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Dove andare in montagna in Trentino, tutto l’anno

Il Trentino è una delle destinazioni più amate da chi cerca la bellezza incontaminata delle montagne, siano esse coperte di neve in inverno o fiorite di verde in estate. Con le sue valli, laghi alpini, parchi naturali e impianti sciistici all’avanguardia, questa regione del nord Italia offre un’incredibile varietà di esperienze, dalle escursioni più tranquille alle avventure sugli sci.

Se state pianificando una vacanza in montagna, il Trentino è la meta ideale per ogni stagione. In questo articolo vi guideremo alla scoperta dei luoghi più affascinanti da visitare durante tutto l’anno, con informazioni pratiche per organizzare al meglio il vostro soggiorno.

Dove andare in montagna in Trentino in estate: parchi, laghi e riserve

L’estate in Trentino è sinonimo di escursioni nei parchi naturali, gite in barca sui laghi alpini e passeggiate tra boschi e montagne. Il clima mite e l’ambiente montano offrono una vasta gamma di attività all’aria aperta, ideali per ricaricare le batterie.

Parco Naturale Adamello-Brenta

Il Parco Naturale Adamello-Brenta è uno dei parchi più grandi e affascinanti del Trentino, un vero e proprio angolo di paradiso per gli amanti della natura. Situato a sud della provincia, tra le valli di Non, Sole e Val Rendena, questo parco regala paesaggi mozzafiato, con montagne imponenti, valli selvagge, laghi alpini cristallini e una fauna ricca e variegata. È un luogo ideale per chi cerca un’esperienza immersiva nella natura, con opportunità per escursioni, trekking e passeggiate adatte a tutti i livelli di difficoltà, soprattutto in estate, quando i sentieri sono più accessibili e i rifugi alpini sono operativi.

Il parco è aperto tutto l’anno, ma durante i mesi estivi, grazie alle condizioni meteorologiche favorevoli, è possibile esplorarlo in tutta tranquillità, approfittando dei numerosi percorsi che si snodano tra i suoi territori. L’ingresso al parco è gratuito, tuttavia, alcuni rifugi e servizi specializzati possono richiedere una prenotazione e, in alcuni casi, un contributo economico per l’utilizzo.

Parco Naturale Adamello-Brenta

Fonte: iStock

La neve al Parco Naturale Adamello-Brenta

Lago di Tovel

Il Lago di Tovel, situato nel cuore del Parco Naturale Adamello-Brenta, è una delle principali attrazioni estive del Trentino. Questo incantevole lago di montagna è celebre per le sue acque cristalline, che offrono uno spettacolo unico, e per il fenomeno della “fioritura rossa”, che si verifica in determinati periodi dell’anno, quando le acque assumono una colorazione sorprendente. Durante i mesi estivi, il lago diventa un luogo ideale per praticare il kayak, fare passeggiate intorno alle sue sponde o semplicemente rilassarsi godendo della tranquillità del paesaggio circostante.

Il lago è accessibile tutto l’anno, ma l’accesso alla zona che lo circonda è regolato dalla stagione turistica. Da maggio a ottobre, si può raggiungere senza particolari limitazioni. Tuttavia, durante la stagione estiva, l’ingresso alla zona è a pagamento, con un costo di circa 5 euro per l’intera giornata di parcheggio.

Parco Naturale Paneveggio – Pale di San Martino

Il Parco Naturale Paneveggio – Pale di San Martino, situato nella parte orientale del Trentino, è un’area di grande fascino, nota per la sua vasta rete di sentieri, le maestose vette delle Pale di San Martino e la ricchezza di flora e fauna. Questo parco è perfetto per passeggiate ed escursioni e una delle sue attrazioni principali è la famosa Foresta dei Violini, dove vengono selezionati gli alberi per la realizzazione di violini di alta qualità. Durante l’estate, il parco offre anche numerose attività didattiche e visite guidate, pensate per famiglie e bambini, che arricchiscono l’esperienza di visita.

Il parco è visitabile tutto l’anno, ma la stagione migliore per le escursioni e le attività all’aria aperta va da maggio a ottobre, quando le condizioni meteo sono ideali. L’ingresso al parco è gratuito, ma alcune attività guidate o visite a specifiche aree potrebbero comportare un costo aggiuntivo.

Dove andare in montagna in Trentino in inverno: località e impianti sciistici

In inverno, il Trentino diventa una meta ideale per gli amanti degli sport invernali. Con le sue stazioni sciistiche ben attrezzate e una neve che, grazie alla posizione geografica, garantisce ottime condizioni, la regione è perfetta per trascorrere giornate sulle piste o dedicarsi a sport come il fondo, lo slittino e le passeggiate sulla neve.

Madonna di Campiglio

Madonna di Campiglio è senza dubbio una delle stazioni sciistiche più prestigiose e ricercate dell’intero Trentino, una meta ideale per chi cerca un’esperienza all’insegna dello sport e del lusso. Immersa nel cuore del Parco Naturale Adamello-Brenta, questa località offre scenari mozzafiato, con vette che toccano i 2.600 metri di altitudine e una ricca varietà di paesaggi montani. Con oltre 150 km di piste da sci, Madonna di Campiglio è il luogo perfetto per soddisfare le esigenze di sciatori e snowboarder di ogni livello, dalle piste più facili per principianti fino a quelle nere per gli sciatori esperti, come il celebre Canalone Miramonti, sede della famosa gara 3Tre.

Oltre alla qualità delle piste, Madonna di Campiglio è nota per la sua offerta di servizi e strutture di altissimo livello. La cittadina, elegante e raffinata, si distingue per la sua vivace vita après-ski, con numerosi ristoranti che propongono piatti tipici trentini, ma anche per i suoi boutiques di lusso e spa esclusive dove potersi rilassare dopo una giornata di sci. La sua atmosfera accogliente e cosmopolita è perfetta per chi desidera coniugare sport e benessere, e la vivace vita notturna garantisce svago fino a tarda sera, con bar e locali dove ascoltare musica dal vivo o semplicemente godersi un cocktail con vista sulle montagne.

Gli impianti di risalita sono generalmente operativi da metà dicembre fino alla fine di aprile, con orari che vanno dalle 8:30 alle 16:30, permettendo così di sfruttare al massimo ogni giornata di sci. Per chi vuole godersi una giornata sulla neve senza preoccuparsi della durata della propria esperienza, è possibile acquistare un biglietto giornaliero che varia tra i 50 e i 60 euro. I prezzi possono subire delle variazioni stagionali e sono disponibili pacchetti settimanali e sconti per bambini, ragazzi e famiglie, rendendo la stazione accessibile anche a chi cerca una vacanza più lunga o una soluzione conveniente per tutta la famiglia.

Val di Fassa

La Val di Fassa è una delle valli più apprezzate del Trentino per gli sport invernali, con un’ampia offerta di impianti moderni e piste che si estendono lungo tutta la valle. Grazie alla sua posizione strategica, offre accesso diretto al comprensorio Dolomiti Superski, uno dei più grandi e completi d’Europa, che include oltre 1.200 km di piste e una vasta gamma di impianti. Durante l’inverno, la Val di Fassa è il punto di riferimento ideale per chi pratica sci, snowboard, o altre attività sulla neve, ma anche per chi desidera rilassarsi e godere della bellezza dei paesaggi montani. Oltre allo sci, la valle offre anche alternative come escursioni con le ciaspole, pattinaggio su ghiaccio e molteplici eventi per famiglie.

Dolomiti, Val di Fassa

Fonte: iStock

I monti delle Dolomiti in Val di Fassa

Gli impianti della Val di Fassa sono generalmente aperti da dicembre ad aprile, con orari che vanno dalle 8:30 alle 17:00, a seconda delle condizioni meteorologiche. Il biglietto giornaliero per l’accesso agli impianti della valle ha un costo di circa 45€, ma sono disponibili pacchetti combinati per più giorni e sconti per famiglie, che rendono l’offerta ancora più conveniente. In ogni caso, la possibilità di acquistare pacchetti per più giorni permette di esplorare tutte le piste della zona a un prezzo vantaggioso.

Per chi cerca una proposta ancora più ampia, il comprensorio Dolomiti Superski, che include anche la Val di Fassa, offre l’opportunità di sciare su un numero enorme di piste, con un costo giornaliero di circa 80€ per l’ingresso. Questo skipass permette di accedere a tutti i 12 comprensori sciistici delle Dolomiti, dando la possibilità di esplorare le diverse vallate e godere della varietà dei paesaggi e delle piste. Se si preferisce un’opzione più lunga, un pacchetto di 6 giorni ha un costo di circa 475€, con sconti per i ragazzi tra gli 8 e i 16 anni e per gli over 65.

Alpe Cimbra

L’Alpe Cimbra, situata nel comprensorio della Val dei Mocheni e della Val di Fiemme, è una destinazione ideale per chi cerca una vacanza invernale tranquilla ma ricca di opportunità per gli sport sulla neve. Con circa 40 km di piste, questa località è perfetta per le famiglie e per i principianti, grazie alla varietà dei suoi percorsi facili e ben attrezzati. Oltre allo sci alpino, l’Alpe Cimbra offre anche diverse attività per chi vuole esplorare la montagna in modo diverso, come lo sci di fondo, le passeggiate con le ciaspole e lo slittino, per una vera e propria esperienza immersiva nella natura.

Gli impianti di risalita aprono a dicembre e chiudono a metà aprile, con orari che vanno dalle 8:30 alle 16:30, permettendo di godere di un’intera giornata sulla neve. Il costo per un biglietto giornaliero è di circa 40 euro, ma ci sono anche vantaggiose offerte per i bambini e pacchetti settimanali per chi desidera trascorrere più giorni sulle piste, rendendo l’Alpe Cimbra una meta adatta a famiglie e gruppi che cercano un’esperienza sciistica più rilassata ma comunque completa.

Trekking ed escursioni in montagna in Trentino

Il Trentino è un vero e proprio paradiso per gli amanti del trekking. Con i suoi numerosi sentieri che si snodano tra valli, boschi e montagne, la regione offre percorsi adatti a tutti i livelli di difficoltà. Le escursioni più famose includono il Sentiero delle Dolomiti, il Giro dei Laghi di Montagnoli e l’itinerario che porta alla cima del Monte Bondone.

  • Difficoltà dei sentieri: i sentieri in Trentino variano da facili passeggiate ad impegnativi percorsi di alta montagna, come quelli che portano al rifugio Tuckett o al Rifugio Alimonta nel Parco Adamello-Brenta.
  • Attività consigliate: oltre al trekking, è possibile fare escursioni a cavallo o in mountain bike su sentieri dedicati.

Dove andare in Trentino con i bambini

Il Trentino è una destinazione ideale per una vacanza in famiglia. Oltre agli sport invernali e alle escursioni estive, la regione offre attività pensate appositamente per i più piccoli. Potrete visitare parchi tematici come il Parco Faunistico di Spormaggiore, dove i bambini possono osservare da vicino animali tipici delle Alpi, oppure fare un’esperienza unica alla Mondo X di Folgaria, un parco avventura con percorsi sospesi sugli alberi e percorsi didattici.

In inverno, le località sciistiche come Madonna di Campiglio e Val di Fassa hanno scuole di sci specializzate per bambini, che offrono lezioni personalizzate e attività a misura di piccolo sciatore. Inoltre, le passeggiate con le ciaspole e le escursioni sulla neve sono esperienze indimenticabili da vivere con tutta la famiglia.

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Dolomiti Friulane: 10 meraviglie da scoprire in un paradiso nascosto

Le Dolomiti Friulane, tutelate dall’UNESCO come Patrimonio dell’Umanità, rappresentano una gemma nascosta nel cuore delle Alpi, laddove la montagna si svela nella sua forma più autentica, lontana dal clamore del turismo di massa. Sono un vero rifugio per l’anima, un luogo in cui natura, tradizione e cultura si fondono in un abbraccio senza tempo.

Andiamo, allora, alla scoperta di dieci meraviglie da non perdere in questa terra incantata.

1. Il Parco Naturale delle Dolomiti Friulane

Non si può non iniziare dal Parco Naturale delle Dolomiti Friulane, area protetta che si estende su oltre 37.000 ettari, dove ogni passo rivela panorami che sembrano dipinti.

Dalle cime austere alle vallate incontaminate, il parco è un paradiso per gli amanti del trekking, con sentieri che conducono a limpidi laghetti alpini, boschi silenziosi e scorci indimenticabili.

2. La Forcella Clautana

Un passo incantato che collega la Val Cimoliana alla Val Settimana e permette di respirare l’essenza delle Dolomiti più selvagge, con paesaggi aspri e una quiete che sembra provenire da un’altra epoca.

La Forcella è un punto di incontro tra natura e storia: attraversandola si possono osservare resti di antichi percorsi utilizzati dai pastori e dai commercianti per valicare le montagne.

3. Il Lago di Barcis

Lo splendido Lago di Barcis, incorniciato dalla suggestiva cornice delle Prealpi Friulane, è una tappa da segnare in lista per gli sport acquatici: infatti, le sue acque turchesi sono perfette per praticare vela, surf, canoa e kayak.

Le rive tranquille e una fitta rete di sentieri e piste ciclabili creano anche un ambiente ideale per gli appassionati di trekking e ciclismo. Ma non solo: le famiglie trovano il loro angolo di serenità, grazie alle aree attrezzate che offrono momenti di puro relax immersi nella natura.

4. Il Campanile di Val Montanaia

Campanile di Val Montanaia, Chimolais,

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Il maestoso Campanile di Val Montanaia

Simbolo delle Dolomiti Friulane, la spettacolare guglia di roccia conosciuta come “Campanile di Val Montanaia” è una sorprendente opera d’arte naturale.

Raggiungibile con un’escursione consigliata ai più allenati, si tratta di una meta ambita dagli alpinisti e un luogo di contemplazione per chi cerca il contatto più puro con la montagna.

5. Il borgo di Andreis

Adagiato a 455 metri sul livello del mare, Andreis regala un paesaggio dal fascino alpino, pur trovandosi a una quota modesta.

All’ingresso della suggestiva Valcellina, parte del Parco Naturale delle Dolomiti Friulane e Bandiera Arancione del Touring Club, trova uno dei suoi elementi distintivi nell’architettura spontanea: le tipiche case “andreane” si riconoscono all’istante per i ballatoi in legno scuro e le scale esterne, mentre le stradine sono adornate da muretti in pietra che amplificano l’atmosfera rustica e accogliente.

A raccontare la storia e le tradizioni locali è il Museo dell’Arte e della Civiltà Contadina, dove oggetti d’epoca e fedeli ricostruzioni di ambienti mostrano uno spaccato della vita quotidiana del borgo nella prima metà del Novecento.

Conosciuto anche come il “paese delle aquile”, Andreis ospita una mostra dedicata all’avifauna del Parco e un’area faunistica per il recupero di rapaci feriti, ed è la scelta ottimale per chi ama le attività all’aria aperta: dai percorsi di nordic walking del Nordic Life Park alle escursioni e passeggiate, ogni angolo invita a vivere un’esperienza a stretto contatto con l’ambiente.

6. La Val Zemola

La Val Zemola, incastonata a nord dell’abitato di Erto, si apre in tutta la sua bellezza poco oltre il paese e si estende per circa dieci chilometri. Nell’abbraccio di vette maestose come i Monti Duranno, Palazza, Porgeit e Borgà, ammalia con panorami spettacolari e un continuo invito alla scoperta: cascate incantevoli, grotte naturali e piccole gallerie risalenti alla Seconda Guerra Mondiale, testimonianze silenziose del passato.

Tra le sue perle, la valle accoglie il torrente Zemola, celebre per il canyon naturale dove è possibile vivere l’emozione del canyoning, sport adrenalinico e tecnico che è riservato a canyoners esperti o a chi si affida a guide specializzate, date le difficoltà che il percorso può presentare.

7. La Val Gleris

In inverno, la Val Gleris si trasforma in un località da fiaba, con il silenzio che avvolge le montagne e le fitte abetaie adornate da una soffice coltre di neve: il palcoscenico perfetto per avventure sulla neve, da vivere con le ciaspole, immergendosi appieno nella quiete della natura incontaminata.

Tra i percorsi più affascinanti, il Sentiero della Volpe porta ai piedi del gruppo montuoso del Gleris: la passeggiata, oltre a un’occasione per godere di paesaggi mozzafiato, è anche la meta ideale per chi ama la fotografia naturalistica. Lungo il tragitto, è possibile avvistare e immortalare cervi, caprioli e camosci nel loro habitat naturale.

8. Il Monte Duranno

Monte Duranno, Friuli Venezia Giulia

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Suggestivo percorso che conduce al Monte Duranno

Con i suoi 2668 metri, Monte Duranno è la seconda vetta più alta delle Dolomiti Friulane e colpisce per le sue forme imponenti e ardite, tanto da essere soprannominato localmente il “Becco dell’Oca”. Il suo profilo varia a seconda del punto di osservazione: aguzzo e slanciato se ammirato da ovest o est, più ampio e massiccio se visto da nord o sud.

Il monte, simbolo di sfida e avventura, non è accessibile tramite semplici sentieri. Per raggiungere la cima, infatti, è necessaria una buona esperienza alpinistica, l’uso della corda e la conoscenza delle tecniche di arrampicata. La via normale, conosciuta anche come “dei cacciatori ertani”, prende il nome dai primi scalatori che la percorsero: Sartor, Filippin e Martinelli.
L’itinerario, logico e diretto, presenta difficoltà tecniche fino al III+.

Esiste un’altra via di salita, tecnicamente meno impegnativa (massimo II), ma più complessa nello sviluppo, motivo per cui è raramente utilizzata da chi tenta la conquista del Duranno, una delle sfide più avvincenti per gli alpinisti.

9. Cimolais

Cimolais, cuore pulsante del Parco Naturale delle Dolomiti Friulane incastonato nella Val Cimoliana, amena valle laterale della Val Cellina, affascina con le stradine acciottolate e le case in pietra che raccontano storie di una vita rurale semplice, che ha saputo custodire un ambiente naturale intatto.

Gli amanti della natura troveranno ad attenderli chilometri di sentieri incontaminati, dove l’unica compagnia sarà quella degli endemismi botanici, come l’Arenaria huteri e la Campanula morettiana, o degli esemplari della fauna locale quali cervi, caprioli, camosci, marmotte, aquile e stambecchi.

Tra i luoghi di interesse, spiccano la Chiesa Parrocchiale, arricchita da magnifici altari lignei del Seicento, e le numerose chiesette alpine disseminate sul territorio.

10. L’incanto dell’acqua

Parlando delle Dolomiti Friulane, una menzione particolare va ancora al tema dell’acqua.

Laghi cristallini, come quelli azzurrissimi di Barcis e Tramonti, sono fantastici mountain-beach mentre i torrenti (Cellina, Meduna, Cosa, Arzino) propongono divertenti percorsi per kayak e canoa, mentre dove scorrono più impetuosi, come in Alta Valcellina, diventano ideali per il rafting.

Le grotte e le forre sono un sogno per il canyoning, soprattutto le Grotte e l’Orrido di Pradis a Clauzetto, attrezzate per accogliere in sicurezza i visitatori. Percorribile a piedi e in bicicletta, e d’estate anche con un trenino turistico, la Forra del Cellina è invece il più grande canyon del Friuli Venezia Giulia, uno dei più suggestivi e importanti d’Italia.

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Yellowstone quinta stagione: le location della serie Tv sulla saga dei Dutton

Un ranch in Montana, un posto da proteggere e custodire. La famiglia Dutton, guidata dal premio Oscar Kevin Costner nei panni di John Dutton, proprietario di un luogo ormai minacciato da una modernità che incombe: un western contemporaneo che ha affascinato pubblico e critica.

La seconda parte dell’ultima stagione di Yellowstone è arrivata venerdì 20 dicembre in esclusiva su Sky (in onda su Sky Atlantic)  e in streaming solo su NOW.

La trama della quinta stagione

Creata da Taylor Sheridan, la serie targata Paramount ha seguito a lungo le vicende della famiglia Dutton nella lotta per difendere il loro ranch.

In questa seconda parte della quinta e ultima stagione, la serie riprende da un tragico evento che sconvolge tutta la famiglia. Beth (Kelly Reilly) e Kayce (Luke Grimes) cominciano a indagare, determinati a scoprire la verità, con l’aiuto di Rip Wheeler (Cole Hauser). Gli indizi sull’accaduto sembrano portare a Jamie che fa di tutto per difendere la propria posizione.
La guerra intestina fra lui e Beth,  porterà a determinare il futuro del ranch dei Dutton.

In questo capitolo finale della serie saranno Kelly Reilly, Wes Bentley, Luke Grimes nei panni rispettivamente di Beth, Jamie e Kayce Dutton a prendere in mano la situazione nel ranch, insieme a Rip Wheeler, rancher di fiducia della famiglia, interpretato da Cole Hauser.

Le nuove location di Yellowstone

Per realizzare le riprese della nuova stagione, la produzione si è spostata dallo Utah al Montana, la vera ambientazione delle vicende della famiglia Dutton.

Troviamo così Missoula, la seconda città più grande del Montana, dove Ryman Street e Ruby’s Café hanno fatto da sfondo a un’intensa scena di sparatoria.

Missoula, Montana

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La bellissima città di Missoula

Un momento chiave della serie, in cui Beth Dutton incontra Carter fuori da un ospedale, è stato girato al Missoula Community Medical Center, che è anche l’ospedale che ha curato John Dutton dopo che era stato colpito nel drammatico finale della terza stagione.
Sempre a Missoula, troviamo anche il County Courthouse e il vicino Garlington Building.

A mezz’ora a sud di Missoula, ecco il Glen’s Café, dove John Dutton ordina una bistecca da Salisbury, mentre a una mezz’ora a nord, il Gray Wolf Peak Casino all’estremità meridionale della Flathead Indian Reservation.

Passiamo poi ad Hamilton, (un’ora a sud di Missoula), dove è stata filmata una scena di inseguimento mortale in auto su Meridian Road e Bear Creek Road.
Inoltre, Hamilton ospita la residenza del governatore, situata nella Daly Mansion, imponente casa vittoriana, costruita alla fine dell’Ottocento, oggi museo e location per matrimoni aperta al pubblico tramite visite guidate.
Sempre qui, spicca anche l’edificio della Montana Livestock Association della serie, in pieno centro.

L’ufficio del governatore ha visto come cornice il vero Montana State Capitol a Helena, capitale dello Stato del Montana e capoluogo della contea di Lewis and Clark.

Infine, a 16 chilometri da Billings (la città più grande del Montana), si trova la fittizia Broken Rock Reservation, dimora di Thomas Rainwater. L’ambientazione è stata girata in un’autentica riserva indiana, la Crow Reservation, tra paesaggi mozzafiato e natura selvaggia.

Dove si trova il ranch, protagonista indiscusso

L’iconico Yellowstone Dutton Ranch, come appare nella serie, è stato girato presso il Chief Joseph Ranch, uno storico ranch dove una famiglia vive e lavora dal 2012, alle pendici della Bitterroot Valley, con il maestoso Trapper Peak sullo sfondo.

Per secoli, il territorio è stato la casa della tribù nativa americana Salish e, sul finire del 1800, lo attraversò lo stesso Chief Joseph. Nel 1917, William Ford e Howard Clark Hollister iniziarono a costruire il lodge, in origine noto come Ford-Hollister Lodge, e poi rinominato Chief Joseph Ranch nei primi anni del 1950.

Per gli appassionati, è possibile soggiornare in una delle due baite (da 4 a 8 persone ciascuna) in affitto della proprietà, a patto che non vi siano riprese, per almeno tre notti. In più, i proprietari organizzano tour guidati del ranch e dei set di Yellowstone.

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Solstizio d’inverno, cosa succede di incredibile in Basilicata

Nelle Dolomiti Lucane esiste un luogo che, in occasione del solstizio d’inverno, rivela un segreto. Si tratta di Petre de la Mola (Pietra della mola), una Stonehenge tutta italiana, un complesso megalitico che si trova in cima al Monte Coccia, in Basilicata, all’interno del Parco Naturale di Croccia-Cognato. È, questa, un’area di riserva antropologica-naturalistica a protezione totale per via della presenza, oltre che di rare specie animali e vegetali, di numerose testimonianze archeologiche.

Cosa succede a Petre de la Mola durante il solstizio

Nel giorno del solstizio, che solitamente cade intorno al 21 dicembre, centinaia di persone si radunano intorno a questo luogo isolato e in mezzo alla natura a mille metri di altitudine aspettando il tramonto del Sole. In quel momento esatto, infatti, il Sole spunta attraverso una fenditura (artificiale, indicata con un’incisione rupestre) della roccia creando un effetto incredibile.

La scoperta di questo fenomeno è avvenuta per puro caso ed è stata fatta dal professor Marco Mucciarelli, geofisico dell’Università della Basilicata, che si accorse di un singolare effetto di illuminazione che avveniva a mezzogiorno in questo megalite.

Secondo gli studi condotti dagli esperti dell’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf) Vito Francesco Polcaro, insieme all’archeologo Leonardo Lozito, vicepresidente nazionale dei Gruppi Archeologici d’Italia, in collaborazione con alcuni astronomi e archeologi sul sito lucano, Petre de la Mola sarebbe perfettamente allineato con il Sole a mezzogiorno e al tramonto nel giorno del solstizio d’inverno.

Un sito preistorico poco noto

È molto probabile che questa gigantesca roccia – perché di questo si tratta – già nell’antichità avesse la funzione di calendario, utile per i riti, per il raccolto e per eventi eccezionali. Intorno al gigantesco masso sono stati infatti rinvenuti degli scoli per l’acqua e delle incisioni, forse proprio per i rituali sacri durante il solstizio che, per tutti i popoli antichi, rappresentava un giorno molto importante dell’anno. La roccia è naturale, ma potrebbe essere stata spostata dall’uomo per essere posizionata in un punto simbolico, dove si trova tutt’ora.

Gli studiosi non sono riusciti a rintracciare alcuna documentazione sull’origine del nome del complesso megalitico, anche se in lucano, la ‘mola’ è il tipo di pietra utilizzato per affilare le lame.

L’intero sito archeologico copre una superficie di circa 60mila metri quadrati. Risalirebbe al neolitico (10.000 – 6.000 a.C.) e, secondo gli studiosi, fu abitato fino al IV secolo a.C.. Nei pressi del megalite c’è anche un insediamento fortificato risalente al IV secolo a.C. ubicato proprio sulla cima della montagna.

L’intero abitato era circondato da alcune cinte murarie fatte in blocchi perfettamente quadrati, di cui sono rimaste tracce significative. Nel tratto di muro meglio conservato c’è un ingresso che è diretto esattamente nel punto in cui sorge il Sole. Inoltre, sulle rocce sono stati rinvenuti alcuni petroglifi. Tra questi è particolarmente importante uno posto in prossimità del punto d’osservazione, che indica la linea che demarca il Nord e il Sud (la linea del meridiano) e la linea posta a 238° (in linea con il solstizio e con il tramonto) ed è poco probabile che questi allineamenti siano casuali.

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Questi parchi italiani hanno appena ricevuto un prezioso riconoscimento

Quando si parla delle bellezze italiane il discorso tende quasi sempre verso i tesori storici e culturali delle grandi città e dei piccoli borghi, per non parlare delle spiagge meravigliose che caratterizzano le nostre coste. Eppure l’Italia vanta anche un patrimonio naturale meraviglioso che tutti, viaggiatori stranieri e nostrani, dovrebbero considerare di più durante l’organizzazione di un viaggio. Le nostre regioni, infatti, custodiscono parchi e aree protette dal valore inestimabile e, proprio alcune di loro, hanno appena ricevuto un prezioso riconoscimento.

Il 19 novembre scorso, infatti, presso la sede del Parlamento Europeo a Bruxelles, Europarc Federation ha premiato con la Carta Europea del Turismo Sostenibile (CETS) diversi parchi italiani, ai quali è stato riconosciuto l’impegno nell’ambito di un turismo attento e sostenibile.

Cosa è la Carta Europea del Turismo Sostenibile (CETS)

Alcuni dei parchi più belli d’Italia sono stati premiati con la CETS, ossia la Carta Europea del Turismo Sostenibile. Questo è uno strumento metodologico, oltre che una certificazione importante da ottenere, che permette di migliorare la gestione del turismo nelle aree protette. La CETS è nata con l’obiettivo di tutelare il patrimonio naturale e culturale dei territori premiati, i quali si impegnano a migliorare costantemente la gestione turistica all’interno dell’area naturale per portare benefici sia all’ambiente che alla popolazione locale, alle imprese e ai visitatori.

La Carta Europea del Turismo Sostenibile è stata sviluppata da Europarc, che riunisce i parchi nazionali e regionali in oltre 40 paesi europei, compresa l’Italia, applicando i principi dello sviluppo sostenibile al campo del turismo. Ottenere questo riconoscimento significa fare un passo importante verso la protezione di territori fondamentali e verso una loro gestione attenta e responsabile.

In particolare, la Carta Europea del Turismo Sostenibile in Italia si sta diffondendo nelle aree protette grazie all’azione di coordinamento portata avanti da Federparchi, ossia la sezione italiana di Europarc, che segue gli enti parco nell’iter di certificazione.

I parchi premiati

Quest’anno ci sono diverse novità tra i parchi italiani premiati con la CETS, new entry che hanno dimostrato di saper intraprendere la giusta strada verso un percorso di tutela attento e sostenibile. Altri parchi, invece, che negli anni scorsi avevano già ricevuto il riconoscimento, rinnovano la Carta Europea del Turismo Sostenibile grazie alla loro capacità di mantenere intatto l’impegno preso in passato.

Qui vi raccontiamo i parchi premiati, potreste prendere spunto per il vostro prossimo viaggio all’aria aperta!

Parco Naturale Regionale del Beigua

A ottenere per la prima volta la Carta Europea del Turismo Sostenibile c’è il Parco Naturale Regionale del Beigua, situato tra Genova e Savona. Oltre ad aver ottenuto la CETS, il parco è riconosciuto come Geoparco Internazionale UNESCO, oltre che l’unico in Liguria che unisce le peculiarità della costa con quelle dell’entroterra. Il Parco del Beigua è un vero e proprio scrigno di tesori naturalistici, paesaggistici e culturali che possono essere scoperti anche insieme a una guida locale durante i tanti eventi organizzati periodicamente come i trekking, le escursioni con ornitologi professionisti nel periodo delle migrazioni primaverili e autunnali o i fototrekking e workshop di fotografia naturalistica.

Non mancano anche alcuni paesi, ideali per visitare i borghi del territorio e fare una pausa di gusto tra un’escursione e l’altra come Arenzano, Sassello e Campo Ligure. Potete raggiungere il parco in auto da Genova prendendo l’autostrada A10 in direzione di Ventimiglia e uscire a Varazze, Arenzano o Cogoleto in base alla zona del parco che desiderate visitare. Se non viaggiate in auto, potete prendere il treno per Varazze, Arenzano o Cogoleto e raggiungere il parco con il bus.

Parco Beigua Liguria

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Parco del Beigua in Liguria

Riserva Regionale Monte Genzana Alto Gizio

Anche la Riserva Regionale Genzana Alto Gizio è tra le new entry che hanno ottenuto l’ambito riconoscimento. Situato in Abruzzo, in provincia de L’Aquila, custodisce un ricco patrimonio di flora e fauna con habitat diversi, dagli ambienti fluviali alle praterie. È un’area protetta per animali splendidi come l’orso bruno marsicano (la riserva è infatti concepita come un corridoio naturalistico creato per la conservazione e l’espansione dell’orso) e il lupo, oltre a ospitare la classica fauna appenninica a esclusione del camoscio. Qui è possibile fare diversi trekking in autonomia o accompagnati dalle guide, oltre che visitare Pettorano sul Gizio, tra i Borghi più belli d’Italia.

Per arrivare alla riserva naturale in auto vi basterà prendere l’autostrada A 25 Roma – Pescara con uscita Sulmona-Pratola Peligna, mentre con il treno dovrete prima scendere alla stazione ferroviaria di Sulmona per poi prendere il bus della TUA per Pettorano sul Gizio. Consigliamo di controllare gli orari e il numero delle corse perché non sono molto frequenti.

Parco Nazionale Abruzzo Lazio e Molise

Questo parco, invece, si è visto rinnovare la Carta Europea del Turismo Sostenibile grazie al suo impegno continuo in questo ambito. Questo parco è molto amato da chi desidera intravedere (se si ha fortuna) animali come l’orso bruno marsicano, il lupo, il cervo, il capriolo o l’aquila reale. Il Parco Nazionale Abruzzo Lazio e Molise è la meta perfetta in ogni stagione per weekend a contatto con la natura grazie alla presenza di sentieri escursionistici adatti a tutti i livelli di preparazione, da percorrere a piedi o con la bici.

Per arrivare in auto da Roma dovete prendere l’autostrada A24/A25 Roma-L’Aquila-Pescara, uscendo a Celano o Pescina e proseguendo per Bisegna, mentre da Napoli l’autostrada A1 fino all’uscita di Caianello e proseguire per Venafro e Alfedena. Con il treno, invece, scendete ad Avezzano e salite sul bus della TUA.

Orso bruno

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Esempio di orso bruno, i più fortunati possono ammirarlo in questo parco

Appennino Tosco Emiliano

L’Appennino Tosco Emiliano è la destinazione perfetta non solo per gli amanti della natura, ma anche per chi desidera vedere alcuni dei borghi più belli del territorio come Bobbio o Bardi. Chi vuole stare all’aria aperta potrà dedicarsi a tanti sport come arrampicata, equitazione, trekking o sport invernali. All’interno del parco, infatti, si trovano diverse stazioni sciistiche rinomate a livello nazionale come Cerreto Laghi, nel comune di Collagna.

Il territorio del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano è situato in un’area circondata da importantissime vie di comunicazione ed è facilmente raggiungibile sia in auto che in treno dalle principali città.

Parco Nazionale del Pollino

Natura incontaminata e paesaggi selvaggi: ecco cosa troverete all’interno del Parco Nazionale del Pollino, situato a cavallo tra le regioni della Basilicata e della Calabria. Il parco possiede le vette più alte del Sud Italia, le quali arrivano oltre i 2000 metri sopra il livello del mare, come il Serra Dolcedorme (2267 metri) o il monte Pollino (2248 metri). Si tratta di un’area naturale molto amata per i suoi paesaggi composti da rocce dolomitiche, bastioni calcarei e grotte carsiche, per citare alcuni degli scenari che vi aspettano in quest’area, considerata la più estesa d’Italia.

Sono diverse le escursioni che potete fare in questo parco, adatte a tutti i livelli di preparazione. Per raggiungerlo in auto vi basterà percorrere l’Autostrada Salerno-Reggio Calabria e uscire allo svincolo per Lauria Sud, Laino o Campotenese e proseguire per Rotonda. Per chi viaggia in treno, invece, la stazione ferroviaria più vicina è quella di Sapri.

Parco Nazionale Pollino

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Vista del Parco del Pollino da Serra di Crispo

Parco Nazionale della Sila

Anche il Parco Nazionale della Sila ha ottenuto la Carta Europea del Turismo Sostenibile. Non stupisce che abbia ricevuto questo riconoscimento considerando che rappresenta anche la decima Riserva della Biosfera italiana nella Rete Mondiale dei siti di eccellenza dell’UNESCO. Le attività da fare in questa splendida zona naturale, situata in Calabria, sono davvero tantissime: in inverno potete scoprirla praticando sci di fondo o passeggiando con le ciaspole, mentre durante le altre stagioni, oltre ai trekking, potete dedicarvi anche a sport acquatici come vela e kayak.

Tranne in estate, quando sono presenti alcune linee di autobus, consigliamo di arrivare al parco con la vostra auto, dall’area ionica percorrendo la E846/S.S.107 o, per le vie interne, la S.S.177; dall’area tirrenica sulla E846/S.S.107, oppure percorrendo le panoramiche SP244, SP216 o le S.S. 108bis e S.S.660.

Parco Nazionale della Val Grande

Questa rappresenta l’area selvaggia più vasta d’Italia, situata nella provincia del Verbano-Cusio-Ossola. Le cose da fare e da vedere sono diverse: dalla visita a Cossogno, porta d’accesso al parco, ai percorsi escursionisti sulla Val Pogallo, l’area più frequentata, fino all’itinerario ad anello lungo 10 chilometri offerto dalla Strada Sutermeister o le cascate nascoste del Rio Val Grande.

Per raggiungere il parco in auto vi basterà prendere la superstrada dell’Ossola da Gravellona Toce al Sempione e la S.S. 34 da Cannobio. In treno, invece, consigliamo di scendere alle stazioni ferroviarie di Verbania Pallanza o Domodossola.

Aree Protette dell’Ossola

In Piemonte, a ottenere il riconoscimento sono le Aree Protette dell’Ossola, da scoprire in tanti modi diversi, ma tutti a contatto con la natura e in modo attento e responsabile. Per esempio, potete salire in sella alla vostra bici e percorrere i diversi sentieri per mountain bike, alcuni adatti a tutta la famiglia e altri più impegnativi, oppure fare escursionismo o fare un tuffo nel passo attraverso la scoperta dei valichi storici dell’Ossola. I parchi possono essere raggiunti sia con l’auto che con il servizio autobus chiamato PRONTOBUS, che collega le località Baceno-Devero e Varzo-Trasquera-San Domenico.

Parco Regionale della Maremma

Il Parco Regionale della Maremma, conosciuto anche come Parco dell’Uccellina, dal nome della piccola catena montuosa che lo sovrasta, si estende per 25 chilometri da Talamone a Principina a Mare. Il parco custodisce un ecosistema perfetto dove i diversi ambienti, quello del mare e dell’entroterra, convivono offrendo ai visitatori un’esperienza unica a contatto con la natura. Può essere visitato in diversi modi (previo acquisto di un biglietto online), a piedi, in bici, in canoa o a cavallo. Il parco, inoltre, custodisce un mestiere che appartiene alle antiche tradizioni della Maremma, il buttero, che la Regione Toscana stessa ha inserito tra gli antichi mestieri a rischio di scomparsa.

Per raggiungere l’ingresso principale di Alberese, dove si trova il Centro visite, prendete la SS1 Aurelia, a circa 7 chilometri da Grosseto, con uscita Rispescia/Alberese/Parco Naturale della Maremma e seguite le indicazioni per il parco.

Parco Regionale Alpi Apuane

Situato nella Toscana nordoccidentale, il Parco Regionale Alpi Apuane è considerato un luogo unico grazie alle sue caratteristiche geo-morfologiche e naturalistiche. L’area si sviluppa per circa 60 chilometri lungo la costa del mar Tirreno nelle aree della Versilia, Lunigiana e Garfagnana e può essere scoperto percorrendo i diversi sentieri escursionistici presenti, adatti a ogni livello di preparazione. Dal 2011, il parco è entrato a far parte della Rete Globale dei Geoparchi UNESCO (Global Geoparks), mentre la Rete Europea Natura 2000 tutela queste montagne che conservano la maggior biodiversità della Toscana.

La zona delle Alpi Apuane può essere raggiunta in auto percorrendo l’autostrada A11 Firenze-Mare con uscita Lucca. Da qui vi basterà seguire le indicazioni per la Garfagnana.

Parco Colline Metallifere Grossetane

Infine, la Carta Europea del Turismo Sostenibile ha rinnovato il riconoscimento anche al Parco Colline Metallifere Grossetane, dov’è possibile fare un vero e proprio viaggio nella storia geologica e mineraria di un territorio antico, dagli Etruschi ai minatori del ‘900. Questa è considerata una delle zone più interessanti della Toscana grazie alla catena montuosa di grande interesse naturalistico e archeologico: qui potrete ammirare una grande varietà di flora e fauna e scoprire siti archeologici di grande valore storico, come le antiche miniere di mercurio e i resti di città etrusche.

Escursioni, passeggiate a cavallo, in bici: ogni modo è quello giusto per scoprire il parco, l’importante è farlo in modo sostenibile. Per raggiungerlo vi basterà percorrere l’autostrada del Sole A1, uscire a Firenze Certosa, imboccare la superstrada Firenze–Siena in direzione Grosseto, continuare sulla SS 223 in direzione di Grosseto Nord–Castiglione della Pescaia, proseguire sulla SS 1 Aurelia fino alle uscite di Giuncarico, Gavorrano, Scarlino e Follonica.

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Sciare sulle Dolomiti: piste e impianti vicino alle Tre Cime di Lavaredo

Le Tre Cime di Lavaredo, uno dei simboli più celebri delle Dolomiti, rappresentano un vero capolavoro della natura. Conosciute in tutto il mondo per la loro imponenza e bellezza, queste vette attirano ogni anno escursionisti e sportivi, regalando panorami mozzafiato in ogni stagione. Situate nel cuore del Parco Naturale Tre Cime, fanno parte del Patrimonio dell’Umanità Unesco e incarnano la perfetta fusione tra natura incontaminata e attività outdoor.

Durante l’inverno, il comprensorio sciistico che circonda queste maestose montagne si trasforma in una destinazione da sogno per gli amanti della neve, grazie a infrastrutture moderne e all’eccellente qualità delle sue piste. I 110 km di discese perfettamente curate, che si estendono su cinque diverse montagne, rendono questa zona una meta ideale sia per sciatori esperti sia per famiglie in cerca di relax e divertimento.

Scopriamo insieme i punti di forza delle piste e degli impianti delle Dolomiti, nella zona delle Tre Cime di Lavaredo e perché questo spot è un paradiso per gli amanti della natura e delle attività outdoor in ogni stagione dell’anno.

Un comprensorio sciistico all’avanguardia 

Sciare alle Tre Cime significa immergersi in un paradiso invernale che offre un equilibrio perfetto tra tecnologia e paesaggi naturali. Il comprensorio sciistico Tre Cime / 3 Zinnen Dolomiti è servito da ben 32 impianti di risalita, che collegano aree iconiche come Monte Elmo, Orto del Toro, Croda Rossa, Monte Baranci e la Ski Area Val Comelico.

Tra le attrazioni più amate spiccano i Prati di Croda Rossa, un luogo incantevole dove le famiglie trovano piste dedicate e la possibilità di incontrare persino le celebri renne di Finlandia, uniche in tutta Italia. L’esperienza di sciare in questa zona è arricchita dalla presenza di numerosi rifugi alpini, perfetti per rilassarsi e assaporare i piatti tradizionali dell’Alto Adige, accompagnati da un bicchiere di vin brulé caldo.

Il comprensorio è in costante evoluzione per offrire ai visitatori sempre più comfort e opportunità di svago. Nel 2019 è stata inaugurata una moderna seggiovia che ha sostituito la storica biposto “Mittelstation”. Questa nuova infrastruttura, dotata di sedili riscaldati e cupole protettive, è stata progettata per agevolare l’accesso anche ai bambini, migliorando l’esperienza di sci per tutta la famiglia.

Oltre agli impianti di risalita, sono state aggiunte due nuove piste: una variante più semplice della pista nera Kristlerhang, ideale per chi desidera avvicinarsi gradualmente alle discese più impegnative, e una nuova discesa a valle nell’area Croda Rossa, in direzione Signaue. Per i più piccoli e per chi cerca una buona dose di divertimento, sono state inaugurate le Family Funslope sul Monte Elmo e alla Croda Rossa. Questi percorsi combinano tunnel di neve, onde, curve ripide e ponti, offrendo un mix perfetto di adrenalina e gioco.

Tre Cime di Lavaredo, Alto Adige

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La bellezza del panorama davanti alle Tre Cime di Lavaredo

Sci di fondo: una regione leader in Italia

Oltre allo sci alpino, l’area delle Tre Cime è un punto di riferimento anche per lo sci di fondo, posizionandosi come la prima regione in Italia per varietà e qualità delle piste. Gli amanti di questa disciplina possono godere di 200 km di tracciati, sempre innevati e perfettamente preparati.

A Dobbiaco, gli appassionati trovano percorsi adatti a tutti i livelli di difficoltà: dalle piste più tecniche, utilizzate per gli allenamenti dai team sportivi, a circuiti panoramici che offrono viste spettacolari sulle Tre Cime di Lavaredo. Le famiglie e i principianti apprezzeranno i sentieri più accessibili, ideali per muovere i primi passi in questo sport. Inoltre, il lago di Dobbiaco offre anelli suggestivi, perfetti per chi cerca un’esperienza unica immersa nella natura.

Un’esperienza unica in ogni stagione

Cosa fare in inverno alle Tre Cime

Il comprensorio delle Tre Cime non si limita a offrire eccellenti piste da sci, ma propone anche una vasta gamma di attività per chi desidera vivere la montagna in modo diverso. Le escursioni con le ciaspole sono un’opzione perfetta per immergersi nel silenzio dei boschi innevati, mentre i percorsi per slittino garantiscono puro divertimento per adulti e bambini.

Per chi ama semplicemente passeggiare, i sentieri ben segnalati permettono di esplorare paesaggi incantati e di scoprire angoli nascosti delle Dolomiti. Al termine delle attività, i visitatori possono rilassarsi in uno dei tanti rifugi alpini, dove l’accoglienza calorosa e i sapori tradizionali rendono ogni sosta un momento speciale.

Cosa fare in estate alle Tre Cime

Sebbene il comprensorio delle Tre Cime sia una destinazione invernale d’eccellenza, la sua bellezza non svanisce con l’arrivo della primavera. Durante l’estate, queste montagne diventano il paradiso degli escursionisti, grazie a una rete di sentieri che permette di esplorare ogni angolo del parco naturale.

Tuttavia, è d’inverno che le Tre Cime di Lavaredo rivelano tutta la loro magia, offrendo un’esperienza completa tra sport, relax e natura incontaminata. Che si tratti di una giornata di sci su piste perfette, di un’escursione tra i boschi o di un momento di relax in un rifugio alpino, questo angolo delle Dolomiti ha sempre qualcosa di speciale da offrire.

Le Tre Cime attendono chiunque voglia lasciarsi conquistare dalla loro bellezza senza tempo, in uno scenario che unisce modernità e tradizione, sport e tranquillità, avventura e magia.

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Wadi Mujib, il canyon più spettacolare della Giordania

Nel cuore della Giordania, incastonato tra le montagne che si ergono sopra il Mar Morto, si trova uno dei tesori naturali più spettacolari del Medio Oriente: Wadi Mujib, un canyon spettacolare che regala avventure uniche ed emozioni indimenticabili. Conosciuto come il Grand Canyon della Giordania, questo straordinario luogo attira escursionisti, amanti della natura e viaggiatori alla ricerca di esperienze irripetibili.

Situato a circa 90 chilometri a sud della capitale Amman, Wadi Mujib si estende su un territorio che spazia tra montagne, valli e torrenti, creando un paesaggio vario e sorprendente. La gola si snoda per oltre 70 chilometri, con una larghezza che raggiunge i 4 chilometri e un’altezza che in alcuni punti sfiora i 1000 metri. Questo magnifico sistema naturale non è solo una meraviglia geologica, ma anche un habitat fondamentale per la biodiversità, dove specie rare di fauna e flora prosperano in un equilibrio perfetto.

Un canyon al di sotto del livello del mare

Uno degli aspetti più affascinanti di Wadi Mujib è la sua posizione unica: il canyon si sviluppa fino al Mar Morto, il punto più basso della Terra, a ben 410 metri sotto il livello del mare. La zona ospita la Riserva della Biosfera di Mujib, la più bassa al mondo, sito dichiarato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO nel 2011. Grazie alla sua posizione geografica e al continuo flusso d’acqua alimentato da sette affluenti principali, la riserva si distingue per un’incredibile diversità di habitat e paesaggi, che spaziano da gole rocciose a altipiani desertici, fino a raggiungere i monti di Madaba e Karak.

Questo dislivello di ben 1.300 metri, combinato con la presenza di acqua perenne, ha favorito lo sviluppo di una straordinaria biodiversità. Oltre 300 specie di piante, 10 specie di carnivori e un gran numero di uccelli migratori e stanziali popolano quest’area protetta. Le gole e le aree più remote offrono rifugi sicuri a specie rare, come il maestoso stambecco nubiano, simbolo della riserva, e altri animali montani che si muovono tra le falesie di arenaria.

Uno scrigno di biodiversità

La Riserva della Biosfera di Mujib non è solo un luogo di bellezza naturale, ma anche un’area di importanza ecologica cruciale. Grazie alla sua posizione lungo la Rift Valley, questa zona rappresenta una tappa strategica per gli uccelli migratori che ogni anno si spostano tra l’Africa e il nord-est dell’Europa. La presenza di habitat diversificati rende la riserva un rifugio ideale per molte specie che qui trovano riparo e nutrimento. Tra le creature più affascinanti ci sono anche i gatti selvatici e alcune rare capre di montagna, che si aggirano indisturbate nelle aree più remote.

Non è solo la fauna a rendere unica questa riserva: anche la flora è straordinaria. Le 300 specie di piante registrate nella riserva includono varietà adattate ai climi aridi, capaci di prosperare in condizioni estreme. Questo patrimonio naturale rende Wadi Mujib un punto di riferimento per chi desidera esplorare una natura incontaminata e rigogliosa.

Avventure e percorsi emozionanti

Questo canyon spettacolare è anche una meta ideale per gli amanti dell’avventura. Il canyoning, che combina trekking, arrampicata e attività acquatiche, è l’attività principale offerta nella riserva. I visitatori possono scegliere tra una varietà di sentieri che attraversano corsi d’acqua, cascate e piscine naturali, garantendo un’esperienza emozionante e unica.

Siq Trail, un sentiero per tutti

Il Siq Trail è il sentiero più famoso e accessibile, perfetto per chi desidera un’avventura moderata ma ricca di emozioni. Questo percorso autoguidato parte dal Mujib Adventure Center e segue il corso del fiume tra le imponenti pareti di arenaria. Lungo il tragitto, gli escursionisti possono immergersi nelle acque fresche del fiume e nuotare in piscine naturali, ma anche semplicemente rilassarsi e godersi l’ombra durante le calde giornate estive. La passeggiata conduce fino alla base di una grande cascata, uno spettacolo naturale che lascia senza fiato.

Canyon Trail, adrenalina pura

Il Canyon Trail è pensato per i più avventurosi. Il percorso offre l’opportunità di cimentarsi nel rappel, una discesa controllata lungo una cascata alta 20 metri. Guidati da esperti, i partecipanti possono provare il brivido di scendere lungo la parete rocciosa prima di continuare l’escursione tra le gole, seguendo il corso d’acqua fino a ritornare al punto di partenza. È un’esperienza che combina adrenalina e bellezza naturale in un mix perfetto.

Malaqi Trail, l’essenza di Wadi Mujib

Per chi cerca un’avventura più impegnativa, il Malaqi Trail conduce fin nel cuore della riserva. Attraversando gole e torrenti si arriva fino alla confluenza con il fiume Hidan, dove gli escursionisti possono nuotare in piscine naturali e ammirare paesaggi altamente suggestivi. Anche qui, una discesa da una cascata alta 20 metri aggiunge un tocco di emozione a questa esperienza immersiva.

Ibex Trail, incontro con la fauna selvatica

L’Ibex Trail, l’unico dei quattro percorsi accessibile tutto l’anno, offre un’opportunità unica di osservare da vicino lo stambecco nubiano, simbolo della riserva. Il percorso, che si sviluppa lungo sentieri panoramici con vista sul Mar Morto, è perfetto per chi desidera combinare il trekking con l’osservazione della fauna selvatica. Inoltre, offre splendide vedute del paesaggio desertico e delle gole circostanti.

L’adrenalinica zipline

Per chi cerca un’attività diversa, la riserva ha recentemente installato una zipline che permette ai visitatori di attraversare la valle da un’altezza emozionante. Lunga 100 metri, la zipline offre una prospettiva unica su Wadi Mujib, permettendo di ammirare il canyon dall’alto in un’esperienza breve ma indimenticabile. Un’attività particolarmente apprezzata da chi desidera combinare avventura e contemplazione.

Come organizzare la visita

Visitare Wadi Mujib richiede una certa preparazione, soprattutto se si desidera affrontare i percorsi più impegnativi. Il Mujib Adventure Center, situato lungo l’Autostrada del Mar Morto, è il punto di riferimento per tutte le attività nella riserva. Qui è possibile prenotare escursioni, noleggiare l’attrezzatura necessaria e ricevere informazioni dettagliate sui percorsi disponibili.

I sentieri “bagnati” sono aperti generalmente tra aprile e ottobre, mentre il sentiero “asciutto”, l’Ibex Trail, è accessibile tutto l’anno. È importante notare che molti percorsi richiedono la prenotazione anticipata tramite Wild Jordan, l’organizzazione che gestisce la riserva. Inoltre, alcune escursioni, come il Mujib Trail, richiedono un gruppo minimo di cinque persone e una guida esperta. I costi variano: un’escursione di sette ore, ad esempio, ha un prezzo di circa 45 JD (60 Euro).

Wadi Mujib non è solo un luogo, ma un’esperienza che rimane impressa nella memoria di chi lo visita. Attraversare le sue gole, immergersi nelle sue acque fresche e ammirare la fauna che lo abita è un modo unico per scoprire il lato più autentico e selvaggio della Giordania.

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I canyon più belli d’Italia: le meraviglie nascoste (e impressionanti)

L’Italia nasconde luoghi spettacolari dove la natura ha scolpito vere e proprie opere d’arte. Dai canyon immersi nei paesaggi alpini del Nord fino alle gole suggestive delle regioni del Sud, una passeggiata alla scoperta di questi angoli incontaminati offrono esperienze uniche, quasi impressionanti alla vista.

Brent de l’Art, Veneto

Situati nella frazione di Sant’Antonio di Tortal, nel comune di Borgo Valbelluna (Belluno), i Brent de l’Art sono un vero gioiello geologico, dove la potenza dell’acqua ha scolpito la roccia nel corso dei secoli, creando uno spettacolo naturale di rara bellezza.

Il termine “Brent” deriva dal dialetto locale della Valbelluna e si riferisce a un corso d’acqua che scorre in una valle stretta e profonda, in questo caso il torrente Ardo, un affluente del Piave. Il termine “Art”, invece, è una variazione dialettale di “Ardo” e significa “gola rocciosa” Le acque dell’Ardo scorrono vigorosamente attraverso queste strette gole, erodendo le rocce e rivelando strati che risalgono a milioni di anni fa, dai toni rosati e grigi che cambiano colore a seconda della luce.

La visita ai Brent de l’Art regala un’esperienza immersiva: i rumori amplificati dell’acqua, l’ombra delle rocce e i colori cangianti sono quasi mistici, e i giochi d’acqua nei canyon si trasformano con le stagioni. D’inverno, le pareti rocciose si coprono di stalattiti di ghiaccio, mentre in estate le acque si tingono di verde smeraldo, in netto contrasto con le sfumature rossastre delle pareti.

Come visitare i Brent de l’Art

Per esplorare questi canyon in tutta sicurezza, è consigliato munirsi di scarpe da trekking e, nelle stagioni più fredde, anche di ramponi. Gli appassionati di avventura possono affidarsi alle guide alpine per praticare il torrentismo o canyoning lungo il torrente, che include il nuoto nelle acque fresche durante l’estate con muta e salvagente, o la camminata sul ghiaccio in inverno, se le temperature consentono la formazione di uno strato stabile.

Dal punto di partenza a Sant’Antonio di Tortal, il percorso verso i Brent è ben segnalato e piuttosto semplice. Una passeggiata di circa 10 minuti conduce alla piazzola in località Calcherola; da qui, una breve discesa attraverso un sentiero porta al ponte Brent. Il ponte Brent permette di osservare l’imboccatura del canyon, e ha una storia particolare: costruito per facilitare il passaggio tra i comuni di Mel e Trichiana, era utilizzato anche per trasportare i defunti di notte, eludendo i dazi imposti tra i comuni. Distrutto dall’alluvione del 1966, il ponte fu ricostruito circa dieci anni fa e rimane oggi un punto strategico per l’osservazione del canyon. Per la visita è possibile anche proseguire con un percorso ad anello, che include l’attraversamento di un ponte e una salita verso il borgo.

Gole del Brent

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I Brent de l’Art sono un vero gioiello geologico

Le Grotte di Pradis, Friuli Venezia Giulia

Le Grotte di Pradis, situate nelle Dolomiti Friulane, sono un impressionante complesso di cavità carsiche, plasmate nei secoli dall’azione erosiva del torrente Cosa sulle rocce calcaree del Cretacico. L’acqua, col suo incessante lavorio, ha creato una profonda forra punteggiata da grotte, archi naturali e cascate, disegnando un paesaggio spettacolare che continua a trasformarsi.

Conosciuto come Orrido delle Grotte di Pradis, questo canyon è un autentico museo geologico a cielo aperto. Lungo il suo percorso, le acque del torrente Cosa hanno scavato cascate e formazioni rocciose suggestive, dimostrazione tangibile della potenza dell’erosione carsica. Un percorso ad anello, che attraversa il torrente su un ponte antico e una passerella moderna, permette di esplorare da varie angolazioni questo straordinario paesaggio naturale.

La valorizzazione delle Grotte ebbe inizio grazie a Don Terziano Cattaruzza, che negli anni ’60 inaugurò la Grotta della Madonna, sede della statua della “Madonnina delle Grotte”. Questa grotta è diventata un punto di riferimento importante per l’esperienza.

Poco distante dalle Grotte Verdi, il Museo della Grotta, inaugurato nel 2001, raccoglie una vasta documentazione sull’area, inclusi i reperti archeologici rinvenuti. Nato grazie all’iniziativa del Comitato Culturale Pradis e del Gruppo Speleologico locale, il museo offre uno spaccato delle scoperte avvenute nel corso degli anni, dai resti di epoca preistorica agli strumenti litici.

Info per la visita

Per chi desidera approfondire la conoscenza di questo sito unico, è possibile prenotare visite guidate per gruppi, contattando l’Associazione Lis Aganis – Ecomuseo regionale delle Dolomiti Friulane almeno una settimana prima della data prescelta. Sono disponibili diversi pacchetti tematici che offrono un’esperienza completa, tra geologia, archeologia e paesaggi mozzafiato. Pradis di Sopra si trova a circa un’ora di auto da Pordenone.

grotta di pradis

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L’Orrido delle Grotte di Pradis è un autentico museo geologico a cielo aperto

Orrido di Foresto, Piemonte

L’Orrido di Foresto, situato tra Bussoleno e Susa, a un’ora d’auto circa da Torino, è una delle formazioni naturali più spettacolari del Piemonte. La riserva naturale dell’Orrido di Foresto, istituita nel 1980, si estende su circa 180 ettari, a quote che variano dai 450 ai 950 metri. L’area fa parte del SIC (Sito di Interesse Comunitario) delle oasi xerotermiche della Val di Susa, un ecosistema raro che ospita il ginepro coccolone, una specie vegetale protetta. La gola, scolpita dal torrente Rocciamelone, vanta un paesaggio ricco di biodiversità e si snoda tra pareti rocciose calcaree e cascate: è particolarmente affascinante durante la primavera, quando la vegetazione esplode in colori vivaci. Non solo natura perché nel cuore dell’Orrido si trovano le rovine di un antico lazzaretto, usato fino al Settecento per isolare le persone affette da malattie contagiose, come il colera.

La Via Ferrata, info utili

La Via Ferrata dell’Orrido di Foresto è uno dei percorsi più emozionanti per gli amanti dell’alpinismo. La via, ricostruita nel 2003 con il contributo delle Guide Alpine e del Comune di Bussoleno, riprende l’itinerario originale realizzato negli anni ’60, ma con una serie di migliorie che la rendono più sicura e spettacolare. L’inserimento di tre ponti tibetani nel 2010 ha reso il percorso ancora più affascinante, con panorami mozzafiato sulla gola e sul torrente sottostante.

L’itinerario si sviluppa lungo la profonda gola, caratterizzata da pareti calcaree ripide e in alcuni tratti verticali. La via ferrata presenta una difficoltà D- (difficoltà media), con un dislivello di circa 250 metri, e un tempo di percorrenza che varia dalle 3 alle 5 ore, a seconda della preparazione degli escursionisti. Le pareti dell’Orrido sono molto scoscese e inaccessibili, il che rende l’esperienza ancor più avvincente e adrenalica. Sebbene l’itinerario sia stato ristrutturato per migliorarne la sicurezza, è importante affrontarlo solo nelle giuste condizioni meteo. È vivamente sconsigliato percorrere la via ferrata durante periodi di piogge o temporali, quando il torrente può diventare particolarmente impetuoso. Inoltre, la possibilità di caduta di pietre e frane dalle pareti della gola non può essere esclusa, quindi è essenziale seguire le indicazioni delle guide locali e prestare la massima attenzione durante l’escursione.

Orrido di Bellano, Lombardia

L’Orrido di Bellano, situato sulle sponde del Lago di Como, è un’imperdibile attrazione naturale, famosa per le sue strette gole, scolpite nel corso dei millenni dal torrente Pioverna. Questo spettacolare canyon, che affonda le sue radici nell’era glaciale, è caratterizzato da pareti rocciose alte e ripide, da cui si gettano rapide e cascate. Le passerelle panoramiche, recentemente allungate, permettono di esplorare ogni angolo di questo straordinario paesaggio.

Fin dai tempi antichi, le acque dell’Orrido hanno avuto un ruolo fondamentale nell’economia locale, alimentando le macchine delle ferriere, filande e cotonifici. Oggi, la forza dell’acqua è sfruttata dalla centrale idroelettrica, che ha sostituito gli impianti storici, ma l’Orrido continua ad essere una risorsa vitale per la comunità. Le spettacolari formazioni rocciose e l’atmosfera misteriosa hanno anche ispirato scrittori come Stendhal e Johann Jakob Wetzel che ne hanno descritto la bellezza e il potere evocativo.

Dettagli pratici per la visita

L’Orrido di Bellano, facilmente raggiungibili in auto, è aperto al pubblico con orari stagionali. I biglietti di ingresso hanno un prezzo intero di  6 euro, ridotto per i bambini dai 4 ai 12 anni a 4 euro, e gratuito per i bambini sotto i 3 anni.

orridi Italia

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Lo spettacolare canyon dell’Orrido di Bellano

Canyon Rio Sass, Trentino

Nel cuore della Val di Non, il Canyon Rio Sass è visitabile dal 2001. Il percorso parte da Fondo, attraversa il canyon su passerelle e scalinate di ferro sospese sopra il fiume, per poi concludersi ai Bagni di Fondo, un antico stabilimento termale ora in disuso. La visita è guidata e presenta un dislivello di 145 metri e circa 1200 scalini, con tratti a strapiombo e punti stretti. Sono forniti caschetti di sicurezza, e la durata del percorso è di circa due ore. Lungo il cammino, si possono ammirare spettacolari pareti rocciose, grotte, cascate, fossili e una ricca vegetazione che varia dal bosco fitto a muschi e alghe che crescono sulle rocce in condizioni di scarsa luce. La bellezza selvaggia e l’emozionante esplorazione di questo luogo lo rendono un’esperienza imperdibile per gli amanti della natura e dell’avventura.

Info utili

Il punto di partenza per raggiungere il canyon è il paese di Fondo L’ingresso al Canyon Rio Sass costa 12 euro per gli adulti, 8 euro per i bambini (6-12 anni), con una tariffa famiglia di 35 euro per 2 adulti e 2 bambini. È prevista una riduzione per i gruppi di minimo 20-25 persone. L’ingresso è gratuito per i bambini sotto i 6 anni. Il percorso è adatto a tutti, ma non consigliato per i bambini sotto i 3 anni e persone con vertigini o claustrofobia. Novità: un nuovo impianto di illuminazione permette di visitare il Canyon Rio Sass anche in notturna!

Lame Rosse del Lago di Fiastra, Marche

Le Lame Rosse, conosciute anche come il Gran Canyon delle Marche, rappresentano una delle meraviglie naturali più affascinanti della regione. Situate sopra il Lago di Fiastra, nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini, queste formazioni geologiche sorprendono per la loro unicità. Pinnacoli e torri di ghiaia, compatti grazie all’argilla e ai limi che le costituiscono, emergono in un paesaggio che sembra uscito da un mondo surreale. La loro forma a picchi frastagliati, colorati di rosso dalla roccia che li compone, ricorda i paesaggi desertici che caratterizzano altre zone del pianeta, come il Gran Canyon.

Un percorso immerso nella natura

Il percorso che conduce alle Lame Rosse inizia dal Lago di Fiastra, precisamente dalla diga. Questo sentiero di 7 chilometri, con un dislivello di circa 200 metri, è adatto a tutti, anche a famiglie con bambini o escursionisti alle prime armi. Il cammino parte su una strada sterrata e, proseguendo, si inoltra in una lecceta, un’area di bosco ombreggiato che offre una piacevole frescura durante il tragitto. Il sentiero diventa sempre più suggestivo man mano che ci si avvicina alle formazioni rocciose, alternando tratti di vegetazione rigogliosa a panorami mozzafiato sul lago e, infine, al paesaggio spettacolare delle Lame Rosse. Il tempo di percorrenza per l’andata e il ritorno è di circa tre ore, con una durata effettiva di cammino di 2 ore e 20 minuti.

Per raggiungere l’inizio del sentiero, si può parcheggiare lungo la diga del Lago di Fiastra e partire a piedi da lì. In alternativa, è possibile partire dal belvedere della Ruffella, passando per la frazione di Fiegni, sempre nel Comune di Fiastra. L’accesso alle Lame Rosse è gratuito e non è previsto alcun biglietto d’ingresso. Poiché il sentiero è in parte sterrato e in parte boschivo, è consigliato indossare scarpe da trekking.

Gola di Gorropu, Sardegna

Situata nel cuore del Supramonte, la Gola di Gorropu è uno dei canyon più profondi e spettacolari d’Europa, con pareti che raggiungono i 500 metri di altezza. Questo straordinario capolavoro naturale segna il confine tra i comuni di Urzulei e Orgosolo, nella regione montuosa della Sardegna. Con una lunghezza di circa 1,5 km, la gola si restringe in alcuni punti a soli 4-5 metri di larghezza, creando uno scenario mozzafiato che lascia senza fiato i visitatori.

La Gola di Gorropu è una meta ideale per gli amanti della natura e del trekking. Offre percorsi per tutti i livelli, da quelli più facili a quelli adatti a escursionisti esperti. L’itinerario più semplice prevede una partenza dal Campo Base Gorropu, perfetta per chi non vuole affrontare lunghi tratti di cammino. Per chi ha più esperienza, il percorso integrale attraversa la gola in tutta la sua lunghezza, offrendo una visione completa del paesaggio e una sfida fisica maggiore. Per gli escursionisti più esperti, il sentiero completo offre un’immersione totale nella bellezza naturale della zona. Un’altra opzione è quella di partire dal Ponte sa Barva, in territorio di Dorgali, che consente di esplorare la gola da un’altra angolazione.

Info pratiche

La Gola di Gorropu è visitabile da metà marzo a metà novembre, quando le condizioni meteorologiche sono più favorevoli e sicure. Si sconsiglia vivamente di visitarla durante i mesi invernali, quando il rischio di frane è maggiore e le giornate più corte limitano il tempo disponibile per l’escursione. Il biglietto d’ingresso al canyon è di 6 euro per gli adulti e 4 euro per i bambini e ragazzi dai 6 ai 17 anni. Per chi desidera una visita più comoda, è disponibile un servizio di trasferimento in fuoristrada da e per il Campo Base, oltre alla possibilità di scegliere se affrontare il percorso con o senza guida.

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La Gola di Gorropu è uno dei canyon più profondi e spettacolari d’Europa

Gole del Raganello, Calabria

Nel cuore del Parco Nazionale del Pollino, le Gole del Raganello rappresentano una delle mete più apprezzate per gli appassionati di canyoning e avventure a contatto con la natura. Questo canyon, che si sviluppa per circa 17 km, è caratterizzato da pareti rocciose imponenti, cascate, piscine naturali e acque cristalline. È il luogo ideale per chi cerca un’esperienza immersiva nella bellezza selvaggia e incontaminata del territorio calabrese, ma è necessario essere accompagnati da guide esperte per garantirsi un’esplorazione in sicurezza.

Il percorso delle Gole del Raganello si snoda tra le creste rocciose della Timpa di San Lorenzo e della Timpa di Porace-Cassano, circondato da panorami mozzafiato che alternano il verde delle fitte foreste di faggio e quercia alla potenza dell’acqua che ha modellato il canyon nel corso dei millenni. La zona è una riserva naturale protetta, ricca di biodiversità, e ospita numerose specie animali e vegetali che trovano rifugio in questo ecosistema unico. Il canyon si suddivide in due parti principali: le Gole alte e le Gole basse, ciascuna con caratteristiche e difficoltà differenti.

Le Gole alte, conosciute anche come Gole di Barile, partono da Contrada Maddalena di San Lorenzo Bellizzi. In questo tratto, le pareti rocciose raggiungono un’altezza di 700 metri e il paesaggio si fa ancor più spettacolare, con strette gole che sembrano scontrarsi tra loro. L’itinerario è ideale per escursionisti esperti e appassionati di canyoning, che possono affrontare cascate, salti e tunnel naturali.  Le gole intermedie, un po’ più facili delle Gole alte ma comunque impegnative, sono percorse da chi cerca un’esperienza avventurosa ma accessibile. L’itinerario inizia dall’ex Ostello della Gioventù di Civita (ora trasformato in Sprar) e si sviluppa lungo il sentiero degli Oleandri, che costeggia il letto del fiume. Lungo il percorso, si attraversa l’imponente Timpa del Demanio e si possono ammirare le cascate e i rapidi che caratterizzano la zona. Questa parte del canyon è particolarmente emozionante, grazie alla portata d’acqua del torrente che rende l’escursione più impegnativa ma anche molto suggestiva.

Per le famiglie e i bambini, le Gole basse rappresentano la soluzione ideale. Questo tratto, che dura circa due ore, parte dal Ponte del Diavolo e risale il fiume, offrendo un’esperienza meno intensa rispetto alle altre zone del canyon. Il percorso è perfetto per i più piccoli, che potranno divertirsi a rinfrescarsi sotto la “Doccia del Diavolo”, una cascata naturale che rende l’esperienza ancora più piacevole e affascinante.

Come visitare le Gole del Raganello

Per una visita sicura e completa è fondamentale affidarsi a guide locali esperte. Le escursioni sono disponibili in diverse modalità, a seconda del livello di difficoltà. Le escursioni nel canyon sono possibili durante tutto l’anno, ma la stagione migliore va dalla primavera all’autunno, quando le condizioni meteo sono più favorevoli e il fiume non è troppo impetuoso.

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Le gole di Raganello

Gole dell’Alcantara, Sicilia

Le Gole dell’Alcantara sono celebri per le loro spettacolari pareti di basalto, modellate da antiche colate laviche. Il fiume Alcantara, che scorre tra queste formazioni geologiche, crea un paesaggio fresco e suggestivo. La formazione dell’alveo dell’Alcantara risale a circa 300.000 anni fa, ma l’attuale aspetto delle gole è il risultato delle colate laviche che si sono verificate negli ultimi 8.000 anni. L’acqua del fiume, con la sua percolazione attraverso la massa magmatica, ha favorito un raffreddamento rapido, creando fratture irregolari e formazioni geologiche uniche. Alcune di queste fratture, a volte caotiche, hanno dato origine a strutture prismatiche straordinarie, come quelle a “catasta di legna”, ad “arpa” e a “rosetta”. Le formazioni più regolari, verticali, a “canna d’organo”, possono raggiungere anche i 30 metri di altezza.

Attività e escursioni

Le Gole dell’Alcantara sono un paradiso per chi cerca avventure in acqua, soprattutto durante l’estate, quando è possibile praticare il body rafting. Questa attività consente di vivere il canyon direttamente dal letto del fiume, scivolando tra le formazioni rocciose . Per chi preferisce un’escursione più tranquilla, le Gole dell’Alcantara offrono diversi percorsi, adatti a tutti i livelli di difficoltà. Un’escursione base inizia al MOL Museum of Land, dove i visitatori possono scoprire la storia delle Gole tramite una moderna sala multimediale 4D. Successivamente, si scende grazie a un servizio di ascensori fino alla spiaggetta del fiume, da cui è possibile ammirare le Gole dal basso, un’esperienza affascinante che consente di apprezzare la bellezza selvaggia delle formazioni laviche. Il ritorno avviene sempre tramite ascensore, rendendo questo itinerario perfetto per famiglie e persone di tutte le età. Il percorso walking del Parco Botanico e Geologico Gole Alcantara, dopo la visita alla sala multimediale, prosegue lungo il sentiero naturalistico, che dura circa 45 minuti e consente di ammirare dall’alto la parte più suggestiva e intima delle Gole. Questo itinerario garantisce una vista panoramica straordinaria sulle formazioni rocciose e sull’ambiente circostante. Al termine del percorso, si scende nuovamente al fiume tramite gli ascensori, per osservare il canyon dal basso.

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Le location della serie tv Territory, la Yellowstone ambientata in Australia

Il Top End, una delle aree più iconiche del Northern Territory australiano, sarà il vero protagonista della nuova serie Netflix “Territory”, in arrivo il 24 ottobre sulla piattaforma in streaming. Questo avvincente neo-western composto da sei episodi segue un dramma familiare ambientato nel cuore dell’outback australiano, precisamente nella Marianne Station, un grande ranch per l’allevamento di bestiame.

La serie narra le complesse dinamiche della famiglia Lawson, una ricca famiglia di allevatori che, dopo la morte del patriarca, si trova a fronteggiare lotte interne per la successione. Le sfide non si limitano a problemi familiari, poiché i Lawson devono anche affrontare rivali allevatori, gangster del deserto e miliardari del settore minerario tutti alle prese con un’aspra battaglia per il controllo del più grande allevamento del mondo.

Ecco quali sono le location protagoniste della serie tv Territory, nella spettacolare e selvaggia Australia.

L’omaggio ai paesaggi del Northern Territory

Oltre alla trama intrigante, “Territory” offre allo spettatore la possibilità di scoprire gli spettacolari panorami del Northern Territory, in Australia. Attraverso la visione di questa serie, infatti, gli spettatori avranno modo di ammirare il Top End, con le sue meraviglie naturali come i parchi nazionali di Kakadu e Litchfield, nonché la vibrante capitale Darwin. La serie include anche riprese nelle Adelaide Hills e nella città di Adelaide, situate nel South Australia.

Grazie alla rappresentazione unica del paesaggio australiano, la serie tv potrebbe ispirare molti spettatori a visitare l’outback australiano, oggi una regione meno gettonata rispetto ad altre località del Paese. Il fenomeno del “set jetting”, ovvero del viaggiare verso luoghi visti in film o serie tv, è infatti in costante crescita. Uno studio condotto da Expedia ha rivelato che quasi il 30% dei viaggiatori è influenzato dalle produzioni cinematografiche nelle loro scelte di viaggio.

Viaggiatori italiani alla scoperta del Top End

“Territory” potrebbe stimolare anche i viaggiatori italiani a pianificare una visita nel Northern Territory. Questa regione offre una straordinaria varietà di esperienze, tra cui escursioni emozionanti attraverso valli e paesaggi desertici, spiagge sabbiose e città vibranti e ricche di arte e cultura. Non solo natura, ma anche un’immersione nella cultura aborigena, considerata la più antica al mondo.

Ecco alcune delle principali attrazioni che il Northern Territory ha da offrire:

Kakadu National Park

Uno dei parchi più famosi e grandi d’Australia, il Kakadu National Park è riconosciuto dall’Unesco sia per i suoi valori culturali che naturali. Questo parco vanta scogliere di arenaria, foreste monsoniche, cascate spettacolari e antiche incisioni rupestri. Ospita inoltre una straordinaria varietà di fauna, tra cui 280 specie di uccelli (un terzo di tutte le specie in Australia) e la più grande popolazione di coccodrilli marini al mondo.

Un’escursione on the road attraverso il Top End permette di scoprire piscine naturali, gole e paludi ricche di biodiversità. È l’ideale per chi vuole vivere un’avventura immersa nella natura più selvaggia.

Litchfield National Park

Situato a solo un’ora di auto dalla capitale, il Litchfield National Park è una delle mete preferite per una giornata di escursioni. Qui i visitatori possono nuotare sotto cascate spettacolari, esplorare insoliti termitai giganti e fare trekking lungo il famoso sentiero Nature’s Way.

Florence Falls, Australia

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Vista dall’alto sulle Florence Falls

Le cascate come quelle di Florence Falls e Wangi Falls rivelano ai turisti scenari incantevoli per nuotare o rilassarsi, mentre gli imponenti termitai magnetici rappresentano una delle meraviglie naturali più strane e affascinanti del parco.

Darwin

Darwin, capitale del Northern Territory, è famosa per il suo mix di cultura aborigena, influenze asiatiche e un’atmosfera moderna e rilassata. È una città giovane e dinamica, con mercati colorati come il Mindil Beach Market, crociere al tramonto e incontri ravvicinati con i coccodrilli. Nonostante il suo profilo urbano moderno, Darwin sorge sulla terra del popolo Larrakia, che ha abitato la regione per decine di migliaia di anni.

Darwin rappresenta una fusione unica di tradizione e modernità. Le influenze asiatiche, date la sua vicinanza geografica, sono evidenti soprattutto nelle esperienze culinarie e nei mercati locali. La città offre anche una vasta gamma di arte aborigena, visibile nelle gallerie e nei musei locali, nonché nella vivace street art.

Darwin, Australia

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Skyline e sguardo sulla città di Darwin

Il dietro le quinte di “Territory”: un progetto ambizioso

La produzione della serie tv Netflix “Territory” ha coinvolto anche un grande team e ha richiesto una profonda conoscenza dell’outback australiano. Il regista Greg McLean, noto per la sua esperienza nel girare in luoghi remoti, ha già lavorato nel Top End con il celebre lavoro passato Wolf Creek e la sua esperienza è stata fondamentale per catturare l’essenza selvaggia e maestosa di questa regione australiana.

Anche se la Marianne Station è un nome di pura invenzione per il plot della serie tv, le riprese sono state effettuate presso la Tipperary Station, una vera e propria stazione di allevamento di bestiame situata a circa 194 km da Darwin. Qui, oltre 200 membri del cast e della troupe hanno vissuto per quattro settimane, utilizzando le strutture esistenti per girare diverse scene chiave della serie.

Particolare attenzione è stata data anche alla rappresentazione delle terre aborigene. Le riprese in queste zone sono state realizzate in stretta collaborazione con i Traditional Owners, i custodi tradizionali delle terre, che hanno fornito il loro supporto e la loro approvazione.

La drammatica lotta di potere della serie tv vede tra i protagonisti Anna Torv (Fringe), Michael Dorman (Joe Pickett), Robert Taylor (Longmire) e Sam Corlett (Vikings: Valhalla), che interpretano i membri della famiglia Lawson, il potente clan di allevatori. Il cast include anche attori di rilievo come Jay Ryan, Sara Wiseman, Dan Wyllie, Clarence Ryan, Philippa Northeast e Jake Ryan.

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Visitare il Taman Mini Indonesia Indah: tutta l’Indonesia in un luogo solo

Lo sapevi che a Giacarta c’è un luogo che ti permette di visitare tutta l’Indonesia in una sola giornata? Ovviamente si tratta di una versione in scala e rappresentativa di questa nazione asiatica. Si tratta del Taman Mini Indonesia Indah, un parco pensato e costruito appositamente per mostrare tutte le bellezze che questo splendido paese custodisce. Quelle che troverai di seguito sono alcune indicazioni e informazioni per organizzare la tua visita al Taman Mini Indonesia Indah, chiamato dagli indonesiani stessi semplicemente TMII.

Cosa è Taman Mini Indonesia Indah

Inaugurato nel 1975, il Taman Mini Indonesia Indah è stato un progetto voluto dalla moglie del presidente di quel periodo, Ibu Tien Suharto, con l’intento di creare uno spazio che aiutasse i viaggiatori a scoprire la diversità culturale delle varie regioni dell’Indonesia, senza dover viaggiare da un’isola all’altra. Non tutti i turisti che si recano da quelle parti, infatti, hanno tempo e mezzi a sufficienza per girare per bene tutte le regioni dell’Indonesia.

Questo parco vanta una superficie di circa 150 ettari e ospita dei veri e propri padiglioni rappresentativi di tutte le 34 province indonesiane, un po’ come se fosse un Expo dedicato solo all’Indonesia stessa. Le varie aree del parco mostrano riproduzioni dettagliate delle loro architetture tradizionali, costumi, artigianato e ci sono anche spettacoli di danze tipiche.

Padiglione di Bali al Taman Mini Indonesia Indah

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Il padiglione che racconta Bali

Come raggiungere il Taman Mini Indonesia Indah

TMII si trova fuori dal centro della capitale indonesiana, a circa 20 km, nella zona di East Jakarta. Il modo più comodo e semplice per raggiungere il parco è utilizzare un taxi, mezzo decisamente molto facile da trovare in una città come Giacarta. Molti indonesiani e anche tanti viaggiatori usano alcune app conosciute a livello mondiale per ricercare un trasporto privato. Costa meno ed è anche più sicuro, visto il pagamento elettronico.

Anche i mezzi pubblici arrivano al Taman Mini Indonesia Indah, ma  va messo in conto un buon tempo per il tragitto. La città, infatti, è molto trafficata e usare l’autobus potrebbe amplificare i tempi di spostamento verso il parco.

Informazioni utili per visitare il Taman Mini Indonesia Indah

Come per molte attrazioni turistiche e culturali, è necessario programmare e organizzare per bene la propria vista al Taman Mini Indonesia Indah a Giacarta. Questo luogo, infatti, non è solo celebre tra i turisti: anche molti indonesiani stessi lo visitano incuriositi.

Il parco è aperto tutti i giorni dal mattino presto (solitamente dalle 6) fino alle 20. In alcune occasioni, il parco chiude alle 22. Questi orari così prolungati sono un toccasana per organizzare la propria visita. Il clima e la temperatura di Giacarta, infatti, sono decisamente umidi e, spesso, il caldo si fa sentire copiosamente nelle ore centrali della giornata. Avere a disposizione il mattino presto e anche le ore serali è ottimo per chi teme di soffrire e non vuole rovinarsi la visita a questa Indonesia in miniatura. Gli orari di apertura indicati si riferiscono ai cancelli del parco: alcune attrazioni potrebbero seguire orari diversi.

Per quanto riguarda i costi, il biglietto si può davvero considerare low cost perché costa intorno alle 25.000 IDR (circa 1,5 €). Tuttavia, molte attrazioni all’interno come i musei e la teleferica, richiedono un biglietto separato con costi variabili a seconda delle rappresentazioni o delle esposizioni. Le comuni carte di credito sono accettate all’interno del parco ma localmente consigliano di avere anche dei contanti: spesso, in questo contesto, vengono preferiti ai pagamenti elettronici.

La durata della visita al Taman Mini Indonesia Indah dipende, ovviamente, dall’interesse individuale ma è sempre bene contare almeno una mezza giornata all’interno del parco. Questo tempo, ovviamente, si può estendere a piacere. Vale davvero la pena prendere in considerazione questo luogo e inserirlo nel tuo itinerario di viaggio in Indonesia.

Il padiglione di West Giava al Taman Mini Indonesia Indah

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Il padiglione di West Giava

I padiglioni regionali del Taman Mini Indonesia Indah

Le varie aree delle regioni indonesiane sono la vera e propria ricchezza del TMII. Come accade in molti musei che raccontano la diversità del proprio paese, ogni padiglione replica in miniatura delle case tradizionali tipiche della propria regione d’appartenenza. Le strutture sono arricchite con dettagli culturali, arte e oggetti caratteristici. Giusto per fare un esempio, nel padiglione di Bali si possono vedere i templi tipici e le sculture sacre, mentre nel padiglione di Papua vengono esposti strumenti musicali e artigianato locale.

L’Indonesia è uno stato insulare e le isole abitate in modo permanente sono oltre 900. Con una tale ricchezza, era impossibile rappresentarle tutte in una sola Mini Indonesia ma questo parco ha davvero fatto del suo meglio in questo senso. Ognuna delle 38 province dell’Indonesia è rappresentata da qualcosa all’interno del parco. Perché non giocare a riconoscerle e nominarle tutte?

I musei tematici del Taman Mini Indonesia Indah

Oltre a padiglioni, non potevano mancare i musei. Essi non sono suddivisi per provincia, bensì per tematica. I musei sono 15 e tutti si concentrano nel raccontare la cultura indonesiana e la storia del paese che, in epoca coloniale, ha visto avvicendarsi occupazioni e dominazioni diverse. I musei che contano la maggiore affluenza e riscuoto in più grande interesse ci sono il Museo dell’Indonesia, luogo che espone arte e manufatti storici di tutto il paese e il Museo della Tecnologia, che celebra i progressi tecnologici e scientifici indonesiani.

Anche il Museo dei Trasporti è sempre tra i più visitati. Recentemente sono state aggiunte delle installazioni che utilizzano la realtà virtuale per far immergere i visitatori nell’ambiente di una data zona o epoca storica dell’Indonesia: avrai la possibilità di fare un viaggio come se avessi, a tua disposizione, il teletrasporto. Alcuni dei musei sono gratuiti mentre, come dicevamo, per altri si paga un biglietto.

Il teatro Keong Emas

Come se la realtà virtuale non fosse già quasi magica, ci penserà il teatro Keong Emas a farti compiere un vero e proprio viaggio in Indonesia senza farti muovere dalle sue poltrone. Al suo interno, infatti, troverai un cinema IMAX. Qui vengono proiettati film sulla storia, la cultura e la bellezza naturale dell’Indonesia. La struttura del teatro è iconica e il suo design unico lo rende facilmente riconoscibile. Fa decisamente venire in mente alcuni film o romanzi di fantascienza.

La teleferica del Taman Mini Indonesia Indah

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La teleferica che attraversa il parco

La teleferica del Taman Mini Indonesia Indah

La vera superstar del Taman Mini Indonesia Indah di Giacarta è la teleferica, attrazione per la quale vanno matti soprattutto gli indonesiani stessi. La teleferica offre la possibilità di attraversare l’intera area e ammirare il parco dall’alto. Solo da questa prospettiva si può notare l’architettura di alcune zone del Taman Mini Indonesia Indah.

I giardini del Taman Mini Indonesia Indah

L’Indonesia è una nazione in cui la natura è rigogliosa e regna sovrana in una grande parte del paese. Poteva mancare in una mini Indonesia un qualcosa dove il verde e i fiori trionfassero? Ovviamente no. Una buona parte della visita al  Taman Mini Indonesia Indah può essere fatta ammirando gli splendidi giardini tematici. Troverai gli ambienti di molti luoghi conosciuti e splendidi, come il Parco Nazionale di Komodo, giusto per citarne uno.

Anch’essi sono studiati e suddivisi per mostrare tutto il meglio che la natura indonesiana sa offrire ai viaggiatori. Ogni giardino è curato nei minimi dettagli e non mancano, ovviamente, le descrizioni di tutta la flora presente. Dove c’è del verde, però, ci sono anche gli animali e i giardini del TMII sono casa per molte specie. Tieni gli occhi aperti e avrai la possibilità di avvistare molte creature interessanti.

Danze tipiche indonesiane

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Uno spettacolo di danze tipiche indonesiane

Gli eventi e le attività culturali del Taman Mini Indonesia Indah

Il Taman Mini Indonesia Indah non è un parco di divertimenti né tantomeno un luogo ricreativo, benché si trascorra davvero del tempo piacevole al suo interno. L’intento della sua creatrice era di dare un luogo univoco dal quale godere della bellezza e della cultura dell’Indonesia al completo.

Per questo motivo, non è raro che nei giorni di apertura del parco ci siamo molti eventi culturali di ogni genere. I più frequenti sono gli spettacoli di danze tipiche indonesiane, un qualcosa alla quale vale la pena di assistere durante la tua visita al Taman Mini Indonesia Indah.

Curiosità sul Taman Mini Indonesia Indah

L’Indonesia è un paese, attualmente, a maggioranza musulmana ma accoglie credenti di ogni fede. La religione è un elemento molto importante per questa nazione asiatica e trova spazio, soprattutto per la preghiera, anche al Taman Mini Indonesia Indah. All’interno del parco, infatti, ci sono luoghi di culto consacrati e riconosciuti per la fede musulmana, cristiana (sia cattolica che protestante), induista, buddista e anche per chi professa il Confucianesimo.

Pensando a un parco come il TMII, viene subito in mente di esplorarlo camminando. Questa, ovviamente, è l’attività maggiormente scelta sia dai turisti che dai locali ma, all’interno di questa mini Indonesia, si può fare anche altro. È ammesso, infatti, correre e praticare jogging, oltre che utilizzare la propria bicicletta. Il parco tende a voler stimolare e sostenere anche uno stile di vita attivo nonché promuove una cultura della sostenibilità e del rispetto per la natura.

Una parte del parco, infine, è disponibile per essere affittata per eventi: sono in molti che scelgono il Taman Mini Indonesia Indah come location per i festeggiamenti del proprio matrimonio o, se non altro, per le foto.

Mangiare e bere al Taman Mini Indonesia Indah

Un parco così grande e così importante dal punto di vista culturale non può non prevedere che almeno una parte del viaggio alla scoperta dell’Indonesia passi attraverso i gusti e sapori di questa nazione asiatica. Le aree di ristoro sono sparse per tutta l’area del TMII e i ristoranti presenti in loco presentano una grande diversità di proposte gastronomiche, proprio per far conoscere l’Indonesia anche a tavola.

Al di là di questo, il parco vanta moltissime aree picnic ed è concesso portare con sé il proprio cibo da fuori.