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SiViaggia regala il magazine GATE numero 46

Ogni mese vi regaliamo il magazine di lifestyle GATE da scaricare e sfogliare. La rivista, scritta in italiano e in inglese, contiene articoli di viaggi, ma anche di moda, costume e attualità. Alle pagine 41-45 del numero 46, trovate l’ultimissimo articolo di SiViaggia dedicato a Perth, porta d’accesso all’Australia e a un meraviglioso territorio che occupa un terzo del continente, ricco di biodiversità, di storia e di tradizioni, a partire dalle popolazioni aborigene.

Inoltre, sfogliando le pagine del magazine trovate anche qualche utile consiglio per organizzare i prossimi weekend in alcuni dei musei più nuovi (o rinnovati) d’Italia, alla scoperta delle nostre radici storiche. È sufficiente registrarsi gratuitamente per poter effettuare il download.

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Australia, il villaggio sotterraneo di Coober Pedy

È famosa in tutto il mondo per essere la capitale mondiale dell’opale e per la sua estrazione da Guinness, ma è anche una tappa turistica in quanto è una città dall’incredibile vita sotterranea. Coober Pedy si trova nell’Australia meridionale, in un’area totalmente desertica a circa 850 chilometri a Nord di Adelaide, e conta circa 2.500 abitanti provenienti da 45 diverse nazioni. Un meltin pot di razze e colori per uno dei poli principali al mondo dell’industria estrattiva dell’opale. Quando si arriva, sembra un deserto, invece c’è vita, ma è tutta sottoterra.

Vivere nella città sotterranea nel deserto australiano

La maggior parte dei residenti  di Coober Pady vive nel sottosuolo e lavora nelle miniere della zona, che oggi sono arrivate a ben 70. Le case sotterranee, anche dette “dugouts”, raggiungono una temperatura costante tutto l’anno, mentre vivere sulla superficie sarebbe molto più difficile per il clima arido e torrido di giorno (si toccano anche i 50°C) e molto rigido di notte. Nell’underground della città si affollano case, aziende, chiese. Persino hotel: i viaggiatori sono sempre curiosi di sperimentare la vita da “talpa” che si può sperimentare qui, nel bel mezzo del nulla.

La storia di Coober Pady

Per migliaia di anni, popolazioni nomadi hanno attraversato questo territorio desertico, lasciandolo però anche in poco tempo, a causa del clima infame e della carenza di acqua. Solo recentemente il problema idrico è stato risolto, con la costruzione di una fonte sotterranea posta 24 km a Nord della città che ha cambiato tutto. Il primo insediamento risale al 1915, quando Jim Hutchison e il figlio arrivarono fin qui alla ricerca dell’oro. Ricerca vana, ma in compenso trovarono l’opale. E la città conobbe una nuova vita. Anche se sotterranea. Il boom vero e proprio fu quando venne completata la ferrovia trans-continentale nel 1917, che favorì lo sviluppo della cittadina e l’insediamento di un gran numero di reduci della Prima guerra mondiale. Oggi, questo tratto ferroviario viene percorso anche da uno dei treni più famosi e panoramici del mondo, The Ghan, che attraversa il continente australiano da Darwin, nel Northern Territory, fino ad Adelaide, percorrendo 2.979 chilometri in tre giorni.

Cosa vedere a Coober Pady

Tra le attrazioni da non perdere a Coober Pady ci sono sicuramente la Catacomb Underground Church, la chiesa anglicana scavata nel sottosuolo durante la metà del 1970, e la Faye’s Underground Home, una casa sotterranea situata in un giardino deserto, abitata regolarmente da inquilini che mostrano ai turisti curiosi i vantaggi di vivere sottoterra. E poi musei sotterranei, negozi, la galleria d’arte e, naturalmente, le miniere di opale. Di notevole importanza simbolica, infine, è l’unico albero della città.

Soggiornare in un hotel sotterraneo

In città si può soggiornare in suggestivi hotel scavati nella roccia, come il Desert Cave Hotel, un 4 stelle con sole quattro deliziose camere ricavate nel sottosuolo, o anche in strutture più tradizionali come il The Opal Inn Hotel, Motel e Caravan Park nel centro di Coober Pedy.

Il periodo migliore per andare a Coober Pedy

Il periodo migliore per soggiornarvi è quello che va da aprile a ottobre, quando il clima è migliore. Da novembre a marzo, nel periodo estivo per l’Australia, le temperature possono variare da 35°C a 45 °C e le tempeste di sabbia sono occasionali.

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State già sognando l’estate? Ecco le migliori spiagge al mondo per il 2025

Quando si comincia a parlare di vacanze al mare, gli amanti dell’estate non hanno bisogno di incoraggiamento. In Italia non mancano le località balneari dove godersi un paesaggio incantevole, fare un bagno nell’acqua cristallina e coltivare una bella tintarella sotto il sole. Tuttavia per il 2025 sembra andare di moda la costa australiana. Infatti la guida annuale di Lonely Planet suggerisce Whitehaven Beach nel Queensland come la migliore spiaggia del mondo, e mette al secondo posto Squeaky Beach nel Victoria.

Alcuni esperti del settore turistico hanno evidenziato le destinazioni imperdibili in paesi, città e regioni, confermando che la scena balneare australiana quest’anno domina la scena. Dagli iconici vortici color acquamarina di Whitehaven alla sabbia di Squeaky Beach, questi tratti di costa non sono solo popolari tra la gente del posto, ma hanno ormai consolidato il loro posto sulla scena mondiale.

Con le tendenze di viaggio per il 2025 che si spostano verso la sostenibilità e il turismo incentrato sulla comunità, si prevede che queste destinazioni, tra cui le migliori spiagge australiane, registreranno un aumento significativo di visitatori. Ecco chi è stato selezionato e perché queste spiagge meritano un posto nella tua lista dei desideri del 2025.

Le 10 migliori spiagge del mondo per il 2025

Le belle spiagge in tutto il mondo non sono poche. Dalle Maldive ai Caraibi, dalla Sardegna all’Andalusia, dalla Grecia all’Italia, per non parlare della Polinesia o altri luoghi esotici dove la natura è ancora selvaggia e incontaminata, sono tante le destinazioni perfette per chi ama il mare, sole e relax. Di seguito però vi parliamo di dieci spiagge considerate tra le migliori da vivere nel nuovo anno per una vacanza da ricordare, in coppia, con amici o in famiglia.

Whitehaven Beach, Queensland, Australia

Le acque color acquamarina e i banchi di sabbia bianca come la polvere sono il sogno di ogni viaggiatore. Con una temperatura media dell’acqua di 26 °C tutto l’anno, questo posto in Australia è ideale per immergersi e rilassarsi.

Squeaky Beach, Victoria, Australia

Situata nel Wilsons Promontory, questa spiaggia è circondata da una natura selvaggia protetta e offre piscine naturali nascoste e acque limpide. Il caratteristico scricchiolio della sabbia di quarzo è un bonus giocoso.

Seychelles

Fonte: iStock

Una spiaggia delle Seychelles

Anse Source d’Argent, La Digue, Seychelles

Una spiaggia tropicale da cartolina sostenuta da massi di granito e acque turchesi poco profonde regala un soggiorno emozionante da sogno. Questa isola si differenzia per una natura incontaminata e paesaggi mozzafiato dove il tempo sembra essersi fermato. Il mondo sottomarino qui è molto vivace e colorato per chi ama fare snorkeling e le palme maestose ondeggiano nella brezza tropicale, convivendo con piantagioni di vaniglia e copra che caratterizzano il patrimonio agricolo delle Seychelles.

Sunset Beach, Trang, Thailandia

Nascosta nelle isole Trang sulla costa meridionale delle Andamane in Thailandia, questa piccola baia di fronte agli isolotti di Butang offre acque color smeraldo, colline ricoperte di giungla e, come suggerisce il nome, tramonti spettacolari. L’atmosfera è tranquilla e al centro della spiaggia si trova un piccolo chiosco con tappeti e tavolini bassi dove poter gustare un ottimo aperitivo.

Sarakiniko Beach, Milos, Grecia

Un paesaggio vulcanico surreale con scogliere di alabastro, grotte e archi di pietra. Questa spiaggia offre un sorprendente contrasto tra roccia bianca e mari blu infiniti. In Grecia le belle spiagge sono davvero numerose, dalle isole spesso più apprezzate dai turisti, al Peloponneso che custodisce alcuni angoli meno turistici e altrettanto evocativi.

Haukland Beach, Isole Lofoten, Norvegia

Una delle spiagge più belle della Norvegia, è un luogo in cui l’aurora boreale si riflette sulla sabbia bianca in inverno, mentre il sole di mezzanotte offre un bagliore etereo in estate. Riparata dal vento ai piedi dell’Himmeltindan offre un paesaggio difficile da dimenticare e dietro la spiaggia c’è un prato dove è possibile piantare una tenda per godersi lo spettacolo. A 15 minuti in auto da Leknes, questa ha un parcheggio gratuito e servizi igienici pubblici.

Playa Balandra, Baja California Sur, Messico

Una baia chiusa con acque poco profonde e turchesi riparate dal Golfo di California, perfetta per le famiglie. Offre kayak, paddleboarding ed escursioni panoramiche. Per chi ama nuotare e guadare questa spiaggia parzialmente attrezzata con lettini e ombrelloni, è l’ideale e fa parte del parco marino nazionale. Tutta l’attrezzatura è gratuita e il parcheggio è comodo, e non manca anche il bar con bibite e snack. Si consiglia di raggiungere l’Hongo de Balandra, una roccia a forma di fungo fuori dal comune da cui si possono fare foto bellissime.

Pfeiffer Beach, California, USA

Famosa per il Keyhole Arch che si illumina di oro al tramonto, questa spiaggia del Big Sur si trasforma anche in una spiaggia “viola” dopo la pioggia, grazie al suo contenuto minerale unico. Sulla costa del Pacifico, questa perla abitata da formazioni rocciose suggestive, risulta romantica e maestosa allo stesso tempo. Si trova a circa 250 km da San Francisco e un’oretta di viaggio da Monterey.

Hanalei Bay, Hawaii, USA

Una mezzaluna di sabbia dorata lunga 3,2 km sulla costa settentrionale dell’isola di Kauai, Hanalei Bay è ugualmente affascinante per i bagnanti e i surfisti. Le Hawaii sono il sogno nel cassetto per molti europei per le tante ore di volo e i prezzi previsti non molto economici. La baia semicircolare è caratterizzata da coste basse e sabbiose e le onde sono perfette per i surfisti professionisti nei mesi invernali.

Platja Illetes, Formentera, Spagna

Un paradiso mediterraneo con acque cristalline, questa spiaggia evoca tutto il fascino e l’atmosfera rilassata di un rifugio su un’isola nascosta. Tra le migliori spiagge del Mediterraneo, vanta un’acqua cristallina color turchese acceso e una sabbia bianca e si trova sulla punta settentrionale dell’isola di Formentera.

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Perth, la meta australiana più vicina all’Italia, cosa vedere in città e nei dintorni

Raggiungibile con un volo diretto dall’Italia ogni estate (il resto dell’anno con uno scalo a Singapore o in una città degli Emirati Arabi Uniti), Perth è la Capitale del Western Australia, un meraviglioso territorio che occupa un terzo dell’intero continente – ma che è per lo più disabitato, tant’è vero che, al di fuori dei centri urbani, la presenza dell’uomo è appena percettibile -, facendo di questo angolo di mondo un’oasi dalla biodiversità. Perth è anche la città australiana più “vicina” a noi, ma anche poco considerata dai turisti italiani che puntano sempre e solo su Sydney e Melbourne.

Invece, Perth è una bellissima città affacciata sul mare lungo la costa occidentale dell’Australia, moderna (grazie alla scoperta delle miniere alla fine dell’800), ma anche con molti edifici coloniali, i cosiddetti State Buildings, testimoni del passato della città, divenuti tra la fine dell’800 e la metà del ‘900 edifici statali e riconvertiti ora in hotel, come il COMO The Treasury, ristoranti, come il Wildflower, con una cucina a base di ingredienti australiani che rappresenta le sei stagioni indigene, e luoghi turistici. Una città dove non si respira soltanto la contemporaneità, ma anche la storia e la tradizione della popolazione aborigena che abita questa terra da 50mila anni.

È la città che più di tutte incarna al meglio le molteplici sfaccettature del continente australiano: qui, infatti, i grattacieli ultramoderni si fondono alla perfezione con gli immensi spazi verdi e le lunghe e splendide spiagge dalla sabbia dorata che si trovano nei dintorni. Dalle modernissime vie dello shopping ai lussureggianti parchi cittadini, fino alle acque dell’oceano e una scena culturale multietnica e ricca di vitalità, Perth è una città dai mille volti, che offre tante attrazioni e luoghi dal fascino unico che vi lasceranno senza parole. Votata come una delle città più vivibili al mondo, Perth è l’unica città dell’Australia dove, in mezz’ora, si può esplorare una regione vitivinicola (quella della vicina Swan Valley e di Margaret River), visitare una delle più antiche zone di conservazione e osservare il Sole che tramonta nell’oceano.

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Fonte: @COMO

Uno degli edificio storici di Perth, COMO The Treasury, in mezzo ai grattacieli moderni

Cosa vedere a Perth

Perth gode di una posizione privilegiata, a metà strada tra l’Oceano Indiano e la vallata delle Darling Ranges, adagiata su una lingua di terra che si affaccia sul corso dello Swan River, il fiume cittadino che attraversa tutta la metropoli. Perché prediligere Perth alle altre più famose metropoli australiane? I motivi sono tanti.

Kings Park

Innanzitutto, il suo gigantesco Kings Park and Botanic Garden (Boorloo, nella lingua dei Noongar, i primi abitanti del Western Australia o più semplicemente WA), il polmone verde di Perth, è stato nominato come migliore attrazione d’Australia in occasione dei Tripadvisor Travellers’ Choice Awards, superando addirittura le più note attrazioni australiane come la Sydney Opera House e l’Harbour Bridge. Affacciato sulla baia, questo parco che si erge su Mount Eliza e che più grande di Central Park a New York regala una bellissima vista dello skyline di Perth, ma con le sue oltre 3.000 specie di piante autoctone del Western Australia rappresenta un ricco patrimonio culturale e naturale – da cui ancora oggi si estraggono alimenti e medicinali – e lo si può visitare in compagnia di una guida aborigena, in grado di trasmettere ai visitatori la storia e i valori della cultura vivente più antica al mondo.

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Fonte: @SiViaggia – Ilaria-Santi

Kings Park and Botanic Garden a Perth

Central Buisness District

Il centro di Perth lo si scopre benissimo a piedi, tra vie pedonali e passaggi coperti detti “activated lane” che attraversano gli edifici. Il modo migliore per esplorare la città è addentrarsi tra i vicoli variopinti, dove le linee moderne e sofisticate dei grattacieli si alternando ai deliziosi quartieri in stile vittoriano. Il Central Buisness District (CBD) è il cuore economico e commerciale della città, dove si concentra la maggior parte delle attività, ed è il punto di partenza ideale per visitare Perth. Il centro si sviluppa intorno a due arterie principali, Murray Street Mall e Hay Street Mall, le principali vie dello shopping, con centri commerciali e grattacieli che si susseguono su entrambi i lati. Ci si imbatte, di tanto in tanto, in installazioni artistiche negli angoli più disparati e in murales che raccontano la storia della città sotto forma di street art.

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Fonte: IPA

Street art tra William Street e Murray Street Mall nel Central Business District di Perth

L’unico edificio gotico di tutta l’Australia è si trova qui ed è quello che ospita il municipio, mentre il palazzo più pittoresco è il London Court, un finto edificio Tudor che ospita un centro commerciale sulla cui facciata si trova un orologio da cui ogni 15 minuti escono quattro cavalieri meccanici. È un’attrazione che attira tutti i visitatori di Perth. London Court sfocia su St. George Terrace, dove si può ammirare la Town Hall, il municipio cittadino con la sua torre vertiginosa, e la maestosa St. George’s Cathedral, risalente al 1800. In questa zona si concentrano anche i principali edifici governativi, tra cui la zecca di stato all’interno di Perth Mint, dove si può assistere al procedimento della colata dell’oro e apprendere la storia dei primi cercatori d’oro che ha fatto di Perth la città ricca e moderna che è ancora oggi.

Swan River

Le acque dello Swan River scorrono tranquille, incorniciando il profilo dell’intera città. Si può fare una gita in barca al calar del sole per veder sfilare i grattacieli lungo le rive del fiume e ammirare le luci della città che si riflettono sull’acqua. Il quartiere principale è Elizabeth Quay, che si sviluppa sul lungofiume, tra luna park e locali alla moda che offrono musica dal vivo. Dall’Elizabeth Quay Bridge, inoltre, è possibile ammirare un incredibile panorama dello skyline di Perth. Una tappa imperdibile è la Swan Bell Tower, una torre ad anelli in vetro e rame che ospita 18 campane realizzate per festeggiare il bicentenario della fondazione dell’Australia nel 1888.

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Fonte: IPA

London Court nel cntro di Perth

Northbridge

Situato immediatamente a Nord del CBD, il quartiere di Northbridge è anche detto Perth Cultural Centre. Infatti, Perth vanta un vasto panorama culturale che vede fiorire l’arte in ogni sua forma. Nella zona settentrionale della città sono infatti concentrate tutte le principali gallerie d’arte e strutture culturali che la capitale del West Australia ha da offrire. Il Cultural Centre include musei come il Western Australian Museum Boola Bardip, aperto nel 1891 e completamente rifatto duecento anni dopo, racconta la storia e la geografia del continente australiano, della popolazione aborigena e ospita regolarmente mostre temporanee. Ci sono anche l’Art Gallery of Western Australia, il Perth Institute of Contemporary Arts (PICA), la State Library of Western Australia, ma anche moltissimi teatri come il Perth Central Theater e auditorium musicali come la Concert Hall.

East Perth

La zona Est di Perth è una delle più belle della città, ricca di spazi verdi e di luoghi da visitare. Claisebrook Cove è un suggestivo quartiere sviluppato lungo la riva opposta dello Swan River. Da vedere assolutamente sono il Victoria Park e Heirisson Island, un tranquillo isolotto immerso nel verde, dove si aggirano i canguri in libertà a un passo dalla città. A East Perth si trovano anche i Queens Garden con graziosi laghetti e la chiesa principale, St. Mary’s Cathedral.

Escursioni nei dintorni di Perth

Perth è la porta d’accesso al Western Australia. Senza andare troppo lontano dalla città, in mezz’ora, massimo un’ora, si possono fare tante escursioni e tante esperienze, culturali, ludiche e gastronomiche.

Fremantle

Ad appena quaranta minuti di strada dal centro di Perth, raggiungibile anche in mezz’ora di treno, si trova Fremantle, considerata di fatto la Old Town di Perth, una cittadina portuale dalla personalità decisamente hipster, con un importante passato coloniale che si riflette nell’architettura cittadina: passeggiando tra i viali di “Freo”, inseriti nella lista dei Patrimoni dell’umanità dell’Unesco, si ha infatti la sensazione di tornare nell’Europa d’altri tempi, con palazzi e piazze dal gusto antico e raffinato. È in questo porto che arrivavano le navi dall’Europa piene di detenuti impiegati per la costruzione del nuovo grande Paese. Da non perdere, infatti, è l’antica colonia penale, anch’essa Patrimonio Unesco, il Fremantle Market, un grande mercato coperto che offre ogni genere di leccornia della tradizione australiana, come l’imperdibile fish and chips, e un vasto assortimento di artigianato locale. Essendo una città fluviale, anche la zona del porto e le numerose spiagge sono molto graziose e piene di locali e ristoranti. Accanto al Fremantle Harbour, bisogna per forza visitare il WA Maritime Museum che ospita Australia II, l’imbarcazione vincitrice dell’America’s Cup del 1983 che
si è svolta nelle acque di Newport, Rhode Island, strappando per la prima volta la vittoria agli americani.

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Fonte: IPA

Fremantle, la Old Town di Perth

Rottnest Island

Da non perdere è sicuramente una gita in traghetto a Rottnest Island, raggiungibile proprio da Fremantle, dove nel dicembre del 1696 approdarono tre navi della flotta comandata dall’olandese Willem de Vlamingh dando inizio alla colonizzazione dell’Australia, importando galeotti dall’Europa per la costruzione dei primi edifici che diedero origine a Perth. La Government House e la Perth Town Hall sono stati costruiti proprio grazie a loro. Rottnest Island è un’area protetta dalla natura incontaminata, dove ci si può spostare unicamente a piedi o in bicicletta in quanto le auto sono bandite. L’isola ospita anche una vasta colonia di quokka, piccoli e deliziosi marsupiali simili ai canguri che stanno diventando sempre più rari.

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Fonte: IPA

Rottnest Island al largo di Fremantle

Mandurah

A meno di un’ora da Perth, Mandurah è la più vasta località di mare del Western Australia con splendide spiagge e un estuario grande il doppio del porto di Sydney. In origine era chiamata Manjoogoordap, che significa “il luogo d’incontro del cuore” e quando si arriva si capisce subito perché è stata incoronata Top Tourism Town 2023 dell’Australia. Molto amata dai turisti per i canali navigabili e per la ricca popolazione di delfini, è il luogo ideale per avvistare questi simpaticissimi mammiferi che seguiranno la vostra barca al largo della costa, dove sono state posizionate delle originali installazioni artistiche all’aperto chiamate Giants of Mandurah realizzate dal celebre “attivista dell’arte del riciclo” danese Thomas Dambo.

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Fonte: @SiViaggia – Ilaria Santi

Escursione con i delfini a Mandurah

Le spiagge di Perth

Perth è soprannominata anche la città dall’estate perenne. Grazie alla sua posizione geografica, infatti, qui il sole splende per quasi nove ore al giorno tutto l’anno, e le temperature si mantengono sempre intorno ai 27-30°C. La città è circondata da moltissime spiagge, dove turisti e locals amano andare per tovare un po’ di relax in riva al mare: sabbia bianca e finissima e acque cristalline caratterizzano gran parte delle spiagge di questa zona dell’Australia. La più vicina e anche frequentata dalle famiglie è la City Beach che si trova a circa 15 minuti di auto. Qui le onde sono spesso molto alte e il vento soffia piuttosto forte.

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Fonte: IPA

Il pontile di North Beach a Perth

Mettams Pool è una delle spiagge più famose di Perth e si trova vicino al punto panoramico costiero della West Coast Highway. È l’ideale per fare snorkeling, non è un punto molto profondo, ma si possono ammirare pesci, stelle marine e polpi di ogni dimensione e colore. A Cottesloe Beach si possono cavalcare le onde insieme ai surfisti e fare snorkeling. Altre spiagge molto gettonate nei dintorni di Perth sono Trigg Beach, dove si pratica ogni sorta di sport acquatico, e North Beach, con le sue incredibili piscine naturali. Ma ce n’è una dove sembra di stare ai Caraibi: si tratta di Leighton Beach, una spiaggia di 1,5 km di un bianco accecante che colora le acque poco profonde di un azzurro chiarissimo.

Ma questo è solo un piccolo assaggio del Western Australia che, come abbiamo detto, occupa circa un terzo dell’Australia, quindi un territorio molto vasto e molto vario. Ma questo è un altro viaggio.

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Fonte: IPA

Cottesloe Beach alle porte di Perth
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Better Man, i luoghi del film su Robbie Williams

“L’età si ferma nel momento in cui diventi una persona di successo”, ha dichiarato Robbie Williams sul biopic che uscirà nelle sale italiane il 1° gennaio 2025 distribuito da Lucky Red. Un film diverso rispetto ai classici biopic musicali (vedasi Bohemian Rapsody su Freddy Mercury e Rocketman su Elton John) ai quali siamo stati abituati negli ultimi anni, una diversità che si nota fin da subito: la popstar inglese, infatti, si racconta utilizzando un avatar impersonato da una scimmia.

Il biopic, diretto da Michael Gracey, al secondo film dopo il successo di “The Greatest Showman”, porta sullo schermo la parabola dell’artista: successi, insuccessi, sfide nella vita personale come nella carriera. Il tutto è stato girato soprattutto nello stato di Victoria, in Australia, precisamente a Melbourne, mentre alcune scene sono state fatte a Londra e nella città natale di Robbie Williams, situata a Stoke-on-Trent, nella contea dello Staffordshire.

La trama del film Better Man

È un passato glorioso, ma anche burrascoso, quello vissuto dalla popstar inglese Robbie Williams. Un percorso che lo avvicina a tanti altri artisti del mondo della musica e, allo stesso tempo, lo differenzia. Il film ci accompagna nelle diverse fasi della sua vita: dall’infanzia trascorsa nella città del Regno Unito, Stoke-on-Trent, e dall’ombra proiettata su di lui dal padre, attore e comico, fino agli infelici anni delle boy band, alle dolorose rotture con i Take That e con Nicole Appleton degli All Saints e, infine, alla redenzione sotto forma di una incredibile carriera solista.

Con un ritmo travolgente, il film ha trasformato in immagini oltre un anno e mezzo di chiacchierate tra Robbie Williams e il regista Michael Gracey. “As my soul heals the shame, I will grow through this pain“, canta in Better Man, la canzone che da il nome alla pellicola e che racchiude la sua essenza, un percorso fatto di successo, ma anche dolori e caos, un percorso che l’ha portato, comunque, a essere un “uomo migliore“.

Le location del biopic su Robbie Williams

Il biopic su Robbie Williams è stato girato nel 2022 soprattutto nello stato di Victoria, in Australia. Nel dettaglio, molte scene sono state girate all’interno del Docklands Studios a Melbourne, un importante complesso di produzione cinematografica e televisiva situato nel quartiere riqualificato di Docklands. Non è un caso che il film sia stato girato in questo stato, e soprattutto a Melbourne, considerando che il regista proviene proprio da qui e desiderava contribuire allo sviluppo della città nell’ambito della produzione cinematografica.

Alcune scene sono state girate a Londra, precisamente a Regent Street, una delle strade più importanti della città, situata nel cuore del West End londinese e considerata la destinazione per eccellenza del lifestyle e dello shopping. Altre, invece, hanno avuto luogo anche nella città natale dell’artista, coinvolgendo alcuni locali come comparse, seppur non nella zona esatta in cui è nato e cresciuto. La crew, infatti, si è recata a Woodgate Street a Meir per creare uno ‘sfondo digitale’ per il film. Questa strada è situata nella zona sud di Stoke-on-Trent, mentre Robbie Williams è cresciuto nella zona nord.

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Il clima in Tasmania, quando andare e cosa aspettarsi in ogni stagione

Situata nell’Oceano Pacifico meridionale a sud dell’Australia continentale, da cui è separata dallo stretto di Bass, la Tasmania ha un clima molto variabile, influenzato dalla sua posizione geografica e dalla prossimità all’Oceano Antartico. Una collocazione che le conferisce un clima oceanico temperato, con variazioni stagionali ben definite e condizioni meteorologiche spesso imprevedibili.

Essendo situata a una latitudine di circa 40° sud, la più grande isola dell’Australia vanta un clima che combina elementi oceanici e continentali, con le stagioni invertite rispetto all’emisfero boreale. Quindi quando da noi è estate, in Tasmania è inverno.

L’isola gode di una certa frescura durante tutto l’anno, grazie alla vicinanza con le correnti fredde provenienti dall’Antartide. Anche se le temperature non raggiungono mai i picchi estremi di alcune regioni australiane, il clima della Tasmania può essere piuttosto mutevole, con bruschi cambiamenti metereologici anche nello stesso giorno.

In linea generale, la Tasmania ha estati miti, autunni piovosi, inverni freddi e primavere umide. Le medie annuali si aggirano tra i 5°C e i 20°C, con inverni rigidi e, in alcune aree montuose, nevicate significative. Tuttavia, la sua posizione geografica e la sua topografia varia creano un mosaico climatico affascinante, con notevoli differenze tra le varie regioni. Sulle coste, il clima è tipicamente oceanico, con temperature miti tutto l’anno.

Gli inverni sono freschi e umidi, mentre le estati sono piacevoli e soleggiate. Man mano che ci si addenta nell’entroterra, il clima diventa più continentale, con inverni più freddi ed estati più calde. Le montagne possono ricevere abbondanti nevicate durante i mesi invernali.
Ecco una guida alle stagioni della Tasmania, utile per capire quando è il momento migliore per visitarla.

Il clima in Tasmania in estate (dicembre – febbraio)

L’estate è una delle stagioni più indicate per visitare la Tasmania. Con temperature medie comprese tra i 12°C e i 24°C, il clima è perfetto per esplorare l’isola. Durante i mesi estivi, il cielo è in genere terso e le giornate sono lunghe e soleggiate, ideali per escursioni, avventure all’aria aperta e attività acquatiche.

Le aree costiere, come Hobart e Launceston, sono leggermente più fresche rispetto all’entroterra, con temperature massime in media comprese tra 20 e 24°C lungo la costa, mentre nelle valli a ovest di Hobart superano regolarmente i 25 gradi Celsius. L’altopiano centrale è l’area più fredda della Tasmania, con temperature che vanno dai 4°C fino a superare raramente i 17°C.

Questa stagione è particolarmente adatta per visitare i parchi nazionali della Tasmania, come il Cradle Mountain-Lake St. Clair National Park e il Freycinet National Park. Inoltre, è il momento perfetto per assistere agli eventi locali, come il famoso Festival della Regata di Sydney-Hobart, che si svolge proprio durante il periodo natalizio. Di conseguenza, si verifica anche un certo aumento del numero di turisti, soprattutto durante le vacanze di fine anno.

Il clima in Tasmania in autunno (marzo – maggio)

L’autunno in Tasmania è una stagione magica, caratterizzata da colori intensi e paesaggi spettacolari. Le temperature iniziano a calare, con medie che si attestano tra i 10°C e i 20°C. Le massime sono appena superiori a 20°C nelle valli e 15°C lungo la costa, con minime comprese tra 11°C e 7°C. Tuttavia, le giornate sono ancora piacevoli, anche se possono diventare umide e piovose, soprattutto verso la fine della stagione.

L’autunno è ideale per chi cerca una vacanza più rilassante e lontana dalla folla, con i paesaggi che si tingono di tonalità dorate e rosse, offrendo uno spettacolo naturale unico dove fare belle escursioni. È anche il momento migliore per degustare le eccellenze gastronomiche dell’isola, partecipando a eventi come il Taste of Tasmania, un festival culinario che celebra la ricchezza enogastronomica locale.

Il clima in Tasmania in inverno (giugno – agosto)

L’inverno è solitamente la stagione meno frequentata dai turisti, ma è anche il periodo in cui si può scoprire una Tasmania completamente diversa. I mesi di giugno, luglio e agosto sono i più freddi e piovosi, e alle quote più elevate cadono abbondanti nevicate. Tuttavia le temperature sono generalmente più miti rispetto all’Australia continentale e raramente scendono sotto lo zero.

Le massime diurne vanno da 12°C sulla costa a 3°C nell’entroterra, ma possono scendere fino a 0°C nelle zone interne elevate, mentre lungo le coste, come a Hobart, raramente scendono sotto i 5°C. Nelle aree montuose, come Cradle Mountain e Mount Field, si verificano spesso nevicate, rendendo l’inverno un periodo ottimale per gli amanti della neve e degli sport invernali.

L’inverno in Tasmania offre esperienze uniche a chi cerca una vacanza invernale alternativa e tranquilla, facendo trekking sulla neve, visitando grotte di ghiaccio e scoprendo la magia dei paesaggi innevati. In questo periodo, inoltre, si svolge il Festival del Solstizio d’Inverno a Hobart, un evento unico che celebra il giorno più corto dell’anno con luci, musica e spettacoli.

Il clima in Tasmania in primavera (settembre – novembre)

La primavera è la stagione della rinascita in Tasmania, con temperature in genere comprese tra 8°C e 17°C. La natura esplode in una varietà di colori e profumi, i fiori sbocciano ovunque e la fauna locale torna attiva. Le piogge, sebbene frequenti, sono generalmente di breve durata, lasciando spazio a cieli sereni e arcobaleni luminosi.

Tuttavia, è anche una stagione di cambiamenti repentini e le nevicate sono ancora comuni in montagna fino a ottobre. Questo è anche il periodo più ventoso dell’anno. Le temperature medie nella parte settentrionale variano da 15°C nell’entroterra e 19°C sulla costa fino a minime di 7°C e 10°C, rispettivamente.

Questo periodo dell’anno è perfetto per esplorare le meraviglie naturali dell’isola senza il caldo estivo, in particolare per osservare la fauna selvatica, con molte specie di uccelli e mammiferi che si avvicinano alle aree turistiche. Tra gli eventi da non perdere ci sono il Festival dei Tulipani a Wynyard, che celebra la fioritura dei tulipani, e la stagione dei mercati locali, dove si possono assaporare prodotti freschi dell’isola.

Quando andare in Tasmania

La scelta della stagione migliore per visitare la Tasmania dipende dal tipo di esperienza che si desidera vivere. L’estate è ideale per coloro che vogliono esplorare l’isola con temperature miti e cieli limpidi, mentre l’autunno e la primavera offrono atmosfere più tranquille e paesaggi spettacolari. L’inverno, sebbene sia freddo, rappresenta una scelta affascinante per chi cerca un’esperienza più intima e insolita, con paesaggi innevati e festival unici.

Indipendentemente dalla stagione scelta, la Tasmania è un’isola che sa conquistare i visitatori con i suoi paesaggi spettacolari, la ricchezza della sua natura e l’accoglienza dei suoi abitanti. Una destinazione perfetta per chi ama la natura, la cultura e le avventure all’aria aperta.

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Visto per la Nuova Zelanda: come richiedere la NZeTA, costo e validità

Se sognate di esplorare i paesaggi spettacolari, le città vivaci e la cultura unica della Nuova Zelanda, preparatevi a richiedere l’autorizzazione necessaria prima di partire. La Nuova Zelanda è nota per i suoi controlli rigorosi alle frontiere, che includono l’obbligo per i visitatori di ottenere una New Zealand Electronic Travel Authority (NZeTA) prima di entrare nel Paese e il rilascio del Visa Waiver Visitor Visa. Questo articolo vi guiderà attraverso i passaggi, i costi e la durata di queste autorizzazioni, spiegando anche chi ne è esentato e quali errori evitare per un viaggio senza problemi burocratici.

Che Cos’è la NZeTA

La NZeTA è un’autorizzazione elettronica di viaggio richiesta per i cittadini di Paesi, come l’Italia, che non hanno bisogno di un visto turistico per la Nuova Zelanda. Questa autorizzazione è essenziale sia per i turisti che per coloro che sono solo di passaggio, cioè in transito verso altre destinazioni. L’obiettivo della NZeTA è garantire un controllo preventivo sui viaggiatori, monitorando le motivazioni del viaggio e il rispetto delle norme di sicurezza e sanitarie.

La NZeTA ha una durata di due anni dalla data di rilascio e consente ai viaggiatori di entrare nel Paese più volte senza richiedere nuovamente il permesso, purché ogni soggiorno non superi i 3 mesi (6 mesi per i cittadini britannici).

Chi deve richiedere la NZeTA

L’obbligo di NZeTA riguarda tutti coloro che:

  • Viaggiano con un passaporto di un Paese esente da visto e desiderano soggiornare in Nuova Zelanda per un massimo di 3 mesi (6 per i britannici).
  • Sono in transito tramite l’Auckland International Airport, anche senza scendere a visitare il Paese.

Se si è già in possesso di un visto neozelandese valido o si è cittadini australiani, non c’è bisogno di richiedere una NZeTA per entrare in Nuova Zelanda.

Costi della NZeTA e tassa per la conservazione del turismo

La richiesta della NZeTA ha un costo compreso tra i 17 e i 23 dollari neozelandesi (NZD) a seconda del metodo di richiesta: tramite app mobile (NZD 17) o sito web (NZD 23). Oltre a questo, per entrare in Nuova Zelanda si deve pagare l’”International Visitor Conservation and Tourism Levy” (IVL), una tassa destinata a supportare attività di conservazione e manutenzione delle attrazioni naturali del Paese, pari a NZD 35.

Come richiedere la NZeTA

  1. Tempistica: è consigliabile richiedere la NZeTA almeno 72 ore prima della partenza.
  2. Modalità di richiesta: si può richiederla online sul sito ufficiale di Immigration New Zealand o tramite l’app mobile dedicata.
  3. Documentazione necessaria: assicurarsi di avere il passaporto a portata di mano e una carta di credito per il pagamento delle tasse.

Errori da evitare durante la richiesta della NZeTA

Ecco alcuni errori comuni in cui si potrebbe incorrere nella richiesta della NzeTA, e come evitarli:

  • Richiedere all’ultimo minuto: non fate l’errore di attendere l’ultimo giorno per richiedere la NZeTA, poiché il processo potrebbe richiedere fino a 72 ore.
  • Dichiarazioni errate sulle motivazioni di viaggio: se il vostro obiettivo è cercare lavoro, dovrete richiedere un visto apposito, non una NZeTA. Essere trasparenti è essenziale per evitare respingimenti.
  • Mancanza di documenti di supporto: siate pronti a esibire copia del biglietto aereo di ritorno e altre informazioni che possano dimostrare che rispetterete i tempi di permanenza previsti.

Cosa fare in caso di respingimento alla frontiera

Negli ultimi anni si è registrato un lieve aumento nei casi di respingimento alla frontiera neozelandese, soprattutto a causa di motivazioni di viaggio ritenute poco chiare. Se, ad esempio, un viaggiatore dichiara di essere un turista ma dispone solo di un biglietto aereo di sola andata, o intende cercare lavoro senza un visto specifico, potrebbe destare sospetti nell’espletamento delle pratiche d’ingresso nel Paese.

Un altro motivo che può essere causa di respingimento è l’incoerenza nelle informazioni. La permanenza dichiarata in Nuova Zelanda di pochi giorni potrebbe insospettire i funzionari, soprattutto se accompagnata da comportamenti sospetti. Il consiglio quindi è di essere chiari e trasparenti sulle intenzioni di viaggio, portando con sé la documentazione che giustifichi il proprio itinerario e il ritorno al Paese di origine.

Condizioni e limitazioni della permanenza

Quando si ottiene una NZeTA, questa consente di visitare la Nuova Zelanda per periodi di massimo 3 mesi (o 6 per i britannici) a ogni ingresso, fino a un totale di 6 mesi in un periodo di 12 mesi. Se si desidera rimanere più a lungo, bisogna fare richiesta di un nuovo visto prima della scadenza del permesso di soggiorno. Superare i tempi consentiti di permanenza può portare a conseguenze gravi, tra cui il rischio di deportazione e il divieto di ingresso futuro.

La NZeTA per il transito in Nuova Zelanda

Se la destinazione finale non è la Nuova Zelanda ma si è solo in transito ad Auckland, si ha comunque bisogno di una NZeTA. I viaggiatori in transito non possono uscire dall’area riservata dell’aeroporto e devono lasciare il Paese entro 24 ore. A questo proposito è importante ricordare che Auckland è l’unico aeroporto neozelandese che permette il transito internazionale.

Cos’è e come funziona il Visa Waiver Visitor Visa

In base ad accordi di reciprocità, i cittadini italiani sono esenti dal visto, e possono richiedere un “Visa Waiver Visitor Visa” direttamente all’arrivo in Nuova Zelanda, completando un apposito modulo. Non si può richiedere questo visto prima di recarsi in Nuova Zelanda: bisogna fare domanda una volta arrivati nel Paese e si deve essere comunque in possesso di un NZeTA prima del viaggio.

Questa tipologia di visto consente di soggiornare fino a 3 mesi (o 6 se si è cittadini britannici) e prevede requisiti specifici come la presentazione di un biglietto aereo di ritorno e la dimostrazione di disponibilità economica sufficiente per coprire le spese durante la permanenza.

Questo visto consente di portare la propria famiglia, se tutti i membri soddisfano i criteri per i viaggi con esenzione dal visto. A seconda del motivo della visita e se si soddisfano requisiti aggiuntivi, si può anche avere la possibilità di partecipare ad attività sportive, culturali, commerciali o di ricerca.

Alla scadenza, si può comunque viaggiare di nuovo in Nuova Zelanda con esenzione dal visto, a condizione che non si rimanga in Nuova Zelanda per più di 6 mesi in un arco di 12 mesi. Se dopo l’arrivo si decide di voler rimanere più a lungo, si può richiedere un altro visto per prolungare la visita fino a un massimo di 9 mesi. Non è possibile utilizzare una carta di arrivo per fare ciò: è necessario completare una “domanda di visto per visitatori”.

Come presentare la “Traveller Declaration” per l’ingresso in Nuova Zelanda

Tutti i viaggiatori in arrivo in Nuova Zelanda devono completare una dichiarazione online chiamata “New Zealand Traveller Declaration”. Questa deve essere compilata fino a 24 ore prima della partenza e serve a fornire informazioni sullo stato di salute e altri dettagli importanti per la concessione del permesso di ingresso.

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Cosa vedere in Papua Nuova Guinea tra cultura, festival e natura

La Papua Nuova Guinea ha indubbiamente un fascino misterioso: siamo in Oceania, il Continente Nuovissimo, perché è stato scoperto dopo le Americhe. Tanti gli arcipelaghi minori, così come un territorio impossibile da non vedere almeno una volta nella vita: la Papua Nuova Guinea. Ma cosa fare in vacanza? Come strutturare l’itinerario di viaggio e cosa vedere? Da Port Moresby, la Capitale, fino a New Britain, ecco le attrazioni che non potrai mai dimenticare (e i festival da non perdere).

Port Moresby

Non è solo la Capitale, ma è la città più grande della Papua Nuova Guinea: si trova esattamente sulle rive del Golfo di Papua, e ha preso il nome dal Capitano John Moresby, il primo visitatore europeo che ha messo piede in Papua Nuova Guinea. Sicuramente la visita alla città non è noiosa, considerando che è possibile immergersi nella cultura del luogo. Tante le cose da vedere a Port Moresby, come il giardino botanico, il Parlamento Nazionale, il Papua New Guinea National Museum & Art Gallery, o ancora il Santuario Bomana War Cemetery.

Impossibile non fare un salto al Villaggio di Hanuabada: il tradizionale villaggio di palafitte è indubbiamente un’esperienza, un modo per immergersi nella cultura del luogo, per scoprire le tradizioni, per comprenderne lo stile di vita. Una di quelle esperienze autentiche da scoprire in vacanza, soprattutto negli ultimi anni, visto che si sente sempre più spesso parlare di overtourism.

Monte Wilhelm

Visitare le città della Papua Nuova Guinea è sicuramente essenziale per comprendere la sua storia, ma gli appassionati della natura non possono fare a meno di mettersi alla prova con il Monte Wilhelm, alto ben 4.509 metri. Questa è la montagna più alta della Papua Nuova Guinea e fa parte dei monti Bismarck. Negli anni è diventato una delle attrazioni naturalistiche più apprezzate del luogo, ma ovviamente è una di quelle attività che vanno fatte in sicurezza, con tutti gli accorgimenti del caso.

Sono due i percorsi diversi da poter intraprendere, come quello che parte dal villaggio di Keglsugl: in questo caso, puoi salire mediante la foresta pluviale, fino a poter ammirare anche i laghi gemelli. Difficilmente dimenticherai la bellezza di questi panorami. La vetta viene raggiunta all’alba, e lo scenario toglie il fiato, proprio per l’orario, ideale per vedere il sole sorgere e bagnare con i raggi la natura incontaminata. C’è anche un secondo itinerario, che, tuttavia, risulta molto più impegnativo – dura circa quattro giorni – e parte dal villaggio di Ambullua.

Madang

Torniamo in città, in una destinazione turistica abbastanza conosciuta da scoprire: Madang. Il consiglio che diamo è di prenotare un tour, in modo tale da non perdere nulla: puoi visitare le attrazioni naturali e culturali della città, programmare delle immersioni, mangiare le specialità del luogo presso i mercati locali, o persino fare un salto alla fattoria delle farfalle.

Madang, che si trova sulla costa settentrionale della Papua Nuova Guinea, è circondata a dir poco dalle isole: tante le attività di sostentamento del luogo, essendo un importante centro commerciale e anche un porto. Il Madang Town Market è uno dei punti di riferimento, considerando che è possibile provare gli ingredienti freschi locali. Per chi poi vuole movimentare le proprie serate, allora andare allo Yacht Club è un’ottima idea.

Goroka

Lo slogan turistico della Papua Nuova Guinea dovrebbe farci riflettere, perché la verità è che non tutti gli angoli di questo territorio sono conosciuti. Tutt’altro. “Mille viaggi diversi”, e noi turisti, che siamo abituati alle guide di viaggio e agli itinerari approfonditi, possiamo sentirci smarriti all’idea di visitare questa zona. Eppure, Goroka è una delle destinazioni da non perdere: si trova nella provincia di Eastern Highlands ed è collegata con un aeroporto alla Capitale, Port Moresby.

Sono numerose, tuttavia, le soluzioni di alloggio, sia per chi è alla ricerca di opzioni convenienti quanto del lusso estremo. Oltre ai ristoranti degli hotel, ci sono snack bar o fast food locali: non mancano specialità occidentali. Il motivo principale per cui le persone si recano a Goroka, tuttavia, è la possibilità di scoprire la cultura del posto, di vivere un po’ quell’esperienza autentica che abbiamo citato prima: il Festival delle Highlands, l’esibizione delle tribù a Goroka, è un appuntamento che chiama a sé molti turisti. Durante questo evento, tutte le tribù preparano un’esibizione che consiste in danze e canti, indossando gli abiti tradizionali.

Rabaul Mask Festival

Cosa fare in Papua Nuova Guinea? Che domande: fare un salto al Rabaul Mask Festival, alla scoperta della vecchia città di Rabaul, che è stata sepolta sotto la cenere vulcanica nel 1994. L’evento è unico: un festival che ti permette di conoscere davvero a 360° come vive la popolazione, i loro costumi. Le maschere che realizzano, e che naturalmente sono indossate durante le danze rituali, ci rimandano il ritratto di un territorio che è rimasto fedele a se stesso e che, nei secoli, ha forgiato la sua identità.

La cerimonia di apertura è Kinavai, e avviene all’alba, quando gli anziani e i giovani si riuniscono all’arrivo degli spiriti degli antenati, tra canti e tamburi kundu. In New Britain, è prevista invece la Baining Fire Dance dei Tolai: è qui che i giovani si mettono alla prova in una danza che comunica tutta la potenza espressiva e l’umanità del luogo, tra i fuochi ardenti.

Le isole Trobriand

Le isole Trobriand, che prendono il nome dal luogotenente di Entrecasteaux, Denis de Trobriand, ci restituiscono ancora una volta un ritratto intimo di questo angolo di paradiso terrestre. Per la prima volta, un europeo ha scoperto le isole nel 1793: nel corso del tempo, sono state a lungo un punto di sosta per le navi, ma la cultura di questo posto è molto diversa da come la conosciamo tradizionalmente. La società, infatti, è matriarcale: la discendenza e l’eredità avviene per linea materna. I bambini prendono i cognomi delle madri e sono le donne a essere il punto di riferimento sull’isola. Sono anche conosciute come le Isole dell’Amore, e sono composte da quattro isole principali, ovvero Kiriwina, che è la più grande, e Kaileuna, Vakuta e Kitava. A lungo, le isole sono state oggetto di studio da parte degli antropologi.

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Come organizzare un viaggio in Papua Nuova Guinea

Hai deciso di partire per un viaggio in Papua Nuova Guinea, una destinazione unica le cui frontiere si allontanano dai percorsi turistici e che, ancora oggi, resta una delle poche mete autenticamente avventurose e inesplorate al mondo. Questa splendida terra, situata nel cuore del Pacifico, è un vero e proprio caleidoscopio culturale, fatto di comunità tribali che conservano e tramandano tradizioni antiche e affascinanti e con più di 700 lingue parlate, alcune addirittura sconosciute al mondo. I viaggiatori che desiderano scoprire le sue mille sfaccettature si troveranno immersi in un’esperienza fatta di stimoli continui: danze e musiche tribali, miti e leggende, panorami mozzafiato e città tutte da scoprire. Tuttavia, per addentrarsi in questa terra e farsi strada tra i mille contrasti che la caratterizzano, è fondamentale prepararsi per bene: questa non è una meta per turisti, ma una destinazione che mette a dura prova anche i viaggiatori più esperti e che solo chi riesce ad adattarsi alle sue sfide può davvero apprezzare fino in fondo. In questo articolo cercheremo di fornirti una guida per non farti cogliere impreparato e per organizzare al meglio la tua esperienza. Ecco tutto quello che devi sapere per pianificare il tuo viaggio in Papua Nuova Guinea.

Documenti e requisiti d’ingresso

Per entrare in Papua Nuova Guinea è fondamentale avere tutti i documenti richiesti per l’ingresso in Paese in regola. Nello specifico:

  • Visto turistico: per entrare in Papua Nuova Guinea è necessario richiedere un visto turistico presso l’Ambasciata Australiana in Italia. Il visto ha una validità di 6 mesi e ti permette di restare nel Paese per un massimo di 60 giorni. Qualora il motivo che ti spinge a visitare questa terra non sia di carattere turistico è necessario contattare l’Ambasciata della Papua Nuova Guinea in Belgio, responsabile delle richieste inoltrate dall’Italia.
  • Passaporto: per poter ottenere il visto ed entrare in Papua Nuova Guinea è necessario avere un passaporto in corso di validità e con almeno un anno di validità residua dalla data di partenza.
  • Prova d’acquisto del volo: infine, per poter ottenere il visto, è necessario dimostrare di aver acquistato il biglietto aereo.
  • Tassa d’ingresso: al tuo arrivo in Papua Nuova Guinea ti verrà richiesto di versare la tassa per il visto.

Vaccinazioni e condizioni sanitarie

Per gli italiani che vogliono viaggiare in Papua Nuova Guinea non ci sono vaccinazioni obbligatorie. Tuttavia, previo parere del proprio medico, è consigliabile vaccinarsi contro:

  • Tubercolosi
  • Epatite B
  • Tifo
  • Difterite
  • Tetano

In generale, si consiglia di attuare la profilassi antimalarica poiché la Malaria è molto diffusa in diverse zone del Paese. Anche la Dengue è diffusa, dunque il consiglio è sempre quello di adottare tutte le precauzioni per evitare di essere punti dalle zanzare come utilizzare i repellenti e indossare abiti lunghi e chiari, soprattutto nelle ore serali.

Per evitare di incorrere in rischi per la salute, non bere mai acqua di rubinetto ed evita di mangiare verdura cruda poiché non sai con che acqua è stata lavata. La frutta puoi mangiarla tranquillamente purché tu elimini la buccia. In generale il consiglio è sempre quello di munirsi di un’assicurazione sanitaria di viaggio che possa coprire eventuali spese mediche poiché l’assistenza medica in Papua Nuova Guinea, inclusa la capitale Port Moresby, è molto limitata; nelle zone rurali è quasi inesistente.

Quando organizzare il tuo viaggio in Papua Nuova Guinea

Una delle cose da sapere assolutamente prima di organizzare un viaggio in Papua Nuova Guinea è che la tua esperienza dipende molto dal periodo in cui scegli di visitarla. Il clima della Papua Nuova Guinea, infatti, è puramente tropicale con una stagione secca da maggio a ottobre e una stagione delle piogge che va da novembre ad aprile. Nonostante i temporali tropicali siano di una bellezza sublime, il periodo migliore per godersi appieno le bellezze naturali della Papua Nuova Guinea è esattamente quello della stagione secca. Per un’esperienza ricca e una totale immersione nella cultura del Paese ti consigliamo di organizzare il tuo viaggio durante alcuni degli eventi tradizionali più celebri come il Goroka show che si tiene a settembre o il Mount Hagen Cultural Show che si tiene ad agosto.

Indigeni della Papua Nuova Guinea

Fonte: iStock

Alcuni indigeni della Papua Nuova Guinea durante una cerimonia tribale

Come arrivare in Papua Nuova Guinea

Raggiungere la Papua Nuova Guinea è possibile quasi esclusivamente prendendo l’aereo. La maggior parte delle persone arriva direttamente all’aeroporto della capitale, Port Moresby. Frequenti sono i collegamenti con alcune importanti città australiane come Brisbane, Cairns e Sydney. Se il tuo desiderio fosse quello di raggiungere il Paese in nave, sappi che è praticamente impossibile, se non prendendo parte a una crociera che passa per la Papua Nuova Guinea. Da Port Moresby puoi spostarti in altre zone del Paese con dei voli interni operati solo ed esclusivamente da Air Niugini e PNG Air, due compagnie locali. Infine, se volessi raggiungere la Papua Nuova Guinea via terra, dovrai passare per forza dall’Indonesia, in tal caso ti consigliamo di informarti bene prima di partire.

Viaggio in Papua Nuova Guinea: cosa sapere sulla sicurezza

Come è risaputo, a causa degli alti livelli di criminalità, gli standard di sicurezza in Papua Nuova Guinea sono davvero molto bassi, pertanto è caldamente consigliato adottare comportamenti prudenti al fine di evitare di incappare in spiacevoli situazioni e rovinarsi il viaggio. Evita di andare in zone dove ci sono grandi assembramenti, limita il più possibile gli spostamenti a piedi (soprattutto di notte) anche nella capitale Port Moresby. Non utilizzare i mezzi pubblici ma opta per il noleggio di un’auto o per i mezzi di trasporto forniti dagli hotel; se scegli il noleggio ricordati di chiudere sempre la macchina con la sicura e di tenere chiusi i finestrini quando stai guidando. Se il tuo viaggio include l’esplorazione delle zone rurali, ti consigliamo di appoggiarti a una guida locale e di farti accompagnare per tutta la visita, solo così potrai evitare di trovarti in situazioni poco piacevoli. Infine, rispetta la sensibilità degli abitanti del luogo e chiedi sempre il permesso per immortalare persone o luoghi sacri con la tua macchina fotografica.

Dove alloggiare in Papua Nuova Guinea

Nonostante la Papua Nuova Guinea sia ancora una meta inesplorata, esistono diverse opzioni di alloggio in questa regione. Hotel e resort di ultra-lusso, bed & breakfast più economici, eco-lodge o guesthouse nelle aree rurali… c’è un’opzione per qualsiasi attitudine di viaggio. Tuttavia, viste le problematiche in termini di sicurezza che caratterizzano la Papua Nuova Guinea, quello che consigliamo è di optare per un hotel ben servito e di respiro internazionale. Spesso queste sistemazioni offrono anche servizi di navette come mezzi di trasporto che abbassano sensibilmente il rischio di diventare vittima di qualche malintenzionato. Inoltre, gli hotel organizzano anche escursioni e visite guidate in compagnia di qualche locals, così potrai accedere a un’ampia varietà di esperienze che possono garantire la buona riuscita del tuo viaggio in Papua Nuova Guinea. Assicurati di prenotare in anticipo rispetto alla partenza in modo da trovare la soluzione che fa per te, a un prezzo accessibile.

Moneta e consigli di comportamento

La moneta ufficiale della Papua Nuova Guinea è il kina (PGK), nelle città principali come la capitale puoi trovare facilmente pagamenti tramite bancomat, ma al di fuori dei grandi centri urbani l’uso del POS è totalmente sconosciuto. Ti consigliamo di portare con te i contanti ma di stare sempre attento a non mostrarli in pubblico; ciò attirerebbe facilmente l’attenzione di scippatori e gang di criminali.

Per concludere, organizzare un viaggio in Papua Nuova Guinea significa aprirsi a un mondo completamente diverso da quello che conosciamo, significa immergersi in culture nuove e incontaminate. L’esperienza che vivrai sarà difficile da dimenticare grazie alle meraviglie che questo Paese è in grado di offrire; dalle bellezze naturali alle culture tribali che si trovano fuori dalle grandi città, dalle acque cristalline alle montagne ricoperte di piantagioni di tè e di caffè. Tuttavia, il carattere della Papua Nuova Guinea è estremamente complesso e, come dicevamo all’inizio di questo articolo, non è alla portata di tutti. Pertanto, è fondamentale pianificare il tuo viaggio nei minimi dettagli, senza lasciare nulla al caso e senza prendere nulla sotto gamba; il rischio è quello di ottenere un effetto boomerang e trasformare una splendida avventura in una potenziale disavventura. Segui tutti i consigli che abbiamo raccolto in questa guida per organizzare il tuo viaggio in Papua Nuova Guinea e lasciati stupire da una terra tutta da scoprire.

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Viaggio culinario: i piatti tipici della Papua Nuova Guinea

Anthelme Brillat-Savarin diceva che la scoperta di un piatto nuovo è più preziosa per il genere umano che la scoperta di una nuova stella. E se è vero che il viaggio è la quintessenza della scoperta, allora è anche vero che è proprio partendo per luoghi inesplorati che possiamo scoprire nuovi piatti e nuove tradizioni culinarie, arricchendo così il nostro bagaglio culturale e la nostra conoscenza del mondo. Quando parti per una nuova meta, apriti alle sue particolarità culinarie, non rifiutare un piatto solo perché non ti convince; perché è proprio dai piatti che ti mettono sulla tavola che puoi entrare in profonda sintonia con un popolo e con la sua storia. Con questo articolo, vogliamo accompagnarti in un viaggio culinario, alla scoperta delle tradizioni della tavola che si possono incontrare in una terra misteriosa e ricca di fascino: la Papua Nuova Guinea. Qui, la cucina è profondamente legata non solo agli ingredienti locali ma, soprattutto, alle tradizioni tribali. In quest’isola, infatti, vivono circa 312 tribù diverse, inclusi alcuni popoli isolati che parlano lingue completamente diverse da quelle conosciute nel resto del mondo ed è proprio da queste tribù locali che nascono alcune delle tradizioni culinarie più interessanti di questo Paese. Dalla colazione alla cena, ecco una guida per scoprire i piatti tipici della Papua Nuova Guinea.

Buongiorno in Papua Nuova Guinea: la colazione tipica

Dicono che la colazione sia il pasto più importante, quello che dà il via alla giornata e che ti aiuta a partire con il piede giusto. Come si danno, quindi, il buongiorno gli abitanti della Papua Nuova Guinea? Ecco alcuni piatti o ingredienti tipici:

  • Saksak: una pietanza che si avvicina per consistenza ai nostri budini e che viene preparata con il sago, un amido che si estrae dalla palma. Questa sorta di budino è molto leggero e fresco e, solitamente, è accompagnato da latte di cocco o miele rappresentando una gustosa alternativa per iniziare la giornata con un tocco di dolcezza.
  • Kaukau e Taro bollito o arrosto: due tuberi tipici della zona, il primo è una patata dolce alla base della dieta locale in Papua Nuova Guinea e che viene consumata bollita o cotta alla brace e accompagnata da altri cibi. Il Taro bollito è anch’esso un tubero che viene spesso consumato a colazione insieme a del pesce e frutta fresca come noci di cocco o mango.
  • Banane arrostite: anche questa è una pietanza che si trova facilmente sulle tavole del mattino in Papua Nuova Guinea; si tratta di banane verdi arrostite e accompagnate con miele o cocco fresco.

Piatti tipici della Papua Nuova Guinea: pranzo e cena

Preparazione del Mumu, piatto tipico della Papua Nuova Guinea

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Una famiglia prepara il Mumu: il piatto tipico della Papua Nuova Guinea

A prescindere dal luogo del mondo che stiamo visitando, è nel momento del pranzo e della cena che troviamo il più alto numero di pietanze tipiche di una cultura. È universalmente riconosciuto, infatti, che siano queste due occasioni di consumo a ottenere maggior attenzione e a prendersi più spazio durante una giornata. Ecco quindi una lista di piatti tipici della Papua Nuova Guinea più frequentemente consumati a pranzo e a cena.

  • Saksak: è vero, questo piatto te lo abbiamo presentato tra le pietanze tipiche della colazione in forma di budino. Tuttavia, la versatilità degli ingredienti ne permette diverse applicazioni; infatti il Saksak viene anche preparato sottoforma di gnocchi e fatto bollire nel latte di cocco. In questa modalità viene consumato frequentemente a pranzo o a cena.
  • Mumu: questo è il piatto più rappresentativo della cucina tipica della Papua Nuova Guinea e a catturare maggiormente l’attenzione è la sua preparazione e la sua importanza culturale tra gli abitanti dell’isola. Il mumu, infatti, viene tipicamente preparato in occasioni speciali e la sua preparazione è un vero e proprio rituale che coinvolge tutti i membri della famiglia, dal più giovane al più anziano. Il processo di preparazione è complesso ma affascinante: si scava una buca nel terreno e la si riempie di pietre riscaldate creando una specie di forno sotterraneo; il fondo della buca viene ricoperto da uno strato di foglie di banano in modo da evitare il contatto del cibo con la pietra. Su questo strato vengono adagiati gli ingredienti del Mumu: carne di maiale o di pollo, verdure, tuberi e frutta fresca. Tutto inondato da un’abbondante quantità di latte di cocco e ricoperto nuovamente da foglie di banano che ne garantiscono una cottura uniforme. L’intero processo può durare diverse ore ma il risultato finale ne vale davvero la pena: un piatto ricco e gustoso che riflette il legame ancestrale di questo popolo con la propria terra.
  • Kol pis no rais: a differenza del Mumu, questo è un piatto tipico della Papua Nuova Guinea dalla preparazione molto semplice; si tratta di riso bianco e pesce ai quali si può aggiungere un condimento a piacere fatto di mais, piselli, cipolle, pomodori e spezie come l’adobo.
  • Kokoda: un piatto che si può trovare facilmente in Papua Nuova Guinea ma che è molto diffuso anche in altri arcipelaghi come quello delle Fiji. La pietanza è costituita da pesce marinato in una salsa di cocco e lime che gli conferisce un irresistibile sapore esotico. Spesso viene arricchito con condimenti che lo portano ad assomigliare al chevice. Il Kokoda lo si trova facilmente nei ristoranti tradizionali e in quelli che fanno street food.

Un tocco di dolcezza a fine pasto: i dessert della Papua Nuova Guinea

Che pasto sarebbe senza un dessert che conclude l’esperienza culinaria con un tocco di dolcezza? Come ogni Paese, anche la Papua Nuova Guinea ha la sua rosa di dolci tipici, scopriamone alcuni di tradizionali insieme.

  • Talautu: forse il dolce che meglio esprime la tradizione della Papua Nuova Guinea, consumato principalmente in occasioni di festa che riuniscono tutta la famiglia. Servito all’interno dei gusci delle noci di cocco è un dessert che combina il cocco in tutte le sue forme (grattugiato, a tocchi, in polpa e in latte) e impreziosito da ananas e succo di lime. Il Talautu è un’ottima opzione per chi ama i dessert freschi e rigeneranti.
  • Budino di Sago: protagonista indiscusso della tavola papua lo abbiamo già incontrato come pranzo o come colazione, semplicemente preparato in modo diverso. L’amido di sago viene fatto cuocere fino a ottenere una consistenza gelatinosa e poi servito con una cascata di dolce latte di cocco.
  • Banane al cocco: un’altra pietanza servita come dessert in Papua Nuova Guinea sono le banane gialle cotte con latte di cocco e dolcificate con miele e zucchero.
  • Frutta fresca: infine, questa regione offre un’ampia varietà di frutta fresca tropicale; manghi, banane, papaya, ananas, cocco e chi più ne ha più metta. Dolce e fresca, la frutta viene consumata sia come dessert che come spuntino.

La Papua Nuova Guinea in un sorso: le bevande della tradizione

Ad accompagnare i pasti ci va sempre una bevanda, meglio ancora se tipica del luogo che stai visitando. Nonostante non ci sia una bevanda nativa della Papua Nuova Guinea come può essere la Guinness per l’Irlanda o la Sangria per la Spagna, ci sono alcune bevande tipiche di quell’area di mondo e che si possono trovare facilmente sulle tavole della Papua Nuova Guinea. Ecco la top 3:

  • Kava: una bevanda tradizionale in molte regioni del pacifico che si ottiene dalle radici della pianta di Kava. Questa bevanda ha un effetto rilassante e di allentamento dello stress e viene spesso consumata in occasioni speciali.
  • Birra di Tapioca: l’equivalente della nostra birra, la birra di tapioca è una bevanda fermentata che si ottiene dalla pianta della tapioca o della manioca. La sua bassa gradazione alcolica la rende un’ottima opzione per accompagnare i pasti nelle stagioni più calde
  • Tè e caffè locali: questa magica terra è famosa per le piantagioni di caffè e di tè che ricoprono le sue montagne, dunque durante il tuo viaggio in Papua Nuova Guinea lasciati avvolgere dal calore di una tazza fumante di tè o di caffè.

Se stai per affrontare un viaggio in Papua Nuova Guinea, nella sua capitale o in qualsiasi altra zona, lasciati coinvolgere dalla sua cucina tradizionale. Non rinunciare al piacere della scoperta solo perché pensi che qualche pietanza possa non essere in linea con i tuoi gusti, apriti alle novità e scopri tutti i piatti tipici della Papua Nuova Guinea; dalla colazione al pranzo, dal dessert alle bevande tipiche. Il tuo viaggio nei sapori può iniziare da una colazione a base di frutta e continuare attraverso un pranzo con il Mumu, può passare per uno snack a base di banane e cocco e concludersi con un dessert dal gusto esotico. Ogni piatto ha una storia che attraversa le montagne, le coste e le foreste dell’isola e che ti racconta l’identità culturale di un popolo e di una terra ricca di fascino e di magia.