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Il Palazzo d’Inverno di San Pietroburgo: la dimora che racconta la storia della Russia

Scenografia perfetta di alcuni romanzi russi molto amati, il Palazzo d’Inverno di San Pietroburgo è una delle superstar di quell’antica, nobile e raffinata città della Russia. Sorto anche grazie all’ingegno di un architetto italiano, è oggi uno dei luoghi più visitati di San Pietroburgo ed è considerato parte integrante del grande complesso museale dell’Hermitage. Custodisce storia e storie di ogni tipo, così come molte opere d’arte: il Palazzo d’Inverno è un luogo che incanta e non è difficile comprendere il perché.

Dove si trova il Palazzo d’Inverno

Il Palazzo d’Inverno si trova nel cuore di San Pietroburgo, affacciato su quella piazza che prende il nome direttamente dal fatto che lì si trovi il Palazzo: Dvortsovaya Ploshchad, ovvero Piazza del Palazzo. Il fiume Neva si trova nelle vicinanze, così come la celebre Prospettiva Nevskij, arteria principale di San Pietroburgo.

Il palazzo è facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici: la stazione della metropolitana più vicina è Admiralteyskaya (linea 5, viola), a circa 5 minuti a piedi dall’ingresso principale. In alternativa, si può scendere anche alla fermata Nevsky Prospekt (linea 2, blu) o Gostiny Dvor (linea 3, verde) e proseguire a piedi per circa un quarto d’ora.

Biglietti e orari del Palazzo d’Inverno

Per entrare al Palazzo d’inverno di San Pietroburgo – come è facile pensare – si paga un biglietto. Il costo è di 500 rubli che, attualmente, sono poco più di 5€. L’ingresso è gratuito il terzo giovedì di ogni mese.

Per quanto riguarda gli orari, il Palazzo d’Inverno è aperto tutti i giorni, dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 18. Il mercoledì e il venerdì, chiude alle 21.

La visita a un luogo come il Palazzo d’Inverno di San Pietroburgo può prendere una giornata intera del tuo viaggio in Russia, soprattutto se ti trovi lì in estate, momento in cui anche i giardini trionfano di bellezza. Per questo motivo, è sempre bene arrivare lì al mattino e, soprattutto, è opportuno prenotare sempre i biglietti in anticipo.

La storia del Palazzo d'Inverno di San Pietroburgo

Fonte: iStock

La facciata del Palazzo d’Inverno di San Pietroburgo

La storia del Palazzo d’Inverno

Il Palazzo d’Inverno fu costruito tra il 1754 e il 1762, su progetto dell’architetto italiano Bartolomeo Rastrelli. Questo architetto nacque in Francia da famiglia italiana e lavorò prettamente in Russia, tanto da meritarsi la naturalizzazione.
Fu l’Imperatrice Elisabetta di Russia a commissionare questo palazzo e lo volle per farlo diventare la residenza ufficiale degli Zar russi. Quella fu proprio la sua funzione fino alla Rivoluzione d’Ottobre, avvenuta nel 1917. Il palazzo sostituì una precedente costruzione del XVII secolo, eretta da Pietro il Grande, fondatore della città di San Pietroburgo.

Tra i suoi inquilini più importanti ci fu Caterina la Grande, che vi risiedette a lungo, trasformandolo in un centro politico e culturale, arricchendolo di opere d’arte e sostenendo la nascita del futuro Museo dell’Hermitage. Dal 1922 fa parte del complesso museale statale dell’Hermitage, uno dei più importanti e visitati al mondo.

Cosa vedere all’interno del Palazzo d’Inverno

Visitare il Palazzo d’Inverno è molto più di un semplice un semplice giro al museo o dentro un palazzo storico: è un viaggio attraverso la grandezza passata della Russia e dentro quelle atmosfere immortalate da non so quanti libri o film. Al suo interno, potrai trovare raffinatezza artistica e stanze pronte a stupirti. Aspettati di vedere oggetti unici, sia a livello di mobilio che di opere custodite ed esposte. Sognare non è difficile là dentro: del resto, spesso il Palazzo d’Inverno di San Pietroburgo è definito come la Versailles di Russia e un perché ci sarà.

Una volta dentro al Palazzo, ecco alcuni elementi che spiccheranno e che diventeranno tappe fondamenti della tua visita a quella reggia così invidiata e ammirata.

  • Lo Scalone d’Onore
    Ogni reggia o palazzo che si rispetti ha uno scalone d’onore che serviva più per mostrare la grandezza della famiglia che risiedeva in quella dimora che a far salire, a tutti gli effetti, gli ospiti al piano nobile. Quello del Palazzo d’Inverno di San Pietroburgo è un’imponente scala barocca decorata con marmo, stucchi dorati e affreschi.
  • La Sala del Trono (detta anche Sala di San Giorgio)
    Maestosa e solenne, questa sala era il luogo delle cerimonie ufficiali che si tenevano in nome dello Zar o in sua presenza. Le proporzioni della Sala del Trono di San Pietroburgo sono davvero enormi e non mancano decori legati al periodo Neoclassico.
  • La Galleria del 1812
    Tutti i palazzi subiscono delle ristrutturazioni, soprattutto se l’intento è quello di celebrare qualche evento storico. Questa galleria è stata aggiunta proprio nel 1812, per celebrare la vittoria russa contro Napoleone. Attualmente ospita oltre 300 ritratti dei generali dell’epoca.
  • La Sala di Malachite
    Una sala per dire al mondo quanto si fosse potenti. Ecco perché esiste la Sala della Malachite all’interno del Palazzo d’Inverno di San Pietroburgo. Questo minerale così particolare è tanto raro quanto prezioso e simboleggia lusso e potere. Al tempo dei Romanov, era usato come salotto ufficiale della Zarina.
  • Appartamenti Privati degli Zar
    Una parte del percorso museale ti porterà nei luoghi in cui la famiglia imperiale viveva la propria lussuosa quotidianità.  Negli appartamenti privati troverai con arredi originali, oggetti personali e opere d’arte d’epoca.
Cosa vedere nel Palazzo d'Inverno di San Pietroburgo

Fonte: iStock

Il Loggiato del Palazzo d’Inverno

L’arte nel Palazzo d’Inverno di San Pietroburgo

Se sei un appassionato d’arte, il Palazzo d’Inverno di San Pietroburgo è sicuramente nella tua bucket list perché custodisce dei capolavori assoluti e una parte significativa delle smisurate collezioni del Museo dell’Hermitage. Le opere esposte sono di varie epoche e vari stili, coprendo un arco temporale che va dall’antichità al XX Secolo.

Uno dei “passatempi” più in voga per l’aristocrazia era possedere opere importanti, soprattutto dei maestri del XV e XVI Secolo. La nobiltà russa non si è risparmiata, in quanto ad acquisti. Ecco perché troviamo, oggi, tante opere importantissime – di autori che non hanno mai messo piede in Russia – a San Pietroburgo.

Alcune delle aree tematiche delle collezioni esposte sono:

  • Pittura italiana del Rinascimento: molte opere di pittori a noi molto conosciuti sono al Palazzo d’Inverno. Troverai, infatti, alcuni lavori di Leonardo da Vinci, Raffaello, Tiziano e Caravaggio.
  • Scuola fiamminga e olandese: non mancano quadri di Rembrandt, Rubens e Van Dyck.
  • Arte francese del XVIII-XIX Secolo: particolarmente degna di nota è la collezione di opere degli Impressionisti come Monet, Renoir, Cézanne, oppure quadri davvero preziosi di Van Gogh e Matisse. Le opere impressioniste furono parte del “grande bottino” della Rivoluzione: si trattava, infatti, di acquisti fatti da facoltose famiglie non legate ai Romanov. Vennero comunque confiscate e “nazionalizzate” per essere esposte nel museo.
  • Scultura e arti decorative: non mancano collezioni di bronzi antichi, ceramiche, arazzi e gioielli provenienti da tutta Europa e anche dall’Oriente.

Il Palazzo d’Inverno nei libri

Tanti viaggiatori conoscono il Palazzo d’Inverno di San Pietroburgo, anche senza aver mai varcato il confine con la Russia. Come mai? Questa imponente dimora era una presenza importante anche nella vita di molti russi e, per questo motivo, è finita più volte in opere letterarie. Alcune delle quali, poi, sono diventate film.

Qualche esempio? Possiamo iniziare da Il Dottor Živago, di Boris Pasternak. Il libro venne pubblicato nel 1957 e, nel 1965, venne portato sotto gli occhi di tutti grazie al film interpretato da Omar Sharif e Julie Christie. Al primo accenno strumentale della celebre colonna sonora, tutti si immaginano la Russia di quel periodo. Nella prima parte del libro troviamo l’assalto al Palazzo d’Inverno da parte dei Bolscevichi.

Un altro romanzo russo conosciuto dal grande pubblico è Il Maestro e Margherita di Michail Bulgakov, pubblicato postumo nel 1966. Un libro potente e complesso che contiene molti rimandi e descrizioni del Palazzo d’Inverno di San Pietroburgo.

Celebre e spesso citato da chi va a vivere le notti d’estate in Russia, Le Notti Bianche di Fëdor Dostoevskij vede il Palazzo d’Inverno non come protagonista ma come sfondo e scenografia di molte passeggiate. Sicuramente un libro che può diventare anche una perfetta guida per un viaggio in Russia che abbia San Pietroburgo come centro.

Se c’è un libro che, invece, può fare da guida turistica dentro il Palazzo d’Inverno, quello è Caterina La Grande di Henri Troyat. Si tratta di un’opera biografica, pubblicata nel 1977, che descrive, molto spesso, minuziosamente quella sontuosa dimora che fu testimone di molta della vita della grande Caterina.

Le sale del Palazzo d'Inverno di San Pietroburgo

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Le sale del Palazzo d’Inverno di San Pietroburgo

Fatti curiosi sul Palazzo d’Inverno

Un luogo come il Palazzo d’Inverno di San Pietroburgo non custodisce solo storia, arte e bellezza. È anche capace di essere uno scrigno di curiosità da scoprire proprio viaggiando.

La prima ti piacerà se ami i gatti: da oltre 250 anni, i sotterranei del palazzo ospitano una colonia di gatti. Vennero, infatti, introdotti da Elisabetta I per combattere i topi presenti in quell’area della città. Sembrava il metodo più comodo ed efficace. Generazione dopo generazione, quegli adorabili felini – o meglio, i loro discendenti – sono ancora lì. Oggi sono considerati veri e propri “custodi” delle opere d’arte e di tutto il palazzo.

Una seconda curiosità riguarda il colore del Palazzo d’Inverno. Se cercherai delle immagini storiche, soprattutto quelle dei dipinti che hanno immortalato questa residenza, ti renderai conto che il Palazzo ha cambiato spesso colore.

Nel corso dei secoli, infatti, la tonalità della facciata del è cambiata più volte. Originariamente era rosa ma divenne, poi, gialla perché quello era il colore imperiale dei Romanov. Infine, assunse il colore verde pallido che lo rappresenta anche oggi.

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Metro di San Pietroburgo, un gioiello architettonico sotterraneo: linee e info

Tra le metropolitane più belle al mondo, la metro di San Pietroburgo in Russia è un vero gioiello architettonico che si sviluppa su 5 linee: solo 4, tuttavia, si intersecano tra loro. Ma non è l’unico aspetto a renderla tanto caratteristica, considerando che è tra le più profonde al mondo. Se abbiamo in programma un viaggio qui, allora approfondiamo tutte le informazioni utili da sapere prima di partire.

Metro di San Pietroburgo, la storia

La metro di San Pietroburgo in Russia è considerata un vero e proprio tesoro sotterraneo: si sviluppa precisamente su 5 linee, estendendosi per 114 km, con 69 fermate. Tuttavia, la metro è in evoluzione: nel 2025, sono previste ulteriori aggiunte. Fino al 2009, nessuno ha potuto scattare delle foto una volta giunti nella metro di San Pietroburgo, e il motivo è semplice: originariamente, infatti, doveva essere un luogo di riparo in caso di attacco nucleare.

Possiamo definirla di certo una metro particolare, perché non è funzionale solo per spostarsi, in quanto Avtovo si presenta come una stazione finemente decorata, arricchita da elementi d’arte che risalgono all’epoca sovietica, con candelabri che pendono dal soffitto e colonne. Un vero e proprio gioiello sotterraneo: si trova in profondità, e la stazione di Admiraltejskaja arriva a 85 metri sotto terra, guadagnandosi la quinta posizione nella classifica delle metropolitane più profonde al mondo.

Gli orari, i biglietti e le tariffe

Una delle fermate della Metro di San Pietroburgo

Fonte: iStock

Una delle fermate della Metro di San Pietroburgo

Per chi ha in programma un viaggio a San Pietroburgo, la metro è funzionante tutti i giorni della settimana a partire dalle ore 5:45 fino alle 0:30. La frequenza, invece, dipende strettamente dalla linea e dall’orario, ma in genere, soprattutto negli orari di punta, è di 2 o 4 minuti. Per quanto riguarda invece i costi, un biglietto costa 0,64 euro, ovvero 60₽. Tuttavia, soprattutto se si desidera rimanere per qualche giorno per esplorare le bellezze di San Pietroburgo, consigliamo di scegliere una tessera elettronica ricaricabile, che costa anche meno rispetto al singolo viaggio.

Le 5 linee: fermate e info utili

Aggiungiamo un po’ di info utili in merito alla stazione della metropolitana di San Pietroburgo. Prima di tutto, è considerata molto pulita ed efficiente: i treni infatti si alternano in pochi minuti, e in alcuni casi persino entro 45 secondi negli orari di punta. Le linee, invece, sono 5: quella rossa è stata inaugurata nel 1955 ed è lunga 29,6 km. La durata di viaggio totale è di 44 minuti e presenta ben 19 stazioni. Va da Prospekt Veteranov a Devjatkino.

Invece, la linea blu, inaugurata nel 1961, è lunga ben 30,1 km, il viaggio dura 43 minuti e passa per ben 18 stazioni: l’itinerario è da Kupčino a Parnas. Passiamo alla linea verde, la cui apertura risale al 1967: si compone di 10 stazioni per un tragitto lungo 20,6 km e il cui viaggio dura 33 minuti (da Primorskaja a Rybackoe). C’è poi la linea arancione, che risale al 1985, con 9 stazioni, per un percorso che dura 18 minuti e che si estende per 11,2 km: va da Spasskaja a Gorny institut. Infine, l’ultima linea, ovvero quella viola, è la più recente, ed è stata inaugurata nel 2008. Vanta un percorso lungo 20,1 km, si ferma per 12 stazioni e il viaggio dura 30 minuti da Komendantskij a Meždunarodnaja.

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Il lago rosa della Crimea è uno spettacolo della natura

Il lago rosa di Sasyk-Sivash, nella città di Yevpatoria, nella parte occidentale del Penisola di Crimea, è uno spettacolo della natura e ogni anno era solito attirare migliaia di turisti curiosi di vedere questo specchio d’acqua dall’insolito colore e di scattarsi selfie. Il Sivash (o Sivaš), comunemente chiamato anche Mare Marcio, consiste in un sistema di baie e di lagune di grande superficie a Ovest del Mar d’Azov. E pensare che questo luogo di incredibile bellezza dal 2014, a causa della crisi in Crimea, è attraversato dal confine tra la Russia e l’Ucraina. Oggi sono pochi i visitatori che osano andarci.

Perché il lago di Sasyk-Sivash è rosa

La profondità massima delle acque del lago Sivash o Sivaš non supera i 3 metri e il fondale è coperto da uno strato molto spesso – anche dieci metri – di sedimenti salini e carbonici. Le sue acque sono talmente salate – fino all’87 per cento – che la superficie assume delle sfumature che vanno dal rosa chiaro al rosso vermiglio a causa della presenza massiccia di un’alga che vive nell’acqua salata, la Dunaliella, capace di sopravvivere anche in ambienti terribilmente inospitali grazie ad alcuni meccanismi di difesa che la proteggono dalle radiazioni solari e dalla pressione osmotica.

Perché è chiamata anche Mare Marcio?

D’estate, la superficie dell’acqua si riscalda gradualmente emettendo uno sgradevole odore sulfureo, da cui il nome di Mare Marcio. Ed è anche a causa della forte evaporazione dell’acqua che, in questa stagione, emergono delle ampie superfici asciutte che appaiono come un deserto di sale.

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Fonte: IPA

Il deserto di sale del lago Sivash

Cosa sono le strane formazioni in mezzo al lago?

Un’altra caratteristica del lago di Sivaš è data dai particolari funghi di sale ovvero delle incrostazioni saline che prendono la forma di un fungo, la cui formazione è dovuta sempre all’evaporazione dell’acqua nei mesi estivi. Il lago ha anche dato il nome a una stazione ferroviaria sorta nei pressi dell’omonimo villaggio.

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Fonte: IPA

Le formazioni saline sulle acque del lago Sivash

Quando visitare il lago rosa

Il Lago Sivaš è diventato, col tempo, una meta molto ambita soprattutto tra gli amanti della natura e gli appassionati di fotografia. Vedendo il paesaggio nella sua totalità, infatti, non si può che rimanere incantati dalla sua bellezza. Durante i periodi estivi la magia si intensifica ed è il momento migliore per visitarlo, quando l’acqua evapora, facendo emergere, così, parti di superficie che trasformano il paesaggio nel deserto salino. Durante l’evaporazione, inoltre, l’alga si riproduce più velocemente raggiungendo la sua massima diffusione e donando al bacino sfumature ancora più intense. L’effetto visivo è strabiliante, d’altro canto questo fenomeno porta con sé un odore sulfureo molto pungente e a tratti decisamente sgradevole. Ma vale il viaggio.

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Estate sul treno storico più panoramico d’Italia

Chi l’ha provata sostiene sia la ferrovia più bella e panoramica d’Italia. Attraversa paesaggi solitari, selvaggi, meravigliosi. Luoghi che ricordano la Siberia, fredda e innevata d’inverno, secca e calda d’estate, motivo per cui è chiamata Transiberiana d’Italia.

Questa linea ferroviaria attraversa l’Abruzzo e il Molise, due Regioni poco abitate e con paesaggi naturali incontaminati come pochi ormai in Italia. È il viaggio perfetto da fare in famiglia o per tutti coloro che desiderano farsi trasportare alla scoperta delle bellezze naturalistiche e dei centri storici più pittoreschi del Centro Italia.

La Transiberiana d’Italia

La tratta ferroviaria collega Sulmona a Isernia. In passato, è stata una rotta piuttosto frequentata, poi dismessa, e recuperata solo negli ultimi anni. Venne costruita e inaugurata alla fine dell’800, un’opera di ingegneria che richiese molto impegno.

Transiberiana Italia

Fonte: Claudio Colaizzo

La tratta ferroviaria collega Sulmona a Isernia

Basti pensare che la stazione di Rivisondoli-Pescocostanzo, una delle tappe più belle dell’itinerario, si trova a un’altezza di 1.268 metri, aggiudicandosi il titolo di seconda stazione più elevata della rete ferroviaria italiana (la più alta è quella del Brennero).

Una tratta ferroviaria storica

Per molti decenni, il tracciato, lungo 129 chilometri, è stato percorso da treni affollati di lavoratori e turisti, ma anche da convogli merci e da vagoni adibiti a trasporto di animali, dal momento che costeggia le principali vie della transumanza d’Abruzzo e del Molise.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, tuttavia, la Transiberiana d’Italia perse gran parte della sua importanza. Tra il 2010 e il 2011, venne definitivamente chiusa, per gli ingenti costi di gestione e lo scarso traffico ormai presente sul territorio. Ma un percorso così affascinante non poteva cadere nel dimenticatoio. Così, la linea Sulmona-Castel di Sangro è entrata a far parte del progetto Binari senza tempo ed è diventata oggi una tratta storica frequentata da migliaia di visitatori ogni anno.

L’itinerario della Transiberiana d’Italia

Un tracciato spettacolare che da solo vale un viaggio, attraverso centri abitati grandi e piccoli, dove la storia ha lasciato numerose e pregevoli tracce insieme a tradizioni artigianali ancora oggi praticate, ma anche parchi e paesaggi meravigliosi, tanto che il suo secondo nome è proprio “Ferrovia dei Parchi“.

Transiberiana-Italia

Fonte: Luca Catasta

La “Ferrovia dei Parchi” tra Maiella e Alto Sangro

È una vera e propria arrampicata sulla Maiella fino agli Altipiani Maggiori d’Abruzzo a quasi 1300 metri di quota, lungo distese completamente innevate durante l’inverno, per poi scendere sulla valle del fiume Sangro ed entrare nel verdissimo territorio dell’Alto Molise, tra vallate, panorami, sentieri e paesi di montagna.

Gli itinerari possono essere diversi e arrivare a Carovilli, un borgo dell’alto molisano, Castel di Sangro, un borgo dalle origini antichissime, oppure a Roccaraso, una delle principali località turistiche di montagna non soltanto dell’Abruzzo ma dell’intero Appennino.

Le escursioni

Anche le soste possono essere diverse e scelte autonomamente dai viaggiatori. Bellissima è quella alla stazione di San Pietro Avellana-Capracotta, dove visitare la riserva naturale Unesco Montedimezzo-Collemeluccio Alto Molise, una delle aree protette con la più diffusa biodiversità dell’Appennino.

transiberiana-italia-abruzzo-estate-2018

Fonte: @Abruzzo Instarail

Tra montagne e riserve naturali

Altrettanto interessante è la fermata ad Alfedena-Scontrone, dove si possono visitare due località dell’Alto Sangro, con un servizio di bus dedicato e una visita guidata dei due graziosi centri storici e del polo museale diffuso, toccando il suggestivo parco fluviale del Rio Torto nel centro di Alfedena e il belvedere di Scontrone che domina tutta la Val di Sangro.

Da non perdere è poi l’escursione a Campo di Giove, ai piedi della Maiella, con il suo grazioso centro storico tra vicoli, archi e antichi palazzi in pietra, mentre alla stazione di Palena, seconda sosta intermedia nello splendido scenario del Quarto di Santa Chiara, a oltre 1200 metri di quota, si può partecipare alla visita guidata dell’Eremo Celestiniano della Madonna dell’Altare, una fantastica roccaforte che sorge su una rupe, sorta là dove l’eremita Pietro Angelerio, poi futuro Papa Celestino V, si ritirò in una grotta.

A bordo di treni storici

Questo viaggio è reso ancora più affascinante perché fatto con treni storici. Le vetture d’epoca sono trainate da un locomotore a trazione termica. Le carrozze sono le cosiddette “Centoporte”, vetture risalenti agli Anni ’30, dai suggestivi interni e sedute di legno, composte ciascuna da quattro ambienti, con porte di salita e discesa su entrambi i lati.

Fonte: Wikipedia

Un’opera di ingegneria unica

Talvolta vengono impiegate le carrozze “Corbellini”, delle vetture più recenti, risalenti agli Anni ’50. Essendo vetture originali, a bordo è presente l’impianto di riscaldamento per la stagione fredda, mentre non è c’è l’aria condizionata, compensata però dai finestrini e dall’aria frizzante di montagna.

Le partenze estive

La Transiberiana d’Italia viaggia quasi tutto l’anno durante i weekend e ogni stagione ha un motivo per essere percorsa. D’estate, grazie alle belle e lunghe giornate soleggiate, regala tantissime esperienze da vivere all’aria aperta, facendo sosta nelle diverse tappe del treno.

Ecco le prossime date:

  • 25 giugno – Sulmona-Carovilli A/R
  • 26 giugno – Sulmona-Castel di Sangro A/R (evento speciale “Straor… binario)
  • 2 luglio – Sulmona-Carovilli A/R
  • 3 luglio – Sulmona-Carovilli A/R
  • 9 luglio – Sulmona-Carovilli A/R
  • 10 luglio – Sulmona-Carovilli A/R
  • 16 luglio – Sulmona-Carovilli A/R
  • 17 luglio – Sulmona-Carovilli A/R
  • 23 luglio – Sulmona-Castel di Sangro A/R
  • 24 luglio – Sulmona-Castel di Sangro A/R
  • 30 luglio – Sulmona-Castel di Sangro A/R
  • 31 luglio – Sulmona-Castel di Sangro A/R
  • 6 agosto – Sulmona-Castel di Sangro A/R
  • 7 agosto – Sulmona-Roccaraso A/R
  • 13 agosto – Sulmona-Castel di Sangro A/R
  • 14 agosto – Sulmona-Roccaraso A/R
  • 20 agosto – Sulmona-Castel di Sangro A/R
  • 21 agosto – Sulmona-Roccaraso A/R
  • 27 agosto – Sulmona-Castel di Sangro A/R
  • 28 agosto – Sulmona-Roccaraso A/R.

Info e prezzi

La partenza da Sulmona è sempre tra le 8.45 e le 9.00, mentre l’orario di rientro varia a seconda della stagione e della lunghezza dell’itinerario ed è tra le 19.00 e le 20.00 durante la stagione con più ore di luce, mentre d’inverno il rientro è previsto tra le 18.00 e le 19.00.

Il biglietto del treno storico costa 40 euro A/R per gli adulti e 20 euro per i bambini 4-12 anni non compiuti, mentre è gratuito fino ai 4 anni d’età (senza posto a sedere, uno per ogni adulto accompagnatore e solo se appartenente allo stesso nucleo familiare) e per persone con disabilità.

Le biciclette sono ammesse sul treno senza alcun supplemento, ma vanno consegnate alla partenza al personale per essere riposte sull’apposito carro bagagliaio posizionato in coda treno, dotato di rastrelliera bici.