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Cartagena de Indias, tra storia coloniale e fascino caraibico

Affacciata sulle acque incontaminate del Mar dei Caraibi, Cartagena de Indias è una delle città più affascinanti di tutto il Sud America. La località vanta un lungo e ricco passato, con la Ciudad Amurallada perfettamente conservata e il porto, punto nevralgico del commercio marittimo, che testimoniano secoli di dominio spagnolo e di rotte commerciali tra l’Europa e le Americhe. Con le sue strade lastricate e i balconi in legno, le piazze soleggiate e le chiese barocche, Cartagena racconta la sua anima con un mix armonioso di storia coloniale, arte urbana, ritmi caraibici e tradizioni che resistono nel tempo.

In quest’articolo scopriamo insieme cosa vedere a Cartagena de Indias, dai luoghi iconici del periodo coloniale ai quartieri più moderni e vibranti di energia. Una città da scoprire a passo lento, lasciandosi guidare dai suoi mille colori e dai ritmi caldi che la attraversano.

Dove si trova Cartagena de Indias

Cartagena de Indias si trova sulla costa settentrionale della Colombia. Capitale del dipartimento di Bolivar, una delle suddivisioni amministrative del Paese, è una città ricca di storia e di cultura, ma anche di belle spiagge e di una vivace vita notturna. Dal 1984 è inserita nella lista dei siti Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO.

Per raggiungerla dall’Italia conviene prendere un volo con scalo – generalmente a Madrid o Amsterdam – per l’aeroporto internazionale Rafael Nuñez. Il viaggio dura in media dalle 14 alle 18 ore.

Cartagena de Indias: 11 cose da vedere

Il centro storico di Cartagena è un concentrato di piazze, chiese, architetture coloniali e scorci da fotografare: le sue dimensioni contenute lo rendono facile da esplorare a piedi e basta poco per entrare in sintonia con l’atmosfera della città. Ecco a voi 11 cose da vedere a Cartagena, dai luoghi più amati alle tappe meno battute che meritano comunque un posto nell’itinerario.

1. La Ciudad Amurallada

La Ciudad Amurallada è il centro storico di Cartagena: un intreccio di vicoli acciottolati, case in stile coloniale dai colori vivaci, piazze ombreggiate e architetture religiose barocche. Passeggiare tra le sue mura, costruite per difendersi dagli attacchi dei pirati, è il modo migliore per prendere confidenza con la città. Al suo interno si concentrano molte delle attrazioni più interessanti di Cartagena.

2. La Torre del Reloj

La Torre del Reloj (Torre dell’Orologio) è il simbolo per eccellenza di Cartagena: si trova accanto a Plaza de los Coches, dove un tempo si teneva il mercato degli schiavi, ed è l’ingresso principale alla città murata. Oggi la piazza è animata da bancarelle, artisti di strada e calessi che offrono giri turistici, mentre l’orologio segna idealmente il confine tra le due anime di Cartagena: quella antica e quella moderna.

3. Plaza de la Aduana

Plaza de la Aduana, dal nome dell’antica casa della dogana occupata oggi dal Municipio, è una piazza ampia ed elegante che oltre al Palazzo dell’Inquisizione, ospita una statua di Cristoforo Colombo raffigurato accanto a una donna indigena inginocchiata, emblema controverso del passato coloniale della città. Spesso sede di eventi culturali, è una delle cose da vedere a Cartagena de Indias.

4. Plaza Bolivar

Un altro luogo di rilievo della Ciudad Amurallada è Plaza Bolivar, dedicata all’eroe dell’indipendenza sudamericana Simón Bolivar. Circondata da edifici storici e ombreggiata da grandi alberi, ospita il Museo dell’Oro Zenú che espone una piccola ma interessante collezione di oggetti precolombiani realizzati dalle popolazioni indigene. É il posto ideale in cui fermarsi a sorseggiare un jugo natural e assaporare l’atmosfera rilassata della città.

5. Il Castello di San Felipe de Barajas

Edificato dagli spagnoli nel 1536, il Castello di San Felipe de Barajas è una delle fortificazioni coloniali meglio conservate di tutto il continente. Sorge su una collina che regala una vista stratosferica della città ed è visitabile all’interno, tra cunicoli, torri e bastioni. Uno dei luoghi più scenografici di Cartagena de Indias, da non perdere.

Fortificazione coloniale

Fonte: iStock

Il Castello di San Felipe domina la città dall’alto di una collina

6. Il Convento de la Popa

Sito sulla collina più alta di Cartagena, da cui prende il nome, il Convento de la Popa domina la città e abbraccia con lo sguardo l’intera baia: sulla destra i grattacieli moderni di Bocagrande, sulla sinistra il profilo romantico della Ciudad Amurallada. Risalente al XVII secolo, il complesso ospita una chiesa dagli interni riccamente decorati e un bel chiostro fiorito, che invita alla contemplazione.

7. Getsemani

Getsemani è un quartiere molto pittoresco, situato appena fuori dalla Ciudad Amurallada. Un tempo zona popolare e marginale, oggi è tra le aree più autentiche e vivaci di Cartagena.

Cuore pulsante del quartiere è Plaza de la Trinidad, animata a tutte le ore da turisti e residenti. Intorno alla piazza si snoda un reticolo di viuzze ricoperte di murales e punteggiate di locali con musica dal vivo, ristoranti invitanti e spazi creativi. Da non perdere una passeggiata lungo Calle de San Juan y Callejón Angosto per cogliere l’essenza più genuina della città.

quartiere ricco di colori, bar e gente

Fonte: iStock

Tra le strade di Getsemani, dove l’arte incontra la quotidianità

8. Le mura e i bastioni

Tra gli elementi più caratteristici di Cartagena ci sono le antiche mura, costruite tra il XVI e il XVIII secolo per proteggere la città dagli attacchi via mare, sia da parte di eserciti nemici che di pirati.

9. Bocagrande

Bocagrande, la parte più moderna di Cartagena, si affaccia sul mare e con il suo susseguirsi di hotel di lusso, grattacieli, centri commerciali e spiagge urbane, ricorda le grandi città costiere degli Stati Uniti. Non ha il fascino del centro storico, ma una passeggiata sul lungomare è un modo piacevole per un punto di vista diverso sulla città.

Skyline di Cartagena de Indias

Fonte: iStock

Bocagrande, lo skyline di Cartagena de Indias

10. Il Museo dell’Inquisizione

Ospitato in un edificio coloniale ben conservato, il museo racconta la storia del tribunale dell’Inquisizione a Cartagena attraverso l’esposizione di strumenti di tortura e documenti storici. Una visita intensa, ma interessante, per chi vuole approfondire il lato più oscuro del periodo coloniale.

11. La Catedral de Santa Catalina de Alejandria

Imponente e luminosa, la Catedral de Santa Catalina de Alejandria è una delle più antiche di tutta l’America Latina, nonché uno degli edifici religiosi più importanti della Colombia. Risalente al XVI secolo, è tra i principali punti di riferimento di Cartagena: colpisce per la facciata austera e la cupola gialla che svetta tra i tetti del centro città.

Cosa fare a Cartagena de Indias

Oltre alla visita dei luoghi più emblematici, Cartagena si presta a una serie di esperienze che permettono di entrare in contatto con la vita locale, i sapori autoctoni e l’atmosfera caraibica.

Passeggiare al tramonto sulle mura

Le mura di Cartagena de Indias sono percorribili per lunghi tratti e regalano scorci spettacolari sul mare, sulla città e sul porto. Il momento migliore per una passeggiata sui bastioni è il tramonto, quando la luce calda accende le pietre e l’atmosfera si fa ancor più suggestiva.

Fare una gita in giornata alle isole del Rosario

A circa un’ora di barca da Cartagena si trovano le isole del Rosario, un piccolo arcipelago noto per le spiagge bianchissime, il mare cristallino e i fondali ideali per lo snorkeling. Le escursioni partono ogni giorno dal porto turistico della città.

isola con vegetazione affacciata sul mare

Fonte: iStock

Acque turchesi e silenzio tropicale: le isole del Rosario a un’ora da Cartagena

Esplorare il mercato Bazurto

Fare un giro al mercato di Bazurto significa immergersi nella quotidianità locale. É un luogo affollato, vivace e decisamente caotico, dove si susseguono banchi di frutta esotica, pesce fresco, spezie, erbe medicinali e oggetti di uso comune. Un’esperienza intensa, consigliata a chi vuole scoprire la Cartagena più verace, lontana dalle rotte turistiche.

Fare un tour della Street Art a Getsemani

Le strade di Getsemani sono un museo a cielo aperto, con i murales che raccontano storie di resistenza, cultura e identità afrocolombiana. É possibile esplorarle in autonomia, lasciandosi condurre dai colori e dalle forme che animano le facciate delle case, ma partecipare a un tour guidato permette di cogliere significati e dettagli che altrimenti rischierebbero di sfuggire. Un’esperienza che merita di essere inserita tra le cose da fare a Cartagena.

Assaggiare la frutta esotica

La Colombia è il regno della frutta esotica e Cartagena non fa eccezione. Passion fruit, guanábana, lulo, tamarindo, granadilla, pitaya – giusto per citarne alcuni. In città non mancano i venditori ambulanti con i loro carrettini carichi di frutta tropicale. Vale la pena assaggiarla, anche solo per curiosità: sono sapori che difficilmente si trovano altrove.

Partecipare alla movida

Cartagena de Indias ha una vita notturna molto vivace, in particolare nei quartieri della Ciudad Amurallada e di Getsemani. Si può iniziare con un mojito in un bar con musica dal vivo e proseguire in uno dei tanti locali che animano le notti caraibiche. In Colombia la salsa è sempre protagonista, ma a Cartagena si balla davvero di tutto.

Degustare la gastronomia locale

Con il suo mix di sapori caraibici, influenze africane e tradizione creola, la cucina di Cartagena è una delle più saporite di tutta la Colombia. Tra i piatti della tradizione troviamo il pesce fritto servito con riso al cocco e patacones, il sancocho di pesce, le empanadas e una varietà di pietanze a base di mais e frutti di mare. Il tutto accompagnato da salse piccanti, jugos naturales o una cerveza ben gelata. Dallo street food alle trattorie, locali fino ai ristoranti più raffinati, a Cartagena si mangia bene ovunque: l’importante è abbandonare i pregiudizi e provare anche quel che non si conosce.

strada del centro storico con cattedrale sullo sfondo

Fonte: iStock

Centro storico e scorcio della Cattedrale

Cartagena sa sempre come sorprendervi, anche quando pensate di aver già visto tutto!

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Sulle orme di Papa Francesco: i viaggi più importanti che hanno sorpreso il mondo

I viaggi apostolici, per Papa Francesco, morto il 21 aprile 2025 all’età di 88 anni, sono sempre stati non solo motivo di evangelizzazione, ma anche un’occasione per entrare in dialogo con la storia e la cultura dei popoli. Durante il suo papato ha compiuto 47 viaggi in 66 diverse nazioni e 40 visite pastorali in 49 differenti città o frazioni d’Italia.

Il continente dove ha compiuto più viaggi è stato l’Europa, visitata 20 volte. È stato poi 14 volte in Asia, 7 volte in America Latina e Caraibi, 4 in Africa, 2 in Nord America e 1 volta in Oceania. In linea con il suo pensiero, sempre rivolto ai poveri, agli emarginati e agli svantaggiati, durante i suoi viaggi Papa Francesco si è dedicato a quei luoghi che, per un motivo o per un altro, hanno bisogno dell’attenzione mediatica. Basti pensare al viaggio che fece nel 2016 a Lesbo, in Grecia, per incontrare profughi e rifugiati ospitati nell’isola.

Questi sono i viaggi di Papa Francesco inseriti in ordine cronologico che, per la loro importanza storica e religiosa, sono rimasti impressi nella memoria collettiva.

Lampedusa, Italia

La prima visita del suo pontificato fu a Lampedusa l’8 luglio del 2013. Papa Francesco raggiunse l’isola perché toccato dai naufragi dei migranti nel canale di Sicilia, desideroso di incontrare alcuni profughi e celebrare la Messa in località Salina. Qui sono state scattate immagini che fecero il giro del mondo: dal lancio di una ghirlanda di fiori bianchi e gialli in mare per ricordare quanti hanno perso la vita nelle traversate all’incontro con i profughi a Punta Favarolo, dove il Papa venne accolto da canti africani. Infine, ha celebrato la Messa al campo sportivo Arena, su un altare allestito utilizzando una piccola barca.

Viaggio di Papa Francesco a Lampedusa

Fonte: IPA Agency

Il viaggio di Papa Francesco a Lampedusa

Rio de Janeiro, Brasile

Il primo vero viaggio apostolico fu in Brasile nel 2013, in occasione della XXVIII Giornata Mondiale della Gioventù a Rio de Janeiro. Fu accolto ufficialmente con una cerimonia al Palazzo Guanabara, dove incontrò la presidente brasiliana Dilma Rousseff, mentre le celebrazioni raggiunsero il culmine con una messa sulla spiaggia di Copacabana, dove si radunarono fino a 3,5 milioni di pellegrini. Durante la veglia, il Papa esortò i giovani a vivere la fede in modo pieno e autentico, rifiutando di essere “cristiani part-time”.

Seppur viaggiò più volte in Sud America, non tornò mai a visitare i luoghi della sua infanzia in Argentina.

Giordania, Palestina e Gerusalemme

Dal 24 al 26 maggio 2014, Papa Francesco ha compiuto un pellegrinaggio in Terra Santa, dove ha toccato i principali luoghi religiosi in Giordania, a Betlemme e a Gerusalemme. Ha celebrato la Messa in Piazza della Mangiatoia a Betlemme, al Getsemani e al Cenacolo, pronunciando durante il suo viaggio parole di pace in occasione della visita allo Yad Vashem (il memoriale della Shoah) e durante la preghiera al Muro occidentale. Fece sosta anche al muro che divide Betlemme da Gerusalemme e al memoriale degli israeliani vittime di terrorismo.

Cuba e Stati Uniti d’America

Storico fu il suo viaggio a Cuba, dove prima di lui andarono Giovanni Paolo II (21-25 gennaio 1998) e Benedetto XVI (26-28 marzo (2012). Papa Francesco arrivò sull’isola nel settembre del 2015, dopo la ripresa delle relazioni diplomatiche con Washington. Papa Francesco ha fatto tappa prima a Cuba, nel dettaglio all’Avana, a Holguin e Santiago, e poi negli Stati Uniti d’America, in particolare a Washington, New York e Filadelfia.

Questo è stato, fino a quel momento, il viaggio più lungo del suo pontificato, oltre che il più denso e complesso, con ben ventisei discorsi in programma: otto a Cuba e 18 negli USA, di cui solo quattro in inglese, il resto in spagnolo.

Lesbo, Grecia

Particolarmente impresso nella memoria collettiva è il viaggio di Papa Francesco sull’isola di Lesbo, in Grecia. Avvenuto il 16 aprile 2016 per fare visita ai rifugiati e migranti del campo di Morìa, protagonisti di quella che definì la “catastrofe umanitaria più grande dopo la Seconda Guerra Mondiale”. Qui, il Papa, il patriarca Bartolomeo e l’arcivescovo Ieronymus si incamminarono tra le tende del campo profughi per richiamare l’attenzione del mondo su questa crisi umanitaria incitando l’Europa a mostrare misericordia.

Thailandia e Giappone

Nel novembre del 2019, il Papa è arrivato in Thailandia in occasione dell’anniversario del Vicariato Apostolico del Siam, eretto nel 1669, che ha segnato l’inizio della presenza della Chiesa nel Paese. Il viaggio non si è concentrato solo sui cattolici, che in Thailandia rappresentano poco più dello 0,5% dei 65 milioni di abitanti del Paese, ma anche sull’incontro con esponenti del buddismo.

Successivamente è volato in Giappone, dove si è recato a Nagasaki per rivolgere un messaggio contro l’uso delle armi nucleari presso l’Atomic Bomb Hypocenter Park. A Hiroshima, invece, ha partecipato a un incontro al Memoriale della Pace durante il quale è stata anche ascoltata la testimonianza di una sopravvissuta alla bomba atomica.

Papa Francesco incontra le vittime del triplice disastro alla Bellesalle Hanzomon

Fonte: IPA Agency

Papa Francesco incontra le vittime del triplice disastro alla Bellesalle Hanzomon in Giappone

Baghdad e Mosul, Iraq

Papa Francesco è stato il primo Papa nella storia a visitare l’Iraq. Il viaggio si è svolto dal 5 all’8 marzo 2021, prima a Baghdad, dove ha celebrato una messa in rito caldeo, e poi nel Kurdistan iracheno. Ha fatto visita anche a Mosul, dove ha recitato una preghiera di suffragio per le vittime della guerra, e alla comunità cristiana di Qaraqosh.

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A Tulum le misteriose rovine Maya si affacciano sul Mar dei Caraibi

Sospeso tra il bianco abbagliante delle spiagge e l’azzurro infinito del mare dei Caraibi, Tulum è un luogo dove la storia antica incontra la bellezza naturale in una scena che sembra appartenere a un sogno.

Cinquecento anni fa, proprio su queste rive, i Maya si trovarono faccia a faccia con i conquistadores e, per la prima volta, agli occhi degli europei Tulum si svelò in tutta la sua grandiosità. Ma la meraviglia durò poco: possiamo infatti dire che, mentre gli occhi si posavano sull’imponenza della città arroccata sulla rupe, le mani già stringevano armi pronte a conquistare.

E così, in una manciata di decenni, quello che era il fulcro commerciale dell’impero Maya venne spazzato via, inghiottito dalla storia di una colonizzazione feroce.

Tulum, un fascino che rimane nel cuore

Oggi, tra la vegetazione selvaggia e il profumo del mare, restano le rovine di quel passato glorioso, adagiate sulla scogliera come antichi custodi della Storia. Lassù, sospesi sopra un mare che sfuma dal turchese al blu profondo, i resti di Tulum si stagliano contro il cielo come un eco di eternità.

E che mare: qui le acque sono talmente limpide che, mentre si nuota tra tartarughe curiose e pesci dai colori sgargianti, si ha la sensazione di librarsi in “un altro mondo”. Sulla riva, la sabbia corallina è così chiara e brillante che abbaglia i sensi e rende ogni passo un gesto di meraviglia.

Anche se non è il sito più vasto né quello meglio conservato dello Yucatán, Tulum possiede un tratto unico e inconfondibile: a differenza della maggior parte delle antiche città Maya, si erge a pochi passi dal mare, come un avamposto costruito tra il vento e le onde. È proprio questa caratteristica a rendere imperdibile una visita, soprattutto se si percorre la magnifica Riviera Maya.

Le rovine che guardano il mare

Spettacolare panorama di El Castillo a Tulum

Fonte: iStock

Veduta panoramica di El Castillo a Tulum

Passeggiando tra le rovine, si avverte come un battito antico che si confonde con il fruscio delle palme e il richiamo degli uccelli. Pur essendo più contenuto rispetto ad altri colossi archeologici, il sito di Tulum incanta con la sua unicità: nessun altro luogo può vantare un simile affaccio sull’oceano, uno scenario dove la pietra incontra l’infinito.

Tra le testimonianze che ancora sfidano il tempo, il Castello si staglia come il guardiano silenzioso di un’epoca perduta, quando aveva una funzione ben precisa: come un faro, guidava le imbarcazioni Maya lungo la costa, aiutandole a evitare gli scogli nascosti sotto il velo delle onde.

E il confine tra il passato e il presente si fa ancora più sottile quando, dopo aver ammirato le rovine, ci si ritrova in pochi passi a piedi nudi sulla sabbia. Nel prezzo del biglietto per il sito archeologico è incluso l’accesso alle spiagge vicine, e il tuffo in quell’acqua che bagna da secoli la base della scogliera sembra quasi un rito di purificazione.

Tra le spiagge, Playa Pescadores vanta il punto panoramico più spettacolare: da qui le rovine si stagliano contro il cielo con una fierezza che toglie il fiato. Eppure, non è mai troppo affollata: chi cerca la movida o i servizi preferisce spesso la più lontana Playa Paraiso, famosa, chiassosa e attrezzata.

Eppure, sia che scegliate il silenzio ovattato di Pescadores oppure il ritmo vibrante di Paraiso, il dono che riceverete sarà lo stesso: un mare che sembra dipinto, sabbia soffice come zucchero e palme che si piegano pigre sotto la brezza tropicale.

E capirete che Tulum non smetterà mai di vivere nel cuore di chi lo ha incontrato.

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Miami, il porto delle meraviglie della capitale mondiale delle crociere

Miami si conferma, ancora una volta, la capitale mondiale delle crociere. Nel 2024, infatti, PortMiami, il porto passeggeri più grande del mondo, ha raggiunto un nuovo record, registrando 8.233.056 passeggeri, consolidando il proprio ruolo di leader indiscusso nell’industria crocieristica.
Situata in una posizione strategica, Miami accoglie viaggiatori da ogni parte del mondo, offrendo un punto di partenza privilegiato per affascinanti itinerari, soprattutto verso le isole da sogno dei Caraibi. Senza dimenticare che, forte di infrastrutture all’avanguardia e un’offerta turistica senza pari, la città non è solo un porto di partenza, ma una destinazione tra le più gettonate degli States, grazie alle sue spiagge incantevoli, alla vivace vita culturale e alle numerose attrazioni.

Con l’arrivo di nuove navi iconiche, la stagione 2025 si preannuncia particolarmente ricca per PortMiami, sede delle principali compagnie di crociera, che da qui salpano per viaggi che spaziano da lussuose traversate nei Caraibi a itinerari intercontinentali. Dopo aver accolto a gennaio la Cunard Queen Anne, c’è grande attesa per il debutto ad aprile di MSC World America e di Norwegian Aqua, mentre ad agosto sarà la volta di Royal Caribbean International Wonder of the Seas, seguita a ottobre da Cunard Queen Elizabeth, Virgin Voyages Brilliant Lady, e Oceania Cruises Allura a novembre.

Il debutto della nuova ammiraglia MSC World America

Una delle novità più attese della stagione è la MSC World America, nuova ammiraglia della flotta MSC Crociere, che partirà per il suo viaggio inaugurale il 12 aprile da PortMiami, dove la compagnia ha appena inaugurato il suo nuovo terminal crociere, il più grande e tecnologicamente avanzato del mondo.

La nave è stata progettata per offrire un’esperienza di crociera completamente innovativa, con sette distretti tematici, ciascuno caratterizzato da atmosfere e servizi unici. Tra le attrazioni più sorprendenti spicca il Cliffhanger, un’altalena sospesa a 50 metri sopra l’oceano, che regalerà emozioni uniche agli ospiti in cerca di adrenalina.

MSC World America offrirà itinerari di 7 notti nei Caraibi orientali e occidentali, con tappe in destinazioni esclusive come Ocean Cay MSC Marine Reserve, l’isola privata della compagnia nelle Bahamas, oltre a scali in località incantevoli tra Repubblica Dominicana, Porto Rico, Messico e Honduras. A bordo, i passeggeri potranno godere di un’ampia selezione di ristoranti gourmet, lounge di design e spettacoli dal vivo di altissimo livello, tra cui il primo Dirty Dancing in Concert mai realizzato in mare, che porta a bordo lo straordinario concerto live-to-film interpretato da una band dal vivo, con cantanti e talentuosi ballerini.

Norwegian Aqua, gioiello di tecnologia e stile italiano

Ad aprile debutta a Miami anche Norwegian Aqua, la prima nave della nuova classe Prima Plus di Norwegian Cruise Line, gioiello di tecnologia e stile italiano costruita da Fincantieri. Uno degli elementi più rivoluzionari è l’Aqua Slidecoaster, la prima fusione al mondo tra una montagna russa e uno scivolo d’acqua, che offrirà curve mozzafiato e una vista spettacolare sul mare.

Nave NCL al Terminal di PortMiami_

Fonte: Ufficio Stampa GMCVB

Nave NCL al Porto di Miami

Oltre alle attrazioni adrenaliniche, la Norwegian Aqua offrirà un’ampia gamma di esperienze culinarie e di intrattenimento. Tra le novità, il primo ristorante di specialità Sukhothai con un menu ispirato alla tradizione thailandese. Le serate saranno animate da spettacoli di livello mondiale, tra cui il tributo immersivo “Revolution: A Celebration of Prince”, che trasporterà gli spettatori in un concerto teatrale dedicato all’iconica star della musica.

Gli itinerari della Norwegian Aqua partiranno da Miami, con crociere brevi verso le Bahamas e viaggi più lunghi nei Caraibi, toccando destinazioni suggestive come Puerto Plata nella Repubblica Dominicana e Great Stirrup Cay, l’isola privata di Norwegian Cruise Line, famosa per le sue spiagge bianchissime.

Salpa da PortMiami il futuro sostenibile delle crociere

Oltre all’espansione delle sue infrastrutture, PortMiami investe anche nella sostenibilità, con l’introduzione dallo scorso giugno della potenza da terra: un’innovazione che permette alle navi di spegnere i motori durante la sosta, riducendo emissioni e inquinamento acustico. Grazie alla collaborazione con grandi compagnie come Carnival Corporation, MSC Crociere e Royal Caribbean Group, Miami si posiziona come il primo grande porto crocieristico della costa orientale degli Stati Uniti a implementare questa tecnologia su cinque ormeggi.

Un’ulteriore conferma di quanto l’industria crocieristica rappresenti un pilastro fondamentale per l’economia locale, generando miliardi di dollari e supportando migliaia di posti di lavoro nei settori dell’ospitalità, dei trasporti e del commercio al dettaglio. Con un’offerta sempre più ampia di itinerari e navi, Miami continua a puntare in alto, consolidando il proprio primato mondiale.

Per i viaggiatori che transitano da PortMiami, la città offre un’infinità di esperienze da vivere prima o dopo la crociera. Dalle spiagge di South Beach ai vibranti quartieri di Wynwood e Little Havana, Miami propone un mix perfetto di relax, cultura e divertimento. Un’attenzione particolare è riservata anche al turismo LGBTQ+, con un’offerta inclusiva e una scena culturale accogliente e vivace.

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Nel Mar dei Caraibi c’è l’isola più popolata al mondo

Di piccole dimensioni ma con tantissimi abitanti, per andare alla scoperta di quella che viene considerata l’isola più popolata al mondo bisogna dirigersi nel mar dei Caraibi, al largo della Colombia.

Lì esiste l’arcipelago di San Bernardo con l’isola di Santa Cruz del Islote, un luogo dove vivono 816 persone in uno spazio di un centesimo di chilometro quadrato: tantissimi individui se si tiene conto delle sue dimensioni davvero ridotte. Infatti, basti sapere che è poco più grande di un campo da calcio, il che significa che non è il posto adatto a tutti coloro che amano la solitudine: qui è pressoché impossibile riuscire a stare da soli.

A guardarla dall’alto restituisce davvero un’immagine impressionate, fatta di case le une attaccate alle altre: infatti gli spazi mancano e per ovviare a questo problema le case eventualmente vengono stratificate verso il cielo con l’aggiunta di ulteriori piani.

Tutto quello che c’è da sapere su Santa Cruz del Islote.

Santa Cruz del Islote, l’isola più densamente popolata al mondo

L’isola di Santa Cruz del Islote fa parte dello stato della Colombia nel dipartimento di Bolìvar, a quanto pare le famiglie che vi abitano sono circa 220 (per 816 persone) e si trovano all’interno di case che non sono state realizzate in seguito a un permesso poiché nessuno è proprietario terriero in maniera ufficiale.

Tra le altre peculiarità dell’isola vi è il fatto che per attraversare tutto il territorio ci vogliono solo poco meno di due minuti. Vi sono circa 140 abitazioni, 4 negozi, una chiesa, uno spazio medico di base e una scuola. Non vi è un cimitero, infatti le persone vengono seppellite sulla terraferma.

A quanto pare, la gente è felice di vivere lì, a dirlo sono stati dei sondaggi, da cui emerge che nessuno si trasferirebbe da un’altra parte. Inoltre, non c’è criminalità e non esiste la polizia.

Ma non è tutto rosa e fiori e non mancano i problemi in questo luogo dall’aspetto così peculiare. E sono soprattutto legati all’autonomia: infatti chi vive qui non è autosufficiente, mancano benzina e acqua potabile, l’energia elettrica viene prodotta grazie a pannelli solari che però la garantiscono solo per qualche ora al dì. L’acqua piovana viene raccolta dentro delle cisterne.

Senza dubbio gli abitanti dell’isola vivono di turismo e sono in tanti i viaggiatori a visitare questo luogo così pittoresco, che si sviluppa lungo 4 strade, prive di macchine e moto.

La storia di Santa Cruz del Islote e come visitarla

La storia di Santa Cruz del Islote è piuttosto recente. A quanto pare, questa isola che fa parte del territorio acqueo dell’America del Sud ed è rimasta disabitata fino al 1860, quando alcuni pescatori vi si stabilirono scegliendola per rifugiarsi dalle tempeste e perché qui, a differenza di altre isole vicine, non vi erano zanzare. Furono i primi abitanti a raccogliere materiali di costruzione dal mare per iniziare ad abitarla. Il resto è storia e oggi questo piccolo spazio di terra è diventato meta di viaggio di molti turisti.

Santa Cruz del Islote: alcuni edifici

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Santa Cruz del Islote, alcuni edifici di questo luogo pittoresco

Raggiungerla è piuttosto semplice: ci si può arrivare in barca, partndo da Tolù ci vuole solo un’ora mentre da Cartagena due e può essere la tappa di un viaggio che porta alla scoperta delle isole che si trovano all’interno dell’arcipelago di San Bernardo. La visita ha un piccolo costo: l’ingresso si paga circa 2 dollari e mezzo.

Uno dei problemi maggiori per chi vive qui è la spazzatura, oltre al fatto di non avere una propria autonomia. Resta il fatto che visitare Santa Cruz del Islote è un’esperienza che vale la pena fare per conoscere un modo diverso di vivere.

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Cosa vedere a Portorico: itinerario tra i luoghi da non perdere

Ricercata per le spiagge tra le più belle al mondo, la brezza e l’atmosfera: con chilometri e chilometri di litorale bianchissimo, Portorico è tra le mete più amate dei Caraibi. Uno dei motivi per sceglierla? È favolosa tutto l’anno, il sole troneggia praticamente ogni giorno con temperature piacevoli durante tutti e 12 i mesi. Con la capitale San Juan è raggiungibile in circa 13 ore di volo dall’Italia. Ma cosa c’è da vedere e perché visitarla? Scopriamolo insieme.

San Juan, la capitale di Porto Rico

La capitale di Portorico si chiama San Juan ed è un territorio che si colloca tra gli Stati Uniti e i Caraibi. La sua storia ha origini nel 1521 quando è stata fondata come una delle città più antiche delle Americhe; proprio per questo motivo vanta un ricco patrimonio culturale nonostante siano soprattutto le spiagge ad attirare i turisti. Si trova nella zona settentrionale dell’isola ed è certamente il polo economico e turistico più attrattivo. Attira l’attenzione per il suo mix tra modernità e tradizione: da una parte alti palazzi, centri commerciali e grattacieli, dall’altra il cuore storico con una forte eredità coloniale spagnola dove non mancano strade acciottolate ed edifici colorati.

Risulta, a tutti gli effetti, uno dei poli turistici primari nella zona dei Caraibi. Il suo porto è uno dei più trafficati a livello di crociere. La cultura locale riflette un mix unico di influenze spagnole, africane e indigene Taíno, visibile nella gastronomia, nella musica e nelle festività della capitale.

Il quartiere storico di vecchia San Juan

Tra i luoghi da scoprire assolutamente c’è però Viejo San Juan, il quartiere più antico e ben conservato dove si può notare l’architettura coloniale spagnola. Fondato nel XVI secolo dagli spagnoli, conquista l’attenzione grazie a strade acciottolate e case coloratissime con balconi in ferro battuto e ampie piazze. Tra i luoghi di riferimento c’è El Morro, una fortezza datata 1539 nata per proteggere la città da attacchi nemici; le mura sono imponenti ma oggi è tra i patrimoni dell’Umanità UNESCO e da qui si gode una delle viste più belle. Non lontano si trova Castillo de San Cristóbal, un altro forte costruito dagli spagnoli per difendere l’ingresso orientale della città.

Da non perdere il paseo de la princesa, ovvero una passeggiata pedonale che costeggia le mura e regala una vista mozzafiato sulla baia. Qui ci si può anche concedere un po’ di shopping tra negozi d’artigianato e ristoranti dove gustare piatti tipici portoricani tra cui il mofongo, a base di platano fritto. Da non perdere poi la cattedrale di San Juan Bautista, tra le più belle della località: qui è custodita la la tomba di Juan Ponce de León, il primo governatore di Porto Rico e l’esploratore spagnolo noto per la sua ricerca della Fonte della Giovinezza.

Visitare la capitale di Portorico San Juan

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Visitare San Juan, la capitale di Portorico con il quartiere Viejo San Juan che racconta il passato coloniale

El Yunque

Tra i luoghi da non perdere a Portorico c’è El Yunque, una foresta pluviale tropicale protetta nella zona nord-orientale. Qui è custodita una ricca biodiversità con oltre 240 specie di alberi, uccelli esotici e il coquì, una rana simbolo dell’isola. Il parco dispone di numerosi sentieri adatti a tutti i livelli, dai percorsi facili come il Big Tree Trail ai più impegnativi come il El Yunque Peak Trail, che offre una vista mozzafiato dall’alto della foresta. Imperdibile l’osservazione di flora e fauna: fotografare orchidee selvatiche, alberi di mogano, pappagalli, falchi e rane è un divertimento che coinvolge anche i più piccoli. Una delle attività più amate dai visitatori è immergersi nelle fresche piscine naturali che si formano sotto le cascate.

La Mina falls

Tra i luoghi da non perdere assolutamente ci sono le Mina falls, ovvero le cascate più famose di tutta Portorico. Si trovano all’interno di El Yunque e hanno un salto di circa 10 metri creando una piscina naturale dove i turisti amano immergersi. Per poterle raggiungere bisogna affrontare un percorso di circa 1,2 km. La passeggiata non è lunghissima ma alcuni tratti sono piuttosto ripidi. In alternativa c’è un percorso di 1,6 km più dolce con panorami spettacolari.

Le spiagge più belle di Portorico

Non possiamo negare che uno dei motivi che spinge i viaggiatori a visitare Portorico siano proprio le spiagge: la località conta oltre 430 km di costa con tantissime varietà, dando modo di scoprire biodiversità marina, fare snorkeling o immersioni oppure praticare surf e altri sport acquatici. Tra le più belle? Sicuramente Flamenco Beach e Carlos Rosario Beach ma non sono le uniche.

Flamenco beach sull’isola di Culebra

Viene considerata una delle spiagge più belle del mondo: Flamenco Beach è una vera e propria cartolina tropicale. Si trova sull’isola di Culebra, a circa 30 chilometri dalla costa orientale di Portorico ed è famosa per la sua sabbia bianca soffice e le sue acque turchesi incredibilmente limpide. È circondata da colline ricoperte di vegetazione tropicale e ha un’ampia baia con acque calme, perfette per nuotare. Grazie alla barriera corallina poco distante dalla riva, è possibile ammirare pesci tropicali, razze e persino tartarughe marine.

Carlos Rosario Beach sull’isola di Culebra

Se cerchi un luogo più tranquillo e meno affollato, tra le spiagge più belle di Portorico citiamo Carlos Rosario Beach. Si trova nella zona occidentale ed è famosa per la bellezza incontaminata e per essere uno dei luoghi migliori per fare snorkeling alla ricerca di pesci tropicali e tartarughe marine. A differenza di Flamenco Beach, qui troverai meno turisti, rendendolo un luogo perfetto per chi cerca tranquillità.

Culebra

Tra le isole più belle di Portorico c’è Culebra ed è considerata una delle località più suggestive dei Caraibi. Nota specialmente per le spiagge e le acque limpide, custodisce alcune delle spiagge più belle come Carlos Rosario Beach e Tamarindo Beach apprezzate per snorkeling, immersioni e sport acquatici. La spiaggia più celebre dell’isola è però senza dubbio Flamenco Beach: sabbia bianca finissima, un mare turchese come in poche altre parti al mondo e a pochi passi dalla riva, un carro armato arrugginito, lasciato dall’esercito americano dopo esercitazioni militari passate, aggiunge un tocco insolito al paesaggio.

l'isola di Culebra

Fonte: iStock

Culebra, l’isola caraibica di Portorico da scoprire con l’imperdibile Flamingo Beach

Vieques

Vieques, soprannominata isla nena, è l’isola più piccola e selvaggia nella zona est di Portorico. Le spiagge sono vere e proprie riserve naturali e qui a spiccare è la baia bioluminescente, una destinazione imperdibile per chi ama la natura e le esperienze fuori dal comune. Uno dei luoghi più spettacolari è Playa Negra, una spiaggia caratterizzata da sabbia vulcanica nera che crea un contrasto incredibile con il blu intenso dell’oceano.

L’attrazione imperdibile è la Mosquito Bay, considerata una delle più luminose al mondo. Di notte, le acque della baia si illuminano grazie alla presenza di microorganismi marini chiamati dinoflagellati, che emettono una luce blu-verde quando vengono disturbati. Il miglior modo per vivere questa esperienza è partecipare a un tour in kayak notturno, ammirando l’incredibile spettacolo della natura.

L’ex presenza della Marina degli Stati Uniti ha lasciato un segno indelebile e oggi gran parte del territorio è protetto come Rifugio Nazionale della Fauna Selvatica di Vieques, una vasta area naturale che ospita cavalli selvatici e una fauna unica.

Rincon

Gli amanti del surf incoronano Rincon la destinazione top di Portorico, ma qui non si scoprono i fondali solo su una tavola: sono davvero tanti gli sport acquatici praticati. Negli anni ’60 ha avuto un vero e proprio boom ospitando i surfisti e nel tempo le onde di Domes Beach, Tres Palmas e Maria’s Beach sono diventate famose a livello mondiale. Ma Rincón non è solo surf. Sandy Beach e Steps Beach sono luoghi ideali per chi vuole rilassarsi al sole o fare snorkeling tra i coralli; mentre la vicina riserva marina Tres Palmas è tra le più ricche di vita marina, con una barriera corallina che ospita pesci colorati, tartarughe e mante. Da non perdere il centro cittadino con un’atmosfera bohémien e rilassata: tanti i mercatini d’arte, i locali di musica dal vivo e le botteghe tipiche. Da non perdere il tramonto: una vera e propria cartolina con sfumature d’arancione e rosa.

Mona

L’isola di Mona, conosciuta come la Galápagos dei Caraibi è tra i luoghi top da scoprire a Portorico ma ricordiamo essere accessibile solo con permessi speciali. Si trova tra Portorico e la Repubblica Dominicana ed è una riserva naturale protetta; disabitata, ha una superficie di 55 chilometri quadrati con scogliere calcaree imponenti. L’assenza umana ha dato modo all’ecosistema di conservarsi seguendo le leggi della natura.

Le attività principali per chi visita l’isola includono l’escursionismo attraverso i sentieri selvaggi, l’esplorazione delle grotte, il kayak lungo la costa e il campeggio sotto un cielo stellato senza inquinamento luminoso ma tutto solo previo permesso, come specificato.

Portorico, come abbiamo capito, è molto più di solo mare: le cose da fare per visitarla e scoprirla sono numerose e organizzare un viaggio qui richiede almeno 5-7 giorni per poter esplorare l’anima più autentica. Tra le spiagge da sogno, le isole e la tradizione culinaria ha tanto da offrire, specialmente agli appassionati di natura e biodiversità. Chi sta programmando una vacanza alla scoperta dei Caraibi dovrebbe certamente considerare Portorico come opzione primaria.

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Viaggio a Barbados: come visitare l’isola dei Caraibi in modo sostenibile

Se chiudete gli occhi, cosa immaginate sentendo nominare Barbados? Noi vediamo giornate trascorse su spiagge idilliache, passeggiate tra le strade di Bridgetown, capitale e Patrimonio UNESCO, ma anche attività a contatto con la natura, sia in superficie che tra i fondali del limpido Mar dei Caraibi. Questa è una delle migliori isole dei Caraibi e, proprio perché molto amata, è importante che le persone che la visitano lo facciano con un occhio di riguardo per preservarne la bellezza nel tempo.

Barbados è una delle destinazioni di punta per il 2025 grazie alla combinazione unica di sostenibilità, esperienze culturali autentiche e iniziative turistiche innovative. Non a caso, National Geographic Traveler l’ha annoverata tra le migliori destinazioni del mondo per quest’anno.

Chi sogna di fare un viaggio a Barbados e si sta chiedendo come visitare l’isola dei Caraibi in modo sostenibile, qui troverà diverse attività ed esperienze che gli permetteranno di scoprirla con consapevolezza e con il minor impatto possibile.

Visita alle aree marine protette

Barbados si impegna per promuovere un turismo in grado di combinare la conservazione del suo patrimonio naturale con uno sviluppo responsabile. Questo si vede soprattutto nelle attività legate alla conservazione marina e nel lavoro svolto dal Barbados National Conservation Trust per la protezione delle barriere coralline e per la creazione di aree marine protette.

In queste aree, i visitatori possono ammirare i fondali in modo rispettoso partecipando a diverse iniziative, come quelle promosse dal Barbados Sea Turtle Project, attivo da oltre 25 anni per proteggere le tartarughe marine a rischio di estinzione. Da aprile a giugno, i turisti possono partecipare al monitoraggio dei nidi lungo la costa orientale, un’esperienza educativa e coinvolgente.

Anche Barbados Blue Scuba Diving, un’istituzione nel mondo delle immersioni ecosostenibili, offre attività che includono la pulizia dei fondali marini e corsi dedicati alla protezione dei coralli. Inoltre, i turisti che vogliono contribuire a mantenere l’isola pulita e protetta, possono partecipare agli eventi dedicati alla pulizia delle spiagge.

Tartarughe Barbados

Fonte: Ufficio Stampa

Tartarughe marine a Barbados

Esperienze autentiche a contatto con le comunità locali

Tra i trend del 2025 spicca la volontà dei viaggiatori di vivere esperienze coinvolgenti e autentiche. Barbados risponde perfettamente a queste esigenze offrendo un’immersione completa nella sua cultura e gastronomia.

Chiunque visiti l’isola non può rinunciare a fare tappa presso il mercato del pesce di Oistins, dov’è possibile provare pesce fresco cucinato alla griglia o partecipare a divertenti laboratori di cucina guidati da chef locali. Anche il rum è protagonista immancabile di ogni viaggio a Barbados, da scoprire visitando le storiche distillerie e partecipando a tour guidati e degustazioni.

A chi visita l’isola nei mesi di luglio e agosto, consigliamo di non perdere il Crop Over Festival, l’evento che trasforma Barbados in un’esplosione di musica, danza e colori. Infine, chi desidera approfondire il patrimonio storico può visitare, oltre la capitale Bridgetown e la Garrison Historic Area, dove sono presenti musei e gallerie d’arte, il Barbados Heritage District, attualmente in fase di sviluppo, che offre un focus sul commercio transatlantico degli schiavi e il suo impatto storico.

Al centro di questo progetto si trova anche il Cultural Heritage Trail, un percorso che collega siti storici, comunità locali e punti di interesse naturale. In questo modo i visitatori potranno esplorare antiche piantagioni di zucchero e partecipare a laboratori artigianali per entrare a contatto con la cultura locale.

Yoga ed escursioni nella natura

Il 2025 sarà l’anno del turismo del benessere e, anche in questo caso, Barbados non si fa trovare impreparata. Qui troverete un rifugio ideale se cercate una vacanza di relax che non sia esclusivamente legata alle spiagge. Grazie ai suoi paesaggi unici, potrete riconnettervi con la natura e con voi stessi partecipando a lezioni di yoga all’aperto, immerse nella bellezza naturale dell’isola, accompagnate da trattamenti spa ispirati alla tradizione caraibica.

Per chi cerca un turismo più attivo, invece, ad aspettarlo troverà tante escursioni: Barbados, infatti, vanta una biodiversità straordinaria in luoghi come la Coco Hill Forest, l’Harrison’s Cave e gli Huntes Garden, che permettono di esplorare la ricchezza naturale dell’isola in tranquillità, lontano dal turismo di massa.

Spiaggia Barbados

Fonte: Ufficio Stampa

Il mare da sogno di una spiaggia a Barbados

Sport acquatici e attività adrenaliniche

Uno dei trend di quest’anno si chiama Bravecation, un tipo di vacanza che permette ai viaggiatori di superare le proprie paure e uscire dalla comfort zone. A Barbados ci sono diverse attività che rientrano in questa categoria, come gli sport acquatici adrenalinici: Bathsheba Beach per esempio, una delle sue spiagge più famose, è una delle migliori destinazioni al mondo per il surf. Qui le potenti onde e l’atmosfera selvaggia attirano surfisti di tutti i livelli, offrendo una sfida emozionante immersa in un contesto naturale unico.

A Barbados si può praticare anche il kite surfing, il wind foiling (mix di kiteboarding e windsurf che sfrutta ali leggere per planare sulle onde), snorkeling e immersioni. Le acque cristalline nascondono un universo sottomarino incredibile, tra le barriere coralline e relitti sommersi al largo della costa.

Infine, un’altra attività molto amata è il safari in jeep nella natura selvaggia. Questi tour vengono organizzati soprattutto nel distretto di Scotland, situato nella parte più remota e incontaminata dell’isola.

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Aruba è la migliore isola dei Caraibi del 2025 secondo TripAdvisor

Aruba ha trionfato ai Travellers’ Choice Awards 2025 di TripAdvisor, guadagnandosi il titolo di destinazione più amata dei Caraibi: l’ambito riconoscimento non soltanto rende omaggio alle incomparabili bellezze naturalistiche dell’isola, ma rappresenta anche un’importante testimonianza della qualità delle esperienze che sa offrire a chi la sceglie.

La classifica Best of the Best Destination premia, infatti, le mete più apprezzate al mondo basandosi sulle recensioni e valutazioni lasciate dai viaggiatori tra l’ottobre 2023 e il settembre 2024. È quindi una vittoria decretata non da esperti o giurie, ma da chi ha vissuto l’isola in prima persona, assaporandone ogni angolo e raccontandolo grazie al famoso portale di viaggi.

Il premio conferma Aruba come una meta irrinunciabile per vacanze uniche ai Caraibi: le numerose attività praticabili, la sicurezza di cui gode, il clima ideale tutto l’anno e le ampie spiagge bianche la rendono una destinazione perfetta per una vasta gamma di viaggiatori, dagli amanti del relax agli appassionati di avventura, dagli sportivi ai buongustai.

Un’isola che incanta con la sua varietà paesaggistica

Definita con affetto dai suoi abitanti “l’Isola Felice dei Caraibi”, Aruba incanta con una combinazione ineguagliabile di paesaggi mozzafiato e un’atmosfera accogliente. La costa Sud-Ovest è il simbolo stesso del paradiso tropicale: ampie distese di candida sabbia si incontrano con acque cristalline e regalano spiagge iconiche quali Eagle Beach e Palm Beach, sempre presenti nelle classifiche mondiali.

Ma Aruba non è solo relax. La costa Nord-Est mostra un volto differente, disegnato da rocce frastagliate, panorami selvaggi e un mare impetuoso che affascinano chi cerca un contatto più intenso con la natura. Il Parco Naturale Arikok, che veglia su questa zona dell’isola, è un vero gioiello, perfetto per esplorazioni in quad o fuoristrada, alla scoperta di paesaggi che alternano spettacolari scogliere, insenature segrete e natura incontaminata.

L’entroterra, con le distese di cactus e le formazioni rocciose dall’aspetto quasi lunare, aggiunge un ulteriore “tocco di magia”. Non mancano tuttavia i colori vivaci delle tradizionali casette, che punteggiano il paesaggio e raccontano una storia di vita semplice e autentica.

A completare un quadro a dir poco straordinario, due cittadine che incarnano anime diverse dell’isola: da un lato Oranjestad, la capitale in stile coloniale olandese, dalle architetture eleganti e l’atmosfera vivace, dall’altro San Nicolas, cuore pulsante della cultura caraibica, dove murales variopinti raccontano storie di tradizione e modernità.

Esperienze per ogni tipo di viaggiatore

Aruba sa davvero conquistare chiunque. Gli amanti del relax trovano il rifugio ideale sulle spiagge da cartolina mentre gli appassionati di sport hanno l’occasione di praticare svariate attività acquatiche, dal windsurf alle immersioni, e i più avventurosi possono esplorare l’isola a bordo di jeep o quad, spingendosi fino agli angoli più remoti.

La gastronomia è un altro fiore all’occhiello con un mix irresistibile di influenze caraibiche, europee e sudamericane che si traduce in piatti dal sapore inconfondibile.

La sicurezza, un clima favoloso con temperature sempre piacevoli e pochissime precipitazioni e l’ospitalità calorosa degli abitanti che sanno come “far sentire a casa” completano il quadro, così da rendere Aruba la destinazione ottimale anche per famiglie e coppie desiderose di una fuga romantica.

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7 isole sconosciute e paradisiache dei Caraibi

I Caraibi sono un mosaico di isole, ciascuna con una bellezza unica e un fascino particolare. Con oltre 7.000 isole, isolotti e barriere coralline che si estendono tra l’America Centrale, il Golfo del Messico e l’Oceano Atlantico, sono di fatto una delle destinazioni più amate al mondo per chi cerca relax e paesaggi da cartolina. Ma dove andare? Accanto alle mete più conosciute come le Bahamas o la Giamaica, esistono isole nascoste e meno conosciute, dai paesaggi incontaminati, culture autentiche e una tranquillità senza pari.

1. Kuna Yala (San Blas, Panama)

Situato lungo la costa nord-orientale di Panama, l’arcipelago di Kuna Yala è un angolo di paradiso composto da oltre 300 isole. Questo territorio è unico nel suo genere, essendo interamente abitato e gestito dalla comunità indigena Guna. Qui non si trovano grandi alberghi o resort di lusso: la bellezza di Kuna Yala risiede nella semplicità dei suoi paesaggi e nell’autenticità della sua cultura.

Esplorare Kuna Yala significa infatti immergersi in un mondo lontano dalla modernità. Prenotando escursioni in barca si possono visitare villaggi tradizionali più remoti, dove la vita segue ancora ritmi ancestrali. Le spiagge di sabbia bianca, bordate da palme rigogliose, sono perfette per rilassarsi; mentre i fondali marini, popolati da coralli e pesci colorati, sono ideali per snorkeling e immersioni.

Per raggiungere Kuna Yala, l’opzione più comoda è il volo interno da Panama City. La stagione migliore per visitare è quella secca, da dicembre ad aprile, quando il clima è più stabile e soleggiato.

caraibi meno conosciuti

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L’arcipelago di Kuna Yala è un angolo di paradiso composto da oltre 300 isole

2. Corn Islands (Nicaragua)

A circa 70 chilometri dalla costa del Nicaragua, le Corn Islands rappresentano il perfetto equilibrio tra natura e relax. L’arcipelago è composto da Big Corn e Little Corn: due isole diverse ma complementari. Big Corn, la più grande, vanta più servizi e maggiori infrastrutture; mentre Little Corn è una piccola oasi senza automobili e lontana dal caos, ideale per chi cerca tranquillità e contatto con la natura.

Le Corn Islands sono un paradiso per gli amanti del mare. Qui, lo snorkeling e le immersioni regalano emozioni uniche, tra relitti sommersi e barriere coralline ricche di vita marina. Le spiagge di sabbia dorata e acque cristalline invitano al relax più totale, magari degustando qualche piatto della cucina locale a base di pesce fresco e cocco.

Per raggiungere queste isole, si può volare da Managua a Big Corn e poi prendere una barca per Little Corn. La stagione secca, da dicembre ad aprile, è il periodo ideale per visitarle.

Caraibi meno conosciuti

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Costa caraibica del Nicaragua

3. Isla Bastimentos (Panama)

Nell’arcipelago di Bocas del Toro, Isla Bastimentos si distingue per la sua biodiversità e il suo spirito considerato selvaggio. Questa isola è un vero paradiso naturale, con spiagge isolate, foreste tropicali e un ricco ecosistema marino. È la meta ideale per chi desidera immergersi nella natura, lontano dalle folle, per una vera e propria sospensione spazio temporale.

Tra le attrazioni principali, Red Frog Beach è una spiaggia spettacolare che deve il suo nome alle rane rosse che popolano la zona. Gli amanti dell’escursionismo possono esplorare i sentieri del Parco Nazionale Marino di Bastimentos; invece chi preferisce le attività acquatiche può fare kayak tra le mangrovie o immergersi nei fondali marini.

Bastimentos è raggiungibile con un volo da Panama City a Bocas del Toro, da dove si prosegue con un breve tragitto in traghetto. Il periodo migliore per visitarla va da dicembre a marzo.

Caraibi meno conosciuti

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Isla Bastimentos è un vero paradiso naturale

4. Bequia (Saint Vincent e Grenadine)

Bequia, la più grande delle Grenadine, conserva intatto il fascino autentico dei Caraibi. Questa piccola isola, a sud di Saint Vincent, è conosciuta per l’ospitalità dei suoi abitanti, le tradizioni velistiche e l’atmosfera rilassata.

Port Elizabeth, il cuore pulsante di Bequia, è un porto vivace e animato, da cui partono escursioni in barca verso isole vicine. Le spiagge tranquille, come Princess Margaret Beach, sono la meta perfetta per godersi il mare e il dolce oziare. Per i più sportivi, sull’isola ci sono diversi sentieri panoramici per lunghe e piacevoli passeggiate.

Per raggiungere Bequia, si può prendere un volo per Saint Vincent e poi proseguire in barca. La stagione migliore va da dicembre a maggio, quando il clima è più secco.

caraibi meno conosciuti

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Bequia è la più grande delle Grenadine

5. Salt Cay (Turks e Caicos)

Piccola e tranquilla, Salt Cay è una delle isole più affascinanti di Turks e Caicos. Situata a sud-est dell’arcipelago, questa isola è il luogo perfetto per chi cerca isolamento, bellezza naturale e ritmi lenti. Da dove arriva il suo nome? Salt Cay prende il nome dalle saline naturali che un tempo erano il fulcro dell’economia dell’isola.

L’isola è famosa per le sue immersioni spettacolari: qui è possibile esplorare relitti sommersi e osservare la migrazione delle balene da gennaio a marzo. Le spiagge, deserte e immacolate, sono il luogo ideale per rilassarsi, lontano dal trambusto delle mete più frequentate.

L’isola si raggiunge con voli interni da Providenciales o collegamenti in barca. I mesi secchi, da gennaio a marzo, sono i migliori per visitarla, soprattutto per chi desidera avvistare le balene.

Caraibi meno conosciuti

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? Salt Cay prende il nome dalle saline naturali che un tempo erano il fulcro dell’economia dell’isola

6. Montserrat

Conosciuta come “l’isola di smeraldo dei Caraibi“, Montserrat è una destinazione unica per il suo carattere vulcanico. Situata nelle Piccole Antille, a sud-ovest di Antigua, l’isola è famosa per il vulcano Soufrière Hills e i paesaggi drammatici che ha creato.

Visitare Montserrat significa scoprire una natura potente e affascinante. Le rovine di Plymouth, la vecchia capitale sepolta dalla lava, raccontano una storia di resilienza e trasformazione. Gli amanti del trekking possono esplorare i sentieri del Montserrat Volcano Observatory e godere di viste mozzafiato sull’isola.

Montserrat è raggiungibile in traghetto o con voli da Antigua. Il periodo ideale per visitarla è tra dicembre e aprile.

isole dei caraibi

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Vista sul vulcano di Montserrat

7. Marie-Galante (Guadalupa)

Marie-Galante è un’isola che incanta per la sua autenticità. Situata nelle Piccole Antille, a breve distanza dall’isola principale di Guadalupa, è conosciuta per le sue piantagioni di canna da zucchero e le distillerie di rum artigianale, assolutamente da non assaggiare! In un mix perfetto di natura e tradizioni locali, un viaggio a Marie-Galante può essere davvero indimenticabile. Se le spiagge poco affollate e tranquille sono ideali per il relax; le visite alle distillerie, come la celebre Distillerie Bielle, permettono di scoprire il processo tradizionale di produzione del rum e di degustarne le varietà.

L’isola è raggiungibile in traghetto da Pointe-à-Pitre, e il periodo migliore per visitarla è durante la stagione secca, da dicembre ad aprile.

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Una delle spiagge poco affollate di Marie-Galante
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Santa Lucia, dove si festeggia in Italia, in Europa e nel resto del mondo

Ogni anno, il 13 dicembre, i bambini di diverse città del mondo attendono l’arrivo di Santa Lucia per essere coccolati con regali e dolcetti. La festività, in onore della martire cristiana, è sicuramente molto sentita in molti Paesi nordici, ma anche in alcune località intaliane. E la festa è stata esportata persino ai Caraibi. Ecco dove si celebra la tradizionale festa di Santa Lucia e come.

Cos’è la festa di Santa Lucia

La festa di Santa Lucia che si celebra il 13 dicembre risale al VI secolo d.C. ed è stata istituita per commemorare la morta di Lucia di Siracusa, vergine martire avvenuta il 13 dicembre del 304 d.C. durante la grande persecuzione dei cristiani voluta dall’Imperatore Diocleziano. Secondo la leggenda, Lucia portò cibo e altri generi di prima necessità ai cristiani che, per sfuggire alle persecuzioni, si nascondevano nelle catacombe romane. Per questo motivo, oggi, anche in molte parti d’Italia, Santa Lucia porta doni e dolci ai bambini che si sono comportati bene.

La festa di Santa Lucia in Europa

In Svezia

In occasione del “Luciadagen”, la Svezia organizza una processione durante la quale una ragazza vestita di bianco e con una coroncina di candele accese sulla testa distribuisce dolci a tutti i partecipanti. Ricette legate alla festa di Santa Lucia sono la brioche allo zafferano e i biscotti allo zenzero. Tra le altre tradizioni svedesi c’è quella di esporre alla finestra candele accese proprio per illuminare le cupe giornate invernali.

In Danimarca

La Danimarca ha importato dalla Svezia la tradizione di Santa Lucia e la festeggia fin dal 1944 con il nome di “Luciadag”. L’idea era quella di portare luce in un periodo storico molto buio per il Paese. Proprio come per la Svezia, una ragazza vestita di bianco e una corona di candele accese guida una processione. La celebrazione coincide con una protesta pacifica nei confronti dell’occupazione tedesca.

In Finlandia

Anche la Finlandia il 13 dicembre festeggia la giornata della Santa protettrice della vista. Anche in questa nazione, la tradizione si lega alle luci. Candele accese alle finestre, processioni e dolci tradizionali tipici a base di spezie natalizie.

In Norvegia

In Norvegia la giornata del 13 dicembre si chiama “Lussinatten” ed è una festività considerata laica. Per tradizione, i bambini delle scuole cantano inni e distribuiscono dolcetti in ospedali e ricoveri per anziani; nonostante non sia considerata una festività religiosa, è stata di recente incorporata nella liturgia dell’Avvento della chiesa norvegese.

In Ungheria

In Ungheria è tradizione, nel giorno di Santa Lucia, piantare chicchi di grano che, nel giorno di Natale, saranno già alti diversi centimetri: si tratta di un rito legato al credo cattolico, per omaggiare la nascita e la luce di Gesù.

In Croazia

La stessa tradizione ungherese si trova anche in Croazia, dove vengono piantati semi di grano con lo scopo di farli crescere prima di Natale proprio per ricordare Gesù come simbolo di luce. Il richiamo alla luce è il motivo per cui questa tradizione viene proprio legata alla Santa Lucia.

In Polonia

Per la festa del 13 dicembre, la Polonia ha una tradizione simile a quella delle calende italiane, praticamente osservando il meteo dei giorni successivi a Santa Lucia è possibile stabilire come saranno le temperature del primo mese dell’anno.

La festa di Santa Lucia in Italia

Processioni, mercatini e fiere: anche in Italia, Santa Lucia è una festività molto sentita, tanto da avere tradizioni culinarie differenti nelle diverse regioni. A Bologna, per esempio, si svolge una prestigiosa fiera che attira turisti anche da lontano, a Bergamo, i bambini ricevono i regali scritti nella letterina dei desideri depositata davanti alla statua della santa nell’omonima chiesa. Ma è sicuramente la Sicilia la regione italiana in cui la celebrazione è più sentita: da Siracusa, dove è patrono, fino a Palermo, dove vengono preparati piatti speciali per l’occasione come le celebri arancine (o arancini) o la cuccìa, un dolce tipico siciliano a base di ricotta o al cioccolato. In alcune zone del Centro Nord, invece, la Santa è incaricata di portare i doni ai bambini, al posto di Babbo Natale.

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Fonte: IPA

Le letterine dei bambini lasciate davanti alla statua di Santa Lucia a Bergamo

La festa di Santa Lucia nel resto del mondo

Ai Caraibi esiste una piccola isola chiamata proprio Santa Lucia. Il 13 dicembre non si festeggia solamente il patrono, ma è proprio una festa nazionale. Già dalla sera prima inizia la celebrazione, si accendendo luci decorative a tema natalizio, si illuminano le lanterne fatte a mano e si può assistere a uno spettacolo pirotecnico.