Categorie
castelli Cosa fare in autunno itinerari culturali montagna trekking vacanze avventura Vacanze natura Valle d'Aosta Viaggi Viaggi Avventura

Valle d’Aosta: antichi percorsi si snodano tra panorami alpini e quiete assoluta

La Valle d’Aosta è la regione più piccola d’Italia, ma nonostante le contenute dimensioni racchiude una miriade di tesori per i visitatori. Sarà per questo che d’estate è davvero invasa di turisti che arrivano dall’Italia e dalle altri d’Europa per godere delle sue montagne, del suo cielo incredibilmente azzurro, dei suoi castelli e delle altre attrazioni di un territorio davvero ricco.

Poi, con il passare dei mesi, la folla fluisce via, ma la bellezza rimane. Anzi, d’autunno la regione all’estremo nord-ovest d’Italia regala qualcosa di diverso, ulteriore e troppo spesso sottovalutato. È, spesso, la stagione perfetta per ritrovare un ritmo lento, camminare sui sentieri vecchi di decenni che a lungo hanno collegato i piccoli villaggi, gli alpeggi e i vari valichi. È un invito irresistibile per chi ama la montagna, la natura, e i grandi panorami, quelli che riempiono lo sguardo di meraviglia.

Che cosa fare in Valle d’Aosta d’autunno

L’autunno valdostano offre una vera e propria miriade di esperienze. Ovviamente le attività all’aperto mantengono un ruolo di primo piano anche quando non è più estate. Anzi, le passeggiate tra boschi e castagneti hanno certamente qualcosa di ancora più suggestivo rispetto alla bella stagione.

Merito dei mille colori del foliage, con i larici che caratterizzano le pendici montane che in ottobre si accendono di uno scenografico giallo dorato. Nelle valli afferenti al Gran Paradiso si scoprono panorami spettacolari, percorrendo sentieri che non di rado portano all’avvistamento della splendida fauna che popola le montagne.

Con meno affluenza turistica, poi, l’autunno è perfetto per esplorare i tanti castelli medievali che punteggiano la valle: quello di Fénis è uno spettacolare maniero insolitamente posto in una posizione priva di difese naturali, mentre quelli di Verrès e Ussel svettano in cima a promontori rocciosi. Da non perdere anche il castello di Issogne, con i suoi magnifici affreschi nel porticato, e il Castello Reale di Sarre, con i suoi sfarzosi interni eredità della famiglia Savoia.

Val d'aosta autunno

iStock

Il castello di Ussel

Le vie dei borghi, dei villaggi e dei paesi sono, in autunno, spesso invase da sagre e feste locali. Un esempio ne è la désarpa, la tipica festa con cui si celebra il ritorno delle mandrie dagli alpeggi montani all’inizio dell’autunno. È una festività che caratterizza diverse località, con cortei storici, sfilate in costume, degustazioni di prodotti tipici. Quelle di Morgex e Valtournanche sono tra le più rinomate. L’intera stagione autunnale è comunque caratterizzata da fiere agricole, mercati e feste paesane.

Peraltro, l’autunno è la stagione ideale per gustare i sapori della tradizione. La cucina valdostana è sostanziosa e genuina: la sugosa polenta concia, caratterizzata dai sapori del formaggio locale; lo stufato chiamato carbonada, caratterizzato da carne, cipolle e vino rosso; la classica fonduta, regina della tavola locale; la robusta zuppa alla valpellinentze, con verza, fontina e lardo al suo interno.

La cucina valdostana è anche caratterizzata da una serie di salumi tipici, con sapori particolari e spesso sorprendenti come quelli del boudeun (un insaccato composto da patate, lardo, sangue di maiale e spezie), delle saouseusses (salsicce stagionate di carne bovina), della motzetta (una bresaola di bovino o equino aromatizzata con erbe di montagna). Ovviamente, poi, i veri e propri re della tavola sono i formaggi della regione, su tutti la fontina, accompagnati dai vini locali: la qualità dei bianchi è ben nota, ma i rossi sono ingiustamente sottovalutati.

Autunno in Val d’Aosta: proposte di escursione

L’autunno porta con sé giornate più corte, un meteo più variabile, temperature più basse e le prime nevi. Tuttavia è ancora una stagione fantastica per godere della montagna attraverso il mezzo di trasporto più antico di tutti: i nostri piedi.

Camminando lungo i tantissimi itinerari possibili in Valle d’Aosta si possono scoprire panorami sensazionali, ammirare in contemplazione le altissime vette già imbiancate, attraversare boschi trasformati in un caleidoscopio di colori.

Cammino Balteo

Il Cammino Balteo è un itinerario di oltre 350 chilometri che attraversa tutta la media e bassa Valle d’Aosta, toccando 48 comuni e regalando scorci diversi a ogni tappa. Si tratta di un percorso a bassa quota, ideale proprio in autunno, quando i paesaggi si accendono di colori caldi e le giornate sono ancora miti.

Si può ovviamente scegliere quanta parte del Cammino affrontare e quale dei tanti luoghi di interesse attraversati ammirare: i castelli medievali o i vigneti, le mulattiere che collegano i villaggi di media montagna o i panorami montani sulle cime più alte della regione.

I castagni di Machaby

Il santuario di Notre Dame des Neiges e il villaggio di Machaby, ad appena 700 metri di altitudine, sono la destinazione di una escursione davvero ideale per l’autunno, perché tutto attorno all’edificio religioso e alla piccola frazione si estendono boschi di castagni secolari che in questa stagione si trasformano in un mosaico di sfumature dorate.

Il percorso, facile e adatto a tutti, parte dall’affascinante borgo di Arnad, che merita di per sé una visita ed è noto per il Lardo d’Arnad. In un paio d’ore si sale tra i castagneti bruniti fino al santuario e al villaggio.

All’ingresso di Machaby, peraltro, si trova un sito archeologico affascinante: qui è custodita la cosiddetta pietra della fertilità, un megalito collegato ad antichi rituali magici celtici che si diceva prevenissero la sterilità nelle donne che vi scivolavano sopra.

Da Donnas a Bard

Breve ma affascinante itinerario che collega due borghi tra i più caratteristici e noti della bassa Valle d’Aosta: Bard, con la sua imponente fortezza ottocentesca, e Donnas, attraversato dalla Via delle Gallie, la strada romana ancora perfettamente visibile.

Valle d'aosta autunno

iStock

Il Forte di Bard in autunno

Il percorso, facile, segue le tracce proprio dell’antica via romana, costeggiando tratti scavati nella roccia e l’arco monumentale che segnava l’ingresso alla città di Donnas. Si tratta di una lunga passeggiata adatta a tutti, dalla durata di circa un paio d’ore, dedicata in particolare a coloro che vogliono immergersi in duemila anni di storia e da chi ama i ritmi lenti. Si può completare l’escursione visitando il Forte di Bard, oggi sede del Museo delle Alpi.

Il Lago Blu in Val d’Ayas

Il Lago Blu è una delle destinazioni più gettonate della Valle d’Aosta, in qualsiasi stagione. In autunno, se il meteo è benevolo, si può giovarsi di una visita in un silenzio profondo.

Valle d'aosta autunno

iStock

Il Lago Blu in Val d’Ayas

Il bacino si trova a oltre duemila metri di quota, sopra Saint-Jacques-des-Allemands, nel comune di Ayas. Da qui parte il sentiero, percorribile in circa due ore, che sale dolcemente tra boschi dorati e ampi pascoli caratterizzati da baite in legno. Si arriva infine al lago, incastonato in un paesaggio lunare e roccioso, tra due morene pietrose. Qui il cristallino specchio d’acqua riflette splendidamente le vette delle montagne, le nubi e il cielo sopra di sé.

Categorie
America Centrale Asia Cuba Europa Luoghi da film luoghi misteriosi Repubblica Ceca Slovacchia Thailandia vacanze avventura Viaggi

I luoghi reali di Fantaghirò, dove è stata girata la fiaba cult degli Anni ’90

Negli Anni ’90 Fantaghirò ha conquistato intere generazioni con le avventure di una principessa coraggiosa, tra magie, nemici terrificanti e storie d’amore impossibili. La miniserie italiana, ispirata alla fiaba popolare toscana “Fanta-Ghirò, persona bella”, ha saputo creare un mondo fantastico unico grazie non solo alla sceneggiatura e ai personaggi, ma anche alle location mozzafiato in cui è stata girata.

Dalla Repubblica Ceca alla Slovacchia, passando per Cuba e Thailandia, ogni set ha contribuito a costruire l’atmosfera fiabesca che ha reso celebre la saga.

Di cosa parla Fantaghirò

La serie prende spunto dalla fiaba tradizionale toscana, in cui una giovane principessa dimostra coraggio e intelligenza affrontando prove impossibili e conquistando l’amore di un re nemico, portando pace tra due regni. Nella trasposizione di Lamberto Bava del 1991, Fantaghirò diventa una guerriera moderna: indipendente, audace e capace di innamorarsi di Romualdo a prescindere dal suo genere.

I film raccontano le sue battaglie contro forze oscure, streghe malvagie e creature fantastiche, in un mondo che mescola magia, romanticismo e avventura.

Fantaghirò Remo girone

ANSA

Alessandra Martinez e Remo Girone in Fantaghirò

Dove è stato girato

Sebbene gran parte delle riprese siano avvenute all’estero, la produzione, i costumi e la scenografia sono interamente italiane. Grazie alla combinazione di set naturali, castelli fiabeschi e scenografie esotiche, Fantaghirò è riuscita a creare un mondo suggestivo e senza tempo, capace di affascinare ancora oggi chi l’ha amata negli Anni ’90.

Thailandia

Per Fantaghirò 4, alcune scene sono state girate in Thailandia. In particolare nell’antica città museo di Samut Prakan (Mueang Boran), a circa 30km a sud-est di Bangkok. I templi e le architetture orientali hanno contribuito a ricreare il regno di Re Tohor, dove Fantaghirò si reca per fermare il male. Le atmosfere esotiche dei paesaggi tropicali e delle costruzioni storiche hanno fornito uno sfondo perfetto per un racconto fantasy dai toni avventurosi e misteriosi, dando agli spettatori la sensazione di entrare in un mondo lontano e incantato.

Templi dell'antica città di Samut Prakan in Thailandia

iStock

Templi dell’antica città di Samut Prakan

Cuba

Il quinto film della saga, Fantaghirò 5, ha avuto come set principale Cuba, scelto per la sua bellezza naturale e i suoi paesaggi tropicali, ma anche per motivi economici. A raccontarlo fu il regista Lamberto Bava: «Abbiamo scelto Cuba per contenere i costi e dare alla serie un’ambientazione completamente diversa. Qui c’è una scuola di cinema straordinaria, con tecnici preparati e manodopera qualificata. Certo, la burocrazia rallenta un po’ tutto, ma a Cuba non si compra nulla solo con il denaro».

Qui approda il galeone volante del cattivissimo Senzanome e della sua ciurma di arcimboldi vegetali. Tra spiagge, grotte e il Parco forestale metropolitano de L’Avana, sono state girate le scene più spettacolari, incluso il galeone dell’orco mangiabambini. In questo capitolo, Fantaghirò incontra le Memosughe, creature che succhiano i suoi sentimenti, e deve ricostruire la propria vita in un mondo parallelo, lontano dall’amore per Romualdo e dalla sua famiglia.

Parco Avana

iStock

Parco metropolitano dell’Avana a Cuba

Nelle foreste dell’Avana, dove un tempo fu girato il primo Tarzan con Johnny Weissmuller, è stato costruito il galeone pirata in scala reale, mentre gli studi televisivi della Riv, ricavati negli ex locali della Fox, sono stati trasformati in un mondo di magie, streghe e fumi colorati grazie agli effetti speciali di Sergio Stivaletti.

I castelli della Repubblica Ceca

Nonostante le ambientazioni esotiche, i castelli dell’Est Europa restano il cuore della saga. Il castello di Bouzov, in Repubblica Ceca, è stato scelto come dimora di Fantaghirò. La sua architettura gotico-rinascimentale ha regalato alle scene un’atmosfera fiabesca, impreziosita dal celebre pozzo in cui la principessa viene isolata dalle sorelle.

Il castello di Pernstejn ha invece rappresentato la residenza di Romualdo, con torri slanciate e boschi incantati che hanno fatto da sfondo ai momenti romantici della serie. In Slovacchia, il castello di Bojnice ha ospitato le scene del palazzo della Strega Nera, con le sue torri, le mura ricoperte di edera e i giardini incantati. I fiumi, i laghi e le foreste circostanti hanno completato il quadro, rendendo ogni avventura visivamente memorabile.

Castello di Pernstejn

iStock

Castello di Pernstejn
Categorie
Borghi isole Luoghi da film vacanze avventura Viaggi Viaggi Avventura

The Lost City: le location mozzafiato dell’avventura con Sandra Bullock e Channing Tatum

Ambientato su un’isola pittoresca e senza nome, The Lost City (2022) cattura lo spettatore con paesaggi mozzafiato e scenografie curate nei minimi dettagli, che fanno da sfondo all’avventura rocambolesca di una celebre scrittrice di romanzi rosa e del suo affascinante “cover man”, interpretati da Sandra Bullock e Channing Tatum.

La storia segue il rapimento della protagonista da parte di un eccentrico miliardario e il suo viaggio alla scoperta dei misteri di un’antica città descritta nei suoi libri, mentre il suo compagno cerca coraggiosamente di salvarla. Il film diretto da Aaron e Adam Nee attraversa ambienti diversi, dalle foreste lussureggianti alle suggestive grotte subacquee, offrendo un mix perfetto di azione, humor e scenari naturali da sogno.

Dove è stato girato

Le riprese si sono svolte principalmente sull’incantevole isola della Repubblica Dominicana, meta cinematografica di molti film famosi come Pirati dei Caraibi: La maledizione della prima luna, Fast & Furious 7 e il più recente Shotgun Wedding.

Portillo

La regione di Portillo è famosa per le sue spiagge soleggiate e la splendida costa. Tuttavia, ciò che ha catturato l’attenzione del team di produzione è stata la giungla ricca di una vegetazione lussureggiante. Gran parte delle scene ambientate nella foresta sono state girate proprio qui, tra cui la fuga di Loretta (Sandra Bullock) e Alan (Channing Tatum) dal sito archeologico in cui sono tenuti prigionieri, e la memorabile scena dell’attacco in motocicletta.

Il sito archeologico è stato realizzato in una piantagione di cocco chiamata West Grove, nella stessa area. L’area dello scavo è stata trasformata in modo scenografico, con tende e tavoli da lavoro a sottolineare il poco interesse di Abigail Fairfax (Daniel Radcliffe) per l’archeologia e la sua ossessione per l’apparenza di grandezza.

Secondo quanto riportato da Conde Nast Traveler, Radcliffe ha spiegato sul set: «Ogni volta che entri in scenografie come questa e vedi la quantità di lavoro che è stata impiegata, rimani stupito. E questo aiuta il pubblico a capire chi è Fairfax. Non è davvero interessato all’archeologia; per lui conta solo lo sfarzo e l’apparenza».

Altos de Chavón

La vivace cittadina in cui vediamo per la prima volta Loretta e Alan ballare insieme, consolidando la nascente storia d’amore che si sviluppa poi nel corso del film, è stata girata ad Altos de Chavón. Il borgo è stato costruito negli Anni ’70 per richiamare i villaggi mediterranei del XVI secolo, con vicoli acciottolati e persiane in legno. Grazie al suo stile pittoresco e idilliaco, la cittadina ha offerto lo sfondo perfetto per il momento romantico della coppia.

Altos de Chavón è anche una popolare attrazione turistica, famosa per il suo anfiteatro romano da 5.000 posti situato vicino al fiume Chavón, che ha ospitato in passato concerti di artisti del calibro di Frank Sinatra. La cittadina si trova inoltre nelle vicinanze del tranquillo resort Casa de Campo, noto per le sue lussuose ville e la raffinata atmosfera.

Altos de Chavon

iStock

Altos de Chavon

Salto de Sacoa

Senza dubbio le scintillanti cascate catturerebbero immediatamente l’attenzione di chiunque, e il luogo è facilmente accessibile al pubblico per una visita. Situata nel Parco Nazionale Los Haitises, la cascata Salto de Sacoa è stata la splendida location scelta dal team di produzione per le scene dell’ingresso alla tomba di Kalaman. Mentre Loretta e Alan esplorano la zona alla ricerca dell’entrata nascosta, la vegetazione lussureggiante e l’acqua cristallina si mostrano da ogni angolo, creando uno sfondo mozzafiato e dinamico che contrasta con l’oscurità della grotta in cui stanno per entrare.

Il getto d’acqua si riversa in uno stagno racchiuso tra valli e vegetazione selvaggia, regalando uno scenario talmente suggestivo da sembrare una cartolina. Il parco si trova nelle vicinanze della capitale, Santo Domingo, e vanta vaste mangrovie e piante subtropicali, elementi che ne fanno una vera e propria gemma naturalistica della Repubblica Domenicana.

Iguabonita Cave

Quando Loretta e Alan si avventurano verso la tomba di Taha e Kalaman cercano di fuggire attraverso una rete di caverne e grotte sottomarine. In realtà sono state utilizzate tre location differenti, sapientemente unite per ricreare il complesso e inquietante sistema mostrato sullo schermo.

Tra queste c’è la grotta sotterranea di Iguabonita, situata all’interno dello Scape Park (a Punta Cana), un noto parco avventura all’aperto molto frequentato sia dai turisti che dai locali. I suoi stretti passaggi e i tortuosi corridoi oscuri mettono a dura prova anche i viaggiatori più coraggiosi, mentre le ampie e maestose cavità aperte lasciano letteralmente senza fiato. Questo suggestivo scenario sotterraneo ha contribuito a creare l’atmosfera di cupezza e malinconia che circonda le tombe di Taha e Kalaman, i cui resti simboleggiano tragicamente  l’amore perduto e la dolorosa perdita di Taha.

Pinewood Studios

Un’altra location fondamentale per le scene delle caverne sono stati i Pinewood Studios a Juan Dolio. Lo studio è famoso per il suo imponente serbatoio d’acqua, utilizzato per girare le sequenze subacquee in cui Loretta e Alan nuotano disperatamente verso la barca durante la loro fuga finale.

Con una vista a perdita d’occhio sul Mar dei Caraibi, il serbatoio è stato lo sfondo di molti film recenti dalle acque profondamente blu, come il thriller psicologico Old di M. Night Shyamalan e l’horror di sopravvivenza 47 Metri di Johannes Roberts. Nonostante The Lost City sia stato girato principalmente in esterni, la produzione ha sfruttato anche i modernissimi set interni offerti da Pinewood Studios.

Samaná, Las Terrenas

The Lost City si conclude con l’immagine fiabesca di Alan che galoppa lungo la spiaggia sul suo cavallo bianco, indossando una camicia bianca con volant e con i capelli biondi che svolazzano al vento. Questa scena è resa ancora più suggestiva dal paesaggio tranquillo, dalle sabbie bianche e dalle acque turchesi della spiaggia di Samaná a Las Terrenas. Si tratta di una delle spiagge lungo la costa nord dell’isola rimaste pressoché incontaminate dall’industria turistica, regalando così una vista spettacolare e autentica.

Spiaggia di Samaná

iStock

Spiaggia paradisiaca di Samaná, a Las Terrenas

Samaná ha rappresentato anche la terza location per le sequenze sotterranee delle caverne nel film, in particolare quelle lungo la parte nord-orientale delle spiagge. Le grotte subacquee si sono rivelate il set perfetto per girare le scene in cui Loretta e Alan attraversano l’acqua avvicinandosi alla tomba di Kalaman. All’interno delle caverne sono visibili diverse pitture murali e incisioni realizzate dal popolo nativo dei Taíno, spesso raffiguranti squali, divinità e balene.

Queste grotte hanno già avuto fama come sfondo iconico per film amatissimi dal pubblico, come Jurassic Park. Secondo quanto riportato dalla stampa locale, la troupe cinematografica ha soggiornato proprio a Samaná durante le riprese, immergendosi completamente nella bellezza naturale della zona.

Categorie
Dolomiti itinerari culturali montagna Notizie sport invernali vacanze avventura Viaggi Viaggi Avventura

Skipass 2025/26, sciare in Italia costerà di più: prezzi fino a 86 euro al giorno

La stagione invernale 2025/2026 si annuncia calda: l’ossimoro non riguarda il meteo, ovviamente, ma i prezzi. Se in estate si va al mare, durante i mesi più freddi tutti sognano almeno una giornata sulla neve tra piste da sci e sport a tema con panorami mozzafiato. Negli ultimi anni, però, i costi sono saliti vertiginosamente e in questo caso non ci sono eccezioni.

Le prime comunicazioni parlano di un aumento dei prezzi degli Skipass 2025/2026, che toccheranno gli 86 euro al giorno in località come quelle delle Dolomiti.

Skipass 2025/2026: prezzi in aumento

Da Livigno al Sestriere, da Courmayeur al comprensorio Dolomiti Superski, la tendenza è una sola: i prezzi salgono. Rispetto al 2021, gli aumenti toccano in alcuni casi il +40%.

Oggi uno skipass giornaliero a Livigno costa 72 euro (contro i 52 di quattro anni fa), mentre sulle Dolomiti si arriva a 86 euro. In Valle d’Aosta si viaggia tra i 58 e i 72 euro, a seconda della località. E non va meglio al centro Italia: a Roccaraso, la stazione più nota dell’Appennino abruzzese, il biglietto giornaliero è salito fino a 60 euro, con gli abbonamenti stagionali che sfiorano i 755 euro.

Gli aumenti non riguardano solo il singolo giorno sugli sci. Gli stagionali, da sempre un investimento per chi trascorre l’inverno sulle piste, ora variano dai 965 euro di Livigno ai 1.788 euro delle formule “Valle d’Aosta + Zermatt”.

Secondo Assoutenti, le giustificazioni degli operatori (costi energetici, manutenzione degli impianti, investimenti tecnologici) non reggono del tutto. Gabriele Melluso, presidente dell’associazione, ha parlato dei rincari definendoli ingiustificati e inaccettabili poiché l’inflazione è attualmente sotto controllo e le tariffe energetiche sono tornate a livelli normali.

Il rischio concreto a cui andremo incontro? Che la classica “settimana bianca” diventi una rarità, un’esperienza riservata ai più abbienti escludendo totalmente una fascia della popolazione. Già nella stagione scorsa, denuncia l’associazione, un milione di italiani in meno ha scelto la montagna per le vacanze invernali e si rischia che i numeri questa volta siano ancora più alti.

Sciare a Livigno

iStock

Sciare a Livigno è sempre più costoso, lo Ski Pass aumenta nella stagione 2025 2026

Non solo skipass: gli aumenti sulle vacanze in montagna

Lo sci non è mai stato uno sport economico, ma oggi ogni voce di spesa pesa di più. Il costo del noleggio dell’attrezzatura (sci, scarponi, caschi) è cresciuto sensibilmente, e lo stesso vale per alberghi e ristoranti. Secondo i dati Istat analizzati da Assoutenti, negli ultimi quattro anni le tariffe alberghiere sono aumentate del +26% in Valle d’Aosta, del +32,8% nel Veneto montano e del +36% in Alto Adige.

Per chi sogna un weekend romantico in baita o una vacanza in famiglia, la somma finale può diventare proibitiva: skipass, vitto, alloggio e scuola di sci portano facilmente a spese superiori ai 2.000 euro per una settimana in due persone.

L’Osservatorio italiano del Turismo Montano, guidato da Massimo Feruzzi, conferma il trend. Secondo le stime, il costo medio di un soggiorno sarà di 5,8% in più rispetto al 2024 e riguarderà gli hotel, le scuole da sci, ma anche servizi di bar e ristorazione.

Mentre si attende l’inizio delle Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026, l’Italia si prepara a gestire un nuovo aumento dei costi che porterà, inevitabilmente, a un cambiamento nel turismo rendendo sempre più esclusivo lo sport sulla neve.

Categorie
Bolzano Cosa fare in inverno Idee di Viaggio itinerari culturali montagna sport invernali vacanze avventura Viaggi Viaggi Avventura

Magia d’inverno a Plan de Corones: tra neve, emozioni e panorami da sogno

Situata nel cuore dell’Alto Adige in Val Pusteria, la regione dolomitica di Plan de Corones (Kronplatz in tedesco) – che deve il suo nome all’omonima area – è una delle mete più amate dagli appassionati della montagna e degli sport invernali.

Questa regione comprende i comuni di: Marebbe, Chienes, Valdaora, Falzes, Perca, Gais, Rasun Anterselva, San Lorenzo, San Martino in Badia e Brunico e la suggestiva città della Rienza.

Plan de Corones in inverno

In inverno, Plan de Corones mostra il suo lato più spettacolare: un comprensorio sciistico moderno e perfettamente organizzato, collegato alle principali località come Brunico, San Vigilio di Marebbe e Valdaora.

Le sue piste si estendono per oltre 120 km e sono adatte a ogni livello di esperienza.

Ma non si tratta solo di sci: la montagna offre anche una vasta gamma di altre attività, panorami mozzafiato, cultura ladina, accoglienti rifugi di montagna, Alto Adige guest pass (per muoversi con i mezzi pubblici e fare attività personalizzate in base alla stagione) e tante esperienze autentiche da vivere tra le Dolomiti, Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO.

Sciare sulle piste del comprensorio

L’attività principale è, senza dubbio, lo sci. Il comprensorio di Plan de Corones è famoso per le sue piste ampie, perfettamente battute e servite da impianti di risalita modernissimi.

Gli sciatori possono scegliere tra discese panoramiche e piste tecniche (gli esperti si possono cimentare anche nella “Black 5 Challenge” affrontando le 5 piste più impegnative del comprensorio), con viste spettacolari sulle Dolomiti.

Grazie al Dolomiti Superski, è possibile esplorare un’enorme area sciistica con un unico skipass. Anche i principianti e i bambini trovano scuole di sci qualificate e aree dedicate per imparare in tutta sicurezza. Per questo la meta è perfetta anche per famiglie.

Attività da fare a Plan de Corones in inverno

iStock

Sci alpino sulle piste di Plan de Corones

Visitare il MMM Corones e gli altri musei

Sulla vetta di Plan de Corones facilmente raggiungibile in funivia, a oltre 2.200 metri, sorge il Messner Mountain Museum Corones, progettato dall’architetta Zaha Hadid per l’alpinista Reinhold Messner. Il museo racconta la storia dell’alpinismo tradizionale e dell’uomo di fronte alla montagna. L’interno, scavato nella roccia, regala un’esperienza suggestiva tra arte, storia e natura.

Per chi ama la cultura, ci sono poi anche altri musei da esplorare come il Messner Mountain Museum Ripa nel castello di Brunico; il Museo Provinciale degli usi e costumi a Teodone e il Lumen Museum dedicato alla fotografia di montagna.

Cosa fare a Plan de Corones in inverno

iStock

Messner Mountain Museum Corones sul Plan de Corones

Ciaspole e sci da fondo

Per chi ama la tranquillità e la natura, le escursioni con le ciaspole o con gli sci da fondo sono l’attività ideale. Numerosi percorsi partono dai paesi ai piedi del Plan de Corones, attraversando boschi innevati. Questo è un modo perfetto per godersi il silenzio della montagna innevata e respirare l’aria fresca dell’Alto Adige.

Relax nei centri benessere e après-ski

Dopo una giornata sulla neve, non c’è niente di meglio che un momento di relax nelle spa e nei centri benessere della zona. Le strutture di Brunico e San Vigilio offrono saune, bagni turchi e piscine panoramiche con vista sulle montagne.

Chi preferisce la vita mondana può invece scegliere uno dei tanti rifugi après-ski per godersi musica, divertimento e un vin brulé in compagnia.

Esperienze autentiche da non perdere

Oltre allo sci e alle escursioni con le racchette da neve, Plan de Corones offre tante esperienze autentiche da vivere durante l’inverno.

È possibile provare il pattinaggio su ghiaccio, ammirare la Concordia 2000 – campana sulla cima del Plan de Corones, passeggiare sul Lago di Anterselva ghiacciato, partecipare a gite romantiche in slitta, fare discese con lo slittino oppure, andando nel periodo delle feste, esplorare i mercatini di Natale di Brunico.

Gli amanti dell’adrenalina possono cimentarsi nello snowboard freestyle o nel parapendio invernale e per chi cerca autenticità, una visita ai rifugi permette di assaporare i piatti tradizionali come canederli, speck e strudel di mele.

Cosa vedere e fare a Plan de Corones in inverno

iStock

Brunico vestita a festa per Natale
Categorie
Cosa fare in inverno itinerari culturali montagna Notizie sport invernali vacanze avventura Viaggi Viaggi Relax

Viaggi sulla neve, elette le regine della montagna 2025: le località più amate

Il fascino delle montagne italiane non conosce stagioni, ma è in inverno che raggiungono il loro massimo splendore. Tra vette innevate, piste scintillanti e borghi avvolti dalla magia della neve, il turismo alpino italiano si conferma una delle esperienze più amate e ricercate dagli appassionati di sport invernali e dagli amanti della natura.

Anche quest’anno, l’Osservatorio Jfc ha stilato la classifica delle località di montagna più amate, premiando le destinazioni che meglio combinano eccellenza, sostenibilità, servizi e accoglienza nel panorama del turismo della neve.

La classifica delle località di montagna più amate

In vetta alla classifica 2025 dell’Osservatorio Jfc si conferma anche quest’anno la regina delle nevi Cortina d’Ampezzo, che si prepara al grande appuntamento con i Giochi Olimpici Invernali 2026 di Milano-Cortina. La “Perla delle Dolomiti” primeggia non solo nella classifica generale, ma anche nelle categorie “località più famosa” e “più trendy”.

Al secondo posto si piazza Madonna di Campiglio, premiata per le migliori piste da sci, la vocazione family e l’ampia offerta di servizi turistici. Terza in classifica, Livigno, che conquista il titolo di località più green, simbolo di un turismo di montagna sempre più sostenibile.

Altri premi speciali sono stati conferiti anche a Moena (in Val di Fassa, in provincia di Trento), che è la più “accessibile”, e a Courmayeur, la preferita per l’accoglienza alberghiera.

Madonna di Campiglio

iStock

Piste da sci di Madonna di Campiglio

Di seguito la classifica completa (con il numero di voti ottenuti), che vede altre splendide mete italiane come Bormio (anche lei tra i protagonisti delle prossime olimpiadi invernali), Ponte di Legno/Passo del Tonale e Ortisei, in Val Gardena:

  1. Cortina d’Ampezzo (Belluno, Veneto) – 6.571 voti
  2. Madonna di Campiglio (Trento, Trentino-Alto Adige) – 6.525 voti
  3. Livigno (Sondrio, Lombardia) – 6.150 voti
  4. Courmayeur (Aosta, Valle d’Aosta) – 5.998 voti
  5. Canazei (Trento, Trentino-Alto Adige) – 5.678 voti
  6. Cervinia (Aosta, Valle d’Aosta) – 5.623 voti
  7. Bormio (Sondrio, Lombardia) – 5.040 voti
  8. Sestriere (Torino, Piemonte) – 4.910 voti
  9. Ponte di Legno/Passo del Tonale (Brescia, Lombardia / Trento, Trentino-Alto Adige) – 4.617 voti
  10. Asiago e il suo Altopiano (Vicenza, Veneto) – 4.609 voti
  11. Andalo (Trento, Trentino-Alto Adige) – 4.305 voti
  12. Ortisei (Bolzano, Trentino-Alto Adige) – 4.229 voti
La magia della sera a Livigno

iStock

Livigno con le luci della sera

I comprensori sciistici più amati

Anche i comprensori sciistici e i demani sciabili sono stati valutati nella classifica: a dominare tra loro, a dominare è la SkiArea Madonna di Campiglio, che vince la categoria “migliori impianti di risalita”, seguita da Val di Fassa, premiata per il “miglior rapporto qualità-prezzo”, mentre l’Alta Badia si distingue per la “migliore sicurezza”.

Premi speciali sono stati riconosciuti anche alla Val Gardena per le “migliori piste” e al Cervino Ski Paradise per la “migliore garanzia di innevamento”.

La classifica conferma il primato del turismo alpino italiano, capace di coniugare paesaggi mozzafiato, impianti all’avanguardia e un’attenzione crescente alla sostenibilità ambientale. Dalle piste perfettamente innevate alle vette panoramiche, passando per borghi accoglienti e strutture turistiche di qualità, le montagne italiane restano un richiamo irresistibile per chi cerca sport, relax ed emozioni da vivere in alta quota.

Categorie
itinerari culturali Notizie Siena trekking vacanze avventura Viaggi Viaggi Relax

La Giornata del Trekking Urbano: camminare per scoprire l’Italia

Ventidue anni fa, a Siena, prendeva forma un’idea semplice e al tempo stesso rivoluzionaria: trasformare la città in un percorso da esplorare a passo lento. Da quell’intuizione del 2003 è nata la Giornata Nazionale del Trekking Urbano, un’iniziativa che ha saputo farsi strada a livello nazionale, unendo cultura, turismo e benessere in un’esperienza collettiva.

Oggi, con la sua XXII edizione prevista per venerdì 31 ottobre 2025, l’evento coinvolge 85 città in 19 regioni, dalle grandi capitali d’arte ai borghi più suggestivi, tutte unite sotto il tema “Le Vie del Giubileo tra storia, cultura e spiritualità”.

Il filo conduttore del Giubileo

Il 2025 segna un appuntamento di grande richiamo per la tradizione cattolica: l’Anno Santo Giubilare, che da secoli richiama pellegrini da tutta Italia e dal mondo.

Per l’occasione, la Giornata del Trekking Urbano ha deciso di intrecciare i propri itinerari con i percorsi giubilari, ripercorrendo le antiche vie dei pellegrini e i cammini che hanno segnato la storia del Paese.

La scelta non è casuale: il Giubileo invita al cammino, all’esperienza del viaggio inteso come riflessione, incontro e scoperta. Così, i trekker moderni avranno l’opportunità di percorrere strade medievali, antichi ospitali, piazze e chiese che, nei secoli, hanno accolto uomini e donne in cerca di spiritualità, cultura e accoglienza.

Camminare per scoprire

Il trekking urbano non è solo un’esperienza turistica, ma un modo per osservare la città con occhi nuovi. Camminando a passo lento, si colgono dettagli altrimenti invisibili: un portale nascosto, un affresco dimenticato, le storie dei passanti.

La Giornata unisce movimento e conoscenza, benessere e cultura, e rende il cammino accessibile a tutti. Famiglie, gruppi di amici e viaggiatori solitari possono vivere itinerari che, pur diversi nella lunghezza e nella difficoltà, condividono la stessa essenza ovvero la scoperta del patrimonio diffuso e l’incontro con l’anima autentica dei luoghi.

Siena, cuore del progetto

A guidare il movimento rimane Siena, dove tutto è cominciato. Il percorso 2025, intitolato “1300–2025 Giubileo e cammini: luoghi, pellegrini e spiritualità nei secoli”, accompagna residenti e turisti dal Campo al Duomo e a Santa Maria della Scala, luoghi simbolo della spiritualità e dell’accoglienza lungo la Via Francigena.

I percorsi tra città e borghi

Veduta di un canale di Comacchio, Ferrara

iStock

Trekking urbano a Comacchio

Dal nord al sud, la Giornata del Trekking Urbano propone itinerari che sono un mosaico di storie e suggestioni. L’Aquila racconta le Vie Giubilari e la Perdonanza Celestiniana, Napoli dedica il cammino alle “Donne di fede, carità e speranza”, mentre Bologna unisce spiritualità e accoglienza con un finale musicale suggestivo. Mantova conduce i partecipanti lungo la Via Carolingia fino alla Basilica di Sant’Andrea, evocando secoli di pellegrinaggi.

Accanto alle città, non possono certo mancare i Borghi Più Belli d’Italia: ad Ercolano, il culto mariano emerge tra edicole votive e tradizioni popolari, a Comacchio, fede e acqua si fondono in immagini devozionali disseminate tra barche e case, a Finale Ligure, un doppio itinerario porta alla Basilica giubilare di San Biagio mentre ad Ascoli Piceno il cammino recupera la memoria dei pellegrini medievali, dai battisteri romanici alle chiese storiche.

Natura e cammino

Il trekking urbano non significa soltanto storia e arte, ma anche immergersi appieno nel paesaggio.

Ancona invita a percorrere il Parco del Cardeto, con panorami a picco sul mare e testimonianze storiche, Aosta coniuga vestigia romane e montagne alpine, Trento mette in comunicazione cammini alpini e luoghi del Concilio, mentre Spoleto restituisce la dimensione del pellegrinaggio tra boschi e colline.

Nei borghi, la natura diventa protagonista: a Tempio Pausania i percorsi si snodano tra granite e paesaggi della Gallura,  e a Termoli il borgo antico emerge dal mare in un dialogo tra costa e arte urbana.

Tracce del passato e memoria collettiva

Scorcio del borgo di Leonforte, Sicilia

iStock

Scorcio del borgo di Leonforte

Camminare lungo queste vie significa anche riscoprire la storia e il senso di comunità.

E, a questo proposito, Pavia fa incontrare la propria memoria con la Via Francigena, Verona ripercorre le vie dei pellegrini medievali, Ivrea invita a leggere la città come connubio di memoria industriale e spiritualità. In Sicilia, Leonforte lega il trekking al barocco e alle fontane monumentali, in Toscana, Pitigliano racconta secoli di convivenza tra comunità diverse mentre in Calabria, San Giovanni in Fiore guida alla scoperta delle tracce lasciate da Gioacchino da Fiore, abate visionario del Medioevo.

Categorie
escursioni Notizie vacanza natura vacanze avventura Viaggi

Cammina Natura, le escursioni più belle in Italia il 25 e 26 ottobre

Il 25 e il 26 ottobre 2025, la natura torna protagonista con la settima edizione di Cammina Natura, l’evento diffuso organizzato dall’Aigae – Associazione Italiana Guide Ambientali Escursionistiche – che invita a rallentare, respirare a pieni polmoni e lasciarsi incantare dalla bellezza del paesaggio italiano.

Di cosa si tratta

In centinaia di tappe sparse da Nord a Sud, le Guide Ambientali condurranno lungo percorsi poco battuti, tra sentieri che svelano la ricchezza nascosta del Belpaese: luoghi minori, angoli dimenticati, parchi naturali, beni confiscati alle mafie restituiti alla collettività, ecosistemi preziosi da preservare e narrazioni che uniscono ambiente, storia e cultura.

Un’occasione gratuita, inclusiva e diffusa per riscoprire il valore dell’escursionismo non solo come attività fisica, ma come esperienza di connessione con il territorio e le sue comunità: Cammina Natura è un modo per partecipare attivamente a una visione di turismo responsabile, di economia circolare e di memoria collettiva.

Oltre alle escursioni a piedi o in bicicletta (anche in orari insoliti come l’alba o la notte) il programma include visite nei beni confiscati alle mafie in collaborazione con l’associazione Libera. Il 25 ottobre sarà possibile partecipare a queste esperienze in Toscana, Calabria, Basilicata e Puglia, mentre il 26 ottobre sarà la volta dell’Emilia-Romagna. Il senso di appartenenza, la memoria e il riuso sociale incontrano così con la meraviglia dei paesaggi e il piacere del cammino.

Cinque escursioni da non perdere, tra natura, storia e legalità

Tra le centinaia di escursioni proposte da Cammina Natura, ne abbiamo selezionate cinque che raccontano (in modi differenti) il fascino dei territori, la forza del cammino condiviso e l’importanza di riscoprire ciò che spesso resta ai margini.

Tramonto tra le Colline del Prosecco

A Farra di Soligo, nel cuore delle Colline del Prosecco, l’armonia tra uomo e natura ha generato un paesaggio che oggi è riconosciuto come Patrimonio dell’Umanità: le mani sapienti di generazioni di viticoltori hanno modellato con dolcezza le colline, e trasformato la terra in un mosaico di vigneti, stradine e borghi sospesi nel tempo.

Sabato 25 ottobre, la guida ambientale Mattia Pertile accompagna i partecipanti in un’escursione di circa quattro ore, lungo un itinerario di 8 chilometri che si snoda tra dolci dislivelli e scorci mozzafiato. Il momento più suggestivo? Quando il sole inizia a calare, tingendo di oro e rame i filari del Prosecco.

San Leo: tra spiritualità, mistero e paesaggi spettacolari

Il fascino di San Leo, in provincia di Rimini, risiede nell’incontro tra storia, leggenda e natura. Sabato 25 ottobre, l’escursione guidata da Massimo Ruggeri conduce i partecipanti in un itinerario a piedi che si muove all’ombra della celebre rocca, dove si intrecciano le vicende del Conte di Cagliostro e la spiritualità francescana.

Il cammino attraversa un bosco dai colori autunnali intensi, per momenti di pura meraviglia. Il percorso, lungo sei chilometri, offre anche una rara occasione: quella di avvicinarsi alla frana che sconvolse l’antica capitale d’Italia, un evento naturale che ha lasciato segni profondi nel paesaggio e nella memoria del territorio. Tre ore per immergersi in un luogo che incanta e interroga.

Vista della Fortezza di San Leo, Rimini

iStock

La magnifica Fortezza di San Leo

Alla scoperta del Parco dello Stirone e del Piacenziano

Domenica 26 ottobre sarà possibile esplorare un’area unica per valore ambientale e significato civile. L’escursione parte dal Podere Millepioppi, bene confiscato alla mafia oggi sede del Parco dello Stirone e del Piacenziano, alle porte di Salsomaggiore Terme. Le guide ambientali Annalisa Guaraldo e Antonio Consoli porteranno lungo un percorso lungo il fiume Stirone, dove affiorano strati geologici che raccontano l’antico passato marino di queste terre.

Camminando per circa tre ore e mezza lungo un tragitto di 12,5 chilometri, si avrà l’opportunità di leggere la storia della Terra nei suoi sedimenti, ma anche di riflettere sul valore del bene comune e sul potere trasformativo della legalità.

Grotte, poeti e mare della Costa Viola

Nel cuore della Costa Viola calabrese, sabato 25 ottobre si parte da Palmi per un’escursione che è un vero e proprio abbraccio tra mare e montagna. La salita inizia tra uliveti e antiche vie, fino a raggiungere le suggestive grotte di “Pignarelle” e “Trachina”, scrigni di pietra che custodiscono silenzi e racconti.

Le guide Andrea Laurenzano e Giuseppe Tripodi accompagneranno i camminatori fino alla caletta di Rovaglioso, dove il mare si apre all’improvviso tra le rocce, e regala uno dei panorami più poetici dell’intera regione. Durante il percorso di circa 10 chilometri si attraverseranno anche terreni un tempo in mano alla criminalità organizzata, oggi riconsegnati alla comunità.

Veduta della caletta di Rovaglioso lungo la costa di Palmi, Calabria

iStock

Splendida caletta di Rovaglioso lungo la costa di Palmi

Il Balcone Calcareo di Monte Murone

Infine, nella Sardegna nord-occidentale, tra i profumi della pineta e il Parco Naturale Regionale di Porto Conte, si snoda un sentiero che unisce memoria bellica e meraviglia paesaggistica. Domenica 26 ottobre, la guida Gianluca Soru accompagnerà i partecipanti lungo le antiche strade militari della Seconda Guerra Mondiale, dove trincee, fortini e postazioni di tiro raccontano la storia di uno sbarco mai avvenuto, ma temuto e preparato.

Il cammino, breve ma intenso, in due ore conduce fino alla cima di Monte Murone: una terrazza calcarea che si affaccia sulla baia di Conte e sulla rada di Alghero. Da lassù, la natura si apre in uno spettacolo a 360 gradi, tra luce, vento e orizzonti infiniti.

Categorie
Australia itinerari culturali Notizie Oceania vacanza natura vacanze avventura Viaggi Viaggi Avventura

L’Australia è la meta top del 2026: destinazioni ed esperienze da non perdere

L’Australia si conferma tra le destinazioni imperdibili del 2026 secondo la guida Best in Travel 2026 di Lonely Planet, che celebra le mete e le esperienze più coinvolgenti del prossimo anno.

Dall’energia vibrante delle città cosmopolite ai paesaggi selvaggi dell’Outback, il Paese offre esperienze uniche, dove natura, cultura e avventura si intrecciano in scenari di incomparabile bellezza.

Ecco le tre mete con le quali l’Australia è stata premiata nelle categorieEsperienze” e “Destinazioni” nella guida Best in Travel 2026.

Melbourne, Victoria

Melbourne è una città che cattura con la sua vitalità e il suo fascino eclettico. Passeggiando tra vicoli decorati da murales colorati, boutique artigiane e caffetterie dallo stile contemporaneo, si percepisce un’energia creativa che sorprende a ogni passo.

Ogni angolo della città racconta una storia diversa: dagli artigiani che realizzano scarpe su misura agli chef che reinterpretano la cucina tradizionale, fino agli artisti che trasformano le strade in gallerie a cielo aperto.

Città multiculturale per eccellenza, Melbourne riflette la diversità delle persone che la abitano, offrendo esperienze legate alle First Nations, come la Heritage Walk nei Royal Botanic Gardens, dove guide aborigene conducono percorsi sensoriali tra piante native e rituali tradizionali.

La capitale del Victoria è anche sinonimo di gastronomia innovativa: con oltre 2.000 caffetterie e torrefazioni, la città è un vero laboratorio culinario dove ingredienti locali e influenze internazionali si fondono in esperienze gourmet uniche.

La sera, Melbourne si trasforma: dai rooftop bar con vista sullo skyline ai locali underground nascosti nei vicoli, la città continua a vibrare di musica, stile e convivialità.

Great Victorian Bathing Trail, Victoria

Il Great Victorian Bathing Trail è un itinerario di quasi 900 chilometri lungo la costa meridionale del Victoria, che collega sorgenti termali, piscine naturali e bagni minerali affacciati sull’oceano. Questo percorso offre momenti di puro relax immersi nella natura e nelle proprietà curative dell’acqua, ricca di minerali come potassio, calcio e magnesio.

Ogni tappa regala un’esperienza sensoriale diversa: vasche di pietra tra colline e brughiere, sorgenti che sprigionano vapori all’alba, o botti panoramiche dove rilassarsi osservando le scogliere riflettersi nell’acqua.

Passeggiate nella natura, sessioni di yoga all’aperto, degustazioni in fattorie e cantine locali arricchiscono il percorso, mentre rituali ispirati alla tradizione delle First Nations permettono di scoprire l’antico legame tra acqua, piante e spiritualità.

L'Australia viene inserita nella guida Best in Travel 2026 con tre mete

Ufficio Stampa

Lungo il Great Victorian Bathing Trail

Ikara Flinders Ranges & Outback, South Australia

Nel cuore rosso dell’Outback, le Ikara-Flinders Ranges sono un tesoro di geologia, natura selvaggia e spiritualità. Il parco nazionale, che copre circa 95.000 ettari, ospita formazioni rocciose millenarie, gole, creste e valli che raccontano oltre 600 milioni di anni di evoluzione della Terra. La fauna locale, tra canguri, emù e rapaci, completa lo spettacolo della natura incontaminata.

Wilpena Pound, noto agli Adnyamathanha come Ikara, è un anfiteatro naturale che simboleggia il cuore culturale e spirituale della comunità aborigena locale. Gli ospiti possono vivere esperienze immersive soggiornando in tende safari o rifugi panoramici, partecipando a escursioni guidate, tour culturali e voli panoramici che svelano miti e leggende locali.

Al calar della notte, il cielo terso dell’Outback si illumina di stelle, regalando momenti di stargazing mozzafiato in un contesto unico al mondo.

Le mete australiane menzionate da Best in Travel 2026

Ufficio Stampa

Ikara-Flinders Ranges, South Australia
Categorie
Cosa fare in autunno Cosa fare nel weekend escursioni eventi Notizie Sagre turismo enogastronomico vacanze avventura Viaggi

Dall’olio ai formaggi, dai salumi alle castagne: le sagre del weekend del 25 e 26 ottobre 2025

L’autunno è la stagione migliore per andare per sagre, in compagnia di amici e parenti. Ogni weekend ce ne sono a decine, anche a due passi da casa. Ma questi eventi sono l’occasione giusta per organizzare una gita fuori porta, visitando luoghi che il più delle volte sono storici, assaggiando anche le specialità gastronomiche locali che sono sempre una bella scoperta.

Abbiamo selezionato i migliori eventi del weekend per organizzare il fine settimana e partire per andare alla scoperta del nostro bellissimo Paese.

Saboris Antigus 2025 in Sardegna del Sud

La Sardegna centro-meridionale si prepara ad accogliere i visitatori della 12^ edizione di Saboris Antigus, la manifestazione che trasforma i centri storici di nove Comuni di Trexenta e Sarcidano in un palcoscenico di sapori, storie e tradizioni. L’evento svela la cultura agroalimentare di queste due regioni storiche, ma soprattutto chi, con mani sapienti e volti appassionati, dà vita a quei sapori: contadini, artigiani, chef e famiglie che tramandano gesti e ricette da generazioni. La manifestazione si snoderà lungo i fine settimana autunnali e invernali, animando, a partire dal 26 ottobre, Gergei, in provincia di Cagliari fino a Mandas il 20 e il 21 dicembre, che chiuderà l’edizione. Ogni Comune offrirà ai visitatori la possibilità di immergersi nei sapori autentici, nelle tradizioni e nei paesaggi che hanno dato forma a comunità locali, creando un percorso di scoperta che dura quasi due mesi. Tra momenti di dialogo con ospiti di rilievo e chef sardi, degustazioni di prodotti biologici e a filiera corta, e laboratori artigianali, l’edizione 2025 diventa un intreccio di sapori dell’isola, anche attraverso la storia, la cultura e i paesaggi che li generano.

saboris-antigus

©Lorenzo Naitza

Un omento di Saboris Antigus a Gergei (CA)

Salumi da Re 2025 a Polesine Parmense (PR)

Dal 25 al 27 ottobre all’Antica Corte Pallavicina di Polesine Parmense (PR) si svolge la 12ª edizione di Salumi da Re, il grande evento dedicato all’alta norcineria, con salumi da ogni parte d’Italia, birrifici artigianali, produttori di liquori e distillati, olio, conserve, prodotti da forno, street food, oltre a interessanti ospiti esteri (acciughe del Mar Cantabrico e jamón ibérico). L’evento comprende anche convegni e degustazioni, una mostra mercato e la gara di taglio al coltello del prosciutto. Ogni edizione ha il suo chef testimonial: nel 2025 è Giorgio Barchiesi, in arte Giorgione, che lunedì 27 ottobre approderà sul Gran Palco del Maiale per conoscere i produttori protagonisti e assaggiare i salumi in degustazione. Inoltre, sarà protagonista di un talk con il padrone di casa, Massimo Spigaroli, durante il quale i due chef affronteranno in tono amichevole argomenti del settore.

Festa d’Autunno a Casaprota (RI)

Casaprota, cuore pulsante della Sabina reatina, torna a celebrare i sapori autentici del territorio con la sua Festa d’Autunno, in programma sabato 25 ottobre a cena e domenica 26 ottobre a pranzo. Un appuntamento che è ormai una tradizione per buongustai e curiosi, pronti a tuffarsi nei piatti tipici di una terra che da secoli custodisce l’arte del mangiare bene. Il menu è un viaggio nel gusto sabino: dalla castagna rossa del Cicolano di Mercetelli all’amatriciana di Amatrice, senza dimenticare arrosticini, bruschette e salsicce, strengozzi piccanti aglio e perza, pizze fritte di Torricella in Sabina e naturalmente litri di olio EVO, vanto assoluto della Sabina e primo in Europa ad aver ottenuto la DOP. Tutto accompagnato dalle birre artigianali prodotte nel reatino. In più, siamo in piena raccolta delle olive: ecco l’occasione per assistere dal vivo alla frangitura nei frantoi locali, un rito antico che racconta la ricchezza agricola della Sabina.

Festa del Re Marrone di Chiusa di Pesio (CN)

Chiusa di Pesio celebra dal 23 al 26 ottobre 2025 il pregiato frutto locale, il marrone, con un ricco programma enogastronomico e culturale. La Festa del Re Marrone, giunta alla sua 27ª edizione, è l’espressione più autentica della Valle Pesio: celebra le tradizioni locali, l’amore per il territorio, il senso di comunità e lo sguardo aperto verso il futuro. Il borgo, insignito della Bandiera Arancione del Touring Club Italiano, si anima per quattro giorni di incontri, musica, piatti tradizionali e appuntamenti per grandi e piccoli. L’organizzazione è curata dalla Pro Loco Turismo in Valle Pesio, con il supporto di associazioni e realtà locali che lavorano tutto l’anno per mantenere viva la tradizione della castagna.

Sagra della Polenta Taragna a Spirano (BG)

Spirano festeggia l’autunno con la Polenta Taragna, giunta alla sua 11ª edizione, con una festa che dura dal 24 ottobre fino al 9 novembre 2025. Tre weekend consecutivi in cui il borgo bergamasco diventa la capitale dei taragnatori incalliti e dei buongustai senza rimorsi. Il piatto protagonista è la Polenta Taragna, che non è una polenta qualsiasi, ma l’anima della tradizione orobica.

Farine di Flôr e Formandi a Sutrio (UD)

Domenica 26 ottobre in Carnia si tiene un evento dedicato ai piatti tradizionali del Friuli-Venezia Giulia a base di farina e formaggi di malga. Sutrio, caratteristico borgo, diventa la pittoresca cornice della animata e popolare manifestazione autunnale dedicata a due fra i prodotti più tipici della montagna friulana. Il borgo si trasforma in un grande percorso del gusto: farine, formaggi e birre artigianali scandiranno una giornata dedicata ai sapori autentici e genuini del Friuli di montagna. In programma non solo degustazioni, ma anche tante attività durante tutta la giornata: laboratori, show cooking e dimostrazioni per scoprire come la farina “giusta” può trasformare ogni ricetta in qualcosa di speciale. Il tutto con il sottofondo di musica dal vivo, suonata nei cortili del paese per tutto il giorno.

sagre-Sutrio_Formandi

Ufficio stampa

La sagra tradizionale di Sutrio

La Festa del raccolto a Vipiteno (BZ)

Il 24 e 25 ottobre 2025, torna il tradizionale mercato dei contadini di Vipiteno, che ha luogo ogni venerdì da maggio a ottobre, e che si conclude con la Festa del raccolto in piazza Città. Dall’artigianato locale alle prelibatezze altoatesine e una vasta selezione di prodotti che arrivano direttamente dal maso. Si inizia il venerdì con il mercato contadino durante il quale vengono offerti i prodotti del posto, dal miele alle tisane dell’Alta Val Isarco, al pane e ai prodotti da forno fatti in casa, alle verdure fresche e ai vini biologici. Le contadine della zona preparano le loro specialità tradizionali come le prelibate “Tirtlan”, un impasto ripieno di spinaci o verza, nonché le ciambelle di Vipiteno. La vera Festa del raccolto inizia sabato.

Festa dei Frantoi e dei Castelli a Campello sul Clitunno (PG)

Domenica 26 ottobre e domenica 16 novembre 2025 nel Comune di Campello sul Clitunno, in Umbria, c’è la “Festa dei Frantoi e dei Castelli”, evento oleo-gastronomico dell’eccellenza del cartellone di Frantoi Aperti in Umbria che celebra la raccolta e frangitura delle olive e l’arrivo dell’olio nuovo, con iniziative che si terranno domenica 26 ottobre e domenica 16 novembre 2025.

castello-di-Campello-Alto-Campello-sul-Clitunno

Ufficio stampa

Il delizioso borgo di Campello sul Clitunno

Maroni in Festa a Drena (TN)

Dal 25 al 26 ottobre, Drena e le sue vie si colorano d’autunno per celebrare il più celebre frutto di questa stagione: il Marone di Drena, simbolo del territorio dal 1470. Due giorni di musica, laboratori, show cooking, camminate e tante occasioni per degustare un frutto che si presta alle più svariate preparazioni, dalla farina di castagne alla birra, fino ai maroni canditi alla grappa. Comodi trenini collegano i parcheggi al cuore della manifestazione e i più piccoli trovano divertimento tra gonfiabili e laboratori creativi.

DiVin Ottobre a Trento, Riva del Garda, Isera e altre località

Ultimo weekend dell’evento iniziato il 3 ottobre e che si conclude domenica 26, un ricco calendario di appuntamenti, in programma in tutti i weekend del mese sulla Strada del Vino e dei Sapori del Trentino. Un’occasione per scoprire il territorio attraverso un viaggio di gusto che coinvolge cantine, aziende agricole, ristoranti ed agriturismi. Tante le iniziative ancora in programma: dai trekking guidati in boschi o vigneti a cooking show, da aperitivi gourmet a degustazioni in cantina, ma anche feste dedicate ai prodotti più caratteristici del periodo. Il tutto dominato dai caldi colori autunnali che rendono magico il paesaggio.