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Pompei, dal 7 settembre al via le visite serali

Un’esperienza che trasporta gli spettatori indietro di quasi duemila anni, a quella fatidica notte del 79 d. C. precedente all’eruzione che cancellò la città di Pompei e la sua popolazione dalla faccia della Terra. Dal prossimo sabato 7 settembre, e per tutti gli altri sabati del mese di settembre, prendono il via gli appuntamenti serali nel sito archeologico, uno spettacolo incredibilmente suggestivo all’interno degli scavi.

Le passeggiate serali a Pompei

Le passeggiate serali a Pompei prevedono due itinerari, nello splendido scenario degli scavi archeologici dell’antica città alle falde del Vesuvio che nel 1997 è entrata a far parte della lista dei Patrimoni dell’umanità dell’Unesco con accesso ad alcune case del lato orientale della città antica e alla Palestra grande, e dall’altro lato alla Villa dei Misteri, uno degli edifici più visitati degli scavi di Pompei, soprattutto per la serie di affreschi del triclinio, raffiguranti riti misterici, ben conservati, da cui la struttura prende il nome.

Primo itinerario

Il primo itinerario parte da piazza Anfiteatro e prevede una passeggiata tra alcune delle più eleganti domus pompeiane: i Praedia di Giulia Felice, una villa urbana con ampio giardino e dallo scenografico porticato con colonne in marmo scanalate, la Casa della Venere in Conchiglia, che prende il nome dal grande affresco che si trova su una parete del giardino, e la casa di Loreio Tiburtino. Il percorso include l’accesso alla mostra “L’altra Pompei. Vite comuni all’ombra del Vesuvio” allestita nella Palestra grande degli scavi.

Da piazza Anfiteatro partirà anche l’attività dedicata ai bambini e alle loro famiglie, organizzata dal Pompeii Children’s Museum, che prevede la visita didattica speciale nelle domus del percorso, preceduta da una performance nella Casa Rosellino, sotto il grande Cavallo rosso di Mimmo Paladino.

Il costo è di 5 euro, oltre al biglietto d’ingresso al sito pari a 7 euro, e la durata della visita + performance è di circa un’ora e 40 minuti, con inizio alle ore 20.00. Gli orari delle passeggiate serali per il percorso da Anfiteatro sono i seguenti: 19.30-23.30 con ultimo ingresso alle 21.45.

Secondo itinerario

Il secondo itinerario, incluso nel biglietto d’ingresso di 7 euro, prevede l’accesso diretto dalla strada urbana esterna alla Villa dei Misteri illuminata. L’orario di accesso alla villa è dalle 19.30 alle 23.30, con ultimo ingresso alle 22.30. La durata del percorso è di circa 40 minuti. Sarà possibile usufruire del servizio navetta Pompeii Artebus in partenza da piazza Esedra. È consigliata la prenotazione online.

Un modo originale ed emozionante per visitare gli scavi di Pompei, che al tempo dell’antica Roma era una cittadina florida e pulsante. Un luogo che tutt’oggi rappresenta la maggiore espressione urbanistica e architettonica dell’ingegneria dell’epoca, ma anche un ricordo, a causa dell’eruzione, triste e malinconico di un popolo scomparso sotto la lava e la cenere.

Visite notturne ad altri siti

Le visite notturne prevedono anche quelle ad altri luoghi tra cui Villa Arianna e Villa San Marco, il Museo archeologico libero D’Orsi a Stabia, Villa di Poppea a Oplontis, l’Antiquarium e Villa Regina a Boscoreale. La Villa di Poppea a Oplontis è la maestosa dimora attribuita alla seconda moglie di Nerone e sarà aperta per le passeggiate serali del 7 settembre in occasione della Notte Bianca, organizzata dal comune di Torre Annunziata, e a seguire il 13 settembre. Il percorso serale consente di ammirare anche la suggestiva esposizione di statue e opere che arricchiscono la visita agli ambienti della villa, nell’ambito di un progetto di Museo diffuso permanente. Per la Notte Bianca sono in programma visite sul tema “Vinalia Rustica” con degustazione di vini locali e lettura di versi di poeti greci e latini a cura dell’Archeoclub di Torre annunziata – “Mario Prosperi”.

La Villa Arianna e Villa San Marco a Castellammare di Stabia, due esempi di grandiose ville aristocratiche romane, un tempo con affaccio panoramico sul mare, saranno visitabili di sera il 13 e il 20 settembre.

Anche il Museo archeologico di Stabia, presso la Reggia del Quisisana, sarà visitabile la sera del 13 e del 20 settembre, nel suo allestimento di recente rinnovato e arricchito di nuovi reperti provenienti dal territorio e dalle ville di Stabia. Il 13 settembre è prevista anche l’apertura straordinaria dei depositi archeologici. A conclusione del percorso di visita del museo, il visitatore sarà calato fisicamente nei sotterranei del palazzo reale, per visitare il nuovo allestimento dei depositi.

L’Antiquarium di Boscoreale e la Villa Regina saranno aperti il 7, 14 e 21 settembre. La passeggiata serale consente la vista a Villa Regina, un esempio di fattoria romana dedita alla produzione del vino, e all’Antiquarium che dall’anno scorso espone, oltre e reperti del territorio vesuviano, anche una nuova sala interamente dedicata alle recenti scoperte della villa suburbana in località Civita Giuliana, tra le quali il celebre carro cerimoniale e il calco del cavallo.

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Pompei sorprende ancora, la nuova scoperta dell’eruzione

Proseguono con successo le ricerche archeologiche nella Regio IX, Insula 10 di Pompei, un’area particolarmente ricca di scoperte che da tempo alimenta l’interesse degli studiosi. Le indagini in corso, parte di un progetto più ampio volto a mettere in sicurezza i fronti di scavo, hanno recentemente portato alla luce un altro importante ritrovamento: un piccolo ambiente che custodisce i resti di due vittime dell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.

La nuova scoperta negli Scavi di Pompei

Questa nuova scoperta, oggetto di un primo inquadramento scientifico pubblicato sull’E-Journal degli Scavi di Pompei, ci riporta ai tragici istanti della catastrofe. All’interno del vano scoperto, un cubicolo adibito a stanza da letto temporanea, sono stati trovati i corpi di un uomo e di una donna. Quest’ultima, sul letto, portava con sé un piccolo tesoro composto da monete d’oro, d’argento e di bronzo, oltre a preziosi monili, tra cui orecchini in oro e perle, testimonianze della ricchezza e dello status sociale della vittima.

Il cubicolo, situato alle spalle del Sacrario blu, già documentato in precedenti scavi, e con accesso dal grande salone decorato in II stile, sembra fosse utilizzato come rifugio durante i lavori di ristrutturazione della casa. Le due vittime, sperando di sfuggire alla pioggia di lapilli che stava invadendo ogni spazio della domus, si rifugiarono in questa stanza, ignare del tragico destino che le attendeva.

L’ambiente, grazie alla porta chiusa, rimase sgombro dalle pomici, a differenza del salone adiacente, che si riempì rapidamente, bloccando la possibilità di fuga ai due sfortunati. Intrappolati nell’angusto spazio, furono infine travolti dai letali flussi piroclastici.

Le impronte nella cenere, perfettamente conservate, hanno permesso agli archeologi di ricostruire l’arredamento della stanza, rivelando la presenza di un letto, una cassa, un candelabro in bronzo e un tavolo con piano in marmo, ancora ornato con suppellettili in bronzo, vetro e ceramica. Questi reperti offrono uno spaccato straordinario della vita quotidiana a Pompei, permettendo di approfondire le conoscenze sulla società pompeiana e sulle tragiche storie individuali che si intrecciano con il dramma collettivo dell’eruzione.

I progetti del Parco Archeologico di Pompei

Il progetto di scavo in questione si inserisce in un più ampio approccio multidisciplinare adottato negli ultimi anni dal Parco Archeologico di Pompei. Questo metodo mira non solo alla conservazione del sito, ma anche al miglioramento dell’assetto idrogeologico e della sicurezza dei fronti di scavo. Sulla base dei dati raccolti, il Parco sta adattando continuamente le proprie strategie, concentrandosi sul restauro, la salvaguardia e l’accessibilità del patrimonio, e delimitando con precisione le nuove aree di scavo all’interno della città sepolta.

Contemporaneamente, il Ministero della Cultura e il governo hanno destinato importanti investimenti a nuovi scavi nel territorio circostante, tra cui Civita Giuliana, Villa dei Misteri e l’antica Oplonti nel Comune di Torre Annunziata. Questi interventi consentiranno di arricchire ulteriormente la nostra comprensione della vita nell’antica Pompei e nei suoi dintorni.

Secondo Gabriel Zuchtriegel, Direttore del Parco Archeologico di Pompei, l’analisi dei dati antropologici relativi alle vittime rinvenute fornirà informazioni preziose sulla vita quotidiana degli antichi pompeiani e sulle loro microstorie. “Pompei rimane un grande cantiere di ricerca e restauro”, – ha dichiarato Zuchtriegel, – “ma nei prossimi anni ci aspettiamo importanti sviluppi negli scavi archeologici e nella valorizzazione del territorio, anche grazie agli investimenti Cipess recentemente annunciati dal Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano”.

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Sta per nascere il Percorso degli Olimpionici, la nuova ciclopedonale che porta a Pompei

Quello che sta per nascere è un itinerario epico che, una volta terminato, condurrà i visitatori verso una delle mete più visitate d’Italia, attraversando un paesaggio incantevole, a dir poco. Siamo in dirittura d’arrivo nella realizzazione della nuova ciclopedonale che prende il nome di Percorso degli Olimpionici e che va da Vico Equense fino a Pompei, passando per Castellammare di Stabia e altri incantevoli luoghi campani. Un’opera meravigliosa e paesaggisticamente tra le più belle mai realizzate. I lavori dovrebbero terminare entro il 2025. Ma vediamo di cosa si tratta nel dettaglio.

Il Percorso degli Olimpionici

Il nome Percorso degli Olimpionici è nato dal fatto che questo itinerario, non ancora tracciato ufficialmente, viene utilizzato frequentemente da atleti professionisti per allenarsi nelle loro discipline. Una volta ultimato, dunque, potrà essere sfruttato al massimo prima di tutto dai professionisti, ma anche da tanti ciclisti e camminatori amatoriali, in un contesto meraviglioso che tutto il mondo ci invidia.

Il nuovo Percorso degli Olimpionici permetterà di godere delle eccellenze paesaggistiche di questo tratto di costa della Campania, ma anche culturali, visto che l’itinerario si conclude niente meno che a Pompei, il sito archeologico più visitato d’Italia dopo il Colosseo, specialmente d’estate, quando i turisti – soprattutto stranieri – affollano questa zona. E si sa quanto gli stranieri, specie i nordici, amino fare hiking o fare vacanze in bicicletta.

Le tappe del percorso

Una volta realizzata, questa grandiosa opera metterà anche a sistema numerose attività turistiche che si trovano lungo il tracciato, dal Parco archeologico di Pompei al Santuario della Madonna di Pompei alla città di Castellammare di Stabia con il suo centro storico e le terme alla città turistica di Vico Equense attraverso lo straordinario lungomare.

Un itinerario sostenibile

Inoltre, il tracciato sarà utile per favorire e promuovere un elevato grado di mobilità ciclistica e pedonale, alternativa all’uso dei veicoli a motore, sviluppando così un’attenzione sempre crescente a forme di mobilità alternativa, rispettose dell’ambiente e che non producano inquinamento.

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Pompei non smette di stupire, scoperta nuova iscrizione su tomba negli scavi

Gli scavi archeologici di Pompei sono famosi in tutto il mondo e sono uno dei luoghi più visitati del Belpaese e della Campania. Ancora oggi, Pompei non smette di sorprendere: una nuova scoperta, avvenuta durante i lavori per la realizzazione di un intercapedine, porta alla luce un glorioso passato militare del militare spagnolo Numerio Agrestino. Ecco di cosa si tratta.

La carriera militare di Numerio Agrestino

Una straordinaria carriera militare e una vita di ritiro a Pompei sono stati portati alla luce da un’iscrizione sulla tomba di Numerio Agrestino, prefetto del genio militare. La scoperta è avvenuta durante i lavori per la costruzione di un’intercapedine per la biblioteca del Parco Archeologico di Pompei. Le informazioni sono state pubblicate sull’E-Journal degli Scavi di Pompei, la rivista online che fornisce aggiornamenti sulle nuove scoperte nel sito archeologico.

Gli studiosi Maria Chiara Scappaticcio, professore ordinario di lingua e letteratura latina presso l’Università Federico II di Napoli, e Alberto Dalla Rosa, professore ordinario di Storia Romana presso l’Université Bordeaux Montaigne, hanno contribuito alla lettura e all’interpretazione dell’iscrizione.

Durante gli scavi per l’intercapedine, sono state trovate le due estremità di una tomba a forma di semicerchio, tipica di Pompei. Queste tombe, chiamate “a schola”, consistono in una panchina emiciclica in tufo, decorata alle estremità con zampe di leone. Di fronte a questa scoperta, i responsabili del Parco hanno deciso di ampliare gli scavi e di musealizzare il monumento funerario nei pressi della nuova biblioteca. La tomba può essere datata all’epoca dell’imperatore Augusto (27 a.C. – 14 d.C.).

Numerio Agrestino, tomba a Pompei

Fonte: ANSA

Gli scavi della tomba di Numerio Agrestino a Pompei

L’iscrizione sullo schienale della panchina rivela l’identità del defunto, offrendo alcune sorprese agli archeologi. Numerio Agrestino, figlio di Numerio, era un Eques (cavaliere) di nome Pulcher, tribuno militare e prefetto del genio militare. Ha ricoperto anche la carica di prefetto degli Autrygoni e di Duumvir, la magistratura più alta a Pompei. La sepoltura è stata concessa su decreto del consiglio cittadino.

È interessante notare che Numerio Agrestino è già noto grazie a un’altra iscrizione funeraria nella necropoli di Porta Nocera, dove sua moglie, Veia Barchilla, aveva commissionato un monumento cilindrico per sé e per il marito.

Il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha commentato il ritrovamento, sottolineando l’importanza di Pompei nel fornire nuove informazioni sulla società dell’epoca. Ha anche menzionato l’investimento di risorse per una campagna di scavi nazionale nella Legge di Bilancio, che ha permesso di ampliare gli scavi in diversi parchi archeologici, compreso Pompei. Ha evidenziato il recente recupero dell’area di Civita Giuliana, precedentemente sfruttata illegalmente dai tombaroli, grazie alla collaborazione tra il Parco Archeologico di Pompei e la Procura della Repubblica di Torre Annunziata.

Cosa vedere a Pompei

Pompei è una delle destinazioni archeologiche più incantevoli al mondo, perché offre ai visitatori un’incredibile finestra sul passato dell’antica Roma. La città sepolta e conservata dalle ceneri dell’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. ha tra i principali punti di interesse il famoso sito archeologico di Pompei, dove si possono ammirare le strade antiche, le case, i templi e i resti degli antichi edifici romani. Da non perdere sono anche il Foro, il Teatro Grande, gli affreschi ben conservati nelle Case dei Vettii e degli Amanti, nonché il celebre Lupanare, l’antico bordello di Pompei. Ogni angolo della città offre una visione unica della vita quotidiana nell’antica Roma, trasportando i visitatori indietro nel tempo e regalando un’esperienza culturale straordinaria.

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Il 2 giugno puoi salire a bordo dell’Archeotreno, per un viaggio epico in Italia

Con l’arrivo della bella stagione, riparte anche l’Archeotreno: si tratta di una splendida avventura da vivere in giornata, per andare alla scoperta di alcuni dei più preziosi siti archeologici del nostro Paese. A bordo di carrozze d’epoca perfettamente restaurate, i passeggeri potranno godersi dal finestrino l’incredibile paesaggio del litorale napoletano e della città di Pompei, per poi raggiungere Paestum e Velia, dove sorgono antiche rovine d’epoca greca.

L’Archeotreno: itinerario e tappe

L’Archeotreno è una delle iniziative di Fondazione FS Italiane, che da tempo si occupa di preservare il patrimonio carrozzabile del nostro Paese e di organizzare itinerari suggestivi a bordo di carrozze d’epoca, per vivere avventure mozzafiato. Stavolta il protagonista è un treno che, pur compiendo solamente una breve tratta, offre ai suoi passeggeri un’esperienza a dir poco unica: il viaggio collega la stazione di Napoli a quella di Paestum, per appena un paio d’ore di tragitto, durante il quale si possono però ammirare panorami da sogno.

È un’avventura pensata per i più curiosi e per le famiglie, visto che il divertimento è assicurato per grandi e piccini. L’Archeotreno va infatti alla scoperta di alcuni dei siti archeologici più belli d’Italia, sfruttando carrozze Centoporte risalenti agli anni ’30, carrozze Corbellini degli anni ’50 e una locomotiva elettrica d’epoca che invece proviene direttamente dagli anni ’60. Non ci resta dunque che scoprire l’itinerario e le sue tappe più belle. Il treno parte alle 8:25 dalla stazione di Napoli, per fare poi una breve sosta a Pietrarsa, dove si trova la sede del Museo Ferroviario Nazionale.

Il viaggio prosegue poi lungo il litorale napoletano, regalando ai passeggeri una vista incredibile sul Vesuvio e, dalla parte opposta, sul Golfo di Napoli e sulle sue acque scintillanti. Costeggiando Pompei, è possibile dare una sbirciata alle antiche rovine della città romana, andata distrutta dall’eruzione vulcanica del 79 d.C. Quindi ecco le coste del Cilento, con le loro splendide spiagge e i borghi affacciati sul mare. L’Archeotreno termina la sua avventura a Paestum, dove è possibile visitare l’area archeologica protetta dall’UNESCO: i suoi templi dorici testimoniano l’origine greca dell’antica polis.

Le date e i biglietti per l’Archeotreno

Al momento è previsto solamente un viaggio ed è dunque un’occasione da non perdere: l’Archeotreno parte il 2 giugno 2024, per un’avventura epica adatta a grandi e piccini. Scopriamo gli orari del percorso completo.

Corsa di andata:

  • Napoli Centrale – 8:25
  • Pietrarsa – 8:40
  • Salerno – 9:39
  • Battipaglia – 9:56
  • Paestum – 10:17

Corsa di ritorno:

  • Paestum – 17:12
  • Battipaglia – 17:38
  • Salerno – 17:57
  • Pietrarsa – 18:50
  • Napoli Centrale – 19:10

Il biglietto per l’Archeotreno, che include il viaggio di andata e quello di ritorno, costa 19.80 euro – con riduzione del 50% per i ragazzi tra i 4 e i 12 anni non compiuti e biglietto gratuito per i bambini sotto i 4 anni (senza garanzia di posto a sedere e con l’accompagnamento di un adulto pagante). Chi invece volesse acquistare il biglietto per una sola tratta – di andata o di ritorno – può farlo a soli 9,90 euro. I biglietti sono disponibili su tutti i canali di vendita Trenitalia: è dunque possibile acquistarli sul sito ufficiale, presso le biglietterie e i self service in stazione o nelle agenzie di viaggio abilitate.

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Pompei, apre una zona archeologica tutta nuova

A Pompei apre una nuova zona archeologica che si può visitare da un punto di vista decisamente inedito. Si tratta dell’Insula dei Casti Amanti, rinvenuta esattamente un anno fa, ed è visitabile da un nuovo percorso sopraelevato.

Cos’è Insula dei Casti Amanti

Il nuovo tassello del gigantesco complesso di Pompei era riemerso durante gli scavi a maggio del 2023. Gli archeologi che lavorano ininterrottamente nel parco archeologico avevano trovato due scheletri umani di due vittime del terremoto che ha colpito l’antica città romana poco prima dell’eruzione del Vesuvio, nel 79 a.C.. I due scheletri erano stati rinvenuti all’interno di una domus situata presso l’Insula dei Casti Amanti, un’area che prende il nome dalle decorazioni di un triclinio in essa trovato, dove è immortalato un languido bacio tra due innamorati e che si trova nel quadrante centrale del Parco archeologico di Pompei, lungo la via dell’Abbondanza. Nella stanza della domus in cui sono stati trovati i corpi, sono riemersi anche altri preziosi reperti. Gli archeologi avevano individuato anche un’anfora verticale, poggiata alla parete vicino a uno dei due scheletri, e una collezione di vasi, ciotole e brocche accuratamente accatastata contro un altro muro.

Il nuovo percorso di visita a Pompei

A distanza di un anno soltanto, grazie alla realizzazione di passerelle sospese, il pubblico ora può osservare dall’alto l’intera area di scavo, nonché le attività di indagine e restauro degli ambienti emersi recentemente, come la casa dei Pittori e del Cenacolo colonnato. La struttura fatta di acciaio s’inserisce perfettamente nel paesaggio del parco senza snaturarlo.

Cosa vedere nell’Insula dei Casti Amanti

Il percorso dall’alto consente una visione completa dell’area dei Casti Amanti e di osservare da un altro punto di vista l’architettura delle case romane di Pompei e l’alternarsi di ambienti adibiti a diversi usi, da quello commerciale a quello abitativo. Non solo, durante il percorso di visita il pubblico ha l’opportunità di assistere alle attività di scavo e di restauro dei reperti emersi. Tra queste ci sono una stanza decorata con figure mitologiche e divinità, disegni a carboncino eseguiti da bambini in un cortile di servizio e un androne dove sono stati rinvenuti due scheletri vittime dell’eruzione.

Come visitare Pompei e cosa vedere

Il Parco archeologico di Pompei è uno dei siti archeologici più famosi al mondo. Patrimonio dell’Umanità dal 1997, è una tappa imperdibile durante un viaggio a Napoli. Si tratta di un’intera città romana di 2000 anni fa rimasta intatta nei secoli a causa della violenta eruzione del Vesuvio che nel 79 a.C. distrusse le città di Pompei, Ercolano, Stabiae ed Oplonti. Riportata alla luce dopo anni, la città è rimasta cristallizzata agli attimi prima dell’eruzione, quando una pioggia di ceneri e lapilli avvolse ogni cosa: case, abitanti, strade, edifici pubblici e oggetti della vita quotidiana, fermando tutto in una terribile istantanea visibile al giorno d’oggi. Proprio per la loro unicità, gli scavi di Pompei sono una delle mete più visitate in Italia. Il sito si estende per circa 66 ettari, di cui 44 scavati, e permette di visitare circa 1500 diversi edifici portati alla luce, suddivisi tra domus e monumenti. A causa della sua vasta estensione, è consigliabile prenotare un tour guidato, per ottimizzare al meglio la visita senza tralasciare i monumenti principali. È aperto tutti i giorni dell’anno a eccezione del 1° gennaio, 1° maggio e 25 dicembre.

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Pompei: la scoperta che rivela i segreti dell’edilizia romana

Pompei è uno scrigno di tesori che sa riservare ancora tante sorprese. A confermarlo è l’ultimissima scoperta, che fa emergere nuovi dati sull’antica edilizia romana. Negli ambienti delle domus che lo scavo archeologico sta portando alla luce, sono riaffiorati importanti testimonianze di un cantiere che, secondo gli studiosi, sarebbe stato attivo fino al giorno dell’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., che iniziò intorno all’ora di pranzo e durò fino alla mattina del giorno successivo.

Pompei, nelle domus riaffiora un antico cantiere

Strumenti di lavoro, cumuli di calce, tegole e mattoni di tufo accatastati, sono solo alcuni dei materiali edili ritrovati dagli archeologi all’interno nell’area di scavo della Regio IX, insula 10, che sta attestando la presenza di un cantiere antico che interessava tutto l’isolato.

Restituisce numerose testimonianze dei lavori in corso la casa con il panificio di Rustio Vero, dove è stata già documentata, nei mesi scorsi, una natura morta con la raffigurazione di una focaccia e un calice di vino. L’atrio era parzialmente scoperto con materiali per la ristrutturazione accatastati a terra, mentre su un’anta del tablino (ambiente di ricevimento), decorato in IV stile pompeiano con un quadro mitologico con “Achille a Sciro”, si leggono numeri romani scritti a carboncino che con molta probabilità erano i conteggi del cantiere, facilmente cancellabili a differenza dei graffiti incisi nell’intonaco.

Sono state trovate tracce delle attività corso anche nell’ambiente che ospitava il larario, dove sono riaffiorate anfore riutilizzate per “spegnere” la calce impiegata nella stesura degli intonaci. E ancora, in diversi ambienti della casa sono stati scoperti strumenti di cantiere, dal peso di piombo per tirare su un muro perfettamente verticale (“a piombo”) alle zappe di ferro, usate per la preparazione della malta e per la lavorazione della calce.

Numerose testimonianze di un grande cantiere sono state riscontrate, infine, anche nella domus vicina, raggiungibile da una porta interna, e in una grande dimora alle spalle delle due abitazioni, per ora solo parzialmente indagata. Lo si evince dagli enormi cumuli di pietre da impiegare nella ricostruzione dei muri e dalle anfore, ceramiche e tegole raccolte per essere trasformate in cocciopesto.

Cosa svela l’ultima scoperta a Pompei

Nell’analisi dei materiali e delle tecniche costruttive, il Parco Archeologico di Pompei si è avvalso del supporto di un gruppo di esperti del Massachusetts Institute of Technology, negli Stati Uniti. Stando a quanto scrivono gli autori di un articolo pubblicato sull’E-Journal degli Scavi di Pompei, l’ipotesi portata avanti dal team è quella dello hot mixing, “ovvero la miscelazione a temperature elevate, dove la calce viva (e non la calce spenta) è premiscelata con pozzolana a secco e successivamente idratata e applicata nella costruzione dell’opus caementicium”. Questa ennesima scoperta, ci aiuta così a comprendere ancora di più quali erano le pratiche edilizie impiegate dagli antichi Romani.

“I dati che emergono sembrano puntare sull’utilizzo della calce viva nella fase di costruzione dei muri, una prassi già ipotizzata in passato e atta ad accelerare notevolmente i tempi di una nuova costruzione, ma anche di una ristrutturazione di edifici danneggiati, per esempio da un terremoto – spiega il Direttore del Parco, Gabriel Zuchtriegel – Questa sembra essere stata una situazione molto diffusa a Pompei, dove erano in corso lavori un po’ ovunque, per cui è probabile che dopo il grande terremoto del 62 d.C., diciassette anni prima dell’eruzione, ci fossero state altre scosse sismiche che colpirono la città prima del cataclisma del 79 d.C.”.

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La “Pompei della Puglia”, un sito archeologico (ancora) tutto da scoprire

Per quarant’anni hanno scavato riuscendo a fare emergere solamente il 20% dell’area archeologica. La maggior parte dell’antica civiltà che abitava questo luogo e della storia che potrebbe raccontare resta ancora un mistero.

Per l’importanza che ha, però, è stata soprannominata la “Pompei della Puglia”. Stiamo parlando del sito di Herdonia, oggi conosciuta con il nome di Ordona, che si trova in provincia di Foggia.

Si tratta di un’antica città di epoca romana, che fu scoperta per puro caso su una collina nel lontano 1962 dall’archeologo belga Joseph Mertens, il quale avviò le proprie ricerche in un’area mai indagata prima. Nel ’93, all’équipe belga si è aggiunta un’équipe italiana, guidata da Giuliano Volpe, archeologo e rettore emerito dell’Università di Foggia.

Gli scavi hanno riportato alla luce il percorso delle antiche mura cittadine, i resti di due templi, di una basilica, del foro, del mercato, delle terme e di un piccolo anfiteatro e poi l’area residenziale delle domus. Il tutto risulta essere ancora ben conservato. All’esterno delle mura è stata trovata anche una vasta necropoli.

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Fonte: @Getty Images

I resti della basilica a Herdonia, la “Pompei della Puglia”

Herdonia, la “Pompei della Puglia”

Dagli elementi che sono stati rinvenuti, pare proprio che Herdonia ricoprisse un ruolo molto importante all’epoca del suo splendore. Nell’età imperiale, era infatti attraversata da una delle vie più importanti dell’antica Roma, la via Minucia, poi rinominata via Traiana, che collegava Benevento a Brindisi, e quindi alla Grecia, rimasta in uso fino al Medioevo e, ancora oggi, utilizzata nel tratto appenninico.

Fu teatro di due importanti battaglie durante la seconda guerra punica, poi, fece l’errore di passare dalla parte di Annibale e di schierarsi, quindi, come altri Comuni della Daunia, contro Roma e ciò non le fu mai perdonato, tanto che alla fine della guerra la popolazione fu deportata.

Nel Duecento, vi sorse una delle residenze di caccia di Federico II di Svevia. In età tardomedievale, subì un progressivo spopolamento e fu abbandonata definitivamente attorno al XIV-XV secolo. Solo un paio di secoli dopo iniziò a ripopolarsi grazie al volere di re Ferdinando IV di Borbone che si prefissò di riqualificare tutta l’area agricola del tavoliere meridionale.

Un sito troppo poco conosciuto

Per far sì che questo sito non cada nell’oblio, un’associazione locale si occupa di organizzare rievocazioni storiche in costume ed eventi teatrali che riscuotono sempre un grande successo, ma ciò non è sufficiente a far conoscere ai turisti che visitano la zona la “Pompei della Puglia”.

L’incuria e l’abbandono stanno gravemente danneggiando quanto era stato portato alla luce negli Anni Sessanta. La vegetazione si è riappropriata del luogo e gli affreschi che erano stati restaurati hanno già bisogno di nuovi interventi, tanto che, per riuscire ad attirare l’attenzione, gli scavi archeologici di Ordona sono stati candidati dalla popolazione locale tra i Luoghi del cuore del FAI.

Parte del sito, una decina di anni fa, è stato acquisito dal proprietario dei terreni dal ministero dei Beni Culturali e la speranza è quella di farlo diventare, un giorno, il Parco archeologico dell’antica città di Herdonia, un luoog unico per tutta la Daunia, ma anche per tutta l’Italia. Ma c’è ancora molto da fare e tanto da scavare.

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Pompei apre una nuova area al pubblico, ed è una meraviglia

Sono passati quasi 2 millenni dalla catastrofica eruzione del Vesuvio che ha sepolto un’intera città, cristallizzandola nel tempo: Pompei è senza alcun dubbio uno dei più suggestivi siti archeologici al mondo, un tesoro di valore inestimabile che ci fornisce preziosa testimonianza della vita in epoca romana. Nel corso dell’ultimo anno, gli archeologi hanno iniziato ad esplorare una nuova area che ha permesso di portare alla luce degli ambienti finora sconosciuti. E ora quest’area apre al pubblico: ecco cosa sappiamo.

Pompei, la Regio IX apre al pubblico

La Regio IX è uno dei nove distretti in cui è suddivisa la città di Pompei, e ha all’incirca le dimensioni di un antico isolato (ben 3.200 mq). Si tratta di una nuova area di scavi: i lavori erano iniziati già nel 1888, ma ben presto gli archeologi avevano dovuto interromperli. Oltre un secolo dopo, nel febbraio 2023, il cantiere è stato riaperto e ci ha già regalato grandissime sorprese. Le attività di indagine qui condotte si inseriscono nel quadro di un progetto più ampio. Gli operai sono infatti al lavoro principalmente per risolvere alcuni problemi idrogeologici e conservativi lungo il confine tra le zone già conosciute e quelle ancora inesplorate.

Nonostante il Parco Archeologico di Pompei appaia già di notevoli dimensioni, in effetti, c’è ancora un’area (secondo le stime) grande circa un terzo della città che è ancora sepolto sotto strati di cenere, lapilli e lava raffreddata. Potrebbero esserci moltissimi tesori che, un giorno, finalmente gli archeologi riporteranno alla luce e potremo finalmente visitare. Ma torniamo alla Regio IX: la nuova area ha appena aperto al pubblico, con tutte le sue meraviglie. Dal 3 gennaio al 30 aprile 2024, i visitatori potranno prenotare un tour guidato attraverso il cantiere, per scoprire ciò che è finora riemerso da sotto terra.

Le scoperte avvenute presso la Regio IX

La campagna di scavi avviata un anno fa presso l’area Regio IX di Pompei ha permesso agli archeologi di portare alla luce due ambienti di grande importanza – durante i lavori di fine ‘800, i loro resti erano già parzialmente riemersi. Si tratta di due domus ad atrio risalenti all’età sannitica, epoca in cui erano utilizzate come abitazioni. Nel I secolo d.C. sono state trasformate in officine produttive: la prima è una fullonica, termine con cui si identifica un’antica lavanderia, mentre la seconda è un panificio-prigione, un ambiente davvero sorprendente.

Iniziamo dalla lavanderia, che è stata costruita nell’atrio di un’abitazione: presenta 2 banconi da lavoro, nonché alcune vasche utilizzate per il lavaggio e la tintura degli abiti. Mentre il panificio è costituito da diversi locali tra cui un forno, spazi per le macine e ambienti per la lavorazione dei prodotti. Una delle sorprese più affascinanti è l’affresco che occupa un’intera parete: si tratta di una “pizza” condita da frutta, un esempio di natura morta davvero pregevole. Inoltre, tra le mura del panificio sono stati rinvenuti i resti di tre corpi umani: probabilmente due adulti e un bambino, che avevano cercato rifugio durante l’eruzione.

Solo di recente, analizzando meglio gli spazi del panificio, si è scoperto che quest’ultimo era una vera e propria prigione, con tanto di piccole finestrelle dotate di grate. Schiavi e animali da soma venivano maltrattati e costretti a lavorare duramente, reclusi per tutta la vita in un ambiente ristretto e privo di qualsiasi comodità. La situazione degli schiavi di Pompei, d’altra parte, è sempre più al centro dell’attenzione grazie agli ultimi ritrovamenti, tra cui alcune stanze in cui vivevano presso la villa romana di Civita Giuliana.

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Visitare Pompei oggi diventa più facile: l’incredibile novità

Una città rimasta cristallizzata nei secoli, quasi intatta così come la terribile eruzione del Vesuvio l’ha lasciata tanto tempo fa: Pompei è una delle testimonianze più suggestive del nostro passato, e il suo parco archeologico è tra i più famosi al mondo, in grado di attirare milioni di turisti ogni anno. E oggi andare alla sua scoperta diventa ancora più facile, grazie al nuovo collegamento diretto di Trenitalia dalla capitale.

Frecciarossa, il nuovo collegamento Roma-Pompei

C’è una splendida novità in arrivo: domenica 16 luglio parte un nuovo collegamento ferroviario diretto tra Roma Termini e Pompei, per condurre i turisti alla scoperta dell’affascinante parco archeologico campano. Nato dalla collaborazione tra il Ministero della Cultura e le Ferrovie dello Stato Italiane, il treno permette di arrivare praticamente alle porte dell’antica città, senza più dover effettuare cambi in stazione. Si tratta di un progetto innovativo che, almeno per il momento, prevede un solo viaggio mensile – verrà proposto ogni terza domenica del mese.

Si accorcia dunque la distanza tra la capitale e l’antico sito archeologico di Pompei, che ora verrà coperta in appena un’ora e 47 minuti dal Frecciarossa 1000, treno di punta della flotta di Trenitalia. Ma il nuovo collegamento diretto è molto più che un semplice viaggio: è l’occasione perfetta per scoprire una bellezza tutta italiana, con una gita organizzata già nel dettaglio – basta solo acquistare il biglietto! Ebbene sì, date e orari sono già fissati, e ai turisti non resta che prepararsi per le sorprese che li attendono al parco archeologico.

Un nuovo modo per visitare Pompei

Si parte la domenica mattina alle ore 8:53 da Roma Termini, a bordo del Frecciarossa: la prima fermata è a Napoli Centrale e, dopo meno di due ore di viaggio, si giunge alla stazione di Pompei alle ore 10:40. Da qui, il bus navetta Pompei Link conduce i visitatori presso il sito degli scavi, dove trascorrere una giornata incredibile. Ed è sempre la navetta a riportare i turisti in stazione, dove alle 18:40 parte il treno diretto di nuovo a Roma Termini (con fermata a Napoli Centrale), che arriva alla capitale alle ore 20:55.

A bordo del treno, durante il breve viaggio di andata, ci si può già tuffare tra le meraviglie di Pompei grazie alla clip – trasmessa sui monitor – che regala ai passeggeri uno sguardo affascinante alla storia di quello che è uno dei siti archeologici più belli e conosciuti al mondo. In preparazione della visita vera e propria, è un’ottima idea per trascorrere ancora più velocemente il tempo che separa Roma dall’antica città partenopea.

Questo è un nuovo modo per visitare gli scavi archeologici campani, ma rimane comunque soltanto un’alternativa ai servizi che Trenitalia offre già ai suoi passeggeri. La compagnia mette infatti a disposizione ben 50 corse giornaliere, andata e ritorno, tra Roma e Pompei – sempre a bordo del Frecciarossa. Tuttavia, ognuno di questi viaggi permette di arrivare solamente a Napoli Centrale con l’alta velocità, per poi dover proseguire sino a destinazione con i treni regionali, scendendo alla stazione di Piazza Garibaldi, e prendere la navetta per il parco archeologico.