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Cosa vedere a Bari in un giorno, itinerario tra le meraviglie del centro storico

Luminosa, autentica e con un centro storico tra i più affascinanti del Sud Italia, Bari è una città che conquista al primo sguardo. Affacciata sull’Adriatico e per secoli crocevia di culture, è uno scrigno che racchiude mille tesori, dove antico e moderno si intrecciano senza forzature, e ogni angolo rivela un frammento d’identità di una città che sa sorprendere, accogliere e raccontare, con voce autentica e appassionata.
Se avete solo un giorno a disposizione, niente paura: vi portiamo alla scoperta dei luoghi imperdibili per respirare la vera essenza del capoluogo pugliese, tra chiese romaniche, castelli medievali, vicoli pittoreschi e sapori indimenticabili.

Cosa vedere a Bari

Basilica di San Nicola, il cuore spirituale della città

La prima tappa del nostro itinerario alla scoperta di Bari è la Basilica di San Nicola, che ne rappresenta il simbolo spirituale e culturale. Edificata nell’XI secolo, accoglie le reliquie del santo più venerato della città, trafugate da un gruppo di marinai baresi nel 1087 a Myra, in Turchia, e custodite nella cripta, dove si fondono devozione cattolica e culto ortodosso. La Basilica è anche uno dei più antichi e straordinari esempi di architettura romanica pugliese: con la sua facciata austera, incorniciata da due torri e archi ciechi, ricorda più una roccaforte medievale che una chiesa, e in effetti fu usata come tale durante il periodo normanno.

Basta varcare l’arco d’ingresso per immergersi in un complesso monumentale che incanta per la sua solennità. All’interno, archi asimmetrici in pietra e volte possenti guidano lo sguardo verso il magnifico presbiterio, dominato da un tabernacolo del XII secolo e dal celebre Trono di Elia, sorretto da piccoli telamoni e decorato da leonesse scolpite, mentre il soffitto barocco dorato aggiunge un tocco scenografico sorprendente. Ma è nella cripta che si custodisce l’anima più sacra del luogo: qui, in un ambiente voltato impreziosito da capitelli scolpiti con leoni, uccelli e creature fantastiche, riposano le spoglie del santo che, tra le altre cose, ha anche ispirato la figura di Santa Claus. In un toccante abbraccio ecumenico, sotto la chiesa cattolica si cela una cappella greco-ortodossa, meta di pellegrinaggio per fedeli di ogni confessione.

Cattedrale di San Sabino custode di arte, fede e mistero

A pochi passi dalla Basilica di San Nicola, la Cattedrale di San Sabino, custode di arte, fede e mistero, si erge maestosa nel centro storico di Bari. Capolavoro del romanico pugliese, fu costruita nel XIII secolo ma conserva al suo interno tracce di epoche ancora più antiche, come la suggestiva cripta bizantina dell’XI secolo, che accoglie le reliquie di San Sabino, che fu vescovo della città.

L’esterno colpisce per l’imponente rosone e il portale riccamente scolpito, mentre l’altissima torre campanaria si staglia per oltre 70 metri nel cielo barese. All’interno, una navata luminosa e austera si apre su cappelle laterali riccamente decorate, con altari barocchi, affreschi, sculture e preziosi arredi marmorei. Ma è durante l’equinozio che la Cattedrale rivela il suo segreto più affascinante: un raggio di sole attraversa il rosone centrale e illumina perfettamente un mosaico pavimentale che ne riflette il disegno, in un gioco spettacolare di luce e simbolismo che lascia senza fiato, un piccolo miracolo d’ingegneria medievale.

Ogni elemento architettonico e decorativo racconta secoli di storia, oggi valorizzati anche nel vicino Museo della Cattedrale, dove reperti restaurati, percorsi didattici e testimonianze liturgiche offrono una lettura completa di uno dei più raffinati gioielli pugliesi.

Bari vecchia

istock

Il centro di Bari con la cattedrale di San Sabino

Passeggiata tra piazze storiche e orecchiette fatte a mano

Il modo migliore per cogliere il vero spirito di Bari è fare una passeggiata per il centro storico. Il consiglio è di gironzolare senza fretta tra i vicoli e le piazze, lasciandosi catturare dall’anima più autentica della città. Piazza Ferrarese, un tempo varco d’accesso alla città attraverso la Porta di Ferrara, oggi accoglie caffè e locali affacciati sulle antiche colonne romane del II secolo d.C., testimonianza dell’importanza di Bari come porto dell’Impero. Poco più in là, Piazza Mercantile è da sempre il fulcro commerciale della città, incorniciata da edifici di varie epoche e animata da bancarelle artigiane, caffè e locali che si affacciano sul viavai quotidiano.

Ma per immergersi completamente nello spirito barese, bisogna inoltrarsi nei vicoli dietro il Castello Svevo, dove si snodano le celebri “vie delle orecchiette”. Come Strada Arco Basso e le viuzze parallele, dove è possibile osservare le donne baresi che impastano e modellano con maestria e vendono la più tipica pasta pugliese sotto gli occhi curiosi dei passanti.

Un tuffo nella storia al Castello Normanno-Svevo

Il pomeriggio può essere dedicato alla scoperta dell’imponente Castello Normanno-Svevo, baluardo di pietra che da secoli veglia sull’ingresso di Bari vecchia. Costruito nel 1131 da Ruggero II il Normanno, distrutto e poi riedificato da Federico II, è una maestosa stratificazione di stili e poteri e nei secoli ha visto il passaggio di sovrani, condottieri e nobildonne, trasformandosi da fortezza difensiva a residenza aristocratica.

Tuttora circondato dall’antico fossato e da bastioni perfettamente conservati, colpisce per la sua imponenza e per la ricchezza degli spazi interni. Dal ponte in pietra si accede al vasto cortile, diviso tra le sezioni sveve e quelle rinascimentali, dove il tempo sembra essersi fermato, mentre dal mastio centrale si gode una vista suggestiva che spazia sul centro storico e il mare. Ma è all’interno che si cela il vero tesoro: una gipsoteca che raccoglie fedeli calchi delle più belle decorazioni romaniche di tutta la Puglia, accanto a reperti archeologici di epoca preistorica, greca, romana e medievale.

Non solo muto testimone del passato, il Castello è anche un dinamico centro culturale che ospita spesso mostre ed eventi che rappresentano l’occasione perfetta per scoprire la storia millenaria di Bari in un’atmosfera altamente suggestiva.

Gran finale in bellezza al Teatro Petruzzelli

E quando il giorno volge al termine, l’appuntamento è al Teatro Petruzzelli. Inaugurato nel 1903 e rinato dalle ceneri dopo il tragico incendio del 1991, oggi è un tempio della cultura italiana. Da Verdi a Puccini, da Pavarotti a Placido Domingo, la sua storia è costellata di stelle. Ricostruito fedelmente ma dotato delle tecnologie più avanzate, ospita ogni anno stagioni liriche, balletti e concerti che continuano ad attirare pubblico da tutto il mondo. Se la serata lo permette e il programma è di vostro interesse, regalatevi uno spettacolo per chiudere la giornata in bellezza.

Cosa fare a Bari

Pausa pranzo con street food barese

Se passeggiando per i vicoli di Bari vecchia, la vista di tutte quelle orecchiette esposte sugli usci delle case vi ha messo appetito, e magari si avvicina anche l’ora di pranzo, allora è il momento di concedersi una pausa gustosa. Il consiglio è assaporare il meglio dello street food locale: le immancabili “scagliozze” (triangoli di polenta fritta), vendute in cartocci bollenti, un panzerotto fritto ripieno di mozzarella e pomodoro, oppure un trancio di focaccia barese, morbida e dorata, con pomodorini e olive nere, da gustare camminando tra i vicoli.

Un salto al Mercato del Pesce N’derr la lanz

Per capire davvero l’anima di Bari, vale la pena fare anche un salto al Mercato del Pesce N’derr la lanz (letteralmente “ai piedi delle barche”, che in dialetto si chiamano appunto lanz), vicino al Teatro Margherita, elegante edificio in stile liberty che sorge sull’acqua come un sogno sospeso. Costruito tra il 1912 e il 1914, oggi ospita mostre d’arte contemporanea e regala un colpo d’occhio perfetto per gli amanti dell’architettura.

Qui al mattino i pescatori, di ritorno dalla pesca con i tipici gozzi, scaricano e mettono in vendita direttamente non solo spigole e cefali, ma anche polpi, frutti di mare e ricci prelibati da consumare freschissimi sul posto. Vivo e verace, questo mercato tradizionale è un’esplosione di profumi e sapori locali, un condensato di vita quotidiana barese, da ammirare e fotografare, ma soprattutto da assaporare.

Due passi sul lungomare fino alla spiaggia di Pane e Pomodoro

Per una pausa rigenerante tra una visita e l’altra, niente di meglio di una passeggiata sul lungomare Nazario Sauro fino alla spiaggia cittadina di Pane e Pomodoro. Basta una mezz’ora a piedi dal centro, oppure dieci minuti in auto, con il profumo di salsedine nell’aria, per raggiungere questa bella spiaggia libera, semplice e autentica, dove i baresi si concedono un tuffo o una pennichella sotto il sole. Con un pizzico di fortuna, nei giorni feriali non è difficile trovare uno spazio libero tutto per sè con vista sull’orizzonte azzurro che rilassa lo sguardo e lo spirito.

Come arrivare a Bari

In aereo

L’Aeroporto internazionale Karol Wojtyla di Bari Palese è servito da numerose compagnie di linea e low cost che assicurano voli diretti con diverse città italiane ed europee.

In treno

Servizi regolari collegano Bari con le principali città italiane e con i maggiori centri della regione. Treni ad alta velocità collegano il capoluogo pugliese con Milano, Torino, Bologna e altre città lungo la dorsale adriatica.

In bus

Compagnie di autobus a lunga percorrenza consentono di raggiungere Bari dalle principali città italiane, tra cui Milano, Roma e Venezia.

In auto

Provenendo da nord, percorrere la A14 Bologna-Taranto fino all’uscita di Bari. Da Roma, prendere la A1 Roma-Napoli fino a Caianello, quindi proseguire sulla A16 da Napoli a Canosa, dove interseca la A14 lungo la quale si prosegue fino a Bari.

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“In Perpetuo”: il regista racconta i trabucchi del Gargano e la memoria del tempo

Cosa resta di un sapere antico quando rischia di scomparire?” è la domanda da cui prende forma In Perpetuo, il documentario diretto da Federico Barassi apprezzare lo scorso novembre al Festival dei Popoli e proiettato il 6 giugno al Cinema Farnese di Roma, il 10 giugno a Torino e il 16 giugno a Bari. Si tratta di un viaggio poetico e profondo tra i trabucchi del Gargano, macchine da pesca secolari sospese tra mare e cielo, memoria e materia.

Le origini dei trabucchi

Secondo alcune fonti storiche, questa straordinaria macchina da pesca potrebbe essere stata introdotta nel Gargano dai Fenici, anche se la prima attestazione documentata risale al XVIII secolo. In quel periodo i pescatori della zona furono costretti a trovare un metodo di pesca stabile e affidabile, capace di resistere al tempo e al mare.

Così nacquero i trabucchi: architetture ingegnose interamente in legno — pino d’Aleppo, quercia, cercolo, castagno — costruite a picco sul mare e saldamente ancorate alle rocce costiere. Ogni elemento è scolpito e fissato con estrema precisione, in una danza millenaria tra natura e tecnica. Come palafitte sospese tra cielo e acqua, i pali vengono incastrati in cavità scavate nella roccia, sorreggendo una piattaforma su cui si svolge l’intera attività di pesca.

Trabucco Gargano

Fonte: Ufficio stampa

Trabucco nel Gargano

Intervista al regista Federico Barassi

In questa intervista il giovane regista del documentario In Perpetuo ci racconta la genesi del progetto, il legame personale che lo ha guidato, e l’intenso rapporto costruito con i “custodi del tempo”: i trabucchisti. Un racconto che è anche riflessione sul tempo che passa, sulle radici che resistono, e sull’urgenza di fermarsi ad ascoltare ciò che la natura e la tradizione ancora hanno da dirci.

Da dove nasce l’idea di raccontare i trabucchi del Gargano? C’è stato un momento preciso che ti ha spinto a iniziare questo progetto?

L’idea di In Perpetuo nasce intorno al 2017, quando iniziai una ricerca su alcuni mestieri tradizionali e antichi imprescindibilmente legati agli elementi naturali che rischiavano di scomparire. Il primo script comprendeva più mestieri messi insieme in un unico lungometraggio, e all’interno di questi mestieri antichi c’era anche la realtà dei trabucchi garganici. Nello stesso anno venne a mancare mio padre Paolo e la ricerca si focalizzò in maniera naturale sui trabucchi che in qualche modo me lo ricordarono perché racchiudono le sue due più grandi passioni: lavorare il legno e la pesca. Successivamente, approfondendo ulteriormente la ricerca, mi resi conto che concentrandomi solo sulla realtà dei trabucchi garganici avrei potuto rafforzare il messaggio che avevo in mente inizialmente, ovvero: cosa rimane di un vissuto – in questo caso secoli – quando scompare, che tracce rimangono nella memoria e nella società.

Il Gargano è spesso narrato in chiave turistica. In Perpetuo, invece, ne rivela un volto intimo, quasi nascosto. Era questo il tuo intento fin dall’inizio?

Si, ho scelto di fare le riprese nei mesi invernali, autunnali e primaverili proprio per questo. In queste stagioni il turismo è raro e la vita scorre più lenta. Il mio intento fin dall’inizio era quello di racchiudere in immagini, in quadri di vita quotidiana, quel forte legame che dall’alba dei tempi unisce l’uomo alla natura e che oggi stiamo lentamente perdendo.

Come hai selezionato i luoghi specifici del Gargano — come Vieste e Peschici — da includere nel film? C’erano luoghi simbolici che non potevano mancare?

Vieste e Peschici sono i luoghi dove ancora oggi possiamo vedere questi complicati macchinari in funzione e trovare gli ultimi custodi di questa tradizione. In questo piccolo tratto di costa si concentrano la maggior parte dei trabucchi pescanti e non abbandonati del Gargano, quindi la scelta è stata dettata dell’esigenza di vedere i trabucchi in funzione e i trabucchisti intenti nella pesca così come si faceva secoli e secoli fa.

trabucchisti

Fonte: Ufficio stampa

Due trabucchisti del Gargano

Quanto tempo hai trascorso sul campo, tra Peschici e Vieste, e com’è stato il rapporto con i protagonisti del documentario?

Le riprese sono iniziate nel 2022 e in totale abbiamo fatto due settimane di riprese in sessioni alterne più i sopralluoghi. Il rapporto con loro è stato molto coinvolgente. Per realizzare questo tipo di documentario una delle cose più importanti è avere la fiducia dei protagonisti che vuoi riprendere, e quindi ho cercato di trascorrere più tempo possibile con loro, chiacchierando, pescando, mangiando pesce. Ho cercato di immedesimarmi nella loro quotidianità per ridonare allo spettatore il modo di intendere e percepire la vita sul trabucco nella maniera più reale e autentica possibile.

La luce, il vento, il rumore del mare… nel documentario tutto concorre a evocare l’anima del luogo. Che ruolo ha avuto il Gargano nella tua regia visiva e sonora?

Il Gargano è un territorio antico, quasi mistico. Ci sono tracce di popolazioni primitive, dell’epoca del bronzo e romane. Si può trovare una stratificazione di epoche straordinaria e questo quando sei lì lo percepisci. Ho cercato di evocare questi passati lontani. La colonna sonora che nel documentario è minimale vuole proprio essere quasi una voce degli avi che risuona dell’orizzonte del mare e ci chiama, ricordandoci chi eravamo, chi siamo e chi saremo. Una delle scelte che ho fatto fin da subito è stata quella di limitare le riprese unicamente nelle zone dei trabucchi perché volevo che questo macchinario diventasse il palcoscenico dove tutto avveniva, nonché il perno della narrazione. Ho scelto di posizionare la telecamera sempre sul treppiede con inquadrature fisse, per evocare la solidità del trabucco che resiste ai capricci della natura, ancorato a quegli scogli da secoli.

Il trabucco è protagonista silenzioso ma centrale del tuo documentario. Cosa ti ha affascinato maggiormente della sua storia e del suo significato?

Volevo che il trabucco diventasse un personaggio, forse il personaggio principale di In Perpetuo, quasi un organismo vivente e dunque bisognoso di cure. Tutto ruota intorno a questo macchinario che nel documentario – insieme agli elementi che lo compongono – è l’unico artefatto umano che possiamo vedere. Poi da subito l’ho visto come un opera d’arte e i trabucchisti gli artisti che lo creano. Quello che mi ha maggiormente affascinato è stato come i viestani e i peschiciani intendono il trabucco. Fin da piccoli lo hanno sempre visto lì, a piombo sul mare, ancorato a quegli scogli. Chi vive in queste zone infatti dice che non puoi dire di essere a Vieste o a Peschici se non vedi un trabucco in lontananza. È un simbolo che li rassicura e li fa sentire a casa.

Nel film emerge chiaramente il trabucco come simbolo di un sapere antico. Quanto è stato difficile ricostruire le sue origini e il suo ruolo nella cultura garganica?

I trabucchisti, tramandando il loro sapere di generazione in generazione e vivendo il trabucco da sempre, lo hanno dentro, nelle viscere. Non è stato difficile ricostruire le sue origini perché mi hanno guidato loro avvolgendomi nel loro mondo e nelle loro storie. Io sono diventato un testimone di quello che accadeva davanti ai miei occhi, mettendomi nella posizione dell’allievo che cerca di imparare dal maestro.

Trabucco

Fonte: Ufficio stampa

Trabucco originale

Durante le riprese, hai scoperto qualche dettaglio o aneddoto inaspettato sulla storia dei trabucchi che ti ha particolarmente colpito?

Mi ha colpito maggiormente la sapienza e la difficoltà della costruzione. Per esempio come scavavano con un palo di ferro i buchi nei duri scogli per fissare i tronchi di sostegno, e come decidevano le posizioni dove effettuare questi buchi. Davvero un lavoro duro e di calcolo impressionante. Sono rimasto colpito da racconti di abbondanti pescate, quintali di pesce che oggi sono sempre più rare per colpa della pesca industriale, dell’inquinamento e della presenza di specie alloctone come il granchio blu che rendono sempre più difficile la pesca con il trabucco.

Nel tuo racconto il trabucco sembra vivere, respirare con chi lo abita. Hai scelto di dargli quasi una voce narrativa implicita. È stata una scelta consapevole?

Il trabucco in In Perpetuo è un personaggio del racconto. La sua voce sono i suoni che emette: gli scricchiolii del legno, le vibrazioni dei cavi di ferro tesi che emettono un suono quasi musicale e i rumori delle cime che sollevano la grande rete. Ho cercato di dargli una vita e farlo respirare insieme ai protagonisti.

Nel documentario si respira una profonda connessione tra uomo, natura e tempo. Come hai lavorato per tradurre visivamente questa dimensione poetica e quasi sospesa?

Sicuramente registrando i suoni della natura con l’utilizzo di microfoni stereofonici, questo ha aiutato a ampliare la sensazione di immersione negli elementi naturali, e poi lavorando al montaggio con il tempo, dilatando e sottraendo.

Hai parlato del rischio di perdita della memoria legata a questo mestiere antico. Cosa pensi che il pubblico possa imparare oggi dai mastri trabucchisti?

Io penso che il nostro passato possa insegnarci tanto sul nostro presente. La nostra società è una stratificazione di eredità che accumula saperi per evolverli. I trabucchisti in questo senso possono aiutare lo spettatore contemporaneo, abituato a ritmi frenetici e informazioni frastagliate, a fermarsi per riflettere su una vita semplice, concreta, fatta di attese e contemplazione. Penso che soprattutto al giorno d’oggi ne abbiamo sempre più bisogno.

Qual è stata la reazione dei trabucchisti dopo aver visto il film finito? Ti hanno dato qualche riscontro particolare che ti ha colpito?

Sono rimasti felici, mi hanno detto che sono riuscito a cogliere l’autenticità della vita sul trabucco.

Il film è stato selezionato da festival prestigiosi, come il CinemAmbiente di Torino e il Festival dei Popoli e sarà proiettato a partire dal 6 Giugno in varie zona d’Italia. Cosa rappresentano per te questi riconoscimenti e cosa ti aspetti per il futuro da questa opera?

Sono contento di queste selezioni, è stata la prima volta che presentavo un mio lavoro a un Festival cinematografico e devo dire che è stata una bella esperienza. Spero che il lungo viaggio di In Perpetuo continui verso la strada più giusta.

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Il doppio volto di Bari conquista gli Stati Uniti e finisce in copertina

Il lungomare di Bari finisce in copertina sul New York Times: la cittadina pugliese di mare che sta inaugurando una tratta aerea che collega New York alla località ha fatto parlare di sé oltreoceano. Bari cambia volto, non c’è che dire: la storica città portuale per troppo tempo associata alla marginalità e alla criminalità oggi veste un look tutto nuovo, attirando turisti internazionali.

Bari vecchia incanta i turisti di tutto il mondo

TikTok è pieno di video che raccontano di Bari Vecchia, con i suoi vicoli caratteristiche le botteghe che preparano a mano le orecchiette con vendita su strada e panetterie che sfornano la celebre focaccia barese non ha rivali. Da via Arco Basso alla cattedrale passando per il lungomare: il cuore più autentico della città incanta, tra street food e architettura. Ma questo boom turistico, seppur recente, sta già generando effetti ambivalenti.

Bari si collega agli Stati Uniti

Ma perché Bari è finita in copertina sul New York Times? A partire da giugno 2025 la compagnia aerea Neos mette a disposizione un collegamento settimanale tra l’aeroporto JFK di New York e Bari. Un volo intercontinentale che non farà più approdare a Roma o a Milano i turisti ma direttamente in Puglia.

Gli amministratori locali sono già ben consci di quanto evidenziato dal New York Times, sia sui pro sia sui contro. Ecco perché stanno provando a cavalcare l’onda del turismo tenendo un equilibrio tra crescita e tutela del tessuto sociale. Maria Grazia Cito, docente di economia del turismo, sottolinea che la città pugliese non dovrà diventare una “Disneyland del sud Italia” e si dovrà intervenire colmando servizi pubblici scadenti come i collegamenti con la periferia così da evitare di aggravare diseguaglianze che alienano i residenti stessi.

I pro di visitare Bari secondo il New York Times

Il boom turistico in Puglia e in modo particolare a Bari ha riscoperto un moto d’orgoglio tra i local. Dopo decenni di ruoli marginali con l’attenzione puntata verso Lecce e il Salento, gli investimenti sul nuovo lungomare, l’offerta culturale e i servizi stanno portando i loro frutti. L’economia ne beneficia: aumentano gli alloggi turistici, i ristoranti si riempiono e le attività artigianali tornano protagoniste.

I contro di visitare Bari secondo il New York Times

Non è tutto oro ciò che luccica, però. Come già accaduto in passato a Firenze o Venezia l’impennata di turisti porta con sé conseguenze sia sociali sia urbanistiche. I canoni d’affitto in centro storico stanno aumentando rapidamente, rendendo più complicato l’affitto per studenti e anziani. La gentrificazione bussa alle porte e lo fa con una velocità che forse non ci si aspettava.

Dal punto di vista lavorativo, l’industria turistica non garantisce un’occupazione stabile. Dopotutto in Puglia il turismo è prettamente stagionale, dunque molti giovani si trovano con contratti di pochi mesi e stipendi bassi alimentando una forma di precarietà che non garantisce prospettive nel futuro.

Finire in copertina sul New York Times e avere un collegamento aereo con gli Stati Uniti va visto come un punto di partenza per poter costruire un modello di turismo tanto sostenibile quanto inclusivo.

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Cosa vedere a Bari, l’affascinante città pugliese

C’è una parte d’Italia che sa di salsedine, di pietra calda al sole, di mani che impastano, di voci e storie che si rincorrono tra i vicoli delle città vecchie. Un’Italia in grado di accogliere con semplicità i suoi visitatori e lasciare il segno negli occhi e nel cuore.

Bari incarna tutto questo. Questa magnifica città, capoluogo della Puglia, si affaccia sul Mar Adriatico ed è un’antica città ricca di storia, dove ogni angolo si trasforma in una finestra sul passato. Passeggiando tra le vie ed i vicoli della città vecchia, ci si rende conto che Bari non si attraversa, ma è una città che si vive.

Ecco cosa vedere a Bari e rendere il prossimo viaggio in Puglia qualcosa di unico ed indimenticabile.

Bari Vecchia: il cuore vivo della città

Bari Vecchia non è solo il centro storico cittadino. È un vero e proprio mondo a parte, dove il tempo sembra essersi fermato e la vita scorre lenta e genuina. Appena varcata la soglia della città vecchia si viene subito avvolti da un’atmosfera autentica grazie alle strade strette e acciottolate, i panni stesi al sole ed il profumo della focaccia che arriva dai forni.

Un’atmosfera decisamente suggestiva, condita anche dal suono delle voci in dialetto tipico, che rendono unico questo luogo.

Via delle Orecchiette: tradizione viva

Tra le vie del centro storico, si trova anche Strada Arco Basso, una delle vie più caratteristiche di Bari Vecchia, conosciuta con il nome di Via delle Orecchiette. Una pasta tipica, fatta a mano dalle signore che animano le vie della città secondo le antiche tradizioni tramandate di generazione in generazione.

Osservare queste signore e vedere queste mani esperte dare forma alla pasta, con movimenti rapidi e precisi è un’esperienza affascinante. Perché non approfittare e comprare anche delle buone orecchiette come souvenir?

Via delle Orecchiette a Bari Vecchia, tra le cose da vedere a Bari

Fonte: iStock

Bari Vecchia e la Via delle Orecchiette

Basilica di San Nicola: un viaggio nella spiritualità mediterranea

Nel cuore di Bari Vecchia sorge la maestosa Basilica di San Nicola, costruita tra il 1087 e il 1197 per custodire le reliquie di San Nicola, trafugate da Myra.

Si tratta di un luogo sacro, amato non solo dai baresi. È, infatti, un simbolo di unione tra la fede cattolica e quella ortodossa, che attira ogni anno migliaia di pellegrini da tutto il mondo. È una struttura affascinante, caratterizzata da un’architettura in stile romanico ed in pietra bianca, in grado di lasciare a bocca aperta chiunque la visiti.

Poco distante, si trova anche la Cattedrale di San Sabino. Qui, ogni anno, durante il solstizio d’estate, un raggio di luce attraversa il rosone e illumina perfettamente il mosaico sul pavimento: uno spettacolo di architettura e spiritualità.

Il castello Normanno-Svevo: guardiano della città

Camminando verso il mare, è possibile osservare l’imponente Castello Normanno-Svevo, simbolo della città.

Venne costruito nel lontano 1132, e poi ricostruito il secolo seguente da Federico II, e da allora si erge a protezione della città di Bari. Una struttura che ha resistito ad invasioni, terremoti ed incendi e che oggi ospita esposizioni, mostre ed eventi culturali. Attività che accompagnano i visitatori non solo a riscoprire l’atmosfera tipica vissuta da cavalieri e regine, ma anche a godere di un panorama mozzafiato sul lungomare Nazario Sauro.

Lungomare e teatri di Bari al tramonto, tra le cose da fare e vedere a Bari

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Lungomare e vista sul teatro di Bari

Cosa fare a Bari? Luoghi ed esperienze da non perdere

Esperienza culturale nel cuore della Puglia: teatri e mostre d’arte

Ma Bari non è solo passato. È una città dall’animo vivace, moderna e ricca di cultura. Questo lo si percepisce dalla presenza di numerosi teatri in città.

Ad esempio, il Teatro Petruzzelli, ricostruito dopo un devastante incendio, che si trova nel cuore moderno di Bari, punto di riferimento per l’opera, il balletto e la musica sinfonica. Rappresenta un’eccellenza culturale della Puglia ed è anche il quarto teatro più grande d’Italia. tornando a essere un punto di riferimento per l’opera, il balletto e la musica sinfonica

C’è poi il Teatro Margherita, costruito su palafitte nel porto vecchio. Una struttura in stile liberty che oggi ospita mostre d’arte contemporanea, oltre che numerosi eventi culturali e spettacoli.

Inoltre, chi ama l’arte, non può perdersi la Pinacoteca Corrado Giaquinto. Queste opere si trovano nel Palazzo della Provincia sul lungomare. È possibile osservare numerosi dipinti di artisti pugliesi e napoletani, che accompagnano i visitatori in un viaggio attraverso secoli di creatività e bellezza.

Bari da gustare: un viaggio nei sapori

È impossibile parlare di Bari senza parlare di cibo e cedere al richiamo della gola. Qui si mangia bene, sempre e dovunque. Dalla focaccia barese, croccante fuori e morbida dentro, al famoso crudo di mare, freschissimo e profumato.

Un consiglio? Perdersi tra i vicoli di Bari Vecchia o le vie del centro città e assaporare i panzerotti bollenti, ripieni di mozzarella filante e salsa di pomodoro. Oppure, assaggiare le tipiche orecchiette con le cime di rapa, piatto simbolo della città e di un’identità così orgogliosa come quella barese.

Assaggiare i sapori locali vuol dire anche vivere un’atmosfera unica, fatta di convivialità, dove il sorriso con cui viene servito ogni piatto trasformerà un semplice pranzo o una semplice cena in un’esperienza davvero unica, a contatto con la popolazione locale.

Focaccia barese, piatto tipico da provare a Bari

Fonte: iStock

Tipica focaccia Barese

Relax e mare a Bari e dintorni

Per chi è alla ricerca di relax, Bari regala la possibilità di vivere e toccare con mano lo splendido Mar Adriatico. Famoso, come già accennato in precedenza, il Lungomare Nazario Sauro, uno dei lungomari più belli d’Italia. È il luogo ideale per una passeggiata al tramonto, tra palme, lampioni d’epoca e il profumo del mare.

Famosa è anche la spiaggia di Pane e Pomodoro: una vera e propria oasi di relax per cittadini e turisti, dove passare una giornata al mare gustando una buonissima focaccia barese ancora calda.

Invece, chi ha più giorni a disposizione, può esplorare i dintorni di Bari. Infatti, a poco più di mezz’ora si trovano le Grotte di Castellana, uno dei complessi carsici più affascinanti d’Europa. C’è poi la splendida ed iconica Polignano a Mare, con le sue case bianche a picco sul mare e le numerose poesie scritte su porte e muri. O, ancora, Alberobello, con i suoi antichi trulli, che sembrano usciti da un libro di fiabe.

Chi visita Bari se ne va con qualcosa in più. Forse è il mare, forse è la gente o forse è la sensazione di aver trovato un luogo che non pretende nulla, ma riesce a dare tutto: storia, cultura, bellezza e sapori unici. Questi sono i motivi per cui Bari è una città che va vissuta, non solo visitata.

 

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La realizzazione della linea ferroviaria Napoli-Bari riserva incredibili sorprese

Tra le grandi opere che sono in fase di realizzazione in Italia c’è sicuramente la nuova linea ferroviaria ad alta velocità che collegherà Napoli con Bari. Un’impresa immane, con non poche difficoltà, Ma anche con tante sorprese. Ed è proprio durante la costruzione di un tratto che è stata fatta una scoperta eccezionale.

Le scoperte lungo la Napoli-Bari

Un villaggio dell’età del Rame è stato rinvenuto in località Gaudello, in provincia di Caserta, ma anche un tratto di basolato dell’antica via Appia nel Comune di Maddaloni, una frazione di Acerra, nel napoletano, l’antica strada romana conosciuta anche come Regina Viarium che, proprio nel 2024, è entrata a far parte dei Patrimoni dell’Umanità dell’Unesco divenendo così il 60° sito italiano iscritto nella lista. E non sono gli unici ritrovamenti fatti durante la costruzione della linea ad alta velocità delle Ferrovie dello Stato Napoli-Bari. A Ponte, nel beneventano, è stato trovato anche un santuario di epoca ellenistico-romana, ricco di materiale votivo. Tra gli altri reperti portati alla luce anche una villa romana esposta nella sua interezza, riemersa nel Comune di Solopaca, in provincia di Benevento, a una cinquantina di chilometri da Napoli, e numerose sepolture di cultura campana, con ricchi corredi funerari, oltre a monete, oggetti in terracotta e statuine di bronzo.

Sono solo alcuni dei ritrovamenti archeologici rinvenuti nei cantieri lungo le tratte Napoli-Cancello, Cancello-Frasso e Telese-Vitulano e che sono stati rivelati in occasione di una conferenza stampa organizzata dal Gruppo FS che si è tenuta nella stazione di Napoli Afragola, alla presenza di rappresentanti dell’area metropolitana di Napoli e delle province di Caserta e Benevento.

Gaudello

Fonte: Ufficio stampa

Il villaggio dell’età del Rame rinvenuto a Gaudello

Nuove attrattive per l’Italia

Con la realizzazione della nuova linea AV/AC Napoli-Bari, il Gruppo FS restituisce così alla cittadinanza un patrimonio culturale inedito, dove sviluppo infrastrutturale e archeologia convivono. Si tratta della prima tappa di un percorso che proseguirà su tutto il territorio nazionale, con l’obiettivo di mostrare come i cantieri delle grandi opere ferroviarie possano trasformarsi in una finestra sul passato, unendo progresso e radici storiche. Tutti i ritrovamenti attuali e futuri saranno valorizzati, attraverso ricostruzioni virtuali, pubblicazioni, convegni e aperture di nuovi musei.

“Oggi è una giornata importante perché ci fa capire il grande patrimonio culturale che è stato rinvenuto durante i cantieri della Napoli-Bari”, ha commentato Mariano Di Maio, responsabile Autorizzazioni, Ambiente e Territorio per Rete Ferroviaria Italiana (Rfi) “è una conoscenza che altrimenti non avremmo avuto la possibilità di avere grazie a questi scavi che sono avvenuti nell’ambito della cantierizzazione dei nostri lavori ferroviari”.

La nuova linea ferroviaria Napoli-Bari

Il tanto atteso progetto ferroviario prevede il potenziamento e la velocizzazione della tratta Napoli-Bari, che consentirà di integrare l’infrastruttura ferroviaria del Sud del nostro Paese con il Core Corridor “Scandinavia – Mediterraneo”. L’opera strategica di importanza nazionale – e internazionale – migliorerà l’accessibilità di tutte le aree attraversate dai binari per servizi passeggeri ma anche e soprattutto delle merci. Al termine dei lavori, si potrà viaggiare tra Napoli e Bari in sole due ore, contro le circa quattro attuali e tra Roma e Bari in tre ore rispetto alle cinque di oggi. L’opera avrà un costo complessivo di oltre 6 miliardi di euro ed è finanziata interamente, anche con i fondi del PNRR. La linea ferroviaria ad alta velocità-alta capacità tra Bari e Napoli sarà pienamente attiva nel 2028.

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Fonte: Ufficio stampa

Una statuetta maschile in terracotta di età ellenistica scoperta negli scavi per la Napoli-Bari
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MSC, crociere d’autunno sulle rotte più soleggiate del Mediterraneo

Con la stagione del ritorno a scuola ormai alle porte, le ore di luce che si accorciano e quel sentimento diffuso di nuovi inizi, la nostalgia per l’estate potrebbe cominciare a farsi sentire, ma non per tutti. C’è chi non vuole rinunciare ai caldi raggi del sole in destinazioni dove le temperature continuano a essere piacevoli anche a ottobre, novembre e dicembre. La compagnia MSC, con la sua vasta gamma di proposte, soddisfa i viaggiatori autunnali con tratte dedicate al Mediterraneo verso mete famose perché baciate dal sole anche nei periodi vicini al Natale.

Dalle coste della Grecia a quelle della Turchia, dalle immersioni culturali di Valencia al fascino del sud della Francia. MSC offre l’opportunità di scoprire queste e molte altre destinazioni in un periodo perfetto che è quello della bassa stagione: le temperature sono ancora piacevoli perché intorno ai 28 gradi e le strade sono meno affollate rispetto ai periodi di punta come luglio e agosto. Uno degli itinerari più attesi è sicuramente quello che potrete vivere sull’MSC Sinfonia, che include per la prima volta la Grecia. La crociera di sette notti prevede scali a Bari, Pireo/Atene, Corfù, Izmir e Istanbul, in Turchia.

Queste le destinazioni perfette da vivere insieme a MSC per sfuggire all’inverno ancora per un po’.

Izmir, Turchia

MSC Sinfonia farà tappa a Izmir, dove la Turchia si affaccia sul Mediterraneo offrendo un’esperienza unica in un misto di mare e storia. Anche durante l’autunno, la terza città turca per dimensioni offre temperature perfette per godersi la bellezza del litorale e per girovagare tra le sue strade, ricche di bazar e attrazioni storiche importanti. Tra questi citiamo il Museo Archeologico, il quale vanta un’eccellente collezione di reperti provenienti dalla provincia di İzmir e non solo, e l’Agorà, l’unico monumento di epoca pre-ottomana della zona giunto fino a noi. In passato conosciuta con il nome greco di Smirne, Izmir vi permetterà di raggiungere anche siti archeologici bellissimi come Efeso.

Valencia, Spagna

Sulle navi MSC Fantasia, MSC Lirica e MSC Seaside, invece, potrete raggiungere il calore della Spagna e di Valencia. Oltre che offrire fino a 3.000 ore di sole all’anno, ben 272 ore di sole nel mese di ottobre e una temperatura media di 25° a novembre e dicembre, Valencia propone tanti luoghi unici da scoprire: dalle bellezze barocche del Palacio del Marqués de Dos Aguas al Museo de Bellas Artes, che custodisce opere di artisti come El Greco, Goya e Velázquez.

Potrete assaggiare la famosa paella di Valencia e visitare il Museo Oceanografico, quest’ultimo parte di un meraviglioso complesso all’avanguardia noto come Ciutat de les Arts i les Ciències (ovvero la Città delle Arti e delle Scienze). Qui, in pieno autunno, potrete respirare appieno l’atmosfera tipica dell’estate non solo grazie ai 7 chilometri di costa, ma anche a uno stile di vita cittadino che unisce relax e divertimento.

Valencia

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Centro storico di Valencia

La Goletta, Tunisia

Con MSC Grandiosa e MSC Fantasia approderete a La Goletta, dove respirerete l’atmosfera tipica tunisina e scoprirete il suo carattere aperto e vivace. Partecipando a questa crociera, visiterete le principali attrazioni della città di Tunisi e del porto de La Goletta: dalla Medina, riconosciuta Patrimonio dall’UNESCO, con i suoi mausolei e i suoi palazzi, alla città satellite, rivestita di bianco e di ciottoli. Durante questo viaggio potrete unirvi a tour indimenticabili che vi porteranno alle Terme di Antonino, risalenti al 145 d.C., alle cisterne romane di La Malga, progettate per fornire acqua alla città di Cartagine migliaia di anni fa, o alla località balneare di Sidi Bou Said, di ispirazione andalusa, nota per il bianco brillante dei suoi edifici e il blu intenso di porte, finestre e balconi.

Le altre destinazioni coperte da MSC

MSC ha scelto le migliori destinazioni per garantirvi il sole anche durante l’autunno, come Atene: con una media di 265 ore di sole in ottobre e circa 220 ore di sole durante novembre e dicembre, la capitale della Grecia rappresenta la meta perfetta per fuggire dal freddo. In questo periodo potrete sfruttare le temperature miti per perdervi tra le antiche bellezze dell’Acropoli e provare le migliori specialità greche seduti tranquillamente nei tavolini esterni delle taverne. MSC Sinfonia offre itinerari di sette notti che fanno scalo al porto di Pireo ad Atene per tutto l’inverno, mentre MSC Splendida offre itinerari di nove notti da ottobre a novembre.

Anche Malta rappresenta uno dei luoghi più soleggiati d’Europa durante i mesi invernali e registra fino a 263 ore di sole in ottobre e oltre 209 ore di sole in novembre. Su MSC World Europa potrete conoscere da vicino questo piccolo paradiso dove natura e cultura si fondono in un connubio indissolubile. Malta è seguita da Marsiglia, in Francia, che invece vanta una media di 262 ore di sole in ottobre e può essere scoperta viaggiando anche sulle navi MSC Fantasia e MSC Lirica.

Acropoli Atene

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L’Acropoli di Atene al tramonto
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Bari inedita: i posti segreti della città

La città di Bari, capoluogo pugliese che si affaccia sulle acque del Mar Adriatico, è una città dal fascino assolutamente irresistibile e caratterizzata da una storia millenaria, che si mescola con la vivacità e l’allegria che caratterizzano le vie del centro storico.

Bari è nota per il suo lungomare, ma anche per il maestoso Castello Svevo Normano, la Basilica di San Nicola, patrono della città, ed il tanto amato e per l’intreccio di viuzze strette che compone Bari Vecchia. Esiste, però, una Bari meno conosciuta, ricca di angoli nascosti e luoghi segreti che sono in grado di raccontare storie affascinanti ed inedite ai più. Ecco quali sono i posti più suggestivi e misteriosi della città pugliese.

La Chiesa Russa, alla scoperta di un angolo di Russia nel cuore di Bari

Si tratta di una perla nascosta, che si trova fuori dai normali circuiti turistici principali: la Chiesa Russa. Questa costruzione si trova nel quartiere Carrassi, su Corso Benedetto Croce, ed è una chiesa ortodossa intitolata proprio al patrono della città di Bari, ovvero San Nicola, che viene venerato anche in Russia.

Venne costruita nei primi anni del Novecento ed è un esempio straordinario dello stile architettonico ortodosso, con una caratteristica cupola verde che sembra richiamare le chiese del Cremlino di Mosca. Inoltre, la chiesa è circondata da un bellissimo giardino di alberi di limoni, nel quale è presente anche un albergo per pellegrini ed una piccola chiesa intitolata a San Spiridione.

Il fatto che sia lontano dal centro storico, fa sì che la chiesa sia ancora poco conosciuta, conservando un’atmosfera più intima e riservata.

Piazza del Buonconsiglio

Spostandosi verso il cuore storico di Bari, ovvero il quartiere di Bari Vecchia, è possibile incontrare un altro angolo affascinante e quasi nascosto della città. Si tratta di Piazza del Buonconsiglio, uno degli scorci più pittoreschi del capoluogo pugliese, dove i visitatori possono osservare antichi resti di una chiesa di epoca bizantina, che sembra quasi fondersi con l’architettura medievale che caratterizza gli edifici circostanti.

Questa chiesa, dedicata a Santa Maria del Buonconsiglio, e che risale all’incirca al nono secolo, venne demolita negli anni Trenta, ma solo nel 1983 venne riportata alla luce parte della sua struttura antica, oltre che magnifici mosaici del pavimento. Questa piazza è il luogo ideale per scoprire la storia millenaria di Bari, lontano dalle folle dei turisti.

Scorcio di un vicolo di Bari Vecchia, centro storico della città, con piante lungo la via e piccole case tradizionali

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Vicolo del centro storico di Bari Vecchia

A difesa della città: il fortino di Sant’Antonio Abate

Fra le cose da visitare a Bari rientra sicuramente una passeggiata sul bellissimo lungomare cittadino, tanto amato anche dalle migliaia di turisti stranieri che ogni anno visitano la città. Proprio qui si erge il fortino di Sant’Antonio Abate, una struttura che venne costruita in passato per proteggere la città dalle frequenti incursioni dei pirati saraceni.

All’interno di questa struttura, inoltre, si trova una piccola cappella dedicata proprio a Sant’Antonio Abate e che è accessibile al pubblico solo in occasione della festa del santo: il 17 Gennaio. Qui viene conservata una statua in legno del santo, oggetto di venerazione dei diversi fedeli nel giorno di celebrazione.

Dalla struttura, inoltre, è possibile godere di una vista panoramica sul Mar Adriatico e sul centro storico di Bari, il luogo ideale per scattare scatti memorabili di una vacanza alla scoperta di questa meravigliosa città pugliese.

La Chiesa di Ognissanti di Cuti

Poco lontano dal centro di Bari, nella tranquilla campagna di Valenzano, si trova un altro luogo poco conosciuto, ma dotato di grande fascino. Si tratta della chiesa di Ognissanti di Cuti, struttura risalente al dodicesimo secolo, un esempio di architettura romanica ancora perfettamente conservata, che con le sue tre cupole spicca tra le grandi distese di ulivi che la circondano.

Questa chiesa è poco frequentata dai turisti, nonostante abbia una grande importanza dal punto di vista storico ed artistico per la città di Bari. Questo la rende un luogo di pace e preghiera, dove i visitatori possono ammirare bellissimi affreschi e diverse decorazioni degli artigiani locali in epoca medievale. È il luogo perfetto per chi desidera scoprire l’autenticità della campagna pugliese ed immergersi in un’epoca lontana.

I palazzi nobiliari di Bari

Bari è anche una città ricca di splendidi ed antichi palazzi nobiliari. Tra questi, forse il più misterioso è Palazzo Simi, che si trova nel cuore di Bari Vecchia, in uno dei suoi affascinanti vicoli Il palazzo ospita al suo interno un museo che conserva diverse testimonianze della storia barese, come mosaici, ceramiche e vari oggetti che facevano parte della vita quotidiani degli abitanti pugliesi. Il vero segreto di questo palazzo, però, è il fatto che siano stati rinvenuti nei suoi sotterranei i resti di una chiesa paleocristiana.

Un altro palazzo da non perdere sicuramente è Palazzo Fizzarotti, che si trova in Corso Vittorio Emanuele II, un’importante via di Bari che conduce sul lungomare, nel quale è possibile osservare elementi architettonici gotici, rinascimentali e veneziani, oltre alla sua splendida facciata decorata finemente.

Lungomare di Bari, Puglia, con campanile della Cattedrale di San Nicola sullo sfondo

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Lungomare di Bari, Puglia

Nei sotterranei della Cattedrale di San Sabino

Sotto la grande e maestosa Cattedrale di San Sabino si nasconde un segreto che pochi turisti conoscono: la cripta di San Sabino. Un luogo così suggestivo, ricco di storia e spiritualità, dove sono conservate le reliquie del santo e che è in grado di offrire un’atmosfera di raccoglimento, lontano dal caos cittadino. Inoltre, sono presenti diversi affreschi e mosaici risalenti a diverse epoche, che testimoniano la lunga storia proprio di San Sabino.

Bari è una città che non smette mai di sorprendere, una di quelle città che oltre alle sue attrazioni più conosciute ha molto da offrire. Si tratta di luoghi nascosti e storici, come i resti di chiese bizantine, fortini del Cinquecento, musei sotterranei e palazzi nobiliari. È un patrimonio unico nel suo genere, che merita di essere visitato almeno una volta nella vita.

Bari è la destinazione ideale, inoltre, per scoprire il “tacco d’Italia”, la fantastica regione pugliese, punto di partenza per andare a visitare la splendida regione del Salento, ad esempio, con le sue spiagge bellissime, oppure affascinanti città come Otranto, Trani e molte altre. Una vacanza in Puglia può regalare tantissime emozioni e sorprese, perché farsi scappare questa opportunità?

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Cosa vedere a Bari vecchia: ecco le cinque chiese più belle

Una città ricca di storia e di bellezza, che si incontrano a ogni passo regalando a chi la visita la sensazione di riscoprire le epoche del passato. Stiamo parlando di Bari, un luogo le cui radici affondano nel passato più antico, fatto di tradizioni, cultura e bellezza.

Capoluogo pugliese è un luogo molto vivo, da visitare per tantissime ragioni comprese le sue architetture religiose. Le chiese di Bari sono davvero molte, ma noi ve ne raccontiamo cinque che vale la pena inserire in un itinerario di viaggio se si visita la città.

Le chiese più belle e suggestive da visitare a Bari, per una vacanza alla scoperta della storia di questo luogo.

Basilica di San Nicola

Non si può visitare Bari senza vedere la Basilica di San Nicola. Innanzitutto, si tratta di un esempio interessante di romanico pugliese, corrente artistica che ha preso vita in questa regione tra nel periodo che va tra il XI e il XIII secolo. Qui vi sono le reliquie di San Nicola e oggi viene visitata anche per ragioni spirituali.

La sua edificazione è datata intorno ai primi anni Mille ed è stata realizzata su una precedente costruzione per ospitare le reliquie giunte nella città il nove maggio del 1087. Si trova a pochi minuti dal porto e presenta opere che lasciano senza fiato. Da ammirare, ad esempio, è il ciborio datato XII secolo, oppure il monumento funebre di Bona Sforza, regina di Polonia e duchessa di Bari e, ancora, la cattedra dell’abate Elia.

Cattedrale di San Sabino

Un’altra chiesa da visitare in occasione di una vacanza a Bari a la cattedrale di San Sabino, la cui datazione può essere fatta risalire alla prima metà del XI secolo. Anch’essa è un prefetto esempio di romanico pugliese e il suo interno è caratterizzato da tre navate separate, suddivise da due file di colonne.

Conserva un pulpito e un ciborio che sono stati ricomposti utilizzando frammenti originari del XI e XII secolo. Al suo interno vi è un sarcofago in cui è conservato il corpo di santa Colomba di Sens e poi tante opere come la tavola della Vergine Odegitria che si trova nella cripta.

Chiesa San Marco dei Veneziani

Leggenda narra che sia stata eretta come ringraziamento per i veneziani che avevano liberato Bari dai Saraceni nel 1002, stiamo parlando della chiesa di San Marco dei Veneziani che viene citata la prima volta nel 1187.

Si tratta di un esempio di romanico, con un bel rosone a raggiera, a ghirlande e colonnette che si può ammirare sulla facciata esterna. Il suo interno non è più quello originale e vi sono conservate opere molto interessanti e preziose, come un altare databile nel Settecento con tabernacolo.

Chiesa di Santa Teresa dei Maschi

La chiesa di Santa Teresa dei Maschi è stata realizzata nel 1690, mentre il convento nel 1671. Oggi l’interno di questo edificio è divenuto sede della Bibart Biennale Internazionale d’arte contemporanea e museo dei pigmenti naturali colorati, vi si possono ammirare moltissime mostre che si sposano alla perfezione con le opere originali e più antiche qui conservate.

Chiesa di Sant’Anna

La struttura della chiesa di Sant’Anna a Bari è databile intorno all’XI secolo. Lo stile è tipicamente rinascimentale e barocco. Qui si riuniscono tutte le confraternite senza sede e, inoltre, è il luogo in cui avviene la benedizione dei neonati. Un grazioso gioiello da scorpire.

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Cosa fare a Bari secondo gli stranieri

Bari, da “semplice” porta d’accesso della Puglia, negli ultimi anni si sta trasformando in un’affascinante meta turistica: il clima per lo più mite, gli spazi all’aperto, i vivaci ristoranti e bar, le spiagge e la cultura tradizionale attraggono sempre più turisti, anche stranieri, che hanno stilato un elenco su cosa vedere e fare in città.

Perdersi a Bari Vecchia

Il fiore all’occhiello di Bari è la labirintica Bari Vecchia, il suo centro storico, dove incontrare sorprese a ogni angolo: che si tratti delle rovine di un’antica chiesa, di caffetterie improvvisate che offrono squisiti snack fatti in casa o residenti seduti fuori dall’uscio.

Passeggiando tra le vie lastricate di questo cuore pulsante, da vedere sono la Basilica di San Nicola dall’architettura romanica-pugliese e la particolare forma asimmetrica, custode delle spoglie di San Nicola nella cripta, la Cattedrale di San Sabino, anch’essa in stile romanico-pugliese, con il maestoso campanile che domina la città, e il Castello Normanno-Svevo-Angioino, a ridosso della città vecchia, di epoca medievale con un grande fossato, tre torri normanne e mura di difesa angioine.

Da non perdere, poi, la caratteristica e tipica “Strada delle Orecchiette“, il soprannome di “strada della pasta” dato alla zona intorno a Via Arco Basso: è proprio qui che le donne del centro storico asciugano quotidianamente la loro pasta fatta in casa e vendono il prodotto finito fuori dalle loro abitazioni.

Andare alla ricerca di arte e design

Teatro Margherita di Bari

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Teatro Margherita di Bari

Piazza Del Ferrarese, la piazza principale del centro storico, ha iniziato la sua trasformazione in un hub per l’arte, il design e la cultura.

Merita una sosta il Puglia Design Store, scrigno dei migliori talenti contemporanei della regione dove ammirare e acquistare moltissimi prodotti “made in Puglia”: fodere per cuscini stampate in modo audace, gioielli di tendenza, borse di arte astratta, quadri e stampe, accessori moda, complementi d’arredo e molto altro ancora.

Altrettanto interessante è il Museo Teatro Margherita, uno dei teatri storici di Bari, costruito su palafitte, oggi luogo di incontro e confronto sull’arte contemporanea e protagonista di mostre ed eventi di carattere internazionale.

Fare un tour in bicicletta

Per gli amanti delle due ruote, un must può essere partecipare a un tour guidato in bicicletta alla scoperta dei quartieri più intriganti della città: con il commento della guida su come il passato mercantile di Bari ne abbia influenzato il presente e il vento tra i capelli, si assapora e comprende Bari molto più che a piedi.

Una tappa del tour include il mercato ortofrutticolo, in posizione arretrata rispetto alla zona centrale, dove si viene accolti con assaggi di squisite olive e gustosi pomodorini.

Dedicarsi allo shopping

I luoghi principali dove dedicarsi allo shopping a Bari sono Via Sparano e Corso Camillo Benso Cavour, che si estendono paralleli dalla stazione ferroviaria fino al centro storico: qui vi è soltanto l’imbarazzo della scelta, dai negozi più economici alle boutique dei migliori stilisti.

Un’attrazione imperdibile per fare spese e andare alla ricerca di occasioni è il grande outlet di design “Puglia Village” dove trovare articoli a prezzo ridotto di grandi marche del calibro di Adidas, Nike, Levi’s, Calvin Klein oltre alle creazioni di designer italiani di nicchia.