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Foliage, borghi e tradizioni: il Gargano che incanta in autunno

Quando l’estate sfuma e le folle si diradano, la Puglia più autentica si risveglia in una luce nuova, raccolta e sorprendente. L’autunno è il tempo dei colori caldi, dei profumi intensi, dei sapori che sanno di casa.

Sul Gargano, affascinante promontorio che si affaccia sul blu dell’Adriatico, tra foreste millenarie, spiagge dorate e centri storici ammantati di leggenda, si snoda un itinerario ideale per chi cerca una bellezza più lenta e profonda.

Tutto il fascino dei borghi

L’autunno è la stagione perfetta per scoprire i borghi del Gargano, quando le pietre delle case si tingono di una luce morbida e le vie si svuotano: è il momento in cui ci si può perdere davvero tra i vicoli, ascoltare le voci dei residenti, fermarsi ad ammirare un tramonto senza fretta.

Vico del Gargano è uno di quei luoghi che sembrano disegnati per le passeggiate d’autunno. Chiamato il “Borgo degli Innamorati“, intreccia i vicoli come fili di un racconto che parla d’arte e di memoria e vanta il famoso Vicolo del Bacio, stretto e romantico. Ma non è tutto: il castello normanno domina dall’alto, le chiese custodiscono antichi riti, il Trappeto Maratea rievoca il mondo rurale del passato.

Vieste, regina del turismo estivo, in autunno rivela la sua anima più vera. Il centro storico, con le case bianche che si arrampicano sulla roccia, diventa un piccolo teatro di vita quotidiana. Niente caos, niente fretta: solo il suono dei passi, delle voci dei viestani che si ritrovano nelle piazze o nei ristoranti di famiglia.

Monte Sant’Angelo è invece il borgo del sacro dove la stagione autunnale rende ancora più intensa l’esperienza al Santuario di San Michele Arcangelo. Si entra nella grotta con rispetto, con la consapevolezza che non è solo un sito religioso, ma una delle mete di pellegrinaggio più antiche d’Europa. La scalinata angioina, il portale romanico, le lapidi millenarie: tutto parla di fede, di mistero, di leggende che ancora abitano queste mura.

Tra foreste antiche e spiagge deserte

Foliage nella Foresta Umbra in autunno, Gargano

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Tutto il fascino della Foresta Umbra in autunno

Non è solo tra le pietre dei borghi che si manifesta l’autunno del Gargano: è nei boschi profondi e nelle spiagge silenziose che si compie la vera magia.

La Foresta Umbra è il cuore verde del promontorio garganico, una distesa di alberi secolari che in autunno si accende di colori sorprendenti. Faggi, aceri, querce: ogni specie dà il suo contributo a un quadro che muta giorno dopo giorno. Camminare tra i sentieri significa “sentirsi piccoli” di fronte a una natura grandiosa. Il laghetto nascosto nel cuore della foresta, poi, è un piccolo miracolo: in questa stagione riflette le chiome colorate e il cielo terso, per un’immagine che sembra appartenere a una fiaba.

Poi c’è il mare. Le spiagge di Vieste, che in estate pullulano di vita, in autunno si svuotano, e lasciano spazio al suono delle onde e al profumo dell’aria salmastra. La Spiaggia del Pizzomunno, con il monolite leggendario, appare ancora più maestosa quando è avvolta nel silenzio, mentre la Baia di Scialmarino, ampia e tranquilla, invita a passeggiare a piedi nudi sulla sabbia fresca.

E non mancano le calette nascoste, da cercare come tesori, dove fermarsi ad ascoltare il vento e il mare senza pensieri.

Tradizioni, sapori e riti

Nel Gargano, l’autunno è una stagione che si celebra, che si vive con riti millenari, sapori intensi e tradizioni che continuano ad animare il territorio.

A Peschici, ad esempio, il cambio di stagione è segnato da una delle manifestazioni più attese: la Sagra dei Sapori d’Autunno. Intorno al primo novembre, il centro storico si anima con profumi, colori e bancarelle di prodotti tipici. Le stradine, di solito tranquille, si popolano di visitatori e abitanti che si ritrovano attorno a caldarroste fumanti, piatti rustici preparati con funghi freschi, dolci della tradizione che raccontano storie di famiglia e calici di vino locale.

Panorama di Peschici al tramonto, Gargano

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Veduta di Peschici al tramonto

Ma c’è anche un altro rituale che scandisce l’autunno, ovvero la raccolta delle olive. Camminando nei dintorni di Peschici o lungo le strade che costeggiano la Foresta Umbra, è facile imbattersi in piccoli gruppi di contadini al lavoro tra gli ulivi. È un gesto antico, ripetuto con rispetto e precisione, che culmina nella produzione di uno degli oli extravergine più pregiati della Puglia. In molti frantoi è possibile partecipare a visite guidate, assistere alla spremitura a freddo e degustare l’olio ancora verde e profumato, che racchiude tutto il carattere della terra garganica.

Per chi ama coniugare natura e movimento, l’autunno è anche la stagione perfetta per immergersi nei percorsi di trekking più suggestivi del promontorio.
Le traversate che collegano Carpino a Monte Sant’Angelo donano panorami spettacolari sul cuore sacro del Gargano, tra uliveti e vallate silenziose, i sentieri tra Vignanotica e la Baia dei Faraglioni vantano vedute che si affacciano sul mare turchese, ora calmo e limpido come non mai, mentre le escursioni nella Foresta Umbra si tingono di rosso, giallo e oro, in un foliage sospeso tra sogno e realtà.

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Alla scoperta di Monte Sant’Angelo, il cuore spirituale del Gargano

Monte Sant’Angelo non è un borgo qualsiasi ma una suggestiva cittadina che da secoli accoglie pellegrini provenienti da ogni angolo d’Europa, attratti dal fascino del culto micaelico. Infatti, secondo la tradizione, qui apparve l’Arcangelo Michele in una grotta che divenne presto meta di devozione, santuario nazionale dei Longobardi e tappa obbligata lungo le vie dei Crociati diretti a Gerusalemme. Non stupisce, quindi, che santi, papi, re e semplici fedeli abbiano percorso le sue strade con lo stesso spirito di ricerca e speranza.

Il borgo, il più elevato del Gargano con 843 metri d’altezza, domina dall’alto lo sperone roccioso su cui sorge. Lo sguardo si perde da un lato verso la vastità del Tavoliere delle Puglie e dall’altro verso il Golfo di Manfredonia, in un panorama che sembra non avere confini. Monte Sant’Angelo è oggi sede del Parco Nazionale del Gargano e fa parte del Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO, un riconoscimento che ne sottolinea il valore storico, culturale e spirituale.

Il cuore del borgo batte intorno al Santuario di San Michele Arcangelo, ma la sua anima si riflette anche nei vicoli medievali, nelle case bianche del Rione Junno e nelle mura imponenti del castello, testimone delle dominazioni che si sono susseguite nei secoli.

Il mistico Santuario di San Michele Arcangelo

Il Santuario di San Michele Arcangelo è senza dubbio il simbolo del borgo e la sua ragione d’essere. Dichiarato Patrimonio dell’Umanità UNESCO, è un punto di riferimento per milioni di pellegrini ogni anno. La basilica si sviluppa su due livelli: quello superiore, con il portale romanico e il campanile, e quello inferiore, che conduce alla grotta delle apparizioni.

Percorrendo la scenografica scalinata angioina, ci si ritrova in un ambiente che sembra sospeso nel tempo. Le porte bronzee, fuse a Costantinopoli nel 1076 su commissione del nobile amalfitano Pantaleone, introducono a un luogo intriso di fede, dove gli altari e le immagini sono realizzati direttamente nella roccia, quasi a fondere natura e sacralità. Al centro troneggia la splendida statua marmorea di San Michele, opera di Andrea Sansovino, e poco distante la cattedra vescovile del XII secolo, scolpita in pietra, che aggiunge ulteriore solennità all’ambiente.

Visitare il Santuario non significa solo ammirare un monumento di inestimabile valore artistico, ma anche percepire l’intensità di secoli di preghiere, speranze e promesse custodite tra quelle mura e quelle rocce.

Santuario di San Michele Arcangelo a Monte Sant'Angelo, Puglia

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Il suggestivo Santuario di San Michele Arcangelo

Tappe da non perdere oltre al Santuario

Tuttavia, una visita a Monte Sant’Angelo non si esaurisce con il Santuario. Il borgo custodisce infatti angoli di rara suggestione che raccontano un passato vivo e vibrante.

Il quartiere medievale Rione Junno

Se il Santuario rappresenta il cuore spirituale del borgo pugliese, il Rione Junno ne incarna l’anima popolare e autentica.

È il quartiere più antico e caratteristico di Monte Sant’Angelo, un dedalo di viuzze strette in cui le casette bianche si rincorrono una accanto all’altra come in un presepe. Abitazioni di appena trenta metri quadrati che un tempo ospitavano famiglie numerose, oggi raccontano la vita semplice e laboriosa di chi abitava queste strade.

Passeggiare nel Rione Junno vuol dire respirare un’atmosfera d’altri tempi, tra i profumi della cucina tradizionale che ancora si diffondono dalle finestre e le vedute che si aprono all’improvviso sul paesaggio garganico.

Qui si trovano anche il Complesso di San Pietro, con la Chiesa di Santa Maria Maggiore in stile romanico pugliese e la suggestiva Tomba di Rotari, e il Museo Tancredi META, che raccoglie le arti e le tradizioni locali, per un’immersione totale nella cultura del Gargano.

Il Castello Normanno-Svevo-Angioino-Aragonese

Imponente e affascinante, il Castello di Monte Sant’Angelo veglia sul borgo da secoli, trasformandosi e adattandosi alle esigenze dei popoli che vi si sono succeduti. Ogni dominazione ha lasciato un segno indelebile: i Normanni edificarono la torre dei Giganti e la torre Quadra, mentre Federico II di Svevia aggiunse la preziosa Sala del Tesoro.

Gli Angioini lo utilizzarono soprattutto come carcere, conferendogli un aspetto severo e austero. Ma è con gli Aragonesi che la fortezza assunse la fisionomia più vicina a quella attuale: il torrione a forma di mandorla e il fossato antistante il portale furono costruiti per rafforzare le difese contro gli attacchi nemici.

Oggi il castello, dalle mura possenti e le torri che svettano verso il cielo, oltre a essere un notevole monumento storico, è anche un luogo che permette di abbracciare con lo sguardo tutta la bellezza del Gargano.

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Vignanotica, la spiaggia segreta del Gargano ti lascerà senza fiato

Incastonata tra le alte scogliere del Gargano, in Puglia, lungo la Provinciale 53 che collega Vieste e Mattinata, la spiaggia di Vignanotica è un piccolo paradiso che sembra essersi sottratto al tempo. Qui, dove le falesie calcaree si tuffano nel mare Adriatico e la natura domina incontrastata, si trova una delle baie più affascinanti e meno conosciute d’Italia. Una destinazione ideale per chi cerca pace, bellezza e un contatto autentico con il paesaggio mediterraneo.

È una spiaggia composta da sabbia mescolata a ghiaia e piccoli ciottoli, che si estende per circa 500 metri. Alle sue spalle svetta una ripida parete di roccia calcarea, bianca e imponente, mentre lungo la costa si aprono numerose grotte modellate dall’erosione del mare. Con l’ausilio della computer grafica, è stata anche sfondo dell’isola delle Amazzoni nel film Wonder Woman del 2017.

Un angolo nascosto tra Mattinata e Vieste

La spiaggia di Vignanotica si trova nel cuore del Parco Nazionale del Gargano. Lontana dai circuiti turistici più battuti, si raggiunge percorrendo una strada panoramica e poi un breve sentiero a piedi, oppure via mare in barca o kayak. È proprio questa leggera difficoltà d’accesso a renderla così speciale: chi arriva fin qui sa che sta per vivere un’esperienza diversa, più intima e immersiva.

La baia è protetta da alte falesie bianche che, con il passare delle ore, si colorano di sfumature dorate e rosate grazie alla luce del sole. Il mare, limpido e azzurro, si apre su una riva di sassolini chiari e levigati, che scricchiolano sotto i piedi e restituiscono un suono naturale e rilassante.

Vignanotica Puglia

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Vignanotica Puglia

Qui il tempo sembra rallentare. Non ci sono stabilimenti balneari invasivi, ma piccole strutture minimali che offrono il necessario, senza turbare l’equilibrio del paesaggio. Anche nei mesi estivi, è possibile trovare angoli tranquilli dove leggere, meditare o semplicemente ascoltare il rumore del mare e del vento tra gli alberi.

Il mare è ideale per lo snorkeling, grazie alla presenza di fondali limpidi e ricchi di fauna marina. Nelle giornate più calme si può anche esplorare le grotte marine scavate nella roccia, veri e propri tesori geologici accessibili a nuoto o con piccole imbarcazioni.

Quando visitarla e come raggiungerla

I mesi migliori per visitare la spiaggia di Vignanotica sono giugno e settembre, ma anche in alta stagione mantiene un’atmosfera appartata e rilassata. Vignanotica è un luogo che invita a rallentare, a osservare, a respirare. È la meta ideale per chi ama le spiagge selvagge, l’assenza di rumore artificiale, i paesaggi scolpiti dalla natura e la sensazione di trovarsi in un luogo unico, non replicabile altrove.

La sua bellezza discreta, la sua luce e la sua quiete restano nella memoria come uno dei volti più autentici e poetici del Gargano. La spiaggia è facilmente raggiungibile percorrendo una strada che si dirama dalla provinciale 53, oppure attraverso un suggestivo sentiero immerso nella natura, tra pini d’Aleppo e profumi di macchia mediterranea. Questo percorso panoramico, conosciuto come “il sentiero dell’amore”, collega Vignanotica alla vicina Baia delle Zagare e parte anch’esso dalla provinciale 53.

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Gargano: le spiagge perfette per una vacanza in famiglia

Conosciuto come lo “sperone d’Italia”, il Gargano, nel nord della Puglia, è un promontorio montuoso che si affaccia sul mare Adriatico. La sua costa è frastagliata e scenografica, con spiagge sabbiose e scogli a strapiombo sul mare blu, calette nascoste, fondali bassi e mare cristallino.

Il Gargano è una destinazione ideale per le famiglie per tanti motivi: i litorali sono attrezzati e gli stabilimenti balneari vantano ogni comfort, con giochi per bambini, ristoranti a misura di famiglie e attività per tutte le età. Una vacanza completa, perché al mare si possono abbinare escursioni nella splendida Foresta Umbra o nel Parco Nazionale del Gargano, per fuggire dal caldo, oltre a passeggiate con gelato in uno dei borghi a festa.

Ecco una selezione delle spiagge migliori per le famiglie lungo la costa del Gargano, ordinate da nord a sud.

Spiaggia di Marina di Lesina – Lesina

Spostandosi più a nord, tra il Lago di Lesina e il mare Adriatico, si trova la Spiaggia di Marina di Lesina, una lunga distesa sabbiosa immersa nella natura. È perfetta per le famiglie che cercano pace, spazi larghi e aria buona. Molti stabilimenti offrono ombrelloni, lettini e animazione, ma ci sono anche tratti liberi e tranquilli. A pochi passi si può esplorare la Riserva Naturale del Lago di Lesina, con attività didattiche per i più piccoli.

Spiaggia di Lido del Sole – Rodi Garganico

Il Lido del Sole è una frazione balneare di Rodi Garganico nata proprio per il turismo familiare. La spiaggia è larga, sabbiosa e ben organizzata, con numerosi stabilimenti che propongono attività di animazione per tutte le età, sport, ristorazione e giochi per bambini. È un vero e proprio villaggio vacanze affacciato sul mare, con una forte vocazione all’accoglienza delle famiglie. Nella zona si trovano anche hotel e residence con servizi baby-friendly. Da Lido del Sole è possibile raggiungere facilmente il Lago di Varano, e recarsi nei borghi caratteristici di Carpino e Cagnano Varano, frequentare il bellissimo istmo di Varano o percorrere la litoranea per raggiungere i paesi costieri di Rodi, Peschici, Vieste.

spiagge gargano

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Vista su Rodi garganico dalla spiaggia

Spiaggia di Calenella – Vico del Gargano

Tra Rodi Garganico e Peschici, nella zona di San Menaio, si trova la Spiaggia di Calenella, una distesa sabbiosa lunga circa 3 km, molto amata dalle famiglie locali. Anche qui il mare è poco profondo e tranquillo, e la spiaggia, generosissima negli spazi, è attrezzata con stabilimenti. La presenza di pinete retrostanti consente di trovare ombra nelle ore più calde e fare picnic in famiglia. La spiaggia di Calenella è facilmente accessibile anche con carrozzine e passeggini. I villaggi dei dintorni organizzano navette per raggiungere la spiaggia.

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Spiaggia di Calenella, una distesa sabbiosa lunga circa 3 km

Baia di Manaccora – Peschici

Tra le baie più suggestive e attrezzate del Gargano c’è Manaccora, a pochi minuti da Peschici. Questa baia è ideale per le famiglie grazie alla forma protetta a mezzaluna, ai fondali sabbiosi e ai numerosi lidi con aree gioco, servizi igienici, bar e possibilità di noleggio canoe o pedalò. Nelle vicinanze si trovano diversi campeggi e villaggi turistici con accesso diretto alla spiaggia.

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Tra le baie più suggestive e attrezzate del Gargano c’è Manaccora

Spiaggia di Sfinale – tra Vieste e Peschici

La spiaggia di Sfinale e di Sfinalicchio è una spiaggia divisa in due da una linea immaginaria che separa il territorio comunale di Vieste da quello di Peschici. La parte Sfinale è in agro di Peschici, Sfinalicchio in quella di Vieste.

È una delle spiagge più ampie e tranquille della zona, perfetta per chi viaggia con bambini piccoli perché i suoi fondali sono sabbiosi e bassi. È circondata da una rigogliosa vegetazione e protetta da dune, pinete e pareti rocciose. La baia è lunga circa 2 chilometri, con lidi attrezzati che si alternano a tratti di spiaggia libera. Nei dintorni si trovano campeggi, villaggi e case vacanza immersi nella natura e spesso con accesso diretto alla spiaggia. La zona è anche molto apprezzata dagli amanti di windsurf e kitesurf per la sua esposizione ai venti di maestrale e tramontana.

Da qui partono diverse passeggiate e sul costone occidentale si può ammirare l’antica Torre di Sfinale, costruita tra il 1568 e il 1569 su ordine del Regno di Napoli per difendere il promontorio dalle incursioni saracene. Con la sua struttura quadrangolare e le caditoie ancora visibili, immersa in un paesaggio naturale da film, questa torre in stato di abbandono conserva un grande fascino.

spiagge per bambini nel gargano

Lido di San Lorenzo – Vieste

Situato a pochi chilometri a nord di Vieste (è la prima rispetto al centro), il Lido di San Lorenzo è una delle spiagge più indicate per le famiglie. Lunga circa 1500 metri e in alcuni punti larga più di un centinaio, qui il mare degrada dolcemente, permettendo ai bambini di giocare in acqua in sicurezza. Il litorale è ampio e sabbioso, perfetto anche per costruire castelli o fare passeggiate. La spiaggia è ben attrezzata con stabilimenti balneari, docce, bar, ristoranti, noleggio pedalò e aree gioco. C’è anche la possibilità di parcheggio nei pressi del lido. Per la sua comodità, probabilmente è la spiaggia più frequentata dai viestani.

Spiaggia di Pizzomunno – Vieste

Proprio accanto al centro storico di Vieste, poco più a sud, si trova la celebre Spiaggia di Pizzomunno, dominata dall’iconico faraglione bianco che porta lo stesso nome. Oltre ad essere particolarmente suggestiva, questa lunga spiaggia sabbiosa è perfetta per famiglie con bambini per i suoi fondali bassi, la sabbia dorata e per la presenza di lidi attrezzati con tutti i servizi necessari: ombrelloni, lettini, bagni, ristorazione e attività ludiche. La vicinanza al paese inoltre è molto comoda per spostarsi a piedi o con il passeggino, anche solo per un bagnetto.

Spiaggia di Manfredonia – Manfredonia

A sud del promontorio del Gargano, la città di Manfredonia non è particolarmente turistica e d’estate accoglie principalmente le persone che si sono spostate e che tornano dalla famiglia per le vacanze. Eppure qui le spiagge sono comode e facilmente accessibili, attrezzate con stabilimenti balneari e aree gioco per bambini, e si trovano a pochi passi dal centro cittadino, perfette per le famiglie. Ma c’è un motivo per cui vale davvero la pena venire in gita a Manfredonia: l’Acqua di Cristo è una sorgente di acqua dolce che sgorga nel mare Adriatico, a circa un chilometro a nord del Castello svevo-angioino. In questa piscina naturale c’è un via vai di persone che vengono a immergersi nei pressi della fonte, conosciuta storicamente e tradizionalmente per le sue proprietà medicamentose e purgative.

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Spiagge libere del Gargano, le meraviglie della Puglia

Quando si pensa alla Puglia, le prime immagini che affiorano alla mente sono quelle di coste baciate dal sole, acque cristalline che sfumano dal turchese allo smeraldo e piccole baie nascoste tra scogliere spettacolari. E se c’è un luogo dove tale immaginario diviene realtà, è senza dubbio il Gargano, promontorio che si protende verso l’Adriatico come un abbraccio di roccia e verde e che custodisce alcune delle spiagge libere più affascinanti della regione, in cui la natura ha conservato il suo carattere selvaggio.

Scoprirle significa percorrere sentieri che si insinuano tra la macchia mediterranea, inoltrarsi tra scogliere calcaree che precipitano a picco nel mare e approdare infine su cale silenziose, spesso di ciottoli bianchi o sabbie dorate. L’acqua mantiene una trasparenza quasi irreale e l’orizzonte si perde in un azzurro che pare non avere fine.

Cala della Pergola, rifugio segreto tra le rocce

Immaginate una piccola fenditura nella roccia garganica, una spiaggia di ciottoli che si insinua discreta tra due costoni di pietra, come un segreto custodito dalla natura stessa. Lunga appena una sessantina di metri, rappresenta l’essenza della riservatezza.

Raggiungerla è tuttavia semplice, grazie a una stradina che scende dalla provinciale Vieste-Mattinata, dove non manca un comodo parcheggio gratuito. È il luogo perfetto per chi cerca la tranquillità, soprattutto durante i giorni feriali, quando il silenzio è rotto solo dal frangersi delle onde.

Nonostante l’instabilità delle falesie circostanti, Cala della Pergola continua ad attirare chi sa apprezzare la bellezza semplice e autentica.

Vignanotica, il colpo d’occhio perfetto

Vignanotica è una di quelle spiagge che sembrano nate per ispirare pittori e poeti: una lunga distesa di ciottoli candidi e levigati si apre ai piedi di falesie calcaree che si tuffano in mare con un’eleganza quasi teatrale. La parete bianca che sovrasta la spiaggia crea contrasti cromatici spettacolari: il bianco della roccia, il verde degli arbusti che si aggrappano dove riescono e il blu profondo dell’Adriatico.

In estate, è inevitabilmente molto frequentata, ma non perde mai quel fascino un po’ selvaggio che la contraddistingue. Arrivarci significa percorrere un sentiero panoramico che scende tortuoso verso il mare o, in alternativa, scegliere una delle escursioni in barca che partono da Vieste e che permettono di ammirare dall’acqua la sua bellezza scenografica.

Anche qui si trova un piccolo parcheggio a pagamento, e chi desidera può alternare le aree libere agli stabilimenti che offrono lettini e ombrelloni. Ma il segreto per godere appieno di Vignanotica è visitarla fuori stagione, quando tutto si fa più silenzioso.

San Felice, due Spiagge, un panorama da cartolina

Veduta panoramica sulla Baia di San Felice, Gargano

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Veduta panoramica sulla Baia di San Felice

Chiunque ami il mare del Gargano non può prescindere da una sosta a San Felice, una delle tappe più amate dove la costa si apre in una profonda insenatura e divide in due tratti distinti il litorale.

San Felice è sinonimo di libertà: entrambe le spiagge sono completamente libere e donano un colpo d’occhio magnifico verso Vieste, che si staglia in lontananza come un piccolo presepe arroccato sul promontorio. Se siete fortunati, potrete trovare il mare calmo come una tavola.

La Spiaggia di Campi, dove il mare incontra le avventure

Tra le spiagge libere del Gargano, quella di Campi si distingue per la sua anima duplice: da un lato è un’ampia distesa di ciottoli e sabbia, lunga circa un chilometro, che garantisce sempre spazio e tranquillità anche nei periodi di maggiore afflusso; dall’altro è il punto di partenza ideale per piccole avventure che regalano emozioni autentiche. Non si ha mai la sensazione di essere “schiacciati tra ombrelloni”, anche perché buona parte della spiaggia rimane libera, nonostante la presenza discreta di qualche bar e servizio.

Protetta dalle scogliere che la riparano dal vento, vanta un mare spesso calmo e invitante. A pochi metri dalla riva si intravede l’Isola di Campi, un fazzoletto di terra di poco più di un ettaro che appare sospeso tra cielo e acqua. Raggiungerla con un kayak regala quel senso di scoperta che rende una giornata al mare un ricordo indelebile. E se amate l’esplorazione, nelle vicinanze si celano grotte misteriose, come la Grotta Sfondata, che si lascia raggiungere solo da chi ha voglia di remare un po’ oltre l’ordinario.

Porto Greco, l’essenza della natura selvaggia

Nessuno stabilimento, nessun bar, nessun servizio: solo voi, la spiaggia, il mare e la vegetazione che scende dalle colline fino quasi a sfiorare l’acqua. La macchia mediterranea fa da cornice a una piccola baia di ghiaia e ciottoli, dove il fondale si fa subito profondo e invita a tuffi liberatori.

Porto Greco è il rifugio ideale per chi cerca la solitudine e ama le atmosfere incontaminate: il silenzio è interrotto soltanto dal canto delle cicale e dal fruscio del vento tra i rami.

Non è una spiaggia per tutti: richiede un pizzico di spirito d’avventura e la capacità di apprezzare la semplicità, ma proprio per questo sa ripagare chi la sceglie con una bellezza sincera e senza compromessi.

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Estate nel Gargano, i luoghi che meritano (davvero) il viaggio

Il Gargano non si racconta in due righe e nemmeno in due giorni. È una terra che va esplorata con calma, lasciandosi guidare dai profumi di macchia mediterranea, dalle curve della litoranea, e da quell’alternanza continua tra mare e montagna. In estate dà il meglio di sé, grazie a spiagge che sembrano uscite da un sogno, borghi dove il tempo ha deciso di fermarsi, e sentieri che portano a panorami da togliere il fiato. Ecco cosa vedere in questo angolo incantevole di Puglia.

Dove si trova il Gargano

Chi vuole visitare il Gargano deve raggiungere la Puglia, e più precisamente la provincia di Foggia. Questo angolo d’Italia, infatti, si trova nella parte settentrionale della regione, una zona che si affaccia sul mare Adriatico come una sorta di promontorio a forma di sperone.

In sostanza, è quella zona della “punta” dello Stivale che si protende verso il mare, un territorio ricco di natura rigogliosa, con foreste, coste frastagliate e piccoli borghi arroccati.

Cosa vedere nel Gargano

Come accennato, il Gargano non è solo mare (anche se certe calette fanno dimenticare tutto il resto). È un mix ruvido e affascinante di natura, spiritualità, borghi sospesi e strade che sembrano fatte apposta per perdersi.

Monte Sant’Angelo

Una delle prime tappe che vi consigliamo di fare nel Gargano è Monte Sant’Angelo, un borgo arroccato a oltre 800 metri di altitudine, che si rivela un intreccio di fede, pietra e nebbia estiva (sì, anche a luglio). Il cuore è il Santuario di San Michele Arcangelo, scavato nella roccia, meta di pellegrinaggi da più di mille anni e oggi sito UNESCO.

Tuttavia, il vero fascino sta nei rioni più nascosti, come il “Junno”, con le sue casette basse e irregolari in cui il tempo sembra essersi impuntato.

Sentiero delle Orchidee

Il Sentiero delle Orchidee è un affascinante percorso che si snoda tra i boschi e i pascoli tra Monte Sant’Angelo e la Foresta Umbra, in un tratto del Gargano dove la natura domina senza chiedere il permesso. Il nome non è casuale: in primavera (tra aprile e giugno) sbocciano decine di specie di orchidee spontanee, alcune rarissime, che crescono solo qui grazie al microclima unico del promontorio.

D’estate il sentiero perde i fiori ma resta suggestivo, con ampi tratti ombreggiati, silenzio assoluto e panorami che si aprono all’improvviso verso la piana sottostante.

Vieste

Un’altra vera e propria meraviglia è Vieste, forse il volto più famoso del Gargano. Vanta un grazioso centro storico, arrampicato sulla roccia tra due baie, che è un labirinto di vicoli, archi, scalinate e balconi fioriti. È un luogo da vedere con calma, soprattutto al tramonto quando i turisti iniziano a rientrare in hotel e la luce diventa dorata.

La Cattedrale Romanica, il Castello Svevo e la Spiaggia del Pizzomunno sono tappe obbligate, ma vi consigliamo comunque di sedervi in un vicolo qualunque, con un cartoccio di pesce fritto e una Peroni gelata, e ascoltare le voci che rimbalzano tra i muri: è un’esperienza cha fa viaggiare indietro nel tempo.

Lago di Varano

Il più grande lago costiero d’Italia si trova proprio nel Gargano, e prende il nome di Varano. Ad essere del tutto onesti, più che un “semplice” lago è una laguna salmastra, separata dal mare da una sottile lingua di terra ricoperta di pineta e sabbia, stretta tra Cagnano Varano e Ischitella.

Qui la Puglia si fa silenziosa, lenta, quasi immobile. Ci si viene per pescare anguille e cefali all’alba, o a prendere fresco al tramonto quando la luce scivola sull’acqua piatta e non vola una mosca. C’è poco turismo di massa, pochi bar, poche “cose da fare”, ma se si ama la natura autentica, tra il birdwatching (aironi, falchi, cormorani) e i paesaggi che sembrano fermi da decenni, questo è il posto giusto. Da non perdere la piccola chiesa di San Nicola Imbuti e il canale che collega il lago al mare, punto strategico per i pescatori locali.

Foresta Umbra

Dal nome si potrebbe pensare che si trovi nel bel mezzo del centro Italia, e invece siamo in Puglia: la Foresta Umbra è il cuore verde del Gargano, dove a oltre 800 metri d’altitudine il paesaggio cambia completamente. Lasciandosi alla spalle il mare, il sole secco e le scogliere, ci si ritrova dentro un bosco fitto, umido e profondo, ma soprattutto ombroso, appunto, da qui il nome “umbra” che non c’entra con l’Umbria ma con l’ombra che avvolge tutto.

Ci sono sentieri per tutti, dal semplice giro attorno al Laghetto d’Umbra al trekking più serio verso il Coppa del Giglio o il punto panoramico di Sfilzi. Ci sono anche un piccolo museo naturalistico e un’area faunistica per i bambini.

Mattinata

Vale la pena fare un salto anche a Mattinata, località abbarbicata su un pendio tra uliveti secolari e falesie bianche. Terra di agricoltori, di olio buono, di orchidee selvatiche (che crescono perfino nei muretti a secco) e di tradizioni lente, mette a disposizione un centro con una piazza, qualche bar con sedie di plastica, e tanta autenticità.

Ma basta uscire di poco per trovarsi in un paesaggio mozzafiato, fatto di colline ondulate, tratturi di campagna, masserie isolate, e una luce che al tramonto si riflette sulle rocce in modo quasi teatrale. Non manca di certo il mare, che lambisce alcune delle spiagge più suggestive della regione.

Necropoli di Monte Saraceno

A poca distanza da Mattinata, la Necropoli di Monte Saraceno si raggiunge salendo su una strada panoramica che sembra sospesa tra cielo e mare. E, a un certo punto, su un altopiano brullo a picco sull’Adriatico, ci si ritrova in mezzo a centinaia di tombe scavate nella roccia, antiche, silenziose, abbandonate al vento da più di 2.500 anni.

È il più importante sito daunio della zona, ma non ci sono recinzioni, biglietti e nemmeno folle.

Abbazia di Santa Maria di Pulsano

Poi ancora l’Abbazia di Santa Maria di Pulsano, luogo che riesce a sorprendere per la sua solitudine e la forza del paesaggio che la circonda. Incastonata su uno sperone roccioso a strapiombo sulla valle sottostante, è una chiesa rupestre  (spesso avvolta dalla nebbia mattutina) che sembra sospesa tra cielo e terra, lontano dal tempo e dal caos.

I pochi che la raggiungono (la strada non è comodissima e il sentiero si fa sentire) vengono ripagati da una quiete quasi irreale e da una vista che abbraccia tutta la Foresta Umbra e oltre. I monaci che ancora dimorano qui mantengono viva una tradizione millenaria di preghiera e ospitalità, mentre i locali la considerano un angolo sacro del Gargano, poco frequentato ma profondamente rispettato.

I Trabucchi del Gargano

Assolutamente imperdibili sono i Trabucchi del Gargano, antiche macchine da pesca in legno che  sono pezzi di storia e cultura tangibili e che raccontano un modo di vivere in equilibrio tra uomo e mare. Sparsi lungo la costa rocciosa, questi giganti di legno, costruiti con travi e corde, sporgono come braccia sospese sull’acqua, testimoni silenziosi di un mestiere duro e paziente.

I locali li rispettano come simboli identitari, e molti di questi sono stati trasformati in ristoranti dove gustare il pescato del giorno, mentre il sole cala all’orizzonte.

Vico del Gargano

L’ultima cosa che vi consigliamo di vedere (ma ce ne sarebbero molte di più) nel Gargano è Vico del Gargano, un borgo incastrato tra colline ricoperte di ulivi e querce. Si presenta come un mosaico di case color ocra, vicoli stretti e piazzette nascoste, in cui il tempo sembra scorrere più lento.

Qui la tradizione è ancora viva, con feste patronali che durano giorni, antichi mestieri e una cucina fatta di sapori forti, dal tartufo nero alle paste fatte in casa. Vico è anche il “paese dell’amore”, con San Valentino come patrono, e non mancano angoli romantici per chi cerca un po’ di magia.

Le spiagge più belle del Gargano

In questa incantevole zona d’Italia il mare Adriatico si veste di mille volti, dalla sabbia dorata alle scogliere frastagliate, passando per insenature segrete dove l’acqua è così limpida da sembrare un sogno. Le spiagge più belle del Gargano non sono solo un invito al relax, ma un’esperienza di connessione con la natura è selvaggia e autentica.

Baia delle Zagare

La Baia delle Zagare è il gioiello del Gargano, quella meraviglia naturale che emoziona tantissimo appena la si vede. Possiede due faraglioni di calcare bianco che emergono dal mare turchese, incorniciati da una spiaggia di ciottoli bianchi e macchia mediterranea rigogliosa.

L’acqua, dal canto suo, ha una trasparenza che sembra irreale, perfetta per lo snorkeling. È però importante sapere che l’accesso non è facilissimo, in quanto la strada è stretta e il parcheggio limitato. In alta stagione, tra le altre cose, tende a riempirsi rapidamente (ma rimane sempre eccezionale).

Baia delle Zagare, Gargano

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La meravigliosa Baia delle Zagare

Baia di Campi

C’è poi la Baia di Campi , a pochi chilometri da Peschici, che è quel pezzo di costa dove la natura si mostra senza filtri. Essa, infatti, è una spiaggia ampia e selvaggia, incorniciata da una folta pineta che profuma di resina e mare, con sabbia fine e un’acqua trasparente che invita a tuffi lunghi e rilassanti.

Baia di San Felice

La Baia di San Felice, a poca distanza da Vieste, è una spiaggia che, nonostante la sua popolarità, riesce a conservare un fascino semplice e genuino. Si presenta come una lunga distesa di sabbia dorata baciata da un mare limpido e trasparente, con fondali dolcemente digradanti perfetti per famiglie e nuotatori poco esperti.

Qui tra ombrelloni colorati e bambini che giocano si respira un’atmosfera di festa senza eccessi. Il vero gioiello della baia è però l’iconico Architiello di San Felice, un arco naturale di roccia calcarea che si staglia sul mare, uno dei simboli più fotografati del Gargano, raggiungibile soprattutto via mare o attraverso un sentiero panoramico non sempre semplice.

Spiaggia di Vignanotica

Poi ancora la Spiaggia di Vignanotica, nascosta lungo la costa vicino a Vico del Gargano, che è una perla selvaggia che racconta storie di mare e vento. Qui la sabbia lascia spazio a una distesa di ciottoli bianchi, incorniciati da alte scogliere calcaree e grotte nascoste, che conferiscono al luogo un’atmosfera quasi magica.

Per raggiungerla bisogna essere pronti a una breve ma ripida discesa, che scoraggia i più frettolosi, ma premia con un angolo di natura incontaminata dove l’acqua è limpida e il silenzio rotto solo dal rumore delle onde.

Spiaggia di Pizzomunno

Infine la celeberrima Spiaggia di Pizzomunno di Vieste, nota anche come Spiaggia del Castello o Scialara. È una delle più iconiche del Gargano anche perché è un lunga distesa di sabbia dorata (si estende per circa 4 chilometri) dominata da un imponente monolite di pietra calcarea alto circa 25 metri, noto come Pizzomunno, per l’appunto.

Qui aleggia anche una leggenda locale che racconta che Pizzomunno fosse un giovane pescatore innamorato di Cristalda. Le sirene, gelose del loro amore, rapirono Cristalda, e Pizzomunno, pietrificato dal dolore, si trasformò nel monolite che oggi è il simbolo della costa. La spiaggia è ben attrezzata con numerosi stabilimenti balneari, bar e ristoranti, offrendo anche accessi facilitati per persone con disabilità.

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La spiaggia sorvegliata dai faraglioni è un incanto tutto italiano

Esiste un luogo, di incantevole bellezza, che meraviglia e sorprende tutti i viaggiatori che qui scelgono di fermarsi. Un posto da cartolina che è vanto e orgoglio del Bel Paese e che consente, letteralmente, di fare un tuffo nelle acque limpide, nella storia e nella bellezza. Ci troviamo nella Baia delle Zagare, una splendida località balneare sulla costa meridionale del Gargano, celebre per il suo mare e per quei possenti faraglioni che dominano, e sorvegliano, il panorama oltre la spiaggia.

Baia delle Zagare: come raggiungerla

La Baia delle Zagare, così chiamata per via dei numerosi aranceti presenti nelle campagne circostanti, è uno dei luoghi più imperdibili della Puglia, nonché tappa imprescindibile di chi visita il territorio del Gargano. Un vero e proprio gioiello da scoprire, in cui perdersi e immergersi, per chi cerca relax, bellezza e serenità.

Anche conosciuta con il nome di Baia dei Mergoli, la località si trova a Mattinata del Gargano, a meno di 30 km da una delle zone più frequentate dell’intero territorio: Vieste. La sua attrazione principale è, ovviamente, il mare che si presenta limpido e pulitissimo al punto da aver meritato il riconoscimento delle 3 vele di Legambiente per il rispetto ecologico, e le spettacolari spiagge di ghiaia bianca della baia.

Le tre spiagge che compongono la Baia delle Zagare, divise tra loro da insenature rocciose, sono un luogo magico e suggestivo. Il New York times le ha inserite nella lista dei luoghi da visitare almeno una volta nella vita, mentre il National Geographic le ha elette tra le spiagge più belle del mondo.

Baia delle zagare, Gargano

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La spiaggia della Baia delle Zagare, meraviglia del Gargano

Baia delle Zagare: cosa fare e cosa vedere

L’accesso alle due spiagge principali della Baia delle Zagare è regolato dall’hotel che si trova sulla scogliere e dal quale si può prendere un ascensore per arrivare fino alla base per poi dirigersi verso il mare. In questo modo, i posti disponibili sono limitati nei periodi di grande afflusso turistico, mentre la spiaggia più a nord è invece libera, ma è raggiungibile solo via mare o tramite una stradina dissestata che porta fino ad un ripido canalone. In alternativa è possibile raggiungere la baia via mare grazie alle escursioni in barca.

Le due spiagge di pertinenza dell’albergo sono dotate di tutti i comfort come sedie sdraio, ombrelloni e docce e le acque vengono sorvegliate da alcuni bagnini, mentre la spiaggia libera più a nord è accessibile tramite pass giornaliero rilasciato dal Comune di Mattinata.

La vista che si gode dalle spiagge di Baia delle Zagare è davvero spettacolare perché è dominata dai due grandi faraglioni che si sono formati in centinaia di migliaia di anni di erosione da parte degli agenti atmosferici fino a ottenere l’incredibile forma odierna. Il più imponente dei due è chiamato Arco di Diomede o Arco Magico ed è una straordinaria formazione rocciosa che l’acqua e il vento hanno plasmato come un perfetto arco a tutto sesto tanto da diventare anche uno dei simboli stessi del Gargano.

La Baia delle Zagare è conosciuta anche col nome di Baia dei Mergoli, il nome dato ai merli nel dialetto locale, per il gran numero di questi simpatici volatili che nidificano nelle campagne circostanti la baia, tra gli ulivi e la macchia mediterranea.

Oltre agli spettacolari faraglioni, questa lunga zona costiera nasconde alcune meraviglie sommerse come la Grotta Rossa, dove un’incredibile laguna si sviluppa all’interno di una grande grotta semisommersa nella quale si entra da uno stretto anfratto tra le rocce della scogliera, e le suggestive Grotte di Chiancaliscia e dei Pipistrelli, accessibili solo dal mare su piccole imbarcazioni. Per esplorare queste meraviglie scavate dal mare, la scelta migliore è quella di partecipare alle escursioni organizzate in barca che i numerosi operatori turistici della Baia delle Zagare organizzano ogni giorno, in modo da poter godere di queste incredibili formazioni geologiche in tutta sicurezza.

faraglioni della baia delle zagare, gargano

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I suggestivi faraglioni della Baia delle Zagare, Gargano

Baia delle Zagare: cosa fare nei dintorni

Appena oltre la Baia delle Zagare si arriva a Mattinata, una cittadina di circa 6.000 abitanti ricca di storia, arte, cultura e gastronomia. Il suo centro storico si presenta con il tipico aspetto degli abitati di questa zona della Puglia, con abitazioni basse in pietra a vista con molti edifici che risalgono al XVIII secolo, e non mancano alcune pregevoli ed eleganti strutture come il Palazzo Barretta e il Palazzo Mantuano, di proprietà delle più importanti famiglie cittadine. Ovviamente non mancano le spiagge, bellissime e bagnate da acque cristalline, dove trascorrere intere giornate.

Uno dei momenti più interessanti per visitare Mattinata è durante la festa patronale dedicata a Santa Maria della Luce, che si tiene tra il 14 e il 16 settembre, quando l’intera cittadina viene addobbata con delle spettacolari luminarie dai colori vivaci e per il corso principale si snoda la processione con le statue e i quadri dei santi. La festa si conclude con un meraviglioso spettacolo pirotecnico e concerti per tutta la città e rappresenta un’occasione unica per riscoprire queste forme di religiosità popolare di grande suggestione.

Appena fuori dal centro storico di Mattinata si trovano alcune interessanti località dove si può ripercorrere l’antichissima storia degli insediamenti umani in queste terre: la Necropoli del Monte Saraceno e l’Abbazia della Santissima Trinità di Monte Sacro.

La Necropoli di Monte Saraceno è un’interessante area archeologica dove si possono osservare quasi 500 tombe appartenenti ad una antichissima città abitata delle popolazioni iapige che vissero nella zona in epoca preromana. La posizione rialzata sul Monte Saraceno rende la visita in questo luogo molto suggestiva e la vista che si gode sulla Baia delle Zagare è qualcosa di meraviglioso.

L’Abbazia della Santissima Trinità di Monte Sacro è un luogo magico e mistico, sulla cima del monte più alto del Gargano e per raggiungerla è necessario fermare la propria automobile alle pendici della salita e percorrere un piccolo sentiero a piedi. Sulla cima del monte si trovano i resti dell’abbazia benedettina, un edificio possente, in stile romanico, che risale alla metà dell’anno mille e che venne abbandonata a causa dei danni subiti dai terremoti e dai saccheggi dei pirati saraceni. Le strutture rimaste: colonne, capitelli, alcune mura esterne e il campanile sono state parzialmente coperte dalla vegetazione e offrono a chi decide di arrivare fino alla cima del monte uno spettacolo meraviglioso e un senso di grande pace e tranquillità.

Se avete tempo a disposizione vi consigliamo di raggiungere anche Vieste che dista dalla Baia delle Zagare poco meno di 30 km. Questa affascinante località, tra le più frequentate del Gargano, è caratterizzata da casette bianche che si snodano tra i vicoli e che si abbarbicano su un promontorio roccioso, offrendo passeggiate suggestive e atmosfere senza tempo. Imperdibili sono, ovviamente, le spiagge di Vieste bagnate da un mare di incredibile bellezza che ha fatto guadagnare alla località il riconoscimento di Bandiera blu nel 2023, 2024 e 2025.

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Cammino di San Michele: come organizzare il viaggio

Attraversare l’Italia da nord a sud lungo un sentiero che unisce santuari, abbazie e borghi millenari significa immergersi in un viaggio che è al tempo stesso spirituale, culturale e geografico. È questo lo spirito del Cammino di San Michele, un itinerario che si sviluppa lungo la cosiddetta Linea Sacra Micaelica, una direttrice leggendaria che, secondo la tradizione medievale, sarebbe stata tracciata dal colpo di spada dell’Arcangelo Michele per ricacciare Satana negli inferi.

Una linea di luce e protezione che collega sette santuari dedicati all’arcangelo, disposti tra Irlanda e Israele, sorprendentemente allineati con il tramonto del sole nel giorno del solstizio d’estate. In Italia, questa traiettoria prende forma concreta in un cammino che collega la Sacra di San Michele in Val di Susa al Santuario di Monte Sant’Angelo nel Gargano, attraversando paesaggi mozzafiato, città d’arte e terre antiche. Più che un semplice percorso fisico, è un invito a confrontarsi con la lotta tra bene e male, l’eroismo interiore e il senso profondo della fede.

Le origini del culto e la nascita del Cammino

Il culto di Michele ha radici antiche. L’arcangelo è sempre raffigurato come un guerriero, con la spada sguainata, mentre calpesta un drago o un demone: un’iconografia che lo identifica da secoli come difensore della fede contro le forze oscure. Fu con l’arrivo dei Longobardi che il suo culto si diffuse capillarmente in Italia: popolo guerriero convertitosi al cristianesimo, i Longobardi videro in Michele un ideale successore del dio Odino, associando alla nuova figura religiosa le stesse virtù militari.

A loro si deve la consacrazione di numerosi luoghi sacri a San Michele, tra cui il Santuario di Monte Sant’Angelo, che divenne il loro principale centro spirituale. Poco dopo, tra il 983 e il 987, fu fondata anche la Sacra di San Michele in Piemonte, sulla cima del Monte Pirchiriano: un luogo suggestivo, a mille metri d’altezza, che domina la Val di Susa e rappresenta il punto di partenza del cammino italiano.

Insieme a Mont Saint-Michel, i tre santuari formano una linea retta perfetta, distanziati di circa 1000 chilometri l’uno dall’altro: una disposizione che ha alimentato per secoli l’idea affascinante di una geografia sacra, capace di unire spiritualità e mistero, fede e astronomia.

Le tappe del Cammino di San Michele in Italia

Il tratto italiano del Cammino di San Michele si estende per circa 1.500 km, attraversando sette regioni, diciassette province e oltre 170 comuni. Interamente tracciato in GPS, si suddivide in dieci grandi sezioni: ognuna può essere percorsa in tappe giornaliere da 15-20 km o, per chi ha meno esperienza, in segmenti più brevi, adattando il ritmo alle proprie capacità.

Tappa 1 – da Moncenisio a Torino

(60 km, 1.100 D+, 2-3 giorni)

Dal Passo del Moncenisio, antico valico alpino tra Francia e Italia, il cammino scende lungo la Val Cenischia attraversando paesaggi d’alta quota e boschi silenziosi. Dopo circa 15 km si incontra l’Abbazia di Novalesa, fondata nell’VIII secolo, uno dei primi centri spirituali del cammino. Da qui si raggiunge Susa, con le sue testimonianze romane e medievali, per poi proseguire lungo la Via Francigena fino ai piedi del monte Pirchiriano.

L’ascesa finale porta alla maestosa Sacra di San Michele, a mille metri d’altezza, affacciata sulla pianura torinese: un luogo carico di simbolismo, costruito tra il X e l’XI secolo, che segna l’inizio ufficiale del tratto italiano. Si può pernottare a Novalesa, Susa o Sant’Ambrogio, suddividendo la tappa in due o tre giornate in base al proprio ritmo.

Tappa 2 – da Superga a Crea

(62 km, 950 D+, 2-3 giorni)

Dal centro di Torino, si sale alla panoramica Basilica di Superga, sulla collina che domina la città, prima di addentrarsi nelle campagne astigiane. Un sentiero del CAI guida il camminatore tra colline e vigneti fino all’Abbazia di Vezzolano, uno dei capolavori del romanico piemontese, nota per il chiostro affrescato e la facciata con la statua di San Michele. Il paesaggio è dolce, punteggiato da cascine, noccioleti e piccoli borghi.

Si prosegue quindi verso Crea, attraversando le province di Asti e Alessandria. L’arrivo al Sacro Monte di Crea, inserito tra i beni UNESCO, regala un ambiente mistico e raccolto, tra boschi e cappelle immerse nel verde. La tappa può essere spezzata in più giorni, con possibilità di sosta in agriturismi e strutture rurali lungo il percorso.

Tappa 3 – da Crea a Pavia

(80 km, 600 D+, 3-4 giorni)

Dal Sacro Monte di Crea si scende dolcemente verso la pianura, attraversando paesaggi di campagna e piccoli centri del Monferrato. Il cammino offre due varianti: una segue i sentieri CAI fino a Casale Monferrato, lungo il Po, l’altra scende verso Alessandria passando per San Salvatore Monferrato e Mirabello. Entrambe le opzioni si ricongiungono nei pressi di Tortona, dove si può visitare la pieve medievale di San Pietro, custode di un affresco di San Michele che è divenuto simbolo del cammino.

L’ultima parte della tappa si snoda lungo il Ticino, tra sentieri golenali e antiche strade, fino a raggiungere Pavia, città dal passato longobardo, dove sorge la splendida chiesa romanica di San Michele Maggiore. La lunghezza del percorso consente diverse suddivisioni, con possibilità di sosta in città e borghi ben serviti. L’arrivo a Pavia rappresenta un altro importante snodo spirituale e culturale lungo la Linea Sacra.

Tappa 4 – da Pavia a Bobbio

(70 km, 850 D+, 2-3 giorni)

Lasciata Pavia, il cammino attraversa l’ultimo tratto di pianura lombarda seguendo strade secondarie e campestri. Si costeggiano risaie, canali e cascinali, in un paesaggio sempre più ondulato man mano che ci si avvicina all’Appennino. Dopo aver superato il Po e lambito piccoli borghi rurali, si entra in Emilia e si prosegue verso la Val Trebbia, tra boschi, vigneti e salite sempre più marcate.

L’arrivo a Bobbio, antica cittadina fondata da San Colombano, segna un punto di svolta nel cammino. Qui sorge il grande Monastero di San Colombano, uno dei centri religiosi più importanti dell’Italia medievale, dove è presente una spelonca legata al culto micaelico, meta di pellegrinaggi locali. La tappa è ricca di atmosfera e può essere suddivisa con una sosta intermedia nei pressi della valle del Tidone o in uno dei borghi ai piedi dell’Appennino.

Tappa 5 – da Bobbio a Pontremoli

(110 km, 2.100 D+, 4-5 giorni)

Da Bobbio, il cammino entra nel cuore dell’Appennino emiliano, seguendo la storica Via degli Abati, una delle vie monastiche più antiche d’Europa. Il percorso si snoda tra fitti boschi, crinali isolati e antichi valichi, toccando borghi suggestivi come Bardi, con il suo castello arroccato, e Borgo Val di Taro, importante centro dell’Alta Valtaro. Il terreno è vario e impegnativo, con salite e discese che mettono alla prova anche i camminatori più esperti.

La fatica è ampiamente ripagata dalla bellezza dei paesaggi e dalla spiritualità che permea questa tratta. L’arrivo a Pontremoli, porta della Lunigiana e punto di congiunzione con la Via Francigena, segna la fine di una delle tappe più selvagge e affascinanti dell’intero Cammino. Numerose strutture di accoglienza lungo il tracciato permettono di suddividere l’itinerario in modo equilibrato, con possibilità di sosta in rifugi, agriturismi o ostelli.

Tappa 6 – da Pontremoli a Lucca

(120 km, 1.800 D+, 4-5 giorni)

Da Pontremoli, il cammino entra nella suggestiva Lunigiana, seguendo la Via del Volto Santo, un antico percorso di fede che collega le Alpi Apuane a Lucca. Si attraversano borghi medievali come Filattiera, Bagnone e Castiglione di Garfagnana, tra mulattiere in pietra, ponti romanici e vallate boscose. Il paesaggio alterna tratti montani a dolci colline, offrendo una varietà di scenari naturali che ben rappresentano l’essenza della Toscana interna.

La tappa si conclude nella storica città di Lucca, dove si trova la celebre chiesa di San Michele in Foro, testimonianza diretta del culto micaelico nel cuore cittadino. L’ingresso in città, attraverso le mura rinascimentali e il dedalo di vicoli del centro, rappresenta un momento emozionante per ogni pellegrino. I numerosi alloggi disponibili lungo il tragitto permettono un’organizzazione flessibile, adattabile a diverse esigenze di ritmo e resistenza.

Tappa 7 – da Lucca a Volterra via Pisa

(80 km, 1.200 D+, 3-4 giorni)

Da Lucca, il cammino si dirige verso ovest aggirando il Monte Pisano, per poi scendere nella piana di Pisa, dove si incontrano testimonianze longobarde e resti di edifici religiosi dedicati a San Michele, come la pieve di San Michele degli Scalzi. Il tracciato attraversa campagne coltivate e piccoli centri rurali, tra oliveti, corsi d’acqua e sentieri pianeggianti, offrendo un passaggio tranquillo ma ricco di storia.

Dopo Pisa, il percorso si inoltra nell’entroterra toscano, seguendo antiche vie che conducono verso le prime colline della Val di Cecina. L’ascesa finale verso Volterra, città etrusca sospesa su un’altura, è suggestiva e panoramica. Il borgo custodisce una forte tradizione spirituale e segna l’ingresso simbolico alla Maremma. Questa tappa può essere suddivisa in tre giornate, con possibilità di sosta in agriturismi e centri abitati lungo il tragitto.

Tappa 8 – da Volterra alla Maremma

(170 km, 2.300 D+, 5-7 giorni)

Da Volterra il cammino si biforca, offrendo due varianti affascinanti. Una conduce verso Massa Marittima e gli scavi archeologici di Roselle, l’altra attraversa la campagna senese fino all’Abbazia di San Galgano, famosa per la spada nella roccia conficcata nella pietra dal cavaliere Galgano come simbolo di conversione e pace. Entrambi i rami attraversano colline solitarie, calanchi, boschi mediterranei e borghi antichi come Sovana, Saturnia e Pitigliano, al confine con il Lazio.

Questa è una delle tratte più paesaggisticamente varie e selvagge: si cammina lungo sterrate, tratturi e strade bianche, spesso lontano dai grandi centri abitati. In alcuni tratti l’acqua scarseggia, quindi è consigliato rifornirsi nei borghi attraversati. I camminatori possono scegliere tappe giornaliere più brevi, grazie alla presenza di agriturismi e ospitalità diffusa. L’ingresso in Maremma, con le sue atmosfere etrusche e l’eco delle leggende templari, dona a questa sezione del cammino un carattere profondo e quasi mistico.

Tappa 9 – dalla Tuscia a Roma

(120 km, 1.000 D+, 4-5 giorni)

Entrati nel Lazio, il cammino segue l’Antica Via Clodia, un tracciato di origine etrusco-romana che attraversa la selvaggia e affascinante Tuscia. I pellegrini si addentrano nella Foresta del Lamone, tra sentieri ombrosi e solitari, per poi toccare borghi straordinari come Farnese, Tuscania, Norchia e Barbarano Romano, noti per le necropoli rupestri e le architetture medievali. Il paesaggio è segnato da calanchi, canyon tufacei e sorgenti termali, in un contesto naturalistico intatto.

Superato il lago di Bracciano, si entra progressivamente nella periferia romana fino a raggiungere il maestoso Castel Sant’Angelo, antica mole funeraria divenuta bastione papale e simbolo micaelico per eccellenza. Da lì, il cammino si snoda lungo il centro storico di Roma, passando per Campo de’ Fiori, il Campidoglio e il Colosseo, fino a giungere a Piazza San Pietro, cuore spirituale della cristianità. Una tappa densa di significati, che unisce natura, storia e fede in un crescendo di emozioni.

Tappa 10 – da Roma alla Grotta del Gargano

(oltre 220 km, 2.500 D+, 7-10 giorni)

Lasciata Roma, si prosegue lungo la Via Prenestina, attraversando la Ciociaria con le sue colline fertili e borghi carichi di spiritualità. Si toccano luoghi simbolici come Palestrina, Fiuggi, Alatri, Veroli e l’imponente Certosa di Casamari, fino a raggiungere Sora, Posta Fibreno e Alvito. Qui il paesaggio comincia a farsi più montuoso, preparando il camminatore al passaggio nel Molise.

Superato il confine regionale, si percorre la Via Micaelica Molisana, tra Colli al Volturno, Isernia, Bojano e i tratturi storici come il Pescasseroli-Candela. Si attraversano le colline di Campobasso, i borghi di Ripabottoni e Santa Croce di Magliano, fino a entrare in Puglia. L’ultima parte del cammino passa per Serracapriola e San Marco in Lamis, prima di salire al Santuario di Monte Sant’Angelo, affacciato sul Golfo di Manfredonia. Da lì, un sentiero scende alla costa fino all’antico porto di Siponto, punto d’imbarco per i pellegrini diretti in Terra Santa.

Le tappe internazionali del Cammino

Sebbene il tratto italiano sia il più articolato e strutturato, il Cammino di San Michele si inserisce in un itinerario ben più ampio e affascinante: la cosiddetta Linea Sacra Micaelica, che collega sette luoghi di culto dedicati all’Arcangelo Michele, disposti in linea retta tra Irlanda e Israele. Ciascuno di questi siti custodisce una tradizione millenaria di pellegrinaggio, apparizioni, simbolismo e spiritualità.

Le tappe principali all’estero sono:

  • Skellig Michael (Irlanda): si tratta di un’isola rocciosa e impervia al largo della costa sud-occidentale dell’Irlanda, patrimonio UNESCO. Qui, nel VI secolo, i monaci fondarono un eremo dedicato a San Michele, simbolo di isolamento e ascesi spirituale. È accessibile solo via mare, durante la bella stagione.
  • St Michael’s Mount (Inghilterra): è un isolotto situato in Cornovaglia, collegato alla terraferma da un istmo sabbioso percorribile con la bassa marea. Il santuario, risalente all’XI secolo, ospita una cappella, un castello e un piccolo villaggio, e rappresenta un importante luogo di culto micaelico in terra anglosassone.
  • Mont Saint-Michel (Francia): uno dei luoghi sacri più celebri d’Europa, situato in Normandia. Arroccato su un isolotto circondato da maree spettacolari, unisce storia monastica, architettura gotica e spiritualità. È da secoli una meta di pellegrinaggio di grande prestigio.
  • Monastero di Panormitis (Grecia): si trova sull’isola di Symi, nel Dodecaneso, ed è il principale santuario ortodosso dedicato a San Michele Taxisarchis. Meta di pellegrinaggi marittimi, custodisce un’icona venerata in tutto il mondo greco e rappresenta una delle espressioni più vive del culto micaelico.
  • Monastero Stella Maris (Israele): sorge sul Monte Carmelo, a Haifa, ed è legato sia al culto di San Michele sia alla tradizione carmelitana. All’interno si trova una grotta sacra frequentata fin dai primi secoli del cristianesimo. È l’ultimo punto della Linea Sacra in direzione est.

Come organizzare il viaggio e pianificare l’itinerario

Il Cammino di San Michele è un itinerario lungo e variegato che richiede una pianificazione attenta, soprattutto se si intende affrontarne più tappe consecutive. La prima scelta da compiere riguarda il tratto da percorrere: si può optare per un segmento regionale di pochi giorni, oppure per un itinerario di ampio respiro, che collega due o più santuari principali. In fase di progettazione è utile valutare la propria preparazione fisica, la stagionalità (preferibili primavera e autunno) e i tempi a disposizione, tenendo conto che una media sostenibile per i camminatori allenati è di 20-25 km al giorno, su terreno misto.

È fondamentale dotarsi delle tracce GPS, scaricabili online, e consultare le tappe ufficiali per stimare distanze, dislivelli e punti d’appoggio. Molti tratti del cammino coincidono con altri percorsi segnalati, come la Via Francigena o la Via degli Abati, facilitando la logistica. Lungo l’itinerario si trovano ostelli, B&B, strutture religiose e agriturismi: prenotare in anticipo è consigliato, specialmente nei periodi di maggiore affluenza. Un diario di tappa, una credenziale e una guida cartacea o digitale possono completare il kit ideale per affrontare con consapevolezza e serenità questo viaggio interiore e geografico.

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Da L’Aquila al Gargano: le tappe del Cammino della Pace

Il Cammino della Pace è un itinerario che attraversa l’Italia centrale e meridionale sulle orme di santi, pellegrini, monaci e pastori. Parte dalla basilica di Santa Maria di Collemaggio, nel cuore dell’Aquila, e giunge fino alla sacra grotta di Monte Sant’Angelo, seguendo sentieri montani, tratturi millenari, borghi medievali e santuari incastonati nella roccia. Un viaggio che unisce tre regioni — Abruzzo, Molise e Puglia — attraversando paesaggi naturali di straordinaria bellezza e luoghi carichi di spiritualità e memoria.

Lungo il cammino si incontrano eremi silenziosi, abbazie benedettine, conventi francescani e tracce di transumanze antiche. Ma soprattutto, si cammina per ritrovare senso, equilibrio e riconciliazione: con sé stessi, con gli altri, con la terra. Il nome non è casuale — la pace è la meta e il cammino insieme.

La storia del Cammino

Il Cammino della Pace nasce come sintesi tra le rotte del pellegrinaggio religioso e la memoria civile del Centro-Sud italiano. Le sue radici affondano nel Medioevo, quando il tratturo era il solco lasciato dal passaggio dei pastori transumanti e dei pellegrini diretti verso Monte Sant’Angelo, importante meta micaelica frequentata già dal VI secolo. Su questi stessi percorsi camminarono anche frati, santi e penitenti attratti dai luoghi di culto come la basilica di Collemaggio, il santuario di San Giovanni in Venere, gli eremi della Maiella o l’abbazia di San Clemente a Casauria.

Ma è anche un cammino che intreccia la storia della resistenza e della pace. Passa da zone segnate dai drammi del Novecento, da monasteri che accolsero sfollati e partigiani, e da santuari dove la fede si fece rifugio e denuncia. È proprio da questo intreccio di spiritualità e memoria che nasce il nome del cammino: un invito a percorrere l’Italia interna non solo per devozione, ma per ricostruire legami, onorare la memoria e praticare la pace, tappa dopo tappa, passo dopo passo.

Le tappe del Cammino

Il Cammino della Pace si snoda lungo oltre 600 chilometri di sentieri, tratturi e strade secondarie, attraversando paesaggi montani, borghi arroccati, valli silenziose e tratti costieri dal fascino incontaminato. Ogni tappa rappresenta un piccolo viaggio a sé, un’occasione per immergersi nella natura, scoprire storie locali, visitare luoghi di culto e sostare in centri ricchi di accoglienza e tradizioni.

Il percorso è suddiviso in 29 tappe principali, cui si aggiungono alcune varianti montane per chi desidera un’esperienza più immersiva e fisicamente impegnativa:

  • Tappa 1 – da L’Aquila a Villa Sant’Angelo (18,9 km, 152 m D+, 260 m D-): dal Collemaggio si segue l’Aterno, passando per Monticchio, Fossa e Sant’Eusanio Forconese fino a Villa Sant’Angelo.
  • Tappa 2 – da Villa Sant’Angelo a Prata d’Ansidonia (14 km, 475 m D+, 236 m D-): si attraversa la valle fino a San Demetrio, poi lungo il Tratturo Magno si raggiunge Peltuinum e infine Prata.
  • Tappa 3 – da Prata d’Ansidonia a Caporciano (10,3 km, 440 m D+, 447 m D-): via Tussio si sale a San Michele e al castello di Bominaco, quindi si scende al complesso benedettino e a Caporciano.
  • Tappa 4 – da Caporciano a Navelli (10,2 km, 144 m D+, 278 m D-): si scende alla piana fino a Cintorelli, poi si prosegue per Civitaretenga e Santa Maria in Cerulis fino a Navelli.
  • Tappa 5 – da Navelli a Bussi sul Tirino (20,3 km, 352 m D+, 693 m D-): si scende nella valle di Capestrano, si attraversa il borgo, poi lungo il Tirino fino a San Pietro ad Oratorium e Bussi.
  • Tappa 6 – da Bussi sul Tirino a San Clemente a Casauria (17,9 km, 709 m D+, 853 m D-): salita su Tratturo Centurelle-Montesecco, poi discesa verso Pescosansonesco, Castiglione a Casauria, Torre de’ Passeri e infine all’abbazia.
  • Tappa 7 – da San Clemente a Casauria a Salle (15,9 km, 775 m D+, 498 m D-): si passa per Bolognano, Musellaro e la chiesa di San Tommaso Becket, scendendo infine a Salle.
  • Tappa 8 – da Salle a Caramanico Terme (10,2 km, 460 m D+, 315 m D-): salita a Salle Vecchio, discesa al fiume Orta e risalita fino al Centro Visite del Parco.
  • Tappa 9 – da Caramanico Terme a Roccamorice (14,4 km, 738 m D+, 830 m D-): si scende nella Valle dell’Orfento, si sale a Decontra, si attraversa l’altopiano e si arriva alla chiesa di San Bartolomeo e Roccamorice.
  • Tappa 9 (Variante Montana) – da Caramanico Terme a Santo Spirito a Maiella (14,4 km, 1150 m D+, 614 m D-): si scende nella Valle dell’Orfento e si risale fino a Decontra (tratto comune alla tappa 9), poi si continua in salita tra pascoli e faggete fino all’abbazia rupestre di Santo Spirito a Maiella.
  • Tappa 10 – da Roccamorice a Serramonacesca (17,2 km, 825 m D+, 1049 m D-): salita e discesa nel vallone dell’Angelo, attraversamento dei pascoli della Maiella e dei boschi fino a Serramonacesca.
  • Tappa 10 (Variante Montana) – da Santo Spirito a Maiella a Rifugio B. Di Marco (10 km, 1173 m D+, 585 m D-): breve discesa al torrente, poi salita impegnativa nel bosco fino a Piana Grande, discesa all’eremo rupestre di San Giovanni all’Orfento e risalita tra pascoli fino al Rifugio B. Di Marco.
  • Tappa 11 – da Serramonacesca a Roccamontepiano (10 km, 621 m D+, 458 m D-): salita a San Liberatore, Torre di Polegro e Montepiano, poi discesa al convento e a Roccamontepiano.
  • Tappa 11 (Variante Montana) – da Rifugio B. Di Marco a Guardiagrele (16,4 km, 566 m D+, 1742 m D-): attraversamento del Prato della Maiella e lunga discesa nella valle di Guardiagrele, passando per Fonte Carlese, il Campanaro, Valle delle Monache, la Cascata San Giovanni, Bocca di Valle, Comino e San Donato.
  • Tappa 12 – da Roccamontepiano a Guardiagrele (17,8 km, 800 m D+, 690 m D-): si toccano i ruderi di San Pietro, Pretoro, la Grotta del Colle e Santa Lucia, con arrivo a Guardiagrele.
  • Tappa 13 – da Guardiagrele a Orsogna (14 km, 406 m D+, 549 m D-): si scende a Piana San Bartolomeo, si passa per Piano Venna, Filetto e il convento dell’Annunziata fino a Orsogna.
  • Tappa 14 – da Orsogna a Lanciano (11,5 km, 423 m D+, 584 m D-): discesa al torrente Moro, poi su e giù fino a Santa Maria dei Mesi, si entra a Lanciano dal Santuario del Miracolo.
  • Tappa 15 – da Lanciano a San Giovanni in Venere (13,4 km, 345 m D+, 508 m D-): si supera Rocca San Giovanni e si conclude all’abbazia di San Giovanni in Venere.
  • Tappa 16 – da San Giovanni in Venere a Trabocco Le Morge (13,1 km, 365 m D+, 470 m D-): si costeggia l’Adriatico, si attraversa la riserva della Lecceta e si arriva al trabocco.
  • Tappa 17 – da Trabocco Le Morge a Casalbordino (13,6 km, 368 m D+, 179 m D-): si segue la costa fino al Lido, poi si sale al Santuario della Madonna dei Miracoli e a Casalbordino.
  • Tappa 18 – da Casalbordino a Monteodorisio (15 km, 465 m D+, 353 m D-): si passa per Pollutri e il Sinello, salendo poi fino al santuario della Madonna delle Grazie.
  • Tappa 19 – da Monteodorisio a Lentella (14,8 km, 570 m D+, 498 m D-): si attraversa Cupello, si segue il fiume Treste e si sale fino a Lentella.
  • Tappa 20 – da Lentella a Montenero di Bisaccia (12,8 km, 333 m D+, 448 m D-): discesa verso il Trigno e risalita impegnativa fino al centro di Montenero.
  • Tappa 21 – da Montenero di Bisaccia a Guglionesi (15,9 km, 549 m D+, 445 m D-): si visita il santuario e la Grotta della Madonna di Bisaccia, poi si sale fino a Guglionesi.
  • Tappa 22 – da Guglionesi a Madonna Grande (17,9 km, 337 m D+, 630 m D-): discesa al Biferno, attraversamento di Portocannone e San Martino, fino al santuario di Nuova Cliternia.
  • Tappa 23 – da Madonna Grande a Serracapriola (19 km, 458 m D+, 270 m D-): si segue il Tratturo Magno fino al torrente Saccione, poi in salita fino a Serracapriola.
  • Tappa 24 – da Serracapriola a San Paolo di Civitate (15,5 km, 287 m D+, 368 m D-): discesa al Fortore e risalita all’altopiano di San Paolo di Civitate.
  • Tappa 25 – da San Paolo di Civitate a Apricena (via Apricena) (18,4 km, 122 m D+, 230 m D-): si oltrepassa la cappella della Madonna di Belmonte e si arriva attraversando campi coltivati.
  • Tappa 26 – da Apricena a Santa Maria di Stignano (16,2 km, 324 m D+, 131 m D-): si percorre la campagna fino alla stazione di San Marco in Lamis, poi si sale al santuario.
  • Tappa 25 – da San Paolo di Civitate a San Severo (via San Severo) (13,5 km, 98 m D+, 196 m D-): percorso pianeggiante tra campi coltivati fino al centro abitato di San Severo.
  • Tappa 26 – da San Severo a Santa Maria di Stignano (19,8 km, 320 m D+, 143 m D-): su ferrovia dismessa e poi in salita verso il santuario sul Gargano.
  • Tappa 27 – da Santa Maria di Stignano a San Matteo (11,9 km, 740 m D+, 298 m D-): salita sul promontorio tra eremi e romitori, discesa al convento di San Matteo.
  • Tappa 28 – da San Matteo a San Giovanni Rotondo (10 km, 464 m D+, 597 m D-): salita panoramica sul Gargano e discesa verso i santuari di Padre Pio.
  • Tappa 29 – da San Giovanni Rotondo a Monte Sant’Angelo (22,4 km, 690 m D+, 452 m D-): lunga salita verso la cima del Gargano, conclusione alla Grotta di San Michele Arcangelo.

I luoghi imperdibili

Il Cammino attraversa un territorio ricchissimo di storia, natura e spiritualità, offrendo al viandante una straordinaria varietà di luoghi di interesse. Si parte da L’Aquila, con la maestosa basilica di Santa Maria di Collemaggio, e si segue il corso del fiume Aterno tra necropoli italiche, come quella di Fossa, e resti archeologici come l’antica Peltuinum, città vestina poi romanizzata.

Si incontrano borghi medievali intatti come Bominaco, con il suo straordinario complesso benedettino, e Capestrano, dominato dal castello Piccolomini e celebre per il celebre Guerriero rinvenuto nelle sue necropoli. Il percorso costeggia il fiume Tirino, uno dei più limpidi d’Europa, e tocca luoghi sacri come l’abbazia di San Clemente a Casauria, gioiello del romanico abruzzese.

Entrando nel Parco Nazionale della Maiella, il paesaggio si fa montano e mistico: tra le faggete e i pascoli d’alta quota si trovano eremi rupestri come San Bartolomeo in Legio, Sant’Onofrio e San Giovanni all’Orfento, mete di meditazione per eremiti e santi. Le città di Guardiagrele, Lanciano e San Giovanni Rotondo arricchiscono il cammino con il loro patrimonio artistico e religioso, legato in particolare alla figura di Padre Pio.

Il cammino culmina a Monte Sant’Angelo, con il celebre santuario micaelico scavato nella roccia, punto di arrivo carico di suggestione per chi ha attraversato gli Appennini fino al promontorio del Gargano. Tra vestigia romane, santuari, abbazie e paesaggi naturali incontaminati, ogni tappa è un invito alla scoperta e alla contemplazione.

Cosa sapere prima di intraprendere il Cammino

Per affrontare il cammino in sicurezza e con consapevolezza, è utile conoscere in anticipo alcune indicazioni pratiche su equipaggiamento, gestione dell’acqua e logistica:

  • Il cammino presenta tratti pianeggianti e salite impegnative, in particolare nella zona della Maiella e del Gargano: è consigliata una buona preparazione fisica.
  • È utile suddividere le tappe in base alle proprie capacità e inserire eventuali giornate di riposo nei centri principali (es. L’Aquila, Caramanico, Lanciano, San Giovanni Rotondo).
  • L’equipaggiamento consigliato include: scarponcini da trekking, bastoncini, zaino leggero ed ergonomico, abbigliamento a strati, mantella antipioggia, cappello, occhiali da sole e crema solare.
  • È importante portare con sé la traccia GPS ufficiale del cammino. In alcune zone i segnali sono assenti o poco visibili; una mappa cartacea può essere utile in caso di necessità.
  • Portare almeno 1,5–2 litri d’acqua al giorno, soprattutto nelle tappe più isolate e in quota.
  • Le fonti d’acqua si trovano nei borghi attraversati (fontane pubbliche, bar, negozi), lungo il fiume Tirino, nel Parco della Maiella (es. Fonte Carlese) e in alcuni eremi.
  • Nei tratti più impegnativi (es. tra Santo Spirito a Maiella e Rifugio Di Marco), non ci sono punti di rifornimento: è essenziale partire ben equipaggiati.
  • Le strutture ricettive variano tra ostelli, B&B, rifugi e ospitalità religiosa. In alta stagione è consigliata la prenotazione, soprattutto nelle località più piccole.

I piatti tipici da gustare

Il cammino attraversa territori dall’identità gastronomica forte e variegata, dove le ricette della tradizione si intrecciano con la ruralità e la montagna. In Abruzzo, tra L’Aquila, la valle dell’Aterno e la Maiella, spiccano piatti come gli arrosticini di pecora, cotti alla brace e serviti con pane e olio, le sagne e ceci, pasta fatta a mano con legumi, e le pallotte cace e ove, polpette fritte a base di formaggio e uova in sugo di pomodoro.

Tra i primi piatti si distinguono anche i maccheroni alla chitarra, spesso conditi con sughi di carne d’agnello. Nei borghi della Maiella e del chietino si trovano minestre rustiche, formaggi a latte crudo, pane cotto con erbe spontanee e zuppe contadine. Avvicinandosi al Molise, il gusto si fa ancora più robusto: è qui che si incontra la ventricina, salume saporito e speziato, protagonista di panini e antipasti, e si riscoprono piatti come la pezzata (carne di pecora bollita con verdure), i cavatelli con sugo di carne e i dolci secchi come i mostaccioli.

Infine, nella parte garganica della Puglia, la cucina si apre a influenze mediterranee: orecchiette, panzerotti, verdure ripiene, latticini freschi come la ricotta forte o la burrata, fino ai profumi del mare che iniziano ad affacciarsi nei pressi del litorale. A ogni tappa, sapori semplici e intensi raccontano storie antiche, da assaporare con lentezza, proprio come il cammino.

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Gargano low cost, dove andare in estate per spendere poco

Il Gargano è una delle gemme più brillanti del sud Italia: selvaggio, autentico, sorprendente, è l’anima wild della Puglia. Ma soprattutto, ancora incredibilmente economico rispetto ad altre mete di mare.

Qui, infatti, si trovano località affacciate su acque cristalline, circondate da uliveti e pinete, dove si può dormire bene, mangiare divinamente e rilassarsi al sole senza svuotare il portafoglio. Basta scegliere le destinazioni giuste.

Dai borghi marinari alle spiagge più nascoste, ecco una selezione delle mete più low cost del Gargano per l’estate, dove la bellezza non ha bisogno di budget esagerati.

Rodi Garganico

Piccolo gioiello affacciato sull’Adriatico, Rodi Garganico è la classica località che non finisce mai in copertina, ma che conquista ogni viaggiatore che ci mette piede. È perfetta per chi cerca relax, mare pulito e una vita di paese autentica. Le spiagge sono ampie e sabbiose, ideali per chi viaggia in famiglia o vuole rilassarsi senza troppa confusione. Lido del Sole, ad esempio, è una delle spiagge più accessibili e tranquille del promontorio.

A fare la differenza sono i prezzi: i bed & breakfast, spesso gestiti da famiglie locali, propongono tariffe oneste anche in alta stagione. La gastronomia segue lo stesso filo conduttore: focacce appena sfornate, piatti di pesce fresco e dolci della tradizione a prezzi contenuti. Una passeggiata al porto turistico al tramonto e una granita seduti in piazzetta bastano a riempire il cuore e svuotare poco il portafoglio.

Peschici

Una bellezza bianca affacciata sul blu. Peschici è uno dei borghi più scenografici del Gargano, eppure riesce ancora a mantenere tariffe abbordabili, soprattutto se si prenota per tempo o si viaggia nella seconda metà di agosto. Il centro storico, con i suoi vicoli labirintici e le casette imbiancate a calce, ha un fascino mediterraneo che ricorda certi villaggi delle isole greche. Tutto è raccolto, silenzioso, a misura d’uomo.

Peschici, Puglia

Fonte: iStock

Vista della costa a Peschici

Le spiagge sono tante e varie: dalla comodissima Marina di Peschici alla più raccolta Baia Jalillo. Chi ama camminare può scendere lungo i sentieri che portano a calette appartate, con accesso gratuito e mare pulitissimo. Anche la ristorazione non delude: molti locali propongono menu turistici completi a meno di 25 euro, con primi di mare, secondi alla griglia e frutta locale. Un posto ideale per chi vuole risparmiare ma non rinunciare al romanticismo.

Mattinata

Mattinata è il lato più selvaggio del Gargano. Qui le scogliere bianche scendono a picco sul mare e la vegetazione si arrampica sulle rocce creando paesaggi quasi tropicali. È una meta perfetta per gli amanti della natura e per chi vuole fuggire dalla folla. Anche i prezzi, in generale, sono più bassi rispetto ad altre località più turistiche.

Tra le spiagge da non perdere, la Baia delle Zagare è una cartolina vivente: mare color smeraldo, archi di roccia e poca gente, soprattutto al mattino presto. Più piccola e ancora più appartata è Vignanotica, raggiungibile solo a piedi o in barca. Qui la parola d’ordine è libertà: molti tratti sono completamente liberi e si può portare il pranzo al sacco, risparmiando anche sui pasti. Chi ama le vacanze “green” può trovare agriturismi economici sulle colline circostanti, con camere semplici e vista mare inclusa.

Vieste

Spesso considerata la “capitale” del Gargano, Vieste riesce a coniugare fascino turistico e accessibilità economica. Certo, è più frequentata, ma basta saper scegliere: ci sono molti alloggi low cost, soprattutto fuori dal centro, e ottime soluzioni in campeggio o bungalow vista mare. Alcune strutture propongono pacchetti settimanali molto convenienti, perfetti per chi viaggia in gruppo o in famiglia.

La spiaggia del Pizzomunno, con il celebre monolite bianco che si staglia all’ingresso della città, è per lo più libera e ben attrezzata. Ci si può rilassare al sole tutto il giorno senza spendere nulla, magari alternando un bagno in mare a una lettura all’ombra di un ombrellone portato da casa. Anche qui il cibo è protagonista: da provare le pizzerie al taglio del centro o i piccoli chioschi di panzerotti fritti, autentici e a prova di portafoglio.

Vico del Gargano

Per chi ama l’entroterra e vuole vivere una Puglia più autentica, Vico del Gargano è una tappa da considerare. Si trova a pochi chilometri dal mare, ma offre prezzi decisamente più bassi rispetto alle località costiere. Il borgo è tra i più belli d’Italia, con un centro storico medievale perfettamente conservato e un’atmosfera sospesa nel tempo.

Qui si può dormire in antiche dimore ristrutturate, spesso gestite da famiglie del posto, a prezzi molto contenuti. Da Vico si raggiungono in auto o in scooter alcune delle spiagge più belle del Gargano, tra cui Calenella e San Menaio. È la scelta ideale per chi vuole combinare cultura, mare e cucina tipica. E la sera, invece delle luci dei locali, ci si gode una sagra, un concerto in piazza o un bicchiere di vino con vista sulle colline.