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Nosy Iranja: in Madagascar, il paradiso delle tartarughe

Una distesa di sabbia bianca, acqua cristallina, azzurro e blu di cielo e mare che si mescolano. Questa è l’incantevole ricetta di Nosy Iranja, una delle isole più apprezzate di quelle che fanno parte dell’arcipelago di Nosy Be. Siamo in Madagascar, in un luogo dalla bellezza quasi ineguagliabile.

Nosy Iranja: conosciamola meglio

Due isole che si toccano e si abbracciano con la bassa marea, per poi tornare a salutarsi solo da lontano. Nosy Iranja Be (che significa Isola Iranja Grande), di circa 200 ettari e Nosy Iranja Kely (Isola Iranja piccola ) di soli 17, sono i due isolotti che compongono Nosy Iranja, separati tra loro da una lingua di sabbia bianchissima di 2 km che appare e scompare a seconda delle maree: l’acqua dell’Oceano Indiano infatti si alza o si abbassa di oltre 4 metri, unendo o sommergendo il collegamento tra le due isole. Un paesaggio da sogno, tra acque turchesi che risplendono al sole di mille sfumature, in quello che è a tutti gli effetti un vero e proprio paradiso. Sull’isola grande, Nosy Iranja Be, troverai l’unico villaggio di residenti, dove le persone si dedicano per lo più alla pesca e alla vendita di piccoli oggetti di artigianato ai visitatori. Sulla parte più alta di questa isola sorge un bel faro: è stato progettato da Gustave Eiffel, il celebre ingegnere francese a cui si deve l’omonima torre di Parigi, e risale al 1909, piena epoca coloniale.

Nosy Iranja faro

Fonte: iStock

Il faro disegnato dall’Ingegner Eiffel

La leggenda sull’origine Nosy Iranja

La magia di Nosy Iranja si fonda anche sulle leggende che l’accompagnano. La più suggestiva è quella che riguarda l’amore sfortunato tra due giovani innamorati. Per gelosia nei confronti della fanciulla, attraverso un sortilegio un anziano uomo trasformò i due amanti nelle due isole. Separati, anche se vicinissimi, non avrebbero mai potuto stare insieme. La leggenda narra che il dolore della giovane mosse a compassione il sole e la luna, che decisero di creare le maree affinchè i due sfortunati potessero almeno toccarsi. Così, quando l’Oceano Indiano si ritira, i due amanti possono tornare a tenersi per mano.

Dove si trova

Come detto, Nosy Iranja è una delle tante perle del Madagascar. Si trova a Nord Ovest e a circa 6 km dall’isola principale del Paese, a 47 km dal famoso arcipelago di Nosy Be e a 60km da Nosy Komba.

Nosy Iranja 2

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Il paesaggio indimenticabile di Nosy Iranja

Come arrivare

Date le sue piccole dimensioni, chiaramente Nosy Iranja è raggiungibile solo via mare, attraverso escursioni giornaliere o spostamenti che per lo più vengono effettuati da Nosy Be. In genere, i tour giornalieri partono di mattina presto, intorno alle 8, e si rientra alle 15:00. I prezzi variano a seconda dell’operatore scelto, della barca che si utilizza e dei servizi scelti, come ad esempio il pranzo sul posto, e oscillano tra i 60 e i 90€ a persona. Naturalmente, è anche possibile dormire sugli isolotti che compongono Nosy Aranja, ma bisogna prenotare con un certo anticipo data la limitata disponibilità di posti letto. Negli ultimi anni, Nosy Iranja Kely è stata privatizzata e oggi ospita un albergo di lusso. Sull’isola potrai usufruire del servizio di pensione completa e consumare pesce alla griglia appena pescato, spiedini di gamberi, riso al cocco e insalate di verdure locali, direttamente in spiaggia.

Quando andare a Nosy Iranja

Nosy Iranja vanta un clima tropicale, con temperature piuttosto calde in ogni mese dell’anno, difficilmente sotto i 25°C. La stagione delle piogge va da novembre ad aprile, con un caldo più pungente e un sensibile aumento dell’umidità. I mesi da maggio a ottobre invece sono più secchi e anche più freschi.

Cosa fare a Nosy Iranja

Nosy Iranja ti fa sognare di trascorrere intere giornate di ozio e dolce far nulla, crogiolandoti tra bagni infiniti e lunghe dormite al sole. Puoi fare tutto questo ma anche molto di più! Potrai cimentarti in alcune attività sportive come il windsurf, fare escursioni in piroga e naturalmente lunghe sessioni di snorkeling tra pesci esotici, mante e tartarughe marine. La presenza di questi animali è particolarmente favorita dalla grande biodiversità dell’area, e l’isola è la destinazione preferita da due specie di tartarughe, la tartaruga verde e la tartaruga embricata, che depositano le loro uova proprio a Nosy Iranja. L’isola è scarsamente popolata, con un’offerta turistica abbastanza ridotta, mentre abbonda la vegetazione, protezione naturale per trattenere la sabbia e tenere al sicuro le uova di tartaruga. Inoltre, l’assenza di luci artificiali evita i fastidi che tanti animali sono invece costretti a subire altrove, rendendo questa destinazione perfetta per la deposizione e la schiusa delle uova.

Nosy Iranja tartaruga

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Una tartaruga appena nata a Nosy Iranja

Le tartarughe di Nosy Iranja

Potrai distinguere facilmente le tartarughe verdi per le loro dimensioni (possono arrivare fino a 1,5 mt di lunghezza e pesare oltre 200 kg) e per il loro carapace verde e liscio. Vivono per lo più in lagune poco profonde, barriere coralline e in acque dove abbondano le alghe. La loro infatti, da adulti, è una dieta prevalentemente erbivora. Al contrario, le tartarughe embricate, molto più piccole delle verdi, sono carnivore. Mangiano spugne, anemoni, meduse e invertebrati marini, motivo per cui prediligono vivere sulle barriere coralline. Le tartarughe prediligono depositare le loro uova con l’alta marea e di notte, per via della minor attività sulle spiagge: le verdi preferiscono zone aperte e soleggiate durante il giorno, le embricate invece depositano le loro uova in aree più riservate.

Le uova vengono spinte in buche di circa 50 cm e ricoperte di sabbia per proteggerle da intemperie, predatori naturali e uomini. Ogni tartaruga deposita le proprie uova ogni 2-6 anni, più volte durante la stessa stagione e sempre sulla spiaggia in cui sono nate. Quelle verdi lo fanno tra giugno e ottobre, le embricate da ottobre a febbraio. Dopo aver deposto le loro uova, le femmine ruotano su loro stesse per nascondere ai predatori le tracce del loro passaggio, prima di tuffarsi nuovamente in mare. Ci vorranno circa due mesi dalla deposizione perchè le uova si schiudano e le piccole tartarughine possano raggiungere l’oceano a loro volta. Dovranno superare una serie di ostacoli, predatori in acqua e dal cielo, per poter crescere e sopravvivere.

Nosy Iranja tartaruga marina

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Nosy Iranja è il paradiso delle tartarughe marine

Se durante il tuo viaggio ti capitasse di osservare la schiusa delle uova, resta a distanza e goditi lo spettacolo della natura. Non utilizzare torce elettriche, luci o flash che potrebbero disorientare le neonate, e non interferire con loro, resta sempre dietro e non toccarle per alcuna ragione. Come per molte specie animali, anche la sopravvivenza delle tartarughe marine è a rischio a causa di diversi fattori, tutti di origine antropica: inquinamento e distruzione del loro habitat, pesca e bracconaggio. Il Madagascar ha avviato diversi sforzi di conservazione a protezione della specie attraverso programmi di monitoraggio delle spiagge di nidificazione e sensibilizzazione delle comunità locali, fondamentali per contribuire alla loro salvaguardia.

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La forma di questo borgo ricorda una tartaruga: è in Italia ed è bellissimo

L’Italia è un Paese meraviglioso. Lo sappiamo noi, che ogni giorno partiamo alla scoperta dello Stivale per lasciarci sorprendere da tutte le sue bellezze, svelate e nascoste, e lo sanno anche i viaggiatori del mondo, che giungono qui in massa per scoprire l’immenso patrimonio culturale, storico, artistico e architettonico nostrano.

I motivi per scegliere l’Italia come prossima destinazione di viaggio sono tantissimi: attrazioni iconiche, monumenti celebri, capolavori d’arte e testimonianze antiche di un passato glorioso. Ci sono poi la cultura, e la splendida cucina mediterranea che ha influenzato tutto il mondo e che ancora lo ispira. Ma l’Italia, quella bella, è fatta anche di villaggi e paesini, che si snodano silenziosi all’ombra della grandi città. Sono loro i veri custodi della bellezza delPaese, quella fatta di tradizioni, usanze e storie.

Ed è proprio in uno di questi luoghi che vogliamo portarvi oggi. Un paesino suggestivo e affascinante abbarbicato su una piccola altura che saluta l’Etna. Un borgo che, per la sua forma e la disposizione degli edifici, ricorda il guscio di una tartaruga. Ed è bellissimo. Pronti a partire?

Benvenuti a Gangi, il borgo a forma di tartaruga

Sono appena 6000 le anime che popolano il borgo di Gangi che, come tutti i piccoli paesini, condivide il medesimo destino, quello dello spopolamento. Sono molte le persone che sono andate via, a cercare la fortuna nella vicinissima Palermo, città che dista dal borgo poco più di 100 chilometri. Ma ci sono anche quelli che hanno scelto di restare, gli stessi che ogni giorno preservano la memoria storica e quella culturale di uno dei borghi più belli d’Italia.

Proclamato anche borgo dei borghi nel 2014, Gangi si trova in una posizione estremamente affascinante. È, infatti, abbarbicato sul monte Marone ed è situato all’ombra del maestoso Etna che, come un guardiano, sembra proprio vegliare sul paesino e sui suoi abitanti.

Le viuzze del borgo che si intrecciano tra loro e corrono verso l’alto, ospitando case ed edifici medievali, sembrano restituire un disegno ben preciso, quello di un guscio di una tartaruga. La visione, dall’esterno, è estremamente suggestiva, ma è solo entrando nel borgo che è possibile toccare con mano tutta la sua magia.

Centro storico di Gangi

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Centro storico di Gangi

Cosa fare e cosa vedere nel borgo gioiello della Sicilia

Entrando nel ventre di quello che da lontano sembra il guscio di una tartaruga è impossibile non restare affascinati. Le strette vie, incorniciate da case ed edifici, si snodano tra loro fino a condurre gli avventurieri ai luoghi della storia. Da visitare, assolutamente, il Palazzo Bongiorno e il duomo di San Nicola di Bari, situato proprio nel cuore pulsante del borgo.

Tutto intorno, il dedalo di strade che si adagia sull’altura, diventa il palcoscenico di mestieri antichi che vengono tramandati da generazione e che sopravvivono nelle piccole botteghe tutte da scoprire. E poi ci sono l’arte, l’artigianato e le tradizioni gastronomiche che affascinano i viaggiatori e li introducono nella meravigliosa quotidianità del borgo.

Non c’è un momento migliore per scoprire il fascino di questo borgo e per ammirare gli scorci incantati che restituiscono visioni fiabesche dell’Etna e del territorio che si snoda tutto intorno. Gangi è bella tutto l’anno e in ogni stagione. Tuttavia è durante le feste e le manifestazioni, come la Sagra della Spiga, che è possibile toccare con mano tutta la bellezza delle tradizioni autentiche in uno scenario naturale e mozzafiato.

Gangi al tramonto

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Gangi al tramonto
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In Italia è avvenuta un’altra scoperta sensazionale

Quanto è bello il mondo, e quanto sono affascianti le scoperte che, grazie al duro lavoro di archeologi e ricercatori, vengono fatte ogni giorno. L’ultima di cui vi vogliamo parlare è avvenuta in Italia, e in un sito che è un pullulare di sorprese che lasciano davvero a bocca aperta.

Pompei: emerge una tartaruga di 2000 anni con un uovo

Siamo a Pompei, in Campania, luogo che non ha bisogno di troppe presentazioni, e dove gli scavi fanno emergere sempre qualcosa di interessante. Ma in questo specifico caso, gli archeologi hanno riportato alla luce qualcosa di veramente inaspettato: una tartaruga di terra intatta di ben 2000 anni con un un uovo che, sfortunatamente, non ha mai deposto.

È stata ritrovata a mezzo metro di profondità sotto il pavimento di una bottega in via dell’Abbondanza. La scoperta è stata fatta grazie al lavoro in condivisione tra l’Università Orientale di Napoli, la Freie Universitat di Berlino e l’università di Oxford. L’obiettivo di questi scavi non era certo ritrovare una tartaruga, ma analizzare i resti di una casa di lusso che a seguito di un terremoto del 62 d.C. fu demolita e annessa alle Terme Stabiane.

Da quanto si apprende, la testuggine si sarebbe introdotta nell’abitazione dove si era persino scavata una tana in cui deporre l’uovo. L’antropologa, Valeria Amoretti, ha spiegato che purtroppo la tartaruga non è riuscita a portare alla luce questa nuova vita, motivo che avrebbe potuto causarne la morte

Perché questo ritrovamento è importantissimo

Una scoperta che sorprende non poco perché, come ha commentato il direttore del Parco archeologico Gabriel Zuchtriegelapre una finestra sugli ultimi anni della città nei quali l’intera Pompei si era trasformata in un grande, pulsante, cantiere edilizio“.

Le ricerche sulla tartaruga appena rivenuta proseguiranno in laboratorio, ma nel frattempo stanno emergendo bellissime pavimenti e decorazioni della straordinaria dimora che in principio occupava quegli spazi.

La dimora straordinario e di lusso

A quanto pare, tra saloni e cortili, questa casa si estendeva per oltre 900 metri quadrati ed era impreziosita da tappeti di mosaico che in alcuni casi riproducono le meraviglie dell’architettura romana. Ma queste settimana sono stati ritrovati anche frammenti di zoccoli in marmo policromo, una piccola maschera in terracotta e una conchiglia dipinta.

In più, proprio nel punto in cui è stata rivenuta la tartaruga, gli archeologi sono stati in grado di identificare una fossa votiva, ossia una buca scavata in occasione della fondazione della casa, con al suo interno resti di legni bruciati, offerte di buon auspicio per gli dei, e una piccola lucerna risalente agli inizi del I secolo a.C.

Secondo quanto dichiarato dagli addetti ai lavori, tutto questo sarebbe la prova che la casa fu effettivamente costruita nella prima metà del primo secolo a. C., vale a dire quando dopo l’assedio di Silla la città subì la trasformazione in colonia romana.

I misteri ancora irrisolti riguardano chi sia stato il ricco proprietario e perché, 150 anni dopo la sua costruzione, questa dimora di super lusso fu rasa al suolo. Ulteriori scavi e ricerche chiariranno tutti i dubbi in proposito.

pompei terme stabiane

Fonte: ANSA

Una veduta interna delle Terme Stabiane