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Viaggio a Hurghada, paradiso tropicale del Mar Rosso

L’Egitto attira tantissimi viaggiatori con il suo magnetismo storico e con il fascino esercitato dai tesori della sua antica civiltà, tra piramidi e templi, al quale è impossibile resistere. Eppure, l’Egitto è la destinazione perfetta non solo per gli Indiana Jones del presente, ma anche per chi all’interesse storico unisce la voglia di relax e il desiderio di nuotare nel Mar Rosso, famoso per le sue acque cristalline e per la possibilità di praticare tante attività sportive. Una delle località più amate dove trovare tutto questo è Hurghada, un paradiso tropicale tra mare e deserto.

Un tempo tranquillo villaggio di pescatori, Hurghada è sbocciata negli ultimi anni diventando una popolare destinazione turistica e non è difficile capirne il perché. Offre sole tutto l’anno, spiagge bellissime, una barriera corallina da scoprire, una vivace vita notturna e ampie distese di sabbia che la separano dalle più affollate Il Cairo e Luxor. La città soddisfa ogni esigenza, da chi è alla ricerca di attività avventurose ed escursioni giornaliere a chi sogna di rilassarsi e godersi le sue meritate vacanze. Queste sono le cose migliori da fare e da vedere a Hurghada: arrivate fino alla fine dell’articolo per trovare anche i nostri consigli per organizzare il vostro viaggio.

Cosa fare a Hurghada

36 chilometri di spiagge che si estendono lungo tutto il tratto costiero fino al confine con il Sudan: Hurghada è una delle principali località turistiche dell’intero Egitto, tra meravigliose isole disabitate e insenature. Propone tante attività, molte delle quali sono dedicate alla scoperta del mondo sottomarino e agli sport acquatici come il windsurf, la vela e la pesca d’altura.

Esplora le bellezze del Mar Rosso

Le coste egiziane lungo il Mar Rosso sono il paradiso dei sub e non importa che siate principianti o subacquei esperti, vale la pena tuffarsi in acqua per unirsi ai pesci pagliaccio, farfalla, angelo e pappagallo. Hurghada, in particolare, è la meta perfetta per scoprire l’Egitto sottomarino grazie alla presenza di numerosi siti d’immersione, ideali per perlustrare anche le isole circostanti. Seppur la barriera corallina più vicina alla città sia considerata danneggiata a causa delle errate politiche passate, avventurandovi più al largo troverete l’eccezionale Parco Nazionale dell’Isola di Giftun.

Parte di una riserva marina protetta, offre immersioni fino a 100 metri di profondità tra la colorata foresta di coralli e la grande varietà di pesci. Raggiungibile in poco tempo con la barca, l’isola è un must per gli amanti dei fondali dove nuotano indisturbate tartarughe marine, razze, delfini e tanti coloratissimi pesci tropicali. Sull’isola si trova anche la splendida spiaggia di Mahmya, un piccolo angolo di paradiso dove godere del massimo del relax.

Se siete subacquei alle prime armi, invece, potete dirigervi verso la vicina isola di Gota Abu Ramada, nota come “l’acquario del Mar Rosso” per la moltitudine di esemplari marini che ci abitano. In quest’isola vengono organizzate anche immersioni notturne ed è considerata il luogo perfetto per gli appassionati di fotografia subacquea. Altre mete molto frequentate sono l’isola di Shadwan e Umm Qamar dove, oltre ad ammirare la fauna marina, vi ritroverete a nuotare tra i relitti come il Giannis D.

Rilassati sulle spiagge e nei beach club

Per quanto riguarda le spiagge, oltre alla già citata Al-Mahmya sull’isola di Giftun, le più note sono quella di Sahl Hasheesh, situata a una ventina di chilometri dalla città e caratterizzata non solo dalla presenza di diverse strutture di lusso, ma anche da un’attrazione sommersa molto amata: la Sunken City. Da questa spiaggia, infatti, potrete avventurarvi alla scoperta della replica del Tempio di Edfu, un’opportunità di divertimento subacqueo adatta anche ai bambini.

Per chi desidera praticare altre attività sportive oltre le immersioni, come kitesurfing, sci d’acqua e windsurf, la spiaggia da segnare è Mangroovy Beach, situata nella località di El Gouna. Questa spiaggia vanta sabbia fine e acque cristalline dalle tonalità turchesi. A 5 chilometri da qui si trova Zeytuna Beach, collocata su un isolotto e raggiungibile con una barca, mentre a 40 chilometri da Hurghada troverete la meravigliosa Sharn El Naga, nella località di Soma Bay, famosa per la sua spiaggia di sabbia bianca e per le rosse scogliere.

Agli amanti del puro relax e dei beach club, invece, consigliamo le due strutture migliori: Mahmya Beach Club, con lettini lussuosi, un giardino nel retro e serate all’insegna della musica e del divertimento, e il Playa Beach Club di El Gouna, per un’esperienza di relax davvero completa.

Spiaggia Hurghada

Fonte: 123RF

Spiaggia con ombrelloni in paglia a Hurghada

Avventura tra deserti e monasteri

Il mare, seppur tra i motivi principali per scegliere Hurghada come destinazione per le vostre vacanze, non è l’unico. Lasciandosi alle spalle le spiagge e il relax della costa, i viaggiatori più avventurosi potranno addentrarsi nel cuore del deserto egiziano, tra oasi e montagne, per un safari indimenticabile. Sono tante le escursioni proposte, da quelle in quad ai viaggi organizzati per visitare i villaggi beduini vicini: questa è un’occasione unica per scoprire le tradizioni e il modo di vivere di questa tribù, assaporando una cena tipica accompagnata da danze orientali e canzoni popolari. Assicuratevi di rimanere dopo il tramonto: il cielo limpido e incontaminato sopra le montagne lo rende il luogo ideale per osservare le stelle.

Oltre al deserto, nell’entroterra di Hurghada sono presenti anche dei monasteri copti, un gruppo etnoreligioso cristiano originario dell’Egitto. I monasteri principali da visitare sono quello di san Paolo, costruito nel V secolo e immerso tra le montagne settentrionali del Deserto Orientale, e quello di sant’Antonio. Quest’ultimo è considerato il più antico del mondo e risale al IV secolo. Per salire alla grotta dovrete percorrere 1804 gradini, ma non preoccupatevi perché lo sforzo verrà ripagato da una vista che vi lascerà senza fiato.

Escursione di un giorno a Luxor

Il comfort della spiaggia e dei lettini potrebbe dissuadervi, ma è quasi impossibile resistere alla tentazione di partecipare all’escursione di un giorno nella vicina Luxor, distante 4 ore di macchina. L’antica città di Tebe e la regione circostante ospitano molti monumenti storici, tra cui il Tempio di Karnak, la Valle dei Re e il Tempio di Hatshepsut. Se desiderate sfruttare al meglio il vostro tempo in città e vedere più siti possibili, optate per uno dei tour guidati giornalieri disponibili da Hurghada.

Il sito più visitato è sicuramente la Valle dei Re, luogo scelto per le sepolture dei sovrani del Nuovo Regno d’Egitto e che custodisce oltre 60 tombe dei faraoni, scavate direttamente nelle pareti rocciose, tra cui la più famosa, quella di Tutankhamon, scoperta nel 1922 da Howard Carter.

Tempio Luxor

Fonte: iStock

Il famoso tempio di Luxor

Shopping e vita notturna

Dopo tanto girovagare, i turisti che vogliono concedersi un giorno di riposo possono rimanere in città, soprattutto nella parte più antica nota come El Dahar, ricca di storia e tradizioni. Qui potete perdevi alla ricerca di un souvenir caratteristico tra i bazar e i mercatini di artigianato locale o lasciarvi coccolare dai sapori tipici egiziani regalandovi una cena in uno dei numerosi ristoranti situati lungo la Marina Boulevard.

A Hurghada non manca una vivace vita notturna quindi, dopo cena, meglio smaltire facendo quattro salti in discoteca, dove le più popolari si trovano nel quartiere moderno di Sekala. Per chi preferisce una serata più soft in compagnia di un ottimo drink e musica dal vivo, i migliori luoghi di intrattenimento si trovano per la maggior parte negli hotel locali.

Dove si trova e come arrivare a Hurghada

Hurghada è una città balneare capoluogo del Governatorato del Mar Rosso, con una costa che si estende per 40 chilometri. Dista 4 ore da Il Cairo (situata a nord di Hurghada) e 3 ore e mezza da Marsa Alam (situata a sud).

La città dispone di un proprio aeroporto internazionale: dall’Italia ci sono voli diretti da Roma e Milano gestiti dalla compagnia easyJet della durata di 4 ore, mentre le altre compagnie che volano in questo aeroporto sono EgyptAir, British Airways, Condor, Finnair, TUIfly e UTair Aviation. Se il vostro itinerario di viaggio prevede altre tappe, potete valutare di atterrare a Il Cairo o a Luxor (il collegamento diretto con l’Italia partirà da ottobre 2024) per poi affittare un’auto o affidarvi a un transfer privato che vi accompagni direttamente al vostro hotel di Hurghada.

Qual è il periodo migliore per andare a Hurghada?

Hurghada vanta un clima perfetto tutto l’anno ed è considerata la meta ideale per una vacanza in ogni stagione, soprattutto per evadere dal freddo degli inverni italiani. Anche in questo periodo, infatti, le temperature durante il giorno non scendono mai sotto i 23 gradi permettendo ai turisti di potersi godere la spiaggia e le bellezze sottomarine del Mar Rosso. Consigliamo di evitare i mesi da giugno ad agosto perché le temperature sono molto elevate e potrebbero compromettere il vostro soggiorno.

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Perchè visitare la biblioteca di Alessandria nei dintorni di Il Cairo

Gli appassionati di archeologia e del passato vogliono visitare l’Egitto almeno una volta nella vita e non posso che comprenderli profondamente: i viaggi in loco solitamente partono da Il Cairo, la città capitale, ma si espandono poi nei dintorni per visitare alcune delle meraviglie quali la Biblioteca di Alessandria.

Spostandosi da Il Cairo fino ad Alessandria da modo di raggiungere quello che è stato considerato per molto tempo un polo culturale senza eguali: basti pensare che proprio qui matematici, letterati e saggi svolgevano le proprie attività e grandi nomi della storia come quelli di Alessandro Magno (fondatore della città) e Cleopatra hanno padroneggiato. Da molti storici la località è stata definita un “faro del mondo antico” e ad oggi è ancora possibile visitare la biblioteca alexandrina, una delle meraviglie da non perdere nei dintorni di Il Cairo.

Visitare la biblioteca di Alessandria d’Egitto

Se hai la fortuna di aver organizzato un viaggio in Egitto lasciati incantare da un luogo che ha un passato meraviglioso, lascia che le piramidi ti conquistino ma spingiti fino ad Alessandria per scoprire la culla del sapere antico. Simbolo cult è sicuramente la biblioteca di Alessandria: il monumento principale della città dal fascino cosmopolita è ad oggi un luogo di studio. Ricostruito con uno stile moderno, vuole omaggiare quella che è stata l’antica biblioteca diventando un autentico capolavoro architettonico.

Il design è curatissimo: forma ellittica per omaggiare il sole che sorge, vuole simboleggiare a tutti gli effetti il tempio del sapere. Gli spazi, versatili e luminosi ti lasceranno senza fiato ma sono soprattutto i numerosissimi volumi scritti e le gallerie d’arte che ti faranno pensare di non aver mai visto una biblioteca così. Un collegamento forte tra il sapere del passato e quello attuale, aprendo le porte alla conoscenza di futuri innovatori pronti a cambiare le sorti del mondo.

Perché visitare la biblioteca di Alessandria?

Un viaggio attraverso il tempo che dà modo di scoprire quella che è stata la saggezza delle civiltà antiche che ancora oggi influenza la nostra quotidianità. Oltre a poter passeggiare tra volumi di pregio, il luogo è un simbolo di rinascita culturale a cui i local sono molto legati.

L’edificio attuale sorge in prossimità dell’antica biblioteca di Alessandria distrutta nel tempo. In passato, si dice ospitasse oltre 500.000 volumi: un numero incredibilmente ricco pensando all’epoca e per questo era meta di molti matematici, saggi e studiosi che la ritenevano il luogo ideale per apprendere il mondo. Fondata nel III secolo a.c. per volere di Tolomeo I Sotere, ha permesso di studiare nomi illustri come Euclide o Zenone. Il motivo della distruzione è da attribuire a più cause: prima la guerra civile tra Cesare e Pompeo, poi un incendio. Ma seppur sia stata distrutta parzialmente più volte, ha dato modo di far sorgere una nuova biblioteca che in un certo senso vuole continuare il fl rouge di quella più celebre.

Un connubio tra passato e presente: basti pensare che oggi è una biblioteca multimediale aggiornata considerata un punto di riferimento per il mondo arabo, e non solo. Un luogo leggendario che conquista i visitatori con un design futuristico. Il nuovo edificio, inaugurato nel 2002, è uno dei luoghi più importanti da visitare in città.

 

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Egitto mediterraneo: perché andare a Marsa Matruh

Marsa Matruh si trova sul tratto di costa mediterranea dell’Egitto ed è un vero e proprio paradiso per le sue spiagge dorate e acque cristalline, ma anche per le escursioni e visite guidate. Situata a circa 240 chilometri a ovest di Alessandria (e a circa 500 km a nord ovest del Cairo), questa è la destinazione ideale per i viaggiatori che cercano un’oasi capace di combinare mare spettacolare e visite di conoscenza e cultura. Valida alternativa al Mar Rosso, questa meta è molto gettonata dai turisti di tutto il mondo, anche per il prezzo competitivo e le soluzioni All Inclusive proposte dai diversi tour operator internazionali.

Un paradiso per gli amanti del mare

Il vero tesoro di Marsa Matruh è senza dubbio il suo mare cristallino con le spiagge idilliache, comode e per tutte le età. Non a caso Marsa Matruh è definita “le Maldive del Mediterraneo”. Chilometri di sabbia fine si susseguono lungo la costa, bagnate da acque turchesi che invitano a nuotare, fare snorkeling o semplicemente rilassarsi sotto il caldo sole della costa mediterranea d’Egitto. Parlando di spiagge e mare, tra le mete più rinomate troviamo Almaza Beach, nella Baia di Almaza (che in arabo significa “perla”), a quasi 40 chilometri dalla città di Marsa Matruh. Questa ampia insenatura sabbiosa che verso est si allunga per chilometri è una delle più belle spiagge della zona. Cleopatra Beach prende il nome dalla leggenda secondo la quale pare che Cleopatra abbia fatto tappa qui durante il suo viaggio in Egitto ed è famosa per la sua sabbia fine e bianca e per le acque turchesi da cartolina. Ancora, Rommel Beach offre una vista mozzafiato sul Mediterraneo e un’atmosfera tranquilla; mentre Agiba Beach è ideale per gli amanti della natura con le sue scogliere rocciose spettacolari che la caratterizzano.

Un tuffo nella storia

Oltre alle sue bellezze naturali, Marsa Matruh vanta anche una ricca storia che risale all’epoca tolemaica. La città era un importante porto commerciale e un centro culturale, come testimoniano i numerosi siti archeologici presenti nella zona. Tra i più interessanti troviamo la Fortezza di Qaitbay, costruita nel XV secolo e che offre una vista panoramica sulla città e sul mare; il Teatro Romano, un antico teatro risalente al II secolo d.C. ancora ben conservato; e la Necropoli di El Alamein, che ospita le tombe dei soldati italiani e alleati caduti durante la Seconda Guerra Mondiale. Proprio per questo patrimonio storico e culturale, Marsa Matruh è una meta di viaggio valida per chi desidera abbinare qualche visita e tour alla vita da spiaggia. Da vedere anche la bella moschea di Marsa Matrouh, di recente costruzione,  situata sul lungo mare (come tutte le moschee non è aperta ai non musulmani, ma piacevole da visitare dall’esterno specialmente alle ore della preghiera).

Escursioni

La località di mare di Marsa Matrouh è un ottimo punto di partenza per esplorare i dintorni. A soli 240 chilometri si trova la città di Alessandria, visitabile anche in giornata, celebre per la sua biblioteca antica, per il il Museo Greco-Romano e per il Faro di Alessandria, una delle sette meraviglie del mondo antico. A 300 chilometri si trova un’altra destinazione imperdibile: l’oasi di Siwa, con i suoi paesaggi desertici mozzafiato, le sorgenti termali e alcuni importanti siti archeologici. Oltre alla Cittadella di Siwa, si possono visitare le antiche tombe di Gebel al-Mawta,  la Montagna dei Morti, a un km circa dal centro di Siwa, è una collina di calcare, isolata e crivellata di tombe rupestri.

Info pratiche

La lingua ufficiale è l’arabo, ma l’inglese è abbastanza diffuso, soprattutto nelle zone turistiche. Ni villaggi turistici si parla anche italiano. La valuta locale è la libbra egiziana. Un’informazione che pochi hanno ma che potrebbe essere determinante nella scelta della destinazione è che l’ingresso in Egitto, oltre al passaporto con validità di 6 mesi dalla data di ingresso nel Paese, è consentito ai cittadini italiani anche con la carta di identità valida per l’espatrio (validità residua di almeno 6 mesi).

Come raggiungere Marsa Matruh

Il mezzo più comodo e comune per raggiungere Marsa Matruh è l’aereo.  Durante il periodo estivo, diverse compagnie aeree offrono voli diretti dalle principali città italiane a Marsa Matruh. La durata del volo è di circa 3-4 ore. Chi sceglie una formula All Inclusive in villaggio solitamente ha il volo diretto incluso. Una volta in loco, si può partecipare alle diverse escursioni con tour organizzati dalle agenzie, che includono anche i trasferimenti interni. Per viaggiare in autonomia, ci sono i taxi individuali o collettivi, ma è buona prassi organizzarsi per l’andata e il ritorno e contrattare sul prezzo (informandosi prima sulla tariffa più giusta da pagare per la tratta).

Quando andare

Il periodo migliore per visitare Marsa Matruh è da maggio a ottobre, quando il clima è caldo e soleggiato. Le temperature medie durante questi mesi oscillano tra i 25°C e i 35°C. L’estate (luglio e agosto) è il periodo più affollato e più costoso; quindi se si può, per vivere un’atmosfera più tranquilla a prezzi più contenuti, l’ideale è viaggiare in primavera (maggio-giugno) o in autunno (settembre-ottobre). A differenza delle destinazioni sul Mar Rosso, qui a nord, sul Mediterraneo, da dicembre a febbraio il clima è più fresco e piovoso. In questo periodo, alcune attività potrebbero essere non disponibili e i villaggi turistici essere addirittura chiusi.

Cucina locale

Anche se la maggior parte dei resort e villaggi propone cucina internazionale, il consiglio è quello di “osare” un po’ ed esplorare anche la cucina locale e tradizionale. Oltre al pesce freschissimo, Marsa Matruh offre anche infatti una vasta scelta di piatti tipici egiziani. Nei  ristoranti si può assaggiare il koshari, un piatto ricco e saporito a base di riso, pasta, lenticchie e cipolla fritta, oppure il falafel, deliziose polpette di ceci fritte servite con pane e salsa tahini. E per concludere il pasto in dolcezza, i dolci tradizionali egiziani sono  famosissimi, come il baklava con la sua sfoglia croccante e il ripieno di noci e miele, o il basbousa, un semolino morbido e profumato sciroppato con acqua di rose.

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Egitto, nuovo volo per Luxor, la destinazione più magica

Iniziate a preparare le valigie, dal 6 ottobre 2024 sarà possibile volare facilmente verso il più grande museo a cielo aperto del mondo. Egyptair, la compagnia di bandiera dell’Egitto, inaugurerà il primo volo diretto da Milano Malpensa a Luxor. Il volo opererà ogni domenica con partenza alle 17:50 da Milano e arrivo alle 23:05, ora locale, all’aeroporto internazionale di Luxor, porta d’accesso della mitica Valle dei Re.

Il nuovo volo tra Milano e Luxor

L’Egitto è una delle mete più amate dagli italiani desiderosi di immergersi negli antichi splendori di Tebe. Finora, però, l’unico modo per arrivarci era fare scalo a Il Cairo, mentre da ottobre, grazie all’ampliamento dell’offerta su Malpensa, atterrare direttamente a Luxor sarà facile e comodo. Gli aerei di Egyptair, infatti, garantiscono un viaggio all’insegna del comfort grazie ai diversi servizi offerti come la ristorazione gratuita, per la quale sono disponibili menù per tutte le esigenze, il sistema di intrattenimento con tanti contenuti multimediali e la possibilità di portare due bagagli in stiva, oltre al bagaglio a mano.

Cosa fare e vedere a Luxor

Andare a Luxor è un sogno che si avvera per molti appassionati di storia, ma non solo. Quali sono le attività imperdibili in quello che viene considerato uno dei luoghi più magici e misteriosi al mondo? Si parte sicuramente con la Valle dei Re, tra i siti archeologici più antichi e visitati. Qui, luogo scelto per le sepolture dei sovrani del Nuovo Regno d’Egitto, il tempo sembra essersi fermato. La Valle dei Re custodisce oltre 60 tombe dei faraoni, scavate direttamente nelle pareti rocciose, tra cui la più famosa, quella di Tutankhamon, scoperta nel 1922 da Howard Carter.

Imperdibile è il Tempio di Luxor, situato proprio nel centro della città. Ogni angolo del tempio rivela dettagli affascinanti, dai bassorilievi che narrano le vittorie dei faraoni alle iscrizioni che descrivono riti e celebrazioni. Il nostro consiglio è di visitarlo la sera, quando il viale delle sfingi viene illuminato dalle torce, regalandovi un momento davvero magico. A pochi chilometri da Luxor troverete il Tempio di Karnak, la più grande costruzione templare rimasta al mondo. Qui, una delle strutture più impressionanti è la Grande Sala Ipostila, situata all’interno del Recinto di Amon-Ra, mentre per farvi un’idea della sapienza ingegneristica del tempo, potete dare un’occhiata alle rampe di costruzione utilizzate durante il processo di edificazione.

Se invece volete ammirare i manufatti originali del periodo dell’antico Egitto, dovete recarvi al Museo di Luxor, dove sono esposte statue, ceramiche e gioielli, oltre che una notevole collezione di manufatti provenienti anche dalla tomba di Tutankhamon. Le cose da fare e da vedere a Luxor sono davvero tante!

Al vostro itinerario potete aggiungere anche la Valle delle Regine che, come dice il nome stesso, rappresenta il luogo di sepoltura riservato alle regine della 19ª e 20ª dinastia, insieme a diversi principi deceduti in età infantile; il tempio funerario di Hatshepsut, progettato per ospitare le spoglie della regina Hatshepsut; i colossi di Memnone, ossia due sculture gigantesche che affiancavano l’ingresso al tempio funerario di Amenofi III; il museo della mummificazione, di piccole dimensioni, ma interessante per approfondire questa antica pratica egizia.

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Cosa fare e cosa vedere a Menfi, in Egitto

Menfi è l’antica Capitale d’Egitto, una città che ancora oggi ci regala un enorme spaccato di storia di questa terra dai mille misteri, tanto che ci permette di comprenderne più a fondo le radici. Visitarla è come passeggiare in un eccezionale museo a cielo aperto, pieno di monumenti funerari, tombe rupestri e rovine di templi che lasciano davvero senza fiato. Scopriamo insieme cosa visitare in questa città che ha certamente una lunghissima storia da raccontare.

Menfi, informazioni utili

Menfi ha ricoperto il ruolo di Capitale di Aneb-Hetch, primo nome del Basso Egitto, e Capitale dell’Antico Regno dalla costituzione, intorno al 2700 a.C., fino alla sua dissoluzione nel 2200 a.C. Durante il Medio Regno diventò, invece, Capitale del I nomo (distretto) del Basso Egitto.

Solo da queste poche informazioni sulla sua storia si capisce che è stato un luogo dall’importanza straordinaria, e che nei fatti non è nemmeno difficile da raggiungere perché si trova a circa 19 chilometri di distanza dalla Capitale attuale dell’Egitto, Il Cairo, sulla sponda occidentale del Nilo.

Chiamata anche ‘la bilancia delle due terre’ per via della sua grande importanza per quanto riguarda il traffico commerciale nel delta del Nilo e per la sua posizione a metà tra l’Alto ed il Basso Egitto, secondo gli studiosi è stata anche la città più popolosa del mondo fino al 2250 a.C.

Cosa vedere a Menfi

Dobbiamo essere onesti: pur essendo ricca di luoghi di interesse, Menfi non è il sito meglio conservato del Paese. Ciò non toglie che proprio qui risiedano alcuni dei monumenti più preziosi d’Egitto, e per questo vale assolutamente la pena farci farci un salto. Ne è un esempio la Sfinge di Menfi, simbolo indiscusso dell’antica Capitale e risalente, molto probabilmente, al periodo che va dal 1700 al il 1400 a.C.

Sfinge di Menfi

Fonte: iStock

La Sfinge di Menfi, sontuosa opera in alabastro

Come molte opere che si trovano in Egitto, anche in questo caso non ci sono informazioni certe sul significato di questa sontuosa opera dell’uomo: non possiede iscrizioni per comprendere a quale faraone sia dedicata. Secondo alcuni studiosi, i tratti del suo volto rimanderebbero al faraone Amenhotep II o Hatshepsut, ma purtroppo non vi è alcuna certezza.

Ad essere privo di misteri è invece il fatto che questa costruzione rappresenta la più grande scultura in alabastro dell’antico Egitto: è lunga oltre 8 metri e alta 4 metri. Tali misure la rendono più piccola della Grande Sfinge che troneggia sulla necropoli di Giza, ma ciò non toglie che sia una delle maggiori sculture in alabastro arrivate fino ai giorni nostri.

Straordinario è anche il Colosso di Ramses II, un’enorme statua realizzata in pietra calcarea: raggiunge un’altezza di circa 10 metri e, pur non avendo più in parte una gamba e il piedistallo originale su cui era poggiata, è ancora in un ottimo stato di conservazione. Attualmente si trova ancora all’interno del museo all’aperto di Mit Rahina (lo stesso in cui riposa anche la Sfinge in alabastro), ma non appena possibile verrà spostato al Nuovo Museo Egizio di Giza.

Il Mit Rahina rappresenta la parte più moderna dell’insediamento dell’antica capitale d’Egitto, ma anche uno dei più grandi musei all’aperto di tutto il Paese. Oltre alla Sfinge e al Colosso di Ramses II, qui il visitatore può immergersi in un ambiente fatto di colossi rupestri che rappresentano il faraone Ramses II, tavolette con geroglifici, colonne decorate e molto altro ancora. Di particolare interesse sono grandi letti di pietra utilizzati per la mummificazione degli Apis, i tori sacri.

Infine le rovine del tempio di Hut-ka-Ptah, dedicato al culto di Ptah. In passato era uno dei templi più importanti di Menfi e di tutto il Regno ed era impreziosito anche dalla presenza di altri santuari dedicati alla moglie di Ptah, Sekhmet, e al figlio Nefertem.

Colosso di Ramses II

Fonte: Getty

L’incredibile Colosso di Ramses II

La piramide di Djoser e la necropoli di Saqqara

Un’escursione a Menfi è spesso abbinata alla visita di due altri incredibili luoghi di interesse: la piramide di Djoser e la necropoli di Saqqara.

Saqqara rappresenta il sito archeologico più vasto di tutto il Paese e storicamente uno dei più rilevanti: qui sono rappresentate tutte le principali dinastie faraoniche. Se Menfi fu infatti la capitale del Regno Antico, Saqqara fu la necropoli reale almeno fino alla III dinastia – quindi il luogo deputato al risposo delle spoglie dei sovrani – e continuò ad esserlo per circa 3000 anni dopo l’avvento di Giza e Tebe.

In sostanza, Saqqara è l’antico cimitero di Menfi e arriva a coprire un’area di 7 chilometri nel deserto occidentale al di sopra dell’area coltivata della valle del Nilo. I faraoni dell’antico regno sono stati inseriti all’interno delle 11 piramidi maggiori, mentre i loro sudditi sono stati sepolti nelle centinaia di tombe più piccole che si trovano sempre in questa zona. Particolarmente interessante è il Serapeum, ovvero la camera di sepoltura sotterranea dedicata al toro Apis.

Tra le piramidi più impressionanti c’è senza ombra di dubbio la piramide di Djoser, che è davvero unica nel suo genere perché è fatta a gradoni e perché è la più antica in Egitto: è stata eretta da Imhotep, il primo architetto riconosciuto della storia, per la sepoltura di Djoser, sovrano della III dinastia.

Costruita nel 2630 a.C., è lunga 140 metri, larga 118 metri e alta 60 metri, ed è caratterizzata dalla presenza di piccoli blocchi calcarei e di sei mastabe di dimensioni decrescenti, costruite una sull’altra. È bene sapere, tuttavia, che a differenza delle piramidi a Giza non è permesso visitare l’interno della piramide di Djoser.

Durante un viaggio in Egitto la città di Menfi viene spesso messa in secondo piano, ma la verità è che regala uno spaccato di storia davvero interessante e importante per chiunque voglia capire più a fondo le antiche (e affascinanti) origini di questo Paese.

Piramide di Djoser, Saqqara

Fonte: Getty

Il sito di Saqqara con la sua affascinante piramide di Djoser
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In Egitto rinasce la Cittadella del Cairo, ed è una meraviglia

L’Egitto ha annunciato di aver ampliato l’accesso alla Cittadella del Cairo, sito Patrimonio dell’Umanità, con una storia leggendaria che risale a quasi 850 anni fa. Parliamo di una delle principali attrazioni turistiche della capitale, nonché suo cuore medievale, che ha aperto al pubblico un’altra ala che ospita le due torri semicircolari dell’imponente fortezza.

Le torri storiche della cittadella aprono ai visitatori

Costruita tra il 1176 e il 1183, la Cittadella del Cairo o di Saladino è stata realizzata da Ṣalāḥ al-Dīn per proteggere la città dagli attacchi dei Crociati. La fortezza è stata così efficace come punto di difesa strategico che la sede del governo egiziano vi rimase fino al XIX secolo, cioè per quasi 700 anni. La sezione appena inaugurata è stata utilizzata fino a poco tempo fa come spazio per eventi privati e per ospitare caserme dell’esercito e della polizia. Comprende le torri Ramla, alta 20,8 metri, e Al-Haddad, una delle più grandi della Cittadella, costruite nei decenni successivi alla morte di Salah al-Din dai suoi successori.

Il ministro delle Antichità e del Turismo dell’Egitto, Ahmed Eissa, ha dichiarato in un comunicato che l’apertura delle torri, in seguito a un accurato restauro, insieme ad altre attrazioni inaugurate di recente, allungherà il tempo di visita alla Cittadella da un’ora a tre, contribuendo ad aumentare anche il numero di notti trascorse dai visitatori al Cairo. Mustafa Waziri, segretario generale del Consiglio Supremo delle Antichità, ha sottolineato che le due torri saranno aggiunte all’itinerario della cittadella e che i visitatori potranno accedervi con un unico biglietto d’ingresso. L’opera rappresenterebbe il primo tassello di un grande progetto per rilanciare la capitale come nuovo prodotto culturale, chiamato ‘Cairo City Break’, i cui dettagli saranno svelati nei prossimi mesi.

L’ampliamento dell’accesso alla Cittadella avviene mentre il Paese si prepara all’apertura del Grande Museo Egizio, a lungo rimandata, che dovrebbe essere inaugurato nel corso dell’anno e ospiterà 100.000 manufatti in 12 sale espositive, su un’area di 484.000 metri quadrati. Lo scorso autunno, l’Egitto ha dichiarato di voler raddoppiare il turismo nel Paese nei prossimi cinque anni, con l’obiettivo di raggiungere 30 milioni di visitatori entro il 2028. L’anno scorso ha raggiunto 14,91 milioni di turisti, l’obiettivo annunciato dal governo è di arrivare a 18 milioni per il 2024.

Cosa vedere nella Cittadella di Saladino

Costruita sulla collina di Mokattam, nell’attuale Cairo islamico, la Cittadella di Saladino è oggi una delle fortificazioni medievali più importanti e meglio conservate al mondo, diventata Patrimonio UNESCO dal 1976, anno in cui l’intero centro storico della capitale egiziana ha ottenuto questo riconoscimento.

Tra le attrazioni da vedere, Palazzo Gawhara, conosciuto anche come Palazzo dei Gioielli, edificio in stile ottomano dove è possibile visitare il trono di Muhammad ʿAli, ritenuto il padre fondatore dell’Egitto moderno, i mobili d’epoca e i costumi del sultano, di cui fu la residenza, che prende il nome dalla sua ultima moglie, Gawhara Hanem. Ci si imbatte, poi, nella Moschea di Muhammad Ali o Moschea di Alabastro, progettata sulla base della Nuova Moschea di Istanbul. Fu quindi costruita secondo il modello delle moschee ottomane, con pianta rettangolare coperta da una grande cupola centrale e circondata da diverse semicupole incorniciate da due minareti.

Da non perdere anche la Moschea del Sultano Hassan, con i suoi quasi 8.000 metri quadrati, una delle moschee più grandi del mondo e uno dei migliori esempi di architettura mamelucca del Cairo, e la Moschea di ibn Tulun, la più antica e la più grande della capitale egiziana, che conserva ancora gli elementi decorativi originali, circondata da un enorme cortile esterno che serve a tenere separato il tempio dal rumore della città.

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Il Canyon Colorato d’Egitto è un capolavoro

Dalle piramidi alla magia del deserto, passando per le località balneari più famose dove ci si può tuffare in un mare cristallino: l’Egitto è una rinomata meta turistica per gli europei (e non solo), viste le sue numerosissime attrazioni che ne fanno uno dei Paesi più visitati tutto l’anno. Accanto alle destinazioni più conosciute, tuttavia, ci sono alcune perle che spesso passano inosservate, e che invece meritano una visita. Scopriamo il Canyon Colorato d’Egitto.

Cos’è il Canyon Colorato, una vera magia

Tra le bellezze meno note d’Egitto c’è senza dubbio il Canyon Colorato, una stretta gola scavata tra le ripide pareti rocciose nella regione settentrionale del Monte Sinai. Si tratta di una formazione naturale, proprio come il più celebre Grand Canyon americano: in questo caso, però, il fiume che lo ha creato oggi non esiste più. Restano millenni di storia e di geologia che, dal fondo del canyon, ci regalano uno spettacolo emozionante: questa strettissima lingua di terra si intrufola tra le rocce della montagna, profonda mediamente una decina di metri (ma ci sono punti in cui le pareti raggiungono i 40 metri).

Il letto dell’antico fiume è il luogo ideale dove ammirare il passare del tempo: alzando lo sguardo lungo le pareti rocciose, si possono vedere strati di terra e di minerali che hanno dato vita a questo capolavoro naturale, e che formano giochi di colore davvero affascinanti, quasi ipnotici. Dal rosso dell’arenaria e dell’ossido di ferro al viola del manganese, passando per infinite sfumature di magenta, oro e giallo, sembra di essere in un mondo diverso. Ed è incredibile pensare che tutto ciò si è creato in centinaia di migliaia di anni, grazie all’impetuoso corso di un fiume ormai dimenticato che ha lasciato una traccia indelebile.

Come arrivare al Canyon Colorato

Il Canyon Colorato d’Egitto non è poi così difficile da raggiungere come potremmo immaginare: anzi, è la meta perfetta per chi è in vacanza a Sharm el-Sheikh e non vuole restare tutto il tempo a prendere il sole e a fare tuffi in acque cristalline. Ci vogliono circa un paio d’ore di viaggio in jeep per arrivare nei pressi della città di Nuweiba, alle porte del deserto, e da qui ci sono diverse escursioni possibili per ammirare il canyon, a seconda delle esigenze di ciascun viaggiatore. Il consiglio principale è quello di essere sempre accompagnati da una guida, per godersi davvero il panorama senza pensieri.

Il tour a piedi è facilmente accessibile a chiunque e richiede circa 4 ore di camminata, per percorrere il corridoio tra le rocce sia in un senso che nell’altro. In alternativa, è possibile organizzare un giro a dorso di cammello: si tratta di un’esperienza insolita e sicuramente molto suggestiva, che vi regalerà ricordi indimenticabili. Lungo il canyon ci sono dei luoghi appositi dove poter praticare l’arrampicata sportiva, un’ottima idea sia per chi è già esperto che per gli amanti delle nuove avventure, che si vogliono cimentare in qualcosa di diverso.

I periodi ideali per visitare il Canyon Colorato sono la primavera e l’autunno, quando le temperature sono più gradevoli e il sole non picchia troppo forte. Tuttavia, ci sono diverse aree riparate all’ombra dove è possibile fermarsi durante l’escursione, per rendere più facile il percorso.

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In Egitto c’è un tempio, spesso sottovalutato, da vedere

La piana di Giza, in Egitto, è il luogo più visitato del Paese. Qui ci sono le tre piramidi più famose del mondo: Cheope, Chefren e Micerino. Ma c’è anche la famosa Sfinge, il leone dalla testa umana. I turisti sono attratti da questi antichissimi monumenti e arrivano da ogni parte del Pianeta pur di visitarli.

C’è un altro edificio che viene spesso tralasciato e che, al contrario, merita assolutamente di essere visitato. Si tratta del Tempio della Valle di Chefren che si trova a qualche centinaio di metri di distanza dalla piramide.

Il Tempio della Valle di Chefren

Questo faraone, figlio di Cheope e padre di Micerino, appartenuto alla IV dinastia egizia e vissuto, quindi, 2500 anni prima di Cristo, volle superare la grandezza del padre e non si accontentò di farsi erigere una piramide (oggi riconoscibile per la punta più chiara), volle anche la costruzione della Sfinge a sua immagine e somiglianza a guardia della sua piramide e un tempio funerario a valle.

Il Tempio della Valle era rimasto sepolto sotto la sabbia del deserto per centinaia di anni e fu riportato alla luce grazie a una spedizione archeologica organizzata da studiosi egiziani, francesi e tedeschi. I lavori si protrassero a lungo agli inizi del Novecento.

Si è scoperto che c’erano due ingressi sul lato orientale, uno a destra in direzione Nord e l’altro a sinistra in direzione Sud. Quando il faraone fu mummificato e preparato per la sepoltura, tutte le cerimonie rituali si svolsero due volte, la prima a simboleggiare il suo dominio sul Basso Egitto e la seconda a ricordo del suo dominio sull’Alto Egitto.

A cosa serviva il tempio

Il tempio era stato costruito, infatti, proprio per la cerimonia di imbalsamazione. Nel laboratorio sacro che era stato ricavato all’interno del tempio veniva praticata la cerimonia di apertura della bocca al termine del lungo processo di imbalsamazione del faraone.

Durante questo rituale, i sacerdoti aprivano gli occhi e la bocca del re utilizzando strumenti d’oro, per permettere al ka (lo spirito) del faraone di uscire dalla salma e per garantirgli vita eterna.

Originariamente, era collegato al tempio funerario di Chefren tramite una rampa lunga 494 metri e misurava 45 metri per lato e 13 d’altezza interamente realizzato con blocchi di granito rosso di Assuan, privi di decorazioni a eccezione di alcune iscrizioni in caratteri geroglifici incise intorno ai varchi di accesso.

All’interno, c’era una grande sala a forma di “T” rovesciata, con 16 pilastri di granito rosso alti circa 4 metri che sorreggono le imponenti architravi. Dovevano creare uno spettacolare contrasto cromatico con le pareti di calcare rivestite con lastre di granito nero, oggi parzialmente scomparse, e con la pavimentazione fatta di alabastro. Nella sala, si trovavano in origine 23 statue del sovrano seduto, tutte in diorite verde del deserto nubiano, alabastro e grovacca.

Dal centro del tempio, dove avvenivano i rituali funebri, si accedeva ad altre camere, corridoi angusti, vestiboli, atrii e a ulteriori ambienti per contenere le barche solari che, per gli Egizi, erano imbarcazioni concepite per trasportare i faraoni defunti nell’Aldilà.

La scoperta che ha riscritto la storia

Si tratta dell’unico tempio a valle che si sia conservato e che è pervenuto fino ai giorni nostri in buono stato di conservazione, nonostante, come la maggior parte dei siti archeologici, fosse stato violato fin dall’antichità. I primi blocchi di pietra furono asportati già nell’antico Egitto e così fu nei secoli successivi, tanto che non soltanto il tempio ma la stessa piramide di Chefren non era neppure più riconoscibile.

Era l’inizio del 1800, quando l’esploratore padovano Giovanni Battista Belzoni notò un enorme ammasso di pietre. Dopo averle rimosse, trovò prima un cunicolo inaccessibile, scavato molto probabilmente dai tombaroli, e poi tre grandi blocchi che costituivano l’ingresso principale della piramide. All’interno, a futura memoria, Belzoni lasciò scritto a caratteri cubitali: “Scoperta da G. Belzoni. 2 marzo 1818”. Fu però l’egittologo britannico John Shae Perring a entrare nella piramide di Cheope nel 1837 e, quasi un secolo dopo, il team internazionale riuscì ad accedere anche al tempio.

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Una nuova pazzesca scoperta è avvenuta in Egitto

L’Egitto è una terra che nelle sue viscere nasconde tantissimi tesori che aspettano solo di essere ritrovati. Team di ricercatori provenienti da tutto il mondo sono costantemente al lavoro, in quasi ogni angolo del Paese, per riportare alla luce quel che rimane di un passato che racconta le nostre origini.

Da queste parti le scoperte sorprendenti sono quasi all’ordine del giorno, ma l’ultima che è avvenuta ha davvero lasciato tutti a bocca aperta.

Mummie con la lingua d’oro e molto altro

Ci troviamo nel sito archeologico di Al Bahnasa – che in italiano prende il nome di Ossirinco – particolarmente noto agli amanti della storia perché proprio qui, negli anni passati, è emersa una enorme collezione di documenti e testi papiracei di epoca greco-romana.

Siamo a circa 160 km a sud-ovest del Cairo, un luogo dove sta lavorando una missione archeologica spagnola dell’Università di Barcellona e dell’Istituto Vicino Oriente. Due team, guidati da Mayla Mascorro e da Esther Ponce Milado, che hanno riportato alla luce dei tesori che potremmo definire pazzeschi.

Come ha recentemente annunciato il Ministero egiziano per il turismo e le Antichità, dalle viscere della terra sono riaffiorate delle tombe – scolpite nella roccia e risalenti all’epoca tolemaica e romana – mummie, bare, maschere dipinte, statue in terracotta e molto altro ancora.

E il fatto sorprendete risale proprio al tipo di sepoltura che risulterebbe nuovo in zona: consistono in un buco scavato nella roccia naturale del terreno. In più, per la prima volta nella regione di Bahnasa, le statue in terracotta raffiorate raffigurano la dea Iside che indossa una ghirlanda floreale sormontata da una corona, il che indica che la regione ha ancora molti segreti e metodi di sepoltura risalenti ad epoche diverse da scoprire.

Un gran numero di mummie sono risultate avvolte in rotoli colorati e dotate maschere funebri dipinte. Ma non è finita qui, perché all’interno della bocca di due di esse si sono ben conservate una lingua d’oro e una nota filastrocca di epoca romana che veniva recitata o scritta per preservare i defunti.

Come è avvenuta la scoperta

Gamal Al-Samastawi, direttore generale dell’Archeologia dell’Egitto Centrale, ha fatto sapere che queste preziose tombe appena scoperte erano situate in un pozzo di pietra che termina con una porta chiusa da mattoni crudi.

Per entrare è stato necessario rimuovere dei mattoni per poi attraversare un grande cavità con all’interno bare vuote. I ricercatori hanno poi individuato un’ulteriore cavità dove sono state rinvenute mummie coperte di cartone colorato. Ben 23 le mummie fuori dalle bare, mentre quattro le bare antropomorfe. All’interno di una di esse riposavano due mummie e piccole bottiglie di profumo da donna.

Inoltre Hassan Amer, professore di archeologia dell’Università del Cairo e direttore degli scavi della missione, ha dichiarato che sono stati scoperti anche dei blocchi di pietra appartenenti a un edificio distrutto. Alcuni di essi – in realtà la maggior parte – erano ancora decorati con dipinti di piante, grappoli d’uva, branchi di animali, stormi di uccelli e cobra.

Come è possibile immaginare e come hanno anche affermato gli esperti, la missione proseguirà con l’obiettivo di trovare nuove sepolture e maggiori  evidenze, in modo da riuscire a comprendere più a fondo la natura di questo sepolcreto e anche delle nostre origini più antiche.

Scoperte mummie lingua d'oro

Fonte: Ministry of Tourism and Antiquities of Egypt

La lingua d’oro
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Non solo piramidi: cosa vedere nella Capitale d’Egitto, Il Cairo

Tutti conoscono Il Cairo, la grande Capitale d’Egitto, per le sue immense e misteriose Piramidi governate da una sinuosa Sfinge. Ma la verità è che in città ci sono molte altre cose da vedere. In questo articolo ve le racconteremo tutte.

Il Cairo, informazioni utili

Al Cairo si viene accolti dai clacson, dal rumore assordante delle milioni di persone che la abitano e dal caos, quello vero, quasi insopportabile. Ci si arriva soprattutto per andare a vedere le Piramidi di Giza, ma in realtà questa megalopoli è anche un enorme concentrato di storia e cultura.

Suddivisa in parte Orientale, quella antica, e zona Occidentale con strutture moderne, a Ovest ospita il deserto e la famosissima Necropoli di Giza, unica Meraviglia del mondo Antico ancora in piedi tanto da essere stata dichiara Patrimonio Unesco nel 1979. Ma cosa c’è da visitare oltre a quanto appena detto?

Cosa vedere presso Il Cairo città

Il Cairo è una città che permette di immergersi completamente nella storia dell’Egitto. Uno dei luoghi in cui si può comprendere a fondo le sue origini è la Cittadella di Saladino, antica residenza dei Governatori. Si tratta di una vera e propria fortificazione eretta intorno al 1176-1183 e sede del potere per 700 anni.

È stata costruita sulla cima di una collina che si trasforma anche in una sorta di terrazza panoramica su tutta la città. Parliamo perciò di una spettacolare costruzione militare impreziosita da grandi mura e torri difensive, una sorta di città nella città che, in tempi molto lontani, era abitata da diecimila persone. Al suo interno, inoltre, si possono ammirare alcuni siti interessanti come il Palazzo Gawhara, il museo militare e il museo delle carrozze, oltre a diverse (e bellissime) moschee come la Moschea del Sultano Hassan, la Moschea di Al Rifa’i e la Moschea di Ibn Tulun.

Cittadella di Saladino, Il Cairo

Fonte: iStock

Veduta della Cittadella di Saladino

La più incredibile, però, è la Moschea di Muhammad Ali, conosciuta anche con il nome di moschea di Alabastro perché i suoi interni ed esterni sono ricoperti di questo materiale. Entrarvi vuol dire ritrovarsi al cospetto di stupendi mosaici e tappeti splendidamente decorati. Affascinante è anche il suo cortile in cui osservare un orologio che Luigi Filippo I donò all’Egitto, in cambio dell’obelisco che oggi svetta fiero nei cieli di Parigi.

Passeggiando per la città è pressoché impossibile non notare la Torre del Cairo, costruita fra il 1961 e il 1965. Sorge sull’isola di Gezira che galleggia nel bel mezzo del fiume Nilo. Un angolo della Capitale da non sottovalutare perché questa imponente costruzione è ritenuta il secondo monumento più importante d’Egitto, dopo le Piramidi di Giza.

I visitatori possono salirla tutta grazie all’uso di un ascensore che conduce in un ristorante che, a sua volta, si affaccia su una terrazza rotante che regala il migliore panorama della città.

C’è poi la Moschea di Al-Azhar che è una delle più antiche e prestigiose istituzioni educative islamiche del mondo. Uno straordinario esempio di architettura islamica e che dopo il tramonto, per via dell’ausilio della luce artificiale, si rivela una delle migliori attività notturne di tutta la città.

Molto bella (e imponente) è anche la Moschea del Sultano Hassan che è la più grande dell’Islam. Possiede un cortile pavimentato interamente da mosaici e presenta degli interni molto sfarzosi.

Nel quartiere di Maadi, a sud del Cairo, vale la pena fare un salto presso la Chiesa di Hanging o della Santa Maria Vergine del Cairo. La sua particolarità è che sorge sulla cima della Fortezza romana di Babilonia, e per questo viene anche chiamata la “chiesa sospesa”.

Piazza Tahrir è invece la più importante della Capitale e oggi regala uno degli scorci più belli della città. Molto interessante è anche il Palazzo Abdeen, l’ufficio principale del Presidente d’Egitto. Costruito in stile neoclassico, ospita il Museo d’Argento, delle Armi, dei Regali Presidenziali, dei Documenti storici.

Poi ancora la Sinagoga Ben Ezra dove furono rinvenuti tantissimi manoscritti ebraici risalenti all’XI e al XII secolo, che rappresentano il più importante archivio storico riguardante le transazioni della comunità ebraica. Oggi non è più un luogo di culto, ma ciò non toglie che sia una delle più importanti testimonianze della storia degli ebrei in Egitto.

Da non perdere è una passeggiata nel quartiere di Zamalek, sull’Isola del Nilo. Qui sembrerà di essere in un’altro posto perché il caos cittadino sarà solo un brutto ricordo. Ampi viali, parchi lussureggianti, edifici eleganti e ambasciate, fanno spazio a gallerie d’arte, caffè chic e ristoranti alla moda.

Chi vuole fare shopping, invece, deve dirigersi presso il bazar di Khan El Khalili, il più popolare del Paese. Da queste parti ci sono più di 900 bancarelle che vendono di tutto. Per ultimo, ma non per importanza, la Porta di Bab Zuwayla che è un capolavoro dell’architettura mamelucca.

Moschea del Sultano Hassan, Il Cairo

Fonte: iStock

La bellissima Moschea del Sultano Hassan

I musei cittadini

Un’altra cosa da non perdere al Cairo sono i suoi musei cittadini. Primo tra tutti il famosissimo Museo Egizio che è in assoluto il più completo di tutto il Paese: ci sono tantissimi reperti storici dell’antica civiltà, oltre 150.000 oggetti tra tavolette con incisioni, statuette, maschere, bassorilievi, suppellettili e molto altro ancora.

Ma l’attrazione più importante è senza ombra di dubbio la sala di Tutankhamon in cui ammirare il tesoro ritrovato all’interno della sua tomba.

Assai interessante è anche il Museo nazionale della Civiltà egiziana che mostra una collezione di 50.000 manufatti che raccontano le varie fasi dello sviluppo della civiltà egizia. In più, è qui che prende vita la Sala delle Mummie che contiene ben 22 mummie di 18 faraoni e quattro regine (dalla diciassettesima alla ventesima dinastia). Le più importanti sono la mummia del re Seqnen Ra, del re Tuthmosis III, della regina Hatshepsut, del re Ramses II e del re Ramses III.

Poi ancora il Museo del Sultano Qalawun Sultan che è stato istituito all’interno di una struttura che da sola vale il viaggio. Qui si può ammirare una grande varietà di manufatti che vanno dalla prima epoca islamica al periodo mamelucco, insieme alla moschea e il mausoleo del sultano.

Oltre alle Piramidi e alla Sfinge, la città del Cairo ha davvero molto da offrire ai suoi visitatori.