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Quali sono le location nella seconda stagione de Il Signore degli Anelli

I maestosi paesaggi della Nuova Zelanda sono ormai diventati, nell’immaginario collettivo, sinonimo degli adattamenti cinematografici della Terra di Mezzo di JRR Tolkein e delle avventure di hobbit, elfi e nani.

Ma per la seconda stagione della serie prequel di Prime Video The Rings of Power (Gli Anelli del Potere), la Terra di Mezzo si è trasferita in Gran Bretagna, terra natale del celebre scrittore.

Partiamo, allora, per un tour alla scoperta delle location chiave.

Windsor Great Park

Mentre lo scorso anno i membri della famiglia reale inglese e i leader mondiali si preparavano a riunirsi al Castello di Windsor per gli eventi dell’Incoronazione di Re Carlo III, un mondo fantastico popolato da orchi, elfi ed epiche battaglie ha preso vita a pochi passi di distanza.

Il Windsor Great Park, antico bosco di querce millenarie già scenario in “Harry Potter e i Doni della Morte” e in “World War Z”, è stato impiegato per ricreare i vari regni in Gli Anelli del Potere. Cercatelo nei momenti di apertura della seconda stagione, quando Elrond e Galadriel tornano per affrontare il Sommo Re e discutono su cosa fare con i tre anelli che possiedono.

Nel parco è stata girata anche l’epica battaglia che chiude la stagione, con una troupe di 1000 persone e 400 comparse coinvolte.

Virginia Water

Collocato all’estremità del Windsor Great Park, il parco che abbraccia il lago Virginia Water era in origine concepito come una sorta di “luna park” per i reali.

Le scene di “Gli Anelli del Potere” sono state girate alla Cascade, una fragorosa cascata artificiale che raggiunge altezze vertiginose.

High Rocks and Harrison Rocks, Kent

Nel primo episodio, le magnifiche e magiche High Rocks di arenaria si intravedono durante l’inseguimento di Elrond e Galadriel attraverso i boschi, e si rivelano una vincente “transizione” dal Windsor Great Park al mondo degli Elfi.

L’accesso per esplorare le imponenti rocce, note tra i turisti alla ricerca di avventura, prevede un modesto contributo di £6.

Anche la vicina Harrison Rocks è stata protagonista delle riprese per inscenare il regno elfico di Lindon.

Frensham Common, Surrey

Il Frensham Common del Surrey è stato utilizzato per rappresentare i “battiti intermedi tra i regni” quando i personaggi compiono viaggi attraverso la Terra di Mezzo.

Di proprietà del National Trust, si tratta di un’area incredibile che si estende su circa 4 chilometri di brughiera aperta, pini e boschi misti, un mosaico colorato di ruggine e verde, viola e malva.

Si trova all’interno dell’Area di straordinaria bellezza naturale delle colline del Surrey (AONB) ed è designata Sito di interesse scientifico speciale (SSSI) da Natural England, zona di protezione speciale (ZPS) e zona speciale di conservazione (ZSC).

Frensham Common è stata location anche per le riprese della serie Netflix “The Witcher”, e i laghi hanno riprodotto il  fiume Nilo nel classico cult “La Mummia”.

La scena che è stata girata a Tenerife

La produzione si è poi spostata a Tenerife per alcune scene della seconda stagione.

In particolare, il Parco Nazionale del Teide, all’ombra del Monte Teide, con affioramenti rocciosi, colline ricoperte di sabbia e pianure vulcaniche, è protagonista negli episodi iniziali che vedono lo Straniero attraversare il pericoloso paesaggio di Rhûn con i suoi compagni Piedilerti. Rhûn è una zona della mappa della Terra di Mezzo per la quale Tolkien non ha fornito molti dettagli nei suoi scritti, lasciando al team di Rings of Power più flessibilità nell’ideazione dei panorami.

Durante il difficile viaggio, il trio incontra il misterioso anziano e amato personaggio di Tolkien, Tom Bombadil. L’interno della sua dimora è stato ricostruito con cura in un teatro di posa presso i Bray Studios nel Regno Unito, ma le riprese esterne sono state girate sul posto a Tenerife.

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Il clima e la temperatura di Wellington, la capitale della Nuova Zelanda

Una frase di uso comune afferma che la Nuova Zelanda sia esattamente dall’altro lato del globo terrestre rispetto all’Italia e, in parte, la saggezza popolare ha ragione. Wellington, la capitale di questa nazione dell’Oceania, non è la città più conosciuta dai turisti di mezzo mondo ma è una città interessante, perfetta per essere una base utile per esplorare entrambe le isole che compongono la Nuova Zelanda.

Situata sulla punta meridionale dell’Isola del Nord, la città è affacciata sullo stretto di Cook, luogo che prende il nome proprio dal capitano James Cook. La sua posizione geografica le conferisce un clima molto simile a quello italiano… ma a stagioni capovolte, dato il diverso emisfero. Quali sono le caratteristiche di clima e temperatura di Wellington e quando fare un viaggio da quelle parti?

Il clima e la temperatura a Wellington: che tempo fa agli antipodi dell’Italia?

Il clima di Wellington è caratterizzato da estati fresche e inverni miti, con temperature che raramente raggiungono estremi. L’ambito climatico della capitale della Nuova Zelanda è influenzato dai venti dominanti che soffiano attraverso il canale dello stretto di Cook. Questi venti sono spesso frequenti e molto intensi e hanno valso a Wellington il soprannome di “Windy Wellington“. Del resto, la Nuova Zelanda è proprio il paese dove le barche a vela spopolano.

Durante i mesi estivi (che, per l’emisfero australe vanno da dicembre a febbraio), le temperature medie si posizionano tra i 15°C e i 21°C. Le giornate sono spesso soleggiate a Wellington, proprio perché il vento contribuisce a tenere pulito il cielo. C’è un’altra cosa che le correnti d’aria fanno al clima di Wellington: abbassare, anche nell’arco di poco, le temperature. Può succedere, anche in estate, che ci sia quello che i meteorologi chiamano “drop”, proprio per l’arrivo di aria fresca.

Avere una giacca antivento o un kway sembra essere l’opzione migliore durante un viaggio estivo in Nuova Zelanda. La primavera (da settembre a novembre) e l’autunno (da marzo a maggio) sono due stagioni in cui il clima e la temperatura di Wellington sono molto simili. La differenza sta spesso nella variabilità delle precipitazioni, che si presentano maggiormente nell’autunno australe.

L’inverno (che corrisponde alla nostra estate, ovvero da giugno a inizio settembre) è mite rispetto agli standard di molte città italiane, con temperature medie che variano dai 6°C ai 12°C. Il mare rende la temperatura mite anche in questa stagione ma ci pensa il vento dell’Antartide a far percepire qualche grado in meno. Nevica, in inverno, a Wellington? La neve, in città, è veramente rara. Se, il tuo viaggio in Nuova Zelanda, si spingesse anche alle estremità dell’Isola del Sud, la situazione potrebbe essere davvero molto diversa.

Clima e temperatura di Wellington, la capitale della Nuova Zelanda
Wellington, una capitale agli antipodi

Quando organizzare un viaggio a Wellington

Un viaggio alla scoperta di Wellington e della Nuova Zelanda è un’ottima idea in ogni stagione e la tua scelta dipende dalla tua agenda e dal tuo budget. Tieni sempre presente, leggendo questi consigli, che stiamo indicando le stagioni australi, quindi al contrario rispetto a quelle italiane.

L’estate è il periodo di alta stagione ma non c’è nessun momento dell’anno sbagliato. In questo momento dell’anno, le giornate sono lunghe e la città si mostra al meglio di sé, sia dal punto di vista fisico che da quello degli eventi. Del resto, l’autunno è un gran momento per gli amanti della natura e per chi ama viaggiare con meno folla e con colori molto caldi. Anche primavera e inverno hanno le loro belle sorprese per chi intraprende un viaggio down under.

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Mount Victoria Lookout di Wellington: sentieri e informazioni da sapere

Il Mount Victoria Lookout, o Monte Vittoria di Wellington in Nuova Zelanda, rappresenta, per tutti gli appassionati di natura e trekking, un’occasione unica, poiché, organizzandosi in anticipo, è possibile ammirare viste mozzafiato e percorrere sentieri escursionistici che ripagano di tutta la fatica. Una vista a 360 gradi di Wellington, il cui panorama è di certo pittoresco ed evocativo. Questo punto di osservazione, soprattutto nelle giornate limpide, ti permette di ammirare Hutt Valley a nord o Remutaka Range a est.

Mount Victoria Lookout di Wellington: come raggiungere il punto panoramico

Il punto panoramico più importante (e impressionante) di Wellington, la Capitale della Nuova Zelanda, è una sorta di “tesoro promesso”. Il tratto urbano della città è minimo, cui spiccano colline verdeggianti e il porto di Wellington: questo belvedere è un’occasione da non lasciarsi sfuggire. Ma quali sono le informazioni da sapere assolutamente prima di mettersi in “cammino”?

Bisogna partire dalla città e attraversare la foresta di pini per arrivare al Mount Victoria Lookout: il tempo di percorrenza è di circa 2 ore, il percorso a piedi è facile, e puoi anche percorrerlo in mountain bike. La passerella, di circa 4,5 km, inizia esattamente da Courtenay Place, così da raggiungere il belvedere per apprezzare pienamente la vista panoramica sulla città. La salita è in alcuni punti ripida, ma ne vale sicuramente la pena.

Una volta giunta al belvedere, sono presenti ulteriori informazioni, oltre al Byrd Memorial, dedicato a Richard Byrd, esploratore e aviatore americano, oltre a un cannone in bronzo attivo ogni giorno tra il 1877 e il 1900: aveva il compito di segnalare mezzogiorno. Il punto panoramico della città, in ogni caso, è servito anche da un bus: il numero 20, per l’esattezza. Si può raggiungere in auto? Sì, in cima trovi un ampio parcheggio, oltre a un’area di sosta con servizi igienici. Non prevede biglietto d’ingresso: secondo i viaggiatori, l’alba e il tramonto da questo punto sono mozzafiato.

Mount Victoria Lookout: informazioni utili sui sentieri

Il meteo è talvolta imprevedibile, anche in base alla stagione in cui hai scelto di visitare la Nuova Zelanda: il consiglio che ti diamo, prima di intraprendere il sentiero a piedi, è di portare con te un cappello e una comoda giacca a vento. Ai piedi, rigorosamente scarponi comodi, da trekking, che ti consentono di vivere pienamente questo momento e di immergerti nella natura incontaminata.

Preferibilmente, è bene optare per una giornata limpida, poiché si possono scattare tantissime foto uniche. In cima, trovi anche un piccolo parco giochi, dove si trova uno degli scivoli più lunghi di Wellington.

Volendo, ci sono due sentieri che portano al punto panoramico: puoi percorrere a piedi l’intero anello di 4,6 km da Courtenay Place fino a Marjoribanks Street fino alla cima (in questo modo passi da Oriental Bay): circa due orette, anche in base al proprio allenamento. E poi c’è l’anello più corto, un giro panoramico di 2,6 km, circa un’ora, all’interno della Town Belt. Il suggerimento che diamo, in ogni caso, è di scaricare una mappa per una maggiore sicurezza durante il cammino: il paesaggio, alla fine, ripagherà di ogni fatica.

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Museo Te Papa Tongarewa a Wellington: tutte le info utili

Se stai programmando un viaggio in Nuova Zelanda e hai deciso di visitare anche la sua capitale, Wellington, non puoi non fare una sosta al Museum New Zealand Te Papa Tongarewa – il museo nazionale della Nuova Zelanda – un vero e proprio scrigno di tesori attraverso i quali potrai toccare con mano la storia e la cultura di questa meravigliosa terra. Non è infatti un caso che il nome del museo nella lingua tradizionale Māori significhi proprio “la scatola dei tesori”. Inaugurato nel 1998, la sua popolarità attira ogni anno una media di circa 1 milione di persone incoronandolo alla 58esima posizione nella lista delle gallerie d’arte più visitate al mondo. In questo articolo abbiamo raccolto tutte le informazioni che devi sapere per goderti al meglio la tua visita al Museum New Zealand Te Papa Tongarewa, a Wellington.

Sulle tracce del passato: breve storia del Te Papa Tongarewa a Wellington

Il Museo Te Papa Tongarewa vede le sue origini nel 1865, quando venne fondato il Museo Coloniale di Wellington. Uno spazio espositivo che si concentrava inizialmente sulle collezioni scientifiche ma che, ben presto, iniziò ad aprire le sue porte anche a opere d’arte, collezioni etnografiche e manufatti di carattere storico. Nel 1907, il museo assunse il nuovo nome di Dominion Museum e sottoscrisse una nuova importantissima missione: raccogliere sotto lo stesso tetto la scienza, l’arte e la cultura. Il progetto di dare spazio anche all’arte si sviluppò ulteriormente e raggiunse il suo apice quando, nel 1934, venne inaugurata la National Art Gallery – sempre nello stesso edificio del Dominion Museum. Questo progetto potè godere di ampie donazioni da parte di lungimiranti collezionisti e privati. Infine, nel 1998, a seguito della fusione tra il Museo Nazionale della Nuova Zelanda e la Galleria d’Arte Nazionale, nacque il Te Papa Tongarewa come lo conosciamo oggi. Il nuovo museo venne progettato con una nuova missione, più contemporanea rispetto a quella precedente: rappresentare la diversità culturale e storica della Nuova Zelanda, con una particolare attenzione ai tesori del popolo Māori e del Pacifico.

Cosa si cela all’interno del Te Papa Tongarewa: le collezioni

Ingresso visitatori del Museo Te Papa Tongarewa

Fonte: iStock

L’ingresso del Museo Te Papa Tongarewa Wellington in Nuova Zelanda

Con i suoi sei piani distribuiti per un totale di 36.000 metri quadrati, il museo Te Papa Tongarewa ospita un patrimonio culturale e artistico senza eguali in Nuova Zelanda. Il museo ospita oltre 800.000 pezzi, tra opere d’arte, oggetti e reperti storici; inoltre, ospita mostre di varia natura interattiva con un approccio sempre avanguardistico e biculturale, nello specifico:

  • Collezione permanente: la collezione perenne del museo include qualsiasi tipo di oggetto storico; dagli abiti del XVII secolo a un’intera sezione dedicata alle isole del Pacifico passando per un’enorme esposizione naturalistica. Proprio in quest’ultima, tra le cose più importanti messe a disposizione dei visitatori, ci sono un erbario di circa 250.000 esemplari essiccati e una collezione di esemplari di uccelli, anfibi, rettili e mammiferi di grande rilievo per il territorio neozelandese. Per la gioia dei più piccoli, nel museo si nasconde il più grande esemplare di calamaro colossale che, con i suoi 4,2 metri di lunghezza e i suoi quasi 500 chili, lascia a bocca aperta chiunque. Il museo Te Papa Tongarewa ospita anche il Toi Art, una galleria che espone opere interattive e immersive e che custodisce anche la collezione d’arte nazionale, con oltre 40.000 opere che spaziano tra tutte le arti figurative.
  • Collezioni temporanee: come raccontavamo all’inizio, il museo, oltre alla collezione permanente, ospita ogni anno numerose mostre itineranti o temporanee, ti consigliamo di monitorare il sito del museo per scoprire cosa c’è in programma nel periodo del tuo viaggio nella capitale della Nuova Zelanda.

Tutte le informazioni che ti servono per visitare il Te Papa Tongarewa

  • Location: il Museo Te Papa Tongarewa si trova sullo splendido lungomare di Wellington e, più precisamente, al 55 Cable Street.
  • Come arrivarci: Te Papa è a pochi passi dalla maggior parte delle attrazioni nel centro di Wellington ed è perfettamente collegato grazie all’efficiente rete di mezzi di trasporto della città. Oppure puoi optare per un taxi o, se l’hai noleggiata, per la tua auto personale (in questo caso potrai parcheggiare comodamente nei pressi del museo).
  • Orari di visita: il museo è aperto tutti i giorni dalle 10:00 alle 18:00 tranne il giorno di Natale in cui è completamente chiuso.
  • Biglietti e costi di accesso: l’ingresso è gratuito per quanto riguarda le esposizioni permanenti. Tuttavia, alcune mostre temporanee o determinati eventi potrebbero richiedere l’acquisto di un biglietto. Consigliamo sempre di monitorare il sito ufficiale del Te Papa.
  • Visite guidate: prenotando in anticipo è possibile partecipare a visite guidate a pagamento. Le opzioni includono un’introduzione generale al Te Papa, il tour Mana Māori, e il tour serale Te Papa at Twilight. Se hai tempo, scegliere un tour guidato è un’ottima strategia per scoprire meglio i tesori di questo museo concentrandoti sulle parti più importanti.

Per concludere, il Museo Te Papa Tongarewa a Wellington, rappresenta un caposaldo di cultura e innovazione nel cuore della Nuova Zelanda. Con un corredo storico risalente al 1865 e una missione socio-culturale che mira ad abbracciare la preziosissima diversità di quella magnifica terra che è la Nuova Zelanda, il Museo Te Papa Tongarewa offre un’esperienza unica e coinvolgente per tutti i visitatori di tutte le età. Grazie al suo facile accesso dal lungomare, all’ingresso gratuito e all’apertura 364 giorni su 365; il museo è una tappa imperdibile per chi desidera esplorare la ricca eredità culturale del paese e vivere un’esperienza museale all’avanguardia. Ancora di più per tutti quelli che vorranno scavare nel profondo bagaglio culturale neozelandese accompagnati da una guida esperta che renderà questa visita più che memorabile.

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Dove andare in Nuova Zelanda per scoprire la cultura Maori

Un luogo da sogno, da esplorare, in cui sentire vivido il richiamo della natura, della sete di conoscenza e del viaggio. Benvenuti in Nuova Zelanda, terra meravigliosa e ricca di luoghi da scoprire. Ad esempio, scegliendo quelli in cui poter approfondire la cultura Maori che qui ha la sua culla.

Una popolazione che è giunta in questi posti – pare – dalla Polinesia durante il tardo Medioevo e che ha dato vita a una vera e propria civiltà che non ha incontrato i coloni europei fino al 1642, quando arrivarono gli olandesi e, poi al 1769, quando è giunto l’esploratore britannico James Cook. Una civiltà tutta da conoscere, scoprendola attraverso la Nuova Zelanda. Le tappe da non perdere per approfondire la cultura Maori.

Alla ricerca della cultura Maori in Nuova Zelanda

Ci sono dei dettagli preziosi che caratterizzano la cultura Maori e l’hanno resa nota in tutto il mondo. Come la tradizione dei tatuaggi, il moko, che viene fatto sul volto dei guerrieri e delle loro mogli (sul mento), oppure il kirituhi, che va bene per tutti.

Celebre anche la danza haka, che è conosciuta soprattutto grazie agli All Blacks, la nazionale di rugby, che la esegue prima di ogni match regalando un vero e proprio spettacolo.

Tradizioni che si possono vivere da vicino visitando la Nuova Zelanda, per catturare un po’ dell’autenticità di quel popolo che ha abitato per primo questa terra, che si trova proprio agli antipodi dell’Italia.

I luoghi da raggiungere per conoscere la cultura Maori

Tra i luoghi da raggiungere, per fare un’immersione nella cultura Maori, vi è senza alcun dubbio la zona di Rotorua. Qui ci sono tantissimi posti da visitare come Ohinemutu, un antico villaggio dove vedere il mix di culture diverse che si sono amalgamate insieme. Da vedere anche Te Puia e il Maori Arts & Crafts Institute, una scuola dove vengono tramandate le tradizioni Maori.

Il Tamaki Maori Village, invece, si trova poco distante da Rotorua e offre diverse esperienze per vivere e conoscere da vicino questa civiltà sia dal punto di vista culturale sia da quello gastronomico.

Nella zona vi è anche il monte Tarawera, un vulcano che è eruttato nel 1866 e che ha sepolto il villaggio Te Wairoa, insediamento Maori ed europeo, oggi è diventato un sito archeologico e permette ai visitatori di ammirare i resti e conoscerne la storia. Se vogliamo una sorta di Pompei neozelandese.

Sempre a Rotorua vi è la “Porta dell’inferno” ovvero Hell’s gate, una riserva geotermica dove vivere un’esperienza spa che comprende un bagno nel fango come hanno fatto intere generazioni di Maori.

Le altre tappe per conoscere la cultura Maori: le grandi città

Tra le tappe imperdibili per conoscere e approfondire la cultura Maori vi è il Te Papa che si trova a Wellington. Questa è la capitale della Nuova Zelanda ed è la seconda città del Paese per quanto riguarda il numero di abitanti. Un luogo in cui la qualità della vita è molto elevata e che offre tantissime cose da fare.

Ma senza dubbio vale la pena visitare il museo Te Papa, che in maori significa “Il nostro posto”. Il luogo ideale per conoscere la storia della Nuova Zelanda, proprio da quella che è stata la colonizzazione dei Maori in poi. Qui si può festeggiare anche il Matariki, ovvero l’inizio di un nuovo anno.

On può mancare Auckland nelle tappe di viaggio alla scoperta della Nuova Zelanda e della sua civiltà antica. Si può, ad esempio, visitare il Museo Marittimo per ammirare la storia del legame con il mare e approfondirla a partire dalle imbarcazioni tipiche, che ricordano quelle con cui i primi Maori arrivarono in Nuova Zelanda, fino a oggi. Da non perdere anche l’All Blacks tour per vivere un’esperienza indimenticabile alla scoperta del rugby e della haka.

Tra danze, tatuaggi e i celebri saluti naso naso, la cultura Maori è ancora viva più che mai e la Nuova Zelanda è la terra da raggiungere per scoprire la sua anima.

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Addio a tutte le restrizioni Covid anche in questo Paese

Un Paese che potremmo definire magico, una zona del mondo che si trova esattamente alla parte opposta della nostra, un territorio che regala panorami immensi, spiagge da sogno e una qualità di vita abbastanza elevata. Di questo e di molto altro vi vogliamo parlare, ma non prima di avervi dato la buona notizia: anche questo Paese ha eliminato tutte le restrizioni Covid.

Nuova Zelanda, le regole di viaggio

Il Paese in questione è la Nuova Zelanda che, dopo mesi, ha finalmente riaperto le sue frontiere a tutti i viaggiatori, senza alcuna distinzione. Il 90% dei cittadini, di età pari o superiore a 12 anni, è adesso vaccinato con almeno due dosi. Condizione che permette di riaccogliere i turisti provenienti da tutto il mondo in sicurezza.

Il primo ministro, Jacinda Ardern, ha fatto sapere che è stata eliminata l’obbligatorietà del vaccino per i turisti in arrivo e la necessità di eseguire un autotest una volta atterrati in Nuova Zelanda. Abolita persino la mascherina, anche se è bene sapere che le singole strutture possono ancora decidere di adottarla.

Stop ai dispositivi di protezione delle vie respiratorie anche sui voli nazionali e internazionali, ma la Air New Zealand, compagnia di bandiera del Paese, continuerà comunque a fornirli ai clienti che preferiscono indossarli.

Parco Nazionale di Abel Tasman nuova zelanda
Un angolo del Parco Nazionale di Abel Tasman in Nuova Zelanda

Per viaggiare verso la Nuova Zelanda, quindi, attualmente c’è bisogno di avere un passaporto con validità residua, rispetto alla data prevista per la partenza, di almeno 3 mesi.

È necessario, inoltre, richiedere una “Electronic Travel Authority” (NZeTA) prima di partire, che è obbligatoria per tutti i viaggiatori in transito in Nuova Zelanda anche qualora quest’ultima non fosse la destinazione finale del viaggio.

Se la vostra villeggiatura sarà inferiore ai 90 giorni, non avrete bisogno di un visto turistico. Sono richiesti, tuttavia, alcuni requisiti come il biglietto di andata e ritorno.

Perché fare un viaggio in Nuova Zelanda

Ci sono tanti motivi per cui vale la pena fare un viaggio in Nuova Zelanda, ma il primo in assoluto è che è la destinazione perfetta per chi ama la natura. Da queste parti, infatti, i paesaggi sono magnifici e tutto sembra un vero e proprio paradiso in terra.

Spiagge che si stendono a vista d’occhio, laghi incastonati nei massicci montani, colline verdi che creano profili perfetti e così via. Insomma, in molte situazioni pare quasi che qui l’uomo non sia mai arrivato.

Marlborough Sounds nuova zelanda
Marlborough Sounds dall’alto, Nuova Zelanda

Un altro motivo per cui vale la pena fare un viaggio in Nuova Zelanda è la cultura locale che, come potete immaginare, è completamente diversa dalla nostra. Ciò non toglie che abbia un fascino assolutamente irresistibile. Questa, del resto, è la terra del popolo Maori e nella parte centrale dell’Isola del Nord ci sono le maggiori testimonianze storiche di questa popolazione. Una cultura millenaria fatta di guerrieri, cacciatori e navigatori, arrivata fino ai giorni nostri ancora in tutta la sua ricchezza.

L’altra ragione per cui dovreste assolutamente organizzare un viaggio in Nuova Zelanda è che, difficilmente, incontrerete orde di turisti. Da queste parti, infatti, si vive all’insegna della tranquillità e delle emozioni intense. Essendo poi molto lontana da tutto, non è mai presa d’assalto dai viaggiatori.

La Nuova Zelanda, inoltre, è il Paese perfetto per gli amanti degli animali. Qui vive, per esempio, il kiwi, un uccello difficilmente osservabile, ma anche il pinguino dagli occhi gialli. Senza lasciare in secondo piano i mammiferi marini, come il simpatico delfino hector.

Infine, la Nuova Zelanda è uno dei migliori Paesi in cui viaggiare soprattutto per gli appassionati dell’universo “Hobbit” e del “Signore degli Anelli”. Sono diversi, infatti, i posti magnifici del Paese in cui sono state girate le due trilogie.

Cinque cose da vedere assolutamente in Nuova Zelanda

È veramente complicato scegliere solo cinque cose da vedere assolutamente in Nuova Zelanda. Del resto, questo è un Paese dai paesaggi incantati e dalla mille possibilità all’aria aperta e non solo. Nonostante ciò ci abbiamo provato.

Il primo luogo che vi consigliamo è Auckland, la principale città del Paese e dove si può fare di tutto di più. La sua particolarità più interessante è che è costruita su un vulcano. Passeggiandovi scoprirete un bel mix di antico e moderno, di palazzi coloniali e grattacieli. Interessanti anche i musei, così come la Sky Tower che regala una vista davvero mozzafiato.

Auckland nuova zelanda

Fonte: iStock

La bellissima Auckland in Nuova Zelanda

Straordinario anche il Parco Nazionale di Abel Tasman, probabilmente uno dei più spettacolari del mondo. Qui l’attrazione principale è l’Abel Tasman Coast Track, la passeggiata più famosa e più frequentata tra le lunghe camminate che si possono fare nel Paese. Un percorso contrassegnato in maniera chiara che vi permetterà di ammirare la natura più incredibile che esista. Il tutto passeggiando attraverso foreste e scogliere, fino ad arrivare a meravigliose spiagge incontaminate.

Poi Marlborough Sounds, nell’Isola Sud, un posto dove la natura dà il meglio di sé. Da queste parti, infatti, la costa è movimentata da chilometri e chilometri di fiordi che si insinuano nella costa montuosa e collinare. Dei paesaggi che vi resteranno nel cuore per sempre e delle zone dove scoprire la tipica tranquillità neozelandese.

Un altro luogo da non perdere in Nuova Zelanda è il ghiacciaio Franz Josef che vanta una lunghezza di 12 km e che è situato a soli 300 metri sul livello del mare. Si può visitare in diversi modi: a piedi camminando sul ghiaccio, dal cielo in elicottero o con escursioni nella parte anteriore. Molto particolari anche le diverse cascate che si notano lungo la strada.

Infine, il Milford Sound che è un famosissimo fiordo che si trova all’interno del Fiordland National Park. Vi basti pensare che, secondo i neozelandesi, è “l’ottava meraviglia del mondo” se non la più bella. Vi ritroverete al cospetto di pareti rocciose e cascate che si gettano nel mare, qualcosa di davvero fuori dal comune.

Insomma, la Nuova Zelanda è un Paese che vale assolutamente la pena scoprire soprattutto ora che sono state, finalmente, eliminate tutte le norme Covid.

Per maggiori informazioni e chiarezza sui requisiti di ingresso vi invitiamo a contattare l’ambasciata del Paese e a visionare il sito ViaggiareSicuri, un servizio del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.

ghiacciaio Franz Josef nuova zelanda

Fonte: iStock

Veduta aerea del ghiacciaio Franz Josef, Nuova Zelanda
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Migliaia di lucciole accendono queste grotte: è magia

La Nuova Zelanda è un paese che sa sempre come stupire il visitatore, ma anche chi ci abita, con le meraviglie della sua natura. Una delle attrazioni principali e che meritano di essere ammirate dal vivo almeno una volta nella vita è quella delle Waitomo Caves o Glowworm Caves. Si tratta dei due nomi con cui sono note delle grotte calcaree che si trovano nella parte settentrionale dell’isola e in cui alcuni insetti luminosi danno spettacolo. Il fenomeno è a dir poco straordinario e a renderlo speciale ci pensano degli animali che sono in tutto e per tutto simili alle lucciole. In questa zona, infatti, il buio viene “squarciato” da una miriade di piccoli bagliori di vario colore.

Le grotte neozelandesi hanno un’origine antichissima visto che si sono formate 30 milioni di anni fa grazie all’azione dell’erosione carsica. Le larve che popolano le Waitomo Caves sono note con un nome piuttosto singolare, Glow-Worm, appartenenti alla famiglia dell’Arachnocampa luminosa. Se ne trovano a milioni ed è inevitabile che la loro luce vada a irradiare le caverne, dando vita a una sorta di “cielo” stellato. Come già sottolineato, poi, a rendere unico il fenomeno ci pensa la varietà dei colori: si va dal verde al blu, oltre alle loro diverse tonalità.

La prima esplorazione delle grotte

Non esiste niente di simile in nessun’altra parte del mondo, dunque bisogna recarsi soltanto in Nuova Zelanda per trovarsi di fronte questo spettacolo luminoso, una vera e propria manna dal cielo per i visitatori più romantici. La scoperta delle grotte neozelandesi risale addirittura al XIX secolo. Nel 1887, infatti, un capo Maori del posto, tale Tane Tinorau, esplorò le caverne per la prima volta in assoluto insieme a Fred Mace, un geometra di nazionalità britannica. In realtà gli stessi Maori sapevano perfettamente della presenza delle lucciole, anche se non si erano mai spinti in profondità per verificare di persona.

Migliaia di lucciole alle Waitomo Caves

Fonte: 123RF

I bagliori di luce presso le Waitomo Caves

I turisti attirati dal fenomeno luminoso

La prima esplorazione della storia della Waitomo Caves non fu comunque un’impresa semplice. Anche a causa degli scarsi mezzi dell’epoca, Tinorau e Mace si avventurarono su una zattera di fortuna per navigare nel torrente interno alle grotte. I viaggi successivi hanno poi permesso di scoprire anche le splendide formazioni calcaree e altri accessi delle caverne. Come è facile immaginare, al giorno d’oggi un’attrazione del genere fa approdare in Nuova Zelanda un numero impressionante di turisti. Si tratta di ben mezzo milione di visitatori ogni anno che non vedono l’ora di essere illuminati dalle lucciole presenti in un luogo tanto magico.

Tra l’altro, la vegetazione è molto folta e riesce a creare dei filtri di luce e ombre intriganti che poi si proiettano sulle pareti di roccia. Il momento ideale per assistere al fenomeno luminoso è la mattina presto, con la nebbia di questo momento della giornata che contribuisce a rendere il tutto più misterioso. Impossibile calcolare il numero esatto di larve che brillano in cielo, forse centinaia di migliaia, ma l’importante è che siano affamate: sì, perché più questi insetti sono alla ricerca di prede e maggiore sarà il loro bagliore per una luminosità che sarà difficile dimenticare per tutta la vita.

Luci e magia nelle Waitomo Caves

Fonte: 123RF

Le magiche luci delle Waitomo Caves
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Riapre il Paese che è natura allo stato puro: le regole

La Nuova Zelanda è un paradiso terrestre nuovamente accessibile, dopo oltre due anni. Le isole vulcaniche dell’Oceano Pacifico, la capitale Wellington, le Terre di Mezzo del Signore degli Anelli, e ancora, Fiordland, Southern Lakes nell’Isola del Sud, l’Abel Tasman National Park e Kaikoura, con lo spettacolo incredibile delle foche, Queenstown,  Raglan e il Parco nazionale di Tongariro accoglieranno di nuovo i turisti internazionali dopo la riapertura delle frontiere. Una decisione arrivata con due mesi di anticipo rispetto a quanto programmato dal governo, ma che segna un evento storico: dal marzo 2020, quindi all’inizio della pandemia, sono entrate in vigore restrizione che sono state abolite solo in vista dell’estate 2022.

Potranno entrare in Nuova Zelanda i viaggiatori completamente vaccinati, in possesso di un test covid negativo effettuato prima della partenza. Test rapido sia all’arrivo che da ripetere dopo cinque giorni sul territorio neozelandese.

Via le restrizioni in Nuova Zelanda per viaggiatori da 60 paesi

La decisione è arrivata dalla premier neozelandese, Jacinda Ardern. Fino ad oggi, per poter entrare in Nuova Zelanda era necessario essere in possesso di un visto e per chi arrivava da 60 Paesi del Visa Program (si richiede online ed è valida per due anni) , tra cui Italia, Giappone, Sati Uniti, Regno Unito, Germania, Corea del Sud, Malesia e Canada. Le frontiere saranno dunque riaperte a tutti, turisti compresi. Le tempistiche consentiranno anche a compagnie aeree e marittime di adeguarsi in vista della stagione estiva (un settore che ha risentito notevolmente delle chiusure alle frontiere per via del Covid: da Australia e Asia il traffico internazionale nel Paese era crollato del 90 per cento). Si tratta della seconda fase di aperture programmate nel Paese, che già aveva dato il via libera all’ingresso dei cittadini australiani vaccinati e ai residenti.

Le regole per entrare in Nuova Zelanda

Le frontiere della Nuova Zelanda hanno riaperto ai cittadini di 60 Paesi con cui il Paese ha un accordo di esenzione visto (inclusa l’Italia).
Per entrare nel Paese è obbligatorio osservare le seguenti regole:

  • Aver completato l’intero ciclo vaccinale (tre dosi) da almeno 14 giorni;
  • La compilazione online del Travel Declaration Form;
  • Essere in possesso di certificato con esito negativo di tampone effettuato non più di 48 ore (in caso di test PCR) o 24 ore (in caso di test RT-LAMP o test rapido sotto supervisione medica) prima dell’orario previsto per il primo volo internazionale del loro viaggio verso la Nuova Zelanda.
  • Test rapido all’arrivo in Nuova Zelanda
  • Test rapido al quinto giorno di permanenza
  • Aver prenotato un volo di ritorno al paese di partenza.

Cosa cambia sul fronte del trasporto aereo

L’andamento incoraggiante dei contagi in netta diminuzione, e l’aumento del tasso dei vaccinati, hanno portato a nuove regole in materia di trasporto aereo. I passeggeri internazionali che voleranno con Air New Zealand, la compagnia di bandiera, non dovranno più mostrare alcun certificato vaccinale, e si comporteranno quindi come i viaggiatori nazionali. Già il 13 aprile sono ripartiti i voli dall’Australia da Melbourne, Sydney, Gold Coast, Brisbane e Perth. Le misure di sicurezza potrebbero essere riviste a seconda dell’evolversi delle condizioni sanitarie in Nuova Zelanda e a livello globale.

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