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Buttero Zone, esperienza incredibile nelle Marche

In sella a un elegante cavallo per andare alla ricerca del tartufo. No, non è solo un’idea che potrebbe sembrare irrealizzabile, è un’incredibile avventura che è possibile vivere nelle Marche, tra San Lorenzo in Campo e Pergola, in provincia di Pesaro Urbino, una terra che da sempre si distingue per essere ricca di questo prezioso e gustoso tubero.

In cosa consiste Buttero Zone

Il suo nome è Buttero Zone ed è nata nell’estate di due anni fa. Un progetto giovane e interessante grazie a cui è possibile dedicarsi a esperienze outdoor a cavallo, utilizzando la razza autoctona del vicino monte Catria, in grado di stimolare tutti i sensi.

Inizialmente le tre esperienze possibili erano: #AperinFiume, per fare una vera immersione nella natura a cavallo in un itinerario semplice quanto suggestivo, e poi terminare con un aperitivo con prodotti enogastronomici locali da gustare comodamente seduti lungo il fiume Cesano; #AperinCollina, la più gettonata per la mezza stagione in quanto consente di stare in un vero e proprio puzzle di colori tra vigneti che lasciano spazio a campi di grano, ulivi e girasoli; #AperinBalla, per un aperitivo al tramonto con tipicità locali da degustare seduti su una rotoballa.

A mano a mano si sono aggiunti #cavalcandoalMare, #AperiEnnio, la più tradizionale, e l’esperienza al tartufo. Ma non è finita qui perché ad arricchire la proposta c’è un percorso di avvicinamento al cavallo, passeggiate e giornate intere con opzione pranzo presso ristoranti e agriturismi o in cantina, e la possibilità di trascorrere la notte in una tenda da sogno sotto le stelle del Giardino Segreto.

L’ultima Buttero Experience ideata vede protagonista il diamante della terra: #aperintartufo. Consiste in un’esperienza che porta alla ricerca del tartufo passeggiando a cavallo immersi nella natura insieme a cavatori e al loro cane, per poi degustarlo al ristorante.

Insomma, ce n’è davvero per tutti i gusti.

Un’esperienza davvero eccezionale

Come spiegato dall’ideatore Giacomo Bartolucci, personal riding coach con 30 anni di esperienza, e la moglie Erica Sebastianelli, Buttero Zone unisce la promozione del territorio e la valorizzazione delle sue eccellenze enogastronomiche con le bellezze attraverso esperienze all’aria aperta.

Tutto questo è possibile perché gli ospiti possono partecipare a questa particolare avventura durante tutti i periodi di raccolta del tartufo. Oggigiorno Buttero Zone attira ospiti da tutta Italia: Toscana, Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia- Romagna, Lazio, Abruzzo, Puglia, Umbria e, ovviamente anche dalle splendide Marche.

C’è chi sceglie persino di approfittare di questa avventura per fare la sua romantica proposta di matrimonio. Si sono interessati anche travel blogger e influencer con un grandissimo seguito che hanno creato contenuti esclusivi su questa esperienza.

Un modo nuovo e originale per far conoscere un territorio splendido del nostro Paese, anche perché moli ospiti di Buttero Zone vengono poi accompagnati in ristoranti e agriturismi della zona, così come alcuni si fermano a soggiornare acquistano i tanti prodotti tipici che questo territorio può vantare.

Ma Buttero Zone non si ferma di certo qui: in cantiere ci sono tanti altri progetti, tra cui la Buttero School, dove apprendere nozioni tecniche e messa in pratica abbinando teoria e pratica a cavallo.

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Svelato il mistero di una nave affondata 350 anni fa

Come la maggior parte delle scoperte che avvengono di anno in anno, anche nel 2019 alcuni dilettanti fecero un ritrovamento a dir poco eccezionale ma che, allo stesso tempo, era forgiato di un velo di mistero. In questo caso erano dei subacquei principianti, che ritrovarono al largo della costa del Sussex, nel Regno Unito, una nave dai profili al momento incomprensibili.

Oggi, grazie al lavoro di archeologi marittimi olandesi e britannici, siamo a conoscenza della sua vera identità.

La misteriosa nave da guerra con un tesoro in parte italiano

Stando agli approfondimenti effettuati, il ritrovamento che risale al 2019 è una nave da guerra importantissima che conteneva anche un tesoro in parte italiano.

L’imbarcazione sembrerebbe essere la Klein Hollandia, una nave militare olandese costruita nel 1656 che ha partecipato a tutte le battaglie importanti della seconda guerra anglonlandese.

I subacquei hanno trovato a 32 metri di profondità un tesoro storico: una preziosa brocca di Bellarmine decorata con un fiore e un volto di un uomo con la barba, vicino ai resti di un cannone di bronzo.

Ma non è finita qui perché il meglio è stato rinvenuto intorno al tesoro stesso: sulla sabbia giace gran parte dello scafo in legno, più cannoni, pezzi di ceramica italiana e persino delle piastrelle di marmo provenienti dalle cave delle Alpi Apuane, dal nord-ovest della Toscana, e destinate ai Paesi Bassi.

Le dichiarazione degli addetti ai lavori

L’Agenzia per il Patrimonio Culturale dei Paesi Bassi sulle prove che hanno condotto a definire l’identità di questo ritrovamento ha dichiarato: “La condizione dei resti del naufragio è buona e potrebbe offrire una grande quantità di dati su come venivano costruiti i vascelli olandesi del XVII secolo e sulle attività di questa nave da guerra durante il suo ultimo viaggio”.

Perché questa scoperta è così importante

Per comprendere come mai questa scoperta è di particolare importanza è necessario fare un passo indietro e ripercorrere, in breve, la storia di questa imbarcazione.

La nave da guerra Klein Hollandia (Piccola Olanda, in olandese), fu costruita nel 1656 e naufragò 17 anni dopo. Era di proprietà dell’Ammiragliato di Rotterdam e testimone di tutte le battaglie importanti della seconda guerra anglonlandese (1665-1667).

Stando a quanto riportano gli esperti, fu attaccata sulla costa meridionale britannica di fronte a Southampton dagli inglesi. In sostanza la Klein Hollandia faceva parte di un convoglio navale per navi mercantili olandesi che tornavano in Italia o altrove nel Mediterraneo.

Nonostante fosse una nave militare, il materiale trovato nello scafo includeva ceramiche italiane e piastrelle e lastre di marmo provenienti dalle famose cave di Carrara, suggerendo che fosse anche in un lucroso viaggio commerciale.

Un totale di sette enormi blocchi di marmo, lunghi 3,75 metri e del peso stimato di tre tonnellate ciascuno, erano stati caricati nella stiva della nave da guerra, destinati alla costruzione di case di alto rango nelle città olandesi in un momento in cui i Paesi Bassi godevano di una sorta di età dell’oro come potenza navale e mercantile.

Tra i “tesori” anche serie di pezzi di ceramica maiolica italiana con disegni decorativi che suggeriscono una datazione del XVII secolo e provenienti dalla zona intorno a Savona.

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Nel mondo ci sono tante feste. Una è dedicata alle bambole

Eventi, manifestazioni, ricorrenze e buone notizie: c’è sempre un buon motivo per festeggiare, non credete? Lo sanno bene tutte quelle persone che non perdono occasione per farlo e che si mettono in viaggio proprio per scoprire le celebrazioni del mondo che raccontano di tradizioni e usanze lontanissime dalle nostre.

Capodanno e feste stagionali sono forse le ricorrenze più celebri, le stesse che ci invitano a metterci in viaggio e immergersi in atmosfere suggestive e sensazionali. Ma non sono le uniche perché nel mondo ci sono tantissime feste e una di queste è dedicata alle bambole.

Il suo nome è Hinamatsuri, che tradotto letteralmente vuol dire Festa delle bambole. Si celebra in Giappone, il 3 marzo di ogni anno, ed è dedicata alle ragazze di ogni età. ma chiunque può prendervi parte. Ecco come si festeggia.

Hinamatsuri: la Festa delle Bambole in Giappone

Organizzare un viaggio in Giappone è sempre un’ottima idea, in ogni periodo dell’anno e in tutte le stagioni. E lo è non solo per le incredibili meraviglie che appartengono al Paese del Sol levante, ma anche per tutte quelle meravigliose tradizioni, antiche e moderne, che appartengono alla cultura del territorio.

Le feste rientrano tra queste, e ce ne sono così tante che è davvero difficile scegliere la più bella. Quello che è certo è che i giapponesi fanno sul serio, e riescono a trasformare ogni ricorrenza in un tripudio di colori, emozioni e visioni suggestive e affascinanti.

Così succede anche per la Hinamatsuri, la Festa delle Bambole, che in realtà è collegata alle figure femminili delle famiglie in Giappone. In questa occasione, infatti, attraverso eventi, festeggiamenti e tradizioni, le persone celebrano le ragazze, con l’augurio che crescano felici e in salute.

La celebrazione in questione è conosciuta anche con il nome Momo no sekku che letteralmente tradotto vuol dire Festival dei fiori di pesco. Il motivo è facilmente intuibile: in questo periodo le città e i territori del Paese sono completamente invasi dalle fioriture del pesco che simboleggiano la primavera e la rinascita, ma anche l’amore eterno.

Piramide di bambole a Saitama

Fonte: Getty Images

Piramide di bambole a Saitama

Come celebrare la Festa delle Bambole

Il modo migliore per celebrare la Festa delle Bambole è quello di organizzare un viaggio in Giappone e unirsi ai festeggiamenti dei cittadini. Con l’occasione, inoltre, potrete perdervi e immergervi in un’atmosfera gioiosa e profumata data dalle prime fioriture primaverili.

L’iHinamatsuri viene celebrata il terzo giorno del terzo mese dell’anno, e quindi ogni 3 marzo. Durante questa giornata, dentro le case dei cittadini e fuori di queste vengono esposte le hina ningyo, bambole ornamentali giapponesi che vengono tramandate da generazioni e che raffigurano, solitamente, imperatori, imperatrici e altre figure che appartengono alla corte imperiale.

Anche i locali si abbigliano a festa, come fa il Keio Plaza Hotel di Tokyo e non solo, arricchendo le atmosfere con meravigliosi display ornamentali e offrendo menu speciali. In alcune città, inoltre, vengono organizzate delle parate per rievocare vecchie e antiche tradizioni.

Durante il giorno viene poi servito l’amazake, che è una versione analcolica del saké, insieme all’hishimochi, un dolce caratteristico che si prepara con tre strati di riso: verde, bianco e rosa, che simboleggiano, rispettivamente, la terra, la neve e i fiori di pesco.

Le origini di questi festeggiamenti sono tanto antichi quanto affascinanti. La prima celebrazione, infatti, risale al VII secolo ed è legata alla credenza popolare secondo la quale le bambole avevano il potere di contenere gli spiriti malvagi e trattenere le energie negative. Le bambole, infatti, venivano lasciate sul corso del fiume, affinché le correnti portassero via la negatività. Se poi venivano trovate da qualcuno, o catturate dai pescatori, venivano raccolte e bruciate.

Keio Plaza Hotel Tokyo

Fonte: Keio Plaza Hotel Tokyo

Hinamatsuri
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La Strada dei Re in Giordania, una meraviglia da percorrere

La Giordania da qualche anno a questa parte è una delle mete più gettonate dai viaggiatori italiani. Ma del resto non c’è da sorprendersi: questo è un Paese davvero splendido e la cui ospitalità è particolarmente calorosa e invitante. Nella sua area di 89.342 km², le attrazioni – naturali e non – da fermarsi a visitare sono davvero numerosissime, ma oggi vogliamo farvi percorrere un itinerario eccezionale e, dal nostro punto di vista, imperdibile: la Strada dei Re.

Da Amman a Petra solcando la Strada dei Re

Facciamo una premessa: se la vostra intenzione è quella di fare un viaggio itinerante in Giordania, la miglior soluzione è affittare un’automobile. Mezzi pubblici ce ne sono, ma pochi e non del tutto affidabili.

Tra i percorsi da intraprendere su quattro ruote svetta per pura meraviglia la Strada dei Re che consente persino di fare un viaggio nel viaggio, catapultandovi contemporaneamente indietro nel tempo.

Correndo lungo la spina dorsale dell’altopiano centrale della Giordania, conta oltre 5.000 anni e all’epoca rappresentava la via di commercio principale che collegava l’Africa con la Mesopotamia. Ma non solo. Nel corso dei secoli è stata anche utilizzata come importante via di pellegrinaggio per i cristiani, tanto che la “Bibbia” la ricorda per il divieto di percorrerla imposto dal Re di Edom a Mosè.

tappe strada dei re giordania

Fonte: iStock

Luogo la Strada dei Re

Cosa vedere lungo la Strada dei Re

La Strada dei Re in Giordania, detta anche King’s Highway, permette di approdare in luoghi biblici in posizione panoramica, districarsi tra raffinati mosaici romani, rimanere affascinati dai ben conservati castelli dei crociati e ammirare alcuni spaccati della vita comune del Paese.

In realtà questo tragitto leggendario passa in mezzo ad altre due strade: la Strada Panoramica del Mar Morto e la Desert Highway, l’autostrada che attraversa il deserto. È fondamentale, quindi, non confondersi e prendere il giusto percorso per fare un viaggio on the road tra curve e scenari lunari. Ma quali sono le tappe da fare lungo la Strada dei Re?

Madaba, la città dei mosaici

Partendo da Amman, la fascinosa Capitale della Giordania, la prima sosta da fare lungo la Strada dei Re è Madaba. Essa si distingue per essere una graziosa cittadina che conserva gelosamente dei preziosi mosaici di epoca bizantina. Il più famoso riveste il pavimento della Chiesa di San Giorgio e rappresenta una carta geografica.

Madaba è anche una delle città più accoglienti di tutta la Giordania, così come un caso esemplare di tolleranza religiosa. Altre  attrazioni da non perdere da queste parti sono il suo mercato zeppo di gente e di bambini che corrono per strada, e il suo Parco Archeologico che possiamo definire un vero e proprio museo a cielo aperto.

Monte Nebo, dove Mosè contemplò la terra promessa

Come vi abbiamo accennato in precedenza, percorrere la Strada dei Re in Giordania vuol dire anche ritrovarsi al cospetto di luoghi biblici. Uno di questi è il Monte Nebo dove, secondo la tradizione, Mosè contemplò per la prima volta la Terra Promessa.

Monte Nebo giordania

Fonte: iStock

Il panorama dal Monte Nebo

Si narra che Mosè fu sepolto nei pressi del monte, anche se al momento gli studiosi non concordano su dove si trovi esattamente la sua tomba. Non a caso sulla vetta prende vita un Memoriale dedicato a lui che, al contempo, permette di ammirare un paesaggio sublime che riesce persino a raggiungere Israele e i Territori Palestinesi.

Wadi Mujib, un panorama da non perdere

A seguito del Monte Nebo, dopo aver guidato tra una curva e un’altra, arriverete sopra alle gole del Wadi Mujib. Il paesaggio che si aprirà di fronte ai vostri occhi sarà surreale: è orgogliosamente definito “il Grand Canyon della Giordania”. Ma non solo. È importante anche per il significato storico in quanto anticamente segnava il confine tra il regno degli amoriti e quello dei moabiti. Si ritiene, inoltre, che Mosè lo abbia attraversato a piedi.

Continuando a solcare la serie di tornanti che caratterizzano questo tratto di strada, arriverete alla diga di Wadi Mujib, per poi continuare tra scenari desertici di incontaminata bellezza.

La soluzione migliore sarebbe scendere dall’auto e attraversare la gola, ma se il tempo a vostra disposizione sarà poco vale comunque la pena viaggiare lungo il bordo del canyon.

Le imponenti rovine di Ar-Rabba

Un’altra tappa da fare lungo la Strada dei Re sono le imponenti rovine di Ar-Rabba, una città santa dove poter contemplare quel che rimane di un tempio romano risalente alla fine del II secolo d.C. e altri edifici di epoca romana e bizantina.

Il Castello di Karak

Degna di nota è anche una sosta anche presso il Castello di Karak, risalente al 1142, che a suo tempo fu teatro degli scontri tra i crociati e le truppe musulmane di Saladino.

Castello di Karak giordania

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Il Castello di Karak

Oggi ridotto in rovina, consente di scoprire i suoi sotterranei, un paio di passaggi segreti, qualche stanza e il Museo Archeologico di al-Karak. Senza dimenticare che si trova in un’invidiabile posizione panoramica con scenari completamente diversi rispetto ad altri castelli che sorgono nel deserto.

Dana con la sua Riserva

Arroccato su un profondo precipizio, il grazioso villaggio in pietra di Dana regala una vista straordinaria e anche la possibilità di visitare la sua Riserva della Biosfera: una serie di gole impreziosite da una rigogliosa vegetazione e paesaggi di rocce calcaree e sabbiose.

Questa è la più grande Riserva Naturale della Giordania ed è famosa anche per i molti sentieri escursionistici. Ciò vuol dire che tale tappa si rivela un posto perfetto per trascorrere qualche giorno, soprattutto durante la primavera poiché le sue colline sono tutte in fiore.

L’importante Castello di Shobak

Siamo quasi arrivati al termine della Strada dei Re, ma prima di giungere alla tappa finale è necessario fare una sosta presso il Castello di Shobak che è noto per essere il più importante tra i castelli crociati.

Sfortunatamente oggi resta solo una piccola parte di tutto l’antico complesso, ma passeggiare tra le sue mura è comunque un’esperienza da provare, anche solo per il favoloso panorama che si osserva da lassù.

Piccola Petra e Petra

La Strada dei Re in Giordania termina con due mete a dir poco sublimi: Piccola Petra e Petra. La prima vi consentirà di scoprire edifici scolpiti nelle pareti dei canyon di arenaria che non hanno niente da invidiare a quelli presenti in zona.

La seconda, invece, è forse la destinazione più famosa di tutto il Paese, un luogo spettacolare tanto da essere Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO dal 1985. Dal 2007, inoltre, Petra è una delle Sette Meraviglie del Mondo Moderno, un incanto da scoprire almeno una volta nella vita.

Petra strada dei re

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Il Tesoro di Petra
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Come in una fiaba: dormire in un castello nell’Ovest dell’Irlanda

Esistono esperienze che sono così belle, straordinarie e indimenticabili che non si possono descrivere, ma solo vivere. Si tratta di avventure che ci conducono in luoghi lontani o vicini e che ci permettono di perderci e immergerci in atmosfere che, per forme e suggestioni, ricordano tutti quegli scenari che fino a questo momento abbiamo potuto solo immaginare.

E questo succede un po’ dappertutto, o comunque tutte le volte che non ci limitiamo semplicemente a raggiungere una destinazione e a visitare le sue attrazioni iconiche, ma andiamo alla scoperta di tutte le incredibili esperienze che quel luogo ha da offrirci.

L’Irlanda, per esempio, è un concentrato di avventure straordinarie da vivere, e sono così tante che non si possono elencare. Ma se è un’esperienza magica che volete vivere, allora c’è solo una cosa da fare: dormire all’interno di un castello maestoso e suggestivo che vi permetterà di diventare i protagonisti di una fiaba bellissima.

Dentro il Castello Castello di Ashford

Il nostro viaggio di oggi parla di storie e leggende, di cavalieri e principesse, di fiabe e regnanti, e ci conduce direttamente negli splendidi territori che caratterizzano l’Irlanda. L’Isola di Smeraldo, infatti, è contraddistinta da paesaggi mozzafiato dominati dal colore verde all’interno dei quali spiccano meravigliosi castelli medievali.

Ed è proprio uno di questi che vogliamo raggiungere insieme a voi oggi, per permettervi di vivere quella che è, con tutta probabilità, una delle esperienze più incantate di una vita intera.

Ci troviamo al cospetto del Castello di Ashfors, un maniero le cui origini affondano nel XII secolo. Situata tra Galway e Kylemore Abbey, questa antica dimora è completamente immersa in un paesaggio naturale e lussureggiante. Un luogo che non solo invita a staccare la spina, a rilassarsi e a rigenerare i sensi, ma che esorta anche a vivere un’avventura incantata, ricca di fascino, suggestione ed evocazione.

Il castello, infatti, è stato trasformato in un hotel di lusso a 5 stelle, diventando così il luogo perfetto dove vivere la propria favola personale. Pronti a partire?

Castello di Ashford

Fonte: 123rf

Dormire nel Castello di Ashford

Dormire in un castello in Irlanda: l’esperienza da sogno

Le origini del castello risalgono al 1228 quando la famiglia anglo-normanna De Burgos fece costruire l’edificio sulle antiche rovine di un vecchio monastero. Nel 1800, invece, la dimora passò nelle mani della famiglia Guinness che si occupò di un importante restauro che ha dato al castello le forme e le sembianze che oggi conosciamo.

Nel 2013 la dimora è stata acquistata dalla catena Red Carnation Hotels e trasformata quindi in un hotel di lusso, ricevendo numerosi premi e riconoscimenti. Oggi è considerato la migliore struttura ricettiva in Irlanda e la terza migliore d’Europa.

A rendere l’esperienza unica, non è solo l’architettura del castello, ma anche la sua storia che per secoli è stata collegata alla famiglia Guinness. Inoltre la dimora è situata all’interno di una tenuta di oltre 300 acri caratterizzata da giardini lussureggianti, antichi boschi e un lago affascinante dai colori dello smeraldo. Questo rende il Castello di Ashford il perfetto punto di partenza per una vacanza all’insegna del relax e del benessere.

Il castello ospita 83 camere, tra cui diverse suite eleganti e tradizionali che affacciano sul panorama circostante. Completano l’offerta, inoltre, sei ristoranti, tre bar, e una spa pluripremiata.

Castello di Ashford

Fonte: 123rf

Castello di Ashford, Irlanda
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Cinque parchi da scoprire tra Italia e Svizzera

Tra l’Italia e la Svizzera c’è una rete di parchi tutti collegati tra loro che si possono scoprire in qualunque stagione dell’anno. Sono uno scrigno di bellezza fatta di boschi, montagne (le cime delle Prealpi), di tanti laghi e di aree umide, oltre che di flora e fauna autoctone.

Il progetto, voluto dall’Unione europea, dal Fondo europeo di sviluppo regionale, dalla Confederazione elvetica e Cantoni che lo hanno finanziato, si chiama Insubriparks e comprende cinque parchi nel territorio tra Nord Italia e Svizzera. Tre dei parchi si trovano in Lombardia mentre gli altri due nel Mendrisiotto e sono rispettivamente il Parco regionale Spina Verde, il Parco regionale Campo dei Fiori, il Parco regionale della Pineta di Appiano Gentile e Tradate, il Parco del Penz e il Parco delle Gole della Breggia.

I cinque parchi insubrici sono collegati tra loro da sei itinerari tematici. Si possono scoprire bellezze naturali e biodiversità, ma anche fortificazioni, confini e affascinanti informazioni sui modi di abitare nella storia. Ogni itinerario è contrassegnato da un simbolo diverso che accompagna tutte le tappe del percorso, rendendolo così più semplice.

Parco regionale Spina Verde

La forma che si insinua come una “spina”, da Est a Ovest nella fascia collinare di Como, dà il nome al Parco regionale Spina Verde, mille ettari di superficie verde attraversata da ben 80 chilometri di sentieri che costituiscono un museo all’aperto.

I sentieri si possono percorrere in autonomia facendosi guidare dalla cartellonistica didattica o prendere parte a visite guidate. Si scoprono così siti archeologici dell’era protostorica, monumentali resti medievali, la torre del Castello Baradello e le trincee della Prima Guerra Mondiale.

Il Parco Spina Verde è particolarmente amato dalle famiglie, dai ciclisti e da molti escursionisti per le sue bellezze, per il piacere della scoperta storica che si unisce alla passeggiata a contatto con la natura e per la vicinanza con Como. Il parco offre straordinari punti panoramici e di interesse naturalistico, siti di importanza archeologica, medievale, punti di ristoro, oltre a un ponte tibetano e ad aree attrezzate per percorsi ginnici e per il relax.

Parco regionale Campo dei Fiori

Tantissimi sono i sentieri che attraversano questo parco che si trova in provincia di Varese e che è chiamato proprio “la montagna dei varesini “. Si tratta di un’area naturale protetta che si estende sui territori occupati dal Massiccio del Campo dei Fiori e dal Massiccio del Monte Martica, sulle Prealpi varesine.

Si possono percorrere diversi tipi di sentieri, tematici o meno, con indicazioni e tappe in luoghi che raccontano la storia della zona, comprese alcune fortificazioni costruite lungo il confine italo-svizzero ai tempi della Prima guerra mondiale. Ma il parco è anche attraversato da due dei cammini più importanti d’Europa. Il primo è il Sentiero Europeo “E-1”, un percorso internazionale che parte da Capo Nord in Norvegia e che termina a Capo Passero in Sicilia. Il secondo, invece, è il “Sentiero del Giubileo” che parte al Passo dello Spluga, al confine con il Cantone Grigioni, e che scende lungo le rive del Lago di Como seguendo la vecchia via “Regina” per poi raggiunge la provincia di Varese.

Nel parco ci sono laghi, stagni, torbiere e sorgenti, ma anche alcuni luoghi piuttosto famosi per la loro bellezza naturale. Tra questi, il Masso erratico di Brinzio, un grosso masso in gneiss trasportato e depositato dai ghiacciai nella valle di Intrino, sul versante Nord del Campo dei Fiori, le Marmitte dei giganti del torrente Vellone, la Fontana del Ceppo, una sorgente attiva tutto l’anno, e ben 130 grotte, le Grotte del Campo dei Fiori, con gallerie che si estendono per 30 km sottoterra.

Parco regionale della Pineta di Appiano Gentile

Tanti i sentieri che si possono percorrere in questo grande parco di circa 50 km quadrati a cavallo tra la provincia di Varese e quella di Como. È talmente ampio da comprendere al proprio intero addirittura 15 Comuni, uno dei quali completamente dentro il Parco, Castelnuovo Bozzente. Ed è proprio al suo interno che si trova anche la famosa “Pinetina” dove si allena la squadra dell’Inter. A parte questi luoghi popolati, la maggior parte del parco è fatto di foreste di pini, querce e castagni.

Il parco è attraversato da tanti sentieri escursionistici, molti dei quali anelli nei quali è praticamente impossibile perdere la strada. Alcuni durano poco più di un’altra, altri una giornata intera, ciascuno può scegliere l’itinerario che più gli aggrada.

Parco del Penz

Ci troviamo in Svizzera. Il Parco del Penz, nei pressi di Chiasso, si estende su una superficie di 245 ettari tra pianura e collina attraversata da piccole valli dove scorrono i ruscelli che sfociano nel torrente Faloppia e puntellate da vigneti, attraverso i quali si può passeggiare seguendo alcuni sentieri ben indicati.

Tanti gli itinerari che si possono percorrere a piedi o in bicicletta nel parco svizzero per 25 km, con collegamenti alla rete dei sentieri del Mendrisiotto e del Parco Spina Verde, in Italia. Sicuramente i più belli sono quelli che conducono ad alcuni punti panoramici, come il Dosso Pallanza con la “Terrazza Belvedere” e l’area dell’Oratorio di S. Stefano e S. Lorenzo. Il punto di estremo Sud della Svizzera si trova nel parco segnalato con la pietra di confine 75B, in zona Moreggi.

Parco delle Gole della Breggia

Quest’area naturale protetta svizzera è ubicata all’estremo Sud del Ticino e, come dice il nome, comprende una serie di gole scavate dal torrente Breggia nel coso di 200 milioni di anni. Sono tanti gli itinerari che si possono percorrere in autonomia o in compagnia di guide esperte nel Parco della Breggia.

A partire dall’itinerario geologico per scoprire la diversità delle rocce del parco, quello storico, che tocca i luoghi legati alle attività dell’uomo come il Mulino del Ghitello, la Torre dei Forni della Saceba e alcuni edifici storici e opifici. Si visita anche un’imponente struttura, quella dell’ex cementificio, testimonianza di un passato industriale che oggi può essere approfondito partecipando al Percorso del cemento con la visita delle gallerie di estrazione.

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Lago di Caldaro, autentico gioiello della natura

Natura incontaminata, paesaggi meravigliosi e tante attività outdoor: il lago di Caldaro, perla dell’Alto Adige, è una meta turistica molto amata per il suo fascino incredibile. Si trova incastonato tra i vigneti, con le montagne che spuntano in lontananza, e offre un panorama davvero splendido. Ed è la tappa ideale per una gita fuori porta in ogni stagione, sia per chi ama i rigidi e candidi paesaggi invernali che per chi invece preferisce i colori primaverili o le calde giornate estive in cui tuffarsi in acque rinfrescanti.

Il lago di Caldaro, bellezza incredibile

Situato nell’Alto Adige, a pochissima distanza dalla città di Bolzano, il lago di Caldaro è un vero gioiello. Si tratta di uno dei bacini naturali più grandi di tutta la regione, incastonato tra una rigogliosa vegetazione e deliziosi vigneti – qui si producono alcuni vini rinomati in tutto il mondo. Il lago, di origine alluvionale, è alimentato quasi interamente da sorgenti subacquee. Si trova a poco più di 200 metri di quota, dunque non possiede il fascino dei tanti laghetti alpini che caratterizzano le Dolomiti.

Ma questo non lo rende meno speciale, anzi: le temperature qui sono spesso molto gradevoli, ed è dunque la destinazione perfetta per chi vuole immergersi nella natura. Questo luogo non è solamente molto bello, ma anche ricco di storia. Ci sono diverse leggende che raccontano la nascita del lago di Caldaro. Secondo una delle più suggestive, qui un tempo sorgeva una città i cui abitanti avevano il cuore colmo di cattiveria. A pochi passi dalla città, si trovava invece un vecchio maso abitato da un anziano uomo molto generoso.

Un giorno, il Signore bussò alla sua porta sotto le spoglie di un vagabondo, cercando qualcosa da bere e da mangiare. Essendo molto povero, l’uomo gli diede solo dell’acqua e gli consigliò di andare in città a chiedere del cibo. Ma nessuno ebbe pena del vagabondo: il Signore, deluso da tanta cattiveria, iniziò a piangere e le sue lacrime travolsero ben presto l’intera città, ad eccezione del maso. E così ebbe origine il lago.

Cosa fare sul lago di Caldaro

Il lago di Caldaro è splendido in ogni stagione. Ma è durante i mesi più caldi che i turisti lo prendono d’assalto. È infatti uno dei più grandi laghi balneabili dell’Alto Adige, l’ideale per un tuffo rinfrescante dopo aver esplorato i dintorni. Lungo le sue rive sorgono diversi stabilimenti balneari, ma anche campeggi, alberghi e ristoranti pronti ad accogliere i visitatori. Sul lago è poi possibile praticare molti sport come il surf e il nuoto e concedersi un’avventura in pedalò o in barca a remi, per ammirare il paesaggio da un punto di vista diverso.

Chi ama il trekking non può invece perdersi un’escursione alla scoperta delle rovine dell’antichissima Basilica di San Pietro, a poca distanza dal borgo di Caldaro sulla Strada del Vino. Per raggiungerla, occorre affrontare la suggestiva gola del Rastenbach, scavata dal Rio Pausa: si tratta di un sentiero costellato di passerelle sospese e scalinate ripidissime, lungo il quale si possono osservare cascate spumeggianti e irte pareti rocciose. Non è un trekking particolarmente difficile, ma regala emozioni incredibili.

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C’è una casa che galleggia nelle acque del fiume Loira: sembra un quadro

Sono le meraviglie che appartengono al mondo che abitiamo a invitarci a metterci in viaggio, ogni giorno, per esplorare territori sconosciuti e per toccare con mano la grande bellezza plasmata da Madre Natura e dall’uomo.

E il viaggio di oggi, quello che vogliamo condividere con voi, ci porta proprio davanti a uno dei capolavori visivi più incredibili e suggestivi del mondo che porta la firma di un uomo, quella di Jean-Luc Courcoult.

Molto più di un’opera d’arte, La maison dans la Loire è un vero e proprio capolavoro paesaggistico che va a inserirsi armoniosamente nella splendida cornice naturale di Couëron. Proprio qui, sulle sponde del comune francese infatti, è possibile ammirare quella casa che galleggia nelle acque del fiume Loira e che è così bella da sembrare un quadro.

La maison dans la Loire

Ci troviamo nei Paesi della Loira, in quella regione francese che è conosciuta in tutto il mondo per le sue meraviglie, prima tra tutte la Valle della Loira, che per il suo paesaggio culturale è stata dichiarata Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco.

Proprio in questa vasta regione, l’artista francese Jean-Luc Courcoult ha creato una delle sue più incredibili opere d’arte che oggi è diventata parte integrante del paesaggio che circonda la città di Couëron.

Correva l’anno 2007 quando, affascinato dalla città di Lavau-sur-Loire e dalle sue paludi, l’artista scelse di dedicare un’opera proprio a questo territorio. In occasione della biennale d’arte contemporanea Estuaire, costruì un’installazione inedita e sorprendente proprio nei pressi dell’estuario della Loira.

Si trattava di una casa galleggiante, dalle forme e dalle fattezze fiabesche, che affondava nelle acque del fiume Loira. Bellissima e decadente, la casa era leggermente in pendenza, come se volesse sprofondare da un momento all’altro. Persiane chiuse e fondamenta sommerse, restituivano l’immagine di un relitto affondato parzialmente, di una casa disabitata che rendeva lo scenario nostalgico e romantico.

Con la fine della mostra, l’installazione è divenuta permanente, tuttavia a causa delle forti correnti del fiume la casa ha viaggiato per chilometri fino a trasferirsi a Couëron, un comune francese situato nel dipartimento della Loira Atlantica, dove è tutt’ora visibile.

La casa nella Loira

Fonte: IPA

La casa nella Loira

La casa che galleggia sul fiume

Lontana dai sentieri più battuti dal turismo di massa, Couëron è il perfetto punto di partenza per tutti i viaggiatori che vogliono visitare Nantes, dato che dista appena 15 chilometri dalla città. Ma anche il luogo dove fermarsi per ammirare quella casa galleggiante che incanta a ogni ora del giorno e della notte, ieri esattamente come oggi.

Per la sua realizzazione, Jean-Luc Courcoult si ispirò alla Maison du Port, un’antica locanda situata sul porto ora insabbiato di Lavau-sur-Loire. Qualche anno dopo la biennale, e più precisamente nel 2012, la casa iniziò a viaggiare sul fiume, trasportata dalle correnti, per circa venti chilometri. Si fermò poi a Couëron e, per evitare un naufragio, si scelse di fissare l’abitazione su palafitte e ancorarla alla roccia.

Così, da quel giorno, La maison dans la Loire è diventata parte integrante del territorio di questa città. È possibile ammirarla dalla riva del fiume a ogni ora del giorno e della notte per godere di un paesaggio incredibile: la vista di una casa addormentata e immobile che è così bella da sembrare un dipinto immutabile.

Casa che galleggia nella Loira, l'opera di Jean-Luc Courcoult

Fonte: IPA

Casa che galleggia nella Loira, l’opera di Jean-Luc Courcoult
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San Valentino e il “Ti amo” in tutte le tradizioni del mondo

Quando il calendario segna la fine del mese di gennaio ci ricorda che è in arrivo quello che è il giorno più importante per gli innamorati e per tutte le coppie del mondo. Non che queste abbiano davvero bisogno di una giornata specifica per celebrare l’amore in ogni sua forma, intendiamoci. Eppure i più romantici non possono sicuramente ignorare l’arrivo di San Valentino, quello dove le romanticherie soppiantano la quotidianità e si rinnovano tutte le promesse d’amore.

La festa degli innamorati, così, diventa l’occasione perfetta per celebrare i sentimenti, per vivere e condividere esperienze di coppia uniche. La nostra tradizione prevede lo scambio dei regali, tanto cioccolato e una romantica cena per due. Ma c’è anche chi, alla continua ricerca di avventure, approfitta questo momento per organizzare un viaggio di coppia per esplorare il mondo e le sue meraviglie.

Insomma, le cose da fare sono tante, e abbiamo deciso di suggerirvele prendendo in prestito le più belle tradizioni del mondo per celebrare il San Valentino in maniera inedita e sorprendente.

San Valentino: le tradizioni dal mondo

Ad aiutarci in questa missione ci ha pensato Babbel, piattaforma online per l’apprendimento delle lingue che, proprio in occasione di questo San Valentino, ha stilato una lista delle più curiose tradizioni del mondo legate proprio alla festa degli innamorati.

Cominciamo dall’Italia. Il nostro Paese, infatti, ha una tradizione ben radicata di questa ricorrenza che risale agli antichi romani. Proprio il 14 febbraio, infatti, donne e uomini si riunivano in una grande festa in onore degli dei, formando delle coppie che poi sarebbero rimaste insieme per i 12 mesi successivi. Nel 496, però, Papa Gelasio pose fine a questi riti pagani per dedicare la giornata al martire Valentino.

Dal Regno Unito, invece, arriva una suggestiva tradizione che affonda le sue origini nel XVIII secolo. Proprio alla vigilia del 14 febbraio, le donne erano solite spruzzare l’acqua di rose su cinque foglie di alloro posizionate sopra il cuscino. Prima di andare a dormire chiedevano a San Valentino di mostrargli in sogno i loro futuri mariti.

In Danimarca, dove la festa degli innamorati si è radicata solo nello scorso secolo, fiori e cioccolatini sono sostituiti dalle valentinsbrev. Si tratta di lettere d’amore all’interno delle quali, gli autori, dichiarano i loro sentimenti.

Paese che vai San Valentino che trovi

Come abbiamo anticipato, c’è sempre un buon motivo per celebrare l’amore, e lo sanno bene tutti quei Paesi che hanno istituito delle feste da dedicare proprio ai sentimenti. Ancora una volta, è Babbel a svelarci quali sono gli appuntamenti imperdibili nel mondo per tutte le coppie.

In Brasile, per esempio, il 12 giugno si festeggiala Giornata degli Innamorati, il Dia dos Namorados. Anche in Argentina c’è un duplice festeggiamento per le copie, quello del 14 febbraio e quello della Semana de la Dulzura (Settimana della dolcezza). In questo periodo, che cade la prima settimana di luglio, tutte le persone del Paese sono invitate a donare baci in cambio di dolci, cioccolatini e regali.

Anche in Cina si celebra l’amore. Il settimo giorno del settimo mese del calendario cinese, infatti, coincide proprio con il Festival dell’Amore, una ricorrenza secolare che affonda le sue origini in un’antica leggenda che vede come protagonisti due amanti costretti a incontrarsi solo una volta l’anno.

E voi, avete già deciso come trascorrere il vostro San Valentino?

 

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Viaggi in treno nel 2023: le novità che ci attendono

Dopo aver dovuto lasciare il passo alla comodità e alla velocità dell’aereo, negli ultimi anni il treno ha riconquistato i turisti con il suo fascino senza tempo. D’altro canto, ormai sono numerosi gli studi che hanno dimostrato come viaggiare in treno sia decisamente più sostenibile rispetto all’aereo, un’ottima idea per chi vuole ridurre la propria impronta di carbonio senza rinunciare ad andare alla scoperta del mondo. Per il 2023, ci sono molte novità in arrivo sul fronte ferroviario: ecco le più interessanti in tutta Europa.

Viaggiare in treno, le novità in Italia

Proprio mentre il nostro Paese si prepara per il debutto dell’Orient Express – La Dolce Vita, con convogli d’epoca extra lusso che ci condurranno tra i più suggestivi paesaggi italiani, sono molti altri gli itinerari che rappresentano una vera novità per gli amanti dei viaggi in treno. È il caso di Nightjet, azienda ferroviaria austriaca che per prima ha lanciato i viaggi notturni europei.

Forte delle sue numerose tratte che attraversano il centro Europa, ora ha implementato la sua offerta portando i passeggeri alla scoperta di uno dei panorami più belli d’Italia: quello delle Cinque Terre. Il treno, in partenza da Monaco di Baviera e da Vienna, percorre la Riviera Ligure e dal 2023 si allunga sino a La Spezia e a Genova – da qui, si può proseguire anche per Nizza.

Sempre la stessa compagnia ha in ballo un’altra tratta interessante, che dovrebbe collegare Zurigo a Roma. Il progetto, per il momento, sembra però essere in stallo – stando a quanto annunciato ormai quasi tre anni fa, il debutto della nuova linea sarebbe stato previsto per l’inverno 2022. Tornando invece indietro alle ultime novità che hanno già preso il via, merita menzione il treno Frecciarossa che collega Milano a Parigi, offrendo una soluzione rapida per chi vuole raggiungere la capitale francese.

Le novità europee per i viaggi in treno

Guardando oltre i confini italiani, ci sono molte novità in arrivo nel 2023. Partiamo ancora una volta dai treni notturni: Nightjet è pronta a lanciare convogli di ultima generazione (con servizi quali wifi gratuito e scompartimenti privati con docce) sulla sua rotta Vienna-Parigi. Mentre European Sleeper sta per inaugurare il suo primo itinerario in assoluto. Il 25 maggio 2023, la compagnia debutterà sulla tratta Bruxelles-Berlino, passando per Amsterdam. E si ipotizza già di allungare fino a Dresda e Praga.

Per gli amanti della neve, la novità dell’inverno è lo Ski Express di TUI, compagnia di trasporti tedesca: si tratta di un collegamento settimanale, in servizio dal 23 dicembre 2022 al 31 marzo 2023, che parte da Amsterdam e Utrecht per raggiungere le Alpi Austriache. L’itinerario prevede come mete il Tirolo e il Salisburghese, per collegare le principali località sciistiche dell’Austria.

La Spagna ha grandi sorprese per i viaggiatori. Si parte dal nuovo itinerario di Ouigo, lanciato solo qualche mese fa: la tratta Madrid-Valencia. Nel corso del 2023, la compagnia prevede di allungare la rotta sino ad Alicante e di estendere il proprio servizio per raggiungere la Costa del Sol, passando per Cordoba, Siviglia e Malaga. È invece attraverso Renfe che presto la Spagna sarà più connessa alla Francia: sono infatti in partenza due nuove tratte, una tra Madrid e Marsiglia e l’altra tra Barcellona e Lione.

Un’altra novità interessante arriva da Trenitalia, che opera anche oltre confine. Probabilmente entro il 2024 vedrà la luce un nuovo collegamento ferroviario Frecciarossa tra Parigi e Madrid. E c’è già l’ipotesi di ampliare l’offerta collegando la Spagna con l’Italia. Sempre entro la fine del 2024, dovrebbe debuttare il nuovo itinerario a bordo del TGV, che unisce Parigi a Berlino.