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Viaggio in Indocina nella magia del Sud-Est Asiatico

L’Indocina rievoca tempi passati, ricchi di fascino e di magia. Ricorda quei coloni francesi che arrivarono nella lontana zona del Sud-Est Asiatico per interessi puramente economici, ma che raccontarono di questo luogo ameno quanto ammaliante, che comprendeva gli attuali Laos, Vietnam e Cambogia.

Ancora oggi, il fascino esotico di questi luoghi è inequivocabile ed è motivo di interesse da parte di numerosi viaggiatori che vengono a scoprire lo charme dell’antica Indocina, fatta di luoghi ricchi di storia, ambienti naturali tropicali e incontaminati, cucina fusion e anche un po’ di modernità. Lo dimostra il fatto che nel 2024 il turismo in Indocina è cresciuto del 30%, secondo i dati di CartOrange.

E il 2025, secondo il Feng Shui, è l’anno dell’Indocina. A sostenerlo è il Gran Maestro Han – com’è conosciuto in Oriente il massimo esperto dell’antica arte geomantica – che ha individuato nel fuoco l’elemento che plasmerà il successo del Sud-Est Asiatico quest’anno. Siete pronti per un viaggio alla scoperta dell’Indocina? Ecco le tappe consigliate.

Tour dell’Indocina

Per visitare l’Indocina e fare il tour di Laos, Vietnam e Cambogia, ci vogliono almeno 15-20 giorni. L’itinerario, a forte vocazione culturale e naturale, è considerato il best seller dei tour operator. Non a caso è una delle scelte preferite dagli honeymooner.

Laos

Il viaggio muove dall’incantevole Capitale del Laos, Vientiane, la più piccola Capitale del mondo, per puntare niente meno che a Luang Prabang, Patrimonio Unesco dal 1995, la città alla confluenza fra il Mekong e il Nahm Khan nonché antica Capitale della provincia di Luang Prabang, nel Nord del Laos, che conserva i templi laotiani più spettacolari e invita a unirsi alla cerimonia della questua dei monaci buddhisti, ma si trova anche a pochi chilometri a Nord-Est dalle cascate turchesi di Kuang Si.

La pace e l’energia che trasmettono le loro acque purissime sono solo un’anticipazione della beautitudine dispensata dalla visione delle 4mila statue del Buddha nelle Pak Ou Caves, affacciate sul placido corso del Mekong e comodamente raggiungibili con una crociera sul fiume sacro del Sud-Est Asiatico. Non si può lasciare il Laos senza aver visitato le piantagioni di caffè dell’altopiano di Bolaven, punteggiato di villaggi e caratterizzato da incredibili cascate.

laos

Fonte: Ufficio stampa

I paesaggi sconfinati del Laos

Vietnam

Sarà perciò ancor più sorprendente atterrare poco dopo nella brulicante vitalità di Hanoi, la Capitale del Vietnam dove lo “zio” Ho Chi Minh riposa ancora in un enorme mausoleo a forma di fiore di loto. A breve distanza si apre l’idilliaca Baia di Halong nel Golfo del Tonchino, per alcuni la più pittoresca cartolina dell’intera Indocina, per i più accorti il misterioso rifugio carsico del drago Con Rong.

Vietnam

Fonte: 123RF

I paesaggi del Vietnam

Calcando l’immancabile cappello conico dei contadini-vietcong, la visita dell’antica Capitale Hué, punto chiave dell’offensiva del Tet nella guerra contro gli Stati Uniti, così come dell’incantevole porto mercantile di Hoi An, regalerà la sensazione di attraversare secoli di storia vietnamita in soli pochi chilometri. Ancor più, quando si arriva a Saigon, una città dal nome che, da solo, evoca l’intero immaginario hollywoodiano da “Apocalypse Now” a “Platoon”, sostituendo al surf sul Mekong sotto l’ineffabile sguardo del soldato Charlie una ben più rilassata navigazione nel suo delta.

Cambogia

Anziché risalire al “Cuore di Tenebra” di Marlon Brando, destinazione del viaggio fluviale è l’ombelico della civiltà khmer a Siem Reap, dove si trovano i più bei templi cambogiani. Dopo la visita di Phnom Penh, schiva testimone della distopia di Pol Pot negli Anni Settanta e odierna Capitale della Cambogia, le acque del lago Tonle Sap danno modo di specchiarsi nelle impressionanti architetture di Angkor, il sito archeologico più importante della Cambogia e uno dei più importanti del Sud-Est Asiatico, e di ricongiungere la terra al cielo.

Cambogia

Fonte: Ufficio stampa

Cambogia, il Paese dei templi

Nel mezzo di quest’esperienza unica e indescrivibile, come avveniva nel Gran Tour non devono mancare alcune esperienze local e molto tipiche, come le escursioni in barca, le visite ai mercati etnici e ai villaggi galleggianti oppure corsi e degustazioni di cucina locale, oltre all’emozione di provare il nuovo e veloce treno del Laos e ai soggiorni principeschi nei resort tradizionali.

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Cosa vedere ad Angkor Wat, il tempio minacciato dai social

Situato nel cuore della Cambogia, il tempio di Angkor Wat è uno dei siti più iconici e fotografati del mondo, nonché probabilmente l’highlight più noto del Paese. Angkor Wat, infatti, non è solo una meraviglia architettonica d’altri tempi, bensì anche un luogo intriso di spiritualità e storia, che ancora oggi riecheggia nell’atmosfera e pervade gli animi dei visitatori.

Questa straordinaria testimonianza del potente impero Khmer, che ha governato e prosperato nella nazione asiatica tra il IX e il XIII secolo, è ancora oggi un vero e proprio simbolo nazionale e uno dei principali motivi per cui milioni di turisti visitano il Paese ogni anno. Tuttavia, oltre a stupire i turisti con i suoi templi e la sua bellezza, Angkor Wat sta anche facendo parlare di sé sul web e sui canali di comunicazione per un fenomeno un po’ più inquietante: l’interazione sempre più pericolosa con i macachi che lo abitano – parliamo di scimmie e no, non è uno scherzo – che sarebbe causa dell’ingente affluenza di YouTubers e influencer.

La storia di Angkor Wat, patrimonio Unesco

Angkor Wat, che ad oggi è persino noto per essere il più grande complesso religioso al mondo, fu costruito in Cambogia inizialmente come tempio dedicato al dio Vishnu, ma nel corso del tempo divenne poi un simbolo del potere divino del re Suryavarman II. Con il passare dei secoli, invece, il sito fu in parte abbandonato, ma la sua grandezza non si è mai attenuata, anzi.

Nel 1992, Angkor Wat è stato inserito nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’Unesco, un riconoscimento che ha contribuito alla sua tutela e alla sempre più crescente affluenza turistica. L’area comprende numerosi templi oltre ad Angkor Wat, tra cui quelli di Bayon, Ta Prohm e Angkor Thom, tutti pullulanti di sculture, bassorilievi e strutture monumentali che raccontano di antiche storie mitologiche e della storia locale.

Cosa vedere e cosa fare ad Angkor Wat

Angkor Wat non è solo un luogo da fotografare e poi postare sui propri profili social, ma un’esperienza che merita di essere vissuta, soprattutto se ci si vuole immergere nella sua spiritualità. La visita al tempio inizia solitamente con l’edificio religioso principale, noto principalmente per la sua piramide centrale e la splendida galleria di bassorilievi che narrano la storia dell’epica Mahabharata e diverse altre leggende indiane. È consigliabile però esplorare anche gli altri templi circostanti come quello di Ta Prohm, reso celebre dall’ormai cult film Tomb Raider, dove le radici degli alberi si intrecciano in modo incredibile con le rovine del tempio stesso in un connubio straordinario tra natura e architettura, nonché il tempio di Bayon, con le sue enormi teste scolpite che scrutano misteriose i visitatori.

Angkor Wat, statue

Fonte: iStock

Le imponenti statue di Angkor Wat

Se si ha tempo, invece, una passeggiata al tramonto o all’alba offre al visitatore scenari a dir poco mozzafiato, mentre una gita in bicicletta o in tuk tuk attraverso l’enorme parco archeologico consente di scoprire le meraviglie meno frequentate e meno conosciute del sito.

Come raggiungere il tempio di Angkor Wat

Angkor Wat si trova a circa 6 km dalla città di Siem Reap, la base principale per i visitatori del sito, da cui partono praticamente tutti i tour. Si può raggiungere facilmente la Cambogia via volo da Bangkok, Ho Chi Minh City o altre città asiatiche e una volta arrivati a Siem Reap, i turisti possono poi spostarsi autonomamente con tuk tuk, biciclette o auto per esplorare il parco archeologico. I tour guidati restano in ogni caso una buona opzione per coloro che desiderano avere un’esperienza più informata della visita al tempio.

Costi di ingresso e info utili sulla visita ad Angkor Wat

Il biglietto per visitare Angkor Wat è disponibile secondo molteplici opzioni: un ingresso giornaliero costa circa 37 USD, ma sono disponibili anche biglietti della durata di 3 e 7 giorni, rispettivamente per 62 USD e 72 USD. È possibile acquistare il biglietto sia presso l’ingresso del parco, che online (scelta consigliata) per evitare lunghe code. Gli orari di apertura sono dalle 5:00 del mattino alle 18:00 di sera, ma l’ingresso più gettonato è all’alba, quando il tempio si riflette nelle acque del bacino creando una vista spettacolare per scattare foto incredibili.

Suggerimenti pratici per la vostra visita al tempio:

  • Portare scarpe comode per camminare, dato che il sito è molto ampio e avrete molti km da fare.
  • Proteggersi dal sole con cappelli e crema solare, anche durante le giornate più nuvolose.
  • Acquistare acqua e snack da portare con voi dai venditori locali all’ingresso, ma evitare rigorosamente di dare cibo agli animali selvatici.

Perché i social minacciano Angkor Wat?

Non c’è alcun dubbio che i macachi che vivono ad Angkor Wat siano una delle attrazioni più divertenti per i turisti, nonché una popolazione a tutti gli effetti autoctona, ma negli ultimi tempi queste simpatiche scimmie stanno diventando anche una seria preoccupazione per il sito archeolgico e per i suoi visitatori. Questi primati, infatti, un tempo parte integrante dell’ecosistema naturale circostante, hanno oggi modificato il loro comportamento nei confronti dell’ambiente circostante e delle persone proprio a causa delle interazioni con i visitatori. Come mai? Le scimmie di Angkor Wat oggi sono diventate più aggressive, con episodi di vere e proprie aggressioni nei confronti dei turisti che si avvicinano troppo o che filmano i loro video da pubblicare per ottenere una facile visibilità e viralità sui social media.

Angkor Wat, macachi

Fonte: iStock

I famigerati macachi di Angkor Wat

Gli influencer, in particolare, sono stati quelli accusati di alimentare il problema dei macachi aggressivi, cercando in tutti i modi di attirare le scimmie con cibo o filmandone proprio i comportamenti più provocatori. Questo ha portato i macachi a perdere il loro istinto di diffidenza verso l’uomo, trasformandosi in animali aggressivi che, oltre a mordere i visitatori, causano danni ai templi e alle strutture circostanti. Secondo Apsara, l’organizzazione che gestisce il sito, alcuni macachi si arrampicano addirittura sui templi, lasciando cadere pietre e distruggendo i vari pannelli informativi, compromettendo dunque a tutti gli effetti la conservazione del sito stesso.

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Angkor Wat, il celebre tempio a rischio a causa di un trend su TikTok

Una delle tendenze virali più in voga del momento vede persone correre e saltare nell’area del celebre Angkor Wat in Cambogia e di altre rovine di templi nel Paese del Sud-Est asiatico. Si tratta di un remake dal vivo del popolare videogioco “Temple Run”, che però ha suscitato le polemiche degli ambientalisti, secondo i quali la corsa alle visualizzazioni sui social network denigra le sculture di quasi 900 anni e rischia di causare danni irreparabili a un sito patrimonio dell’umanità.

Angkor Wat: la sfida sui social mette in pericolo il tempio

Brevi video di visitatori che corrono lungo stretti sentieri di pietra e scavalcano passaggi, spesso accompagnati dai suoni del popolare videogioco “Temple Run”, hanno fatto il giro di TikTok, Facebook, YouTube e altre piattaforme. Alcuni di questi hanno ricevuto più di 2 milioni di visualizzazioni e continuano a fare proseliti.

Simon Warrack, un conservatore che ha lavorato per tre decenni per preservare le rovine quasi millenarie di Angkor, è preoccupato per i potenziali danni e per le implicazioni culturali e religiose che questa moda può avere sul sito archeologico più importante della Cambogia e tra i più importanti al mondo.

“Nessuno correrebbe nella Basilica di San Pietro a Roma o in qualsiasi altra chiesa occidentale, quindi perché è giusto farlo in Cambogia? – si è chiesto Warrack – Non si tratta solo di un potenziale danno alle pietre, perché le persone vi sbattono contro e cadono o rovesciano le cose – cosa che accade realmente – ma anche di un danno al valore spirituale e culturale dei templi”. Come sottolinea Warrack, Angkor Wat è ancora profondamente venerato dalla popolazione. “Si ritiene che ogni pietra contenga gli spiriti degli antenati”.

Questa tendenza mette in evidenza la sfida che molti siti storici devono affrontare al giorno d’oggi per bilanciare l’aumento del turismo, la sostenibilità e la vita locale, in particolare in un mondo post-Covid in cui i cosiddetti “viaggi di vendetta” verso il tempio perduto sono diventati sempre più importanti.

Angkor Wat, uno dei templi più belli al mondo

Angkor è uno dei siti archeologici più importanti del Sud-Est asiatico. Esteso su circa 400 chilometri quadrati, compresa un’area boschiva, il Parco Archeologico ospita i magnifici resti delle diverse capitali dell’Impero Khmer, dal IX al XV secolo. Tra questi, il famoso tempio di Angkor Wat e il Tempio Bayon ad Angkor Thom, con le sue innumerevoli decorazioni scultoree. Dato il suo valore incommensurabile, l’UNESCO ha avviato un ampio programma di salvaguardia di questo sito simbolico e dei suoi dintorni.

Angkor Wat, il cui nome significa  “Tempio della città”, è il tempio meglio conservato di Angkor e riassume due principali caratteristiche dell’architettura cambogiana: il “tempio-montagna” che si erge all’interno di un fossato a simboleggiare il monte Meru (la montagna degli dei nella religione indù) e i successivi “templi a galleria“. Questo straordinario complesso è famoso in tutto il mondo per la sua grandiosità, l’armonia dell’architettura, i magnifici bassorilievi e le raffigurazioni di Apsaras e Devata.

A differenza di molti templi del sito archeologico, Angkor Wat è orientato a ovest. L’ipotesi più probabile di questa scelta è che si tratti di un mausoleo, dove venerare il re dopo la morte. L’entrata principale a ovest era, infatti, una consuetudine dei templi funerari, mentre i templi indù erano orientati a est.

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Al mare in Cambogia: tutto il meglio di questo Paese

Tutti conoscono il mare e le spiagge della Thailandia, ma in pochi sono attratti dalle coste della Cambogia, ed è un vero peccato: questo Paese dalla forma di una patata nasconde dei litorali e delle isole che sono eccezionali. Certo, non tutto è allo stesso livello perché l’urbanizzazione è arrivata prepotentemente anche qui, ma ciò non toglie che da queste parti ci siano degli angoli immacolati che da soli valgono il viaggio.

Cambogia, informazioni utili

La Cambogia è un Paese particolarmente ammirato per i suoi immensi templi e per la sua ricca storia, ma la verità è che ci sono anche tantissimi arenili di sabbia morbida lambiti da un mare limpidissimo.

Con ben 443 km di costa e molte isole, chi cerca mare e sole da queste parti ha l’imbarazzo della scelta: ci sono le mete di lusso, quelle adatte a qualsiasi tasca e i luoghi isolati e remoti che sono ancora paradisi intatti.

Grazie al suo clima, può essere visitata in qualsiasi periodo dell’anno, ma se si vuole evitare di incontrare possibili piogge meglio andare a novembre, dicembre, gennaio e febbraio.

Vanno bene anche marzo e aprile, ma in questa fase il caldo vero comincia a farsi sentire, mentre tra fine maggio e inizio giugno arriva il monsone di sud-ovest che porta pioggia e un elevato tasso di umidità.

A livello generale, quindi, il periodo più indicato per visitare la Cambogia, se si desidera andare al mare, va da novembre ad aprile. Se invece volete andare ad agosto, niente paura: nonostante sia la stagione delle piogge, l’acqua dal cielo scende soprattutto nel tardo pomeriggio e di notte.

Le città costiere

Iniziamo questo viaggio che ci porta a conoscere il bellissimo mare della Cambogia da alcune delle sue più rinomate città costiere. Da queste parti la principale destinazione turistica è Sihanoukville, una cittadina che si affacciata sul Golfo della Thailandia.

Sihanoukville, Cambogia

Fonte: iStock

Veduta di Sihanoukville

Questo è uno di quegli esempi del Paese dove la mano dell’uomo ha creato troppi danni: le spiagge che possiede sono bellissime, ma la cementificazione selvaggia ha portato a trasformala in una caotica località balneare, con centinaia di hotel e decine di Casinò.

Tuttavia, il mare è spesso ancora bellissimo e alcuni paesaggi sono in grado di entrare nel cuore. Per non parlare del fatto che al largo delle coste di Sihanoukville sopravvivono una decina di isole ancora intatte e perfette per lo snorkeling.

A pochi chilometri di distanza dalla città, inoltre, prede vita il Parco Nazionale Ream che, oltre a essere spesso quasi deserto, è anche la culla di alcune spiagge da sogno del Paese.

Un’altra città costiera della Cambogia è Kep, che un tempo era un rifugio sul mare per ricchi colonialisti francesi di cui oggi si vendono ancora le tracce, grazie ad alcune ville da loro costruite. Qui prendono vita diverse spiagge della Cambogia che possono rientrare nella categoria delle più belle, ma anche dei tramonti mozzafiato e un’abbondanza di prodotti tipici che riescono ad allietare il soggiorno.

Le isole della Cambogia

Il vero fiore all’occhiello del Paese, in fatto di mare, sono le sue tantissime isole che sono una più bella dell’altra. Non ve le possiamo menzionare tutte, ma sicuramente vale la pena scoprirne alcune.

La prima che vi suggeriamo è Koh Rong che si distingue per essere tra le più grandi della Cambogia. Qui il mare è da sogno ed è possibile soggiornare in piccole guesthouse sulla spiaggia.

Koh Rong. Cambogia

Fonte: iStock

Un magnifico angolo dell’isola di Koh Rong

Ancora poco turistica, è un posto in cui l’essere umano può entrare solo in punta di piedi. Inoltre, è stata persino decretata come le “Hawaii dell’Asia”. Un paradiso selvaggio e tranquillo dove è possibile fare anche trekking in montagna ed esplorazione della foresta pluviale tropicale.

In poco parole, pur essendo l’isola più famosa e meglio sviluppata, è ancora la culla di svariati paesaggi di natura incontaminata dove sopravvivono villaggi caratteristici ricchi di storia e tradizioni.

Un’altra isola molto bella è Koh Tonsay, da molti conosciuta come l’Isola dei Conigli. Qui non ci sono strade strade ed è il posto ideale per distaccarsi completamente dalla quotidianità. Tra le attività più interessanti da fare ci sono la pesca, lo snorkeling e il kayak.

Voliamo ora a Koh Thmei, non ancora del tutto raggiunta dal turismo di massa. Arrivare qui vuol dire ritrovarsi al cospetto di lunghi chilometri di costa bianca o rocciosa accarezzata da acque cristalline. In questa zona si possono fare snorkeling e immersioni, ma ci sono anche delle spiagge dedicate al surf e al kayak.

Straordinaria è anche Koh Rong Samloem che è caratterizzata da fondali eccezionali dove ammirare specie oceaniche uniche nel loro genere. Anche da queste parti si possono praticare kayak o paddle surf, ma c’è anche la possibilità di fare diverse escursioni via terra alla scoperta di luoghi dove il tempo sembra essersi fermato.

Le spiagge da non perdere

Infine, scopriamo insieme alcune delle spiagge più belle della Cambogia a partire da Otres Beach, dove è da tempo stanziato un gruppo di hippy che l’ha scelta come loro casa. Situata a sud di Sihanoukville, si tratta di un posto molto affascinante e incastonato in una cornice naturale che regala grandi emozioni, soprattutto al tramonto.

Poi ancora Sok San Beach – denominata Long Beach – che si distingue per essere una splendida spiaggia di sabbia bianca lunga 5 chilometri che sorge presso Koh Rong.

Non è di certo da meno Plankton Beach che è una spiaggia che si fa spazio presso la costa sud-occidentale di Koh Ta Kiev, un’altra bellissima isola della Cambogia.

Pagoda Beach è una magnifica spiaggia bianca, lunga 5-600 metri, che prende vita lungo la costa orientale di Koh Rong, il classico posto che possiamo definire come “un sogno che si avvera”.

Nella costa settentrionale di Koh Rong vale la pena scoprire Lonely Beach, ovvero circa 400 metri di sabbia bianca come il borotalco e bagnata da un mare turchese in cui si specchiano palme da cocco.

Insomma, pur essendo meno nota della sua vicina Thailandia, la Cambogia ha veramente molto da offrire a chi cerca paradisi in terra cristallini.

Sok San Beach, Cambogia

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La bellissima spiaggia di Sok San Beach
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Nasce un aeroporto da 7 milioni di passeggeri per un solo sito turistico

Il 16 ottobre 2023 è stato inaugurato in Cambogia, a Siem Reap, la città campo-base da cui si raggiunge la suggestiva zona degli antichi templi khmer, l’apprezzato sito di Angor Wat, l’aeroporto da 7 milioni di passeggeri all’anno che, in futuro, ne potrà accogliere addirittura 12 milioni.

Andrà a sostituire il vecchio scalo troppo vicino ai templi, ormai stabilmente tra le destinazioni turistiche da non perdere, una delle meraviglie del mondo inserite nella lista dei Patrimoni UNESCO.

L’aeroporto da 7 milioni di passeggeri per un solo sito

Il nuovo scalo internazionale Siem Reap-Angkor ha visto le prime operazioni commerciali con un volo Bangkok Airways, il primo dei 17 previsti durante la giornata di inaugurazione del complesso realizzato su un’area di 700 ettari per un costo di circa un miliardo, con una pista da 3,6 chilometri, a quaranta chilometri a est dai magnifici templi.

La struttura, i cui lavori di costruzione sono iniziati nel 2020, sostituisce lo scalo in funzione fino a pochi giorni fa, situato a soli cinque chilometri da Angor Wat: e proprio l’eccessiva vicinanza è una delle motivazioni della dismissione con il timore che le sempre più frequenti vibrazioni provocate dal transito degli aerei potessero arrecare danni ai templi millenari, alcuni dei quali risalenti agli anni 1100-1550 e inglobati da radici e alberi all’incirca dello stesso periodo.

L’altro motivo riguarda, invece, la costante crescita prevista dei flussi turistici verso l’area archeologica, raggiunta, durante gli anni pre-pandemia, da ben 2,7 milioni di turisti, ma con una potenzialità che fa presagire sempre più interesse considerati anche i numeri che possono mettere in gioco la Cina e l’India.

Per avere un’idea più precisa della portata dello scalo di Siem Reap, basta pensare che 7 milioni di passeggeri all’anno sono quelli transitati nel 2022 negli aeroporti di Linate, Bari e Palermo, una cifra che supera coloro che sono passati tra Firenze e Pisa e che non è molto distante dai 9,2 milioni di Venezia.

Possiamo così affermare che Angor Wat ormai dispone di uno degli aeroporti turistici più grandi di tutto il mondo.

Lo scalo è stato costruito nell’ambito di un progetto BOT (build-operate-transfer) di 55 anni tra Cambogia e Cina e, come dichiarato dal viceprimominisro cambogiano, Vongsey Vissoth, all’inaugurazione ufficiale, prevista per il 16 novembre, al fianco del primo ministro di Phnom Penh, Hun Manet, saranno presenti alti funzionari cinesi.

Inoltre, per incentivare la ripresa e l’aumento del turismo in Cambogia (che nei primi otto mesi del 2023 è ancora ferma a 3,5 milioni di visitatori rispetto ai 6,5 milioni di arrivi internazionali annui degli anni pre-covid) è prevista la realizzazione di un nuovo scalo: sovvenzionato anch’esso da Pechino, verrà costruito su una superficie di 2600 ettari e, al momento noto come “Techo International Airport“, servirà la capitale Pnomh Penh dal 2024.

Angor Wat, il complesso templare più grande del mondo

Con quattrocento metri quadri di superficie e centinaia di strutture note, Angor Wat è uno dei siti archeologici più ampi a livello internazionale nonché il più emblematico dell’architettura e dell’arte cambogiana.

Il più rappresentativo dei templi Khmer è Angor Wat, il “tempio della città”, edificato per volere di Suryavarman II: si tratta del tempio meglio conservato dell’area, che racchiude in sé gli elementi distintivi della cultura Khmer e, come tutti gli altri edifici, riproduce grazie all’architettura i principi cardine della cosmologia induista.