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Cosa vedere a Pula, gioiello nella costa Sud della Sardegna

In uno dei tratti costieri più belli della Sardegna meridionale, nella cosiddetta “costa del Sud”, sorge la piccola cittadina di Pula.

Si trova a circa 30 chilometri da Cagliari, il capoluogo sardo, ed è il punto di partenza ideale per esplorare le incantevole spiaggi della Sardegna meridionale, oltre che siti archeologici ed importanti come Nora. Il Borgo di Pula è incastonato fra la catena montuosa del Sulcis, in una piccola pianura, ed è facilmente raggiungibile da Cagliari, dal porto o dall’aeroporto, in quanto ben collegata con la città.

Si tratta della destinazione perfetta per chi vuole scoprire questo lato della Sardegna e vivere una vacanza godendo delle sue bellezze, del suo patrimonio storico, ma anche culturale e gastronomico. Ma cosa vedere e cosa fare a Pula?

Le spiagge di Pula, angoli sul mare imperdibili

La Sardegna, si sa, è una terra famosa per il suo mare limpido, considerato fra i più belli del mondo, e le sue famose spiagge, uniche e circondate dal verde della macchia mediterranea. La parte meridionale dell’isola, sopratutto qui, nei pressi di Pula, ha molto da offrire in questo senso.

Una delle attrazioni principali di Pula, infatti, è la spiaggia di Santa Margherita di Pula, lunga ben dieci chilometri, dove poter trovare un paesaggio variegato ed imperdibile, che presenta un alternarsi di sabbia fine e scogliere rocciose. La spiaggia è, grazie a queste caratteristiche, l’ideale per chi ama fare lunghe passeggiate, godendosi tramonti mozzafiato. È anche la spiaggia perfetta per chi vuole praticare sport acquatici come lo snorkeling, grazie alle sue acque chiarissime, oppure windsurf, grazie alle correnti che colpiscono questa parte della costa sarda. Inoltre, Santa Margherita di Pula, è anche la location del famoso programma televisivo Temptation Island.

Infine, per chi è alla ricerca di un luogo più tranquillo e lontano dalla folla, nei pressi di Pula si trova anche la spiaggia di Su Guventeddu. Questa spiaggia è caratterizzata da un’atmosfera più intima e rilassata rispetto le altre e con le sue acque calme e poco profonde, è l’ideale per le famiglie con bambini che vogliono passare una piacevole giornata al mare.

Molto conosciuta è anche la spiaggia di Nora, famosa per le sue acque cristalline e la spiaggia di sabbia fine dorata, che crea un contrasto unico agli occhi dei visitatori, ben attrezzata e con tutti i servizi che una buona giornata al mare richiede. Questa spiaggia, inoltre, si trova a pochi passi dell’area archeologica di Nora.

Storia e cultura nella Sardegna meridionale

La Sardegna è una terra ricca, sia dal punto di vista naturale, con i suoi paesaggi unici nel mondo, sia dal punto di vista storico, con siti e reperti storici dei diversi popoli che abitarono questa isola nel cuore del Mar Mediterraneo.

Il sito archeologico di Nora ed il teatro romano

A prova di ciò, è possibile visitare il sito archeologico di Nora che permette ai turisti di fare un vero e proprio tuffo nella storia antica di questa terra. La città di Nora, infatti, venne fondata dall’antico popolo dei Fenici, addirittura nell’ottavo secolo a.C. ed in seguito divenne un’importante città dell’impero romano.

Le rovine sono ben conservate e si distinguono templi, terme, mosaici dalla bellezza unica e l’antico teatro romano. Quest’ultimo viene considerato l’attrazione principale del sito ed ancora oggi, nel periodo estivo, questo teatro viene utilizzato per spettacoli culturali, che prendono vita nella suggestiva cornice delle rovine, per rassegne teatrali, come “la notte dei poeti” o addirittura per eventi di fama internazionale, come la sfilata itinerante di Dolce & Gabbana, tenuto all’interno di questo sito archeologico.

Visita nel centro storico del borgo di Pula

Oltre al parco archeologico di Nora, una visita del centro storico del piccolo borgo sardo è quasi d’obbligo. Camminare fra le piccole vie di Pula è un’esperienza affascinate, grazie alle sue strette e antiche viuzze acciottolate, ma anche le sue piazzette e le piccole case tipiche colorate, in grado di riflettere il fascino tipico dei borghi della Sardegna.

Fra gli edifici storici di questo centro, spicca la Chiesa di San Giovanni Battista, che venne costruita nel 1889 e che conserva ancora oggi pregevoli dipinti dell’epoca al suo interno. Oppure, poco lontano dal centro storico di Pula, si può visitare Villa Santa Maria, un bellissimo monumento in stile neoclassico, progettato anche questo nel diciannovesimo secolo, dall’architetto cagliaritano Gaetano Cima, che rappresenta un’importante testimonianza del passato nobiliare del borgo.

Le torri di avvistamento a difesa di Pula

Nei pressi di Pula si trovano anche numerosi torri di avvistamento, che vennero costruite in passato sulla costa con l’obiettivo di difendere l’isola e la città di Pula contro gli attacchi e le incursioni dei pirati. Le più importanti e tutt’ora visitate dai turisti sono la Torre di Cala d’Ostia, situata sull’omonimo promontorio di Cala d’Ostia, la Torre di San Macario, sull’isola, appunto, di San Macario e a poche centinaia di metri dalla costa, e la Torre di Coltellazzo, conosciuta anche come Torre di Sant’Efisio, in contatto visivo con le precedenti torri. Visitando queste torri sarà possibile godere di una vista unica ed imperdibile delle coste uniche di Pula.

Torre del Castellazzu, una delle torri di avvistamento nei pressi di Pula, che si affaccia sul mare azzurro al tramonto

Fonte: iStock

Torre del Coltellazzu, antica torre di avvistamento a Pula

Pula e dintorni per gli amanti della natura

Per coloro che sono alla ricerca di avventure ed attività all’aria aperta, una delle destinazioni naturalistiche più belle e notevoli nei pressi di Pula è la foresta di Is Cannoneris. È una delle formazioni più estese dell’intero Mediterraneo, oltre che essere un’importante sito di conservazione e protezione per animali come il cervo sardo, ma anche falchi, aquile reali o cinghiali.
In questa foresta sono presenti numerosi escursioni che possono essere effettuate sia a piedi, che in mountain bike e che permettono di ammirare il paesaggio incontaminato circostante.

Un’altra meta interessante per gli escursionisti è la foresta di Pixina Manna, un’area situata a breve distanza dal borgo di Pula. È possibile trovare numerosi sentieri che attraversano la ricca vegetazione di questa foresta e che portano i camminatori alla scoperta di querce secolari, fiumi e cascate, per un’esperienza nella natura sarda sicuramente indimenticabile.

Pula, nel sud della Sardegna, è una di quelle destinazioni che sa come rubare il cuore di chi la visita e creare ricordi indelebili, sia per chi è alla ricerca di mare e relax, ma anche per tutti coloro che vogliono scoprire l’affascinante storia di questa area della Sardegna e non solo.

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Calabria, scoperta una fortificazione romana di 2000 anni fa sconosciuta fino ad ora

Un’eccezione scoperta è in corso in Calabria da parte di un gruppo di archeologi che ha riportato alla luce una struttura difensiva di oltre 2000 anni fa finora sconosciuta. Si tratta di un’antica muraglia di pietra lunga ben 2,7 chilometri, la cui datazione è stimata al 71 a.C., nascosta nella foresta di Dossone della Melia. Ci sono buone ragioni per ritenere che la costruzione sia stata realizzata dalle truppe del generale romano Marco Licinio Crasso per contrastare l’avanzata di Spartaco, il gladiatore trace che guidò la rivolta degli schiavi, e del suo esercito di ribelli.

La scoperta del sito archeologico

Secondo quanto riporta l’Archaeological Institute of America (AIA), la scoperta sarebbe avvenuta grazie alla segnalazione di un gruppo ambientalista locale al team guidato dall’archeologo Paolo Visonà dell’Università del Kentucky, che ha analizzato il sito impiegando diverse tecniche, tra cui il georadar a penetrazione di terreno, il lidar (un sistema laser aereo che mappa la topografia del suolo), la magnetometria e il prelievo di campioni di terreno.

Una piccola sezione del muro era già nota agli abitanti locali, ma finora non erano state condotte indagini approfondite per determinarne l’origine e lo scopo. Gli archeologi ritengono ora che la muraglia sia stata costruita a scopo difensivo, specificatamente per arrestare l’avanzata di Spartaco, il gladiatore che diede inizio alla Terza Guerra Servile (conosciuta anche come Guerra dei Gladiatori).

Spartaco e la rivolta dei gladiatori

Prima di diventare gladiatore e poi guidare l’insurrezione, Spartaco aveva prestato servizio nell’esercito romano. Fu in seguito alla fuga da una scuola di gladiatori a Capua, insieme a circa 70 compagni, che diede vita a una ribellione che sarebbe arrivata a radunare fino a 90.000 uomini e a conquistare gran parte del sud Italia. Dal 73 al 71 a.C., Spartaco e i suoi uomini sconfissero più volte le forze romane fino alla morte del gladiatore nella Battaglia del Sele, contro le truppe di Crasso nel 71 a.C.

Secondo gli archeologi impegnati sul campo in Calabria, la muraglia appena scoperta potrebbe corrispondere proprio alla fortificazione eretta da Marco Licinio Crasso nel 71 a.C. per circondare e intrappolare Spartaco e le sue truppe, che dopo avere tentato di raggiungere la Sicilia, impossibilitato a percorrere le strade costiere a causa della presenza dei Romani, non aveva altra via di fuga che passare per l’Aspromonte.

Altri ritrovamenti in zona

La costruzione della muraglia, del resto, è menzionata anche da fonti storiche, in particolare nel libro “Vita di Crasso” scritto dal filosofo e storico greco Plutarco. Le analisi attuali hanno permesso di accertare che un tempo, parallelamente alla muraglia, correva un profondo fossato – una struttura difensiva romana nota come fossa e aggere – un tipo di fortificazione frequentemente utilizzato dai Romani.

Oltre alla muraglia, secondo quanto riportato dall’AIA, gli archeologi hanno rinvenuto numerosi manufatti sepolti nel terreno, tra cui armi in ferro rotte, come elsa di spade, lame curve, punte di giavellotto e una punta di lancia. Questi ritrovamenti suggeriscono che in quel periodo storico si svolse un epico scontro in prossimità della muraglia.

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Perchè visitare la biblioteca di Alessandria nei dintorni di Il Cairo

Gli appassionati di archeologia e del passato vogliono visitare l’Egitto almeno una volta nella vita e non posso che comprenderli profondamente: i viaggi in loco solitamente partono da Il Cairo, la città capitale, ma si espandono poi nei dintorni per visitare alcune delle meraviglie quali la Biblioteca di Alessandria.

Spostandosi da Il Cairo fino ad Alessandria da modo di raggiungere quello che è stato considerato per molto tempo un polo culturale senza eguali: basti pensare che proprio qui matematici, letterati e saggi svolgevano le proprie attività e grandi nomi della storia come quelli di Alessandro Magno (fondatore della città) e Cleopatra hanno padroneggiato. Da molti storici la località è stata definita un “faro del mondo antico” e ad oggi è ancora possibile visitare la biblioteca alexandrina, una delle meraviglie da non perdere nei dintorni di Il Cairo.

Visitare la biblioteca di Alessandria d’Egitto

Se hai la fortuna di aver organizzato un viaggio in Egitto lasciati incantare da un luogo che ha un passato meraviglioso, lascia che le piramidi ti conquistino ma spingiti fino ad Alessandria per scoprire la culla del sapere antico. Simbolo cult è sicuramente la biblioteca di Alessandria: il monumento principale della città dal fascino cosmopolita è ad oggi un luogo di studio. Ricostruito con uno stile moderno, vuole omaggiare quella che è stata l’antica biblioteca diventando un autentico capolavoro architettonico.

Il design è curatissimo: forma ellittica per omaggiare il sole che sorge, vuole simboleggiare a tutti gli effetti il tempio del sapere. Gli spazi, versatili e luminosi ti lasceranno senza fiato ma sono soprattutto i numerosissimi volumi scritti e le gallerie d’arte che ti faranno pensare di non aver mai visto una biblioteca così. Un collegamento forte tra il sapere del passato e quello attuale, aprendo le porte alla conoscenza di futuri innovatori pronti a cambiare le sorti del mondo.

Perché visitare la biblioteca di Alessandria?

Un viaggio attraverso il tempo che dà modo di scoprire quella che è stata la saggezza delle civiltà antiche che ancora oggi influenza la nostra quotidianità. Oltre a poter passeggiare tra volumi di pregio, il luogo è un simbolo di rinascita culturale a cui i local sono molto legati.

L’edificio attuale sorge in prossimità dell’antica biblioteca di Alessandria distrutta nel tempo. In passato, si dice ospitasse oltre 500.000 volumi: un numero incredibilmente ricco pensando all’epoca e per questo era meta di molti matematici, saggi e studiosi che la ritenevano il luogo ideale per apprendere il mondo. Fondata nel III secolo a.c. per volere di Tolomeo I Sotere, ha permesso di studiare nomi illustri come Euclide o Zenone. Il motivo della distruzione è da attribuire a più cause: prima la guerra civile tra Cesare e Pompeo, poi un incendio. Ma seppur sia stata distrutta parzialmente più volte, ha dato modo di far sorgere una nuova biblioteca che in un certo senso vuole continuare il fl rouge di quella più celebre.

Un connubio tra passato e presente: basti pensare che oggi è una biblioteca multimediale aggiornata considerata un punto di riferimento per il mondo arabo, e non solo. Un luogo leggendario che conquista i visitatori con un design futuristico. Il nuovo edificio, inaugurato nel 2002, è uno dei luoghi più importanti da visitare in città.

 

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Cosa vedere nei dintorni di Skopje: le gite da non perdere

Sebbene sia un paese di piccole dimensioni, la Macedonia del Nord è un mosaico di attrazioni turistiche che meritano di essere visitate, anche con una gita in giornata. La capitale, Skopje, rappresenta la base ideale da cui partire alla scoperta di antiche cittadine ricche di storia e tradizioni, siti archeologici millenari, aree naturali incontaminate, laghi e canyon che attendono solo di essere esplorati. Ecco una panoramica delle più belle escursioni giornaliere da fare nei dintorni di Skopje

Matka

Alle porte di Skopje si apre lo spettacolare Canyon Matka, una gola scavata dal fiume Treska nell’arco di millenni, diventata una meta imperdibile per gli appassionati di escursionismo, speleologia e, in generale, delle attività all’aria aperta. Matka è famoso per le sue grotte, che sono vere meraviglie geologiche, oltre che siti storici di grande importanza, dove sono stati rinvenuti reperti archeologici che risalgono a migliaia di anni fa, retaggio delle antiche popolazioni locali che abitavano la regione. La più nota è la grotta di Vrelo, considerata tra le più grandi al mondo, resa particolarmente suggestiva dalla presenza stalattiti e stalagmiti.

Una rete di sentieri di varia difficoltà e ben segnalati si snoda tra le montagne e lungo il canyon, dove sorgono alcune chiese e monasteri che risalgono anche al XIV secolo, antiche testimonianze della lunga storia religiosa della Macedonia del Nord. Tra i più popolari, facilmente raggiungibili a piedi, ci sono il monastero di San Nicola Shishevski, da cui si gode una vista panoramica spettacolare, e quello ortodosso di San Andrea, famoso per i suoi affreschi ben conservati.

Le pareti rocciose del Canyon Matka, con un centinaio di vie attrezzate, sono un’attrazione irresistibile per gli appassionati di arrampicata di tutti i livelli. Mentre le acque tranquille del fiume Treska e del lago Matka sono ideali per kayak e canottaggio.

Tetovo

A circa mezz’ora da Skopje, Tetovo accoglie i visitatori con la sua animata atmosfera da “piccola Istanbul” e l’architettura in stile ottomano degli edifici più significativi, espressione di una profonda tradizione islamica. Tra le attrazioni locali spicca la Moschea Colorata, un capolavoro architettonico del XIX secolo, famosa per gli affreschi floreali dai vivaci colori che decorano non solo l’interno, ma anche l’esterno dell’edificio.

Situata ai piedi del monte Sar e attraversata dal fiume Pena, la città è dominata dalla Fortezza di Tetovo che risale al periodo ottomano, sorta sul luogo di un antico monastero medievale. Per conoscere la storia e la ricca cultura locale bisogna visitare il Museo della Regione di Tetovo. Allestito in una tipica casa macedone, espone reperti archeologici, opere d’arte e costumi tradizionali. Altri luoghi da non perdere durante una gita a Tetovo sono l’hamam, il bagno turco del XVI secolo oggi centro culturale e sede di mostre, e l’Arabati Baba Tekke, un monastero sufi tuttora molto attivo e frequentato.

Ocrida

Una delle città più antiche e affascinanti della Macedonia del Nord, Ocrida è la meta ideale per una gita in giornata da Skopje all’insegna della cultura e del relax nella natura. Adagiata sulle rive del lago omonimo, Ocrida è conosciuta per la sua eredità storica e la magnificenza del paesaggio. Tanto da essere tra le poche località al mondo dichiarata Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco sia per la ricchezza culturale che per quella naturale. Conosciuta come la Gerusalemme della Macedonia, pare che un tempo vantasse ben 365 chiese, una per ogni giorno dell’anno, e tuttora il loro numero è alquanto elevato.

La più famosa, anche per la posizione panoramica sul lago, è la Chiesa di San Giovanni a Kaneo, un gioiello di architettura bizantina risalente al XIV secolo, che custodisce una pregevole iconostasi e affreschi antichi. Splendidi affreschi bizantini decorano anche l’interno della Chiesa di Santa Sofia che risale all’XI secolo.

Particolarmente suggestivo è il complesso della chiesa e del monastero di San Clemente e San Panteleimone, sulla collina di Plaosnik, che in passato fu anche una scuola religiosa, mentre oggi è considerato uno dei più importanti santuari ortodossi macedoni, meta di pellegrinaggi. L’imponente Fortezza di Samuele domina la città vecchia di Ocrida con la sua cinta muraria medievale che conserva ancora le antiche torri merlate da cui si gode una magnifica vista.

Una gita in barca è il modo migliore per esplorare il Lago di Ocrida, uno dei più antichi e profondi d’Europa, che offre numerose attività agli amanti della natura, compresa la possibilità di avvistare le molte specie di uccelli rari che vengono a svernare sulle sue rive.

Kokino

Basta un’ora per raggiungere Kokino da Skopje e catapultarsi in uno dei più antichi osservatori astronomici del mondo, non a caso conosciuto anche come la Stonehenge macedone. Situato a circa 1000 metri d’altitudine in cima al Monte Taticev Kamen, raggiungibile con una facile passeggiata, Kokino è un sito archeologico unico risalente all’Età del Bronzo. Comprende formazioni megalitiche disposte secondo precisi allineamenti astronomici e marcatori che servivano per seguire i cicli del sole e della luna e misurare le stagioni.

Cuore del sito è il complesso megalitico che ospita diverse strutture in pietra, tra cui il Trono del Sole che rappresenta un punto focale durante il solstizio d’estate, quando è perfettamente in linea con il sole nascente; mentre la Porta della Luna indica il sorgere della luna durante il solstizio d’inverno. Un centro informativo offre notizie dettagliate sulla storia e l’archeologia del sito, mentre pannelli didattici disseminati lungo il percorso aiutano a comprendere le funzioni originarie delle diverse strutture megalitiche.

Kuklica

Distante solo un’ora da Skopje, Kuklica è un villaggio immerso nel verde della campagna macedone, perfetto per trascorrere una giornata passeggiando tra boschi rigogliosi e ammirando le singolari “colonne di Kuklica”. Si tratta di un luogo magico, praticamente una città di pietra composta da formazioni rocciose millenarie, alti pilatri modellati dal tempo e dagli agenti atmosferici, che hanno assunto forme suggestive, stimolando l’immaginazione popolare.

Alcune sembrano persino avere sembianze umane e per questo hanno alimentato leggende locali che narrano di un antico villaggio pietrificato e di una maledizione che avrebbe trasformato due adulteri in pietra. La presenza di numerose grotte rende la zona una meta molto frequentata anche dagli appassionati di speleologia che possono vivere emozionanti avventure alla scoperta delle meraviglie nascoste nel sottosuolo.

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Pompei non smette di stupire, scoperta nuova iscrizione su tomba negli scavi

Gli scavi archeologici di Pompei sono famosi in tutto il mondo e sono uno dei luoghi più visitati del Belpaese e della Campania. Ancora oggi, Pompei non smette di sorprendere: una nuova scoperta, avvenuta durante i lavori per la realizzazione di un intercapedine, porta alla luce un glorioso passato militare del militare spagnolo Numerio Agrestino. Ecco di cosa si tratta.

La carriera militare di Numerio Agrestino

Una straordinaria carriera militare e una vita di ritiro a Pompei sono stati portati alla luce da un’iscrizione sulla tomba di Numerio Agrestino, prefetto del genio militare. La scoperta è avvenuta durante i lavori per la costruzione di un’intercapedine per la biblioteca del Parco Archeologico di Pompei. Le informazioni sono state pubblicate sull’E-Journal degli Scavi di Pompei, la rivista online che fornisce aggiornamenti sulle nuove scoperte nel sito archeologico.

Gli studiosi Maria Chiara Scappaticcio, professore ordinario di lingua e letteratura latina presso l’Università Federico II di Napoli, e Alberto Dalla Rosa, professore ordinario di Storia Romana presso l’Université Bordeaux Montaigne, hanno contribuito alla lettura e all’interpretazione dell’iscrizione.

Durante gli scavi per l’intercapedine, sono state trovate le due estremità di una tomba a forma di semicerchio, tipica di Pompei. Queste tombe, chiamate “a schola”, consistono in una panchina emiciclica in tufo, decorata alle estremità con zampe di leone. Di fronte a questa scoperta, i responsabili del Parco hanno deciso di ampliare gli scavi e di musealizzare il monumento funerario nei pressi della nuova biblioteca. La tomba può essere datata all’epoca dell’imperatore Augusto (27 a.C. – 14 d.C.).

Numerio Agrestino, tomba a Pompei

Fonte: ANSA

Gli scavi della tomba di Numerio Agrestino a Pompei

L’iscrizione sullo schienale della panchina rivela l’identità del defunto, offrendo alcune sorprese agli archeologi. Numerio Agrestino, figlio di Numerio, era un Eques (cavaliere) di nome Pulcher, tribuno militare e prefetto del genio militare. Ha ricoperto anche la carica di prefetto degli Autrygoni e di Duumvir, la magistratura più alta a Pompei. La sepoltura è stata concessa su decreto del consiglio cittadino.

È interessante notare che Numerio Agrestino è già noto grazie a un’altra iscrizione funeraria nella necropoli di Porta Nocera, dove sua moglie, Veia Barchilla, aveva commissionato un monumento cilindrico per sé e per il marito.

Il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha commentato il ritrovamento, sottolineando l’importanza di Pompei nel fornire nuove informazioni sulla società dell’epoca. Ha anche menzionato l’investimento di risorse per una campagna di scavi nazionale nella Legge di Bilancio, che ha permesso di ampliare gli scavi in diversi parchi archeologici, compreso Pompei. Ha evidenziato il recente recupero dell’area di Civita Giuliana, precedentemente sfruttata illegalmente dai tombaroli, grazie alla collaborazione tra il Parco Archeologico di Pompei e la Procura della Repubblica di Torre Annunziata.

Cosa vedere a Pompei

Pompei è una delle destinazioni archeologiche più incantevoli al mondo, perché offre ai visitatori un’incredibile finestra sul passato dell’antica Roma. La città sepolta e conservata dalle ceneri dell’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. ha tra i principali punti di interesse il famoso sito archeologico di Pompei, dove si possono ammirare le strade antiche, le case, i templi e i resti degli antichi edifici romani. Da non perdere sono anche il Foro, il Teatro Grande, gli affreschi ben conservati nelle Case dei Vettii e degli Amanti, nonché il celebre Lupanare, l’antico bordello di Pompei. Ogni angolo della città offre una visione unica della vita quotidiana nell’antica Roma, trasportando i visitatori indietro nel tempo e regalando un’esperienza culturale straordinaria.

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A Trento apre la nuova area archeologica di Palazzo Lodron

Dopo un prolungato periodo di chiusura, mercoledì 10 luglio ha riaperto al pubblico l’area archeologica di Palazzo Lodron, nell’omonima piazza del centro storico di Trento. Insieme al Sito Archeologico Sotterraneo del Sas presso piazza Battisti, alla Residenza romana di Orfeo in via Rosmini, e alla Porta Veronensis, al di sotto della Torre Civica, rappresenta una delle testimonianze più significative dell’antica Tridentum.

L’area archeologica sarà visitabile con accesso gratuito nei giorni di mercoledì, giovedì e venerdì (non festivi) dalle ore 10 alle 12 e dalle 14.30 alle 16.30.

Un affascinante viaggio nella Trento dei Romani

Il sito, curato dall’Ufficio beni archeologici dell’UMSt Soprintendenza per i beni e le attività culturali provinciali con il supporto di Volksbank, custodisce i resti di un quartiere meridionale della città fondata dai Romani nella seconda metà del I secolo a.C. Gli scavi degli archeologi hanno portato alla luce e reso visitabili un tratto della cinta muraria, una parte di strada, i resti di una torre, abitazioni private e una bottega vinaria.

Le ricerche nel sottosuolo di Palazzo Lodron, avviate nel 2000 in concomitanza con il restauro dell’edificio storico, hanno permesso di rinvenire un vasto settore di Tridentum, che presenta una sequenza stratigrafica intatta che va dalla fine del I secolo a.C. fino al VI/VII secolo d.C. La scoperta ha così consentito di ricostruire l’impianto urbano della città romana e ha fornito nuovi dati sull’edilizia privata e sulle attività che si svolgevano nel centro abitato.

Alla scoperta delle meraviglie dell’area archeologica di Palazzo Lodron

Particolarmente significativi per l’ottimo stato di conservazione sono i resti delle mura meridionali della prima cinta cittadina, risalenti all’epoca di Augusto: essi mostrano pietre, ciottoli, filari di laterizi e le buche pontaie, ovvero i fori per inserire i pali di sostegno delle impalcature utilizzate durante la costruzione. Lungo il muro si trovano tracce di una torre, che nel periodo di massimo sviluppo di Tridentum fu probabilmente trasformata in una porta e successivamente tamponata.

Il sito conserva inoltre un tratto di un cardo minore, una strada lastricata orientata verso nord-sud, completa di crepidini in blocchi di pietra e un marciapiede in terra battuta, oltre alle rovine di edifici privati con funzioni commerciali e produttive. Tra questi spicca una caupona, una bottega per la vendita di vino, riconoscibile per la presenza di grandi fosse circolari adatte a contenere tini o botti, che si affacciava direttamente sull’antico fronte stradale.

Sono stati inoltre individuati i resti di un edificio privato, di cui si riconoscono alcuni ambienti con probabile funzione di cucina e dispensa, e altri funzionali all’alimentazione del sistema di riscaldamento a pavimento, di cui dovevano essere dotate alcune stanze, oggi non più visibili. Una curiosità è l’identificazione di una latrina a sedile, finora unica nel suo genere nella città di Trento.

Sul fronte esterno del palazzo, lungo il lato sud dell’edificio, oggi si può notare la seconda e più tarda cinta muraria, costruita nel III secolo d.C. Accanto a essa è stato rinvenuto un cimitero databile tra il VI e VII secolo, contenente una tomba di donna gota con un ricco corredo funebre.

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Cosa vedere a Viminacium: itinerario alla scoperta del passato romano

Viminacium è situata nella Serbia orientale vicino alla città di Kostolac ed è uno dei siti archeologici più affascinanti dei Balcani. Questa antica città romana, un tempo capitale della provincia romana della Mesia Superiore offre una straordinaria finestra sul passato. Fondata nel I secolo d.C., Viminacium prosperò fino al VI secolo diventando un importante centro militare, commerciale e culturale dell’Impero romano.

Oggi le rovine ben conservate, i reperti archeologici e le ricostruzioni permettono ai visitatori di immergersi nella storia. Restate con noi e continuate la lettura per avere una panoramica precisa di cosa vedere e cosa fare a Viminacium.

L’Anfiteatro romano, un tuffo nel passato

Partendo alla scoperta dei dintorni di Belgrado, tra le tappe must c’è il magnifico Anfiteatro di Viminacium è uno dei punti salienti del posto, costruito nel II secolo d.C. poteva ospitare fino a 12.000 persone. Qui i romani assistevano a spettacoli di gladiatori, cacce di animali selvatici e altre forme di intrattenimento.

I dettagli architettonici dell’Anfiteatro: ci dicono che è costruito in pietra e mattoni con una serie di corridoi e passaggi che consentivano un rapido accesso oltre che un efficace controllo della folla. Le recenti scoperte archeologiche hanno rivelato inoltre dei dettagli particolari come i resti di gabbie per animali e complesse strutture sotterranee. Oltre all’Anfiteatro gli scavi recenti hanno evidenziato altre strutture pubbliche, un acquedotto, le terme, la fortezza legionaria, un circus,  e delle canabae.

Le terme romane di Viminacium

Un altro prezioso esempio di architettura, ingegneria e soprattutto del passaggio romano sono le terme: basti pensare che non sono le uniche in Europa che traggono ispirazione proprio dal passato glorioso di epoca romana. I bagni pubblici all’epoca non erano collegati solo ad un momento di igiene personale ma diventavano un luogo dove rilassarsi, socializzare e persino discutere d’affari. Da non perdere la struttura: come un po’ tutte si compongono di caldarium, tepidarium e frigidarium. Le sofisticate tecnologie  di riscaldamento, come il sistema di ipocausto, dimostrano oggi come e quanto i romani fossero avanti nella comprensione dell’ingegneria e del comfort.

Il campo militare

Il campo militare di Viminacium, noto come Castra era uno dei più grandi e importanti dell’Impero romano. Ospitava una legione di circa 6000 soldati, oltre a numerosi ausiliari e personale di supporto. Esplorando il sito potrete vedere i resti delle caserme, delle fortificazioni e delle strutture di allenamento.

Volete sapere com’era la vita di un soldato romano? Vi abbiamo segnalato appositamente il sito tra le cose da vedere a Viminacium perché una visita al campo militare vi offrirà una visione unica della disciplina, della formazione e della quotidianità delle truppe romane.  I reperti trovati, armi armature e oggetti personali, raccontano storie di coraggio e resistenza, vi affascineranno.

Itinerario romano alla scoperta di Viminacium

Fonte: iStock

Le testimonianze della dominazione romana a Viminacium

Il museo archeologico

Il museo archeologico di Viminacium ospita una collezione di reperti scoperti al sito. Dai mosaici intricati alle statue, dagli utensili quotidiani ai gioielli raffinati offre una panoramica completa della vita nella città antica. Ogni pezzo esposto sa raccontare una parte della sua quotidianità, rendendo la visita educativa  ma altamente stimolante e adatta a tutta la famiglia.

Le necropoli e l’importanza del culto dei morti per i romani

Una delle cose più importanti da fare a Viminacium è sicuramente la visita delle necrepoli. La località è diventata famosa per queste tombe sotterranee. Sono a migliaia, vi basti sapere che se ne contano ben più di 13.500. Le informazioni che se ne traggono sono davvero tante e sicuramente è un passo indietro nel tempo alla scoperta di pratiche funerarie, sulla vita quotidiana e persino sul modo di vivere la religione oltre all’effettivo modo di affrontare la perdita di un caro.

Prendetevi un po’ di tempo per passeggiare tra le tombe: qui avrete modo di scoprire tipologie di sepolture, alcune delle quali sono considerate fosse comuni mentre altre spaziano arrivando ad essere degne sepolture in pietra molto più preziose ed elaborate. Nelle migliaia di tombe gli archeologi ne hanno classificate la maggior parte come cristiane e trovate due decorate con affreschi che richiamano culti pagani; inoltre è stata identificata tra le sepolture la tomba dell’imperatore romano Ostiliano che morì di peste nel 251.

Eventi speciali a Viminacium

Uno dei momenti migliori per visitare Viminacium è durante le rievocazioni storiche, questi sono eventi che coinvolgono centinaia di attori che ricreano la vita romana con costumi autentici, battaglie simulate e dimostrazioni di artigianato. Si tratta di una delle esperienze immersive che vi farà sembrare di essere tornati indietro nel tempo.

Festival e mostre temporanee: oltre alle rievocazioni, Viminacium ospita anche festival culturali e mostre temporanee che esplorano vari aspetti della storia e della cultura romana. Questi eventi sono una delle opportunità imperdibili per approfondire la vostra conoscenza del passato e della storia.

Cosa fare a Viminacium

Fino a questo momento vi abbiamo segnalato le cose da vedere a Viminacium, ora vi daremo alcune idee su cosa fare a Viminacium per ottimizzare il tempo mentre siete alla scoperta del luogo o magari dopo aver già visitato la splendida Belgrado.

  • Partecipate alle visite guidate: dopo aver esplorato in solitaria Viminacium, non perdete l’occasione di scoprirla attraverso le visite guidate, potreste scoprire dei dettagli che ancora non conoscete.
  • Partecipate ad uno scavo archeologico: trasformatevi per qualche ora in archeologi e partecipate a scavi organizzati dove potrete assistere e lavorare insieme agli archeologi direttamente sul campo.
  • Esplorate i sentieri: Viminacium è un sito storico ma se avete voglia di camminare, seguite i sentieri nelle vicinanze per scoprire la bellezza della natura circostante e del paesaggio.
  • Assaggiate la cucina serba: non esiste un viaggio che non contempli anche la cultura gastronomica del luogo. Lasciatevi tentare dai piatti tradizionali serviti nei ristoranti locali, dal ćepavi, piccoli salsicciotti di carne di maiale, manzo o agnello serviti con pane somun cipolle crude e avjar; ai sarma, foglie di cavolo o di vite ripiene di carne macinata, riso e spezie che arrotolate vengono cotte lentamente in un brodo di carne o di pomodoro alla srpska  gibanica una torta salata di pasta fillo, uova e formaggio ad esempio, cibi che riflettono la genuinità della regione.
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Tra storia e leggenda nella Valle delle Piramidi in Bosnia

Nascosto tra i Balcani, si cela uno dei più grandi misteri archeologici al mondo, che continua ad attirare l’attenzione di archeologi, ricercatori e appassionati di storia da tutto il globo. Stiamo parlando delle piramidi bosniache, situate vicino alla città di Visoko, a pochi chilometri dalla capitale Sarajevo. Nonostante l’intera comunità scientifica non le riconosca come piramidi ma come una formazione naturale, molti sostengono che siano opera di una civiltà avanzata. A guardarle ricordano davvero delle piramidi egizie con la differenza che, rispetto a queste ultime, quelle bosniache sono ricoperte da una fitta vegetazione. In questo articolo scopriremo la storia di questa valle, cosa vedere e cosa fare alle piramidi bosniache e, per gli amanti del mistero, alcuni aneddoti e curiosità intrisi di fascino.

Breve storia della Valle delle Piramidi in Bosnia

La scoperta delle piramidi bosniache è avvenuta in tempi recentissimi. Nel 2005, Semir Osmanagić, un archeologo amatoriale ed esperto di civiltà antiche, annunciò la scoperta di una serie di strutture a forma piramidale nella valle di Visoko, così denominate:

  • Piramide del Sole
  • Piramide della Luna
  • Piramide dell’Amore
  • Piramide del Dragone

Lo studioso, famoso per le sue teorie sulle piramidi in tutto il mondo, ha dichiarato che queste strutture, oggi ricoperte di terra e vegetazione, sono state state realizzate per mano di una civiltà evoluta e risalente a oltre 12.000 anni fa. Sin dall’inizio, la comunità scientifica di geologi e archeologi ha risposto con scetticismo alle dichiarazioni di Osmanagić, affermando che si tratta di “semplici” formazioni naturali che si creano tramite un processo di sedimentazione ed erosione e che prendono il nome di “colline piramidali”. La risposta da parte della comunità scientifica non ha convinto l’esperto Osmanagić che, per avvalorare la sua teoria, ha affermato che l’orientamento della piramide più prominente, fosse perfettamente in linea con i punti cardinali, il che indica una forte conoscenza dell’astronomia da parte dei costruttori. Che tu voglia credere alla teoria di Osmanagić o a quella della comunità scientifica non importa, quello che è certo è che questo sito vale assolutamente la visita e mette a disposizione tante cose da fare e da vedere. Le abbiamo raccolte tutte in questa guida.

Piramidi Bosniache: cosa vedere e cosa fare

Scoprire questo sito significa lasciarsi condurre in un viaggio tra storia e mistero, fatto di teorie che si scontrano e di misteriose leggende. Al di là degli aspetti controversi, visitare questa zona a pochi chilometri da Sarajevo è anche una splendida occasione per ammirare le bellezze naturali della Bosnia ed Erzegovina. Ecco le attrazioni principali della Valle:

Piramide del Sole

La Piramide del Sole è la più prominente e la più famosa tra le presunte piramidi della valle. Secondo le teoria di Osmanagić, questa struttura è alta circa 220 metri, superando in altezza la Grande Piramide di Giza. Studi e ricerche – ancora in corso – cercano di dimostrare l’esistenza di una struttura artificiale sotto strati di terreno e vegetazione. Questa collina è stata abitata in diversi periodi storici, sulla sua sommità, infatti, ci sono tracce di una cittadella medievale con tanto di fortezza e monastero. Durante vari lavori sulla cima sono stati trovati anche resti di fortificazioni romane e altri reperti come vasellame e statuette.

Piramide della Luna

La seconda piramide in termini di grandezza è la Piramide della Luna. Alcuni scavi hanno portato alla luce quello che sembra essere un complesso di blocchi di pietra e che avvalorerebbe la teoria di Osmanagić ma che, tuttavia, continua a essere smentita dalla comunità scientifica.

Piramide del Drago

La Piramide del Drago è più piccola rispetto alle altre e va a completare il trio delle strutture principali della valle. Situata in posizione apparentemente strategica, forma un triangolo equilatero con le Piramidi del Sole e della Luna. Un dettaglio che viene citato spesso come prova di un ragionamento umano che si cela dietro queste strutture. Anche questa piramide, come le altre, è ricoperta di vegetazione.

Tunnel di Ravne

Gli studi svolti su questo sito hanno portato alla luce un complesso sistema di tunnel sotterranei – chiamati Tunnel di Ravne – e che ha contribuito ad accrescere l’aura di mistero dietro alle piramidi bosniache. Questo intricato dedalo di gallerie sotterranee si estende per diversi chilometri ed è stato oggetto di numerose spedizioni di ricerca. C’è chi sostiene che i tunnel siano collegati alle piramidi e che al suo interno si nascondano artefatti, inscrizioni e altri reperti che aspettano solo di essere scoperti.

Piramidi bosniache: strane teorie

Dettaglio di scavi archeologici

Fonte: iStock

Scavi archeologici alle piramidi bosniache

Se sei un amante del mistero e le teorie del complotto ti tengono sveglio la notte, una cosa che puoi fare nella Valle delle Piramidi in Bosnia è contemplare queste mastodontiche strutture immergendoti nelle teorie del mistero che aleggiano intorno a esse. Tra le più popolari troviamo:

  • Le origini Aliene: una delle teorie più discusse riguarda l’ipotesi che le piramidi siano state costruite dagli extraterrestri. Così come tutte le altre piramidi sparse nel mondo, sarebbero la testimonianza di una civiltà aliena che, in visita sul nostro Pianeta, ha lasciato traccia del suo passaggio.
  • Tecnologia Energetica Avanzata: una seconda teoria afferma che le piramidi siano state costruite come dispositivi energetici capaci di canalizzare e amplificare l’energia terrestre riversando nell’aria delle vibrazioni positive. Questa teoria cerca la sua controprova scientifica in alcuni studi che suggeriscono che la Valle delle Piramidi risuoni a una frequenza di 7.83 Hz, nota come Risonanza Schumann, che si crede abbia effetti positivi sul benessere umano.
  • Antica Civiltà Perduta: un’altra teoria afferma che le piramidi siano il frutto del lavoro di un’antica civiltà ormai perduta con una conoscenza avanzata dell’ingegneria e della geofisica e che abbia costruito questo sito come luogo di culto e venerazione.
  • Teorie del complotto: come tutti i fenomeni e le situazioni che  non hanno una spiegazione definitiva, anche le piramidi bosniache sono diventate oggetto delle più disparate teorie complottiste. C’è chi crede, infatti, che la ricerca sulle piramidi sia ostacolata dalle élite accademiche e dai governi mondiali i quali vogliono nascondere le verità sul passato e sul futuro della civiltà.

Infine, se non sei ancora soddisfatto, tra le cose da fare nella zona delle piramidi c’è la partecipazione a eventi e conferenze. La fondazione che sta portando avanti gli studi di questa zona organizza spesso eventi speciali e convention durante tutto l’anno

Visitare le piramidi bosniache: come fare e come arrivare

Come fare

il sito delle Piramidi Bosniache è visitabile tutto l’anno, gli orari di apertura possono variare di stagione in stagione quindi è consigliabile visitare il sito o contattare il centro visite per avere informazioni sempre aggiornate. È anche possibile accedere a visite guidate o viaggi organizzati per immergerti completamente in questo luogo dal fascino irresistibile. Uno dei punti più interessanti per la visita è, sicuramente, il Tunnel di Ravne, accessibile ai visitatori permette di esplorare le antiche gallerie e conoscere le teorie sulle loro funzioni e origini.

Come arrivare

Visoko è facilmente raggiungibile da Sarajevo, la capitale della Bosnia ed Erzegovina, che dista circa 30 chilometri. Si può arrivare in auto, autobus o treno per poi proseguire verso il sito delle piramidi il quale mette a disposizione anche diversi parcheggi nelle vicinanze.

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Egitto, nuovo volo per Luxor, la destinazione più magica

Iniziate a preparare le valigie, dal 6 ottobre 2024 sarà possibile volare facilmente verso il più grande museo a cielo aperto del mondo. Egyptair, la compagnia di bandiera dell’Egitto, inaugurerà il primo volo diretto da Milano Malpensa a Luxor. Il volo opererà ogni domenica con partenza alle 17:50 da Milano e arrivo alle 23:05, ora locale, all’aeroporto internazionale di Luxor, porta d’accesso della mitica Valle dei Re.

Il nuovo volo tra Milano e Luxor

L’Egitto è una delle mete più amate dagli italiani desiderosi di immergersi negli antichi splendori di Tebe. Finora, però, l’unico modo per arrivarci era fare scalo a Il Cairo, mentre da ottobre, grazie all’ampliamento dell’offerta su Malpensa, atterrare direttamente a Luxor sarà facile e comodo. Gli aerei di Egyptair, infatti, garantiscono un viaggio all’insegna del comfort grazie ai diversi servizi offerti come la ristorazione gratuita, per la quale sono disponibili menù per tutte le esigenze, il sistema di intrattenimento con tanti contenuti multimediali e la possibilità di portare due bagagli in stiva, oltre al bagaglio a mano.

Cosa fare e vedere a Luxor

Andare a Luxor è un sogno che si avvera per molti appassionati di storia, ma non solo. Quali sono le attività imperdibili in quello che viene considerato uno dei luoghi più magici e misteriosi al mondo? Si parte sicuramente con la Valle dei Re, tra i siti archeologici più antichi e visitati. Qui, luogo scelto per le sepolture dei sovrani del Nuovo Regno d’Egitto, il tempo sembra essersi fermato. La Valle dei Re custodisce oltre 60 tombe dei faraoni, scavate direttamente nelle pareti rocciose, tra cui la più famosa, quella di Tutankhamon, scoperta nel 1922 da Howard Carter.

Imperdibile è il Tempio di Luxor, situato proprio nel centro della città. Ogni angolo del tempio rivela dettagli affascinanti, dai bassorilievi che narrano le vittorie dei faraoni alle iscrizioni che descrivono riti e celebrazioni. Il nostro consiglio è di visitarlo la sera, quando il viale delle sfingi viene illuminato dalle torce, regalandovi un momento davvero magico. A pochi chilometri da Luxor troverete il Tempio di Karnak, la più grande costruzione templare rimasta al mondo. Qui, una delle strutture più impressionanti è la Grande Sala Ipostila, situata all’interno del Recinto di Amon-Ra, mentre per farvi un’idea della sapienza ingegneristica del tempo, potete dare un’occhiata alle rampe di costruzione utilizzate durante il processo di edificazione.

Se invece volete ammirare i manufatti originali del periodo dell’antico Egitto, dovete recarvi al Museo di Luxor, dove sono esposte statue, ceramiche e gioielli, oltre che una notevole collezione di manufatti provenienti anche dalla tomba di Tutankhamon. Le cose da fare e da vedere a Luxor sono davvero tante!

Al vostro itinerario potete aggiungere anche la Valle delle Regine che, come dice il nome stesso, rappresenta il luogo di sepoltura riservato alle regine della 19ª e 20ª dinastia, insieme a diversi principi deceduti in età infantile; il tempio funerario di Hatshepsut, progettato per ospitare le spoglie della regina Hatshepsut; i colossi di Memnone, ossia due sculture gigantesche che affiancavano l’ingresso al tempio funerario di Amenofi III; il museo della mummificazione, di piccole dimensioni, ma interessante per approfondire questa antica pratica egizia.

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Vacanza a Ölüdeniz, laguna paradisiaca della Riviera Turca

Il paradiso terrestre esiste e si trova in Turchia. La Costa Turchese, conosciuta soprattutto come Riviera Turca, è un mix perfetto di mare azzurro, spiagge sabbiose, montagne alte 3000 metri e siti archeologici protetti dalla macchia mediterranea. Questo tratto di costa che collega l’Egeo e il Mediterraneo, situato nella Turchia sud-occidentale, è stato a lungo una fuga glamour per lasciarsi alle spalle il caldo delle città e per gli europei alla ricerca di mete suggestive dal fascino storico. Qui, la bellezza della costa incontra i segni lasciati dalle popolazioni passate come persiani e bizantini.

Tra le diverse località balneari della riviera, quella di Ölüdeniz è considerata la più particolare e imperdibile anche grazie alla presenza di una spettacolare Laguna Blu. L’acqua è sempre limpida e calma, la spiaggia è composta da piccoli sassolini e l’intera zona è riconosciuta come riserva naturale. Organizzare una vacanza in questa parte della Turchia significa regalarsi un’occasione unica per scoprire un lato diverso del paese, solitamente associato al dinamismo di Istanbul e alle romantiche mongolfiere della Cappadocia.

Viaggio a Ölüdeniz: cosa fare e vedere

Ölüdeniz, che in italiano significa Mar Morto, è una delle località turistiche più famose della riviera, situata nella provincia di Muğla. Sono molte le cose da fare e da vedere in questa zona della Turchia, adatte a soddisfare le esigenze di ogni tipologia di viaggiatore: da quello che preferisce rilassarsi sulla spiaggia a chi non rinuncia al turismo d’avventura, fino agli amanti delle immersioni subacquee e della storia. Questo sito è sempre affollato nei mesi estivi, l’ideale è andarci nella stagione primaverile quando si può godere appieno della sua natura incantevole.

La meravigliosa Laguna Blu e il monte Babadağ

Immaginate acque cristalline che sfumano dal turchese al blu e montagne rigogliose tutt’attorno: benvenuti alla Laguna Blu. Questa è la location più famosa e fotografata di Ölüdeniz e non è difficile capirne il perché. Potete rilassarvi sul lato gratuito, conosciuto come Belcekız, o su quello più riparato della laguna, situato all’interno dei confini di un parco naturale protetto e il cui ingresso è a pagamento. Sulla spiaggia sono presenti lidi attrezzati, ristoranti e bar, dai quali potrete godervi la bellezza di questo luogo sorseggiando un cocktail fresco o provando qualche specialità tipica.

Sullo sfondo svetta il monte Babadağ, una delle principali destinazioni della Turchia per il parapendio, oltre che per ammirare la laguna dall’alto. Con i suoi 2000 metri, il monte Babadağ può essere raggiunto con un trekking o con una comoda funivia che parte direttamente da Ölüdeniz, da 225 metri d’altitudine, e arriva a 1.700 metri. Da qui godrete di una vista privilegiata non solo sulla Laguna Blu, ma anche sugli altri splendidi tratti di costa e sulla città di Fethiye, situata a pochi chilometri più a nord. Il monte Babadağ, grazie alle condizioni favorevoli garantite dai venti, è anche una delle mete più ambite dagli amanti del parapendio.

Parapendio su laguna blu Turchia

Fonte: iStock

Parapendio sullo splendido paesaggio della Laguna Blu

Trekking lungo il sentiero della Via Licia

Chi al relax della spiaggia preferisce il turismo d’avventura, sarà felice di sapere che il primo tratto del famoso sentiero della Via Licia parte proprio dalle vicinanze della Laguna Blu di Ölüdeniz. Il cammino, il cui punto di inizio è Ovacik, a 3 chilometri dalla laguna, regala panorami mozzafiato a ridosso della costa. Ammirerete piccole baie e calette, come la splendida Valle delle Farfalle, attraverserete siti archeologici e storici come Sidyma, antica città romana, e piccoli villaggi, dov’è possibile pernottare tratta dopo tratta. Il sentiero dura 9-10 giorni, ma potete tranquillamente farne solo una parte in base al tempo a vostra disposizione. La città più vicina ai punti di partenza e di arrivo del cammino è quella di Fethiye, da dove partono anche tantissimi tour in barca e dove, nelle immediate vicinanze, sorse l’antica città di Telmessos, la più grande della Licia.

Tour in barca alla scoperta della Valle delle Farfalle

Tra le cose più belle da fare durante una vacanza a Ölüdeniz c’è sicuramente il tour in barca alla scoperta della Valle delle Farfalle, considerata una delle spiagge più belle d’Europa. È chiamata così perché habitat naturale di una farfalla rara, la falena tigrata, e può essere raggiunta sia a piedi, seguendo un sentiero adatto ai più esperti, che in barca. Durante il tour scoprirete non solo questa spiaggia, ma anche la Grotta Azzurra e le altre baie nascoste della Riviera Turca, nelle quali potrete nuotare e fare snorkeling perché i fondali sono ricchi di pesci curiosi.

Valle delle Farfalle in Turchia

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Spiaggia Valle delle Farfalle, tra le più belle d’Europa

Il villaggio fantasma di Kayaköy

A soli 5 chilometri da Ölüdeniz si trova un villaggio fantasma, un tempo composto da 4.000 case in pietra che formavano la cittadina greca di Levissi, oggi conosciuta con il nome di Kayaköy. Questo villaggio senza tempo, immerso in una valle verdeggiante, fu abbandonato nel 1923 in seguito a uno scambio di popolazioni disposta dalla Società delle Nazioni al termine della guerra d’indipendenza turca. Dopo un breve periodo durante il quale la speculazione edilizia ha provato a trasformarlo in un hub turistico e in seguito alle proteste di artisti e intellettuali turchi, oggi è considerato un monumento che celebra la pace e la cooperazione tra Turchia e Grecia.

Come arrivare a Ölüdeniz

La località balneare di Ölüdeniz si trova a metà strada fra Bodrum e Antalya, due delle destinazioni più famose della Turchia. Sconsigliamo di arrivare da Istanbul, distante quasi 800 chilometri, mentre consigliamo di atterrare all’aeroporto di Antalya, a circa 200 chilometri rispetto a Ölüdeniz. Antalya è ben collegata con l’Italia da diversi aeroporti come Milano e Roma. Una volta atterrati vi basterà prendere i mezzi pubblici con direzione Fethiye, da dove partono bus o taxi collettivi per Ölüdeniz.