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Da Parigi alla Costiera Amalfitana a bordo del treno più bello del mondo: il viaggio da sogno del 2026

Un viaggio leggendario che unisce il fascino intramontabile del treno più celebre del mondo e la bellezza mozzafiato del Sud Italia. Nel 2026, il Venice Simplon-Orient-Express, A Belmond Train, introdurrà un nuovo itinerario destinato a diventare una vera icona: da Parigi alla Costiera Amalfitana, con una tappa esclusiva a Pompei.

Un’esperienza di tre notti che combina il lusso senza tempo del viaggio su rotaie con la divina eleganza mediterranea della villeggiatura italiana.

Un itinerario da fiaba

Il lancio di questa nuova e affascinante esperienza è fissata per il 4 maggio 2026: il treno lascerà Parigi per intraprendere un itinerario che attraverserà l’Europa fino a raggiungere Ravello, perla della Costiera Amalfitana. Gli ospiti vivranno un entusiasmante viaggio di tre notti: di cui una a bordo del celebre convoglio e due allo storico Caruso, A Belmond Hotel, affacciato sul mare italiano.

Durante il viaggio, il Venice Simplon-Orient-Express (premiato nel 2025 ai Readers’ Choice Awards di Condé Nast Traveller) offrirà ai viaggiatori tutto ciò che ha reso il suo nome sinonimo di eleganza: cabine storiche, Suite e Grand Suite arredate in stile art déco, servizio di steward 24 ore su 24, benvenuto con champagne, cena gourmet con abbinamenti di vini scelti dal sommelier, bevande analcoliche, trasferimenti e escursioni e musica dal vivo nella carrozza bar 3674.

Nel 2026, il Venice Simplon-Orient-Express, introduce l'itinerario da Parigi alla Costiera Amalfitana

Ufficio Stampa

Interno del Venice Simplon-Orient-Express e particolare di un Belmond Hotel

L’itinerario include alcune tappe indimenticabili: una visita guidata agli scavi di Pompei, l’accesso esclusivo alla Grand Suite della Casa del Larario Regio V, una lezione di cucina con lo Chef Esecutivo Caruso Armando Aristarco, una pausa gastronomica con produttori locali del Cilento, un laboratorio d’arte sulla terrazza della Loggia Caruso e una cena di gala nei Giardini Wagner, simbolo dell’ospitalità Belmond.

Per chi desidera un tocco ancora più speciale, è previsto anche un tour privato in barca a Positano.

Ecco le parole di Pascal Deyrolle, Direttore Generale del Venice Simplon-Orient-Express: “Siamo entusiasti di introdurre la Costiera Amalfitana tra le nostre tratte italiane…Questo viaggio offre agli ospiti un modo unico per vivere una delle coste più celebri d’Italia, con le sue scogliere, i suoi borghi e i suoi panorami marini, svelati in un modo che solo il Venice Simplon-Orient-Express può offrire”.

Lusso, storia e bellezza senza tempo

Il nuovo itinerario rappresenta un connubio perfetto tra viaggio, cultura e relax, inserendosi nella collezione “Villeggiatura by Train” di Belmond, che unisce esperienze su rotaia e soggiorni nei suoi iconici hotel italiani.

Dopo il percorso ferroviario, un trasferimento privato condurrà i viaggiatori lungo la spettacolare strada costiera che da Napoli porta ad Amalfi (elogiata dal New York Times come meta ideale per famiglie con adolescenti), tra tornanti panoramici, profumo di limoni e viste che lasciano davvero senza fiato.

A Ravello, l’esperienza prosegue tra eleganza e quiete, con giornate dedicate alla scoperta dei borghi, degustazioni di vini e momenti di puro relax vista mare.

Il Venice Simplon-Orient-Express in Costiera Amalfitana è molto più di un itinerario di lusso: è un sogno su rotaie, un ritorno al fascino del viaggio lento, dove ogni dettaglio racconta una storia di stile, tradizione e bellezza.

Per chi desidera vivere un’esperienza indimenticabile nel 2026, questo è il viaggio più bello del mondo: un incontro perfetto tra l’eleganza parigina e la magia mediterranea della Costiera Amalfitana.

Costiera Amalfitana in Italia, meraviglia per gli occhi

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La meravigliosa Costiera Amalfitana
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Il Times elogia Napoli e Amalfi come mete ideali per famiglie con adolescenti

Napoli e la Costiera Amalfitana evocano da sempre un immaginario ben preciso: il blu intenso del mare, i vicoli pieni di vita, il suono dei motorini che si mischia al profumo di pizza appena sfornata. Sono luoghi che parlano di storia e gastronomia, un mosaico di bellezza e caos che conquista chiunque vi metta piede.

Eppure, secondo un recente articolo del Times, queste non sono soltanto destinazioni da sogno per gli amanti della cultura o del buon cibo. Napoli e Amalfi si rivelano perfette anche per le famiglie con adolescenti. Il quotidiano britannico racconta di un viaggio in cui due ragazzi, affascinati dai grandi eventi e dai disastri naturali, hanno trovato irresistibile l’avventura tra Pompei e il Vesuvio.

E mentre i genitori potevano godersi una pausa dai soliti impegni, i ragazzi scoprivano il piacere di giornate scandite da gelati, pasticcerie e panorami mozzafiato tra Amalfi e Positano.

Napoli, una meta che incuriosisce gli adolescenti

A Napoli, il Times ha trovato una città capace di catturare anche l’attenzione più sfuggente degli adolescenti. Alloggiati in un elegante palazzo storico, raggiunto da un ascensore d’epoca in legno che ha immediatamente affascinato i ragazzi, la famiglia ha scoperto un volto particolare della città: vivace, contraddittorio, ma sempre pieno di spunti.

Persino i dettagli più quotidiani, come i cavi elettrici sospesi tra i balconi, hanno dato origine a conversazioni curiose su regole e sicurezza, segno di quanto Napoli sappia stimolare la mente e l’immaginazione. Qui, i giovani possono ascoltare le storie sul controllo della criminalità organizzata e sulla vita nei quartieri popolari, scoprendo un aspetto della città tanto complesso quanto reale.

Ma Napoli non è solo introspezione: è anche piacere e golosità. Le colazioni traboccanti di dolci e le pause con cappuccini e sfogliatelle diventano piccoli rituali che conquistato tutti a ogni età. E poi Pompei e il Vesuvio: un tuffo nella storia e nella scienza, tra calchi di corpi e racconti di eruzioni che lasciano i ragazzi a bocca aperta, tra curiosità e riflessione.

Amalfi, esplorazioni e avventure sul mare

Spostandosi da Napoli alla Costiera Amalfitana, il viaggio raccontato dal Times assume i toni dell’esplorazione e della scoperta. Qui, le famiglie possono partire a piedi per uno dei sentieri più spettacolari del mondo, il celebre Sentiero degli Dei. Tra scogliere vertiginose e panorami che sembrano dipinti, i ragazzi si entusiasmano per la libertà e l’imprevedibilità del cammino.

Amalfi, però, non è solo natura. Le famiglie con adolescenti possono visitare il Museo della Carta, ospitato in un edificio del XIII secolo, dove creare con le proprie mani un foglio di carta seguendo metodi del Settecento, scoprendo un artigianato che unisce storia e creatività. Tra una degustazione di mozzarella fresca e lezioni di pizza e pasta, ogni attività è un’esperienza capace di coinvolgere tutta la famiglia.

Per il Times, Napoli e Amalfi sono il luogo perfetto dove genitori e figli possono condividere meraviglia, sapore e curiosità, un’avventura che unisce generazioni attraverso la scoperta e dove la parola “noia” non trova mai spazio.

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Dopo l’eruzione, Pompei fu riabitata: la città divenne una ‘favela’ romana

Quando si pensa a Pompei, la mente riflette subito strade lastricate, domus eleganti, mosaici raffinati e affreschi dai colori vividi, cristallizzati dal tempo. L’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. l’ha resa una città eterna, sospesa in un istante. Ma una recente scoperta archeologica sta cambiando la storia: Pompei non morì del tutto dopo il disastro. Alcuni sopravvissuti tornarono a vivere tra le rovine fumanti, trasformandola in un insediamento di fortuna che, per molti versi, ricorda una “favela” ante litteram.

Oggi il Parco Archeologico di Pompei è Patrimonio UNESCO e attira milioni di visitatori ogni anno, desiderosi di passeggiare tra templi, domus, teatri e strade lastricate rimaste intatte. È un luogo dove storia e archeologia si fondono, testimoniando storie di splendore, tragedia e rinascita.

La scoperta che riscrive la storia

Gli scavi condotti nell’Insula Meridionalis, nella parte sud del Parco Archeologico, hanno riportato alla luce segni inequivocabili di una rioccupazione post-eruzione. Non si tratta di ricostruzioni sontuose, ma di adattamenti funzionali: ambienti ai piani superiori riutilizzati come alloggi di emergenza, pianterreni trasformati in cantine, spazi di lavoro dotati di forni e macine.

Gli archeologi parlano di un insediamento informale, dove si viveva in condizioni precarie, senza le infrastrutture e i servizi tipici di una città romana. Non la Pompei ordinata e prospera dell’epoca imperiale, ma un agglomerato grigio e improvvisato.

Secondo il direttore del sito, Gabriel Zuchtriegel, “la Pompei post-79 riemerge come una sorta di accampamento, una favela tra le rovine ancora riconoscibili della città che fu”. Un’immagine potente, che rompe la narrazione da cartolina e ci restituisce la realtà di un luogo sopravvissuto in modo disordinato e resiliente.

Pompei

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Un vicolo di Pompei

Chi abitava la “nuova” Pompei

Non sappiamo esattamente chi fossero gli abitanti di questa seconda Pompei. È probabile che molti fossero ex residenti che avevano perso tutto, tornati per recuperare ciò che restava o per coltivare la terra circostante. Altri potrebbero essere stati migranti, gente senza radici che vedeva nelle rovine un’opportunità di insediamento a basso costo.

Si ipotizza anche che alcuni vivessero lì per cercare oggetti di valore rimasti sepolti, un’attività che poteva rappresentare l’unica fonte di sostentamento in un contesto così estremo. La vita in questa Pompei ricostruita alla meno peggio doveva essere dura. Le strade erano coperte di detriti, gli edifici parzialmente crollati, l’acqua e le terme non più funzionanti.

Villa dei Misteri Pompei

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Villa dei Misteri a Pompei

Una storia che dura secoli

Al posto delle fontane pubbliche, cisterne improvvisate; invece dei mercati affollati, piccoli spazi domestici dove si panificava o si macinava il grano. Eppure, tra le macerie, questa comunità riuscì a creare un proprio ritmo, una quotidianità fragile ma reale, fatta di lavori manuali, ripari improvvisati e rapporti di vicinato.

Gli studi archeologici suggeriscono che questo insediamento di fortuna non fu un episodio passeggero. La rioccupazione di Pompei potrebbe essere durata fino al V secolo, quando un nuovo evento vulcanico, la cosiddetta eruzione di Pollena, portò all’abbandono definitivo. Ciò significa che Pompei, per quasi quattro secoli, non fu soltanto un sito “congelato” nel tempo, ma anche un luogo vissuto, seppure ai margini della società romana.

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Il cuore sportivo dell’antica Pompei: la Palestra Grande

Passeggiando tra le rovine di Pompei, a pochi passi dall’imponente Anfiteatro, si apre uno spazio vasto e maestoso: la Palestra Grande, una delle testimonianze più emblematiche di come l’ideologia romana si insinuasse nella vita quotidiana, persino nei luoghi dedicati all’esercizio fisico. Costruita nel I secolo a.C., nasce dall’esigenza concreta di offrire ai giovani pompeiani un luogo adeguato in cui praticare ginnastica, superando le limitazioni della più piccola e datata Palestra Sannitica, ospitata all’interno delle Terme Stabiane.

Con l’avvento dell’età augustea, tuttavia, la palestra assunse un ruolo ben più ambizioso: non si trattava più solo di allenarsi fisicamente, ma di formare cittadini devoti all’ordine politico imposto da Augusto. I giovani venivano così inquadrati in vere e proprie associazioni, i collegia iuvenum, e, sotto la supervisione dell’autorità imperiale, iniziavano un percorso di educazione fisica e morale. In tale prospettiva, il corpo diventava veicolo di propaganda, e l’allenamento un mezzo per instillare valori come disciplina, forza e fedeltà all’Impero.

Una geometria monumentale per esaltare lo spirito romano

La struttura si impone con una pianta rettangolare di 141 metri per 107, completamente racchiusa da un alto muro merlato che sembra proteggere, oltre al corpo, anche l’identità civica dei suoi frequentatori. Dieci porte consentivano l’accesso a un mondo dove il rigore architettonico si univa all’armonia classica. Le facciate, pur sobrie, erano arricchite da semicolonne, architravi e frontoni con capitelli modellati in forme semplici ma eleganti.

Il vero cuore della palestra era rappresentato dal vasto portico, che correva su tre lati con trentacinque colonne ciascuno, mentre sul lato occidentale se ne contavano quarantotto. Oggi, osservando i fusti delle colonne, si possono ancora distinguere le tracce del piombo fuso utilizzato per stabilizzarle dopo il devastante terremoto del 62 d.C. Un intervento d’urgenza, che però non fece in tempo a restituire piena solidità alla struttura prima della tragica eruzione del 79.

I capitelli, realizzati in tufo, rivelano una raffinatezza tipica dell’epoca: le foglie d’acanto avvolgono la parte inferiore, mentre volute di gusto ionico completano la composizione nella fascia superiore. Il piano del portico, leggermente sopraelevato, conduceva all’arena centrale tramite quattro scale laterali e una scalinata centrale più imponente, che con ogni probabilità fungeva anche da ingresso cerimoniale.

La piscina al centro del sapere fisico e simbolico

Proprio al centro della Palestra spiccava la natatio, una piscina di dimensioni notevoli (35×22 metri) costruita con un fondo inclinato: da una profondità iniziale di un metro si scendeva fino ai 2,60 metri.

Il riempimento avveniva grazie a un sofisticato sistema idraulico, con l’acqua convogliata da un castellum aquae collocato nel vicino vicolo occidentale.

Oltre a essere un luogo per esercitazioni di nuoto, la piscina costituiva anche un elemento scenografico e simbolico: l’acqua, elemento purificatore, era parte integrante della formazione del giovane cittadino romano.

Tra pitture, graffiti e tracce di vita quotidiana

Scorcio delle antiche rovine di Pompei

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Scorcio delle rovine di Pompei

Ma la Palestra Grande era anche spazio di socializzazione, teatro di conversazioni, di emozioni condivise e di gesti impulsivi.

Le pareti del portico e persino alcune colonne conservano tracce della decorazione pittorica in terzo stile, testimonianza dell’estetica raffinata che permeava anche gli ambienti più funzionali. Accanto alle eleganti composizioni, emergono le voci dei giovani pompeiani sotto forma di graffiti: commenti pungenti, confessioni d’amore, insulti coloriti. Da “Alla malora Casellius” fino al provocatorio “Iucundus caca male”, i messaggi graffiati nella pietra ci raccontano un’umanità sorprendentemente simile alla nostra, ricca di passioni, rivalità, vanità.

Quando il Vesuvio esplose nel 79 d.C., la Palestra Grande non fu risparmiata dalla furia della nube piroclastica. All’interno furono rinvenuti i resti di diciassette persone, mentre altre diciotto trovarono rifugio (e la morte) nella latrina. Molti dei corpi erano ancora adornati con monili d’oro, d’argento e bronzo, dettagli che raccontano l’improvvisa interruzione di vite altrimenti immerse nella quotidianità.

Oggi, passeggiando tra i platani che un tempo ombreggiavano l’area (di cui restano solo i calchi delle radici), si respira ancora l’essenza di quella Pompei viva e giovane, dove il motto latino mens sana in corpore sano prendeva forma concreta. La Palestra Grande non fu solo un luogo per scolpire il corpo, ma anche uno spazio in cui si forgiava l’identità di cittadini dell’Impero, ed è proprio in questa duplice dimensione, fisica e simbolica, che risiede la sua straordinaria importanza.

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Pompei: scoperto un rilievo funebre, forse di una coppia, nella necropoli Porta Sarno

Durante recenti scavi effettuati presso la necropoli di Porta Sarno a Pompei, è emerso un rilievo funebre di dimensioni quasi reali. Questo raffigura un uomo e una donna. La scoperta è stata fatta grazie al progetto di ricerca “Investigating the Archaeology of Death in Pompeii” condotto dall’Universitat de Valencia in collaborazione con il Parco Archeologico di Pompei, che ha la direzione scientifica di Llorenc Alapont. Il ritrovamento offre nuove visioni sulla vita sociale e culturale dell’antica città.​

Dettagli della scoperta di Pompei

La tomba monumentale, formata da un ampio muro con diverse nicchie, è sormontata due figure umane scolpite con notevole realismo. Un uomo e una donna di misure quasi reali, forse una coppia di sposi. La donna è agghindata con gioielli molto curati nei minimi dettagli. Orecchini, anelli, braccialetti e una collana con un ciondolo a forma di mezzaluna, noto come “lunula”, abbelliscono questa figura.

Il particolare fa pensare che la donna potesse essere una sacerdotessa di Cerere, la dea romana dell’agricoltura e della fertilità.
La figura maschile, invece, è raffigurata con una toga, particolare tipico della cittadinanza romana. L’assenza di diciture lascia aperte diverse interpretazioni e rende incerta l’identità esatta di queste due figure e la loro relazione.

L’importanza archeologica del rilievo ritrovato

La scoperta del rilievo funebre fatta a Pompei è senza dubbio molto importante. Grazie a questa si possono fare varie ipotesi e si può approfondire la conoscenza del contesto e della storia di quell’epoca. Infatti il rilievo funebre emerso durante gli scavi di Pompei presso la necropoli Porta Sarno:

  • incrementa la conoscenza delle pratiche funerarie e delle rappresentazioni sociali a Pompei, durante il periodo tardo repubblicano;
  • il livello della cura del dettaglio e la qualità artistica del rilievo indicano l’importanza sociale dei defunti;
  • e suggeriscono l’esistenza di una classe élitaria che commissionava opere d’arte elaborate e molto curate per ricordare i propri cari;
  • la presenza di una possibile sacerdotessa evidenzia inoltre il rilevante ruolo delle donne nelle cerimonie religiose dell’epoca.

La necropoli di Porta Sarno a Pompei

La necropoli di Porta Sarno è una delle principali aree funerarie di Pompei. Questa è situata vicino a una delle porte d’ingresso della città.
Negli anni ’90, durante i lavori per l’ampliamento della linea ferroviaria Circumvesuviana, furono scoperte:

  • oltre 50 sepolture a cremazione, segnate da stele;
  • un monumento funerario ad arco.

Successivamente, sono poi emerse ulteriori tombe monumentali. Tra queste appunto quella contenente il rilievo della coppia, uomo e donna, che evidenziano la ricchezza e la laboriosità delle pratiche funerarie pompeiane.

Procedure future per il ritrovamento di Pompei

Attualmente il rilievo, spostato nella Palestra grande, è sottoposto a un minuzioso processo di restauro per preservarne l’integrità e permetterne lo studio approfondito.

Il ritrovamento sarà esposto al pubblico durante la mostra “Essere donna nell’antica Pompei“, prevista per il 16 aprile 2025. Durante questa esposizione i visitatori avranno l’opportunità di ammirare da vicino gli interventi sull’opera, visto che il restauro continuerà anche durante la mostra, e di approfondire il ruolo delle donne nella società pompeiana.

Questa scoperta, afferma il direttore del Parco Gabriel Zuchtriegel, sottolinea la ricchezza archeologica di Pompei e l’importanza di andare avanti nelle ricerche e nelle attività di valorizzazione dell’area per scoprire ulteriori dettagli sulla vita e sulle tradizioni dell’antica città.
Alcuni anni fa, sempre grazie alla collaborazione con l’Università di Valencia, si era scoperta la Tomba di Marco Venerio Secundio nella stessa area.

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Pompei non smette di stupire: trovata una sala con un affresco rarissimo

Negli scorsi anni, gli scavi eseguiti nell’antica città romana di Pompei hanno portato alla luce nuovi tesori e continuano a sorprenderci anche in questi primi mesi del 2025. Pompei, infatti, ha ancora molti segreti da svelare, soprattutto se consideriamo che la parte della città non ancora stata rinvenuta è compresa tra il 15% e il 25%. Tra le ultime incredibili novità c’è una sala affrescata, una rarissima “megalografia” (dal greco “dipinto grande” – ciclo di pitture a grandi figure) del I secolo a.C. rappresentante il corteo di Dioniso.

La sala riporta questo fregio a dimensioni quasi reali, una “megalografia” appunto, proprio come nella Villa dei Misteri trovata più di 100 anni fa. Si tratta di una scoperta entusiasmante perché, come hanno dichiarato gli archeologi che hanno presieduto ai lavori, il grande affresco getta nuova luce sui misteri di Dioniso nel mondo classico.

La scoperta della sala affrescata trovata a Pompei

Nel corso degli scavi nell’insula 10 della Regio IX, situata nell’area centrale di Pompei, gli archeologi sono rimasti sorpresi dalla scoperta di un fregio a dimensioni quasi reali, trovato in una grande sala per banchetti, che gira intorno a tre lati dell’ambiente, mentre il quarto era aperto sul giardino. Ad attirare i ricercatori sono i soggetti di questo ciclo di pitture: il fregio mostra il corteo di Dioniso, dio del vino.

Insieme a lui ci sono le baccanti, rappresentate sia come danzatrici che come cacciatrici feroci, con un capretto sgozzato sulle spalle o con una spada e le interiora di un animale nelle mani. Non mancano giovani satiri con le orecchie appuntite che suonano il doppio flauto, mentre un altro compie un sacrificio di vino (libagione) in stile acrobatico, versando dietro le proprie spalle un getto di vino da un corno potorio (usato per bere) in una patera (coppa bassa).

Al centro della composizione, invece, c’è una donna con un vecchio sileno che impugna una torcia: si tratta di una inizianda, vale a dire una donna mortale che, tramite un rituale notturno, sta per essere iniziata nei misteri di Dioniso, il dio che muore e rinasce, promettendo altrettanto ai suoi seguaci.

Corteo Dioniso Pompei

Fonte: Ufficio Stampa Parco archeologico di Pompei

Il corteo di Dioniso raffigurato negli affreschi trovati a Pompei

Il ritrovamento getta una nuova luce sui misteri di Dioniso

Dopo aver trovato uno dei più grandi complessi termali di sempre, gli archeologi hanno fatto un’altra incredibile scoperta che offrirà l’opportunità di comprendere meglio i misteri del dio del vino. Nell’antichità, infatti, esistevano una serie di culti, tra cui quello di Dioniso, accessibili solo a chi compiva un rituale di iniziazione, come suggerito nel fregio trovato a Pompei. Questi culti si chiamavano “misterici”, perché solo gli iniziati potevano conoscerne i segreti.

Ribattezzato dai ricercatori “casa del Tiaso”, il fregio è attribuibile al II stile della pittura pompeiana e, al momento dell’eruzione del Vesuvio che seppellì Pompei nel 79 d.C., il fregio dionisiaco era già vecchio di circa un secolo. La scoperta aggiunge un altro tema all’immaginario dei rituali iniziatici di Dioniso, in particolare quello della caccia, che viene evocata non solo dalle baccanti cacciatrici, ma anche da un secondo, più piccolo fregio che corre al di sopra di quello con baccanti e satiri e dove sono raffigurati animali vivi e morti.

Affreschi scoperta Pompei

Fonte: Ufficio Stampa Parco archeologico di Pompei

Dettaglio degli affreschi trovati a Pompei

Come visitare il luogo degli scavi

Se visitate Pompei nel prossimo periodo, sappiate che l’ambiente del Tiaso dionisiaco è visibile per il pubblico, il quale potrà accederci, previa prenotazione telefonica, tutti i giorni dal lunedì al venerdì alle ore 11:00 e in due gruppi da 15 persone, accompagnati dal personale di cantiere. Potete accedere al luogo degli scavi acquistando il regolare biglietto di ingresso al parco archeologico.

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A Pompei è stato scoperto uno dei più grandi complessi termali privati di sempre

Pompei, Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO ed uno dei luoghi più visitati d’Italia, non smette mai di stupire: le scoperte sono quasi all’ordine del giorno e sono una più sorprendente dell’altra. Tuttavia, il ritrovamento avvenuto recentemente rappresenta qualcosa di davvero unico nel suo genere, poiché è stato riportato alla luce uno dei più grandi complessi termali privati finora noti nelle domus della zona.

Il tutto, come dichiarato per mezzo di comunicato stampa dal Direttore dei lavori, Anna Onesti, è accaduto: “Grazie ad una modalità di esecuzione innovativa che ha consentito di raggiungere il piano pavimentale evitando lo smontaggio degli elementi architettonici instabili del colonnato”.

La scoperta del complesso termale di Pompei

Dal cantiere di scavo in corso nell’insula 10 della Regio IX di Pompei è emerso uno dei complessi termali privati più grandi e più articolati mai rinvenuti finora nelle domus locali. Come si può infatti leggere sul comunicato stampa del Parco Archeologico, da queste parti esistono (per il momento) pochi altri esempi di queste dimensioni, ovvero le terme dei Praedia di Giulia Felice, quelle della Casa del Labirinto e della Villa di Diomede.

Ma non è tutto, perché a rendere il ritrovamento di complesso termale un evento storicamente rilevante è il fatto che esso è annesso a una sala da banchetto, che lascia intuire quanto la casa romana si prestasse ad essere un vero e proprio palcoscenico per le celebrazioni di ricchi banchetti, ossia delle occasioni grazie a cui il proprietario potesse assicurarsi il consenso elettorale dei propri ospiti, oppure promuovere la candidatura di amici o parenti, o semplicemente affermare il proprio status sociale.

Prefurnium Pompei

Fonte: Parco archeologico di Pompei

Il prefurnium, ovvero il “motore” delle terme

Com’è fatto il complesso termale appena scoperto

Un complesso termale che potremmo definire da record, poiché composto da calidarium, tepidarium, frigidarium e spogliatoio. Si stima, infatti, che potesse accogliere fino a 30 persone.

Particolarmente interessante è la Sala Fredda, composta da un peristilio, ovvero una corte porticata di dimensioni 10 x 10 metri e al cui centro si trova una grande vasca, anche se non sono di certo da meno le pareti decorate in II e III Stile, che dimostrano che queste stesse terme avevano alle spalle una storia importante: chi possedeva tale dimora doveva appartenere all’élite della città. La necessità era quindi quella di allestire a casa propria uno spazio destinato ad ospitare numerose persone, a cui offrire gustoso cibo e l’opportunità di rilassarsi presso le piscine termali.

L’ingresso principale della domus era a sud. Si ritiene che probabilmente qui fosse collocato un atrio, dal quale si giungeva a un grande peristilio (giardino colonnato) non ancora scavato. Su un lato del peristilio si aprivano una serie di vani. Da ovest a est: un grande oecus (ambiente di soggiorno) decorato in II stile, un corridoio, un piccolo ambiente decorato in IV stile e un oecus corinzio, circondato da almeno 12 colonne su tre lati, con una megalografia di II stile che attualmente è ancora in corso di scavo.

Scavi di Pompei

Fonte: Parco archeologico di Pompei

La bellezza del complesso termale privato

Perché questa è una scoperta molto importante

Come vi abbiamo anticipato, la scoperta di questo complesso termale privato è di notevole importanza. Uno dei motivi principali è proprio la scelta di collocarlo vicino alla grande sala per banchetti, in quanto rimanda al Satyricon: nel romanzo Trimalcione celebra la sua famosa cena in una città campana di I secolo d.C., dunque una località culturalmente vicina alla stessa Pompei prima dell’eruzione del 79 d.C. Prima di raggiungere il banchetto i protagonisti e Trimalcione stesso si recano proprio in un balneum (bagno).

Inoltre, come riportato sul comunicato stampa da Gabriel Zuchtriegel, direttore del Parco Archeologico di Pompei: “Il tutto era funzionale alla messa in scena di uno ‘spettacolo’, al cui centro stava il proprietario stesso. Le pitture di III stile con soggetti della guerra di Troia, gli atleti nel peristilio – tutto doveva conferire agli spazi un’atmosfera di grecità, ovvero di cultura, erudizione oltre che di ozio. Così come il salone nero doveva trasportare gli ospiti in un palazzo greco, così il peristilio con la grande vasca al centro e il complesso termale adiacente aveva la funzione di creare una scenografia da ginnasio greco, che veniva accentuata ulteriormente dalle scene atletiche successivamente apportate. E dunque il pubblico, grato e affamato, avrebbe applaudito con sincera ammirazione allo spettacolo orchestrato dal padrone di casa e dopo una serata nel suo ‘ginnasio’ ne avrebbe parlato ancora a lungo. “

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Tante destinazioni italiane tra i 50 viaggi consigliati dal Financial Times per il 2025

L’Italia è una meta amatissima dai turisti non solo europei ma di tutto il mondo. Arte, storia, paesaggi naturali e buon cibo fanno da fil rouge creando vacanze proprio per tutti. A premiare il Belpaese è stato il Financial Times che nel creare una classifica delle 50 mete di viaggio più interessanti per il 2025 ha inserito più volte destinazioni nostrane. La raccolta prestigiosa alterna località esotiche a città d’arte e l’Italia si conferma una protagonista indiscussa: si punta tutto su arte, patrimonio naturale e culturale con luoghi iconici e destinazioni meno conosciute pronte a stupire tutti. Il Financial Times in questa top 50 celebra l’Italia e lo fa mostrando come la nazione sia capace di unire tradizione e innovazione offrendo opportunità di viaggio variegate.

Le meraviglie archeologiche di Pompei

Tra le destinazioni italiane da vedere nella classifica dei 50 viaggi consigliati dal Financial Times per il 2025 c’è Pompei; secondo la rivista statunitense il momento migliore per scoprire questa destinazione è marzo. L’antica città conosciuta per essere uno dei parchi archeologici più interessanti, sorprende appassionati di storia e archeologia che la raggiungono soprattutto come gita fuori porta dopo una vacanza a Napoli. Tra scoperte recenti e del passato si possono visionare affreschi, motivi geometrici e dettagli mitologici alcuni ben conservati. Tra le cose top da fare e consigliate dalla rivista statunitense c’è il tour archeologico con guida, così da avere accesso ad ogni luogo e scoprire maggiori dettagli ma anche ammirare aree recentemente riportate alla luce durante gli scavi e magari espandere la visita raggiungendo la vicina Ercolano, anch’essa colpita dall’eruzione vulcanica del Vesuvio.

Sito archeologico di Pompei

Fonte: iStock

Cosa vedere a Pompei, l’area archeologica: è una delle più visitate al mondo e le ricerche continuano con studi e scavi

Orient Express la Dolce Vita

Quando si dice Italia all’estero, una delle prime immagini che viene alla mente è quella della Dolce Vita. Proprio questa ispirazione prenderà vita da aprile 2025 con un progetto importante: quello dell’Orient Express La Dolce vita. Il viaggio in treno, consigliato come proposta per il mese di aprile, riporta indietro nel tempo, fino agli anni ’60. L’tinerario percorre diverse località italiane toccando la campagna toscana, la costiera amalfitana e i Sassi di Matera. Le carrozze sono vintage nel design e richiamano proprio un “back to Sixties” che conquisterà ogni viaggiatore. Esplorare il territorio in itinerari di 2 o 3 giorni e godersi il comfort a bordo non è certo da prendere sotto gamba; in più a bordo è anche possibile assaporare la cucina regionale con un menù ad hoc che ripercorre i territori toccati dal treno.

Alla scoperta delle ville palladiane nel Veneto

Chi ama l’architettura resterà a bocca aperta scoprendo che le ville rinascimentali dell’architetto Andrea Palladio hanno varcato i confini del Veneto raggiungendo una fama internazionale. Il Financial Times le ha inserite proprio tra i luoghi top da visitare e i motivi non sono difficili da comprendere: gli edifici dalle linee armoniose e simmetriche rappresentano l’equilibrio tra estetica e arte, un connubio che da sempre rappresenta l’architettura italiana. Tra i must da visitare c’è villa La Rotonda nei dintorni di Vicenza che spicca per la struttura con cupola o villa Elmo in un contesto più rurale e con splendidi affreschi o ancora visitare il centro di Vicenza dichiarata patrimonio Unesco e con palazzi e teatri progettati proprio dal celebre architetto. Nel mese di maggio godendosi la luce e le temperature piacevoli è una meta top secondo il giornale americano.

Da Bruxelles a Venezia in treno per scoprire la Serenissima

Non poteva non esserci Venezia tra le mete italiane top da visitare nel 2025 secondo gli Stati Uniti ma viene proposta in una veste tutta nuova. Per raggiungerla, infatti, viene proposto un viaggio dal ritmo lento e scenografico: la sostenibilità del treno notturno che collega Bruxelles a Venezia dà modo di arrivare nel cuore della città lagunare per poi partire dalla stazione di Santa Lucia all’esplorazione della città dal Canal Grande alla basilica di San Marco fino al palazzo Ducale. E per chi può fermarsi un po’ di più imperdibile una visita alle isole di Murano e Burano, coloratissime nelle architetture e rinomate per l’arte della lavorazione del vetro. Secondo il Financial Times il momento migliore per visitarla è febbraio? Non solo è il mese del carnevale ma è anche una coincidenza importante con San Valentino e Venezia, da sempre, rientra tra le città più romantiche.

Isola di Burano

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La coloratissima isola di Burano nella laguna di Venezia, meta ogni anno di visitatori per l’arte del vetro

Sardegna di mare e cultura

Se dovessimo pensare al mare in Italia ci sarebbe l’imbarazzo della scelta ma per il Financial Times non ci sono dubbi: è la Sardegna a vincere su tutte le regioni costiere. Consigliata non in piena estate ma in autunno, vanta temperature miti e un minore affollamento. Non solo spiagge da sogno però, la Sardegna ha anche molto da offrire a livello storico e artistico. Basti pensare ai numerosi siti archeologici fenici e romani tra cui Tharros e Nora o ai nuraghi. Dalla scoperta dei murales alle località e i borghi dell’entroterra c’è davvero molto da scoprire spingendosi poi alle città di Cagliari e Alghero dove gustare la cucina tipica. Tra i piatti citati dalla rivista statunitense? I culurgiones, ravioli ripieni di patate, pecorino e menta.

Ischia e il suo faro

Tra le mete top inserite nella top 50 di Financial Times per il 2025 c’è Ischia e più precisamente l’opportunità di dormire all’interno di un faro. Dopo aver scoperto la splendida isola simbolo della costiera ci si può rilassare all’interno di una location luxury ed esclusiva come questa che rappresenta pienamente lo stile vacanziero italiano con una vista da sogno. La location simbolo di charme e tranquillità è racchiusa all’interno di un contesto naturale; la pace non manca e qui ci si ricarica davvero le batterie. I tramonti visti da qui sono unici e organizzare un aperitivo luxury a base di specialità locali renderà l’esperienza memorabile.

Visitare Ischia

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La suggestiva isola di Ischia; qui si può prenotare una notte in un faro per una location davvero unica in cui dormire

Le altre destinazioni consigliate dal Financial Times

Tante le destinazioni divise mese per mese proposte dal Financial Times per il 2025. Nel mese di gennaio si parte subito con un viaggio in Thailandia proseguendo poi per la scoperta dei musei della città di Praga e una vacanza avventura alle Galapagos. Nel mese di febbraio, oltre al viaggio a Venezia già suggerito, si punta a Parigi altrettanto romantica per poter scoprire musei come quello con mostra dedicata ad Artemisia Gentileschi o ancora partire alla scoperta del Devon. Il mese di marzo è top per turismo sulla neve in Slovenia, per volare alla scoperta della Colombia o ripercorrere le tappe della carriera di Gabriel Garcia Marquez che tornerà di interesse globale anche grazie al nuovo prodotto Netflix in uscita in queste settimane.

La primavera e il mese d’aprile sono top per il cicloturismo in Portogallo ma anche per un viaggio negli Stats alla scoperta dell’arte in Arkansas. Nel mese di maggio tutta l’attenzione vola verso gli UK per il 250esimo anniversario di Jane Austen.

L’estate si apre con giugno: la mostra di Vermeer a New York è un’occasione per visitare la Grande Mela ma restando in Europa ci si può godere le meraviglie di Menorca. Chi ama i road trip potrebbe cogliere il mese per scoprire la California tra alcuni dei motel più iconici degli States e non solo. Nel mese di luglio si potrà visitare l’artecontemporanea in Kent oppure partecipare al festiva dell’Opera all’interno di un forte finlandese: sembrerà un vero e prorpio viaggio nel tempo. E ad agosto? Secondo il Financial Times nonostante le temperature si potrà fare un incredibile safari in Namibia oppure esplorare la Mongolia in treno.

A settembre è inserito il Pakistan, una delle mete più chiacchierate di questa top 50 seguita poi dal Madagascar che colpisce per l’ecosistema unico ma tra gli eventi imperdibili c’è la visita al Bukhara Biennial, una delle moschee storiche ancora perfettamente intatte nell’Asia centrale.

A ottobre, oltre al viaggio in Sardegna, si consiglia un safari in Zambia alla scoperta di zebre e altri animali tipici dell’ecosistema mentre per novembre il safari si sposta in mare in Indonesia. Altrettanto interessanti per queste settimane la scoperta del Sahara in Algeria oppure una visita alla Scozia che inizia a tingersi di colori invernali. Per chiudere l’anno in bellezza viene consigliato, tra le altre mete, l’Egitto.

Il Financial Times ha creato per il 2025 una lista delle migliori destinazioni optando per una classifica di 50 località: l’obiettivo era spaziare provando ed evidenziare quelli che sono i momenti migliori per ogni singola regione, mostra o avventura. Tenendo in considerazione l’overtourism da evitare, il clima e le opportunità del nuovo anno ne è uscita questa classifica con soluzioni mese per mese. Molte destinazioni sono italiane però e a stupire è che oltre ai grandi classici come Venezia l’interesse è direzionato sempre più verso alternative meno battute. Chi ha in programma un viaggio e sta scegliendo le destinazioni da prendere in esame per i prossimi mesi potrà sicuramente trovare interessanti ispirazioni da questa top 50, anche per gite fuori porta in Italia.

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Pompei contro l’overtourism: scatta il limite di ingressi a 20mila al giorno

L’antica città di Pompei è uno dei luoghi più suggestivi e, come direbbero alcuni, più inquietanti d’Italia. D’altronde stiamo parlando dei resti di quello che avvenne nel 79 d.C., quando l’eruzione del Vesuvio, che tuttora incombe minaccioso all’orizzonte, decimò la popolazione seppellendo la città sotto uno strato di detriti vulcanici. Raggiungibile facilmente da Napoli, e considerata la sua storia e drammatica bellezza, non stupisce che chiunque organizzi un viaggio in Campania desideri vedere il sito dal vivo.

E infatti, i dati degli ultimi anni dimostrano proprio questo, obbligando la gestione del parco a prendere dei provvedimenti che si traducono in un limite d’ingresso pari a 20.000 persone al giorno. Il direttore del Parco Archeologico di Pompei ha dichiarato che l’obiettivo è quello di puntare a “un turismo sostenibile, gradevole e non di massa”.

Limite d’ingresso a Pompei dopo un’estate da record

Sulla scia dei tanti provvedimenti presi quest’anno in diverse parti d’Italia per provare a contrastare il fenomeno dell’overtourism, dalla Fontana di Trevi a Roma al traffico alternato sulla Costiera Amalfitana, l’ultima notizia vede come protagonista Pompei. Il parco archeologico ha assistito a un’estate da record con oltre 4 milioni di visitatori in generale e oltre 36.000 visitatori in occasione di una delle prime domeniche del mese a ingresso gratuito.

Il direttore del parco archeologico, Gabriel Zuchtriegel, ha dichiarato che i visitatori del sito ora superano in media i 15.000-20.000 ogni giorno, e il nuovo tetto giornaliero impedirà che il numero aumenti ulteriormente. Al riguardo ha inoltre affermato: “Stiamo lavorando su una serie di progetti per alleviare la pressione umana sul sito, che potrebbe comportare rischi sia per i visitatori che per il patrimonio, così unico e fragile”.

Secondo i dati riportati dal Ministero della Cultura, le visite al parco archeologico hanno visto una crescita del 33,6% rispetto all’anno precedente, con una media giornaliera di circa 11.200 persone.

Biglietti nominativi e limite d’accesso giornaliero

Quest’estate Pompei è stata particolarmente affollata, oltre che protagonista di atteggiamenti scorretti da parte dei turisti, come il visitatore britannico sorpreso a incidere le iniziali sue e della sua famiglia su una delle case millenarie della città. Considerate la situazione, la gestione del parco archeologico si è vista costretta a prendere dei provvedimenti: dal 15 novembre i biglietti per il parco saranno nominativi e ogni giorno ne verranno rilasciati al massimo 20.000, con specifici slot temporali durante l’estate.

Tra gli obiettivi dei gestori del parco, oltre preservare il sito, c’è quello di incoraggiare i turisti a visitare altri siti archeologici legati a Pompei, come Stabia, Oplontis e Boscoreale, offrendo un servizio gratuito di navetta nell’ambito del progetto “Grande Pompei”. Al riguardo, il direttore del parco ha dichiarato: “Le misure di gestione dei flussi, di sicurezza e la personalizzazione delle visite fanno parte di questa strategia. Puntiamo a un turismo lento, sostenibile, piacevole e non di massa, e soprattutto diffuso sul territorio intorno al sito Unesco, ricco di gioielli culturali da scoprire.”

Il provvedimento viene applicato anche e soprattutto le prime domeniche di ogni mese, quando l’ingresso al parco è gratuito. In queste giornate, in caso di forte afflusso di visitatori nella mattinata, le casse saranno chiuse per un’ora al raggiungimento di 15.000 visitatori entro le ore 12.00, al fine di impedire una eccessiva presenza simultanea di turisti, che potrebbe mettere a repentaglio la sicurezza e la salvaguardia del sito e favorire il deflusso in uscita.

Parco Pompei

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Parco Archeologico di Pompei dall’alto

Come accedere al parco: ingressi, costi e orari

Il provvedimento che limita l’accesso a Pompei a 20.000 visitatori al giorno non ha influito sui costi e sulle modalità d’ingresso a uno dei parchi archeologici più belli d’Italia.

Per accedere avete a disposizione tre ingressi: Porta Marina è quello principale, situato direttamente di fronte alla stazione ferroviaria di Pompei Scavi, oltre che il più popolare tra i turisti, soprattutto per via di tutte le strutture disponibili come chiosco informativo, negozi di souvenir e noleggio audioguide; il secondo è Piazza Anfiteatro, situato a 15 minuti a piedi da Porta Marina, considerato l’ingresso ideale per visitare il sito perché sarete condotti direttamente all’anfiteatro, al foro e ad altri luoghi importanti di Pompei; infine c’è Piazza Esedra, l’ingresso meno affollato utilizzato soprattutto per le visite di gruppo.

Il Parco Archeologico di Pompei è aperto dal 1 aprile al 31 ottobre, dalle 9:00 alle 19:00 con ultimo ingresso alle 17:30, dal 1 novembre al 31 marzo dalle 9:00 alle 15:30. Il sito resta chiuso il 25 dicembre, il 1 gennaio e il 1 maggio.

Per acquistare i biglietti vi consigliamo di farlo online e con largo anticipo, soprattutto considerando il nuovo provvedimento di cui vi abbiamo parlato in questo articolo. Avete diverse opzioni: il biglietto salta fila con visita guidata al costo di 36,75 euro, il biglietto d’ingresso classico a 23,90 euro, con audioguida a 31,90 euro e combinato con Ercolano a 37,90 euro.

Infine, vi consigliamo di visitare Pompei all’inizio della giornata, poco dopo l’apertura, perché il sito sarà meno affollato, oltre che in un giorno feriale e in bassa stagione.

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Napoli, Pompei, Procida e Paestum raccontate dal Guardian

Di recente, un giornalista del Guardian ha intrapreso un viaggio attraverso alcune delle mete più iconiche del Sud Italia, raccontando il suo itinerario in un articolo ricco di osservazioni e dettagli. Quando si sente parlare bene del proprio Paese e del suo patrimonio artistico e culturale, nonché dei suoi paesaggi, non può che fare piacere ed è per questo che oggi vi mostriamo come sono questi iconici luoghi visti dagli occhi di un forestiero.

Il suo racconto inizia con l’arrivo in Mediterraneo, tra pioggia e cieli grigi, durante un viaggio in treno da Parigi. Nonostante il clima iniziale, proseguendo verso sud, il giornalista scorge finalmente la tanto agognata luce del sole, insieme alla vivacità e al calore di luoghi come Napoli, Pompei, Procida e Paestum.

Viaggiare in treno, lo slow tourism come ritorno alle origini

Durante il tragitto, il giornalista nota la differenza tra un viaggio in treno e il frettoloso ritmo del trasporto aereo. Attraversando città come La Spezia e Pisa, afferma che il viaggio in treno incarna la “joy of missing out” (la gioia di lasciarsi andare), perfetta per un turismo lento e contemplativo.

In questo percorso, simile a quello compiuto dal poeta inglese John Keats nel 1820, il viaggiatore trova un’attenzione alla scoperta, senza la frenesia moderna. Dopo aver attraversato il Nord Italia, in particolare la Liguria, la destinazione è il Sud, a partire dalla Campania.

Napoli, più autentica di così non si può

Il giornalista descrive Napoli come un luogo autentico, dove il fervore della vita cittadina si manifesta nelle strade affollate e nei ristoranti all’aperto. La città, racconta, si anima ulteriormente quando il Napoli gioca contro la Juventus e i tifosi seguono con entusiasmo la partita mentre gustano una pizza in un caffè di strada.

Napoli è anche il punto di partenza per visitare le vicine isole, tra cui Procida, che, secondo il giornalista, ha conservato il proprio carattere genuino e non è stata trasformata in un’isola esclusivamente turistica.

Napoli

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Sguardo su Napoli vista di sera

Procida, profumo di agrumi e senso di familiarità

Procida, scrive il giornalista, è ben diversa da altre destinazioni insulari, poiché ha mantenuto la sua autenticità e non è diventata un “esperimento di gentrificazione”.

Una delle attività migliori che si può fare soggiornando sull’isola, tra un tuffo e l’altro, dopo un po’ di tintarella, è sicuramente mangiare e lasciarsi coccolare il palato dalla deliziosa cucina locale. Tra i piatti consigliati ci sono gli spaghetti al pesto di limone, tipici del luogo grazie ai celebri limoni dolci dell’isola.

Le case colorate di Marina di Corricella e l’atmosfera di un’isola ancora legata alla sua tradizione marinara colpiscono particolarmente l’autore dell’articolo del Guardian, che ne evidenzia il fascino genuino raccontando il legame di Procida con la storia locale, ancora oggi.

Pompei, città eterna in continua scoperta

La visita a Pompei è uno dei momenti più suggestivi del viaggio. Il giornalista osserva come il sito archeologico, sotto la direzione del tedesco Gabriel Zuchtriegel, stia vivendo una nuova fase di scoperta e reinterpretazione.

Vesuvio, Pompei

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Pompei e il Vesuvio sullo sfondo

Accompagnato dall’archeologo Alessandro Russo, il giornalista entra nella Regio IX, una zona in cui si stanno scoprendo affreschi intatti e dettagli inediti della vita quotidiana degli antichi abitanti di Pompei. Racconta di un ritratto di una bambina con uva e melograni, sopravvissuto incredibilmente intatto e visibile oggi grazie alle nuove tecniche di scavo.

Paestum, viaggio nell’antica Grecia

Proseguendo il suo viaggio verso sud, il giornalista del Guardian racconta l’esperienza di Paestum, una città fondata dai Greci e famosa per i suoi imponenti templi e per il museo archeologico.

Qui, il protagonista dell’articolo si sofferma sulla Tomba del Tuffatore, un capolavoro ritrovato nel 1968 che raffigura un giovane che si tuffa da una grande altezza, in quella che potrebbe rappresentare una scena allegorica della morte o della vita.

Tempio Era, Paestum

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Il Tempio di Era nel sito archeologico di Paestum

Il giornalista è affascinato da come Paestum mantenga un’atmosfera antica e intatta, lasciandolo profondamente colpito dall’energia e dal mistero di questi luoghi.