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Le mete del turismo green e d’avventura sul podio dei World Travel Awards 2024

Quest’anno i World Travel Awards (WTA), considerati gli Oscar del Turismo, hanno brillato di una luce particolare, ponendo l’accento anche sul turismo green e d’avventura. Tra le diverse categorie, sono state premiate destinazioni e attrazioni che si distinguono per l’impegno nella sostenibilità e nell’esplorazione della natura. Dal fascino delle Azzorre alla maestosità dell’Antartide, dalle savane della Tanzania alla foresta nebulosa del Costa Rica, queste mete dimostrano che è possibile coniugare avventura, sostenibilità e lusso, incoraggiando un turismo che valorizza e protegge le risorse naturali.

Dal 1993, i World Travel Awards (WTA) rappresentano il massimo riconoscimento nell’industria dei viaggi e del turismo, un simbolo di qualità che premia l’eccellenza a livello globale. Con sede a Londra, questa importante organizzazione celebra i migliori risultati nel settore, riconoscendo contributi straordinari su scala nazionale, regionale e internazionale.

Conosciuti come gli Oscar del Turismo e consegnati nel corso di una serie di prestigiose cerimonie regionali e globali, i WTA non solo alzano il livello degli standard, ma diventano il punto di riferimento a cui tutte le realtà del settore aspirano. Ecco una panoramica dei vincitori delle principali categorie Avventura e Natura del 2024.

Isole Azzorre, Portogallo – World’s Leading Adventure Tourism Destination 2024

Le Azzorre, un arcipelago di nove isole vulcaniche nel cuore dell’Oceano Atlantico, hanno conquistato il titolo di miglior destinazione per il turismo d’avventura. Le loro cascate maestose, le sorgenti termali e i pittoreschi borghi incantano i visitatori, sempre più numerosi.

L’isola più grande, São Miguel, ospita la vivace città di Ponta Delgada, un mix di architettura gotica e modernità cosmopolita. Oltre a escursioni, canyoning e avvistamenti di balene e delfini, l’isola offre esperienze uniche come le grotte di lava di Terceira e la città di Angra do Heroísmo, patrimonio UNESCO. Secondo Berta Cabral, Segretaria Regionale del Turismo, il riconoscimento consolida il ruolo delle Azzorre come meta di eccellenza per il turismo sostenibile, fruibile in ogni stagione.

Passadiços do Paiva, Portogallo – World’s Leading Adventure Tourist Attraction 2024

I Passadiços do Paiva, situati nel Geoparco Globale UNESCO di Arouca, in Portogallo, sono stati premiati come miglior attrazione turistica d’avventura. Si tratta di un percorso attrezzato in legno di otto chilometri che segue il fiume Paiva, regalando scorci mozzafiato su una natura incontaminata.

I visitatori sono passati da 300.000 nel 2015 a oltre 1,2 milioni nel 2021, dimostrando il crescente fascino di questa destinazione. Oltre alla bellezza naturale, i Passadiços offrono geositi unici e aree di ristoro per immergersi in un’esperienza rigenerante. Un perfetto connubio di avventura e relax, che contribuisce a rafforzare il turismo sostenibile nella regione.

White Desert, Antartide – World’s Leading Extreme Adventure 2024

White Desert ha reso accessibile l’interno dell’Antartide a esploratori e turisti, grazie a un turismo di lusso rispettoso dell’ambiente. Fondata nel 2005 da Patrick Woodhead, la società con sede in Sud Africa è rinomata per i suoi campi semipermanenti, come Whichaway e Echo Base, dove i visitatori possono ammirare meraviglie naturali come il fiume Blu e le grotte di cristallo.

Echo Base, con le sue formazioni rocciose che si ergono tra i ghiacci, consente di immergersi in paesaggi descritti come lunari dall’astronauta Buzz Aldrin. Un’esperienza estrema e lussuosa che rappresenta un unicum nel panorama del turismo mondiale.

Tanzania – World’s Leading Safari Destination 2024

La Tanzania si è affermata come meta di punta del turismo naturalistico, conquistando numerosi premi negli ultimi anni, tra cui il titolo di migliore destinazione africana per i safari, che celebra in grande stile la dedizione del Paese alla conservazione e al turismo sostenibile.

Il Parco Nazionale del Serengeti, premiato come miglior parco nazionale d’Africa per il sesto anno consecutivo, continua a stupire con la sua fauna straordinaria e i suoi paesaggi iconici. Anche il Kilimangiaro, la vetta più alta d’Africa, ha ricevuto il titolo di Africa’s Leading Tourist Attraction, rafforzando il ruolo della Tanzania come meta imperdibile per gli amanti della natura.

Sun World Fansipan Legend, Vietnam – World’s Leading Natural Landscape Tourist Attraction 2024

La funivia Sun World Fansipan Legend, che detiene record mondiali per altezza e lunghezza, offre una vista spettacolare su paesaggi montani e valli mozzafiato. Ma soprattutto consente di salire in alta quota sul Fansipan, noto come il “Tetto dell’Indocina”, che si erge a 3.143 metri tra le nuvole del Vietnam nord-occidentale.

Situato nei pressi di Sapa, questo complesso turistico combina attrazioni culturali, parchi divertimento e hotel di lusso, attirando migliaia di visitatori in cerca di avventura e relax in un contesto naturale unico.

St. Vincent & The Grenadines – World’s Leading Nature Destination 2024

Nel cuore dei Caraibi, le isole di St. Vincent e Grenadines si distinguono per la loro bellezza naturale e l’impegno nella sostenibilità. Premiato come Caribbean’s Leading Green Destination, l’arcipelago vanta paesaggi vulcanici, barriere coralline e spiagge incontaminate.
Il riconoscimento premia le numerose iniziative eco-friendly che combinano turismo e conservazione, garantendo uno sviluppo sostenibile che valorizza la biodiversità locale e il benessere delle comunità.

Phu Quoc, Vietnam – World’s Leading Nature Island Destination 2024

L’isola di Phu Quoc, soprannominata la “Venezia del Vietnam”, è stata premiata per il suo patrimonio naturale unico. Con il 70% del territorio protetto dal Parco Nazionale di Phu Quoc, riconosciuto dall’UNESCO, l’isola offre trekking, cascate scintillanti e una fauna rara che comprende il langur argentato e il lori pigmeo.

Tra le attrazioni principali, Sunset Town con le sue case colorate, i mercati notturni e le spiagge bianchissime come Sao Beach e Khem Beach rappresenta un richiamo irresistibile per chi cerca un mix di relax e avventura.

Monteverde Cloud Forest Reserve, Costa Rica – World’s Leading Regional Nature Destination 2024

La Riserva della Foresta Nebulosa di Monteverde è un gioiello della biodiversità, con oltre 35.000 acri di foresta protetta. Situata in Costa Rica, questa destinazione ospita una varietà di specie straordinarie, tra cui giaguari, quetzal e campanari dalle tre caruncole. I visitatori possono esplorare più di 13 chilometri di sentieri, immergendosi in un ecosistema unico che abbraccia otto zone climatiche. Monteverde è una meta imperdibile per gli amanti della natura e dell’ecoturismo.

Bordeaux, Francia – World’s Leading Wine Tourism Region 2024

Nella categoria enoturismo, Bordeaux si conferma una leggenda che merita ampiamente il premio di migliore regione enoturistica del mondo. I suoi vigneti, culla di alcuni dei vini più prestigiosi al mondo, offrono un viaggio sensoriale tra storia, cultura e sapori unici.
Un soggiorno a Bordeaux è molto più che una visita: è un’immersione nell’anima del vino, dove ogni calice racconta una storia di passione e tradizione.

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Il Lago Vittoria, il gigante d’Africa: cosa vedere e cosa fare

Il Lago Vittoria, tra Tanzania, Uganda, Kenya, Ruanda e Burundi, è il più grande dell’Africa e il secondo al mondo dopo il Lago Superiore in Nord America. Questo enorme bacino di acqua dolce di 68.870 km² nell’area centro-orientale del continente, rappresenta una risorsa vitale per milioni di persone ma è anche un luogo di straordinaria biodiversità, storia e cultura. Un ecosistema ricco e complesso, formatosi quasi 400.000 anni fa, che ospita più di 200 specie di pesci ed  è fondamentale per la sopravvivenza delle popolazioni locali.

Il suo nome occidentale si deve all’esploratore britannico John Hanning Speke, primo uomo bianco a raggiungerlo nel 1858, che chiamò il lago “Vittoria” in onore dell’allora regina d’Inghilterra. Principale sorgente del fiume Nilo, che  da qui scorre verso Nord fino al Mar Mediterraneo, il lago è un santuario per ippopotami e coccodrilli, che popolano le sue rive e isole, e per gli scimpanzé che abitano l’isola di Ngamba, in Uganda.

Il Lago Vittoria però è un gigante fragile, minacciato dal cambiamento climatico e dalle attività antropiche: negli anni ’50, ad esempio, l’introduzione del persico del Nilo, che avrebbe dovuto incrementare la produzione ittica, ha avuto invece effetti devastanti sull’ecosistema, portando all’estinzione di molte specie di pesci endemici e a un drastico cambiamento della biodiversità del lago.

ippopotami nilo

Fonte: iStock

Gruppo di ippopotami a bagno nelle acque del Lago Vittoria

Una risorsa vitale sotto minaccia

Il Lago Vittoria è cruciale per la sopravvivenza di circa 40 milioni di persone che vivono lungo le sue coste e per la fauna del territorio. Principale fonte di acqua dolce per la regione, ne supporta l’agricoltura, offre l’approvvigionamento idrico alle città vicine come Kisumu, in Kenya, Kampala, in Uganda e Mwanza, in Tanzania, ed è sede di una delle più grandi industrie ittiche del mondo. Vivido esempio di quanto le risorse naturali siano fragili e vulnerabili, la sua conservazione dipende in primo luogo dalla collaborazione tra i Paesi che ne condividono le acque: per preservare questo patrimonio naturale servono politiche per uno sviluppo e una gestione delle risorse sostenibili. Le sue acque sono oggi minacciate da numerosi fattori:

  • La pressione demografica. Con milioni di persone che vivono lungo le sue rive, ha portato a un aumento esponenziale delle attività agricole e industriali, senza adeguati sistemi di depurazione delle acque. Gli inquinanti come pesticidi, fertilizzanti e mercurio, utilizzato dai cercatori d’oro, hanno gravemente danneggiato l’ecosistema del lago.
  • L’eutrofizzazione. Si tratta di un fenomeno causato dall’eccessivo apporto di sostanze nutritive nelle acque, che favorisce la crescita di piante infestanti come il giacinto d’acqua che, oltre a soffocare la vita sotto la superficie, ostacola la navigazione e danneggia la pesca. La presenza di giacinti d’acqua è diventata così massiva che satelliti hanno documentato come il loro proliferare in vastissime aree del lago abbia creato una vera e propria barriera vegetale.
  • Il cambiamento climatico. Gli esperti prevedono un aumento delle temperature nella regione, con conseguente aumento dell’evaporazione e potenziale abbassamento del livello del lago. Se ciò dovesse accadere, il lago potrebbe smettere di alimentare il Nilo Bianco, con gravi conseguenze per i paesi a valle, che dipendono dal flusso costante di acqua del lago per l’irrigazione e la produzione di energia idroelettrica.
  • L’oleodotto. La costruzione di un oleodotto che attraverserà il bacino del lago e la crescente industria del petrolio, rappresentano una grave minaccia. Le maree nere e l’inquinamento da greggio mettono ulteriormente a rischio la fauna e la flora del lago, compromettendo l’accesso all’acqua potabile e dunque minacciando la sicurezza alimentare della regione.
Mwanza Tanzania

Fonte: iStock

La vita nella città di Mwanza, in Tanzania, come le altre dell’area, dipende dal Lago Vittoria

Il Lago Vittoria è una delle meraviglie naturali dell’Africa. Le sue isole, la fauna selvaggia e le tradizioni culturali lo rendono una meta affascinante per i viaggiatori fin dall’epoca delle grandi esplorazioni del continente. Seppur minacciato, come abbiamo visto, da diversi fattori, il lago continua a offrire esperienze uniche di esplorazione, relax e avventura.

Un viaggio al Lago Vittoria, una crociera tra le sue isole più belle come Ukerewe, Rubondo e Ukara, i safari nelle aree circostanti, sono un’esperienza da non perdere per chi desidera immergersi nella natura selvaggia dell’Africa orientale. Le isole Ssese sono una delle principali attrazioni turistiche della zona, insieme all’isola Migingo, non lontano dalle coste del Kenya. Oltre che per la sua indiscutibile bellezza, il lago rappresenta un’importante risorsa naturale che va protetta con impegno e urgenza.

Affrontare le minacce all’ecosistema, dall’inquinamento al cambiamento climatico, è cruciale per garantire che questo enorme specchio d’acqua continui a nutrire e sostenere le popolazioni che dipendono da esso, rimanendo un’insostituibile fonte di vita, e di bellezza, per tutto l’ecosistema circostante.

Le isole del Lago Vittoria: un viaggio tra natura e cultura

Un viaggio di esplorazione del Lago Vittoria non può prescindere da quella delle tante isole che lo puntellano. Ognuna ti offrirà esperienze differenti e  indimenticabili, tra una biodiversità straordinaria e tradizioni locali da scoprire.

Ukerewe: l’isola più grande del lago

Ukerewe, situata nel tratto settentrionale del Lago Vittoria, è la più grande delle isole del lago. Ammirerai paesaggi mozzafiato e una natura incontaminata, con colline verdeggianti che salgono fino a 200 metri sopra il livello del lago. Ukerewe è una meta ideale se cerchi tranquillità e vuoi conoscere meglio la cultura locale. L’isola è densamente popolata, ma conserva ancora un’atmosfera rustica e tradizionale, con i suoi villaggi pittoreschi che vivono principalmente di agricoltura e pesca.

Rubondo: un paradiso naturale

Rubondo è una delle isole più remote e affascinanti del lago, santuario naturale protetto dal 1977, quando fu istituito il Parco Nazionale. Destinazione perfetta se ami il birdwatching, le escursioni nella natura selvaggia e la pesca sportiva. Tra la sua vegetazione lussureggiante potrai osservare una ricca varietà di specie selvatiche: scimpanzé, ippopotami e coccodrilli del Nilo.

Ukara: tra cultura e natura

Ukara è una piccola isola situata nella parte centrale del lago, ottimo punto di partenza per battute di pesca. Ukara offre anche interessanti siti storici e culturali, dove è possibile conoscere le tradizioni degli abitanti locali. Più tranquilla rispetto ad altre, è perfetta se desideri esplorare il lato autentico del Lago Vittoria.

scimpanze lago vittoria

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Osserva da vicino gli scimpanzè salvati sull’isola di Ngamba

Il santuario degli scimpanzé sull’isola di Ngamba

Conosciuta come l’Isola degli Scimpanzé, è casa di oltre 40 scimpanzé salvati da diverse situazioni che non possono essere rimessi in libertà. Avrai la possibilità di osservarli da una piattaforma sopraelevata ma in sicurezza perchè separati da una recinzione che evita il contatto. 

Isola di Ssese

L’Isola di Ssese è un autentico tesoro. Raggiungibile in aereo, in barca o in traghetto, offre bellissime spiagge sabbiose e la possibilità di fare delle lunghe escursioni a piedi o a cavallo, battute di pesca e birdwatching. 

Isola dell’Equatore 

Sai che l’Equatore attraversa il Lago Vittoria? Lo fa nell’isola Lwaji (Isola dell’Equatore), che potrai raggiungere con una gita in barca per goderti le sue tranquille acque blu e i venti leggeri e rinfrescanti che la rendono speciale. Anche questa isola ospita inoltre numerose specie di uccelli e ti sorprenderà con i suoi enormi alberi, capaci di crescere sulla roccia dell’isola.

Le attività e le esperienze più popolari

Oltre a essere una risorsa vitale per milioni di persone il Lago Vittoria, una delle principali attrazioni turistiche dell’Africa orientale, è un luogo ricco di bellezze naturali e opportunità di avventura.  Tra le esperienze più popolari ci sono:

  • Battute di pesca: le acque del lago sono ricche di specie ittiche, tra cui la tilapia e il pesce persico del Nilo. La pesca è una delle attività più tradizionali e lucrative per le popolazioni locali, ma è anche un’esperienza che attira ogni anno molti turisti;
  • Birdwatching: con oltre 200 specie di uccelli, il Lago Vittoria è un paradiso per gli appassionati di birdwatching. Le isole e le zone umide circostanti sono ricche di avifauna, tra cui la famosa gru coronata, simbolo dell’Uganda;
  • Escursioni e gite in barca: un modo perfetto per godersi la vista panoramica e scoprire le numerose isole che punteggiano la sua superficie.
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Partecipa a una crociera sul lato ugandese del Lago Vittoria

A pesca nel Lago Vittoria

Gli operatori locali offrono molte occasioni, tra escursioni giornaliere o più lunghe, per chi ama la pesca. Nella acque del Lago Vittoria  si pescano il tilapia, il pesce giallo e il pesce gatto, il pesce persico del Nilo. Tutto l’equipaggiamento e l’attrezzatura da pesca sono messi a disposizione dagli organizzatori.

Escursioni e gite in barca sulla rotta di Churchill

Potrai seguire il percorso che seguì Winston Churchill nel 1907 per arrivare all’esatta sorgente del Nillo, Jinja, in Uganda, dove coniò la celebre espressione “perla dell’Africa”, per descrivere la bellezza unica del Paese, con la sua meravigliosa vegetazione. Una volta a Jinja, potrai partecipare a uno dei tanti safari organizzati, compresa una visita al Centro Educativo della fauna ugandese. Potrai anche montare a cavallo per un giro nei dintorni e lungo le rive del Nilo, fare un’escursione su un vulcano o un trekking alla ricerca dei gorilla mentre se ami la velocità e il fango, potrai esplorare l’area con un quad. I più coraggiosi potranno provare il bungee jumping sul Nilo o divertirsi con il rafting, per poi rilassarsi con una tranquilla crociera al tramonto.

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Il Lago Vittoria è la meta ideale per gli appassionati di birdwatching

Birdwatching sul Lago Vittoria

Migliaia di turisti arrivano qui ogni anno sperando di avvistare uccelli acquatici come lo Shoebill, il Martin Pescatore Malachite, il Tisserin Testa Nera, il Falco Nero e tanti altri, in particolare nelle zone umide di Mabamba, durante un safari guidato in barca. Un’esperienza di birdwatching memorabile.

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Pemba Island, una perla tutta da scoprire a Zanzibar

Pemba è un’isola della Tanzania, precisamente si trova nell’arcipelago di Zanzibar: nota per essere tra le isole delle spezie (insieme a Mafia Island), è un posto unico al mondo. Non solo: è conosciuta con i nomi di Isola Verde o Al Kuh Dra in lingua originale. Rispetto all’isola principale dell’arcipelago, è meno popolata, ma non solo: ha conservato molto del suo fascino selvaggio e autentico. Un tempo, del resto, questo era tra i territori più ambiti e famosi: faceva parte della rotta delle spezie.

Cosa sapere sull’Isola di Pemba nell’arcipelago di Zanzibar

Pemba Island, così come Mafia Island, sono quei luoghi da visitare almeno una volta nella vita: difficile resistere alla loro bellezza, anche perché Pemba è famosissima per le spiagge incontaminate, per le acque incredibilmente blu e cristalline. Zanzibar, del resto, è un arcipelago composto da una dozzina di isole: le più grandi sono proprio Pemba e Unguja (che è Zanzibar). E sono molto diverse: se a Unguja è possibile nuotare con i delfini e fare festa in spiaggia per tutta la notte, a Pemba, invece, è dove recarti se desideri privacy e natura incontaminata.

Prima di partire e di passare alle cose da vedere, devi sapere che Pemba non ha molti hotel, ma comunque offrono servizi e comfort moderni (parliamo di resort pluristellati): non molto è cambiata l’isola nel corso dei secoli, nelle sue spiagge dove le tartarughe vengono a deporre le uova, o ancora i pescatori locali lasciano le canoe usate, rendendo ancor più caratteristico il panorama. Quest’isola, l’Isola Verde, è conosciuta per essere tra le produttrici mondiali di chiodi di garofano.

Cosa vedere a Pemba Island

Le città principali sono Chake Chake, Wete e Mkoani. L’isola, oltre che per i chiodi di garofano, è rinomata in tutto il mondo e in particolare in Africa per i guaritori voodoo. La cosa migliore da fare qui è immergersi nella sua cultura, e quindi prevedere un itinerario ricco di cose da fare. Per esempio, per chi desidera immergersi, allora Manta Point è il punto di riferimento, dove sono presenti delle formazioni coralline. Anche all’Isola di Misali è possibile immergersi, ma dobbiamo avvertire che le correnti sono molto forti talvolta, quindi è consigliato farlo solo se si è davvero esperti. Al largo di Misali, in ogni caso, è possibile scoprire i siti di nidificazione della tartaruga marina embricata, che è in via di estinzione.

Pemba è romantica, piccola, ma non eccessiva: è amichevole, accogliente, senza essere turistica, fatta eccezione per i resort stessi. Camminando per l’isola, è possibile imbattersi nelle piantagioni rigogliose, con la possibilità di ristorarsi con un buon cocktail fruttato. Le antiche rovine di Pemba si trovano esattamente nella parte occidentale dell’isola.

Tra le cose da non perdere assolutamente non possiamo non citare la Riserva Forestale di Ngezi, che non è stata contaminata dall’uomo: una foresta tropicale fitta in cui rimanere affascinati dal verde, che risulta lussureggiante e a tratti selvaggio, in cui si ha comunque la possibilità di vedere delle specie animali della fauna della Tanzania. Per citarne qualcuno, la volpe volante di Pemba o il cercopiteco verde. La spiaggia imperdibile? Quella di Fundu Lagoon, spiaggia bianca e mare cristallino, dove immergersi a contatto con la natura, avendo anche l’opportunità di visitare un resort esclusivo in un posto che rigenera i sensi e ci ricorda la bellezza profonda del nostro pianeta.

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Vacanze in Tanzania: cosa vedere e quale periodo scegliere

Sono luoghi che sembrano appartenere a un altro mondo, quelli che caratterizzano la Tanzania. Un Paese dove i colori si fanno più vividi ed il paesaggio è un incantevole unione tra terra e mare, ma anche tra uomo, animali e natura incontaminata.

Se il vostro viaggio dei sogno prevede di raggiungere queste incantevoli terre dell’Africa Orientale, qui trovate alcuni consigli che possono chiarire i principali dubbi sulla programmazione della vacanza: qual è il clima e il periodo migliore per andare in Tanzania? E quali luoghi valgono veramente la pena di essere visti (e vissuti)?

Tanzania: clima e temperature

Chi ci è stato ha assicurato di aver provato quella nostalgia che viene chiamata “mal d’Africa“, al proprio ritorno, proprio come cantava Franco Battiato tra le note di una sua celebre canzone. Meravigliosa e suggestiva la Tanzania è un mondo di tesori da scoprire, che offre una diversità di ambienti e di climi che la rendono ancor più attrattiva, anche se è bene informarsi prima della partenza per scegliere il periodo e il luogo migliore in base al tipo di viaggio che si ha intenzione di intraprendere.

La Tanzania, affacciata sull’Oceano Indiano in corrispondenza dell’arcipelago delle Seychelles e a nord delle Isole Comore, si trova poco più a sud dell’Equatore e tra i due tropici. È per questo che presenta un clima tropicale, influenzato però dall’altitudine. Alcune aree, infatti, sono più elevate di altre, presentando così temperature diverse: gli altipiani (come il Parco Nazionale di Ngorongoro) e le zone di montagna (come il Kilimanjaro), godono di temperature più basse rispetto alla media nazionale, toccando anche i 10° in inverno, oltre a un tasso di umidità inferiore rispetto a pianure, zone costiere ed isole.

Le stagioni in questo territorio africano sono differenti da quelle a cui siamo abituati in Europa, ovvero l’estate opposta all’inverno. La distinzione principale qui è tra la stagione verde (da metà novembre a metà maggio) e la stagione secca (da metà maggio a metà novembre, con temperature che si attestano attorno dai 25°C ai 31°C). Ma anche al loro interno presentano periodi piovosi che spezzano tali stagioni, creando quindi quelle che vengono chiamate la stagione delle piogge breve e la stagione delle piogge lunga. La prima, chiamata Vuli, va generalmente da metà ottobre all’inizio di dicembre, con rovesci deboli e poco frequenti, mentre la seconda, la stagione delle piogge lunga (Masikatra) va da fine marzo ai primi di giugno ed è quella soggetta ai monsoni, grandi a frequenti rovesci soprattutto nelle ore pomeridiane.

Alla scoperta dei grandi parchi nazionali della Tanzania

La Tanzania è la patria dei parchi nazionali: se ne contano ben sedici in questo Paese in cui il 30% del territorio è tutelato all’interno di aree naturali protette. I parchi nazionali più famosi? Il Parco del Serengeti, la riserva naturale di Ngorongoro, il Tarangire National Park e il Parco Nazionale del Kilimangiaro.

Il Parco Nazionale del Serengeti permette di assistere, nei mesi che vanno da fine dicembre a marzo, allo spettacolo della Grande Migrazione, la transumanza della fauna selvatica che si sposta verso sud. Si possono ammirare anche gli spostamenti degli gnu tra maggio e settembre, o ancora le nascite vicino alle pianure Ndutu, a febbraio.

Parco nazionale del Serengeti, in Tanzania

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Parco nazionale del Serengeti, Tanzania

Anche la Riserva naturale di Ngorongoro merita una visita (durante tutto l’anno). Sorge vicina al Kilimangiaro e presenta un grande cratere vulcanico al cui interno si trova un lago, ed è la casa di elefanti e rinoceronti neri. Tanti non rinunciano anche a fare percorsi naturalistici sui pendii della montagna più alta dell’Africa, ovvero il Kilimangiaro.

Non mancano poi i safari al Parco nazionale del Tarangire, nella Tanzania settentrionale, caratterizzata da secolari baobab e popolata da branchi di elefanti e, durante la stagione secca, anche da bufali, giraffe, gazzelle, leoni e ghepardi.

Altri preziosi parchi nazionali protetti sono: Lake Manyara National Park, Riserva di caccia del Selous, Ruaha National Park e Mikumi National Park. Nella regione occidentale del Paese si trova anche il Parco nazionale del Gombe Stream, fondato per la tutela e lo studio degli scimpanzé.

Cratere Ngorongoro, parco della Tanzania

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Riserva naturale Ngorongoro, Tanzania

Zanzibar e le altre spiagge della Tanzania

Non si può nominare la Tanzania senza che la mente vada subito a Zanzibar. La costa di questa perla africana è un tripudio di spiagge paradisiache e isolette altrettanto splendide in cui trascorrere piacevoli momenti di puro relax in ambientazioni dalle mille e una notte.

Zanzibar, tra queste, è la regina indiscussa: splendide spiagge con acque turchesi e sabbia bianchissima, caratterizzata da un pittoresco centro storico. Il luogo perfetto per immersioni subacquee, per fare snorkeling e per nuotare insieme ai delfini.

Zanzibar, paradiso terrestre in Tanzania

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Zanzibar, Tanzania

Ma ci sono altre isolette che non hanno nulla da invidiare alla più celebre Zanzibar (che in realtà si chiama Unguja e che prende il nome dall’arcipelago di Zanzibar essendo quella principale): sono le isole di Mafia, angolo di paradiso a soli 25 km dalla costa del continente africano, e Pemba, il cui entroterra è ricco di piantagioni di chiodi di garofano e noci di cocco.

Altre località frequentate dai numerosi turisti che scelgono la Tanzania come meta per le loro vacanze sono Dar Es Salam, corrispondente alla città principale del Paese, Bagamoyo, di fronte a Zanzibar, e più a nord Pangani, meno conosciuta ma formata da finissima sabbia candida, pochi affollamenti turistici e resort tranquilli in cui soggiornare.

Altri consigli utili prima di partire per la Tanzania

Programmando la prossima vacanza in Tanzania è bene tenere a mente che è necessario presentare un visto d’ingresso per poter visitare il Paese. Il documento deve essere richiesto per tempo seguendo una procedura esclusivamente online gestita dal Consolato Onorario di Milano. Inoltre per entrare nel Paese è necessario che il vostro passaporto abbia almeno sei mesi di validità residua. Per evitare spiacevoli imprevisti controllate quindi per tempo i vostri documenti facendo bene i conti con il programma del viaggio e le date di validità del passaporto.

Secondo quanto riportato dalla Farnesina, è obbligatorio inoltre stipulare prima della partenza, sia per la Tanzania che per Zanzibar, una “Certificazione Internazionale di Assicurazione Sanitaria”, che copra le spese mediche e l’eventuale rimpatrio aereo sanitario del paziente.

Per ogni altra informazione in merito ad eventuali vaccinazioni e ai luoghi in Tanzania nei quali la sicurezza non è garantita, è importante informarsi tramite il sito ufficiale ViaggiareSicuri della Farnesina.

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Stone Town, cosa vedere nella città vecchia Patrimonio Unesco

Una delle destinazioni da inserire nel proprio itinerario quando si fa un viaggio a Zanzibar è Stone Town, la parte vecchia della colorata Capitale dell’arcipelago, che vanta una grande storia e un particolare passato da cui deriva il suo nome. Non serve trascorrerci molto tempo, ma sicuramente questo è un luogo in grado di colpire i visitatori, che qui arrivano prima di dirigersi a scoprire la natura straordinaria di questa zona del mondo.

Stone Town, informazioni utili

La Stone Town di Zanzibar è conosciuta anche come Mji Mkongwe, che tradotto vuol dire “città vecchia”. Il suo nome deriva dal fatto che i suoi edifici antichi sono costruiti in pietra, pur presentando un’architettura che riflette la molteplicità di influenze che definiscono la cultura swahili in generale: ci sono elementi moreschi, arabi, persiani, indiani ed europei.

Non è quindi difficile immaginare perché la città sia stata dichiarata patrimonio dell’umanità dall’Unesco: merito della sua importanza storica e della sua architettura.

Una graziosa località che accoglie il visitatore con un labirinto di vicoli ricchi di case, negozi, bazar e moschee. Tuttavia (e purtroppo) la situazione non è delle più rosee: il patrimonio architettonico di Stone Town è in gran parte in declino, anche a causa della friabilità della pietra locale, tanto che dei suoi circa 1600 edifici solo un 10% riceve manutenzione. Nonostante questo – che ci auguriamo possa trovare presto una soluzione -, una visita a Stone Town vale certamente la pena farla.

Stone Town, Zanzibar

Fonte: iStock – Ph: cinoby

Tra i vicoli di Stone Town

Cosa vedere a Stone Town

Una delle attrazioni principali di Stone Town è senza ombra di dubbio il suo Forte Arabo, una struttura in pietra che nel corso della sua storia è stata utilizzata in diverse maniere: è servita per difendere la città dagli attacchi degli incursori, ma ha ricoperto anche i ruoli di prigione, caserma e deposito di materiale.

Al giorno d’oggi è uno dei cuori pulsanti della cittadina, in cui si riuniscono abitanti e turisti che qui possono partecipare a diversi eventi. Inoltre, al suo interno è possibile passeggiare tra diversi negozi e in un ampio giardino, attualmente adibito a teatro.

A non troppa distanza da questo edificio sorge la struttura più importante di Stone Town: il Palazzo delle Meraviglie. Si tratta della più grande opera architettonica di Zanzibar, che colpisce perché si specchia sul mare. Tra le sue pareti è possibile visitare un modernissimo museo, e al contempo sentirsi catapultati indietro nel tempo grazie alle sue mura merlate. Una piccola curiosità: il suo importante nome deriva dal fatto che fu il primo palazzo della città ad avere la corrente elettrica ed anche il primo edificio dotato di ascensore di tutta l’Africa Orientale.

Voliamo ora presso la Cattedrale anglicana chiesa di Cristo, che al suo interno conserva un altare in cui riposano le spoglie del terzo vescovo di Zanzibar, che è stato anche colui che l’ha voluta far costruire. Ma non è tutto, perché questa struttura possiede una peculiare volta a botte e una croce di legno costruita con l’albero ai cui piedi venne seppellito il cuore di Livingston, nei pressi di lago Bangweulu in Zambia.

Poi ancora il Vecchio Dispensario, edificato per commemorare il giubileo d’oro (cinquantenario dell’incoronazione) della Regina Vittoria, che è forse il palazzo più decorato della città, tanto da presentarsi ai suoi visitatori con balconi intagliati, stucchi e mosaici alle finestre.

Vecchio Dispensario, Stone Town

Fonte: iStock

Veduta del Vecchio Dispensario di Stone Town

Molto interessante è anche la casa di David Livingston che si distingue per essere una elegante residenza in cui soggiornò anche l’esploratore britannico, che scelse questa città come sua musa per pianificare il suo ultimo viaggio nell’entroterra della Tanzania, alla ricerca delle sorgenti del Nilo.

Infine la casa di Freddie Mercury, perché è proprio a Stone Town che questo indimenticabile artista è venuto al mondo. Per questo motivo, si ha la possibilità di scoprire la casa dove questa icona musicale è nata, anche se purtroppo non è valorizzata come dovrebbe.

Un tuffo nella cultura di Stone Town: musei e molto altro ancora

Per capire più a fondo la storia e la cultura di Stone Town vale la pena fare una visita al piccolo museo dedicato agli schiavi che sorge accanto alla Cattedrale anglicana chiesa di Cristo: grazie al supporto di una guida locale, si può conoscere gran parte del sistema di condotti sotterranei e delle celle in cui venivano rinchiusi questi poveri uomini.

Di fronte al Forte Arabo ci sono i preziosi Giardini di Forhodani che, soprattutto al calar della sera, permettono di fare una vera e propria immersione in parte della cultura locale: qui prende vita un mercatino pieno di bancarelle tipiche che vendono pietanze della cultura culinaria zanzibarina.

Di notevole interesse è anche il Museo del Memoriale della Pace che si fa spazio all’interno di un edificio storico e che espone molti reperti della storia di Zanzibar, tra cui l’attrezzatura medica di David Livingston, alcuni elementi dell’antica ferrovia, monete, francobolli ed esempi di artigianato locale. I giardini del museo sono invece la dimora di alcune tartarughe giganti di Aldabra.

Il Museo del Palazzo si trova tra il Palazzo delle Meraviglie e il Vecchio Dispensario, e si distingue per essere un grande edificio a tre piani dedicato al sultano Khalifa bin Haroub e alle sue due mogli.

All’interno del Vecchi Dispensario, invece, vale la pena scoprire il piccolo museo sulla storia di Zanzibar, che raccoglie foto d’epoca del lungomare.

Infine, il mercato di Darajani che è il cuore pulsante della città e che è pieno di bancarelle che vendono spezie, frutta, verdura, pesce, carne e ogni genere di piccola attrezzatura. Come è possibile immaginare, da queste parti è obbligatorio trattare.

Mercato di Darajani, Stone Town

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A spasso per il mercato di Darajani
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Benvenuti ad Arusha, la capitale mondiale del safari

Nel nord della Tanzania, si scopre una città vivace e colorata incastonata sotto le cime del Monte Meru e circondata da lussureggianti piantagioni di caffè. Si tratta di Arusha, capoluogo dell’omonima regione, conosciuta ovunque come la capitale mondiale del safari. Questo luogo è, infatti, la porta d’acceso al Circuito del Nord, conosciuto per le vaste zone selvagge, ed è un importante punto di partenza per i visitatori in cerca di esperienze memorabili tra incredibili paradisi naturali.

Arusha, una città dalle mille sorprese

Se si parla di safari nel nord della Tanzania, viene subito in mente la città di Arusha, che rappresenta il punto di partenza per tutte le avventure più sognate. Il paesaggio intorno è dominato da due imponenti montagne che sembrano sorgere dal nulla. Il Kilimanjaro è il monte più alto e grandioso dell’Africa, con i suoi fianchi glaciali e la sua cima innevata, mentre il Meru è un ‘cugino’ più modesto, ma sempre di altezza notevole, con i suoi 4.566 metri, e può essere scalato in un paio di giorni. Entrambi offrono agli escursionisti appassionati la possibilità di raggiungere il “Tetto dell’Africa” e di ammirare le più belle destinazioni safari della regione.

Sebbene si trovi vicino all’equatore, l’altitudine di Arusha a 1.400 metri offre un clima temperato e confortevole, donando alla città una vegetazione lussureggiante. Scoprirete che è una metropoli verde sorprendentemente grande, in cui le influenze culturali di diverse nazionalità hanno lasciato il segno nell’architettura, nella cultura mercantile, nella vita notturna e nella scena gastronomica. Dai dala-dala che percorrono le strade, ai grattacieli e ai centri commerciali, dal cratere del lago Duluti ai vivaci mercati, alle bancarelle di street food fino a un illuminante Museo Nazionale, Arusha offre una varietà incredibile di attrazioni interessanti.

Un’esplorazione di questa meta cosmopolita e vibrante vi offrirà ogni sorta di intrattenimento, storia, shopping e sorprese culinarie. Se volete farvi un giro tra i quartieri più importanti, recatevi alla Central Business Area, la zona centrale degli uffici, dove si trova il campanile, a Sekei, per la vivace  vita notturna, a Njiro, sobborgo meridionale in rapida espansione, o a Tengeru, rinomato quartiere-mercato nella zona orientale.

Oltre a vantare tesori inaspettati, Arusha è anche un importante polo diplomatico: qui, nel 1994 il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite stabilì che si insediasse il Tribunale penale internazionale per il Ruanda, e dal 2004 è sede della Corte Africana dei Diritti umani.

La capitale mondiale del safari

Grazie alla sua posizione strategica fra i principali parchi della Tanzania, Arusha è un importante punto di partenza per i safari diretti al Cratere di Ngorongoro e alla Gola di Olduvai, al Serengeti, al Monte Kilimanjaro e al Monte Meru, al Lago Manyara e al Tarangire. Il turismo è la spina dorsale dell’economia della città, con la maggior parte degli enti del Paese situati all’interno o nei pressi di questa destinazione.

Alcuni dei parchi nazionali più spettacolari dell’Africa sono proprio vicino al centro urbano e da qui partono gli itinerari alla scoperta dei paradisi più selvaggi della regione.  Merita però una visita anche il Parco Nazionale di Arusha, nella periferia della città, che incorpora il Monte Meru e ospita una varietà di animali selvatici tra cui giraffe, ippopotami, zebre, elefanti, leopardi, iene e antilopi. Per non parlare dello spettacolare scenario di montagne, crateri e praterie.

Infine, se prima di visitare le destinazioni del safari o sulla via del ritorno desiderate trascorrere una notte ad Arusha, troverete tante opzioni di alloggi, senza dovervi preoccupare troppo del budget, perché si può scegliere tra diverse soluzioni economiche, e nel frattempo godere di attrazioni uniche.

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Tutti i misteri e i segreti del Lago Natron

Siamo tutti consapevoli che il nostro pianeta nasconde luoghi avvolti dai più fitti misteri. Alcuni di questi non hanno ancora trovato una soluzione, altri invece sono stati svelati e sono anche piuttosto curiosi. È il caso dell’enigma che caratterizza il Lago Natron, un bacino d’acqua salata che si trova a nord della Tanzania, che ha una peculiarità alquanto unica nel suo genere: è di un colore rosso scuro e profondo con striature biancastre superficiali. In più, è famoso per “pietrificare” gli animali.

Lago Natron, di colore rosso e che pietrifica

Incontaminato, aspro e senza ombra di dubbio affascinante, il mistico Lago Natron è situato in Tanzania a circa 600 metri di altitudine nella Rift Valley, vicino al confine con il Kenya. Profondo appena 3 metri, è dominato dall’imponente profilo dell’Ol Doinyo Lengai, uno stratovulcano il cui nome nella lingua della popolazione Masai che vive in zona vuol dire “Montagna di Dio”.

Come vi accennavamo in precedenza, questo lago tanto straordinario quanto ambiguo vanta sfumature che variano dal bianco, al rosa e al marrone, in base ai periodi dell’anno. A mutare però sono anche le sue dimensioni, tanto che durante la stagione secca le sue acque si ritirano fino a lasciare scoperti grandi pezzi di terreno che a loro volta vengono ricoperti da una spessa crosta salina.

La sua acqua può raggiungere temperature molto elevate, e per questo motivo il Lago Natron si rivela una meta assolutamente amata da alcuni degli uccelli più affascinanti che esistano: i fenicotteri rosa. A creare però un vero e proprio mistero non è solo la sua colorazione, è anche il fatto che molti animali che si avvicinano alle sue rive rimangono pietrificati. Ma da cosa dipende tutto questo?

Lago Natron colore rosso

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Veduta del Lago Natron

Da cosa è dovuta la colorazione

Uno dei motivi per cui il Lago di Natron è così famoso, e anche uno dei paesaggi più amati dell’Africa, è la colorazione dalle mille sfumature di rosso delle sue acque. Queste tonalità scure e profonde, ogni tanto interrotte da striature biancastre superficiali, sono dovute all’accumulo di sodio.

Nel Natron, infatti, si verificano intensi cicli di evaporazione che comportano, durante la stagione asciutta, un eccessivo aumento del livello di salinità. Tale condizione fa sì che colonie di microrganismi comincino rapidamente a prosperare. Si tratta principalmente di piccoli batteri che si nutrono attraverso la luce solare e che contengono il pigmento rosso vivo, ossia il responsabile del colore di questo misterioso lago.

Perché il Lago Natron pietrifica gli animali?

Il paesaggio che sembra di un altro pianeta e il colore rosso intenso che va a creare armonia col bianco, non sono le uniche caratteristiche che rendo il Natron un lago unico nel suo genere. Questo posto magico è anche famoso per il fatto che “pietrifica” gli animali, anche se in realtà più che trasformarli in pietra li imbalsama. Ma come è possibile questo fenomeno?

Il nome di questo bacino della Tanzania non è Natron a caso. Il lago prende infatti il suo titolo dal carbonato decaidrato di sodio, noto anche come “natron”. Caratterizzato da un pH alto, compreso tra 9 e 10.5,  possiede un’acqua alcalina che è nociva per quasi tutte le forme di vita essendo fortemente caustica, tanto che alcune specie sembrano rimanere pietrificate.

Questo particolare fenomeno è dovuto dal carbonato di cui vi parlavamo poco sopra che riesce a trasformare il lago in una sorta di sostanza simile all’ammoniaca. Un ambiente particolarmente ostile causato soprattutto dall’Ol Doinyo Lengai, ovvero l’unico vulcano del nostro pianeta che ancora erutta una delle lave più strane della Terra: la natrocarbonatite, che è in grado di bruciare la pelle e gli occhi della maggior parte degli animali.

Vulcano Ol Doinyo Lengai

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L’impetuoso profilo dell’Ol Doinyo Lengai

Non a caso facendo un lungo salto indietro nel tempo si scopre che nell’Antico Egitto il natron veniva utilizzato nei processi di imbalsamazione per la sua caratteristica di prosciugare l’acqua. Una sostanza che impedisce perciò ai corpi di decomporsi, ma non a quelli dei meravigliosi fenicotteri perché possiedono uno strato protettivo corneo su zampe e becco che li rende totalmente immuni.

La verità, quindi, è che il lago Natron non fa diventare di pietra gli esseri viventi: essendo un ambiente molto complesso per numerose specie, le creature che vi finisco all’interno sono in realtà già morte, e quindi l’acqua del Natron con le sue caratteristiche riesce a preservare i loro resti imbalsamandoli.

Cosa succede se entri nel Lago Natron?

A documentare il fenomeno dei tanti animali che sono usciti imbalsamati dal Lago Natron sono stati numerosissimi fotografi. Ma cosa succederebbe se fosse un essere umano a nuotare in questo stesso lago?

La buona notizia è che no, non ne uscirebbe imbalsamato. Tuttavia, non passerebbe nemmeno uno delle sue migliori giornate. In primis per le alte temperature delle acque – si parla anche di 60°- , poi a causa dei i grumi di sale che sono particolarmente affilati, e infine per il pH del lago che può scatenare delle ustioni corrosive. Oltre a non essere possibile entrare, è proprio una follia completa farlo.

Come visitare il Lago Natron

Visitare questo sorprendente lago è chiaramente fattibile e, anzi, dovrebbe essere una tappa obbligatoria di qualsiasi itinerario in Tanzania. Il solo paesaggio infatti vale il viaggio completo, anche se il tragitto per arrivarvi non è di certo dei più semplici.

Tuttavia, a colpire il visitatore è anche la remota campagna circostante in cui brucano zebre, giraffe, gnu e struzzi. Particolarmente consigliato è il periodo che va da giugno a novembre perché sulle sponde del lago si riuniscono fino a tre milioni di fenicotteri che regalano certamente un ambiente più poetico che misterioso.

Per visitare questo angolo di mondo altamente affascinante, a disposizione del viaggiatore ci sono una serie di tour organizzati che spesso prevedono anche dei safari. Il tutto mentre si rimane ammaliati anche dall’ambiente circostante dove svetta il perfetto cono del vulcano Ol Doinyo Lengai che si innalza fino a 2.890 metri sopra la piatta superficie salina del lago e che può essere scalato per circa 1.000 metri di dislivello.

Va però specificato che la salita è molto impegnativa, anche se una volta in cima la vista ripagherà ogni fatica provata. Scendendo dal vulcano, poco prima di arrivare sulle rive del Natron, si incontrano le affascinanti gole di Ngara Sero dove in questo caso sì, è possibile fare un bagno rigenerate.

Possiamo quindi concludere con un’indiscutibile certezza: il Lago Natron è uno di quei posti del mondo che deve assolutamente essere inserito nella lista dei desideri dedicata ai viaggi.

I fenicotteri al lago Natron

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Lo spettacolo dei fenicotteri al lago Natron
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Nel paradiso dei Big 5 come Ilary Blasi (senza Totti)

Lanciata la “bomba“, che ancora sta facendo disperare i tifosi della Roma e tantissimi amanti del gossip, Ilary Blasi ha fatto le valigie, preso su i tre figli avuti dall’ormai ex marito Francesco Totti, prenotato biglietti di Business e un jet privato ed è volata, accompagnata dalla sorella Silvia, in Tanzania.

Per chi ancora non lo sapesse – e, in Italia, forse si contano sulle dita di una mano – Totti e la Blasi hanno rilasciato un comunicato stampa in cui annunciano la separazione. Apriti cielo. Sono giorni che non si parla d’altro. Anche perché, dietro la separazione, dopo vent’anni di matrimonio, ci sarebbero tradimenti da parte di entrambi, foto scottanti e altre porcherie.

Non ci ha pensato su due volte, Ilary. Non si è posta il problema della sicurezza e della situazione pandemica nel Paese, cosa che invece sta impedendo a milioni di italiani di fare viaggi long distance (quasi l’80% quest’anno resterà in Italia, pochissimi andranno fuori dai confini nazionali e una manciata solo oserà viaggiare oltreoceano).

Del resto, nel lodge di lusso dove ha deciso di soggiornare il distanziamento è assicurato e la sanificazione degli ambienti è scontata. E poi, è tutto all’aperto, con vista sulla savana.

Dalle immagini postate su Instagram si vede una gigantesca terrazza con salotto che guarda negli occhi i Big Five.

Anche la jeep con cui Ilary e la famiglia fanno i safari all’alba e al tramonto (i momenti migliori per avvistare gli animali) sono aperte, quindi niente mascherina, finalmente.

La Tanzania e i Big 5

La Tanzania è uno Stato africano ricco di parchi nazionali: se ne contano ben 16 sedici e 639 riserve e, nel Paese, più del 30% del territorio è all’interno di un’area naturale protetta. I parchi più famosi sono il Parco Nazionale del Serengeti, la riserva naturale di Ngorongoro, il Tarangire National Park, il Lake Manyara National Park, la Riserva di caccia del Selous, il Parco Nazionale del Kilimangiaro, il Ruaha National Park e il Mikumi National Park. Nella regione occidentale del Paese si trova il Parco nazionale del Gombe Stream, che si occupa della tutela e dello studio degli scimpanzé.

Il Serengeti ha una delle maggiori concentrazioni di fauna del mondo. L’unica legge vigente è quella del ‘chi mangia chi’ e i ranger locali stanno molto attenti a non intervenire sulla natura anche quando questa può sembrare crudele: spesso capita che i cuccioli non sopravvivano all’attraversamento del fiume durante la grande migrazione.

Il paesaggio incontaminato è di certo uno dei più grandi punti di forza della Tanzania e questo la trasforma nella meta ideale dove fare devi veri e propri safari senza trovare nessuno. La stagione secca, quella che va da maggio a ottobre, è la più propizia per avvistare i grandi mammiferi e i predatori.

È stato stimato che qui viva il 20% dei grandi mammiferi dell’intera Africa. Per loro, come per i turisti, la Tanzania è bella e ospitale, con i suoi fiumi e i suoi grandi laghi – Vittoria, Tanganyika, Nyasa – la vasta pianura, i monti Meru (4.556 metri) e il Kilimangiaro (5.895 metri, la cima più elevata dell’Africa) e la bassa fascia costiera.

Inoltre, è uno dei pochi luoghi dell’Africa dove si possono avvistare i cosiddetti “Big five” in una sola volta ovvero il leone, il leopardo, il bufalo, il rinoceronte e l’elefante.

Zanzibar e la costa della Tanzania

La costa della Tanzania offre diverse spiagge che sono dei veri e propri angoli di paradiso. Una delle mete più gettonate, soprattutto dagli italiani, è l’sola di Zanzibar, famosa per le spiagge di sabbia finissima e l’acqua color smeraldo.

Altre località frequentate dai turisti che scelgono la Tanzania come meta per le vacanze sono Dar Es Salam, Bagamoyo e Mafia Island. Le spiagge della Tanzania sono per tanti un luogo dove rilassarsi lontani dallo stress, circondati da un ambiente naturale unico e incontaminato. Proprio ciò di cui hanno bisogno Ilary e soprattutto i figli.