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Tour delle Marche in autunno: cosa vedere?

L’autunno è una delle stagioni migliori e più suggestive per visitare le Marche, la splendida regione del centro Italia, un gioiello probabilmente ancora fuori dalle grandi rotte turistiche, che merita assolutamente di essere esplorato. Cosa ha da offrire questa regione?

Oltre ai borghi storici, fra i più belli d’Italia, sicuramente la gastronomia marchigiana è molto apprezzata a livello nazionale, e non solo, come del resto la sua grande cultura e storia artistica. Inoltre, in autunno percorrere le strade delle Marche permette di scoprirne i suoi fantastici paesaggi: i colori caldi delle colline e la tranquillità dei luoghi meno affollati, insieme alla presenza di un clima piuttosto mite, fanno delle Marche una meta ideale per chi cerca una vacanza rilassante. Ecco, quindi, un itinerario alla scoperta delle Marche in autunno.

1. I borghi medievali e le città d’arte

Uno degli aspetti più affascinanti delle Marche è la grandissima quantità di borghi medievali che si incontrano lungo il cammino, percorrendo le sue strade. Fra tutti si cita sicuramente Urbino, la città natale di Raffaello e patrimonio dell’UNESCO, un gioiello marchigiano che merita assolutamente una visita. Qui è possibile passeggiare fra le sue vie così suggestive e visitare il Palazzo Ducale, una tappa quasi obbligatoria per gli amanti di storia ed arte, durante l’autunno rende tutta l’atmosfera ancora più magica.

Un altro borgo imperdibile è Gradara, piccola cittadina famosa per il suo castello, capace di attirare migliaia di visitatori ogni anno, e che fa da sfondo alla tragica storia d’amore raccontata nella Divina Commedia tra Paolo e Francesca. In questo famoso borgo delle Marche le giornate autunnali sono ideali per visitare le fortificazioni medievali, ma soprattutto passeggiare fra i viali alberati caratterizzati dai colori autunnali e godere del panorama sulla colline circostanti.

Infine, spostandosi verso l’interno, si consiglia anche di scoprire il borgo di Cingoli, in provincia di Macerata e con appena circa diecimila abitanti, e che viene considerato come il “balcone delle Marche”, in grado di regalare una vista spettacolare che si estende fino al mar Adriatico. Qui, i colori autunnali regalano paesaggi unici, che sembrano quasi essere usciti da un dipinto.

2. Il  Parco Nazionale dei Monti Sibillini

Per gli amanti della natura e delle attività all’aperto, cosa c’è di meglio che esplorare il Parco Nazionale dei Monti Sibillini nel periodo autunnale? Le temperature non eccessivamente fredde rendono le passeggiate in questo meraviglioso parco molto piacevoli, anche per l’atmosfera che si crea grazie ai colori caldi delle foglie, che trasformano i sentieri in un vero e proprio quadro vivente.

Una delle escursioni migliori da fare è quella che conduce al Lago di Pilato, un piccolo lago glaciale che si trova in una conca fra le montagne. Inoltre, il parco è ricco di leggende, come quella più famosa che riguarda la Grotta della Sibilla, che si dice fosse la dimora di una profetessa in grado di predire il futuro. Una visita a questa grotta permette di immergersi nella magia e nel mistero che avvolgono i Monti Sibillini.

Foto del Lago di Pilato, nelle Marche, con cielo sereno e monte sullo sfondo che si riflette sull'acqua

Fonte: iStock

Lago di Pilato e Monte Redentore nelle Marche

3. I sapori tradizionali marchigiani

Un tour delle Marche, soprattutto in autunno, non può certamente dirsi completo senza un assaggio della cucina locale, che sa esprimere il meglio di sé in questa stagione. La regione è molto famosa per la produzione dell’olio e, di conseguenza, per la raccolta delle olive. Proprio le aziende produttrici, durante questo periodo, organizzano visite e degustazioni, permettendo ai turisti di scoprire l’autentico sapore dell’olio extravergine di oliva marchigiano.

Non solo! L’autunno è anche la stagione del tartufo bianco, di cui il bel borgo di Acqualagna ne è la capitale indiscussa. Qui, infatti, si tiene annualmente la Fiera Nazionale del Tartufo, dove i visitatori possono assaporare piatti raffinati a base di tartufo ed acquistare il prodotto dai cercatori locali.

Inoltre, tra ottobre e novembre, i piccoli borghi si animano con eventi dedicati alle castagne e ai funghi, ma anche alla vendemmia e al vino nuovo. Proprio i vini marchigiani vengono riconosciuti tra i migliori vini bianchi d’Italia e le cantine offrono percorsi di degustazione. L’autunno è anche il momento perfetto per esplorare le colline dove vengono coltivati alcuni dei più celebri vitigni della regione, come quella dei Castelli di Jesi, famosa per la produzione del Verdicchio, dove i vigneti che si tingono di giallo e di rosso creano un panorama imperdibile.

5. Le Grotte di Frasassi

Un altro luogo nelle Marche che merita una visita durante un tour autunnale della regione sono le Grotte di Frasassi, considerate fra le grotte più suggestive d’Italia e d’Europa. Le temperature costanti all’interno di queste formazioni, che si aggirano attorno ai 14 gradi, le rendono perfette da visitare in ogni stagione, anche se la minor affluenza di turisti in autunno permette di godere appieno della loro maestosità.

Vista dell'interno delle famose grotte di Frasassi nelle Marche, con stalattiti e stalagmiti in primo piano

Fonte: iStock

Grotte di Frasassi, Marche

6. Recanati e i luoghi leopardiani

Infine, per gli appassionati di letteratura e cultura italiana, non può mancare una visita a Recanati, la città natale del famoso Giacomo Leopardi. Soprattutto in autunno la visita ai luoghi come “il Colle dell’Infinito” diventa ancora più suggestiva, grazie anche alla frequente presenza di una leggera nebbia che avvolge la campagna circostante, oltre che i colori autunnali che creano un’atmosfera quasi malinconica. Insomma, la situazione perfetta per immergersi nelle bellissime poesie del grande poeta italiano.

A Recanati, inoltre, la Casa Leopardi è sempre aperta al pubblico. Visitare questa storica abitazione permette di affrontare un viaggio nel mondo interiore di Leopardi, camminando e scoprendo i suoi manoscritti, i suoi libri ed osservando i diversi oggetti personali. Un’esperienza in grado di lasciare un segno profondo, soprattutto per tutti coloro che amano la letteratura italiana.

L’autunno è probabilmente uno dei momenti migliori per visitare le Marche e godere non solo della bellezza dei suoi paesaggi mozzafiato, dei borghi affascinanti e dei suoi sapori autentici. Durante questa stagione è possibile scoprire anche le tradizioni locali e, in un certo modo, farne parte. L’autunno è il periodo in cui si svolge, ad esempio, la storica sagra della Castagna nel piccolo borgo di Smerillo, oltre al Palio dei Terzieri a Massa Fermana, una rievocazione storica che si svolge a fine settembre, con sfilate in costume, gare e momenti di spettacolo.

Insomma, non resta che preparare le valigie e partire alla scoperta di una delle regioni più belle dell’Italia centrale.

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Marche: le più belle piscine naturali del fiume Bosso

Piccoli canyon, forre, cascate, scivoli calcarei e piscine naturali: il fiume Bosso offre tutta la gamma completa del divertimento per gli amanti dell’acqua dolce. E sono in tanti che in questa parte interna delle Marche, al cospetto dell’Appennino umbro-marchigiano, preferiscono il fiume al mare, un turismo quotidiano e di prossimità rispetto alle gettonate coste adriatiche della regione.

Il Bosso nasce in località Pianello dalla confluenza di tre piccoli corsi d’acqua, i torrenti Certano, Giordano e Fiumicello. Costeggia poi l’abitato di Secchiano e si dirige verso Cagli, la cittadina più importante bagnata dalle sue acque, dove riceve il tributo del fiume Burano per poi gettarsi nel Candigliano e, ulteriormente, nel Metauro.

L’area tra Pianello e Cagli è una zona davvero ricca di spiagge d’acqua dolce e piscine naturali per tutti i gusti. Immersi nella splendida cornice rurale marchigiana, con le vette appenniniche a fare da contorno al paesaggio, è un vero piacere esplorare i tredici chilometri che collegano la frazione al suo capoluogo, percorrendo le sponde del fiume e scoprendone ogni angolo vocato al wild swimming. 

Bosso: le spiagge fluviali di San Nicolò

Fiume Bosso Marche Piscine naturali

Fonte: Lorenzo Calamai

Le belle piscine naturali tra Secchiano e Pianello

All’incirca a metà strada tra Cagli e Pianello, poco più a monte del fiume rispetto al ponte pedonale che rappresenta il punto di partenza del Sentiero delle Ammoniti, il Bosso offre una zona fantastica per una giornata in riva al fiume.

Grandi massi piatti, qualche spiaggia in terra battuta, piscine naturali di diverse profondità e un po’ di bosco ai margini per ripararsi dal sole battente nelle ore più calde: un contesto a dir poco perfetto per una destinazione adatta a tutta la famiglia.

Le acque del Bosso sono splendide: passano dalla trasparenza più totale nei tratti dove c’è poca profondità a delle tonalità intense di blu, quasi elettriche, lasciando però vedere sempre chiaramente il fondale, sintomo della loro purezza.

Fiume Bosso Marche Piscine naturali

Fonte: Lorenzo Calamai

Relax a bordo fiume

Un’indicazione della qualità dell’acqua è la presenza occasionale di qualche granchio di fiume, una creatura rara che abita solamente i corsi più incontaminati.

Bosso: la cascata del mulino di Secchiano

Percorrendo la Strada provinciale 29 che corre lungo il corso del Bosso, in direzione di Cagli, si supera l’abitato di Secchiano e, su una curva verso sinistra, si individuano alcune case, ristrutturate là dove c’era un antico mulino che funzionava grazie all’energia fluviale.

Dietro gli edifici una bella cascata dal fronte ampio mette allegria solo a starci vicino. Ci si può sistemare sia in qualche radura poco a monte, seguendo le tracce che si aprono lungo il sentiero, che nella spiaggetta di sassi a valle, ombreggiata da alcuni alberi.

Fiume Bosso Marche Piscine naturali

Fonte: Lorenzo Calamai

La cascata del mulino di Secchiano

Da sopra la cascata ci si tuffa senza problemi nella polla sottostante, profonda abbastanza da non farsi male. L’acqua fresca è un vero toccasana contro la calura e tanti bambini e bambine del luogo imparano qui a tuffarsi senza paura né pericoli.

Bosso: il canyon di Secchiano

Poco più a valle rispetto alla succitata cascata, il fiume Bosso vede le pareti rocciose attorno al suo letto alzarsi: il suo corso si chiude in un canyon tutto da nuotare e da esplorare.

Alla prima parte del canyon si accede da un sentiero breve ma impervio, è necessario utilizzare la corda legata agli alberi che coprono il sentiero e calarsi con attenzione lungo la traccia battuta per arrivare sulle rocce nel letto del fiume.

Fiume Bosso Marche Piscine naturali

Fonte: Lorenzo Calamai

Esplorare il canyon a nuoto

Qui ci si può sistemare comodamente in una delle tante nicchie sulla riva, tante piccole alcove nella roccia dove sistemarsi. Tutt’intorno piscine naturali di diverse profondità e trampolini di pietra dai quali tuffarsi.

Dopo questa prima ansa in cui il letto del fiume si restringe di molto, il Bosso torna ad aprirsi in un lungo rettilineo e poi a inforrarsi nuovamente in una seconda parte del canyon. A questo tratto si può accedere da un agile sentiero che si trova qualche centinaio di metri più avanti rispetto al precedente accesso, in direzione Cagli.

Sceso in pochi minuti il sentiero che porta al canyon si trovano a monte alcuni laghetti di acqua bassa che vengono utilizzati per far divertire i bambini piccoli. A valle, invece, le pareti rocciose sui lati del corso d’acqua si alzano sempre di più. La gente si sistema su una sponda e sull’altra, beneficiando dell’ombra degli alberi in cima a questa sorta di scogliere in sinistra orografica.

Scendendo sul letto del fiume, si può iniziare a percorrere il canyon. Si attraversa prima un grazioso laghetto di forma perfettamente circolare, poi una piscina naturale piuttosto profonda dove nuotare per qualche metro è tassativo. Esplorare il canyon nuotando nei punti più profondi, camminando in quelli più bassi e uscendo occasionalmente dall’acqua in occasione delle piccole spiaggette che si incontrano è una esperienza da non perdere.

Bosso: l’ansa rocciosa di Cagli

Fiume Bosso Marche Piscine naturali

Fonte: Lorenzo Calamai

L’ansa del Bosso nei pressi di Cagli

Poco distante dall’inizio dell’abitato di Cagli, il fiume Bosso compie un’ansa in corrispondenza di un promontorio roccioso. Da un lato e dall’altro di questo, due ampie spiagge sono molto gettonate dagli abitanti del luogo.

Nel laghetto che si è formato a monte del promontorio sguazzano allegri i più giovani, mentre consessi familiari articolano lunghe conversazioni con l’acqua alla vita, coadiuvando refrigerio e convivialità. Scendendo a valle, oltre l’ansa attorno alla conformazione rocciosa, l’acqua si fa più profonda: una grande piscina di acqua azzurra fa bella mostra di sé.

I due lati del promontorio sono collegati da un tratto molto stretto del fiume, dove l’acqua è profonda: è divertente percorrere l’ansa a nuoto, per andare da una parte all’altra di questo bel luogo.

Bosso: i Tre pozzi di Cagli

Li chiamano i Tre pozzi. Sono una serie molto ravvicinata di piscine naturali alle porte di Cagli, la spiaggia per eccellenza della gioventù cagliese.

Come indica evidentemente il nome, questo tratto del fiume Bosso è caratterizzato dal susseguirsi di tre piscine naturali. Quella più a monte è figlia di una bella e poderosa cascata intorno alla quale è possibile sistemarsi sui massi.

Bosso Tre Pozzi

Fonte: Lorenzo Calamai

Godersi l’estate sulle rive d’acqua dolce del fiume Bosso, nel cuore delle Marche

Dopodiché il fiume si incanala in una breve forra, circondato di pinnacoli rocciosi torniti dallo scorrere millenario delle acque. Qui, con un po’ di prudenza, ci si può produrre in adrenalinici tuffi da discrete altezze.

Infine, dopo un laghetto con l’acqua bassa dove i ragazzi del luogo hanno sistemato un tavolino da picnic per godersi la giornata con i piedi a bagno, l’acqua torna ad essere profonda di nuovo dirigendosi verso Cagli.

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Estate nei Borghi Sibillini delle Marche, tra sagre, escursioni e notti sotto le stelle

Un fitto calendario di oltre 100 eventi, che spaziano tra sagre, concerti, escursioni e notti stellate, accende l’estate negli antichi Borghi Sibillini, situati tra le province di Ascoli Piceno e Fermo. Da Amandola a Montefortino, passando per Force, Montemonaco e Rotella, è un susseguirsi di appuntamenti che animano le antiche piazze e celebrano tradizioni millenarie. Un’occasione imperdibile per scoprire e immergersi nell’anima di un territorio che unisce storia, cultura e natura.

Il progetto “Borghi Sibillini” nasce dall’iniziativa congiunta dei dieci comuni dell’Unione Montana dei Sibillini – Amadola, Force, Montedinove, Montefalcone, Montefortino, Montelparo, Montemonaco, Rotella, Santa Vittoria, Smerillo, – con l’obiettivo di creare una rete territoriale coordinata che metta in risalto la bellezza e l’identità unica di quest’area. Un territorio che si distingue per un paesaggio di grande fascino, caratterizzato da colline verdeggianti che si estendono tra le maestose montagne appenniniche e il Mar Adriatico.

In particolare, la porzione di territorio che comprende i comuni di Amandola, Montefortino e Montemonaco rappresenta il versante nordorientale del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, ricoperto da magnifiche faggete, dove si possono trovare specie rare come la stella alpina e la genziana, e non è raro avvistare il lupo, l’astore e l’aquila reale

Ci troviamo in quello che è considerato il “versante magico” del parco, ritenuto nel Medioevo come un regno misterioso, popolato da demoni, negromanti e fate. Tra le numerose leggende che avvolgono questa zona, spiccano quelle legate alla Sibilla, la “Illustre profetessa” che si dice vivesse in una grotta sul monte omonimo, e quella di Ponzio Pilato, secondo cui il corpo senza vita del funzionario romano fu trascinato da bufali fino alle acque rosseggianti del Lago di Pilato, situato nella profonda valle che attraversa il massiccio del Monte Vettore.

Estate nei Borghi Sibillini delle Marche

Ultimamente, i Borghi Sibillini delle Marche si stanno impegnando a promuovere le peculiarità di ciascun borgo, valorizzandone al contempo i tratti comuni. L’iniziativa punta a far conoscere i Monti Sibillini attraverso una narrazione che ne evidenzi le caratteristiche uniche, attraendo un pubblico sempre maggiore. L’obiettivo è trasformare quest’area in una meta turistica di primo piano, con un’offerta culturale e sportiva ricca e variegata, preservando al tempo stesso l’autenticità e l’essenza del territorio.

Ecco alcuni degli eventi in programma ad agosto nei Borghi Sibillini:

Rievocazioni storiche ad Amandola

  • 18 e 19 agosto 2024: Festa di San Ruffino – Una storica fiera mercato con stand gastronomici presso l’Abbazia dei Santi Ruffino e Vitale.
  • 20-25 agosto 2024: Festa del Beato Antonio – Il più importante evento estivo di Amandola, con una settimana ricca di concerti e iniziative che attirano ospiti illustri.
  • 25 agosto 2024: Rievocazione Storica “Processione delle Canestrelle” – Un sentito evento che simboleggia i pellegrinaggi dei proprietari terrieri per portare un’offerta al Beato in segno di ringraziamento per il raccolto; a seguire il Concerto di Paolo Belli Big Band in Piazza Risorgimento.

Antichi sapori a Force

  • 16-18 agosto 2024: Antichi Sapori per le Vie del Borgo – Un festival che anima Force con stand gastronomici e artisti di livello internazionale. Inoltre, fino a settembre 2024, si potrà visitare una Mostra Egizia in onore dell’architetto Ernesto Verrucci Bey nel 150° anniversario della nascita, curata dall’egittologo Maurizio Damiano.

La sagra di Montefortino

  • 31 agosto – 1 settembre 2024: 50^ Sagra della Cucciola – La più antica sagra del paese, dove si celebra un piatto tradizionale con una ricetta unica di Montefortino.

Il festival di Montemonaco

  • 25 agosto 2024: Spensieralto – Festival dei Borghi di Montagna.

Feste religiose a Rotella

  • 13-15 agosto 2024: Festa di Montemisio – Un appuntamento religioso presso il Santuario di Montemisio.
  • 17-18 agosto 2024: Beata Assunta Pallotta – Con il tradizionale Miracolo della Fontana che butta Vino a Castel di Croce.
  • 30-31 agosto 2024: Festa di S. Viviana – La festa più importante di Rotella, con la processione delle spoglie di S. Viviana.
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6 nuovi Cammini Religiosi italiani designati dal Mitur

Il Catalogo dei Cammini religiosi italiani si arricchisce con l’ingresso di sei nuovi itinerari, a conferma del crescente interesse per un turismo lento, consapevole e sostenibile.

Tra le new entry ecco la Via Francesca della Sambuca, che collega Pistoia e Bologna, la Via Micaelica Molisana, il Cammino Montiano nella Provincia di Monza e Brianza, l’Iter Suasanum nelle Marche, il Cammino dei Florensi in Calabria e il Cammino sulle orme di San Giovanni eremita.

Ed è così che il Catalogo digitale del Ministero del Turismo raggiunge un totale di 107 percorsi, un’opportunità unica per esplorare l’Italia da Nord a Sud percorrendo sentieri spirituali che uniscono fede, cultura e natura.

La Via Francesca della Sambuca, da Bologna alla “Piccola Santiago”

La Via Francesca della Sambuca è un suggestivo cammino che unisce Pistoia e Bologna, entrambe legate alla venerazione di San Jacopo, il patrono dei pellegrini: infatti, nel 1144, Pistoia divenne un’importante meta di pellegrinaggio quando il Vescovo Atto ricevette una reliquia dell’Apostolo da Compostela, guadagnandosi il titolo di “Minor Santiago“, ovvero “Piccola Santiago”.

Il percorso rappresentava, quindi, una variante della Via Francigena che, passando per Pistoia, da Bologna arrivava a Fucecchio. Da qui, il nome “francesca“, in quanto parte delle antiche vie francigene che dalla Francia conducevano a Roma. La Via Francesca della Sambuca rappresentava un naturale passaggio a ovest di Bologna e, proseguendo verso Lucca, offriva un agevole accesso al Tirreno e alla meta finale di Santiago de Compostela.

Chi la intraprende oggi, si trova al cospetto dei paesaggi selvaggi e rigogliosi degli Appennini, accompagnati dal costante scorrere dell’acqua dei fiumi Reno e Limentra di Sambuca. Lungo il tragitto, splendide pievi, antichi ospitali per pellegrini e strade lastricate raccontano la millenaria storia di questa via, frequentata sin dall’epoca etrusca e, in tal modo, arricchita da opere architettoniche, borghi d’arte e, soprattutto, dalle indelebili tracce del culto jacopeo, che tutt’ora unisce i popoli d’Europa in un simbolico pellegrinaggio verso Santiago.

Le tappe sono:

  • Bologna – Marzabotto (29 km)
  • Marzabotto – Riola (23,2 km)
  • Riola – Sambuca (18,3 km)
  • Sambuca – Pistoia (25,7 km)

La Via Micaelica Molisana, l’antico cammino

La Via Micaelica, o Via dell’Angelo, è un percorso spirituale che va da Roma al Santuario di Monte Sant’Angelo, nel Gargano, (uno dei più antichi e venerati luoghi di culto cristiano in Europa) e ha rappresentato una fondamentale arteria di collegamento tra il Mediterraneo orientale e Roma fin dall’epoca romana.

Segue principalmente il tracciato della Via Latina (più comunemente nota come Casilina) o della Via Appia fino a Capua, per poi proseguire lungo la Via Appia Traiana. Tali vie consolari erano essenziali per il collegamento tra Roma e il Sud Italia, e nonostante la decadenza seguita alla caduta dell’Impero, continuarono a essere utilizzate per scopi commerciali, civili, bellici e religiosi.

Durante il periodo delle Crociate (XI-XIII secolo), la Via Micaelica acquisì ulteriore importanza come rotta per gli eserciti crociati, volontari, pellegrini e uomini di chiesa che transitavano nell’Italia meridionale diretti verso la Terra Santa. Lungo il percorso, sorsero numerosi ordini cavallereschi e congregazioni ospitaliere.

Il Cammino Montiano, sul percorso del Beato

Il “Cammino Montiano” è l’occasione perfetta per dedicarsi al benessere fisico ma anche alla riflessione spirituale, seguendo le orme di una delle figure più importanti della Chiesa cattolica, il Beato Luigi Monti. Per quasi 16 chilometri, alternando tratti sterrati e asfaltati, parte da Bovisio Masciago, luogo di nascita del religioso, e giunge a Saronno, dove si trova l’istituto che egli fondò, diventato un importante centro di formazione professionale e attività mediche.

Il percorso sarà inaugurato entro luglio 2025, in occasione del bicentenario della nascita di Padre Monti e del Giubileo della Chiesa, e mira a proporre un’esperienza di “cammino lento” che, in circa quattro ore, sorprende i pellegrini con la bellezza del panorama dei parchi Groane e Lura.

Il progetto coinvolge una vasta rete di partner, tra cui la Congregazione dei Figli dell’Immacolata Concezione (Cfic), due parchi regionali, e cinque comuni: Bovisio Masciago, Ceriano Laghetto, Cesano Maderno, Cogliate e Saronno, con la Provincia di Monza Brianza e la Provincia di Varese. Non si escludono ulteriori sviluppi, con possibili diramazioni verso altri luoghi significativi della vita del Beato Monti, come Cantù, Erba, Desio e Rho.

L’Iter Suasanum, alle radici del Cristianesimo

L’Iter Suasanum è un cammino pensato per garantire l’accessibilità universale, cosicché tutte le persone, indipendentemente dalle loro condizioni, abbiano la possibilità di fruire appieno di luoghi, infrastrutture e servizi. Il progetto nasce in risposta all’anno giubilare e vede il coinvolgimento dell’intera comunità ecclesiale della Diocesi di Senigallia, delle amministrazioni comunali di Castelleone di Suasa, Corinaldo e Mondolfo, e di vari enti del terzo settore e associazioni imprenditoriali.

L’itinerario segue il corso del fiume Cesano per un viaggio attraverso secoli di storia. Non si tratta soltanto di un percorso di fede, bensì di una full immersion nell’antica storia della regione: l’Iter Suasanum tocca luoghi legati ai Piceni, come la tomba del principe Piceno di Corinaldo e la stele picena di Mondolfo, e ai Galli, con il guerriero gallico di Mondolfo. La tarda romanità bizantina si svela, invece, nel borgo di Mondolfo, che conserva ancora la struttura urbana di Cardo e Decumano.

L’itinerario include inoltre la visita all’antica Città Romana di Suasa, e due importanti siti del VI secolo: l’Abbazia di San Gervasio con la stazione di posta di Ad Pirum Filumeni, e la Chiesa di Santa Maria in Portuno.

Il Cammino dei Florensi, tra spiritualità e natura

Un affascinante itinerario spirituale e storico che si snoda tra i fitti boschi del Parco Nazionale della Sila, ai piedi del Monte Reventino, tra le province di Catanzaro e Cosenza e che permette di seguire le tracce di uno dei filosofi e teologi più influenti del Medioevo, Gioacchino da Fiore, abate e mistico, nato a Celico nel 1130 e morto a Pietrafitta nel 1202.

Il cammino, inaugurato nel 2008 grazie all’Associazione “Cammino di Gioacchino da Fiore”, ne ripercorre i passi collegando simbolicamente il Castello Normanno-Svevo di Lamezia Terme, dove Gioacchino ricevette i possedimenti silani da Costanza d’Altavilla, all’Abbazia di San Giovanni in Fiore, che lui stesso fondò.

Le tappe sono:

  • Dal Bastione di Malta, nei pressi della costa di Sant’Eufemia (CZ), si attraversa la città di Lamezia Terme fino a raggiungere il Passo d’Acquavona, a 1000 metri sul livello del mare;
  • Si scende nelle valli dei fiumi Amato e Corace, passando per Decollatura, fino ai ruderi dell’Abbazia di Santa Maria di Corazzo nel territorio di Carlopoli (CZ), luogo caro a Gioacchino dove visse per molti anni;
  • Dopo i Comuni di Bianchi (CS) e Parenti (CS), si supera il bacino del fiume Savuto e si arriva alle porte del Parco Nazionale della Sila, in località Caporosa;
  • Si raggiunge la sponda sud del Lago Arvo (CS), dove è possibile fermarsi presso il camping omonimo;
  • L’ultima tappa porta da Lorica (CS) all’Abbazia di San Giovanni in Fiore, passando per i resti dell’antico monastero di Iure Vetere, sito di grande importanza per l’ordine florense fondato dall’abate.

Il Cammino sulle orme di San Giovanni eremita,

Infine, il progetto di valorizzazione “Vivi i percorsi di San Giovanni Eremita” si pone come una lodevole iniziativa per lo sviluppo dell’identità culturale e religiosa della Valle del Fortore, con un’attenzione particolare al Comune di Tufara (Campobasso).

L’obiettivo principale è duplice: da un lato, mira a rafforzare il senso di appartenenza e l’identità della comunità locale nei confronti dei propri luoghi; dall’altro, intende promuovere il ricco patrimonio culturale, naturalistico e religioso del territorio, per un turismo sostenibile che sappia far conoscere anche gli aspetti meno noti del Molise.

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Anche la Spiaggia delle Due Sorelle, nelle Marche, diventa a numero chiuso

La Spiaggia delle Due Sorelle è un tratto di lido bianchissimo delle Marche che sorge, come un miraggio, a ridosso del Conero. Un paradiso praticamente intatto, raggiungibile solo via mare, e privo di servizi proprio per preservare la sua bellezza e la natura incontaminata di cui è forgiato. Ma non è tutto, perché per proteggerla ancora di più si è deciso di far diventare questa spiaggia a numero chiuso e con obbligo di prenotazione.

Spiaggia delle Due Sorelle a numero chiuso, le regole

A partire dall’1 agosto e fino al 15 settembre è in vigore una nuova ordinanza del sindaco di Sirolo, dove è sita la bellissima Spiaggia delle Due Sorelle, che prevede accessi al lido a numero chiuso. Una decisione che è stata presa, anche quest’anno, per tutelare l’ambiente e la sicurezza degli stessi bagnanti durante un periodo in cui l’affluenza turistica è alle stelle e, come riporta il Resto del Carlino, persino superiore alle reali capacità ricettive del luogo.

Pur essendo esclusivamente raggiungibile via mare, infatti, questa spiaggia, spesso considerata una delle più belle d’Italia, è particolarmente amata e fragile. Per questo motivo, occorre preservala il più possibile.

Come prenotare l’accesso alla spiaggia

Per accedere alla Spiaggia delle Due Sorelle, così chiamata per via dei due suggestivi scogli gemelli che emergono dalle sue limpide acque, bisogna prenotare gratuitamente il proprio posto tramite il sito turismosirolo.it.

Si possono noleggiare canoe, sup e altri piccoli natanti in tutti gli stabilimenti balneari di Sirolo, di Spiaggia Urbani e di San Michele-Sassi Neri. A tal proposito, però, è bene sapere che è vietata la permanenza sulla battigia o sulla spiaggia di canoe, sup, windsurf o mezzi analoghi. Essi devono essere attraccati temporaneamente e in maniera gratuita nel campo boe che si trova nello specchio acqueo antistante.

Una misura che si è dovuta necessariamente attuare perché da queste parti, ogni giorno, arriva un numero enorme di persone anche con canoe e sup, che occupano una parte significativa dello spazio utile allo stazionamento dei bagnanti.

La prenotazione non è obbligatoria se si raggiunge la spiaggia tramite il servizio traghetto dei Traghettatori del Conero, per un costo di 30 euro per gli adulti, 20 per i bambini fino ai 10 anni e gratuito sotto i 3.

I trasgressori rischiano una multa che va dai 25 a 500 euro.

Le altre regole da rispettare

Come accennato in precedenza, la Spiaggia delle Due Sorelle è un vero e proprio tesoro delle Marche e per questo sono in vigore anche altre regole che occorre rispettare:

  • Trovandosi all’interno del Parco del Conero, è assolutamente vietato raccogliere piante e pietre;
  • Non è possibile lasciare alcun tipo di rifiuto sulla spiaggia né cicche di sigarette. I rifiuti vanno portati con sé o smaltiti direttamente a bordo del traghetto nel caso in cui si scelga questa opzione per raggiungerla;
  • È fondamentale rispettare la segnaletica sulla spiaggia.

È importante sapere, inoltre, che la spiaggia è libera e non attrezzata, il che vuol dire che non ci sono né punti di ristorazione né servizi. È perciò fortemente consigliato portarsi l’ombrellone, crema solare, cibo, acqua e cappellino.

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San Benedetto del Tronto, la capitale della Riviera delle Palme

Non solo lunghe distese di sabbia, relax estivo e movida notturna, la Riviera delle Palme è la destinazione perfetta anche per gli amanti del turismo culturale. A unire le due anime, quella balneare e quella storica-artistica, è la sua ‘capitale’: San Benedetto del Tronto soddisfa sia chi ha voglia di mare che di cultura con le sue atmosfere da località estiva unite alle diverse attrazioni architettoniche e artistiche offerte. Situata in provincia di Ascoli Piceno, è famosa per il lungomare ricco di sculture, giardini e opere d’arte e per le numerose attività da svolgere all’aria aperta.

Circondata da colline, San Benedetto del Tronto è il punto di partenza ideale anche per visitare i borghi medievali nelle vicinanze: situati in una posizione sopraelevata privilegiata, offrono panorami mozzafiato e la possibilità di dedicarsi a escursioni perfette per gli appassionati di arte e storia.

Cosa vedere a San Benedetto del Tronto: il lungomare e le spiagge

Com’è il mare a San Benedetto del Tronto? Vi basti sapere che le sue acque, insieme alla qualità dei servizi offerti, sono state premiate con la Bandiera Blu ininterrottamente dal 1999, uno dei riconoscimenti più ambiti che attesta l’impegno di questa cittadina nel tutelare le proprie bellezze. Il suo lungomare vanta una spiaggia di sabbia bianca lunga circa nove chilometri, adatta anche ai bambini grazie al suo fondale basso e limpido, alla presenza di bagnini e ai tanti spazi dove giocare e divertirsi in totale sicurezza.

Il lungomare è il luogo più caratteristico dove passeggiare o pedalare con la bicicletta e godere delle numerose opere d’arte sparse per la città. Il lungomare di San Benedetto del Tronto, infatti, è il fiore all’occhiello della cittadina marchigiana. Costruito nel 1931 dall’ingegnere Luigi Onorati, non solo rappresenta una via di comunicazione essenziale, ma anche il cuore del turismo e del divertimento serale.

È lungo circa 5 chilometri ed è considerato uno dei lungomari più belli d’Italia. Costeggiato da piste ciclabili, campi da tennis, piste di pattinaggio e pinete, è caratterizzato da una grande varietà di palme (circa 8 mila di diverse specie) e da dieci giardini tematici. Quelli più famosi sono il giardino arido, il giardino umido, il giardino delle palme e il giardino delle rose. Una menzione speciale è d’obbligo anche per il giardino degli agrumi, del mediterraneo, di campagna e ”multisensoriale”.

Lungomare San Benedetto del Tronto

Fonte: iStock

Il lungomare cittadino ornato di palme

Cosa fare a San Benedetto del Tronto: il borgo antico e il centro storico

San Benedetto del Tronto è suddivisa in due: il Paese Alto e la parte più moderna della città. L’antico borgo fortificato, cuore del paese, si trova nel Paese Alto che, come lascia intendere il nome stesso, occupa una posizione strategica nella parte più alta della città. Di particolare interesse è la Torre dei Gualtieri, di forma esagonale e risalente al 1300, ricca di beccatelli e merli, per secoli considerata il simbolo cittadino. Dopo una giornata di mare e relax, è qui che i turisti passeggiano la sera, su un’isola pedonale costruita intorno a viale Moretti.

Nel centro cittadino è l’arte a dominare grazie alla presenza di numerose sculture e opere realizzate da artisti contemporanei famosi, come le fontane di Paolo Consorti e Ugo Nespolo. Un vero e proprio museo a cielo aperto gratuito pensato per scuotere lo spirito d’osservazione dei passanti e per offrir loro un momento di bellezza e riflessione.

L’arte e il mare: una simbiosi perfetta

San Benedetto del Tronto e il mare sono legati da un rapporto indissolubile che, nel rispetto del vero spirito della città, viene raccontato attraverso l’arte. Passeggiando nella zona adiacente al porto, per esempio, si incontra un’opera meravigliosa realizzata in acciaio colorato e alta oltre sette metri, recante la scritta: “Lavorare, lavorare, preferisco il rumore del mare”. La scultura è stata realizzata da Ugo Nespolo ed è la parafrasi di una famosa poesia di Dino Campana, molto attuale soprattutto di questi tempi. A pochi metri si erge un’altra statua, “Il monumento al pescatore“, dell’artista grottammarese Cleto Capponi.

Lungo la passeggiata del molo Sud, in un’area chiamata MAM (Museo d’Arte sul Mare) e ribattezzata “The Jonathan’s Way”, potrete ammirare il monumento dedicato al gabbiano Jonathan Livingston realizzato da Mario Lupo nel 1986, protagonista dell’indimenticabile libro di Richard Bach. Ogni estate, questa zona della città accoglie le opere ricavate dai massi del porto e realizzate da artisti locali e internazionali che partecipano alla rassegna Scultura VivaI turisti e i cittadini possono assistere al lavoro degli scultori: la passeggiata si trasforma così in una visita a una galleria d’arte a cielo aperto. Sulla banchina portuale “Malfizia”, davanti al mercato ittico, sorge infine il complesso di sculture intitolato “Il mare, il ritorno”, realizzato dall’artista Paolo Annibali.

Scultura gabbiano San Benedetto del Tronto

Fonte: 123RF

Il monumento al gabbiano Jonathan

I piatti tipici di San Benedetto del Tronto

Impossibile lasciare San Benedetto del Tronto senza prima aver provato i suoi piatti tipici. La cucina è soprattutto a base di pesce nel rispetto della tradizione marinara che contraddistingue la città. Il piatto imperdibile è sicuramente il Brodetto alla Sambenedettese dove gli ingredienti principali, oltre ai diversi tipi di pesce, sono anche l’aceto, i pomodori e i peperoni verdi. Altre ricette tipiche della costa marchigiana sono i bomboletti a base di lumachine di mare e la classica frittura di paranza, mentre un piatto rappresentativo dell’intera regione sono le olive all’ascolana, l’antipasto perfetto per ogni pausa dedicata alla scoperta dei sapori tipici del territorio.

San Benedetto del Tronto: i posti da vedere nelle vicinanze

I comuni confinanti con San Benedetto del Tronto sono Monteprandone, Acquaviva Picena e Grottammare. Partendo proprio dalla capitale della Riviera delle Palme, è possibile raggiungere in auto o in bus alcuni dei borghi più belli d’Italia, perfetti per escursioni suggestive dedicate alla storia e all’arte.

Monteprandone

Monteprandone è un centro di origine medievale situato nell’entroterra marchigiano, rinomato per la produzione agricola di olio e vino e per i diversi luoghi storico-religiosi visitabili, come la Chiesa di San Nicola di Bari, la Chiesa di Santa Maria delle Grazie e il Museo dei Codici, in cui sono custoditi i manoscritti di parte della Libreria di San Giacomo, una raccolta del 1400 del santo che aveva l’obiettivo di favorire l’istruzione di studiosi e dei confratelli.

Acquaviva Picena

Acquaviva Picena è una terrazza panoramica dalla quale si possono ammirare le colline marchigiane, il monte Vettore, la Majella e il Gran Sasso, ed è conosciuta per la produzione dei cesti di paglia, che avviene secondo un metodo tramandato di generazione in generazione. Proprio nel Museo della Pajarola si possono ammirare cesti, utensili e bamboline realizzate con un intreccio di paglia, vimini e materiali naturali. Evento imperdibile di Acquaviva Picena è Sponsalia, ovvero la rievocazione storica del matrimonio tra Rainaldo di Brunforte e Forasteria d’Acquaviva, organizzata tra i mesi di luglio e agosto e che prevede la disputa del Palio del Duca.

Grottammare

Grottammare è tra le destinazioni più visitate nei dintorni di San Benedetto del Tronto e tra quelle più scelte dalle famiglie, nonché uno dei Borghi d’Italia: qui la vegetazione è rigogliosa e il paesaggio offre sfumature diverse passando dalle dolci colline dell’entroterra alle spiagge che, più di una volta, hanno ricevuto il titolo di Bandiera Blu. Tante le cose da vedere, in particolare le chiese del centro, mentre per quanto riguarda gli eventi organizzati durante l’anno, da non perdere è il festival che chiama a raccolta grandi pianisti nazionali e internazionali, in ricordo del soggiorno a Grottammare di Franz Liszt.

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I migliori festival musicali dell’estate nel Lazio e nelle Marche

L’estate è la stagione in cui la musica risuona più forte e le serate si riempiono di melodie avvolgenti sotto il cielo stellato. Il Lazio e le Marche, regioni ricche di storia e bellezza naturale, si trasformano in palcoscenici vibranti per ospitare alcuni dei festival musicali più coinvolgenti della stagione, dove ogni angolo diventa un luogo magico in cui le sette note sono protagoniste.

Scopriamo allora insieme quali sono i migliori festival del 2024, tra ritmi travolgenti, atmosfere uniche e un’infinita voglia di vivere la musica a 360 gradi.

Il BolsenArte Summer Music Festival 2024

Il festival organizzato dal Comune di Bolsena, con la direzione artistica affidata al maestro Francesco Traversi, propone per l’edizione estiva 2024 sette concerti gratuiti, alle 21,30, tra il 27 luglio e il 12 agosto, in alcuni dei luoghi più suggestivi del centro storico: piazza Santa Cristina, la Rocca Monaldeschi, piazza dell’Orologio e piazza della Rocca.

A inaugurare la rassegna il 27 luglio, alle 21,30, a piazza dell’Orologio, la “Tosca” di Giacomo Puccini. L’opera, una delle più amate dal pubblico, sarà proposta in una versione ridotta, che nasce dalla collaborazione tra Primadopera e il coro ArmoniaMundi diretto dal maestro Matteo Sartini.

Il 29 luglio, a piazza San Rocco, salirà sul palco l’ensemble Franci diretta dal maestro Margherita Di Giovanni, che eseguirà due capolavori del repertorio cameristico classico: il Quintetto in la maggiore K. 581 “Stadler” di Wolfang Amadeus Mozart e l’Ottetto in mi bemolle maggiore per archi, op. 20 (MWV R20) di frederick Mendelsohn.

Gli ottoni dell’ensemble Pentaphon si esibiranno il 30 luglio, a piazza dell’Orologio. Il gruppo nasce dall’incontro di amici professionisti provenienti da diverse esperienze musicali con l’intento di promuovere sia la musica originale per ottoni che trascrizioni fatte dagli stessi musicisti, spaziando dal rinascimento al pop. L’ensemble ha alle spalle un’intensa attività concettistica e ogni componente vanta anni di collaborazioni con gruppi strumentali e orchestre tra le più importanti del panorama italiano.

Il 1° agosto, a piazza della Rocca, sarà di scena il quartetto di clarinetti Paone, ensemble raffinato di musicisti. formato da tre clarinetti soprani Augusto Travagliati, Amedeo Ricci e Giulia Leonardo e un clarinetto basso Marco Lucchetti, che proporrà un repertorio estremamente variegato e affascinante.

Il 2 agosto, alla Rocca Monaldeschi, l’ensemble vocale Lvsitanvs accompagnerà il pubblico in un viaggio musicale nel repertorio polifonico rinascimentale. Il 6 agosto, a piazza della Rocca, il RomAccordion Trio celebrerà la fisarmonica, con la sua eccezionale espressività e le sue grandi potenzialità timbriche, attraverso il rock, le colonne sonore dei film, le canzoni tradizionali romane e brani di musica classica.

A chiudere il festival il 12 agosto, a piazza Santa Cristina, il concerto “Dal nuovo mondo” dell’Orchestra Sinfonica delle Cento Città, istituzione orchestrale della Regione Lazio con sede a Frosinone.

Info utili

Come arrivare a Bolsena

In auto

  • Dall’autostrada del Sole (A1), uscita al casello di Orvieto: Proseguire lungo la Strada Umbro Casentinese per circa 24 km.
  • Dall’autostrada del Sole (A1), uscita al casello di Orte: Prendere la superstrada per Viterbo. Da Viterbo, seguire la S.S. Cassia in direzione Siena per un totale di 60 km (30 km fino a Viterbo + 30 km sulla S.S. Cassia).
  • Sulla via Cassia: Bolsena si trova a 112 km sia da Roma che da Siena, rendendo il viaggio accessibile da entrambe le città.
  • Dalla via Aurelia: Uscita a Montalto di Castro. Proseguire in direzione Canino, Valentano per circa 60 km.
  • Da Viterbo: Seguire la via Cassia per 30 km.

In treno

Le stazioni ferroviarie più vicine sono quella di Orvieto (a 24 chilometri), di Montefiascone-Zepponami (a 16 chilometri) e di Viterbo (a 30 chilometri).

Da qui partono gli autobus di linea diretti a Bolsena.

Biglietti BolsenArte Summer Music Festival 2024

Ingresso libero.

Summer Jamboree #24

A Senigallia, la nuova edizione del Summer Jamboree #24, il festival internazionale di musica e cultura dell’America anni ’40 e ’50, sta per cominciare (dal 27 luglio al 4 agosto).

Sarà un’edizione unica, che festeggerà in grande stile i 70 anni del Rock’n’Roll, celebrando gli anni d’oro americani con grandi concerti, balli scatenati e tantissimo divertimento. E, come ogni edizione che si rispetti, venerdì 2 agosto, al Teatro La Fenice andrà in scena l’imperdibile spettacolo di BURLESQUE, Vaudeville, Dance and Cabaret, dalle ore 23.00 all’una di notte, con Majella & Oliver, Didi Derriere, Yazz, Bonnie Fox, Russel Bruner e Racy Ros.

Info utili

Come arrivare a Senigallia

In auto

Al centro della costa adriatica, Senigallia è collegata ai maggiori centri italiani dall’autostrada A14 con un’uscita al casello “Senigallia”.

In treno

Senigallia è servita dalla linea che collega Ancona con Roma e dalla linea adriatica Milano-Lecce.

Biglietti Summer Jamboree #24

Biglietti acauistabili su Ciaotickets.

Villa Ada Festival 2024

Simbolo dell’estate romana, torna il Villa Ada Festival, con oltre 30 appuntamenti, due palchi e una zona free sempre aperta a partire dalle ore 18.00.

Il 27 luglio, il fascino del mondo Disney incontrerà l’atmosfera suggestiva del laghetto di Villa Ada per una notte di balli sotto le stelle. Una rock band sarà pronta a farvi cantare, piangere e urlare sulle note dei classici Disney preferiti, in un evento che promette emozioni intense e ricordi senza tempo.

Il 28 luglio, preparatevi a immergervi nel groove denso e magmatico di Bombino, la stella del desert blues. La sua musica, profonda e avvolgente, trasporterà il pubblico in un viaggio attraverso le sonorità del Sahara.

Il 29 luglio, il palco di Villa Ada accoglierà una delle musiciste afro-peruviane più influenti della scena musicale, Eva Ayllón. La sua voce potente e il suo carisma magnetico promettono una serata di musica travolgente e coinvolgente.

Il 30 luglio, sarà la volta di Sabina Guzzanti, che con i suoi monologhi taglienti e sarcastici dedicati a politica e attualità accenderà il palco con la sua arguzia e il suo spirito critico.

Gli appuntamenti di agosto si preannunciano altrettanto imperdibili. Il 4 agosto, il leggendario gruppo cileno Inti-Illimani, insieme al cantautore italiano Giulio Wilson, daranno vita a una festa latina irresistibile con il loro Agua Tour Mondiale.

Il 6 agosto, i Fat Freddy’s Drop porteranno a Villa Ada una combinazione psichedelica di dub, reggae, soul, jazz, rhythm and blues che promette di far ballare tutti fino a tarda notte. L‘8 agosto, l’energia contagiosa dei Selton, una band brasiliana che ha trovato casa a Milano, presenterà il loro nuovo album “Gringo Vol. 1”, promettendo una serata di ritmi freschi e coinvolgenti.

Info utili

Come arrivare a Villa Ada

In auto

In auto, Villa Ada si raggiunge uscendo al Casello autostradale di Roma Nord in 21 minuti, al Casello autostradale di Roma Sud in una quarantina di minuti e al Casello autostradale di Roma Est in 24 minuti.

In metropolitana e in autobus

Con la metropolitana prendere la B1 (Linea Blu) con fermata Sant’Agnese Annibaliano e 20 minuti a piedi.

Con gli autobus, servirsi delle linee 310 – 92 – 135 – 168 – 63 – 69 – 83 – NMB1 (Linea notturna) e 15 minuti a piedi.

Biglietti Villa Ada Festival 2024

I tickets si possono acquistare online su Dice.fm oppure presso la cassa della biglietteria il giorno dei concerti.

Spring Attitude Festival

Giunto alla sua XIII edizione, lo Spring Attitude Festival torna il 13 e 14 settembre 2024 per il terzo anno consecutivo negli Studios di Cinecittà, il cuore pulsante e artistico di Roma. Questo festival è diventato un appuntamento imperdibile per gli amanti della musica, offrendo una proposta sempre più trasversale ed eterogenea che spazia tra musica elettronica, alternative rock, sperimentazioni sonore e cantautorato.

La line up di quest’anno vanta artisti di calibro internazionale, costruita su contrasti apparenti e assonanze inedite, garantendo un’esperienza musicale unica e coinvolgente. Due grandi palchi ospiteranno un flusso continuo di esibizioni, che dal primo pomeriggio fino a notte fonda, trasformeranno gli Studios di Cinecittà in un luogo magico dove ogni nota e ogni performance contribuiranno a creare un’atmosfera indimenticabile.

La XIII edizione dello Spring Attitude Festival promette di essere un’esplosione di creatività e innovazione, una celebrazione della musica in tutte le sue forme che conquisterà il pubblico con la sua energia e la sua varietà sonora.

Info utili

Come arrivare agli Studios di Cinecittà

In metro

Con la Metro A.

In treno

Con la linea treno FC1.

In autobus

Servendosi delle linee 451 – 520 – 548- 590 – 213- N500 – 559 – 657.

Biglietti

Biglietti acquistabili online presso il canale di vendita ufficiale Dice.fm.

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A spasso per i Borghi di Velluto della Val Mivola

L’entroterra marchigiano è un territorio ricco di sorprese, con un preziosissimo patrimonio storico, artistico e paesaggistico. Ed è proprio per scoprire le sue bellezze che nasce Borghi di Velluto, un’emozionante iniziativa che condurrà i turisti tra i nove comuni in provincia di Ancona che aderiscono al programma. Si tratta di una serie di escursioni in autobus che ravviveranno l’estate, con tantissime attività per apprendere segreti, tradizioni e (naturalmente) sapori unici che caratterizzano le Marche. Andiamo alla scoperta degli appuntamenti imperdibili.

Cos’è l’iniziativa Borghi di Velluto

Promossa dall’Unione dei Comuni Le Terre della Marca Senone e l’Unione Comuni Misa Nevola, la nuova edizione di Borghi di Velluto accomuna una lunga serie di esperienze da vivere presso alcuni dei paesini più suggestivi dell’entroterra marchigiano. Il nome dell’iniziativa fa riferimento alla Spiaggia di Velluto, il soprannome con cui è conosciuto il litorale di Senigallia, una delle principali mete turistiche balneari della regione. E in effetti moltissime escursioni partono proprio da qui, offrendo così ai bagnanti che si stanno godendo le loro vacanze nelle Marche la possibilità di scoprire le bellezze dell’entroterra.

Il panorama è quello della Val Mivola, che riunisce nove comuni situati in provincia di Ancona: oltre a Senigallia, ci sono Arcevia, Barbara, Corinaldo, Castelleone di Suasa, Ostra, Ostra Vetere, Serra de’ Conti e Trecastelli. I tour in autobus si svolgeranno tra luglio, agosto e settembre, con un prezzo molto conveniente. Il biglietto costa infatti 20€, comprendente gli spostamenti in autobus, una visita guidata e una degustazione a base di prodotti tipici. Non ci resta dunque che scoprire quali sono le esperienze da provare quest’anno.

Le esperienze imperdibili

L’itinerario Tra borghi e castelli, previsto per martedì 23 luglio 2024, condurrà i visitatori alla scoperta di Serra de’ Conti: il suo centro storico medievale, ancora cinto da mura duecentesche, racchiude moltissime meraviglie. Ci sarà così l’opportunità di visitare il Museo delle Arti Monastiche, prima di dirigersi verso il borgo di Barbara (anch’esso protetto da un’imponente cinta muraria) e fare tappa presso la Chiesa dell’Assunta e alla Chiesa di Santa Barbara.

Mercoledì 31 luglio 2024 si potrà invece partecipare all’itinerario Tra arte, storia e spiritualità: si inizierà dal Santuario della Madonna della Rosa di Ostra, con tappa per una degustazione. Quindi sarà la volta della Collegiata di San Medardo di Arcevia, con le sue incredibili ceramiche d’autore e le opere rinascimentali di Luca Signorelli.

È un tuffo nella storia quello che martedì 6 agosto 2024 coinvolgerà i visitatori: l’itinerario Una macchina del tempo toccherà Castelleone di Suasa, dove si potranno ammirare i resti archeologici dell’antica città romana di Suasa. Ad una degustazione in cantina farà poi seguito un’escursione a Corinaldo, per visitare la Civica Raccolta d’Arte Claudio Ridolfi con i suoi tantissimi oggetti di corredo di un antico principe piceno.

Giovedì 8 agosto 2024 sarà proposto un itinerario dedicato al teatro, chiamato Palcoscenico Val Mivola. Prima tappa, il Teatro Comunale Carlo Goldoni di Corinaldo, restaurato magnificamente nel 2006 affinché conservasse il suo fascino originale. Nel pomeriggio, invece, si farà visita al piccolo teatro privato voluto dal Conte Giovanni Battista Carletti Giampieri, una preziosissima perla situata nel centro storico di Piticchio (ad Arcevia).

L’itinerario Tra borghi e castelli, nella sua seconda “puntata” di mercoledì 21 agosto 2024, toccherà invece il centro storico di Ostra Vetere e il suo suggestivo impianto urbanistico, nascosto tra le mura medievali. In seguito ci sarà tempo per visitare Barbara, un altro borgo storico i cui vicoli – che si aprono sulla piazza più piccola d’Italia – offrono tantissime sorprese. Infine, di nuovo l’itinerario Tra arte, storia e spiritualità: venerdì 6 settembre 2024 si potrà visitare il Museo di Storia della Mezzadria Sergio Anselmi, all’interno del complesso di Santa Maria delle Grazie di Senigallia. Dopo la degustazione nel borgo di Castel Colonna, si farà tappa presso il Museo Nori De’ Nobili a Ripe, nel comune di Trecastelli.

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5 splendide spiagge d’acqua dolce nelle Marche

“L’Italia, con i suoi paesaggi, è un distillato del mondo, le Marche dell’Italia” scrive Guido Piovene nel suo Viaggio in Italia, cogliendo in una riga la ricchezza di una regione che se non è il cuore d’Italia certamente si trova nella sua cassa toracica.

Nelle Marche si trova difatti un concentrato di tutto quanto il meglio il Paese ha da offrire, dai picchi dell’arte e dell’architettura, alle tracce della Storia d’ogni epoca, ai capolavori che è in grado di offrire la natura.

Fanno parte proprio di questi ultimi i tantissimi luoghi che, nelle stagioni più calde, attraggono locali e turisti per quello che, con la consueta qualità sintetica della loro lingua, gli anglosassoni chiamano wild swimming: fare il bagno in piscine naturali d’acqua dolce.

Le spiagge selvagge di fiume naturalisticamente più belle si trovano tutte nella zona più interna delle Marche, al cospetto della dorsale appenninica che separa la regione dall’Umbria, lungo un affascinante percorso ideale che collega perpendicolarmente la valle del fiume Metauro, che scorre ad Urbino, a quella del Castellano, che attraversa Ascoli Piceno.

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Il fiume Castellano nei pressi di Ascoli Piceno

Marche, spiagge d’acqua dolce: le Piscine dell’Auro

Mercatello sul Metauro è un delizioso borgo medievale con un centro storico piccolo ma affascinante. Sorge nell’alta valle del Metauro, fiume che nasce sulle alture del valico appenninico di Bocca Trabaria, e che nel suo territorio vede congiungersi i due torrenti, Meta e Auro, che danno vita poi al corso d’acqua più lungo delle Marche.

Poco più a monte della confluenza, che si trova nella frazione di Borgo Pace, si trovano le cosiddette Piscine dell’Auro, una serie di polle create dal torrente e costeggiate da un tratto di strada di campagna, ma asfaltata, che le rende la meta perfetta per una giornata d’estate.

La piscina più bella e gettonata è quella chiamata Gorga San Leo, ovvero una cascata che forma una bella piscina naturale ai propri piedi e con un ampio spazio sopra il salto e attorno per sistemarsi. Qui ci si può tuffare dalla cima della cascata o godersi qualche bracciata ai suoi piedi.

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Fonte: Lorenzo Calamai

La Gorga San Leo alle Piscine dell’Auro

Tuttavia l’offerta delle Piscine dell’Auro è affascinante perché molto varia: le famiglie con bambini piccoli si indirizzeranno volentieri dove un cartello di legno indica l’accesso alla piscina naturale chiamata La Poderina, un tratto dove il letto del torrente si allarga, l’acqua è bassa e non c’è corrente, e un bel prato all’ombra degli alberi correda il contesto.

La Madonnina e i Morti, suggestivi nomi di altri due tratti di fiume con belle piscinette naturali dove poter fare il bagno, ma anche dotati di massi piatti dove poter trovare ombra e relax, si trovano rispettivamente a monte e a valle rispetto alle due succitate piscine sul corso dell’Auro. Completa il gruppo di spots per il wild swimming il Vecchio Mulino, edificio recentemente ristrutturato e trasformato in residenza, ma ai cui piedi si mantiene una larghissima e profondissima piscina naturale alimentata da una cascata dal fronte molto largo.

Una delle cose più affascinanti da fare alle Piscine dell’Auro, peraltro, è quella di godersi l’avventura di poter scendere (o risalire) il corso del torrente, visitando una piscina dopo l’altra, e scoprendo anche angoli per fare il bagno affascinanti, ma senza un semplice accesso dedicato direttamente dalla strada asfaltata.

Marche, spiagge d’acqua dolce: le Cascatelle di Cagli

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Fonte: Lorenzo Calamai

In agosto le Cascatelle di Cagli sono una delle destinazioni d’acqua dolce più gettonate

Il Bosso e il Burano sono due affluenti del già citato fiume Metauro che scorrono nella valle a sud rispetto al corso d’acqua nel quale si gettano. Su un altopiano stretto tra i loro letti sorge la cittadina di Cagli, da visitare e da utilizzare anche come quartier generale per organizzare una gita in giornata alle omonime Cascatelle.

Le Cascatelle di Cagli sono una serie di piscine naturali di acqua azzurrissima, scavate dal fiume Burano nella roccia bianca che contorna il suo letto, pochi chilometri a sud rispetto al paese.

Malgrado si trovino a poca distanza dalla Strada Flaminia, assai trafficata anche dal trasporto pesante, le Cascatelle offrono un contesto estremamente naturale, rimosso e protetto rispetto alle vicinanze. In estate sono un luogo molto gettonato dagli amanti dell’acqua dolce, che ne affollano le sponde. Il tratto interessato dalle piscine naturali è comunque piuttosto esteso e offre la possibilità a tutti di goderne in totale relax.

Note anche come Gola del Burano o Caldare, le Cascatelle di Cagli sono un luogo ideale per chi ama arrampicarsi sulle rocce e tuffarsi in profonde piscine naturali di acqua azzurra. Un luogo che regala vibrazioni positive ed energizzanti, a cui si può successivamente aggregare un rilassante aperitivo: se dal parcheggio delle Cascatelle si prosegue per poco più di un chilometro lungo il vecchio tracciato della via Flaminia in direzione sud, si raggiunge un piccolo chiosco di birre e piadine con un ampio spazio verde sulle sponde del Burano dove la pace e il silenzio regnano sovrani.

Marche, spiagge d’acqua dolce: i Tre pozzi del Fiume Bosso

Il già citato fiume Bosso è uno dei corsi d’acqua che regala ai visitatori le più ampie possibilità di wild swimming. Sono tantissime le piscine naturali, le cascatelle e i tratti di fiume dove poter passare una giornata tra relax, tuffi e picnic.

Il più bello è forse quello dei Tre pozzi, a poca distanza da Cagli. Qui il Bosso compie un’ampia curva a U nel suo corso, che termina in una splendida e imponente cascata, inforrandosi subito dopo tra le rocce. Questa piccola gola stringe il letto del fiume e crea quindi tre belle piscine naturali consecutive, con l’acqua che rimane cristallina grazie al pallore delle pietre del fondale e dei pinnacoli di roccia attorno.

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Fonte: Lorenzo Calamai

La cascata del fiume Bosso ai Tre pozzi

Tanti i luoghi dove potersi sistemare: la gente del luogo ha sistemato anche un bel tavolo in legno da picnic in mezzo al corso del fiume, in modo da potersi godere un bel pranzo d’estate con i piedi a bagno nelle fresche acque del Bosso. In più il contesto particolare del luogo consente di poter alternare a proprio piacimento sole e ombra, com’è necessario nelle giornate più calde dell’estate.

Marche, spiagge d’acqua dolce: il Tempio di Shiva

Luogo affascinante, avvolto da un’atmosfera mistica, il Tempio di Shiva ha quest’aria magica per via della bellezza del contesto naturale: una tripla cascata riempie una piccola ma profonda piscina naturale di acqua dal colore blu elettrico, talmente acceso da sembrare quasi irreale.

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Fonte: Lorenzo Calamai

La Cascata del Fosso di Teria al cosiddetto Tempio di Shiva

La cascata si raggiunge affrontando una breve escursione di circa 20 minuti nel bosco, leggermente in salita. Un percorso alla portata di tutti da affrontare però con scarpe chiuse e un minimo di attenzione, in particolare per seguire la traccia fino a destinazione. La partenza del sentiero si trova sulla Strada provinciale 29, poco dopo aver superato il paese di Secchiano. Da uno spiazzo sterrato sulla sinistra della carreggiata si guada facilmente il fiume Bosso, inoltrandosi poi lungo il corso di un suo piccolo affluente, il Fosso di Teria.

Giunti al termine del sentiero, poco prima di fare la conoscenza con la bellissima cascata, incontrerete un tratto del torrente che passa fra panche, tavoli, muretti. Tutto realizzato alla bell’e meglio incastrando le pietre trovate intorno al torrente. Grandi acchiappasogni in legno sono appesi ai rami degli alberi, in un’atmosfera mistica e spirituale che si collega con il colore quasi ultraterreno della cascata.

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Fonte: Lorenzo Calamai

Nei dintorni della cascata del Tempio di Shiva

Il salto principale è preceduto da altri due, che è possibile raggiungere arrampicandosi lungo la traccia che si trova sulla destra della prima, dove sono state strategicamente piazzate alcune corde per aiutare la salita. Dalla cima della cascata principale ci si può tuffare senza pericoli nella polla sottostante, godendosi un rigenerante tuffo nell’acqua fredda e cristallina.

Marche, spiagge d’acqua dolce: il Ponte di Tasso (o Paradise)

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Fonte: Lorenzo Calamai

La grande piscina sotto il ponte

Anche la valle del Castellano, il fiume che passa per Ascoli Piceno, è un vero e proprio scrigno dei tesori per chi ama le avventure d’acqua dolce. Nessun altro luogo, però, ha il fascino selvaggio del Ponte di Tasso, conosciuto da tutti i giovani del posto come Paradise per non meglio precisate ragioni.

Fra Ascoli e Castel Trosino, percorrendo la Strada provinciale di Valle Castellana, si incontra sulla destra una strada sterrata che va percorsa per qualche centinaio di metri fino a trovare un ampio spiazzo dove parcheggiare l’auto. Da qui un sentiero scende rapidamente fino al Ponte di Tasso, rovina di un antico ma maestoso e solido ponte dal quale calarsi alle sottostanti piscine del fiume Castellano.

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Fonte: Lorenzo Calamai

Il Ponte di Tasso e la discesa al fiume

La discesa al fiume è molto ripida e non esattamente alla portata di tutti: bisogna scendere calandosi lentamente con l’aiuto di alcune funi. A monte del ponte si susseguono in serie piscine e cascatelle per tutti i gusti, sia quelli di chi vuole solamente bagnarsi in completo relax sia per chi vuol fare un tuffo acrobatico dove l’acqua è più profonda. A valle, invece, una gigantesca piscina creata da una cascatella è il luogo ideale per chi vuole nuotare un po’, ma anche per i tuffatori più ardimentosi.

Le acque del Castellano, arricchite da alcune sorgenti termali lungo il suo corso, hanno un splendido colore turchese, che nei punti dove l’acqua è più bassa si attenua, dando l’impressione di trovarsi in una spiaggia caraibica.

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Lago di Fiastra, una gemma nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini

Nel 1950 l’allora Ente Nazionale per l’Energia Elettrica decide di costruire una diga per sfruttare l’energia del fiume Fiastrone, nelle Marche, e trasformarla in elettricità. In cinque anni viene realizzato lo sbarramento nei pressi del paese di Fiastra, in provincia di Macerata. Nasce così il Lago di Fiastra, un invaso artificiale, il più grande della regione, che campeggia in una conca circondata da morbide colline, con lo sfondo degli aspri rilievi dei Monti Sibillini.

Quasi settanta anni dopo il Lago di Fiastra è ancora un luogo importante per la produzione di energia idroelettrica, ma si è trasformato anche in una destinazione sensazionale per tutti gli innamorati delle attività outdoor, grazie a un contesto naturale spettacolare che permette di avere a disposizione un ventaglio davvero molto ampio di opportunità per esplorarne tutti gli angoli, sempre impegnandosi in qualcosa di diverso.

Affascinanti escursioni, percorsi ciclabili, angoli panoramici, rarità della natura, spiagge di sabbia e roccia dove prendere il sole e poi tuffarsi nelle fresche acque del lago per rinfrescarsi. E poi nuoto, canoa, windsurf e una grande varietà di attività acquatiche.

Lago di Fiastra

Fonte: Lorenzo Calamai

Il Lago di Fiastra offre opportunità per tutti i gusti

Il contesto del Lago di Fiastra

Il Lago di Fiastra è una conca incastonata nel cuore del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Fra le cime appeniniche più alte, i monti della catena montuosa circondano con le loro cime verdi lo scenario nel quale è stato realizzato l’invaso.

Il fiume Fiastrone, pressoché unico immissario del lago, nasce nelle vicinanze della cittadina montana di Bolognola, a pochi chilometri di distanza. Qui, originando a circa 1700 metri di altitudine, scende rapido fino a Fiastra, aprendosi nel bacino artificiale mille metri più in basso.

Il lago ha una forma allungata e stretta, chiuso fra i rilievi che lo circondano, in un ambiente naturale estremamente verde dove la presenza umana c’è, ma è minoritaria. Il vertice meridionale bagna l’abitato di San Lorenzo al Lago, un piccolo paese dove si trovano diverse strutture ricettive per il pernottamento, ma anche per sfruttare al meglio il lago, come una spiaggia attrezzata e un’area cani. Su tutto il versante orientale corre la Strada provinciale 91, mentre il versante occidentale è caratterizzato da alcune morbide colline boscose sulla sommità delle quali si trovano alcune piccolissime cittadine.

Lago di Fiastra

Fonte: Lorenzo Calamai

Una delle spiagge del Lago di Fiastra

All’estremità settentrionale del lago si trova la diga che sbarra il Fiastrone, zona dove si trova l’imbocco del sentiero che conduce alle Lame Rosse, un’area caratterizzata da bizzarre e spettacolari conformazioni rocciose rossastre che ricorda i canyon del continente americano e compone una delle principali attrative del Lago di Fiastra.

Cosa fare al Lago di Fiastra

Il Lago di Fiastra è un vero e proprio scrigno dei tesori per gli amanti delle attività acquatiche e delle attività all’aria aperta.

Un sentiero percorre tutto il versante orientale del lago, percorribile a piedi e in mountain bike, offrendo tante occasioni per fotografare tutti i diversi angoli del bacino. Per arrivare da un vertice all’altro occorrono circa due ore, e durante la camminata si incontrano diverse aree attrezzate per il picnic, anche corredate di griglie.

Lago Fiastra Marche

Fonte: Lorenzo Calamai

I due campeggi sulle sponde del lago offrono numerose attività acquatiche

Il lago ha zone designate e ben segnalate per la balneazione: nella zona di San Lorenzo al Lago è presente un chiosco che noleggia ombrelloni e lettini per chi desidera la maggiore comodità possibile, mentre per chi è più avventuroso la sponda orientale del lago offre tantissime occasioni per un tuffo, sia con alcune spiaggette che con alcuni comodi massi biancastri dai quali tuffarsi direttamente nei flutti.

Peraltro, malgrado la notevole profondità media dell’invaso e la purezza delle acque, che non attraversano pressoché alcun centro abitato prima di arrivare nel lago, la temperatura dell’acqua è confortevole anche per chi mal sopporta il freddo.

I due campeggi presenti e le altre strutture ricettive offrono inoltre una gran varietà di opportunità acquatiche, come il noleggio di canoe, kayak, standing up paddles e giri del lago in barca a vela.

Lago di Fiastra Marche

Fonte: Lorenzo Calamai

Non mancano le opportunità per un po’ di relax estemporaneo sulle sponde del lago

Il sentiero delle Lame Rosse è uno dei più gettonati: partendo dalla diga sul lago si affronta una impervia salita nel bosco per raggiungere una zona brulla e spoglia di vegetazione, dove gli agenti atmosferici hanno scavato la morbida scaglia rossa che costituisce il terreno di una parte della collina, dando alla roccia forme bizzarre. Pinnacoli e torrioni rocciosi si alternando in una sorta di canyon unico nel suo genere.

Numerosi cammini a tappe passano dal Lago di Fiastra, con l’abitato di Fiastra che è destinazione della seconda tappa del Grande Anello dei Sibillini, un percorso escursionistico di 124 chilometri che attraversa i luoghi più caratteristici del Parco Nazionale. A San Lorenzo al Lago si ferma la undicesima tappa del lunghissimo Cammino dei Cappuccini, che attraversa gran parte delle Marche, andando da Fossombrone a Ascoli Piceno. Anche il Cammino Francescano della Marca, che va da Assisi ad Ascoli Piceno, passa dal Lago di Fiastra, così come il Cammino delle Terre Mutate, un percorso escursionistico sviluppato dall’associazione Movimento Tellurico per promuovere la (ri)scoperta dei territori coinvolti nella sequenza sismica del 2016-2017 che ha sconvolto le comunità di questa porzione d’Italia.

Lago di Fiastra

Fonte: Lorenzo Calamai

Scorcio sulla vista opposta del Lago dal sentiero lungo il versante orientale

Le strade che contornano il lago sono destinazione prediletta anche di tanti cicloturisti che affrontano le salite nelle circostanze, ad esempio risalendo il corso del Fiastrone in direzione di Bolognola o affrontando i tornanti che salgono fino alla frazione di Biselli, dove si trova uno spettacolare punto panoramico che permette di osservare il lago dall’alto.

Nei dintorni

Il Lago di Fiastra si trova in una zona rurale, dove occasionali gruppi di case spezzano un territorio molto verde, con grandi prati dedicati all’agricoltura e montagne che si stagliano all’orizzonte, imponenti.

Non lontano, però, si trovano due dei borghi più belli delle Marche. A circa 30 minuti di auto in direzione nord-ovest si trova Camerino, sede di una delle più antiche università italiane, attiva già nel medioevo.

Ferita in maniera devastante dal terremoto del 2016, Camerino sta lentamente tornando ad aprirsi, con un numero sempre più alto di monumenti e luoghi d’interesse visitabili grazie ai lenti ma progressivi interventi nel centro storico. L’highlight è oggi la Basilica di San Venanzio, un grande edificio religioso zeppo di opere d’arte fra cui spicca una tavola di Giovambattista Tiepolo, trasportata qui da un’altra chiesa chiusa perché inagibile. Visitare la cittadina è anche un modo per sostenere una faticosa opera di ricostruzione che rischia di andare davvero per le lunghe e spopolare definitivamente il paese.

Sarnano Marche

Fonte: Lorenzo Calamai

Vista sul borgo di Sarnano

In direzione opposta, cioè verso est, si trova Sarnano, borgo che sorge in una sorta di culla in mezzo alle vette dei Sibillini, con le sue torri medievali che svettano in cima al colle a oltre 500 metri di altitudine dov’è seduta.

Sarnano è assolutamente medioevale, lo si vede già arrivando da lontano, con i suoi mattoni rossi in pietra cotta e le torri che dominano il centro storico. In città labirintici vicoli lastricati si affastellano salendo e scendendo dalla Piazza Alta, sulla quale affacciano il Palazzo dei Priori, il Palazzo del Popolo, il Palazzo del Podestà e la Chiesa di Santa Maria di Piazza.

Cascate Sarnano

Fonte: Lorenzo Calamai

Sulla Via delle Cascate Perdute a Sarnano

Gli amanti dell’acqua dolce possono inoltre trovare a Sarnano un percorso complementare alla visita del Lago di Fiastra: la Via delle Cascate Perdute è infatti un percorso trekking che riunisce la visita a cinque maestose cascate che parte dal centro storico e si dipana nelle campagne circostanti per un itinerario lungo 12 chilometri e della durata totale di circa quattro ore a piedi, un po’ meno se lo si affronta in mountain bike.