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Castello di Nymphenburg, bellezza ed eleganza a Monaco di Baviera

Città turistica molto conosciuta per l’Oktoberfest, la più importante festa della birra a livello mondiale, Monaco di Baviera cela in realtà ben di più: il suo centro storico è ricco di attrazioni e splendide architetture tutte da scoprire, e a non molta distanza c’è un vero e proprio gioiello che merita assolutamente una visita. Si tratta del Castello di Nymphenburg, antica residenza reale in stile barocco che ospita un parco meraviglioso e, tra le sue mura, alcune preziosissime collezioni. Ecco cosa vedere.

Castello di Nymphenburg, dove si trova

Considerato una delle principali attrazioni turistiche della città di Monaco di Baviera, il Castello di Nymphenburg è senza dubbio una delle residenze nobiliari più affascinanti di tutta la Germania – che di certo non scarseggia in fatto di antichi manieri. Il castello si trova a poca distanza dal centro, immerso tuttavia in un paesaggio idilliaco formato dal suo grandissimo parco e dai due laghi che lo caratterizzano. Per raggiungerlo, si può comodamente prendere il tram 17 che passa proprio per il cuore di Monaco di Baviera, approfittandone così per ammirare qualche scorcio incantevole della città.

La storia del Castello di Nymphenburg

Progettato dall’architetto italiano Agostino Barelli su commissione di Ferdinando Maria di Baviera e sua moglie Enrichetta Adelaide di Savoia, il Castello di Nymphenburg venne costruito nel corso della seconda metà del ‘600, in perfetto stile barocco. Solo pochi decenni dopo, vennero iniziati lunghi lavori di ampliamento del palazzo, diventato la principale residenza estiva della famiglia reale di Baviera. Continuamente rimaneggiato nel corso dei secoli, il castello mantenne sempre il suo aspetto austero e magnificente.

Divenne anche parte di uno degli avvenimenti storici più importanti dell’epoca: nel luglio 1741, Carlo Alberto di Baviera vi stipulò il trattato di Nymphenburg con il quale si alleò al fianco della Francia e della Spagna, nel tentativo di ottenere il trono del Sacro Romano Impero e parte dei territori austriaci. Come residenza reale estiva, qui vi passarono molti regnanti tedeschi e tantissimi personaggi illustri, di volta in volta ospiti della famiglia di Baviera. Sebbene oggi il Castello di Nymphenburg sia di proprietà statale, vi trovano sede l’abitazione e la cancelleria di Francesco duca di Baviera, del casato dei Wittelsbach.

Il parco e i musei del Castello di Nymphenburg

Il Castello di Nymphenburg è cinto da un meraviglioso parco di ben 200 ettari, nato come giardino all’italiana: in seguito venne risistemato in stile francese, come appare – in gran parte – ancora oggi. Caratteristici sono i dettagli barocchi che si incontrano tra i vialetti e le aiuole ben curate del parco. Spiccano, ad esempio, due splendidi padiglioni e un antico casino di caccia, che custodisce una sala degli specchi e un canile. Inoltre, i giardini sono divisi in due da un lungo canale (al termine del quale ci sono statue di divinità greche), il quale a sua volta si affaccia su due laghetti.

Il palazzo, invece, è un capolavoro d’architettura barocca che racchiude sale di grande fascino, come il salone di ricevimento e gli appartamenti del principe e di sua moglie. Gran parte di esse sono ancora arredate con pezzi originali e decorate in stile barocco o rococò. All’interno del Castello di Nymphenburg si possono visitare alcune sale che ospitano importanti collezioni museali: una di queste è la Galleria delle Bellezze, voluta dal re Ludovico I. Il museo di carrozze antiche è invece visitabile nelle scuderie di corte, al primo piano delle quali si trova poi delle meravigliose porcellane di Nymphenburg.

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Cosa vedere in Tasmania: le tappe imperdibili

L’Isola ai confini del mondo. Così viene chiamata spesso la Tasmania, un’isola dalla bellezza disarmante che si trova a largo della costa sud-orientale dell’Australia. Così piccola nelle dimensioni ma così immensamente grande nelle cose da offrire; il fascino di quest’isola risiede nella bellezza dei suoi parchi naturali, riserve protette, spiagge incontaminate e foreste pluviali, ma anche nella sua vivace capitale e nei suoi altri centri urbani. L’identità culturale dell’isola è affascinante e ricca di cose da raccontare: dalla convivenza tra tradizioni aborigene ed eredità coloniali, alla scena artistica contemporanea, passando per i pittoreschi villaggi poco abitati e per la briosità di Hobart, la sua capitale. Insomma, la Tasmania è una terra magica da scoprire in tutte le sue sfaccettature ma ha così tanto da offrire che organizzare l’itinerario potrebbe essere complicato. Ecco, quindi, alcuni consigli su cosa vedere in Tasmania e, nello specifico, le migliori attrazioni e luoghi interesse che meritano il viaggio.

Tasmania: il lato storico e culturale

Come avrai intuito, la Tasmania è celebre per le sue meraviglie naturali. Tuttavia, i suoi tesori culturali non sono da meno. Ecco due luoghi da appuntarsi assolutamente per un itinerario dell’isola ai confini del mondo perfettamente organizzato.

A spasso per Hobart, la capitale della Tasmania

Se hai deciso di esplorare la Tasmania, è fondamentale un passaggio nella sua capitale: Hobart. Situata sulle sponde del Derwent, Hobart possiede tutte le caratteristiche di una città portuale la cui storia risale agli inizi del XIX secolo. Con una fisionomia urbana che mescola l’architettura georgiana e post-industriale – con edifici storici che raccontano radici marittime e manifatturiere – Hobart è molto più di una semplice porta che permette di accedere alle meraviglie dell’isola, ma un piccolo ecosistema dove tradizione e avanguardismo convivono influenzandosi continuamente in una costante evoluzione. Tra le cose da vedere assolutamente nella capitale della Tasmania troviamo:

  • MONA (Museum of Old and New Art), un museo d’arte contemporanea che sfida le convenzioni e attira visitatori da tutto il mondo.
  • Il Salamanca Market, un mercato che riflette l’anima culinaria e artistica della Tasmania. Prodotti agricoli, abiti e libri second-hand, antiquariato e chi più ne ha più ne metta!
  • Il Museo Marinaro della Tasmania, un piccolo scrigno che racchiude la storia e la cultura dell’isola. In questo luogo sono conservati antichi strumenti di navigazione e testimonianze storiche sugli indigeni e sui coloni europei che plasmarono l’isola.​​
  • Il Giardino Botanico Reale della Tasmania: costruito nel 1818, i suoi 14 ettari sono punteggiati da numerose specie botaniche molte delle quali risalgono a ben prima del diciannovesimo secolo.

Port Arthur

Tra le cose da vedere in Tasmania c’è, senza ombra di dubbio, Port Arthur: una delle principali attrazioni dell’isola. Questa ex-colonia penale fondata nel 1830 dall’Impero Britannico è stato uno dei carceri più severi di tutto l’Impero. Qui vennero incarcerati alcuni dei più temibili criminali dell’epoca. Oggi è possibile visitare il sito nella sua totalità passando per la temutissima prigione (costruita per punire i detenuti tramite l’isolamento assoluto e la deprivazione sensoriale), gli edifici amministrativi e la chiesa. In contrasto con la lugubre storia di questo luogo c’è ciò che lo circonda: uno scenario naturale di estrema bellezza. Non dimentichiamoci che Port Arthur è Patrimonio dell’Umanità UNESCO.

Cosa vedere in Tasmania per chi cerca il contatto con la natura

Dai parchi nazionali alle splendide spiagge, dalle zone montuose ai campi di lavanda. Per quanto la Tasmania abbia delle dimensioni ridotte è davvero in grado di offrire una vastissima gamma di cose da vedere e da fare per tutti i gusti e le attitudini di viaggio. Di seguito trovi la nostra selezione per quanto riguarda le principali attrazioni di carattere naturale da non perdere.

3 parchi nazionali in Tasmania da esplorare

Camminare, andare in bici, fare birdwatching o semplicemente ritrovare il contatto con la natura. I parchi nazionali della Tasmania sono un sogno per chi ama i viaggi ad alto tasso di attività outdoor. Ne abbiamo selezionati tre:

  • Parco Nazionale di Southwest: se ami la natura selvaggia e incontaminata e sei un esploratore esperto, allora questo parco fa per te. Inserito tra le aree più remote della Tasmania, il Parco Nazionale di Southwest fa parte del più vasto Tasmanian Wilderness World Heritage Area. Oltre 6000 chilometri quadrati di paesaggi che variano dalle montagne frastagliate a foreste impenetrabili, da valli profonde a laghi mozzafiato come il Lago Pedder e il Picco di Federation. Questo è il luogo ideale se vuoi prendere le distanze dalla civiltà e ritrovare te stesso nella natura.
  • Freycinet National Park: sulla costa est della Tasmania si trova questa perla di una sconfinata bellezza. Un susseguirsi di spiagge incontaminate e di foreste di eucalipto che regalano viste incredibili sull’Oceano Pacifico. Tra i punti di interesse in questo parco ci sono la famosissima Wineglass Bay e il Monte Amos. Se sei fortunato, in quest’area è possibile avvistare molte specie selvatiche come wallaby, delfini e, a volte, balene.
  • Abel Tasman: spostandoci a nord della Tasmania, invece, troviamo un’altra splendida area protetta caratterizzata da spiagge dorate e foreste rigogliose di felci e faggi. Gli amanti del trekking possono cimentarsi nel l’Abel Tasman Coast Track, un percorso che si snoda tra baie nascoste e promontori rocciosi. Anche qui è possibile avvistare molti esemplari di fauna selvatica come foche, pinguini e uccelli di mare.

Per gli amanti dei trekking: due monti da esplorare in Tasmania

Le zone montuose della Tasmania godono del primato di zone più affascinanti e selvagge dell’intera Australia e sono caratterizzate da paesaggi sublimi capaci di incantare e spaventare nello stesso istante. L’altitudine delle catene montuose della Tasmania è relativamente bassa, tuttavia è importante non sottovalutarne la pericolosità poiché le condizioni climatiche possono cambiare rapidamente e manifestarsi fenomeni meteorologici estremi. Se sei un amante dei trekking in montagna allora non puoi non esplorare questi due monti:

Monte Cradle: icona naturale della Tasmania

Protagonista indiscusso di tutte le fotografie di chi visita la Tasmania, il Monte Cradle (che si trova nel Parco Nazionale di Cradle Mountain-Lake St Clair), è una vera e propria icona. Destinazione imperdibile per gli appassionati di trekking, è proprio qui che si snoda il famoso Overland Track, un percorso di circa 65 chilometri da affrontare zaino in spalla e con una buona dose di spirito d’avventura. Il percorso attraversa panorami mozzafiato che spaziano da splendidi laghi a foreste lussureggianti. Il periodo migliore per intraprenderlo è l’estate, mentre l’inverno è appannaggio degli escursionisti più esperti.

Monte Wellington: il trono sulla città di Hobart

Un altro monte da segnalare per tutti gli appassionati di escursioni ad alta quota è il Monte Wellington, una montagna a sud-est della Tasmania e a pochi chilometri dalla capitale Hobart. Alta circa 1200 metri, regala splendide viste panoramiche sulla città e sul fiume Derwent. Anche qui ci sono sentieri che si differenziano per livelli di difficoltà. Una volta raggiunta la cima è possibile accedere a un belvedere che regala vedute mozzafiato e rappresenta il legame ancestrale della città di Hobart con la natura incontaminata che la circonda.

Spiagge imperdibili da vedere in Tasmania

Per tutti quelli che, quando viaggiano in luoghi lambiti dalle acque salate, sentono il forte richiamo del mare e dell’Oceano, la Tasmania rappresenta un vero e proprio Eden terrestre. Dalle spiagge circondate da scogliere rosa a quelle più selvagge e ispide, passando per quelle con chilometri di sabbia bianca e finissima… chiunque voglia trovare un po’ di pace osservando l’orizzonte avrà l’imbarazzo della scelta. Abbiamo raccolto le migliori spiagge e baie protette da vedere assolutamente durante il tuo viaggio in Tasmania.

  • Wineglass Bay: uno dei luoghi più desiderati della Tasmania, raggiungibile solo attraverso un trekking. Wineglass Bay si trova all’interno della riserva naturale del Freycinet National Park, incastonata in una meravigliosa cornice rocciosa di granito rosa. Con la sua sabbia bianchissima e le sue acque turchesi è davvero una destinazione ad alto impatto emozionale dove è possibile godere di una pace dei sensi senza eguali.
  • Baia dei Fuochi: una seconda lingua di terra da esplorare in lungo e in largo è, sicuramente, la Baia dei Fuochi, considerata una delle meraviglie naturali più sorprendenti al mondo. Punteggiata da spiagge di straordinaria bellezza merita assolutamente una visita.
  • Isola di Bruny: ultima ma non ultima, Bruny Island. Un’isola formata da due isole unite da un istmo sabbioso di circa 5 chilometri. Questo è un luogo ideale per chi vuole avvistare la fauna selvatica; gli incontri con pinguini, echidne e berte codacorta sono, infatti, molto frequenti. Mentre a nord dell’isola si concentrano le varie spiagge, a sud si trova il South Bruny National Park, una riserva con diversi percorsi escursionistici per tutti gli amanti delle passeggiate in mezzo alla natura. L’isola è raggiungibile prendendo un traghetto da Kettering. 

Bonus Track: il paradiso della Lavanda per gli amanti dei fiori

Campo di lavanda in Tasmania

Fonte: iStock

Una distesa di lavanda mozzafiato in Tasmania

Se è vero che quando pensiamo ai campi di lavanda la prima cosa che ci viene in mente è la Provenza, è anche vero che la Tasmania non ha niente da invidiare alle campagne francesi quando si tratta di lasciare a bocca aperta tutti gli amanti di questa profumatissima pianta officinale. Se sei tra questi, allora tra le cose da vedere in Tasmania devi aggiungere una visita ai campi di lavanda. Ce ne sono due enormi in Tasmania:

  • Il Bridestowe Lavender Estate: una delle piantagioni più grandi al mondo, è stata fondata nel 1920. Visitarla nel periodo di fioritura estiva significa scontrarsi con uno scenario degno dei migliori quadri impressionisti, con i fiori di lavanda che si rincorrono a perdita d’occhio per oltre 260 acri. In questa riserva è possibile acquistare prodotti a base di lavanda come prodotti cosmetici, profumi e chi più ne ha più ne metta.
  • Il Port Arthur Lavender Farm Tasmania: situata nelle vicinanze di Port Arthur, si affaccia placida sulla baia offrendo un ambiente che regala subito pace e tranquillità. Anche qui è possibile acquistare prodotti artigianali a base di lavanda. Inoltre, nel ristorante con vista che si trova in questa piantagione, è possibile gustare un pasto creativo con abbinamenti che prevedono le lavanda come ingrediente speciale.

Viaggio in Tasmania: quanti giorni dedicarle

Non c’è mai una regola precisa per stabilire quanti giorni servono per visitare un determinato luogo, molto dipende anche dai ritmi che ognuno di noi vuole adottare in viaggio. In linea di massima, per visitare la Tasmania e godere di un’esperienza completa si consiglia di dedicare circa 10 giorni di viaggio, che si possono ridurre a 6 nel momento in cui si è disposti a rinunciare a qualche tappa e concentrarsi sui luoghi di interesse principali.

Per raccontare tutte le meraviglie che la Tasmania ha da offrire, si potrebbe facilmente scrivere un libro intero. Quelle che abbiamo raccolto in questa guida sono solo alcune delle tappe davvero imperdibili da inserire nel proprio itinerario di viaggio, per lasciarsi coinvolgere e stupire da una terra di rara bellezza e unica al mondo. L’isola nasconde, in ogni singolo angolo, qualcosa di sorprendente regalando la sensazione di trovarsi in un luogo dalle atmosfere magiche, dove la natura è capace di manifestarsi in mille forme diverse ma, soprattutto, nella sua forma più pura e incontaminata. Dalle spiagge di sabbia bianca e acque cristalline come Wineglass Bay o la Baia dei Fuochi, alle sue zone montuose come Cradle Mountain, passando per le sue suggestive distese di campi di lavanda che possono essere tranquillamente uscite da un dipinto di Renoir o di Monet, la Tasmania è uno quei viaggi da fare almeno una volta nella vita. Un vero e proprio paradiso per chi cerca avventure ma anche tranquillità e bellezza e che lascia segni indelebili nel cuore di chi lo visita. Che tu sia un amante del trekking, un beach lover o, semplicemente, alla ricerca di una fuga dalla vita frenetica, la Tasmania potrebbe essere il tuo nuovo posto del cuore, basta solo concederle la possibilità di sorprenderti.

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Giornata del Panorama: i luoghi del FAI aperti domenica 8 settembre

Domenica 8 settembre torna l’undicesima edizione della Giornata del Panorama dedicata ai migliori paesaggi italiani, ossia 14 beni tutelati dal FAI (Fondo per l’Ambiente Italiano) più l’Oasi Zegna. Da nord a sud, questa è l’occasione perfetta per osservare, conoscere ed esplorare luoghi di grande fascino sia storico che culturale: ville, castelli, abbazie millenarie, oltre che splendidi parchi e giardini. Perché visitarli proprio questo weekend? Perché per tutta la giornata di domenica verranno proposte tante attività per aiutarvi a conoscerli, come visite guidate, trekking al tramonto e passeggiate naturalistiche.

Questo grande progetto di valorizzazione ambientale e sociale voluto da Ermenegildo Zegna e patrocinato dal FAI nasce nel 2014 per promuovere e diffondere la conoscenza dei multiformi panorami italiani. Dal Castello di Avio in Trentino al Bosco di San Francesco in Umbria, fino alle Saline Conti Vecchi in Sardegna, scopriamo insieme cosa riserva il programma di quest’anno e quali sono i luoghi protagonisti.

Le iniziative organizzate in tutta Italia

Durante la giornata di domenica potrete partecipare a diverse attività ricreative e culturali accompagnati da guide ambientali specializzate: saranno loro a raccontarvi le storie che rendono ancora più speciali questi paesaggi. L’obiettivo è offrirvi una vera e propria esperienza immersiva in quattordici affascinanti luoghi dalle peculiarità uniche, che potranno essere osservati “da lontano” ma anche scoperti “da vicino” seguendo, se lo si vorrà, gli itinerari guidati o suggeriti per i principali luoghi di interesse di ciascun territorio.

Nord Italia

Cominciamo a scoprire le iniziative partendo dal nord Italia. In Trentino Alto Adige, il Castello di Avio a Sabbionara di Avio vi accoglierà con visite guidate, passeggiate nei dintorni del castello per ammirare la fortezza da un punto di osservazione inedito e con una divertente caccia al tesoro perfetta per le famiglie con bambini. In Piemonte, invece, guide escursionistiche esperte vi accompagneranno alla scoperta del Castello e Parco di Masino a Caravino (TO) con una passeggiata panoramica all’interno del giardino storico. Le famiglie e i ragazzi potranno partecipare anche a un laboratorio per la realizzazione di un piccolo libro con disegni, collage e ricordi raccolti in questa giornata.

Sempre incastonata tra le montagne eporediesi è Villa Flecchia a Magnano (BI), dove si propone un pomeriggio dedicato all’osservazione dei panorami del Canavese. Domenica 8 settembre sarà possibile scegliere tra una visita guidata alle collezioni pittoriche e una visita seguita da una lezione teorica e pratica di acquerello dal vero, per realizzare la propria veduta da portare con sé in ricordo dell’esperienza vissuta (la prenotazione è obbligatoria).

Spostiamoci sulla fortezza medievale del Castello della Manta a Manta (CN) dove potrete dedicare l’intera giornata all’osservazione consapevole del panorama circostante o partecipando a percorsi di trekking nei dintorni del maniero. Luogo d’elezione di questa giornata è l’Oasi Zegna a Trivero Valdilana (BI) dove, oltre alle mostre “From sheep to shop” e “Atmosferica. Stagioni e temperamenti” allestite in Casa Zegna, sarà possibile visitare, guidati dai volontari del FAI, il giardino del fondatore Ermenegildo Zegna. Non mancano esibizioni dal vivo come l’orchestra d’archi che si cimenterà in uno dei capolavori di Verdi.

Palazzo Moroni a Bergamo proporrà una passeggiata nel verde in compagnia di un esperto ambientale, mentre Villa dei Vescovi a Luvigliano di Torreglia (PD) aprirà le porte della prima tra le ville venete. In Liguria, infine, sarà l’Abbazia di San Fruttuoso a Camogli (GE) ad aprire le sue porte per una giornata alla scoperta dell’evoluzione storica del complesso abbaziale, del borgo e del suo paesaggio.

Oasi Zegna

Fonte: Ufficio Stampa

Lo splendido paesaggio offerto da Oasi Zegna

Centro Italia

Passiamo alle iniziative organizzate dalla Giornata del Panorama nel Centro Italia partendo dall’Orto sul Colle dell’Infinito a Recanati (MC), che accoglierà i visitatori per una visita guidata, e dal Bosco di San Francesco ad Assisi (PG), che propone un viaggio tra simboli, arte e natura lungo un percorso che unisce arte, paesaggio e spiritualità. Il tutto insieme alla guida medievista Monica Lupparelli, la quale condurrà i visitatori in un cammino che attraversa il bosco. Spostiamoci nel Lazio, dove al Parco Villa Gregoriana a Tivoli (RM) verrà svelata la storia di questo luogo unico e incontaminato grazie a un racconto a tre insieme a una storica dell’arte, una biologa e un giardiniere.

Sud Italia e Isole

Infine, arriviamo al programma dedicato ai paesaggi del Sud Italia partendo dalla Baia di Ieranto a Massa Lubrense (NA), la quale propone trekking guidati sui sentieri della Baia, di Monte San Costanzo e del territorio di Massa Lubrense, oltre che esplorazioni marine nell’Area Marina Protetta “Punta Campanella”. La camminata terminerà con un tuffo nei meravigliosi colori del mare della Baia, per un’immersione in kayak o con maschera e pinne. Inoltre, si potrà partecipare a un trekking sul sentiero delle Sirenuse e alle due visite speciali nel paesaggio rurale di Ieranto.

Nelle Isole, sarà il Giardino della Kolymbethra nel Parco Naturale della Valle dei Templi (AG) a celebrare questa giornata con un laboratorio di acquerelli per grandi e bambini. In Sardegna, infine, i luoghi protagonisti saranno le Saline Conti Vecchi ad Assemini (CA), che accoglieranno i visitatori per un tour in trenino tra le vasche salanti allungando il percorso consueto per permettere a fotografi e appassionati di riprendere angoli meno noti della Laguna di Santa Gilla, e la Batteria Talmone a Palau (SS). Quest’ultima proporrà una serie di attività dedicate alle famiglie e adatta anche ai più piccoli per scoprire la flora e la fauna tipiche della macchia mediterranea e gli angoli nascosti della ex zona militare.

Giardino della Kolymbethra in Sicilia

Fonte: Ufficio Stampa

Giardino della Kolymbethra ad Agrigento
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Marche: le più belle piscine naturali del fiume Bosso

Piccoli canyon, forre, cascate, scivoli calcarei e piscine naturali: il fiume Bosso offre tutta la gamma completa del divertimento per gli amanti dell’acqua dolce. E sono in tanti che in questa parte interna delle Marche, al cospetto dell’Appennino umbro-marchigiano, preferiscono il fiume al mare, un turismo quotidiano e di prossimità rispetto alle gettonate coste adriatiche della regione.

Il Bosso nasce in località Pianello dalla confluenza di tre piccoli corsi d’acqua, i torrenti Certano, Giordano e Fiumicello. Costeggia poi l’abitato di Secchiano e si dirige verso Cagli, la cittadina più importante bagnata dalle sue acque, dove riceve il tributo del fiume Burano per poi gettarsi nel Candigliano e, ulteriormente, nel Metauro.

L’area tra Pianello e Cagli è una zona davvero ricca di spiagge d’acqua dolce e piscine naturali per tutti i gusti. Immersi nella splendida cornice rurale marchigiana, con le vette appenniniche a fare da contorno al paesaggio, è un vero piacere esplorare i tredici chilometri che collegano la frazione al suo capoluogo, percorrendo le sponde del fiume e scoprendone ogni angolo vocato al wild swimming. 

Bosso: le spiagge fluviali di San Nicolò

Fiume Bosso Marche Piscine naturali

Fonte: Lorenzo Calamai

Le belle piscine naturali tra Secchiano e Pianello

All’incirca a metà strada tra Cagli e Pianello, poco più a monte del fiume rispetto al ponte pedonale che rappresenta il punto di partenza del Sentiero delle Ammoniti, il Bosso offre una zona fantastica per una giornata in riva al fiume.

Grandi massi piatti, qualche spiaggia in terra battuta, piscine naturali di diverse profondità e un po’ di bosco ai margini per ripararsi dal sole battente nelle ore più calde: un contesto a dir poco perfetto per una destinazione adatta a tutta la famiglia.

Le acque del Bosso sono splendide: passano dalla trasparenza più totale nei tratti dove c’è poca profondità a delle tonalità intense di blu, quasi elettriche, lasciando però vedere sempre chiaramente il fondale, sintomo della loro purezza.

Fiume Bosso Marche Piscine naturali

Fonte: Lorenzo Calamai

Relax a bordo fiume

Un’indicazione della qualità dell’acqua è la presenza occasionale di qualche granchio di fiume, una creatura rara che abita solamente i corsi più incontaminati.

Bosso: la cascata del mulino di Secchiano

Percorrendo la Strada provinciale 29 che corre lungo il corso del Bosso, in direzione di Cagli, si supera l’abitato di Secchiano e, su una curva verso sinistra, si individuano alcune case, ristrutturate là dove c’era un antico mulino che funzionava grazie all’energia fluviale.

Dietro gli edifici una bella cascata dal fronte ampio mette allegria solo a starci vicino. Ci si può sistemare sia in qualche radura poco a monte, seguendo le tracce che si aprono lungo il sentiero, che nella spiaggetta di sassi a valle, ombreggiata da alcuni alberi.

Fiume Bosso Marche Piscine naturali

Fonte: Lorenzo Calamai

La cascata del mulino di Secchiano

Da sopra la cascata ci si tuffa senza problemi nella polla sottostante, profonda abbastanza da non farsi male. L’acqua fresca è un vero toccasana contro la calura e tanti bambini e bambine del luogo imparano qui a tuffarsi senza paura né pericoli.

Bosso: il canyon di Secchiano

Poco più a valle rispetto alla succitata cascata, il fiume Bosso vede le pareti rocciose attorno al suo letto alzarsi: il suo corso si chiude in un canyon tutto da nuotare e da esplorare.

Alla prima parte del canyon si accede da un sentiero breve ma impervio, è necessario utilizzare la corda legata agli alberi che coprono il sentiero e calarsi con attenzione lungo la traccia battuta per arrivare sulle rocce nel letto del fiume.

Fiume Bosso Marche Piscine naturali

Fonte: Lorenzo Calamai

Esplorare il canyon a nuoto

Qui ci si può sistemare comodamente in una delle tante nicchie sulla riva, tante piccole alcove nella roccia dove sistemarsi. Tutt’intorno piscine naturali di diverse profondità e trampolini di pietra dai quali tuffarsi.

Dopo questa prima ansa in cui il letto del fiume si restringe di molto, il Bosso torna ad aprirsi in un lungo rettilineo e poi a inforrarsi nuovamente in una seconda parte del canyon. A questo tratto si può accedere da un agile sentiero che si trova qualche centinaio di metri più avanti rispetto al precedente accesso, in direzione Cagli.

Sceso in pochi minuti il sentiero che porta al canyon si trovano a monte alcuni laghetti di acqua bassa che vengono utilizzati per far divertire i bambini piccoli. A valle, invece, le pareti rocciose sui lati del corso d’acqua si alzano sempre di più. La gente si sistema su una sponda e sull’altra, beneficiando dell’ombra degli alberi in cima a questa sorta di scogliere in sinistra orografica.

Scendendo sul letto del fiume, si può iniziare a percorrere il canyon. Si attraversa prima un grazioso laghetto di forma perfettamente circolare, poi una piscina naturale piuttosto profonda dove nuotare per qualche metro è tassativo. Esplorare il canyon nuotando nei punti più profondi, camminando in quelli più bassi e uscendo occasionalmente dall’acqua in occasione delle piccole spiaggette che si incontrano è una esperienza da non perdere.

Bosso: l’ansa rocciosa di Cagli

Fiume Bosso Marche Piscine naturali

Fonte: Lorenzo Calamai

L’ansa del Bosso nei pressi di Cagli

Poco distante dall’inizio dell’abitato di Cagli, il fiume Bosso compie un’ansa in corrispondenza di un promontorio roccioso. Da un lato e dall’altro di questo, due ampie spiagge sono molto gettonate dagli abitanti del luogo.

Nel laghetto che si è formato a monte del promontorio sguazzano allegri i più giovani, mentre consessi familiari articolano lunghe conversazioni con l’acqua alla vita, coadiuvando refrigerio e convivialità. Scendendo a valle, oltre l’ansa attorno alla conformazione rocciosa, l’acqua si fa più profonda: una grande piscina di acqua azzurra fa bella mostra di sé.

I due lati del promontorio sono collegati da un tratto molto stretto del fiume, dove l’acqua è profonda: è divertente percorrere l’ansa a nuoto, per andare da una parte all’altra di questo bel luogo.

Bosso: i Tre pozzi di Cagli

Li chiamano i Tre pozzi. Sono una serie molto ravvicinata di piscine naturali alle porte di Cagli, la spiaggia per eccellenza della gioventù cagliese.

Come indica evidentemente il nome, questo tratto del fiume Bosso è caratterizzato dal susseguirsi di tre piscine naturali. Quella più a monte è figlia di una bella e poderosa cascata intorno alla quale è possibile sistemarsi sui massi.

Bosso Tre Pozzi

Fonte: Lorenzo Calamai

Godersi l’estate sulle rive d’acqua dolce del fiume Bosso, nel cuore delle Marche

Dopodiché il fiume si incanala in una breve forra, circondato di pinnacoli rocciosi torniti dallo scorrere millenario delle acque. Qui, con un po’ di prudenza, ci si può produrre in adrenalinici tuffi da discrete altezze.

Infine, dopo un laghetto con l’acqua bassa dove i ragazzi del luogo hanno sistemato un tavolino da picnic per godersi la giornata con i piedi a bagno, l’acqua torna ad essere profonda di nuovo dirigendosi verso Cagli.

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Rocca di Manerba: panorami e spiagge selvagge sul Lago di Garda

È il più grande lago italiano, e pertanto non poteva mancargli un lato wild: il Lago di Garda regala una zona di natura incontaminata, grandi panorami e l’eredità di un passato importante nella Riserva della Rocca di Manerba, un ampio parco naturalistico e archeologico sulle rive dello specchio d’acqua più noto del Belpaese.

Una zona del lago abitata fin dalla preistoria, che regala al visitatore la possibilità di conoscere le vestigia di questo passato remoto, che offre escursioni e passeggiate in una flora rigogliosa e inaspettata per queste latitudini, tra le quali spicca la salita all’antica fortezza seduta su uno sperone di roccia che domina tutta l’area circostante e dalla quale si gode di uno dei panorami più spettacolari sul lago e sulle sue isole.

Il parco si trova sul lato lombardo del bacino, nel comune di Manerba del Garda, abitato suddiviso nelle sette frazioni di Solarolo, Montinelle, Balbiana, Pieve, Trevisago, Campagnola e Gardoncino. Da Montinelle si può arrivare in auto fino al Museo Civico Archeologico della Valtenesi, da cui poi parte la breve salita fino alla Rocca e si può accedere a tutti i sentieri del Parco.

Storia e cultura: la Rocca di Manerba e il Museo Archeologico

Lago di Garda Rocca Manerba

Fonte: Guido Adler via Wikimedia Commons con licenza CC-BY SA 3.0

La Rocca di Manerba, l’Isola di San Biagio e lo Scoglio dell’Altare

Il Museo Civico Archeologico della Valtenesi, che è anche centro di accoglienza e di prima informazione per i visitatori della Riserva della Rocca di Manerba, sono presenti i resti degli insediamenti preistorici di cui sono state trovate tracce nella zona del fortilizio.

Se infatti la leggenda narra che il nome di Manerba derivi dalla fondazione in omaggio alla dea romana Minerva, le origini di un insediamento sono ben precedenti. Questa zona costiera del lago fu abitata fin dal tardo Neolitico, con le prime tracce che si fanno risalire a una datazione intorno al 4000 a.C.

Prima di entrare all’interno dei domini romani qualche millennio più tardi, l’area di Manerba fu occupata dalla popolazione dei Galli cenomani, una delle popolazioni di ceppo celtico presenti in Italia settentrionale. Secondo alcuni studiosi si dovrebbe a loro, piuttosto che a Minerva, il toponimo della zona: Manerba deriverebbe dalle parole mon ed erb, la cui unione starebbe a significare un luogo fortificato dimora di un sovrano. Una rocca, insomma.

La Rocca vera e propria, però, quella odierna, risale al XII secolo. Fu costruita su un precedente fortilizio altomedievale e divenne un baluardo contro le numerose turbolenze dei secoli successivi, dalle lotte fra Guelfi e Ghibellini fino a quelle tra le signorie locali degli Scaligeri e dei Visconti. Le sue mura vennero distrutte nel 1576, quando la Repubblica di Venezia, entrata in controllo del territorio valtenese, decise di porre fine ai traffici illeciti di banditi e fuorilegge che trovavano rifugio nel castello.

Lago di Garda Rocca Manerba

Fonte: Getty Images

Vista sul Monte Baldo

La Rocca di Manerba dista appena una decina di minuti di cammino dal Museo, percorrendo un agile sentiero in salita che porta al punto più alto del parco. Dalla vetta si gode di una straordinaria vista panoramica a 360 gradi sul Lago di Garda e sulle sue sponde: verso nord ovest si scorge immediatamente l’Isola di San Biagio, nota come Isola dei Conigli, riconoscibile dall’inconfondibile sagoma dei cipressi che la punteggiano; poco più avanti lo Scoglio dell’Altare, dove una volta si celebrava il giorno di San Pietro con una messa annuale che attirava tutte le comunità di pescatori del lago; a nord est si staglia la sagoma del massiccio del Monte Baldo, in territorio veronese; nelle giornate con maggiore visibilità si può scorgere a sud est anche la penisola di Sirmione; infine, tutt’intorno, il verde delle coltivazioni rurali della Riserva e il territorio di Manerba del Garda.

Le bellezze di Punta Sasso

Dalla Rocca di Manerba si può proseguire lungo il sentiero in discesa verso Punta Sasso. Per raggiungere lo scenografico punto panoramico a strapiombo sul Lago di Garda ci vogliono all’incirca 15 minuti. Si tratta di un percorso a tratti impervio, non difficile ma da affrontare con un minimo di prudenza e con il giusto equipaggiamento.

Negli scavi archeologici nell’area di Punta Sasso sono state rinvenute tracce di un insediamento del Mesolitico databile da 8000 a 5000 anni fa. Sono inoltre venute alla luce tre cerchi di mura databili fra il XII e XIII secolo di cui il più interno racchiude la sommità della Rocca di Manerba.

Lago di Garda Rocca Manerba

Fonte: Getty Images

Le scogliere di Punta Sasso

Punta Sasso offre una vista del lago diversa: si tratta di una scogliera a strapiombo per circa 90 metri sulle acque del lago, immersa in un contesto più selvaggio. Il sentiero in discesa dalla Rocca incrocia qui il sentiero CAI che percorre tutta la costa del lago all’interno della Riserva, un emozionante percorso in saliscendi fra punti panoramici e tratti di folta boscaglia, per poi passare più all’interno tra vigne e ulivi, caratteristiche coltivazioni delle colline intorno al Garda.

Wild swimming al Lago di Garda

Le ampie scogliere nei dintorni di Punta Sasso sembrano impedire di trovare alcuni angoli dove fare il bagno su queste sponde del Lago di Garda, ma non è così.

Nei pressi della punta le calette di scogli, piccoli tesori incontaminati, sono raggiungibili solamente con delle imbarcazione che tassativamente non siano a motore. Si tratta di veri e propri paradisi naturali dove godere delle acque cristalline del lago e del silenzio totale che vi regna.

Non è però strettamente necessaria una barca a remi o a vela per poter raggiungere le spiagge d’acqua dolce della Riserva della Rocca di Manerba.

Lago di Garda Rocca Manerba

Fonte: Filippo Tuccimei

Le spiaggette nascoste della Riserva della Rocca di Manerba

Nella parte meridionale del parco, infatti, tra il parcheggio di Via Agello e il Casella del Reparto di Alta Velocità, che nella prima parte del novecento serviva per calcolare la velocità degli idrovolanti che competevano sullo specchio d’acqua, si trova un impervio sentiero nel bosco dal quale si dipartono alcune tracce per scendere in piccole e nascoste calette di sassi sulle rive del lago.

Spiagge rocciose, con un ingresso in acqua non sempre facile, ma che lasciano presto il passo a grandi profondità, regalando una splendida esperienza di wild swimming.

Per chi invece ama maggiormente le comodità, al limitare settentrionale della Riserva si può accedere con facilità alla spiaggia di Pisenze, una lunga e stretta spiaggia di sassolini dove si adagia la risacca delle onde del lago. Un posto più antropizzato, ma molto rilassante e scenografico: alla destra dell’ingresso in acqua, le pareti rocciose del promontorio di Punta Sasso, ricoperte di vegetazione, di fronte l’Isola di San Biagio e la suggestiva sponda opposta del lago, con i suoi colli e le sue montagne.

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Viaggio a Roma alla scoperta delle sue ville più belle e da visitare assolutamente

Roma, la nostra affascinante Capitale, è un vero e proprio museo a cielo aperto che attraversa diverse epoche storiche. Molte sono le attrazioni da visitare tra le sue pressoché infinite vie e piazze, spesso prese d’assalto dai turisti che non possono fare a meno di ammirare estasiati l’eternità di questa città. Ed è proprio tra il caos che il più delle volte si nascondo luoghi di pura pace e bellezza, fatti di pinete, laghi, fiumi, giardini e sentieri che lasciano senza fiato. Parliamo delle ville storiche romane, che sono dei veri e propri gioielli tutti da scoprire.

Scopri tutte le attività che puoi fare a Roma

Villa Doria Pamphilj, tra le meglio conservate in città

Iniziamo questo viaggio dalla suggestiva Villa Doria Pamphilj, residenza storica dell’omonima famiglia nobile romana, che sorge in Via di San Pancrazio, appena fuori dalle mura nel quartiere Gianicolense. Si tratta di un luogo di puro incanto e che può essere davvero definito un’oasi di pace, poiché comprende il terzo più grande parco pubblico di Roma (184 ettari) e il Casino del Bel Respiro, sede di rappresentanza ufficiale del governo italiano e una delle opere architettoniche esteticamente più pregevoli di tutta la struttura.

Progettata da Alessandro Algardi e Giovanni Francesco Grimaldi nel Seicento, è considerata una delle più importanti ville romane (oltre che un capolavoro perfettamente conservato), poiché mantiene ancora dopo secoli la sistemazione seicentesca e le principali caratteristiche del 700 e dell’800.

Villa Doria Pamphilj, Roma

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L’Arco dei Quattro Venti nel parco di Villa Doria Pamphilj

Da ammirare assolutamente sono il Giardino del Teatro, dove si svolgevano manifestazioni teatrali; la Cappella Doria Pamphilj, ultimo degli edifici costruiti nella villa; la Fontana del Giglio, con giochi d’acqua che vanno a confluire nel Laghetto del Belvedere; la Villa Vecchia, l’edificio più antico del Parco; i resti archeologici che comprendono anche una necropoli romana nella quale furono trovate due tombe di età Augustea; piante da frutto come cedri, limoni, aranci e molto altro ancora.

Regalati un indimenticabile tour della meravigliosa Villa Doria Pamphilj

Villa Medici, sul punto più alto di Roma

In posizione panoramica sulla collina del Pincio (punto più alto della città), accanto all’altrettanto affascinante Trinità dei Monti, sorge la maestosa Villa Medici che dal 1803 ospita l’Accademia di Francia a Roma. Si tratta di un pregevole edificio che risale alla metà del XVI secolo realizzato su progetto dell’architetto Giovanni Lippi, detto Nanni di Baccio Bigio.

La struttura è altamente sorprendente perché offre una facciata esterna dallo stile sobrio, che crea poi un netto contrasto con la facciata interna impreziosita da ghirlande, maschere, statue e bassorilievi antichi. Non mancano magnifici giardini popolati da sculture e fontane, ma anche siepi e pini che si estendono per oltre 7 ettari.

Villa Medici, Roma

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Tutta la bellezza di Villa Medici

Non sono di certo da meno gli interni, che custodiscono gelosamente pregevoli opere d’arte collezionate nei secoli e anche una delle più grandi biblioteche di arti decorative di Roma: possiede circa 37.000 volumi in lingua francese, dedicati alle arti plastiche, architettura e storia dell’arte.

Concediti un tour di Villa Medici e di Castel Sant’Angelo

Villa Borghese, meraviglioso parco cittadino

È molto difficile descrivere con poche parole Villa Borghese, perché è un grande parco cittadino che può vantare sistemazioni a verde di diverso tipo, dal giardino all’italiana alle ampie aree di stile inglese, edifici, piccoli fabbricati, fontane e laghetti. Non a caso, è il quinto più grande parco pubblico a Roma (circa 80 ettari), un capolavoro che impreziosce il Municipio II, quartiere Pinciano.

Come accennato, gli edifici che si trovano al suo interno sono davvero numerosi: il Casino del Graziano, il Casino Giustiniani, l’Uccelliera e la Meridiana con i giardini segreti, il Casino dell’Orologio, la Fortezzuola, l’ampio Giardino del Lago con un romantico isolotto artificiale su cui domina il Tempietto di Esculapio e molto altro ancora.

Al suo interno vi è persino il Museo Canonica, casa-studio dall’artista Pietro Canonica, il Casino di Raffaello con una ludoteca per bimbi, la Casina delle Rose con la Casa del Cinema, il giardino zoologico recentemente convertito in Bioparco e chi più ne ha più ne metta.

Villa Borghese, orologio

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Il pittoresco orologio ad acqua di Villa Borghese

Straordinario è anche lo stesso Parco di Villa Borghese, che si estende tra il tratto delle Mura Aureliane che unisce Porta Pinciana a Piazzale Flaminio, ed i nuovi quartieri Salario e Pinciano. Ma non è ancora tutto, perché questa è anche una delle ville romane più ricche di testimonianze artistiche e paesaggistiche della città (e non solo): per la sua incredibile concentrazione di musei e istituti culturali è definita “Parco dei Musei”.

Fai un tour dei giardini di Villa Borghese in golf cart

Villa Torlonia, dalla storia complessa ma affascinante

Villa Torlonia ha una storia piuttosto complessa, un passato che contribuisce a renderla estremamente affascinate: situata nel quartiere Nomentano, è stata dapprima proprietà agricola della famiglia Pamphilj, per poi essere acquistata dal banchiere Giovanni Torlonia che la fece trasformare in propria residenza, fino a diventare residenza di Mussolini, poi struttura e in stato di abbandono e infine meraviglioso parco pubblico a partire dal 1978.

Oggi, infatti, è un affascinante parco con un complesso di edifici tra cui il bunker per Mussolini e due rifugi antiaereo che è possibile visitare insieme al giardino e ai preziosi musei.

Tra i luoghi di interesse da non perdere ci sono certamente il Casino Nobile, magistrale esempio di architettura neoclassica; la Casina delle Civette, trasformata ad opera dell’architetto Enrico Gennari in un “Villaggio Medievale” caratterizzato da porticati, torrette e loggette, decorato da maioliche e vetrate; il Complesso della Serra moresca, in stile neomoresco e con annessi anche altri elementi architettonici come la torre e la grotta; obelischi e molto altro ancora.

Villa Torlonia, Roma

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Casina delle Civette presso Villa Torlonia

Senza dimenticare che l’area naturalistica urbana di Villa Torlonia presenta una notevole biodiversità vegetale tutta da scoprire.

Villa del Priorato di Malta, dove c’è il “buco” più bello di Roma

Infine la Villa del Priorato di Malta che sorge in tutto il suo splendore sul Colle Aventino. Si tratta della sede storica del Gran Priorato di Roma dei Cavalieri di Malta, oggi Sovrano Militare Ordine di Malta.

È un affascinante complesso di edifici che si affacciano su un meraviglioso giardino all’italiana e che si presenta con una straordinaria piazzetta settecentesca decorata con trofei di guerra che narrano delle imprese dei cavalieri di Malta. Ma non è tutto, perché essa è nota anche perché il famoso buco della serratura del portone d’ingresso, dal quale sbirciando è possibile scorgere la maestosità della cupola di San Pietro.

Villa del Priorato di Malta, Roma

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La vista dal buco della serratura della Villa del Priorato di Malta

Oggi l’area gode del diritto di extraterritorialità e il suo centro ideale è la Chiesa di Santa Maria del Priorato, interna al giardino, che evoca il modello architettonico di un tempio romano, mentre l’interno riesce ad integrare la fantasia barocca e controriformista con le memorie classiche.

Roma è pura magia in ogni suo angolo, ma anche la culla di oasi di pace dove meno te lo aspetti.

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Come arrivare all’Isola dei Conigli a Porto Cesareo

Porto Cesareo si trova nello splendido territorio salentino, in Puglia, ed è una delle città balneari non solo più belle del sud Italia, ma di tutto il Paese. È caratterizzata da acque magiche e cristalline, spiagge sabbiose e da isole incantevoli che circondano la cittadina, uniche ed incantevoli.

Porto Cesareo è la destinazione perfetta per chi è alla ricerca di una vacanza rigenerante in Italia e da dove è possibile anche raggiungere l’Isola dei Conigli. Prima di scoprire come arrivarci, è importante anche sapere perché quest’isola è considerata una meta così speciale. Infatti, questa destinazione così ricercata è una riserva naturale protetta con sabbia bianca, una ricca vegetazione tipica mediterranea e numerosi conigli selvatici che la abitano e che le hanno dato il nome.

Le acque che bagnano queste spiagge sono incredibilmente limpide, che rappresentano il luogo perfetto per attività in acqua, come, ad esempio, snorkeling o una semplice nuotata in questa oasi di pace e tranquillità del territorio salentino.

Come arrivare all’Isola dei Conigli

Una volta arrivati a Porto Cesareo, è possibile raggiungere l’Isola dei Conigli in diversi modi. Le principali opzioni per raggiungere questa fantastica isola sono:

  • Escursioni organizzate
    Una delle opzioni più semplici e comode per arrivare all’Isola dei Conigli è prenotare e partecipare ad un’escursione organizzata. Sono presenti, infatti, numerose attività locali che offrono questo tipo di tour e che includono il trasporto, andata e ritorno, per visitare la riserva naturale, accompagnati anche da guide esperte. Queste escursioni, inoltre, possono includere anche diverse attività, come snorkeling nelle acque del Salento oppure una visita alle vicine grotte marine.
  • Taxi Boat
    Altra opzione per raggiungere l’Isola dei Conigli comodamente è il taxi boat, ovvero una piccola imbarcazione che, attraverso servizi rapidi e frequenti, riesce a coprire questa tratta più volte al giorno, soprattutto durante la stagione turistica, quando c’è una corsa ogni 30 minuti. Il vantaggio di questo mezzo è dato dalla sua flessibilità: si possono scegliere diversi orari di partenza e ritorna, in base alle proprie necessità.
  • Noleggio imbarcazioni private
    Per chi è in grado di guidare un’imbarcazione oppure vuole affidarsi ad uno skipper, inoltre, è possibile esplorare autonomamente l’isola affittando un’imbarcazione privata. Noleggiare una barca per raggiungere l’Isola dei Conigli dà la possibilità di vivere con il proprio ritmo questa riserva naturale.
  • Nuotare fino all’isola
    Un’altra opzione, forse la più coraggiosa e meno convenzionale, è quella di raggiungere l’Isola dei Conigli direttamente a nuoto. Questa piccola oasi naturale, infatti, dista circa novecento metri dalle splendide e fantastiche spiagge di Porto Cesareo, una distanza fattibile per chi è in buona forma fisica ed ha esperienza di nuoto in mare aperto.

Visitare l’Isola dei Conigli a Porto Cesareo rappresenta sicuramente un’esperienza indimenticabile, che permette ai visitatori di queste zone del sud Italia di immergersi in uno dei paesaggi più affascinanti della Puglia, con spiagge che possono riconosciute fra le spiagge più belle del Salento. Non resta altro che scegliere il modo migliore per raggiungere questa riserva naturale italiana e passare una giornata di relax e divertimento immersi nella acque cristalline dell’Isola dei Conigli.

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Anche la Spiaggia delle Due Sorelle, nelle Marche, diventa a numero chiuso

La Spiaggia delle Due Sorelle è un tratto di lido bianchissimo delle Marche che sorge, come un miraggio, a ridosso del Conero. Un paradiso praticamente intatto, raggiungibile solo via mare, e privo di servizi proprio per preservare la sua bellezza e la natura incontaminata di cui è forgiato. Ma non è tutto, perché per proteggerla ancora di più si è deciso di far diventare questa spiaggia a numero chiuso e con obbligo di prenotazione.

Spiaggia delle Due Sorelle a numero chiuso, le regole

A partire dall’1 agosto e fino al 15 settembre è in vigore una nuova ordinanza del sindaco di Sirolo, dove è sita la bellissima Spiaggia delle Due Sorelle, che prevede accessi al lido a numero chiuso. Una decisione che è stata presa, anche quest’anno, per tutelare l’ambiente e la sicurezza degli stessi bagnanti durante un periodo in cui l’affluenza turistica è alle stelle e, come riporta il Resto del Carlino, persino superiore alle reali capacità ricettive del luogo.

Pur essendo esclusivamente raggiungibile via mare, infatti, questa spiaggia, spesso considerata una delle più belle d’Italia, è particolarmente amata e fragile. Per questo motivo, occorre preservala il più possibile.

Come prenotare l’accesso alla spiaggia

Per accedere alla Spiaggia delle Due Sorelle, così chiamata per via dei due suggestivi scogli gemelli che emergono dalle sue limpide acque, bisogna prenotare gratuitamente il proprio posto tramite il sito turismosirolo.it.

Si possono noleggiare canoe, sup e altri piccoli natanti in tutti gli stabilimenti balneari di Sirolo, di Spiaggia Urbani e di San Michele-Sassi Neri. A tal proposito, però, è bene sapere che è vietata la permanenza sulla battigia o sulla spiaggia di canoe, sup, windsurf o mezzi analoghi. Essi devono essere attraccati temporaneamente e in maniera gratuita nel campo boe che si trova nello specchio acqueo antistante.

Una misura che si è dovuta necessariamente attuare perché da queste parti, ogni giorno, arriva un numero enorme di persone anche con canoe e sup, che occupano una parte significativa dello spazio utile allo stazionamento dei bagnanti.

La prenotazione non è obbligatoria se si raggiunge la spiaggia tramite il servizio traghetto dei Traghettatori del Conero, per un costo di 30 euro per gli adulti, 20 per i bambini fino ai 10 anni e gratuito sotto i 3.

I trasgressori rischiano una multa che va dai 25 a 500 euro.

Le altre regole da rispettare

Come accennato in precedenza, la Spiaggia delle Due Sorelle è un vero e proprio tesoro delle Marche e per questo sono in vigore anche altre regole che occorre rispettare:

  • Trovandosi all’interno del Parco del Conero, è assolutamente vietato raccogliere piante e pietre;
  • Non è possibile lasciare alcun tipo di rifiuto sulla spiaggia né cicche di sigarette. I rifiuti vanno portati con sé o smaltiti direttamente a bordo del traghetto nel caso in cui si scelga questa opzione per raggiungerla;
  • È fondamentale rispettare la segnaletica sulla spiaggia.

È importante sapere, inoltre, che la spiaggia è libera e non attrezzata, il che vuol dire che non ci sono né punti di ristorazione né servizi. È perciò fortemente consigliato portarsi l’ombrellone, crema solare, cibo, acqua e cappellino.

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Mount Royal: il punto dove ammirare lo skyline di Montreal

New York, Sydney, Shanghai. Sono tante le città famose per gli skyline mozzafiato che, ogni anno, si trovano occhi e fotocamere puntati addosso. Protagonisti indiscussi delle foto-ricordo, nel mondo ce ne sono tantissimi ed è difficile stabilire il più bello di tutti. Anche Montreal, splendida città del Canada ha uno skyline da capogiro e c’è un punto della città in cui si manifesta in tutta la sua bellezza: Mount Royal, il punto migliore dove ammirare lo skyline di Montreal. In questo articolo troverai tutte le informazioni su Mount Royal e sul suo parco.

Storia di Mount Royal

Jacques Cartier, esploratore e navigatore, fece diverse spedizioni in Canada passando per Terranova, la costa del Labrador e lo stretto di Belle Isle fino ad arrivare a quelle che oggi sono Quebec e Montreal. Proprio qui scoprì, nel 1535, il Monte che battezzò come Mount Royal in onore del suo patrono John Royal. A livello geologico, Mount Royal è un antico vulcano ampiamente eroso che pare essere stato in attività circa 125 milioni di anni fa. Oggi, la collina ospita il Mount Royal Park, uno dei polmoni verdi più ampi della città. Aperto al pubblico nel 1876, il Parco di Monte Royal è stato progettato dal paesaggista Frederick Law Olmsted – celebre per aver progettato anche Central Park a New York – ed è il luogo perfetto per immergersi nella natura e godere della sua placida tranquillità.

Mount Royal: attrazioni, attività ed eventi

Mount Royal offre una moltitudine di cose da fare per chi ama stare all’aria aperta e fare attività outdoor. Ecco la nostra top 3 di cose da fare e vedere:

  • Ammirare lo splendido skyline di Montreal: il Belvedere Kondiaronk è il miglior punto dove osservare lo skyline di Montreal, da qui puoi godere di una vista spettacolare sul fiume San Lorenzo e sulla città e collezionare momenti indimenticabili attraverso foto davvero mozzafiato.
  • Avventurarsi in escursioni e passeggiate: i vari sentieri che attraversano la collina sono un paradiso per chi ama passeggiare, fare jogging o una bella pedalata nella natura. I percorsi sono adatti a vari livelli di expertise poiché variano per difficoltà.
  • Raggiungere la croce di Mount Royal: sulla sommità del monte si trova una grande croce alta oltre 31 metri, installata nel 1924 e illuminata di sera con tecnologia LED. Al suo fianco è posizionata una capsula del tempo interrata nel ’92 per celebrare il 350esimo compleanno della città. La capsula verrà riaperta nel 2142.
  • Fare una sosta allo Chalet du Mount Royal: una delle principali attrazioni di Mount Royal è una grande struttura in cima al monte progettata dall’architetto Aristide Beaugrand-Champagne e in stile architettonico Beaux-Arts. Caratterizzato dalla facciata in pietra e da grandi finestroni eleganti, nello chalet puoi godere di una splendida visuale su Montreal e ammirare il passare delle stagioni che cambiano completamente l’aspetto della città.
  • Scoprire la Smith House: nel cuore del parco si trova la Smith House, un edificio costruito nel 1858, in stile rurale neoclassico e che ha fatto da dimora al suo committente, il ricco mercante Hosea Ballou Smith fino a diventare proprietà della città di Montreal. La Smith House ha avuto diversi ruoli ma dal 1999 funge da punto di accoglienza per i visitatori che vogliono scoprire le bellezze di Mount Royal e fa anche da sede a un’organizzazione no-profit che promuove la sostenibilità del Monte. Al suo interno puoi visitare una mostra permanente o gustarti una pausa al caffè al suo interno.

Il paradiso degli sportivi, stagione dopo stagione

La collina e il suo parco offrono tanto in ogni momento dell’anno. Durante la bella stagione è un luogo ideale per fare escursioni, godersi la natura, fare picnic, feste all’aperto e partecipare ad altre attività outdoor. Il parco mette a disposizione anche campi da tennis, basket, calcio, una piscina e chi più ne ha più ne metta. In inverno, invece, Mount Royal diventa paradiso per sciatori di fondo e pattinatori su ghiaccio che si divertono a sfrecciare sul Lago dei Castori e slittinisti che sfruttano la pendenza della collina per divertirsi con gli slittini.

Mount Royal: tanti eventi per tutti i gusti

Mount Royal, durante l’anno, fa da teatro ad alcuni importanti eventi e manifestazioni che animano il calendario culturale di Montreal. Tra i più famosi troviamo sicuramente il Tam-Tams, un raduno che avviene ogni domenica d’estate che ha come protagonisti artisti, musicisti e ballerini che si muovono a ritmo di percussioni attirando moltissimi visitatori. In inverno c’è il Mount Royal Cross-Country Ski Event, un evento sportivo dedicato agli sciatori di fondo che competono sciando tra i vari sentieri del parco. Oltre a questi eventi, nel parco vengono organizzate anche altre attività a cui tutta la comunità e i visitatori possono prendere parte come lezioni di Yoga, Pilates e gare di corsa. Anche arte e musica diventano spesso protagoniste su questo palco naturale dalla bellezza sconfinata: la prima attraverso la mostra permanente alla Smith House che ripercorre tutte le tappe della storia e dello sviluppo di Mount Royal e la seconda attraverso i concerti di musica live ospitati nello splendido scenario dello Chalet du Mont-Royal.

Come raggiungere Mount Royal

Lo skyline di Montreal illuminato

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Lo skyline di Montreal di notte

Mount Royal – e il suo parco – è raggiungibile in modo facile e veloce dal centro della città di Montreal: puoi arrivare tranquillamente a piedi, oppure puoi raggiungerlo con i mezzi come la metro – scendendo proprio alla stazione Mont-Royal – o il bus.

Se stai organizzando un viaggio in Canada e passi per Montreal, una sosta a Mount Royal è davvero d’obbligo. Non solo perché Mount Royal è il posto migliore dove vedere lo skyline della città, ma anche perché puoi trovare una moltitudine di cose da fare, in qualsiasi momento dell’anno e per qualsiasi delle tue esigenze. Che tu stia cercando un momento di relax, una passeggiata immersa nella natura o che tu voglia cimentarti in qualche disciplina sportiva, Mount Royal avrà sempre qualcosa per te. Potrai goderti una sessione di yoga all’aperto, esplorare i numerosi sentieri escursionistici, o magari unirti agli appassionati dei Tam-Tams per una domenica pomeriggio di musica e danza. E se desideri un luogo lontano dal trambusto della città per concentrarti nella lettura di un buon libro, nello studio di un manuale o in un processo di scrittura, Mount Royal saprà come soddisfarti.

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Viaggio in Svezia, cosa vedere nella terra dei parchi naturali

La natura riveste un ruolo molto importante in un paese come la Svezia, tanto che il diritto di goderne liberamente è stabilito dalla legge. I suoi 30 parchi nazionali ricoprono oltre 7.000 chilometri quadrati, il 2% dell’intero territorio. La natura incontaminata è sempre a portata di mano, universi di biodiversità protetti con cura sia dal governo che dagli stessi abitanti. Non sorprende che il primo parco nazionale d’Europa sia stato istituito proprio qui, nel lontano 1909. E, ciliegina sulla torta, tutti i parchi nazionali sono accessibili gratuitamente.

Allacciate le scarpe da trekking, riempite lo zaino di snack e portate una borraccia d’acqua da riempire: stiamo per esplorare la Svezia, terra dei parchi naturali.

Avventure tra i paesaggi artici del nord

Immaginate il nord della Svezia come un insieme di montagne innevate, valli ricche di vegetazione e una fauna unica composta dalle famose renne. In questo scenario troverete ben quattro parchi nazionali, tra i quali il Parco Nazionale di Abisko e quello di Sarek. Il primo è il luogo perfetto in cui fare esperienza della magia dell’Artico svedese: qui potrete avventurarvi con le ciaspole, salire su una slitta trainata dai cani o approfondire la cultura pastorale del popolo indigeno sami.

Il Parco Nazionale Sarek, invece, si estende nelle zone più remote del paese dove si trovano oltre 100 ghiacciai e montagne che sfiorano i 2.000 metri. Non è un percorso per principianti, ma se avete una buona preparazione fisica non rinunciate a esplorarlo e state all’erta perché qui potrete avvistare linci, alci, aquile reali, avvoltoi e perfino orsi bruni. Essendo il parco meno accessibile, è consigliato prenotare un’escursione di gruppo, possibilmente con guida.

Il parco non ha strutture ricettive o baite, quindi dovete portarvi le tende. Prima di cominciare la vostra escursione è sempre bene mettersi in contatto con l’associazione turistica svedese o con il personale del parco nazionale. La stagione ottimale per andare nel Sarek è la primavera-estate così da evitare le temperature più rigide e beneficiare della luce per poter vedere più cose. In particolare, non perdete il panorama offerto dalla cima del monte Skierfe, una delle più suggestive di tutta la Svezia.

Parco Svezia lappone

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Sentiero escursionistico nella Svezia lappone

Escursioni nei parchi naturali del centro e sud

Se i paesaggi artici non fanno per voi, la Svezia meridionale offre molte cose da vedere lungo percorsi più semplici. I parchi naturali del sud sono costituiti da enormi foreste di latifoglie e sono soprattutto tre quelli che consigliamo di visitare con calma e in qualsiasi stagione. Il parco di Söderåsen, il parco di Dalby Söderskog e quello Stenshuvud che, insieme, custodiscono 20 chilometri quadrati di faggi, aceri e querce. Inoltre, passeggiando nel Parco Nazionale dello Stenshuvud, si possono ammirare anche numerose specie di orchidee, oltre alla rarissima waldsteinia ternata.

Al confine con la Norvegia, invece, troverete il Parco Nazionale di Fulufjället, ricco di cose da vedere, primo fra tutti l’albero più vecchio del mondo. Se vi aspettate un tronco gigante però resterete delusi: questo abete è infatti molto esile, ma il suo giorno di nascita è avvenuto circa 9.950 anni fa. La sua longevità dipende dalle radici e dalla capacità di clonare se stesso; dopo 600 anni, infatti, il tronco muore, ma dallo stesso apparato radicale ne spunta un altro che rigenera subito la pianta.

Nel Fulufjället potrete anche camminare nei canyon e cimentarvi nella raccolta di frutti di bosco, secondo la migliore tradizione svedese, oppure pescare nei laghi o ammirare la più alta cascata della Svezia, ben 93 metri con un salto di 70 metri.

I parchi nei dintorni di Stoccolma

Se state programmando un viaggio a Stoccolma e alle avventure culturali volete affiancare quelle nella natura, dalla città potete raggiungere diversi parchi e sentieri. Uno di questi è il sentiero Roslagsleden che, dalla capitale, si snoda per 130 chilometri attraversando foreste e valli, fra vecchie tombe vichinghe e piccole chiese medievali.

Dalla capitale potete partire anche per un safari alla scoperta degli alci: il Virum Algpark si trova nello Småland ed è una tappa imperdibile. Si sale a bordo di camionette semiaperte e si entra nel parco recintato. Qui, senza scendere dalle macchine si darà da mangiare agli alci. Se viaggiate con bambini, questa escursione è un must perché resteranno ammaliati da queste meravigliose creature enormi e dolci.

A 20 chilometri dalla città si trova anche il Parco Nazionale di Tyresta, raggiungibile in un’ora anche con i mezzi pubblici, perfettamente organizzati come nel resto della Svezia. Il parco si estende su quasi 20 chilometri quadrati ed è circondato da una riserva naturale di 30 chilometri, ricca di foreste primordiali incontaminate e boschi di conifere che ospitano fino a 8.000 specie animali. Da non perdere nelle vicinanze della capitale è anche il suo arcipelago, il quale vanta un parco nazionale, Ängsö. Questo è uno spettacolo soprattutto durante la primavera e all’inizio dell’estate, quando i vivaci fiori selvatici punteggiano i prati. Per raggiungere Ängsö potrete salire su uno dei traghetti in partenza da Stoccolma.

Alce in Svezia

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Un’alce in Svezia