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La Giornata del Trekking Urbano: camminare per scoprire l’Italia

Ventidue anni fa, a Siena, prendeva forma un’idea semplice e al tempo stesso rivoluzionaria: trasformare la città in un percorso da esplorare a passo lento. Da quell’intuizione del 2003 è nata la Giornata Nazionale del Trekking Urbano, un’iniziativa che ha saputo farsi strada a livello nazionale, unendo cultura, turismo e benessere in un’esperienza collettiva.

Oggi, con la sua XXII edizione prevista per venerdì 31 ottobre 2025, l’evento coinvolge 85 città in 19 regioni, dalle grandi capitali d’arte ai borghi più suggestivi, tutte unite sotto il tema “Le Vie del Giubileo tra storia, cultura e spiritualità”.

Il filo conduttore del Giubileo

Il 2025 segna un appuntamento di grande richiamo per la tradizione cattolica: l’Anno Santo Giubilare, che da secoli richiama pellegrini da tutta Italia e dal mondo.

Per l’occasione, la Giornata del Trekking Urbano ha deciso di intrecciare i propri itinerari con i percorsi giubilari, ripercorrendo le antiche vie dei pellegrini e i cammini che hanno segnato la storia del Paese.

La scelta non è casuale: il Giubileo invita al cammino, all’esperienza del viaggio inteso come riflessione, incontro e scoperta. Così, i trekker moderni avranno l’opportunità di percorrere strade medievali, antichi ospitali, piazze e chiese che, nei secoli, hanno accolto uomini e donne in cerca di spiritualità, cultura e accoglienza.

Camminare per scoprire

Il trekking urbano non è solo un’esperienza turistica, ma un modo per osservare la città con occhi nuovi. Camminando a passo lento, si colgono dettagli altrimenti invisibili: un portale nascosto, un affresco dimenticato, le storie dei passanti.

La Giornata unisce movimento e conoscenza, benessere e cultura, e rende il cammino accessibile a tutti. Famiglie, gruppi di amici e viaggiatori solitari possono vivere itinerari che, pur diversi nella lunghezza e nella difficoltà, condividono la stessa essenza ovvero la scoperta del patrimonio diffuso e l’incontro con l’anima autentica dei luoghi.

Siena, cuore del progetto

A guidare il movimento rimane Siena, dove tutto è cominciato. Il percorso 2025, intitolato “1300–2025 Giubileo e cammini: luoghi, pellegrini e spiritualità nei secoli”, accompagna residenti e turisti dal Campo al Duomo e a Santa Maria della Scala, luoghi simbolo della spiritualità e dell’accoglienza lungo la Via Francigena.

I percorsi tra città e borghi

Veduta di un canale di Comacchio, Ferrara

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Trekking urbano a Comacchio

Dal nord al sud, la Giornata del Trekking Urbano propone itinerari che sono un mosaico di storie e suggestioni. L’Aquila racconta le Vie Giubilari e la Perdonanza Celestiniana, Napoli dedica il cammino alle “Donne di fede, carità e speranza”, mentre Bologna unisce spiritualità e accoglienza con un finale musicale suggestivo. Mantova conduce i partecipanti lungo la Via Carolingia fino alla Basilica di Sant’Andrea, evocando secoli di pellegrinaggi.

Accanto alle città, non possono certo mancare i Borghi Più Belli d’Italia: ad Ercolano, il culto mariano emerge tra edicole votive e tradizioni popolari, a Comacchio, fede e acqua si fondono in immagini devozionali disseminate tra barche e case, a Finale Ligure, un doppio itinerario porta alla Basilica giubilare di San Biagio mentre ad Ascoli Piceno il cammino recupera la memoria dei pellegrini medievali, dai battisteri romanici alle chiese storiche.

Natura e cammino

Il trekking urbano non significa soltanto storia e arte, ma anche immergersi appieno nel paesaggio.

Ancona invita a percorrere il Parco del Cardeto, con panorami a picco sul mare e testimonianze storiche, Aosta coniuga vestigia romane e montagne alpine, Trento mette in comunicazione cammini alpini e luoghi del Concilio, mentre Spoleto restituisce la dimensione del pellegrinaggio tra boschi e colline.

Nei borghi, la natura diventa protagonista: a Tempio Pausania i percorsi si snodano tra granite e paesaggi della Gallura,  e a Termoli il borgo antico emerge dal mare in un dialogo tra costa e arte urbana.

Tracce del passato e memoria collettiva

Scorcio del borgo di Leonforte, Sicilia

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Scorcio del borgo di Leonforte

Camminare lungo queste vie significa anche riscoprire la storia e il senso di comunità.

E, a questo proposito, Pavia fa incontrare la propria memoria con la Via Francigena, Verona ripercorre le vie dei pellegrini medievali, Ivrea invita a leggere la città come connubio di memoria industriale e spiritualità. In Sicilia, Leonforte lega il trekking al barocco e alle fontane monumentali, in Toscana, Pitigliano racconta secoli di convivenza tra comunità diverse mentre in Calabria, San Giovanni in Fiore guida alla scoperta delle tracce lasciate da Gioacchino da Fiore, abate visionario del Medioevo.

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Siena premiata tra le città più verdi d’Europa

La città di Siena è stata proclamata una delle vincitrici dell’European Green Leaf Award 2027, tra i più prestigiosi riconoscimenti europei dedicati alla sostenibilità urbana. L’annuncio è arrivato il 2 ottobre a Vilnius, nel corso della cerimonia ufficiale organizzata presso la Galleria Nazionale d’Arte Lituana, dove sono stati rivelati anche i nomi delle altre città premiate.

A condividere il podio con Siena è la città olandese di Assen, mentre il titolo di Capitale Verde Europea 2027 è stato assegnato a Heilbronn, in Germania. Il premio, istituito dalla Commissione Europea, mira a valorizzare i centri urbani che si distinguono per le politiche ambientali e sociali, la gestione intelligente delle risorse e la promozione di modelli di sviluppo sostenibile.

Un riconoscimento al modello ambientale senese

La giuria internazionale, composta da esperti indipendenti in materia di sostenibilità, ha riconosciuto a Siena la capacità di unire tutela del territorio, innovazione e partecipazione civica. La città toscana si è distinta in particolare per l’estensione e la qualità delle aree verdi pubbliche, che oggi raggiungono una media di 28 metri quadrati per abitante, un valore tra i più alti in Italia e in Europa.

Negli ultimi anni Siena ha investito nella creazione di nuovi parchi urbani e nella rigenerazione di spazi naturali, così da restituire ai cittadini luoghi di incontro e biodiversità. Un impegno che si accompagna a una gestione dei rifiuti particolarmente virtuosa: oltre il 61% dei rifiuti urbani viene riciclato, mentre solo l’1% finisce in discarica.

Risultati che testimoniano un’evoluzione strutturale nella cultura ambientale cittadina, realizzata nel tempo grazie a politiche di sensibilizzazione, incentivi e coinvolgimento diretto dei residenti.

Una comunità protagonista della transizione verde

Veduta aerea del centro di Siena, Toscana

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Veduta panoramica del centro di Siena

Il premio non riconosce solo i risultati ambientali, ma anche la capacità delle città di coinvolgere la propria comunità nei processi di cambiamento: Siena, in tal senso, ha colpito la giuria per la varietà delle iniziative di partecipazione pubblica. Grazie a progetti educativi, laboratori di quartiere e campagne dedicate al riuso e alla riparazione dei materiali, ha saputo trasformare la sostenibilità in un’esperienza quotidiana.

Il modello senese si basa su una visione integrata: ambiente, economia e cultura vengono trattati come dimensioni inscindibili. L’approccio mira non solo alla riduzione dell’impatto ambientale, ma anche alla costruzione di una cittadinanza attiva, consapevole delle proprie scelte e del loro effetto sul futuro collettivo.

Le parole della Commissione Europea

Durante la cerimonia, la Commissaria europea per l’Ambiente, la Resilienza Idrica e l’Economia Circolare, Jessika Roswall, ha sottolineato come i premi Green Capital e Green Leaf rappresentino “un riconoscimento ma anche una responsabilità”. Le città vincitrici, ha affermato, diventano “ambasciatrici della transizione verde”, chiamate a guidare con l’esempio e a ispirare altre comunità europee.

Il titolo ottenuto da Siena conferma dunque la capacità delle città di medie dimensioni di esercitare un impatto significativo nella lotta ai cambiamenti climatici. A differenza delle grandi metropoli, i centri come Siena possono sperimentare politiche più agili e modelli di collaborazione diretta tra amministrazione e cittadini.

Un premio che guarda al futuro

Oltre al prestigio simbolico, il riconoscimento porta con sé anche un premio economico di 200.000 euro, che Siena potrà investire in nuovi progetti ambientali e sociali. L’obiettivo è consolidare le buone pratiche già avviate e promuovere ulteriori interventi in materia di mobilità sostenibile, gestione dell’energia e tutela del paesaggio.

Nel panorama europeo, la competizione per il Green Leaf Award è sempre più intensa: quest’anno vi hanno partecipato 20 città provenienti da 11 Paesi, selezionate e valutate da una giuria che include rappresentanti della Commissione Europea, del Comitato delle Regioni, dell’Agenzia Europea dell’Ambiente e del Patto dei Sindaci per il Clima e l’Energia.

Accanto a Siena e Assen, sono state elogiate anche le città finaliste di Benidorm e Saint-Quentin, a testimonianza di un’Europa che continua a investire nella qualità della vita urbana.

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A Natale Siena si trasforma in un palcoscenico di emozioni

Con l’arrivo del periodo natalizio, Siena si prepara a vivere settimane di pura magia: da sempre custode di un patrimonio storico e artistico unico, si trasforma in un grande palcoscenico diffuso grazie al progetto “Siena Incanta – Natale tra cultura e meraviglia”, una rassegna di eventi che dal 1° dicembre 2025 al 7 gennaio 2026 animerà le vie del centro storico con spettacoli, installazioni luminose e appuntamenti dedicati alla musica, al teatro e alle famiglie.

Quest’anno, la manifestazione assume un significato particolare: si celebra infatti il trentesimo anniversario del riconoscimento del centro storico di Siena come Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO, un traguardo che sottolinea il valore universale della città toscana e la sua capacità di unire bellezza, identità e tradizione.

Una direzione artistica che punta all’emozione

Alla guida del progetto c’è Vincenzo Bocciarelli, attore, produttore e Direttore Artistico dei Teatri di Siena, che ha immaginato un Natale capace di unire il fascino del passato con la forza evocativa dell’arte contemporanea. “Siena Incanta”, spiega Bocciarelli, è pensato come un viaggio sensoriale in cui la città stessa diventa protagonista: le sue piazze, le logge e i palazzi si accendono di nuova vita, trasformandosi in scenari di luce e stupore.

Il 1° dicembre segnerà l’avvio ufficiale del programma, con l’accensione delle luminarie in coincidenza con la festa di Sant’Ansano, patrono della città. A inaugurare simbolicamente la stagione sarà Ofelia Passaponti, Miss Italia 2024, scelta come testimonial dell’evento, a rappresentare la freschezza e la grazia di una Siena che accoglie il futuro senza dimenticare le proprie radici.

Il calendario prevede appuntamenti di rilievo come il balletto “Lo Schiaccianoci” in versione contemporanea, il Concertone di San Silvestro e il Concerto di Capodanno diretto da Marco Severi. Eventi pensati per coinvolgere pubblici diversi, in un dialogo continuo tra musica, danza e partecipazione collettiva.

Una città che racconta la propria anima

Durante le festività, Siena si offrirà ai visitatori come un luogo di narrazione viva, in cui ogni pietra e ogni vicolo custodiscono frammenti di una storia millenaria. Come ha sottolineato Roberto Barbetti, dirigente del settore Cultura e Turismo del Comune, Siena non è solo un insieme di monumenti, ma un organismo pulsante che vive grazie alla sua comunità.

L’anima della città risiede nella capacità dei senesi di custodire e trasmettere il proprio patrimonio con un senso profondo di appartenenza. È un’eredità che si rinnova ogni giorno, fatta di gesti, di tradizioni e di quella sensibilità collettiva che rende Siena un luogo dove la bellezza non è solo da contemplare, ma da condividere.

Le luci e le vie del Natale senese

Palazzo Salimbeni a Natale a Siena, Toscana

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Palazzo Salimbeni a Natale a Siena

Il cuore del progetto “Siena Incanta” sarà il percorso luminoso che attraverserà il centro storico, dalle porte della città fino al Duomo. Le principali vie (Banchi di Sopra, Banchi di Sotto e Via di Città) saranno illuminate da installazioni artistiche e decorazioni filiformi che creeranno un effetto scenografico diffuso, per un itinerario di luce e stupore.

Le Logge della Mercanzia e le Logge del Papa, due luoghi simbolici della Siena rinascimentale, diventeranno punti focali di attività performative e teatrali curate dalla direzione artistica. La luce, in questa visione, non sarà solo decorazione ma linguaggio: un modo per valorizzare l’architettura urbana e trasformarla in esperienza emotiva.

Spettacoli, mercati e momenti di festa

Dal 6 dicembre al 6 gennaio, il Parco della Lizza accoglierà la Cittadella del Divertimento, un’area dedicata alle famiglie e ai più giovani. Qui prenderà vita un piccolo mondo di musica, spettacoli di strada, food truck e una grande pista di pattinaggio su ghiaccio lunga quaranta metri, che farà da sfondo a un calendario di eventi quotidiani.

Dal 13 dicembre al 5 gennaio, invece, nella limonaia di Villa Rubini Manenti, sarà allestito il Villaggio di Natale, dove i bambini potranno incontrare Babbo Natale, partecipare a laboratori creativi e vivere esperienze pensate anche per l’inclusione dei più piccoli con disabilità.

Non mancherà poi il tradizionale Mercato nel Campo, in programma nei giorni 6, 7 e 8 dicembre. La celebre Piazza del Campo tornerà a ospitare oltre centotrenta banchi di artigiani, produttori e commercianti locali, in una rievocazione dell’antico mercato medievale che richiama ogni anno migliaia di visitatori. Un’occasione per riscoprire sapori, colori e tradizioni della campagna senese, all’interno di uno dei luoghi più rappresentativi d’Italia.

Il Capodanno nel cuore di Siena

Il gran finale delle festività sarà il Concerto di Capodanno in Piazza del Campo, una serata che unirà musica dal vivo, spettacoli di luce e dj set fino a notte inoltrata. La piazza, dall’inconfondibile forma a conchiglia, si trasformerà in un teatro all’aperto dove cittadini e turisti potranno salutare insieme il nuovo anno in un’atmosfera di festa condivisa.

Con questo evento si chiuderà un percorso che ha voluto restituire a Siena il ruolo di capitale culturale delle festività natalizie. Non solo una città da visitare, ma un luogo da vivere, capace di accogliere con la stessa intensità il passato e il presente, la tradizione e la contemporaneità.

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Parte l’Espresso Siena da Roma, il treno speciale che attraversa la Val d’Orcia

Un nuovo collegamento ferroviario permette di viaggiare tra Roma e Siena a ritmo lento e ammirando i suggestivi panorami lungo l’itinerario che si affaccia all’Argentario e attraversa la Val d’Orcia e le Crete Senesi. È l’Espresso Siena, l’iniziativa nata dalla collaborazione tra FS Treni Turistici Italiani e Fondazione FS, che grazie a un’accurata ristrutturazione ha dato nuova vita alle carrozze “Gran Confort”, icone dei viaggi degli Anni 70 con i loro ampi finestrini e tutta l’eleganza di un viaggio in prima classe.

Il nuovo collegamento diretto tra Roma e Siena è l’occasione perfetta per trascorrere un weekend autunnale alternativo, tra il 27 settembre e il 2 novembre, a bordo di un convoglio storico affascinante. Un viaggio che conduce nel cuore della Toscana attraverso vigneti rigogliosi, borghi senza tempo, colline punteggiate da cipressi e paesaggi che si tingono con i primi colori dell’autunno.

Le date del nuovo Espresso Siena

I viaggi dell’Espresso Siena sono attivi nel weekend, con partenza il sabato da Roma verso Siena, la città del celebre Palio amata a livello internazionale. Il rientro verso la Capitale è previsto la domenica.

In particolare, si parte da Roma Termini sabato 27 settembre, 4 ottobre e 1° novembre, alle ore 7:42, e si ritorna da Siena domenica 28 settembre, 5 ottobre e 2 novembre, alle ore 15:05.

Interno del vagone storico dell'Espresso Siena, viaggio nel cuore della Toscana
Gli interni restaurati dell’Espresso Siena

Tutte le fermate tra Roma e Siena

Il treno storico Roma-Siena che attraversa la Val d’Orcia (patrimonio UNESCO) prevede diverse fermate che permettono di ammirare i paesaggi tipici delle province di Grosseto e Siena: si passa dalle verdeggianti colline ricoperte di vigneti e punteggiate da borghi antichi come Capalbio e Montepescali, si tocca la laguna di Orbetello (importante oasi WWF e riserva naturale) e si attraversano i territori argillosi e a tratti lunari di Buonconvento e Monteroni d’Arbia a sud-est di Siena. Qui l’incanto delle famose Crete Senesi prende vita, con le loro inconfondibili forme ondulate, i calanchi e le biancane.

Crete Senesi, territorio argilloso a sud di Siena

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Il territorio caratterizzato dalle Crete Senesi

Un tragitto lento e panoramico che conferma l’impegno di FS Treni Turistici Italiani nell’esaltare un modo diverso di viaggiare: sconnettersi e assaporare la bellezza di un viaggio senza tempo in uno dei panorami più incantevoli d’Italia. Un’iniziativa che restituisce un valore importante al turismo di qualità e alla sostenibilità.

Di seguito tutte le fermate e gli orari previsti nella tratta Roma-Siena del nuovo collegamento ferroviario per l’autunno 2025:

  • Roma Termini 07:42
  • Tarquinia 09:03 – 09:05
  • Capalbio 09:25 – 09:27
  • Orbetello 09:34 – 09:36
  • Grosseto 09:55 – 10:40
  • Montepescali 10:49 – 10:51
  • Monte Antico 11:18 – 11:25
  • Buonconvento 11:49 – 11:51
  • Monteroni d’Arbia 12:01 – 12:03
  • Siena 12:27
Il paesaggio di Buonconvento, borgo toscano attraversato dall'Espresso Siena

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Il paesaggio di Buonconvento attraversato dall’Espresso Siena

Quanto costano i biglietti

I biglietti dell’Espresso Siena sono acquistabili sulla piattaforma Railbook e hanno prezzi che partono da 29 euro per la tratta Roma-Argentario (Tarquinia, Capalbio, Orbetello e Grosseto), fino a 49 euro per l’intera tratta Roma-Siena.

Si possono scegliere anche tratte intermedie, con prezzi che variano tra 29, 39 e 49 euro. I bambini da 0 a 3 anni non pagano (si devono aggiungere al momento della prenotazione del biglietto da adulto), mentre dai 4 ai 12 anni non compiuti viaggiano con tariffa ridotta del 50%.

Una volta effettuato l’acquisto, si riceve sulla propria mail un voucher di viaggio che attesta l’avvenuto acquisto, da presentare la mattina stessa della partenza al check-in per poter accedere alle carrozze “Gran Confort” dell’Espresso Siena.

Tutte le informazioni sui posti ancora disponibili, sulle tariffe e sui servizi a bordo del treno sono consultabili sul sito ufficiale Fstrenituristici.it.

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Palio di Siena 2025: tutto ciò che c’è da sapere sulla corsa ippica più famosa d’Italia

È tutto pronto per il Palio di Siena 2025: il tufo è stato steso a Piazza del Campo e tutti sono in fermento per l’inizio ufficiale previsto per il 2 luglio. Migliaia di spettatori arriveranno qui da tutta Italia e oltre per assistere alla tradizione equestre che vede sfidarsi ben 17 contrade. La manifestazione, che si disputa due volte l’anno, è iniziata lo scorso 26 giugno con la cerimonia di presentazione, mentre le due corse si svolgeranno rispettivamente martedì 2 luglio e venerdì 16 agosto.

Ecco tutte le cose da sapere sulla corsa ippica più famosa d’Italia!

Le origini del Palio di Siena

Il termine “palio” ha origine dal latino pallium, che significa “drappo”, poiché questo era il premio assegnato al vincitore della corsa tra rioni. Per ogni edizione viene realizzato un drappo apposito, a volte con la collaborazione di pittori famosi, mentre non sono previsti premi in denaro.

Di origini medievali, tali gare non si disputavano solo con cavalli, ma anche con cavalle, bufale, asini e mule. Il palio più antico si correva il 15 agosto, in occasione della festa dell’Assunzione della Vergine Maria, patrona della città, ed era noto come “alla lunga”, cioè su un percorso con partenza e arrivi diversi: il tracciato si snodava da fuori le mura cittadine, attraversando a gran velocità le strette vie del borgo medievale fino a raggiungere la piazza davanti al duomo. La corsa aveva inizio solo dopo la solenne cerimonia dell’offerta dei ceri alla Madonna da parte delle città e dei territori soggetti. A parteciparvi non erano le contrade, ma gli aristocratici.

Quello dell’Assunta non era l’unico palio organizzato in periodo rinascimentale: gli altri erano dedicati ai beati Ambrogio Sansedoni e Agostino Novello, a santa Maria Maddalena e a san Pietro Alessandrino, ma non ebbero seguito in epoca successiva.

In seguito, la corsa venne spostata in Piazza del Campo, trasformandosi progressivamente nella forma attuale. Questa è documentata per la prima volta da una stampa del 1633, che mostra la corsa “alla tonda”.

Dal XVII secolo, il palio prese quindi l’aspetto che conosciamo oggi: ossia una corsa a cavallo tra dieci contrade estratte a sorte, su un anello di tufo nella piazza, preceduta da un corteo storico in costume. Oggi si svolge due volte l’anno, il 2 luglio (Palio di Provenzano) e il 16 agosto (Palio dell’Assunta), mantenendo viva una tradizione secolare che unisce fede, identità e spirito di appartenenza.

Palio di Siena 2025

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Cavalieri al Palio di Siena

Come funziona il Palio di Siena: regole e contrade

Al palio partecipa un cavallo estratto a sorte, montato da un fantino scelto appositamente, per ciascuna delle contrade nelle quali è divisa Siena. Seppur le contrade siano in totale 17, a ogni edizione possono parteciparvi solo dieci seguendo il principio della rotazione: le sette contrade che non hanno corso il palio l’anno precedente, sono ammesse di diritto a quello successivo. Per completare il numero esatto, le altre vengono estratte a sorte.

Le contrade storiche sono: Aquila, Bruco, Chiocciola, Civetta, Drago, Giraffa, Istrice, Leocorno, Lupa, Nicchio, Oca, Onda, Pantera, Selva, Tartuca, Torre e Valdimontone.

La corsa prevede tre giri completi di Piazza del Campo, ossia la piazza principale di Siena, appositamente ricoperta con una miscela di tufo, argilla e sabbia. I cavalli partecipanti entrano in piazza seguendo un ordine ben preciso, anch’esso sorteggiato, e aspettano la “mossa”, ossia la partenza decretata da un apposito “mossiere”. Durante la corsa, se un fantino cade e il cavallo arriva da solo, la partecipazione è considerata valida.

Il Palio di Siena viene vinto dalla contrada il cui cavallo, montato o scosso (cioè senza fantino), taglia per primo il traguardo dopo tre giri completi di Piazza del Campo. Il traguardo si trova vicino alla curva di San Martino ed è segnalato da un grande drappo colorato, il cosiddetto “bandierino”.

Le contrade in gara quest’anno sono:

  • Tartuca
  • Chiocciola
  • Drago
  • Selva
  • Istrice
  • Lupa
  • Oca
  • Bruco
  • Valdimontone
  • Pantera

Le date e gli eventi del Palio di Siena 2025

La corsa non è l’unico evento del Palio di Siena! La manifestazione dura più giorni e prevede diversi appuntamenti.

Lunedì 30 giugno ci saranno le prove regolamentate del mattino e della sera a Piazza del Campo, mentre martedì 1 luglio si terrà la prova ufficiale del mattino, il trasferimento del Drappellone dal Palazzo Comunale alla Collegiata di Provenzano, il Corteo con il Labaro del Magistrato, Priori e rappresentanti delle Contrade secondo l’ordine previsto dal Corteo Storico e la Cena della Prova Generale nelle Contrade partecipanti.

L’evento più atteso sarà mercoledì 2 luglio, che comincerà con la messa del fantino alla Cappella del Palazzo Comunale, alla presenza di capitani e fantini, e con la messa solenne nella Collegiata di Provenzano, con il Labaro del Magistrato e i Priori. Successivamente ci sarà il raduno delle Comparse delle Contrade presso il Palazzo della Provincia, le Sbandierate ufficiali presso Palazzo Salimbeni, Circolo degli Uniti, Palazzo Chigi Saracini, Palazzo Arcivescovile e cortile del Palazzo della Provincia e l’ingresso del Corteo Storico in Piazza del Campo.

Infine, la corsa del Palio si terrà la sera.

Come assistere al Palio di Siena 2025

L’evento del Palio di Siena è libero e gratuito per chi vuole assistere in piedi nello spazio centrale della piazza. In alternativa, è possibile prenotare un posto nei palchi o nei balconi che affacciano sulla piazza: si tratta di posti a pagamento, venduti da privati o tramite pacchetti turistici.

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Da Siena a Cortona: la Via Lauretana in Toscana

La Via Lauretana in Toscana è un antico percorso che collega la città di Siena alla Val di Chiana, proseguendo poi verso le Marche e culminando nel celebre santuario mariano di Loreto. Un cammino carico di spiritualità, paesaggi incantevoli e storia millenaria, che attraversa il cuore più autentico della Toscana. Oggi, come secoli fa, questo itinerario affascina viandanti e pellegrini offrendo un’esperienza profonda, dove la lentezza del cammino si intreccia con la bellezza di borghi medievali, pievi solitarie e dolci colline punteggiate da cipressi.

La tratta toscana rappresenta la prima parte del pellegrinaggio verso la Santa Casa di Loreto e si snoda tra terre di grande fascino culturale e naturalistico, come le Crete Senesi, la Val di Chiana e i centri storici di Rapolano Terme, Sinalunga, Torrita di Siena e Cortona. La Via Lauretana è oggi un cammino riscoperto e valorizzato, grazie a progetti di recupero e segnaletica, ed è percorribile a piedi o in bicicletta, in più giorni e con grande varietà di paesaggi ed emozioni.

La storia della Via Lauretana

La Via Lauretana affonda le sue radici nell’epoca romana, quando collegava Arezzo a Roma attraverso un sistema viario secondario rispetto alla più nota Via Cassia. Ma è nel Medioevo che la strada assume un ruolo cruciale come itinerario di pellegrinaggio verso il santuario della Madonna di Loreto, uno dei luoghi mariani più venerati d’Europa. Siena, allora snodo strategico per i pellegrini in transito verso Roma e la Terra Santa, divenne anche un punto di partenza privilegiato per coloro che si dirigevano verso le Marche.

Nel corso dei secoli, lungo il tracciato sorsero ospedali, pievi e locande, che offrivano riparo ai pellegrini e ai viandanti. Il cammino divenne così anche un canale di scambio culturale e commerciale tra la Toscana e le regioni centrali dell’Italia. Dopo un lungo periodo di abbandono, la Via Lauretana è tornata a vivere grazie a un progetto di riscoperta promosso da enti locali, diocesi e associazioni del territorio. Oggi è nuovamente percorribile, con tracciati ben segnati che seguono il più fedelmente possibile le antiche rotte medievali.

Le tappe da percorrere

La Via Lauretana in Toscana si snoda per circa 95 chilometri tra Siena e Cortona, attraversando alcune delle zone più affascinanti della regione: dalle Crete Senesi alle dolci colline della Val di Chiana, passando per borghi storici, pievi medievali e paesaggi modellati dal tempo e dall’uomo. Il cammino è suddivisibile in cinque tappe, con distanze accessibili anche ai camminatori meno esperti e con servizi di accoglienza distribuiti lungo il percorso.

Tappa 1: da Siena a Taverne d’Arbia

(12 km, 120 D+, 150 D-, 3h)

Il cammino prende avvio da Siena, una delle città d’arte più affascinanti d’Italia, con il suo centro medievale perfettamente conservato e la spiritualità che si respira tra le vie della Contrada. Lasciando alle spalle Porta Romana, si esce lentamente dalla città inoltrandosi in un paesaggio rurale fatto di colline morbide e poderi. La tappa è breve ma suggestiva, ideale per prendere confidenza con il ritmo del cammino. Si arriva a Taverne d’Arbia, piccolo centro abitato lungo il torrente Arbia, citato da Dante nella Divina Commedia.

Tappa 2: da Taverne d’Arbia a Rapolano Terme

(23 km, 380 D+, 290 D-, 6h)

Questa tappa si snoda tra le scenografiche Crete Senesi, uno dei paesaggi più iconici della Toscana: colline ondulate, calanchi d’argilla, casali isolati e strade bianche che sembrano scolpite nel tempo. Si attraversano poderi e si costeggiano pievi antiche fino a giungere a Rapolano Terme, noto fin dall’antichità per le sue acque sulfuree. Qui si può concludere la giornata con un momento di relax alle terme, rigenerando corpo e spirito dopo il lungo tratto collinare.

Tappa 3: da Rapolano Terme a Sinalunga

(21 km, 340 D+, 320 D-, 5h 30’)

Lasciata Rapolano, il cammino prosegue verso est tra oliveti, vigneti e piccoli boschi. Si incontrano paesaggi più verdi e dolci, punteggiati da poderi e cappelle rurali. Lungo il percorso si può fare una deviazione per visitare Serre di Rapolano, borgo medievale dall’atmosfera raccolta. L’arrivo a Sinalunga, adagiata su un colle, regala un belvedere sulla Val di Chiana e un centro storico tranquillo, con scorci autentici e una forte identità locale.

Tappa 4: da Sinalunga a Foiano della Chiana

(19 km, 280 D+, 270 D-, 5h)

Questa tappa segna l’ingresso nella Val di Chiana, terra fertile e generosa, un tempo bonificata dai Medici. Il cammino si fa più pianeggiante, con ampie vedute sulla valle e lunghi tratti su strade sterrate. Si attraversano campi coltivati e canali fino a giungere a Foiano della Chiana, uno dei borghi più antichi della zona, con un centro rinascimentale curato e un forte senso di accoglienza.

Tappa 5: da Foiano della Chiana a Cortona

(20 km, 480 D+, 420 D-, 6h)

L’ultima tappa è la più impegnativa, ma anche una delle più emozionanti. Dopo una prima parte in piano tra la campagna, il percorso inizia a salire verso Cortona, adagiata su uno sperone roccioso. L’antica città etrusca, con le sue mura possenti e le vedute spettacolari sulla Valdichiana, rappresenta una degna conclusione del cammino toscano. Cortona conserva un patrimonio artistico e spirituale unico, ed è un luogo perfetto per riflettere sul viaggio appena compiuto, in attesa – per chi prosegue – di riprendere la Via Lauretana verso le Marche e Loreto.

La Via Lauretana in bicicletta

La Via Lauretana in Toscana è percorribile anche in bicicletta, ma il tracciato richiede buona preparazione fisica e confidenza con distanze medio-lunghe, dislivelli impegnativi e tratti sterrati. Il percorso completo da Siena a Cortona può essere suddiviso in due tappe giornaliere, che ripercorrono in buona parte le direttrici del cammino a piedi, con alcune varianti adatte alle due ruote.

Tappa 1: da Siena a Sinalunga

(60,2 km, 930 D+, 860 D-, 4h 04’)

La prima tappa in bici parte dalla stazione di Siena e attraversa i paesaggi collinari delle Crete Senesi, con strade perlopiù asfaltate ma con frequenti saliscendi che mettono alla prova la resistenza. Si passa per Asciano e Rapolano Terme, fino a raggiungere Sinalunga, dove termina la giornata. Un percorso panoramico e fisicamente esigente, ideale per ciclisti allenati.

Tappa 2: da Sinalunga a Cortona

(64 km, 1.070 D+, 940 D-, 4h 33’)

La seconda giornata è ancora più impegnativa, con una lunga salita finale verso il centro storico di Cortona, adagiato in posizione dominante sulla Valdichiana. Il fondo è misto: strade secondarie, sterrati e tratti di asfalto. Si passa per Foiano della Chiana e Montepulciano Stazione, con belle vedute sulle colline e sul lago Trasimeno. Una tappa intensa ma suggestiva, perfetta per concludere in bellezza il cammino ciclabile.

Il periodo migliore per percorrerla

Il periodo ideale per mettersi in cammino lungo la Via Lauretana in Toscana è la primavera e l’autunno, quando il clima è mite, i colori del paesaggio sono vividi e l’esperienza del cammino si arricchisce di suggestioni naturali e culturali.

La primavera è forse il momento più affascinante per attraversare le Crete Senesi e la Val di Chiana. I campi si tingono di verde acceso, gli alberi fioriscono e l’aria è fresca e profumata. Le temperature, in genere comprese tra i 12° e i 25°, sono perfette per camminare a lungo senza affaticarsi troppo. Inoltre, le giornate si allungano e permettono di vivere il cammino con più calma, magari con qualche deviazione per visitare pievi, borghi o fattorie lungo il percorso.

Anche l’autunno regala momenti indimenticabili lungo la Via Lauretana. I toni caldi della campagna toscana, le vigne pronte per la vendemmia e gli ulivi argentati creano un paesaggio pittoresco e rilassante. Le temperature si mantengono piacevoli, oscillando tra i 14° e i 24°, e l’afflusso turistico è più contenuto rispetto all’estate, rendendo l’esperienza più intima e raccolta. È anche il periodo perfetto per godere dei prodotti enogastronomici locali: olio nuovo, funghi, castagne, vino novello.

L’estate (luglio e agosto) è sconsigliata a causa delle temperature elevate, spesso oltre i 35°, e della scarsa ombra lungo molti tratti del cammino. Se si sceglie comunque di partire in questi mesi, è importante camminare nelle ore più fresche e pianificare soste frequenti. L’inverno, invece, pur non essendo proibitivo, presenta clima instabile, giornate corte e minori possibilità di accoglienza, specie nei borghi più piccoli.

Consigli e indicazioni pratiche

Percorrere la Via Lauretana in Toscana, da Siena a Cortona, significa immergersi in un cammino accessibile, ben segnalato e ricco di servizi, ma che attraversa anche zone rurali e tratti isolati, dove è utile arrivare ben preparati.

La segnaletica lungo il percorso

Il tracciato è ben segnalato per l’intera tratta toscana. Lungo la strada troverai frecce bianche e azzurre, cartelli con simboli del pellegrinaggio e mappe nei centri principali. Il cammino segue per buona parte strade bianche, poderali e sentieri rurali, evitando l’asfalto dove possibile. Il tratto tra Rapolano Terme e Sinalunga, in particolare, attraversa ambienti isolati: è consigliato portare con sé una traccia GPS, scaricabile da portali ufficiali o tramite app escursionistiche.

Dove dormire

Tutte le cinque tappe offrono possibilità di pernottamento, anche se la disponibilità varia a seconda del centro:

  • Siena, Rapolano Terme e Cortona dispongono di una vasta offerta: hotel, B&B, ostelli e strutture religiose.
  • Taverne d’Arbia e Sinalunga offrono accoglienza più semplice, con piccoli affittacamere, agriturismi nei dintorni e soluzioni familiari.
  • In alcuni casi (soprattutto fuori stagione), può essere utile prenotare con qualche giorno di anticipo, in particolare nelle località minori o in coincidenza con eventi locali.

Dove mangiare

Il cammino attraversa borghi abitati a intervalli regolari, dove è possibile trovare bar, alimentari e trattorie. In ogni tappa principale potrai gustare piatti tipici della cucina toscana: pici all’aglione, zuppe contadine, formaggi locali, vino delle Crete Senesi o della Valdichiana.

Tuttavia, in alcune sezioni – ad esempio tra Taverne d’Arbia e Rapolano Terme o tra Sinalunga e Foiano – i servizi possono mancare per tratti di 10 km o più. Si consiglia quindi di partire al mattino con acqua e uno spuntino, soprattutto nelle giornate più calde.

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Dai riflettori di Hollywood al cuore di Siena: il Palio si racconta tra storia, cucina stellata e visioni d’autore

Il 2 luglio 2025, Siena si prepara a vivere un’edizione speciale del Palio: non solo prende vita la corsa più iconica del continente, ma la città toscana ospita per l’occasione una serata unica che unisce e intreccia tradizione millenaria e alta cucina.
Nella spettacolare Piazza del Campo, uno dei palazzi più intimi e suggestivi del centro storico apre eccezionalmente le sue porte per una cena esclusiva firmata da Yannick Alléno, chef da 17 stelle Michelin e maestro della cucina contemporanea.
Un momento irripetibile, per pochi, dove l’emozione e l’adrenalina della corsa lascia spazio al gusto raffinato, all’eleganza e a un senso profondo di condivisione.

Il Palio, Tucci e il fascino globale di un rito senza tempo

Il Palio di Siena è molto più di una corsa: è un rito collettivo millenario che unisce passione, rivalità e bellezza in uno spettacolo senza pari. Già celebre oltre oceano grazie al film di James Bond e alla cronaca internazionale, l’evento è di nuovo sotto ai riflettori del mondo perché Stanley Tucci, l’attore italo-americano candidato all’Oscar, ha scelto proprio il Palio per inaugurare la seconda stagione di Tucci in Italy. Nel primo episodio, il protagonista si lascia travolgere dalla magia senese: le Contrade, le emozioni a fior di pelle, i preparativi, fino a una delle celebri cene, tra fiaccole e cori, per una ricostruzione intensa e umana di un evento senza eguali.

panorama siena

Fonte: ©photo Ela Bialkowska OKNOstudio

Vista panoramica sul centro di Siena

Dal balcone su Piazza del Campo

I palazzi che affacciano su Piazza del Campo permettono di vivere il Palio in modo unico, suggestivo e coinvolgente come non mai.
Scrigno d’arte e silenzioso testimone dei secoli, uno dei più prestigiosi palazzi privati sulla piazza — solitamente non accessibile al pubblico — apre le sue sale per un’occasione ed un’esperienza riservatissima, che concede a pochi selezionati un punto di vista privilegiato sulla corsa durante una cena d’eccezione. Un viaggio sensoriale immersivo e totalizzante, tra l’adrenalina che precede la mossa e la quiete del dopocorsa, accompagnata dai piatti stellati di Yannick Alléno, maestro assoluto della cucina contemporanea.

palio siena

Fonte: ©Ela Bialkowska OKNOstudio

Il prestigioso palazzo che apre le sue porte per una cena esclusiva

L’intervista: Yannick Alléno e il Palio del cuore

È il suo secondo Palio. Cosa la riporta qui?

Amo tornare dove sento autenticità. Siena è un concentrato raro di cultura viva, che non si limita a sopravvivere: pulsa. L’anno scorso era la mia prima volta ed è stato straordinario, anche se alla fine non abbiamo visto la corsa per il maltempo… ma proprio questo mi ha lasciato una fame di verità. Questa volta spero di cogliere fino in fondo l’essenza di questa espressione autentica di vita e appartenenza.

Che significato ha portare la sua cucina in questo contesto?

Quando cucini in un luogo così, non porti solo un menù: porti rispetto.
Hai la sensazione che ogni gesto sia osservato da secoli di storia. Per questo cucino per onorare, non per stupire.

Yannick Alléno
Chef Yannick Alléno a Palio di Siena

Cosa cambia rispetto all’anno scorso?

Nel 2024 avevamo proposto un lunch. Una bellissima esperienza, ma quest’anno abbiamo voluto lasciare il giusto tempo a ogni emozione: prima l’adrenalina della corsa, poi la lentezza del gusto. Il Palio è ritmo, attesa, esplosione, silenzio: un momento di sospensione, di emozione pura. È dopo questo che voglio entrare con i miei piatti: quando tutto rallenta e i sensi si riaccendono.

Il suo menu per l’evento si ispira anche alla cultura senese?

Certamente, questo non è un menù “francese” o “italiano”: è una conversazione.
Ogni piatto è una frase che spero risuoni con le emozioni della giornata. È una cucina che ascolta, prima ancora di parlare.

Cosa spera resti agli ospiti?

Una sensazione di autenticità.
Di essere entrati, per una sera, in qualcosa che non si può costruire artificialmente: un’energia collettiva, una verità che si sente nella pelle. Se un sapore saprà fissare quella emozione nella memoria, allora avrò fatto il mio dovere.

siena cena esclusiva palio
Yannick Alléno, chef da 17 stelle Michelin

Il Palio, molto più di una corsa

Due volte l’anno, Siena si trasforma: da città si fa creatura viva. Le Contrade si animano, i cavalli corrono senza fantino, Piazza del Campo trattiene il respiro. Il Palio è molto più di un evento sportivo: è fede, radice, voce collettiva.
Un insieme di ritualità antiche che toccano la spiritualità (sì, i cavalli vengono benedetti in chiesa), la comunità, l’identità.
E in serate speciali come questa, può diventare anche opera d’arte totale — da vivere, da vedere, da ascoltare. E, quest’anno, anche da gustare.

 

Per partecipare all’evento scrivere a: uniqueevents@topfivemanagement.net
Esperienza a numero chiuso, su selezione.

Con il contributo di Yannick Alléno

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The Guardian omaggia Siena, un vero e proprio capolavoro artistico

Siena, con il suo fascino medievale intatto e la sua straordinaria eredità artistica, continua a incantare visitatori da tutto il mondo. Il quotidiano britannico The Guardian ha infatti recentemente dedicato un approfondimento alla città toscana, elogiandone il patrimonio artistico e consigliandola come meta ideale per gli amanti dell’arte.

L’articolo del quotidiano britannico, infatti, si focalizza sulla Storia dell’Arte nella città toscana e sottolinea come l’esperienza di Siena vada ben oltre la semplice visita ai musei: la città stessa è un “museo a cielo aperto”, dove ogni vicolo e piazza raccontano secoli di storia e bellezza, anche solo passeggiando nel suo centro storico, per l’appunto. Inoltre, l’articolo ha anche reso omaggio alla città evidenziando come, rispetto a Firenze, Siena offra un contesto più intimo e autentico, lontano dal turismo di massa che affolla il capoluogo toscano.

L’importanza di Siena nella storia dell’arte

Se Firenze è universalmente riconosciuta come la culla del Rinascimento, Siena ha svolto un ruolo cruciale nella formazione del linguaggio artistico europeo tra il XIII e il XIV secolo. La cosiddetta Scuola Senese ha infatti indubbiamente influenzato profondamente lo sviluppo della pittura, con artisti come Duccio di Buoninsegna, Simone Martini e i fratelli Lorenzetti, che hanno introdotto elementi di narrazione, espressività e uso del colore innovativi per l’epoca e ormai intramontabili.

Un esempio emblematico di questa grande tradizione è la Maestà di Duccio, conservata nel Museo dell’Opera Metropolitana, un capolavoro che rappresenta il passaggio dalla rigida iconografia bizantina a una pittura più dinamica ed emozionale. Anche il Duomo di Siena testimonia la grandezza artistica della città, con la sua facciata gotica ricca di dettagli e il magnifico pavimento a mosaico, definito da Giorgio Vasari “il più bello mai realizzato”.

Duomo di Siena

Fonte: iStock

Il magnifico Duomo di Siena

Sebbene la storia abbia visto il predominio di Firenze nel periodo rinascimentale, Siena ha lasciato un’impronta indelebile nel panorama artistico e tutta l’Italia dovrebbe andarne fiera. La sua influenza si estende ben oltre i confini italiani, come dimostra la mostra Siena: The Rise of Painting, 1300-1350 alla National Gallery di Londra, che oggi celebra il ruolo della città come catalizzatore del cambiamento artistico in Europa.

L’arte senese, pur mantenendo legami con il passato gotico e bizantino, ha saputo sviluppare un linguaggio espressivo unico, capace di ispirare generazioni di artisti. Passeggiare per le strade di Siena significa immergersi in un’epoca in cui la bellezza e la spiritualità erano parte integrante della vita quotidiana, un’eredità che ancora oggi rende questa città un gioiello senza tempo.

Siena, museo a cielo aperto

Oltre ai capolavori custoditi nei musei, Siena è un’esperienza artistica a 360° ed è proprio questa sua caratteristica e capacità di far sentire il visitatore avvolto nell’abbraccio dell’arte che il quotidiano britannico ha voluto enfatizzare. Le sue strade strette e tortuose, circondate da mura medievali perfettamente conservate, offrono scorci mozzafiato e dettagli architettonici che raccontano la sua lunga storia. La Piazza del Campo, con la sua forma unica a conchiglia, non è solo il cuore pulsante della città, ma anche un capolavoro urbanistico dove ogni edificio contribuisce a creare un’armonia visiva perfetta.

Un altro aspetto distintivo di Siena è la sua divisione in Contrade, i quartieri storici che ancora oggi animano la città con le loro tradizioni secolari. Ogni Contrada possiede un proprio museo, dove si possono ammirare trofei, dipinti e cimeli legati al celebre Palio di Siena, una competizione equestre che risale al Medioevo e che rappresenta uno degli eventi più iconici della cultura senese.

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San Casciano dei Bagni sorprende ancora: le nuove incredibili scoperte

Una nuova scoperta archeologica è sempre un’emozione, per chi è protagonista in prima persona e per chi è appassionato di storia. In Italia abbiamo un patrimonio culturale infinito e gli scavi in corso portano sempre alla luce qualcosa di interessante e prezioso nel corso del tempo. A San Casciano dei Bagni un team determinato ed esperto è stato protagonista di un evento straordinario: nel sito del comune toscano in provincia di Siena è stato rinvenuto un tesoro incredibile davanti al quale anche Indiana Jones resterebbe a bocca aperta. Un giorno da ricordare per gli studiosi e i professionisti del settore, ma anche per i locali e per gli appassionati del mondo antico.

I protagonisti della scoperta: statue, oro e serpenti

Nel fondo della vasca del Bagno Grande, una struttura termale molto antica che era usata prima dagli Etruschi e poi dai Romani, sono stati ritrovati gioielli preziosi, casse di monete, corone scintillanti e altri oggetti di valore legati a un passato molto lontano. Gli archeologi guidati dal professor Jacopo Tabolli, docente all’Università per Stranieri di Siena, si sono trovati davanti ad alcuni serpenti in bronzo dopo che tempo prima erano state trovate alcune statue in bronzo nella stessa area. Nel bottino rientrano anche alcune creazioni in metallo pregiato tra cui strumenti di rito come una lucerna decorata, un toro piccolo in bronzo, quattro statue con braccia e teste votive e oltre 10.000 monete di epoca romana, oltre a gemme, ambra e altri gioielli.

Panoramica scavi

Fonte: Ansa

Vista dall’alto degli scavi di San Casciano dei Bagni

Una statua maschile recisa ha attirato l’attenzione degli archeologi che pensano possa essere un’offerta da parte di Gaio Roscio alla Fonte Calda per testimoniare una guarigione. E la figura di un piccolo sacerdote con un’iscrizione in etrusco sulla gamba che rimanda a pratiche rituali. Insieme a Tabolli, Emanuele Mariotti, direttore dello scavo e Ada Salvi, responsabile per la soprintendenza, sono impegnati dal 2019 in una ricerca accurata sul posto che ha portato alla scoperta di reperti imprevisti e di grande valore. “Una sorpresa infinita” l’ha definita Tabolli, mentre il ministro Alessandro Giuli ha sottolineato che “San Casciano dei Bagni è l’esempio della forza della cultura“.

Il progetto di restauro e valorizzazione del Comune di San Casciano dei Bagni

Il sito archeologico di San Casciano dei Bagni è supervisionato dal Comune e alcuni enti locali come la Direzione Generale Archeologia e la Soprintendenza per le province di Siena, Grosseto e Arezzo. La campagna di scavo ha coinvolto 80 studenti universitari provenienti da tutto il mondo creando un team di ricerca interdisciplinare qualificato, e il Museo Archeologico Nazionale e un Parco Archeologico Termale completano il progetto per valorizzare l’area e richiamare i turisti. L’eredità archeologica dell’Italia ha un valore di grande rilievo e i lavori sono destinati a continuare per scoprire ancora altri segreti custoditi gelosamente dalla terra del Bagno Grande.

Le altre scoperte di San Casciano dei Bagni

Questa nuova scoperta ha confermato ancora una volta la ricchezza storica di San Casciano dei Bagni che in passato è già stata teatro di emozionanti ritrovamenti. Le statue di bronzo, gli oggetti preziosi e le iscrizioni testimoniano l’importanza della zona come centro di culto e scambio tra antiche civiltà. Nel corso degli anni gli scavi di questa area della Toscana hanno riportato alla luce un santuario termale, una necropoli di epoca etrusco-romana, circa 24 statue in bronzo. E alcuni di questi sono conservati nelle Stanze Cassianesi, un museo all’interno del palazzo comunale del paese. Fin dal 1585 ci sono testimonianze storiche a San Casciano dei Bagni con affreschi, resti di strutture architettoniche, tombe, e tanto altro.

 

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Autunno tra Firenze e Siena: alla scoperta di Colle Val d’Elsa

A metà strada tra Firenze e Siena, Colle Val d’Elsa è un centro sottovalutato. In un territorio così ricco di bellezze paesaggistiche che riempiono gli occhi in tutte le stagioni e pieno di borghi senza tempo, alcune piccole perle finiscono per venire quasi ignorate.

Una di queste è proprio Colle, il più importante centro italiano di produzione del cristallo e città natale di quel genio di Arnolfo di Cambio, il più grande architetto del Duecento.

Centro attivo e vitale seduto tra morbide colline, porta con sé le vestigia del suo passato medievale grazie al suo centro storico fatto di viuzze intricate e edifici protesi verso il cielo. Una cittadina che offre belle viste sia quando si arriva, con la parte alta che si distingue chiaramente dal resto dell’abitato e offre il proprio affascinante profilo a chi si avvicina lungo la strada, sia quando ci si trova a girare per le sue strade, ora con una bella terrazza sui colli circostanti, ora con una panoramica sul suo Duomo, ora con uno scorcio sui campi arati, i cipressi sempreverdi, gli altri alberi che intorno s’imbruniscono col volgere della stagione invernale.

Colle Alta: il centro storico di Colle Val d’Elsa

Colle Val d'Elsa

Fonte: Lorenzo Calamai

Il campanile del Duomo di Colle Val d’Elsa svetta tra le chiome variopinte in una assolata giornata d’autunno

Colle Val d’Elsa è oggi un centro di poco più di ventimila abitanti, divisa tra una parte più moderna e contemporanea che sorge nella pianura e la cosiddetta Colle Alta, il centro storico del paese arroccato sulla vetta di un rilievo collinare.

Colle Alta ha ereditato l’impianto medievale dell’antica cittadina, ancora visibile nelle sue case-torri, nei vicoli e nei palazzi nobiliari.

Al centro storico si accede da uno dei simboli della città, la Porta Nova, un possente bastione difensivo costituito da due poderosi torrioni cilindrici. Venne costruita alla fine del Quattrocento per sostituire una precedente porta andata distrutta durante l’assedio del 1479, episodio chiave del conflitto fra Firenze, sostenuta dalla corona di Francia, e la lega anti-fiorentina costituita dallo Stato della Chiesa, la Repubblica di Siena e il Regno di Napoli.

Il suo progetto è attribuito a Giuliano da Sangallo, esponente della mirabile famiglia di artigiani, architetti e ingegneri militari che ha segnato il territorio della Toscana e non solo.

Dalla Porta Nova si imbocca prima via Francesco Campana e poi via del Castello, strade curve con le facciate dei palazzi e delle abitazioni che incombono sulla via, come nel più classico schema urbanistico medioevale. Via Dietro le Mura, nei pressi, offre scorci suggestivi in direzione della torre campanaria del Duomo, che svetta tra le chiome degli alberi, le facciate rosse degli altri edifici, con morbide colline come sfondo.

Porta Nova Colle val d'Elsa

Fonte: iStock

La Porta Nova di Colle

La bella passeggiata in questa atmosfera ferma nel tempo raggiunge il proprio culmine raggiungendo la Piazza del Duomo: qui la commistione fra potere temporale e religioso è evidente nella separazione minima fra la Concattedrale e il Palazzo Pretorio, antica sede del potere in epoca cinquecentesca.

La continuità dei due edifici è spezzata dalla verticalità della torre campanaria del Duomo, per la verità mai del tutto completata. All’interno dell’affascinante edificio religioso, che ospita opere d’arte di artisti minori del Seicento, è conservato il Sacro Chiodo, reliquia che la leggenda vuole provenire direttamente dalla croce di Gesù.

Il Palazzo Pretorio, invece, oggi ospita all’interno dei propri ambienti il Museo Archeologico.

Percorrendo fino in fondo via del Castello si incontra la casa-torre di Arnolfo, una delle poche rimaste delle tante che punteggiavano Colle Alta e luogo natale dell’architetto del Palazzo della Signoria di Firenze. La strada si chiude al Baluardo, un grande bastione difensivo e panoramico sulle colline della val d’Elsa e del Chianti senese. Da qui una ripida discesa pedonale porta fino a Piazza Arnolfo di Cambio, nella parte bassa di Colle Val d’Elsa.

Piazza Arnolfo e Colle Bassa

Malgrado la città offra il meglio di sé a Colle Alta, anche la parte bassa (il Piano) ha i suoi angoli di fascino.

Piazza Arnolfo di Cambio è uno di questi. Cuore pulsante della Colle contemporanea, accoglie ogni mese il Mercatale, un mercato di prodotti tipici del territorio, e il mercato settimanale. Realizzata alla fine dell’Ottocento proprio con l’idea di essere luogo per mercati e fiere, è stata recentemente ristrutturata e riqualificata, dandole un’atmosfera moderna e dinamica che le ha restituito la vitalità che vi si percepisce.

Altro punto focale della parte bassa di Colle è Piazza Sant’Agostino, che ospita l’omonima chiesa. L’edificio religioso risale al Cinquecento e fu realizzata con il contributo di Antonio da Sangallo il Vecchio, fratello del già citato Giuliano.

Colle Val d'Elsa

Fonte: Lorenzo Calamai

Diversi palazzi gentilizi decorano Colle Val d’Elsa

La facciata non è mai stata completata e mantiene un fascino grezzo, mentre all’interno si trovano alcune notevoli opere come la Deposizione dei Santi di Ridolfo del Ghirlandaio, figlio del più noto pittore, e un’edicola in marmo realizzata da Baccio da Montelupo.

Dal 2001 Colle Val d’Elsa è arricchita anche dal suggestivo Museo del Cristallo, che mette in mostra la grande tradizione artigiana del luogo. Allestito all’interno di una antica vetreria, il percorso museale parte dalle più antiche testimonianze dell’arte del vetro a Colle, risalenti al Trecento, per arrivare fino al momento in cui diventa la principale attività produttiva della cittadina tra gli anni Venti e Cinquanta del Novecento.

Le ricchezze acquatiche di Colle Val d’Elsa

Attraversata, come racconta il toponimo, dal fiume Elsa, Colle è una città che oltre alle ricchezze architettoniche e artigianali è baciata anche da un vero e proprio tesoro naturale e acquatico.

Lo testimonia il SentierElsa, un percorso di circa 4 chilometri lungo le sponde del fiume, che nei pressi della cittadina riceve le acque di alcune sorgenti termali e assume un caratteristico colore turchese. Le sue acque temperate e la presenza della maestosa Cascata del Diborrato a pochi metri dal centro abitato hanno fatto sì che il percorso attrezzato diventasse una delle principali attrattive estive del territorio: nella calda stagione da Firenze, Siena e dintorni si riversano decine e decine di persone sulle sponde dell’Elsa per godere di un bagno ristoratore nelle tante piscine naturali presenti.

vicolo Colle val d'Elsa (1)

Fonte: Lorenzo Calamai

Uno scorcio di Colle Val d’Elsa

Tuttavia le ricchezze acquatiche di Colle Val d’Elsa non si limitano alla bella stagione.

Nella frazione di Gracciano, infatti, si trovano le cosiddette Caldane, antichi bagni termali con acqua limpida, ricca di sali minerali e con proprietà terapeutiche. Già in epoca etrusca e poi romana questa zona veniva sfruttata in tutte le quattro stagioni per salubri bagni nelle grandi piscine di acqua tiepida.

Ancora oggi i colligiani sfruttano le vasche delle Caldane in tutte le stagioni, specie in quella autunnale. Le acque sono infatti non particolarmente bollenti: la loro temperatura oscilla intorno ai 20°C. L’ideale per una assolata giornata novembrina, al riparo delle fronde degli alberi che punteggiano il luogo, per un momento di ristoro prima, durante o dopo le visite agli altri tesori di Colle Val d’Elsa.