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In Sicilia nasce l’itinerario dell’acqua: i luoghi

Sono ormai molte le persone che scelgono di fare una vacanza attiva alla scoperta di luoghi bellissimi: il trekking è una delle attività preferite, ed è per questo che in tutta Italia continuano a nascere nuovi itinerari, per ampliare un’offerta sempre più ricca. È in questo contesto che, in Sicilia, vede la luce un tour davvero speciale. Si tratta di un’iniziativa volta a far conoscere il patrimonio idrico delle Madonie, attraverso i posti che forniscono acqua alla città di Palermo. Ecco cosa sappiamo.

La nuova associazione per il turismo sostenibile

La Sicilia è una delle mete turistiche per eccellenza, soprattutto durante il periodo estivo. Ma non sono solo le sue spiagge a regalarci sorprese: l’associazione LOTs – Libero Osservatorio Territoriale sud nasce con il proposito di sostenere un turismo più sostenibile e responsabile, focalizzato alla scoperta di luoghi meno conosciuti. L’obiettivo principale consiste non soltanto nel promuovere una soluzione al problema dell’overtourism, ma anche nel recuperare l’identità di borghi e località rurali che meritano di essere valorizzate.

Fondata nel 2020, l’associazione si propone di dare un’alternativa alla narrativa turistica mainstream della Sicilia. E uno dei modi migliori per farlo è a passo d’uomo: nuovi itinerari di trekking offrono la possibilità di esplorare il territorio in una vacanza slow che sempre più spesso fa presa sui turisti. Gli operatori di LOTs hanno così individuato alcuni tour che ci consentiranno di scoprire il volto più autentico dell’isola. Il primo è l’itinerario “Salti d’Acqua”, la cui inaugurazione è prevista per il 16 marzo 2024. Vediamo di cosa si tratta.

L’itinerario “Salti d’Acqua”

Le Madonie rappresentano l’ultimo tratto dell’Appennino Siculo, le cui propaggini arrivano sin quasi alla costa. È qui che si sviluppano numerosi corsi d’acqua, i quali forniscono preziose risorse idriche anche alla città di Palermo. L’itinerario “Salti d’Acqua” è dunque dedicato ad un elemento fondamentale, che sostiene la vita e che dobbiamo proteggere ad ogni costo. Purtroppo, le sorgenti situate nelle Madonie sono oggi a rischio, a causa di incuria e trascuratezza. I siti in cui si trovano sembrano quasi essere stati dimenticati.

Ecco dunque che il tour potrebbe tornare a valorizzare luoghi di importanza vitale, consentendo al tempo stesso ai turisti di immergersi in una natura ricca di suggestioni. “Immersi tra i monti occidentali delle Madonie, risaliremo l’abitato di Scillato alla ricerca delle sorgenti che forniscono acqua alla città di Palermo” – spiegano Francesca Gattello, Zeno Franchini e Martina Motta, fondatori di LOTs. Durante il percorso, ci sarà la possibilità di approfondire alcuni temi di grande rilievo, come lo sfruttamento e la gestione sostenibile delle risorse idriche.

Ma quali sono le tappe del tour “Salti d’Acqua”? Una volta raggiunto il borgo di Scillato, si salirà verso le pendici del Monte Fanusi dove si trova un importante acquedotto, raggiungendo poi il paesino di Sclafani Bagni. Quest’ultimo racchiude un antico stabilimento termale e delle sorgenti sulfuree, immersi nella natura. “Le acque che ancora scorrono in questi luoghi rendono il paesaggio fortemente vitale, invitando il camminatore all’ascolto naturale da una parte e ad una riflessione critica dall’altra, nei confronti del contesto attuale”.

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Cosa visitare nei dintorni di Palermo

Per una gita fuori porta tra Palermo e dintorni quali sono i posti più belli da visitare? La capitale siciliana offre tanti piccoli angoli di paradiso, facili da raggiungere in treno, in pullman o meglio ancora comodamente in auto, percorrendo pochi chilometri di autostrada o di strade provinciali.

Come potrai immaginare in queste vaste aree della Sicilia le località marittime si distinguono per la bellezza del mare e degli edifici architettonici senza tempo, in un connubio di arte e storia che difficilmente si può trovare altrove. Se hai a disposizione un po’ di tempo in più da poter trascorrere nelle vicinanze di questa città non puoi assolutamente perdere l’occasione di visitare i dintorni della capitale siciliana.

Se non sai quali scegliere ecco quali sono le più belle località che si trovano a poca distanza da Palermo, per una gita di un giorno da fare in un weekend lungo. Buona lettura!

Cefalù

Iniziamo il tour di Palermo e dintorni con la splendida Cefalù, una delle perle della Sicilia, un luogo di cui ti innamorerai a prima vista. La rocca che si sporge sul mare cristallino è uno scenario indimenticabile che solamente qui puoi trovare.

Questa piccola località risalente al periodo normanno è unica non solo per le acque azzurrine, ma addentrandoti per una passeggiata tra le stradine centrali ti potrai imbattere nei monumenti in stile arabo-normanno, come il bellissimo Duomo, conosciuto come la Cattedrale della Trasfigurazione ed edificato nel 1131, con la sua pianta a croce latina che domina la piazza sempre gremita di gente.

Una volta visitato il centro storico puoi dirigerti verso il mare: le spiagge di Cefalù sono molte e ben attrezzate, in ognuna troverai un mare chiaro e sempre limpido. Tra le più note e più amate c’è la Spiaggia di Cefalù, il lido principale della città, che costeggia il centro storico, e la Spiaggia Salinelle, un arenile lungo 15 chilometri fatto di sabbia e ciottoli.

Monreale

Dopo aver terminato la visita di Cefalù con solamente un’ora di auto puoi raggiungere Monreale, situata a 10 chilometri da Palermo, un meraviglioso comune famoso in tutto il mondo per la sua maestosa cattedrale.

La Cattedrale di Santa Maria Nuova venne costruita nel 1172 per volere di Guglielmo II d’Altavilla, l’attuale Re di Sicilia, e dal 2015 fa parte del Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco per il suo altissimo valore artistico e architettonico.

Il suo interno è un tripudio di absidi, cappelle e mosaici preziosi dall’inestimabile valore mondiale, mentre all’esterno è dominata dalle due inconfondibili torri che inquadrano la facciata. È un luogo assolutamente da visitare, per questo motivo ti consiglio partecipare a una visita guidata con un esperto che ti darà tutte le informazioni relative alla storia e all’arte di questa famosa cattedrale. Puoi prenotarla comodamente online.

Una volta visitata la Cattedrale puoi perderti nel borgo che le si snoda tutto intorno, e immergerti nell’atmosfera locale del tutto particolare, fatta di diversi colori, sapori ed etnie.

Segesta

Per una gita di una giornata da mattina a sera Segesta, Erice e le Saline sono una meta ideale. In un solo giorno potrai vedere queste tre località tipiche siciliane, tutte e tre diverse tra loro per le caratteristiche naturalistiche e storiche.

Iniziamo da Segesta, un interessante sito archeologico sulle pendici del Monte Barbaro, fondato nel lontano IX secolo a.C. probabilmente per mano degli Elimi, una popolazione di profughi troiani.

Il parco archeologico di Segesta è famoso per le sue due opere architettoniche principali, il Tempio Dorico e il Teatro Greco. Il primo, costruito intorno al V secolo a.C., è un’imponente struttura di 36 colonne di 10 metri ben conservata. Il secondo è un teatro edificato dagli abitanti di Segesta in cima al Monte Barbaro, probabilmente intorno al III secolo a.C., ed è caratterizzato da uno stile tipicamente greco. Ad oggi viene utilizzato per le rappresentazioni teatrali, e può ospitare fino a 4000 persone.

Erice

Una volta tornati indietro nel tempo tra le rovine di Segesta puoi proseguire il tour di una giornata visitando il grazioso borghetto medievale di Erice, arroccato sul Golfo di Trapani. Ciliegina sulla torta di questo luogo incantato è il Castello di Venere, dedicato alla dea Afrodite. Una passeggiata sulle strade acciottolate di Erice e ti sembrerà di essere nel Medioevo!

Saline di Trapani

Prosegui il tuo tour di un giorno diretto verso le Saline di Trapani, un luogo naturalistico di rara bellezza per la varietà di specie animali e vegetali che ne fanno un luogo protetto per la biodiversità. Il giro delle saline dura circa due ore, ed è visitabile gratuitamente.

Se questa gita di una giornata puoi affidarti a un tour organizzato e prenotare la tua partecipazione online, la cancellazione è gratuita fino a 24 ore prima della data scelta. Come ti dicevo basta una sola giornata per visitare tutte e tre le località, che ti consiglio di non perdere per la loro unicità.

Bagheria

Proseguiamo la scoperta di Palermo e dintorni con Bagheria, un piccolo comune siciliano chiamato anche la Città delle Ville, divenuto celebre per il film omonimo, di Giuseppe Tornatore, che prende il nome dalla pronuncia siciliana della città, Baarìa.

Aneddoti a parte, Bagheria ha tantissime cose da vedere: dalle spiagge ai monumenti, un giorno potrebbe non bastare, ma dista da Palermo solamente poco più di 14 chilometri. Partendo la mattina puoi goderti qui una giornata di un giorno e rientrare la sera stessa a Palermo.

La Città delle Ville ha un centro storico ricco di ville, appunto, risalenti al XVIII secolo in stile barocco, come Palazzo Butera – Branciforti, o Villa Palagonia, la “Villa dei Mostri”, così chiamata per le “mostruose” decorazioni che la caratterizzano.

Oltre alle numerose chiese del centro storico, tra cui la Chiesa delle Anime Sante o la Chiesa Madrice di Bagheria, sono degne di nota anche le spiagge sabbiose e rocciose dal mare cristallino, come Capo Zafferano o la Spiaggia dei Francesi.

In un tour di Palermo e dintorni la visita a Bagheria non può non terminare con un assaggio delle tipiche prelibatezze culinarie del luogo, in una delle osterie caratteristiche sparse per il paese.

Se preferisci puoi abbinare una visita alla Villa con un itinerario di street food, e combinare l’esperienza culturale con quella culinaria. È possibile prenotare il tour qui. Non te ne pentirai!

Mondello

Se ami la Sicilia avrai sicuramente sentito parlare di Mondello, con la sua spiaggia che abbraccia la costa con una baia semicircolare a circa 10 km da Palermo, nella parte nord-occidentale.

Questo luogo è un mix di vegetazioni e paesaggi marini, trovandosi tra due monti predominanti sulla costa, il Monte Pellegrino e il Monte Gallo, e incastonata tra una fitta vegetazione mediterranea e il mare dalle sfumature celesti che bagna la spiaggia di sabbia bianca.

Modello è facilmente raggiungibile in autobus o in auto, ed è molto amata sia dai palermitani che dai turisti. Non solo mare incontaminato, ma anche tanti locali per divertirsi e trascorrere una serata in compagnia alla vista di un meraviglioso tramonto. Se ami la cucina siciliana non resterai deluso dalle piccole trattorie sul mare, pronte a cucinare tipici piatti espressi di pesce fresco.

Castellammare del Golfo

Un tour di Palermo e dintorni è soprattutto mare, mare e ancora mare, perché di questi luoghi non se ne ha mai abbastanza!

E allora non può mancare una tappa in un’altra splendida località marittima, Castellammare del Golfo. Solo 65 chilometri la separano da Palermo, rendendola un luogo ideale per una gita al mare in giornata.

Anche qui troverai molti edifici architettonici risalenti all’epoca normanna come la Chiesa Madre e il Castello Arabo Normanno, ma senza dubbio la maggiore attrazione di questo luogo è proprio il mare con le spiagge della Riserva dello Zingaro e la Tonnara di Scopello, due luoghi assolutamente da visitare.

A Castellammare del Golfo c’è la possibilità di vivere un’esperienza di totale divertimento e relax prenotando una gita con barca privata. La gita in barca è l’ideale per godere appieno delle bellezze di questo luogo, per saperne di più puoi prendere informazioni e prenotarti qui.

Per gli appassionati del trekking non può mancare una passeggiata tra le pendici del Monte Inici, un massiccio alto 1064 metri sul livello del mare dalle origini antichissime e luogo di ritrovamento di interessanti reperti storici e rare conformazioni naturalistiche. Le escursioni sul Monte Inici sono disponibili tramite l’organizzazione CAI.

Il nostro tour di Palermo e dintorni finisce qui, ma i luoghi da visitare non sono ancora finiti. Qui ti abbiamo proposto i più bei posti da visitare nelle vicinanze con una gita di una giornata, nel caso in cui ti trovassi a Palermo e avessi un po’ più di tempo a disposizione per curiosare nei dintorni.

La Sicilia è una splendida regione visitabile tutto l’anno grazie alle temperature sempre miti, un vantaggio non indifferente, e ai costi non esageratamente elevati. Inoltre, se hai a disposizione la tua auto gli spostamenti sono rapidi e agevoli. Mi raccomando, qualsiasi sia la stagione, non dimenticarti il costume da bagno. Sarebbe un vero peccato!

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Palermo, tour inedito dei Florio, sui luoghi di “I leoni di Sicilia”

I romanzi di Stefania Auci, “L’inverno dei leoni” e “I leoni di Sicilia” (e che a breve diventeranno una fiction televisiva), hanno appassionato milioni di italiani che da qualche anno si recano in Sicilia, sui luoghi narrati tra le pagine dei libri, le cui vicende hanno fatto la storia d’Italia.

Al centro degli eventi c’è la città di Palermo, tanto che ancora oggi sono tanti i luoghi storici tra vie e sontuosi palazzi raccontati nei romanzi, ma vi sono alcuni tesori artistici che pochi conoscono e che sono meno visitati, ma che meritano assolutamente di essere visti.

La famiglia Florio ha reso Palermo il centro economico, artistico e culturale più importante nel periodo della Belle Époque, attirando teste coronate e la migliore borghesia europea così come artisti e scrittori e il bel mondo dell’epoca.

Il tour inedito dei “Leoni di Sicilia”

La drogheria di via dei Materassai

Ecco perché un tour sui luoghi dell’epopea dei Florio non può che partire da quella via dei Materassai, nel pieno centro storico della Vucciria, che spesso ricorre tra i capitoli di “I Leoni di Sicilia”, dove ancora oggi si può notare lo stemma della famiglia, quello del “Leo bibens”, riprodotto all’ingresso della prima drogheria dove ebbe inizio la loro fortuna. E nella stessa via si trova anche la prima abitazione dove visse la famiglia dei due fratelli Paolo e Ignazio Florio trasferitasi dalla Calabria.

L’Olivuzza

Dalla bottega bisogna camminare per una mezz’oretta per giungere a Palazzo Wirz all’Olivuzza o ex Palazzo Florio che si trova in viale Regina Margherita, nei pressi della Zisa – che prende il nome dal castello -, un edificio che non passa di certo inosservato. Un tempo tutt’intorno c’era solo vegetazione e l’Olivuzza era l’abitazione principale dei Florio, dove venivano organizzate le più fastose feste di Palermo dell’epoca. Oggi è immerso tra i caseggiati.

Il Villino Florio

Nel 1900, nel parco venne eretto il Villino Florio, fu realizzato in memoria del figlio primogenito di Ignazio junior e Franca, scomparso all’età di soli 12 anni. Questa palazzina non passa di certo inosservata. Il villino fu commissionato dai Florio all’architetto Ernesto Basile che lo costruì tra il 1899 e il 1902. Si tratta di una delle prime opere architettoniche in stile Liberty d’Italia ed è l’esempio concreto di ciò che il celebre architetto intendeva per “progettazione integrale” ovvero un insieme di elementi medievali, barocchi, moderni e nordici, con motivi floreali, torrette che ricordano i castelli francesi, colonnine romaniche e bugnati rinascimentali. È uno dei capolavori dell’Art Nouveau. Oggi è di proprietà della Regione Sicilia.

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Fonte: Wikimedia Commons – GiuseppeT

Il Villino Florio all’Olivuzza, Palermo

Palazzo Florio (Fitalia)

Pochi minuti a piedi e si raggiunge un altro palazzo appartenuto alla famiglia Florio: Palazzo Florio-Fitalia. Si affacciava su piazza Principe di Camporeale e un tempo si trovava all’interno di un’immensa proprietà di cui resta ben poco. Il complesso fu realizzato con l’acquisizione nel corso degli anni di diversi edifici e aree verdi da parte di Vincenzo Florio e poi dai suoi eredi. Nel 1893 fu la residenza di Ignazio e Franca Florio. La stanza più bella da vedere è quella che ospita la camera da letto di Donna Franca, con il celebre pavimento di maioliche che rappresentano petali di rose, mentre la grande sala da pranzo fu trasformata in una cappella.

Palazzo Florio

Questo palazzo si trova al civico 2 di via Catania 2, una ventina di minuti a piedi dall’omonimo palazzo di piazza Principe di Camporeale. Questa zona era di moda tra la borghesia siciliana dell’epoca e, per alcuni anni, Vincenzo Florio junior visse con la seconda moglie, la francese Lucie Henry. Al piano terra c’era la sede della storica “Targa Florio” che si corre ancora oggi, presieduta dallo stesso Vincenzo.

La Palazzina dei Quattro Pizzi

Più avanti negli anni la famiglia fece costruire all’architetto Carlo Giachery un altro edificio, la Palazzina dei Quattro Pizzi all’Arenella, vicino al mare e alla Tonnara Florio. In stile neogotico, è ancora oggi ben riconoscibile per le quattro torrette che ricordano una chiesa più che una casa. Divenne la dimora privata di Vincenzo Florio – a cui è stata dedicata una statuta che si trova lungo il Foro Italico – e della famiglia.

All’epoca, ospitò persino i sovrani Borbone e lo zar Nicola I di Russia. La zarina, in particolare, si appassionò della costruzione tanto da acquistare i progetti originali dall’architetto e farsi costruire un edificio simile a Peterhof, la residenza estiva in Russia. Apparteneva ai discendenti della famiglia Florio fino a pochi anni fa.

Villa Igiea

A un quarto d’ora a piedi dall’Arenella, ma sempre sul lungomare, nella borgata dell’Acquasanta, sorge la meravigliosa Villa Igiea, voluta da Ignazio Florio inizialmente come sanatorio di lusso per malati di tubercolosi. Il palazzo era di proprietà dell’ammiraglio inglese Sir William Domville, dal quale Ignazio la acquistò. Era così bello che Franca Florio, la moglie, la regina di Palermo, decise di farne un resort termale e di andarci a vivere affidando i lavori ancora una volta al Basile.

Villa_Igiea-palermo

La scelta del nome della villa, Igiea, viene dalla ninfa greca Hygìeia, dea dell’igiene e protettrice della salute. Dall’esterno sembra un castello, con tanto di torri merlate, ma tutto sommato piuttosto sobrio. Immerso in una enorme parco, doveva servire come luogo di degenza per i malati ma anche per le lunghe passeggiate degli ospiti. È una volta entrati che stupisce per i ricchi decori. Il Salone degli specchi in stile Liberty è un tripudio di figure e di colori, i cosiddetti “floralia”.

Qui si tenevano feste meravigliose e memorabili a cui partecipava tutto il bel mondo della politica e della cultura – tra cui anche personalità del calibro di Gabriele D’Annunzio e Giacomo Puccini – e l’aristocrazia dell’epoca. Oggi che Villa Igiea è un hotel di lusso del gruppo Rocco Forte ha mantenuto intatti la maggior parte degli affreschi ed è forse il più bell’albergo della città se non addirittura della Sicilia. Ospita star di Hollywood e molte celebrity.

Villa Pignatelli Florio ai Colli

Nei romanzi della Auci non se ne parla, ma fu anche questa una delle residenze della famiglia Florio, forse la preferita per le vacanze. Vincenzo Florio senior la acquistò nel 1839 e la fece ristrutturare sempre dal Basile. Si trova tra i giardini della Piana dei Colli a San Lorenzo e risale alla fine del Settecento. Ignazio junior e Donna Franca iniziarono a trascorrervi i mesi estivi dopo la morte del padre, ma la morte improvvisa della figlia Giovanna fece sì che abbandonarono la villa nel 1902. La proprietà venne acquistata dall’Opera Pia Pignatelli che la trasformò in un collegio femminile.

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Alla scoperta dell’Orto Botanico di Palermo e delle sue meraviglie naturalistiche

Storia e natura si intrecciano mirabilmente in questo grande parco rigoglioso che sorge nel cuore della città di Palermo: si tratta dell’Orto Botanico, un gioiellino della natura che ospita migliaia di specie vegetali, alcune provenienti persino dall’altra parte del mondo. In un viaggio alla scoperta del capoluogo siciliano, un luogo ricco di bellezze e monumenti storici, non può davvero mancare una visita ai giardini e alle sue tantissime sorprese naturalistiche.

L’Orto Botanico di Palermo, tra storia e natura

Incastonato tra i rigogliosi giardini di Villa Giulia e il vivace via vai del quartiere Kelsa di Palermo, questo angolo di paradiso dista due passi dal lungomare e offre un’esperienza meravigliosa: varcare la soglia dell’Orto Botanico è come entrare in un mondo nuovo, lasciandosi alle spalle il caos della città e immergendosi nella natura. Afferente all’Università degli Studi di Palermo in quanto istituzione museale, ha una storia davvero sorprendente. Il primo giardino botanico venne realizzato nel lontano 1779, contemporaneamente all’istituzione della cattedra di Botanica e Materia medica.

Nel giro di pochi anni, il piccolo appezzamento di terreno coltivato con piante medicinali si dimostrò insufficiente per le esigenze degli studenti: fu così che venne trasferito nella sua attuale sede, trasformando un luogo dal passato sanguinoso (qui venivano praticati i roghi della Santa Inquisizione) in un gioiello naturalistico. Persino Goethe, che ebbe modo di visitare l’Orto Botanico, lo descrisse con splendide parole che, ancora oggi, esprimono la bellezza di questo posto quasi magico. Pian piano, nel corso degli anni, il giardino è diventato sempre più grande e ricco di infinite varietà vegetali che attirano esperti e curiosi da tutto il mondo.

Orto Botanico di Palermo

Fonte: iStock

Orto Botanico di Palermo

Cosa vedere nell’Orto Botanico di Palermo

Già a partire dal suo ingresso monumentale, appare chiaro che una visita all’Orto Botanico di Palermo è un’esperienza unica. Davanti ai cancelli si staglia il Gymnasium, splendido edificio in stile neoclassico che ospitava la sede della Schola Regia Botanice e la dimora del direttore. Accanto ad esso, due altri gioiellini neoclassici: il Calidarium, che accoglieva le piante abituate ai climi caldi, e il Tepidarium, che invece aveva al suo interno una ricca collezione di specie vegetali viventi in un clima temperato. Addentrandosi nel giardino, ecco aprirsi ai nostri occhi le sue meraviglie. Il giardino vanta oltre 12.000 varietà di piante di ogni tipo, ben suddivise in settori.

C’è ad esempio il Sistema di Linneo, il settore più antico, diviso in quattro aiuole che ospitano le piante e i fiori originariamente messi a dimora nell’Orto Botanico – uno dei più belli d’Italia. Molto affascinante è poi l’Aquarium, una grande vasca circolare che racchiude moltissime specie acquatiche, tra cui bellissime ninfee. Diverse serre sono state pian piano aggiunte al giardino, come la Serra Maria Carolina (intitolata alla Regina Maria Carolina d’Austria), oggi ricostruita in ghisa. Vi sono spazi destinati alle piante esotiche, come la Serra sperimentale che accoglie banani e papaye, oppure quelli dedicati alle succulente – c’è anche in corso un progetto per la loro salvaguardia.

E poi i lunghi viali alberati, ricchi di colori e profumi inebrianti, tra cui passeggiare per godersi un momento di relax: l’occhio è continuamente attirato da bellissime piante rigogliose, che si stagliano verso il cielo. Come ad esempio il grande Ginko biloba o il più maestoso Ficus magnolioides, un esemplare meraviglioso importato dalla Nuova Zelanda, che oggi costituisce il simbolo dell’Orto Botanico di Palermo. Non mancano infine i palmeti, le piante provenienti dalle regioni più calde del mondo, gli agrumeti, le piante carnivore e i fiori più suggestivi, come le orchidee.

Orto Botanico di Palermo

Fonte: iStock

Orto Botanico di Palermo
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Riparte il treno storico per la Valle dei Templi

Partirà da Palermo alla volta del Parco Archeologico Valle dei Templi ad Agrigento e il borgo marinaro di Porto Empedocle, il treno storico che percorre una delle linee più panoramiche della Sicilia. L’iniziativa, in programma domenica 6 novembre, offrirà ai turisti a bordo un programma ricco di eventi, che punta a soddisfare le esigenze di chi vuole vivere una giornata alla scoperta di storia, cultura e tradizioni di luoghi splendidi.

Le fermate del treno storico

Il treno storico partirà alle ore 7.50 dalla stazione di Palermo Centrale ed effettuerà fermate intermedie nelle stazioni di Bagheria, Termini Imerese, Roccapalumba-Alia, Cammarata San Giovanni Gemini, Aragona Caldare e Agrigento Bassa. Alle 11.15 il convoglio d’epoca raggiungerà la stazione tempio di Vulcano, rinnovata di recente e ubicata nel cuore della Valle dei Templi, dove di recente è stata fatta un’incredibile scoperta.

Qui i passeggeri potranno scendere e trascorrere una giornata all’interno del leggendario Giardino della Kolymbethra, accolti dalle guide del Fondo Ambiente Italiano (FAI). Come tutte le prime domeniche del mese, l’accesso al Parco archeologico sarà gratuito.

Chi invece intende proseguire il proprio viaggio fino a Porto Empedocle, potrà raggiungere in treno l’ottocentesca stazione del borgo in provincia di Agrigento, con arrivo alle 11.33. I viaggiatori avranno l’opportunità di visitare il Parco ferroviario, per poi proseguire il tour alla scoperta di Porto Empedocle con le guide dell’Archeoclub Agrigento che propongono tre escursioni tra i luoghi della Vigata di Andrea Camilleri, il Lido Marinella e la meravigliosa Scala dei Turchi. Il convoglio di ritorno partirà dalla stazione di Porto Empedocle Succursale alle 17.07 e da Tempio di Vulcano alle 17.15, con arrivo a Palermo previsto per le 20.26.

Giardino della Kolymbethra, gioiello della Valle dei Templi

In greco, Kolymbethra indica un tipo di piscina utilizzata in età romana per giochi acquatici. Prima “sontuosa piscina popolata da pesci e da cigni” di cui scrive lo storico greco Diodoro siculo, una volta interrata diventa un fertile orto-frutteto. Quando poi si aggiungono gli agrumi, prende la denominazione di “giardino”, come si usa chiamare in Sicilia gli agrumeti tradizionali.

Il Giardino della Kolymbethra è coltivato in una piccola valle tra il tempio dei Dioscuri e il tempio di Vulcano (o di Efesto), nel sito identificato con l’antico bacino artificiale costruito per volere del tiranno Terone dopo la vittoria nella battaglia di Himera, nel 480 a.C.

Il giardino, non più coltivato dagli anni ’80, è stato recuperato al suo uso originario e alla fruizione ad opera del FAI, e oggi riassume in 6 ettari il paesaggio agrario e naturale della Valle dei Templi, fiore all’occhiello di Agrigento. La bellezza della Kolymbethra è legata alla forma degli alberi e al fascino del fenomeno della rifioritura, per cui frutti e fiori si succedono ininterrottamente nel corso delle stagioni, all’ombra e alla frescura assicurate dalla chioma sempreverde.

Nelle zone più scoscese, si trovano le piante della macchia mediterranea, mentre al di là del piccolo fiume c’è un agrumeto, uno degli ultimi “giardini” siciliani, con limoni, mandarini e aranci di antiche varietà, irrigato secondo le tecniche della tradizione araba. Dove l’acqua non arriva, si possono ammirare gelsi, carrubi, fichi dìindia, mandorli, mirti e olivi “saraceni”. Un luogo unico, immerso in uno dei siti archeologici più grandi del mondo. Un patrimonio paesaggistico, quello del Parco archeologico Valle dei Templ, estremamente vario e di straordinaria bellezza, frutto della commistione fra elementi naturali originari e l’azione millenaria dell’essere umano.

Giardino Kolymbethra
Lo splendido Giardino della Kolymbethra
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La Palermo dei Florio: tour dei luoghi imperdibili

Da quando sono usciti i libri di Stefania Auci, “L’inverno dei leoni” e “I leoni di Sicilia”, che raccontano la saga della Famiglia Florio e che hanno ottenuto un enorme successo, a Palermo, dove i principali membri della famiglia hanno vissuto per generazioni, sono nati dei veri e propri tour sui luoghi dei Florio.

I Florio furono, tra l’Ottocento e l’inizio del Novecento, tra le famiglie più ricche non soltanto della Sicilia, ma d’Italia. Protagonisti del periodo della Belle époque, le ville e i luoghi dove hanno vissuto e lavorato sono ancora oggi edifici di grande interesse storico-artistico. I loro affari spaziavano dalla vendita di spezie alle tonnare, dalla navigazione alla produzione di vino, ma furono anche grandi mecenati del tempo, contribuendo alla realizzazione di alcuni dei luoghi che ancora oggi fanno grande questa città.

Se avete letto i romanzi della Auci saprete di cosa stiamo parlando. Sono comunque fatti storici che chiunque può guardare online senza aver letto i libri, tanto più che a breve su Disney + uscirà la fiction Tv che vedrà protagonista Miriam Leone nel ruolo di Giulia Portalupi, moglie di Vincenzo Florio, interpretato da Michele Riondino. Se vi siete appassionati alla saga dei Florio, vi portiamo in un tour virtuale tra i luoghi che ancora oggi sono visitabili a Palermo e dintorni, alcuni ormai inglobati nel tessuto urbano, altri ancora lì dov’erano un tempo.

Via dei Materassai

Qui è dove tutto è cominciato. Vincenzo Florio arrivò a Palermo da Bagnara Calabra a inizio Ottocento insieme alla moglie Giulia Portalupi e al fratello Paolo con il quale aprì una drogheria che presto ebbe grande successo, tanto da riuscire a fondare anche le Cantine Florio per la produzione del Marsala, le tonnare a Favignana per la pesca e l’inscatolamento del tonno e le Fonderie Oretea grazie alle quali costruirono le prime navi della nuova compagnia di navigazione. L’Officina Florio si trova ancora oggi in via dei Materassai, a due passi dal centro storico di Palermo. Non vende più spezie e aromi, ma è un negozio di motociclette. A tre minuti a piedi da qui si trova la Chiesa di San Domenico, considerata il pantheon dei siciliani illustri. Non manca una lapide dedicata a Vincenzo Florio, capostipite della dinastia.

L’Olivuzza

Bisogna camminare per una mezz’oretta per giungere al Villino Florio all’Olivuzza che si trova in viale Regina Margherita, nei pressi della Zisa – che prende il nome dal castello -, un edificio che non passa di certo inosservato. Un tempo tutt’intorno c’era solo vegetazione e l’Olivuzza era l’abitazione principale dei Florio dove venivano organizzate le più fastose feste palermitane dell’epoca. Oggi è immerso tra i caseggiati.

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Fonte: 123rf

Il Villino Florio all’Olivuzza, Palermo

Commissionato dai Florio all’architetto Ernesto Basile fu realizzato tra il 1899 e il 1902. Voluto da Ignazio Florio, figlio di Vincenzo, è l’esempio concreto di ciò che il celebre architetto intendeva per “progettazione integrale” ovvero un insieme di elementi medievali, barocchi, moderni e nordici, con motivi floreali, torrette che ricordano i castelli francesi, colonnine romaniche e bugnati rinascimentali. È uno dei capolavori dell’Art Nouveau. Oggi è di proprietà della Regione Sicilia.

La Palazzina dei Quattro Pizzi

Più avanti negli anni la famiglia fece costruire all’architetto Carlo Giachery un altro edificio, la Palazzina dei Quattro Pizzi all’Arenella, vicino al mare e alla Tonnara Florio. In stile neogotico, è ancora oggi ben riconoscibile pere le quattro torrette che ricordano una chiesa più che una casa. Divenne la dimora privata di Vincenzo Florio e della famiglia.

All’epoca ospitò persino i sovrani Borbone e lo zar Nicola I di Russia. La zarina, in particolare, si appassionò della costruzione tanto da acquistare i progetti originali dall’architetto e farsi costruire un edificio simile a Peterhof, la residenza estiva in Russia. Apparteneva ai discendenti della famiglia Florio fino a pochi anni fa.

Villa Igiea

A un quarto d’ora a piedi dall’Arenella, ma sempre sul lungomare nella borgata dell’Acquasanta, sorge la meravigliosa Villa Igiea, voluta da Ignazio Florio per aprire un sanatorio di lusso per malati di tubercolosi. Il palazzo era di proprietà dell’ammiraglio inglese Sir William Domville dal quale Ignazio la acquistò. Era così bello che Franca Florio, la moglie, decise di farne un resort termale e di andarci a vivere affidando i lavori ancora una volta al Basile.

La scelta del nome della villa, Igiea, viene dalla ninfa greca Hygìeia, dea dell’igiene e protettrice della salute. Dall’esterno sembra un castello, con tanto di torri merlate, ma tutto sommato piuttosto sobrio. Immerso in una enorme parco, doveva servire come luogo di degenza per i malati ma anche per le lunghe passeggiate degli ospiti. È una volta entrati che stupisce per i ricchi decori. Il Salone degli specchi in stile Liberty è un tripudio di figure e di colori, i cosiddetti “floralia”.

Qui si tenevano feste meravigliose e memorabili a cui partecipava tutto il bel mondo e l’aristocrazia dell’epoca. Oggi che Villa Igiea è un hotel di lusso del gruppo Rocco Forte ha mantenuto intatti la maggior parte degli affreschi ed è forse il più bell’albergo della città se non addirittura della Sicilia. Ospita star di Hollywood e molte celebrity. Di recente ci ha trascorso una vacanza con gli amici anche la influencer numero uno al mondo, Chiara Ferragni.

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Fonte: Rocco Forte Hotels

La sontuosa Villa Igiea, oggi hotel di lusso
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La Palermo della fiction “I Leoni di Sicilia”

Palermo è il grande set a cielo aperto della serie Tv “I Leoni di Sicilia“ che andrà in onda su Disney+. La fiction, che racconta l’epopea della celebre famiglia Florio, è tratta dal best seller di Stefania Auci e vedrà come protagonisti Miriam Leone, Giulia Portalupi, e Michele Riondino, nel ruolo di Vincenzo Florio.

Come l’omonimo romanzo – e il seguito, “L’inverno dei Leoni” – racconta di una Sicilia bella e opulenta, ricca e orgogliosa, che ha affascinato milioni di lettori – e a breve anche di telespettatori – che desiderano andare alla scoperta di quei luoghi così affascinanti ed epici narrati.

L’Olivuzza, Villa Igiea, l’isola di Favignana, luoghi meravigliosi che più volte ritornano nel racconto dei Florio e che presto vedremo in Tv. Oltre a queste note location, ce ne sono altre che, dopo averle viste, vi verrà voglia di andare a visitare.

I palazzi di Palermo

Cuore delle vicende è Palermo. Molte strade della città sono state riportate indietro nel tempo, mentre è stato più semplice girare le scene nei sontuosi palazzi palermitani rimasti tali e quali. Uno di questi è Palazzo Comitini o Palazzo Gravina che si affaccia su via Maqueda, e che oggi ospita la sede del Sindaco. È un edificio del ‘700 le cui sale interne sono una meraviglia, con stucchi e soffitti affrescati, pavimento con un fastoso maiolicato settecentesco napoletano e i salottini alla cinese dove erano decine i piatti della ceramica Florio incassati nelle pareti di legno.

Un’altra location della fiction è Palazzo Valguarnera-Gangi, che si trova in piazza Croce dei Vespri, un quartiere ricco di maestose residenze nobiliari. Questo enorme palazzo di 8mila metri quadrati del ‘700 in stile Rococò ha visto davvero passare tra le sue sale la famiglia Florio, oltre a principi e teste coronate di tutte le Corti d’Europa, specie la maestosa sala da ballo, detta anche Salone Giallo per via delle sete che rivestono tutte le pareti e l’arredo, illuminata da grandi lampadari a candele di vetro di Murano (quello centrale ha ben 102 bracci), ispirata alle regge di Versailles e di Caserta. Dalla magnificenza di questo palazzo trasse ispirazione prima ancora Luchino Visconti per l’ambientazione del ballo nel film “Il Gattopardo”, considerato una pietra miliare della storia del cinema italiano.

Nel centro storico di Palermo un altro palazzo che ha fatto da set a “I Leoni di Sicilia“ è Palazzo Alliata di Villafranca, in piazza Bologni, che occupa un intero isolato. Questo edificio cinquecentesco ospitava una delle più importanti collezioni d’arte della città, fra cui è ancora visibile la celebre crocefissione di Van Dyck. Una lapide ricorda che davanti al palazzo sostò nel 1860 Giuseppe Garibaldi.

Molti riconosceranno, invece, un altro edificio palermitano, Palazzo dei Normanni o Palazzo Reale, che oggi ospita la sede dell’Assemblea regionale. È la più antica residenza reale d’Europa, dimora dei sovrani del Regno di Sicilia, sede imperiale con Federico II e Corrado IV e dello storico Parlamento siciliano. È uno dei luoghi più visitati di tutta la Sicilia.

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Fonte: 123rf

Il cortile del Palazzo dei Normanni a Palermo

Al primo piano si trova la meravigliosa Cappella Palatina, una basilica in stile siculo-normanno, fatta consacrare nel 1140 da re Ruggero II di Sicilia, oggi patrimonio dell’Unesco. È quasi completamente rivestita di mosaici dorati.

Non solo palazzi storci, ma anche le chiese più belle di Palermo saranno protagoniste della fiction. Prima fra tutte, la Chiesa di Santa Maria dello Spasimo che si trova nel quartiere più antico della città, quello della Kalsa. Risale anch’essa al 1500 ed è stata realizzata in stile tardo gotico. È stata un teatro, un lazzaretto nel ‘600, un magazzino per i cereali e grano e anche un ospedale.

Infine, nello stesso quartiere, c’è un altro bellissimo palazzo set della fiction: Palazzo Mirto. È stato per quattro secoli la dimora palermitana dei Filangeri, una famiglia di origine normanna e oggi è una casa-museo. È uno dei migliori esempi di residenza aristocratica palermitana.

Gli arredi interni arredi sono meravigliosi, con enormi lampadari in vetro di Murano, pannelli laccati con motivi dorati provenienti dalla Cina, orologi, porcellane e arazzi. Le stanze di rappresentanza si articolano intorno a una terrazza con un ninfeo e un trompe-l’œil che raffigura un giardino.

Le vie del centro storico

Molte strade di Palermo non sono così diverse oggi rispetto agli anni in cui vivevano i Florio, in particolare quelle del centro storico. Le scene della fiction sono state quindi girate intorno alla famosissima piazza Villena, meglio conosciuta come Quattro Canti, con i quattro palazzi che rappresentano le quattro stagioni e i quattro re, tra piazza Pretoria, piazza Bellini, via Maqueda, via Vittorio Emanuele (o Cassaro) e la Discesa dei Giudici.

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Il Liberty palermitano entra in un circuito europeo

Le prestigiose testimonianze dell’Art Noveau che impreziosiscono la città di Palermo e che si sono salvate dal “Sacco di Palermo” durante gli anni Cinquanta e Sessanta, fanno ora parte dell’itinerario culturale riconosciuto dal Consiglio d’Europa, circuito che mette in relazione le realtà più belle del Modernismo europeo, da Vienna a Bruxelles, da Barcellona a Riga, Nancy e Budapest.

Per l’occasione, durante la “Giornata europea dell’Art Noveau” venerdì 10 giugno, allo Stand Florio in Via Messina Marine sarà grande festa per celebrare l’ambito riconoscimento.

Il Liberty di Palermo riconosciuto dal Reseau Art Noveau Network

La Città metropolitana di Palermo, dopo la proposta di Legambiente Sicilia illustrata dal presidente Gianfranco Zanna, aveva formalizzato la candidatura a ottobre 2021 e adesso, durante l’Assemblea annuale del Reseau Art Noveau Network, è stata accolta con voto unanime e favorevole: i tesori architettonici di Palermo sono autentici tesori da scoprire e ammirare.

Il presidente di Legambiente Sicilia, Zanna, ha dichiarato come questo sia “un risultato eccezionale per la città e noi siamo particolarmente orgogliosi di aver contribuito al suo raggiungimento.
È così riconosciuta come grande valore culturale e sociale la stagione più interessante, ricca e prosperosa della città e che ha, inoltre, sicuramente dato vita alla più qualificante immagine identitaria della Palermo dell’epoca contemporanea”.

Entusiasmo e orgoglio anche nelle parole del sindaco Leoluca Orlando: “Si tratta di un prestigioso riconoscimento che attribuisce a Palermo e al suo Liberty una posizione di eccellenza internazionale, ulteriore ragione di attrattività per l’intera area metropolitana. È la conferma delle straordinarie bellezze della città che si sono salvate dall’orribile ‘Sacco di Palermo’.
Un risultato che è il frutto anche del prezioso lavoro di Legambiente che si è impegnata per riqualificare le bellezze del Liberty palermitano. Adesso è fondamentale costruire percorsi destinati alla fruizione e dunque alla valorizzazione di un itinerario culturale che è patrimonio di tutti“.

Tutta la meraviglia di uno stile inconfondibile

Il Liberty, o Art Noveau, arriva nel capoluogo siciliano tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento quando ville, palazzi borghesi e teatri vengono edificati grazie a questa innovativa espressione artistica ispirata alle numerose sfumature della Natura: le facciate ondulate presentano motivi che assomigliano a rampicanti e le vetrate catturano la luce.

Tra i molteplici esempi del Liberty a Palermo spicca Villa Igiea, costruita nel 1800 in stile neogotico e poi rimaneggiata con l’elegante e raffinato stile liberty dal grande architetto Ernesto Basile su commissione del nuovo proprietario Ignazio Florio: degno di nota il magnifico salone con affreschi di fanciulle tra papaveri, iris e melograni.

Altri deliziosi esempi del Liberty palermitano sono il Villino Favaloro, in Piazza Virgilio, anch’esso progettato e realizzato da Basile, con l’inconfondibile torretta ottagonale, il Chiosco Ribaudo di Piazza Politeama del 1916, e i due chioschi Liberty che fungono da cornice per il monumentale Teatro “Massimo” Vittorio Emanuele.

Ma non è tutto: cuore della Palermo Liberty, l’Hotel delle Palme cattura lo sguardo con la sua atmosfera d’altri tempi e il lusso discreto, e non da meno è il Villino Ida, realizzato da Basile per la sua famiglia.