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Scoperte le più antiche mummie al mondo e no, non sono in Egitto

Nell’immaginario comune si pensa che le mummie siano una tradizione egiziana fortemente legata ai faraoni e alla narrazione della popolazione cresciuta sulle sponde del Nilo, ma la storia sta per essere riscritta.

Secondo uno studio, le mummie più antiche provengono invece da diverse aree del sud-est asiatico. Un team di archeologi ha individuato resti umani mummificati datandone la provenienza a 14.000 anni fa, 10.000 prima di quelle egiziane. I ritrovamenti hanno coinvolto la Cina meridionale, il Vietnam, la Malesia e la Thailandia, ma ci sono interessanti studi anche nelle Filippine, in Indonesia e nel Laos.

Le mummie più antiche non sono quelle in Egitto

Lo studio ha coinvolto 54 sepolture presso 11 siti archeologici differenti e ha dato evidenza di come i corpi dei defunti venissero prima essiccati con il fumo e poi deposti in posizioni rannicchiate come quelle ritrovate dagli archeologi. La pratica non è qualcosa di andato perso, alcune popolazioni indigene in Australia e Nuova Guinea ancora la praticano, mostrando come questa continuità culturale sia durata millenni. A occuparsi dello studio è Pnas che ha condiviso tutti i risultati in una ricerca approfondita consultabile sul loro sito.

Le nuove analisi sono state pubblicate su riviste scientifiche internazionali e hanno confermato come molte ossa esaminate mantengano lo stesso tipo di trattamento post mortem. Le tecniche più sofisticate con raggi X e spettroscopia infrarossa hanno individuato alterazioni chimiche che possiamo ricondurre con certezza a una mummificazione tramite affumicatura.

La scoperta delle mummie più antiche in Asia

Pnas

Le mummie più antiche che riscrivono la storia sono state scoperte in Asia

Le posizioni fortemente contorte dei corpi (ginocchia piegate fino al torace, braccia incrociate sotto le gambe, mani legate) suggeriscono che i cadaveri venissero preparati e legati subito dopo la morte, per mantenere una forma compatta durante l’essiccazione. La postura, osservata anche in mummie moderne delle popolazioni Dani della Papua indonesiana, aveva probabilmente un valore simbolico, legato alla conservazione dello spirito o al ritorno al grembo della terra.

In molti casi, i ricercatori hanno notato tracce di bruciature localizzate su crani, femori o articolazioni, mentre altre parti del corpo restavano intatte. Ciò conferma che il trattamento avveniva in prossimità di un fuoco controllato, in un ambiente chiuso e fumoso, piuttosto che tramite cremazione.

La scoperta che riscrive la storia

Tra i siti più significativi spicca Con Co Ngua, in Vietnam, dove gli archeologi hanno riportato alla luce oltre 260 sepolture pre-neolitiche, molte in posizione accovacciata e alcune con evidenti segni di affumicatura. Altri ritrovamenti, come quelli di Huiyaotian e Liyupo nella Cina meridionale, mostrano scheletri piegati in posture così compatte da escludere la presenza di tessuti molli al momento della deposizione.

Secondo Peter Bellwood, coautore dello studio, le popolazioni pre-neolitiche del Sud-Est asiatico praticavano rituali complessi, frutto di credenze condivise che riflettevano una profonda spiritualità e un rispetto ancestrale per i defunti.

Cosa sorprende più di tutto? La continuità etnografica. Gli indigeni della Papua Nuova Guinea, i Dani e gli Anga ancora oggi praticano la mummificazione con il fumo e poi mettendo i corpi di capi e concittadini in quelle posizioni facendo sì che si possa mantenere la loro memoria.

La scoperta delle mummie più antiche del mondo in Asia riscrive la storia e ci fa ripensare a come la tradizione abbia qualcosa in comune, seppur le epoche siano diverse e le localizzazioni geografiche siano tanto distanti.

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L’isola dove sembra di passeggiare sull’oceano: benvenuti a Kalanggaman

Esistono luoghi nel mondo che sembrano creati apposta per far dimenticare il tempo, per lasciarsi alle spalle il caos della vita quotidiana e ricordarsi quanto la natura possa essere potente nella sua semplicità: l’isola di Kalanggaman, al largo della costa di Palompon, nella provincia filippina di Leyte, non fa eccezione.

È un’esperienza, un rifugio di bellezza incontaminata che ha già conquistato il cuore di migliaia di viaggiatori, fotografi e sognatori da ogni dove.

Una striscia di sabbia che danza con il mare

Ciò che rende Kalanggaman riconoscibile all’istante è lo spettacolare banco di sabbia, una lunga striscia bianca che si estende verso l’orizzonte come se volesse abbracciare le acque turchesi che la delimitano.

Ogni marea ne ridisegna i contorni, creando nuove forme e prospettive e trasformando l’isola in un’opera d’arte naturale in continua evoluzione.

Camminare sulla sabbia, con l’acqua che lambisce con delicatezza i piedi e il vento che accarezza la pelle, regala una sensazione di pace quasi surreale. Qui ogni scatto racchiude l’essenza della bellezza tropicale, quella che non necessita di filtri né di artifici.

L’abbraccio cristallino delle acque

L’invito a tuffarsi nelle limpide acque di Kalanggaman è irresistibile. La trasparenza dell’acqua è tale che, anche senza immergersi, si possono scorgere i piccoli pesci che nuotano tra i giochi di luce riflessi sul fondale. Chi cerca un’esperienza più attiva può dedicarsi a nuotate rigeneranti, lasciandosi cullare dalle onde leggere o esplorando le zone più profonde che donano una prospettiva ancora più affascinante di un simile angolo di paradiso.

Sotto la superficie, ecco le vivaci barriere coralline. Fare snorkeling da queste parti significa immergersi in un acquario naturale, popolato da pesci dai colori sgargianti, ricci di mare e creature marine che sembrano appartenere a un sogno. La facilità di accesso ai fondali li rende adatti a chiunque, anche a chi si avvicina per la prima volta al mondo sottomarino. E per chi non dispone della propria attrezzatura, sull’isola è possibile noleggiare tutto il necessario.

Avventure sull’acqua tra quiete e scoperta

Splendida isola di Kalanggaman nelle Filippine

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Veduta della splendida isola di Kalanggaman

Kayak e paddleboard sono attività molto praticate sull’isola, grazie alla tranquillità del mare che circonda le sue coste. Pagaiare lentamente lungo il perimetro, permette di osservare da prospettive insolite la bellezza delle acque limpide e dei banchi di sabbia che emergono come miraggi nel blu.

Oppure, perché non godersi semplicemente l’ozio? Kalanggaman invita a rallentare, a distendersi sulla soffice e candida sabbia, a lasciarsi cullare dal suono placido delle onde e dal canto del vento. È ideale per leggere un libro, per concedersi un sonnellino all’ombra di una palma o rimanere in silenzio a contemplare l’infinito azzurro che si fonde tra cielo e mare.

Un cielo di stelle

Kalanggaman propone anche l’esperienza di dormire sotto un cielo trapunto di stelle. Con strutture ricettive ridotte al minimo, c’è la possibilità di campeggiare e vivere notti di silenzi assoluti e cieli limpidi, lontani dall’inquinamento luminoso: è difficile descrivere la sensazione di addormentarsi cullati dal suono del mare e di svegliarsi con l’aurora che tinge d’oro l’orizzonte.

L’attrezzatura da campeggio si può noleggiare a Palompon.

Come raggiungere un simile sogno

Da Palompon partono con regolarità imbarcazioni che in circa un’ora conducono sull’isola. Soprattutto nei periodi di alta stagione, è consigliabile prenotare in anticipo il posto in barca per evitare spiacevoli sorprese. E sebbene il viaggio sia breve, ha il sapore dell’avventura: solcare le acque calme verso la sottile striscia bianca all’orizzonte prepara già l’animo a ciò che attende.

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Hidden Beach, la spiaggia paradisiaca e segreta delle Filippine

Si chiama Hidden Beach e mai nome potrebbe essere più azzeccato per questa spiaggia che sembra uscita da un film: nascosta tra scogliere calcaree e accessibile solo via mare, è uno dei posti top di Palawan nelle Filippine. Un vero e proprio rifugio tropicale dove nuotare. Si trova nella regione di El Nido e più propriamente sull’isola di Matinloc: la piccola baia protetta, incastonata in un paesaggio spettacolare, è davvero indimenticabile e, non a caso, è stata inserita più volte tra le spiagge più belle del mondo.

Le caratteristiche di Hidden Beach

Si chiama Hidden Beach e è il nome calza a pennello: mantiene proprio ciò che promette, si tratta di una baia nascosta e sorprendente incastonata tra scogliere calcaree alte e raggiungibile solo in barca navigando tra paesaggi suggestivi e da sogno. Una volta varcata la strettoia si viene catapultati in un piccolo paradiso autentico: una laguna tranquilla, protetta, dove l’acqua cristallina accarezza una distesa di sabbia bianca e impalpabile.

È come scoprire un segreto custodito dalla natura. Il mare, limpido e tiepido tutto l’anno, tanto che in ogni mese dell’anno ci sono turisti pronti a tuffarsi e godersi lo snorkeling. a Chi ama il mondo sottomarino resterà incantato dalla varietà di pesci colorati e coralli che si possono osservare facendo immersioni. Anche chi non è un nuotatore esperto può godersi un bagno in sicurezza grazie all’assenza di onde e alla conformazione protetta della baia, anche se la profondità dell’acqua cresce rapidamente ed è bene prestare attenzione.

Questo angolo di natura selvaggia è perfetto anche per i viaggiatori in cerca dello scatto perfetto: le pareti rocciose ricoperte di vegetazione tropicale, la trasparenza dell’acqua e l’atmosfera sospesa nel tempo regalano un colpo d’occhio che lascia senza fiato.

Palawan, Hidden Beach

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La baia di Hidden Beach è raggiungibile solo via barca

Ma attenzione: qui non troverai bar, lettini o servizi di alcun tipo. Hidden Beach è pura, incontaminata; dovrai portare tutto con te, dall’acqua potabile al necessario per proteggerti dal sole, fino alla maschera da snorkeling se vuoi esplorare il fondale.

Il periodo migliore per visitarla? Da dicembre ad aprile quando il mare è calmo e le condizioni meteo sono più serene. Nonostante ciò il paradiso è visitabile tutto l’anno; chi preferisce un clima vivace dovrà prediligere i mesi tra dicembre e marzo mentre da giugno a settembre ci si può aspettare acquazzoni poiché si entra nella stagione delle piogge.

Dove si trova Hidden Beach e come arrivarci

Posizionata nella zona occidentale di Matinloc, la Hidden Beach delle Filippine fa parte dell’arcipelago di Bacuit e più precisamente a Palawan nella zona di El Nido. Una delle sue particolarità è che non è raggiungibile via terra, l’unica modalità per arrivarci è via mare aggregandosi ai tour in barca organizzati. Si parte solitamente da El Nido Town o dalla spiaggia di Corong-Corong. In circa 45 minuti di navigazione tra paesaggi mozzafiato si raggiungono le scogliere dell’arcipelago di Bacuit che faranno da sfondo a foto da cartolina. La vera magia? Quando si attraversa il varco naturale tra le rocce per arrivare alla baia.

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Nelle Filippine esiste un posto dove le tombe sono appese sui monti, ecco Sagada

Quando si pensa alle Filippine, è facile lasciarsi trasportare dall’immaginario da cartolina: acque cristalline, spiagge bianchissime, palme che ondeggiano lente e tramonti infuocati. Un Paese tra i più solari e accoglienti del sud-est asiatico, dove la natura è prorompente e il folklore si tinge dei colori intensi di una cultura fusion, modellata da tre secoli di dominazione spagnola.

Nelle Filippine si parla un idioma ufficiale (il Tagalog, oltre che centinaia di lingue e dialetti) intriso di spagnolo, si mangia adobo e leche flan, si danza al ritmo di tamburi e si prega in chiese barocche circondate dalla giungla. Ma c’è anche un lato più misterioso e affascinante, nascosto tra le montagne dell’isola di Luzon: Sagada, il villaggio delle bare sospese. Di che si tratta? Ve lo raccontiamo noi in questo articolo.

Sagada: il trekking incontra la spiritualità 

Sagada è un piccolo borgo di montagna abbarbicato sulla Cordillera, una delle catene montuose più maestose dell’isola di Luzon. La sua atmosfera fresca e silenziosa, le casette in legno e il verde infinito che lo circonda, lo rendono un luogo perfetto per chi cerca un’alternativa insolita al turismo balneare nelle Filippine. Qui si viene per fare trekking, scoprire grotte profonde, attraversare fiumi facendo rafting e, soprattutto, per immergersi in tradizioni ancestrali che resistono al tempo.

Il cuore pulsante della spiritualità e della cultura indigena di Sagada è la Echo Valley, una gola rocciosa circondata da una vegetazione lussureggiante dove il tempo sembra essersi fermato. È proprio qui che si trova uno dei rituali funerari più sorprendenti del mondo: le bare sospese. Sì, avete letto bene: bare in legno letteralmente appese alle pareti della montagna, come se fluttuassero tra cielo e terra.

Echo Valley e le bare sospese: un cimitero verticale

La vista delle bare sospese è mozzafiato e quasi incredibile. Alcune sembrano incastonate nella roccia, altre poggiate su anfratti naturali o agganciate a travi che sporgono dalla parete calcarea. C’è chi arriva da ogni parte del mondo solo per fotografare questo impressionante cimitero verticale, ma dietro all’impatto visivo si nasconde un rito ancestrale che ha almeno duemila anni di storia.

Sagada, tombe, Filippine

Fonte: iStock

Le tombe appese alle montagne di Sagada

A praticarlo sono gli Igorot, una delle tribù indigene filippine della zona. Secondo le loro credenze, i defunti devono essere seppelliti il più vicino possibile al cielo, così che la loro anima possa raggiungere più facilmente l’aldilà. Un’altra motivazione, decisamente più pratica, riguarda la protezione dei resti: lontani da inondazioni, animali selvatici e profanatori di tombe, i corpi trovano pace in altezza, in una posizione tanto pericolosa quanto sacra.

Le bare, ricavate da tronchi di legno massiccio, sono spesso costruite dalla persona stessa prima della morte. Al momento del decesso, la salma viene posizionata in una sedia cerimoniale, utilizzata per la preparazione del corpo secondo i riti Igorot e poi trasportata fino alla parete rocciosa con l’aiuto di corde e uomini della comunità. Più in alto viene collocata la bara, più onore si attribuisce al defunto.

Riti, rispetto e mistero: la vita (e la morte) secondo gli Igorot

Se l’idea di scalare sentieri scoscesi per rendere omaggio ai propri cari può sembrare estrema, c’è da sapere che nella cultura Igorot il legame con i defunti non si esaurisce con la sepoltura. Dopo cinque anni, le ossa vengono riportate a casa per una festa rituale di più giorni, prima di essere nuovamente trasportate alla parete. Questo rito può essere ripetuto fino a tre volte. Alla fine del ciclo, le ossa rimangono nella casa di famiglia, avvolte in tessuti tradizionali, diventando parte della vita quotidiana della comunità.

Nonostante molte delle bare sospese abbiano più di un secolo, l’usanza non è del tutto scomparsa. Viene ancora praticata, seppur in modo sporadico (e solo in determinate circostanze). Per questo motivo, l’area è oggetto di particolare rispetto: i turisti possono solo osservare da lontano, mentre l’accesso diretto alle bare è riservato esclusivamente ai familiari.

Chi cerca un’esperienza che vada oltre la superficie delle cose, o oltre le onde dell’oceano, troverà in Sagada un viaggio che sfida le altezze, ma anche i luoghi comuni. Perché nelle Filippine c’è molto più di quanto ci si aspetti. E Sagada, silenziosa e misteriosa, è lì per raccontarlo.

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Pasqua nel mondo: 5 tradizioni insolite e sorprendenti che (forse) non conoscevi

Pasqua è ormai alle porte: una delle feste più sentite e celebrate del calendario cristiano, capace di unire spiritualità, tradizione e, perché no, anche un pizzico di magia primaverile. La Pasqua si festeggia in ogni angolo del pianeta, dalla Francia all’Australia, passando per le Filippine e la Finlandia, ciascuno con i propri riti, simboli e curiosità.

Alla base della Pasqua cristiana c’è la celebrazione della resurrezione di Cristo, un inno alla vita che rinasce. Ma a questa ricorrenza religiosa, volendo guardare oltre, si intrecciano anche non poche usanze popolari, miti antichi e simboli condivisi. L’uovo, per esempio, è il re incontrastato della Pasqua: rappresenta la vita che si schiude, la rinascita e, non a caso, si lega perfettamente anche all’arrivo della primavera.

Pronti a scoprire come si festeggia la Pasqua nel mondo? Vi portiamo in viaggio tra 5 tradizioni davvero fuori dal comune. Alcune vi faranno sorridere, altre vi lasceranno a bocca aperta.

Australia: il coniglietto? No grazie, qui c’è il Bilby!

In Australia, il simpatico coniglietto pasquale che tanto piace ai nostri bambini sembra non avere molta fortuna. Al suo posto troviamo il Bilby, un piccolo marsupiale dalle orecchie lunghe, simbolo di una campagna di sensibilizzazione ambientale.

Il coniglio, infatti, è considerato una specie invasiva che ha causato non pochi problemi all’ecosistema locale – e per questo è stato praticamente bandito dai simboli associati alla festività di primavera. Così, i dolci di Pasqua sono stati “riformulati”: via libera a cioccolatini a forma di bilby, il cui acquisto contribuisce a finanziare progetti per proteggere questa specie in via d’estinzione. Risultato? Una Pasqua dolce e sostenibile!

Francia: a Haux si cucina un’omelette gigante 

Dimenticate la colazione classica, soprattutto quella dolce: a Haux, nel sud della Francia, il lunedì di Pasqua è sinonimo di una gigantesca omelette comunitaria. Insomma, niente grigliate.

Si parla di oltre 4.500 uova rotte e mescolate in una padella mastodontica, per servire il pranzo a più di mille persone. Ogni famiglia contribuisce portando le proprie uova e la festa si consuma nella piazza principale del paese, tra forchettate, risate e… bis garantito.

Ungheria: Pasqua a secchiate (d’acqua)

In Ungheria, la Pasqua porta con sé una tradizione piuttosto bagnata. Le donne, vestite con abiti tradizionali, vengono simbolicamente “innaffiate” con acqua dagli uomini il giorno di Pasqua.

Anticamente questo gesto era legato a riti di purificazione e fertilità. Oggi, tra secchiate e spruzzi più o meno improvvisi, è diventato un gioco divertente e folkloristico, soprattutto nei piccoli centri. Certo, meglio portarsi un cambio d’abiti.

Finlandia: ecco le streghe di Pasqua

In Finlandia (e in parte della Svezia), la Pasqua si tinge di atmosfere… da Halloween. I bambini si travestono da streghette, con scope e foulard colorati, e vanno di casa in casa a chiedere dolcetti in cambio di benedizioni e auguri.

Questa usanza nasce da un’antica credenza pagana secondo cui, durante la Settimana Santa, le streghe volassero all’isola di Blåkulla per incontrarsi col diavolo. Per scacciarle, si accendevano grandi falò, ancora oggi parte delle celebrazioni.

Papua Nuova Guinea: alberi di Pasqua e sigarette

Anche qui, dimenticate le uova di cioccolato: nelle zone rurali della Papua Nuova Guinea, gli alberi di Pasqua vengono decorati con sigarette e tabacco.

All’esterno delle chiese, ma anche nelle case, si appendono questi “doni” che vengono poi distribuiti tra i fedeli alla fine delle celebrazioni pasquali. Un’usanza lontanissima dalle nostre, ma profondamente radicata nella cultura locale, dove il tabacco ha un forte valore simbolico e sociale.

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Viaggio zaino in spalla sulla rotta di Pechino Express 2025, tutte le emozioni dell’Asia

Ritorna uno dei programmi televisivi più attesi: stiamo parlando di Pechino Express che, quest’anno, ci porterà fino al tetto del mondo tra avventure e tanti, tantissimi imprevisti. La nuova edizione parte il 6 marzo in esclusiva su Sky e in streaming su Now e vedrà protagoniste nove coppie per un viaggio lungo 6000 chilometri. A disposizione dei viaggiatori, come da programma, ci saranno pochi elementi di base come uno zaino con una dotazione ridotta al minimo e 1 euro al giorno a persona in valuta locale.

Il reality, condotto da Costantino della Gherardesca dal 2013, ci farà scoprire luoghi incredibili tra Filippine, Thailandia e Nepal, in condizioni climatiche in continuo cambiamento che ostacoleranno e metteranno alla prova tutti i partecipanti. Ovviamente non mancherà la parte comica garantita dall’inviato speciale Fru (Gianluca Colucci).

Le coppie in gara quest’anno sono i Medagliati (Jury Chechi e Antonio Rossi), i Complici (Dolcenera e Gigi Campanile), i Cineasti (Nathalie Guetta e Vito Bucci), gli Estetici (Giulio Berruti e Nicolò Maltese), le Sorelle (Samanta e Debora Togni), i Primi Ballerini (Virna Toppi e Nicola Del Freo), gli Spettacolari (Gianluca Fubelli-Scintilla e Federica Camba), i Magici (Jey e Checco Lilloù), le Atlantiche (Ivana Mrázová e Giaele De Donà).

Quali saranno le tappe del viaggio zaino in spalla sulla rotta di Pechino Express 2025? Scopriamo i luoghi dell’Asia che vedremo in tv nelle prossime settimane.

Prima tappa: Filippine

Il viaggio di Pechino Express ci porta davvero “fino al tetto del mondo” perché si svilupperà letteralmente in altezza: la prima tappa, infatti, lunga 140 chilometri, sarà in riva all’oceano, nelle acque cristalline dell’isola di Palawan, nelle Filippine.

Qui i viaggiatori affronteranno le prime sfide della loro avventura, immergendosi nella cultura dell’isola fra pietanze particolarmente lontane dai gusti nostrani, animali e usanze locali. Sullo sfondo degli splendidi scenari oceanici e delle verdi foreste asiatiche, oltre che delle spiagge di Palawan che, ammettiamolo, non hanno paragoni, offrendo opportunità illimitate a chi desidera evadere dalla realtà anche se per un breve periodo.

Pechino Express 2025

Fonte: Ufficio Stampa

Una scena dall’ultima edizione di Pechino Express

Seconda tappa: Thailandia

Dopo le Filippine, i viaggiatori si sposteranno negli altopiani misteriosi e nelle giungle imprevedibili nel nord della Thailandia. Questa zona del Paese è famosa per i suoi templi buddisti, che si ergono maestosi tra le colline, e per i villaggi che conservano con cura le proprie tradizioni secolari. Una delle città più importanti è Chiang Mai, la più grande della regione, che offre un mix vibrante di modernità e storia, con mercati animati, templi dorati e una vivace scena artistica. Rispetto al sud e alle isole, la Thailandia del nord offre ai viaggiatori la possibilità di immergersi in un’atmosfera rilassata (non tanto per i partecipanti a Pechino Express!) e accogliente che invita a un’esperienza autentica e indimenticabile.

Terza tappa: Nepal

Infine, il viaggio di Pechino Express ci porterà in Nepal, un Paese piccolo, ma dalla storia millenaria che si snoda nella catena montuosa dell’Himalaya. Qui ci sono 8 delle 10 montagne più alte del mondo, in primis “sua maestà” l’Everest con i suoi 8848 metri di altezza.

Il Nepal è famoso per essere un vero e proprio paradiso per gli amanti del trekking, tra paesaggi mozzafiato, templi dorati e pittoreschi villaggi di montagna. Non sarà sicuramente un Paese facile per i concorrenti del reality che dovranno affrontare sfide non indifferenti per terminare l’ultima tappa e vincere la finale.

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Viaggiare in inverno, le Filippine sono la meta ideale per una fuga al caldo

Un arcipelago di oltre 7.000 isole, nel cuore del Sud Est Asiatico con una cultura diversa dalla nostra, sì, eppure per certi tratti così vicina: tre secoli di dominazione spagnola hanno forgiato l’identità delle isole filippine e della popolazione, donando loro un senso innato di ospitalità e quel calore e quella solarità che per i turisti sono davvero confortanti e piacevoli, durante un viaggio nel Paese (la lingua ufficiale è il tagalog, ma tutti parlano perfettamente inglese, quindi è anche un plus per il turista!).

Le Filippine sono una meta ideale per coloro che cercano un posto in cui fuggire dai freddi mesi invernali europei: infatti, il Paese regala il clima migliore nei mesi che vanno da dicembre a marzo, mentre da aprile a giugno le temperature diventano eccessivamente alte, seguite poi dalla stagione della pioggia e dei tifoni.

Dunque, l’inverno e i primi mesi della primavera in Italia sono perfetti per partire alla scoperta delle Filippine, ma quali sono le tappe migliori da fare e cosa vedere in un viaggio nell’arcipelago? Ecco una guida su cosa vedere nel Paese per vivere una vacanza al caldo viaggiando in inverno.

Cebu, tra spiagge e sport acquatici

L’isola di Cebu appartiene alla provincia del Visayas ed è una delle tappe più belle da intraprendere durante un viaggio nelle Filippine. Una volta arrivati a Manila dall’Italia, si può iniziare il proprio viaggio prendendo un altro volo per Cebu, la metropoli dell’omonima isola: qui ci si troverà immersi in un contesto urbano ricco di contrasti, come d’altronde in ogni città maggiore delle isole Filippine.

Accanto a grattacieli e centri commerciali pazzeschi (come il celebre Mall of Asia, dove troverete di tutto e servizi estetici a prezzi da urlo, se comparati ai nostri, soprattutto per il cambio valuta estremamente conveniente), si possono vedere le zone più povere della città, non dimenticando infatti che le Filippine sono uno dei Paesi del Terzo Mondo del Sud Est Asiatico.

Cebu, comunque, regala tanta storia e cultura al visitatore: nella città, infatti, sono ancora in piedi le testimonianze del periodo coloniale spagnolo e le si possono ritrovare ad esempio con una visita alla Basilica Minore di Santo Niño e al Forte San Pedro. Uno degli eroi nazionali delle Filippine, inoltre, è Lapu-Lapu, il guerriero indigeno che sconfisse Magellano e gli invasori, ricordato con una solenne e imponente statua sull’isola di Cebu.

Tempio Taoista, Cebu

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Il magico Tempio Taoista a Cebu

Da qui potete fare un’escursione al famoso Tempio Taoista, un luogo in cui vi sembrerà quasi di essere in Cina, piuttosto che nelle Filippine, e anche al Sirao Pictorial Garden, un immenso giardino lussureggiante con tanti punti iconici per scattare foto ricordo indimenticabili.

Sirao Garden, Cebu

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Uno dei punti fotografici a Sirao Garden

Ma l’isola regala molto di più oltre al caos metropolitano: imperdibili, le spiagge, come quella di Paradise Beach e di Mactan, nonché le escursioni alle cascate. Le Kawasan Falls sono una vera e propria meraviglia della natura e offrono al visitatore la possibilità di avventurarsi in un percorso adrenalinico di canyoning: all’inizio potrebbe spaventarvi, se non siete molto agili, però sarete sempre seguiti da una guida locale esperta che vi scatterà persino qualche foto – loro non temono mai di scivolare lungo i torrenti e sulle rocce!

Kawasan Falls, Filippine

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Le splendide Kawasan Falls

Immancabile tra gli highlights di Cebu è Oslob: qui potete vivere la fantastica esperienza di nuotare con degli squali balena! Non lasciatevi intimorire dal loro nome, sono più simili a balene che a squali – e sono innocui.

Oslob, squali balena

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Nuotare con gli squali balena a Oslob

Ma visto che le Filippine hanno anche una ricca e gustosissima scena gastronomica, a Cebu vi consigliamo di provare uno dei piatti tipici: il lechon, ovvero il maialino da latte arrostito, dalla carne succosa e tenerissima. Una vera delizia, da gustare – ovviamente – con del riso bianco (nelle Filippine il riso non manca mai a tutte le ore, fin dalla prima colazione, rigorosamente salata, con uova e salsicce locali) e salsa di soia aromatizzata.

Colazione tipica filippina

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La colazione tipica filippina

Bohol, nella giungla delle Filippine più wild

Da Cebu si parte alla volta di Bohol, una delle isole più incontaminate e selvagge delle Filippine. A Bohol, infatti, la natura regna sovrana: salendo a bordo di un bus tour che vi condurrà alle vostre escursioni, costeggerete strade fatte solo da foreste di altissime palme di cocco e vi sorprenderà scoprire che in mezzo a quella vegetazione ci sono molte persone che vi abitano.

Imperdibili, sull’isola di Bohol, le Chocolate Hills e il Philippine Tarsier Sanctuary. Le Chocolate Hills (ovvero le “Colline di Cioccolato”) sono così chiamate perché durante la stagione secca il loro colore diventa da verde a marrone, facendole assomigliare appunto al cacao. Su queste 1.200 collinette si narrano diverse leggende, una delle quali dice che siano le lacrime di un gigante che un tempo si era innamorato di una fanciulla del luogo.

Chocolate Hills, Bohol

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Le iconiche Chocolate Hills

Il Philippine Tarsier Sanctuary, invece, è un posto magico dove incontrare uno degli animali più buffi e teneri al mondo, il tarsier: si tratta di un piccolo primate notturno, tipico del Sud Est Asiatico, simile a una piccola scimmia dagli occhi enormi.

Filippine, tarsier

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Un piccolo tarsier a Bohol

Un’altra escursione spettacolare da vivere a Bohol è quella in battello di legno sul fiume Loboc: qui sarete intrattenuti da musica, balli e potrete gustare un tipico pranzo filippino detto “boodle fight”. Cos’è il boodle fight? Si tratta di un buffet servito su foglie di banane, che comprende riso, pomodori, verdure, tantissima carne cotta al barbecue e pesce cotto alla griglia o sul carbone, da consumare rigorosamente con le mani. Il più veloce, mangia più degli altri.

Boodle fight

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Il boodle fight, tradizionale pranzo filippino

Palawan,  fiumi sotterranei e island hopping

L’isola di Palawan è una delle più conosciute al mondo e tra le più gettonate per la luna di miele: infatti, qui potrete atterrare a Puerto Princesa, la città principale, dove vi aspetta un romantico e suggestivo boat tour serale sul fiume in compagnia delle lucciole oppure un’escursione al celeberrimo Underground River.

Il fiume sotterraneo di Puerto Princesa è navigabile per 4,5 km della sua estensione ed è percorribile in barca durante una visita guidata: al suo interno ammirerete le straordinarie forme delle rocce carsiche e calcaree, mentre l’acqua del fiume ha uno splendido color turchese-smeraldo.

Underground River, Puerto Princesa

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L’Underground River a Puerto Princesa

Da Puerto Princesa, invece, conviene dirigersi a El Nido – sì, la super famosa El Nido! El Nido è probabilmente il luogo più fotografato sui social media di tutte le Filippine: se pensando alle isole avete in mente spiagge straordinarie, bianchissime e un mare che sembra creato su un set cinematografico, state sicuramente pensando a questo posto.

El Nido, Filippine

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Le splendide spiagge bianche di El Nido

Qui le spiagge e le calette sono una più bella dell’altra, da scoprire con un tour di island hopping, ovvero una visita che vi porterà da una spiaggia all’altra su una barca: durante il tour, inoltre, vi offriranno un tipico pranzo a base di pesce freschissimo e succulenti frutti di mare, arrostito direttamente sulla barca o sulla spiaggia.

Coron, infine, è uno degli spot più belli dell’isola, così bello da togliere il fiato.

Manila, viaggio nella capitale

Se ne avete abbastanza di tintarella, avventure nella natura, relax in spiaggia e acqua di cocco fresca e dissetante bevuta direttamente dalla noce, potete concludere questo tour e scoprire cosa vedere nella capitale delle Filippine, Manila.

Manila è la capitale delle Filippine e, come già accennato, è una grandissima metropoli ricca di contrasti: ci sono zone poverissime, come quella di Tondo (dove non vi consigliamo assolutamente di addentrarvi, perché nucleo della microcriminalità locale), accanto a quartieri ricchissimi e super moderni, come Makati, dove vi consigliamo di alloggiare. A Makati, infatti, sembra proprio di stare a NYC, tra vertiginosi grattacieli e vetrine di alta moda, con firme anche del Made in Italy.

Makati, Manila

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Il quartiere di Makati a Manila

Manila è il luogo ideale per andare alla scoperta dello street food filippino, così famoso da essere una delle cose da fare e da vedere nelle Filippine: nei vari mercati locali all’aperto e non, infatti, vi consigliamo di scoprire e assaggiare il cibo di strada locale. Ce n’è tantissimo: dal famigerato balut (additato come uno dei cibi “horror” del mondo, ma buonissimo e nutriente!), agli siopao, e ancora banana fritta, spiedini di barbecue e tanto altro.

Mercato locale, Manila

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Un mercato locale a Manila

In genere, a Manila potete comunque scoprire la scena gastronomica nazionale e gustare piatti tradizionali come il Fried Rice o l’Adobo.

Manila è anche il luogo ideale per immergersi nella storia delle isole: fate tappa al Forte Santiago e a Intramuros, dopo una passeggiata al Rizal Park e una visita alla monumentale Cattedrale. Vi consigliamo, inoltre, di visitare Casa Manila, una sorta di piccolo museo dove ammirare reperti autentici delle case d’epoca delle famiglie coloniali spagnole e locali. Un consiglio per gli spostamenti? Anche se vi conviene tenere sempre d’occhio i vostri averi, provate il tipico tuk tuk per spostarvi in città (così come nelle isole), è super economico e non vi farà restare ore, ore ed ore imbottigliati nel traffico di Manila. Se comunque doveste prendere un taxi, attenzione alla tariffa: qui i tassisti non usano il tassametro e dovrete contrattare prima con loro un prezzo per la corsa.

Cattedrale di Manila

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La maestosa Cattedrale di Manila

Qual è il periodo migliore per visitare le Filippine?

Dal momento che le Filippine sono un Paese tropicale, i mesi compresi tra giugno e novembre sono quelli cosiddetti “della stagione delle piogge”, ovvero caratterizzati da forti e frequenti precipitazioni e da minacciosi tifoni. Ecco perché il periodo migliore per visitare le Filippine corrisponde all’inverno in Italia, ovvero i mesi che vanno da dicembre a marzo: in questo periodo, infatti, nelle Filippine vi è un clima secco, senza piogge, con giornate soleggiate, ma con temperature che non superano di solito i 34 gradi, ovvero simili alla nostra estate.

Se invece si scegliesse di partire per le Filippine in primavera, cioè da marzo a maggio, malgrado nelle isole si troverebbero splendide giornate di sole, si andrebbe incontro all’estate filippina: sicuri di essere pronti al caldo umido e tropicale e a temperature da capogiro? Solo per temerari e amanti del caldo intenso! Ecco perché, in conclusione, vi consigliamo di fuggire dal freddo europeo alla volta delle Filippine durante i mesi invernali: un mese ideale? Febbraio.

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Boracay: l’isola più incredibile delle Filippine

Alle volte, sfogliano depliant o leggendo articoli che si trovano su internet, capita di imbattersi in immagini talmente tanto belle che è quasi difficile credere che siano vere. Ai tempi di oggi, infatti, non è di certo impossibile che determinate foto siano state migliorate con l’uso dei filtri. Ciò non toglie che, per fortuna, nel nostro mondo ci sono delle località in cui non c’è bisogno di fare niente di tutto questo, dei posti così splendidi che per via dei loro colori non hanno bisogno di essere ritoccati. Ne è un esempio Boracay, probabilmente l’isola più incredibile delle Filippine.

Dove si trova Boracay

Boracay è una piccola ma eccezionale isola delle Filippine che sorge all’estremità settentrionale dell’isola di Panay, nella provincia di Aklan che ha per capoluogo Kalibo, nella Visayas Occidentale. In sostanza è una vera e propria appendice della grande isola di Panay da cui è separata da uno stretto tratto di mare.

Lambita ad Est dal Mar di Sibuyan e a Ovest da quello di Sulu, vanta una curiosa forma a rettangolo al cui centro dello stesso svetta un rilievo alto circa 100 metri, che corrisponde al punto più alto di tutta l’isola.

Boracay, isola delle Filippine

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Un angolo di Boracay visto dall’alto

Cosa aspettarsi

L’Isola di Boracay è piuttosto piccola: ha una superficie di poco più di 10 chilometri quadrati, quindi è lo scenario perfetto di l’isola tropicale che tutti (o quasi) abbiamo cercato di raggiungere almeno una volta nella vita.

Data la sua innegabile bellezza, è una delle più importanti mete turistiche delle Filippine, complice anche la vegetazione tropicale tipica di cui è ricoperta che si specchia su un mare a dir poco sublime

Un lembo di terra eccezionale, ma in cui purtroppo l’arrivo del turismo ha mostrato anche i suoi lati negativi. Per questo motivo nel 2018 (ben prima delle chiusure causate dalla pandemia), Boracay non ha permesso alcun accesso ai suoi desiderosi visitatori per ben 6 mesi.

A seguito di questo periodo, il  sistema fognario è stato migliorato, mentre le spiagge sono state ripulite dall’immondizia e modificate in fatto di posizione di ombrelloni, sdraio e chiringuito.

A mutare sono stati anche alcuni dettagli che riguardano le varie forme di intrattenimento: moto ad acqua e banana boat non partono più dalla riva. Per divertirsi con loro occorre raggiungere una piattaforma che si trova a centinaia di metri di distanza.

Al contempo, sono state bandite bottiglie di plastica e sigarette, e non è nemmeno più permesso organizzare feste in spiaggia. Ad essere controllato è anche il numero dei viaggiatori che possono fare ingresso sull’ isola e sta diventando sempre più frequente l’uso di risciò elettrici.

Boracay è un’isola che desidera e che sta lavorando per diventare sostenibile poiché l’interesse che ha ottenuto sul fronte del turismo internazionale sta minacciando il suo originale ecosistema. Un ambiente dalla bellezza divina e che regala veri angoli di paradiso in terra.

Com'è il mare di Boracay

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Gli incredibili colori di Boracay

Cosa fare

Oltre a rilassarsi su spiagge da sogno e bagnarsi in acque color diamante, Borocay è anche uno spot ideale per fare immersioni. Yapak, tra spiagge incontaminate e hotel di tutti i livelli, nei suoi fondali permette di ammirare coralli pregni di colori che dimorano su una roccia che scende fino a 65 metri di profondità.

A disposizione dei viaggiatori c’è anche la possibilità di noleggiare tutta l’attrezzatura, poiché sull’isola esistono numerosi centri specializzati.

Chi è invece in cerca del panorama più emozionante che quest’isola può regalare, deve dirigersi verso il Monte Luho, ovvero l’unico rilievo di Boracay. Nonostante i suoi appena 100 metri di altezza, permette di ammirare un panorama struggente sulle sue magnifiche spiagge e le acque circostanti dalle mille sfumature di blu. Meta popolare per gli escursionisti, con il suo paesaggio entra direttamente nel cuore dei suoi visitatori.

Un’altra cosa da fare a Boracay sono gli sport acquatici e, in particolare, presso Bulabog Beach che sorge nella costa orientale. Battuta dal vento tra i mesi di dicembre e marzo, permette di praticare divertenti sessioni di windsurf e kitesurf grazie alla brezza che arriva da nord-est e conosciuta con il nome di amihan.

Infine, l’escursione più particolare a cui si può partecipare sull’isola: quella che conduce alla scoperta della Bat Cave, nella zona occidentale. È bene sapere che le condizione all’interno della grotta non sono delle migliori a causa della presenza di rocce scivolose, profili aguzzi e la possibilità di imbattersi in serpenti e pipistrelli.

Monte Luho, panorama

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Una parte del panorama dalla cima del Monte Luho

Le spiagge da non perdere

Questo angolo delle Filippine è un vero paradiso, seppure in alcuni ambienti troppo “umanizzato”, che conserva spiagge che fanno emozionare. Tra i suoi lidi più suggestiie non si può non nominare la famosa White Beach, probabilmente la più conosciuta di tutta l’isola.

Si tratta di una lunga lingua di sabbia fine in cui però sorgono diverse attività commerciali e molte infrastrutture turistiche. Tuttavia, è culla di un arenile bianco come latte, acque turchesi cristalline e tramonti di quelli che non lasciano di certo indifferenti.

Molto bella è anche Puka Shell Beach, una spiaggia che si fa spazio nel versante settentrionale dell’isola. A colpire profondamente è una sua peculiare caratteristica: lungo la sua riva sono presenti tantissime conchiglie che riposano su sabbia bianca accarezzata da acque cristalline. A differenza della spiaggia precedente, qui l’atmosfera è tranquilla e unica, tanto da sembrare una sorta di tempio del relax a cielo aperto.

Un’altra spiaggia da non perdere è Ilig-Iligan Beach che regala persino una vista su diversi isolotti colmi di vegetazione tropicale. Il momento più emozionante per venirci, manco a dirlo, è quello del tramonto. Caratterizzata da un ambiente incontaminato, sabbia bianca e acque azzurre, è anche un luogo ottimale per avventurarsi ad osservare la ricca flora e fauna dell’isola e fare snorkeling.

Infine, Manoc-Manoc Beach che appare agli occhi del visitatori come un luogo unico e incontaminato.

Puka Shell Beach, Boracya

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La bellissima Puka Shell Beach

Quando andare

Il clima di Boracay è di tipo tropicale, quindi caldo e molto umido. Le stagioni sono tre: quella calda da marzo a maggio; la stagione della piogge che va da giugno a novembre; e la fredda che è invece tra dicembre e febbraio.

Tuttavia, non si verificano mai grossi sbalzi di temperatura tra i diversi mesi, tanto che le minime non scendono al di sotto dei 27°centigradi.

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Bohol, l’isola delle Colline di cioccolato

Sapevate che nel mondo esistono le Colline di cioccolato? Meraviglie della natura che creano paesaggi che sembrano usciti da un quadro e che si estendono per circa 50 chilometri quadrati. Si trovano sull’Isola di Bohol, nelle Filippine, un affascinante angolo del nostro mondo dove oltre 1.200 montagnole, completamente ricoperte di vegetazione, raggiungono un’altezza di 30/40 metri. Ma non solo. Queste collinette, infatti, cambiano colore con le stagioni, fino a diventare color cioccolato in piena estate.

Tutto quello che c’è da sapere sulle Colline di cioccolato

No, purtroppo non sono fatte di vero cioccolato. Prendono questo nome per via della vegetazione che le ricopre che diventa “cioccolatosa” in estate. Da molti sono spesso state definite “l’Ottava meraviglia del mondo”, e chi le vede per la prima volta lo conferma ampiamente.

Le loro origini sono antichissime: risalgono a circa due milioni di anni fa e sembrerebbero essere il risultato dei depositi di corallo e dell’azione erosiva esercitata dall’acqua piovana, tanto che al loro interno sono presenti grotte e sorgenti. Inoltre, dal 1988 sono state battezzate come terzo Monumento Geologico delle Filippine, nonché Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO.

Esse sono comprese nel territorio delle città di Carmen, Batuan e Sagbayan e sono altamente suggestive e ricche di leggende. Anche se, è bene specificare, non sono un fenomeno isolato. Di simili ce ne sono anche in Australia e in Indonesia, ma la verità è che sono meno scenografiche.

Colline di Cioccolato filippine

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Le maestose Colline di cioccolato di Bohol

Le leggende che ruotano intorno alle Colline di Cioccolato

Come vi abbiamo detto in precedenza, sembrerebbe che le Colline di cioccolato siano nate a causa del deposito di corallo levigato dall’azione corrosiva dell’acqua piovana. Ciò non toglie che esistano leggende misteriose che nel corso dei secoli hanno cercato di spiegare la nascita di queste affascinanti formazioni geologiche.

Una di queste narra che tali cime, chiamate anche “Chocolate Hills”, sono il prodotto di una snervata lotta avvenuta tra due Giganti e durata diversi giorni. A quanto pare, questi due mitici esseri si sono vicendevolmente lanciati contro sabbia, massi e blocchi di pietra per poi decidere, di comune accordo, di lasciare l’isola. Nonostante questo, tutto ciò che per giorni si erano tirati diede origine alle colline.

C’è poi un’altra leggenda, decisamente più romantica, che racconta di Arogo, un giovane avvenente e molto forte che si era follemente innamorato di una fanciulla mortale, Aloya. Tuttavia, come ogni storia d’amore più mitica vuole, Arogo perse la sua donna, al punto di trovarsi a piangere tantissimo. Fu così che le sue inarrestabili lacrime si tramutarono in colline.

La terza leggenda di cui vi vogliamo parlare narra di un Gigante avido ed ingordo, Carabao, che era solito rubare i raccolti di un villaggio. Fino a quando arrivò il giorno in cui gli abitanti, ormai stanchi ed esausti dei continui saccheggi, decisero di lasciare a Carabao cibo avariato. Dopo essersi nutrito più volte con cibo andato a male, il suo stomaco cedette e defecò per giorni. Ciò vuol dire che, secondo questo racconto, le feci essiccate del Gigante diedero vita alle Colline di cioccolato.

Come visitare le Colline di cioccolato

Lacrime di divinità, lotte tra giganti e ben meno poetici mal di pancia, ma nonostante questo le Colline di cioccolato sono uno spettacolo senza eguali. Tuttavia, non possono essere scalate individualmente ma per fortuna le si può ammirare da due punti di osservazione davvero eccezionali: Chocolate Hills Complex e Sagbayan Peak.

punto panoramico bohol colline cioccolato

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Uno degli splendidi punti panoramici

Il primo si trova a Barangay Buenos Aires, nella città di Carmen, e a detta di molti è il punto di osservazione migliore per ammirare queste peculiare formazioni in tutto il loro splendore. Qui potrete trovare persino un ristorante, sala congressi, piscina, area attività con fontana e i ben 214 gradini da salire per godere di questo panorama.

Il secondo, dal canto suo, è un sito turistico che si affaccia su una valle panoramica con una piattaforma di osservazione e un parco giochi per bambini.

Cos’altro vedere sull’Isola di Bohol

Le Colline di cioccolato sono, senza ombra di dubbio, qualcosa da vedere assolutamente nelle vita. Ma l’isola in cui si trovano, Bohol, possiede molto altro da offrire ai suoi visitatori.

Alona Beach, per esempio, è la spiaggia di sabbia bianca più popolare e sviluppata di Bohol, ma che al contempo riesce a conservare anche un po’ del suo fascino naturale. Le acque sono turchesi, ed è possibile trovare anche sistemazioni adatte a tutte le tasche.

Vale la pena fare un salto anche al Tarsier Sanctuary di Bohol, che si trova a pochi minuti dal villaggio di Corella. Da queste parti prende vita un piccolo centro visitatori dove, accompagnati da una guida, si possono vedere alcuni esemplari di dolci tarsi che vivono liberi sugli alberi della foresta vicino al centro.

tarsi filippine

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Un esemplare di tarsio nelle Filippine

Decisamente interessanti sono anche le cascate di Dam-Agan a Dimiao, dove potersi tuffare in acque turchesi che lasciano davvero senza fiato.

Da non perdere, inoltre, è il Loboc che è un ampio fiume che serpeggia nella parte sud di Bohol. Loboc è anche il nome di un villaggio che sorge sulle sue rive. A bordo di una canoa potete attraversare le sue acque torbide scoprendo una giungla fitta e incontaminata dove si possono fare escursioni. È presente, inoltre, una zipline da brivido che attraversa la valle e il fiume regalando una vista dall’alto spettacolare.

Nel villaggio, invece, si possono anche fare delle mini-crociere sul fiume a bordo di grosse chiatte, che includono il pranzo a buffet con sottofondo di musica.

Molto particolare è la Chiesa di Baclayon, un edificio che conta più di 400 anni e che è un punto di riferimento riconoscibile nella provincia.

Straordinaria anche la Grotta di Hinagdanan che offre una piscina naturale in cui poter fare il bagno in acque fredde che allevieranno il caldo estivo. Non mancano interessanti stalattiti e formazioni rocciose.

Infine, un viaggio nelle Filippine non può prescindere dal mare e l’Isola di Bohol, oltre ad Alona Beach, ha decisamente molto da offrire. Ne è un esempio Momo Beach, generalmente isolata e paradisiaca.

Insomma, l’Isola di Bohol con le Colline di cioccolato e le sue meraviglie è un vero tesoro tutto da scoprire.

filippine bohol mare

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Il mare dell’Isola di Bohol