Categorie
Green Pass Notizie Viaggi

Green Pass per viaggiare fino al 2023, arriva un altro sì

Ve lo avevamo accennato a marzo: il Consiglio dell’Unione europea (Ue) ha prorogato la validità del Green Pass fino all’estate del 2023. Un’approvazione arrivata in seguito alla proposta lanciata a febbraio dalla Commissione europea. Quella che mancava, fino a questo momento, era l’accettazione da parte del Parlamento Europeo – arrivata il 4 maggio – anche se, per far sì che diventi una regola definitiva, è ancora necessario un accordo con il Consiglio Ue, ossia con i governi.

Green Pass per i viaggio fino a giugno 2023

I negoziati per far entrare in vigore questa norma prenderanno il via subito. Il tutto con lo scopo che le regole siano valide prima della scadenza attuale, prevista per il 30 giugno di quest’anno.

Il testo è stato promosso con 432 voti favorevoli, 130 contrari e 23 astenuti nella sezione dedicata ai cittadini dell’Ue e con 441 sì, 132 no e 20 astenuti per quella sui cittadini di Paesi terzi.

La decisione è stata presa, come sottolinea il Parlamento europeo, “per assicurare che i cittadini dell’Unione possano beneficiare del diritto alla libera circolazione indipendentemente dall’evoluzione della pandemia“. In sostanza, nel caso in cui la situazione dovesse peggiorare, gli Stati membri dovranno assicurare ai cittadini europei possessori di Green Pass di potersi muovere liberamente all’interno dell’Ue.

Qualora invece le restrizioni risultassero necessarie: “Dovrebbero essere limitate e proporzionate in base agli ultimi consigli scientifici del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie e del comitato per la sicurezza sanitaria Ue“.

Le modifiche approvate, inoltre, consentiranno ai Paesi Ue anche di rilasciare certificati relativi anche a nuovi tipi di test antigienici.

Cosa significa questa proroga

Va precisato, tuttavia, che la proroga della validità del certificato digitale Covid Ue sarà solo “teorica” Ciò vuol dire che non avrà alcun impatto sulle decisioni degli Stati membri, ognuno dei quali resta sovrano in materia sanitaria.

Anche attualmente, infatti, le regole cambiano a seconda dei Paesi di destinazione. Oggi il Green Pass che accerta la vaccinazione, la guarigione o il tampone negativo (antigenico/molecolare) continua a essere necessario per l’ingresso in alcuni Paesi dell’Ue (tra cui Germania, Francia, Austria, Spagna, Portogallo), compresa l’Italia dove il 28 aprile il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato un’ordinanza che proroga al 31 maggio le attuali misure per gli arrivi dall’estero (per maggiori approfondimenti potete cliccare qui), mentre come sappiamo il Green Pass per accedere alle attività al chiuso è stato quasi del tutto sospeso.

La maggior parte dei restanti Paesi Ue tra cui Danimarca, Norvegia, Svezia, Irlanda, Croazia, Slovenia, Grecia, Paesi Bassi, Repubblica Ceca, Slovacchia, Romania, Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania, Islanda, Svizzera, Lussemburgo, non richiedono il Green Pass ai viaggiatori per varcare i loro confini.

Per questo motivo, i deputati di Strasburgo chiedono che il periodo di applicazione del certificato sia il più breve possibile e domandano alla Commissione di valutare, dopo sei mesi dalla proroga annuale attualmente prevista, l’utilità e la conformità del certificato e la sua revoca non appena la situazione epidemiologica lo permetterà.

Una decisione che ha suscitato già qualche polemica tra la politica italiana. Tuttavia, la pandemia non è ancora terminata ed è necessario mantenere alta l’attenzione, soprattutto quando finirà l’estate e potrebbe presentarsi – sperando ovviamente che non accada – un’ulteriore ondata di Covid-19.

Categorie
Green Pass Notizie Viaggi

I Paesi in cui non serve il Green Pass per viaggiare

Con la Pasqua che si avvicina, o comunque con l’estate alle porte, la voglia di viaggiare cresce sempre di più. Tanti sono i Paesi che allentano le regole, come molti altri sono quelli che, finalmente, si accingono a riaprire le frontiere dopo mesi di chiusure. Ma in tutta quest’aria di cambiamento, e nonostante il numero dei contagi, c’è persino chi decide di cambiare completamente le carte in tavola eliminando il Green Pass, il tampone, e qualsiasi restrizione dovuta al Covid.

Cuba, stop al test e al Green Pass

Caraibica, colorata, ricca di cultura, meraviglie e allegria è Cuba. La buona notizia è che recentemente il governo dell’isola ha modificato i requisiti di ingresso eliminando l’obbligo di test Pcr e di certificato vaccinale completo per viaggiarci. Una decisione maturata a seguito dell’evoluzione della situazione epidemiologica internazionale e nazionale del Covid-19 e dei livelli di immunizzazione raggiunti.

Quel che dovete sapere, però, è che tamponi di controllo continueranno a essere eseguiti in modo casuale all’arrivo a Cuba, tenendo conto del numero di voli, dell’ingresso delle navi e del rischio epidemiologico rappresentato dal Paese di origine. Questi test saranno gratuiti e se positivi si procederà secondo i protocolli approvati nel Paese per il controllo clinico-epidemiologico del Covid-19.

Polonia, stop a tutte le misure restrittive

Anche la vicina Polonia, a partire dal 28 marzo, ha messo fine alle restrizioni: niente più limitazioni all’ingresso nel Paese. Inoltre, non vige più l’obbligo di indossare mascherine al chiuso, così come non ci sono restrizioni che riguardano la capacità massima di riempimento delle infrastrutture turistiche e culturali.

Ad aumentare, invece, sono i collegamenti aerei con l’Italia.

Aruba accoglie liberamente i viaggiatori

La paradisiaca Aruba, l’isola famosa nel mondo per il maggior numero di giorni di sole di tutti i Caraibi, ha eliminato completamente le restrizioni all’ingresso.

In sostanza, a partire dal 19 marzo, è stato rimosso l’obbligo di tampone e di vaccinazione per gli arrivi.

Restano in vigore gli altri requisiti di ingresso indicati sul sito ufficiale dell’isola, come la compilazione di un modulo di localizzazione e l’acquisto di un’assicurazione sanitaria che copra anche eventuali spese legate al Covid.

Repubblica Ceca, stop a tutte le restrizioni

Non è da meno la Repubblica Ceca. Il Paese dell’Europa Centrale ha, infatti, cancellato tutte le restrizioni per i cittadini dell’Unione Europea. Con lo smantellamento dei divieti, non c’è bisogno né di compilare alcun formulario, né di esibire qualsiasi tipo di certificazione Covid.

Per viaggiare, in sostanza, basta essere muniti di un documento di viaggio valido (carta d’identità/passaporto).

Mauritius, addio al tampone all’ingresso

La pittoresca e irresistibile Repubblica di Mauritius, dal giorno 12 marzo 2022, ha eliminato l’obbligo per tutti i viaggiatori di presentare un test Pcr negativo prima dell’arrivo sull’Isola.

Del resto, la richiesta da parte dei turisti e dei viaggiatori d’affari è aumentata in seguito alla riapertura delle frontiere ai viaggi internazionali a partire dallo scorso ottobre, la quale ha coinciso con l’allentamento delle restrizioni di viaggio in molti dei mercati chiave di Mauritius.

Anche le Maldive aboliscono il test Covid

Buone notizie anche per chi sogna le Maldive. In questo arcipelago fiabesco, infatti, a partire dal 13 marzo non è più necessario presentare il risultato negativo di tampone molecolare per entrare e non si deve fare alcuna quarantena, indipendentemente dallo stato vaccinale.

Non è più obbligatorio indossare la mascherina se si viaggia in un’area dal tasso di positività inferiore al 20%, anche se continuano alcune misure di contenimento come i test alle persone che presentano sintomi e l’isolamento nel caso di positività o di contatti diretti con positivi.

L’Arabia Saudita ha aperto tutto

Considerata la meta del futuro, l’Arabia Saudita è un altro di quei Paesi che ha aperto praticamente tutto. Ciò vuol dire che per viaggiarci non è più necessario essere in possesso di Green Pass da vaccinazione o guarigione e nemmeno del risultato negativo di un tampone.

Il Regno mediorientale ha spalancato le porte ai viaggiatori di tutto il mondo rimuovendo qualsiasi norma anti-Covid. Sono revocate, inoltre, le misure di distanziamento sociale in tutto il Paese, compresa la Mecca e Medina; mentre è ancora in vigore l’obbligo di indossare la mascherina nei luoghi pubblici al chiuso.

Entrata libera anche in Giordania

Non serve il Green Pass per viaggiare nemmeno in Giordania: a partire dal 1° marzo 2022, chi si reca in questo eccezionale Paese non deve più fare un test Pcr prima della partenza dall’Italia né deve sottoporsi a un altro test molecolare all’arrivo via aerea, terra o marittima.

Rimane obbligatorio registrarsi su questa piattaforma per ricevere il codice Qr per l’ingresso nel Paese, negli hotel, ristoranti e aree pubbliche. Fondamentale, inoltre, compilare e consegnare al banco del check-in un formulario reperibile al seguente link.

Mentre chi entra attraverso i punti di frontiera terrestri deve registrarsi su questo portale.

Cosa fare al rientro in Italia

Prima di organizzare un viaggio è bene sapere che anche se il Green Pass non è obbligatorio per viaggiare verso questi Paesi, rimane comunque un requisito fondamentale per rientrare in Italia. Per questo abbiamo deciso di spiegarvi nel dettaglio quali regole seguire per fare ingresso dall’estero nel nostro Paese.

Fino al 30 aprile del 2022 (ma con possibilità di proroga) per rientrare in Italia dall’estero è, innanzi tutto, necessario compilare e presentare al vettore, al momento dell’imbarco, e a chiunque sia deputato a effettuare i controlli, il formulario digitale di localizzazione del passeggero (digital Passenger Locator Form o dPLF – se avete bisogno di sapere come compilarlo cliccate qui).

Un passaggio fondamentale poiché, in caso di mancata compilazione del dPLF, il vettore potrebbe rifiutare l’imbarco.

Inoltre, è obbligatorio presentare una delle seguenti certificazioni:

  • Green Pass, o certificato equivalente, da vaccinazione completa con vaccino autorizzato dall’EMA, effettuata da meno di 9 mesi;
  • Green Pass, o certificato equivalente, da vaccinazione completa con vaccino autorizzato dall’EMA e dose di richiamo;
  • Green Pass, o certificato equivalente, da guarigione da Covid-19 ottenuto da meno di 6 mesi;
  • Green Pass o risultato negativo di un test molecolare condotto con tampone 72 ore prima dell’ingresso in Italia, o test antigenico effettuato con tampone 48 ore prima del viaggio di ritorno.

In caso di mancata presentazione di una delle certificazioni di cui si deve essere in possesso, l’ingresso in Italia è consentito ma con obbligo di quarantena presso l’indirizzo indicato nel dPLF per un periodo di cinque giorni. Al termine dell’isolamento è necessario sottoporsi a un test, molecolare o antigenico, effettuato per mezzo di tampone.

I minori al di sotto dei 6 anni di età possono entrare in Italia senza ulteriori formalità e sono sempre esentati dall’obbligo di test molecolare o antigenico. Per maggiori informazioni sulle regole di viaggio con i più piccoli potete leggere questo nostro approfondimento.

Categorie
Green Pass linee aeree Notizie Viaggi

Green Pass, aerei e hotel: tutte le novità

Manca poco al 1° aprile, data in cui, dopo due anni di pandemia, cesserà finalmente lo stato di emergenza. Il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto legge con le misure per tornare gradualmente alla normalità. Il testo finale non è stato ancora pubblicato in Gazzetta Ufficiale, tuttavia ci sono già date e norme precise che accompagneranno l’Italia verso un’estate – si spera – più serena. Ci sarà un graduale allentamento delle restrizioni, che prevede per prima cosa la fine dell’obbligo di Green Pass all’aperto e per accedere a hotel e ad altre strutture ricettive. Vediamo, nello specifico, cosa cambia.

Green Pass: dove non sarà più richiesto

Dal 1° aprile non sarà più richiesto nessun tipo di Green Pass, quindi né certificato base né rafforzato, per consumare pasti o bevande seduti a un tavolo all’aperto, così come per le attività sportive, sempre all’aperto. Non servirà la certificazione verde nemmeno per accedere a negozi e attività commerciali, musei, mostre e altri luoghi della cultura. L’obbligo decade anche sui mezzi di trasporto pubblico locale, come metropolitane, autobus o tram, dove però continuerà a essere obbligatoria la mascherina Ffp2.

Infine, non sarà più necessario essere in possesso di Super Green Pass per soggiornare in hotel o altre strutture ricettive. Solo chi vi alloggia, però, potrà utilizzare il ristorante senza certificato verde. L’archiviazione del certificato verde è prevista anche per centri termali, parchi tematici e di divertimento, impianti di risalita.

Bisognerà, invece, continuare ad indossare la mascherina al chiuso almeno fino al 30 aprile, con obbligo di Ffp2 su tutti i mezzi di trasporto pubblico (aerei, treni, autobus, tram, metropolitane), così come in cinema, teatri, sale da concerto, stadi, palazzetti dello sport e discoteche (ad eccezione del momento del ballo). Le mascherine non dovrebbero più essere obbligatorie a partire dal 1° giugno 2022.

Dove e fino a quando servirà ancora il Green Pass

Dal 1° al 30 aprile sarà sufficiente il Green Pass base per i trasporti a lunga percorrenza, ossia aerei, navi, treni Alta velocità e intercity, e autobus di linea. Per Green Pass base, si intende la Certificazione verde Covid-19 per vaccinazione, guarigione, test antigenico rapido o molecolare con risultato negativo.

Il Super Green Pass resterà invece obbligatorio, fino al 30 aprile, solo al chiuso, per ristoranti, centri benessere, sale gioco, discoteche, cinema, teatri, sale concerto, piscine, palestre congressi, convegni. Servirà il certificato verde rafforzato anche per feste, battesimi, comunioni e matrimoni. È però prevista un’eccezione per i turisti stranieri nei ristoranti al chiuso già dal 1° aprile: per costoro sarà sufficiente solo la certificazione base.

Il vero ritorno alla normalità è previsto, tuttavia, dal primo maggio, quando si dovrebbe salutare il Green Pass anche al chiuso. L’obbligo del certificato rafforzato dovrebbe restare fino al 31 dicembre solo per le visite nelle Rsa e nei reparti di degenza degli ospedali. Intanto, la possibilità di ricorrere allo smart working (magari dall’ufficio dei sogni) nel settore privato, senza l’accordo individuale tra datore e lavoratore, e quindi ancora con un regime semplificato, è stata prorogata dal 31 marzo al 30 giugno 2022, così come lo svolgimento del lavoro agile per i lavoratori fragili.

Intanto, mentre i Paesi di tutto il mondo si apprestano a eliminare quasi del tutto le limitazioni di viaggio legate al Covid, il Consiglio dell’Unione europea ha approvato la proroga del Digital Covid Certificate europeo per un altro anno, vale a dire fino a giugno 2023.

 

Categorie
Europa Green Pass Notizie Viaggi

L’Europa ha quasi scelto: Green Pass fino al 2023

Mentre i Paesi di tutto il mondo si apprestano a eliminare quasi del tutto, almeno per la stagione estiva, le limitazioni di viaggio legate al Covid, il Consiglio dell’Unione europea (Ue) ha approvato la proroga del Digital Covid Certificate europeo (o Green Pass) per un altro anno, vale a dire fino a giugno 2023.

In cosa consiste la proroga del Green Pass fino al 2023

L’approvazione da parte del Consiglio europeo arriva in seguito alla proposta lanciata a febbraio dalla Commissione europea. Il giorno 3 dello scorso mese, infatti, era stato suggerito di prorogare di un anno, ossia fino al 30 giugno 2023, il regolamento che istituisce il certificato Covid digitale dell’Ue (per un approfondimento cliccate qui).

Erano state introdotte anche altre modifiche mirate per ampliare la gamma dei test antigenici autorizzati e per consentire il rilascio di certificati di vaccinazione anche alle persone, per esempio, che avevano partecipato a sperimentazioni cliniche. Per l’approvazione finale, tuttavia, è necessario attendere il via libera del da parte del Parlamento Ue.

Cosa dice il documento approvato dal Consiglio Ue

Stando a quanto riportato dal documento approvato dal Consiglio Ue, le principali modifiche da attuare rispetto a quelle proposte della Commissione sono le seguenti:

  • obbligo per la Commissione di presentare una relazione dettagliata entro il 1º febbraio 2023 che potrebbe essere accompagnata da proposte legislative utili a valutare la necessità di revocare o prorogare il certificato alla luce dell’evoluzione della situazione sanitaria;
  • gli Stati membri possono richiedere un documento d’identità e un certificato di vaccinazione o guarigione, al fine di poter includere tutte le dosi su un Green Pass, indipendentemente dal luogo di vaccinazione. Un’opzione che faciliterebbe i Paesi facenti parte dell’Ue nel rispettare l’obbligo di rilasciare un certificato di vaccinazione valido;
  • possibilità di rilasciare un certificato di guarigione a seguito di un test antigenico per tener conto sia dell’adozione da parte della Commissione di un atto delegato per il rilascio di un certificato di guarigione a seguito di un test antigenico rapido, sia della nuova possibilità offerta dalla proposta legislativa di utilizzare altri tipi di test antigenici.

L’organismo ha anche sottolineato in una nota che: “Questo strumento ha svolto un ruolo importante nel facilitare la libera circolazione delle persone durante la pandemia. Inoltre, resta applicabile il principio della revoca graduale delle restrizioni di viaggio se la situazione epidemiologica lo consente“.

Quando deve essere approvata la validità per risulta effettive

Il regolamento attualmente vigente che che istituisce il certificato Covid digitale dell’Ue è stato adottato il 14 giugno 2021, si applica dal 1º luglio 2021 e scade il 30 giugno 2022.

Per far sì che la proroga possa essere adottata in tempo utile prima della data di scadenza, il Consiglio e il Parlamento europeo devono raggiungere un accordo prima di tale data.

Green Pass in Italia, a che punto siamo

Il giorno 1 aprile scadrà lo stato di emergenza in Italia. Dalla stessa data il Green Pass inizierà la sua ritirata in concomitanza con la fine dello stato di emergenza, ma si procederà per gradi.

Stando alle prime indiscrezioni, il governo Draghi sta per varare un provvedimento che disegnerà l’attesissima road map per un ritorno alla normalità. Da inizio aprile il Super Green Pass, ovvero il certificato rilasciato a seguito di vaccinazione completa o guarigione, non dovrebbe più essere necessario per le attività all’aperto, per sedersi al bar o al ristorante e per giocare una partita a calcetto.

Per salire su bus e metro, per viaggiare in aereo, treno o nave – fermo restando l’obbligo di indossare le mascherine Ffp2. dovrebbe bastare il Green Pass base, e quindi quello ricevuto tramite tampone.

Per quanto riguarda gli alberghi, non è ancora del tutto chiaro se già dal 1° aprile vi si potrà soggiornare senza dover mostrare alcun tipo di certificato, o se almeno il Green Pass base continuerà a essere richiesto. Il comparto turistico preme per una riapertura il prima possibile senza certificazione di alcun tipo, ma il vero ritorno alla normalità è in programma dal primo maggio, quando si dovrebbe salutare il Green Pass anche al chiuso.

Sul fronte mascherine, queste non dovrebbero più essere obbligatorie anche sui mezzi di trasporto a partire dal 1° giugno.

Categorie
Green Pass Notizie Viaggi

Green Pass, probabilmente servirà anche nel 2023

Dalla Commissione Europea arriva la proposta di estendere di un anno il Green Pass, ossia fino al 30 giugno 2023. È quanto annunciato da Christian Wigand, portavoce della Commissione Europea, che ha tenuto a precisare che il certificato Covid digitale dell’Ue è una misura eccezionale, che mira a facilitare gli spostamenti.

Oltre alla proroga del regolamento Ue sul Green Pass, la Commissione ha proposto anche alcune modifiche per includere test antigenici di laboratorio di alta qualità, tra i tipi di tampone per i quali può essere rilasciato un certificato. L’intento è di ampliare la portata delle tipologie di test diagnostici in un momento in cui ce n’è una gran richiesta.

Green Pass: cosa cambierebbe e cosa no

Il regolamento che istituisce il Green Pass, entrato in vigore il primo luglio 2021, aveva una durata di un anno, pertanto la scadenza era stata fissata al 30 giugno 2022. La Commissione Europea ha, però, deciso di chiederne l’estensione per permettere la libera circolazione senza restrizioni per l’estate. Stando a quanto spiegato in una nota, l’estensione del Green Pass “garantirà che i viaggiatori possano continuare a utilizzare il proprio certificato digitale quando viaggiano nell’Unione dove gli Stati membri mantengono determinate misure di salute pubblica”.

Cose ben diversa è la durata di validità del certificato verde, che è stata fissata a 6 mesi dal completamento della vaccinazione e non più di 9 per chi è stato sottoposto a due dosi o al vaccino monodose. Per coloro che si sono sottoposti alla terza dose di vaccino, o che hanno completato il ciclo di vaccinazione primario e sono guariti dal Covid, il Green Pass ha invece scadenza illimitata.

Un’altra cosa ancora sono la validità e l’uso della certificazione a fini interni, che gli Stati possono decidere in autonomia, proprio come ha fatto l’Italia con il Super Green Pass. Il regolamento Ue mira, quindi, a facilitare gli spostamenti all’interno dell’Unione europea.

Green Pass: gli obiettivi dell’Ue

Riguardo ai certificati di vaccinazione, l’Unione europea intende garantire che questi contengano il numero complessivo corretto di dosi somministrate in qualsiasi Stato membro, non solo nel Paese che rilascia il certificato. Una modifica che si è resa necessaria per affrontare le preoccupazioni pratiche sollevate dai cittadini in merito ai certificati che indicano un numero errato di dosi quando le ricevono in diversi Stati membri.

Finora, i Paesi Ue hanno rilasciato più di 1,2 miliardi di certificati a coloro che sono stati vaccinati contro il Covid-19, a coloro che sono guariti dalla malattia, così come a coloro che sono risultati negativi al tampone prima del loro viaggio.

Dal 1 luglio 2021, il Green Pass ha facilitato i viaggi da e per tutti i Paesi dell’Unione europea e altri Paesi europei come Islanda, Norvegia, Liechtenstein, Svizzera, Andorra e Principato di Monaco. Il Regolamento europeo sulla Certificazione verde Covid-19 prevede che gli Stati dell’Ue non possano imporre ulteriori restrizioni di viaggio ai titolari di certificati – come quarantena, autoisolamento o test – a meno che “non siano necessarie e proporzionate per salvaguardare la salute pubblica”.

In Europa, il Green Pass deve attestare una delle seguenti condizioni:

  • aver completato il ciclo vaccinale prescritto anti-SARS-CoV-2 (la validità del certificato di vaccinazione è pari a 270 giorni dalla data dell’effettuazione dell’ultima dose);
  • oppure essere guariti da Covid-19 (la validità del certificato di guarigione è pari a 180 giorni dalla data del primo tampone positivo);
  • in alternativa, aver fatto un tampone molecolare o antigenico rapido con esito negativo.

La Commissione Europea ha invitato il Parlamento Europeo e il Consiglio ad adottare rapidamente la proposta per garantire che la proroga entri in vigore in tempo, ossia prima del 30 giugno 2022, attuale data di scadenza del regolamento Ue sui certificati digitali.

Categorie
Green Pass Notizie Viaggi

Green Pass senza scadenza e addio alle zone rosse

Anche in Italia, come in molti altri Paesi d’Europa, le regole relative al contenimento della diffusione del Covid-19 vengono allentate sempre di più. Tante sono le novità degli ultimi giorni, ma per quanto riguarda i viaggi le più importanti sono certamente quelle legate al Green Pass.

Green Pass senza scadenza

Una notizia che era nell’aria da tempo e che (finalmente) è diventata realtà: il Green Pass, per coloro che si sono sottoposti alla terza dose di vaccino, o che hanno completato il ciclo di vaccinazione primario e sono guariti dal Covid, ha scadenza illimitata.

Prolunghiamo la vigenza del Green Pass dopo il booster“. “Oggi è di 6 mesi e non avendo ancora le nostre autorità scientifiche individuato un percorso per la quarta dose, che sarà oggetto di un confronto sul piano tecnico-scientifico, la valutazione del Governo è di non porre limiti alla durata del Green Pass dopo il booster“, ha dichiarato il ministro della Salute, Roberto Speranza, in conferenza stampa dopo il Consiglio dei Ministri sulle nuove misure di contrasto al Covid-19.

Rimane invariata, invece, la validità del Green Pass per coloro che si sono sottoposti a due dosi o al vaccino monodose: a partire dall’1 febbraio la scadenza è di 6 mesi dal completamento della vaccinazione e non più di 9.

Cosa bisogna fare per aggiornare il Green Pass

Il Ministero della Salute provvederà ad aggiornare automaticamente la piattaforma e il Certificato Verde. Un adeguamento che però dovrebbe avvenire solo nel momento in cui il decreto verrà pubblicato in Gazzetta Ufficiale e firmato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Zona rossa solo per i non vaccinati

Un’ulteriore novità riguarda le fasce di colori regionali. Infatti, verranno eliminate le restrizioni, anche in zona rossa, per tutte le persone che si sono vaccinate contro il Covid-19.

Ciò vuol dire che i divieti previsti nelle eventuali aree ad alto rischio rimarranno in vigore esclusivamente per le persone non vaccinate. In sostanza, chi avrà un Green Pass valido da vaccinazione o guarigione potrà condurre una vita normale e senza più distinzioni tra i colori delle regioni.

Arrivi dall’estero, le novità

Le norme sugli arrivi dall’estero sono già state allentate alcuni giorni fa e sono in vigore a partire dall’1 febbraio (per tutte le novità potete cliccare qui). Ma ulteriori sono arrivate con l’ultimo Consiglio dei Ministri.

Come risaputo, la scadenza del Green Pass in Europa è di 9 mesi, mentre all’interno dei confini nazionali è di 6. Tradotto vuol dire che per i rientri o gli arrivi dall’estero in Italia, il Green Pass dura 9 mesi, mentre per partecipare alle attività sul territorio nazionale ne vale 6, a meno che non ci si sia sottoposti alla terza dose di vaccino o che si sia guariti dal Covid dopo il completamento del ciclo vaccinale primario.

Per questo motivo, ai soggetti provenienti da uno Stato estero in possesso di un certificato rilasciato dalle competenti Autorità sanitarie estere di avvenuta guarigione o vaccinazione, con un vaccino autorizzato o riconosciuto come equivalente in Italia, nel caso in cui siano trascorsi più di 6 mesi dal completamento del ciclo vaccinale primario o dall’avvenuta guarigione dal Covid, è consentito l’accesso ai servizi e alle attività per i quali sul territorio nazionale sussiste l’obbligo di possedere il Green Pass rafforzato, previa effettuazione di un tampone antigenico rapido (entro le 48 ore) o molecolare (entro le 72 ore) con esito negativo.

Nell’eventualità di vaccinazioni con sieri non autorizzati o non riconosciuti come equivalenti in Italia, l’accesso ai servizi e alle attività è consentito in ogni caso a seguito dell’effettuazione di test rapido o molecolare (nelle stesse tempistiche riportate sopra).

Una norma che prende in considerazione una raccomandazione dell’Unione europea e che si è resa necessaria perché in altri Paesi del mondo il Green Pass ha una validità più lunga che da noi, 9 mesi contro 6. Chi arriva da fuori, quindi, dovrà fare il tampone per accedere a una lunga serie di servizi, come entrare in hotel o andare al ristorante.

Le novità sulle mascherine

Infine, vi ricordiamo che a breve non sarà più obbligatorio indossare le mascherine all’aperto. Nel dettaglio: dall’11 febbraio sarà necessario indossare i dispositivi di protezione esclusivamente nei luoghi al chiuso. Nei bar e nei ristoranti va messa soltanto quando ci si alza dal tavolo.

Nei cinema e nei teatri va indossata sempre. Nelle palestre e nei centri sportivi soltanto quando si sta nelle aree comuni e si può naturalmente togliere quando si fa attività sportiva. Su treni, aerei, navi e su tutti i mezzi del trasporto pubblico locale è obbligatorio indossare le FFP2. I contatti stretti dei positivi con terza dose da meno di 120 giorni non fanno quarantena, ma devono indossare per dieci giorni la FFP2 e rispettare l’autosorveglianza.

Categorie
Green Pass Notizie Viaggi

Green Pass illimitato e stop al tampone: le nuove regole

Cambiamenti per chi viaggia e sulla scadenza del Green Pass. Dal primo febbraio e fino al 15 ottobre 2022 chi arriva da altri Paesi Ue dovrà esibire solo il “lasciapassare” senza dover fare un tampone. Un’altra grande novità prevista per il prossimo futuro, però, riguarda la durata: chi avrà fatto la terza dose di vaccino, e quindi il booster che completa ad oggi l’intero ciclo vaccinale, avrà la certificazione verde a tempo indeterminato.

In Italia, inoltre, verrà definitivamente superata la divisione cromatica delle regioni: i colori, che sino ad ora cambiavano in funzione della curva epidemiologica e delle criticità di determinate zone, sono stati aboliti. Resterà soltanto la zona rossa in caso di focolai estesi in una sola regione.

Green Pass: nuove regole sulla scadenza

Tra pochi giorni molti italiani vedranno scadere il proprio Green Pass. Dal 1° febbraio, infatti, la durata del certificato diminuirà da 9 a 6 mesi (il 15 dicembre 2021 c’era stata una prima riduzione della scadenza da 12 a 9 mesi). Chi ha fatto la seconda dose del vaccino nel periodo giugno-luglio 2021 (e non ha ancora fatto il richiamo), e quindi ha la certificazione verde nel settimo o ottavo mese di validità, dovrà provvedere a prenotare la terza dose perché il Green Pass scadrà. Con la terza dose, la validità del documento sarà allungata di almeno sei mesi, anche se sul tavolo del Ministero della Salute sembra esserci proprio l’estensione illimitata della sua durata.

Il decreto in vigore che prevedeva la validità del Green Pass di sei mesi, a partire dal 1 febbraio 2022, sarà presto modificato. E’ atteso il parare del Cts, il Comitato tecnico scientifico, sulla durata illimitata della certificazione verde.  Il Green Pass rilasciato a guariti e vaccinati con tre dosi, quindi, non avrà più scadenza. Almeno sino a quando verrà deciso come procedere con le somministrazioni, o meno, della quarta dose. Ad oggi, va sottolineato, resta la regola che dal 1° febbraio il green pass avrà validità sei mesi dall’ultima somministrazione.

Green Pass illimitato fino a decisione su quarta dose

Qual è la scadenza del Green Pass per chi ha una o due dosi? In questo caso, quindi per coloro che hanno iniziato il ciclo vaccinale, o lo stanno completando, e dunque hanno una o due dosi, la certificazione avrà una validità di sei mesi. Per chi ha completato il ciclo vaccinale con la terza dose, invece, non sarà prevista una scadenza (manca ancora l’approvazione definitiva del governo, ndr).

Una scelta necessaria in quanto la terza dose era stata autorizzata a metà settembre, e di conseguenza saranno in molti già da metà marzo ad avere il Green Pass scaduto. Mancano ancora dettagli su altri “tipi di Green Pass”, ossia quelli rilasciati ai guariti che avevano già ricevuto due dosi.  Per questo si è deciso di sospendere la scadenza del certificato e renderlo illimitato fino a che non sarà stabilito se e quando fare un ulteriore richiamo con la quarta dose.

Green Pass illimitato e novità sui tamponi: cosa cambia per i viaggiatori?

Il ministro Speranza ha firmato l’ordinanza che dal 1 febbraio al 15 marzo 2022 permette a coloro che arriveranno da uno Stato dell’Unione Europea di esibire soltanto il Green Pass senza l’obbligo di  effettuare alcun tampone. La regola di imporre un test antigenico (valido 24 ore) oppure un molecolare (valido 72 ore) associato alla certificazione verde per i viaggiatori provenienti dall’estero — compresa la Ue — era stata introdotta prima delle festività di Natale, quando c’era stata un’impennata del numero di contagi, una precauzione aggiuntiva che il governo aveva attuato per fronteggiare l’ennesima emergenza da Covid-19.

Per accedere a diversi luoghi, come musei, mostre e ristoranti (sia all’aperto che al chiuso), hotel, per assistere a competizioni sportive e spettacoli al chiuso o all’aperto, per usufruire dei mezzi di trasporto pubblici e per partecipare a feste, fiere e congressi. Ma anche per accedere a piscine, centri benessere anche all’aperto, nonché agli impianti sciistici, è necessario essere in possesso di Super Green Pass che si ottiene solo con la vaccinazione o la guarigione.

Novità anche per i corridoi Covid free: attualmente si può andare per turismo con Super Green Pass e tampone in: Aruba, Maldive, Mauritius, Seychelles, Repubblica Dominicana, Egitto (soltanto nelle zone turistiche di Sharm El Sheikh e Marsa Alam). Dal 1 febbraio, invece, alla lista si aggiungeranno: Cuba, Singapore, Turchia, Thailandia (limitatamente all’isola di Phuket), Oman e Polinesia francese.

Categorie
Europa Green Pass Notizie Regno Unito Viaggi

Stop a Green Pass e restrizioni nel Regno Unito

A partire dal 26 gennaio, saranno allentate le restrizioni anti-Covid nel Regno Unito. Una decisione annunciata alla Camera dei Comuni dal primo ministro Boris Johnson, che sarebbe stata presa in seguito ai dati incoraggianti sul calo dei contagi registrati negli ultimi giorni in Gran Bretagna. Ecco quali misure verranno abolite dalla prossima settimana.

Niente più mascherine e Green Pass

A inizio dicembre, la Gran Bretagna era passata al ‘Piano B’ anti-Covid, con un giro di vite per fermare la variante Omicron, che ha fatto scattare nuove restrizioni in diversi Paesi. Fra le nuove misure, attualmente in vigore nel Paese, era stato introdotto l’obbligo della mascherina nella maggior parte dei luoghi chiusi, come teatri e cinema, e la certificazione verde per entrare in discoteca e nei luoghi affollati. Stando a quanto annunciato dal premier britannico, tutto questo cambierà dal 26 gennaio.

A partire da quella data, nel Regno Unito non sarà più obbligatorio indossare la mascherina a scuola, sui mezzi pubblici o nei negozi, né sarà più obbligatorio essere in possesso di Green Pass che attesti l’avvenuta vaccinazione o la guarigione dal Covid-19 (in pratica l’equivalente del nostro Super Green Pass). Inoltre, alle aziende non sarà più richiesto di incentivare lo smart working, come invece era finora previsto nel suddetto Piano B. Il dietrofront di Johnson sarebbe dovuto al calo di contagi raggiunto grazie al record di terze dosi booster dei vaccini. Tuttavia, c’è chi pensa che la decisione di allentare le misure anti-Covid sia in realtà un tentativo del premier britannico di mettere a tacere le critiche che sulla questione “partygate”.

Misure allentate anche per i viaggi nel Regno Unito

Come vi avevamo già spiegato, i viaggiatori vaccinati in arrivo nel Regno Unito non avranno più bisogno di mostrare l’esito negativo di un tampone pre-partenza, né dovranno mettersi in autoisolamento. Tutto ciò che si dovrà fare sarà:

  • prenotare un tampone (è possibile scegliere fra molecolare e rapido, LFT) da svolgere nel Regno Unito entro il scondo giorno dall’arrivo, da una lista di centri medici autorizzati;
  • compilare un passenger locator form, indicandogli estremi della prenotazione del tampone “day 2 test” dichiarando di non aver transitato in un Paese ad alto rischio, presente nella “red list, nei 10 giorni precedenti l’arrivo nel Regno Unito e di aver completato un ciclo di vaccinazione contro il coronavirus;
  • viaggiare con un’attestazione vaccinale da esibire, su richiesta, alla frontiera.

Ai viaggiatori che non abbiano ricevuto un ciclo completo di vaccinazione o che abbiano transitato in Paesi individuati come ad alto rischio nei 10 giorni precedenti l’arrivo nel Regno Unito, il governo britannico richiede, invece, di:

  • presentare il risultato negativo di un tampone Covid-19 effettuato nei tre giorni precedenti il giorno della partenza e che soddisfi i parametri specificati dal governo britannico;
  • compilare un formulario online (“travel locator form”) nei due giorni precedenti il giorno della partenza;
  • osservare un isolamento cautelare di durata ordinaria di 10 giorni, con modalità specifiche a seconda dei Paesi visitati prima dell’arrivo nel Regno Unito: prevista la quarantena alberghiera per chi abbia transitato in Paesi ad alto rischio;
  • infine, sottoporsi a tamponi di controllo nel 2° e 8° giorno dopo l’arrivo nel Regno Unito.

Per quanto riguarda, infine, i minori in arrivo nel Regno Unito:

  • fino ai 4 anni, sono esentati da qualsiasi tampone e dall’obbligo di isolamento cautelare;
  • dai 5 ai 17 anni, sono esentati dal tampone pre-partenza e dall’obbligo di isolamento cautelare, ma devono sottoporsi a un tampone di sorveglianza (day 2 test”) entro il 2° giorno dopo l’arrivo.