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L’artista David McCracken ha costruito la scala infinita per il paradiso

Ci mettiamo in viaggio per tantissimi motivi, lo facciamo per andare alla scoperta di città e capitali d’arte, di luoghi iconici che sono diventati simboli di Paesi interi, per scoprire culture, tradizioni e costumi lontani dai nostri. Lo facciamo anche per osservare le straordinarie creazioni di Madre Natura e quelle dell’uomo che, spesso, si fondono e si confondono dano vita a capolavori di immensa bellezza.

E un capolavoro, unico nel suo genere, è sicuramente la scala infinita che di David McCracken, artista neozelandese che ha voluto sfidare ogni legge tangibile per creare un’opera d’arte suggestiva ed emozionante che oggi caratterizza in maniera univoca il paesaggio dei giardini botanici di Christchurch, situati nell’omonima cittadina della Nuova Zelanda.

Cosa rende così speciale speciale quest’opera, che prende il nome di Diminish and Ascend, sono le foto stesse ad anticiparlo. La scala che squarcia l’atmosfera che va verso il cielo, e oltre, sembra infinita. In realtà si tratta di un gioco di prospettive e illusioni che l’artista ha sapientemente plasmato per creare una delle installazioni più suggestive del mondo intero.

Diminish and Ascend, la scala che porta al paradiso

Posizionandosi davanti ai gradini della scala, e seguendoli uno a uno con lo sguardo, si ha davvero la sensazione di poter raggiungere luoghi in cui nessuno è stato mai. E su questo, David McCracken, è stato un talentuoso scultore illusorio, perché è di questo che si tratta: un’illusione che, però, non priva l’opera della sua bellezza intrinseca.

Diminish and Ascend, ribattezzata dai più come la scala che porta al paradiso, è completamente realizzata in alluminio. È lunga 13 metri ed è composta da gradini di diverse dimensioni che creano l’illusione ottica dell’infinito: quelli in basso sono più larghi, mentre le dimensioni si riducono salendo. È proprio questa peculiarità a garantire l’effetto finale che ha lasciato il mondo intero senza fiato.

Sin dalla sua presentazione, avvenuta in occasione dell’evento Sculpture by the Sea organizzato a Bondi Beach, una delle spiagge australiane più famose al mondo, l’opera ha riscosso un successo mondiale e ancora oggi, a distanza di anni, fa parlare di sé al punto tale da essersi trasformata in una vera e propria attrazione turistica.

Molteplici sono i significati e le suggestioni dell’installazione: una scala che porta in paradiso, un percorso che conduce oltre i sogni, i limiti e l’immaginazione, una fuga surreale, una via d’accesso per l’uomo e il suo vagare. La stessa scelta della scala, inoltre, è perfettamente in linea con l’operato dell’artista che spesso sceglie oggetti di utilità ordinaria per trasformarli in qualcosa di straordinario come Diminish and Ascend, appunto.

Dove si trova la scala infinita

La scala è stata realizzata da David McCracken nel 2013 e presentata al grande pubblico in occasione dell’evento Sculpture by the Sea tenutosi a Bondi Beach, in Australia. Successivamente è stata esposta a Waiheke Island e dal 2016 dimora in maniera permanente all’interno dei Giardini Botanici di Christchurch, nell’omonima città. Per ammirarla in tutto il suo splendore potete recarvi Kiosk Lake: è lì, proprio in mezzo al lago, che la scala infinita campeggia maestosa.

Negli anni l’opera è stata più volte elogiata dai media internazionali: l’Huffington Post l’ha paragonata a un disegno reale di MC Escher mentre la rivista americana AD l’ha inserita nella lista delle 38 sculture più affascinanti del mondo.

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Visto per la Nuova Zelanda: come richiedere la NZeTA, costo e validità

Se sognate di esplorare i paesaggi spettacolari, le città vivaci e la cultura unica della Nuova Zelanda, preparatevi a richiedere l’autorizzazione necessaria prima di partire. La Nuova Zelanda è nota per i suoi controlli rigorosi alle frontiere, che includono l’obbligo per i visitatori di ottenere una New Zealand Electronic Travel Authority (NZeTA) prima di entrare nel Paese e il rilascio del Visa Waiver Visitor Visa. Questo articolo vi guiderà attraverso i passaggi, i costi e la durata di queste autorizzazioni, spiegando anche chi ne è esentato e quali errori evitare per un viaggio senza problemi burocratici.

Che Cos’è la NZeTA

La NZeTA è un’autorizzazione elettronica di viaggio richiesta per i cittadini di Paesi, come l’Italia, che non hanno bisogno di un visto turistico per la Nuova Zelanda. Questa autorizzazione è essenziale sia per i turisti che per coloro che sono solo di passaggio, cioè in transito verso altre destinazioni. L’obiettivo della NZeTA è garantire un controllo preventivo sui viaggiatori, monitorando le motivazioni del viaggio e il rispetto delle norme di sicurezza e sanitarie.

La NZeTA ha una durata di due anni dalla data di rilascio e consente ai viaggiatori di entrare nel Paese più volte senza richiedere nuovamente il permesso, purché ogni soggiorno non superi i 3 mesi (6 mesi per i cittadini britannici).

Chi deve richiedere la NZeTA

L’obbligo di NZeTA riguarda tutti coloro che:

  • Viaggiano con un passaporto di un Paese esente da visto e desiderano soggiornare in Nuova Zelanda per un massimo di 3 mesi (6 per i britannici).
  • Sono in transito tramite l’Auckland International Airport, anche senza scendere a visitare il Paese.

Se si è già in possesso di un visto neozelandese valido o si è cittadini australiani, non c’è bisogno di richiedere una NZeTA per entrare in Nuova Zelanda.

Costi della NZeTA e tassa per la conservazione del turismo

La richiesta della NZeTA ha un costo compreso tra i 17 e i 23 dollari neozelandesi (NZD) a seconda del metodo di richiesta: tramite app mobile (NZD 17) o sito web (NZD 23). Oltre a questo, per entrare in Nuova Zelanda si deve pagare l’”International Visitor Conservation and Tourism Levy” (IVL), una tassa destinata a supportare attività di conservazione e manutenzione delle attrazioni naturali del Paese, pari a NZD 35.

Come richiedere la NZeTA

  1. Tempistica: è consigliabile richiedere la NZeTA almeno 72 ore prima della partenza.
  2. Modalità di richiesta: si può richiederla online sul sito ufficiale di Immigration New Zealand o tramite l’app mobile dedicata.
  3. Documentazione necessaria: assicurarsi di avere il passaporto a portata di mano e una carta di credito per il pagamento delle tasse.

Errori da evitare durante la richiesta della NZeTA

Ecco alcuni errori comuni in cui si potrebbe incorrere nella richiesta della NzeTA, e come evitarli:

  • Richiedere all’ultimo minuto: non fate l’errore di attendere l’ultimo giorno per richiedere la NZeTA, poiché il processo potrebbe richiedere fino a 72 ore.
  • Dichiarazioni errate sulle motivazioni di viaggio: se il vostro obiettivo è cercare lavoro, dovrete richiedere un visto apposito, non una NZeTA. Essere trasparenti è essenziale per evitare respingimenti.
  • Mancanza di documenti di supporto: siate pronti a esibire copia del biglietto aereo di ritorno e altre informazioni che possano dimostrare che rispetterete i tempi di permanenza previsti.

Cosa fare in caso di respingimento alla frontiera

Negli ultimi anni si è registrato un lieve aumento nei casi di respingimento alla frontiera neozelandese, soprattutto a causa di motivazioni di viaggio ritenute poco chiare. Se, ad esempio, un viaggiatore dichiara di essere un turista ma dispone solo di un biglietto aereo di sola andata, o intende cercare lavoro senza un visto specifico, potrebbe destare sospetti nell’espletamento delle pratiche d’ingresso nel Paese.

Un altro motivo che può essere causa di respingimento è l’incoerenza nelle informazioni. La permanenza dichiarata in Nuova Zelanda di pochi giorni potrebbe insospettire i funzionari, soprattutto se accompagnata da comportamenti sospetti. Il consiglio quindi è di essere chiari e trasparenti sulle intenzioni di viaggio, portando con sé la documentazione che giustifichi il proprio itinerario e il ritorno al Paese di origine.

Condizioni e limitazioni della permanenza

Quando si ottiene una NZeTA, questa consente di visitare la Nuova Zelanda per periodi di massimo 3 mesi (o 6 per i britannici) a ogni ingresso, fino a un totale di 6 mesi in un periodo di 12 mesi. Se si desidera rimanere più a lungo, bisogna fare richiesta di un nuovo visto prima della scadenza del permesso di soggiorno. Superare i tempi consentiti di permanenza può portare a conseguenze gravi, tra cui il rischio di deportazione e il divieto di ingresso futuro.

La NZeTA per il transito in Nuova Zelanda

Se la destinazione finale non è la Nuova Zelanda ma si è solo in transito ad Auckland, si ha comunque bisogno di una NZeTA. I viaggiatori in transito non possono uscire dall’area riservata dell’aeroporto e devono lasciare il Paese entro 24 ore. A questo proposito è importante ricordare che Auckland è l’unico aeroporto neozelandese che permette il transito internazionale.

Cos’è e come funziona il Visa Waiver Visitor Visa

In base ad accordi di reciprocità, i cittadini italiani sono esenti dal visto, e possono richiedere un “Visa Waiver Visitor Visa” direttamente all’arrivo in Nuova Zelanda, completando un apposito modulo. Non si può richiedere questo visto prima di recarsi in Nuova Zelanda: bisogna fare domanda una volta arrivati nel Paese e si deve essere comunque in possesso di un NZeTA prima del viaggio.

Questa tipologia di visto consente di soggiornare fino a 3 mesi (o 6 se si è cittadini britannici) e prevede requisiti specifici come la presentazione di un biglietto aereo di ritorno e la dimostrazione di disponibilità economica sufficiente per coprire le spese durante la permanenza.

Questo visto consente di portare la propria famiglia, se tutti i membri soddisfano i criteri per i viaggi con esenzione dal visto. A seconda del motivo della visita e se si soddisfano requisiti aggiuntivi, si può anche avere la possibilità di partecipare ad attività sportive, culturali, commerciali o di ricerca.

Alla scadenza, si può comunque viaggiare di nuovo in Nuova Zelanda con esenzione dal visto, a condizione che non si rimanga in Nuova Zelanda per più di 6 mesi in un arco di 12 mesi. Se dopo l’arrivo si decide di voler rimanere più a lungo, si può richiedere un altro visto per prolungare la visita fino a un massimo di 9 mesi. Non è possibile utilizzare una carta di arrivo per fare ciò: è necessario completare una “domanda di visto per visitatori”.

Come presentare la “Traveller Declaration” per l’ingresso in Nuova Zelanda

Tutti i viaggiatori in arrivo in Nuova Zelanda devono completare una dichiarazione online chiamata “New Zealand Traveller Declaration”. Questa deve essere compilata fino a 24 ore prima della partenza e serve a fornire informazioni sullo stato di salute e altri dettagli importanti per la concessione del permesso di ingresso.

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In Nuova Zelanda c’è un aeroporto in cui è vietato abbracciarsi per più di 3 minuti

Esprimere i propri sentimenti per molte persone non è così semplice, eppure non è sempre un bene lasciare scorrere le emozioni in un luogo pubblico. Soprattutto se ci si trova in Nuova Zelanda, la terra che gli appassionati de Il Signore degli Anelli conoscono come la Terra di Mezzo. Infatti all’aeroporto di Dunedin è spuntato fuori un cartello che informa i viaggiatori che un abbraccio non può durare più di tre minuti all’interno della struttura, mentre nel parcheggio ci si può lasciare andare a effusioni più lunghe.

“Per affettuosità più prolungate si prega di usare il parcheggio” si legge blu su bianco nel cartello che in primo piano riporta la scritta: “Tempo massimo per l’abbraccio: 3 minuti“. Leggendo questa notizia viene da sorridere pensando alla gente che si saluta con il cronometro alla mano fino al momento di distacco che è sempre particolarmente intenso e drammatico se un viaggio divide per tanto tempo.

Coccole a tempo in Nuova Zelanda

Un genitore e un figlio, una coppia innamorata, due cari amici che magari hanno trascorso un periodo insieme ma poi devono tornare alle loro vite in due posti diversi del mondo, devono misurare l’ultimo frammento di tempo che trascorrono insieme. Non è facile immaginare come la notizia delle “carezze a tempo” sia diventata virale sul web in pochissimo tempo, alimentando polemiche e discussioni.

Cronometrare gli addii sembra una richiesta cinica e bizzarra, ma all’aeroporto di Dunedin un addetto è pronto a fare la multa se qualcuno supera il limite dei tre minuti consentiti per baci e abbracci a una persona cara prima della partenza o al momento dell’arrivo. La direzione che ha preso questa decisione si è difesa avanzando l’idea che questo dovrebbe limitare gli affollamenti in aeroporto. Il CEO Daniel De Bono ha dichiarato: “Per un buon saluto, basta un abbraccio di 20 secondi. Questo arco di tempo è sufficiente per ottenere una scarica di ossitocina, “l’ormone dell’amore”. Poi, se si vuole avere più tempo per i saluti, c’è sempre il parcheggio delle auto”. 

Il Kiss & Fly in Italia e nel mondo

Certo è che ridurre l’amore e l’affetto a un’analisi scientifica denota l’animo razionale e pragmatico di chi ha valutato questa decisione e imposto questo divieto in Nuova Zelanda. Per chi vive una relazione a distanza il saluto in aeroporto è un momento fondamentale che ha portato all’idea delle aree di sosta Kiss & Fly in Europa e nel resto del mondo.

In Italia siamo famosi per essere romantici e passionali e questo si rispecchia anche nelle regole di viaggio. All’aeroporto di Lamezia Terme, per esempio, ci si può abbracciare e baciare per ben 30 minuti con il parcheggio per le soste brevi, mentre a Milano e Napoli l’area Kiss & Fly prevede venti minuti. Il tempo si riduce a Firenze, Roma, Palermo, Bari, Catania e Brindisi dove si può parcheggiare per salutare i propri cari per 15 minuti.

A livello internazionale non molti paesi seguono l’esempio della Nuova Zelanda, infatti a Tokyo, Singapore e Palma di Maiorca sono disponibili 30 minuti di sosta per i saluti, mentre a Dubai, Praga e Copenaghen il kiss & fly prevede 15 minuti di sosta. I meno romantici sembrano gli Stati Uniti, dove vanno sempre tutti di corsa e infatti ai viaggiatori è consentito scendere e salire dall’aereo a New York, Los Angeles e San Francisco, senza perdere tempo.

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Piatti tipici della Nuova Zelanda che dovresti assolutamente provare

Da sempre, sono le influenze a rendere unica e riconoscibile una cucina nel mondo: in Nuova Zelanda, si fa sentire, in particolare, l’influsso della cucina maori, oltre che di quella moderna, a seguito dell’immigrazione degli europei (prima dei britannici e poi del Sudest Asiatico). La cucina neozelandese è pronta a stupire i viaggiatori con manicaretti e specialità d’eccezione: qui il pesce è tra gli ingredienti fondamentali, insieme alle patate dolci, alle costolette d’agnello, alle spezie e alla carne. Ti sveliamo i piatti tipici della Nuova Zelanda da provare.

Kiwi breakfast

Cosa si mangia per colazione in Nuova Zelanda? Non potevamo non iniziare dal pasto più importante della giornata, che farai in vacanza esplorando questo territorio unico: il pasto mattutino neozelandese permette (davvero) di fare un carico extra di energie. Non facciamoci trarre in inganno dal nome: alla fine, è molto simile a quella inglese, poiché è composta da uova, pancetta, tortino di patate (ovvero hash brown), salsicce, funghi e fagioli.

Fish and chips

Come anticipato, la tradizione britannica si fa sentire a tavola in Nuova Zelanda: la contaminazione inglese è piuttosto forte, quindi puoi ordinare a pranzo o cena molti piatti che già ti suonano familiari, come l’iconico fish and chips, ovvero pesce fritto e patatine. Non è, però, il più amato dai neozelandesi, che infatti prediligono un regime alimentare a base di carne.

Meat pie

Anche in questo caso ci troviamo di fronte a una delle ricette che, per eccellenza, è di derivazione inglese: il meat pie, ovvero il tortino di carne, è ovunque. Bar, ristoranti, localini: tutti si sfidano a chi prepara il tortino migliore, più gustoso e saporito. Viene realizzato con carne di manzo e l’immancabile salsa gravy, ma non mancano varianti vegetariane, come con formaggio e funghi. Oppure con uova e bacon. Come contorno, un buon purè di patate.

Rewena

Abbiamo anticipato che le patate rientrano tra gli ingredienti più usati in Nuova Zelanda. Quindi, non è possibile perdersi il Rewena, il tradizionale pane Maori. Viene preparato usando la patata fermentata al posto del lievito, ed è questo a renderlo tanto particolare: oltre alla nota acidula, c’è quel tocco di “dolcezza”. Rewena, del resto, significa proprio “pane fatto con lievito di patate”, a cui vengono aggiunte farina e zucchero. La pagnotta, nonostante il retrogusto dolciastro, viene comunque usata per preparare gli hamburger.

Agnello arrosto

Come anticipato, la carne in Nuova Zelanda è tra gli ingredienti preferiti, e in particolare l’agnello neozelandese è conosciuto per l’altissima qualità, oltre che per il sapore prelibato. La carne è tenerissima: da più di 150 anni, i neozelandesi si dedicano all’allevamento con pratiche naturali e sostenibili (i costi, infatti, sono elevati). Qui l’agnello viene proposto arrosto, alla griglia o fritto, accompagnato da contorni a base di verdure e pochi condimenti (come rosmarino).

Paua

Sono una vera e propria istituzione in Nuova Zelanda: la lumaca di mare commestibile viene cucinata in tantissimi modi, per esempio insieme al curry, una spezia che completa il piatto con un sapore deciso, oppure in brodo. O persino in omelette, in alcuni ristoranti. I gusci delle lumache di mare vengono poi impiegati in bigiotteria. E per chi lo desidera, per provare l’autentica cucina di mare neozelandese, consigliamo i bianchetti, che sono sottoposti a una stagione di pesca specifica (dal primo settembre fino al 30 ottobre). Vengono proposte in frittella, esattamente come in alcune zone d’Italia.

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Viaggio in Nuova Zelanda: scopri l’iconico Beehive

Stai programmando un viaggio in Nuova Zelanda? In questo caso, pianifica una visita al Parlamento neozelandese e scopri il celebre Beehive. Durante il tour potrai conoscere il funzionamento del processo parlamentare del Paese, osservare alcune delle numerose opere d’arte e degli oggetti della Collezione parlamentare e conoscere i dettagli architettonici che lo hanno reso famoso. Sede della democrazia in Nuova Zelanda, il Beehive, l’alveare del Paese, è uno degli edifici più iconici di Wellington.

Come visitare  il Beehive, l’alveare di Wellington

Ci sono diversi modi per approfondire la propria conoscenza del Beehive, sia attraverso una visita guidata gratuita che prendendo una mappa e orientandosi da soli al suo interno. Quello che dovrai senz’altro fare è prenotare con un discreto anticipo la tua visita guidata – gli accessi sono limitati –  e monitorare eventuali comunicazioni in arrivo perchè, trattandosi di un edificio governativo, alcune aree potrebbero essere chiuse al pubblico in determinate giornate per ragioni di servizio. Se preferisci una visita in autonomia e vuoi stare all’aria aperta, sempre che non ti infastidisca il vento di Wellington, scarica la mappa auto-guidata ed esplora il parco al tuo ritmo. La mappa copre ogni aspetto, dalla storia degli edifici alle figure di spicco del passato politico della Nuova Zelanda fino a una capsula del tempo sepolta nel parco. Potrai ritirare una copia della mappa del tour esterno autoguidato presso il Centro visitatori o scaricarla qui. Nell’edificio potrai visitare le gallerie pubbliche  e i Comitati Ristretti.

Gallerie pubbliche

Le gallerie pubbliche della Camera dei Dibattiti sono aperte al pubblico in qualsiasi momento della seduta dell’Assemblea e da lì è possibile osservare i deputati mentre rispondono alle domande, discutono i temi del giorno e votano le leggi.

Comitati ristretti

I Comitati Ristretti lavorano per conto del Parlamento e riferiscono le loro conclusioni all’Assemblea. Esistono fino a 13 comitati ristretti per area tematica, più comitati ad hoc istituiti di volta in volta per scopi particolari. I comitati ristretti spesso richiedono contributi pubblici quando esaminano un progetto di legge o un’inchiesta. Molte delle riunioni dei comitati ristretti sono aperte al pubblico.

Informazioni utili per visitare il Beehive della Nuova Zelanda

Il pubblico che si trova all’interno del Parlamento neozelandese per visite guidate o altri motivi può scattare foto per scopi personali e non commerciali in alcune aree selezionate degli edifici. Fai attenzione però, le circostanze cambiano continuamente, pertanto le opportunità di fare delle foto saranno sempre indicate dalle guide sul momento.

Il Parlamento e gli edifici ad esso collegati sono ambienti di lavoro con una serie di misure di sicurezza. Alcuni edifici ospitano anche opere d’arte soggette a copyright. Per garantire la sicurezza del personale e l’assenza di violazioni dei diritti d’autore, l’uso di fotografie e telefoni cellulari da parte dei visitatori è soggetto ad alcune restrizioni.

Quando si visita il Parlamento, è necessario passare attraverso i controlli di sicurezza. Se arrivi per una visita guidata, per le gallerie pubbliche o per un comitato ristretto, assicurati di esser lì con almeno 15 minuti di anticipo per avere il tempo di passare i controlli prima dell’inizio della visita o della sessione.

La maggior parte dei tour prevede un video preliminare che inizia 5 minuti prima dell’orario di inizio del tour. Sebbene non sia indispensabile arrivare prima dell’inizio del video, ti consigliamo di lasciare il tempo necessario per passare il controllo e registrare i tuoi effetti personali prima dell’inizio del tour. Inoltre, in caso non arrivassi prima dell’orario di inizio del tour, il tuo posto potrebbe essere ceduto a qualcun altro. Per prepararsi al controllo, vanno rimossi tutti gli effetti personali dalle tasche (comprese chiavi, monete, ecc.) e inseriti nelle borse. Tutti gli effetti personali, comprese le borse, saranno custoditi nel guardaroba durante la visita. Se visiti anche la Public Gallery, dovrai sottoporti a un secondo controllo di sicurezza. Gli oggetti necessari per ragioni mediche possono essere tenuti in tasca (ad esempio gli inalatori).  Chiaramente, a causa di impegni parlamentari, alcune sale del percorso di visita potrebbero non essere disponibili durante la visita. L’Aula non è disponibile dopo le 13:00 nei giorni di seduta e altre sale sono periodicamente chiuse per eventi o altre attività.

beehive wellington sunset

Fonte: iStock

Un bel tramonto sull’iconico Beehive

Regole generali per foto e video:

Non è consentito fotografare oggetti o opere d’arte in generale, a meno che non sia indicato dalla guida ufficiale. La privacy e la sicurezza di coloro che lavorano o visitano il Parlamento neozelandese devono essere sempre rispettate. Non è consentito fotografare gli spazi di lavoro (corridoi, uffici, ecc.) e altre persone.
L’uso di macchine fotografiche è consentito in altre parti dei percorsi di visita. In considerazione degli altri visitatori, i telefoni cellulari non devono essere utilizzati durante il tour, a meno che non sia stato indicato dalla tua guida.
I visitatori che partecipano a eventi e riunioni possono essere autorizzati a scattare foto in alcune delle sale, previo l’assenso della guida ufficiale. I permessi dipendono dalle operazioni in corso al momento nel Parlamento; può succedere che ti venga richiesto di non scattare foto o di cancellare quelle realizzate. Queste regole si applicano a tutti i dispositivi, fotocamere, telefoni e tablet, e si estendono anche alla registrazione del suono. È sempre vietato l’uso di treppiedi. La mancata osservanza del protocollo fotografico può comportare l’allontanamento dal tour o dalla visita.

Come si arriva al Parlamento?

In auto, a piedi o in bicicletta

Il Parlamento si trova all’angolo tra Lambton Quay, Bowen Street e Molesworth Street. Non è possibile parcheggiare all’interno del Parlamento ma i posti auto a pagamento sono disponibili in Molesworth Street per un massimo di due ore e in altre strade laterali intorno al Parlamento. L’ingresso pubblico si trova nel piazzale del Parlamento e l’accesso senza gradini è disponibile dai cancelli di Molesworth Street.

In autobus

Il Parlamento è servito dagli autobus 2, 13, 33 e 34 su Bowen Street e 14, 22, 32x, 81 e 84 su Molesworth Street.

In treno

Il Parlamento si trova a 10 minuti a piedi dalla stazione ferroviaria di Wellington. Seguire le indicazioni per Lambton Quay & Parliament dalla stazione.

beehive wellington

Fonte: iStock

Programma la tua visita al Parlamento della Nuova Zelanda

Visitare il Parlamento virtualmente

Sei in Nuova Zelanda ma il tuo viaggio ti ha portato lontano e non puoi visitare il Parlamento di persona? Esiste un’APP per la creazione di una serie di esperienze di realtà virtuale che ti porteranno al centro del Parlamento neozelandese, ovunque ti trovi nel Paese. L’applicazione Parliament XR è un tour in realtà virtuale che puoi scaricare direttamente sul tuo dispositivo Apple o Android. È disponibile gratuitamente su App Store o Google Play. Inoltre, vengono messe a disposizione anche delle visite guidate online su richiesta, con una guida dal vivo via Zoom.

Mangiare al Beehive

Per una vistia completa degli edifici del Parlamento neozelandese, concediti una pausa in uno dei punti ristoro presenti. Il caffè Copperfields è aperto al pubblico dalle 8:30 alle 15:00. Con un menu à la carte, una selezione di piatti caldi e freddi e una rotazione giornaliera di deliziose torte, fette e biscotti, Copperfields è un luogo ideale per un pranzo informale o un caffè e uno spuntino prima o dopo la visita del Parlamento.

Il ristorante Bellamys è aperto dal martedì al venerdì per pranzo e cena. Bellamys è uno dei più antichi ristoranti della Nuova Zelanda, creato per i primi membri del Parlamento che avevano bisogno di un posto dove mangiare e bere. Negli anni Ottanta del XIX secolo, Bellamys si è trasformato nel miglior ristorante e bar del paese. Il menu presenta tuttora il meglio della cucina neozelandese.

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Quali sono le location nella seconda stagione de Il Signore degli Anelli

I maestosi paesaggi della Nuova Zelanda sono ormai diventati, nell’immaginario collettivo, sinonimo degli adattamenti cinematografici della Terra di Mezzo di JRR Tolkein e delle avventure di hobbit, elfi e nani.

Ma per la seconda stagione della serie prequel di Prime Video The Rings of Power (Gli Anelli del Potere), la Terra di Mezzo si è trasferita in Gran Bretagna, terra natale del celebre scrittore.

Partiamo, allora, per un tour alla scoperta delle location chiave.

Windsor Great Park

Mentre lo scorso anno i membri della famiglia reale inglese e i leader mondiali si preparavano a riunirsi al Castello di Windsor per gli eventi dell’Incoronazione di Re Carlo III, un mondo fantastico popolato da orchi, elfi ed epiche battaglie ha preso vita a pochi passi di distanza.

Il Windsor Great Park, antico bosco di querce millenarie già scenario in “Harry Potter e i Doni della Morte” e in “World War Z”, è stato impiegato per ricreare i vari regni in Gli Anelli del Potere. Cercatelo nei momenti di apertura della seconda stagione, quando Elrond e Galadriel tornano per affrontare il Sommo Re e discutono su cosa fare con i tre anelli che possiedono.

Nel parco è stata girata anche l’epica battaglia che chiude la stagione, con una troupe di 1000 persone e 400 comparse coinvolte.

Virginia Water

Collocato all’estremità del Windsor Great Park, il parco che abbraccia il lago Virginia Water era in origine concepito come una sorta di “luna park” per i reali.

Le scene di “Gli Anelli del Potere” sono state girate alla Cascade, una fragorosa cascata artificiale che raggiunge altezze vertiginose.

High Rocks and Harrison Rocks, Kent

Nel primo episodio, le magnifiche e magiche High Rocks di arenaria si intravedono durante l’inseguimento di Elrond e Galadriel attraverso i boschi, e si rivelano una vincente “transizione” dal Windsor Great Park al mondo degli Elfi.

L’accesso per esplorare le imponenti rocce, note tra i turisti alla ricerca di avventura, prevede un modesto contributo di £6.

Anche la vicina Harrison Rocks è stata protagonista delle riprese per inscenare il regno elfico di Lindon.

Frensham Common, Surrey

Il Frensham Common del Surrey è stato utilizzato per rappresentare i “battiti intermedi tra i regni” quando i personaggi compiono viaggi attraverso la Terra di Mezzo.

Di proprietà del National Trust, si tratta di un’area incredibile che si estende su circa 4 chilometri di brughiera aperta, pini e boschi misti, un mosaico colorato di ruggine e verde, viola e malva.

Si trova all’interno dell’Area di straordinaria bellezza naturale delle colline del Surrey (AONB) ed è designata Sito di interesse scientifico speciale (SSSI) da Natural England, zona di protezione speciale (ZPS) e zona speciale di conservazione (ZSC).

Frensham Common è stata location anche per le riprese della serie Netflix “The Witcher”, e i laghi hanno riprodotto il  fiume Nilo nel classico cult “La Mummia”.

La scena che è stata girata a Tenerife

La produzione si è poi spostata a Tenerife per alcune scene della seconda stagione.

In particolare, il Parco Nazionale del Teide, all’ombra del Monte Teide, con affioramenti rocciosi, colline ricoperte di sabbia e pianure vulcaniche, è protagonista negli episodi iniziali che vedono lo Straniero attraversare il pericoloso paesaggio di Rhûn con i suoi compagni Piedilerti. Rhûn è una zona della mappa della Terra di Mezzo per la quale Tolkien non ha fornito molti dettagli nei suoi scritti, lasciando al team di Rings of Power più flessibilità nell’ideazione dei panorami.

Durante il difficile viaggio, il trio incontra il misterioso anziano e amato personaggio di Tolkien, Tom Bombadil. L’interno della sua dimora è stato ricostruito con cura in un teatro di posa presso i Bray Studios nel Regno Unito, ma le riprese esterne sono state girate sul posto a Tenerife.

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Il clima e la temperatura di Wellington, la capitale della Nuova Zelanda

Una frase di uso comune afferma che la Nuova Zelanda sia esattamente dall’altro lato del globo terrestre rispetto all’Italia e, in parte, la saggezza popolare ha ragione. Wellington, la capitale di questa nazione dell’Oceania, non è la città più conosciuta dai turisti di mezzo mondo ma è una città interessante, perfetta per essere una base utile per esplorare entrambe le isole che compongono la Nuova Zelanda.

Situata sulla punta meridionale dell’Isola del Nord, la città è affacciata sullo stretto di Cook, luogo che prende il nome proprio dal capitano James Cook. La sua posizione geografica le conferisce un clima molto simile a quello italiano… ma a stagioni capovolte, dato il diverso emisfero. Quali sono le caratteristiche di clima e temperatura di Wellington e quando fare un viaggio da quelle parti?

Il clima e la temperatura a Wellington: che tempo fa agli antipodi dell’Italia?

Il clima di Wellington è caratterizzato da estati fresche e inverni miti, con temperature che raramente raggiungono estremi. L’ambito climatico della capitale della Nuova Zelanda è influenzato dai venti dominanti che soffiano attraverso il canale dello stretto di Cook. Questi venti sono spesso frequenti e molto intensi e hanno valso a Wellington il soprannome di “Windy Wellington“. Del resto, la Nuova Zelanda è proprio il paese dove le barche a vela spopolano.

Durante i mesi estivi (che, per l’emisfero australe vanno da dicembre a febbraio), le temperature medie si posizionano tra i 15°C e i 21°C. Le giornate sono spesso soleggiate a Wellington, proprio perché il vento contribuisce a tenere pulito il cielo. C’è un’altra cosa che le correnti d’aria fanno al clima di Wellington: abbassare, anche nell’arco di poco, le temperature. Può succedere, anche in estate, che ci sia quello che i meteorologi chiamano “drop”, proprio per l’arrivo di aria fresca.

Avere una giacca antivento o un kway sembra essere l’opzione migliore durante un viaggio estivo in Nuova Zelanda. La primavera (da settembre a novembre) e l’autunno (da marzo a maggio) sono due stagioni in cui il clima e la temperatura di Wellington sono molto simili. La differenza sta spesso nella variabilità delle precipitazioni, che si presentano maggiormente nell’autunno australe.

L’inverno (che corrisponde alla nostra estate, ovvero da giugno a inizio settembre) è mite rispetto agli standard di molte città italiane, con temperature medie che variano dai 6°C ai 12°C. Il mare rende la temperatura mite anche in questa stagione ma ci pensa il vento dell’Antartide a far percepire qualche grado in meno. Nevica, in inverno, a Wellington? La neve, in città, è veramente rara. Se, il tuo viaggio in Nuova Zelanda, si spingesse anche alle estremità dell’Isola del Sud, la situazione potrebbe essere davvero molto diversa.

Clima e temperatura di Wellington, la capitale della Nuova Zelanda
Wellington, una capitale agli antipodi

Quando organizzare un viaggio a Wellington

Un viaggio alla scoperta di Wellington e della Nuova Zelanda è un’ottima idea in ogni stagione e la tua scelta dipende dalla tua agenda e dal tuo budget. Tieni sempre presente, leggendo questi consigli, che stiamo indicando le stagioni australi, quindi al contrario rispetto a quelle italiane.

L’estate è il periodo di alta stagione ma non c’è nessun momento dell’anno sbagliato. In questo momento dell’anno, le giornate sono lunghe e la città si mostra al meglio di sé, sia dal punto di vista fisico che da quello degli eventi. Del resto, l’autunno è un gran momento per gli amanti della natura e per chi ama viaggiare con meno folla e con colori molto caldi. Anche primavera e inverno hanno le loro belle sorprese per chi intraprende un viaggio down under.

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Mount Victoria Lookout di Wellington: sentieri e informazioni da sapere

Il Mount Victoria Lookout, o Monte Vittoria di Wellington in Nuova Zelanda, rappresenta, per tutti gli appassionati di natura e trekking, un’occasione unica, poiché, organizzandosi in anticipo, è possibile ammirare viste mozzafiato e percorrere sentieri escursionistici che ripagano di tutta la fatica. Una vista a 360 gradi di Wellington, il cui panorama è di certo pittoresco ed evocativo. Questo punto di osservazione, soprattutto nelle giornate limpide, ti permette di ammirare Hutt Valley a nord o Remutaka Range a est.

Mount Victoria Lookout di Wellington: come raggiungere il punto panoramico

Il punto panoramico più importante (e impressionante) di Wellington, la Capitale della Nuova Zelanda, è una sorta di “tesoro promesso”. Il tratto urbano della città è minimo, cui spiccano colline verdeggianti e il porto di Wellington: questo belvedere è un’occasione da non lasciarsi sfuggire. Ma quali sono le informazioni da sapere assolutamente prima di mettersi in “cammino”?

Bisogna partire dalla città e attraversare la foresta di pini per arrivare al Mount Victoria Lookout: il tempo di percorrenza è di circa 2 ore, il percorso a piedi è facile, e puoi anche percorrerlo in mountain bike. La passerella, di circa 4,5 km, inizia esattamente da Courtenay Place, così da raggiungere il belvedere per apprezzare pienamente la vista panoramica sulla città. La salita è in alcuni punti ripida, ma ne vale sicuramente la pena.

Una volta giunta al belvedere, sono presenti ulteriori informazioni, oltre al Byrd Memorial, dedicato a Richard Byrd, esploratore e aviatore americano, oltre a un cannone in bronzo attivo ogni giorno tra il 1877 e il 1900: aveva il compito di segnalare mezzogiorno. Il punto panoramico della città, in ogni caso, è servito anche da un bus: il numero 20, per l’esattezza. Si può raggiungere in auto? Sì, in cima trovi un ampio parcheggio, oltre a un’area di sosta con servizi igienici. Non prevede biglietto d’ingresso: secondo i viaggiatori, l’alba e il tramonto da questo punto sono mozzafiato.

Mount Victoria Lookout: informazioni utili sui sentieri

Il meteo è talvolta imprevedibile, anche in base alla stagione in cui hai scelto di visitare la Nuova Zelanda: il consiglio che ti diamo, prima di intraprendere il sentiero a piedi, è di portare con te un cappello e una comoda giacca a vento. Ai piedi, rigorosamente scarponi comodi, da trekking, che ti consentono di vivere pienamente questo momento e di immergerti nella natura incontaminata.

Preferibilmente, è bene optare per una giornata limpida, poiché si possono scattare tantissime foto uniche. In cima, trovi anche un piccolo parco giochi, dove si trova uno degli scivoli più lunghi di Wellington.

Volendo, ci sono due sentieri che portano al punto panoramico: puoi percorrere a piedi l’intero anello di 4,6 km da Courtenay Place fino a Marjoribanks Street fino alla cima (in questo modo passi da Oriental Bay): circa due orette, anche in base al proprio allenamento. E poi c’è l’anello più corto, un giro panoramico di 2,6 km, circa un’ora, all’interno della Town Belt. Il suggerimento che diamo, in ogni caso, è di scaricare una mappa per una maggiore sicurezza durante il cammino: il paesaggio, alla fine, ripagherà di ogni fatica.

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Museo Te Papa Tongarewa a Wellington: tutte le info utili

Se stai programmando un viaggio in Nuova Zelanda e hai deciso di visitare anche la sua capitale, Wellington, non puoi non fare una sosta al Museum New Zealand Te Papa Tongarewa – il museo nazionale della Nuova Zelanda – un vero e proprio scrigno di tesori attraverso i quali potrai toccare con mano la storia e la cultura di questa meravigliosa terra. Non è infatti un caso che il nome del museo nella lingua tradizionale Māori significhi proprio “la scatola dei tesori”. Inaugurato nel 1998, la sua popolarità attira ogni anno una media di circa 1 milione di persone incoronandolo alla 58esima posizione nella lista delle gallerie d’arte più visitate al mondo. In questo articolo abbiamo raccolto tutte le informazioni che devi sapere per goderti al meglio la tua visita al Museum New Zealand Te Papa Tongarewa, a Wellington.

Sulle tracce del passato: breve storia del Te Papa Tongarewa a Wellington

Il Museo Te Papa Tongarewa vede le sue origini nel 1865, quando venne fondato il Museo Coloniale di Wellington. Uno spazio espositivo che si concentrava inizialmente sulle collezioni scientifiche ma che, ben presto, iniziò ad aprire le sue porte anche a opere d’arte, collezioni etnografiche e manufatti di carattere storico. Nel 1907, il museo assunse il nuovo nome di Dominion Museum e sottoscrisse una nuova importantissima missione: raccogliere sotto lo stesso tetto la scienza, l’arte e la cultura. Il progetto di dare spazio anche all’arte si sviluppò ulteriormente e raggiunse il suo apice quando, nel 1934, venne inaugurata la National Art Gallery – sempre nello stesso edificio del Dominion Museum. Questo progetto potè godere di ampie donazioni da parte di lungimiranti collezionisti e privati. Infine, nel 1998, a seguito della fusione tra il Museo Nazionale della Nuova Zelanda e la Galleria d’Arte Nazionale, nacque il Te Papa Tongarewa come lo conosciamo oggi. Il nuovo museo venne progettato con una nuova missione, più contemporanea rispetto a quella precedente: rappresentare la diversità culturale e storica della Nuova Zelanda, con una particolare attenzione ai tesori del popolo Māori e del Pacifico.

Cosa si cela all’interno del Te Papa Tongarewa: le collezioni

Ingresso visitatori del Museo Te Papa Tongarewa

Fonte: iStock

L’ingresso del Museo Te Papa Tongarewa Wellington in Nuova Zelanda

Con i suoi sei piani distribuiti per un totale di 36.000 metri quadrati, il museo Te Papa Tongarewa ospita un patrimonio culturale e artistico senza eguali in Nuova Zelanda. Il museo ospita oltre 800.000 pezzi, tra opere d’arte, oggetti e reperti storici; inoltre, ospita mostre di varia natura interattiva con un approccio sempre avanguardistico e biculturale, nello specifico:

  • Collezione permanente: la collezione perenne del museo include qualsiasi tipo di oggetto storico; dagli abiti del XVII secolo a un’intera sezione dedicata alle isole del Pacifico passando per un’enorme esposizione naturalistica. Proprio in quest’ultima, tra le cose più importanti messe a disposizione dei visitatori, ci sono un erbario di circa 250.000 esemplari essiccati e una collezione di esemplari di uccelli, anfibi, rettili e mammiferi di grande rilievo per il territorio neozelandese. Per la gioia dei più piccoli, nel museo si nasconde il più grande esemplare di calamaro colossale che, con i suoi 4,2 metri di lunghezza e i suoi quasi 500 chili, lascia a bocca aperta chiunque. Il museo Te Papa Tongarewa ospita anche il Toi Art, una galleria che espone opere interattive e immersive e che custodisce anche la collezione d’arte nazionale, con oltre 40.000 opere che spaziano tra tutte le arti figurative.
  • Collezioni temporanee: come raccontavamo all’inizio, il museo, oltre alla collezione permanente, ospita ogni anno numerose mostre itineranti o temporanee, ti consigliamo di monitorare il sito del museo per scoprire cosa c’è in programma nel periodo del tuo viaggio nella capitale della Nuova Zelanda.

Tutte le informazioni che ti servono per visitare il Te Papa Tongarewa

  • Location: il Museo Te Papa Tongarewa si trova sullo splendido lungomare di Wellington e, più precisamente, al 55 Cable Street.
  • Come arrivarci: Te Papa è a pochi passi dalla maggior parte delle attrazioni nel centro di Wellington ed è perfettamente collegato grazie all’efficiente rete di mezzi di trasporto della città. Oppure puoi optare per un taxi o, se l’hai noleggiata, per la tua auto personale (in questo caso potrai parcheggiare comodamente nei pressi del museo).
  • Orari di visita: il museo è aperto tutti i giorni dalle 10:00 alle 18:00 tranne il giorno di Natale in cui è completamente chiuso.
  • Biglietti e costi di accesso: l’ingresso è gratuito per quanto riguarda le esposizioni permanenti. Tuttavia, alcune mostre temporanee o determinati eventi potrebbero richiedere l’acquisto di un biglietto. Consigliamo sempre di monitorare il sito ufficiale del Te Papa.
  • Visite guidate: prenotando in anticipo è possibile partecipare a visite guidate a pagamento. Le opzioni includono un’introduzione generale al Te Papa, il tour Mana Māori, e il tour serale Te Papa at Twilight. Se hai tempo, scegliere un tour guidato è un’ottima strategia per scoprire meglio i tesori di questo museo concentrandoti sulle parti più importanti.

Per concludere, il Museo Te Papa Tongarewa a Wellington, rappresenta un caposaldo di cultura e innovazione nel cuore della Nuova Zelanda. Con un corredo storico risalente al 1865 e una missione socio-culturale che mira ad abbracciare la preziosissima diversità di quella magnifica terra che è la Nuova Zelanda, il Museo Te Papa Tongarewa offre un’esperienza unica e coinvolgente per tutti i visitatori di tutte le età. Grazie al suo facile accesso dal lungomare, all’ingresso gratuito e all’apertura 364 giorni su 365; il museo è una tappa imperdibile per chi desidera esplorare la ricca eredità culturale del paese e vivere un’esperienza museale all’avanguardia. Ancora di più per tutti quelli che vorranno scavare nel profondo bagaglio culturale neozelandese accompagnati da una guida esperta che renderà questa visita più che memorabile.

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Dove andare in Nuova Zelanda per scoprire la cultura Maori

Un luogo da sogno, da esplorare, in cui sentire vivido il richiamo della natura, della sete di conoscenza e del viaggio. Benvenuti in Nuova Zelanda, terra meravigliosa e ricca di luoghi da scoprire. Ad esempio, scegliendo quelli in cui poter approfondire la cultura Maori che qui ha la sua culla.

Una popolazione che è giunta in questi posti – pare – dalla Polinesia durante il tardo Medioevo e che ha dato vita a una vera e propria civiltà che non ha incontrato i coloni europei fino al 1642, quando arrivarono gli olandesi e, poi al 1769, quando è giunto l’esploratore britannico James Cook. Una civiltà tutta da conoscere, scoprendola attraverso la Nuova Zelanda. Le tappe da non perdere per approfondire la cultura Maori.

Alla ricerca della cultura Maori in Nuova Zelanda

Ci sono dei dettagli preziosi che caratterizzano la cultura Maori e l’hanno resa nota in tutto il mondo. Come la tradizione dei tatuaggi, il moko, che viene fatto sul volto dei guerrieri e delle loro mogli (sul mento), oppure il kirituhi, che va bene per tutti.

Celebre anche la danza haka, che è conosciuta soprattutto grazie agli All Blacks, la nazionale di rugby, che la esegue prima di ogni match regalando un vero e proprio spettacolo.

Tradizioni che si possono vivere da vicino visitando la Nuova Zelanda, per catturare un po’ dell’autenticità di quel popolo che ha abitato per primo questa terra, che si trova proprio agli antipodi dell’Italia.

I luoghi da raggiungere per conoscere la cultura Maori

Tra i luoghi da raggiungere, per fare un’immersione nella cultura Maori, vi è senza alcun dubbio la zona di Rotorua. Qui ci sono tantissimi posti da visitare come Ohinemutu, un antico villaggio dove vedere il mix di culture diverse che si sono amalgamate insieme. Da vedere anche Te Puia e il Maori Arts & Crafts Institute, una scuola dove vengono tramandate le tradizioni Maori.

Il Tamaki Maori Village, invece, si trova poco distante da Rotorua e offre diverse esperienze per vivere e conoscere da vicino questa civiltà sia dal punto di vista culturale sia da quello gastronomico.

Nella zona vi è anche il monte Tarawera, un vulcano che è eruttato nel 1866 e che ha sepolto il villaggio Te Wairoa, insediamento Maori ed europeo, oggi è diventato un sito archeologico e permette ai visitatori di ammirare i resti e conoscerne la storia. Se vogliamo una sorta di Pompei neozelandese.

Sempre a Rotorua vi è la “Porta dell’inferno” ovvero Hell’s gate, una riserva geotermica dove vivere un’esperienza spa che comprende un bagno nel fango come hanno fatto intere generazioni di Maori.

Le altre tappe per conoscere la cultura Maori: le grandi città

Tra le tappe imperdibili per conoscere e approfondire la cultura Maori vi è il Te Papa che si trova a Wellington. Questa è la capitale della Nuova Zelanda ed è la seconda città del Paese per quanto riguarda il numero di abitanti. Un luogo in cui la qualità della vita è molto elevata e che offre tantissime cose da fare.

Ma senza dubbio vale la pena visitare il museo Te Papa, che in maori significa “Il nostro posto”. Il luogo ideale per conoscere la storia della Nuova Zelanda, proprio da quella che è stata la colonizzazione dei Maori in poi. Qui si può festeggiare anche il Matariki, ovvero l’inizio di un nuovo anno.

On può mancare Auckland nelle tappe di viaggio alla scoperta della Nuova Zelanda e della sua civiltà antica. Si può, ad esempio, visitare il Museo Marittimo per ammirare la storia del legame con il mare e approfondirla a partire dalle imbarcazioni tipiche, che ricordano quelle con cui i primi Maori arrivarono in Nuova Zelanda, fino a oggi. Da non perdere anche l’All Blacks tour per vivere un’esperienza indimenticabile alla scoperta del rugby e della haka.

Tra danze, tatuaggi e i celebri saluti naso naso, la cultura Maori è ancora viva più che mai e la Nuova Zelanda è la terra da raggiungere per scoprire la sua anima.