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Dal Bosco Verticale alle masserie pugliesi, le location di Quasi Orfano

Quasi Orfano è una commedia italiana del 2022 diretta da Umberto Carteni, con Riccardo Scamarcio nel ruolo del protagonista, Valentino. Il film è un remake del francese Ti ripresento i tuoi (La ch’tite famille) di Dany Boon e racconta la storia di un affermato designer milanese che ha tagliato i ponti con la sua famiglia pugliese, arrivando persino a cambiare cognome e a dichiararsi orfano.

La sua vita viene sconvolta quando, a causa di un equivoco, i suoi familiari – madre, fratello, cognata e nipotina – si presentano a Milano per riallacciare i rapporti, dando il via a una serie di situazioni comiche e paradossali. La città natale di Valentino è Monopoli, in provincia di Bari, ma lui si è trasferito al nord, quindi il film passa da paesaggi pugliesi a grandi metropoli come Milano e Roma per le location. Scopriamole insieme.

Dove è stato girato

Le riprese di Quasi Orfano si sono svolte tra ottobre e novembre 2021 e sono durate ben sei settimane, tra il nord e il sud dell’Italia. L’agriturismo gestito dal padre di Valentino, interpretato da Adriano Pappalardo, è la Masseria Montereale, una storica dimora rurale situata in Contrada Carperi 64, nel comune di Cisternino, in provincia di Brindisi. Questa masseria del XVIII secolo è caratterizzata da un’architettura tipica delle strutture agricole pugliesi, con ampi spazi interni ed esterni, muri in pietra e una posizione panoramica immersa nella campagna della Valle d’Itria.

Cisternino Puglia

Fonte: iStock

Cisternino in Puglia

Alcune scene del film poi sono state girate nella capitale, come quella al ristorante giapponese dove Valentino, Costanza e Sergio discutono dell’azienda. Quel locale in realtà è il Finger’s Roma che si trova in Via Francesco Carrara 14 ed è il posto ideale per chi ama la cucina fusion e orientale. L’azienda di design di Valentino è la sede della Chromavis Fareva, situata in Via Edwin Hubble 2 a Offanengo (CR). Si tratta in realtà di un’azienda italiana leader nel settore della cosmetica conto terzi, specializzata nella creazione e produzione di prodotti make-up e nail care per marchi internazionali. Nel film Quasi Orfano, gli uffici dell’azienda rappresentano la sede del marchio di design Vale Rocco, aggiungendo un tocco di autenticità alla narrazione.

La sede della mostra dove piomba inaspettata la famiglia del fratello di Valentino è il Mudec – Museo delle Culture che si trova in Via Tortona a Milano. Si tratta di un centro culturale interdisciplinare dedicato alle culture del mondo inaugurato nel 2015 e progettato dall’architetto britannico David Chipperfield. Sorge sull’area dell’ex stabilimento Ansaldo, simbolo della riqualificazione industriale di Milano e ospita una varietà di mostre temporanee che esplorano diverse culture e forme artistiche.

Bosco Verticale Milano

Fonte: iStock

Bosco Verticale di Milano

L’elegante abitazione di Valentino si trova invece in Via privata Tarvisio 8 a Milano, nonostante alcune inquadrature mostrino il Bosco Verticale. Il Bosco Verticale è un innovativo complesso residenziale situato nel quartiere Porta Nuova di Milano, progettato dallo studio Boeri Studio, guidato dall’architetto Stefano Boeri. Inaugurato nel 2014, il progetto è composto da due torri di 116 e 84 metri di altezza, che si distinguono per la presenza di una vasta vegetazione distribuita sulle facciate degli edifici. Le torri ospitano in particolare circa 800 alberi, 4.500 arbusti e 15.000 piante perenni, distribuiti in base all’esposizione solare delle facciate. In Via Federico Confalonieri e Via Gaetano de Castillia, al margine del quartiere Isola, a circa 2,5 km da Piazza del Duomo, questo complesso contribuisce all’assorbimento di CO₂ e polveri sottili, alla produzione di ossigeno, alla regolazione del microclima urbano e alla riduzione dell’inquinamento acustico.

Monopoli, un borgo pugliese da scoprire

La chiesa dove il padre di Valentino, saputo dell’investimento del figlio, chiede al parroco di pregare per lui è la Chiesa Rettoria del Gesù Salvatore, situata in Largo San Salvatore Salvatore a Monopoli, in provincia di Bari. Uno dei luoghi sacri più antichi e suggestivi di Monopoli, questa chiesa è situata nel cuore del centro storico, affacciata sul mare e incastonata tra le case dei pescatori. La sua storia affonda le radici nel periodo paleocristiano, con alcune fonti che ne datano la fondazione al 313 d.C., forse per volontà dell’imperatore Costantino, come testimoniato dal ritrovamento di medaglie nelle fondamenta durante la ricostruzione del 1711.

E, infine, la piazzetta dove Costanza rivela di essere incinta è quella del Porto antico di Monopoli. Le origini del Porto Antico risalgono almeno al V secolo a.C., quando Monopoli era un insediamento messapico fortificato. Scavi archeologici condotti tra il 1985 e il 2011 hanno confermato la presenza di una città messapica con imponenti fortificazioni affacciate sulla cala del porto antico. Durante l’epoca romana, il porto mantenne la sua importanza strategica, fungendo da scalo militare e commerciale. Da qui si può partire per esplorare il centro storico di Monopoli, come il Castello di Carlo V, la Cattedrale di Maria Santissima della Madia e le numerose chiese e palazzi che testimoniano la ricca storia della città.

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Immersione nell’arte: le mostre da non perdere in Italia a maggio 2025

Il mese di maggio in Italia si prospetta particolarmente interessante per gli amanti dell’arte e per chiunque sia alla ricerca di nuovi stimoli per arricchire il proprio bagaglio culturale. Da Padova, dove sono esposte le opere dell’enigmatica Vivian Maier, a Milano, dove potrete entrare nel mondo anticonvenzionale di Leonor Fini, tra inquietudine e libertà espressiva. Si va poi a Jesolo, alla scoperta del legame tra Picasso e le sue muse, e a Noto, dove si celebra l’eredità rivoluzionaria di Warhol, Basquiat, Haring e Scharf.

Se state cercando ispirazione per i prossimi weekend, questa è la selezione di SiViaggia sulle mostre da vedere a maggio in Italia.

Vivian Maier. The Exhibition, Padova

Cominciamo i nostri consigli sulle mostre di maggio in Italia con una fotografa eccezionale. Dal 25 aprile al 28 settembre 2025, presso il Centro Culturale Altinate – San Gaetano di Padova ci sarà la mostra dedicata a Vivian Maier, la fotografa americana il cui talento è stato scoperto solo dopo la sua morte. L’esposizione, intitolata “Vivian Maier. The Exhibition”, riunisce oltre 200 fotografie in bianco e nero e a colori, ma anche documenti inediti e oggetti personali per permettere ai visitatori di entrare nel mondo di un’artista misteriosa che sapeva catturare l’essenza delle città attraverso le persone.

Tata per professione, coltivò segretamente per decenni una profonda passione per la fotografia. Solo dopo la sua scomparsa emerse il suo talento, con la scoperta di un ricco corpus di scatti urbani realizzati a New York e Chicago. Le sue fotografie narrano con rara sensibilità la società americana del Novecento, focalizzandosi su volti, gesti e momenti. Bambini, donne, anziani e sconosciuti si ergono a protagonisti di immagini intense, capaci di congelare il tempo e offrire un ritratto vivido di quell’epoca.

Io sono Leonor Fini, Milano

Prosegue fino al 22 giugno 2025 la mostra dedicata alla pittrice Leonor Fini. All’interno di Palazzo Reale a Milano avrete l’opportunità di visitare una delle più complete esposizioni dedicate all’artista italo-argentina, famosa per le sue opere anticonvenzionali e inquiete. Il titolo della mostra deriva da una sua dichiarazione: “Sono una pittrice. Quando mi chiedono come faccia, rispondo: Io sono”. Lontana dalle convenzioni del Novecento, Leonor Fini si è distinta per la sua vita libera, vissuta con intensità e senza compromessi, aspetti che traspaiono dalle sue opere.

L’esposizione, infatti, è strutturata in nove sezioni tematiche che indagano i temi ricorrenti nella vita dell’artista: dal macabro al minaccioso, dal rapporto con la figura maschile alla sessualità e alla famiglia.

Loving Picasso, Jesolo

Fino al 12 ottobre 2025, presso il J Museo di Jesolo, potrete visitare la mostra “Loving Picasso. Muse, Amanti, Artiste”. L’esposizione esplora il legame profondo tra Pablo Picasso e le donne che hanno segnato la sua vita e la sua arte e lo fa attraverso dipinti, disegni, fotografie e litografie. I visitatori potranno intraprendere un percorso che svela come l’artista abbia trasformato le sue esperienze sentimentali in capolavori rivoluzionari.

Un viaggio suggestivo nel dialogo tra amore, passione e creazione artistica che lascia spazio anche alla produzione artistica di Dora Maar e Françoise Gilot, due figure fondamentali nell’universo creativo di Pablo Picasso, sottolineando il loro ruolo non solo come muse, ma anche come artiste autonome.

Liquida Photofestival, Torino

Dall’8 all’11 maggio 2025, il Polo del ‘900 a Torino ospiterà la quarta edizione di Liquida Photofestival. Quest’anno viene approfondito il tema tra fotografia e memoria con il titolo “Il giorno in cui ricorderò”, che invita a riflettere su come le immagini siano sempre state strumenti fondamentali per preservare il passato, trasformando memorie personali e collettive in frammenti tangibili di esperienza.

La fotografia, d’altronde, è memoria fissata sulla superficie del tempo, un’ancora che trattiene momenti destinati a dissolversi. Questa edizione di Liquida Photofestival sarà un’istantanea del modo di ricordare attraverso le immagini e, allo stesso tempo, un’indagine sul rapporto tra memoria e fotografia in un’era di transizione digitale.

Natura Morta, Milano

Dall’8 maggio al 4 novembre 2025, nella sala 1 della Pinacoteca della Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano, potrete visitare l’esposizione “Natura Morta” dello scultore Jago. Qui, dialogando tra passato e presente, l’artista si confronta con la “Canestra di frutta” di Caravaggio, considerato tra i capolavori più iconici della collezione dell’Ambrosiana. L’opera di Jago trasforma il linguaggio della tradizione in una riflessione attuale rappresentando una canestra colma non di frutti, ma di armi, simboleggiando così una “natura” ormai contaminata dalla violenza.

Se Caravaggio elevava la bellezza caduca della frutta a simbolo dello scorrere del tempo, Jago sposta il focus su un’altra natura morta: quella degli oggetti prodotti in massa per la distruzione, presenze inquietanti eppure prive di significato che definiscono la nostra epoca.

World Press Photo Exhibition 2025, Roma

Dal 6 maggio all’8 giugno 2025, presso il Palazzo Esposizioni a Roma, arriverà la mostra itinerante “World Press Photo Exhibition 2025”. Si tratta di un’esposizione annuale che permette di ammirare le foto più belle del concorso, selezionate tra le opere più significative e rilevanti dell’ultimo anno nel campo del fotogiornalismo e della fotografia documentaria. I vincitori sono stati selezionati da una giuria indipendente composta da 31 professionisti provenienti da tutto il mondo, che hanno esaminato oltre 59.320 fotografie inviate da 3.778 fotografi di 141 paesi.

I temi abbracciano politica, questioni di genere, migrazioni, conflitti e crisi climatica, con immagini che documentano proteste e rivolte in Kenya, Myanmar, Haiti, El Salvador e Georgia alternate a ritratti non convenzionali di figure politiche influenti negli Stati Uniti e in Germania. Nella mostra è presente anche una fotografa italiana, Cinzia Canneri, per l’Associazione Camille Lepage, che ha vinto il premio per il miglior progetto a lungo termine per la regione Africa.

Icon. Warhol, Basquiat, Haring, Scharf. L’eredità di un’arte rivoluzionaria, Noto

Al Convitto delle Arti di Noto, fino al 2 novembre 2025, ci sarà l’esposizione dedicata a quattro artisti che hanno rivoluzionato il concetto di arte nel ‘900. La mostra “Icon. Warhol, Basquiat, Haring, Scharf. L’eredità di un’arte rivoluzionaria” approfondisce la sacralità religiosa, quella consumistica della società contemporanea e l’evoluzione del concetto di icona attraverso le opere del genio della Pop Art, Andy Warhol, e quelle degli artisti della scena newyorkese degli anni ’80, Jean-Michel Basquiat, Keith Haring e Kenny Scharf. Quest’ultimi hanno interpretato il ruolo dell’arte e un nuovo immaginario collettivo attraverso la Street Art e il Graffitismo.

Il percorso espositivo è suddiviso in 5 sezioni e ospita oltre 120 opere come l’inchiostro serigrafico su carta Mona Lisa di Andy Warhol, la serigrafia su seta Flowers appartenuta a Keith Haring e l’orologio Swatch Monster Time di Scharf. In una sezione viene approfondito anche lo Studio 54, la celebre discoteca di New York frequentata dagli artisti presenti in questa mostra.

Doppia Uso Singola, Milano

Dal 16 maggio al 17 giugno 2025, la galleria Patricia Armocida ospita la prima mostra personale di Lorenzo Urciullo, in arte Colapesce, intitolata “Doppia Uso Singola”. Colapesce è uno dei musicisti più brillanti della nuova scena italiana e si racconta attraverso una selezione di 200 scatti fotografici racchiusi in tre nuclei.

La prima documenta la solitudine nello spazio, catalogando arredi e oggetti all’interno di camere di alberghi in cui ha soggiornato durante i viaggi della sua carriera. La seconda serie è dedicata a Teresa e Anna, nonna e prozia di Lorenzo, e documenta la relazione simbiotica tra due sorelle. Infine, Giorni sfiniti, è la serie legata alla Sicilia, ai paradossi della sua terra e alle visioni introspettive dell’artista.

Ian Hamilton Finlay. Fragments, Brescia

La Galleria Massimo Minini di Brescia rende omaggio a Ian Hamilton Finlay, artista, poeta e paesaggista famoso per le sue opere che attraversano molteplici forme espressive. La tappa bresciana di “Fragments” fa parte di un ciclo di otto mostre che si svolgeranno a maggio 2025 in diverse città del mondo tra cui Basilea, Edimburgo, Amburgo, Londra e New York. Presso la galleria di Brescia potrete visitarla dall’8 al 31 maggio 2025, approfondendo la personalità artistica di Finlay, noto soprattutto per il suo giardino Little Sparta”, situato tra le Pentland Hills nei pressi di Edimburgo, dove ha vissuto e lavorato per gli ultimi quarant’anni della sua vita, e per l’installazione con ghigliottina “A View to the Temple”, esposta a Documenta.

Le sue opere visive, realizzate in collaborazione con artisti e artigiani esperti, sono presenti in musei, parchi e giardini di tutto il mondo.

Maria Helena Vieira da Silva. Anatomia di uno spazio, Venezia

La Collezione Peggy Guggenheim, fino al 15 settembre 2025, esporrà le tele astratte di Maria Helena Vieira da Silva. La mostra, intitolata “Maria Helena Vieira da Silva. Anatomia di uno spazio”, è curata da Flavia Frigeri, storica dell’arte e curatrice presso la National Portrait Gallery di Londra, ed è pensata per presentare al pubblico la produzione pittorica dell’artista attraverso una selezione di circa settanta opere provenienti da prestigiose istituzioni museali internazionali, nonché collezioni private.

Visitando l’esposizione avrete l’opportunità di scoprire quest’artista importante nel panorama del ‘900, capace di trasformare lo spazio pittorico in ambienti astratti e illusioni ottiche. Vieira da Silva, inoltre, è storicamente legata alla figura di Peggy Guggenheim, essendo una delle trentuno artiste incluse dalla collezionista nella mostra Exhibition by 31 Women tenutasi nella galleria newyorkese Art of This Century nel 1943.

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Cassinetta di Lugagnano, in bici da Milano a visitare le ville di delizia nobiliari (e non solo)

Cassinetta di Lugagnano, a circa 25 chilometri da Milano e facilmente raggiungibile dal capoluogo lombardo sia in auto che in bicicletta seguendo il percorso lungo il Naviglio Grande, è un borgo che conserva intatto il fascino delle sue origini nobiliari. Inserito tra i Borghi più belli d’Italia, la visita a Cassinetta di Lugagnano è poco impegnativa ma assolutamente piacevole.​

Le ville di delizia, dimore nobiliari

Cassinetta di Lugagnano è un piccolo borgo che custodisce un tesoro architettonico raro e molto curioso: un gruppo compatto e ben conservato di ville di delizia, dimore nobiliari costruite tra il XVII e il XIX secolo, che si affacciano con eleganza sulle sponde del Naviglio Grande. Erano le residenze estive dell’aristocrazia milanese, che qui trovava ristoro dalla città, in un paesaggio di acqua, campi coltivati e giardini ordinati. A rendere unico il borgo è il fatto che queste ville siano ancora oggi immerse in un contesto rurale integro, salvaguardato anche da un piano regolatore che impedisce nuove edificazioni.

Tra le ville più significative spicca Villa Visconti Castiglione Maineri, costruita alla fine del Settecento. Si riconosce per la facciata sobria e per il grande parco che si sviluppa su due livelli: uno all’italiana, con siepi geometriche e vialetti simmetrici, e uno all’inglese, più libero e romantico. All’interno si trovano affreschi di scuola lombarda e una piccola cappella con decorazioni del pittore Giovanni Antonio Ferrario. La villa, pur essendo proprietà privata, viene aperta in alcune occasioni per eventi culturali o visite guidate.

Cassinetta di Lugagnano

Fonte: iStock

Villa Visconti Maineri

Poco distante si incontra Villa Negri, una delle prime dimore che si scorgono arrivando dal Naviglio. Costruita nel 1761, ha una struttura compatta e lineare, con un bel giardino che si affaccia sull’alzaia. La semplicità dell’architettura nasconde ambienti interni riccamente decorati, ancora parzialmente conservati. Oggi la villa è utilizzata anche per iniziative culturali locali.

Un’altra presenza importante è Villa Cattaneo-Krentzlin, riconoscibile per la sua torretta e le decorazioni in cotto. Si trova sulla riva sinistra del Naviglio ed è protetta da un elegante muro di cinta. L’impianto originario è del XVIII secolo, ma fu ampliato e rimaneggiato in epoca successiva. La villa conserva ancora un vasto giardino all’inglese e un ingresso monumentale che si affaccia sul canale, da cui un tempo si raggiungeva Milano via barca.

Sulla riva destra si affaccia invece Villa Birago Clari Monzini, forse la più antica e maestosa del borgo. L’elemento più suggestivo è la grande scalinata a doppia rampa che scende direttamente verso l’acqua, creando un effetto scenografico. All’interno si trovano sale decorate e ambienti che riflettono lo stile neoclassico tipico della villeggiatura ottocentesca. La villa è ancora abitata e apre solo in rare occasioni, ma resta uno dei simboli più fotografati di Cassinetta.

Non va dimenticata Villa Trivulzio, situata nella frazione di Lugagnano. Appartenuta alla storica famiglia milanese, ha una struttura imponente e un tempo era circondata da un vasto podere agricolo. Anche questa villa conserva elementi decorativi di pregio, in particolare nei soffitti lignei e nelle antiche cucine.

Accanto a queste spiccano anche altre dimore meno note ma interessanti, come Villa Mörlin-Visconti, costruita in posizione dominante con una facciata sobria e uno scalone interno monumentale; Villa Frotta Eusebio, con il suo parco alberato che si estende verso i campi; e Villa Mantegazza Macinaghi, del 1580 che vanta elementi decorativi in stile liberty.

La bellezza di queste ville non è solo architettonica, ma anche paesaggistica: tutte sono immerse in giardini, siepi, filari di pioppi e viali alberati che dialogano con il Naviglio e con il paesaggio agricolo che le circonda. Per chi visita il borgo a piedi o in bicicletta, è possibile scoprirle una a una lungo l’alzaia, seguendo il ritmo lento del canale.

In alcune occasioni dell’anno, in particolare durante le giornate FAI o eventi dedicati alla riscoperta del patrimonio rurale lombardo, molte ville vengono aperte al pubblico con visite guidate. Esistono anche percorsi tematici curati da guide locali che raccontano non solo l’architettura, ma anche le vicende familiari, le curiosità e gli aneddoti legati alla vita nelle ville tra Settecento e Novecento. Quasi tutte le ville sono a disposizione come location per matrimoni e eventi privati.

Le chiese di Cassinetta di Lugagnano

La Chiesa di Santa Maria Nascente e Sant’Antonio Abate, eretta nel 1435 per volere di Maffiolo Birago, è la parrocchiale del borgo. Rimaneggiata nel Settecento, presenta una pianta poligonale irregolare con muri perimetrali in mattoni pieni. Il corpo principale è coperto da volte in muratura in parte a botte e in parte a botte lunettate. Il campanile ha solai lignei a orditura semplice. La copertura è a falde con la parte absidale a padiglione. Le cappelle laterali hanno copertura ad una falda. La struttura è a capriate lignee e il manto è in coppi di laterizio. ​ All’interno si trova un busto in legno dipinto raffigurante San Carlo Borromeo, che la tradizione vorrebbe essere stato eseguito “dal vivo” durante la visita del cardinale al borgo. ​

Merita una menzione anche l’Oratorio di San Giuseppe, affacciato sull’alzaia del Naviglio Grande, e costruito nella prima metà del XVIII secolo dall’architetto Carlo Federico Castiglioni come cappella privata della sua villa. La facciata della chiesa è in stile barocco lombardo, contraddistinta da due ordini da lesene doppie coronate da capitelli corinzi. ​

Natura e relax lungo il Naviglio

Cassinetta di Lugagnano è immersa in un paesaggio fluviale di grande fascino, tutelato dal Parco Lombardo della Valle del Ticino. L’ambiente naturale è uno dei punti di forza del borgo e si presta a essere esplorato con lentezza, a piedi o in bicicletta, grazie a una fitta rete di percorsi ciclopedonali che costeggiano il Naviglio Grande. Il tratto dell’alzaia che attraversa Cassinetta è pianeggiante, ben tenuto e facilmente percorribile anche da famiglie con bambine e bambini.

L’itinerario più frequentato collega il borgo a Robecco sul Naviglio, ma prosegue senza interruzioni fino ad Abbiategrasso e, in direzione opposta, fino a Gaggiano e Milano (ci sono piccole aree di sosta e fontanelle lungo il tragitto).

Durante la primavera e l’estate, è possibile scoprire il territorio anche dall’acqua: alcune associazioni locali organizzano brevi escursioni in battello sul Naviglio, per una prospettiva diversa sulle ville e sui paesaggi. In genere si parte da Cassinetta o da Robecco e si possono essere abbinate a visite guidate o degustazioni in cascine e agriturismi della zona.

Per chi preferisce il verde, il Parco Sandro Pertini, noto anche come Parco De André, si affaccia sul canale e dispone di ampie zone ombreggiate, panchine, spazi per il gioco e un piccolo percorso vita. È facilmente accessibile, anche per chi si muove con passeggini o sedie a rotelle. Nelle vicinanze, non mancano agriturismi, bar e ristoranti per un pranzo tipico o una merenda all’aperto.

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Alla scoperta di Milano, tra i distretti della città più mitteleuropea d’Italia

Veloce, elegante, creativa, ma anche storica, silenziosa, sorprendente. Milano è la città dai mille volti, dove passato e presente, arte e innovazione, tradizione e modernità convivono in equilibrio perfetto. Dalle iconiche guglie del Duomo ai vicoli bohémiens di Brera, passando per i Navigli e i grattacieli di Porta Nuova, Milano custodisce meraviglie architettoniche, capolavori d’arte, quartieri ricchi d’atmosfera e una vita culturale tra le più vivaci d’Europa.

Da esplorare con calma, a piedi o in tram, lasciandosi guidare dai suoi contrasti. In quest’articolo scopriamo insieme cosa vedere a Milano, dai simboli più iconici ai luoghi che raccontano l’anima di una metropoli in costante mutamento.

Milano: 15 cose da vedere

Milano non è una città da checklist, ma ci sono luoghi che meritano senza dubbio una sosta. Monumenti, piazze, quartieri iconici e angoli meno noti: è tutto a portata di scarpa o di biglietto del tram. Ecco una selezione delle tappe imperdibili per scoprire Milano un passo alla volta.

Duomo di Milano

É sufficiente uno sguardo per rendersi conto che il cuore di Milano batte in Piazza del Duomo: è qui che la città mostra il suo volto più solenne, con l’intreccio di statue, guglie e dettagli scolpiti che animano la facciata della Cattedrale. Ben oltre la funzione religiosa, il Duomo incarna l’identità e la storia della città.

Iniziata nel 1386, la Cattedrale Metropolitana della Natività della Beata Vergine Maria è uno degli edifici gotici più grandi al mondo. La sua facciata, completata nell’Ottocento, è un ricamo di statue, pinnacoli e bassorilievi in marmo raffiguranti santi, scene bibliche e figure demoniache, mentre le 135 guglie – erette tra il XVII e il XIX secolo – regalano alla struttura un aspetto equilibrato tra linee orizzontali e linee verticali. Sulla più alta si erge la Madonnina che da oltre 250 anni veglia sulla città, proteggendola dal male.

All’interno dell’edificio colpiscono le proporzioni monumentali: navate altissime, colonne in pietra e vetrate colorate creano un’atmosfera solenne e raccolta al tempo stesso. Le terrazze, raggiungibili a piedi o in ascensore, offrono una panoramica stratosferica su Milano che, nelle giornate limpide, si spinge fino alle Alpi.

Galleria Vittorio Emanuele II

Dalla verticalità gotica del Duomo passiamo all’eleganza ottocentesca di Galleria Vittorio Emanuele II, uno degli esempi più belli dell’architettura milanese che ha ispirato, tra le altre, Galleria Umberto I a Napoli.

É qui che la città mostra il suo volto più raffinato e borghese. Conosciuta come il salotto di Milano, la Galleria è uno dei passaggi commerciali più antichi d’Europa: tra boutique di lusso, caffè storici e decorazioni in vetro e ferro battuto, racconta il gusto milanese per la bellezza e la cura del dettaglio.

Per portarsi a casa un po’ di fortuna, la tradizione impone di calpestare le parti nobili del toro che si trova al centro della struttura. Provare per credere!

Teatro alla Scala

A pochi passi dalla Galleria, in una piazza contenuta e signorile, si affaccia il Teatro alla Scala, uno dei templi più celebri della lirica a livello internazionale.

Inaugurato nel 1778, il suo palcoscenico ha ospitato alcune tra le opere più conosciute dell’Ottocento, come la Norma di Bellini e il Falstaff di Verdi. Merita una visita per il fascino degli interni, l’acustica perfetta e il museo interno che racconta secoli di memoria artistica di Milano.

Chiesa di Santa Maria presso San Satiro

Tra le cose da vedere a Milano, la Chiesa di Santa Maria presso San Satiro è una vera chicca se siete appassionati di arte e di prospettiva.

Sita all’inizio di via Torino, in pieno centro città, la Chiesa di San Satiro appare tanto modesta all’esterno quanto sorprendente all’interno. La firma è quella di Donato Bramante che per sopperire alla mancanza di spazio progettò un finto abside, creando uno dei primi esempi di trompe-l’oeil in Italia. Una sosta imperdibile per scoprire il lato più ingegnoso del Rinascimento milanese.

Effetto prospettico all'interno della chiesa di Satiro

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Interno della Chiesa di San Satiro, primo esempio di trompe-l’oeil in Italia

Castello Sforzesco e Parco Sempione

A poche centinaia di metri da Piazza del Duomo Milano cambia volto.

Il Castello Sforzesco, residenza ducale e baluardo difensivo degli Sforza, racconta l’anima rinascimentale della città. Al suo interno ospita musei e collezioni d’arte, tra cui l’ultima opera incompiuta di Michelangelo: la Pietà Rondanini.

Alle spalle del castello si apre Parco Sempione, il polmone verde del centro città, progettato sull’esempio dei giardini inglesi e perfetto per una pausa rilassante o una passeggiata tra laghetti, sculture e scorci suggestivi.

Brera e la Pinacoteca

Dalle mura del Castello ai cortili silenziosi di Brera il passo è breve: siamo nel quartiere degli artisti che ci accoglie con le sue vie acciottolate, le persiane verdi e l’atmosfera discreta. Tra Ottocento e Novecento, Brera era il punto di riferimento privilegiato di artisti, intellettuali e bohémien che ne hanno forgiato l’identità creativa, vivace ancora oggi.

Il cuore del quartiere è la Pinacoteca, una delle gallerie d’arte più importanti d’Italia: all’interno di un ex convento, trasformato in un tempio di bellezza, è possibile ammirare alcuni dei più grandi capolavori del Rinascimento italiano.

Chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore

La Chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore – nota anche come la Cappella Sistina di Milano – è una delle gemme nascoste da visitare in città: il suo tesoro artistico si cela dietro una facciata modesta ed esplode all’interno, interamente affrescato con cicli pittorici realizzati da Luini e dai suoi seguaci, di scuola leonardesca.

Santa Maria delle Grazie e il Cenacolo Vinciano

Solo pochi minuti a piedi separano la Chiesa di San Maurizio da un altro dei must di Milano: Santa Maria delle Grazie, raffinato esempio di architettura rinascimentale che l’UNESCO ha riconosciuto Patrimonio dell’Umanità.

Annesso alla chiesa, il refettorio dell’ex convento dominicano ospita l’ “Ultima cena” di Leonardo, che tra le cose da vedere a Milano occupa indubbiamente un posto d’onore. La nota dolente è che per poter ammirare tanta meraviglia bisogna prenotare con largo anticipo: l’accesso è contingentato a 35 persone per turno e ogni turno dura 15 minuti.

Cimitero Monumentale

Il Cimitero Monumentale è un museo a cielo aperto in cui arte, memoria e architettura si intrecciano l’un l’altra: le edicole, i mausolei, le statue e le cappelle di personaggi illustri – tra cui Alessandro Manzoni, Alda Merini, Salvatore Quasimodo e Dario Fo – raccontano la storia della borghesia milanese tra Ottocento e Novecento.

Disegnato da Carlo Maciachini, il Monumentale di Milano rappresenta la massima espressione dell’arte funeraria. Tra le tombe più fotografate c’è quella della famiglia Campari con una cena scolpita a grandezza naturale e i commensali seduti per l’eternità.

Tomba monumentale della famiglia Campari

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Edicola Davide Campari, da vedere al Cimitero Monumentale

Piazza Affari e il Dito di Cattelan

Piazza Affari, che ospita la sede della Borsa Italiana, sorprende con un’opera fuori dagli schemi dell’artista Maurizio Cattelan: L.O.V.E., comunemente nota come Il dito, raffigura una mano impegnata in un saluto fascista ed erosa dal tempo in tutti gli arti, tranne che nel dito medio.

Una scultura controversa che ha fatto discutere parecchio, ma che oggi è a tutti gli effetti parte integrante del panorama urbano milanese.

Porta Nuova e il Bosco Verticale

Ci lasciamo alle spalle l’ironia dissacrante di Piazza Affari e passiamo alla visione futuristica di Porta Nuova, tappa fondamentale per capire come sta evolvendo la città: grattacieli, piazze sospese e torri di vetro disegnano uno spazio che unisce bellezza, funzionalità e attenzione per l’ambiente.

Cuore del progetto è il Bosco Verticale che nel 2014 si è aggiudicato il podio dell’International Highrise Award come il grattacielo più bello al mondo: due torri residenziali, interamente ricoperte di piante, che rappresentano il prototipo di un’architettura improntata alla biodiversità.

Skyline di Porta Nuova a Milano

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Lo Skyline di Porta Nuova

CityLife e la Milano moderna

Da Porta Nuova ci spostiamo verso ovest con il progetto CityLife che racconta un altro volto della Milano contemporanea.

Tre torri firmate da archistar internazionali, un grande parco urbano e uno dei centri commerciali più moderni d’Italia fanno di questa zona una delle cose da vedere a Milano per chi ama l’innovazione.

Ortica

Le geometrie futuristiche di CityLife passano il testimone all’Ortica, ex-quartiere operaio alla periferia di Milano noto oggi per i murales monumentali realizzati dal collettivo OrticaNoodles che tra volti, storie e simboli, raccontano la memoria sociale della città.

Un luogo ai margini dei classici circuiti turistici che intreccia l’arte pubblica all’identità milanese.

Quadrilatero della moda

Dall’anima popolare dell’Ortica al lusso patinato del centro città con il Quadrilatero della Moda, tappa iconica e imperdibile per chi vuole visitare Milano attraverso lo stile.

Tra via Montenapoleone, via della Spiga, Corso Venezia e via Sant’Andrea si concentra il meglio dell’alta moda italiana e internazionale: con le sue boutique eleganti, le vetrine curate, i palazzi nobiliari e gli hotel esclusivi, il Quadrilatero racconta di una Milano elegante e sofisticata che ha fatto dello stile una forma di accoglienza.

Cosa fare a Milano: 7 esperienze da non perdere

Milano la si visita con gli occhi, ma per capirla davvero bisogna viverla. Di seguito alcune delle esperienze da fare per portarsi a casa un ricordo indelebile della capitale lombarda:

  • l’aperitivo di fine giornata a Milano è un vero e proprio rito: un drink, qualche stuzzichino e due chiacchiere sono sufficienti a rompere il ghiaccio e sentirsi parte integrante della città;
  • una corsa sul tram storico n° 1 – tra carrozze di legno, dettagli in ottone e sedili scricchiolanti – racconta di una Milano che resiste al tempo e si oppone alla fretta che le scorre attorno;
  • godersi Milano dall’alto è il modo migliore per coglierne l’essenza: con le sue guglie, i tetti antichi e gli skyline contemporanei, la città meneghina rivela l’equilibrio perfetto tra passato e presente. Qualche consiglio? La Terrazza della Rinascente, affacciata sul Duomo, o Torre Branca, immersa nel verde di Parco Sempione;
  • il Piccolo Teatro, fondato da Giorgio Strehler nel 1947, è un pilastro della cultura milanese: assistere a uno spettacolo nel primo teatro pubblico d’Italia è un modo piacevole per sentirsi parte della storia di Milano e avvicinarsi all’anima della città;
  • una passeggiata lungo i Bastioni, tra i viali alberati di Porta Venezia e i palazzi d’epoca di Porta Romana, rigorosamente all’ora del tramonto quando il traffico si dirada e Milano rallenta il passo, lasciandosi osservare in silenzio;
  • da oltre novant’anni lo Stadio di San Siro ospita le domeniche dei tifosi, le notti di Champions e concerti indimenticabili: è un simbolo popolare e culturale di Milano, dove la città si ritrova, gioisce, soffre e canta. Partecipare a un tour guidato del Meazza – dagli spogliatoi, al tunnel dei campioni, fino al museo dedicato a Milan e Inter – è un viaggio dietro le quinte di un luogo che ha fatto la storia (e non solo quella di Milano);
  • visitare Palazzo Citterio, il nuovo volto della Grande Brera, che ha riaperto al pubblico dopo oltre cinquant’anni di attesa: un luogo raffinato e raccolto che funge da ponte tra arte antica e arte contemporanea, con opere di Modigliani, Picasso, Boccioni e Morandi.

Milano è molto più di come si mostra a prima vista. É una città fatta di dettagli, di luoghi nascosti, di riti quotidiani e di slanci visionari in cui si alternano silenzio, frenesia, memoria e sperimentazione. A dispetto di quanto si pensi, non è una città che si concede a chi ha fretta, ma sa ricompensare con generosità chi la osserva con occhi attenti, lasciandosi guidare dalla curiosità per spingersi oltre i luoghi comuni.

Milano: come raggiungerla

Milano è una delle città meglio collegate d’Italia, facilmente raggiungibile da qualsiasi parte del mondo grazie alla presenza di tre aeroporti che servono l’area metropolitana:

  • Malpensa, il principale scalo internazionale, è collegato alla città dal Malpensa Express in partenza dalle stazioni di Milano Centrale, Milano Cadorna e Porta Garibaldi, oltre a diverse navette che operano da Milano Centrale;
  • Linate, situato a soli 7 km dal centro città, è raggiungibile in pochi minuti con una corsa in taxi, in bus o a bordo della nuova linea metropolitana M4;
  • Orio al Serio, il regno delle compagnie low-cost, si trova nei pressi di Bergamo ed è collegato a Milano da frequenti shuttle.

Sono eccellenti anche i collegamenti ferroviari – con le stazioni di Milano Centrale, Porta Garibaldi e Rogoredo connesse alle principali località italiane dai treni ad alta velocità – e la fitta rete autostradale che garantisce un accesso comodo e diretto alla città.

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Il delizioso borgo d’artista a due passi da Milano

Arena Po è un piccolo Comune di 1500 abitanti dell’Oltrepò Pavese, affacciato sulla sponda lombarda del Po che guarda il lato piacentino del fiume. Un tempo era una cittadella fortificata e svolgeva un ruolo di grande importanza strategica per i commerci fluviali e per il controllo del territorio, in costante lotta per difendersi da chi voleva accaparrarsene. Dai Visconti, ai francesi, agli spagnoli, il castello di Arena Po, che era collegato al grande fiume tramite un canale diretto, è stato per secoli preso di mira, tanto da essere in gran parte distrutto.

Oltre ai resti del castello e alla chiesa di San Giorgio dell’XI secolo, restaurata negli Anni ’30 del Novecento (tranne la torre campanaria che è originale e risulta essere la più antica della provincia di Pavia), però, non c’erano molti motivi per andare in questo paese della bassa. Almeno fino a pochi anni fa, quando è nato un museo diffuso che si estende per tutto il borgo e, di recente, è stato aperto un museo in un antico palazzo dismesso che, oltre a essere molto interessante per le opere che espone, è l’unico in Italia dove si può anche dormire. Grazie anche a una convenzione stipulata con l’Accademia di Brera e al progetto artistico che lo vede coinvolto, Arena Po è diventato così un Borgo d’Arte.

Il Museo Arte Ambiente Arena Po

L’intero progetto è frutto anch’esso della visione di Gaetano Grillo, pittore, scultore e già direttore di pittura all’Accademia di Brera, che ha scelto Arena Po come terra di sperimentazione. Qui è nato anche il Museo Arte Ambiente Arena Po (MAAAPO), un museo a cielo aperto che fonde arte e natura, disseminando il paesaggio di installazioni, tra il borgo e il parco naturale del Po. Le opere sono collocate all’aperto e sono fruibili liberamente dai visitatori a qualsiasi ora del giorno e della notte, poiché sono anche illuminate dal tramonto all’alba. Grillo ha raccolto in pochi anni molte opere di artisti di fama internazionale, concesse in comodato oppure donate e prodotte in sede da alcuni artisti.

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Fonte: Ufficio stampa

Il ‘Museo Grillo Camere d’Arte’ di Arena Po

Il percorso si snoda principalmente fra le strade del centro storico e sulla ex ripa, oggi una passeggiata artificiale costruita a ridosso dell’argine del Po, fra la Pieve del 1022 e il castello medievale “Torre dè Beccaria”. Sono esposte una ventina di opere tra sculture e murales, di artisti di tutto il mondo. SI può visitare liberamente in qualsiasi momento.

Il museo-hotel, unico in Italia

Qualcuno ha provato a mettere all’asta una notte in un museo su Airbnb, ma nessun museo finora poteva essere considerato anche un albergo a tutti gli effetti. Invece, il Museo Grillo Camere d’Arte che è stato aperto ad Arena Po è un museo-alloggio nato dalla ristrutturazione di una dimora medievale di circa 400 metri quadrati, di proprietà dell’artista. Qui si può visitare il percorso museale ma anche dormire circondati da opere d’arte in una due suite.

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Fonte: Ufficio stampa

Il primo museo d’Italia dove si può anche dormire

“L’idea di Grillo è un esempio virtuoso di come l’arte possa rigenerare un territorio e accendere una nuova luce su un piccolo borgo”, ha spiegato Barbara Mazzali, assessore al Turismo per la Regione Lombardia, presente all’inaugurazione. “Le Camere d’Arte sono molto più che una struttura ricettiva di pregio: sono un’opera vivente, un’esperienza immersiva e personalissima, in cui l’arte diventa accoglienza e il turismo si fa cultura. È questa la direzione in cui vogliamo andare: una Lombardia che sorprende anche fuori dalle rotte consuete, dove anche un piccolo paese può diventare una destinazione grazie alla forza della creatività”.

Le due suite – ognuna di 70 mq, con soggiorno, camera da letto e bagno – sono veri e propri spazi d’artista: ogni oggetto, arredo e decorazione è stato pensato e realizzato da Grillo, in un dialogo continuo tra l’opera e chi la vive. La facciata esterna del palazzo è stata affrescata con il tema “Cultura torna Natura”, mentre all’interno si snoda un percorso espositivo con oltre 50 opere, dagli Anni Settanta a oggi. A completare l’esperienza, un bookshop con ceramiche e pubblicazioni e una terrazza panoramica sul Po, dove contemplare il paesaggio in perfetta armonia con l’arte. “L’arte, se messa in dialogo con il territorio”, ha spiegato la Mazzali “ha la capacità di trasformare e far rivivere i luoghi, attirando viaggiatori curiosi, appassionati e consapevoli”.

Come raggiungere Arena Po

Arena Po si trova a 45 km da Milano, 20 km da Pavia e 30 da Piacenza, in una posizione strategica tra la Lombardia e l’Emilia-Romagna. Una meta ideale per il turismo di prossimità, ma con un’identità forte e riconoscibile. Un luogo perfetto epr una gita fuoriporta. “Lombardia non è solo città d’arte e grandi laghi” ha spiegato l’assessore “ma è anche scoperta di luoghi inediti, dove la qualità dell’accoglienza incontra il fascino di un racconto autentico. Le ‘Camere d’Arte’ sono un perfetto esempio di turismo culturale di alta gamma, sempre più richiesto anche da un pubblico internazionale”.

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Il New York Times innamorato di Milano. Ecco i luoghi top (uno sconosciuto persino ai milanesi)

Chi afferma che Milano è solo una città grigia, poco romantica e focalizzata esclusivamente sul business, una volta scoperti i luoghi raccontati dal New York Times, cambierà sicuramente idea. Sono dieci, tra edifici, ville e chiese, le bellezze omaggiate dal prestigioso giornale statunitense che descrive ai propri lettori una Milano unica e suggestiva mettendo in mostra sia i suoi luoghi più famosi che quelli meno noti (uno è sconosciuto persino ai milanesi!).

Dieci luoghi d’interesse che mostrano la diversità dell’architettura milanese e, di riflesso, la moltitudine delle sue personalità: da quella più pratica alla più elegante, fino a quella che mette in mostra tutta la sua abilità e maestria quando si parla di moda e design.

Duomo di Milano

Il primo luogo raccontato dal New York Times non poteva che essere uno: il famoso Duomo di Milano. Si tratta di uno dei simboli più importanti della città, creato partendo dal progetto di Gian Galeazzo Visconti, il primo Duca di Milano, che immaginò una chiesa realizzata con il particolare marmo bianco rosato della cava di Candoglia. Costruita nel XIV secolo, la cattedrale non fu realmente completata fino al 1965.

Oggi è una delle attrazioni più visitate, conquistando sia per gli interni della maestosa cattedrale che per le sue terrazze percorribili: camminando lungo il percorso, avrete l’opportunità di ammirare da vicino le sue guglie finemente ornate, oltre che godere di una vista unica sulla città e sulla piazza.

Galleria Vittorio Emanuele II

Di fianco al Duomo si trova la Galleria Vittorio Emanuele II, la grandiosa galleria commerciale a quattro piani progettata dall’architetto Giuseppe Mengoni in stile neorinascimentale. La struttura è imponente e si contraddistingue per la presenza di monumentali ingressi ad arco, pilastri riccamente scolpiti e una grande cupola di vetro al centro.

Completata nel 1877, tre decenni prima del celebre grande magazzino Lafayette di Parigi, a cui a volte viene paragonata, è considerata il centro commerciale più antico del mondo e ospita alcuni dei marchi più famosi di Milano.

Galleria Vittorio Emanuele II Milano

Fonte: iStock

La Galleria Vittorio Emanuele II

Villa Necchi Campiglio

C’è la Milano caotica e quella dove, al contrario, regna una pace surreale. Quest’ultima la si può vivere nei suoi quartieri più esclusivi, come il Quadrilatero del Silenzio, dove si resta incantati dalle dimore in stile Liberty e dalle ville con giardini immensi dove vivono in pace anche famiglie di fenicotteri. Qui, il New York Times è rimasto conquistato da Villa Necchi Campiglio, costruita tra il 1932 e il 1935 per l’importante famiglia di industriali da cui prende il nome.

L’architetto, Piero Portaluppi, era noto per la sua capacità nel combinare forme geometriche Bauhaus con materiali sontuosi e le tecnologie più avanzate. La villa, costruita in pietra con finiture in marmo, incorporò interfoni, un ascensore e una piscina riscaldata, oltre a pavimenti in noce e palissandro e pareti rivestite in seta. La sua bellezza ha fatto da sfondo anche al film di Luca Guadagnino “Io sono l’amore”.

Villa Borsani

C’è anche un’altra villa tra i luoghi top citati dal tabloid statunitense: Villa Borsani. Situata nel comune di Varedo, a nord di Milano, mostra una tendenza tipica del XX secolo che vedeva gli architetti interessati non solo alla progettazione della struttura di una villa, ma anche del suo arredamento, così da creare una visione estetica unitaria.

Nel caso di Villa Borsani, fu l’architetto Osvaldo Borsani a completare la casa nel 1945 seguendo lo stile Razionalista, ossia enfatizzando le forme geometriche e i tocchi funzionali. Ecco quindi comparire pezzi di compensato curvato e gomma industriale di Tecno, la sperimentale azienda di arredamento co-fondata da Borsani e suo fratello, ringhiere in vetro per la scala d’ingresso, mosaici astratti nel bagno e un camino scultoreo in ceramica realizzato dall’artista Lucio Fontana, un caro amico di famiglia.

Castello Sforzesco

Come il Duomo, anche il Castello Sforzesco è una tappa immancabile in qualsiasi itinerario alla scoperta di Milano. L’edificio, che prende il nome dalla famiglia Sforza, al governo della città durante il XV e il XVI secolo, è uno degli edifici fortificati più grandi d’Europa. Inizialmente costruito in mattoni a metà del XIV secolo e protetto da merlature e da una torre di guardia centrale, il castello fu la residenza delle famiglie regnanti di Milano fino all’unificazione d’Italia nel 1800.

Nel 1948, dopo che il castello fu gravemente danneggiato dai bombardamenti alleati durante la Seconda Guerra Mondiale, venne riqualificato dal prestigioso studio di architettura BBPR. Oggi, al suo interno potete ammirare i tesori esposti nei suoi otto musei, visitabili con un unico biglietto. Tra questi, citiamo l’opera marmorea la Pietà Rondanini di Michelangelo.

Castello Sforzesco Milano

Fonte: iStock

Il Castello Sforzesco visto dal Parco Sempione

Torre Velasca

La Torre Velasca rappresenta un ponte tra il passato e il presente in una Milano che, nel corso degli anni ’50, stava cominciando ad abbracciare quel cambiamento che ne avrebbe plasmato nel tempo l’identità. Questa torre, infatti, è figlia di un compromesso: quando i grattacieli cominciarono a spuntare dopo la Seconda Guerra Mondiale, nell’ambito della più ampia spinta italiana per modernizzare le sue città, molti residenti non erano particolarmente felici all’idea che le moderne torri ostruissero il paesaggio degli edifici tradizionali, di altezza minore.

È partendo da questa situazione che BBPR creò la Torre Velasca, un grattacielo di 26 piani che ricorda una torre di guardia medievale, con rivestimento in pietra scura, finestre incassate e una cima a forma di fungo sostenuta da puntoni a vista. Ancora principalmente un edificio per uffici, la Torre Velasca ora ospita appartamenti in affitto a breve e medio termine e ristoranti.

Chiesa di Santa Maria Annunciata

Nella lista dei dieci luoghi top di Milano compare anche la Chiesa di Santa Maria Annunciata, progettata da Gio Ponti tra il 1964 e il 1969 come luogo di conforto per i visitatori e i pazienti dell’adiacente Ospedale San Carlo Borromeo, da cui originariamente prese il nome la chiesa. Qui, non solo la pianta, ma anche le porte, le finestre e l’altare sono realizzati con forme simili a diamanti.

Sebbene la chiesa sia uno degli edifici meno conosciuti di Ponti a Milano, rappresenta uno degli esempi più sorprendenti della sua esuberante architettura modernista.

Da Giacomo

Anche i ristoranti, a Milano, diventano luoghi unici non solo dove mangiare, ma anche solo per sbirciare gli interni particolarmente curati. Da Giacomo, per esempio, vanta delicate boiserie dipinte di verde, tende di pizzo fatte a mano e antiche sedie da caffè in legno, mostrandosi ai visitatori in tutta la sua bellezza Liberty…seppur sia stato costruito in tempi più moderni.

Il ristorante, infatti, ha aperto in questa sede nel 1989 dopo che l’interior designer Renzo Mongiardino ne curò l’arredamento: si tratta di una delle poche opportunità per vedere il suo lavoro di persona in quanto si occupò principalmente di allestimenti scenici e di case private, come quelle per Marella Agnelli e Lee Radziwill.

Il Bosco Verticale

Gli ultimi due luoghi citati dal New York Times raccontano una Milano moderna e orientata al futuro, come il Bosco Verticale. Costruito dall’architetto Stefano Boeri nel 2014, nel quartiere di Porta Nuova, fu concepito come un nuovo modello di design sostenibile. L’innovativo complesso di 111 appartamenti comprende due torri (rispettivamente di 19 e 27 piani) con balconi in cemento armato rinforzato con acciaio che ospitano oltre 90 specie di piante, tra cui più di 700 alberi.

Ispirato a vari siti storici, come i Giardini Pensili di Babilonia e la Casa nel Bosco, una casa di metà secolo circondata da una fitta foresta a Varese progettata dalla madre di Boeri, la celebre architetta Cini Boeri, il Bosco Verticale contiene così tanta flora che l’edificio vanta un proprio microclima, che raffresca gli appartamenti durante le calde e umide estati milanesi.

Fondazione Prada

Infine, arriviamo alla Fondazione Prada, un’istituzione culturale creata nel 1993 da Miuccia Prada e da suo marito e socio in affari Patrizio Bertelli. La sede di Milano è stata aperta nel 2015 e progettata dallo studio OMA guidato da Rem Koolhaas, al quale venne affidato il compito di ristrutturare e ampliare un’ex distilleria di gin abbandonata nel quartiere di Largo Isarco, ai margini della città.

Il complesso offre uno spazio per mostre sia temporanee che permanenti, diventando negli anni sinonimo di valorizzazione dell’arte in tutte le sue sfumature. Qui, infatti, vengono accolti progetti di arte contemporanea, fotografia, cinema e architettura. Gli amanti del design non possono esimersi dal farci tappa: l’entrata della Fondazione Prada è affiancata da un lato dalla biblioteca e dal Bar Luce, un locale che il regista americano Wes Anderson ha immaginato ispirandosi ai classici bar milanesi degli anni Cinquanta; dall’altro lato si trovano il Podium, uno spazio dedicato alle esposizioni temporanee, e la Haunted House, la cui facciata è completamente rivestita in foglia d’oro a 24 carati e che ospita la biglietteria e due mostre permanenti.

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Come arrivare all’aeroporto di Orio al Serio da Milano

L’aeroporto di Orio al Serio, conosciuto anche come Milano Bergamo Airport, è uno degli scali più importanti del Nord Italia ed è utilizzato principalmente da compagnie low-cost come Ryanair. Orio al Serio si trova a pochi chilometri da Bergamo e per questo rappresenta un’alternativa conveniente per chi parte da Milano e dintorni.

Ecco tutte le opzioni disponibili per raggiungere l’aeroporto in modo rapido ed efficiente, anche se si vuole optare per i mezzi pubblici.

Dove si trova l’aeroporto di Orio al Serio

L’aeroporto di Orio al Serio si trova in una posizione super strategica: a soli 5 km dal centro di Bergamo e a circa 50 km da Milano, il che lo rende perfetto sia per chi parte dalla città meneghina sia per chi si trova nel cuore della provincia bergamasca.

Ma non finisce qui: lo scalo è situato a due passi dall’autostrada A4 Milano-Venezia, una delle principali arterie del Nord Italia, il che rende l’accesso comodo e veloce sia in auto che con i mezzi pubblici. In pratica, è il punto di partenza ideale per volare low cost in Europa… E tornare giusto in tempo per l’aperitivo a Milano!

Raggiungere l’aeroporto di Orio al Serio in bus navetta

Una delle opzioni più comode per arrivare all’aeroporto di Orio al Serio da Milano è il bus navetta, un servizio attivo 7 giorni su 7, con corse frequenti in diversi orari del giorno e della notte.

I bus partono principalmente dalla Stazione Centrale di Milano e impiegano circa 50 minuti per raggiungere l’aeroporto, traffico permettendo. Diverse compagnie offrono questo servizio, quindi è consigliabile verificare gli orari e le tariffe aggiornate sui siti ufficiali delle aziende di trasporto.

Raggiungere Orio al Serio in autobus privato

Per chi desidera maggiore flessibilità, esistono anche autobus privati, come l’Orio Shuttle, che collegano direttamente Milano Centrale con l’aeroporto. La tariffa per una corsa singola è di circa 10 euro e i mezzi operano dalle 3:15 alle 22:45 nei giorni feriali e dalle 4:25 alle 22:45 la domenica.

Alcuni servizi collegano anche l’aeroporto di Milano Malpensa con Orio al Serio, con una fermata intermedia a Monza.

Prenota qui il tuo trasferimento da e per Milano Centro se viaggi per l’aeroporto di Orio al Serio!

Raggiungere l’aeroporto di Orio al Serio in treno

Non esiste un collegamento ferroviario diretto con l’aeroporto di Orio al Serio. Tuttavia, è possibile raggiungere la stazione ferroviaria di Bergamo e da lì prendere un autobus del servizio ATB (Auto Trasporti Bergamo) che in circa 10 minuti arriva al terminal.

I treni da Milano Centrale a Bergamo sono frequenti e impiegano circa 1 ora per il tragitto. Il costo del biglietto è di circa 5,50 euro per una corsa singola.

Raggiungere l’aeroporto di Orio al Serio in auto o taxi

Chi viaggia in auto non deve scoraggiarsi, perché arrivare a Orio al Serio non richiede molto tempo, soprattutto da Milano: in auto, infatti, si può prendere l’autostrada A4 Milano-Venezia e uscire al casello di Bergamo, seguendo poi le indicazioni per l’aeroporto. Sono disponibili diversi parcheggi a pagamento nei pressi del terminal.

Per chi preferisce il taxi, il costo di una corsa dalla Stazione Centrale di Milano all’aeroporto è di circa 100 euro, rendendola la soluzione meno economica ma più comoda in caso di viaggi con bagagli ingombranti o in orari notturni.

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Le nuove location del Fuorisalone che aprono a Milano per la Design Week 2025

Dal 7 al 13 aprile 2025, Milano si anima per gli eventi del Fuorisalone in occasione della Design Week, uno degli appuntamenti più attesi e più vivaci che la città possa ospitare. Ogni quartiere e ogni angolo diventa location di eventi, installazioni, showroom e pop-up store. E ogni anno è l’occasione anche per i milanesi di visitare luoghi inediti solitamente chiusi al pubblico.

Quest’anno, tra le novità, ci sono palazzi storici e fabbriche dimesse, sotterranei e nuove zone da esplorare. Ecco i luoghi imperdibili durante il Salone del Mobile di Milano.

Chiostri di San Simpliciano

Per la prima volta i Chiostri di San Simpliciano, dietro corso Garibaldi, aprono al pubblico per un evento del Fuorisalone. Si tratta della mostra Bamboo Encounters by Gucci, La mostra vuole esplorare il ruolo del bambù nella storia della Maison in modi unici e inaspettati attraverso le opere di designer contemporanei. L’evento è curato da 2050+ e dal suo fondatore, Ippolito Pestellini Laparelli. Il programma è suddiviso in quattro atti, ognuno dei quali sviluppa diverse dimensioni di “encounters”, articolate attraverso imaginaries, materials, crafts e narratives. La partecipazione è libera, previa prenotazione. Dall’8 al 13 aprile, dalle 10 alle 19.

Stazione ferroviaria Cadorna

FNM, il principale gruppo integrato nella mobilità sostenibile in Lombardia, organizza all’Altro Deposito Bagagli, nella galleria commerciale presso la Stazione di Milano Cadorna, un’esperienza immersiva intitolata “Che storia, l’olfatto!”, un laboratorio di rievocazione storica della ferrovia attraverso i cinque sensi. Si inizia dall’olfatto: i profumi, come delle vere e proprie macchine del tempo, danno vita a un viaggio alla riscoperta di luoghi, sensazioni e situazioni particolari. Ingresso libero su prenotazione dalle 14 alle 20.

Casa Ornella

Durante la Design Week, la designer Maria Vittoria Paggini apre al pubblico il proprio appartamento via Conca del Naviglio, 10, nel cuore delle 5Vie, che, quest’anno, diventa uno spazio espositivo permanente in continuo cambiamento chiamato “Mediterranea – Andamento Lento”, un viaggio attraverso il Mediterraneo. Casa Ornella si può visitare da lunedì 7 a sabato 12 aprile, dalle 10.00 alle 18.00 e domenica 13 aprile, dalle 10:00 alle 16:00.

Piazza Cesare Beccaria

In occasione della Design Week 2025, in piazza Cesare Beccaria a Milano si può visitare Ottagono Lodge, un’innovativa soluzione abitativa che ridefinisce il concetto di ospitalità di lusso. Nato dalla collaborazione tra Dal Pozzo Group e blueArch, lo studio altoatesino e milanese che vanta progetti iconici, tra cui lo chalet di Elon Musk in Val Badia,  è un modulo abitativo eco-friendly e di design, progettato per integrarsi armoniosamente in qualsiasi contesto naturale, dalle località mediterranee alle vette alpine. Questo rifugio mobile rappresenta un’opportunità unica per il settore turistico, offrendo un’esperienza di soggiorno in contesti naturali incontaminati. La sua struttura modulare e facilmente trasportabile lo rende ideale per la creazione di resort di lusso, glamping o suite esclusive.

Palazzo Donizetti

In via Gaetano Donizetti, 48, all’interno di Palazzo Donizetti, un gioiello architettonico del XIX secolo, viene allestito l’Appartamento by Artemest, un’esposizione di sei rinomati designer di fama mondiale che trasformano ciascuno una stanza esponendo una straordinaria selezione di arredi, illuminazione, arte e decori dei migliori artigiani e artisti presenti.

Chiostro delle Rane

Si chiama così il chiostro di Santa Maria delle Grazie del 1400. Qui, l’architetto Luca Trazzi, in collaborazione con F.A.N. Europe Lighting, firma “Graffito di Luce”, un’installazione luminosa che trae ispirazione da un antico graffito floreale rinascimentale, formato da 24 lampade sospese nel chiostro, con 32 raggi ciascuna che creano un’atmosfera raccolta. Nel giardino interno e nella sacrestia si innalzano strutture luminose che reinterpretano il fiorellino del graffito attraverso fili di alluminio anodizzato color oro.

La Martina corso Garibaldi

La Martina debutta alla Design Week 2025 con un’installazione all’esterno del proprio storie di corso Garibaldi dal titolo “The Chair Before the Game”, un tributo scultoreo ai giocatori di Polo. Fulcro del progetto è una serie di sedie scultoree vintage upcycled, trasformate in oggetti emozionali dall’artista e direttore artistico del brand Michel Rosenfelder.

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Fonte: Ufficio stampa

L’installazione “The Chair Before the Game” al Fuorisalone 2025

Area industriale zona Barona

Due spazi industriali in via Biella 6, in zona Barona a Milano, prendono vita durante il Fuorisalone. Il primo, nell’ex area SPA – Società Prodotti Antibiotici, e il secondo nella Fondazione Rodolfo Ferrari con il tema “Crafting tomorrow, rising ideas” con cui l’azienda LABÒ accoglie 35 tra designer, artisti e aziende internazionali che esplorano il progetto come trasformazione.

Fabbriche Alcova

Alcova allestisce due nuovi spazi, l’ex Fabbrica SNIA e le Serre di Pasino con installazioni artistiche come “Under The Volcano”, delle imponenti torri rivestite in lava di Francesco Meda e David Lopez Quincoces, “Ghost Orchids”, di Marcin Rusak e “Soft Horizons”, che comprende delle sculture di Objects of common interest.

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Design Week 2025 a Milano tra cultura, creatività e memoria storica

Mentre si prepara a ospitare la Design Week 2025, Milano si trasforma in un vero e proprio palcoscenico internazionale della creatività. Il Fuorisalone, come ogni anno, rompe i confini degli spazi espositivi canonici e si espande nella trama urbana e oltre, coinvolgendo quartieri, edifici storici, ex aree industriali, showroom e anche i comuni limitrofi.

Vivere il design non significa più solo osservare installazioni o partecipare a eventi, ma diventa un’esperienza immersiva e narrativa, ricca di luoghi, storie, persone e tradizioni.

Greater Milan: itinerari d’autore per vivere il design oltre il centro

È proprio in questa prospettiva che nasce Greater Milan, il progetto ideato da Elesta Travelling Passion, che propone un approccio inedito al racconto del design milanese. I tour ideati dai travel designer dell’agenzia non si limitano a esplorare le icone del passato o gli highlight contemporanei del Fuorisalone 2025, ma costruiscono un percorso complesso e sfaccettato, capace di attraversare epoche, territori e linguaggi differenti.

L’obiettivo non è semplicemente mostrare, ma contestualizzare: capire perché Milano è diventata una capitale del design, quali figure ne hanno tracciato la traiettoria, quali sperimentazioni stanno dando forma al presente e come il tessuto urbano e sociale dialoghino con oggetti, forme e materiali.

Un omaggio ai grandi maestri: Magistretti, Ponti, Portaluppi e De Lucchi

Uno dei punti di forza degli itinerari proposti è l’approfondimento del lavoro dei grandi maestri del design italiano, la cui eredità è ancora palpabile nella Milano di oggi. Uno degli itinerari, intitolato Concept Design, parte dallo studio-museo di Vico Magistretti, trasformato in un luogo di memoria viva.

Un altro tour affascinante mette in dialogo due figure come Gio Ponti e Piero Portaluppi, concentrandosi sul loro contributo nel campo delle porcellane e delle ceramiche, con particolare riferimento alla sontuosa Villa Necchi Campiglio dove il design della tavola diventa quasi una messa in scena teatrale.

E poi c’è Michele De Lucchi, figura cardine del design contemporaneo, il cui lavoro viene raccontato attraverso un itinerario che si snoda tra spazi pubblici, ambienti privati e contesti industriali.

Oltre i confini: Lurago d’Erba, il “paese degli intrecci”

Ma il progetto Greater Milan non si ferma ai confini della metropoli. Tra gli itinerari più originali e suggestivi spicca quello che conduce a Lurago d’Erba, in provincia di Como, conosciuto come il “paese degli intrecci”. Qui, la tradizione della lavorazione del vimini e delle fibre vegetali ha incontrato nel tempo l’innovazione del design, in un connubio che ha portato alla nascita di oggetti riconosciuti a livello internazionale.

Il cuore pulsante del racconto è il museo aziendale della storica impresa Bonacina 1889, fondata da Giovanni Bonacina, al cui interno è possibile ripercorrere la storia dell’azienda grazie a pezzi entrati nel mito, come le poltrone Gala e Margherita, la seduta Continuum disegnata da Gio Ponti o la celebre poltrona Nastro di Joe Colombo.

Cabiate e la tradizione del legno

Da Lurago, il viaggio prosegue nel cuore della Brianza del legno e dell’arredo, con una tappa a Cabiate, definita non a caso il “paese delle sedie”.

La Scuola d’Arte di Cabiate, fondata nel 1894, nasce proprio per affinare le competenze della lavorazione del legno, e per trasformare i falegnami in veri e propri ebanisti. I loro mobili, pensati dapprima per le dimore nobiliari della zona, sono poi approdati nelle esposizioni internazionali, segnando il passaggio da mestiere a forma d’arte.

L’itinerario permette di ascoltare le storie dalla voce dei maestri artigiani, di osservare il processo di intaglio e intarsio e perfino di cimentarsi in laboratori esperienziali che avvicinano al mondo della produzione d’eccellenza.

A poca distanza, il Museo del Design di Lissone offre una visione più ampia del panorama progettuale lombardo, con una collezione di oltre 300 oggetti, tra prototipi, disegni e progetti d’autore.

Villa Perego e le “ville di delizia”

La conclusione del tour porta a Inverigo, località soprannominata il “paese delle ville di delizia” per l’elevata concentrazione di dimore storiche nel suo territorio. Tra queste, Villa Perego rappresenta una tappa imperdibile: una residenza settecentesca perfettamente conservata, i cui interni sono arredati con mobili originali di ebanisteria locale, testimonianza viva della maestria artigiana brianzola del XVIII secolo.

Il contesto che circonda la villa (le antiche scuderie, la cappella privata e un vasto parco) contribuisce a disegnare un’atmosfera sospesa tra passato e presente.

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Milano si trasforma un museo a cielo aperto per la Design Week: le installazioni e gli eventi più belli

La città meneghina si accende di creatività ed è pronta a stupire nuovamente con un calendario fittissimo di appuntamenti per la Design Week. Dopo aver fatto da traino per le tendenze moda durante la fashion week, il capoluogo lombardo si trasforma in un museo a cielo aperto tra cortili nascosti, piazze iconiche e vie pulsanti di vita, installazioni spettacolari e eventi imperdibili. In concomitanza con il Salone del Mobile e gli appuntamenti del Fuorisalone si può approfittare della Design Week con tantissime attività che animano la città dal 7 al 13 aprile. Ecco le imperdibili.

Anteprima del Villaggio Olimpico e Paralimpico di Cortina d’Ampezzo

Dal 7 al 13 aprile, l’ADI Design Museum ospita un’installazione esclusiva dedicata al Villaggio Olimpico e Paralimpico di Cortina 2026. Un viaggio immersivo tra design modulare, sostenibilità e innovazione Made in Italy, dove l’architettura temporanea diventa simbolo di inclusività e rispetto ambientale. Cuore del progetto? Un’esperienza abitativa su ruote, senza consumo di suolo, 100% riutilizzabile e accessibile: 377 unità mobili pensate per accogliere ogni atleta, nel segno della flessibilità e dell’eccellenza green (certificazione EPD inclusa!). In programma anche due panel imperdibili (il 7 aprile) per scoprire come il design open-air stia rivoluzionando l’ospitalità, dal mondo dello sport al turismo e oltre. L’evento è gratuito, basta registrarsi sul sito ufficiale.

Anteprima del Villaggio Olimpico e Paralimpico di Cortina d’Ampezzo

Fonte: Ufficio Stampa

Villaggio Olimpico e Paralimpico di Cortina d’Ampezzo: l’anteprima durante la Design Week

Fabbrica Design Week

Dall’8 al 13 aprile, la Fabbrica del Vapore torna protagonista della Milano Design Week con la seconda edizione di Fabbrica Design Week: sei giorni di pura contaminazione creativa tra installazioni sperimentali, arte d’archivio e un festival musicale da non perdere. Sotto il titolo “Brave New World”, oltre 5000 mq di spazi espositivi indoor e outdoor si trasformano in un laboratorio a cielo aperto per università, collettivi, giovani designer e curatori. E la sera? Due palchi all’aperto faranno vibrare l’area con il meglio della scena elettronica internazionale – tra cui Richie Hawtin, Chloé Caillet, Lele Sacchi e tanti altri. Imperdibile anche la mostra “Nanda Vigo. Sineddoche d’archivio”, che svela per la prima volta i materiali dell’archivio CASVA donato alla città di Milano: un’immersione nel mondo visionario di una pioniera del design e dell’arte contemporanea. Tutto gratuito. Tutto da vivere.

WE, HUMANIMALS al nhow Milano

Nel cuore del Tortona Design District, nhow Milano torna a stupire con una nuova mostra collettiva che è un vero viaggio tra istinto e identità: “WE, HUMANIMALS – Strabiliante Bestiario Contemporaneo”, visitabile fino al 4 ottobre 2025. Curata da Laura Tartarelli insieme al critico Matteo Pacini, la mostra invade lobby e corridoi dell’hotel con le opere di nove artisti – tra cui Sandro Gorra, Sabrina Ferrari, Alex Belli e Federico Tolardo – che raccontano il sottile confine tra uomo e animale in una fusione selvaggia di emozione, forma e simbolismo. Metà umano, metà bestia, totalmente wow: tra colori esplosivi, corpi ibridi e libertà espressiva, l’hotel si trasforma in un bestiario contemporaneo dove la diversità è potenza creativa e ogni angolo parla di metamorfosi. Una mostra che è tutto tranne che convenzionale – proprio come il nhow.

Brera Design Week

Dal 7 al 13 aprile, Brera Design District torna con una delle edizioni più ricche di sempre: 204 showroom, 14 nuove aperture e quasi 300 eventi diffusi nel cuore creativo del quartiere Brera.Tema di quest’anno? Mondi Connessi, un invito a esplorare l’incontro tra design, natura, tecnologia e arte attraverso esperienze immersive e visionarie.

Tra i protagonisti:

  • Portanuova Vertical Connection. Un’installazione modulare e sostenibile firmata Evastomper Studio, guidata dall’intelligenza artificiale e impreziosita dalla consulenza del botanico Stefano Mancuso. Un percorso multisensoriale tra città e verde urbano, dove le piante diventano messaggere del futuro;
  • Glo for art. Torna con “Hyper Portal” di Michela Picchi, un mix pop-surrealista tra colori accesi e tecnologie invisibili: arte interattiva in movimento, a Palazzo Moscova 18;
  • Grand Seiko presenta “Frozen” di Tokujin Yoshioka. Una scultura di luce ispirata all’acqua e al tempo, in dialogo con l’eleganza delle sue creazioni orologiere;
  • Gucci Bamboo Encounters. I Chiostri di San Simpliciano, la Maison reinterpreta il bambù con 7 installazioni firmate da designer internazionali, tra memoria, sostenibilità e creatività;
  • Loro Piana x Dimoremilano. Un’installazione immersiva e scenografica che trasforma la casa in un rifugio poetico, tra sogno e realtà;
  • MUJI firma una “casa manifesto” nel Giardino Pippa Bacca. Minimalismo giapponese, materiali bio-based e sostenibilità urbana in una struttura modulare pensata per il benessere metropolitano.

Palazzo Cordusio entra nel mondo di Persefone

Dal 7 al 24 aprile, Palazzo Cordusio Gran Meliá si trasforma in un luogo sospeso tra luce e ombra grazie a Persephone’s World, l’installazione firmata dalla talentuosa Mirei Monticelli. Ispirata al mito greco della dea Persefone e al tema Mondi Connessi del Fuorisalone 2025, l’opera crea un’esperienza immersiva e simbolica, dove design, luce e materia raccontano il passaggio tra vita e aldilà. Un arco luminoso accoglie i visitatori all’ingresso, mentre lingue di fuoco e un globo radiante narrano la rinascita ciclica della natura. In un gioco di illusioni e riflessi infiniti, lo specchio di Costantini Design dissolve i confini tra i mondi, offrendo un viaggio estetico che è anche spirituale.

Una piazza tech a tema design

Nel cuore della Milano Design Week 2025 prende vita The Amazing Plaza, un’installazione che rilegge in chiave contemporanea la storica piazza italiana da sempre luogo d’incontro, scambio e scoperta. Al centro della scena, un padiglione monumentale che unisce eleganza classica e innovazione hi-tech, attorno al quale si snodano tre aree tematiche dedicate all’universo della casa: arredo, illuminazione, smart living e accessori tech, con una particolare attenzione all’eccellenza delle PMI italiane. Un’esperienza immersiva tra funzionalità e meraviglia, dove il design diventa protagonista della vita quotidiana, proprio come accadeva nelle piazze di una volta.

The Amazing Plaza Design Week 2025

Fonte: Ufficio Stampa

The Amazing Plaza, uno degli eventi da non perdere durante la Design Week

Il Cervello Origami di Tony Pignatelli con Moleskine in zona Tortona

Dal 7 aprile, BASE Milano si trasforma in un laboratorio creativo grazie a _Unleash Your Genius_, il progetto Moleskine che celebra la scrittura a mano come motore di innovazione, benessere e immaginazione. Protagonista assoluto: il Cervello Origami di Tony Pignatelli, una monumentale scultura in carta Moleskine che rende visibile il potere del pensiero scritto. Un’ode al gesto più semplice e rivoluzionario: impugnare una penna e lasciar fluire le idee.L’installazione è accompagnata da esperienze interattive che mettono al centro la creatività di ognuno attraverso un muro della creatività condivisa e laboratori live di disegno, calligrafia e scrittura.

Superdesign Show a tema happiness

A 25 anni dalla nascita di Superstudio Più in via Tortona, la venue che ha dato il via al fenomeno Fuorisalone, Superdesign Show celebra il suo anniversario con un tema pieno di energia positiva: HAPPINESS. Un invito aperto a designer, brand e creativi a portare la felicità dentro ogni progetto, ogni installazione, ogni esperienza. Il risultato? Un viaggio emozionante tra idee che fanno bene all’anima e bellezza che stimola i sensi. Con oltre 70 designer da 10 nazioni, 20+ progetti internazionali e il coinvolgimento di 3 continenti, questa edizione è una vera e propria festa globale del design contemporaneo. Un evento visionario curato da Gisella Borioli, con la direzione artistica di Giulio Cappellini.

Città vista cielo, una mostra che unisce arte e viaggio

In occasione della Milano Art Week  Fuorisalone, l’Agenzia di Turismo 5 Giornate presenta Città viste dal cielo, una mostra che unisce lo sguardo artistico al desiderio di scoperta. Protagoniste sono le opere di Luigi Angiuli, artista visionario che trasforma 12 planimetrie urbane in paesaggi astratti e onirici, come se le città fossero osservate da un aereo o da un satellite. Le sue mappe sospese nel tempo e nello spazio raccontano la complessità delle metropoli contemporanee e il senso dell’abitare umano dentro di esse. La mostra inaugurata il 1 aprile resta visitabile gratuitamente fino all’11 aprile, durante gli orari di apertura dell’agenzia.