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Roccadaspide, il borgo fondato dai seguaci di Spartaco

A circa una trentina di chilometri da Salerno, nella Valle del Sele, svetta, immerso tra i boschi di castagni, l’antichissimo e raccolto borgo di Roccadaspide, che leggenda vuole fondato dai seguaci di Spartaco attorno al 71-73 a.C.

Oggi è un tranquillo paesino dall’eccezionale vista panoramica sulla vallata del fiume Calore, la “città delle castagne” che ha il suo fiore all’occhiello proprio nel “marrone di Roccadaspide” IGP, cui a fine ottobre è dedicata la “Sagra della Castagna d’Oro”, prodotto tipico che si differenzia dalle altre castagne per la dimensione, la forma e per le qualità organolettiche che ne favoriscono la conservazione.

Una storia antica

È un’origine che affonda le sue radici in un lontanissimo passato quella di Roccadaspide così come lo è quella del suo nome: nel 900, infatti, compare come “San Nicola de Aspro” o “Casavetere di Capaccio” mentre, nel 1100, in alcuni documenti è riportato come “Rocca” a conferma dell’esistenza di un’antica roccaforte o torre.

Chiamato poi “Rocca de Aspro” (in greco aspìs ovvero “difesa” o “scudo”), nel 1597 diventò “Rocca de Aspris” e, successivamente, nel XVI secolo, “Rocca dell’Aspide” cui ha fatto seguito, nel 1850, l’attuale denominazione.

La sua storia ha sempre ruotato attorno al Castello feudale edificato nel 1245, all’epoca di Federico II, entrato poi in possesso dei principi Filomarino di Napoli e, nell’Ottocento, della famiglia Giuliani.

Cosa vedere a Roccadaspide

Una passeggiata nel cuore del borgo, famoso anche per la produzione di olio d’oliva e dei vini DOC “Castel San Lorenzo”, consente di ammirare svariati monumenti di sicuro interesse a partire dal già citato Castello che lo veglia, edificato probabilmente a partire dal 1245 sui resti di una rocca preesistente: si racconta che fu Federico II di Svevia a volere la fortificazione della struttura originaria, forse in seguito alla congiura dei baroni di Capaccio per avere, anche in quella zona, un baluardo di controllo sulla Valle del Calore Lucano.

Altrettanto meritevoli di visita sono la Chiesa della Santa Patrona Sinforosa, risalente al 1450, la Chiesa del Carmine di stile rococò, la seicentesca Chiesa della Natività della Beata Maria Vergine (nota come l’Assunta), con maestoso portale in bronzo lavorato a bassorilievi, del peso di 100 quintali, che riporta episodi significativi della storia di Roccadaspide ed episodi tratti dal Vangelo. L’interno a tre navate custodisce pregevoli dipinti e la statua di Santa Sinforosa.

Ma non è tutto: la Chiesa di Santa Maria delle Grazie ospita un pregiato tabernacolo in legno dipinto al cui centro è collocata la Statua della Vergine delle Grazie invocata in passato dagli abitanti contro la siccità.

Infine, ma non certo per ultimi, da vedere sono i resti del Convento dei Carmelitani intitolato a Santa Maria dell’Arco e del Carmine, del primo decennio del XVII secolo, e il Convento di Sant’Antonio, la cui tradizione riporta che abbia avuto come abate Felice Perretti da Grottammare, diventato Papa nel XVI secolo con il nome di Sisto V.

Immerso in un silenzio assoluto, si fa notare per le strutture architettoniche essenziali, il portale cinquecentesco affiancato da due leoni stilofori, le volte a crociera e le pareti del portico esterno riccamente decorate, e la statua in pietra della Madonna del Latte collocata in una nicchia.

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Il Sentiero delle prugne, l’itinerario più bello dell’estate

Ogni stagione ha il proprio frutto e a molti di essi sono stati dedicati dei meravigliosi sentieri tematici. Dopo l’uva, le mele e le castagne, è nato anche un sentiero dedicato alle prugne.

Questo frutto si raccoglie d’estate fino a ottobre e c’è un itinerario immerso tra la natura e gli alberi di prugne che merita di essere percorso.

Il Sentiero delle prugne di trova a Barbiano, in Valle Isarco, in provincia di Bolzano, dove cresce una delle migliori varietà che esista in Italia e dove ogni anno, le prime due settimane di settembre, vengono organizzate le Settimane delle prugne di Barbiano.

Per l’occasione, i ristoranti di Barbiano offrono ai visitatori piatti a base di prugne autoctone.

Proprio in occasione della festa del frutto autunnale tipico di questa località altoatesina vengono organizzate escursioni guidate sul Sentiero delle prugne, che può essere percorso in autonomia anche in altri periodi dell’anno.

Il Sentiero delle prugne

Il Sentiero delle prugne prende il nome dai numerosi pruni che s’incontrano lungo il percorso, molto bello anche dal punto di vista paesaggistico.

Si snoda all’interno del paese di Barbiano con partenza dal centro verso la parte inferiore del borgo, passando il maso Feltuner fino alla croce. Si prosegue in salita superando i masi Stich e Frühaufhof, si attraversa la strada e, all’altezza della casa Urban, si prosegue in salita fino al bivio. Si svolta a destra e si cammina attraverso la parte superiore del paese, per poi ritornare in centro.

Durante il cammino s’incontrano diversi pannelli che forniscono informazioni interessanti sulla prugna di Barbiano e diversi pruni particolarmente suggestivi nel periodo della fioritura, nei mesi di aprile e maggio.

Il sentiero è adatto alle famiglie e la percorrenza media è di un paio d’ore.

Barbiano, il paese della “torre pendente”

Il paese di Barbiano vanta una storia molto antica, precedente anche al passaggio dei Romani. Il suo simbolo però è molto più recente. Si tratta della torre del campanile della Chiesa di San Giacomo costruita nel XIII secolo. Se la chiesa è stata rimaneggiata più volte nel corso dei secoli, così non è stato per il campanile eretto in parte sulla roccia e in parte su un terreno instabile e per questo divenuto storto.

Benché negli ultimi anni sia stato messo in sicurezza, resta comunque storto e, con i suoi 37 metri d’altezza, è visibile in tutto il paese. Si dice sia più pendente della Torre di Pisa.

Sulle alture di Barbiano, lungo la strada che porta al Comune di Villandro, meritano una tappa anche le famose Tre Chiese, il più suggestivo insieme architettonico dell’Alto Adige. Si tratta di tre chiesette di pietra così vicine tra loro da formare un triangolo. La più grande è la Chiesa di Santa Maddalena del 1500, poi ci sono Santa Geltrude e San Nicola. Le chiese solitamente sono chiuse, ma le chiavi sono a disposizione dei visitatori nell’albergo nei pressi delle tre chiesette.

Barbiano_Tre-chiese

Fonte: @Rene Gruber

Le famose Tre Chiese sopra il villaggio di Barbiano in Alto Adige

Un nuovo ponte panoramico (e da brividi) collega il villaggio di Barbiano con quello di San Ingenuino, lungo il Sentiero del castagno (un altro sentiero tematico che passa da queste parti). Il ponte offre una splendida vista sulla Valle Isarco e conduce alle vicine cascate di Barbiano, tre salti d’acqua per un totale di 200 metri. Nascono dal Rio Gander che poi sfocia nell’Isarco e, proprio nel punto più roccioso, forma le tre cascate, le Barbianer Wasserfälle. La cascata inferiore, con i suoi 85 metri, è la più alta, mentre quella superiore, che si trova a 1.214 metri di quota, è alta 45 metri.

Le prugne di Barbiano

Le prugne costellano i pendii di Barbiano sin dal tardo Medioevo. Fino al XX secolo, questo frutto ricco di vitamine e minerali era un importante prodotto d’esportazione della Valle Isarco meridionale, e numerosi masi locali ancora oggi lo coltivano e lo lavorano.

Una ricetta tipicamente altoatesina realizzata con questo frutto sono i canederli di prugne (dolci, quindi) da assaggiare anche durante le Settimane delle prugne.