbilisi, Dzveli Tbilisi, pertanto offre un’immersione affascinante nella storia e nella cultura georgiana. Tra antichi edifici, vicoli pittoreschi e un’atmosfera vivace, Kala ha conservato il suo carattere autentico, sfuggendo all’eccessiva modernizzazione.

La vicinanza alle principali attrazioni come la fortezza Narikala (da cui prende il nome), il bagno sulfureo di Abanotubani e la cattedrale Sioni, rende questa zona la base ideale per esplorare la città a piedi, senza la necessità di utilizzare i mezzi pubblici. Passeggiando per le stradine di Kala, ci si imbatte in case tradizionali georgiane con balconcini in legno e cortili fioriti, ristoranti che propongono cucina georgiana tipica e internazionale, negozietti di artigianato locale, dove è possibile acquistare souvenir unici e originali.

Per chi ama la vita notturna, non mancano bar e pub dove sorseggiare un bicchiere di vino georgiano e ascoltare musica dal vivo in un’atmosfera conviviale che invita a socializzare con la gente del posto. Kala è un quartiere sicuro e ben frequentato, dove i turisti possono passeggiare tranquillamente fino a tarda ora. In zona si trovano strutture ricettive di ogni genere, dagli hotel di lusso come Wyndham Grand Tbilisi, Qarvasla Hotel, Glarros Old Town, IOTA Hotel Tblisi, Ambassadori Tbilisi Hotel, ai piccoli bed and breakfast a conduzione familiare, ma essendo un quartiere molto turistico i prezzi possono essere sensibilmente più elevati rispetto ad altre zone.

Sololaki

Sololaki è uno dei più antichi quartieri di Tbilisi. Situato a ovest di Piazza della Libertà, verso Mtatsminda, a differenza del centro storico è caratterizzato da strade ben ordinate, fiancheggiate da splendide ville e giardini costruite nel secolo scorso. Oggi il quartiere è caratterizzato da un’atmosfera bohémien e artistica, con numerose gallerie d’arte, negozietti vintage, caffè caratteristici e ristoranti tipici. Dagli hotel di lusso come Communal Hotel Sololaki, Tbilisee Hotel, Makmani Hotel, Graf Hotel, agli appartamenti in affitto, Sololaki offre una vasta gamma di soluzioni per l’alloggio, consentendo ai turisti di trovare la sistemazione più adatta alle proprie esigenze e al proprio budget.

Sololaki vanta una vivace vita notturna, con numerosi bar, club e pub che propongono anche musica dal vivo, dove è possibile trascorrere serate divertenti in compagnia. Frequentato sia da turisti sia da gente del posto, è un quartiere generalmente sicuro. Tuttavia, come in ogni grande città, è sempre consigliabile adottare le dovute precauzioni, soprattutto nelle ore serali.

Abanotubani a Tbilisi, Georgia

Fonte: iStock

Abanotubani a Tbilisi, Georgia

Avlabari

Situato sulla sponda sinistra del fiume Kura, Avlabari è tradizionalmente il quartiere armeno di Tbilisi, dominato dalla Cattedrale della Santissima Trinità, la chiesa ortodossa più grande della Georgia. Le case antiche conferiscono a certe zone un’atmosfera nostalgica, ma nuovi parchi, piazze, una nuova stazione della metropolitana e grandi complessi residenziali stanno gradualmente cambiando il volto del quartiere.

Un’atmosfera vivace pervade i viali che brulicano di negozietti di souvenir artigianali, gallerie d’arte, caffè caratteristici dove gustare i sapori tipici della cucina georgiana e ristoranti che propongono deliziose specialità locali. La sera, il quartiere si anima con musica dal vivo e locali notturni, creando un’atmosfera vibrante e coinvolgente. Avlabari è ben collegata con il resto della città tramite mezzi pubblici e per la presenza di numerosi alberghi di buon livello, come Sandali Metekhi Hotel, Khedi Hotel, Hotel Banovani, Galavani Hotel, che offrono un ottimo rapporto qualità-prezzo rispetto ad altre zone di Tbilisi, è considerato una delle zone migliori dove alloggiare.

Chugureti

Quartiere storico sulla sponda sinistra del Kura, adiacente ad Avlabari, Chugureti è il fulcro della vita notturna di Tbilisi, con un’elevata concentrazione di bar, pub e club di ogni genere che soddisfano tutti i gusti. Se cercate divertimento serale, questo è il quartiere che fa per voi: dalle terrazze panoramiche con vista sulla città ai locali underground, c’è sempre qualcosa da fare e la zona offre sistemazioni per ogni budget, inclusi alcuni dei migliori boutique hotel di Tbilisi situati in edifici storici, come Heritage Hotel, Ornament Hotel, Vintage Hotel, River View Hotel, Hotel Monday.

Un’architettura eclettica, che spazia da edifici medievali a palazzi Art Nouveau, racconta la lunga storia di quest’area dalla forte influenza turca e araba, con numerosi ristoranti mediorientali e lounge di shisha, ma dove si trovano anche lo Stadio Boris Paichadze e il vasto mercato alimentare Dezerter Bazaar.

Mtatsminda e Garetubani

Situato sulle colline a nord di Tbilisi, Mtatsminda offre un’esperienza di soggiorno diversa dal centro città, ma ugualmente piacevole per i turisti. E’ un ampio distretto che parte da Piazza della Libertà e si estende a nord-ovest lungo il fiume, con viale Shota Rustaveli come arteria principale. Copre le strade a ovest che salgono verso Mtatsminda (montagna sacra) e la Torre TV di Tbilisi, mentre le strade in pendenza a est, che scendono fino al fiume, sono note come Garetubani (distretto esterno).

Se siete alla ricerca di una sistemazione in un contesto tranquillo e un’atmosfera più residenziale, questa zona potrebbe essere la scelta ideale per voi. Mtatsminda è famosa per la funivia che sale sulla cima del monte omonimo, offrendo una vista spettacolare della città dall’alto. Il parco Mtatsminda sulla cima ospita anche un parco divertimenti, un museo e una torre della televisione. Garetubani, ai piedi di Mtatsminda, è un quartiere residenziale con strade alberate, casette e un ritmo di vita più lento rispetto al centro.

Mtatsminda e Garetubani offrono una grande varietà di opzioni di alloggio, tra cui alberghi prestigiosi come Radisson Blu Iveria, The Biltmore Hotel Tbilisi, Tbilisi Marriott Hotel nei pressi di viale Rustaveli, e accoglienti boutique hotel come Bazzar Hotel, Hotel Kera, Hotel Tiflisi Inn, appartamenti e case vacanza. Tuttavia, è importante tenere presente che questi quartieri si trovano in parte in zona collinare, quindi potrebbe essere necessario utilizzare i mezzi pubblici o i taxi per spostarsi in città.

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A chi dare le mance durante le vacanze?

Se in alcuni Paesi come il Giappone la mancia è vista come un gesto negativo, in altre nazioni estere è invece addirittura obbligatoria (e persino già inclusa nello scontrino): in linea di massima, però, possiamo affermare che dare la mancia durante la vacanza a chi ci serve in hotel o a un ristorante è sicuramente un gesto di gentilezza e cortesia ben gradito.

A chi si dovrebbe dare la mancia?

Non ci si pensa, ma spesso le mance possono pesare sul bilancio di una vacanza. Soprattutto se ci si reca in un Paese, come gli Stati Uniti, in cui in alcuni contesti – vedi alla voce camerieri nei ristoranti – sono obbligatorie. Ma quali sono, di preciso, le professioni a cui una mancia dovrebbe essere riconosciuta? Scopriamolo insieme.

Mancia al ristorante

Fonte: iStock

Un cliente dà la mancia al cameriere in un ristorante

In crociera

Se negli USA e nei Caraibi le compagnie di crociera di norma aggiungono le mance alla somma del preventivo, fino a qualche tempo fa – nel regolamento – era abitudine fornire agli ospiti specifiche indicazioni sul tipo di mancia da riconoscere all’equipaggio. O, meglio, alla parte d’equipaggio con cui durante il viaggio si veniva in contatto. Ogni compagnia, oggi, ha invece una sua precisa idea sulla questione: per Costa Crociere, ad esempio, le mance sono obbligatorie e vengono detratte a fine crociera dal credito di bordo; per MSC, sono a discrezione del singolo ospite.

Al ristorante

Dici mancia, e pensi subito ai camerieri. Ma come funziona, con loro? Se negli Stati Uniti è obbligatorio lasciare una percentuale sul conto (indicata con precisione sullo scontrino, con diverse possibilità: 7%, 10%, 15%), mentre in Nuova Zelanda nessuno se lo aspetta, in Italia solo 1 italiano su 3 si dice in dovere di riconoscere la mancia al cameriere che l’ha servito. A differenza degli USA, però, in Italia la mancia è parte integrante dello stipendio. Se volete lasciarla, il 10% è la percentuale ideale.

Sui mezzi di trasporto

Dalla società di noleggio auto all’aeroporto, dall’aeroporto all’hotel, dall’hotel al centro: durante una vacanza, numerose sono le volte in cui si sale a bordo di una navetta. Come comportarsi con chi le guida? Qui, la regola è quella del buonsenso: soprattutto se i bagagli sono molto pesanti, è consigliabile lasciare 1 o 2 euro di mancia.

In hotel

Se si soggiorna all’interno di hotel di lusso, una figura con cui all’arrivo e alla partenza si ha a che fare è quella del facchino. Spesso, però, ci si pone il dilemma su a chi dare la mancia: a chi scarica le valigie dalla macchina? A chi le porta al banco del check-in? A chi le consegna in camera? Se non si vuole offrire a tutti un piccolo riconoscimento, la scelta più corretta è l’ultima: la mancia, se la aspetta il facchino che consegna i bagagli in stanza.

Quando la mattina si esce dalla propria stanza, in hotel, può succedere di incontrare il personale delle pulizie. Nella stragrande maggioranza dei casi, i turisti non lasciano le mance agli addetti. Tuttavia, sarebbe consigliabile farlo per assicurarsi un ottimo servizio, lasciando magari il denaro in una piccola busta sotto il cuscino con una chiara indicazione per l’addetto. Se invece si soggiorna in un bed&breakfast, in cui in genere ad occuparsi delle pulizie sono i proprietari stessi, lasciare una mancia non è necessario.

Se il portiere del proprio albergo si limita a fornire un’indicazione o ad effettuare una semplice prenotazione, non è necessario offrirgli una mancia. Diventa invece consigliabile farlo se è “riuscito nell’impossibile”, ad esempio facendovi trovare i biglietti per un concerto super desiderato o un tavolo in un ristorante sempre affollato. La cifra ideale? Tra i 5 e i 15 euro.

Se c’è una mancia che è diventata d’uso comune nella maggioranza dei Paesi, questa è quella riconosciuta alle guide turistiche. L’ideale, soprattutto se ci si trova in un Paese riservato come il Giappone, è offrirla in una busta chiusa al termine del tour, anziché fare bella mostra dei soldi davanti a tutti.

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I migliori ristoranti del mondo, la classifica The World’s 50 Best Restaurants

È spagnolo il miglior ristorante del mondo. Si tratta del Difrutar di Barcellona. E sono spagnoli anche il secondo e il quarto in classifica. La nuova classifica di The World’s 50 Best Restaurants rappresenta il trionfo della cucina spagnola, da anni ormai nell’Olimpo della ristorazione mondiale. La classifica viene redatta ogni anno da oltre mille membri della World 50 Best Restaurants Academy composta da chef, critici gastronomici e professionisti dell’industria alimentare mondiale. Solo quattro, invece, i locali italiani nella classifica.

Qual è il miglior ristorante del mondo

Il riconoscimento per questo ristorante di Barcellona, già secondo classificato nel 2023 e terzo nel 2022, arriva pochi mesi dopo aver ricevuto la sua terza stella Michelin. Disfrutar, che in italiano significa godere, è stato aperto nel 2014 dai proprietari e chef Mateu Casañas, Oriol Castro e Eduard Xatruch, tre anni dopo la chiusura dello storico El Bulli di Ferran Adrià a Roses, per anni il migliore nella stessa classifica, tempio della cucina molecolare. Dopo un’esperienza iniziale nel Compartir di Cadaques, i tre chef decisero di osare di più a Barcellona, nel quartiere di Eixample, davanti al mercato del Ninot, in un locale con cucina a vista dove venivano preparati piatti inventati e provati nei sotterranei, templi della sperimentazione. Tra i piatti migliori da provare: il sandwich di gazpacho gelato, i maccheroni alla carbonara fatti di guanciale gelatinoso, il secchiello di ghiaccio secco da cui prendere a mani nude crostacei cotti alla perfezione.

Quali sono gli altri ristoranti premiati

Tra i primi dieci ristoranti nella stessa classifica al secondo posto c’è il basco Etxebarri ad Axpe (Bizkaia), al quarto il ristorante di Madrid DiverXO. Tra gli spagnoli, lo chef Quique Dacosta di Dènia (Alicante) sale dal 20° al 14° posto, mentre si è classificato al 28° posto il ristorante Elkano, a Getaria (Gipuzkoa). Quattro gli italiani tra i primi 50 ristoranti al mondo: Lido 84 a Gardone Riviera (12° posto), Reale a Castel di Sangro (19° posto), Uliassi a Senigallia (50° posto) e Piazza Duomo ad Alba (39° posto).

La classifica completa dei World 50 Best Restaurants 2024

1. Disfrutar, Barcellona

2. Asador Extebarri, Axpe

3 . Table By Bruno Verjus, Parigi

4 . DiverXO, Madrid

5 . Maido, Lima

6 . Atomix, New York (Best Restaurant In North America)

7 . Quintonil, Città del Messico

8 . Alchemist, Copenaghen

9 . Gaggan, Bangkok (Best Restaurant in Asia)

10 . Don Julio, Buenos Aires

11 . Septime Paris (Wold’s Best Sommelier Award)

12 . Lido 84, Gardone Riviera

13 . Trèsind Studio, Dubai

14 . Quique Dacosta, Denìa

15 . Sézanne, Tokyo

16 . Kjolle, Lima

17 . Kol, Londra

18 . Plénitude, Parigi

19 . Reale, Castel di Sangro

20 . Wing, Hong Kong (Highest New Entry Award)

21 . Florilège, Tokyo

22 . Steirereck, Vienna

23 . Sühring, Bangkok

24 . Odette, Singapore

25 . El Chato, Bogotà

26 . The Chairman, Hong Kong (Highest Climber Award)

27 . A Casa Do Porco, Sao Paulo (riceve anche il premio per la miglior cuoca, Best Female Chef)

28 . Elkano, Getaria

29 . Boragò, Santiago

30 . Tim Raue, Berlino

31 . Belcanto, Lisbona

32 . Ten, Tokyo

33 . Pujol, Messico

34 . Rosetta, Messico

35 . Frantzén, Stoccolma

36 . The Jane, Belgio

37 . Oteque, Rio De Janeiro

38 . Sorn, Bangkok

39 . Piazza Duomo, Alba

40 . Le Du, Bangkok

41 . Maita, Lima

42 . Ikoyi, Londra

43 .Nobelhart & Schmutzig, Berlino

44 . Mingles, Seoul

45 . Arpège . Parigi

46 . SingleThread, Healdsburg

47 . Schloss Schauenstein, Fürstenau

48 . Hiša Franko, Caporetto

49 . La Colombe, Cape Town

50 . Uliassi, Senigallia.

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Questo è il ristorante più antico della Francia. Ha ispirato Ratatouille

Parigi, la città dell’amore e della bellezza per eccellenza, è un sogno a occhi aperti che cattura l’anima di chiunque abbia il privilegio di perdersi tra le sue strade lastricate di fascino e storia. Qui, oltre lo splendore iconico della Torre Eiffel e il maestoso profilo di Notre-Dame, nel quinto arrondissement, la Ville Lumière custodisce un locale secolare, amato dai palati raffinati di tutto il mondo: la Tour d’Argent.

Un vero e proprio tempio della gastronomia francese, dove ogni pietanza è una poesia e ogni boccone un viaggio nell’arte dei sapori. Qui, tra le sue mura raffinate, hanno passeggiato Re e Regine, artisti e intellettuali, tutti avvolti dall’irresistibile promessa di un’esperienza culinaria senza eguali.

Dopo una recente ristrutturazione, la Tour d’Argent ha recentemento riaperto le sue porte al mondo con una visione audace e più contemporanea, conservando al contempo la sua storia e il suo spirito più autentico. Un equilibrio delicato tra conservazione e innovazione, dove l’eredità del passato si fonde con la creatività del presente.

La Tour d’Argent: eterna icona della gastronomia francese

Tour d'Argent

Fonte: Getty Images

Tour d’Argent, Parigi

La sua storia risale al lontano 1582, quando sorse come modesta locanda che presto conquistò il cuore dell’aristocrazia parigina. Fin dai suoi primi giorni, la Tour d’Argent ha accolto ospiti illustri, tra cui persino Enrico IV, il Re in persona, il cui amore per la buona cucina era tanto leggendario quanto il suo regno. Da quel momento, il destino del ristorante si intrecciò con quello della Francia stessa, diventando una silenziosa testimone di momenti cruciali della storia del Paese.

Dalle tumultuose giornate della Rivoluzione francese fino agli anni folli degli artisti e dei bohémien di Pigalle, questo monumento gastronomico ha visto passare epoche di cambiamento e trasformazione. Da Marcel Proust a Salvador Dalì, da Ernest Hemingway a Sacha Guitry, generazioni di raffinati intellettuali hanno varcato le sue soglie, lasciando un’impronta indelebile nella sua storia.

Oggi, la Tour d’Argent continua a brillare nel panorama culinario parigino, mantenendo viva la sua tradizione. Ancora oggi il piatto storico per eccellenza è il canard au sang, una creazione magistrale che incarna l’essenza stessa della cucina francese. Realizzato con anatre provenienti dagli allevamenti della famiglia Burgaud a Challans, questo piatto è un omaggio alla tradizione e all’eccellenza, un’esperienza gustativa che lascia un’impronta indelebile nella memoria di chiunque abbia il privilegio di assaggiarlo. Assolutamente sublime è anche il Foie gras del Trois Empereurs, creato per celebrare uno dei più sontuosi pranzi ospitati al 15 di Quai de Tournelle, questo piatto ha una storia altrettanto illustre. Nel lontano 1867, al tavolo della Tour d’Argent, sedevano nientemeno che Alessandro II, Zar di tutte le Russie, Guglielmo I re di Prussia e il Principe di Bismark. In un momento di straordinaria convivialità e raffinatezza, questi tre imperatori condivisero una prelibatezza culinaria che è diventata leggendaria nel corso dei secoli.

La sua fama ha ispirato anche un capolavoro cinematografico d’animazione del 2007, Ratatouille, che ha incantato il pubblico di tutto il mondo con la sua magia. Nel locale è appesa una piccola illustrazione del celebre topolino firmata dal regista Brad Bird.

Un nuovo splendore per la Tour d’Argent

La ristrutturazione della Tour d’Argent è stata affidata a un genio dell’architettura contemporanea: Franklin Azzi. Ogni dettaglio è stato pensato con cura e passione: dalle linee pulite e moderne che rispecchiano lo spirito dinamico della città di Parigi, ai tocchi di lusso e raffinatezza che omaggiano la lunga storia di questo luogo magico.

La terrazza panoramica, ora situata al settimo piano, è un rifugio perfetto per gli innamorati che promette di regalare momenti di assoluta bellezza e romanticismo. Un nuovo soffitto con effetti cinetici cattura lo sguardo e l’immaginazione, danzando leggero come un’illusione ottica nel cielo notturno di Parigi. E sotto i nostri piedi, un prezioso tappeto ondula come le acque della Senna, portando con sé il movimento fluido e incantevole del fiume che attraversa la città.

Ma non è solo l’ambiente che si rinnova. Anche la cucina, guidata dalla maestria e dalla creatività dello chef Yannick Franques, presenta nuove ricette e reinterpretazioni, portando un tocco di freschezza e innovazione alla tavola. Infine, al piano terra, si trova il nuovo Bar des Maillets d’Argent ispirato agli anni ’30, un’oasi di raffinatezza e stile nel cuore di Parigi.

Tour d'Argent

Fonte: Getty Images

Tour d’Argent, Cantina dei vini, Parigi
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Inaugura in Italia il primo resort dedicato al Padel, ecco com’è

Padel che passione: è uno sport che viene praticato da tantissime persone che, racchetta alla mano (diversa da quella per il tennis), si sfidano in un’attività che si fa a coppie e all’insegna del divertimento e della sfida.

Non stupisce, quindi, che in Italia apra il primo resort dedicato al padel, un luogo dedicato a questo sport, ma non solo: è il benessere delle persone a essere al centro del progetto. Campi al chiuso e all’aperto, piscina, palestra, ristorante dove gustare piatti di altissima qualità, ma anche camere dotate di ogni confort, in uno spazio di design e curato in ogni minimo aspetto.

The Padel Resort aprirà i battenti a Como, alla fine di febbraio e sarà uno spazio accogliente e capace di rispondere alle esigenze più disparate. Ecco com’è.

Tutti i dettagli per conoscere come sarà The Padel Resort

The Padel Resort, primo in Italia ad avere 11 campi da padel, dovrebbe aprire i battenti per la fine del mese di febbraio a Como e la sua realizzazione ha avuto uno scopo importante: quello di recuperare e riqualificare la zona industriale che di trova in via Pasquale Paoli. Il progetto è stato realizzato dalla famiglia Parolini, proprietaria anche di Iperauto S.p.a. e questo resort mira a diventare un luogo in cui gli ospiti non solo possono divertirsi e praticare attività sportiva, ma anche staccare dal mondo esterno. Le menti dietro al progetto sono Roberto Parolini e l’architetto Vito Ruscio.

Ma com’è il The Padel Resort? Nella struttura saranno presenti 11 campi, di questi 9 saranno interni. Ma non solo, ci saranno: una palestra, un centro di fisioterapia, un ristorante gourmet I tigli, un bistrot (entrambi affidati alle sapienti mani dello chef Franco Caffara), un coworking, una concessionaria Maserati, e, ma in questo caso l’inaugurazione è prevista entro l’estate, ci sarà un boutique hotel dotato di 21 camere deluxe, piscina e solarium. Il resort si sviluppa su 17mila metri quadrati.

Gli stazi di The Padel Resort

Fonte: The Padel Resort

The Padel Resort, gli spazi e gli arredi

Lo sport protagonista del resort

Aperti tutti i giorni dell’anno e dotati di un’Academy con professionisti, gli 11 campi da padel sono superpanoramici, a questi si aggiungono due studi di fisioterapisti e osteopati, una palestra e un’area coworking. La piscina da 25 metri, poi, si trova nella parte esterna e con l’inaugurazione dell’hotel è previsto anche il taglio del nastro del solarium.

Un vero e proprio tempio del benessere, il luogo perfetto per dedicarsi all’attività sportiva ma anche per lavorare e rilassarsi grazie agli spazi coworking e alle aree verdi.

E anche un progetto che mira ad accontentare gli amanti di questa attività sportiva. Il padel, infatti, è uno sport che sta attirando sempre più appassionati, basti pensare che – secondo un articolo di giugno 2023 pubblicato sulla Gazzetta dello Sport – i tesserati in Italia ammontano a 1,2 milioni. Dati che, se confrontati con i numeri degli anni precedenti, dimostrano che c’è stata una crescita del 489% in quattro anni.

The Padel Resort, lo spazio per le riunioni

Fonte: The Padel Resort

The Padel Resort uno spazio per le riunioni

Come sarà l’hotel

Aprirà per l’estate, invece, l’hotel annesso che metterà a disposizione degli ospiti 24 camere tutte di tipologia deluxe. Le stanze saranno molto ampie, grandi 25 metri quadrati e saranno tutte dotate di un ampio balcone affacciato sul giardino, la piscina, il solarium attrezzato e il beach bar.

Sport, benessere, spazi per riunioni, ottimo cibo: il tutto in un solo luogo, nella bellissima città di Como. Le attività e i servizi del resort saranno disponibili per gli ospiti dell’hotel, per i tesserati e per tutti, previa prenotazione.

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Questo ristorante serve le patatine fritte più costose del mondo

Le patatine fritte più costose del mondo? Le ha pensate e realizzate un ristorante che si trova negli Stati Uniti e, più precisamente, a New York. Il costo è di 200 dollari motivati dagli ingredienti (decisamente preziosi) con cui vengono preparate.

Amate in tutto il mondo, le patatine sono un vero e proprio must sulle tavole e in ogni luogo si trovano in tante versioni diverse. In genere accessibili a tutti, ma non al Serendipity3 di New York, locale noto per i suoi Guinness World Record, tra cui quello del panino più costoso al mondo. Così come le patatine fritte, che si aggirano sui 200 dollari, ovvero al momento circa 183 euro.

Le patatine da Guinness? La ricetta del Serendipity3 di New York

Gli ingredienti che compongono il piatto sono straordinari e giustificano il prezzo, stiamo parlando delle patatine fritte del Serendipity3 di New York che si sono aggiudicate il Guinness World Record. Il nome del piatto è significativo: Crème de la crème des pommes frittes ed è realizzato utilizzando il meglio. Pensate dagli chef Joe Calderone e Fredrick Schoen-Kiewert, sono state realizzate per offrire un piatto unico. E così hanno trasformato lo street food per eccellenza in un manicaretto da record.

Ingrediente base sono le patate Clipperback. Queste innanzitutto devono essere prima sbollentate, ma non in acqua qualsiasi, bensì nello champagne Dom Perignon e nell’aceto di Champagne-Ardenne Le Blanc. Passaggio successivo è la frittura: che non si pensi, però, all’olio, infatti questo passaggio viene effettuato utilizzando puro grasso d’oca.

Le patatine vengono infine cosparse con olio alimentare e condite con sale e olio al tartufo. Ultimo passaggio: quando vengono impiattate (rigorosamente servite su un piatto di cristallo), vengono accompagnate con scaglie di tartufo e salsa al formaggio.

Questa ricetta ha ottenuto il Guinness dei primati nel 2021 e, all’epoca, c’era una lista d’attesa molto lunga per poterla gustare. Come riportava la CNN, infatti, era di circa dieci settimane.

Gli altri piatti da record nel locale di New York

Non solo patatine: al Serendipity3 di New York sono stati realizzati altri piatti da record, per questo – se si programma una vacanza nella Grande Mela – vale la pena inserirlo tra le tappe. Oltre ai piatti tradizionali e a costi più accessibili, si trovano anche quelli che hanno ottenuto il Guinness World Record.

Come un semplice panino al formaggio servito alla “modica cifra” di 214 dollari, circa 195 euro. La ricetta è stata riproposta per un tempo limitato ad aprile 2023 in occasione della giornata nazionale del formaggio alla griglia. Anche in questo caso la preparazione prevede l’uso di ingredienti extra lusso e di altissima qualità.

Come spiega un post Instagram del locale il The Quintessential Grilled Cheese Sandwich è composto da: “Pane francese Pullman Champagne fatto con Dom Perignon Champagne e scaglie d’oro commestibili 23k, imburrato con burro al tartufo bianco alimentato a erba”. Al suo interno, poi, una farcitura davvero speciale realizzata con il formaggio Caciocavallo Podolico: “Prodotto in Sud Italia dal latte della mucca Podolica, che pascola all’aperto, nutrendosi di erbe fortemente aromatiche come finocchietto, liquirizia, ginepro, alloro e fragole selvatiche, infondendo al latte questi dolci profumi aromatici. Ci sono solo circa 25.000 di queste vacche speciali e producono latte solo durante maggio e giugno, rendendo questo formaggio uno dei più pregiati e rari al mondo”.

Nel menu visibile sul sito ufficiale del locale risultano ordinabili (ma in anticipo) i piatti del Guinness World Record: Golden Opulence Sundae (un dolce gelato davvero speciale), l’hamburger Le Burger Extravagant, il panino Quintessential Grilled Cheese Sandwich, Foot Long Haute Dog, Luxe Milkshake e le patatine fritte più costose al mondo.

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Sono questi i migliori ristoranti d’Italia quest’anno

Due ristoranti con tre stelle Michelin, il massimo riconoscimento che si possa ottenere, per la prima volta nella storia della Guida Michelin in Italia, mentre salgono da undici a 13 i tre stelle italiani; 26 ottengono la prima stella e cinque la seconda.

L’edizione 2024 della Guida Michelin presentata a Brescia premia anche quest’anno l’eccellenza della ristorazione italiana, aggiungendo alla già folta schiera di chef – la maggior parte giovani – altre dieci stelle passando così da 385 a 395.

Le novità della Guida Michelin 2024

I nuovi ristoranti tre stelle Michelin

Si accendono nuove stelle sui ristoranti italiani. Il già stellato chef altoatesino Norbert Niederkofler ottiene le tre stelle per il ristorante di Brunico Atelier Moessmer Norbert Niederkofler.

Inoltre, dopo tanti anni le tre Stelle tornano nel Sud con il ristorante Quattro Passi di Nerano, sulla Costiera Amalfitana, della famiglia Mellino. In totale la Guida Michelin 2024 conta 13 ristornati tri stellati.

I nuovi ristoranti due stelle Michelin

Le due stelle Michelin sono più numerose e le hanno ottenute ben cinque ristoranti italiani: La Rei Natura di Serralunga d’Alba dello chef Michelangelo Mammoliti, il George Restaurant sul rooftop del Grand Hotel Parker’s di Napoli e Piazzetta Milù della famiglia Izzo a Castellammare di Stabia, sempre in Campania. Due ristoranti due stelle Michelin sono a Milano: Verso Capitaneo dei fratelli Capitaneo e Andrea Aprea, all’ultimo piano della Fondazione Luigi Rovati. In totale la Guida Michelin 2024 conta 40 ristoranti bi stellati.

I nuovi ristoranti una stella Michelin

Sono 26 i nuovi ristoranti che hanno ottenuto una stella Michelin e sono distribuiti in tutte le regioni d’Italia. Andiamo in ordine: in Lombardia ce ne sono ben cinque nuovi di stellati e si tratta di Horto aperto da Norbert Niederkofler a Milano, del ristorante La Coldana di Lodi, Il Fagiano a Fasano del Garda, di Contrada Bricconi a nel borgo di pietra di Oltressenda Alta in Val Seriana e del locale Sui generis di Saronno.

Quattro ristoranti sono invece in Sicilia e sono il Votavota a Marina di Ragusa, il Crocifisso di Noto, il Cortile Spirito Santo a Siracusa e Il Bavaglino, ricavato in un ex edificio per la salatura del pesce a Terrasini. Quattro anche in Toscana: Il Visibilio a Castelnuovo Berardenga, il Saporium Firenze nel Capoluogo toscano, La Magnolia nell’hotel Lord Byron di Forte dei Marmi e Osmosi, in una cascina storica di Montepulciano.

In Campania ce ne sono tre, Alici dell’hotel Borgo Santandrea di Amalfi, il Bluh Furore, sotto la “bandiera” di chef Enrico Bartolini, affacciato sul fiordo, e Un piano nel cielo di Leopoldo Elefante a Praiano. Tre nuovi anche in Umbria, che raddoppia il numero di ristoranti stellati in un sol colpo: Ada, nel centro storico di Perugia, Une, ricavato in un antico mulino a Capodacqua, una frazione di Foligno, ed Elementi, di chef Andrea Impero nell’albergo Borgobrufa a Torgiano.

Due si trovano in Liguria ovvero il Marin al Porto Antico di Genova e il Vignamare ad Andora. Altrettante nuove stelle sono andate al Veneto con i ristoranti Nin a Brenzone sul Garda e Vite all’intero del Treviso Arts District di Lancenigo.

Uno solo nuovo in Emilia-Romagna, e si tratta di Casa Mazzucchelli a Sasso Marconi, così come in Trentino, il Dolomieu di Madonna di Campiglio, una piccola stube di legno di rovere con soli sei tavoli, e in Valle d’Aosta con il Wood di Cervinia. guidato da una chef proveniente dalla Lapponia svedese e un nuovo ristorante con una stella c’è anche a Roma, l’Orma Roma del celeberrimo chef di origine colombiana Roy Caceres. In totale, la Guida Michelin 2024 conta 342 ristoranti con una stella Michelin.

 

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Abruzzo, mangiare in un trabucco cullati dalle onde

Tra le innumerevoli bellezze naturalistiche e paesaggistiche, l’Abruzzo vanta anche la Costa dei Trabocchi, un magico tratto di litorale che si snoda lungo la Strada Statale 16 Adriatica, in provincia di Chieti, che da Francavilla al Mare arriva a San Salvo passando per Ortona, Fossacesia, San Vito Chietino e Vasto.

Un luogo romantico e unico, costellato da spiagge tra le più affascinanti della costa adriatica e dalle iconiche strutture in legno che le danno il nome, i trabocchi (o trabucchi) appunto, simili ad antiche palafitte a pelo d’acqua, utilizzate in passato dai pescatori.

Oggetto di restauro, oggi per la maggior parte sono riconvertiti in ristoranti e offrono, così, l’occasione unica di gustare prelibati piatti, cullati dal suono delle onde e con lo sguardo perso nel blu.

I Trabocchi: di cosa di tratta

Sono simboli della costa chietina, antichi strumenti per la pesca che narrano la storia e la tradizione del popolo abruzzese, edificati lungo le spiagge e ancorati agli scogli e alle rocce, industriose costruzioni in legno impiegate per pescare senza dover uscire con la barca (e che, per alcuni pescatori, diventavano la casa in cui abitare).

Tra i mezzi da pesca più antichi del mondo, si pensa risalgano addirittura ai Fenici. In ogni caso, le prime testimonianze della presenza dei trabocchi sul litorale d’Abruzzo sono del XV secolo, all’interno di un’opera religiosa sulla vita di Pietro da Morrone, il futuro papa Celestino V.

Parlando della struttura vera e propria, si compongono di una piattaforma in legno che si protende sul mare, con un paio (o più) di lunghi bracci definiti “antenne”, ai quali si lega il “trabocchetto”, una rete a maglie strette.
Un complesso sistema di argani consentiva poi di immergere la rete in acqua e sollevarla con il pescato.

Il loro nome potrebbe derivare dal latino “trabs” ovvero “legno, trave” in riferimento alle travi in legno di pino d’Aleppo usate per costruirli, un materiale molto resistente e presente in grande quantità nel territorio.

Uno dei simboli indiscussi dell’Abruzzo, vennero cantati da D’Annunzio, originario di Pescara, nell’opera “Il Trionfo della Morte “come macchine che parevano vivere di vita propria”.

Le meraviglie della Costa dei Trabocchi

punta aderci vasto

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Punta Aderci, Vasto, Abruzzo

Diamo ora un’occhiata al favoloso litorale che ospita i trabocchi, partendo da Ortona, con invidiabili spiagge di morbida sabbia dorata e raccolte baie selvagge lambite da un mare limpido e cristallino.
Da segnalare, senza alcun dubbio, Punta dell’Acquabella, “un nome una garanzia”, Punta Ferruccio, spiaggia di ciottoli, Lido dei Saraceni e Lido Riccio.

Proseguiamo fino a incontrare San Vito Chietino, di origine medievale, tuttora custode di un centro storico disegnato da scorci unici sulla costa, chiesette antiche e le tracce delle mura difensive.
Qui emozionano il Promontorio del Turchino, dalle onde color turchese, spiagge di fine sabbia alternate a baie di roccia e ciottoli, e l’Eremo delle Portelle, o Eremo Dannunziano, dove il Vate trascorse un periodo della sua vita.

Rocca San Giovanni, tra i Borghi Più Belli d’Italia, vanta litorali eccezionali che si fregiano della Bandiera Blu, Fossacesia, dall’antico centro storico, ha il suo fiore all’occhiello nel litorale incastonato nella tranquilla baia “Golfo di Venere”, Torino di Sangro ospita la Riserva Naturale Regionale Lecceta, di 180 ettari, e stupendi arenili in località “Costa Verde” e “Le Morge”.

Infine, dall’abitato di Casalbordino si giunge a Punta Aderci, nel territorio comunale di Vasto, magnifico promontorio custode della Riserva Naturale Regionale di Punta Aderci con alcune delle spiagge più apprezzate d’Italia.

Invece Vasto, è suddivisa in Vasto Vecchia, su di una collina a 144 metri di altezza, e in Vasto Marina, gettonata località balneare adatta a tutti per trascorrere rigeneranti giornate in spiaggia.

Dove mangiare in Abruzzo al suono delle onde

Tavolo allestito sul trabocco in Abruzzo

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Tavolo allestito sul trabocco in Abruzzo

Come accennato, moltissimi trabocchi oggi sono ristoranti di pregio, in cui assaporare una cucina tradizionale ma moderna a base di ingredienti freschi nella meravigliosa cornice del Mare Adriatico.

A Fossacesia, ad esempio, la sensazione di mangiare “in mezzo al mare” la dona il Trabocco Pesce Palombo, citato già negli anni Venti e ricostruito, secondo i canoni originali, a seguito della mareggiata che lo distrusse nel 1979.
Gestito dalla famiglia Verì, propone una cucina che unisce la tradizione della cucina marinara e di terra all’innovazione e utilizza le materie prime che il mare e il mercato offrono sulla base della stagionalità.
Il menu fisso comprende aperitivo, antipasto, primo e secondo a scelta, frutta fresca e dolci tipici.

Appartiene alla famiglia Verì anche il Trabocco Punta Cavalluccio, sulla costa di Rocca San Giovanni in località Cavalluccio, dove i piatti vengono preparati con pescato locale sulla base di antiche ricette della cucina marinara.
Il menu, a prezzo fisso, si arricchisce con un’ampia carta dei vini (oltre 60 etichette) e una location che non lascia indifferenti.

A Rocca San Giovanni in Contrada Vallevò troviamo il Trabocco Sasso della Cajana, a conduzione familiare, per gustare piatti genuini e freschi preparati con il pescato dell’Adriatico e dei pescatori della zona.
La vista è superba e il menu fisso con antipasti freddi e caldi, un primo, frittura di pesce, dolci e caffè.

Ancora a Rocca San Giovanni, il Trabocco Punta Isolata, dal panorama mozzafiato, propone un’esperienza culinaria di grande qualità con menu fisso a base di pesce abbinato ai migliori vini della Costa Teatina.
Abbondanti antipasti freddi e caldi, primo, due portate di secondo e contorni, per gustose ricette della tradizione.

A San Vito Chietino, in Via Cristoforo Colombo, si trova il Trabocco Punta Fornace cui si accede direttamente dalla spiaggia.
Romantico, con il suono del mare in sottofondo, offre una vasta gamma di antipasti, sia caldi che freddi, e un ricco menu che cambia in base al pescato e include una decina di antipasti, un primo, un secondo con contorno, frutta, dolce e caffè.

A Marina di San Vito, ecco il Trabocco San Giacomo, “sospeso tra cielo e mare”, inaugurato il 2 agosto 2015.
Il menu, che può variare a seconda del pescato del giorno, prevede antipasti freddi e caldi, primo del giorno, secondo, dolce della casa.

Infine, incastonato nel “Golfo di Venere”, a nord di Fossacesia, il Trabocco Punta Punciosa ospita il ristorante “Le 17 lune”, gestito da Monica e Loris.
I piatti rappresentano la tipica cucina abruzzese della costa adriatica, con ottimo pesce fresco dell’Adriatico.

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In questa città puoi cenare nel ristorante migliore del mondo

Al primo posto della celebre classifica The World’s 50 Best Restaurants c’è un locale che si trova in America Latina. Ed è a Lima, in Perù, quindi che puoi cenare nel migliore ristorante al mondo. Si tratta del Central che, nell’edizione 2023 del riconoscimento, si trova sul tetto del mondo.

Un’occasione, ghiotta ci viene da dire, per programmare una vacanza nel paese sudamericano e unire la cucina d’eccellenza alle bellezze di una terra tutta da esplorare. Tutto quello che c’è da sapere sul ristorante migliore al mondo e sulla città che lo ospita per una vacanza che coinvolge gusto, sguardo ed emozioni.

Central: il ristorante migliore al mondo si trova a Lima in Perù

Quando si viaggia lo si fa per esplorare, per conoscere il mondo, per aggiungere esperienze al proprio bagaglio. Lo si fa con gli occhi: osservando le meraviglie che ci accolgono in ogni angolo del globo terrestre. Lo si fa con il cuore, accumulando emozioni che restano indelebili. E lo si fa con i sensi, sperimentando nuovi gusti e sensazioni. Come quelle culinarie, che sono senza dubbio tra le più apprezzate.

Ecco che, se si programma una vacanza a Lima in Perù, non ci si può far sfuggire l’occasione di provare a cenare nel migliore ristorante al mondo, almeno secondo quanto stabilito da The World’s 50 Best Restaurants, classifica che ogni anno – dal 2002 – viene stilata dal mensile inglese Restaurant coinvolgendo, tramite sondaggio, chef, ristoratori e critici internazionali.

Il ristorante ha aperto nel 2008, lo chef è chef Virgilio Martínez che lavora con la moglie Pía León (responsabile di un altro locale in classifica, ovvero il Kjolle in 28esima posizione). L’obiettivo, riuscito, era quello di far conoscere tecniche e ingredienti autoctoni, sempre nel rispetto delle stagioni.

Del resto, lo ha detto anche William Drew, direttore dei contenuti di The World’s 50 Best Restaurants: “Virgilio Martinez, Pía León e tutta la squadra del Central hanno aperto la strada alla valorizzazione degli ingredienti autoctoni attraverso i loro piatti innovativi e alla loro maestria nell’arte dell’accoglienza. Il loro impegno nella ricerca, nel rispetto del patrimonio nazionale e nella promozione della biodiversità unica del Perù non ha eguali”.

I prezzi variano: come riporta Scatti di Gusto vengono proposti diversi menù degustazione da tante portate: da quelli più costosi (che pare si aggirino introno ai 300 euro) ad altri che hanno un costo di circa 260 euro. Si tratta di un’esperienza che riesce a coinvolgere tutti i sensi e che permette di conoscere un po’ meglio le tipicità del Perù.

Il secondo piano del ristorante Central a Lima, in una foto datata 2013

Fonte: Getty Images – Crediti foto: Cris Bouroncle/AFP

Il secondo piano del ristorante Central a Lima, in uno scatto del 2013

Lima, cosa vedere nella città peruviana

Oltre al cibo, Lima offre tantissime cose da vedere ed esperienze da vivere. Intanto è bene ricordare che il centro storico della città sudamericana è Patrimonio dell’Umanità Unesco: quindi, a ogni angolo regala scorci indimenticabili.

Poi vale la pena ammirare Plaza de Armas e inserire nelle tappe da non perdere anche la Cattedrale di San Giovanni Apostolo Evangelista, la cui prima realizzazione è datata 1535. Tra i distretti da non perdere ci sono il Miraflowers, dove si trova anche il Central, e il Barranco ricco di locali notturni. E ancora il Parco dell’amore con la scultura Il Bacio di Víctor Delfín e la sua vista impareggiabile, il Museo Larco in cui ammirare l’arte precolombiana e l’Huaca Pucllana, la grande e antica piramide che si triva distretto di Miraflores.

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Puoi entrare nella più grande installazione artistica galleggiante del mondo

I fiordi norvegesi, tesori naturali di ineguagliabile bellezza, rappresentano una delle meraviglie più affascinanti del pianeta. Queste incredibili formazioni geologiche, scolpite nel tempo da millenni di erosione glaciale, si infiltrano nel cuore dell’entroterra norvegese, creando uno scenario affascinante di acque azzurre e placide, circondate da imponenti montagne e lussureggianti foreste.

Immerso in questi incantevoli paesaggi, nel cuore dell’Hardangerfjord, è stato recentemente inaugurato l’Iris Expedition Dining, un ristorante esclusivo che offre molto più di un semplice pasto. È un vero e proprio viaggio, una storia coinvolgente e un’esperienza sensoriale unica.

Il ristorante è situato all’interno del Salmon Eye, un’imponente struttura che pesa oltre 1200 tonnellate. e si erge a un’altezza di circa 15 metri, posata su una piattaforma galleggiante. La struttura è magnificamente rivestita da ben 9.500 scaglie, che creano un effetto visivo mozzafiato. Come un incantevole stormo di pesci scintillanti, riflettono la vita marina vibrante del fiordo, trasformando questo luogo in un autentico simbolo dell’oceano.

Iris Expedition Dining: un’esperienza unica nel cuore dell’Hardangerfjord

Non è solo la struttura esterna dell’Iris Expedition Dining a stupire. Al suo interno, l’installazione regala un’esperienza sensoriale indimenticabile, in cui l’arte della cucina si fonde con la bellezza della natura, per offrire ai visitatori un’avventura senza pari.

Il ristorante è dedicato, infatti, alla vita marina sostenibile ed è gestito con maestria da Anika Madsen, una chef danese di grande talento.

Prima di salpare verso il Salmon Eye su barche completamente elettriche, gli ospiti potranno immergersi in un’esperienza straordinaria per scoprire gli ingredienti del menu composto da ben 18 portate, un viaggio gastronomico unico che li condurrà alla scoperta di sapori straordinari.

L’obiettivo è dimostrare l’importanza di ripensare a come garantire uno sviluppo sostenibile del sistema alimentare globale, puntando solo su ingredienti a chilometro zero.

Dal prelibato pesce fresco pescato direttamente dal fiordo ai prodotti del territorio colti nelle fattorie vicine, ogni pasto è una festa di sapori e tradizioni locali. Il menu si adatta perfettamente alle stagioni, rispecchiando così il paesaggio in costante cambiamento e regalando agli ospiti un’esperienza davvero unica e straordinaria.

L’esclusivo Iris Expedition Dining accoglie solo 24 persone, è aperto quattro giorni alla settimana, dal mercoledì al sabato ed è possibile prenotare sul sito ufficiale.

Salmon Eye: un’icona di arte e architettura sostenibile

Il design audace e l’approccio innovativo del Salmon Eye lo rendono un vero e proprio punto di riferimento per l’arte e l’architettura sostenibile.

L’obiettivo del progetto è quello di mantenere uno sguardo attento sulla salute dei nostri oceani e sulla sostenibilità: un impegno senza compromessi per un futuro migliore.

Ma Salmon Eye non è soltanto un capolavoro architettonico, è anche un’esperienza educativa immersiva. Una volta all’interno, i visitatori vengono trasportati nel suggestivo mondo delle pratiche di acquacoltura sostenibile.

Inoltre, la struttura è stata attentamente progettata per avere il minimo impatto ambientale possibile, fungendo anche da hub per il dialogo sulla sostenibilità e promuovendo una comunità di consumatori informati per preservare il nostro pianeta.

Iniziative come quelle del Salmon Eye non solo salvaguardano la bellezza naturale e la salute ecologica dei fiordi, ma assicurano anche il loro godimento continuo per le generazioni future. Il successo di questi sforzi è un potente modello per altri Paesi del mondo, dimostrando che lo sviluppo economico e la sostenibilità ambientale possono andare di pari passo.