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Le mostre imperdibili da vedere a ottobre 2025 in Italia

Fumetti, fotografie, opere d’arte e design, ma anche i Maestri classici e gli Impressionisti: l’ottobre italiano, quest’anno, riserva tanti bellissimi appuntamenti. Un calendario ricco di mostre ed esposizioni, in occasione di anniversari ed eventi commemorativi, ma non solo.

E non sono soltanto le grandi città a accogliere alcune delle mostre più interessanti da vedere. Le cittadine di provincia come Cuneo, Ravenna, Codroipo, Parma, Rovigo o Cremona sono le sedi di alcuni dei meravigliosi palazzi che accolgono opere eccezionali provenienti dalle gallerie di tutto il mondo e da collezioni private che poco – se non addirittura mai – sono state esposte in Italia.

Abbiamo selezionato le mostre più interessanti da visitare a ottobre 2025 in Italia.

Guido Crepax a Brescia

Al via dal 30 settembre 2025 al Museo di Santa Giulia di Brescia la più grande mostra antologica su Guido Crepax, ideatore della mitica Valentina, “Guido Crepax. Sogni, Giochi, Valentina. 1953-2003”. Un’occasione unica per conoscere l’opera e la carriera dell’artista milanese, attraverso un percorso filologico che si sviluppa lungo un arco temporale di cinquant’anni e 150 opere, alcune delle quali mai esposte, tra tavole originali, bozzetti, disegni, progetti pubblicitari, storyboard di film, copertine di dischi e giochi da tavolo. Crepax, infatti, non è stato soltanto uno dei più indimenticabili autori italiani, ma un artista a tutto tondo, che ha operato in diversi ambiti della cultura, dalla pubblicità al cinema, dal teatro alla televisione. Fino al 15 febbraio 2026.

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Ufficio stampa

La mostra su Guido Crepax a Brescia

Jeff Koons a Fiorenzuola (PC)

L’arte pop incontra la tradizione nella mostra dedicata a Jeff Koons, maestro indiscusso dell’arte contemporanea, che arriva a Fiorenzuola d’Arda con “Balloons and Wonders“. Dal 4 ottobre 2025 al 6 aprile 2026, Palazzo Bertamini Lucca ospita le iconiche sculture Balloon, compreso il celebre “cane palloncino” blu in porcellana, simbolo di un’estetica che ha rivoluzionato il rapporto tra arte colta e cultura popolare. La mostra immersiva promette di coniugare meraviglia estetica, riflessione critica e partecipazione collettiva, elementi che caratterizzano la poetica koonsiana.

Pippi Calzelunghe a Cuneo

Dal 3 ottobre 2025 presso lo Spazio Innov@zione di Cuneo si può visitare l’esposizione “Astrid Lindgren e la forza dei bambini: 80 anni di Pippi Calzelunghe”, che celebra l’iconico personaggio creato da Astrid Lindgren in occasione del suo 80° anniversario. La mostra, a ingresso gratuito, sarà visitabile fino al 26 aprile 2026, dal martedì alla domenica. Il progetto nasce da una stretta collaborazione con The Astrid Lindgren Company di Stoccolma, che ha concesso la licenza ufficiale e ha supportato la realizzazione della mostra. Oltre alla sua prolifica produzione letteraria, Lindgren è stata una convinta attivista per i diritti dei bambini e degli animali, difendendo principi di giustizia sociale. I valori che l’autrice considerava essenziali per lo sviluppo dei bambini – l’amore e la lettura – sono al centro della mostra. Attraverso un percorso espositivo che guarda all’esperienza dei più piccoli, l’iniziativa si propone come un invito a riscoprire la bellezza dell’infanzia e il potere dell’immaginazione.

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©Alamy

Pippi, Tommy e Annika nella celebre serie Tv “Pippi Calzelunghe”

Chagall a Ravenna

Dal 18 ottobre 2025 al 18 gennaio 2026, il MAR – Museo d’Arte della città di Ravenna presenta “Chagall in mosaico. Dal progetto all’opera”, la prima mostra interamente dedicata al legame tra il grande artista e la tecnica musiva, un capitolo sorprendente e ancora poco noto del suo percorso creativo. L’esposizione è l’evento con cui si inaugura la IX Biennale di Mosaico Contemporaneo di Ravenna, che da ottobre torna a Ravenna con tre mesi di eventi, mostre e installazioni diffusi in tutta la città. Bozzetti, gouaches, disegni e mosaici testimoniano il processo creativo che ha accompagnato la realizzazione di ciascun progetto di Chagall. Il percorso include anche dipinti, incisioni e litografie che completano il quadro della ricerca e dell’evoluzione dell’artista originario della Bielorussia (il suo vero nome era Moishe Segal), ma francese di adozione.

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©Chagall – SIAE 2025

Marc Chagall, Le coq bleu, 1955-59, mosaico realizzato da Antonio Rocchi, Ravenna, MAR Museo d’Arte della città

Rodney Smith a Rovigo

Per la prima volta in Italia, Palazzo Roverella a Rovigo ospita, dal 4 ottobre 2025 al 1° febbraio 2026, la grande mostra “Fotografia tra reale e surreale” dedicata a Rodney Smith, fotografo newyorkese tra i più iconici del XX secolo. Con oltre cento immagini, l’esposizione ripercorre l’intera carriera dell’autore, celebrando la sua raffinata combinazione di eleganza, rigore compositivo e humour surreale. Le sue fotografie evocano mondi sospesi tra realtà e sogno, in cui i riferimenti alla pittura di Magritte e al cinema di Hitchcock e Wes Anderson arricchiscono una poetica visiva unica, fatta di armonia formale e narrazione simbolica. Il percorso espositivo, suddiviso in sei sezioni conduce il visitatore lungo scenari sospesi, ricchi di grazia e mistero, accompagnandolo, attraverso un dialogo costruito su emozione e stupore, alla scoperta di un autore che ha saputo trasformare l’ordinario in straordinario.

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Ufficio stampa

La fotografia di Smith “James in Inner Tube with Duck, Lake Placid”, New York 2006

Giacomo Balla a Parma

Dal 10 ottobre 2025 al 1° febbraio 2026, Palazzo del Governatore a Parma ospita “Giacomo Balla, un universo di luce”, una retrospettiva senza precedenti dedicata al maestro del Futurismo. La mostra presenta oltre 60 opere della collezione della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, mai esposte prima nella loro interezza. L’esposizione su Balla rappresenta un viaggio attraverso l’evoluzione artistica del “Leonardo da Vinci del XX secolo”, come amava definirsi l’artista torinese. Dalle prime opere del realismo sociale e divisionista, passando per la rivoluzionaria stagione futurista con le celebri “Compenetrazioni iridescenti” e le ricerche sul dinamismo, fino alla produzione figurativa degli anni Quaranta. Il percorso in 13 sale include capolavori come “Nello specchio” (1901-1902), che fece esclamare a Giacomo Puccini “Questa è la mia ‘Bohème’!”, e il potente ciclo “Dei viventi”, con opere drammatiche come “La pazza” e “I malati”.

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©Giacomo Balla, by SIAE 2025 – GNAMC/foto di Alessandro Vasari

Giacomo Balla “Pessimismo e ottimismo”, 1923. Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea

ISO600 a Bologna

La Fotogalleria Paoletti di Bologna ospita, dal 3 al 5 ottobre, ISO600, il Festival internazionale che celebra l’arte della fotografia istantanea. L’edizione 2025 comprende una selezione di lavori originali di 46 artisti internazionali, insieme alla personale di Manuela Proietti, insignita del Paoletti Talent Prize 2024. Il programma del Festival prevede workshop, presentazioni, contest e una vintage Polawalk, un evento speciale che vedrà un tutor accompagnare i polaroider in una passeggiata fotografica nel cuore
di Bologna, in compagnia di una modella.

Da Gauguin a Hopper a Codroipo (UD)

Ben 130 capolavori di una cinquantina di grandi artisti dell’Ottocento e del Novecento provenienti da 42 musei europei e americani. Una mostra unica, di respiro internazionale e allestita negli spazi restaurati dell’Esedra di levante del magnifico complesso dogale di Villa Manin a Passariano di Codroipo, in provincia di Udine. È “Confini da Gauguin a Hopper. Canto con variazioni”, l’attesissima esposizione che apre al pubblico il 11 ottobre, uno degli eventi di punta di GO! 2025&Friends, il cartellone di appuntamenti che affianca il programma ufficiale di GO! 2025 Nova Gorica – Gorizia Capitale europea della Cultura. In quello che potrebbe essere definito a pieno titolo il “museo ideale” dell’arte internazionale degli ultimi due secoli, i visitatori vengono accompagnati in un emozionante percorso delle meraviglie. Opere di Anselm Kiefer, Gustave Courbet, Claude Monet, Edvard Munch, Paul Gauguin, Vincent Van Gogh, e poi Manet, Degas, Renoir, Modigliani, Bacon, Hopper, Giacometti, Segantini e Matisse. E ancora, Turner, Constable, Boudin, Sisley, Pissarro, Mondrian. C’è tempo fino al 12 aprile 2026.

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©Albertinum | GNM, Staatliche Kunstsammlungen Dresden – Foto: Elke Estel/Hans-Peter Klut

Paul Gauguin, Parau Api (Ci sono novità?), 1892, Dresda, Albertinum, Staatliche Kunstsammlungen

Boccaccio Boccaccino a Cremona

Il Museo Diocesano di Cremona ospita, dal 10 ottobre 2025 all’11 gennaio 2026, la mostra intitolata “Il Rinascimento di Boccaccio Boccaccino” in occasione dei 500 anni dalla morte dell’artista ferrarese. La mostra si pone come occasione irripetibile di studio e di ricerca e, al tempo stesso, un momento di valorizzazione di un maestro poco noto al grande pubblico, ma di indubbia importanza nell’ambito della cultura figurativa del Rinascimento nell’Italia settentrionale, tanto da essere definito da Giorgio Vasari “raro” ed “eccellente pittore”. Grazie alla sua attività, attestata nei più importanti centri del Nord Italia, Boccaccino si propose sulla scena come un intelligente interprete della lezione impartita da Leonardo da Vinci a Milano e da Giorgione a Venezia. Attraverso prestiti di grande rilevanza, concessi da importanti istituzioni museali e in via eccezionale da prestatori privati la mostra ripercorre la vicenda artistica di Boccaccino.

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@Modena, Galleria Estense

Boccaccio Boccaccino, “Sacra Famiglia con un pastore”, 1500-1501 circa
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Apre un museo dedicato a Laura Pausini, la voce femminile italiana più amata

Di solito i musei vengono inaugurati quando un personaggio viene a mancare e quindi quello dedicato alla voce femminile italiana più amata è un evento più unico che raro. Mattoni, musica ed emozioni si racchiudono all’interno del museo dedicato a Laura Pausini e realizzato a Solarolo, un piccolo paese in provincia di Ravenna dove è nata la cantante.

Non si tratta di un edificio costruito ad hoc, ma della casa in cui è cresciuta e ha vissuto e dove oggi sarà possibile ripercorrere tutta la sua vita e l’avventura artistica. Un’esperienza da non perdere per i fan della Pausini, ma anche per tutti gli amanti della musica italiana.

Il museo dedicato a Laura Pausini

L’ingresso già colpisce e diventerà tra i luoghi più fotografati del percorso espositivo: la facciata è decorata con grandi murales dedicati che raccontano la storia musicale di Laura Pausini. All’interno ogni stanza racconta una parte della sua vita: i dischi di platino, i riconoscimenti internazionale e la sala dei premi. Ma non manca una dimensione più intima e umana con lettere dei fan e momenti familiari.

E che dire degli abiti? Tutti i vestiti di scena più belli che ha indossato sui red carpet e nei tour mondiali sono esposti per essere ammirati da chi la ama fin dagli esordi.

Il percorso è cronologico: parti dagli anni ’80, quando Laura era una ragazza con la passione per la musica, fino ad arrivare ai giorni nostri, con i sold out nei palazzetti di mezzo mondo. È un racconto che ti avvolge, fatto di musica in sottofondo, immagini proiettate e dettagli curati al millimetro.

Ad arricchire tutto le numerose foto di scena che fanno da sfondo e ci aiutano a ricordare degli scatti ormai celebri che sono rimasti impressi nella memoria.  Certamente non il classico museo ma una passeggiata nel mondo della musica italiana per scoprire più di questo idolo che dal 1993 con l’esordio a Sanremo ha incantato tutti.

Info pratiche: biglietti e date

L’inaugurazione ufficiale è attesa per il 7 settembre, ma l’apertura ufficiale partirà dal 13 settembre. Si potrà accedere dalle 10 alle 16 con un biglietto che risulterà gratuito per i membri del fanclub e a 30 euro per tutti gli altri.

Se stai già pensando di organizzare una gita in Romagna, questo è il momento perfetto; dopo una passeggiata tra le vie di Solarolo, potrai varcare una soglia che profuma di musica e di autenticità. Non troverai effetti speciali fini a se stessi, ma emozioni vere, quelle che ti resteranno addosso anche dopo aver lasciato il museo.

Laura ha raccontato tramite social e comunicati stampa che ciò che vedremo all’interno è strettamente legato a chi l’ha sostenuta nel tempo. Un museo che vuole essere un racconto della sua vita e un omaggio alla fedeltà di chi l’ha amata e sostenuta nella sua prosperosa carriera.

Il museo a Solarolo, in provincia di Ravenna, sicuramente farà da traino ai turisti, ai curiosi e agli appassionati di musica che metteranno nella propria wishlist di viaggio una tappa qui per scoprire vita artistica e privata di una delle voci italiane più amate nel mondo.

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Cosa vedere a Ravenna in un giorno: l’itinerario perfetto tra mosaici, arte e dolce vita romagnola

Ravenna non è una città qualsiasi. È un luogo sospeso nel tempo, dove la bellezza si nasconde nei dettagli e ogni pietra racconta un passato glorioso. È qui che la potenza dell’Impero Romano d’Occidente ha vissuto i suoi ultimi splendori, ed è qui che l’arte bizantina ha trovato la sua massima espressione fuori dai confini orientali. Ma Ravenna è anche una città viva, accogliente, dove la spiritualità si fonde con la quotidianità, e il ritmo del vivere lento accompagna ogni passo, ogni sguardo, ogni respiro. Visitare Ravenna in un solo giorno è una sfida, ma anche un viaggio emozionante. In un itinerario ben studiato, è possibile attraversare secoli di storia, lasciandosi incantare dai mosaici, dalle architetture, dai sapori e dalle atmosfere uniche che questa città sa offrire. Le sue meraviglie non gridano, non abbagliano con clamore: si svelano con grazia, e chi sa osservare resta inevitabilmente affascinato.

Tappa 1: Basilica di San Vitale

L’inizio perfetto non può che essere la Basilica di San Vitale. Entrarvi è come varcare la soglia di un altro mondo. L’esterno sobrio, in laterizio nudo, non lascia intuire la ricchezza che accoglie il visitatore appena superato l’ingresso. La struttura ottagonale, insolita e maestosa, si apre in un crescendo di prospettive e luci che culminano nella zona absidale, dove si concentra una delle più impressionanti raccolte di mosaici del mondo.

Il mosaico dell’abside, con l’imperatore Giustiniano accompagnato dal suo seguito e la figura di Teodora, la sua imperatrice, è uno dei simboli più conosciuti dell’arte bizantina. I personaggi, pur immobili e frontali, sembrano animati da una luce interiore, una solennità che va oltre l’estetica. I colori, gli ori, i dettagli delle vesti e dei volti compongono un linguaggio visivo di straordinaria forza spirituale. Non si tratta soltanto di decorazione: è un messaggio di fede, potere e trascendenza. In questa basilica, l’arte non è solo bellezza, ma preghiera, meditazione, incontro con il divino.

Mausoleo Galla Placidia

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Mausoleo Galla Placidia

Tappa 2: il Mausoleo di Galla Placidia

Proprio accanto a San Vitale, in un angolo appartato che sembra quasi un segreto ben custodito, si trova il Mausoleo di Galla Placidia. L’esterno è semplice, quasi dimesso, e non lascia immaginare lo splendore nascosto all’interno. Ma appena si varca la soglia, si viene avvolti da una penombra carica di magia. Le pareti e la volta esplodono in un gioco di luci e colori che culmina nella cupola stellata, dove un cielo blu profondo è punteggiato da decine di stelle dorate. La sensazione è quella di essere sospesi tra la terra e l’eternità. Non è difficile comprendere perché questo luogo sia spesso definito come uno degli spazi più suggestivi della cristianità antica. Il silenzio che lo avvolge, rotto solo dal lieve eco dei passi, rende l’esperienza quasi mistica. Qui, tra i mosaici che raffigurano cervi che si abbeverano, croci dorate, santi e simboli cristiani, ci si sente trasportati fuori dal tempo. Il mausoleo, voluto dalla stessa Galla Placidia, figlia dell’imperatore Teodosio, non è solo una tomba imperiale, ma una preghiera in pietra e luce.

Tappa 3: la Basilica di Sant’Apollinare Nuovo

Continuando la passeggiata verso il centro storico, si incontra un altro dei grandi capolavori di Ravenna: la Basilica di Sant’Apollinare Nuovo. L’edificio fu voluto dal re goto Teodorico come chiesa palatina del suo regno. Inizialmente destinata al culto ariano, fu poi consacrata al culto ortodosso dopo la riconquista bizantina, e ciò che oggi si ammira è il risultato di questa complessa stratificazione storica. Entrando nella basilica, l’occhio viene subito catturato dai due lunghi pannelli musivi che si estendono per tutta la navata centrale. Da una parte, le Vergini in processione guidate dai Re Magi verso la Madonna col Bambino; dall’altra, i Martiri che avanzano verso Cristo in trono. Le figure sembrano sfilare in un eterno movimento, statico solo in apparenza, ma carico di narrazione. Le scene della vita di Cristo, i palazzi, le navi e i paesaggi offrono uno spaccato prezioso dell’immaginario e della vita dell’epoca. Questa basilica è un racconto a cielo aperto, un vangelo visivo che parla al fedele e al visitatore con la stessa intensità. Qui la parola si fa immagine, e l’immagine diventa memoria collettiva.

mosaici Ravenna

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I mosaici di Ravenna

Tappa 4: Pausa pranzo nel cuore della Romagna

Dopo tanto stupore artistico, è naturale che nasca il desiderio di nutrire anche il corpo, e Ravenna sa come accogliere il visitatore anche a tavola. La cucina romagnola è schietta, generosa, legata alla terra e alla tradizione. Fermarsi in una trattoria del centro, come Ca’ de Ven, con le sue volte affrescate e i vini locali, è un’esperienza che appaga tutti i sensi. I sapori sono intensi, sinceri, senza sofisticazioni inutili. I cappelletti in brodo riportano alla cucina delle nonne, dove ogni gesto aveva un significato. La piadina, calda e fragrante, è il pane identitario della regione, che si sposa con i formaggi morbidi e i salumi saporiti: in centro un posto dove la fanno molto bene è Profumo di Piadina in via Cairoli 24.

Le tagliatelle al ragù, con la pasta ruvida e il sugo corposo, raccontano storie di famiglia e domeniche d’inverno. Un bicchiere di Sangiovese o di Albana completa il pasto con la nota giusta: profonda, persistente, conviviale. Da provare i vari spazi per mangiare all’interno del Mercato Coperto in Piazza Andrea Costa o la tradizionale Osteria dei Battibecchi in Via della Tesoreria Vecchia 16. Se si preferisce un locale più raffinato e ricercato restando nel centro storico, puoi provare il ristorante Alexander in via Bassa del Pignataro 8.

Tappa 5: la Tomba di Dante

Poi si può riprendere il cammino, questa volta verso un luogo di profonda risonanza simbolica: la Tomba di Dante Alighieri. Incastonato in un angolo silenzioso del centro, il piccolo mausoleo neoclassico custodisce le spoglie del Sommo Poeta, morto a Ravenna nel 1321. Lontano dalla sua amata ma ingrata Firenze, Dante trovò in Ravenna un rifugio, un luogo dove completare la sua opera più grande. Ancora oggi, ogni anno, Firenze invia l’olio per alimentare la lampada votiva che arde perpetuamente accanto alla sua tomba: un gesto semplice ma carico di significato, quasi una richiesta di perdono postuma. Il luogo invita al raccoglimento. Non ci sono orpelli, né ostentazioni: solo la pietra, il silenzio e la presenza intatta della poesia.

Tomba di Dante

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La Tomba di Dante

Tappa 6: la Biblioteca Classense e la zona Dantesca

A pochi passi dalla tomba, si apre un altro mondo: quello della cultura scritta, custodita nella Biblioteca Classense. Fondata nel XVIII secolo in un ex monastero camaldolese, questa biblioteca è molto più di un luogo di studio. È un tempio del sapere, dove gli scaffali carichi di volumi antichi, i saloni riccamente decorati, i chiostri e le sale di lettura raccontano l’amore per la conoscenza e la memoria. Passeggiare nella zona Dantesca significa perdersi tra lapidi commemorative, giardini ombreggiati, targhe letterarie che citano versi celebri. È un luogo dove si percepisce la presenza discreta della cultura, quella che non si impone ma accompagna. Ogni angolo sembra suggerire una riflessione, un ricordo, una poesia.

Tappa 7: Il Battistero Neoniano

La giornata volge al termine, ma c’è ancora tempo per una delle tappe più toccanti: il Battistero Neoniano. Questo edificio, tra i più antichi della cristianità occidentale, custodisce una cupola decorata con uno dei più raffinati mosaici tardo-antichi. Il tema è il battesimo di Cristo nel fiume Giordano, rappresentato con realismo e simbolismo insieme. Il volto di Giovanni Battista, l’acqua che scorre, gli apostoli che osservano: ogni elemento contribuisce a creare un’atmosfera di sacra bellezza. La luce filtra dall’alto e si riflette sulle tessere musive, creando riflessi che mutano con il passare delle ore. Si ha l’impressione di trovarsi in un luogo dove il tempo non esiste più, solo la luce e l’acqua, i due elementi fondamentali del battesimo e della rinascita. Chiude così un percorso che è stato non solo turistico, ma spirituale, umano, estetico.

Il Battistero Neoniano

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Il Battistero Neoniano a Ravenna

Tappa 8: Passeggiata tra le botteghe

Se resta ancora un po’ di tempo, non c’è modo migliore per concludere la giornata che perdersi tra le vie del centro: Via Cavour, Via Diaz, Via Ricci. Le vetrine si accendono, i bar si riempiono di voci e bicchieri tintinnanti, l’aroma del caffè e del gelato artigianale si mescola con l’aria della sera. I negozi di design locale, le botteghe artigianali, le librerie indipendenti offrono un’altra Ravenna, fatta di creatività, gusto e passione. Sedersi in una piazza, magari con un aperitivo in mano e lo sguardo rivolto a un campanile che si staglia nel cielo rosa del tramonto, è il modo migliore per salutare la città.

Cosa vedere nei dintorni di Ravenna

Chi ha la fortuna di poter restare un giorno in più, scoprirà che Ravenna non finisce con il suo centro storico. A pochi chilometri, la Basilica di Sant’Apollinare in Classe si erge solitaria tra i campi, con il suo abside che racchiude un altro capolavoro musivo, dominato dalla figura del santo e da una croce gemmata immersa in un paesaggio paradisiaco. Più a nord, la laguna di Comacchio e le Valli del Delta offrono un paesaggio completamente diverso, fatto di canali, fenicotteri, pescatori e silenzi acquatici. E se si desidera un tocco di modernità o un tuffo nel divertimento, il parco di Mirabilandia, le spiagge dei Lidi ravennati e le pinete secolari completano l’offerta di un territorio davvero unico. Tra le località sul mare meritano attenzione Punta Marina, Marina di Ravenna, oppure le zone di Cervia, Cesenatico e Milano Marittima.

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Cosa vedere a Ravenna, la città dei mosaici, tre volte Capitale

Nel cuore dell’Emilia-Romagna, a pochi passi dal mare, si cela una città che non smette mai di sorprendere: è Ravenna ovvero un viaggio nel tempo, un mosaico vivente di culture, imperi e arte senza confini.

Un patrimonio straordinario la consacra tra le mete più affascinanti d’Italia: ben otto siti dichiarati Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO ne fanno una capitale della bellezza eterna. Se vi state chiedendo cosa vedere a Ravenna, lasciatevi guidare tra meraviglie in pietra, tessere d’oro e suggestioni immortali.

Cosa vedere a Ravenna, la città dei mosaici

Tre volte capitale (dell’Impero romano d’Occidente, del regno degli Ostrogoti e poi dell’Esarcato bizantino), Ravenna ha assorbito influssi da ogni civiltà, tra Oriente e Occidente, e dietro i toni neutri dei suoi edifici si cela un universo sfavillante.

Camminare per il centro è come scorrere le pagine di un “libro scritto con la luce”: le biciclette sfrecciano leggere, i campanelli risuonano nell’aria e le voci si fondono con l’eco delle basiliche millenarie. In un simile scenario che unisce quotidianità e passato, la città si racconta con discrezione e invita a immergersi nel suo incanto senza tempo.

1. Piazza del Popolo

Tutto comincia da Piazza del Popolo: i palazzi che la delimitano, dalle eleganti architetture di epoca veneziana, rievocano storie di dominio, scambi e contaminazioni. Il Palazzo Comunale e la Prefettura si specchiano in una piazza viva, attraversata da chi lavora, chi passeggia e chi si concede un caffè sotto i portici.

Le due colonne che si ergono al centro portano in cima le statue di San Vitale e Sant’Apollinare, emblemi di una città che fu anche veneziana, ma è sotto il portico del Palazzo Comunale che si cela uno dei dettagli più sorprendenti: le colonne di granito che lo sorreggono, in apparenza semplici, custodiscono antichi capitelli, scolpiti nel marmo proconnesio e risalenti al VI secolo d.C. Un tempo appartenenti alla Chiesa di Sant’Andrea dei Goti, sono sopravvissuti alla sua demolizione del 1457, quando si aprì spazio alla costruzione della Rocca Brancaleone.

2. Basilica di San Vitale

Appena varcata la soglia della Basilica di San Vitale, ci si sente piccoli di fronte a tanta meraviglia: tempio ottagonale, tra i massimi esempi dell’arte paleocristiana, è un trionfo di luce, colore e simbologia. Non presenta navate, bensì un nucleo centrale che si apre in un abbraccio circolare sotto una cupola affrescata che colpisce all’istante.

I mosaici che decorano l’abside rapiscono lo sguardo: il volto dell’imperatrice Teodora, dallo sguardo ieratico e i gioielli che sembrano danzare nella luce, è uno di quei ritratti che non si dimenticano. E poi, quasi in silenzio, a terra si svela un labirinto: una serie di cerchi concentrici, solcati da frecce: è il cammino dell’anima, la metafora cristiana della purificazione, una sfida da intraprendere partendo dal centro e cercando, passo dopo passo, la via d’uscita.

Accanto alla basilica, il Museo Nazionale di Ravenna ospita reperti provenienti dagli scavi cittadini e dai restauri che hanno svelato altri frammenti dei suoi tesori nascosti.

3. Tomba di Dante

L'antica tomba di Dante Alighieri a Ravenna

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L’antica tomba di Dante Alighieri

A Ravenna il tempo si è fermato anche per il più grande poeta della letteratura italiana. Dante Alighieri vi trovò l’ultimo rifugio, dopo l’esilio da Firenze, e qui si spense nella notte tra il 13 e il 14 settembre 1321. Aveva appena terminato il Paradiso, chiudendo l’opera che avrebbe consegnato il suo nome all’eternità.

Oggi le sue spoglie riposano in un piccolo tempietto neoclassico, sobrio e austero, realizzato tra il 1780 e il 1782 dall’architetto Camillo Morigia, ma la loro storia ha contorni da romanzo: per secoli furono nascoste, trafugate, ritrovate per caso nel 1865..

Intorno al mausoleo si sviluppa la cosiddetta zona dantesca, un angolo della città carico di spiritualità e silenzio.

4. Mausoleo di Galla Placidia

Se c’è un luogo che incanta senza bisogno di parole, è il Mausoleo di Galla Placidia che si annuncia con la semplicità di una piccola costruzione in mattoni, quasi anonima: eppure, basta varcarne la soglia per ritrovarsi immersi in un sogno blu. Sulle pareti, i mosaici più antichi di Ravenna vibrano ancora di vita e mistero.

Fu voluto da Onorio, imperatore dell’Impero romano d’Occidente, per sua sorella Galla Placidia, e all’interno di cotanto scrigno di luce e simbologia, il messaggio è chiaro: la vita vince sulla morte, la speranza prevale sul dolore. Ma è la volta celeste, tempestata di stelle, a lasciare senza fiato: un cielo notturno perfetto, dove la croce luminosa troneggia al centro e ogni stella sembra parlare al cuore di chi guarda.

È uno di quei luoghi che restano impressi per sempre, non solo nella memoria visiva, ma nelle emozioni più profonde.

5. Basilica di Sant’Apollinare in Classe

Basilica di Sant'Apollinare in Classe a Ravenna

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La sorprendente Basilica di Sant’Apollinare in Classe

A pochi chilometri dal centro, nella quiete di un paesaggio che appare sospeso tra terra e cielo, si erge la più maestosa tra le basiliche di Ravenna: Sant’Apollinare in Classe, il cui nome rimanda all’antica città di Classe, oggi area archeologica, un tempo vivace porto e sede della flotta romana dell’Adriatico.

La Basilica affascina da subito per la sua imponenza, ma è entrando che si viene travolti da un senso di meraviglia. L’abside è un inno alla luce, al colore e alla simbologia: Cristo appare al centro della Croce, in un tondo ornato da 99 stelle. Ai suoi lati, i quattro evangelisti, mentre dodici pecore candide simboleggiano gli apostoli, immerse in un paesaggio che ha i toni di un paradiso terrestre. Rocce, alberi, fiori e uccelli variopinti riempiono la scena con la serenità di un’armonia raggiunta.

Accanto alla Basilica, gli scavi raccontano la vita dell’antica Classe, città strategica e cuore pulsante del mondo bizantino. Poco distante, un vecchio zuccherificio ottocentesco è stato trasformato nel Museo Classis, un viaggio al cospetto di secoli di storia, dalla Preistoria alla Ravenna medievale. Anche soltanto la scala monumentale, decorata con un’onda di mosaico lunga trentatré metri, sarebbe sufficiente a giustificare la visita.

6. Mausoleo di Teodorico

Infine, non si può non citare il Mausoleo di Teodorico, costruito nel VI secolo per volere del re ostrogoto Teodorico, deciso a lasciare un’impronta eterna del proprio potere. A differenza degli altri monumenti di Ravenna, qui lo sfarzo bizantino cede il passo a una forma severa, quasi scultorea, in cui l’austerità diventa bellezza.

La struttura si fa notare per la cupola, un unico blocco monolitico di pietra calcarea che pesa oltre 300 tonnellate. Un’impresa ingegneristica straordinaria per l’epoca, che ancora oggi lascia senza parole. Il linguaggio architettonico è essenziale, lontano dai decori dorati degli altri edifici, ma proprio tale sobrietà la rende un unicum nel panorama ravennate.

Cosa fare a Ravenna: tre esperienze da non perdere

Splendidi mosaici di Ravenna

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Tutto il fascino dei mosaici di Ravenna

Ravenna non è solo storia e arte, ma anche scoperta, creatività e gusto. Oltre ai monumenti senza eguali, la città offre esperienze capaci di completare il viaggio con sfumature più quotidiane ma non meno intense. Che si tratti di arte contemporanea, scorci urbani rigenerati o sapori locali, ogni tappa aggiunge un tassello al mosaico dell’anima ravennate.

1. Fare tappa al MAR – Museo d’Arte della città di Ravenna

All’interno di un antico monastero, trasformato con rispetto e visione, prende vita uno dei centri culturali più dinamici della città: il MAR, Museo d’Arte della Città di Ravenna tra le cui sale si snoda un percorso che va dall’arte medievale fino al Novecento, con un’attenzione speciale per la tradizione del mosaico.

La sezione dedicata al mosaico moderno è un dialogo tra passato e presente, dove la tecnica antica si reinventa nelle mani degli artisti contemporanei.

Le mostre temporanee, spesso coraggiose e sperimentali, danno respiro internazionale al museo, rendendolo un punto d’incontro per chi ama l’arte in tutte le sue forme.

2. Un giro alla Darsena

Un tempo quartiere portuale e zona industriale, oggi la Darsena ne è il volto giovane e creativo: gli ex magazzini, le gru, le architetture dismesse sono diventati spazi per l’arte urbana, per la musica, per la socialità. Il canale Candiano scorre tranquillo tra murales colorati, locali alternativi e biciclette.

Camminare lungo la banchina, soprattutto al tramonto, regala una visione insolita della città: un incontro tra la malinconia del passato e la forza dell’innovazione.

La Darsena è diventata un laboratorio a cielo aperto, un quartiere in fermento dove tutto cambia e tutto vive.

3. Una sosta gastronomica al Mercato Coperto

A due passi da Piazza del Popolo, esiste un luogo dove i profumi parlano, i sapori raccontano e ogni stand è un invito a lasciarsi tentare: il Mercato Coperto, ristrutturato con eleganza e rispetto per la sua anima popolare, oggi un punto d’incontro tra tradizione e gusto.

Qui si può scegliere di fermarsi al ristorante oppure optare per un assaggio veloce, magari da gustare mentre si esplora il centro. L’offerta è variegata e irresistibile: si va dalle piadinerie alle botteghe artigiane, dalle pescherie alle gastronomie, dove la qualità degli ingredienti è protagonista.

Impossibile non assaggiare la piadina con lo squacquerone, accompagnata da verdure, affettati o acciughe marinate, a seconda dell’umore del palato. E per chi ama la pasta fresca, non mancano i cappellacci verdi, le tagliatelle, i passatelli, preparati con cura, passione e un pizzico di orgoglio romagnolo.

Come arrivare a Ravenna

Raggiungere Ravenna è semplice e piacevole, quasi un preludio al viaggio nel tempo che vi attende tra i suoi monumenti. Il cuore della città si apre a pochi passi dalla stazione ferroviaria, in Piazza Farini: bastano tre minuti a piedi per trovarsi nel centro storico, tra mosaici millenari e vie che profumano di arte e storia.

Per chi arriva in auto, l’autostrada A14 è la via più diretta: basta uscire allo svincolo per Ravenna e seguire le indicazioni per il centro.

Se preferite viaggiare in aereo, gli aeroporti più vicini sono quello di Forlì, a circa 30 chilometri, quello di Rimini, a 60, e l’aeroporto di Bologna, distante circa 90 chilometri.

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DanteDì 2025, tanti eventi per omaggiare l’intramontabile autore della Divina Commedia

Il DanteDì rappresenta una delle celebrazioni più importanti per rendere omaggio a Dante Alighieri, il sommo poeta italiano. Questa giornata, istituita nel 2020, è dedicata alla memoria di Dante e al suo magnifico impatto culturale, che ancora oggi continua a influenzare letteratura, lingua e cultura globale. Il DanteDì si celebra ogni anno il 25 marzo. Questa data, secondo gli studiosi, segna l’inizio del viaggio ultraterreno di Dante attraverso l’Inferno, il Purgatorio e il Paradiso, come narrato nella sua opera più famosa, la Divina Commedia. Per il DanteDì 2025 sono stati organizzati eventi, conferenze, letture pubbliche e iniziative in tutta Italia. Speciali ovviamente gli appuntamenti nelle due città italiane che hanno avuto un ruolo fondamentale nella vita del poeta: Firenze e Ravenna.

DanteDì 2025 a Firenze

Firenze, città natale di Dante, è pronta per celebrarlo in compagnia di turisti e interessati alla letteratura e alla poesia.

Durante il DanteDì l’ingresso al Museo Casa di Dante di Firenze sarà per tutti ridotto a €5.

  • Ingresso dalle ore 10 alle ore 17;
  • Prenotazione non obbligatoria per il 25 marzo 2025;
  • Ultimo ingresso alle ore 16:30;
  • Il Museo Casa di Dante si trova in Via Santa Margherita 1.

Anche l’Accademia della Crusca celebra il DanteDì 2025 alla Villa Medicea di Castello.

Festeggiamenti per il DanteDì a Ravenna

Ravenna, altra città che ha avuto un ruolo importante nella vita di Dante, è pronta per ricordarlo e omaggiarlo con una serie di eventi dedicati agli studenti e a tutti gli appassionati di Dante. La città, dove dal 1321 sono custodite le spoglie del poeta, valorizza il patrimonio culturale legato a Dante Alighieri con esperienze e iniziative uniche.

  • L’inizio ufficiale del DanteDì 2025 avverrà con la performance musicale di Haolong Chen, studente del liceo artistico musicale Nervi-Severini. A seguire: la lettura del VI canto del Paradiso. Il sindaco Fabio Sbaraglia sarà presente all’evento;
  • Nella Casa e al Museo di Dante di Ravenna si potrà entrare gratuitamente nella giornata del 25 marzo 2025;
  • Visite guidate, incontri e letture. Da segnalare quella del XV canto del Purgatorio alle ore 17 di fronte alla Tomba di Dante;
  • Le scuole potranno accedere liberamente fino al 30 marzo alla Casa e al Museo di Dante;
  • Per gli istituti sono organizzate visite guidate nella zona dantesca (Tomba di Dante, Chiostri Francescani, Quadrarco di Braccioforte, Museo e Casa Dante) per approfondire la conoscenza dei luoghi del poeta. La visita didattica si può prenotare presso la sezione didattica di Fondazione RavennAntica.
tomba dante ravenna

Fonte: iStock

Ravenna: l’antica tomba di Dante Alighieri in città
  • Laboratori didattici per studenti e appassionati;
  • Incontri di letteratura e poesia.

Conferenza a Bolzano per il DanteDì

Ovviamente eventi e iniziative culturali legate al DanteDì 2025 non solo a Firenze e Ravenna. “Libertà va cercando. Dante profeta di speranza“. Questo è il titolo della conferenza, organizzata dal Comitato della Società Dante Alighieri di Bolzano presieduto dalla Dott.ssa Raffaella De Rosa, che si svolgerà il 25 marzo 2025 a Bolzano in occasione del DanteDì 2025. Durante l’incontro, a cura del professore Gregorio Vivaldelli, verrà affrontato il seguente tema: come il desiderio di libertà alimenti il coraggio della responsabilità.

  • Teatro Cristallo, via Dalmazia 30, Bolzano;
  • Inizio ore 20;
  • Prenotazione obbligatoria.

Vasto celebra il DanteDì 2025

Anche Vasto è pronta per ricordare il sommo poeta.
Il 25 marzo 2025 si svolgerà un evento al Teatro Rossetti di Vasto: “Il Dante delle Stelle“.  Spettacolo dedicato al Paradiso.

  • Lo spettacolo sarà alle ore 17,30;
  • Sarà uno spettacolo-conferenza organizzata dal Centro europeo di studi rossettiani;
  • La parte musicale è a cura degli Ensemble Stella Nova;
  • Le letture dantesche sono di Domenico Galasso e il profossor Gianni Oliva, che tratterà il tema: Dante poeta della luce.

Iniziativa per il DanteDì a Pisa e nel casentino

A Pisa, presso il Palazzo dei Congressi, ci sarà un evento dedicato ai giovani delle scuole durante il quale si approfondirà il Paradiso Terrestre e la figura della donna.

Inoltre, presso l’Aula Magna di Palazzo Boileau, si terrà l’incontro annuale del DanteDì “Un altro Dante“. Questo è promosso dal neonato Laboratorio Ipermediale Dantesco dell’Università di Pisa (LIDUP), in collaborazione con il Sistema Bibliotecario di Ateneo e con il patrocinio del gruppo Dante dell’Associazione degli Italianisti. L’incontro si terrà alle ore 17 in presenza a Pisa ma gli studenti e gli appassionati che non si trovano in città il 25 marzo 2025 potranno seguire l’iniziativa anche via Teams.

Nel casentino invece, in programma per tutta la settimana, tante attività didattiche per le scuole.

A Foligno tra incontri e mostre per il DanteDì

Ogni anno la città di Foligno celebra la prima stampa dell’editio princeps della Divina Commedia. Il 25 marzo 2025 si terrà un incontro con lo scrittore Paolo di Paolo e sarà inoltre inaugurata la mostra di illustrazioni dantesche Comicon, Drawing Dante presso le Sale di Costanza, a Palazzo Trinci (visitabile fino al 6 luglio 2025).

Spostandosi a sud, il DanteDì a Siracusa

Anche la Sicilia è pronta per celebrare Dante Alighieri. A Siracusa il Comitato Dante Alighieri organizzerà la proiezione del docufilm “Mirabile Visione: Inferno” presso il Multisala Planet Cinema Vasquez. Dopo la visione del film ci sarà un intervento in collegamento con il regista Matteo Gagliardi.

DanteDì 2025 a Sepino, anche il Molise in festa

A Sepino, in provincia di Campobasso, verrà messo in scena uno spettacolo teatrale interpretato dai ragazzi appositamente per il DanteDì 2025. Ispirato ai canti della Divina Commedia questo fa parte del progetto “B.A.SE.: BiblioAzione Sepino” che continua a promuovere la cultura tra i giovani. Grazie al laboratorio teatrale, i giovani che partecipano al progetto avranno l’occasione di interpretare e sceneggiare alcuni dei passaggi iconici e i protagonisti fondamentali della Divina Commedia. L’obiettivo è quello di coinvolgere il pubblico in un divertente viaggio tra Inferno, Purgatorio e Paradiso.

Oltre allo spettacolo teatrale i giovani presenteranno al pubblico anche una serie di cartelloni a tema ed originali “kahoot” – giochi interattivi e didattici. Apprendere la Divina Commedia sarà così molto più coinvolgente e interessante.

Le donne della Divina Commedia a Napoli

Alla Biblioteca Universitaria di Napoli nella giornata del 25 marzo 2025, per omaggiare Dante, si svolgerà un evento intitolato “Le donne della Divina Commedia“. Iniziativa in collaborazione con Museodivino e e l’Associazione Progetto Sophia.
Il percorso, che inizia nel Loggiato Monumentale, verrà ripetuto tre volte durante il DanteDì 2025. Si interagirà con i personaggi della famosa opera, come Francesca, Taide e Pia. Poi ci si sposterà nella Sala Rari, il Paradiso Terrestre, dove si incontreranno Beatrice e Matelda. Questo evento terminerà poi con una performance teatrale interattiva “Dante ad alta voce” e da un “concertino mateldico” curato da Flavia d’Ambrosio e Joe Nocerino.

  • Ingresso gratuito;
  • Turni aperti al pubblico;
  • Ore 16 e ore 17;
  • Mattina riservata alle scuole.
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Terme di Cervia, relax nel centro benessere sul mare

A metà strada tra il mare di Cervia e una grande distesa di colorate saline, sorge un luogo in cui relax e benessere fanno da padroni: le Terme di Cervia, immerse in un paesaggio quasi incantato in provincia di Ravenna, accanto a una millenaria pineta di ben 27 ettari attraversata da sentieri ideali per attività outdoor a piedi o in bicicletta.

Lo stabilimento termale risale al 1961 e tutt’oggi offre ai suoi clienti un’ampia gamma di cure e trattamenti benessere supportati da attrezzature all’avanguardia e da uno staff medico specializzato e altamente qualificato. Un luogo ideale per ricaricare corpo e mente durante un viaggio rilassante immersi nelle bellezze naturali della Riviera Romagnola, sia nei mesi primaverili e autunnali, più freschi, sia nel periodo estivo durante le tradizionali vacanze al mare. Scopriamo tutti i dettagli sulle Terme di Cervia, oasi di pace per rigenerarsi.

Come arrivare alle Terme di Cervia

Cervia è un comune situato in Emilia Romagna, a 20 km a sud di Ravenna lungo la costa Adriatica. Le Terme di Cervia, in particolare, si trovano in Via C. Forlanini 16, a ridosso del Parco Naturale di Cervia e a poca distanza dalle saline.

Sono facilmente raggiungibili in auto percorrendo l’autostrada A14 Bologna – Ancona e uscendo al vicino casello di Cesena Sud. Si prosegue poi in direzione Cervia per pochi chilometri.

In treno, si utilizza la linea Ferrara-Ravenna-Rimini per arrivare fino alla stazione di Cervia e da lì in un paio di chilometri a piedi o in taxi portano alle terme.

Giorni apertura e orari Terme Cervia

Le Terme di Cervia non restano aperte tutto l’anno, ma chiudono nei mesi più freddi. Tipicamente, la stagione termale inizia al principio di maggio e si conclude a metà dicembre.

Gli orari delle terme nei giorni feriali sono 7.30 – 12.00 / 16.30 – 18.00 e quelli della piscina termale 7.30 – 18.00. Nei festivi, invece, è prevista solo l’apertura mattutina. Per conoscere tutti gli orari aggiornati, che possono variare di anno in anno, suggeriamo di consultare il sito web ufficiale della struttura.

Prezzi Terme di Cervia

Per consultare i prezzi aggiornati di tutti i trattamenti e le cure offerte dalle Terme di Cervia è necessario contattare la struttura. Durante l’anno vengono proposti pacchetti promozionali che permettono di risparmiare senza farsi mancare ogni comodità.

Trattamenti e servizi Terme di Cervia

Nelle Terme di Cervia, tra le più belle d’Italia, si può beneficiare di trattamenti di cura e benessere completi, basati sulle eccellenti proprietà terapeutiche degli elementi utilizzati: l’Acqua Madre, il Fango Liman e la Nuvola Termale. L’Acqua Madre Termale, in particolare, apporta enorme beneficio al benessere generale e anche all’estetica. Difatti, i preziosi microelementi che la arricchiscono consentono di migliorare l’aspetto della pelle attenuando gli inestetismi e drenando l’eccesso di ritenzione idrica, ma non solo.

Si tratta di un’acqua salsobromoiodica che giunge dalla Salina di Cervia, che aiuta nella prevenzione, nella terapia e nella riabilitazione in diverse patologie, anche croniche, e viene somministrata per mezzo di bagni, fanghi e metodiche inalatorie.

Molto rinomati sono anche i trattamenti ai fanghi termali di Liman. Questi particolari fanghi sono ben noti per gli effetti rigeneratori dei tessuti epidermici danneggiati da esposizioni solari o dall’aggressione di agenti esterni.

Per i percorsi terapeutici (molte cure termali sono convenzionate con il SSN – Servizio Sanitario Nazionale), inoltre, sono disponibili diverse attrezzature all’avanguardia e uno staff medico di specialisti in varie patologie.

Le piscine termali coperte di Cervia sono tra le più grandi d’Europa. In esse, la concentrazione salina è 3 volte superiore rispetto a quella del mare, rendendo l’acqua particolarmente adatta come elemento antinfiammatorio e analgesico. Le piscine hanno una temperatura costante di 33°C e sono composte da tre vasche: una grande per l’attività motoria e riabilitativa, una più profonda e una ipertonica, nella quale sodio e cloruri hanno una concentrazione ancora maggiore, addirittura superiore a quella del Mar Morto.

Ci sono anche le vasche per il percorso kneipp e una piscina esterna con idromassaggio affacciata alla pineta e la Terrazza del Sale nel solarium attrezzato con piscina idromassaggio e sale dolce per uno scrub rigenerante.

Info utili Terme di Cervia

Per poter accedere ai servizi termali delle Terme di Cervia è necessario prenotare una visita medica di accettazione (a pagamento) via telefono (tel. 0544 990111) oppure compilando il form online presente sul sito web ufficiale della struttura.

Inoltre, è richiesto di portare con sé una borsa per contenere i propri indumenti, da riporre all’interno dell’armadietto personale, e i referti di esami recenti per eventuali approfondimenti in sede di visita medica.

Accanto al complesso delle Terme di Cervia c’è un comodo parcheggio a pagamento (Viale Carlo Forlanini) in cui poter sostare con la propria auto.

L’altro luogo del benessere a Cervia: le Terme del Mare

Un’altra oasi, tra le più importanti del Bel Paese, dedicata al benessere del corpo, si trova affacciata al mare di Cervia, da cui prende il nome: si chiamano Terme del Mare e sono nate nel 2019 presso il Club Hotel Dante, Lungomare Grazia Deledda, al piano terra dell’antica Colonia storica “Dante”.

Aperto da fine gennaio a metà dicembre, questo centro di cure termali conta diversi servizi per la prevenzione e la cura di varie patologie croniche, con acque classificate come clorurato sodiche e cloruro bicarbonato, ricche di elementi naturali e terapeuticamente utili per trattare varie patologie dell’apparato respiratorio, circolatorio e locomotore, le cui cure sono in molti casi convenzionate col Servizio Sanitario Nazionale. Per accedervi ci si deve sottoporre a visita medica d’ammissione gratuita.

Oltre agli spazi curativi, sono presenti 1.000 mq di Centro Benessere: sauna, percorso vascolare, docce emozionali, piscina coperta con acque termali a 33°C, idromassaggio, area relax e tisane e centro estetico, che offre ai clienti diversi massaggi. Una zona particolarmente apprezzata, quella del Centro Benessere, soprattutto nei mesi più freschi, quando ci si vuol far coccolare in acque calde termali per rigenerare corpo e mente.

Saline di Cervia

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Saline di Cervia al tramonto
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Il Times consiglia Ravenna e Comacchio: “Una Venezia alternativa, ma senza folla”

Se tutti gli occhi sono puntati su Venezia, il Times consiglia due mete alternative in Italia “senza folla”. Il quotidiano londinese ha dedicato un lungo servizio a Ravenna e a Comacchio, definendole le alternative “segrete” a Venezia, ma senza essere affollate. Dall’articolo di uno dei più prestigiosi quotidiani del mondo emerge la bellezza di Ravenna, Capitale di tre Imperi, la poesia di Comacchio, colorata città fondata su 13 isolotti, e l’autenticità di tutta l’area del Parco del Delta del Po.

“In queste due località si avverte un mix magico di atmosfere di Venezia, Firenze e Bologna, non troppo distanti da qui”, scrive il giornale. E “l’eco mediatica internazionale è un’ottima forma di promozione”, ha commentato l’Assessore regionale al Turismo dell’Emilia-Romagna Andrea Corsini, “come testimoniano i tanti ospiti stranieri che quest’anno hanno scoperto le nostre città d’arte, ma anche i borghi, la Riviera e l’affascinante Appennino”. “Anche la stampa internazionale”, ha proseguito Corsini “si sta sempre più accorgendo degli scrigni d’arte e cultura della nostra Regione, luoghi magici fuori dalle rotte dell’overtourism e dove ancora si respirano identità e genius loci”.

Secondo il Times “Ravenna, storica città d’arte, e i placidi canali di Comacchio fanno di queste due città gemelle in Emilia-Romagna due dei segreti meglio custoditi in Italia”.

Perché visitare Ravenna secondo il Times

Ravenna, antica Capitale di tre Imperi, è descritta sul giornale britannico come luogo di pellegrinaggio letterario grazie a Dante Alighieri. L’ex capitale bizantina accolse il Sommo Poeta alcuni anni dopo il forzato e triste esilio da Firenze, ospite dell’amico Guido Novello Da Polenta, signore della città: qui trascorse gli ultimi anni della sua esistenza, partecipando alla vita culturale e dedicandosi ai suoi capolavori.

Per gli inglesi, Ravenna è anche la città in cui visse il poeta loro connazionale Lord Byron, al quale la città romagnola ha dedicato un museo che sarà inaugurato a ottobre. Tanta bellezza deriva dai suoi monumenti. Nel 1996, l’Unesco ha indicato come patrimonio dell’Umanità ben otto tra monumenti ed edifici religiosi famosi, in quanto rappresentano a livello mondiale il più alto esempio di architettura e di arte. Come Galla Placidia, la Basilica di San Vitale, la basilica di Sant’Apollinare in Classe, la cripta allagata di San Francesco, i mosaici moderni al MAR (Museo d’arte di Ravenna, il tutto da gustarsi tranquillamente, senza resse. Custoditi all’interno di questi monumenti ci sono preziosi mosaici bizantini che hanno eguali soltanto in pochissimi altri posti al mondo.

Comacchio, la Venezia segreta da scoprire

Spostandosi verso il mare, il Time racconta le piccole località costiere, da Punta Marina a Porto Garibaldi, con le palafitte dei pescatori, fino a Comacchio, in provincia di Ferrara, che per i suoi canali e ponti suggestivi è chiamata la “piccola Venezia”. “Se dovessi immaginare una Venezia in miniatura dei tempi del preturismo, eccola qui: Comacchio con i suoi canali costruita su 13 isolotti”, scrive il giornale. Il centro storico di Comacchio è un labirinto di canali, ponti e vicoli pittoreschi.

Passeggiando tra le sue stradine, si scoprono angoli incantevoli. Simbolo indiscusso di Comacchio è il Trepponti, un ponte monumentale costruito nel 1634, uno straordinario esempio di architettura idraulica composto da cinque scalinate e tre archi principali che si uniscono in un unico punto centrale. Un’esperienza imperdibile è una gita in batana, l’antica barca tipica di Comacchio (come le gondole di Venezia). Le batane, con la loro forma sottile e allungata, sono ideali per navigare i canali stretti della città e scoprire la storia della pesca locale.

Tra i consigli per una visita di questa zona non mancano una navigazione nel Parco Regionale del Delta del Po e valli di Comacchio, una delle aree naturali più importanti d’Europa, con una straordinaria biodiversità, fra casoni e fenicotteri e i prodotti tipici come anguille, vongole, la tipica “spoja lorda”, un tipo di pasta all’uovo ripiena di forma quadrata, simile ai ravioli, i carciofi e gli strozzapreti.

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Mausoleo di Galla Placidia: la storia del prezioso tesoro di Ravenna

Tra i tesori storici italiani più belli c’è sicuramente il Mausoleo di Galla Placidia, un edificio che custodisce i mosaici più antichi di Ravenna. Tra i monumenti paleocristiani riconosciuti Patrimonio UNESCO insieme ad altri sette edifici, tra i quali il Battistero Neoniano e la Basilica di Sant’Apollinare Nuovo, il mausoleo è oratore silenzioso delle vicende storiche, politiche e religiose che interessarono la città. Non è un caso, infatti, che un monumento di tale bellezza fu costruito proprio qui.

Ravenna, infatti, su decisione dell’imperatore Onorio, fu la prima capitale dell’Impero Romano d’Occidente (AD 402), poi nota in Italia come la capitale ostrogota e bizantina. Quando si ricopre un ruolo così importante bisogna esserne all’altezza. Come tanti altri imperi desiderosi di mostrare al mondo la propria magnificenza, anche Ravenna decise orgogliosa di costruire nuovi palazzi, chiese e battisteri, tutti splendidamente decorati. Uno di questi fu il Mausoleo di Galla Placidia: scopritelo insieme a noi in questo articolo.

Perché fu costruito il Mausoleo di Galla Placidia

Non esistono documenti certi sulla funzione e sull’identità di chi commissionò il Mausoleo di Galla Placidia quindi, per questo racconto, ci affideremo alla tradizione ampiamente accettata dagli ambienti accademici. Risalente al V secolo d.C., il monumento fu costruito vicino alla Chiesa di Santa Croce, alla quale era collegato tramite un portico, oggi andato perduto. La protagonista di questa storia, da come avrete intuito dal nome, è Galla Placidia, figlia di Teodosio e sorella dell’imperatore Onorio, oltre che imperatrice reggente per conto del figlio Valentiniano III.

Dal carattere intenso e particolare, nonché fervente cristiana e committente artistica, particolarmente attiva nell’edificazione delle chiese, fece costruire il mausoleo per esservi sepolta insieme al fratello e al marito Costanzo III. Sfortunatamente i suoi desideri non si avverarono perché mori a Roma, nel 450, e lì fu sepolta all’interno del Mausoleo Onoriano, un tempo annesso all’antica basilica paleocristiana di San Pietro. La storia termina con una leggenda: il suo corpo imbalsamato sarebbe stato trasferito a Ravenna a seguito dei funerali, dove vi rimase fino al 1577, quando un visitatore, avvicinandosi con una candela alle vesti della donna, le diede fuoco.

Mausoleo di Galla Placidia

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I mosaici all’interno del Mausoleo di Galla Placidia

Le caratteristiche del mausoleo: interni ed esterni

Se la storia è incerta, la bellezza del Mausoleo di Galla Placidia è reale, anche se da fuori non sembrerebbe. Gli esterni del monumento, costruiti seguendo una pianta a croce latina, infatti, sono realizzati in semplice laterizio e presentano un’estetica sobria e modesta. Ornato da arcate cieche in tutte le pareti, le uniche decorazioni visibili sono quelle all’ingresso, dove sono presenti rami di vite, grappoli d’uva e due felini. Questa struttura modesta rappresenta il vivere del buon cristiano, semplice nell’apparenza esterna e ricco nell’anima.

E gli interni lo sono per davvero, ricchi di colori sgargianti e luminosi! Le decorazioni musive dal sapore orientale (basti pensare all’influenza di Costantinopoli) ricoprono tutte le pareti e il soffitto, conquistando chiunque varchi la soglia del mausoleo. I mosaici, uno dei più importanti esempi di questa tecnica decorativa in Italia, sono stati realizzati con l’idea di creare un luogo di riposo sacro e incantevole che ricordava da una parte la bellezza del cielo stellato e, dall’altra, raccontava episodi biblici importanti e le fasi dell’antica liturgia funebre cristiana. Queste sono, per esempio, la domanda di purificazione, la processione, la purificazione dal peccato, la via del Vangelo, la deposizione del corpo e l’accoglienza dell’anima in Paradiso.

Descrizione dei mosaici: le scene e le figure rappresentate

Sopra l’ingresso del Mausoleo di Galla Placidia troverete la raffigurazione del Buon Pastore, mentre nella lunetta opposta San Lorenzo che si avvia al martirio. In quelle laterali, invece, sono rappresentate coppie di cervi che si abbeverano, un’immagine proveniente da un passo di un celebre Salmo (XLII, 1-2): “Come il cervo si abbevera alla fonte, così la mia anima anela a te, o mio Dio“. Sulla cupola ci sono coppie di apostoli in adorazione, tra i quali San Pietro e San Paolo, mentre ai loro piedi troviamo delle colombe. Una grande croce dorata domina la cupola, decorata con stelle e caratterizzata da un blu intenso, tra i colori principali della decorazione.

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Riparte il Treno di Dante con nuove e suggestive tappe

Viaggia lungo la storica linea Faentina che collega Firenze a Ravenna, il Treno di Dante, un treno speciale che tocca i luoghi e i borghi che hanno ispirato il Sommo Poeta.

Nato nel 2020 per celebrare il 700° anniversario della morte di Dante, da allora questo convoglio storico non ha mai smesso di viaggiare. Piace agli italiani, ma anche agli stranieri, ai giovani, alle famiglie ma anche ai più âgé perché è un viaggio “slow”, che lentamente attraversa paesaggi meravigliosi, quelli dell’Appennino tosco-emiliano, fa sosta nei borghi più caratteristici a cavallo delle due Regioni, permettendo di scendere e di visitarli o di prendere parte a una delle tate sagre stagionali, ma è soprattutto un viaggio ricco di storia e di cultura che appassiona davvero tutti, indipendentemente dall’età.

Il Treno di Dante riparte con la bella stagione e con alcune novità. Alle tappe previste se ne aggiungono altre due inedite, legate al genio fiorentino che, forse, aveva altre origini. Inoltre, si potrà estendere lìesperienza soggiornando nei borghi che si attraversano con il treno.

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Fonte: Fondazione FS

Il Treno di Dante, un itinerario storico-culturale ma anche enogastronomico

Le tappe del Treno di Dante

Lungo i 136 chilometri di binari il treno fa tappa in sei dei luoghi legati alla figura del poeta: Firenze, Borgo San Lorenzo, Marradi, Brisighella, Faenza e Ravenna.

A partire da aprile, però, si aggiungono anche le tappe di Ferrara e di Bologna. Queste due città sono molto legate a Dante. A Ferrara, infatti, viveva la famiglia Aldighieri, da cui potrebbe discendere la famiglia Alighieri. A Bologna, invece, Dante era molto legato, come molti altri giovani della sua epoca, in quanto patria di poeti e filosofi, e la frequentava regolarmente per ragioni di studio oltre che di amicizia.

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Fonte: 123rf

Il borgo di Brisighella, tappa del Treno di Dante

Borgo San Lorenzo

Borgo San Lorenzo fu, in passato, un importante crocevia al centro del Mugello. È legato alla figura di Dante in quanto, nel 1290, il Comune di Firenze acquisì i diritti sul borgo, che rimase fedele al guelfismo, subendo più volte gli attacchi ghibellini nei decenni seguenti; Borgo San Lorenzo divenne, infatti, terreno di scontro già subito dopo il convegno dell’8 giugno 1302 di San Godenzo, a cui presero parte sia Dante sia gli Ubaldini.

Marradi

Su Marradi esiste una curiosa leggenda legata al Sommo Poeta e ai primi anni del suo esilio, secondo la quale l’Alighieri denunciò il furto del cavallo con il quale stava fuggendo da Firenze. Gli venne obbiettato che gli abitanti del luogo erano tutti galantuomini. Al che, Dante rispose con un arguto gioco di parole: “Sì, ma-radi!”. Secondo altri avrebbe esclamato: “Marradi, piantan fagioli e nascon ladri”. Le origini di Marradi, in realtà, sono molto più antiche. Qui vissero i Liguri, gli Etruschi e i Celti, prima della conquista Romana, in seguito alla quale venne costruita, intorno al 59 a.C., la strada di collegamento tra Faenza e Firenze. Marradi divenne così un luogo di sosta e di ristoro per i viandanti.

Brisighella

L’antico borgo di Brisighella, uno dei Borghi più belli d’Italia, è famoso per la rocca manfrediana del XIV secolo che ospitò Dante Alighieri all’inizio delle sue peregrinazioni per l’Italia, per il santuario del Monticino (secolo XVIII) e per la torre dell’Orologio (XIX secolo), ma anche per le sue terme.

Faenza

E poi c’è Faenza che è una delle città più note a Dante che, nella “Divina Commedia”, citò diversi personaggi faentini o collegati con Faenza. Il 25 marzo (il “Dantedì”) c’è un ricchissimo calendario di eventi, incontri e attività legate al Poeta in città. La splendida piazza del Popolo è il cuore pulsante di Faenza, tra due eleganti porticati, uno sul fianco del Palazzo Comunale e l’altro su quello del Palazzo del Podestà. La città è famosa per la ceramica, che vanta una tradizione plurisecolare, espressione di un artigianato artistico di eccezionale qualità.

Cosa vedere a Faenza

Fonte: Shutterstock

Tutte le bellezze di Faenza, in Emilia Romagna

Le soste intermedie a Faenza, Brisighella e Marradi dei sabati e delle domeniche durano un’ora e mezza.

I Grand Tour

Il viaggio a bordo del Treno di Dante solitamente dura una giornata, si parte la mattina per fare rientro la sera. Tuttavia, da quest’anno si potrà anche soggiornare fuori durante le tappe facendo dei veri e propri Grand Tour culturali.

Il Grand Tour chiamato “Crociera delle città d’arte” può durare 3 o 7 giorni (quest’ultima sicuramente apprezzata dai turisti stranieri che, in una settimana, potranno andare alla scoperta di un meraviglioso territorio italiano).

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Fonte: Treno-di-Dante-interno

I vagoni “Centoporte” del treno storico

Tour di 3 giorni

Il tour di tre giorni parte da Firenze e prevede di pernottare a Faenza o a Brisighella consentendo, così, di viaggiare con calma e di godere appieno di queste località anche grazie alle visite guidate organizzate. Il giorno successivo si parte alla volta di Ravenna per il tour “Tra Dante e i mosaici” per poi proseguire verso Ferrara dove si può visitare il delizioso centro storico cittadino con il celebre Castello estense e pernottare per riprendere il viaggio il terzo giorno in direzione di Bologna dove i passeggeri vengono accompagnati nel tour guidato intitolato “Dante e il medioevo”.

Tour di 7 giorni

Il tour di sette giorni e sei notti parte anch’esso da Firenze, dove si può soggiornare due notti ed esplorare la città del Rinascimento in tutti i suoi mille aspetti, con visite guidate. Poi si sale a bordo del treno e si parte per il borgo medievale di Brisighella o la città della ceramica, Faenza, a scelta, dove si pernotta per poi ripartire diretti a Ravenna, città che ha ospitato Dante Alighieri fino alla sua morte (è qui che c’è la tomba) famosa per gli splendidi mosaici bizantini. Il viaggio si conclude a Bologna, ma, volendo, anche a Venezia,

Un viaggio nel tempo

Il convoglio su cui si viaggia è composto da tre carrozze “Centoporte”, uno dei simboli della locomozione ferroviaria italiana, ispirato alle diligenze dei primi del ‘900, e caratterizzato da interni fatti interamente in legno, con scomparti composti da due divanetti a tre posti ognuno dei quali con la propria porta d’accesso alla banchina della stazione (da cui il nome cento porte). C’è un vagone di Prima classe con divani di velluto e boiserie, un vagone bagagliaio attrezzato per il trasporto delle biciclette, un vagone bar e uno ristorante. Il treno è guidato una locomotiva storica che può essere un diesel D445 oppure a vapore, ancor più suggestivo. I posti a bordo sono in tutto 280.

A bordo del treno, per tutta la durata del viaggio, è presente un assistente che ha il compito di aiutare i passeggeri e di accompagnarli nelle loro esperienze oltre che di intrattenerli narrando loro la storia dei luoghi toccati e legati a Dante. In questo caso è un vero e proprio Dante Alighieri che indossa la guarnacca rossa, la lunga veste dell’Ordine dei Medici e degli Speziali, il copricapo e la corona d’alloro a decantare i versi dei suoi Canti durante il lungo viaggio.

Le date dei treni

Il treno riparte per le vacane di Pasqua. Il primo Treno di Dante, infatti, inizia a viaggiare l’8 aprile e ogni weekend, fino al 1° novembre (con una breve pausa durante l’estate, dal 4 giugno al 2 settembre), partirà dalla stazione di Firenze. Durante il fine settimana pasquale e il ponte del 2 giugno partirà due volte al giorno. Le viaggi che durano tre giorni partono: 8-9-10 aprile e 2-3-4 giugno 2023.

I prezzi

Il viaggio di una giornata a bordo del Treno di Dante costa 75 euro A/R. Il tour di tre giorni, incluso il pernottamento in camera doppia, costa a partire da 399 euro (pacchetto Smart con posto in Classe standard e pernottamenti in alberghi “smart”) a 489 euro (pacchetto Charme, in Prima classe con hotel di charme). Ci sono anche offerte famiglia.

I biglietti del treno danno accesso anche a musei, rocche, teatri e palazzi e ad alcune convenzioni con ristoranti e trattorie selezionate e possono essere usufruite nelle giornate di utilizzo del treno, ma anche in altre giornate.

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Parte il Treno di Dante, l’itinerario è favoloso

È di nuovo tempo di tornare a bordo del magnifico Treno di Dante, un viaggio indietro nei secoli che ci riporta ad uno dei periodi più floridi del nostro passato, in un intreccio di arte e storia – ma anche di paesaggi straordinari e tante prelibatezze locali da assaporare. In un lungo itinerario che ci conduce da Firenze a Ravenna, avremo la possibilità di scoprire parte dell’immenso patrimonio culturale del nostro Paese.

Il Treno di Dante, un viaggio straordinario

In un periodo in cui il turismo lento è tornato a spiccare tra le tendenze di viaggio, il treno sta diventando il mezzo di trasporto per eccellenza, soprattutto per scoprire le bellezze del nostro territorio. E adesso ne riparte uno davvero speciale: stiamo parlando del Treno di Dante, che per l’estate 2022 ha un programma ricco di appuntamenti. Dal 4 giugno al 10 luglio e dal 27 agosto al 30 ottobre (escluso il 10 settembre), tutti i sabati e le domeniche è prevista una partenza da Firenze a bordo di vagoni storici che ci permettono di fare un tuffo indietro nel tempo.

L’itinerario è lungo appena 136 km, ma è ricco di sorprese. A partire proprio dal treno: il Centoporte – uno dei pochi esemplari ancora presenti con la sua motrice storica – viaggia sulla linea ferroviaria Faentina, che fu la prima ad attraversare gli Appennini. A bordo sono disponibili 230 posti, suddivisi in tre classi: la prima e la seconda presenta divanetti imbottiti e ambientazioni in stile liberty semplicemente fantastici. Mentre la terza classe vanta ancora i caratteristici interni in legno, incluse anche le sedute – un po’ più scomode, ma sicuramente molto più suggestive.

Treno di Dante

Il Treno di Dante

Il Treno di Dante, l’itinerario favoloso

Il Treno di Dante è un viaggio attraverso l’Appennino Tosco-Romagnolo, sulle orme di Dante Alighieri durante il suo lungo cammino da Firenze a Ravenna. Paesaggi naturali incredibili, città d’arte famose in tutto il mondo e piccoli borghi medievali dove il tempo sembra essersi fermato: le sorprese, in questo splendido itinerario, sono tantissime. Si parte naturalmente dal luogo in cui nacque il celebre poeta, approfittandone per esplorare alcune delle sue bellezze – come la Casa di Dante e la Chiesa di Santa Margherita, dove avvenne l’incontro con Beatrice.

Una volta a bordo del treno storico, il paesaggio cambia in fretta. Addentrandosi tra colline ricoperte di vigneti e paesini suggestivi, si giunge a Borgo San Lorenzo: qui l’arte incontra la natura, con bellissimi sentieri perfetti per gli amanti del trekking. La seconda tappa è Marradi, nei pressi del quale si trova l’Eremo di Gamogna. Per raggiungerlo, c’è un antico cammino panoramico tutto da scoprire. Poi si riparte alla volta di Brisighella, inserito a pieno titolo tra i Borghi più belli d’Italia: la sua rocca è il punto d’osservazione ideale per ammirare i dintorni.

La fermata successiva è Faenza, storica cittadina neoclassica divenuta famosa in tutto il mondo per la sua produzione di raffinate maioliche, di cui si trovano testimonianze nelle numerosissime botteghe artigiane che arricchiscono il centro e nel Museo d’Arte Ceramica. Infine, si arriva a Ravenna: qui Dante completò la sua Commedia e riposò sino al suo ultimo respiro. La tomba del Sommo Poeta è un vero mausoleo in onore di uno dei più importanti letterati del nostro Paese. Prima di ripartire per fare rientro a Firenze, c’è tempo per ammirare alcune delle più suggestive architetture della città, come la Basilica di San Vitale che rappresenta uno degli esempi meglio conservati di arte bizantina.

Treno di Dante

Il Treno di Dante