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I Sette Inferni di Beppu: le terme più famose del Giappone

Sono chiamati gli ‘Inferni di Beppu’, ma l’esperienza che offrono è tutt’altro che infernale, seppur a primo impatto la città che li ospita appaia immersa nelle fiamme. Siamo a Beppu, dove spesse nuvole di fumo avvertono i viaggiatori che stanno per arrivare in uno dei luoghi geotermici più attivi del Giappone.

Situati nelle regioni di Kannawa e Kamegawa di Beppu, i Jigoku, noti anche come i Sette Inferni di Beppu, prendono il nome dalle misteriose sorgenti presenti in questa zona. Qui acqua bollente e gas gorgogliano violentemente dal terreno, tanto che in passato gli abitanti ne detestavano la presenza o ne erano spaventati.

Per darvi un maggiore contesto, dovete sapere che non è un caso se vengono chiamati ‘inferni’ perché la parola Jigoku fa riferimento all’aldilà del buddismo giapponese descritto come un mondo terrificante, avvolto dalle fiamme, in cui abitano demoni malvagi e ai peccatori vengono imposti supplizi terrificanti.

Ma non preoccupatevi, quando arriverete ai Sette Inferni di Beppu non verrete puniti, al contrario vivrete un’esperienza unica perché rappresentano un vero e proprio paradiso del benessere.

Come arrivare ai Sette Inferni di Beppu

La città di Beppu e i suoi onsen, stazioni termali, si trovano a Kyushu, l’isola più meridionale delle quattro maggiori del Giappone, una destinazione amata in tutto il Paese per la sua ricca storia e le infinite meraviglie naturali. Fu qui, per esempio, che il Buddismo raggiunse per la prima volta le coste giapponesi nel sesto secolo, prima di fondersi con la tradizione locale del culto della natura per formare la setta Shinto.

Per arrivare a Beppu potete prendere il treno espresso da Hakata, Oita, Miyazaki e Hitoyoshi, nonché dalle aree limitrofi. Una volta arrivati alla stazione ferroviaria, salite sugli autobus 2, 5, 24 o 41 e, dopo 20 minuti di corsa, scendete alla fermata Kannawa o Umi-Jigoku-mae. Da qui potete raggiungere i Sette Inferni di Beppu tranquillamente a piedi. Se invece state scoprendo il Giappone con un’auto a noleggio, in ogni sito è presente un comodo parcheggio.

Tenete a mente che gli inferni sono suddivisi in due aree: cinque di loro si trovano nel distretto di Kannawa, mentre gli ultimi due sono nel distretto di Shibaseki. Potete spostarvi tra un inferno e l’altro a piedi.

Inferni di beppu Giappone

Fonte: iStock

Uno degli Inferni di Beppu

Giorni di apertura e orari dei Sette Inferni di Beppu

I Sette Inferni di Beppu sono aperti tutti i giorni dalle 8:00 alle 17:00. I periodi migliori per visitarli sono l’autunno e l’inverno, sia perché la temperatura dell’acqua è piacevole in contrasto con le basse temperature all’esterno che per il minor numero di persone presenti. Alcuni onsen sono più piccoli di altri e, durante l’alta stagione, come la primavera quando i turisti arrivano per la fioritura dei ciliegi, potrebbero risultare particolarmente affollati rischiando di rovinare la vostra esperienza.

Prezzi dei Sette Inferni di Beppu

I biglietti d’ingresso per accedere a ciascun inferno costano 450 yen (circa 3 euro) o 200 yen (circa 1,50 euro) per i bambini delle scuole elementari e medie. Se prevedete di visitare più inferni, consigliamo di acquistare direttamente il pass che permette l’accesso a tutti gli inferni e che costa 2200 yen (13 euro) per gli adulti e 1000 yen (6 euro) per i bambini. Entrambe le opzioni possono essere acquistate all’ingresso di uno qualsiasi degli inferni.

I Sette Inferni di Beppu: quali sono

Quella di Beppu è considerata una delle destinazioni termali più famose dell’isola e il tour dei Sette Inferni rappresenta un must per chiunque stia viaggiando in questa zona del Giappone. Seppur possa apparire un po’ troppo turistica, tra stand di souvenir e sculture rappresentanti macabri divinità, rappresenta comunque una bella esperienza per conoscere un aspetto importante della cultura del Paese.

Gli inferni, in totale, sono sette e ognuno vanta caratteristiche uniche e particolari. Scopriamoli insieme!

Umi Jigoku (Inferno Marino)

Questo è uno degli inferni più famosi di Beppu, oltre che uno dei più affascinanti. Non fatevi ingannare dal suo colore blu cobalto, dovuto alla presenza di vari minerali: le sue acque sono tutt’altro che rinfrescanti e possono raggiungere i 98 gradi! Circondata da giardini ben curati e stagni di ninfee, la sorgente si è formata all’incirca 1200 anni fa in seguito a un’eruzione vulcanica ed è talmente bollente da essere non balneabile.

Umi Jigoku a Beppu

Fonte: iStock

L’inferno Umi Jigoku

Kamado Jigoku (Inferno della cucina)

La sorgente termale, caratterizzata da una temperatura di 90 gradi e da una vigorosa fumarola, deve il suo nome all’antica usanza di cucinare il riso utilizzando il vapore di Jigoku durante le celebrazioni del Santuario di Kamado Hachimangu. A rendere ancora più chiaro il concetto, qui troverete un demone in ceramica intento a cucinare cibo utilizzando il calore geotermico.

L’acqua è utilizzata anche per preparare una specialità che potete assaggiare in loco, il tradizionale “Tamago Onsen”, ossia uno snack a base di uova (tamago), cotte con il calore che fuoriesce dalla sorgente. Qui potete bagnare i piedi e inalare i vapori benefici.

Tatsumaki Jikoku (Inferno del tornado)

Uno degli inferni più spettacolari di Beppu grazie al suo imponente geyser che erutta acqua calda e fumarole a intervalli regolari. Il nome deriva proprio da questa caratteristica in quanto la forma della spirale del geyser ricorda quella di un mini tornado. L’acqua del geyser raggiunge una temperatura di circa 105 gradi.

Chinoike Jigoku (Inferno del lago di sangue)

Il nome di questo inferno deriva dal colore rosso dell’argilla bollente, compresa quella emessa dalla fumarola. Si tratta del più antico Jigoku naturale del Giappone, descritto come Akayusen (letteralmente “sorgente termale rossa”) nel “Bungo no Kuni Fudoki”. L’argilla rossa prodotta viene utilizzata per creare il Chinoike Nanko, un rimedio efficace contro le malattie della pelle.

La temperatura della sorgente termale raggiunge i 78 gradi.

Inferno Chinoike-Jigoku

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L’inferno Chinoike-Jigoku dal particolare colore rosso

Oniishi Bozu Jigoku (Inferno della testa del monaco)

Nell’inferno di Oniishi, invece, è possibile osservare un fenomeno geotermico unico: il fango grigio ribolle formando sfere grandi e piccole che ricordano teste rasate. Da qui il nome “inferno della testa del monaco”, dove la temperatura della sorgente termale raggiunge i 99 gradi. Le bolle sono provocate dalle emissioni di gas sotterranee che interagiscono con il fango e l’acqua calda, creando uno spettacolo unico: l’area circostante, infatti, è spesso avvolta da una nebbia di vapore.

Oniyama Jigoku (Inferno della montagna del demone)

Il nome Oniyama Jigoku deriva dal luogo in cui si trova, Oniyama, conosciuto anche come Wani Jigoku (letteralmente “inferno dei coccodrilli”). Nel 1923, l’area divenne la prima in Giappone a ospitare coccodrilli, sfruttando il calore della sorgente termale per creare un habitat adatto. Oggi, vi abitano circa 80 coccodrilli: le acque calde della sorgente sembrano avere un effetto benefico sulla crescita e la salute generale di questi rettili.

L'inferno di Oniyama Jigoku

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I coccodrilli di Oniyama Jigoku

Shiraike Jigoku (Inferno dello stagno bianco)

Arriviamo all’ultimo dei Sette Inferni, dove l’acqua di questa sorgente termale, inizialmente incolore e trasparente, assume una caratteristica colorazione bianco-bluastra quando cade nella vasca. Questo fenomeno è dovuto alla naturale diminuzione di temperatura e pressione. Il calore della sorgente viene utilizzato per l’allevamento di diverse specie di pesci tropicali di grandi dimensioni all’interno del parco e la temperatura dell’acqua raggiunge i 95 gradi.

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Cosa vedere a Osaka, città giapponese altamente sorprendente

Una delle metropoli più esuberanti del Giappone, Osaka è una città con un’energia contagiosa, una frizzante vita notturna, una scena gastronomica senza pari e una storia millenaria alle spalle. La meta ideale per vivere un’esperienza di autentica scoperta nel paese del Sol Levante, tanto da essere stata inserita nella prestigiosa guida Best in Travel 2025 di Lonely Planet tra le 30 destinazioni che meritano di essere visitate l’anno prossimo. Un tempo cuore pulsante dell’economia e della cultura giapponese, conserva ancora oggi i segni del suo glorioso passato negli antichi templi e nei castelli incastonati tra grattacieli e quartieri futuristici che ospiteranno l’Expo 2025.

Osaka si prepara infatti a brillare ancora di più ospitando l’Esposizione Universale, che porterà ancora più energia e vivacità in questa città già nota per il suo spirito gioioso e la sua passione per la buona tavola. Quale occasione migliore per programmare una visita? Ecco allora una guida ai luoghi da non perdere per immergersi nel ritmo frenetico e farsi conquistare dalle innumerevoli attrazioni di questa straordinaria città nipponica.

Il Castello di Osaka, un simbolo storico e architettonico

Con la sua imponente struttura bianca, il Castello è una delle icone più riconoscibili di Osaka. Sebbene il maestoso complesso che vediamo oggi sia una ricostruzione del 1931, la sua storia risale al XVI secolo. Era il 1583 quando Toyotomi Hideyoshi, un ambizioso signore della guerra, ne iniziò la costruzione per farne il centro del Giappone unificato. Fu il castello più grande del suo tempo, ma la sua gloria fu di breve durata.

Dopo la morte di Hideyoshi, nel 1615, il maniero fu attaccato e distrutto dalle truppe Tokugawa, che in seguito ne avviarono la ricostruzione, ma non fu mai completata durante l’era feudale. Solo nel 1931, con un audace progetto di recupero del patrimonio culturale, la torre principale fu ricostruita con una struttura in ferro-cemento, che resistette miracolosamente ai devastanti bombardamenti aerei della Seconda Guerra Mondiale.

Oggi, il Castello di Osaka è molto più di una semplice attrazione turistica. La torre principale, dotata di un ascensore per facilitare l’accesso, ospita un affascinante museo sulla storia del complesso e di Toyotomi Hideyoshi. Tutt’intorno, oltre a mura di pietra, fossati e torrette che ricreano l’atmosfera medievale, si estende il Nishinomaru Garden, un vasto giardino all’inglese con centinaia di ciliegi. Uno dei luoghi più popolari di Osaka per ammirare l’hanami, la spettacolare fioritura che di solito avviene tra fine marzo e inizio aprile.

Dotonbori, cuore pulsante di Osaka

Uno dei quartieri più vibranti, Dotonbori, è il fulcro della vita notturna e della cultura popolare, e incarna appieno lo spirito della città. Si sviluppa lungo il canale omonimo, frequentato a tutte le ore del giorno e della notte, famoso per le scintillanti insegne luminose giganti, le bancarelle e i ristoranti che offrono specialità locali come il takoyaki (palline di polpo fritte) e l’okonomiyaki (una sorta di pizza salata giapponese), i negozi di souvenir e gli artisti di strada che contribuiscono a creare un’atmosfera festosa. Dotonbori è un luogo ideale per immergersi nella cultura di Osaka, assaggiare le prelibatezze locali e fare shopping, tra negozi tradizionali e moderni. Un’attrazione imperdibile è il famoso Glico Man, la gigantesca figura di un corridore che sovrasta il ponte Ebisubashi, diventato un simbolo di Osaka.

Sumiyoshi Taisha, un’immersione nella spiritualità shintoista

Lontano dal frenetico ritmo cittadino, il Sumiyoshi Taisha offre un’oasi di tranquillità meditativa in uno dei più antichi santuari shintoisti del Giappone. Questo antico santuario, dedicato ai Sumiyoshi Sanjin, divinità protettrici delle navi e del mare, è una meta popolare per i locali che cercano la benedizione degli dei per buona fortuna e viaggi sicuri.

Fondato nel 211, il Sumiyoshi Taisha è il principale di circa 2.300 santuari Sumiyoshi disseminati in tutto il Giappone. Riconoscibile per le sue sale principali in stile Sumiyoshi, con i caratteristici colori rosso e nero, e per l’elegante ponte vermiglio che si inarca su un incantevole stagno, è uno dei luoghi simbolo di Osaka. Passeggiando nei suoi giardini ci si può immergere nelle profonde tradizioni spirituali shintoiste e nelle pratiche devozionali che hanno plasmato questo luogo e il Giappone nel corso dei secoli.

Shitenno-ji, il primo tempio buddista del Giappone

In quanto tempio buddista più antico del Giappone, il Shitenno-ji è un vero e proprio punto di riferimento della storia e della cultura giapponese di Osaka, assolutamente da visitare. Fondato nel 593 dal Principe Shotoku e ricostruito nel corso dei secoli, ha svolto un ruolo fondamentale nell’introduzione del buddismo nel Paese.

All’interno del complesso si possono ammirare una splendida pagoda a cinque piani di colore rosso, nero e bianco, una sala principale con statue buddiste, oltre a un sereno giardino e uno stagno, perfetti per una tranquilla passeggiata. Durante tutto l’anno, nel tempio si svolgono vari eventi e rituali, tra cui il celebre Festival delle Stelle di Tanabata in estate.

Amerika-mura, il quartiere giovane di Osaka

Considerato l’equivalente del quartiere Harajuku di Tokyo, da oltre 40 anni Amerika-mura, letteralmente “Villaggio dell’America”, è il polo della cultura giovanile a Osaka. Tutto ruota attorno al Sankaku Koen Park, luogo di ritrovo popolare dove i giovani si riuniscono per sfoggiare i loro stili unici e scoprire le ultime tendenze negli oltre 2.000 negozi della zona, che vendono moda locale e importata, caffè, ristoranti, bar e club.

Negli anni ’60, l’area era chiamata Sumiyamachi, letteralmente “Città dei negozi di carbone”, ed era principalmente occupata da magazzini e cantieri del legname, fino all’apertura nel 1969 di Loop, un locale che iniziò rapidamente ad attirare giovani artisti, designer e creativi di vario genere. In poco tempo, altri magazzini furono convertiti in negozi di prodotti americani importati, vestiti vintage, jeans, e dischi, trasformando completamente il volto del quartiere.

Dotonbori, Osaka

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Le mille luci di Dotonbori, Osaka

Museo di Storia di Osaka, alle origini della città

Situato vicino al lussureggiante Parco del Castello di Osaka e al Parco del Sito del Palazzo di Naniwa, il Museo di Storia di Osaka è stato inaugurato nel 2001 in un moderno edificio progettato da César Pelli e Nihon Sekkei. Distribuita su quattro piani, l’esposizione racconta la storia millenaria della città di Osaka, dall’antichità all’età moderna, fino ai giorni nostri, attraverso una ricca collezione di oltre 100mila oggetti, ricostruzioni a grandezza naturale e in miniatura, video e numerosi documenti originali. La visita inizia dal piano più alto, dedicato all’epoca dell’antico Palazzo di Naniwa, situato nell’area ora occupata dal museo, e si scende verso il basso. Ogni piano è riservato a un diverso periodo della storia di Osaka, coprendo in totale 1.350 anni.

Universal Studios Japan, divertimento per tutte le età

Universal Studios Japan (USJ) è stato il primo parco a tema del celebre marchio americano a essere aperto in Asia. Inaugurato nel 2001 nell’area della baia di Osaka, è stato ampliato nel corso degli anni ed è oggi uno dei parchi di divertimento più visitati del Giappone. Attualmente comprende dieci aree tematiche: Hollywood, New York, San Francisco, Jurassic Park, Waterworld, Amity Village, Universal Wonderland, Minion Park, Il Mondo della Magia di Harry Potter e Super Nintendo World.

Le numerose attrazioni spaziano dalle giostre per bambini ai roller coaster e simulatori basati su film popolari come i Minions, Shrek e Jurassic Park, inoltre ogni giorno vengono organizzati vari spettacoli, tra cui una sfilata notturna con carri illuminati. Proprio fuori dai cancelli del parco si trova Universal Citywalk Osaka, un centro commerciale con numerosi hotel, ristoranti e negozi di merchandise di Universal Studios e di souvenir di Osaka.

Abeno Harukas, il grattacielo che domina la skyline

Con i suoi 300 metri e 62 piani, l’Abeno Harukas è stato, dal suo completamento nel 2014 fino al 2023, il grattacielo più alto del Giappone. L’edificio sorge sopra la stazione Kintetsu Osaka Abenobashi e al suo interno ospita un grande magazzino, un museo d’arte e un hotel. I piani dal 58° al 60° sono occupati dall’Osservatorio Harukas 300.

Circondato da pannelli di vetro a tutta altezza, il 60° piano è una piattaforma di osservazione che offre una vista spettacolare a 360 gradi su Osaka, mentre il 58° piano presenta un atrio con una terrazza in legno, caffetteria, negozio di souvenir e servizi igienici con vista panoramica. Al 16° piano si possono visitare le mostre temporanee del Museo d’arte urbana Abeno Harukas oppure rilassarsi tra le piane del giardino pensile.

I primi 14 piani dell’edificio sono occupati dall’Abeno Harukas Kintetsu Department Store il più vasto grande magazzino del Giappone. Articolato in due edifici, la torre e l’ala, collegati da passaggi interni, si estende su 100mila metri quadrati di spazio commerciale, ospita molti marchi internazionali, oltre a numerosi negozi rivolti a una clientela giovane.

Osaka Aquarium Kaiyukan

Uno degli acquari più grandi al mondo, l’Osaka Aquarium Kaiyukan, ospita 15 grandi vasche che ricreano diversi ambienti marini, dal Mar del Giappone alle coste dell’Antartide, dalla Baia di Monterey al Mar di Tasmania. Una delle principali attrazioni è la vasca dell’Oceano Pacifico, al cui interno si possono vedere gli enormi squali balena, la specie acquatica più grande esistente, insieme ad altre specie interessanti, come lo squalo martello e lo sgombro giapponese. Molto popolare è anche la vasca della Grande Barriera Corallina, habitat di pesci esotici, coralli e delfini bianchi del Pacifico, mentre gli appassionati di meduse possono ammirare la magica bellezza di una delle collezioni più rinomate al mondo di questi affascinanti organismi marini.

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Il treno giapponese Maglev, tra i più veloci del mondo e senza conducente

I treni ad alta velocità possono rivoluzionare il mondo dei trasporti. Il Giappone ha realizzato un treno Maglev evoluto che ha effettuato il suo viaggio inaugurale il 16 ottobre 2024 nella città di Tsuru, superando i 500 chilometri orari. Secondo i piani, avrebbe dovuto collegare Tokyo con Nagoya nel 2027, ma le proteste ambientaliste e i costi elevati stanno rallentando il progetto che attualmente è stato rimandato al 2034.

Con questi risultati in un prossimo futuro il treno potrebbe competere con l’aereo, come hanno sottolineato i tecnici della CRRC: “Sappiamo che la velocità massima di un “bullet train” è di 350 km/h, mentre con l’aereo si sta tra gli 800 e i 900 orari. Con il Maglev contiamo di inserire un’ulteriore opzione di trasporto che consenta ai passeggeri la scelta che ritengono migliore”. 

Come funzionano i treni Maglev

I treni ad alta velocità maglev funzionano grazie a un sistema di levitazione magnetica che annulla l’effetto di attrito attraverso l’impiego di elettromagneti che gli permettono di fluttuare sopra i binari. Utilizza il principio di attrazione e repulsione tra due campi magnetici, per cui la repulsione permette di far levitare il treno di circa 10 centimetri sulle rotaie, mentre quest’ultimo subisce l’attrazione dei binari per non deragliare ma scivolare delicatamente.

Il treno francese TGV ha raggiunto e superato i 574 chilometri orari registrando un record, tuttavia la sperimentazione sui treni ad alta velocità è sempre attiva e gli esperimenti non finiscono mai di sorprendere. Varie compagnie del settore trasporti investono ingenti quantità di milioni per la ricerca ingegneristica in Europa e in Asia. Un biglietto per un treno Maglev costa circa 6,50 euro per una corsa singola o 10,40 euro per andata e ritorno. Per tratte lunghe ovviamente la spesa aumenta.

treno maglev

Fonte: Getty Images

Treno Maglev in Giappone

L’alta velocità senza conducente

Il primo treno ad alta velocità del mondo, soprannominato il treno a proiettile, è targato Shinkansen e risale al 1964 quando ci furono le Olimpiadi di Tokyo. Questo ha trasformato il trasporto ferroviario in Giappone, riducendo i tempi di viaggio tra varie città del paese. Quest’anno Shinkansen festeggia i suoi 60 anni con i suoi treni che raggiungono 300 km/h.

L’elettrotreno giapponese Shinkansen Serie LO ha raggiunto i 603 km/h, sfruttando sempre la tecnologia magnetica che permette di annullare l’attrito sui binari quasi completamente e viaggiare molto veloce. Se diventasse possibile superare i 600 km/h a bordo di un treno si potrebbe attraversare l’Europa in sole due ore, anche se ci dovrebbe essere una ferrovia a disposizione per collegare in linea retta la Sicilia alle Alpi al confine con l’Austria che attualmente non esiste.

Il muso aerodinamico e gli interni spaziosi dei treni a proiettile Shinkansen, sono ormai un simbolo dell’abilità ingegneristica giapponese e dell’attenzione ai dettagli. Si prevede che questi mezzi senza conducente potrebbero essere operativi dalla metà degli anni 2030.

Proteste ambientaliste e costi elevati

Il progetto del treno maglev ad alta velocità sta subendo forti ritardi per i costi che includono investimenti infrastrutturali per circa 46 miliardi di euro, anche se l’opera porterebbe a più collegamenti interni al posto dei voli attualmente operativi. L’impatto ambientale infatti sarebbe minore rispetto a quello degli aerei, ma gli ambientalisti sono comunque contrari per i numerosi tunnel che dovrebbero attraversare le montagne in un’area ricca di risorse idriche. L’alterazione dei corsi d’acqua preoccupa gli agricoltori e l’approvvigionamento idrico della regione.

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Halloween: tradizioni e celebrazioni dal mondo

Per molti è sinonimo di “dolcetto o scherzetto”, di zucche intagliate e di personaggi paurosi, ma Halloween è molto più di questo. È una delle festività più antiche del mondo, amata da adulti e bambini ed entrata di diritto tra le tradizioni imprescindibili dell’anno. Quando l’autunno trasforma i paesaggi con i suggestivi colori del foliage e il mese ti ottobre volge al termine, il mondo intero si prepara a celebrare la vita e la morte con un insieme di riti pagani e religiosi, in cui cultura e tradizione differenziano Halloween tra i vari Paesi.

Dall’Irlanda, luogo in cui è nata questa festività, all’America, che ne è diventata la massima esponente, toccando Messico, Cina e Giappone, partiamo per un viaggio alla scoperta delle più significative tradizioni legate ad Halloween in giro per il mondo.

Irlanda e Regno Unito, dove è nato Halloween

Sebbene i cittadini americani prendano molto sul serio questa festività, al punto tale da essersi immedesimati a pieno in tale tradizione, le origini di Halloween sono da ricercare in Irlanda e più precisamente nel Samhain, il capodanno celtico (chiamato anche “All Hallowtide“) festeggiato il primo giorno di novembre come termine del periodo del raccolto e l’inizio dell’inverno.

Con i secoli, all’antica festa celtico-pagana si sono aggiunte leggende e altre storie che hanno trasformato Halloween nella versione più moderna che conosciamo. Tra tutte c’è quella di “Jack o’ lantern”, il fabbro irlandese simbolo delle anime dannate che rivive in quelle zucche lavorate a mano che popolano le strade e i quartieri durante il mese di ottobre.

In Irlanda, e in generale anche nel Regno Unito, oggi per commemorare il culto celtico si accendono dei grandi falò, soprattutto nelle aree rurali, proprio per continuare in qualche modo la tradizione dei rituali pagani. Ma si tratta pur sempre di una festa, quindi ecco che fantasmi, streghe e altre creature del mondo si riuniscono per le strade e per i quartieri per l’ormai celebre “trick or treat”.

Immancabile, sulle tavole irlandesi, è il barmbrack, un dolce tipico di questo giorno al quale sono collegaste altre leggende e superstizioni. Infatti, i fornai inseriscono nell’impasto di questa torta tre elementi: un anello, un piccolo straccio e una moneta. Ad ogni fetta di barmbrack contenente uno di questi tre oggetti corrisponde una fortuna (o sfortuna): chi trova l’anello si sposerà o troverà la felicità, chi avrà lo straccio andrà incontro a un futuro finanziario incerto, mentre chi riceverà la moneta vivrà invece un anno prospero.

Decorazioni tipiche di Halloween in Irlanda

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Decorazioni tipiche di Halloween in Irlanda

America, dove la tradizione di Halloween si è radicata

A celebrare Halloween in grande stile ci pensano gli americani, al punto tale che spesso, erroneamente, si attribuiscono le origini di questa festività proprio all’America. Oltre all’iconico “trick or treat”, i quartieri e le strade delle città si abbigliano a festa: ci sono zucche intagliate, addobbi spaventosi, fantasmi e altri mostri che decorano finestre, ingressi e viali. E questa atmosfera un po’ spettrale è estremamente affascinante.

La tradizione delle zucche intagliate deriva proprio dall’usanza celtica degli irlandesi di ricreare volti spaventosi nelle rape, inserendovi delle candele, con l’intento di spaventare gli spiriti maligni durante la festa di Samhain. Si racconta che una volta emigrati in America, gli irlandesi non trovarono rape adatte per portare avanti questa tradizione, così iniziarono a utilizzare le zucche, molto più abbondanti, per creare le grottesche lanterne oggi divenute il simbolo di Halloween.

Zucche intagliate di Halloween in America

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Zucche di Halloween

Austria e Germania: Halloween tra simboli e tradizioni

Anche in Europa esistono alcune tradizioni davvero significative. In Austria, per esempio, durante la notte di Halloween le persone lasciano pane, frutta e acqua sul tavolo per i loro cari defunti con la credenza che questi gli facciano visita. In Germania, invece, la più antica tradizione vuole che si nascondano i coltelli presenti in casa per evitare che i defunti si feriscano. Ma non è tutto perché sulle porte delle case vengono disegnati con il gesso dei simboli per proteggere le abitazioni dagli spiriti maligni.

Italia e Francia, la Festa di Ognissanti

Nel Belpaese, negli ultimi decenni, Halloween è diventato un appuntamento fisso per il divertimento di bambini e adulti. La festività più commerciale e considerata “importata” dall’America, però, si differenzia da quella che ha tradizioni radicate nella religione cattolica e con origini ben lontane: la Festa di Ognissanti. Si celebra il 1° novembre per commemorare tutti i santi cattolici, mentre il 2 novembre si celebrano i morti. Tradizionalmente si lasciano crisantemi sulle tombe dei cari defunti e si partecipa a una messa in loro ricordo.

Anche la Francia ha tradizioni simili a quelle italiane, riservando uno spazio maggiore alla Toussaint, la festa di Ognissanti del 1° novembre. Anche qui si partecipa a funzioni religiose e si visitano i defunti nei cimiteri per deporre fiori sulle loro tombe.

Portogallo con il Dia das Bruxas

Restando in Europa, anche il Portogallo ha un proprio modo di celebrare Halloween: è il Dia das Bruxas, o Giorno delle Streghe, che ha molti aspetti tradizionali collegati alle origini della festività. Anche qui c’è l’usanza del “trick or treat” dei bambini tra le vie delle città e dei paesi, ma in cambio non ricevono caramelle, bensì pane, frutta o noci. Inoltre, i famigliari dei cari defunti si recano nei cimiteri per adornare le tombe con fiori e candele.

Cina e Giappone, dalle antiche tradizioni alla modernità

Anche la Cina ha il suo Halloween che prende il nome di Teng Chieh o Hungry Ghost Festival. Durante la notte del 31 ottobre, migliaia di lanterne illuminano il Paese intero: servono ad aiutare le anime dei morti a ritrovare la loro casa. Le origini della festività risalgono alla tradizione taoista che vuole guidare gli spiriti che camminano sulla terra.

Nel calendario cinese, il Teng Chieh si celebra nel 15° giorno del 7° mese lunare (chiamato “mese fantasma”). Durante il tramonto le persone distribuiscono incenso, acqua e cibo davanti alle immagini dei familiari defunti. Nella tradizione, questa usanza servirebbe a calmare i fantasmi che non hanno ancora ritrovato la via di casa dall’inizio del mese fantasma. Sarebbero proprio loro a infliggere punizioni o a elargire benedizioni ai loro parenti ancora in vita. Durante la stessa notte, si tiene anche una festa in cui le famiglie preparano un posto in più a tavola riservato a un caro defunto.

Hungry Ghost Festival: la festa di Halloween in Cina

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Teng Chieh o Hungry Ghost Festival, in Cina

In Giappone, invece, Halloween ha raggiunto popolarità solo negli ultimi decenni. Infatti, la prima volta che i giapponesi hanno conosciuto questa festa anglosassone è stata nel 2000, quando il parco divertimenti Disneyland di Tokyo ha organizzato un evento a tema. Con il passare dei decenni Halloween è divenuto sempre più popolare, soprattutto tra i più giovani, anche se con qualche differenza rispetto a come viene festeggiato nei Paesi occidentali.

Oltre al fatto che in Giappone non ci si cimenta nel “trick or treat”, anche i costumi sono diversi. Se tradizionalmente ci si abbiglia con vestiti spaventosi, qui l’attenzione è orientata verso i travestimenti cosplay. A fine ottobre sono numerose le sfilate nelle città giapponesi che riuniscono migliaia di persone che indossano qualsiasi tipo di costume, compresi quelli di personaggi di anime, manga e videogiochi, che non seguono il tema “horror” originario.

Messico, con il suo Día de Los Muertos

È una delle tradizioni più famose del mondo, il Día de Los Muertos del Messico. Una celebrazione messicana di origine precolombiana che festeggia la vita, la gioia e il colore, sebbene il suo nome tradotto sia “giorno dei morti”. Oggi come nel passato, questa festa affascina l’intera umanità: dal 31 ottobre al 2 novembre tutti i cittadini celebrano gli spiriti dei cari defunti con cortei, canti, balli e musiche tradizionali.

Dichiarato nel 2008 Patrimonio culturale immateriale UNESCO, il Día de Los Muertos è un tripudio di colori e usanze particolari. In questa occasione si ricordano gli aneddoti più divertenti dei defunti e si preparano decorazioni dalle ricche tonalità: fiori di calendula, altari con foto, oggetti e cibi preferiti da coloro che sono morti. Si preparano tradizionalmente il pan de muerto e i teschi di zucchero dai colori accesi. È proprio da questi che deriva il trucco tipico di questa festività, con decorazioni sul viso che ricordano, appunto, dei teschi e ricche corone di fiori colorati ad adornare il capo. Anche qui i bambini bussano ai vicini chiedendo un calaverita, un piccolo dono (caramelle, dolci o soldi), ma senza il famoso scherzetto nel caso in cui non ricevano nulla.

Halloween in messico: i teschi di zucchero tipici

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Teschi di zucchero tipici del Dia de los muertos, in Messico

Haiti e la tradizione della Fet Gede

Ci spostiamo nelle esotiche atmosfere di Haiti, dove l’1 e il 2 novembre si celebra la Fet Gede (Festa dei Morti), che ricorda il classico Halloween, ma arricchito da tradizioni culturali completamente diverse. In queste giornate, i praticanti haitiani di Voodoo rendono omaggio al padre degli spiriti defunti, ovvero al barone Samedi. Inoltre, ballano per le strade per comunicare con i defunti e si recano nei cimiteri dove offrono agli antenati del cibo proveniente dalla loro tavola.

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Il Giappone ha spiagge bellissime, ma bisogna rispettare alcune regole

Quando parliamo del Giappone, le spiagge non sono proprio la prima cosa che ci viene in mente. Eppure, con le sue 6852 isole e 29.750 chilometri di costa, di bellezze sabbiose o a ciottoli dove rilassarsi e prendere il sole ne ha davvero tantissime. In particolare, una delle mete che sta destando sempre più interesse come destinazione da spiaggia è l’isola di Okinawa che, oltre a offrire scenari perfetti per il relax, vanta anche un ricco patrimonio culturale, storico e naturale.

Se volete scoprire il Giappone anche attraverso le sue spiagge, però, ci sono alcune regole da tenere a mente. Un po’ tutti sappiamo che questo Paese ha idee e leggi ben precise quando si tratta dei comportamenti da avere nei luoghi pubblici e nuotare e andare in spiaggia non fanno eccezione. In più, sapevate che il nuoto è considerato una tra le 18 arti marziali? Esiste persino una federazione (la Japanese Swimming Federation) che lavora per preservare l’arte del “nuoto da combattimento” e che organizza competizioni per gli appassionati di ogni età. Come parte di questa tradizione, famosi artisti marziali sono stati addestrati durante le alluvioni per aumentare la loro capacità di nuoto.

Scopriamo insieme quali sono le regole da rispettare per comportarci da buoni turisti.

No alcool, no musica, niente tatuaggi

Le regole più ferree da rispettare quando si va in spiaggia in Giappone sono quelle riguardanti gli alcolici, la musica e i tatuaggi. Le spiagge della prefettura di Kanagawa a sud di Tokyo, come Enoshima e Zushi, sono popolari mete turistiche e, con l’aumento degli incidenti e dei problemi, al momento della riapertura delle spiagge dopo la pandemia è stato vietato bere, ascoltare musica ad alto volume e mostrare i tatuaggi.

La città di Zushi, in particolare, è considerata la più severa nei confronti di chi mostra tatuaggi anche se non hanno niente a che vedere con la yakuza, la mafia giapponese. Se la polizia nota che avete un tatuaggio in evidenza, raccoglierà i vostri dati personali e, in caso di lamentele, vi scatterà anche una foto. Per verificare se la spiaggia in cui volete andare ammette o no i tatuaggi, potete consultare il sito Tattoo Friendly Japan.

Nella zona di Kanagawa, comprese Kamakura ed Enoshima, è vietato sparare fuochi d’artificio sulle spiagge pubbliche di notte (dalle 22:00 alle 6:00). Sebbene i petardi siano accettabili – purché si pulisca dopo – i fuochi d’artificio sono proibiti. Per quanto riguarda i rifiuti, invece, salve rare eccezioni, non troverete contenitori per la spazzatura: dovrete quindi imballare per bene i vostri rifiuti e gettarli una volta tornati a casa o in hotel.

Spiaggia Okinawa

Fonte: iStock

Spiaggia di Aharen nell’isola di Tokashiki a Okinawa

Fare attenzione alle allerte meteorologiche

Tutti sanno che il Giappone è un paese soggetto a terremoti, mentre molti dimenticano il rischio di tsunami. Se siete in spiaggia e sentite una scossa molto forte, è necessario raggiungere il più in fretta possibile un luogo situato in una posizione più in alto. In questi casi potreste sentire anche un allarme e un annuncio (in giapponese), oltre che notare le bandiere di avvertimento rosse e bianche dell’Agenzia Meteorologica Giapponese.

Rispettare la stagione di apertura delle spiagge

La parola giapponese per l’apertura di una spiaggia è umi-biraki, che significa ‘inizio ufficiale della stagione balneare’. Questo viene celebrato con una cerimonia durante la quale gli organizzatori della spiaggia puliscono, riforniscono e organizzano le casette, installano reti per tenere fuori squali e meduse dalle aree di nuoto e testano anche l’acqua per assicurarsi che sia sicura per i bagnanti. In alcune spiagge sono gli stessi sacerdoti shintoisti a condurre la cerimonia.

La data esatta dell’umi-biraki dipende da dove si trova una spiaggia in Giappone: si comincia dalle aree meridionali per poi spostarsi verso il nord. A Okinawa, per esempio, le spiagge sono aperte già ad aprile. Prima dell’apertura ufficiale, in alcune spiagge è vietato nuotare, quindi consigliamo di visitare un ufficio del turismo locale o un centro visitatori per chiedere informazioni.

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Ha aperto il museo della Nintendo, per un viaggio nostalgico nel tempo

Annunciato nel 2021, ha finalmente aperto le sue porte l’attesissimo museo della Nintendo, un viaggio nostalgico nel tempo che parte proprio dove tutto ebbe inizio. La sede, infatti, si trova a Uji, nella periferia meridionale di Kyoto, in Giappone, dove nacque uno dei primi laboratori dell’azienda. Diviso in tre edifici, questi sono stati pensati per permettere al visitatore di ripercorrere la storia dei 135 anni dell’azienda attraverso l’esposizione di console rare, prototipi mai commercializzati, giochi ed esposizioni interattive.

Gli amanti della Nintendo troveranno tanti prodotti storici come le primissime carte da gioco, le hanafuda, tipiche carte giapponesi con disegni di fiori, oltre che workshop per realizzare le proprie carte personalizzate. L’azienda, infatti, prima ancora di dedicarsi alla produzione dei videogiochi, era diventata famosa per la produzione di carte da gioco. La svolta arriverà negli anni ’50 grazie a un accordo con la Disney.

All’interno del museo non mancheranno, ovviamente, i videogiochi che hanno fatto impazzire il mondo come Game Boy e Super Mario Bros.

Le sale del museo

Chi è cresciuto negli anni ’80 e ’90 amerà questo nuovo museo della Nintendo aperto in Giappone dove, oltre a passeggiare tra le sale ammirando estasiato i prodotti vintage dell’azienda, potrà partecipare alle esperienze interattive. All’entrata, infatti, ogni visitatore riceverà un pass con 10 monete digitali, grazie alle quali potrete giocare ai classici giochi Nintendo come Ultra Machine oppure, nella sezione Craft and Play, potrete divertirvi con il tradizionale gioco di carte Hanafuda. C’è anche una zona Big Controller, dove i giocatori potranno mettere alla prova le loro capacità con i giochi classici dell’azienda, ma proposti su controller di grandi dimensioni.

All’interno del museo non mancano un bar/ristorante e un negozio di souvenir che sta già facendo parlare molto di sé. A conquistare i fan che sono riusciti ad acquistare il biglietto, infatti, è stata soprattutto la linea di merchandising: dai cuscini giganti a forma di Nintendo 64 o Wii alle penne e ai portachiavi modellati su altre console Nintendo.

Tra chi è riuscito ad acquistarli, alcuni hanno deciso di rivenderli online a prezzi maggiorati. Per evitare questa situazione, Nintendo ha dichiarato che ogni cliente può acquistare solo uno dei quattro tipi di cuscini e un solo tipo di portachiavi del gioco o dei mazzi di carte Hanafuda.

Sala museo Nintendo

Fonte: GettyImages

La sala dedicata al tradizionale gioco di carte Hanafuda

Come acquistare i biglietti

Sembra tutto bellissimo, ma acquistare i biglietti non è per niente impresa facile. Non solo sono esauriti fino a gennaio 2025, ma seppur disponibili, non è detto che riusciate ad acquistarli. Nintendo ha trasformato in un gioco e in un’esperienza anche l’acquisto che funziona così: tre mesi prima della visita, se siete interessati dovrete registrarvi sul sito ufficiale dell’azienda e partecipare a un’estrazione. Vi verrà offerta la possibilità di selezionare tre date e gli orari preferiti, per il resto sarà la fortuna a decidere per voi.

I vincitori verranno annunciati due mesi prima della data prevista e i biglietti dovranno essere acquistati subito (a 3.300 yen, ovvero circa 20 euro). Sul sito ufficiale potete monitorare gli aggiornamenti relativi alle estrazioni, mostrati subito nella homepage.

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Le isole più pericolose al mondo

Per molte persone, i viaggi nelle isole rispecchiano un immaginario ben preciso: spiagge di sabbia morbida, acque cristalline turchesi e tanto divertimento. Tuttavia, alcune isole dall’aspetto idilliaco nascondono in realtà dei segreti che le rendono mortali per i visitatori. Animali poco simpatici, tribù non proprio socievoli e calamità naturali sono solo alcune delle ragioni per le quali è meglio stare alla larga dalle isole più pericolose al mondo di cui vi parleremo in questo articolo. Noi vi abbiamo avvisato!

L’isola di Miyakejima, Giappone

Quando passeggiamo su un’isola, l’ultima cosa che vogliamo è essere colpiti da frammenti di roccia. Questo (e non solo) è quello che può succedere ai turisti che si avventurano a Miyakejima, dove un accessorio immancabile da portare sempre con sé è una maschera antigas. L’isola, situata a 180 chilometri da Tokyo, ospita al suo interno il Monte Oyama, uno dei vulcani più attivi al mondo. Pensate che, negli anni 2000, oltre 17.000 terremoti svegliarono il vulcano che, espellendo fiumi di lava, gas e rocce, obbligò gli abitanti a lasciare l’isola per 5 anni. Oggi, incredibilmente, Miyakejima vive anche di turismo: l’isola attira sempre più visitatori conquistati dalla sua atmosfera post-apocalittica tra maschere antigas e sirene. Tuttavia i rischi nel visitarla sono alti, dai frammenti di rocce ai gas nocivi.

Ilha da Queimada, Brasile

Tra le isole più pericolose al mondo non poteva mancare Ilha da Queimada in Brasile, meglio conosciuta come ‘l’isola dei serpenti‘. Situata nell’Oceano Atlantico, a 40 chilometri da San Paolo, quest’isola ospita tra i 2.000 e i 4.000 serpenti velenosi su una superficie di poco più di 4.000 metri quadrati. La specie è la Bothrops insularis e, con il suo veleno, può uccidere un uomo in meno di un’ora. Considerato l’ovvio pericolo, Ilha da Queimada non può essere visitata da chiunque: il governo brasiliano controlla rigorosamente gli accessi all’isola (solo la marina militare e alcuni ricercatori possono approdarci) seppur non siano assenti i bracconieri che riescono a entrare per prendere i serpenti e rivenderli sul mercato nero.

Serpente isola pericolosa Brasile

Fonte: iStock

Serpente Bothrops Insularis, noto come la testa di lancia d’oro

Saba, Antille Olandesi

Saba Island, un piccolo paradiso tropicale dei Caraibi olandesi con un grande problema per chi sogna una vacanza di puro relax: gli uragani. A causa della sua posizione sulla rotta degli uragani, è colpita più violentemente e frequentemente di qualsiasi altra isola caraibica. Questa sfortuna è visibile a chiunque visiti l’isola: la parte est, infatti, è il classico paradiso tropicale, mentre quella ovest è desertica perché i forti venti distruggono qualsiasi cosa incontrino sul loro cammino. L’aeroporto, inoltre, è considerato, anche da piloti esperti, come uno dei più pericolosi al mondo perché possiede una sola pista lunga meno di 400 metri, situata sul ciglio di uno strapiombo.

Isole Farallon, Stati Uniti

La pericolosità di quest’isola, invece, deriva dall’uomo. Dal 1946 al 1970, infatti, la Atomic Energy Commission degli Stati Uniti decise di utilizzare queste piccole isole situate nel Golfo delle Farallones, al largo delle coste di San Francisco, come discarica dove gettare le scorie nucleari. Tuttavia anche la natura le ha rese poco accessibili: i marinai le definivano “i denti del diavolo” proprio a causa del loro profilo frastagliato e per le coste pericolose che non permettono di navigare in totale sicurezza. In generale, l’accesso a queste isole è limitato anche per preservare gli animali che ci vivono.

Isole Farallon

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Le frastagliate Isole Farallon

Isola di North Sentinel, India

Ed è sempre l’uomo che non permette l’accesso alla piccola isola di North Sentinel, situata nel Golfo del Bengala, in India. Qui è tassativamente vietato avvicinarsi, anche in barca, perché gli abitanti, i sentinelesi, una tribù isolata dal resto del mondo da oltre 50 mila anni, sono particolarmente violenti con i nuovi arrivati. La loro inospitalità è abbastanza famosa. C’è chi ha provato a entrare con l’intento di portare la fede cristiana sull’isola e chi invece, pescando, si è avvicinato troppo alle sue coste. Il risultato è stato fatale in entrambi i casi: sia il predicatore che i pescatori sono stati uccisi con archi e frecce.

Ramree, Myanmar

Dall’isola dei serpenti arriviamo a un’altra località divenuta famosa per un altro animale. Ramree in Myanmar è protagonista di una storia particolare che vede protagonisti inglesi, giapponesi e…coccodrilli! Situata al largo della costa birmana, è stata teatro di un massacro risalente al 1945 quando, durante la Seconda Guerra Mondiale, gli scontri tra le truppe britanniche e quelle nipponiche obbligarono quest’ultime a fuggire nella giungla dove, invece di trovare riparo, si ritrovarono a fronteggiare un altro pericolo. Le paludi, infatti, erano infestate dai coccodrilli e dei circa 1000 soldati, oltre 400 non fecero più ritorno perché divorati da questi rettili giganti. Seppur l’isola sia accessibile a chiunque, è caldamente sconsigliato!

Poveglia, Italia

Un’isola pericolosa è presente anche in Italia, intrisa di leggende e non accessibile ai visitatori curiosi a causa delle sue condizioni precarie. Stiamo parlando di Poveglia, situata nella laguna di Venezia, vicino all’isola del Lido. I turisti, però, non si avventurano non tanto per la pericolosità dell’isola in sé, ma per la sua fama: è considerata uno dei luoghi più infestati del mondo. Per secoli è stata un rifugio, un luogo di esilio, una sorta di prigione per malati terminali, un ospedale psichiatrico e un vero e proprio terreno di riposo per i defunti fino al suo totale abbandono. Con un passato del genere, le storie di fantasmi erano inevitabili! Tuttavia, nessuno degli esperti di tradizioni e folklore locale riconosce in Poveglia questo record di presenze inquietanti.

Poveglia isola pericolosa Italia

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Poveglia, l’isola abbandonata sulla laguna di Venezia

Isola di Kolyuchi, Russia

L’ex stazione meteorologica sovietica di Kolyuchin, un’isola disabitata situata nel circondario autonomo della Čukotka, l’estremo oriente russo, in prossimità dell’Alaska, è diventata la casa degli orsi polari. Secondo alcune teorie, questi mammiferi marini sono diventati i nuovi abitanti dell’isola per due motivi: da una parte perché in cerca di rifugio, dall’altra perché il ghiaccio resta vicino a queste coste e, insieme alle conseguenze provocate dal riscaldamento climatico, non permette agli orsi di utilizzarlo come zattera per spostarsi verso nord. Una situazione quasi surreale che fu immortalata dal fotografo naturalista Dmitry Kokh.

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Perché Tokyo è la meta da raggiungere questo inverno

Con l’approssimarsi dell’inverno, Tokyo si afferma come una delle destinazioni più interessanti da visitare, per diversi buoni motivi. Innanzitutto, a partire dal 3 dicembre, viaggiare dall’Italia verso la capitale del Giappone sarà più semplice grazie al nuovo volo diretto di All Nippon Airways (ANA), che collegherà Milano Malpensa con Tokyo Haneda, l’aeroporto metropolitano situato a soli 30 minuti dal centro città e perfettamente integrato con la rete di trasporti urbana.

Il volo, operato tre volte a settimana (martedì, giovedì e domenica) con un moderno Boeing 787-9 da 215 posti, atterrerà nella città giapponese la mattina presto, permettendo ai viaggiatori di sfruttare al massimo la giornata. Che si tratti di un viaggio d’affari o di piacere, i passeggeri avranno l’opportunità di proseguire facilmente il loro itinerario grazie alle numerose coincidenze offerte da ANA verso ben 38 destinazioni all’interno del Giappone, tra cui Osaka, Sapporo, Okinawa e Fukuoka, o di dirigersi verso altre mete nell’area Asia-Pacifico.

A bordo la filosofia di servizio “omotenashi”

A bordo, durante il volo, i viaggiatori potranno immergersi fin da subito nella cultura giapponese, grazie alla filosofia di servizio “omotenashi”, un’attenzione particolare per l’ospite e i suoi desideri, simbolo dell’ospitalità nipponica. Per i passeggeri di Business Class sarà disponibile il Wi-Fi gratuito, mentre chi vola in Premium Economy ed Economy Class potrà inviare messaggi di testo senza costi aggiuntivi fino a marzo 2025.

“Siamo onorati di annunciare il nostro primo volo non-stop dall’Italia al Giappone, una destinazione popolare per i viaggiatori italiani, sia leisure che business, che potranno scoprire la nostra filosofia di servizio unica e sperimentare la rinomata ospitalità giapponese fin dal momento dell’imbarco” – ha dichiarato Shinichi Inoue, President e Ceo di ANA. – “Milano è un’importante aggiunta al nostro network europeo in espansione e questo nuovo collegamento contribuirà anche a rafforzare i legami economici tra la Lombardia e il Giappone.”

Il capoluogo lombardo diventa così una nuova tappa fondamentale nel network europeo di ANA, che include già collegamenti con Londra, Francoforte, Bruxelles, Parigi e Monaco di Baviera.

Il nuovo sistema di esenzione dal visto

La notizia di questo volo diretto giunge in un momento in cui la popolarità del Giappone come destinazione turistica è più che mai in crescita. L’Italia si conferma come il quarto mercato europeo per numero di visitatori diretti in Giappone, con 152.400 arrivi nel 2023. Nei primi cinque mesi del 2024, già 81.100 italiani hanno scelto il Paese del Sol Levante, segnando un incremento del 65,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Oltre alla nuova rotta aerea, ci sono almeno altri due motivi per cui Tokyo è la meta ideale di un viaggio quest’inverno. Il primo è il significativo indebolimento dello yen, che ha raggiunto nel 2024 il suo livello più basso dal 1986, con 1 euro che equivale ora a circa 144,82 yen. Una svalutazione che rende il Giappone una destinazione quanto mai conveniente per i turisti internazionali.

Il secondo motivo è legato al rinnovo del meccanismo di esenzione dal visto, che il governo giapponese si appresta a introdurre per i viaggiatori provenienti da 71 Paesi, inclusa l’Italia. Il nuovo sistema, che dovrebbe semplificare l’ingresso nel Paese, richiederà ai turisti di fornire alcuni dati personali come la natura del viaggio e il luogo di soggiorno, rendendo ancora più agevole l’organizzazione del proprio viaggio.

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L’Amerigo Vespucci arriva in Giappone: il tour intorno al mondo della nave Made in Italy

L’Amerigo Vespucci, l’iconica nave scuola della Marina Militare italiana e simbolo del Made in Italy, farà tappa a Tokyo per la prima volta nei suoi 93 anni di storia: arriverà, infatti, nella capitale giapponese il 25 agosto, nel contesto di un tour mondiale avviato l’anno scorso, e vi rimarrà fino al 30 agosto.

Ad affiancare il leggendario veliero, sarà il “Villaggio Italia“, una mostra itinerante delle eccellenze italiane promossa per valorizzare l’arte, la cultura, la musica, il patrimonio enogastronomico, il cinema, la tecnologia e la ricerca scientifica del Belpaese. Tra i protagonisti figurano l’Italian Opera Academy del maestro Riccardo Muti, i musicisti dell’Accademia Teatro alla Scala, l’opera “David” dell’artista Jago, il cinema italiano in collaborazione con la Mostra del Cinema di Venezia, la Banda Musicale della Marina Militare, e i celebri vini rappresentati da Verona Fiere – Vinitaly, Regione Piemonte e Consorzio Piemonte Land of Wine.

La tappa giapponese dell’Amerigo Vespucci

Il tour del Vespucci e del Villaggio Italia toccherà 28 Paesi in cinque continenti, portando in giro per il mondo i valori e la bellezza del patrimonio italiano. Questo progetto ha avuto un forte impulso da parte del ministro della Difesa, Guido Crosetto, che sarà a Tokyo per presenziare all’inaugurazione del Villaggio il 26 agosto e per partecipare a una conferenza sulla “Blue and Space Economy” il 29 agosto, organizzata dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, dalla Marina Militare e dall’Aeronautica Militare.

Inoltre, il Villaggio Italia sarà il palcoscenico ideale per presentare le iniziative italiane in preparazione all’Expo 2025 di Osaka. Durante l’evento, l’ambasciatore Mario Vattani, commissario generale per l’Italia all’Expo, offrirà un’anteprima dei contenuti del Padiglione Italia.

Alla cerimonia di inaugurazione parteciperanno diverse personalità di spicco. Oltre al ministro della Difesa italiano Crosetto, interverranno il suo omologo giapponese Minoru Kihara e l’ambasciatore d’Italia in Giappone, Gianluigi Benedetti. Tra gli altri ospiti vi saranno Luca Andreoli, amministratore delegato di Difesa Servizi, la società del ministero della Difesa responsabile dell’iniziativa, e il capitano di vascello Giuseppe Lai, comandante dell’Amerigo Vespucci.

La cerimonia vedrà anche la presenza del viceministro delle Imprese e del Made in Italy Valentino Valentini, del sottosegretario di Stato alla Difesa Matteo Perego di Cremnago, dell’ammiraglio di squadra Enrico Credendino, capo di Stato Maggiore della Marina Militare, e di Matteo Zoppas, presidente di Ice – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane.

La conferenza stampa del Padiglione Italia

Giovedì 29 agosto, presso il Villaggio Italia, si svolgerà la conferenza stampa intitolata “Navigando verso Expo 2025 Osaka: bellezza ed eccellenza italiane dalla tradizione all’innovazione”. Durante l’evento, verranno presentati i dettagli sui contenuti del Padiglione Italia per Expo 2025, con la partecipazione di rappresentanti di alto profilo sia italiani che giapponesi, insieme a figure chiave delle principali istituzioni internazionali coinvolte nell’Esposizione Universale.

Tra i relatori principali figurano Mario Vattani, commissario generale per l’Italia all’Expo 2025 di Osaka; Hanako Jimi, ministro per l’Expo 2025 di Osaka; Valentino Valentini, viceministro delle Imprese e del Made in Italy; Dimitri Kerkentzes, segretario generale del Bureau International des Expositions (BIE); Hiroyuki Ishige, segretario generale dell’Associazione Giapponese per l’Expo; e Koji Haneda, commissario generale dell’Expo.

Uno straordinario tour di portata mondiale

Durante la sosta a Tokyo, sarà possibile visitare l’Amerigo Vespucci, mentre il Villaggio Italia offrirà una vasta gamma di iniziative, tra cui convegni, conferenze, concerti ed esposizioni artistiche.

Dopo Tokyo, il tour mondiale del veliero proseguirà con le seguenti tappe: Darwin, in Australia, dal 4 al 7 ottobre; Singapore, dal 24 al 28 ottobre; Mumbai, in India, dal 28 novembre al 2 dicembre; Doha, in Qatar, dal 18 al 21 dicembre; Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti, dal 23 al 26 dicembre; e infine Jeddah, in Arabia Saudita, dal 20 al 24 gennaio 2025.

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Anche il Giappone combatte l’overtourism, con tariffe doppie e altre iniziative

L’overtourism, che l’Organizzazione mondiale del turismo definisce come “l’impatto del turismo su una destinazione, o parti di essa, che influenza eccessivamente e in modo negativo la qualità della vita percepita dei cittadini e/o la qualità delle esperienze dei visitatori”, è un fenomeno che sta affliggendo diverse destinazioni del mondo che, contemporaneamente, mettono in atto delle strategie al fine di controllarlo. Ne è un esempio il Giappone, dove le iniziative per gestire il turismo di massa sono davvero moltissime.

Monte Fuji a numero chiuso e coperto da una barriera

Il Fuji, affascinante e iconico vulcano di ben 3776 metri di altezza situato sull’isola di Honshū, è diventato a numero chiuso. Il motivo è molto semplice e lineare: esistono turisti incivili che lo prendono d’assalto lasciando dietro di loro una grande quantità di rifiuti.

Per questo motivo, il governo della prefettura di Yamanashi ha scelto che a poter salire sulla vetta di questo stratovulcano patrimonio Unesco potranno esser non più di 4 mila scalatori al giorno, per un costo di 2000 yen, circa 13 euro. Ma non è tutto, perché a prendere provvedimenti nei confronti del Monte Fuji è stata anche la città di Fujikawaguchiko, dove sorge un piccolo parcheggio di un supermercato che ha la “fortuna” di godere di una vista splendida su questo capolavoro della natura.

Essendo estremamente invaso dai visitatori, l’amministrazione ha deciso  di costruire una barriera alta 2,5 metri e lunga ben 20 metri per coprire la vista del Monte Fuji.

Il Gion di Kyoto vuole limitare il numero dei turisti

Il Gion è uno dei quartieri più conosciuti e amati di Kyoto, al punto che ogni anno attira milioni di turisti per via della sua atmosfera tradizionale, i templi che lasciano senza fiato e per il fascino innegabile delle geiko e delle maiko che vivono e lavorano ancora oggi nella zona.

Parliamo perciò del quartiere delle geisha di Kyoto, che con kimono colorati attraversano spesso il ponte in legno di Tatsumi o frequentano i vari locali.

Attualmente, alcune strade private sono chiuse al pubblico perché proprio tra questi vicoli è successo qualcosa di estremamente terribile: alcuni turisti hanno molestato le geisha. Si sta quindi prendendo in considerazione anche l’idea di limitare i gruppi turistici e di attivare delle speciali linee di autobus per rendere più semplice la visita di questa bellissima città.

Aumento dei prezzi per l’ingresso in molte attrazioni turistiche (e non solo)

Il Giappone, oltre che per le sue innegabili bellezze, è molto amato dai turisti perché molte delle sue attrazioni hanno sempre avuto un costo d’ingresso piuttosto accessibile.

Tuttavia, ci sono situazioni come quella del castello di Himeji, una delle più antiche architetture del periodo Sengoku ancora intatte e anche il castello più visitato di tutto il Paese, dove l’aria che tira è del tutto opposta: si sta valutando di aumentare di sei volte il prezzo d’ingresso solo per i visitatori stranieri (28 euro contro i 6 di oggi)

Ma non è tutto, perché molti ristoranti e strutture alberghiere applicano già due tariffe, differenti per i connazionali e per tutti i viaggiatori che provengono da Paese stranieri.

Le limitazioni sui treni

Infine -ma solo per il momento, perché il Giappone sta valutando anche altre misure per mitigare il turismo come, per esempio, tasse aggiuntive, la promozione di destinazioni fuori dai sentieri battuti e il miglioramento delle infrastrutture -, si è deciso di escludere Nozomi e Mizuho Shinkansen, i treni più veloci, dal Japan Rail Pass.

Una scelta che deriva dal voler “spingere” i viaggiatori a usufruire di servizi leggermente più lenti, in modo da non affollare quelli maggiormente utilizzati dai pendolari. Ulteriori restrizioni sono in vigore anche sul trasporto dei bagagli, con limiti di grandezza delle valigie e costosi prezzi d’imbarco dei colli in eccesso.

Il Paese del Sol Levante, che sta accogliendo un numero record di visitatori, preoccupato per il fenomeno dell’overtourism che può portare al degrado ambientale, alla pressione sulle infrastrutture e a una qualità della vita ridotta, ha deciso perciò di introdurre (e alcune da valutare) diverse misure per gestire l’enorme flusso di visitatori, norme di cui occorre essere a conoscenza.