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Sentiero Azzurro alle Cinque Terre: il cammino che incanta l’Europa

Anche il quotidiano britannico The Independent non ha saputo resistere al fascino dei sentieri delle Cinque Terre. Tra i suoi consigli sui migliori cammini d’Europa da intraprendere nel 2025, spicca infatti il Sentiero Azzurro, l’itinerario che, come un filo magico, cuce insieme i borghi di Monterosso, Vernazza, Corniglia, Manarola e Riomaggiore. E non è difficile capire il perché: ogni anno, oltre 2,5 milioni di visitatori scelgono di perdersi tra le sue meraviglie.

Già nel Medioevo, quando le strade come le conosciamo oggi non esistevano, rappresentava la sola possibilità di collegamento tra gli abitanti della costa. Unico tratto nato in epoca moderna è la celebre Via dell’Amore, che risale agli Anni Venti del Novecento, vero gioiello incastonato a picco sul mare.

Passeggiare qui significa immergersi in un paesaggio vivo, dove ogni scorcio racconta la pazienza dell’uomo che ha modellato terrazze, costruito muretti a secco e aperto stradine che si arrampicano fino ai santuari sulle alture. Conosciamolo meglio.

Le tappe del Sentiero Azzurro

Il Sentiero Azzurro è una delle attrazioni imperdibili delle Cinque Terre, la via più conosciuta e amata, quella che regala panorami da cartolina senza richiedere sforzi eccessivi. Correndo dolcemente vicino alla linea del mare, il suo tracciato è perfetto per chi desidera godere appieno dell’inconfondibile bellezza del territorio senza affrontare ripide salite o lunghi tratti impegnativi.

Si estende per quasi 12 chilometri e, a passo deciso, lo si può completare in circa sei ore. Ma chi sceglie davvero di ascoltare il respiro della natura e il mormorio delle onde, preferisce spezzare il cammino in più tappe, concedendosi il tempo di assaporare ogni borgo, ogni scorcio, ogni profumo che sale dal mare.

Riomaggiore – Manarola: la magia della Via dell’Amore

Esiste un tratto del Sentiero Azzurro che, più di ogni altro, incarna il romanticismo delle Cinque Terre: la Via dell’Amore, passeggiata sospesa tra cielo e mare che unisce Riomaggiore e Manarola con una striscia di pietra lunga appena 950 metri. È il sentiero dell’anima, quello dove il mare si fa sottofondo musicale e le pareti rocciose sembrano custodire sussurri d’amore.

Il cammino è accessibile a tutti, dai più piccoli agli adulti, senza grandi dislivelli da affrontare. La bellezza si amplifica nelle ore serali, quando la Via si illumina e diventa una scia brillante che accarezza il buio. Durante la passeggiata, tra un cespuglio di macchia mediterranea e una falesia di arenaria, ci si può fermare e scendere a lambire l’acqua, lasciando che il tempo si dilati e il mondo attorno sfumi in un sogno.

L’accesso, su prenotazione, avviene solo da Riomaggiore verso Manarola ed è legato all’acquisto della Cinque Terre Card, con un piccolo supplemento. Ma ogni passo varrà la magia che vi accompagnerà ancora per molto tempo dopo averlo lasciato.

Manarola – Corniglia: il cammino sospeso tra vigneti e mare

Questo tratto del Sentiero Azzurro, che dovrebbe collegare Manarola a Corniglia, al momento si mostra a metà, colpito da una frana. Solo i primi 300 metri, partendo da Manarola, sono accessibili (aprile 2025). Per poterlo attraversare nella sua interezza si dovrà attendere, con un po’ di pazienza, probabilmente fino a maggio 2026.

Quando sarà di nuovo percorribile, si distenderà per 2,5 chilometri lungo un percorso semplice ma meraviglioso, dove la linea sottile del sentiero sfiora il mare e si arrampica tra i terrazzamenti coltivati. Partendo dalla stazione di Corniglia, si potrà scegliere se affrontare la lunga scalinata della Lardarina, con i suoi 382 gradini, o salire in autobus.

Salendo verso Volastra, il paesaggio si apre su vigneti abbracciati da muretti a secco, mentre il mare luccica all’orizzonte. Dal Santuario della Madonna della Salute, antico presidio di fede e speranza, si scende verso Manarola, accompagnati dai profumi intensi della macchia mediterranea. Per chi vuole evitare il tratto più impegnativo fino a Volastra, da Manarola è disponibile un comodo bus navetta.

Corniglia – Vernazza: tra terrazzamenti e panorami mozzafiato

Il colorato borgo di Vernazza con sentiero escursionistico

Fonte: iStock

Vernazza con sentiero escursionistico

Corniglia, il più raccolto dei borghi, attende il viaggiatore arroccato su un promontorio a 100 metri sul mare. Da qui parte il sentiero verso Vernazza, un percorso dove la meraviglia si conquista metro dopo metro.

Dopo aver raggiunto il centro di Corniglia dalla stazione (a piedi oppure con l’autobus) si imbocca la via principale e si seguono le indicazioni per Vernazza. Inizia così un cammino tra salite e discese che mettono alla prova le gambe ma riempiono il cuore. I panorami sulla spiaggia di Guvano e sulle acque turchesi sono un incanto continuo, mentre il sentiero serpeggia tra uliveti, vigneti e prati in fiore.

Quando la torre di Vernazza si profila all’orizzonte, il cuore batte più forte. Dalla sua sommità si apre una vista indimenticabile sul porticciolo, sulle case colorate e sul blu infinito del mare. È qui che la fatica si dissolve e lascia spazio solo al sogno.

Vernazza – Monterosso: la sfida più bella

Da Vernazza a Monterosso il sentiero chiede un po’ più di impegno, ma il premio per chi lo affronta è un tripudio di emozioni e paesaggi.

La scalinata iniziale sembra non finire mai, eppure ogni gradino svela nuovi scorci: orti di limoni, uliveti secolari, vigneti che si aggrappano alla terra come a volerla trattenere. I saliscendi si susseguono, il sentiero si stringe e si apre in rapidi pendii che precipitano verso il mare e donano viste vertiginose e struggenti.

Arrivati nei pressi di Monterosso, si attraversano la spiaggia libera di Tragagià e l’hotel Porto Roca, fino a entrare nella parte antica del borgo. Se si percorre il sentiero da Monterosso verso Vernazza, la salita iniziale sarà ancora più ripida, ma la vista durante il cammino ripagherà gli sforzi con emozioni da incorniciare.

Info utili: come organizzare l’escursione

Per camminare lungo il Sentiero Azzurro è necessario acquistare la Cinque Terre Card, disponibile presso i punti d’ingresso dei sentieri, che permette l’accesso a tutti i tratti percorribili, ed è obbligatoria anche se si intende esplorare soltanto una singola sezione.

La Via dell’Amore, per la sua unicità e popolarità, richiede un supplemento di 10 euro e la prenotazione anticipata di una fascia oraria online.

Prima di partire, è sempre consigliabile verificare lo stato dei sentieri: i cambiamenti climatici, soprattutto in autunno, possono provocare frane e chiusure improvvise. Consultare la mappa aggiornata o la pagina ufficiale delle Cinque Terre vi aiuterà a organizzare il viaggio senza sorprese.

Il Sentiero Azzurro è un invito a rallentare, ad ascoltare il vento che scompiglia le vigne, a lasciarsi rapire dai colori intensi della natura ligure. È un’esperienza da vivere con intensità.

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Giardini Hanbury, il sogno di un viaggiatore trasformato in un paradiso botanico

C’è un luogo in Liguria che sfugge all’inverno. Un angolo di costa sospeso tra cielo e mare, dove l’aria è dolce anche a gennaio e le piante sembrano ignorare il passare delle stagioni. Il mare davanti, calmo e brillante, riflette ogni sfumatura del cielo; alle spalle, le Alpi vegliano imponenti, ma una collina generosa tiene lontano i venti di tramontana. Qui il gelo è un ospite che non arriva mai, e il sole sembra essersi innamorato di questa terra straordinaria.

Siamo a Ventimiglia, splendida Riviera dei Fiori dove, per un’intuizione o forse per un incanto, nel 1867 un viaggiatore inglese trasformò un sogno in un paradiso botanico: i Giardini Hanbury.

Chiunque abbia mai sognato un giardino senza confini, in cui convivono piante provenienti da ogni continente, dovrebbe venire fin qui: su diciotto ettari di terra affacciati sul Mediterraneo, fa bella mostra di sé un luogo in cui la natura è coltivata con sapienza e rispetto, e l’armonia si fa paesaggio.

Ancora oggi, tra agrumi, bambù, rose antiche e piante succulente, si respira la visione di un uomo che fece dell’incontro tra culture botaniche un messaggio di bellezza e dialogo.

Dove l’inverno non arriva: il giardino incantato di Capo Mortola

Il complesso dei Giardini Botanici Hanbury si sviluppa lungo il promontorio di Capo Mortola, un balcone naturale che sembra tuffarsi nel mare.

Dei diciotto ettari, la metà è coltivata a giardino: un dedalo di vialetti e terrazzamenti in cui crescono piante delle specie più svariate ma tutte accomunate dalla capacità di vivere in climi mediterranei. California, Sud Africa, Cile, Australia: un mosaico verde che qui trova condizioni ideali, grazie a un microclima davvero mite, con inverni che di rado vedono le temperature scendere sotto lo zero.

Quando Thomas Hanbury acquistò la proprietà, il suo intento non era solo estetico: desiderava creare un giardino di acclimatazione per specie esotiche, scegliendo e disponendo le piante secondo criteri scientifici ma anche paesaggistici. Il risultato è un’oasi dove la botanica si fonde con l’arte e la scienza dialoga con l’estetica.

Nel tempo, i Giardini sono stati riconosciuti come patrimonio da tutelare: nel 1939 furono vincolati come bene ambientale storico-artistico e, nel 1960, divennero proprietà dello Stato Italiano. Dal 1987 sono gestiti dall’Università degli Studi di Genova, che ha creato anche un Centro Universitario di Servizi per valorizzarne la ricerca, la conservazione e la fruizione. E non è tutto: dal 2000 fanno parte delle Aree Protette Regionali.

E anche il mare qui è speciale. La costa di Capo Mortola è caratterizzata da una delle più interessanti praterie di Posidonia oceanica della Liguria, un ecosistema marino di grande valore, che rappresenta un habitat prioritario per l’Unione Europea. Un’altra prova del fatto che, ai Giardini Hanbury, la bellezza è biodiversità, sopra e sotto il livello del mare.

Giardini Hanbury, Liguria

Fonte: Getty Images

Uno degli angoli del giardino

Un viaggio tra profumi, colori e meraviglie botaniche

Passeggiare tra i vialetti dei Giardini Hanbury è molto più di una semplice visita: è un viaggio. Un’esperienza che coinvolge corpo e spirito, e che si snoda lungo un sentiero che dall’ingresso conduce fino al mare, con un dislivello di quasi duecento metri. Si scende tra profumi, suoni, colori, come in una discesa verso una versione tutta terrena del paradiso. Il ritorno, certo, è in salita: ma ogni passo regala scorci e suggestioni che ripagano ogni sforzo.

Il giardino è suddiviso in aree tematiche, ognuna con la sua identità precisa. Si attraversa l’area delle agavi, monumentali e silenziose, poi quella delle aloe, che brillano sotto il sole come sculture viventi. Il Giardino dei Profumi avvolge i sensi con la sua sinfonia olfattiva, mentre il Roseto evoca storie antiche grazie alle varietà dimenticate. Si entra poi nella Foresta Australiana, dove eucalipti e acacie creano un’atmosfera lontana, quasi da sogno, e ci si immerge nel Frutteto Esotico, in cui crescono specie rare e affascinanti. E ancora gli agrumeti, con le loro varietà antiche e quasi scomparse, e tanti angoli nascosti che sorprendono a ogni svolta del sentiero.

La ricchezza delle collezioni botaniche impressiona anche i visitatori più esperti. Nei Giardini Hanbury convivono, tra le altre, piante appartenenti ai generi Acacia, Agave, Aloe, Brugmansia, Cistus, Citrus, Eucalyptus, Passiflora, Rosa e Salvia. Famiglie botaniche come le Myrtaceae e le Bignoniaceae trovano uno spazio privilegiato per crescere e incantare. Ma ciò che più colpisce è il modo in cui le piante sono inserite nel paesaggio: non come semplici oggetti da esposizione, ma come protagoniste di un racconto che parla di cura, conoscenza, passione.

È facile perdersi, ma è ancora più facile lasciarsi trovare. Dai profumi, dai colori, dai suoni del vento tra le fronde. I Giardini Hanbury sono un luogo da sentire e da attraversare con calma, ascoltando il silenzio e osservando i dettagli. Perché ogni angolo cela una storia e ogni pianta custodisce un viaggio.

E quando, alla fine del percorso, si arriva alla terrazza affacciata sul mare, si ha come l’impressione che il giardino sia una sorta di miracolo. Un sogno che continua a fiorire, stagione dopo stagione.

Giardini botanici Hanbury

Fonte: iStock

Scorcio dei bellissimi giardini di Ventimiglia
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Il mare della Liguria attraverso i binari, tornano i Treni del Mare per l’estate 2025

Che cosa c’è di più affascinante di un viaggio che ti porta dritto verso il mare, senza stress, senza traffico? Tornano i tanto amati Treni del Mare, che ogni sabato e nei giorni festivi, a partire dal 29 marzo e fino a domenica 28 settembre 2025, collegheranno la Lombardia alla splendida Liguria, regalando a tutti gli appassionati del mare un’opportunità imperdibile per godersi il sole, la sabbia e il mare blu della Riviera.

Un viaggio perfetto, dove il comfort si fonde con la voglia di scoperta e, come ogni anno, il servizio si arricchisce con nuove rotte e orari per soddisfare le esigenze di chi cerca un modo comodo e veloce per scappare dal caldo cittadino. In questo modo, i passeggeri potranno scoprire la bellezza delle Cinque Terre e di altri luoghi della Riviera Ligure, senza rinunciare alla praticità, ogni volta che si vorranno ricaricare le batterie, immergendosi nello splendore estivo della Liguria.

Treni del Mare: le nuove rotte e i nuovi orari

A partire dal 29 marzo, i Treni del Mare torneranno a solcare le rotaie ogni sabato e nei giorni festivi, con una serie di corse che collegano i principali centri lombardi alle incantevoli spiagge liguri. Quest’anno, infatti, saranno 10 i treni aggiuntivi che partiranno da città come Milano, Bergamo, Treviglio, Como, Monza, Seregno, Gallarate, Busto Arsizio, Legnano, Pavia e Voghera, per arrivare direttamente alle località balneari della Riviera di Levante e di Ponente. E la novità assoluta riguarda l’introduzione del treno che partirà da Saronno per raggiungere Arma di Taggia.

Di seguito, ecco l’elenco completo delle corse e degli orari per ogni tratta:

  • Saronno (5:34) – Taggia Arma (10:08)
  • Taggia Arma (18:32) – Saronno (23:09)
  • Como S. Giovanni (7:05) – La Spezia Centrale (12:56)
  • La Spezia Centrale (18:10) – Como S. Giovanni (22:49)
  • Gallarate (8:24) – Ventimiglia (13:40)
  • Ventimiglia (16:35) – Gallarate (22:08)
  • Bergamo (6:30) – Ventimiglia (11:25)
  • Ventimiglia (18:25) – Bergamo (23:27)
  • La Spezia Centrale (16:50) – Milano Porta Garibaldi (21:05)
  • Milano Porta Garibaldi (8:23) – La Spezia Centrale (12:50)

Inoltre, è importante sapere che durante il periodo dal 21 luglio al 29 agosto, i treni subiranno però una leggera rimodulazione degli orari e delle corse, in seguito ai lavori infrastrutturali programmati da RFI per la chiusura del ponte di Bressana nel Pavese. Nonostante ciò, il servizio rimarrà comunque efficiente e i passeggeri potranno continuare a godere della bellezza del viaggio verso il mare, in modo ecologico e sostenibile rispetto all’automobile o ad altri mezzi di trasporto.

L’assessore regionale ai Trasporti, Franco Lucente, ha anche sottolineato che i Treni del Mare sono molto apprezzati dai lombardi e hanno registrato un successo crescente negli anni. Nonostante i disagi legati alla chiusura della tratta nel Pavese, ha assicurato che Regione Lombardia, insieme alla Liguria, Trenord e RFI, si impegneranno a garantire un servizio che risponda alle esigenze di chi già utilizza regolarmente i treni.

Come acquistare i biglietti per i Treni del Mare

Acquistare il biglietto per i Treni del Mare è semplicissimo: basta recarsi presso una delle biglietterie Trenord, anche quelle delle stazioni principali di Milano Porta Garibaldi, Bergamo, Treviglio, Como San Giovanni, Monza, Saronno, Seregno, Gallarate, Busto Arsizio FS, Legnano, Pavia, Voghera, oltre a tutte le stazioni servite dalle corse. In alternativa, i biglietti sono disponibili anche sui canali online e presso le emettitrici Trenitalia. Una volta acquistato il biglietto, non resta che salire a bordo e partire per una giornata all’insegna del relax e del mare.

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Cosa vedere a Seborga, il principato nell’entroterra ligure

C’è un luogo in Liguria che è davvero particolare e unico nel suo genere, per arrivarci si deve raggiungere l’area più occidentale della regione, a ponente, nel territorio della provincia di Imperia. Lì, nel mezzo della natura, si incontra Seborga. A guardarlo potrebbe sembrare il tipico borgo dell’entroterra ligure, ma in realtà rappresenta qualcosa di straordinario.

Perché non è solo un paese, ma è un Principato con la sua Principessa, le sue leggi e anche la sua moneta. Ovviamente questo luogo fa parte dell’Italia, ma rivendica una sua indipendenza: basta fare un giro sul sito ufficiale per leggere nero su bianco le motivazioni che vengono portate come dimostrazione del fatto che è un luogo a sé. Decisamente un posto affascinante e in cui il passato si intreccia e intiga i suoi visitatori.

Oltre a questa sua peculiarità è anche un luogo dove la storia antica riecheggia nelle tante testimonianze che si possono incontrare per strada, un borgo ricco di bellezze da scoprire: tutto quello che devi vedere a Seborga.

Seborga, il principato ligure: la storia della sua indipendenza

La storia di Seborga è molto antica e pare possa essere fatta risalire al V secolo a. C. quando sembra che le incursioni dei pirati fecero trasferire gli abitanti dalla costa verso l’interno. Le vicende legate a questo territorio si legano alle conquiste che hanno caratterizzato ogni epoca. Dai Romani, agli Ostrogoti, fino ai Bizantini e all’impero Carolingio con Carlo Magno.

Tra i documenti storici ve n’è uno particolarmente importante datato 954, poiché ne attesta il passaggio in dono ai monaci benedettini dell’Abbazia di Sant’Onorato di Lerino. Una data fondamentale perché è quella che viene considerata cruciale per la sua indipendenza. Successivamente, nel 1079, divenne Principato. È nel 1729 che sarebbe stata venduta dai monaci a Vittorio Amedeo II di Savoia, ma vengono segnalati alcuni punti che – secondo il sito ufficiale del Principato – renderebbero l’annessione al Regno d’Italia prima e alla Repubblica poi, unilaterali e illegittime.

Facciamo un salto in avanti a tempi recenti quando, il 14 maggio 1963, la cittadinanza elegge principe Giorgio Carbone. Vengono così riportati in auge la bandiera, il motto, lo stemma sovrano. Vengono, successivamente, eletti un governo costituente, il Consiglio della Corona e vengono approvati gli Statuti generali e il Regolamento. Hanno poi ricoperto il medesimo ruolo dal 2010 Marcello Menegatto e, dal 2019, Nina Menegatto che è l’attuale principessa di Seborga.

Cosa vedere a Seborga

Seborga è un borgo di grande bellezza che vale la pena raggiungere perché incastonato come un gioiello prezioso in un territorio bellissimo, ma anche perché custodisce alcune meraviglie che vale la pena vedere.

Una passeggiata qui permette di farsi un’idea di come sia strutturata questa piccola cittadina in provincia di Imperia. E qualche luogo migliore dal quale partire se non il belvedere in piazza Martiri Patrioti? Un posto che si incontra prima dell’arrivo al centro storico. Da qui si gode di una vista strepitosa che spazia sul territorio: dalle vallate alla Costa Azzurra, Principato di Monaco compreso.

Si possono ammirare nel medesimo luogo due garitte, ovvero due costruzioni adibite a riparo per le sentinelle, e un cannone. Il sito ufficiale riporta che ogni prima domenica del mese si esegue una piccola cerimonia con lo sparo di benvenuto a cui prendono parte alcuni Consiglieri della Corona e, se possibile, la Principessa.

In piazza San Martino, invece, si incontra il Palazzo dei Monaci con i suoi archi e il suo fascino che rimanda al passato. Oggi è una dimora privata, ma è stato utilizzato per diversi scopi, compreso quello di sede del Municipio e delle scuole fino alle elementari.

La storia del Principato di Seborga

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La storia del Principato di Seborga: cosa vedere

Tra gli edifici di tipo religioso, poi, è imperdibile la chiesa di San Bernardo che è stata realizzata nel XIV secolo e la chiesa parrocchiale di San Martino, databile 1615 e a opera dell’architetto genovese Arturo Fieschi.

E poi si deve passare anche da piazza della Libertà, un’altra zona pittoresca del borgo, così come quella dove sorgono quelle che un tempo venivano utilizzate come prigioni: oggi non sono visitabili al loro interno ma si possono ammirare da fuori. Da non perdere anche le antiche porte che conducevano all’interno della cittadina.

Infine, va menzionata un’altra delle tante particolarità di questo luogo, ovvero il fatto che ha una propria moneta: si tratta del Luigino e non è riconosciuta in maniera ufficiale.

Poi, come spesso accade in questi piccoli paesini, vale la pena girare e lasciarsi stupire dai tanti scorci tipici che rendono la visita davvero unica: Seborga è una meta perfetta per una gita di una giornata per chi vuole fare una vacanza nella Liguria di Ponente, lì vicino a dove l’Italia confina con la Francia.

Le informazioni utili per visitare Seborga

Incastonato nell’entroterra ligure di Ponente, alle spalle di cittadine ben note come Sanremo, Ospedaletti e Bordighera, Seborga è una piccola perla tutta da scoprire. La prima cosa da sapere è che si trova a un’altitudine di 500 metri rispetto al livello del mare e che è incastonata in un paesaggio da sogno composto da giardini, terrazzamenti, ginestre e ulivi.

Se alle spalle ha le Alpi Marittime, la sua altitudine permette di renderlo come una meravigliosa terrazza che permette di estendere lo sguardo fino alla Costa Azzurra, in Francia.

Vicino, poi, vi sono bellissimi boschi di pini: quelli del Monte Nero e del Monte Caggio. Insomma, un luogo davvero magico e facilissimo da raggiungere, basta infatti uscire dalla autostrada A 10 a Bordighera e poi percorrere la provinciale per circa sette chilometri.

Un posto da conoscere e da scoprire, perché Seborga regala tantissime cose da vedere.

La vista da Seborga

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La meravigliosa vista da Seborga
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Su TikTok si sogna l’estate italiana: le mete più amate

I social network sono ormai protagonisti delle tendenze di viaggio, i content creator sanno come attirare l’attenzione su un luogo o un evento tanto da aver causato in alcuni casi l’overtourism. Per l’estate 2025 però, c’è un nuovo trend e a guidarlo non sono influencer e blogger ma utenti comuni che amano viaggiare e mostrano un forte desiderio di visitare il Belpaese. Il trend si chiama “Manifesting an Italian Summer” e mostra clip di pochi secondi di vari spot. In cima a tutti? Le Cinque Terre in Liguria, Capri e la Costiera Amalfitana, le bellissime isole Egadi e le Eolie in Sicilia senza mai dimenticare la Puglia.

Non solo mare però: i turisti hanno compreso quanto possano essere magici i borghi con sagre, eventi, arte e castelli. Ecco perché l’estate italiana piace tanto: ottimo cibo, storia, cultura e ovviamente spiagge. Il tutto con un tocco in più: il concetto di “dolce far niente” con tanto di audio tratto dal film “Mangia, prega, ama”.

Capri e la costiera

La protagonista assoluta del trend estivo su TikTok è Capri che si associa alla costiera amalfitana. Le immagini della Grotta Azzurra, dei faraglioni al tramonto e delle piazzette animate all’ora dell’aperitivo riempiono i feed di milioni di utenti. Capri è l’estate chic, quella delle boutique eleganti, dei sandali su misura e degli scorci da cartolina.

Ma l’isola non è solo bellezza: a tavola si celebra la semplicità e il sapore del Mediterraneo. Da non perdere lo spaghetto alle vongole, magari gustato in una terrazza affacciata sul blu, accompagnato da un bicchiere di vino Falanghina. I più golosi non possono lasciarsi sfuggire la torta caprese, con mandorle e cioccolato fondente. E ovviamente perché non una bella pizza? Ci si sposta poi tra Positano, Amalfi e Ravello: i 3 luoghi cult della costiera Amalfitana. Borghi colorati, giardini fioriti e stradine in pietra vengono accompagnati dal profumo di limoni che sembra essere ovunque nell’aria.

La costiera amalfitana in estate

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Visitare la costiera amalfitana in estate seguendo i consigli di TikTok

Le Cinque Terre e i dintorni

La Cinque Terre card ha dato modo ai turisti di spostarsi da La Spezia e raggiungere splendidi paradisi. Vernazza, Manarola, Monterosso, Corniglia e Riomaggiore offrono panorami incredibili: case colorate arroccate sul mare, scogliere drammatiche e sentieri tra vigneti. Tra un tuffo e una camminata, ci si ferma nei piccoli ristoranti a gustare le specialità liguri: le trofie al pesto, rigorosamente con basilico DOP, pinoli e Parmigiano, sono il piatto simbolo. Non manca il pesce azzurro e la focaccia ligure, ideale per uno snack veloce in spiaggia.

Accanto alle Cinque Terre, anche località meno affollate come Levanto, Lerici e il borgo incantato di Tellaro stanno vivendo un momento d’oro. Tellaro, in particolare, è uno di quei posti che sembrano usciti da un libro di favole, perfetto per i reel romantici con tramonti sul mare e silenzi dorati. Cosa non perdere? Sicuramente una masterclass per imparare a fare il pesto, un buon cono gelato o un conetto di fritto di calamari. Per chi ha un po’ di tempo in più ci si può spostare verso Portovenere: si raggiunge in traghetto comodamente dal porto di La Spezia e ha davvero tanti scorci da godersi tra cui la grotta di Byron.

Le isole Egadi

Da non perdere le isole Egadi: i turisti su TikTok mostrano diversi scorgi di Favignana ma non meno rilevanti Levanzo e Marettimo che guadagnano sempre più views grazie ai contenuti virali sul social. Snorkeling, relax, arte e storia si mescolano. Favignana, la più conosciuta, regala scorci incredibili come Cala Rossa e Cala Azzurra. Tra una nuotata e una pedalata (la bici è il mezzo migliore per girare l’isola), ci si ferma per un pranzo veloce con pane cunzato, condito con pomodoro, acciughe, origano e olio d’oliva.

A Marettimo, regno degli escursionisti e degli amanti della natura incontaminata, si gustano piatti come il cous cous di pesce, eredità delle influenze arabe. E ovunque, la regina dell’estate siciliana è lei: la granita, da provare al limone, ai gelsi o al caffè, con l’imperdibile brioche col tuppo.

Le isole della laguna di Venezia

I turisti stranieri che non hanno mai visitato l’Italia mettono Venezia nella top 3 dei luoghi da non perdere. Una volta arrivati, però, scoprono che i veri tesori della Laguna non si trovano solamente in città. Sono molti, infatti, ad acquistare biglietti di traghetti per visitare le isole più autentiche. Burano è uno spot fotogenico con casette colorate mentre Murano è il luogo cult per acquistare un oggetto artigianale in vetro e magari assistere alla realizzazione. L’aperitivo a base di spritz e cicchetti è super fotografato.

Roma, nonostante il caldo

Gli italiani non amano visitare Roma in piena estate: il centro sa essere davvero difficoltoso da affrontare nelle giornate più calde. Il patrimonio artistico e la curiosità degli stranieri non li ferma però e mettono proprio la capitale tra queste mete top. Da una passeggiata ombreggiata a villa Borghese all’opportunità di vedere la città di notte: sono tante le proposte che hanno conquisto i viaggiatori. Durante la bella stagione ci sono anche musei che aprono ad orari speciali, un esempio celebre sono i musei Vaticani. Tra una visita ai Fori Imperiali e una passeggiata in Piazza Navona, è impossibile resistere a un gelato artigianale: pistacchio, nocciola o i gusti più trendy come fichi e mandorle. E a pranzo? La carbonara è un must, così come la cacio e pepe o l’amatriciana, da gustare in una trattoria con tovaglie a quadri e vino della casa nel quartiere di Trastevere.

Roma tra le mete top dell'estate italiana

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Visitare Roma in estate seguendo i consigli di TikTok

La campagna toscana

Ultima proposta che sembra tornare come leitmotiv nel trend? La Toscana. E no, non parliamo di Firenze. Nonostante la culla del rinascimento venga apprezzata, durante i mesi più caldi i turisti sembrano preferire la zona dei borghi e più rurale. Ci si sposta verso Siena e Volterra mettendo località come San Gimignano e il Chianti tra le mete imperdibili. Qui, tra degustazione di vini, piatti della tradizione come i pici all’aglione e i crostini con fegatini ci si gode un’estate slow soggiornando in agriturismo.

Insomma, le opportunità di viaggio in Italia sono tante da nord a sud e TikTok con il suo trend “Manifesting an Italian Summer” sta consolidando la popolarità di alcune destinazioni mettendone in luce anche altre meno battute.

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Liguria Luoghi da film Viaggi

Viaggio il Liguria, sulle suggestive location del film Reflects dans un Diamant Mort

Hélène Cattet e Bruno Forzani hanno presentato in concorso alla Berlinale 2025 il film Reflet dans un diamant mort, una coproduzione di Kozak Films (Belgio), Les Films Fauves (Lussemburgo), Dandy Projects (Italia), Tobina Film (Francia) che ha ricevuto 220.000 € dalla Direzione generale per il cinema e l’audiovisivo attraverso il Minority Productions Call (2022). Una spy story ambientata in Liguria interpretata da Fabio Testi, Maria de Medeiros, Koen de Bouw e Yannik Renier.

Dopo il successo della serie The Good Mothers alla Berlinale 2023, il cinema autoriale riporta la Liguria in Germania. “Le nostre congratulazioni vanno alla produzione e in particolare a Dandy Project, società genovese che ha sede presso il Videoporto di Villa Bombrini. Una notizia che ci trova assolutamente entusiasti e impazienti di scoprire cosa svelerà il film in tema di scenari. A questo punto non nascondiamo il nostro interesse nel vedere l’opera compiuta, frutto di un intenso lavoro di sviluppo e preparazione sul territorio” ha dichiarato Cristina Bolla, Presidente di Genova Liguria Film Commission.

Reflet dans un diamant mort: la trama

John D è un uomo di 70 anni che vive in un hotel di lusso sulla Costa Azzurra e rimane incuriosito dalla sua vicina che gli ricorda gli anni ’60, quando era una spia in un mondo in continua evoluzione e pieno di promesse. Un giorno, il vicino scompare misteriosamente, lasciando John ad affrontare di nuovo i suoi demoni: i suoi ex avversari sono tornati per scatenare il caos nel suo mondo idilliaco?

I registi Cattet e Forzani sono noti per il loro stile registico innovativo e distintivo che prevede spesso un montaggio dinamico e un uso della luce frenetico. Ogni scena sfrutta rumori, musiche e suoni variegati, ricercando un impatto sullo spettatore potente e denso di ispirazioni artistiche. Influenzati dalla cultura europea degli anni ’60/’70 mescolano il cinema noir con i tradizionali film di spionaggio, strizzando l’occhio alla filmografia di Dario Argento e Lamberto Bava.

Reflet dans un Diamant Mort Berlinale
Reflet dans un Diamant Mort alla Berlinale 2025

Dove è stato girato

Le riprese di Reflet dans un diamant mort sono state realizzate in Italia, in particolare per le città di Sanremo, Genova e Santa Margherita Ligure. ‘’La presenza di “Reflet dans un Diamant Mort”, film girato in gran parte in Liguria, in una kermesse di assoluto prestigio come il Festival Internazionale del Cinema di Berlino è motivo di orgoglio e soddisfazione per tutti noi – ha afferma l’assessore alla Cultura di Regione Liguria Simona Ferro – La scelta di ambientare le scene nelle nostre città, da Ventimiglia e Sanremo a Genova e Santa Margherita, permette di valorizzare le peculiarità del nostro territorio e rappresenta un valore aggiunto per una pellicola già di altissimo livello, la cui produzione abbraccia quattro paesi europei ed è caratterizzata da un cast d’eccezione. Un bel modo per portare un po’ della nostra Liguria a un importante evento di caratura internazionale’’.

Sanremo, la location del film Reflects dans un Diamant Mort

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Sanremo è una delle location del film Reflects dans un Diamant Mort

Liguria da film

Oltre ad essere letteralmente invasa nel mese di febbraio per l’amato Festival di Sanremo, un appuntamento ormai imperdibile per tutti gli italiani, la Liguria ha spesso ospitato film e serie tv. Le bellezze naturali come il mare che incornicia molti dei paesaggi preferiti da registi e direttori della fotografia, incontrano la cultura e la storia.

A Santa Margherita Ligure, in particolare è da non perdere la splendida Villa Durazzo, che offre giardini botanici e una vista panoramica eccezionale sulla baia. Inoltre, il centro storico è un trionfo di vicoli pittoreschi, negozi caratteristici e ristoranti dove assaporare la cucina locale e sentirsi protagonisti di un film.

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Vittime del loro successo: 10 luoghi stupendi danneggiati dall’overtourism

Si chiama overtourism o turismo di massa ed è uno dei problemi più attuali del settore travel. Alcune località diventano improvvisamente famose o aumentano la loro popolarità, anche grazie a social e web, e si ritrovano fisicamente sommersi da numeri di vacanzieri che non riescono quasi a gestire. Il risultato? Si perde la loro meraviglia. Sono molte le mete, tra cui anche alcune italiane, che finiscono nella top ten ma sono numerose le iniziative che vengono prese per provare a contrastare la problematica. Oggi noi di SiViaggia vogliamo svelarti quelle che sono 10 località meravigliose vittime del loro stesso successo, ecco dieci mete travolte dall’overtourism.

Le Cinque Terre

Si vocifera di frequente sul mettere le Cinque Terre a numero chiuso e il motivo è semplice: la loro fama le ha rese celebri in tutto il mondo diventando un punto di riferimento per il turismo ma lo spazio a disposizione nei borghi è davvero ridotto. Nonostante il comfort degli spostamenti dato dai collegamenti in treno con Cinque Terre Card, Monterosso al Mare, Vernazza, Corniglia, Manarola e Riomaggiore specialmente in alta stagione vengono travolte da un numero elevatissimo di turisti. Dalla riapertura del Sentiero Azzurro alla nuova inaugurazione della Via dell’Amore che collega Riomaggiore a Manarola sono tante le attività che si possono fare ma c’è da ricordare il rispetto per chi ci vive. Una buona idea? Prenotare alcune experience, tra cui quella per imparare a preparare il pesto, e provare a visitarle fuori stagione e lontano dal weekend.

Santorini e Mykonos

La Grecia è ormai sommersa di turisti e in estate le isole greche attirano tantissimi viaggiatori in cerca di nightlife, natura selvaggia, mare bello e ovviamente buon cibo. In cima alle preferenze da sempre ci sono Santorini e Mykonos che però stanno avendo un vero e proprio boom con un numero esorbitante di turisti che mette in forte sofferenza le località. . I villaggi di Oia e Fira, con le loro case bianche e le cupole blu, diventano praticamente impercorribili e anche le spiagge perdono la loro magia. Mykonos, apprezzata anche per la nightlife, è presa d’assalto dai più giovani ma ci sono delle alternative. Esistono, infatti, zone della Grecia meno battute e isole greche fuori dagli itinerari del turismo di massa che hanno moltissimo da offrire. Per chi invece non vuole spingersi oltre e desidera visitare Santorini e Mykonos, arrivando con una crociera si dovrà preparare ad aumento dei costi: è infatti prevista una tassa extra per visitarle.

Overtourism a Santorini

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Santorini, una delle isole greche colpite da overtourism

Machu Picchu

Meta frequente di viaggi di nozze, il Perù viene scelto per convivialità, storia, arte e cultura. Tra le meraviglie da visitare sicuramente c’è Machu Picchu che, anche grazie a TikTok, YouTube e blog è diventato un must to see negli ultimi anni. L’antica città perduta degli Inca, inserita anche tra le meraviglie del mondo, si trova tra le Ande peruviane e potrebbe diventare a numero chiuso se non si riesce a risolvere il problema dell’overtourism che sta portando a perdere un po’ la magia collegata strettamente a questa località. Per viverne a pieno la magia consigliamo di raggiungere Machu Picchu percorrendo il famoso cammino Inca, un trekking che attraversa foreste pluviali e antichi siti archeologici.

Petra

È tra le meraviglie del mondo ed è conosciuta anche come Città Rossa, Petra (tra i siti archeologici più straordinari del pianeta) si trova in Giordania ed è diventata una delle mete più ambite dai viaggiatori anche grazie ai numerosi scatti social. Per poterla raggiungere si attraversa il canyon stretto e tortuoso del Siq per poi trovarsi davanti all’iconico Al-Khazneh, una facciata scavata nella roccia che lascia oggettivamente a bocca aperta. Se non visitato all’alba però, la magia si perde: il numero di turisti tutto l’anno è altissimo e potrebbe portare inevitabilmente ad un’inversione di rotta mettendo misure tutelanti per la località.

Assalto di turisti a Petra

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Petra, la meraviglia della Giordania, vittima di overtourism

La valle dei re e le piramidi di Giza

Un’altra meta amatissima è l’Egitto: non possiamo dare la colpa ai social ma sicuramente alcuni profili hanno contribuito a rafforzarne il fascino. Terra di misteri e storia, ha due luoghi top da visitare: la Valle dei Re e le piramidi di Giza. La prima si trova nei pressi di Luxor ed è il luogo di sepoltura dei faraoni del Nuovo Regno tra cui Tutankhamon. Il secondo è il simbolo intramontabile del luogo e con oltre 4500 anni di storia la grande piramide di Cheope, quella di Chefren e Micerino dominano il deserto. A completare il quadro, la Sfinge, con il suo sguardo enigmatico, veglia sulle piramidi come un guardiano silenzioso del tempo. Attenzione però, il numero di turisti è sempre più alto specialmente nel periodo che si aggira tra fine novembre e la fine di gennaio.

Lago di Como

George Clooney con la moglie Amal ha acquistato una casa proprio sulle rive del lago di Como e non sono gli unici VIP ad averlo fatto. Anche la ex coppia Chiara Ferragni e Fedez avevano scelto di acquistare una villa da sogno in una località luxury della zona. Il turismo in zona è altissimo, località quali Bellagio, Varenna, Tremezzo sono solo alcuni di quelli presi d’assalto. Ma è la stessa Como a dover correre ai ripari: basti pensare che da febbraio 2025 l’ingresso al Duomo diventerà a pagamento per i turisti che desiderano esplorarne gli interni in aggiunta al broletto, al tempio voltiano e alla pinacoteca.

Phi Phi

Chi ha aperto Instagram si sarà accorto di quante persone abbiano trascorso le vacanze invernale proprio alle isole Phi Phi. Conosciute per l’atmosfera paradisiaca ripresa persino nel film The Beach con Leonardo di Caprio nelle scene riprese a Maya Bay attira viaggiatori da tutto il mondo. Il turismo selvaggio ne ha distrutto però la biodiversità a partire dai coralli e dall’aumento di inquinamento marino. Ma l’arcipelago Phi Phi non è solo Maya Bay: ci sono incredibili spot per lo snorkeling e le immersioni, trekking fino ai viewpoint con viste spettacolari e tour in barca verso isole meno affollate, come Bamboo Island e Monkey Beach. Il segreto per godersi al meglio queste meraviglie? Evitare l’alta stagione e scegliere esperienze eco-sostenibili.

Dubrovnik

Un vero gioiellino europeo? Dubrovnik. La città turistica della Croazia ha tantissimo da raccontare e attira in estate per prezzi competitivi, spiagge e vita notturna. Il centro storico medievale perfettamente conservato la renderebbe una destinazione top tutto l’anno ma chi la sceglie lo fa per unire arte, cultura e ovviamente mare. Stradun, la via principale, offre una vista epica ma è soprattutto l’opportunità di visitare la vicina isola di Lokrum a fare la differenza. La folla però non manca, specialmente in alta stagione. A contribuire al successo? Le riprese di Game of Thrones hanno reso la città croata sovraffollata e le navi da crociera non hanno certo aiutato.

Dubrovnik invasa dai turisti

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Dubrovnik è tra le mete vittime dell’overtourism

Venezia

Venezia, una delle città italiane più famose e amate all’esterno, simbolo di arte e romanticismo è tra le 10 mete più colpite dall’overtourism al mondo. Palazzi storici, ponti e canali la rappresentano ma una volta qui sono tanti a scoprire le isole vicine come Murano e Burano anch’esse in sofferenza per il numero altissimo di utenti che ogni giorno arrivano a visitarle, specialmente in alta stagione. Venezia sta oggettivamente soffocando e la causa è data anche dalle crociere che sbarcano praticamente a ridosso del centro. Dopo aver introdotto una tassa di 5 euro al giorno è stato anche messo uno stop per gruppi eccessivamente numerosi che inevitabilmente impattano sulla qualità della vita in città.

Bali

Chi non ha mai sognato, almeno una volta, di ripercorrere le tappe di Mangia, prega, ama come Julia Roberts e andare a Bali a ritrovare se stesso? Forse anche a causa di quel libro poi diventato film la meta ha avuto un vero e proprio boom. Soprattutto in alcune stagioni dell’anno l’afflusso turistico è altissimo mettendo in ginocchio l’economia locale in termini di consumi idrici e di risorse. Meglio preferire strutture eco-friendly e comportarsi in modo etico, magari provando ad evitare i periodi di affluenza di massa per scoprire da vicino templi da sogno quali Uluwatu e Tanah Lot e le risaie di Ubud.

L’overoturism è molto più di un semplice boom di turisti in alta stagione: va considerato come un segnale d’allarme che va sicuramente contrastato. Le località colpite e le destinazioni che si trovano a fare fronte con queste situazione stanno elaborando piani per poter riportare i luoghi al loro splendore. Tasse, ingressi a numero chiuso, un tetto massimo di turisti sono solo alcuni esempi che vanno ad aggiungersi a ticket a pagamento e a maggiorazioni per chi sceglie mezzi di trasporto impattanti come le crociere. Le 10 località che abbiamo scelto di mostrare oggi sono solo alcune di quelle colpite e tra queste diverse mete italiane. La cosa interessante da notare è come non siano solo le grandi in città ma forse più le mete con uno spazio ridotto: qui, infatti, gestire un afflusso elevato d’arrivi mette in crisi le comunità rendendo poi le vacanze meno suggestive di ciò che si aspettava.

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Nati ben 37 nuovi itinerari escursionistici in Liguria

Con l’aggiunta di 37 nuovi percorsi e il miglioramento di altri due tracciati, il patrimonio escursionistico della Liguria si arricchisce di 132 chilometri, portando il totale a ben 5.588 chilometri di itinerari tracciati. Questo importante aggiornamento, il tredicesimo della ‘Carta Inventario dei Percorsi Escursionistici della Liguria’, è stato presentato dal vicepresidente della Regione Liguria con delega all’Escursionismo, Alessandro Piana, che ha dichiarato: “Potenziare e razionalizzare l’offerta turistica del nostro entroterra è una priorità. La rete escursionistica rappresenta una risorsa fondamentale per il territorio”.

I nuovi percorsi, richiesti da 12 comuni della provincia di Savona e dal Parco del Beigua, portano a un totale di 1.013 itinerari ufficiali. Ogni tracciato è stato selezionato rispettando i criteri della legge regionale n. 24/2009, garantendo segnaletica adeguata, manutenzione e accesso pubblico.

Tre percorsi tra natura e storia

Tra i nuovi itinerari spiccano tre percorsi che offrono una perfetta combinazione di bellezze naturali e memorie storiche. L’Anello di Vezzi, nel Comune di Vezzi Portio, è un percorso ad anello che attraversa il territorio comunale, immergendosi nella parte più selvaggia del Golfo dell’Isola, dove borghi dal fascino autentico e l’architettura rurale ligure offrono uno spaccato della tradizione locale.

Il Giro del Monte Spinarda, nel Comune di Calizzano, esplora entrambi i fianchi del vallone della Bormida, solcato dal Rio di Valle. Il Monte Spinarda, celebre per le cronache della Campagna d’Italia del 1795 di Napoleone Bonaparte, offre panorami mozzafiato e una ricca vegetazione tipica della valle del Tanaro. Il Sentiero del Cornaro, nel Comune di Celle Ligure, include invece varianti per migliorare accessibilità e sicurezza, rendendolo adatto anche a escursionisti meno esperti.

L’inserimento dei nuovi percorsi nella Carta Inventario comporta la dichiarazione di pubblico interesse e consente ai comuni di accedere ai contributi regionali per la manutenzione e la promozione dei sentieri. “È un’opportunità concreta per incentivare il turismo responsabile e rafforzare il legame tra comunità locali e ambiente naturale”, ha sottolineato Piana.

Nuove risorse per l’Alta Via dei Monti Liguri

Tra le iniziative più significative, la Giunta regionale ha stanziato ulteriori risorse per l’Alta Via dei Monti Liguri, uno degli itinerari più iconici della regione. “Questa rete rappresenta non solo un’opportunità unica per il turismo sostenibile, ma anche un simbolo dell’identità culturale e ambientale della Liguria”, ha spiegato Piana. Per garantire la sicurezza e la fruibilità della rete escursionistica, sarà avviata una nuova procedura di selezione pubblica per individuare un’organizzazione del Terzo Settore che si occuperà del monitoraggio e della manutenzione ordinaria.

L’obiettivo è quello di promuovere un uso ecologicamente compatibile ed economicamente sostenibile dei sentieri, puntando su interventi mirati e integrati. Grazie alla collaborazione con il Terzo Settore, si potrà preservare e valorizzare questa straordinaria rete, rendendola sempre più accessibile e sicura per cittadini e turisti.

Con una varietà di paesaggi che spaziano dalle montagne alle coste, la Liguria si conferma una destinazione ideale per il turismo outdoor. Ogni sentiero racconta una storia: dalla flora e fauna che arricchiscono il Parco del Beigua, dichiarato Geoparco dall’UNESCO, agli antichi borghi arroccati lungo i crinali. I nuovi percorsi rappresentano un ulteriore invito a scoprire l’autentica bellezza dell’entroterra ligure, coniugando natura, cultura e sostenibilità.

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Non solo dolce vita: gli angoli più segreti e autentici dell’Italian Riviera

L’Italian Riviera, meraviglioso tratto di costa marina che caratterizza la Liguria, è certamente famosa per la sua indiscutibile bellezza, ma anche per le sue speciali caratteristiche che rappresentano al meglio la tanto amata (e desiderata) dolce vita italiana.

La dolcezza e la tranquillità di questo stile di vita sono garantite dal clima perfetto, mite d’inverno e fresco d’estate, da una gastronomia fatta di prodotti semplici, genuini e gustosi, e dalle sue bellezze storiche e architettoniche. Ed è proprio tra queste che si nascondono alcune gemme poco note, segreti autentici e meravigliosi che vale davvero la pena conoscere. Per scoprirle, ci dirigiamo a Santa Margherita Ligure, perla della Riviera ligure di Levante.

San Lorenzo della Costa e il Trittico di Sant’Andrea, tesoro di inestimabile valore

Santa Margherita Ligure, in provincia di Genova, è nota a tutti per la sua innegabile bellezza. Tra i suoi simboli, il favoloso complesso di Villa Durazzo, con lo splendido Parco e gli appartamenti nobiliari, e l’antico Castello che si affaccia sul mare.

Ma la verità è che questo Comune, incastonato in una baia lungo uno dei tratti di costa più belli della Liguria, conserva tanti altri punti di interesse di pregevole valore, molti dei quali si trovano nelle sue bellissime frazioni.

Ne è un esempio la Chiesa di San Lorenzo che svetta fiera verso i cieli della frazione di San Lorenzo della Costa, in piazza Monsignor Luigi Mazzini. Si presenta come un edificio religioso con un’antica struttura in stile romanico ma che, al suo interno, conserva qualcosa di speciale ed unico: il Trittico di Sant’Andrea.

chiesa si San Lorenzo della Costa

Fonte: Getty Images

Chiesa si San Lorenzo della Costa, Santa Margherita Ligure

Si tratta di una straordinaria opera d’arte del 1499, simbolo della pittura dei Primitivi Fiamminghi in Liguria. Al centro rappresenta il Martirio di Sant’Andrea, mentre ai lati sono visibili Le nozze di Cana e la Risurrezione di Lazzaro.

Il Trittico Venne dipinto a Bruges ed è un’importantissima testimonianza dei rapporti economici ed artistici che intercorrevano tra le Fiandre e Genova. Fu Andrea Costa, originario di Santa Margherita Ligure ed emigrato a Bruges, a commissionare quest’opera. Si trasferì nelle Fiandre a fine Quattrocento, quando sposò Agnese Adorno, donna facoltosa di nobile famiglia ben inserita nel tessuto politico e sociale.

La chiesa di San Lorenzo, tra le altre cose, protegge gelosamente anche alcune opere del pittore Luca Cambiaso, autore di molti affreschi in palazzi e chiese genovesi. Per raggiungere la chiesa, è possibile percorrere il Sentiero dei Fiamminghi, un percorso immerso nella natura che la collega alla chiesa di San Michele di Pagana, nella frazione di Rapallo, che custodisce la Crocifissione del grande pittore fiammingo Anton Van Dyck.

San Lorenzo della Costa, frazione di Santa Margherita Ligure

Fonte: Andrea Chiantore

Vista panoramica su San Lorenzo della Costa

Cultura e tradizioni culinarie a Santa Margherita Ligure

I tesori culturali di Santa Margherita ligure non si esauriscono con chiese e siti storici, ma sono legati anche a quel patrimonio immateriale rappresentato dalle tradizioni e dalle storie che la arricchiscono fin dal passato.

In questa splendida località, sono molte le personalità che vi hanno soggiornato. Tra queste, anche Friedrich Nietzsche era un grande estimatore dei paesaggi in cui sembra abbia preso forma la prima parte di Così parlò Zarathustra, una delle sue opere più celebri. In una lettera, durante la sua permanenza a Ruta, a due passi da San Lorenzo, frazione di Santa Margherita Ligure, scrisse: “Un saluto da questo meraviglioso angolo di terra. Si figuri un’isola dell’arcipelago ellenico, su cui montagne e foreste si alternino capricciosamente, che un giorno, chissà per quale fenomeno, abbia navigato verso la terraferma e vi si sia ancorato senza poter più staccarsene”.

A confermare quanto i luoghi che uniscono Rapallo a Portofino, passando per S. Margherita Ligure, siano stati quelli in cui trovò l’ispirazione giusta per l’opera, è una frase di Ecce Homo in cui racconta dove gli venne incontro Zarathustra: “Camminavo in quel giorno lungo il lago di Silvaplana (nella valle Svizzera dell’Engadina) attraverso i boschi; presso una possente roccia che si levava in figura di piramide, vicino a Surlej, mi arrestai. Ed ecco giunse a me quel pensiero […]. L’inverno seguente vivevo vicino a Genova, in quell’insenatura graziosa e quieta di Rapallo […] la mattina andavo verso sud , salendo per la splendida strada di Zogali, in mezzo ai pini, con l’ampia distesa del mare sotto di me; il pomeriggio facevo il giro di tutta la baia di Santa Margherita, arrivando fin dietro Portofino […]. Su queste due strade mi venne incontro il tipo di Zarathustra; più esattamente mi assalì“.

Ma la cultura di un luogo si esprime anche attraverso la sua cucina: non solo mare, a Santa Margherita Ligure, ma anche una tradizione culinaria a base di prodotti provenienti dalla terra e dalle colline dell’entroterra ligure. Non mancano numerosi ristoranti in cui è possibile gustare le tipicità. Alcuni gustosi esempi? Trofie al pesto genovese con patate e fagiolini, pansoti in salsa di noce, ravioli al celebre “tocco” (sugo di carne) e focaccette al formaggio.

Trofie al pesto, uno dei piatti tipici della Liguria

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Trofie al pesto, uno dei piatti tipici della Liguria

Nozarego, perla che domina una verdeggiante collina

Nozarego è un’altra bellissima frazione di Santa Margherita Ligure in cui vivono circa 20 abitanti. Eppure hanno delle fortune enormi, come quella di godere di un panorama su Santa Margherita Ligure davvero unico nel suo genere, dall’alto di una verdeggiante e poetica collina.

Dal centro del borgo, di fronte alla chiesa parrocchiale, si apre una splendida vista su tutto il golfo, in grado di lasciare letteralmente senza parole. Più precisamente, tra via Aurelia e via San Lorenzo Nozarego il viaggiatore può inebriarsi di uno dei panorami più speciali del nostro Paese, con un punto di vista privilegiato su tutte le meraviglie di Santa Margherita Ligure.

Santa Margherita Ligure vista dalla frazione di Nozarego

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Santa Margherita Ligure vista da Nozarego,

Cammini e sentieri che conducono a Portofino, una Liguria commovente

La frazione di Nozarego rappresenta anche uno dei punti di accesso del favoloso Parco di Portofino, un emozionante promontorio raggiungibile esclusivamente percorrendo una fitta rete di sentieri di varia lunghezza e difficoltà, uno più bello dell’altro.

Parliamo di circa 80 km di percorsi grazie a cui accedere alle diverse località del Parco e scoprire zone di puro interesse e valore, come Punta Chiappa, San Fruttuoso, Portofino e altre perle di rara bellezza.

L’asse principale è rappresentato da Portofino Vetta – Portofino mare, un tracciato che attraversa da Nord-Ovest a Sud-Est l’intero promontorio. Da qui, poi, si diramano tantissimi altri percorsi che toccano diversi borghi da sogno e costeggiano il mare, che da queste parti sembra uscito da un libro di fiabe.

Sono meravigliose esperienze che consigliamo veramente di vivere, perché consentono di immergersi nel silenzio, negli odori e nei colori della natura del Parco, per poi arrivare al cospetto di borghi e località che sanno davvero emozionare.

Tra le escursioni da non perdere segnaliamo anche il giro ad anello tra San Fruttuoso e Portofino, tra borghi, muri a secco delle “creuze”, uliveti, orti e case, che conducono verso il mare. Molto interessante è anche il percorso che va dalla Spiaggia di Paraggi a Portofino: è un tragitto romantico che prende il nome di Sentiero dei Baci.

Il comune di Santa Margherita Ligure conserva tutto il meglio di questa regione, anche in fatto di noleggio barche, shopping e aperitivi che qui permettono di sperimentare al meglio la vera dolce vita italiana.

Paesaggio tipico della riviera in cui sorgono Santa Margherita Ligure e Portofino

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Paesaggio tipico della Riviera ligure di Levante
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Tra il verde e il blu di Santa Margherita Ligure, la dimora storica che sa emozionare

Lungo uno dei tratti di costa più belli della Liguria, spicca in una splendida baia la cittadina di Santa Margherita Ligure, in provincia di Genova. Un luogo ricco di fascino dalle origini antiche, segnate da un passato nobile che oggi si può ancora ammirare attraverso i suoi splendidi palazzi liberty e i giardini: qui la bellezza si fa spazio in ogni scorcio.

Organizzare un viaggio in questo suggestivo paesaggio vuol dire regalarsi una vera e propria immersione di meraviglie e colori, in particolare tra il blu del mare e il verde della rigogliosa vegetazione, come quelli che irradiano il complesso della meravigliosa Villa Durazzo, nonché il Castello cinquecentesco, simboli di eleganza e testimoni della storia e della cultura del luogo.

Il Parco delle meraviglie di Villa Durazzo, gioiello da esplorare

É proprio tra il verde di un parco rigoglioso e il blu del mare ai suoi piedi, che Villa Durazzo spicca in tutta la sua elegante bellezza. Si tratta di un’antica dimora circondata da un lussureggiante giardino, che sorge sulla collina di San Giacomo e che osserva romanticamente il mare dal 1678, anno in cui venne costruita.

Fungeva da residenza estiva della facoltosa famiglia Durazzo, per poi cambiare proprietà, aspetto e funzioni nel corso dei secoli. Vi basti sapere che sul finire dell’Ottocento fu persino adibita a Grand Hotel: venne scelta da personaggi illustri e da principi e regine, tra cui il principe di Wied e la regina Margherita di Savoia, che qui trovavano il loro paradiso in terra in cui soggiornare.

Oggi Villa Durazzo è una tappa imperdibile per tutti coloro che viaggiano alla scoperta dei più bei tesori della Liguria e, in particolare, della splendida Santa Margherita Ligure.

L'elegante Villa Durazzo, a Santa Margherita Ligure

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Villa Durazzo, a Santa Margherita Ligure

É immersa in una ricca vegetazione che la rende il luogo perfetto anche per una passeggiata respirando tutta l’essenza della natura. Si viene accolti dal favoloso Agrumeto ricco di profumate piante di aranci, limoni e pompelmi, e ci si può immergere nel Giardino all’italiana che circonda la dimora storica, inserito tra i Grandi Giardini Italiani. É un polmone verde costellato di romantici viali e abbellito da numerose piante di cycas, rose e diverse varietà di camelie. Ultimo, ma non per importanza, è anche il Giardino Segreto dei Principi Centurione, un piccolo gioiello incastonato nella vegetazione.

Il Parco di Villa Durazzo è aperto al pubblico gratuitamente tutti i giorni dalle 9.00 alle 18.00.

Lo splendido Parco di Villa Durazzo, a Santa Margherita Ligure

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Parco di Villa Durazzo, a Santa Margherita Ligure

Una visita all’interno della Villa che ospitò principi e regine

Passeggiando tra i viottoli che si snodano tra piante esotiche e mediterranee, statue antiche, fioriere e maestose fontane, si arriva di fronte a questa imponente e principesca Villa, di cui è possibile visitare gli appartamenti del piano nobile, arredati con mobili d’epoca e arricchiti da preziose opere d’arte.

Al suo interno, Villa Durazzo è un tripudio di affreschi, statue, pavimenti in maiolica, maestosi lampadari di Murano e una preziosa Quadreria con importanti opere d’arte della Scuola Pittorica Genovese del XVII e XVIII secolo. Qui sono conservati capolavori di Domenico Piola, Giovanni Andrea De Ferrari, Luciano Borzone, Giovanni Enrico Vaymer, Cornelis de Wael e Giovanni Battista Paggi.

La Villa ospita anche i Musei dedicati agli scrittori Camillo Sbarbaro e Vittorio G. Rossi. Il primo museo è un’antologia dell’opera omnia di Camillo Sbarbaro, in chiave multimediale, mentre il secondo è un vero e proprio scrigno di quadri, libri e oggetti personali che ricostruiscono lo studio originale di Vittorio G. Rossi, noto scrittore e giornalista nativo di Santa Margherita Ligure.

Villa Durazzo è aperta alle visite tutti i giorni, dalle 9:30 alle 13:00, e dalle 14:00 alle 18:00. Il biglietto ha un costo di 5,50 euro per gli adulti, di 4 euro per i soci FAI e Touring, e di 3 euro per bambini dagli 8 ai 14 anni. Non manca la possibilità di organizzare anche visite guidate per gruppi, modulabili in base alle esigenze: sono ottime occasioni per rilassarsi in un contesto paesaggistico di rara bellezza, accompagnati (su richiesta) anche da pranzi, aperitivi o speciali degustazioni di prodotti tipici liguri.

Villa Durazzo e il Parco che la abbraccia

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Villa Durazzo e il suo Parco, a Santa Margherita Ligure

Il Castello affacciato sul mare che ammira l’Italian Riviera

Il complesso di Villa Durazzo è composto, oltre che dall’omonima dimora seicentesca, anche dalle Ville ottocentesche San Giacomo e Nido. Ma non è tutto, perché a poca distanza, affacciato alla passeggiata lungo il mare, spicca il Castello Cinquecentesco di Santa Margherita Ligure.

Sovrasta il centralissimo corso Marconi e forma un emozionante contrasto con il blu del mare. Costruito nel 1550 ai piedi della collina su cui sorge Villa Durazzo, la sua funzione era quella di proteggere la città dalle incursioni dei pirati, mentre oggi, dopo un restauro avvenuto nel 2000, è usato dalla comunità come spazio per mostre, eventi e conferenze.

Il Castello è anche sede del Museo del Mare, testimonianza del legame indissolubile di questa cittadina con l’elemento dell’acqua. Un’area marina di estrema bellezza, quella che bagna le coste della Riviera ligure di Levante, lungo la quale sorgono Santa Margherita Ligure e tutti i suoi tesori da esplorare.

Cammini e sentieri che conducono a Portofino, una Liguria commovente

Tra il verde e il blu di Santa Margherita Ligure si snodano anche numerosi cammini e sentieri che attraversano il suo patrimonio artistico e culturale fino a raggiungere Portofino. Dopo una visita a Villa Durazzo e all’antico Castello, ad esempio, si può raggiungere Nozarego, frazione di Santa Margherita Ligure, considerata uno dei punti di accesso dell’incantevole Parco di Portofino, un bellissimo promontorio raggiungibile percorrendo una rete di sentieri di diversa lunghezza e difficoltà, uno più spettacolare dell’altro.

Uno dei più suggestivi è il percorso ad anello che collega Nozarego con la sontuosa Abbazia di San Fruttuoso, monastero benedettino dell’anno Mille affacciato al cristallino mare di Portofino. È un sentiero insolito ed emozionante, che permette di immergersi nel Parco di Portofino per scoprirne i rigogliosi ambienti boscosi a tratti affacciati su un mare che, per la sua bellezza, pare caduto direttamente dal paradiso.

Santa Margherita Ligure, tra il verde e il blu

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Vista panoramica di Santa Margherita Ligure