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Tra i migliori mercatini di Natale elogiati da CNN c’è anche un italiano

Non c’è niente di meglio di un mercatino di Natale per accendere lo spirito festivo nelle persone. Questa tradizione, che affonda le sue radici a Vienna, dove il primo mercato di dicembre documentato risale al 1298, si è diffusa nel corso dei secoli in tutto il mondo.

Dalla Germania e dalla Svizzera fino a Singapore e New York, è difficile trovare una destinazione rinomata che non ospiti un mercatino natalizio di grande fascino. Alcuni, anzi, sono diventati così popolari da trasformarsi essi stessi in vere attrazioni turistiche. Ecco la selezione di CNN Travel dei mercatini di Natale più imperdibili in programma nel 2025 in tutto il mondo, tra cui c’è anche un italiano.

Il mercatino di Natale a Firenze

Firenze si prepara ad accogliere la magia del Natale con il ritorno dello storico mercato di Natale (Weihnachtsmarkt) in Piazza Santa Croce. Un appuntamento fisso per fiorentini e visitatori, questa edizione 2025 si conferma uno dei mercati più longevi e amati d’Italia, con una tradizione che si tramanda da oltre vent’anni. C’è molto da scoprire in questo mercatino incantevole, ma nulla può competere con lo splendido sfondo offerto dalla Basilica di Santa Croce.

Pur ispirato ai mercati di strada tedeschi, il Weihnachtsmarkt fiorentino è in molti modi profondamente italiano, grazie ai panorami e alle numerose specialità locali, come il celebre panforte. Non mancano certo pan di zenzero, strudel e i tradizionali Lebkuchen di Heidelberg, oltre a specialità gastronomiche internazionali, bevande calde e tante delizie da scoprire
tra i banchi.

Dal 15 novembre al 21 dicembre 2025, oltre cinquanta stand nelle caratteristiche casette di legno animeranno il cuore di Piazza Santa Croce, ricreando l’atmosfera tipica dei mercatini nordici. L’ingresso è libero e gli orari, estesi per permettere a tutti di godersi l’atmosfera festiva, saranno: dal lunedì al giovedì dalle 10:00 alle 22:00, mentre venerdì, sabato e domenica fino alle 23:00.

Un fitto calendario di eventi accompagnerà la kermesse: una casetta di Babbo Natale ospiterà giochi e attività per i più piccoli, mentre ogni fine settimana ci saranno canti natalizi, cori, musica dal vivo, sbandieratori e Babbo Natale in persona, oltre a tante altre sorprese. Passeggiando tra le casette sarà possibile trovare decorazioni fatte a mano e idee regalo originali, perfette per decorare la casa o mettere sotto l’albero.

Gli altri mercatini di Natale più belli del mondo

Il Mercatino di Natale di Vienna, Austria

Con un trenino trainato da renne, una ruota panoramica gigante e una corona dell’Avvento enorme, lo spettacolo natalizio di Vienna cattura alla perfezione l’atmosfera festiva. Pur contando circa 20 mercatini di Natale, il Wiener Christkindlmarkt (noto anche come Rathausplatz) è uno dei più antichi e tradizionali della città. Conosciuto anche come Viennese Dream Christmas Market, si svolge davanti al Municipio e ospita una pista di pattinaggio per bambini di 110 metri quadrati.

Tra le attrazioni più amate dai visitatori c’è il celebre Albero dei Cuori, un’enorme quercia decorata con centinaia di cuori scintillanti, perfetta per foto indimenticabili. I numerosi stand propongono specialità locali come salsicce austriache, biscotti allo zenzero e punch natalizio fatto in casa. Il Wiener Christkindlmarkt è aperto dal 14 novembre al 26 dicembre, mentre la pista di pattinaggio, chiamata Ice Dream at the Christmas Market, resta attiva fino al 6 gennaio 2026.

mercatino Natale Vienna

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Carosello sul mercatino di Natale, piazza della città di Vienna

Mercatino di Natale di Basilea, Svizzera

È difficile trovare una destinazione che celebri il Natale meglio della Svizzera. In questo periodo dell’anno, la maggior parte delle città svizzere si anima con mercatini natalizi, creando un’atmosfera magica. Il Mercatino di Natale di Basilea si svolge dal 27 novembre al 23 dicembre ed è il più grande e uno dei migliori. Diviso in due aree principali, Barfüsserplatz e Münsterplatz, il mercato ospita circa 150 stand decorati che vendono di tutto, dalle spezie natalizie agli addobbi e alle candele.

Tra le attrazioni per famiglie spicca il bosco fiabesco di Natale a Münsterplatz, con attività come decorazione di biscotti di pan di zenzero e candele, laboratori di creazione di stelle e spettacoli di burattini. I visitatori possono salire la scalinata della torre di San Martino per ammirare le luci che illuminano la città vecchia o gustare un bicchiere di vin brulé sulla piramide di Natale alta 13 metri a Barfüsserplatz.

Mercatino di Natale di Strasburgo, Francia

Uno dei mercatini di Natale più antichi d’Europa, quello di Strasburgo risale al 1570, anche se da allora ha subito grandi trasformazioni. Distribuito in più di 10 location, questo mercato amatissimo illumina la città con migliaia di luci scintillanti e decorazioni festive dal 26 novembre al 24 dicembre. Ogni anno attira oltre 2 milioni di visitatori e offre centinaia di chalet in legno che vendono di tutto, dagli addobbi e regali al vino locale alsaziano. Place Kléber è probabilmente la zona più famosa, grazie al Grande Albero di Natale, ma passeggiando tra i vicoli e le pittoresche piazze della città si scoprono innumerevoli scorci magici.

Natale Strasburgo

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Natale a Strasburgo

Winter Wonders di Bruxelles, Belgio

A Natale, Bruxelles si trasforma grazie a Winter Wonders, un evento che più che un mercatino sembra un vero e proprio festival. Tra i più grandi e popolari del Belgio, questa manifestazione annuale si estende tra le piazze e gli spazi aperti di Bourse, Place de la Monnaie, Grand Place, Place Sainte Catherine e Marche aux Poissons. Tra le attrazioni principali ci sono spettacoli di luci e suoni, pattinaggio sul ghiaccio e giostre, mentre circa 200 chalet offrono glühwein (vin brulé), birre belghe e waffle. Il tutto immerso nella magia del gigantesco albero di Natale della Grand Place. Winter Wonders di Bruxelles è aperto dal 28 novembre al 5 gennaio.

Mercatini di Natale di Praga, Repubblica Ceca

Praga a Natale diventa una vera e propria terra delle meraviglie invernale durante le festività. La città offre numerosi mercatini, ma i principali si trovano in Piazza della Città Vecchia e Piazza Venceslao, a pochi minuti a piedi l’uno dall’altro, permettendo ai visitatori di esplorarli entrambi in una sola giornata. Piazza della Città Vecchia offre intrattenimento dal vivo con spettacoli, performance di danza e laboratori creativi. Piazza Venceslao è invece il luogo ideale per acquistare regali fatti a mano e gustare specialità locali come la klobasa (salsiccia ceca) e il vin brulé. I mercatini sono aperti dal 29 novembre 2025 al 6 gennaio 2026.

Mercatino Natale Praga

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Mercatino Natale a Praga

La festa di Santa Lucia, Barcellona

Risale al 1786 e nel tempo la Fira de Santa Llúcia è cresciuta da una semplice celebrazione di un giorno dedicata alla festa di Santa Lucia, il 13 dicembre, a una vera e propria fiera di tre settimane. Situata proprio di fronte alla Cattedrale di Barcellona, la vivace manifestazione è suddivisa in quattro aree principali. La sezione Presepi e Figurine propone decorazioni e modelli per creare tradizionali scene della Natività. La zona Verde e Piante offre alberi naturali e artificiali, oltre a una vasta selezione di piante.

La sezione Artigianato ospita prodotti fatti a mano e gioielli, mentre quella dei Simbombes è dedicata principalmente agli strumenti musicali. Non mancano inoltre numerose attività festive, tra cui racconti di Natale, una parata natalizia e il tradizionale Caga Tió, un enorme tronco di Natale in stile piñata che, colpito con un bastone, rilascia dolci e regali.

Avvento a Zagabria, Croazia

Non sorprende che Zagabria sia stata eletta per tre anni consecutivi la “migliore destinazione per i mercatini di Natale” secondo il portale European Best Destinations. L’Avvento a Zagabria è composto da circa 25 mercatini sparsi per tutta la capitale croata, creando uno scenario davvero magico dal 29 novembre al 7 gennaio. Tra le attrazioni principali ci sono presepi viventi, sculture di ghiaccio, concerti all’aperto, bar temporanei e persino un tram natalizio con Babbo Natale e i suoi elfi. C’è anche un’area dedicata al divertimento, chiamata “fuliranje”, dove i visitatori possono ballare per strada, gustare street food e ascoltare musica dal vivo in un’atmosfera di pura allegria.

Natale a Tivoli, Copenaghen, Danimarca

Visitato più volte da Walt Disney prima di creare Disneyland, questo parco di divertimenti e giardino di piacere danese è uno spettacolo mozzafiato in qualsiasi periodo dell’anno. Tuttavia, è difficile trovare un luogo così incantevole come i Giardini di Tivoli durante il periodo natalizio. Con oltre 1.000 alberi di Natale decorati che abbelliscono i giardini, attrazioni da luna park e la tradizionale Pixie Band, l’esperienza invernale qui è unica.

Tra le novità di quest’anno ci sono anche magiche installazioni luminose che simulano spettacolari “fuochi d’artificio”. Da non perdere è la processione di Lucia del 13 dicembre, con oltre 100 ragazze che attraversano i giardini cantando e portando candele in occasione della festa di Santa Lucia, oltre ai fuochi d’artificio previsti tra il 25 e il 26 dicembre e per Capodanno. Il Natale a Tivoli si svolge dal 14 novembre al 4 gennaio.

Tivoli Copenaghen Natale

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Vista sul parco di Tivoli e sul centro di Copenaghen a Natale

Mercatino di Natale di Tallinn, Estonia

Il mercatino natalizio della capitale estone è uno dei più moderni d’Europa. Situato nella Piazza del Municipio di Tallinn, offre numerosi stand con cucina tradizionale estone, pane artigianale e prodotti fatti a mano. Tra le attrazioni, i visitatori possono divertirsi con giostre, una grotta invernale e incontrare Babbo Natale che arriva in slitta con le renne. Non mancano spettacoli di gruppi di danza e cori che animano il mercato con musica e allegria. Come in molti mercatini, però, la vera star è l’albero di Natale, presente in piazza sin dal 1441. Il Mercatino di Natale di Tallinn 2025 si tiene dal 21 novembre al 28 dicembre.

Mercatino di Natale di Skansen, Stoccolma

Stoccolma non manca certo di mercatini di Natale, ma nessuno è più tradizionale di Skansen. Situato sull’isola di Djurgården, nel museo all’aperto più antico del mondo, il mercatino è un’affascinante vetrina della cultura svedese con un tocco di magia natalizia. Le case storiche del museo sono decorate a festa, mentre le tavole all’interno sono apparecchiate per il cenone di Natale. I visitatori possono partecipare ai giochi e balli intorno all’albero nella piazza principale, Bollnäs. Il Mercatino di Natale di Skansen è aperto venerdì, sabato e domenica, dal 28 novembre al 21 dicembre.

Ecco gli altri mercatini elogiati dalla CNN.

  • Tuomaan Markkinat, Helsinki
  • Mercatini di Natale di Basilica di Santo Stefano e Piazza Vörösmarty, Budapest, Ungheria
  • Christkindlesmarkt e Gendarmenmarkt, Germania
  • Hyde Park Winter Wonderland, Londra
  • Edinburgh at Christmas, Scozia
  • Mercatino di Natale di Cracovia, Polonia
  • Mercatino di Natale di Bratislava, Slovacchia
  • Christmas Wonderland ai Gardens by the Bay, Singapore
  • The Distillery Winter Village, Toronto
  • Winter Village a Bryant Park, New York
  • Mercato di Natale di Chicago
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New York-Tokyo in 1 ora: il turismo spaziale è realtà entro il 2030

Immaginare di viaggiare da New York a Tokyo in appena un’ora, attraversando lo spazio a bordo di un razzo riutilizzabile, potrebbe non essere più fantascienza.

La Nippon Travel Agency Co., uno dei principali operatori turistici giapponesi, ha di recente annunciato l’avvio di un servizio di trasporto “point-to-point” che promette di rivoluzionare i viaggi intercontinentali entro la prossima decade.

La novità, sviluppata in collaborazione con la startup Innovative Space Carrier Inc., punta a trasformare il turismo spaziale da esperienza di nicchia a realtà concreta per chi può permettersi il biglietto, stimato in circa 100 milioni di yen, equivalenti a circa 657.000 dollari per un viaggio di andata e ritorno.

Viaggi nello spazio tra città globali

L’idea alla base del progetto è semplice quanto ambiziosa: sfruttare razzi riutilizzabili per collegare due punti qualsiasi sulla Terra in tempi finora impensabili per l’aviazione commerciale. Secondo quanto riportato da fonti giapponesi, i voli partiranno da aree offshore non specificate e saranno in grado di coprire distanze intercontinentali in soli 60 minuti.

Kojiro Hatada, presidente di Innovative Space Carrier Inc., ha spiegato che uno degli obiettivi principali è abbattere progressivamente i costi dei viaggi, aumentando il numero di missioni effettuate da ciascun veicolo durante la sua vita operativa. In altre parole, la sfida tecnologica non riguarda solo la velocità, ma anche la sostenibilità economica del trasporto spaziale di massa.

Dal cibo spaziale alle preiscrizioni

Il programma del turismo spaziale verrà introdotto per gradi.

Le preiscrizioni apriranno nell’esercizio fiscale 2026 (FY26), dando ai primi aspiranti passeggeri la possibilità di partecipare a un percorso preliminare che include esperienze a terra e degustazioni di cibo pensato per i viaggi nello spazio, attività che permetteranno di familiarizzare con le peculiarità di un viaggio fuori dall’atmosfera terrestre, offrendo anche un’anticipazione dell’emozione di orbitare sopra il nostro pianeta.

Keigo Yoshida, presidente della Nippon Travel, ha sottolineato che la fase introduttiva non è solo promozionale, ma mira a creare un legame diretto tra i futuri viaggiatori e le tecnologie spaziali, per preparare il terreno per le vere e proprie missioni intercontinentali.

La prospettiva per il futuro

Se il progetto procederà secondo i piani, gli Anni Trenta del XXI secolo segneranno l’inizio di un nuovo capitolo nella storia dei trasporti. Non si tratterà più soltanto di raggiungere mete turistiche a lunga distanza in poche ore, ma di aprire scenari fino a oggi relegati alla fantascienza: permanenze in orbita e voli regolari tra continenti.

Secondo le stime attuali, l’espansione del turismo spaziale potrebbe continuare fino agli Anni Quaranta, quando saranno possibili soggiorni più lunghi in stazioni orbitali e ulteriori esperienze legate all’assenza di gravità.

Turismo spaziale e impatto globale

L’annuncio di Nippon Travel Agency Co. non rappresenta soltanto una svolta tecnologica, ma anche un possibile cambio di paradigma nel concetto stesso di mobilità globale.

Collegare in modo rapido due delle città più importanti del mondo non è solo una questione di comfort o prestigio, ma potrebbe avere ripercussioni significative su affari, logistica e persino cultura, permettendo una circolazione senza precedenti di persone e idee.

L’esperimento giapponese potrebbe quindi fungere da banco di prova per un futuro in cui i confini tradizionali del viaggio saranno sempre più sfumati e il turismo diventerà un’esperienza quasi “fuori dal mondo”.

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Perché La Compagnie è tra le migliori compagnie aeree del mondo

È appena stata inserita tra le Migliori compagnie aeree internazionali, conquistando il quinto posto nella prestigiosa classifica dei Condé Nast Traveler Readers’ Choice Awards 2025. Da tre anni vola anche in Italia collegando direttamente Milano a New York, trasportando passeggeri, soprattutto per turismo, dall’Italia agli Stati Uniti (e viceversa), facendoli volare nel modo più confortevole possibile.

La Compagnie, infatti, è una compagnia aerea all business ovvero con una sola classe di volo che, sei volte alla settimana – un po’ meno d’estate perché la richiesta cala leggermente –, fa la spola oltreoceano. La sua caratteristica è quella di offrire un servizio esclusivo, un’esperienza di viaggio confortevole, ma al contempo accessibile, in quanto ha tariffe decisamente competitive, tanto da definirsi “Smart” Business Class al 100%.

Abbiamo avuto l’opportunità di fare il punto con Christian Vernet, CEO di La Compagnie per sapere come sta andando finora e quali sono le novità in arrivo.

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Ufficio stampa

L’Airbus A321neo con cui vola La Compagnie

“Il nostro collegamento piace molto, abbiamo orari comodi che permettono di arrivare a New York di giorno e di godersi la giornata, mentre il volo di rientro è notturno e si arriva a Milano la mattina, pronti per dedicarsi fin da subito alle proprie attività. Inoltre, si viaggia in maniera molto confortevole, l’offerta a bordo è attenta, l’imbarco e lo sbarco sono rapidi perché i passeggeri sono pochi (solo 76 posti a bordo) e, fatto non da sottovalutare, è significativamente meno caro rispetto alla concorrenza perché volare con La Compagnia costa più dell’Economy ma meno di una classica Business.

Ed è quello che possiamo fare oggi con solo due aerei. Ne abbiamo ordinato un terzo e lo stiamo aspettando, la richiesta di velivoli, in questo momento, è alta e dobbiamo aspettare il prossimo anno, mentre per il quarto bisognerà attendere il 2028. Saranno apparecchi dello stesso modello – Airbus A321neo – ma più performanti. La configurazione interna sarà un po’ diversa, ci sarà meno plastica a bordo e quindi gli aerei saranno anche più leggeri ed ecologici, avranno schermi più ampi e una connessione Wi-Fi più performante perché la tecnologia sta migliorando”.

Più aerei, più rotte

Con uno o due aerei in più ci sarà la possibilità di aumentare anche le rotte e le frequenze. La Compagnie, che è nata nel 2014, vola da sempre tra Parigi e New York e ha un volo stagionale anche tra Nizza e Newark, oltre al Milano Malpensa-New York Newark. “Il nostro ufficio marketing sta studiando i nostri piani futuri. Sicuramente i nuovi apparecchi saranno più performanti e potranno coprire maggiori distanze, per esempio si potrebbero raggiungere le Maldive senza fare scalo o le Maldive, tutto dipenderà a quale target vorranno rivolgersi perché le Maldive sono una destinazione leisure, mentre Miami, per esempio, è sia leisure sia business.

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Ufficio stampa

La poltrona completamente reclinabile a bordo

Chi viaggia con La Compagnie

Circa il 25-30% di nostri clienti sono repeater che amano volare con noi. Ormai non sono solo gli uomini d’affari a viaggiare in Business Class, infatti, la maggior parte dei clienti di La Compagnie è composta da passeggeri leisure (il 65%), ma c’è anche la categoria bleisure, che viaggia per lavoro ma si regala anche qualche giorno di vacanza prima o dopo, ci sono famiglie con bambini e persino cani. Per i nostri clienti cerchiamo di avere sempre qualche novità.

Collaboriamo con degli chef stellati che preparano i pasti da servire a bordo. che variano a seconda della stagione e che si basano su piatti francesi e italiani, per i voli dall’Italia. Loro sanno che in volo le papille gustative funzionano peggio quindi studiano menu tenendo conto di questa problematica. Anche i vini, tutti bio, sono italiani e francesi, inclusi gli Champagne. A New York abbiamo anche una lounge privata dedicata esclusivamente ai nostri ospiti.

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Parte il nuovo volo non-stop più lungo del mondo: più di 19 ore in aereo

È ufficiale: il primato del volo non-stop più lungo del mondo passa a Xiamen Air. La rotta diretta New York (JFK)–Fuzhou Changle (FOC), operata con un Boeing 787-9 Dreamliner, copre ora 19 ore e 20 minuti di tempo di blocco, superando di pochi minuti i precedenti record.

Un nuovo record nei cieli: Xiamen Air supera Singapore Airlines

Il primato del volo non-stop più lungo del mondo cambia compagnia. Dopo anni di dominio di Singapore Airlines, la nuova rotta operata da Xiamen Air tra New York (JFK) e Fuzhou Changle (FOC) stabilisce un nuovo record: 19 ore e 20 minuti di volo senza scalo.

Si tratta del collegamento diretto più lungo mai registrato nella storia dell’aviazione commerciale, superando di pochi minuti i voli ultra-long range di Singapore Airlines (Newark-Singapore 19h10 – JFK-Singapore 18h55). La durata di un volo include tutte le fasi operative e segna un traguardo importante nel mondo dei voli intercontinentali a lunghissimo raggio.

Il primato del volo nonstop più lungo del mondo passa a Xiamen Air

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Xiamen Airlines B787 in decollo

Il servizio, operato con un Boeing 787-9 Dreamliner, decolla dall’aeroporto John F. Kennedy il lunedì e il venerdì alle 12:55, atterrando a Fuzhou alle 21:15 del giorno successivo. Il viaggio di ritorno parte da Fuzhou alle 09:20 e atterra a New York alle 10:55 dello stesso giorno, con una durata di 14 ore e 35 minuti in direzione est.

La rotta non è del tutto nuova: era stata inaugurata nel 2017 per poi essere rilanciata nel 2024 con un piano di volo rinnovato. La durata eccezionale è dovuta in parte alla necessità di evitare lo spazio aereo russo, una deviazione che costringe l’aereo a un percorso più lungo ma necessario.

Il risultato è un viaggio da record che ridefinisce gli standard del comfort e della resistenza, sia per i piloti che per i passeggeri. Mentre altre compagnie cinesi come Air China, China Eastern e China Southern continuano a utilizzare rotte che attraversano la Russia, Xiamen Air sceglie un tragitto più lungo (dovuto alle attuali restrizioni dello spazio aereo), stabilendo un primato che ha attirato l’attenzione degli appassionati di aviazione di tutto il mondo.

Una rotta che unisce culture e famiglie tra Stati Uniti e Cina

Oltre al valore simbolico del record, il volo JFK–Fuzhou risponde a una forte domanda di mercato. Ogni anno circa 160.000 passeggeri viaggiano tra queste due città, spinti da motivazioni culturali, familiari e commerciali. La comunità cinese di New York include una nutrita “Little Fuzhou” all’interno di Chinatown, testimonianza dei profondi legami tra le due regioni.

La tratta rappresenta così un ponte diretto tra Asia e Nord America, semplificando gli spostamenti di una diaspora in continua crescita.
Nel panorama globale dei voli a lunghissimo raggio, il nuovo record di Xiamen Air supera anche compagnie storiche come Qantas e United Airlines, che operano rotte di 17 ore o più ma restano sotto la soglia delle 19 ore.

Questo traguardo non solo ridefinisce la competizione nel settore, ma apre nuove prospettive sul futuro dei voli intercontinentali diretti, sempre più richiesti da viaggiatori che desiderano raggiungere l’altra parte del mondo senza scali.

Con oltre 19 ore in volo, la tratta New York–Fuzhou non è solo un’impresa tecnica, ma anche un simbolo della connessione globale e della continua evoluzione del trasporto aereo internazionale.

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New York in festa: il Columbus Day 2025 tra parate e orgoglio italo-americano

A New York, ottobre ha un suono diverso: quello delle bande che risuonano lungo la Fifth Avenue per il Columbus Day, che nel 2025 si celebrerà lunedì 13 ottobre. È una festa che mescola orgoglio italo-americano, riflessione storica e voglia di appartenenza. La città si accende di tricolori, carri, musica e profumi di cucina tradizionale, trasformando Manhattan in un ponte ideale tra Italia e Stati Uniti.

Ma il Columbus Day di oggi non è solo una parata, perché è anche un momento per rileggere il concetto di “scoperta”, tra eredità culturale e nuove consapevolezze. Per chi viaggia, è l’occasione perfetta per vivere New York da dentro, tra storia, identità e quella contagiosa energia che solo la Grande Mela sa dare.

Perché si festeggia il 13 ottobre e non il 12

La domanda è legittima: se Cristoforo Colombo sbarcò nel Nuovo Mondo il 12 ottobre 1492, perché a New York e nel resto degli Stati Uniti il Columbus Day 2025 si celebra il 13 ottobre?

La risposta, per fortuna, è semplice: in America la ricorrenza non è legata alla data storica esatta, ma al secondo lunedì di ottobre, una scelta fatta per garantire un lungo weekend nazionale. È quindi una festa mobile, come il Labor Day o il Presidents’ Day, pensata più per la celebrazione collettiva che per l’anniversario preciso.

In Italia, invece, il 12 ottobre resta il giorno simbolico della scoperta. Non a caso, nel nostro Paese si parla di Giornata nazionale di Cristoforo Colombo e, in alcune città, si organizzano eventi culturali o commemorazioni più sobrie.

Due date, due prospettive: da un lato la tradizione americana, fatta di parate e bandiere; dall’altro il ricordo storico italiano, più legato al gesto e al significato di quel viaggio. In mezzo, invece, c’è un oceano, che è lo stesso che Colombo attraversò più di cinque secoli fa.

La storia del Columbus Day

Prima delle parate, delle bandiere e dei tamburi lungo la Fifth Avenue, il Columbus Day è stato una storia di orgoglio e appartenenza. Nacque tra le strade degli italo-americani di fine Ottocento, quando essere immigrato significava spesso sentirsi un passo indietro. Colombo divenne allora un simbolo: l’italiano che aveva superato l’oceano e cambiato la storia. Un modo per dire “anche noi facciamo parte di questo Paese”.

Nel 1892, per i 400 anni dal viaggio, il presidente Benjamin Harrison proclamò la prima celebrazione nazionale. Poi, nel 1937, Franklin D. Roosevelt rese il Columbus Day una vera festa federale. Da allora, ogni secondo lunedì di ottobre, gli Stati Uniti si riempiono di parate, tricolori e bande musicali.

Ma il tempo cambia le prospettive. Oggi il Columbus Day non è più solo una festa d’orgoglio, perché è anche un momento di confronto: accanto alla figura di Colombo, molte città onorano anche le popolazioni native con l’Indigenous Peoples’ Day.

Più che una semplice ricorrenza, è diventata una conversazione aperta sulla memoria e sull’identità. Ed è forse proprio questo il suo valore più attuale. Ovvero quello di ricordare che la scoperta, a volte, è anche il coraggio di rivedere la propria storia.

Come si festeggia a New York nel 2025

A New York, il Columbus Day è un giorno in cui la città prende vita, con colori, musica e profumi che attraversano ogni angolo della Fifth Avenue. Il 13 ottobre 2025, dalle 11:30 fino al pomeriggio, la strada diventerà un grande palcoscenico a cielo aperto, con oltre 35.000 partecipanti tra bande musicali, carri allegorici, ballerini, artisti di strada e italo-americani fieri delle proprie radici.

Il percorso va dalla 44th Street alla 79th Street, e tra la 67th e la 69th Street si trova il “red carpet”, luogo in cui gli spettacoli prenderanno vita tra tamburi, canti e applausi. Ma di certo la giornata non si fermerà qui e anzi, sarà impreziosita da tanti eventi collaterali:

  • Messe solenni in chiese simboliche: ad esempio la St. Patrick’s Cathedral, dove si celebra la comunità e la tradizione.
  • Cerimonia della corona al Columbus Circle: un momento più raccolto e riflessivo per ricordare la figura di Colombo.
  • Gala e incontri culturali: organizzati dalla Columbus Citizens Foundation, con musica, discorsi e premiazioni, che portano il senso di festa anche dentro le sale eleganti della città.
  • Parate e messe nei quartieri italo-americani: come Brooklyn, dove la celebrazione assume un tono più intimo e comunitario.
  • Eventi gastronomici e culturali: degustazioni di vini e piatti italiani, festival di cibo e laboratori culturali, per vivere la giornata anche con gusto.

La sfilata sarà piena di bandiere, colori e applausi, ma vi sarà anche spazio per riflettere: la “scoperta” di Colombo ha avuto un impatto profondo sulle popolazioni native. Per questo molte comunità celebrano nello stesso giorno l’Indigenous Peoples’ Day, dando voce a un’altra prospettiva e trasformando la giornata in un’occasione di dialogo tra culture, memoria e identità.

Indigenous Peoples’ Day

Tra il rumore della parata e i colori della Fifth Avenue, un’altra voce si fa sentire a New York. Parliamo dell’Indigenous Peoples’ Day, la giornata dedicata alle popolazioni native americane e alle loro culture. In musei, centri culturali e a Randall’s Island Park si tengono cerimonie, danze e racconti orali, offrendo uno sguardo diverso sulla stessa storia che tutti celebrano quel giorno.

Indigenous Peoples’ Day, New York

Getty Images

Celebrazioni a New York per l’Indigenous Peoples’ Day

Non è una festa “contro” il Columbus Day, ma un’occasione per completare la narrazione e riflettere perché ogni scoperta ha un’altra faccia. In sostanza, il viaggio di Colombo non fu solo inizio, ma anche rottura. Si tratta quindi di un promemoria di come le narrazioni possano cambiare con lo sguardo di chi ascolta, e di quanto sia importante riconoscere tutte le voci che attraversano un luogo e una storia.

Per chi visita New York in quei giorni, l’Indigenous Peoples’ Day è un’opportunità per ascoltare un’America diversa: quella che non si vede nei film, ma che vive ancora nelle voci di chi non ha mai smesso di appartenere a questa terra.

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House of Guinness: dove è stata girata la serie Netflix ambientata nell’800 tra Dublino e New York

Creata dallo sceneggiatore britannico Steven Knight, mente dietro Peaky Blinders, House of Guinness è già tra le serie più attese del 2025. Descritta come un mix tra l’intrigo familiare di Succession e l’oscurità del mondo criminale già esplorato da Knight, la serie narra l’ascesa (e i conflitti) della celebre dinastia Guinness, tra ambizioni, segreti e drammi familiari.

Nonostante la trama si svolga tra Dublino e New York nel XIX secolo, la produzione ha scelto di girare quasi tutte le scene nel Nord-Ovest dell’Inghilterra, sfruttando location storiche che potessero ricreare l’atmosfera dell’epoca.

Di cosa parla

Alla morte di Sir Benjamin Guinness, il visionario fondatore del celebre birrificio, l’eredità familiare diventa terreno di scontro tra i suoi quattro figli: Arthur, erede titubante; Edward, ambizioso e orientato al mercato americano; Ben, ribelle e ingestibile; e Anne, donna intelligente e determinata, decisa a non restare ai margini del potere.

Mentre all’interno della famiglia si accendono rivalità e tensioni, all’esterno cresce la pressione dei Feniani, la frangia repubblicana che sogna un’Irlanda libera e guarda con sospetto al potere dei Guinness. Tra loro spicca Ellen Cochrane, figura razionale e carismatica, che incrocerà il destino della famiglia in modi inaspettati.

Tra politica, affari e intrighi familiari, la serie racconta la nascita di un impero e il tramonto di un’epoca, con personaggi divisi tra ambizione, lealtà e il desiderio di lasciare un segno nella storia.

House of Guinness Netflix

Ufficio stampa Netflix

House of Guinness Netflix

Dove è stata girata

Grazie al lavoro impeccabile del team guidato da Dan Connolly e al supporto delle film commission locali come Filming in England, Screen Manchester e Liverpool Film Office, House of Guinness è riuscita a fondere autenticità storica e esigenze di produzione moderna. Il risultato? Una serie che, pur parlando dell’Irlanda e dell’America del passato, è profondamente radicata nei luoghi e nel talento produttivo del Regno Unito.

St Philips Church – Salford

Questa chiesa anglicana classificata Grade II è stata trasformata in una perfetta strada ottocentesca di Dublino. Gli interni e gli esterni sono stati sapientemente adattati grazie a effetti visivi e scenografie dettagliate. Come racconta il reverendo Dr Gareth Robinson, “sembrava davvero di essere tornati nel 1825, l’anno in cui fu fondata la nostra chiesa”.

Cheshire

Le riprese della serie sono iniziate nel Cheshire durante l’inverno del 2024, rendendo questa contea inglese il primo set ufficiale scelto per la nuova produzione targata Netflix. Le prime scene sarebbero state girate presso il National Waterways Museum di Ellesmere Port, dopo che alcuni residenti della zona avevano ricevuto comunicazioni ufficiali che annunciavano l’arrivo di una “nuova serie drammatica in otto episodi” in fase di produzione tra Liverpool e Manchester.

La firma era quella di Kudos Productions, già nota per Peaky Blinders. Per ricreare l’atmosfera dell’Irlanda dell’Ottocento, alcune aree del sito sono state trasformate in cantieri navali storici, mentre il piccolo toll house del museo è diventato un autentico pub irlandese chiamato The Angel, completo di insegne originali Guinness e dettagli scenografici d’epoca.

Sempre nel Cheshire, sarebbe stata coinvolta anche una maestosa residenza storica per le riprese. Diversi fan hanno condiviso online foto dell’attore Louis Partridge sul set, e secondo fonti vicine alla produzione, la location utilizzata sarebbe Tatton Park: una tenuta immersa in oltre 400 ettari di parco che offre, tra giardini curati e ambienti nobiliari, lo scenario perfetto per rappresentare le dimore dell’élite ottocentesca.

La storica Mansion House, in particolare la Biblioteca, è stata uno dei set principali. Con oltre 1.000 acri di parco, questa tenuta ha fornito ambientazioni autentiche per le scene ambientate nelle dimore aristocratiche dell’epoca. Il team di produzione ha lavorato in stretta collaborazione con il personale curatoriale per rispettare il valore storico del luogo.

Manchester

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Little Underbank – Stockport

Questa via storica è stata completamente rinnovata per rappresentare una strada commerciale dell’800. Stockport è una città che sta attirando sempre più produzioni, e House of Guinness ha confermato il suo potenziale come set cinematografico d’epoca.

In particolare, il pub The Cracked Actor su Little Underbank è stato completamente trasformato per l’occasione: nuova insegna, scenografie d’epoca e dettagli curatissimi lo hanno reso irriconoscibile, rinominandolo per la serie The Oak. Un’altra scena particolarmente suggestiva è stata girata presso la storica St Mary’s Church, edificio classificato di grado I.

Qui, i fan più attenti hanno notato un particolare dettaglio scenografico: una lapide recante il nome di Benjamin Lee Guinness, figura realmente esistita e discendente della celebre famiglia. Un piccolo indizio che conferma l’accuratezza storica della produzione e la volontà di intrecciare fiction e realtà con grande attenzione ai dettagli.

Manchester – Northern Quarter

Lever Street, Back Piccadilly, Heaton Hall e Ancoats sono stati utilizzati per rappresentare alcune delle ambientazioni urbane di New York. Manchester si conferma una delle città più “cinematografiche” d’Europa, spesso scelta per raddoppiare Brooklyn e Manhattan in numerose produzioni internazionali.

La Greater Manchester ha giocato un ruolo di primo piano. Il cast e la troupe hanno infatti girato numerose scene nel cuore pulsante del Northern Quarter, sfruttando l’atmosfera urban-vintage di vie iconiche come Lever Street, Dale Street e Back Piccadilly. A queste si aggiungono altre due location significative: Heaton Hall, elegante residenza neoclassica immersa in un parco storico, e il quartiere di Ancoats, ex zona industriale oggi rigenerata e dal forte impatto visivo.

Liverpool – St George’s Hall

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Liverpool – St George’s Hall

Liverpool – St George’s Hall

L’imponente St George’s Hall ha già fatto da sfondo a The Batman e qui si trasforma ancora, grazie alla versatilità architettonica di Liverpool. Anche i Tobacco Warehouse, i Collingwood Docks e gli Stanley Docks sono stati coinvolti, aggiungendo profondità e autenticità alle scene ambientate nella parte più dura e operaia della Dublino storica.

Secondo Country File alcune scene sono state girate anche lungo William Brown Street, dove la produzione ha ricreato un’atmosfera da campagna elettorale d’epoca, con cartelli che recitavano “Vote for Mr Arthur Guinness“, mentre un’orchestra suonava dal vivo, aggiungendo un tocco musicale e teatrale alla scena.

Un’altra location impiegata nella contea del Merseyside è stata Croxteth Hall, storica tenuta di campagna che ha ospitato scene ambientate in ambienti nobiliari. Il mix tra spazi pubblici monumentali e residenze aristocratiche ha permesso alla produzione di ricostruire, in modo vivido e credibile, l’Irlanda e l’America del XIX secolo restando interamente sul suolo britannico.

Broughton Hall Estate – Yorkshire

Questa tenuta georgiana vicino a Skipton, con i suoi 3.000 acri di natura, ha ospitato alcune sequenze chiave della serie. La sua bellezza classica e isolata ha reso possibile ambientare scene che richiedevano vastità, eleganza e solennità.

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Consigli itinerari culturali New York Viaggi

New York, Memoriale dell’11 settembre: consigli per una visita cha lascia il segno

Ogni volta che vado a New York, mi capita di passare, per un motivo o per l’altro, davanti al Memoriale dell’11 settembre, essendo molto centrale rispetto ai percorsi turistici. E, ogni volta, è un tuffo al cuore. Sarà perché questo luogo rievoca quelle tremende immagini che ho sempre davanti agli occhi, fatto sta che, ogni volta, mi soffermo davanti alle due grandi fontane sorte là dove un tempo svettavano le Twin Towers – sulle quali sono salita tante volte fin da bambina – a leggere qualcuno dei nomi dei 2.977 caduti negli attacchi terroristici incise nel granito nero. E, l’idea che non ci siano più, che si siano sbriciolate come la cenere di una sigaretta accesa, mi lascia sempre sena parole.

Almeno una volta, però, bisogna entrare nel National September 11 Memorial & Museum presso il World Trade Center, meglio conosciuto come Ground Zero, al 180 di Greenwich Street a Manhattan. E io l’ho fatto. Se avete avuto la fortuna di salire sulle Torri Gemelle, l’impressione che avrete cambia radicalmente. Se, invece, siete toppo giovani per ricordare l’11 settembre, visitare il Memoriale è fondamentale per conoscere la nostra storia moderna – e non soltanto quella degli Stati Uniti d’America, perché oltre 90 Paesi hanno perso i loro connazionali nella tragedia delle Torri Gemelle – affinché sia da monito per il futuro.

Visitare il National September 11 Memorial & Museum

Il National September 11 Memorial & Museum o 9/11 Memorial & Museum comprende uno spazio all’aperto e il museo sotterraneo.

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Getty Images

La parete del museo dell’11 settembre con il verso dell’”Eneide” di Virgilio

Il Memoriale dell’11 settembre

Fu inaugurato l’11 settembre 2011, dieci anni dopo gli attacchi. Da allora, viene visitato da milioni di persone ogni anno. Solo nel 2024, il Memoriale è stato visto da 1,6 milioni di visitatori. Si tratta di uno spazio aperto e gratuito sorto dove un tempo c’erano le Torri Gemelle.

Le piscine

Il progetto dell’architetto Michael Arad e del paesaggista Peter Walker si intitola “Reflecting Absence” e prevede due piscine a cascata circondate da parapetti in bronzo su cui sono riportati i nomi delle vittime degli attacchi dell’11 settembre e dell’attentato al World Trade Center del 1993. Le piscine sono ubicate in una piazza con più di 400 querce bianche.

The Glade – La radura

I due architetti del 9/11 Memorial, hanno progettato anche The Glade/La radura come un percorso fiancheggiato da sei grandi monoliti di pietra, che pesano dalle 13 alle 18 tonnellate, intarsiati con l’acciaio del World Trade Center e accompagnati da un’iscrizione alle estremità del percorso. Inaugurata nel 2019, si trova nei pressi del Survivor Tree, più o meno dove un tempo sorgeva la rampa principale utilizzata durante le operazioni di salvataggio e recupero.

The Survivor Tree – L’albero dei sopravvissuti

Un pero è l’”Albero dei sopravvissuti”, l’unico ad avere resistito agli attacchi terroristici dell’11 settembre. Con alcuni rami bruciati e radici rovinate, fu recuperato dal New York City Department of Parks & Recreation e ripiantato nel 2010. Ben riconoscibile tra le altre piante di Ground Zero per la quantità di ex voto deposti alla base dell’albero.

Il museo dell’11 settembre

Il 9/11 Museum è un vero e proprio museo al chiuso e, in parte, sotterraneo, in quanto è stato ricavato dove un tempo c’erano le fondamenta delle Twin Towers – la slab – di cui sono rimasti alcuni piloni. Non appena si entra è impossibile non notare la parete blu che riporta un verso di Virgilio del IX libro dell’”Eneide”: “NO DAY SHALL ERASE YOU FROM MEMORY OF TIME” (in latino “Nulla dies umquam memori vos eximet aevo”, “Nessun giorno vi cancellerà mai dalla memoria del tempo”).

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@Amy Dreher

L’edificio che ospita il Museo dell’11 settembre

Esposizione storica

Nella parte iniziale c’è l’Esposizione storica, che racconta la storia degli eventi dell’11 settembre 2001, divisa in tre sezioni: “Before 9/11” sul contesto storico e le circostanze che hanno portato agli attacchi terroristici; “The Events of the Day” con la cronaca minuto per minuto degli attentati e “After 9/11” sulle conseguenze immediate e a lungo termine dell’evento.

The Collection

All’interno del museo, sono conservati migliaia di cimeli che ricordano quel giorno, tra documenti, manufatti, registrazioni audio, fotografie e materiali storici legati sia al 9/11 sia all’attentato del 1993 al World Trade Center di cui si parla troppo poco. Questa zona si chiama The Collection. Tra questi, spicca per dimensioni e per significato la “Last Column”, l’ultima colonna d’acciaio rimossa dalle macerie delle torri, in seguito decorata con dediche, simboli e firme, e la parete originaria di contenimento del Fiume Hudson che scorre a poche centinaia di metri dal sito, detta “slurry wall”, che resistette al crollo degli edifici. Questi fanno parte della Collezione Permanente. E un camion dei pompieri, eroi dell’11 settembre, danneggiato.

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Getty Images

Il camion dei pompieri enel Museo dell’11 settembre

Memorial Exhibition

La Memorial Exhibition, invece, comprende i circa 3.000 ritratti delle vittime, disposti su pareti pannelli con tablet interattivi per cercare informazioni personali. Poi ci sono sempre delle Special Exhibitions. La parte più emozionante è il percorso sotterraneo e immersivo che porta nella profondità del sito del World Trade Center. Inoltre, una sala, la K-9 Courage Exhibition, è stata dedicata ai veri eroi dell’11 settembre, i cani poliziotto che, con il loro intervento, furono fondamentali per il soccorso delle vittime.

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@Jin Lee

Una sala del museo 9/11

Il museo è a pagamento (il biglietto intero costa 36 dollari) ed è compreso nel CityPASS (che consiglio sempre di acquistare per risparmiare e per velocizzare le visite), È aperto tutti i giorni tranne il martedì (salvo casi eccezionali) dalle 9:00 alle 19:00 (ultimo ingresso 90 minuti prima della chiusura). La prenotazione è obbligatoria.

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Alla scoperta dei luoghi magici di Only Murders in the Building 5 a New York

Dal 9 settembre 2025 i fan di “Only Murders in the Building” tornano nel condominio più sfortunato di New York con la quinta stagione della celebre serie. Dal debutto nel 2021, la comedy con Steve Martin, Martin Short e Selena Gomez ha conquistato il pubblico, diventando la comedy più vista di sempre su Hulu.

La nuova stagione, che nel cast vede anche la partecipazione di ospiti stellari tra cui Meryl Streep, Christoph Waltz, Téa Leoni, Renée Zellweger e molti altri, promette misteri, colpi di scena e una panoramica unica sulla città di New York, esplorando sia il presente sia la storia nascosta dell’Arconia, fulcro della narrazione.

La quinta stagione affronta inoltre anche temi attuali della città, come la gentrificazione e lo sfollamento dei residenti di lunga data di New York. La morte di Lester, il cui corpo fu trovato nella fontana del cortile durante il finale della quarta stagione, è il punto di partenza per la nuova indagine, che porta il trio a esplorare la città anche oltre le mura dell’Arconia.

I fan si staranno chiedendo dove sono state girate le scene di “Only Murders in the Building 5”. Ecco quindi le principali location delle riprese: dal Belnord a Manhattan a Staten Island e oltre.

Belnord, Upper West Side di Manhattan

Dall’inizio delle riprese nel marzo 2025 la produzione è stata avvistata in diverse location famose di New York. Il famoso condominio Arconia è uno dei protagonisti indiscussi della serie, e per la quinta stagione le riprese esterne sono state effettuate al Belnord, un edificio iconico di 13 piani situato nell’Upper West Side di Manhattan.

Dove è stata girata la nuova stagione Only Murders in the Building

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Manhattan Midtown

Con la sua architettura storica e l’atmosfera elegante, il Belnord ha permesso agli sceneggiatori di dare vita alle vicende di Charles, Oliver e Mabel, fornendo uno sfondo perfetto per i misteri e gli intrighi della nuova stagione. La scelta di Manhattan non è casuale: la serie vuole mostrare la città sia nella sua vita quotidiana sia nelle sue storie più nascoste.

Staten Island, vicino alla casa de Il Padrino

Oltre al Belnord, la produzione ha girato alcune scene a Staten Island, nelle vicinanze della famosa casa resa celebre dal film Il Padrino. Queste location hanno aggiunto un tocco cinematografico e autentico alla serie, permettendo di esplorare angoli meno conosciuti di New York. Le riprese a Staten Island hanno contribuito a dare profondità alla narrazione, ampliando lo spazio in cui il trio indaga sull’omicidio di Lester, il portiere storico dell’Arconia.

Traghetto per Staten Island

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Il tradizionale traghetto per Staten Island

Altre location iconiche di New York

Le riprese della quinta stagione sono iniziate a marzo 2025 e si sono concluse a giugno dello stesso anno. Oltre al Belnord di Manhattan e a Staten Island, il cast e la troupe hanno esplorato altre location iconiche della città, mantenendo la tipica atmosfera di “Only Murders in the Building”.

La nuova stagione, composta da 10 episodi – al lancio sono disponibili tre episodi, seguiti da uscite settimanali nei martedì successivi – non solo offre un’indagine avvincente, intrighi esilaranti e morti sospette nello sfortunato condominio, ma permette anche di scoprire alcuni dei luoghi più suggestivi di New York oltre le mura di Arconia.

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Le location di Babygirl, la nuova serie Tv SKY con Nicole Kidman

Nuovo prodotto con Nicole Kidman protagonista e già così chiacchierato online da essere destinato al successo. Si chiama Babygirl ed è la serie Tv prodotta da Sky e diretta da Halina Reijn. L’incredibile protagonista è accompagnata nella recitazione da Harris Dickinson, Antonio Banderas e Sophie Wilde. La trama è quella di un thriller sensuale e psicologico con giochi di potere e tante fragilità. La trama affascina ma le location di Babygirl si dividono tra New York, la Hudson Valley e scorci londinesi tanto da farti venire voglia di partire subito.

New York

New York è la città protagonista della serie Tv Babygirl e spicca con la sua anima tra lucentezza e spietatezza, tanto glamour quanto underground. Gli uffici di Mathis Robotics si trovano nella zona più centrale di Manhattan, le location infatti sono al 31 West 26th Street e all’1245 di Broadway.

Spostandos invece nel Queens a Maspeth si riconosce la discoteca Basement utilizzata per alcune riprese importantissime; proprio qui vengono girate le scene più tese e magnetiche.  Atmosfere rave, luci stroboscopiche e un’energia palpabile rendono questo luogo perfetto per chi ama la nightlife alternativa della città. E non mancano location iconiche come il Queensboro Bridge, simbolo eterno del legame tra Manhattan e Queens, che diventa sfondo perfetto per i momenti più intensi dei protagonisti.

Tra le location di Baby Girl c’è anche lo United Palace, lo storico teatro di Washington Heights, con la sua architettura spettacolare che da sola vale una visita.

Ma la vera star è l’appartamento di Romy: il lussuoso 200 Amsterdam, grattacielo residenziale dell’Upper West Side, a due passi dal Lincoln Center.

Hudson Valley

Per bilanciare il ritmo frenetico di New York, la produzione ha scelto la quiete e i paesaggi pittoreschi della Hudson Valley. Una delle scene più suggestive si svolge nei pressi della Cold Spring Station, dove Romy e Samuel (Harris Dickinson) hanno un confronto acceso. Questo piccolo borgo sul fiume Hudson, con le sue atmosfere sospese, offre un contrasto cinematografico incredibile rispetto ai grattacieli di Manhattan.

Per i viaggiatori, Cold Spring è una meta perfetta per una gita fuori porta: negozi vintage, caffetterie accoglienti e sentieri escursionistici lungo il fiume rendono la valle una delle gemme nascoste dello stato di New York.

Hudson Valley a New York

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La Hudson Valley è tra le location di Babygirl

Oyster Bay

Alcune riprese sono state svolte a Oyster Bay, un simbolo della storia americana che conquista soprattutto gli appassionati di treni. La scena già famosa sui social si è svolta all’interno dell’Oyster Bay Railroad Museum ma per esigenze di copione è stato cambiato il nome della stazione in “Cold Spring”. Nonostante ciò il dettaglio non è sfuggito agli occhi più attenti che hanno riconosciuto l’edificio storico.

Curiosità: durante le riprese, i volontari del museo hanno accolto cast e troupe, e Nicole Kidman ha ricevuto un bottone commemorativo legato alla mascotte ferroviaria “Roxey” del primo Novecento. Un dettaglio che lega cinema e tradizione locale in modo unico. Chi visita Oyster Bay oggi può passeggiare lungo Railroad Avenue, scoprire i dintorni marittimi e magari rivivere le stesse atmosfere respirate sul set.

Londra

Seppur la serie sia profondamente legata alla Grande Mela, alcune riprese sono realizzate a Londra. La location scelta è quella di un magazzino industriale trasformato in un nightclub così da poter dare un’estetica globale che mixa elementi europei e americani.

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Cosa vedere nel Queens, il quartiere di New York famoso per gli US Open 2025

Per chi ha programmato o sta pensando di fare un viaggio a New York durante gli US Open 2025, le date da segnare in calendario sono dal 24 agosto al 7 settembre.

L’ultimo dei quattro tornei del Grande Slam stagionale si svolge sui famosi campi in cemento di Flushing Meadows-Corona Park, nel cuore del Queens a New York.

Questo quartiere non è solo la casa del famoso torneo di tennis, ma offre anche meravigliose attrazioni culturali, panorami mozzafiato da vedere almeno una volta nella vita e infiniti spazi verdi ideali per passeggiare e rilassarsi a contatto con la natura.

Dalle viste spettacolari su Manhattan ai musei di arte contemporanea, fino al vasto Flushing Meadows-Corona Park stesso, il Queens è un mix perfetto tra sport, cultura e relax. Ecco una selezione di tre luoghi da non perdere nel Queens a New York.

Panorami su Manhattan e skyline

Una delle esperienze più affascinanti del Queens è sicuramente la possibilità di ammirare lo skyline di Manhattan. Le zone lungo l’East River offrono scorci unici e sempre diversi a seconda del punto di osservazione. Questa attrazione, semplice ma di grande impatto, è perfetta per chi desidera godersi la bellezza della città senza spendere nulla.

Uno dei luoghi più consigliati è il Gantry Plaza State Park, un parco tranquillo situato proprio sulle rive del fiume. Qui è possibile passeggiare, sedersi sulle panchine e attendere il tramonto, quando Manhattan si illumina e lo skyline diventa uno spettacolo indimenticabile.

Visitare il quartiere del Queens a New York

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Lo skyline di Manhattan visto al tramonto dal Queens

La sera è il momento ideale per fare fotografie rilassanti e assaporare l’atmosfera unica del quartiere, lontano dal caos di Manhattan.

Museo PS1 del MoMA

Il Queens ospita anche una prestigiosa sede distaccata del MoMA di Manhattan, il famoso museo di arte moderna e contemporanea. Il Museo PS1 si trova in un edificio che era originariamente una scuola e molte delle caratteristiche architettoniche originali, come le grandi aule, sono ancora visibili e oggi ospitano le esposizioni.

Il museo offre un’esperienza più tranquilla rispetto al MoMA principale, permettendo di osservare le opere con calma. Durante i mesi estivi, il cortile del PS1 diventa il palcoscenico per concerti all’aperto, creando un’atmosfera vivace e culturale. L’ingresso è gratuito – con il biglietto del MoMA di Manhattan – oppure il costo è di 10$, un prezzo accessibile a tutti.

Flushing Meadows-Corona Park

Infine, non si può visitare il Queens a New York senza fare tappa a Flushing Meadows-Corona Park, forse il luogo più iconico del quartiere. Il parco ospita l’Unisfera, un enorme globo terrestre in acciaio alto dodici piani, simbolo della Fiera Mondiale del 1939.

Qui si trovano anche il City Field, casa dei New York Mets, e i campi che ospitano gli US Open di tennis, che rendono il parco un vero centro sportivo e ricreativo.

Flushing Meadows-Corona Park è molto frequentato dai newyorkesi durante i weekend estivi ed è perfetto per passeggiate, picnic o visite culturali. All’interno del parco si trova anche il New York Hall of Science, un museo interattivo dedicato alla scienza e alla tecnologia, ideale per famiglie e bambini. L’ingresso all’Hall of Science è incluso nei principali pass turistici di New York e offre un’esperienza educativa e divertente.